Eco della Riviera n.41

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Fondato nel 1915

www.ecodellariviera.it

Giovedì

21 Ottobre 2010 •

E 1,50

Anno 95 • N. 41 • Riviera dei Fiori e Costa Azzurra

Spedizione in A.P.-45% art.2 com.2/b L.662/96 Dir.Comm. Imperia - Tassa pagata

Direttore

Roberto Basso

www.ecodellariviera.it

IMPERIA

MAGAZINE

• Porto delle

nebbie, una storia infinita

PAGINA 19

TAGGIA

• Sos rifiuti: solo la

differenziata ci può salvare PAGINA 25

IO LA PENSO COSÌ

• All’Ariston “Tutto questo danzando”

• Tutti a Ceriana

per la festa della castagna

• Di Toma e Marchi campioni in corsa

DA PAGINA 39

L’editoriale di

Roberto Basso Ottobre nero

Giri: Al Casinò la partita tra guardie e ladri continua PAG. 6 SANREMO

Mercato Annonario da Terzo Mondo PAGINA 21 DRACULA

Ozii matuziani al crepuscolo dell’Impero PAGINA 9 ARTWHERE

Il giornale del Dams da pagina 29

CASINO’: GLI INCASSI

S

CROLLATI DELL’11%

anremo come Las Vegas. Quante volte abbiamo sentito questa scemenza. Parlando di casinò e di gioco d’azzardo paragonare Sanremo a Las Vegas, per chi non è cieco o da ricoverare, è come mettere a confronto la cuccia di Snoopy con l’Empire State Building e dire che sono perfettamente uguali. Sanremo non sarà mai Las Vegas, però qualcosina in più si potrebbe e si dovrebbe cominciare a fare. Per esempio perchè gettare così in fretta alle ortiche l’offerta di trasformare la scatola inutilizzata e costosa per tutti i sanremesi del Palafiori nell’hollywoodiano e ben retribuito PalaPoker?

CONTINUA A PAGINA 3



GIOVEDI 21 OTTOBRE 2010 • CONTINUA DALLA PRIMA

Certamente quando di mezzo ci sono holding internazionali, società offshore, squali americani, ebrei, professionisti scafati del bussines mondiale dell’azzardo bisogna andarci con piedi, coulotte e mutandoni di piombo. Ma verificare, ponderare, rilanciare, blindarsi con ferrei contratti prima di dire no a priori potrebbe rivelarsi un’operazione intelligente. Si dice che questi signori del PalaPoker, in cambio di offerte milionarie annue vorrebbero trasformare il Palafiori in una scatola magica: realizzare una scuola internazionale per i croupier del futuro, location di tornei internazionali di poker, centri televisivi di produzione e trasmissione in tutta Europa di attività, promozione, ricerca, invenzioni e pubblicità sul poker. Insomma a Sanremo potrebbero arrivare flussi inimmaginabili di persone, denaro, opportunità di crescita economica e di posti lavoro. La città del festival potrebbe diventare, per quanto riguarda casinò, giochi online, turismo legato al mondo del gioco, delle scommesse, dei tornei, dei meeting, delle super sfide dell’azzardo davvero l’ombelico del mondo. La cosa strana è che a livello politico locale se ne sarebbe discusso per settimane, tutti sembravano d’accordo, poi al momento di decidere il sindaco Zoccarato ancora una volta ha preso tutti in contropiede. Invece di dire “sì”, ok andiamo avanti, scopriamo le carte, vediamo se si tratta di un bluff o se in mano abbiamo scala reale, ha detto “no”. Ha scoppiato il palloncino, per il momento il sogno è svanito. Mentre il casinò continua a rotolare e viene lasciato a se stesso martedì sera in Consiglio comunale tutti hanno continuato a rimpallarsi responsabilità. Il quadro che viene fuori è desolante. Anche nel mese di ottobre gli incassi peggiorano di giorno in giorno. Al 18 ottobre la perdita degli incassi di gioco era dell’11% rispetto lo stesso periodo dello scorso anno. I giochi lavorati (tradizionali americani, francesi, roulette, chemin, blackjack, punto banco, poker ed altri) facendo

L’ECO DELLA RIVIERA

L’EDITORIALE COI BAFFI

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PERCHÈ IL COMUNE NON INDICE UN’ASTA E TRASFORMA IL PALAFIORI, CHE ATTUALMENTE È UN DEBITO, IN UN PALAPOKER, CHE POTREBBE PORTARE UN BEL MUCCHIO DI SOLDINI E RISOLVERE TANTI PROBLEMI ALLA CITTÀ? MARCO LUPI, DELLA LEGA NORD, PUNTA A DARE IL CASINÒ AD UN GESTORE PRIVATO, NEL FRATTEMPO CHIEDE CHE SI INVESTA SUL GIOCO ON LINE E SUI TORNEI DI POKER. IL PARADOSSO DEI GIOCHI TRADIZIONALI CHE COSTANO PIÙ DI QUANTO INCASSANO

Lupi

la media tra loro sono diminuti del 22%, le slot hanno registrato un calo del 5%. Sarà un ottobre nero, tragico, da paura. Le previsioni fatte dalla Spa Casinò di incassare a fine anno 76 milioni di euro è praticamente saltata. Andrà bene se gli introiti al 31 dicembre 2010 raggiungeranno i 72 milioni di euro. Una diminuzione così drastica degli incassi del casinò, oltre ad avere effetti pesanti sul bilancio comunale, sull’occupazione, sugli investimenti per modernizzare la città, creerà anche una forte instabilità politica. E non solo a Sanre-

Zoccarato

mo, ma in tutti i 67 Comuni della provincia di Imperia. Com’è noto una parte degli incassi del casinò vanno a finire anche a loro. Che fare per invertire la rotta? Il presidente del Consiglio comunale Marco Lupi (Lega) ha lanciato due proposte. LA PRIMA: sviluppare il gioco online. “Visto che senza fare nessuna pubblicità - ha detto Lupi - praticamente senza muovere un dito il casinò di Sanremo con il gioco online due anni fa ha avuto un utile di 440 mila euro e lo scorso anno ha registrato un incremento

del 300% con un utile di 1 milione e 250 mila euro, se noi potenziassimo questo settore, per esempio investendo in pubblicità mirate su grandi giornali, riviste, motori di ricerca tipo Google, internet, il 20% dei 5 milioni di euro che ogni anno la casa da gioco spende e spande nella voce “ospitalità”, certamente gli incassi farebbero Bingo”. LA SECONDA: puntare sul poker. “Il nostro casinò - ha proposto Lupi - fa 6 tornei di poker l’anno. Cinque nazionali, uno europeo. Le presenze complessivamente sono state ben 16

mila. Se ognuno di queste 16 mila presenze, se ogni giocatore che viene a Sanremo a giocare a poker spende solo 250 euro tra bar, ristorante, albergo, shopping ed altro, l’economia sanremese, come indotto, avrebbe una ricaduta, incasserebbe 4 milioni di euro. Cifre che parlano da sole. Per la Lega è arrivato il momento delle scelte. La nostra idea principale è di dare in fretta il casinò in gestione ad un privato. Nel frattempo però muoviamoci. Basta manager, supermanager, quadri, esperti, consulenti, amici degli amici superpagati e che rendono poco o nulla all’azienda e alla città. Lo sapete che nel 2005 i giochi cosidetti “giochi francesi” hanno incassato 14 milioni e mezzo di euro ed il personale di questo settore è costato all’azienda molto di più: 17 milioni e rotti di euro? Il casinò, tra costi e ricavi, ci ha rimesso 7 milioni di euro. Lo sapete che nel 2005 le slot hanno incassato 63 milioni di euro ed il costo del personale è stato solo di 7 milioni e che l’utile per il casinò, quindi, è stato di 46 milioni e mezzo di euro? Un’azienda normale, non pubblica, sarebbe fallita o avrebbe chiuso. Di fronte a queste cifre non si può più stare fermi. Sarebbe criminale. Il mondo del gioco e dei casinò è cambiato. Dico che le roulette devono rimanere, come gli altri giochi e tavoli tradizionali, però urgono novità, cambiamenti. Invece che scioperare i sindacati ci dicano cosa bisogna fare. Loro lo sanno meglio di noi. Ed i manager, i dirigenti, i consulenti che non centrano gli obiettivi, che costano all’azienda, al Comune, ai sanremesi, alla collettività molto di più di quello che rendono, che producono, mandiamoli a casa”. Come dargli torto. Roberto Basso


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GIOVEDI 21 OTTOBRE 2010 • L’ECO DELLA RIVIERA

SOMMARIO

Sommario

■ SERVIZI SPECIALI

Io la penso così di Bruno Giri pag. 6 Soluzione rifiuti: inceneritore si o no? pag. 8 Il ritorno di Dracula pag. 9 Crisi Ucflor. E la floricoltura a ramengo pag.10

■ da SANREMO

Il mercato anonario cade a pezzi S.o.s. dagli abitanti della Pigna Viaggio nei quartieri: piazza Battisti

■ da IMPERIA

Porto delle nebbie: storia infinita

■ dal PONENTE

Saint Charles sparite apparecchiature Raccolta differenziata: unica chance

pag.21 pag.23 pag.24 pag.19 pag.27 pag.25

■ RUBRICHE 7 giorni di cronaca Magazine Sport Magazine Personaggi storici C’era una volta il bar e Adotta un amico Gli appuntamenti della settimana Annunci economici gratuiti

pag.37 pag.39 pag.43 pag.46 pag.49 pag.51 pag.61

Direttore responsabile: ROBERTO BASSO Editore: Cyrano S.r.l. P.za Colombo 17 - Sanremo Redazione: Sanremo • Piazza Colombo 17 Tel. 0184 506818 • Fax 0184 507081 Orario: da lunedì a venerdì 9,30-12 e 16-18,30 mercoledì 9,30-12 - pomeriggio chiuso E-mail: redazione@ecodellariviera.it Internet: www.ecodellariviera.it Abbonamento annuale Euro 60,00 c/c postale n. 43938604 intestato a Cyrano srl Stampa: San Biagio Stampa - Genova Registrazione Trib. Sanremo n.4 del 19 dicembre 2002

Salvo accordi scritti la collaborazione a questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. Qualsiasi materiale inviato alla redazione non verrà restituito.

Casinò: autunno sempre più nero stasera alle 21 su Primocanale Casinò, profondo rosso. Il regista Dario Argento questa volta non c’entra. C’entra però il caos e l’emorraggia continua degli incassi della casa da gioco di Sanremo. Questa sera alle 21 se ne parlerà a Primocanale nella trasmissione di approfondimento “Destra e Sinistra” condotta da Roberto Basso. Ospiti il presidente del Consiglio comunale Marco Lupi, il segretario provinciale del Pd, Leandro Faraldi, i dipendenti del casinò Francesco Prevosto (sindacalista Uil e consigliere comunale), Lorenzo Semeria (Snalc) ed il presidente della Spa-Casinò, Donato Di Ponziano.

Semeria

Faraldi

Lupi

Prevosto

Il re della patacca Alberino in udienza preliminare il 3 dicembre Udienza preliminare il 3 dicembre per Antonio Alberino, 69 anni commerciante, definito il “re della contraffazione”. Titolare della bottega “Tony l’artigiano” in via Saccheri, detiene il primato di vendita di griffe-patacca sulla piazza sanremese, sino ad arrivare anche in Costa Azzurra. Una miriade di indagati implicati nella vicenda, migliaia e miglia di marchi contraffatti, una vera e propria fabbrica del falso . Alberino è ritenuto dalla procura di Sanremo il procacciatore di false griffe di pregevole fattura destinate a clienti facoltose, richiesta predominante di profumi e borsette. L’imputato nega tutto. Il giudice Paolo Luppi ha fissato l’udienza preliminare con la formula del rito abbreviato cui Alberino, assistiAlberino to dall’avvocato Luca Ritzu, ha deciso di ricorrere. Il procedimento in questione è quello che vede Alberino imputato del reato di ricettazione. In questo giro d’affari da lui contestato, al punto d’esser ritenuto milionario, la procura ritiene che il giro d’affari provenga dalla Campania.

Forzano gli scooter in zona Roverino: due arresti Due giovani ventimigliesi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Sanremo in stato di libertà per tentato furto aggravato in concorso e danneggiamento. A scoprire A.M. di 21 anni ed A.Y. quest’ultimo minorenne, sono stati gli agenti del commissariato di Ventimiglia durante un servizio ad hoc. Infatti alla polizia da tempo c’era un vero e proprio flusso di segnalazioni di furti e danneggiamenti tutti concentrati nella zona di Roverino. Le modalità pressoché simili ad ogni denuncia han fatto intuire che vi fosse la stessa mano e pertanto è partita la ricerca. E’ così che la pattuglia è arrivata ai due giovani sorpresi a forzare due scooter in corso Limone Piemonte. A quel punto portati in commissariato per gli accertamenti di routine i due hanno raccontato che quella non era la prima volta confessando di essere protagonisti di altri episodi analoghi.


