Schigna de Gat 12-2017

PERIODICO DELL’U.S.G. ZOLDO www.zoldohockey.it

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il segreto del successo

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Vincere ed il segreto del successo Se chiedi a un bambino qualsiasi o anche a sportivi adulti l’obbiettivo di un agonismo o di una partita, la risposta sarà quasi sempre di vincere. Il Campionato di Hockey 2017-18 dello Zoldo può insegnarci qualcosa in merito. Durante un fine settimana si può passare da un Under 13 dove lo Zoldo perde 18-1 contro un Brunico, ad una vincita praticamente netta e scontata della U11, ad un triangolare U9 dove l’avversario verrebbe “stracciato” se non fosse per il fatto che lo Zoldo/Alleghe ha deciso di schierare due squadre e per tale includere anche tutti i 2011 e 2012, rendendo le partite meno prevedibili. Ma se le paragoniamo tutte, una squadra che lotta dignitosamente e dovrebbe essere orgogliosa degli sforzi non può che essere la U13.

E allora cosa vuol dire veramente vincere ed avere successo? Non è preferibile perdere contro i più forti che vincere contro i più scadenti? Non è preferibile giocare al meglio ma non vincere che vincere senza aver dato tutto il possibile?

Prendiamo il torneo U13 a Bolzano il 8/12 dove la maggior parte delle squadre si sono iscritte sapendo di avere una buona chance di vincere, tranne lo Zoldo consapevole di avere una squadra composta di giocatori giovani, ormai abituati a perdere le partite anche giocando al massimo ed hanno più atleti promettenti di tutte le altre squadre messe assieme. Lo Zoldo ha perso le 3 partite giocate ed è arrivata ultima; ci deve sempre essere una squadra che arriva ultima ma si può arrivare ultimi con dignità (come ha fatto lo Zoldo perdendo di pochi

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punti contro squadre con atleti più esperti e più grandi) o si può perdere veramente perdendo.

Allora cosa vuol dire vincere veramente? E cos’è il segreto del successo? Qui alcuni tra le citazioni più famose: “A volte quando si perde si vince.” (Robin Williams) “Ho mancato più di 9000 tiri durante la mia carriera. Ho perso quasi 300 partite. 26 volte avevo l’opportunità del tiro vincente ed ho sbagliato. Ho perso e ri-perso tante, ma tante volte durante la mia vita. Ma tutto questo è la ragione per la quale alla fine ho avuto successo.” (Michael Jordan) “Far vincere una squadra non è questione di quanto grande sia il giocatore, o i giocatori. Devono tutti essere disposti a sacrificarsi e a dare qualcosa di se stessi, pur di diventare campioni.” (Phil Jackson) “Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere in modo sleale. Grave colpa da parte mia, lo so!” (Pasolini) “Lo spirito, la voglia di vincere, e la voglia di eccellere sono le cose che durano. Queste qualità sono molto più importanti degli eventi che accadono.”

(Vince Lombardi) “Vincere è divertente, certo. Ma vincere non è il punto fondamentale. Il punto fondamentale è voler vincere, come anche non darti mai per vinto e non essere mai soddisfatti con le proprie vincite.”

(Pat Summit) “Vincere non è tutto. La voglia di vincere è tutto” (Anonimo).

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ALL STAR GAME

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l torneo U9 ad Aosta ha avuto tante particolarità.

Siamo partiti con una squadra che potremmo dire non essere ufficialmente la U9 dello Zoldo che si sarebbe prevista per andare a vincere un torneo. Per quanta grinta possano avere Leone e Filippo, non sono esattamente nati nel 2009… ma alla fine, la squadra è arrivata in finale e si è classificata seconda dopo 30 minuti combattutissimi contro l’Aosta.

La seconda particolarità è che gli organizzatori, per ridurre i costi del torneo e anche per avvicinare i loro ragazzi ai nostri, hanno ospitato i nostri atleti in famiglia. A parte dare un po’ di sollievo agli accompagnatori, questa particolarità ha permesso ai ragazzi di fare l’ennesima esperienza, rendendoli sempre più autonomi ed aperti a nuove avventure.

Terza particolarità è stata la nevicata imprevista

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della domenica che ha raddoppiato la durata del viaggio di rientro con stupefacenti tattiche di adattamento, in particolare stratagemmi per andare in bagno senza dover fermare i pulmini. E con i dettagli su questi episodi ci fermiamo qui.

