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Gabriella Di Maria Castiglia

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Gabriella Di Maria Castiglia BIOGRAFIA

Gabriella Di Maria Castiglia è nata a Genova, città in cui inizia gli studi di pittura, disegno e scultura presso L'Accademia Ligustica di Belle Arti, sotto la guida del famoso scultore Edoardo Alfieri. Sempre a Genova, continua il suo percorso formativo presso lo studio dell'artista Mario Schiaffino e collabora con la scultrice romena Yvonne Tomesco. Gabriella si trasferisce in Canada nel 1977 e continua i suoi studi all'Ontario College of Art, con i professori Bill Clemens e Leonhard Oesterie, conseguendo il diploma di scultrice. Rientra in Italia nel 2002 e si stabilisce

a

Genova,

dove

risiede

ed

opera.

Le sculture, i dipinti, i pastelli e le litografie di Gabriella fanno parte di collezioni private in Canada, Stati Uniti, Italia, Australia, Argentina e Giappone. Inoltre, i suoi lavori vengono regolarmente venduti da note case d'asta. MEMBRO DELLE ASSOCIZIONI 1) TheSculptor's Society of Canada 2) The Ontario Society of Artists 3) Visual Arts Ontario CONTATTI Tel.: 010 3774488 - Cell.: 338 3686889 Email: gabriella.di.maria@alice.it Sito Web: http://www.gabrielladimaria.com


Gabriella Di Maria Castiglia

CURRICULUM ARTISTICO Pubblicazioni 2005 I GIUDIZI DI SGARBI 99 artisti dai cataloghi d'arte moderna e dintorni, Editoriale Giorgio Mondadori, Milano, Italia. 1996 Nuova Arte, Giorgio Mondadori, Milano, Italia. 1992 Nature's Bounty Art News, Markham, Ontario, Canada. 1991 Scultor's Society of Canada Newsletter, inverno, Richmond Hill, Ontario, Canada. 1991 Nuovo Confronto, n.7/8 luglio-agosto, Bari, Italia. 1991 Nuovo Confronto, n.6 giugno, Bari, Italia. 1990 Corriere Illustrato, agosto, Toronto, Ontario, Canada. 1984 Calendario dell'Ontario College of Art, Toronto, Canada. Premi 2005 Premio Ambiente 2000, primo premio nella sezione "Arte, ambiente e scultura", Milano, Italia. 1998 Premio "Artista dell'Anno", Associazione "Galleria Centro Storico", Firenza, Italia. 1993 Membro della giuria per il 119째 OSA Annual Open Juried Exhibition, Toronto, Ontario, Canada. 1992 Premio MST per il miglior bronzo Scultor's Society of Canada Award, toronto, Ontario, Canada. 1990 Primo Premio, 5a mostra internazionale dell'arte in miniatura, Metro Toronto Convention Centre, Toronto, Ontario, Canada.


Gabriella Di Maria Castiglia COMMENTI Luciana Benzi critico d'arte, Toronto, Ontario, Canada