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L’ECO DELLA RIVIERA

ATTUALITÀ

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In consiglio comunale, l’anonima discussione sul Casinò IMPERIA

Rifiuti: domani conferenza del PRC

Donzella

Sanremo. E' stato un consiglio comunale soporifero, andato avanti a inerzia, il monotematico di lunedì sera sulle prospettive e analisi future della casa da gioco matuziana. Doveva essere una serata “calda” ma così non è stato, anzi, è stata un po' freddina e tante erano le assenze (giustificate) tra le fila della maggioranza. Per quanto riguarda l'attesissima pratica sulla regolamentazione delle sale slot in città, è tutto rimandato al prossimo consiglio comunale, per via di alcune pregiudiziali da comprendere meglio. Nel regolamento, da approvare successivamente e con eventuali modifiche, verranno fissati i paletti per gli orari di apertura e chiusura dei 'minicasinò'' (dalle 9 alle 20), oltre alla facoltà di poter ridurre l'orario di apertura nel caso in cui le sale giochi producano rumori molesti o episodi di disturbo dell'ordine pubblico e viabilità. Le dimensioni dell'esercizio commerciale non potranno essere inferiori ai 100 metri quadrati e superiori ai 250 metri quadrati, oltre ad essere garantita la disponibilità 1,5 metri quadrati di parcheggio pertinenziale (entro 50 metri di distanza), per ogni metro quadrato di superficie lorda della sala. Tornando allo stato di salute del casinò, gli interventi sono stati pacati e costruttivi, con uno stile da “grosse coalition”, anche se qualche critica dell'opposizione non è mancata e il consigliere di Progetto Sanremo Massimo Donzella ha detto: “il casinò per Sanremo rappresenta la storia e l'economia di questa città. Noi amministratori abbiamo dei dove-

ri e delle responsabilità, il quadro che si presenta oggi su questa nostra risorsa, è un quadro triste e avvilente. Da quando questa amministrazione si è insediata c'è un continuo duello tra il sindaco e il presidente del casinò che provoca danni oltre ad una situazione di stallo. Impedisce il miglioramento dell'azienda casinò. Ad esempio, il cda viene convocato spesso a palazzo Bellevue, non è questo il modo in cui deve funzionare un consiglio di amministrazione". Ha proseguito Donzella: "un anno fa questo consiglio comunale all'unanimità, ha chiesto di agire per il bene del casinò, per salvarlo. Sarebbe stato obbligatorio un intervento del ministro Scajola e non è avvenuto; critico aspramente ciò che ci chiede di votare il regolamento delle sale slot". E proprio sulle sale slot sottolinea: "bisogna fare programmazione, non ridurre l'orario dei mini casinò. Le slot in città dovevano essere gestite unicamente dal casinò! Il fatto grave è che l'amministrazione non crede nello sviluppo del casinò". Faraldi del PD: “al casinò ci sono delle logiche molto strane. La privatizzazione del casinò non mi appassiona e da quando c'è il nuovo cda le riunioni si fanno in comune e coi segretari di partito. Sono fortemente preoccupato, questa azienda deve produrre denaro e Sanremo dovrebbe avere i marciapiedi lastricati d'oro. Discutiamo di contenuti!" Prosegue Faraldi: "i dipendenti hanno diritto allo sciopero e da cittadino mi chiedo se gli aumenti che abbiamo garantito l'anno scorso saranno tali. I sacrifi-

ci devono essere bipartisan e non solo dei lavoratori. E gioco on line si, video lottery no? Sono preoccupato..." Il sindaco Zoccarato, ha evidenziato invece: “il casinò è in crisi ma la casa da gioco rimane una risorsa della città. Il cda deve avere una forte spinta e dobbiamo incidere sulle voci che ci possono dare un futuro e i miei interventi sono stati chiesti. La storia insegna e la trasparenza è totale e ringrazio i sindacati che si stanno dimostrando collaborativi, dobbiamo tutelare il casinò perchè da lavoro a tante famiglie della nostra città". Prosegue il sindaco: "tra un anno giudicheremo il lavoro del cda e se vogliamo sviluppare il casinò dobbiamo affrontarlo tutti insieme ed essere costruttivi. Se il casinò va bene ci guadagna tutta la città, la mia apertura è totale e non mi assumo la responsabilità di privatizzare il casinò". Sul Palafiori: "valorizziamolo ma non regaliamolo a nessuno!" Andrea Di Blasio

Il PRC della provincia di Imperia promuove, per domani, con inizio alle 18, una iniziativa pubblica a carattere provinciale sul problema rifiuti. L’incontro si terrà presso la Sala dei comuni nel palazzo sede della provincia ad Imperia. “L’intento - spiega Pasquale Indulgenza (nella foto) - è quello di approfondire le problematiche che si pongono sul piano generale come sul terreno locale, alla luce delle esperienze più avanzate in Italia verso una efficace riconversione ecologica del ciclo integrato”. All’incontro interverranno: Alessio Ciacci assessore all’ambiente del ocmune di Capannori e Anna Stramigoli di “Rifiuti zero”. La conferenza si propone di tenere un dibattito chiaro che indichi risposte credibili e innovative alle questioni di fondo che fino ad oggi sono state eluse o non adeguatamente considerate nell’ambito del confronto politico/istituzionale. a.d.b.

MONACO

Bosio, Scullino e Zoccarato incontrano l’ambasciatore Erano presenti tutti i membri del Governo monegasco, il Ministro di Stato Michel Roger ed i maggiori rappresentanti dell’Italia al primo incontro ufficiale con il nuovo ambasciatore italiano Antonio Morabito. E’ stato un incotro amichevole al quale hanno preso parte anche i sindaci del Ponente ligure Gaetano Scullino, sindaco di Ventimiglia, Giovanni Bosio, sindaco di Bordighera e Maurizio Zoccarato, primo cittadono di Sanremo. D.L.

SANREMO

Banchetto benefico del Leo Club Sanremo Buon riscontro per l’iniziativa del Leo Club Sanremo che ha organizzato una vendita (su offerta) di piantine di violetta, il cui ricavato è andato a sostegno del Gruppo Italiano Les, per la lotta al lupus eritematoso sistemico, malattia autoimmune che colpisce in Italia più di 50mila persone. Ampiamente soddisfatta la presidente del club matuziano Elisa Panizzi, per la sensibilità delle persone che hanno dato il loro contributo a questa lodevole iniziativa. a.d.b.


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ATTUALITA’

L’ECO DELLA RIVIERA

Io la penso così Al Casinò la partita tra Guar di Bruno Giri

Ogni giorno di più mi convinco che la Politica è una categoria dello spirito, una realtà universale e a priori che precorre le vicende umane e sopravvive ad esse, anche a quelle che hanno come protagonista chi ne ignora le leggi e la stessa esistenza. A rafforzarmi nella convinzione che ci sia una Politica soprannaturale e assoluta, vale a dire che già prima della Creazione tra le regole eterne ed immutabili che avrebbero governato l’Universo fossero scritte nella mente di Dio anche quelle destinate a guidare i comportamenti degli uomini nella vita pubblica e nei rapporti collettivi, sono alcuni segnali della sua esistenza che si sono fatti sentire dentro di me. Chiamatela preveggenza, chiamatela predestinazione o datele qualsiasi altro nome, sta di fatto che in questi giorni osservando da vicino alcune vicende che ci riguardano, magari piccole ma che però nel nostro piccolo sono grandi, la voce della Politica ha parlato alla mia mente e al mio cuore. Se avessi la penna e il genio di “Gabito” Garcia Marquez scriverei un’altra “Cronaca di una morte annunciata” dove le storie sono più d’una ma tutte uguali, Santiago Nasar non è un uomo ma un’avventura, l’esito finale si chiama più banalmente naufragio e non è figlio “de casualidad, de mala suerte y de fatalidad” ma la dimostrazione di un ferreo teorema politico. Ma non sono un Premio Nobel e nel descrivere in poche righe ciò che la Politica mi ha detto, dovrete accontentarvi di una più che modesta parodia dell’inimitabile stile narrativo dello scrittore colombiano; io almeno ci provo. Cosa mi spinge a farlo? Il “duende”, risponderebbe sentendola dentro di sé un altro Garcia, Federico Garcia Lorca: cioè quel “poder misterioso que todos sienten y que ningún filósofo explica”, e spiegherebbe: “es un luchar y no un pensar, sube por dentro desde la planta

Bertolini nel suo libro paga di 25 pagine aveva scritto i nomi e le cifre di quelli che... A Roma dicono di noi “I sanremesi? Quelli col vitello morto nella pancia”

de los pies, es, en suma, el espíritu de la tierra”. Io lo chiamo, invece, lo “Spirito della Politica”, che considero non una pratica sporca ma neppure una missione o un servizio, come a seconda della convenienza si usa dire, ma un’arte e, come osserva Garcia Lorca, “todas las artes son capaces de duende”. E’ solo così che riesco a spiegarmi come dei travet della Motorizzazione Civile e dell’INAIL e un “garzunetu” di Pieve di Teco partendo da quest’angolo remoto del nostro Paese, agli estremi confini dell’impero, hanno potuto scalare il sancta sanctorum del Potere fino a condividerne i segreti ai massimi livelli, mentre inciampano tutti i giorni nel primo gradino imprenditori affermati, fior di professionisti, plurilaureati e cattedratici, e figli di papà circondati da una corte di suggeritori compiacenti. Significa che solo i primi avevano il “duende” della Politica. E anche per me è proprio lui, il “duende” della Politica, a farmi raccontare, non come sono naufragate certe avventure, ma come nessuno, per un motivo o per l’altro, abbia mosso un solo dito e neppure le labbra per impedire che ciò accadesse. Eppure tutti sapevano che sarebbero finite a puttane e tutti lo sapevano fin

Garcia Marquez

dagli inizi, come i personaggi del racconto di Garcia Marquez. Una di quelle è l’avventura del casinò e della sua società di gestione, pensata sotto i due Governi D’Alema con i ministri Jervolino e Bianco e varata dall’amministrazione Bottini. Al Viminale all’alba del terzo millennio la misura era colma da decenni. Oramai fin dai tempi delle loro Eccellenze Scalfaro, Gava e Scotti e dei prefetti Malpica, Lattarulo e Lauro gli uscieri e i poliziotti di guardia avevano imparato a riconoscere da lontano, in fondo al corridoio, “quelli de Sanremo”. Tutte le volte, diretti al primo piano e confabulando tra loro, facevano furtivamente capolino dalla bussola di boisserie scura dell’ascensore che assomigliava a un confessionale, si infilavano nella stanzetta del segretario particolare

del Ministro a ricevere le ultime istruzioni, discrete e confidenziali, per passare quindi attraverso una porta interna nell’ufficio del Capo di Gabinetto dopo aver percorso a passo marziale l’immenso salone delle riunioni. Col tempo le facce erano diverse ma i modi sempre quelli, di gente, come dicono a Roma, “col vitello morto nella pancia”. Era dal 16 febbraio 1969 che quel rituale si ripeteva, dai tempi della contestazione studentesca che tanto preoccupava don Franco Restivo, quando in una rara pausa di distrazione dagli assilli e dagli affanni, “quelli de Sanremo” preceduti da Sua Eccellenza Lucifredi e seguiti da Sua Eccellenza Taviani erano riusciti a strappargli il consenso alla gestione diretta del gioco d’azzardo. Quel giorno a un tavolo del “Palmieri” in via della Missione “Pelo Rosso” di ritorno dal Viminale era stato lapidario: “Il parere l’ho scritto, il Ministro l’ho convinto e lui la firma sotto il decreto ce l’ha messa, ma sia chiaro a tutti voi che l’ho fatto unicamente per salvare la concessione e ancora più chiaro che lo Stato manda a Sanremo un suo Sacerdote a patto che la bisca torni al più presto ai biscazzieri.” Per me che sedevo a quel tavolo la sua era la voce della Politica, che quando è

indispensabile cerca il compromesso, e trovarlo ogni volta è davvero un’arte, ben sapendo però che deve rimanere solo e sempre una tappa verso la scelta finale che molto spesso, purtroppo, si paga cara. E per quarant’anni quella è rimasta la voce inascoltata del profeta Isaia, vox clamantis in deserto, perché la bisca non è stata mai più restituita ai biscazzieri, un po’ come se Obama con una annessione occulta trasformasse di fatto l’Afganistan nel 51° Stato americano o nel 2° Distretto federale dopo aver giurato al popolo e al Congresso di alzare i tacchi da lì più in fretta possibile. Il paragone non lo faccio a caso, perché la guerra afgana al confronto con quello che è successo nel casinò di Sanremo in questi quarant’anni mi sembra una partita con la Serbia a Marassi. Nenni, che come socialista conosceva i suoi polli, semplificando classificava i soggetti della Politica in due sole categorie: quella di chi la fa e quella di chi se ne approfitta, e per quarant’anni di politici al casinò si sono visti unicamente quelli del secondo tipo. Più d’uno, è vero, sarà costretto a fornire le proprie generalità al casellario penale, a farsi fare la foto di faccia e di profilo e a lasciare le impronte digitali entrando in gattabuia, ma la stragrande maggioranza è riuscita a farla franca e ad arricchirsi. E penso al calcio d’inizio: appena cinque mesi dopo la firma del decreto, la notte del 20 luglio 1969, mentre tutto il resto del mondo stava col naso all’insù a guardare il cielo, dove l’astronauta americano Neil Armstrong stava posando il primo piede umano sul suolo lunare, gli occhi di Sanremo non riuscivano a staccarsi dalle venticinque pagine del libro paga di Ber-


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ATTUALITA’

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rdie e Ladri continua da Decenni e non finisce Mai tolini, l’ultimo gestore privato del casinò, sulle quali erano puntigliosamente annotati nomi e cifre di quelli che, per portarsi avanti col lavoro, avevano cominciato ad approfittarsene. Quella notte, nel caldo torrido della sala consiliare le aveva sventolate il missino Tamponi per poi consegnarle a un segretario comunale pallido per l’emozione. Ma era solo il calcio d’inizio, al casinò la partita tra guardie e ladri sarà lunga e andrà oltre i tempi supplementari e i rigori fino al testa e croce di questi giorni col procuratore Cavallone sempre in procinto di lanciare in alto una monetina che alcuni aspettano e altri temono. Però non è di questo genere di partite che voglio occuparmi, guai a confondere le miserie umane con la Politica, nella migliore delle ipotesi si rischia di finire davanti a una palazzina di Montecarlo, o nell’isola di Antigua o al Colosseo e nella peggiore davanti a una edicola con la tua foto sulle locandine mentre uno che ti assomiglia si fa una canna, abbraccia un trans o palpeggia una biondona rifatta: dipende dai gusti e dalle tendenze del momento. Preferisco invece parlare di quel fiume carsico che è la Politica che scorrendo per decenni nel suo letto sotterraneo ogni tanto affiora, per poi sprofondare di nuovo nelle viscere della terra e

riemergere chissà quando e chissà dove dopo aver fatto chissà quanta strada. Ogni tanto, nelle periodiche riunioni al circolo Sturzo in vico Falamonica a Genova, Lucifredi chiedeva notizie di quella cambiale rilasciata a Restivo. Un giorno, ricordo, ce lo ha chiesto a Roma nel suo ufficio di vice presidente della Camera dove eravamo passati a salutarlo e quella volta nelle sue parole ho colto il garbato rimbrotto per la distrazione di alcuni parlamentari liguri, da “quello di là”, e indicava l’ufficio di Pertini all’epoca presidente dell’assemblea, al re di Bavari, come era soprannominato Taviani e al suo delfino “Checco” Cattanei, che pure avevano avallato anche loro quella cambiale politica finita sul Bollettino dei protesti. Molti anni dopo, il 15 giugno 1993, il titolo di credito morale finirà in mano a un Don Chisciotte, il taggiasco Emidio Revelli e per un breve periodo, fino al 27 aprile 1995, tutti si illusero che Sanremo davvero potesse pagarla e che la bisca tornasse finalmente ai biscazzieri. Ma la sua è stata, appunto, una pia illusione perché né la triade Scalfaro-Mancino-Malpica, da lui mobilitata contro i mulini a vento, né il leghista Oddo che è venuto subito dopo, ci riusciranno. Dunque per quarant’anni è stata messa a tacere la Po-