Senz’altro una particolarità emozionante è stata l’All Star Game. Per chi non sapesse cos’è, alcuni tornei organizzano una partita a fine della prima giornata a tutto campo. Vengono selezionati 3 o 4 giocatori da ogni squadra (selezionati dal proprio allenatore) ed il paese ospitante (l’Italia in questo caso) gioca contro i selezionati delle squadre straniere. I giocatori scelti si sentono un po’ speciali per un’oretta, tifati dei propri compagni di gioco e dai connazionali che fino a poche ore prima erano avversari. Tutti i genitori Italiani tifano uniti contro i genitori stranieri

e gli spalti sono pieni.

Prima dell’inizio della partita, vengono suonati gli inni nazionali delle squadre presenti e durante l’inno italiano, i nostri ragazzi cantano le parole (e chi si ricorda, tiene la testa alto e la mano sul cuore…) è un momento emozionante per tutti.

All’All Star Game del Torneo U9 di Aosta sono stati selezionati Leonardo Da Ros, Noe Fontanive e Victor Meneghetti. L’Italia ha battuto gli stranieri 15-5 e i nostri ragazzi si sono fatti notare. Nuovamente, possiamo vedere che i tornei sono sempre di più esperienze nuove, emozionanti e fondamentali per crescere ed appassionare.

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Under 11 «la spaccasassi»

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ullo compressore, demolitrice, spaccasassi, ecc tanti sono gli aggettivi che stampa, web, le chiacchiere del bar, ecc. ha accostato alla compagine zoldo/agordina in questi primi mesi del campionato. Infatti questa squadra si è imposta ad ogni triangolare della prima fase finora disputato (le giornate di gioco di questo torneo sono organizzate in triangolari) contro formazioni quali Pergine, Val di Fiemme, Fassa, Auronzo,Pieve , Trento,

Piniè…

Fiore all’occhiello e ottimo lavoro per i nostri coach che finalmente vedono i frutti di tanti sacrifici e tantissimi allenamenti.

Bravissimi gli atleti che con pazienza e umiltà hanno saputo raggiungere questo buon livello, ma non abbassiamo la guardia perché il prossimo allenamento è dietro l’angolo e c’è ancora molto lavoro da fare.

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Torneo San Vendemiano

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omenica 3 dicembre sulla pista ghiacciata del parco natalizio Magie d’Inverno a San Vendemiano (TV) si sono disputate delle partite amichevoli under 7 e under 9 tra i padroni di casa dell’Ice Team Sanve, il Pieve di Cadore e il nostro Zoldo/Alleghe con due formazioni miste guidate dai coach Tito Meneghetti, Stefano Scussel e i team leader Fabio Cominato e Amapola Fairtlough.

Torneo esibizione con lo scopo di promuovere l’hockey su ghiaccio su nuove piazze, ha suscitato l’interesse e la curiosità del numeroso pubblico presente che ha applaudito i nostri piccoli atleti. Alla fine pastasciutta per tutti offerta dalla straordinaria organizzazione e ancora una volta tanto divertimento e una bellissima esperienza da ricordare!

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Stagione pazza

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ramai agosto con il camp organizzato in Repubblica Ceca è passato da un pezzo…

I numerosissimi impegni sportivi tra gare e allenamenti, l’organizzazione che tutto sia sempre a posto, i continui lavori di miglioria dello stadio, la ricerca di sponsor e contributi, hanno fatto trascorrere “velocissimamente” il tempo. Le foglie sono già cadute, la neve e il freddo fanno oramai da cornice alle imminenti festività natalizie.

Numerosi eventi sportivi si sono consumati, tanti come tanta è l’acqua passata sotto i ponti.

Stagione pazza, come ogni anno d’altronde. Nata sempre ad agosto con un intenso camp nella “tana” di Karel, per togliere la ruggine estiva e riprendere confidenza con quello che ci accompagnerà per i mesi a seguire fino alla prossima primavera.

Stagione ricca di novità. Si ritorna al “dispari”.

Quest’anno siamo presenti nella Under 7, Under 9, Under 11, Under 15. La collaborazione consolidata con l’ H.C. Alleghe sta maturando man mano e risultati interessanti se non splendidi arrivano da tutte le categorie. Nel mezzo tornei e tornei per dire che non siamo mai stanchi e vogliamo dare sempre il massimo.