Gabriella ci ripresenta quel ciclico ritorno alla fonte ispiratrice inevitabile in ogni forma d'arte di ogni cultura. E' un fenomeno che da' credito al paradosso platonico dell'esperienza di stati mutevoli, cioe' che il riflesso del reale rendendo una verita' artistica diventa in se stesso reale. Gabriella parla apertamente di essere stata sin dall'infanzia inevitabilmente influenzata dalle correnti del momento. Essendo nata e cresciuta a Genova era impossibile negli anni Quaranta e Cinquanta non formare forti impressioni visive e ideologiche quando i giganti dell'arte di quel periodo quali Matisse e Picasso imperavano e abitavano, metaforicamente per cosi' dire, "dietro l'angolo", e le notizie delle loro opere erano all'ordine del giorno.Gabriella, come tanti altri validi artisti, intuitivamente segui' la scia di questi formidabili maestri. Il suo lavoro rivela il richiamo di questa eta' di maggiori influenze ma individua anche la sua realta' artistica, la sua visione interna, la sua tematica piu' sentita. Non importa se la sua formazione era stata stimolata da altre realta' artistiche. Il suo talento era al lavoro con il beneficio delle provenienze e della propria ispirazione. La sua opera e' quasi interamente figurativa. I visi e le figure che scolpisce e dipinge riflettono il suo mondo come un'onesta autobiografia. La sua arte ci presenta atteggiamenti che riconosciamo e che ci toccano, espressioni di legami d'affetto, di sensualita' palpitante. E' una sintesi del suo amore per l'essere umano. I molti nudi femminili non vengono presentati passivamente ma partecipi del loro stato esistenziale e con una proposta di comunicazione e d'intesa. Nello stile della sua scelta troviamo trasposizioni e distorsioni, ammassamenti di certe parti e riduzioni di altre. Le liberta' che si prende le sa usare con armonia e con mano sicura e se ne serve per guidarci a scoprire la totalita' del lavoro. Nel suo progredire artistico Gabriella rimane fedele alla sua musa e diventa convincente nella sua autonomia. Nell'arte contemporanea ci troviamo spesso di fronte ad un vero e proprio diniego dell'elemento umano, come fosse sacrificato alle dominanti strutture e complessi intellettuali dei nostri tempi. Gabriella ci riporta alla nostra umanita'. La sua tematica ci fa riscoprire i rapporti umani. I suoi scambi emotivi sono messaggi che non possiamo ignorare. Non ci sono traumi radicali o rotture irreversibili col passato nel suo lavoro. Invece troviamo il sottinteso che nella sua ricerca della figura umana emerge in rappresentazione del valore della continuazione della specie e un nesso col futuro. Intuitivamente e con spontaneita' possiamo rispondere alla sua narrazione o al messaggio che contiene. Le masse sicure e sensuali dei suoi nudi in bronzo, la raffinata e sensibile lavorazione e contrasti di liscio e ruvido dei lavori in pietra ci parlano con chiarezza del suo talento genuino di scultore e della sua dedizione all'arte. I suoi rilievi, dipinti e disegni offrono delle interessanti variazioni di tecnica e lo stesso alto livello di lavorazione e la sua abilita' con colori e sfumature. Senza ascoltare i dettami alienanti delle mode d'arte, Gabriella Di Maria Castiglia è impegnata a farci ritrovare il fattore umano nell'arte figurativa.


Gabriella Di Maria Castiglia

COMMENTI Angelo Principe Ph. D University Of Toronto Al centro dell’arte di Gabriella vi e' la Donna con la sua forza e vulnerabilità' insieme. Comunque ella guardi all'individualità di questa o quella persona o gruppo, così' le sue donne diventano simboli non solo dell'essere 'donna' ma dell’umanità nel suo insieme. Tutta la sua produzione artistica (bronzi, pastelli densi di colore, rilievi e dipinti acrilici) riflettono un dualismo: il desiderio di pace e di serenità' e la sensazione di essere lasciati fuori, esclusi. Questi desideri e sentimenti assumono diversi aspetti metaforici a seconda del soggetto dell'opera o dell'umore dell’artista. Si può' individuare nella 'Donna sulla poltrona rossa' che fissa rilassata un punto lontano, mentre il corpo sbocciante di una giovane fanciulla appare in tutta la sua fragile nudità. Questi desideri e sensazioni dominano anche il grande pastello della 'Donna che legge': i tendaggi ed un libro, suggeriscono una stanza ordinata ed accogliente che la 'donna' domina nella sua posa pensierosa, col suo collo allungato ed il capo fiero. Di piu', al di la' del suo stato d'animo e del suo sentire, le opere di Gabriella testimoniano il suo travaglio per raggiungere un personale discorso artistico miscelando la tradizione italiana del Rinascimento con la modernità. Ella riesce in questo compito attraverso la disposizione di alcuni elementi figurativi (un piede, un braccio, il collo, un fianco, l’addome, ecc) del soggetto. Cio' riverbera un senso di squilibrio sull'intera opera che rende la sua arte vibrante di vita attuale. Il rilievo 'Metamorfosi', ad esempio, ritrae forme umane indefinite (un viso, un seno, una spalla, un braccio e due mani che potrebbero forse essere due caschi di banane) intessuti con frutta esotica e due grandi foglie. Una patina densa di colori copre forme primarie, dando la sensazione che quelle forme stiano affiorando o fondendosi insieme. La 'Metamorfosi' bilancia il desiderio di serenità ed il timore dell'incertezza in un possente proclama artistico. Il 'Campo di grano', altro bassorilievo, rivela invece il senso di marginalita' e di isolamento che pervade anche le 'Tre ragazze al balcone'.Un bel campo di grano, pronto per la mietitura occupa la parte centrale del rilievo. Al di la' del campo vi è il cielo con un sole brillante. Sull’estremita' destra, all'orizzonte vi e' una calda casa di campagna. In primo piano, ai margini del campo di grano, profilate sul declivio di un’arida collina, due giovani donne raccolgono fiori. Esse sono insieme, eppur assenti poiché una porge la schiena all'altra. Il confort della casa, la sensazione rassicurante del campo di grano vanno oltre la raccolta dei fiori. Di fronte a loro vi e' solo la cima di una collina spoglia e tutt’intorno l'effimera bellezza di fiori selvatici. Quest'opera narra di un mondo ormai smarrito, seppur dentro di noi per sempre.