D’Alema

Nenni

Neil Armstrong

Scalfaro

Silvio Berlusconi

litica “di chi la fa” e facendola in questo caso avrebbe dovuto rimettere la bisca nelle mani dei biscazzieri. Il fiume carsico ha continuato a scorrere nelle viscere della terra e la cambiale rilasciata a Franco Restivo non è mai stata onorata, mentre la politica “di chi se ne approfitta” per continuare a tenere saldamente in pugno il casinò ha dovuto spesso cambiare volto ma lei è rimasta sempre la stessa. Da dieci anni il suo è il volto di una società per azioni pubblica destinata al sicuro fallimento o alla liquidazione e questo precisamente è il destino che tutti conoscono e accettano senza muovere un dito e neppure le labbra per dirlo. Mi correggo, a quanto sembra, non tutti: ho letto in questi giorni di un altro leghista che quindici anni dopo vorrebbe riprovarci. Che sia il segno che il fiume carsico sta per riemergere? E’ troppo presto per dirlo, ma il solo parlarne ha già fatto scattare in molti un “duende politico” capace in zona Cesarini di cambiare l’amaro epilogo di un fallimento annunciato. Ma assieme a questa, purtroppo, ci sono altre avventure che ne avrebbero bisogno, prima tra tutte quella di Area 24, della quale fin dagli inizi tutti conoscevano già la fine. Basta dare un’occhiata ai numeri e ai nomi per rendersene conto: costituita il 4 marzo 2002 tra Biasotti, Bottini e Carige e messa nelle mani di Bissolotti, con Scajola ministro degli Interni e Berlusconi premier sembrava la “Nuestra

Claudio Scajola

Sandro Biasotti

Paolo Emilio Taviani

Señora del Rosario”, l’ammiraglia di una Armada Invencible che aveva nella Casinò s.p.a. di Martinelli, nella AMAIE di Conti e in Sanremo Promotion s.r.l. di Gilardino le tre fregate di appoggio. Però già in quel momento tutti erano consapevoli che con un capitale sociale di appena 500.000 euro la società avrebbe fatto poca strada, anche perché era destinata a imbarcare una zavorra pari alla differenza tra il valore delle aree ex ferroviarie e l’acconto rivalutato già versato da Sanremo, zavorra che peserà per 2.559.165,32 euro. Si sapeva benissimo che l’unico intervento per il quale sarebbe stato possibile rastrellare contributi era quello della pista ciclabile e che ogni altra iniziativa avrebbe comportato un indebitamento. Ma lo stesso meccanismo dei contributi comportava rischi, che poi si sono puntualmente verificati, come quello di superare i termini di decadenza, quello della mancata copertura della quota a carico del beneficiario, quello degli imprevisti e dei nuovi e maggiori prezzi e buon ultimo

quello delle anticipazioni di cassa non rimborsate, come sta avvenendo nei rapporti con Sanremo. In questo caso come anche in quello contemporaneo della “Casinò s.p.a.” la Politica “di chi la fa” è mancata, sostituita da quella di chi “se ne approfitta”, magari anche solo pedalando per raccogliere voti e dispensare promesse, però anche quello è un modo di approfittarsene. I risultati li leggiamo sui giornali: non ci sono più soldi per la manutenzione delle opere realizzate e nemmeno per pagare la bolletta della luce, i debiti sono saliti a dieci milioni di euro, nessuno alle attuali condizioni di destinazione urbanistica compra gli immobili in vendita, i progetti edilizi sono fermi e le spese di progettazione corrono e l’unico caso di trasformazione patrimoniale, quello dei parcheggi a rotazione di Arma di Taggia permutati con il sottosuolo, è previsto “a babbo morto”. E guardando alla situazione dei lavori si direbbe che papà è duro a morire, perché di parcheggi finora non si è vista nemmeno l’ombra, ma di questo intendo parlare un’altra volta.



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OZII MATUZIANI AL CREPUSCOLO DELL’IMPERO “Quando voi vi dipingevate ancora la faccia di blu noi eravamo già froci” spocchiosa ed antica affermazione che calza a Sanremo

La settimana scorsa ero a Roma e transitavo a bordo di un taxi per i Fori Imperiali diretto all’aeroporto, quando il mio sguardo si fermò, come sempre mi accade quando mi trovo a passare in quei paraggi, sulla mole del Colosseo e sulle circostanti rovine del Foro di quella che, all’epoca, fu “Caput Mundi” e non pensava certo di diventare sfondo per le fotografie di nugoli di turisti giapponesi e luogo di insediamento di colonie feline. Come sempre mi sono chiesto come aveva potuto una potenza globale come quella dell’Impero Romano, che era stata capace di erigere tali imponenti opere, che era dotata di una struttura amministrativa, militare ed economica senza eguali al mondo, crollare su se stessa e piombare nel cupo clima dell’ Alto Medioevo caratterizzato (guarda a caso) da condizioni economiche disagiate e da continue invasioni da parte di Slavi, Arabi, Normanni e Magiari, popoli di gran lunga più arretrati: parrebbe impossibile ed invece è avvenuto. E’ avvenuto, con buona pace degli antichi padri e degli attuali loro discendenti, per il dissesto sociale e politico della struttura dell’Impero stesso: mentre i barbari premevano sui con-

fini, il senato ed il popolo di Roma si dilettavano con baccanali e libagioni, con i giochi del Circo Massimo, delegando la loro sicurezza a mercenari e le attività produttive e strategiche a schiavi o a lavoratori stranieri delle stesse etnie che minacciosamente stavano infiltrandosi nella debosciata società romana. Ancora oggi i romani (che non sono certo le gens italiche che formavano le legioni di Cesare) affermano spocchiosamente che “quando voi vi dipingevate ancora la faccia di blu noi eravamo già froci” con ciò esprimendo il concetto che quando gli altri popoli iniziavano a svilupparsi, i romani erano così evoluti da divenire decadenti: peccato, per loro e per noi, che aver sottovalutato le tribù dalla faccia dipinta di blu ha relegato il logo SPQR, che svettava orgogliosamente sulle aquile imperiali, ad

Giulio Cesare

ornamento per i caschi dei pizzardoni e per i cestini della nettezza urbana, il che la dice lunga sulla loro visione strategica !!! Il parallelismo con quanto, sia pur in maniera più casereccia ed apparentemente meno traumatica, sta’ accadendo in Italia e nella nostra Sanremo è evidente: non si va più al Colosseo ma allo stadio, ci si diletta con multietniche danzatrici, il problema principale pare essere la partecipazione ad “eventi” e manifestazioni organizzate con denaro pubblico, non ci si preoccupa dei costi e dell’efficienza della amministrazione pubblica e, forse, absit iniuria verbis, siamo anche diventati un po froci. A fronte di tutto questo andazzo l’economia langue, le amministrazioni che si sono succedute non sono state in grado di sviluppare strutturalmente la città, le coltivazioni floricole vengono abbandonate alla loro sorte, il turismo è in crisi e, se per sorte abbiamo bisogno di un qualsiasi lavoro edile o di fatica, siamo costretti (anche se in fondo non ci dispiace perché costa meno) a rivolgerci all’immigrato (regolare o meno) di turno che lavora rigorosamente in nero, nell’assoluto disprezzo di tutte le normative e con cognizioni tecniche approssimative. E questo accade mentre la popolazione di Sanremo, oriundi compresi, attende negli “ozi matuziani”, spesso fruendo di ammortizza-

tori sociali che si merita, di strappare un confortevole posto fisso al Comune, in qualche partecipata o, per una neppure tanto ristretta cerchia di privilegiati, al Casinò, salvo poi vergognosamente fare sciopero per briciole di punto mancia schiaffeggiando coloro che la pagnotta o non ce l’hanno o se la sudano: l’andazzo è questo e non si riesce neppure più ad effettuare la raccolta dei rifiuti in ora notturna, come si è sempre fatto, perché, mi si dice, non ci sarebbe nessuno disposto a sottoporsi ad un così disagevole orario di lavoro, con il risultato di paralizzare il traffico nelle ore di punta con un via vai di compattatori. E le migliore energie della nostra società cosa fanno per porre rimedio a questo stato di cose? Assolutamente nulla (e, con i tempi che corrono, non si può neppure pretendere che lo facciano compiendo un sacrificio origenico). Si sono ritirate sulle colline (e non sull’ Aventino)

consapevoli di non poter competere con i coppieri che inebriano il popolo con promesse sapendo perfettamente di non poterle mantenere, per incapacità o per impossibilità materiale, ed osservano divertiti o disgustati gli stanchi riti della politica, ormai sempre più fini a se stessi. E ben si guardano, alla luce dei non incoraggianti precedenti, di impegnarsi in politica al fine di evitare di essere considerati pericolosi concorrenti, in quanto esseri pensanti dotati di base culturale consolidata, venendo immediatamente epurati come accadeva nella Cambogia di Pol Pot in cui si era arrivati a considerare pericolosi intellettuali, e in quanto tali dissenzienti, coloro che portavano gli occhiali da vista. Le logiche della politica, sia nazionale che locale, spesso sono in assoluto contrasto con i criteri di competenza, di capacità e di meritocrazia che tutti i politici invocano ma che nessuno pratica: i più bravi, lo ha detto a chiare lettere il proconsole della nostra provincia in una adunata oceanica al cinema Centrale, sono quelli che pigliano più voti: non importa se non conoscono la legge comunale e provinciale o se confondono il concetto di ratifica con quello di approvazione, perché l’importante è vincere la battaglia elettorale nella sostanziale indifferenza per gli esiti della guerra da cui dipende il futuro dei nostri figli. D’altra parte le vecchie famiglie di Sanremo, con il buonsenso degli antichi, da sempre hanno orientato l’indirizzo dei propri figli seguendo la regola canonica di far studiare il più intelligente, di avviare al commercio il più scaltro, e di garantire un posto fisso al meno dotato o volenteroso della nidiata: peccato che da quando hanno bloccato le assunzioni negli enti pubblici questi ultimi, con sempre maggiore frequenza e salve meritorie eccezioni, si sono dati alla politica, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Il Conte Dracula


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L’Ucflor va salvata. E la floricoltura? A ramengo

Sanremo. Il mercato dei fiori, sito in valle Armea, è in crisi! A leggere questa notizia, credo che nessuno sia saltato sulla sedia per lo stupore. Da anni quello della floricoltura è un settore in lento, ma continuo, declino. C’è chi abbandona e chi alla fine “soccombe sul campo”, ma sta di fatto che la zona contrattazioni è sempre più deserta, regalando una vista davvero desolante. Ora a svuotarsi inizia anche il complesso dei magazzini e per l’Ucflor, la cooperativa che ha in affidamento l’intero impianto (costituito dalla zona contrattazioni, dai magazzini e dall’autosilo), è panico. Nei giorni scorsi, a palazzo Bellevue, si è parlato del progetto circa la costruzione dell’impianto foto-voltaico sui tetti del mercato dei fiori, mossa che porterebbe nuove risorse al bilancio dell’Ucflor, che al momento registra un passivo di 70 mila euro. Ma al di là del progetto foto-voltaico, in comune, si è parlato anche della possibilità (sarebbe meglio dire necessità) di superare il vincolo che vede il mercato con la sola destinazione floricola. Gli spazi vuoti si potrebbero impiegare in altri modi. Mesi addietro si era parlato di costruire delle palestre (ipotesi stoppata dalla regione), mentre ora si propone di ospitare in questi spazi delle ditte artigianali. Non entrando in merito sulla fattibilità o meno del progetto, vi sarebbero alcune osservazioni da fare. Si parla di pannelli solari, di palestre e di ditte

artigianali, ma nessuno parla della floricoltura. Il problema che si sta analizzando quindi è come salvare l’Ucflor. Perché? Il settore agricolo è dato già per morto? Non si potrebbe cercare di far resuscitare l’agricoltura e quindi, di conseguenza, la cooperativa che gestisce il mercato? Scopriamo cosa ne pensano i sanremesi. “Sicuramente uno spazio così ampio dovrebbe essere sfruttato maggiormente” afferma Nicolas Girelli e prosegue: “La floricoltura non si può riprendere in quanto non sussistono le condizioni tali affinché vi sia una ripresa. Io sarei d’accordo nel destinare parte del complesso ad altri fini. L’idea di costruirvi una palestra è quella che mi entusiasmava di più”. Dello stesso parere Fulvio Poli: “Dobbiamo guardare in faccia la realtà. Tra il territorio che non permette una meccanizzazione intensiva, tra i floricoltori che hanno sempre avuto una mentalità molto retrograda, la floricoltura non ha mai

fatto passi avanti. Ancora oggi è rimasta ai livelli di 50 anni fa. Negli altri paesi si sono evoluti, qui no. Quindi è prevedibile che dalle nostre parti, la floricoltura vada scomparendo, non ha più ragione di esistere. E questa presa di coscienza, secondo me, l’ha avuta anche chi amministra. Infatti non si è più parlato di floricoltura che insieme al turismo, costituisce la risorsa del nostro territorio. È quindi giusto che parte della struttura del mercato dei fiori venga impiegata per altri fini, diversi da quelli floricoli”. C’è anche chi vede nella crisi della floricoltura, una piccola possibilità per Sanremo. É il caso di Giovanna Marli che dichiara: “La mia proposta è un po’ utopistica, ne sono consapevole, ma io sposterei tutte le sale per i congressi, presenti al Palafiori, al mercato di valle Armea, e nel Palafiori, farei finalmente un qualcosa per i giovani, tipo una bella discoteca o un bowling. Insomma qualcosa che attiri

Carlotta Pastori

Fulvio Poli

Giovanna Marli

Nicolas Girelli

la gente. I fin dei conti noi sanremesi dobbiamo preoccuparci della nostra città, non delle cooperative che gestiscono il mercato dei fiori”. Unica voce fuori dal coro quella di Carlotta Pastori: “Mi sembra che l’ultimo problema dell’amministrazione e dell’Ucflor, sia quello di far qualcosa per la floricoltura e per i floricoltori. Per anni non sono stati presi provvedimenti per cercare di arginare la concorrenza con l’estero e quindi ora ci si trova in questa situazione. Se si fosse pensato prima a proteggere la floricoltura sanremese, invece che continuare a spennare i floricoltori, forse ora l’Ucflor non sarebbe in crisi. Senza contare che la floricoltura “dava da mangiare” non solo a chi coltivava, ma anche ad una serie di attività che gravitavano intorno ad essa”. In poche parole, se la cooperativa amministratrice del mercato dei fiori, può vedere una luce in fondo al tunnel, da qualunque parte essa arrivi, lo stesso non vale per la floricoltura, la quale si trova probabilmente in un punto di non ritorno. Le cause possono essere molteplici. Alcune sono arcinote: la feroce concorrenza con gli altri paesi,

europei e non solo, forse in alcuni casi è mancato il coraggio, la forza o addirittura le possibilità di intraprendere altre strade, come ad esempio l’ottenimento di quel marchio “Dop”, che si è per un periodo inseguito, ma che poi è stato accantonato o comunque non raggiunto. Probabilmente non c’è stata una causa scatenate, ma un insieme di fattori che, sommati insieme, sono stati deleteri e fatali. Dell’inabissamento della floricoltura ci sarà anche chi è contento, come tutti coloro che hanno sempre sostenuto che le serre sulle nostre colline, deturpavano il paesaggio, che gli antiparassitari, i diserbanti e gli anticrittogramici, in realtà, portavano solo danni all’ambiente e molto altro ancora. Non so voi, forse si tratta di una eccessiva vena romantica, ma trovo difficile immaginarmi Sanremo senza zone coltivate, senza quella varietà di profumi e colori che solo i fiori e le piante possono regalare. La città matuziana avrà comunque un domani, ma senza quei profumi e quei colori, sarà un futuro tristemente in bianco e nero. Alessio Pastorelli