Stagione sempre più artistica. La disciplina pattinaggio di figura o artistico si sta sviluppando in maniera esponenziale. L’entusiasmo delle giovani atlete di tutte le età hanno contagiato le mamme e il movimento si è arricchito di un nuovo allenatore tanto

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glaciale come la patria russa di origine, tanto severo come è giusto che sia, tanto professionale che ha portato serietà e una linea guida in un ambiente che era alla ricerca di una vera identità. Oggi si fa seriamente, come piace a noi.

Stagione di stenti. le fatiche dei tantissimi viaggi autunnali ad Alleghe, il ghiaccio di casa che sembra non arrivare mai. Problematiche alle serpentine, i continui lavori alla struttura hanno affaticato tutti gli appassionati. L’arrivo del freddo ha riportato ottimismo e nuova energia: finalmente si pattina a casa!

E non finisce qui..

Stagione pazza, come ogni anno d’altronde.

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FORSE NON TUTTI SANNO CHE...

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l pattinaggio su ghiaccio è l’azione di muoversi sul ghiaccio usando appositi pattini, che consistono in strette lame (a volte dal profilo parabolico) agganciate ad apposite scarpe (o, in tempi antichi, legate alle scarpe normali).

Nei paesi dal clima particolarmente rigido, è possibile praticarlo all’aperto, sulla superficie di laghi, fiumi e canali dove si sia formato uno strato di ghiaccio abbastanza spesso e robusto da sostenere il peso dei pattinatori. In tale caso il pattinaggio sul ghiaccio può essere utilizzato come un vero e proprio metodo per spostarsi, soprattutto nelle zone in cui nella stagione fredda gli altri mezzi di trasporto e le altre vie di comunicazione sono difficilmente praticabili.

Inoltre il pattinaggio su ghiaccio viene praticato per piacere personale e per sport. Per questi scopi è praticato, oltre che sulle superfici naturalmente

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ghiacciate, sul ghiaccio di strutture appositamente costruite. Tali strutture, solitamente dette palazzetti del ghiaccio, sono chiuse e il ghiaccio è prodotto e mantenuto attraverso sistemi di refrigerazione. Hanno quindi il vantaggio di poter essere realizzate in qualunque parte del mondo.

Alcuni sport relativi al pattinaggio sul ghiaccio sono sport olimpici.

Si ritiene che il pattinaggio su ghiaccio abbia avuto origine attorno al 3000 A.C. nei paesi scandinavi e nell’estremo nord-est europeo con pattini e lame realizzati con ossa di bue o di una particolare razza di cavalli. I pattini erano un mezzo di trasporto efficace sulle superfici ghiacciate di laghi e fiumi, ma paragonati con gli attrezzi odierni non erano molto efficienti tant’è che il pattinatore si aiutava con un bastone per darsi la spinta e mantenere l’equilibrio.

Pattinare sui canali ghiacciati con pattini di legno si diffuse particolarmente nei Paesi Bassi sin dalla fine del 1300.

Attorno al 1585, durante l’esilio in Olanda del re inglese Carlo II, suo figlio James duca di Monmouth si impratichisce di pattinaggio e al suo rientro in patria

diffonde il nuovo sport all’interno dell’aristocrazia inglese.

Il pattinaggio su ghiaccio raggiunge diffusione internazionale nel corso del XVIII secolo.

Il pattinaggio sul ghiaccio è reso possibile dal ridottissimo attrito tra la superficie del ghiaccio e la lama metallica del pattino. Il pattinatore tuttavia può controllare il proprio movimento attraverso minime inclinazioni della lama durante il moto.

Oltre alla diffusa pratica amatoriale, ad oggi il pattinaggio su ghiaccio si differenza in importanti discipline come: pattinaggio di figura (artistico, danza, sincronizzato) , pattinaggio di velocità, short track (corsa su pista corta) e ovviamente l’hockey su ghiaccio.

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Lubiana, fuori dello stadio

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o scopo principale della visita a novembre a Lubiana era di partecipare al torneo U9 e, possibilmente, vincerlo. Ma è anche importante che i ragazzi possano complementare la loro istruzione scolastica con una tale vista. Per quello è stata organizzata una sessione culturale nell’albergo per aprire gli occhi, la mente e le orecchie a nuove esperienze e sensazioni slovene.

Una cosa che colpisce gli occhi dei visitatori sono gli onnipresenti simboli della città di Lubian, cioè il drago.