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L’olio d’oliva ha bisogno della tecnologia e della scienza? La Camera di Commercio di Imperia: palcoscenico del Festival della Scienza. L’ottava edizione del Festival in programma nel capoluogo ligure dal 29 ottobre al 7 novembre 2010 avrà, per la prima volta nella storia della prestigiosa manifestazione, un prologo a Imperia. L’evento imperiese è in programma giovedi 21 ottobre 2010 nella Sala multimediale della Camera di Commercio di Imperia, in via Tommaso Schiva 29 alle 18. In quell’occasione il prof. Marino Giordani, vice presidente tecnico Onaoo,

titolare del corso “Principi di Enogastronomia” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, assieme al dottor Mauro Amelio, responsabile attività scientifiche Onaoo, terranno una conferenza dal titolo “L’olio di Oliva dalla tradizione all’innovazione”. Scienza e tecnologia oggi fanno sì che l’olio che arriva sulle nostre tavole sia, non solo straordinario nel caso dell’olio extravergine di qualità taggiasca, ma privo di difetti e con caratteristiche organolettiche peculiari, tale da renderlo in-

Lucio Carli

dispensabile oltre che come nutriente anche nella preparazione di cibi dal gusto “innovativo”. Il Festival della Scienza “applicato” al pro-

Franco Amadeo

dotto principe della Dieta mediterranea, una filosofia gastronomica di cui la provincia di Imperia rivendica la primogenitura, è un avve-

nimento da non perdere e da “gustare” per le mille curiosità e gli aspetti sconosciuti di un alimento che appartiene alla storia e alla cultura della gente di Liguria. “Portare il Festival della Scienza a Imperia – osservano Lucio Carli e Franco Amadeo – è motivo di orgoglio e soddisfazione. Un arricchimento anche culturale per scoprire i segreti dell’olivo, pianta coltivata da almeno cinquemila anni, forse settemila, e del suo prezioso nettare, simbolo della nostra terra, della nostra cultura e del nostro futuro”.

Teppisti incendiano casolare Badalucco. E’ andato quasi completamente distrutto il casolare di Maria Rolando adibito a deposito attrezzi, sulle immediate alture di Badalucco. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Sanremo, che hanno avuto diverse difficoltà a raggiungere il casolare, in una zona impervia. In base agli accertamenti si sospetta l’origine dolosa dell’incendio, difficile tuttavia determinare da dove esso sia partito, in quanto il casolare era privo di collegamento con l’energia elettrica. Inoltre, sembra che la porta d’ingresso sia stata asportata. I carabinieri stanno facendo le verifiche, i militari sono stati tra i primi ad arrivare sul posto ed hanno impiegato non poche risorse alla ricerca dei proprietari nel paesino.

TORINO

L’Anga Imperia al Salone del Gusto

Giovedì 21 ottobre Roberto Fiumara dell’Anga Imperia sarà a Torino al Salone del Gusto rappresentando la floricoltura ligure insieme a decine di giovani agricoltori italiani dell’ Anga, Agia e Giovane Impresa.



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SORRIDI CON RIVERSO

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Calcio sotto accusa: più pericoloso della droga!!

Genova. E’ già trascorsa una settimana dagli ormai tristemente noti fatti di Genova, avvenuti allo stadio Marassi, e ancora si parla, si discute, ci si interroga e ci si indigna intorno ad essi, sia sul piano sportivo, che su quello sociale, amministrativo e normativo. Per quanto riguarda l’aspetto sportivo, non è ancora ben chiaro quali misure verranno adottate dalla Uefa. Inizialmente si era parlato di punizioni esemplari per i tifosi serbi, con conseguente “sconfitta a tavolino” per la nazionale serba. In seguito hanno iniziato a circolare voci che vedrebbero punire anche la nazionale Italiana, in quanto la responsabilità di quanto successo “è pure del Paese ospitante”. Questo è quanto avrebbe detto la Uefa. Lo stesso Joseph Blatter, presidente della Fifa, ha dichiarato: “Se l’Italia avesse costruito stadi sicuri come fece l’Inghilterra vent’anni fa, non sarebbe successo nulla del genere”. Recentemente la federazione serba avrebbe addirittura inoltrato la richiesta di far rigiocare la partita. Insomma l’Italia, sia come federazione di calcio, che come nazione, oltre al danno, rischia di subire anche la beffa. Sul lato amministrativo, si sono raccolti gli auto-elogi italiani, su come è stata gestita la situazione, e le critiche da parte della nazione serba, i quali hanno ripreso le mancanze della sicurezza italiana accusandola di non avere preso in considerazio-

Andrea Carbone

Nicoletta Filetti

Sabrina Sullo

Salvatore Ballo

dere la decisione di annullare la partita e non provare a farla giocare”. Dello stesso parere anche Sabrina Sullo: “La partita era da annullare subito. Non si poteva giocare in quella situazione e in quelle condizioni psicologiche. Al minimo fallo poteva scoppiare una guerra. Inoltre l’arbitro se la sarebbe sentita di dare un rigore contro la Serbia se ce ne fosse stato il caso? Le forze dell’ordine hanno fatto quello che potevano, ma quel gruppo di ultrà avrebbe fatto di tutto per non far disputare la partita e alla fine ha vinto”. A preoccuparsi più del lato “giuridico” della vicenda è Nicoletta Filetti: “Ho sentito che la Serbia ha chiesto che la partita venga ri-giocata, perché, secondo il loro parere, anche l’Italia ha le sue colpe. Mi auguro che la Uefa respinga con decisione questa richiesta e non perché ho timore che la nazionale italiana possa perdere, ma perché bisogna dare un segnale forte e puni-

tivo per chi compie gesti di questo tipo. In questi casi, il calcio e i punti non contano”. Il bilancio finale è stato di 17 feriti e altrettanti arresti, ma tutti hanno l’impressione che si sia sfiorata la tragedia. Sin tratta di una seconda Heysel, quando, nel 1985, durante la partita tra Juventus e Liverpool,per la finale della Coppa dei Campioni, persero la vita 39 persone. Dopo quasi vent’anni il dramma poteva ripetersi. Oltre alle cause che hanno innescato tutto questo, ciò che serve davvero capire è cosa sia andato storto. Si parla spesso della volontà di far riavvicinare le famiglie, i bambini, allo stadio, al mondo dello sport, ma tra calciopoli, calcio-scommesse, insulti razziali, violenza e quant’altro siamo sicuri che sia davvero un bene far conoscere questo mondo ai giovani? La strada a quanto pare resta lunga e molto in salita. Alessio Pastorelli

Dopo gli scontri allo stadio di Genova per la nazionale, lo sport sempre di più in mano alle mafie?

il presidente della Uefa, Platini

ne le segnalazioni inerenti i profili di alcuni ultrà. L’Italia da parte sua, controbatte dicendo di non aver ricevuto nessuna segnalazione particolare e nel frattempo spunta l’ipotesi che quel migliaio di “indemoniati” serbi sarebbero addirittura una sorta di mercenari, pagati da un boss balcanico, Darko Saric, che ha l’obiettivo di destabilizzare il governo serbo. Da quella che doveva essere una semplice partita di calcio, con numerosi bimbi e ragazzi provenienti da tutta la regione, invitati dalla Figc, si è tramutata in una ambientazione degna di un “007”, un cult movie di spionaggio, con al centro intrighi, controspionaggi e padrini della ex Jugoslavia. Al di là delle decisioni che verranno prese, quello che lascia più interdetti è

come tutto questo sia potuto accadere. “È incredibile quello che è successo.” Afferma Andrea Carbone. “Con tutti i controlli che dovrebbero esserci prima di entrare allo stadio, con i tornelli, con la tessera del tifoso, non si spiega come questa migliaia di persone siano riuscite ad introdursi con tenaglie, fumogeni e bombe carta. Dispiace dirlo, ma probabilmente in altri paesi tutto questo non sarebbe successo. I controlli italiani sono stai, a quanto pare inesistenti. Bisognerebbe meditare su quanto è successo ed essere consapevoli che poteva finire molto peggio”. Scosso dall’accaduto anche Salvatore Ballo, che ha vissuto dal vivo gli episodi di Marassi: “Per fortuna ero lontano dalla zona in cui erano i tifosi serbi, ma lo spettacolo è stato comunque spaventoso. Più per quello che si è visto nello stadio, a farci preoccupare era la tensione palpabile che si respirava. Sembrava che da un momento all’altro potesse scoppiare l’inferno. Credo che la polizia abbia fatto bene a non intervenire sugli spalti, ci sarebbe stato il rischio di coinvolgere persone che non c’entravano nulla. Probabilmente la Uefa avrebbe dovuto pren-


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Renata e Silvano, la “Coppia di Diamante”

Renata e Silvano oggi

Renata e Silvano, commossi e felici, il 14 ottobre scorso hanno festeggiato tra applausi, auguri, orgoglio e qualche lacrimuccia di figli, nipoti e parenti, le “Nozze di Diamante”. Domenica nella Parrocchia di San Giuseppe e Sant’Antonio di Arma, assistendo alla Santa Messa celebrata dal parroco don Benito Cagnin, lei, la sposa, Renata Capovilla, 79 anni, e lui, lo sposo, Silvano Parenti, 89 anni, hanno ripetuto il “sì” che avevano pronunciato nel 1950 e che da quel momento li aveva uniti per sempre. Con la mente e con il cuore hanno rivissuto i 60 anni del loro matrimonio, della loro vita insieme. Poi, tra mazzi di fiori, strette di mano, baci ed abbracci la “Coppia di Diamante” con i figli Vito e Silvana, la nuora Aurora, il genero Benedetto, i nipoti Veronica, Daniela e parenti hanno raggiunto il ristorante Punta Mare, dove il mitico Andrea ha preparato per loro un eccezionale pranzo di nozze.

Renata e Silvano ieri

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Imputazioni al clan Pellegrino. Arriva il processo Sanremo. Potrebbe venir fissata per la fine di novembre l’udienza preliminare a carico dei personaggi coinvolti nell’inchiesta per minacce, tentata estorsione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione che, nel giugno scorso, ha portato all’arresto di Maurizio, Giovanni e Roberto Pellegrino, titolari dell’omonima ditta di scavi, e di altre cinque persone, Francesco Barilaro, Francesco Valenti, Rocco De Marte, e di Teodoro e Domenico Valenti. Le accuse contestate dalla procura di Sanremo, ai componenti del clan Pellegrino, sono svariate e nel dettaglio: Roberto Pellegrino deve rispondere di violenza e minaccia, per aver colpito nel 2009 un agente di polizia di Ventimiglia, il quale si era recato nella abitazione di Pellegrino, per

prelevarlo e recarlo in carcere, in seguito ad un’ordinanza cautelare per traffico internazionale di armi; il fratello Maurizio è accusato di minacce gravi nei confronti dello zio del poliziotto; Giovanni e Maurizio

Pellegrino, con Francesco Barilaro, devono rispondere delle minacce nei confronti degli assessori di Bordighera, Marco Sferrazza e Ugo Ingenito; Giovanni e Maurizio Pellegrino e Francesco Valenti sono accusati

di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, per aver gestito il night club di Sanremo, “la Grotta del Drago”; lo stesso reato viene contestato a Domenico e Teodoro Valente per un altro night, “L’Arcoba-

leno”, di Bordighera; Maurizio Pellegrino, Rocco De Marte e Francesco Valenti, sono accusati di estorsione ai danni di un imprenditore, inoltre Maurizio Pellegrino e De Marte devono rispondere anche delle lesioni procurate a questo imprenditore. Questo l’elenco dei capi d’accusa, affiorati grazie alle indagini del procuratore Roberto Cavallone. L’inchiesta va in parte a sovrapporsi a quella della procura distrettuale antimafia di Genova, la quale sta conducendo l’indagine sulle presunte infiltrazioni mafiose nel tessuto economico dell’estremo ponente ligure, e sui possibili voti di scambio che avrebbero caratterizzato rapporti tra alcuni politici locali e componenti di clan ricollegabili alla ‘ndrangheta. A.P.

Anche gli svizzeri hanno il “loro Bossi” con le sue boutade

La settimana scorsa giornali e televisioni hanno dato, con giusta evidenza, l’incredibile notizia che in Svizzera c’è qualcuno che considera “ratti” i frontalieri, i lavoratori italiani. Addirittura erano stati affissi manifesti di chiaro tono razziale. Pochi giorni fa L’ECO è stato contattato da un industriale elvetico che ha scelto un piccolo Comune dell’entroterra di Imperia per trascorrere gran parte delle sue vacanze. Ha acqui-

stato un terreno panoramico e vi ha costruito una bella villa. Lui contro gli italiani non ha assolutamente nulla, anzi. “Se non ci fossero gli italiani - ha detto - in Svizzera non avremmo più pane la mattina. Gli italiani sono dei bravissimi lavoratori”. E allora perchè la sparata, con manifesti, dei “ratti”? “Si tratta di una sparata fatta da un candidato in campagna elettorale per catturare consensi. Un Bossi elve-

tico, un linguaggio volgare come quelli che si leggono anche sui vostri giornali “ce l’ho duro”, “escort”, “cricca” ed altro ancora. Tre giorni dopo aver pronunciato queste frasi, che in parte sono state anche travisate, il segretario cantonale UDC (Unione di Centro) Eros Mellini ha chiarito tutto in una lunga conferenza stampa. Ha detto che si trattava di un espediente elettorale, per avere grossi titoli sui giornali e tanta pubblicità

gratuita sui media. E ci è riuscito in pieno, ha ottenuto quello che voleva”. Dopo l’industriale, che ha dichiarato che nella sua azienda in Svizzera (settore auto) lavorano 120 italiani, abbiamo avuto la possibilità di intervistare per telefono l’autore dello scandalo, Eros Mellini. Ecco, in sintesi, il suo mea culpa: “Lo ripeto - ha detto Mellini - si è trattato di un messaggio elettorale provocatorio strutturato. Lo sapete anche voi che certe volte non si usano i guanti. Non è mai stato detto che i 45 mila frontalieri italiani che passano il confine per lavorare in Svizzera siano criminali, anzi sono persone per bene inserite in un contesto di occupazione indispensabile per il funzionamento delle imprese di un Cantone con 350 mila abitanti. Detto questo, bisogna però tenere in considerazione che lo scudo fiscale di Tremonti comincia a creare seri problemi alle nostre banche. Non bisogna neppure dimenticare che molti frontalieri italiani lavorano proprio nelle banche in Svizzera. Insomma

la coperta dei posti di lavoro comincia a farsi corta anche per gli svizzeri. In ogni nazione le difficoltà economiche si traducono in meno posti di lavoro. Un altro punto forte della campagna elettorale dell’UDC nel Ticino riguarda la criminalità che in Svizzera, dati alla mano, per il 60% è di matrice straniera. Questo non ha nulla a che fare con i frontalieri italiani, ma è fonte di disagio. Se ho offeso qualcuno ho già chiesto pubblicamente scusa. Devo dire che le mie parole sono state anche male interpretate. Nessun intento xenofobo. Nella mia lingua, nel nostro dialetto la parola “ratto” non vuol dire come da voi “pantegana di fogna” o animale immondo, ma “topolino”, animaletto grazioso. Lo ripeto: non è mai stata mia intenzione iniziare una campagna razzista, tanto meno creare incidenti diplomatici. Rispetto gli italiani, gente seria, ottimi lavoratori”. Qui finiscono le due interviste. Ne prendiamo atto anche se restano dubbi. Augusto Nori


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Soluzione spazzatura: discarica o inceneritore?

Il problema è enorme, i sanremesi sono stufi di parole al vento, vogliono fatti

Alessio Ferraris

Sanremo invasa dai rifiuti in due giorni, quasi come a Napoli. Mai ci saremmo aspettati si verificasse la medesima situazione del capoluogo campano nella città dei fiori, e invece.. Stracolma la discarica di Collette Ozotto, prima chiusa, poi riaperta all’improvviso, mancata coordinazione tra le amministrazioni comunali e la solita burocrazia ed ecco il disastro. E come sempre ci si chiede se il tutto poteva essere evitato, se bisognava aspettare che “i buoi scappassero dal cancello per chiuderlo” o se sarebbe il caso di adoperarsi per smaltire i rifiuti costruendo un inceneritore prima, come ha proposto il sindaco Zoccarato, o una discarica poi. Abbiamo chiesto ai sanremesi cosa ne pensano e quali soluzioni potrebbero andare bene. “L’idea della discari-

Chiara Gazzano

Silvana Posco

Gianni Lorenzi

ca non è male, bisognerebbe solo trovare un posto adatto dove farla - dice Silvana Posco, operatrice ecologica - anche perchè si dovrebbe prestare attenzione all’impatto estetico che avrebbe sulla città. Un termovalorizzatore sarebbe perfetto se i costi per costruirlo non fossero così alti e da quel che ne so il Comune non ha molta disponibilità di liquidi, anche se il ritorno economico alla lunga sarebbe notevole”. L’opinione del tassista Gianni Lorenzi: “L’idea di costruire un inceneritore è quella che sta riscuotendo più successo tra la gente, ma queste persone sono convinte che i rifiuti, bruciando, scompaiano una volta per tutte risolvendo il problema, invece non è così; i gas prodotti, le ceneri e le polveri sottili andrebbero a finire nell’aria che

respiriamo, nell’acqua che beviamo e alla fine ci ritroveremmo sì la città senza mucchi di rifiuti, ma con la salute in pericolo. La soluzione adottata dalla città di Courmayeur, una discarica su una collina, non risolverebbe comunque alcune problematiche come: che impatto ambientale ed estetico avrebbe, e qui a Sanremo, poi, dove la faremmo? Inoltre i cittadini non tarderebbero a vedere il solito interesse di quel proprietario dell’eventuale terreno dove sorgerebbe. Secondo me si dovrebbe migliorare la raccolta differenziata e farla come si deve dato che qui viene fatta grossolanamente”. Alessio Ferraris è dell’opinione che “tra una discarica e un inceneritore preferirei il secondo, le esalazioni saranno dannose ma anche respirare

l’aria rilasciata dai cumuli di rifiuti in piena città non è la cosa più salutare del mondo. Ovviamente la soluzione migliore sarebbe un termovalorizzatore, si avrebbe riciclo e il vapore prodotto si potrebbe convertire in energia.” Della stessa opinione anche Chiara Gazzano, “dove la farebbero una discarica? E poi che impatto estetico e ambientale avrebbe su una città che deve rilanciare il turismo? Se si devono spendere dei soldi allora tanto vale farlo bene, si costruisce un moderno centro di riclicaggio in modo da avere non solo la città pulita, ma anche un ritorno economico in quanto potrebbe accogliere i rifiuti di altri comuni facendo pagare il servizio.” No ad una discarica quindi, meglio un inceneritore come alternativa, ma la soluzione

perfetta sarebbe un bel termovalorizzatore o centro di riclicaggio moderno. Ne sono d’esempio quello di Brescia, uno dei termovalorizzatori più grandi d’Europa con le sue 750 mila tonnellate l’anno, il triplo di quello di Vienna tanto per fare un paragone, oppure il centro di riciclaggio del Comune di Vedelago, preso ad esempio proprio in questi giorni dal consiglio direttivo della Lega Nord. Quanto è lontano il giorno in cui altri comuni torneranno a prendere il nostro come esempio per qualcosa? L’allarme rifiuti non è ancora rientrato, come si potrebbbe credere in apparenza; urge una soluzione definitiva e portare i nostri rifiuti nella discarica di Vado Ligure tamponerebbe solo il problema, oltre a comportare costi altissimi. I sanremesi hanno espresso il loro parere e si aspettano un piano d’azione, le parole non bastano più, servono fatti; è inutile pensare sempre e solo al casinò come unica fonte di investimento, a indorare sempre di più il centro città, se poi ci tocca camminare con il naso tappato schivando bucce di banana e sacchi di immondizia. Non è un disonore copiare, gli esempi li abbiamo a casa nostra. Massimiliano Inferrera

“Il ragazzo che disegnava gangster”: Di Gerlando premiato da Pupi Avati L’anffas Onlus Sanremo in collaborazione con Sanremo Cinema ha vinto il terzo premio nella sezione cortometraggi presso il prestigioso Festival internazionale del Cinema nuovo di Gorgonzola (MI) giunto alla sua 7ma edizione. Il cortometraggio “Il ragazzo che disegnava gangster “, diretto da Riccardo Di Gerlando, ha superato una prima selezione tra gli oltre 170 corti da tutto il mondo e successivamente è rientrato tra i primi 3 migliori cortometraggi secondo la qualificatissima giuria. Presidente onorario è stato il regista Pupi Avati, seguito da Giampaolo Letta , vicepresidente di Medusa Film. Il concorso esteso a livello mondiale è esclusivamente dedicato ad attori disabili. La premiazione si è svolta il 16 ottobre presso il teatro Argentia di Gorgonzola. La Sanremo Cinema , attiva dal 2003 , capitanata dai fratelli Di Gerlando e Giancarlo Pidutti ha realizzato numerose opere e laboratori nelle scuole ottendendo numerossimi premi in Italia e all’estero.Il cortometraggio sarà presentato successivamente presso la città dei fiori. Per visonare la cerimonia di premiazione e il cortometraggio : www.ass-sanremocinema.com



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“Porto delle nebbie”: una storia infinita Carlo Conti

Continua a far discutere il caso del porto di Imperia. L’accusa è di abuso ambientale e a verificare il tutto è stato convocato il pm Alessandro Bogliolo, di Alassio, il quale, avendo ravvisato dubbi di compatibilità ambientale, ha affidato allo stesso architetto esecutore della prima consulenza tecnica, Elena Colciago di Torino, gli approfondimenti necessari. L’inchiesta sul porto si è ormai estesa a tutta la storia passata e presente del suddetto porto. Oltre agli elicotteri che hanno sorvolato la zona fotografandola, nella docu-

mentazione appaiono anche intercettazioni telefoniche e ambientali, considerate di elevato interesse. In particolare, il pm sta cercando di capire se in qualche modo si sia realizzata una corsia preferenziale per affidare i lavori alle società di Caltagirone e se, inoltre, possa essere coinvolto anche l’ex ministro delle attività produttive Claudio Scajola. Sono state interrogate molte persone informate sui fatti, volti noti nella politica della provincia di Imperia, quali Sappa, presidente della Provincia, Conti, amministratore delegato del porto di

Imperia, Lanteri, assessore ai porti e all’urbanistica, Conti, Gandolfo, Lunghi, Boni ed altri. Il capannone della cantieristica è stato definito un ecomostro, ed il caso non è stato ancora chiuso, nonostante la richiesta di archiviazione da parte del pm Paola Marralli, e ora le indagini sono in mano al pm Bogliolo, che dovrà chiarire, come detto sopra, alcuni dubbi sulla compatibilità ambientale. L’inchiesta dovrebbe concludersi, o almeno si spera, entro la fine dell’anno. Luca Masselli

Scajola e Saso, nuovi paladini della sanità? Imperia. Sul “colabrodo” sanità, sui 150 milioni di euro di debiti della Regione, sull’accorpamento dei reparti di maternità in provincia il Pdl ha dichiarato guerra al governatore Claudio Burlando, all’assessore Montaldo, al Pd e al centro sinistra che amministrano la Liguria. A formulare precise accuse è scesa in campo un’agguerrita task force capitanata dai consiglieri regionali Marco Scajola, Alessio Saso e composta dal presidente della Commissione Sanità della Provincia, Sajetto, dal primario di cardiologia dell’ospedale di Imperia dottor Ranise, da Nando Garibbo, dal consigliere comunale di Imperia, Volpe, da Lanteri, dal coordinatore provinciale del Pdl, Ambesi, e dal coordinatore di Sanremo del partito di Berlusconi, Cambiaso. Nel corso di una conferenza stampa sono state analizzate molte anomalie del “Pianeta sanità” imperiese. I rappresentanti del Pdl locale hanno tirato le orecchie ai rappresentanti imperiesi del Pd in Regione. “Sui pro-

Alessio Saso e Marco Scajola

blemi della sanità – è stato detto in sintesi – cosa fanno i due assessori regionali della provincia di Imperia, Barbagallo e Strescino, per salvaguardare i diritti alla salute ed all’assistenza medica dei loro concittadini? Cosa fanno gli altri consiglieri del Pd che seggono in Regione di Imperia, Sanremo, e Ventimiglia, Manti, Massimo Donzella e Scibilia? Di concreto assai poco, parole, enunciazioni, demagogia. Che fine ha fatto il mega progetto della costruzione del nuovo ospedale in quel di Taggia? Cosa fanno i 5 rappresentanti imperiesi del Pd in Regione per impedire la chiusura ed il proget-

to di accorpamento dei due reparti di maternità nel nostro Ponente? Perchè Montaldo, Buralndo e chi governa la Regione vogliono questo accorpamento quando lo sconsiglia la dettagliata relazione sul “Piano di razionalizzazione della rete ospedaliera” del direttore generale della Asl1, dottor Antonio Rossi, dirigente ed esperto nominato proprio da Burlando”? Rossi, nelle sue conclusioni, scrive: “L’Asl1 Imperiese è già in grado di assicurare - in entrambi i due punti nascita attivi – tutti gli standard di sicurezza indicati dalla delibera regionale e dalle linee guida internazionali. Nes-

Francesco Caltagirone

Luca Lanteri

Perchè la Procura chiude la bocca ai giornalisti? Infuria la polemica Una decisione che ha fatto molto discutere, e continua tutt’ora, quella del procuratore capo Alessandro Bogliolo, di interdire ai rappresentanti di tutte le testate giornalistiche l’accesso agli uffici della Procura e della Polizia giudiziaria del Palazzo di giustizia di Imperia. La necessità di questo Natalino Famà provvedimento, scaturirebbe da una presunta violazione del segreto istruttorio nell’ambito di un’indagine preliminare riguardante il porto turistico, in costruzione a Imperia. “Ancora un grave atto di intolleranza – dichiara il Consigliere nazionale Unione Cronisti Italiani (Unci), Natalino Fama’ - si registra nei confronti della libertà di informazione. Oggi a Imperia sono stati censurati i rapporti con i cronisti presso la procura della Repubblica. La disposizione, che vieta ogni contatto, anche all’esterno, con i magistrati requirenti, verrà ufficializzata, come assicurato dal procuratore, con un ordine di servizio emesso dallo stesso procuratore ed esteso alle sezioni di polizia giudiziaria. Di fatto d’ora in poi saranno proibiti i rapporti con le fonti di informazione giudiziaria”. “Sicuramente – prosegue Fama’ – questa disposizione pregiudicherà, con effetto domino, anche le relazioni con tutte le altre fonti. Di fatto la disposizione del vertice della procura vieta d’ora in avanti al cronista l’accesso alle fonti di informazione, violando non solo le norme che regolano la professione giornalistica, ma anche la Costituzione della Repubblica Italiana”. A.P.

Una domanda sorge spontanea: se in questa storia non si parlasse anche di personaggi come Scajola, Caltagirone, Carli, Sappa, Strescino, ma di un Caccavalle qualunque sarebbero stati presi gli stessi provvedimenti? sun significativo vantaggio economico (riduzione dei costi di gestione) deriva da tali ipotesi”. Scajola, Saso e gli altri esponenti del Pdl hanno sottolineato che si adopereranno perchè, in tempi brevi, la Regione aumenti la quota capitaria destinata ad Imperia. “Non è giusto – hanno detto con forza – che l’amministrazione regionale dia meno fondi alla nostra ASL, ci penalizzi nonostante i nostri

conti siano i migliori, per sanare le gestioni disastrose, gli sprechi, i fallimenti, i bilanci in rosso delle Asl delle altre 3 province liguri di Savona, Genova e La Spezia. Affiggeremo manifesti di protesta in tutti i Comuni per sensibilizzare i cittadini al grave problema, indicare le nostre proposte e dire che ci batteremo per assicurare a tutti la migliore assistenza sanitaria pubblica possibile”.r.b.