La storia del drago è interessante del punto di vista storico e geografico e risale al mito di Giasone e gli Argonauti. I miti greci formano parte dell’istruzione alla scuola elementare e trovare un rapporto fra I miti e una città moderna aiuta ai ragazzi a capire cosa sia un mito. Da bambino Giasone è stato nascosto sulle montagne per evitare il suo brutale zio Pelia. Dopo vent’anni Giasone era ritornato e ave-

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va reclamato il regno dallo zio. Pelia gli rispose: “Ti restituirò il regno, se mi avrai riportato il vello d’oro che è custodito in Colchide sul mare nero”.

Quell’impresa era assai difficile e piena di pericoli, ma Giasone scelse come suoi compagni di spedizione i più forti eroi del tempo e, su consiglio della dea Atena, fabbricò un’imbarcazione bella e veloce, che chiamò Argo. Gli Argonauti furono un gruppo di circa 50 eroi che, sotto la guida di Giasone, diedero vita a una delle più note e affascinante narrazione della mitologia greca: la riconquista del vello d´oro e dopo il viaggio su a Lubiana. Si narra che Giasone e i suoi uomini risalirono il Danubio: l’importanza dei grandi fiumi è il tema che intendiamo sviluppare quando viaggiamo. Lungo la strada, si imbatterono in un lago che ospitava il drago Ljubljanan. Si narra che il coraggioso Giasone combatté con prodezza contro la bestia prima di sconfiggerla e divenne così il simbolo della città.

Una cosa che colpisce la mente a Lubiana è la passione per il fitness; si vedono tante persone che corrono o vanno in bici sulle strade. L’albergo dove ci siamo alloggiati si chiamava Bit Center Hotel, dove, oltre agli alloggi, proponevano un youth hostel e fitness centre con la possibilità di praticare badminton, squash e aerobica.

E per le orecchie c’erano le lingue. C’è una evidente politica di evitare nei cartelli stradale e nei posti pubblici qualsiasi parola che non sia slovena ma no-

nostante quasi tutta la popolazione parla un discreto inglese. Dicono che la mancanza di doppiaggio dei film americani contribuisca moltissimo a questo fenomeno. Anche I nostri ragazzi capivano che per communicare con gli altri atleti serviva l’inglese e

questa è una lezione importante che riportano a scuola. Capisco che mancare la scuola forse venerdì e sabato crei disagi per i maestri e gli allievi ma queste visite compensano bene e allargano le loro vedute.

RACCONTO LUBIANA Siamo partiti da Zoldo con il furgone e dopo due ore e mezza ci siamo fermati all’Autogrill, abbiamo comperato qualcosa da mangiare e da bere per il tragitto e abbiamo comprato la vignetta. Arrivati a lubiana nell’Hotel dell’anno scorso siamo entrati in camera, abbiamo svuotato le valige poi siamo andati al ristorante cinese abbiamo mangiato e siamo tornati in hotel a abbiamo dormito.

Il secondo giorno siamo andati allo stadio di hockey e abbiamo giocato contro Slavia Giugnors, Mladost, Kac, Zagreb.

Il terzo giorno abbiamo giocato contro Jesenice Mladi, Apiano, Slavia Giugnors.

Abbiamo rifatto le valige e siamo tornati a casa.

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UNDER 13

Bar Coletti Astragal

Biliardo - Calcio Balilla

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CAMP Repubblica CECA

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RONTI VIA! Anche quest’anno siamo andati a Jihlava per il camp.

Partiti con l’aereo da Venezia con Easyjet. Arrivati in Rep. Ceca c’era Karel che ci aspettava, sistemati in albergo abbiamo mangiato pasta al ragù inconfrontabile con quella italiana.

Il giorno dopo colazione veloce e poi subito sul ghiaccio, appena finito, subito a fare secco, immediatamente a fare la doccia e poi il momento meno atteso: il pasto con la minestra, per i “vecchi” già risaputo e per i nuovi arrivati una cosa totalmente nuova.

La settimana è volata in questo modo ovviamente con momenti di svago ad esempio siamo andati allo zoo a comprare roba da hockey ecc.

Non potevano mancare i momenti esilaranti di noi 13 ragazzi “montanari” esempio Etienne lanciò i suoi gambali da portiere strillando:”non funzionano,

non parano, si girano,non sanno che cos’è l’hockey, gli hanno fatti i marocchini!” anche da noi chiamati zingari detti”zinghen”.

Più Etienne si arrabbiava più ridavamo.

Un altro episodio a pranzo prendevamo la ridarella era più l’acqua che versavamo sul tavolino che nel bicchiere.