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In collina “Il regno magico di Errebi”

Il fantastico mondo de “Il mago di Oz”

Riceviamo e pubblichiamo Eco, vi scrivo per distrarmi un po’... diceva una vecchia canzone... Io vi scrivo perchè sono un cagnaccio di strada e vado molto d’accordo con il Vostro Conte Dracula! Vi leggo con piacere per le verità che ci elargite settimanalmente, portate a noi stradini con una sottile venatura di humor, che non guasta mai, per dire sacrosante verità, o sbaglio? Cerco di aggiungermi, se me lo permettete, a questa sottile vena, restando per prudenza e non per scelta, nell’anonimato. Avete parlato di molte cose, ma vi siete dimenticati o non conocete, il regno di Errebi, situato sulle prime alture imperiesi. Noi abbiamo un Re e siamo fortunati, perchè ci permette di fare sempre ciò che vogliamo, a patto di essere suoi sudditi.

Certo la categoria si divide in Vassalli ( e detengono il più alto rango), Valvassini (si accontentano di quando in quando di doni che il nostro Sire elargisce ), e Valvassori (che circondano sua Maestà di attenzioni, con relativi premi quando scatta la lotteria). Certo poi ci sono anche i Servi della Gleba. In un buon regno servono anche quelli, ma siamo generosi, li facciamo vivere, basta che non abbiano pretese e non diano noia. Purtroppo io sono un cane di strada e non appartengo a nessuna di queste categorie. Ed allora mi tirano sempre calci nel buio ed io così non posso vedere il piede del colpevole, perchè almeno qualche morso lo darei.Peccato proprio. Mi tocca stare buono buono nella mia cuccia ed attendere qualche anima gentile che mi accudisca, ma questo accade raramen-

te, perchè il mio Sire controlla sempre tutto, accentra informazioni nel feudo solo con persone elette da lui, s’intende, ma che cosa pensavate? Siamo in democrazia, no? Abbiamo anche fantastiche strutture di accoglienza, che nessuno deve disturbare. L’ ospite è sacro, chiunque sia e da qualsiasi posto arrivi. Non dobbiamo interferire nelle loro cose, nei loro giochi così esotici, come urlare frasi sconnesse, cantando canzoni popolari con la musica alle stelle in piena notte o divertirsi con i propri animali nel migliore dei modi con rischi o pericoli, arrivando, come noi umani, a giochi estremi. La gentilezza ed il senso della cordialità, questo ci ha insegnato il nostro Re. E’ veramente umano, arriva a sacrificarci per gli altri, pensate un po’! Di tanto in tanto abbiamo anche un banditore che ci invia notizie confor-

tanti dalla reggia e questo ci inorgoglisce non poco, perchè noi non possiamo pubblicamente comunicare al feudo i nostri pensieri. Per non turbarci troppo, una giuria forse giudica i nostri scritti, che sono prontamente divelti da qualche scellerato che ha scelto di farne pubblico uso. Ma io dico, perchè turbarci? E per finire il nostro Sire che come, quando vuole, per i nostri interessi, ha libero accesso alla casa del “ Mago di Oz”, si proprio lui, non stupitevi. Il Mago di Oz con tutti gli apprendisti maghetti, pronti a regalare qualcosa al nostro Regnante, solo in cambio di un piccolo appoggio, un piccolo aiuto nell’esecuzione e nella possibilità di attuare le loro magie. Certo e ribadisco, se si ha la fortuna di conoscere e vivere in questo regno, se si ha solo l’opportunità di servire il nostro Sovrano, tutto

potete permettervi. Quanta generosità in tutto questo... Purtroppo io sono esluso da ogni ben di Dio, sono stato molte volte castigato, umiliato, una volta mi hanno dato una severa lezione... ma era solo un gioco divertente, non spaventatevi. Godete solo di questa meraviglia e se potete aggiungetevi al Reame, sicuramente vi troverete a vostro agio! Un cagnaccio di strada che resterà sempre tale!!! L.F.

Salviamo l’estasi di San Domenico in Soriano Diano Marina. L’estasi di San Domenico in Soriano è un dipinto che fu realizzato dal pittore Domenico Fiasella tra il 1640 ed il 1650. Il dipinto è ora custodito nella Chiesa Parrocchiale di San Antonio Abate, proprio nello splendido golfo di Diano Marina, insieme ad altre opere di notevole rilievo artistico che risalgono al periodo tra il XVI e il XIX secolo. A causa dell’avanzato stadio di degrado della materia e della struttura delle opere e a causa anche dei pessimi restauri eseguiti alla fine dell’ottocento, queste opere sono a rischio e necessitano di una immediata quanto urgente opera di restauro. Il parroco don Gianfranco Minasso, il Lions Club di Diano Marina Golfo e la soprintendenza per il Patrimonio Artistico, Storico ed Etnoantropologico della Liguria dott. Franco Boggero Ispettore di zona, si sono attivati per sostenere una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti. Da qualche mese, infatti, è in corso, a cura del restauratore di beni culturali dott. Alberto Abidotti, il restauro del quadro sopracitato, con l’obiettivo, entro Natale, di esporlo con una corretta leggibilità e con il suo antico splendore. Le spese per il restauro dell’opera ammontano a 12000 euro, e con un’offerta si contribuisce a salvare il dipinto. Per chi desidera partecipare all’adozione o semplicemente chiedere informazioni, si può rivolgere all’Ufficio della Parrocchia di San Antonio Abate sito in via Genala 1 a Diano Marina nei seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 10 alle 12,30, telefono 0183434313 – 0183495515, fax 0183497556, e-mail: parrocchiadianom@alice.it. L. M.


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Un Mercato Annonario da Terzo Mondo

Le proteste dei commercianti, dei sanremesi e dei turisti Sanremo. Esasperati, frustrati e abbandonati, così si sentono i commercianti del mercato annonario di Sanremo. “E’ dall’inizio dell’estate che ci troviamo in questa situazione e nessuno si è ancora mosso per fare qualcosa - ci racconta Angela Laganà titolare assieme al marito della caffetteria Jolly, che si è fatta portavoce in questo caso, dell’ACMAS, l’associazione dei commercianti del mercato. “La condizione dei bagni pubblici e di quelli riservati a noi, è da terzo mondo; fino a primavera venivano puliti e tenuti in ordine poi di colpo non si è più visto nessuno, dovremmo pensare noi a tenerli puliti e questi sono i risultati. Di 4 bagni funzionanti ora ne è rimasto soltanto uno e in condizioni pessime, sia d’igiene e sia di struttura. I clienti che tutti i giorni vengono a fare un pò di spesa giustamente si lamentano, non ci provano nemmeno più ad utilizzare il bagno; una signora l’altra mattina ne aveva urgente bisogno e piangeva perchè non poteva usufruirne. La gente che viene da fuori si stupisce che una città come Sanremo non si preoccupi di mantenere un minimo di igiene e pulizia all’interno di un mercato che, a detta di molti turisti e di personaggi famosi come il cantante Luca Barbarossa, è uno dei più belli e ricchi di prodotti di qualità della provincia.” La signora Angela, come

Laganà Angela

del resto tutti i 150 commercianti del mercato è molto seccata e arrabbiata, “qui c’è gente che lavora, che si alza alle 5 del mattino e lavora fino al primo pomeriggio, dobbiamo forse tenerci la pipì per 6/7 ore di fila? Se questa è la considerazione che ci viene data dal comune ci chiediamo chi ce lo fa fare. E ci siamo andati in comune per far presente la situazione di degrado e di mancato servizio e tutto quello che ci è stato riposto, da ogni singolo ufficio, è stato che ‘non è di nostra competenza’, allora di chi è la competenza? Chissà se anche i loro bagni sono ridotti come i nostri, ci sarebbe proprio piaciuto vederli.” Insomma, il classico gioco del passa la palla, che alla fine non è di nessuno, e la rabbia e la frustrazione salgono. Ha inoltre il sapore di una beffa leggere i cartelli apposti all’interno dei bagni con la firma del Comune di Sanremo che invitano all’ordine e alla pulizia. “Ora noi ci chiediamo a chi dobbiamo rivogerci per porre l’attenzione; non chiediamo la

luna, non vogliamo bagni con rubinetti placcati d’oro, lo capiamo benissimo che, vista la situazione di crisi e di tagli, non ci sono soldi per ristrutturare il mercato e va bene, ma almeno garantire un minimo di pulizia, di igiene, di civiltà e di servizio a noi commercianti e ai clienti che vengo a fare la spesa ogni giorno. Esistiamo anche noi, siamo una parte importante per la città di Sanremo, non esistono solo il centro e Via Matteotti. Che razza di immagine di sè sta dando Sanremo, una città conosciuta in tutto il mondo?” Parole dure ma, mi sento di dire, sacrosante, e le foto in questa pagina lo confermano largamente, per non parlare dell’odore

Fera dixit?

Abbiamo interpellato l’Assessore all’arredo urbano Antonio Fera in merito alla situazione, questa è stata la sua dichiarazione: “Abbiamo provveduto ad effettuare i lavori di pulizia tra lunedì pomeriggio e martedì mattina“. E noi ci chiediamo: sarà vero?

che si sente quando si entra in uno di questi “bagni”. Angela ci racconta che fino a 7 anni fa lei e suo marito gestivano un esercizio a Maranello e che “il Comune forniva loro i bidoni per la raccolta differenziata, che era davvero differenziata e non come qui dove ci sono i bidoni ma tutto alla fine viene mischiato, e che l’humus (il materiale di scarto) prodotto, veniva ritirato dagli operatori del Comune stesso e riclicato, con seguente premio di sgravio fiscale sulla tassa sui rifiuti. In poche parole il Comune ci pagava i nostri rifiuti.” Il Comune che paga i cittadini per i loro rifiuti, sembra fantascienza vero? Invece no, è la realtà di altri comuni italiani un po’ meno blasonati del nostro, una realtà quotidiana fatta di efficienza, di investimenti intelligenti e di attenzione ai bisogni di cittadini, commercianti e tu-

risti. E’ così difficile creare questa realtà nella nostra Sanremo? Abbiamo il clima, manifestazioni a livello nazionale e internazionale, nonostante la crisi c’è ancora chi ci conosce per i nostri fiori, e in più abbiamo un Casinò, quella che dovrebbe essere l’arma in più e che si sta rivelando un vero e proprio boomerang. Ci rimane il clima, quello almeno non dipende da noi. M. I. continua a pag.22


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Una crisi “made in Sanremo” Continua da pag. 21 Peggio di così non può andare, dice il detto; invece si, le cose possono peggiorare. Eravamo passati dal mercato annonario all’inizio di quest’anno e avevamo documentato lo stato di degrado della storica struttura sanremese; vetrate infrante, fili scoperti, muri rotti, postazioni di lavoro arrugginite e buche lungo i corridoi che conducono ai vari banchi. Siamo tornati in questi giorni, contattati dai commercianti, per la questione dei bagni. Quello che stupisce i commercianti e la gente comune è proprio il menefreghismo di palazzo Bellevue; come è possibile che uno dei cuori pulsanti dell’attività commerciale sanremese sia in uno stato simile? “C’è gente che si fa anche 100 km e viene da oltre confine per comprare i prodotti nostrani, la vera forza del mercato annonario, e questa è la presentazione che viene offerta.” - ci dice Marilena Bellone, la titolare da più tempo all’interno della struttura“Le condizioni del mercato sono disastrose, ma soprattutto non ci si rende conto dell’importanza che ha il nostro lavoro e quello che offriamo sia al cittadino sia al turista. Prodotti di qualità del territorio, frutto del duro lavoro di tutti noi commercianti, contadini, agricoltori che non vengono nemmeno tutelati con marchi certifica-

Marilena Bellone

ti; abbiamo chiesto più volte agli uffici di competenza che venissero a effettuare i controlli di qualità per avere la certificazione ma sembra che sia più semplice avere udienza dal papa. Per non parlare poi di chi mostra sul banco prodotti importati dall’estero e li spaccia per italiani, vendendoli al nostro stesso prezzo. Abbiamo chiesto anche che vengano fatti questi tipi di controlli ma non si è mai visto nessuno. Ci sarebbero anche delle idee nuove per generare pubblicità e aumentare le vendite, il ricambio generazionale tra noi commercianti c’è e la volontà di migliorare anche, ma di fronte a questo menefreghismo ci chiediamo se ne vale la pena pensare di investire. Ci hanno costruito intorno supermercati e centri commerciali ma la qualità e l’unicità dei nostri prodotti rimane una costante che i clienti conosco, ma abbiamo bisogno di aiuto per crescere e per conti-

nuare a offrire il meglio. In queste condizioni è davvero un’impresa.” Non solo degrado strutturale quindi, la questione è molto più profonda e investe un settore che deve essere tutelato e incoraggiato a partire dalle cose più elementari come mettere in condizioni chi lavora non solo per sè, ma di riflesso, anche per la città, di poter esercitare nel miglior modo possibile. Vogliamo far (ri) crescere Sanremo in queste condizioni? Massimiliano Inferrera

CURIOSITA’

La statua della Madonna campeggia sulla parete sud del mercato annonario. Visto il menefreghismo comunale ai commercianti e ai clienti non rimane altro che sperare in un miracolo...

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Allarme Pigna: troppa violenza, pochi controlli Sanremo: città dei fiori, del festival e del casinò. Ogni anno la città del Ponente ligure viene visitata da numerosi gruppi di turisti provenienti da tutto il mondo, affascinati dai suoi colori, dal suo clima mite e dal suo profumo. D’estate i locali all’aperto sono pieni di milanesi e torinesi che ne approfittano della temperatura non eccessiva per sorseggiare un cocktail in riva al mare, i giovani si ritrovano nelle poche ma affollate discoteche dei dintorni, mentre le famiglie si limitano a fare delle passeggiate mangiando un gelato. Ma Sanremo non è solo questo. Basta allontanarsi un po’ dal mare e dalle sue spiagge per scoprire un piccolo angolo di paradiso: la Pigna. Con i suoi borghi e la sua architettura caratteristica, la città vecchia è anch’essa da sempre meta di molti turisti, che rimangono affascinati dalla magia di questo borgo medievale e trovano ristoro dal caos cittadino. La sera, invece, la città vecchia si affolla di giovani che frequentano i celeberrimi locali della zona, come la Kasbah, L’Aighesè, il famosissimo Mazzini e la Cave. “ Secondo me la Pigna è uno degli angoli più belli del mondo”, è la confessione di Gianni, che alla Pigna non solo ci lavora, ma c’è anche nato. E come dargli torto? Chiunque sia andato alla Pigna almeno una volta, può convenire con Gianni che questa è la verità. E’ un peccato dunque che ultimamente questo piccolo paradiso cittadino sia stato scenario di aggressività da parte degli extracomunitari che risiedono

nella città vecchia. Spesso la polizia deve intervenire di notte fuori dai locali per riportare l’ordine dopo un accoltellamento o un atto di violenza. La Pigna, ormai, la sera è diventata ingestibile, e certo i titolari dei locali non sono tranquilli sul destino delle loro attività, in quanto questi episodi rischiano seriamente di distruggere l’immagine della Pigna e allontanare sia i turisti che i giovani. “Per noi che gestiamo dei locali qui nella città vecchia è un problema, si rischia davvero di perdere la clientela se non si prendono seri provvedimenti” a parlare è Alessandro Cavaliere, napoletano, gestore dal giugno scorso del locale Urbicia Vivas. “ Io e gli altri gestori di locali abbiamo il timore che presto o tardi non verrà più nessuno da queste parti”. E, alla domanda se si è trovato un rimedio a questa situazione, la risposta è stata la seguente: ”Quattro mesi fa io e i gestori degli altri esercizi abbiamo raccolto firme da presentare alle amministrazioni, ma da allora nessuno ci ha fatto sapere nulla”, ci confessa, con un filo di rammarico nella sua voce, Cavaliere. “Ci sono le ronde di giorno, quando tutto è tranquillo, ma di notte non si vede nessuna forza dell’ordine”. Ed il problema, a detta sua, non è costituito solo da questi episodi di violenza.“ C’è una strada, via delle Palme, che è scenario di spaccio e chissà quali altri crimini commessi da questa gente, e, in più, in via delle Rivolte bisogna passarci con il

Alessandro Cavaliere

naso tappato perché queste persone espletano le loro esigenze fisiologiche per strada, e c’è puzza.” Possibile quindi che non sia stato fatto proprio nulla dalle amministrazioni per salvaguardare i residenti ed evitare il peggio? “Hanno installato delle telecamere qualche tempo fa” continua Cavaliere “ ma non so nemmeno se funzionano.” Dello stesso avviso è Silvana, lavorante presso il Mazzini Pub: “La telecamera in piazza dei Dolori non funziona, tutta la Pigna è abbandonata a se stessa, ed è un peccato perché turisticamente è molto valida, ci sono un sacco di turisti che vengono a visitarla ogni anno. Per me è uno degli scorci più belli del mondo.” E allora che dire dei residenti, coloro che alla Pigna non solo ci lavorano ma ci abitano anche? Hanno paura la sera a rientrare a casa o sono tranquilli nonostante tutto? Lo chiediamo a Gianni, che, come detto in precedenza, alla Pigna ci è persino nato: “Io non ho paura,

la criminalità c’è ma coinvolge solo loro, non è mai successo che facessero del male ad un residente. E poi questi episodi non avvengono mai di giorno ma solo di notte quando i residenti, che sono principalmente anziani, non escono.” Non è così tranquilla e distaccata, invece, Silvana, che, residente alla Pigna, è terrorizzata all’dea di rientrare da sola la notte, e ha deciso di farsi accompagnare a casa dal suo datore di lavoro, Pierdomenico, che esprime in questi termini il suo disappunto per la situazione: “Sono d’accordo con quanto detto da Cavaliere in merito al timore di perdere la clientela, ma d’altronde non sappiamo cosa fare. Abbiamo fatto una raccolta firme e nessuno ci ha dato risposte, ma d’altronde le amministrazioni si fan vedere solo in campagna elettorale, poi spariscono nel nulla.” Insomma, questo piccolo angolo di paradiso rischia seriamente di diventare un piccolo angolo di inferno, se le amministrazioni non prendono provvedimenti quanto prima. “Penso che le ammini-

strazioni non facciano nulla per fare in modo che certi episodi si verifichino solo qui” è la triste conclusione di Alessandro Cavaliere “in questo modo il centro della città non ne risente, ed il turismo si concentra sulle strade principali come via Matteotti e via Roma, ottimi passaggi per il turismo ed il commercio.” Che sia vero? Che davvero la nostra amata Pigna, orgoglio della città di Sanremo, sia destinata al collasso e al degrado per favorire il commercio ed il turismo nella parte nuova della città? Già i milanesi e i torinesi non comprano più appartamenti, ci fa sapere Gianni, e infatti molte case, ben ristrutturate e in una zona molto silenziosa, rimangono in vendita per moltissimo tempo a prezzi, a volte, troppo modici. Ridateci il nostro paradiso, è la richiesta di aiuto che si alza a gran voce, e speriamo che, almeno stavolta, chi di dovere non faccia le orecchie da mercante e si muova affinché la nostra città vecchia non diventi la “città abbandonata”. Luca Masselli


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Viaggio nei quartieri: problemi? Si, no - PIAZZA CESARE BATTISTI

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Perchè piazza Battisti è abbandonata a se stessa? Sanremo. Nel nostro viaggio attraverso i quartieri di Sanremo, non potevamo non trattare di piazza Cesare Battisti, la piazza della vecchia stazione ferroviaria della città dei fiori. Un tempo quella piazza dava il benvenuto a tutte le persone che scendevano dal treno le quali avevano scelto la città dei fiori come luogo di villeggiatura e non solo. Con lo spostamento della ferrovia a monte è iniziato un lungo e inesorabile declino della zona: infatti il commercio in zona ha un po’ perso il giro che negli anni aveva preso. Inoltre essere a due passi dal Casinò, non aiuta, anzi soprattutto in orari notturni capita di vedere volti poco raccomandabili, oltre alla scarsa illuminazione e al disordine. Questo, di sicuro, non è un buon biglietto da visita per Sanremo, anzi è l’ulteriore dimostrazione di come le varie amministrazioni comunali che si sono succedute alla guida della città, abbiano fatto finta di non vedere il degrado che si trova in uno dei luoghi più importanti e storici della città. Lì arrivavano re e zarine un tempo, oggi solo venditori di rose e qualche sbandato di troppo. Per capire la quotidianità delle persone che vivono la zona e vi lavorano abbiamo posto alcune domande e Giovanni Moschini ci ha detto: “purtroppo piazza Battisti è ormai diventata una periferia, con la chiusura dell’exstazione ferroviaria si sono dimenticati di noi. Ormai non c’è più passaggio di persone come una volta e le attività commerciali ne risentono ed è importante che ci si ricordi che Sanremo è anche questo lembo”. Continua Moschini: “vorrei sapere quando si decideranno a fare della vecchia stazione un luogo vivo, dove i locali sfitti potranno essere affittati per dare linfa vitale a questa zona che ormai sta scivolando in un lento degrado da ogni punto di vista. Questo immobilismo non mi piace,

Giovanni Moschini

Dario Penza e Alessandro Candito

soprattutto a due passi dal Casinò, che impressione vuole dare la città ai turisti? Soprattutto d’inverno, ad esempio, dopo le 19 la zona è invasa da parecchi volti poco raccomandabili, ci vorrebbe più controllo”. E conclude: “questo, purtroppo, è il quartiere più spiantato di Sanremo, è necessario che piazza Battisti torni ad essere viva e parte integrante della città, cosa che ad oggi non è!” Durante il mio sopral-

luogo in piazza Battisti, ho notato che sono totalmente assenti le panchine. Infatti le numerose persone che attendono l’autobus, spesso si siedono sui gradini dei negozi o stanno in piedi ad attendere il mezzo pubblico, per non parlare della pensilina, un po’ come le fermate dei bus a Tripoli per intenderci… Il giovane Dario Penza: “da quando sono al mondo, mi interrogo su cosa sia in realtà piazza Battisti. E’ una piazza? No, mi sembra più una zona di passaggio, un area di transito. L’arredo urbano lascia a desiderare, soprattutto a due passi dal Casinò non è molto bello, non ci sono aree di sosta. Non comprendo il senso di aver creato i posteggi gratis in via Bixio (disco orario 2 ore) e quelli di corso Imperatrice, dove non esistono uffici (disco orario di 4 ore). Come fanno le persone che

devono lavorare? Vanno al posteggio di piazzale Dapporto? Magari era meglio ubicarli davanti alla vecchia stazione o dai magazzini ferroviari”. E conclude: “cosa ne vogliamo fare della vecchia stazione dei treni?” Alessandro Candito: “La vecchia stazione dovrebbe essere tenuta meglio, oppure far riattivare questo edificio in qualche modo per scopi turistici o commerciali”. E conclude: “per quanto concerne la viabilità, la rotonda è allucinante, è un pericolo per le auto e moto,

infatti spesso e volentieri si sono verificati incidenti”. Insomma piazza Battisti è un ibrido abbandonata al suo destino; sotto il Casinò dove i ‘ricconi’ dovrebbero spendere i loro soldi, a due passi si trova una zona che è poco valorizzata se non per l’impegno quotidiano dei commercianti della zona che con molti sforzi vanno avanti. Comunque che non disperino i commercianti, il comune si è ricordato di voi, le luminarie sono già state installate… Andrea Di Blasio


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S.O.S rifiuti: “solo la differenziata potrà salvarci” A PROPOSITO DEL “PORTA A PORTA”

Ivan Lombardi

Taggia. Discarica di Collette Ozotto, tra Arma di Taggia e Bussana, tutti i rifiuti dei 67 comuni imperiesi convergono qui, ma sembra che ormai sia stracolma. La scorsa settimana è rimasta chiusa per qualche giorno, i rifiuti da trattare sono troppi, Sanremo dalla scorsa settimana trabocca di spazzatura. L’unica speranza appare la discarica di Vado Ligure, ma i soldi per il trasporto sono un altro guaio per le tasche dei Comuni. Arma di Taggia è preoccupata per quello che sta succedendo a Sanremo, pattumiere a cielo aperto, rifiuti che brulicano? Come si può combattere l’emergenza rifiuti? “E’ normale che se i camion erano bloccati, i rifiuti sono rimasti a Sanremo. Quello che è successo alla città dei fiori dispiace ma può capitare. Non mi preoccupa la cosa però, è una situazione momentanea. Il problema è ora unire le forze e cercare di risolvere il problema rifiuti” - dice Ivan Lombardi, vicesindaco e assessore all’ambiente di Taggia. “L’unica soluzione per adesso è mandare i rifiuti a Vado, la discarica di Collette Ozotto è piena. Non c’è altra soluzione che la chiusura e mandare tutto a Savona. Noi un progetto c’è l’abbiamo per far fronte allo smaltimento, è la raccolta porta a porta ma purtroppo non possiamo attuarlo ora come ora perché il patto di stabilità non ce lo consente. Non ci sono le risorse, mancano i finanziamenti

dalla regione. Ma a partire dal prossimo anno faremo di tutto per far partire la raccolta porta a porta.”. Effettivamente la preoccupazione c’è, anche la spesa ulteriore dei rifiuti da mandare a Vado, tutto preoccupa ma Ivan Lombardi tranquillizza: “I cittadini devono stare sereni, niente panico, quello che consiglio loro è la raccolta differenziata. Solo così faremo fronte all’emergenza. E’ l’unico modo per spendere meno. Tutto parte dalla sensibilità del cittadino che si deve

rispecchiare nel Comune, è suo dovere rispettare l’ambiente e quindi fare in modo che le cose vadano meglio. Ci sono due tipi di cittadino, quello civile e quello incivile che butta la cartaccia per strada, che non pensa che la strada non è solo comunale ma è soprattutto sua e anche degli altri. Ad Arma le cose non vanno troppo male. La differenziata comincia a funzionare, ma dobbiamo fare di più. Tutti i Comuni possono attivarsi per sensibilizzare meglio i cittadini”. Francesco Basso

Il “porta a porta” è il modo più completo di realizzare la raccolta dei rifiuti urbani. Innanzitutto si eliminano i grandi cassonetti sulla strada e ne vengono posizionati di più piccoli all’interno dei cortili, dimensionati in base al numero di cittadini facenti parte la struttura abitativa. In questo modo, a quanto pare, si aumenta la quantità e la qualità dei rifiuti. In ogni condominio si posizionerebbero contenitori per: rifiuto indifferenziato, organico, carta e cartone, vetro e lattine, imballaggi di plastica. In più l’eliminazione dei cassonetti su strada migliorerebbe l’arredo urbano. Avete mai pensato se quello che è successo a Sanremo accadesse a casa vostra? Non avete paura di una discarica nel vostro cortile per mancato ritiro di rifiuti porta a porta?

Legambiente premia Taggia e Carpasio come “ricicloni” Genova. Oggi nella sede della Regione Liguria, in piazza De Ferrari 1 si terrà il Premio di Legambiente per i comuni liguri “ricicloni”. Alla tavola rotonda partecipano il presidente di Legambiente Liguria Stefano Sarti, l’assessore all’Ambiente della Regione Liguria Renata Briano, il presidente della Provincia della Spezia Marino Fiasella, gli assessori all’Ambiente della provincia di Savona e di Imperia Paolo Marson e Giovanni Ballestra, l’assessore all’Ambiente della Provincia di Genova Sebastiano Valerio Verda Sciortino, il vicedi- Renata Briano rettore e il responsabile scientifico nazionale di Legambiente Andrea Poggio e Stefano Ciafani, Andrea Baroni dell’Osservatorio Regionale sui Rifiuti e Pierluigi Gorani di Conai-Consorzio nazionale imballaggi. Si consegnano gli attestati ai comuni liguri più virtuosi nel campo della raccolta differenziata. Della Valle Argentina spiccano Taggia e Carpasio. “Ringrazio i carpasini e le persone foreste che seguono le disposizioni dell’amministrazione comunale in materia di rifiuti” - ha commentato il sindaco di Carpasio Valerio Verda - “siamo stati premiati per i nostri sacrifici e la nostra caparbietà. Ogni 15 giorni in paese avviene il ritiro degli ingombranti e facciamo in modo che nessuno rovini l’ambiente”. I piccoli comuni saranno quelli più colpiti economicamente per il trasporto dei rifiuti a Vado Ligure, ma è da questi piccoli Comuni che bisogna prendere esempio per salvare la situzione dall’emergenza rifiuti. F.B. Stefano Sarti



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L’ECO DELLA RIVIERA

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Furti all’ospedale Saint Charles Una denuncia del Comitato

Bordighera. Il Comitato Saint Charles è nel panico perché sarebbero pervenute delle notizie molto gravi in merito ad alcuni furti che, per il tipo di refurtiva, sembrerebbero dei prelevamenti su commissione, oppure mirati a ridurre quel tipo di prestazioni, “strumenti medicali altamente specialistici” utili per esami specifici. Parrebbe che l'ASL non voglia provvedere all'immediata sostituzione e quindi i cittadini sarebbero costretti ad andare a farsi visitare altrove. E dal comitato per la difesa dell'ospedale bordigotto aggiungono: “Pare inoltre che non sia stata fatta nessuna denuncia alle competenti autorità; se così fosse sarebbe veramente molto strano e oltre ai disagi procurati dalla carenza cronica di personale infermieristico, e medico, se ne aggiungeranno altri per la carenza di strumenti”. Prosegue il comitato: “Sembra inoltre che non vogliano sostituire alcuni primari e altro personale che sono andati in pensione, (la Chirurgia da anni non ha un

primario, la Radiologia da mesi) il responsabile della Sub intensiva presto andrà in pensione. L’ASL continua a voler risparmiare prevalentemente nella nostra zona, e allora perché non si attiva seriamente per sostituirli? Probabilmente i vertici della ASL, a tutti i livelli, vogliono economizzare i sei milioni di euro tagliati dalla Regione, ancora una volta nel nostro ambito, il D.G. presumibilmente darà degli incarichi a scavalco ai responsabili di Sanremo, che, viste le esperienze del passato, ci preoccupa molto perché alcuni, pur non essendo mai stati a Bordighera, hanno fatto dei progetti operativi funzionali di depotenziamento della struttura facendo razzia delle risorse e delle tecnologie bordigotte”. Il Saint Charles sempre più nella bufera, un ospedale un tempo fiore all'occhiello e assai comodo per il comprensorio intemelio, sta sprofondando sempre più nel baratro. Perchè tutto questo? a.d.b.