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Per tutta la settimana io Mattia Vigilante e Mattia Tomè abbiamo tenuto per mano Leone , abbiamo stabilito che è un bambino che non si “scarica” mai è sempre pieno di forze ed energie spero che in futuro le usi sul ghiaccio e diventi un grande giocatore di hockey come tutti noi.

Ringrazio tanto: Amapola per l’organizzazione, Karel per l’allenamento, Ivan, Marco, Stefano per averci accompagnato, perché in molti momenti penso sia stato difficile gestire noi piccoli montanari possiamo diventare feroci.

MATTIA VIGILANTE

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Artisticamente parlando

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OLDO ARTISTICO ….CI SIAMO ANCHE NOI !

Dopo la positiva conclusione della scorsa stagione dove le nostre ragazze hanno pattinato intensamente per tre giorni sul ghiaccio di Claut, genitori e allieve entusiasti si aspettavano di poter continuare il loro percorso artistico sotto la direzione della mitica maestra Doris.

Alla prima riunione stagionale si sono presentate tante mamme (e qualche papà) curiosi di scoprire le novità che li attendevano. Con un po’ di smarrimento si è scoperto quasi subito che Doris non avrebbe seguito le giovani pattinatrici per la stagione 2017/2018. Si è fatto così il nome di un’altra valida insegnante che purtroppo non ha dato la disponibilità da noi richiesta.

La dirigenza e i genitori, a quel punto ormai determinati a non far naufragare il progetto, sono riusciti con un po’ di impegno e fortuna a contattare un altro maestro di secondo livello: il russo Alexander.

Superato il primo periodo di assestamento in cui le atlete hanno dovuto imparare a confrontarsi con l’insegnamento autorevole del nuovo arrivato si è raggiunto un ottimo equilibrio e proseguendo su questa strada si potranno sicuramente ottenere convincenti risultati.

Le pattinatrici divise in due gruppi in base all’età ed abilità si sono date fin da subito molto da

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fare. Un’importante novità di quest’anno è stata la possibilità di svolgere allenamenti a secco grazie anche alla disponibilità di aule presso il Matéz e le scuole di Forno. Questa alternativa ha permesso di sopperire per un mese alla mancanza di ghiaccio e darà la possibilità di allenarsi anche nell’eventualità di giornate piovose o nevose.

Si prospetta un anno ricco di miglioramenti e soddisfazioni per atlete e genitori. Sicuramente il bel clima che si è creato all’interno del numeroso gruppo composto attualmente da 25 ragazze attirerà nuove atlete e nuovi simpatizzanti che contribuiranno alla crescita di questa “artistica realtà”!!!

Una mamma

Impressioni delle atlete

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i piace artistico perché ho sempre sognato di farlo. Penso che Alexander sia bravo e ci insegni molto bene anche se per punizione ci fa fare i seggiolini Mi piacciono i pattini e mi piace imparare a fare le piroette...il maestro non mi dice quasi mai niente, quindi vuol dire che sono brava, e poi è anche simpatico...ed è bravo eh!!!

Mi piace artistico perché mi piace l’idea di poter pattinare e ballare insieme. Il maestro è bravo perché ci fa fare tanti esercizi.

Mi piace artistico perché mi piace pattinare e ballare. Il nostro maestro va abbastanza bene, è severo ma così imparano meglio.

Mi piace artistico perché ci sono le mie amiche e mi piace tanto pattinare. Il maestro è un po’ severo ma Mi piace fare artistico perché è divertente, bello e mi piace con lui perché ci insegna tante cose belle. per perfetto per imparare i salti.

(La mamma aggiunge: è una gran bella cosa avere Il nuovo maestro è molto bravo ma scherza poco. la possibilità di imparare uno sport con un allenatoMi piace artistico perché ho il maestro bravo ed im- re cosi bravo, grazie a chi si è impegnato per creare tutto questo. paro tanto.

Mi piace artistico perché mi piace pattinare ed è Mi piace artistico perché è molto divertente. Il maestro sembra severo, ma ogni tanto ride e fa anche uno sport che mi fa stare in compagnia. qualche battutina.

Il maestro all’inizio in palestra mi faceva un po’paura perché era un po’ severo ma adesso che lo cono- A me piace artistico perché fin quando ero piccosco un po’ meglio dico che sa anche scherzare e non la volevo imparare a pattinare. Io del mio maestro penso che sia bravo mi fa più così tanta soggezione.

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