VENTIMIGLIA

Sequestrati dalle fiamme gialle 28 kg di hashish: due arresti

28 kg di hashish e due arresti. E’ questo il bilancio della brillante operazione che ha visto impegnati i finanzieri di stanza al valico di Ventimiglia. Questa volta, a cadere nelle maglie delle Fiamme Gialle, è stata una giovane coppia di insospettabili spagnoli, che, all’alt da parte della pattuglia della Guardia di Finanza, non ha opposto alcuna resistenza, palesando una sorprendente tranquillità dettata dalla fiducia nella bontà degli accorgimenti adottati per occultare la droga. Ma i due spagnoli non avevano fatto i conti con il fiuto dei pastori tedeschi in forza al reparto, i quali hanno prontamente segnalato la presenza dello stupefacente, abilmente occultato all’interno di un doppiofondo predisposto nel serbatoio dell’autoveicolo, permettendo il definitivo rinvenimento di oltre 28 kg di hashish. Sono così scattate le manette per i due spagnoli e questo nuovo arresto testimonia la solerzia e l’impegno della Guardia di Finanza nella lotta al traffico degli stupefacenti. a.d.b.

Il mercato è in crisi, si rimpiangono i vu-cumprà

Venerdì. Il mercato del venerdì non rappresenta più quel volano dell’economia

sul quale la città di confine faceva affidamento. Questa è l’amara conclusione alla

quale sono arrivati i commercianti ventimigliesi. La crisi della bancarella incide negativamente anche sul resto della città, a dimostrarlo sono i numerosi negozi vuoti. I commercianti hanno individuato alcune cause di questo fenomeno: è diminuito fortemente il potere d’acquisto dei francesi e le spese di viaggio sono in costante aumento, rendendo svantaggiosa una trasferta a Ventimiglia. Ma una delle motivazioni principali, che ai più può sembrare un paradosso, è la scomparsa dei venditori

abusivi. Ebbene sì, sono in molti a rimpiangere la presenza di quei vù-cumprà che, con le loro borse di griffe false, attiravano numerosi avventori, i quali finivano con l’acquistare un po’ di tutto portando un’importante boccata di ossigeno a tutti i titolari delle varie attività. Insomma quella che sembrava una importante vittoria per la legalità, e invidiata da parecchie città vicine, si è rilevata in realtà un boomerang. A.P.

VALLECROSIA

La Fassi nel 2011 si trasferisce a Chiusanico

Lo storico stabilimento della Fassi di Vallecrosia fa le valige e si trasferisce a Chiusanico nell’entroterra di Imperia, a partire dal 1° gennaio 2011. Questo è quanto è stato deciso lunedì scorso nell’incontro tra l’amministrazione della ditta e i sindacati, per assicurare allo stabilimento della Mental la giusta continuità ed essere più moderna e competitiva nel mercato. Per quanto concerne la forza lavoro, ovvero gli operai impiegati, Confindustria rassicura: “Il trasferimento dell’azienda, che avverrà con tempistiche ben precise e anticipate nell’incontro odierno con le RSU e le organizzazioni sindacali, si concluderà nel corso del 2011 portando a regime la produzione del nuovo stabilimento all’inizio del 2012. Si è precisato inoltre che l’attuale organigramma dell’azienda non subirà variazioni e tutte le maestranze attualmente impiegate saranno necessarie per il nuovo stabilimento. Si tratta di un’operazione fondamentale per assicurare la continuità dell’attività aziendale attraverso un opificio tecnicamente moderno e quindi maggiormente competitivo ai fini di permettere la piena operatività della Fassi per i prossimi anni”. Insomma, dopo 70 anni Vallecrosia perde un pezzo di storia ma per fortuna, in questi tempi di crisi, nessuno perderà il lavoro. a.d.b.



GIOVEDI 21 OTTOBRE 2010 •

L’ECO DELLA RIVIERA

BREVI NEWS Mayday in mare, soccorsi immediati

Imperia. La guardia costiera di Imperia ha soccorso una pilotina con due persone a bordo, in difficoltà ad alcune miglia al largo del Prino di Imperia a causa di un’avaria al motore. Ricevuto il “Mayday” dalla sala operativa la Cp 806 ha raggiunto in pochi minuti l’equipaggio prestando assistenza agli occupanti affaticati, ma in buono stato di salute. Il soccorso si è concluso con il recupero ed il traino dell’imbarcazione in difficoltà in acque sicure nel bacino portuale di Imperia Porto Maurizio.

Tentato furto al bar Eden Bordighera. E’ stato arrestato dai carabinieri del Nucleo radiomobile di Bordighera un pregiudicato 41enne di Vallecrosia, Michele Moscato, sorpreso nel tentativo di commettere un furto all’interno del bar Eden, sul lungomare di Bordighera. L’uomo, tossicodipendente e con precedenti, era già riuscito a entrare nell’esercizio pubblico forzando la vetrata di ingresso. Ha tentato di impossessarsi del registratore di cassa e di diverse bottiglie di liquori, spumanti e altro ancora. I militari, tuttavia, durante un servizio di pattuglia, si sono accorti dell’effrazione ed hanno subito bloccato il ladro all’interno del bar.

Incendio tra Rollo e Capo Mimosa I vigili del fuoco e i volontari della protezione civile sono intervenuti su un incendio boschivo che è divampato, nel territorio comunale di Cervo, sopra Capo Mimosa, vicino all’abitato di Rollo. Le fiamme hanno avuto origine non troppo distante dal villaggio Solemar. I soccorritori sono arrivati da un elicottero della Regione. Il fronte delle fiamme ha raggiunto circa 100 metri.

7 GIORNI DI CRONACA

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SOLDANO

Detenzione abusiva di armi in casa: altri 2 arresti Soldano. I carabinieri di Bordighera hanno concluso con due arresti e il sequestro di altrettanti fucili – un Beretta e un Lorenzotti, entrambi calibro 12 – un’operazione svolta a Soldano, nell’entroterra bordigotto, che ha portato alla scoperta di un deposito clandestino di armi, l’ennesimo, a Soldano, nell’entroterra di Vallecrosia, in provincia di Imperia. Sono cosi’ finiti in carcere: Franco Iannuzzi, 53 anni, coltivatore diretto e Lino Micheletti, 45 anni, entrambi pregiudicati di Ventimiglia. Il loro arresto segue quello avvenuto, pochi Iannuzzi Micheletti giorni fa, di Pasquale Nicotera, trovato in possesso di un fucile a pompa e una pistola che aveva nascosto in auto e in casa. Accertamenti sono in corso per risalire alla provenienza delle armi, illegalmente detenute.

49enne di Bordighera muore in un incidente a Desenzano Maurizio Fiocco, 49enne residente a Bordighera ma originario di Verona, è morto in un incidente stradale sull’A4 all’altezza di Desenzano (Brescia), sulla carreggiata in direzione Venezia. Fiocco era alla guida della sua Panda che ha tamponato un autoarticolato fermo nella seconda corsia a causa di un altro incidente. E’ rimasto incastrato sotto il Tir ed è morto all’istante per le ferite riportate.

Ricercato per omicidio, arrestato E’ stato convalidato l’arresto di Ramli Rida, 26 anni, l’immigrato tunisino accusato di aver ucciso, a Napoli, un algerino suo coetaneo. Il giovane, riuscito a fuggire dopo il delitto, e’ stato arrestato dalla Polizia di Frontiera al valico di Ventimiglia, in provincia di Imperia. I carabinieri lo cercavano, dall’alba del 28 settembre scorso, per l’omicidio di un altro algerino Per gli inquirenti, infatti, Ramli, che viveva con la vittima, doveva essere stato l’autore dell’omicidio. Non avendo piu’ avuto sue notizie, l’autorita’ giudiziaria ha emesso un ordine di rintraccio per esigenze di indagini. Ramli e’ stato arrestato pochi chilometri prima del confine con Mentone.

Residuato bellico nel porto di Imperia Una bomba lunga una quarantina di centimetri per un diametro di nove è stata rinvenuta nel nuovo porto di Imperia. Il residuato bellico, di fabbricazione inglese, è saltato fuori dai lavori di scavo in corso in calata Anselmi, vicino all’edificio che ospita il nuovo museo navale. I Carabinieri hanno piantonato l’area in attesa dell’arrivo a Imperia, degli uomini del 32° reggimento Genio Guastarori di Torno che hanno recuperato l’ordigno per trasferirlo in una cava dove è stato fatto brillare.

Minorenne scappa da una comunità Ancora nessuna notizia sulla scomparsa della ragazza di 15 anni, N.I., che all’iniziaio di ottobre si e’ allontanatada una comunita’ del Golfo Dianese, dov’era stata affidata per una travagliata vicenda familiare. Ora la stanno cercando i carabinieri della locale Stazione, che hanno diramato le ricerche, informando tutte le centrali operative e le questure del territorio nazionale. Oggi i familiari della ragazza hanno tappezzato tutta Diano Marina di manifesti, nella speranza che qualcuno possa dare una mano a rintracciarla. Del caso e’ stato informato anche il tribunale dei Minori di Genova. Assieme a lei, dall’Istituto si sarebbe allontanata anche una ragazza di 18 anni, madre di un bimbo di 7 mesi che ha lasciato in comunita’. Si ritiene che possa aver trovato ospitalita’ da qualcuno, ma non si esclude che stia vagando senza una meta ben precisa.

Bimba di 2 anni investita da scooter Sanremo. Una bimba di 2 anni, G.M., e’ rimasta lievemente ferita dopo essere stata investita da uno scooter mentre attraversava la strada, in via Roma, con la mamma. Sul posto i soccorritori hanno stabilizzato la piccola paziente, portandola all’ospedale Borea per accertamenti. Ha riportato un piccolo trauma cranico e alcune contusioni. Era piu’ che altro spaventata, ma le sue condizioni non sono preoccupanti.

Due feriti al Motogiro della Strega Nel tradizionale “motogiro della strega”, due ragazzi, S.L, di 18 anni e F.B., di 20 anni, sono rimasti feriti a circa tre chilometri dall’abitato di Baiardo, dopo essere caduti con uno scooter 150 di cilindrata. Sono stati soccorsi dai militi della Croce Verde Intemelia, che li hanno raggiunti, passando da Apricale.Il primo ha riportato un’escoriazione alla gamba sinistra e alla nati-


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7 GIORNI DI CRONACA

ca destra; l’amico escoriazioni al piede sinistro e al setto nasale. Le loro condizioni comunque non sono gravi. All’origine della caduta: forse l’asfalto scivoloso per le prime gocce di pioggia.

Ruba cosmetici al supermercato Una donna polacca di 31 anni è stata arrestata a Bordighera dai carabinieri. Aleksandra Strak, domiciliata a Vallebona, 31 anni, ha trafugato una decina di cosmetici, per un valore approssimativo di circa 100 euro, al supermercato Billa. La donna è stata fermata all’uscita dopo aver attirato i sospetti della sicurezza. Nelle mutande e nel reggiseno le sono state cosi’ trovate confezioni di ‘rimmel’, profumi e altri cosmetici. A quel punto sono stati contattati i carabinieri che l’hanno portata in caserma. E’ stata condannata per direttissima a 4 mesi di reclusione con sospensione condizionale.

L’ECO DELLA RIVIERA

SANREMO

Attenzione, l’obiettivo fotografico è dietro l’angolo Un pensionato benestante di 59 anni è stato fermato dai carabinieri di Sanremo e su di lui la procura ha aperto un fascicolo. A destare i sospetti il fatto che l’uomo al passaggio dell’auto dei carabinieri, trovato in possesso di macchina fotografica e binocolo, si era stranamente nascosto. Al momento è indagato per violazione della privacy ma la magistratura avrebbe disposto ulteriori accertamenti. Nell’ “archivio” fotografico del maniaco ci sono le foto di tantissimi volti conosciuti della città dei fiori.

Locomotore guasto treni bloccati a Diano

Segnaletica irregolare per autovelox

In seguito a un guasto meccanico al locomotore dell’Intercity 677, diretto a Milano e rimasto fermo dalle 16 alle 19 tra Diano Marina e Cervo si è creato un blocco di 3 ore alla circolazione dei treni sulla linea Ventimiglia-Genova che ha causato parecchi disagi a centinaia di viaggiatori. Per far arrivare a destinazione oltre cento persone in viaggio sull’Intercity, Trenitalia ha trainato i vagoni in stazione a Diano Marina per poi far salire i viaggiatori su tre pullman (uno diretto a Milano e due a Genova). Con la rimozione del locomotore, alle 19 è stata sbloccata la situazione.

L’irregolare posizionamento dei cartelli che segnalano la presenza di una postazione di controllo elettronico della velocità ha costretto la Provincia di Imperia a chinare il capo davanti a un giudice di pace. A Taggia Roberto De Cesare, chiamato a pronunciarsi su una dozzina di opposizioni depositate da altrettanti ricorrenti, ne ha accolto l’80%. Gli interessati, in media hanno risparmiato 155 euro di multa e la decurtazione di 5 punti dalla patente. La Provincia di Imperia è corsa ai ripari sanando i motivi che l’hanno vista soccombere.

4 anni al pescatore arrestato per detenzione di hascisc Il gup Maria Grazia Leopardi di Sanremo ha condannato, in primo grado e nelle forme del rito abbreviato, a 4 anni di reclusione Simone Sangregorio, il pescatore sanremese di 24 anni arrestato, all’inizio di agosto, dai carabinieri di Taggia che lo hanno trovato in possesso di mezzo chilogrammo di hascisc. All’epoca del suo arresto, alla richiesta di esibire i documenti, il giovane si dimostro’ subito nervoso e agitato. Scattarono cosi’ i primi controlli, ma con esito negativo. A quel punto, per evitare un’ispezione piu’ accurata, il ragazzo tiro’ fuori da sotto il sedile il panetto con la droga.


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