Gabriella Di Maria Castiglia

COMMENTI Vittorio Sgarbi critico d'arte, Italia Gabriella Di Maria Castiglia non e' certamente una scultrice convenzionale. La sapienza nello sbozzare i materiali, su cui esercita una manualita' eclettica ed esperta, non puo' e non deve farci trascurare la sua bella produzione di pastelli, oli e litografie, tecniche dove elabora efficaci sintesi visive, richiamandosi ai medesimi stilemi della sua produzione, che resta comunque primaria, di scultrice. Dopo un percorso di apprendistato all'Accademia Ligustica di Belle Arti, le sue scelte estetiche si sono dirette verso quel museo europeo del secolo scorso, che ha avuto come grandi protagonisti Maillol, Modigliani e Picasso. Certamente ha tenuto conto di quei modelli magistrali, nel momento in cui ha optato per una figurazione plastica strutturata in geometrie modulate sul quadrato, sul triangolo e sulla losanga. Su questo schema di base, la ricerca di questa scultrice ha quindi trovato la sua piena autonomia espressiva nella realizzazione di figure femminili forti e a tuttotondo, volumetricamente assai significative, alle quali il bronzo presta epidermidi setose. In tutta la ricerca figurale di Gabriella Di Maria Castiglia gli equilibri architettonici delle forme nello spazio derivano da una coscienza estetica ordinata e razionale, che si rivolge a una naturalita' fortemente iconica. Sono soprattutto densi e fascinosi i corpi di giovani creature che sembrano alludere a un passato mitologico e matriarcale, esaltate da una carnalita' apollinea, distesa e appagata. Offrendosi alla vista con chiarezza esplicita, queste narrazioni sono nette e antiretoriche, di assoluta scioltezza e vivacita' creativa, soprattutto quando sono riportate nell'impianto del bassorilievo. In questi casi le figure si delineano in valenze quasi pittoriche, esplicitando allegorie delicate e colte, che richiamano le celebrazioni arcaiche di riti propiziatori legati alla terra e alla fertilita'. Il rigore di Gabriella Di Maria Castiglia, inteso come controllo della manualita' e adesione coerente a un modello figurale e compositivo di alta scuola, corrisponde a una vocazione naturale, istintivamente elegante e limpida. Intervenendo con sicurezza sulla materia e nella composizione di un impianto stabile e corposo, l'artista mantiene costante l'attenzione agli effetti della luce e dei cromatismi. Il gioco delle forme e' infatti spesso caratterizzato da sapienti effetti coloristici e chiaroscurali, che conferiscono accenti inattesi all'invenzione figurale. Va quindi sottolineata la particolare efficacia, non solo delle coloriture naturali - quelle che provengono dalla carne della materia scultorea, una volta che e' stata sottoposta alla luce in volumetrie calcolate proprio per ricavarne effetti ottici e cromatici - ma anche della tinta applicata all'hydrostone. Questo impasto plastico cementoso, molto usato nell'arte d'oltreoceano, presenta qualita' di minore arrendevolezza rispetto alla creta e sortisce effetti finali assai simili al granito. Di Maria Castiglia ne ha tratto notevoli profitti estetici, raccogliendo probabilmente i frutti di un suo lungo soggiorno canadese e dalla frequentazione dell'Ontario College of Art. Nei volti e nei corpi eseguiti con questo materiale, che delineano un sagomato piu' prossimo all'astrazione, le capacita' inventive sono suffragate dalla certezza di una cultura visiva che, con Picasso soprattutto, ha guardato all'arte primitiva africana. Nella sicura padronanza del suo mestiere, questa artista sa elargire forza e immediatezza alle forme plastiche, approdando ogni volta a una sintesi narrativa che mantiene costanti i valori della rappresentazione.


Gabriella Di Maria Castiglia

COMMENTI Donat Conenna critico d'arte, Italia Quando, a proposito di scultura, si dice "forma", bisogna intendere la linea lessicale in tutta la sua accezione, nella sua indivisibile (e quindi visibile) identita' fisico-spirituale. Per Gabriella, la forma non si divide dallo spirito. La fisicita' del manufatto costituisce nello stesso tempo il confine esterno e quello interno del suo descrivere plastico.Seguendo i perimetri di questa "teoria", che vede i suoi albori nell'espressionismo europeo degli Anni Venti (penso a Ernst Barlach, al "Prometeo" di Jaquels Lipchitz, ma anche ad una certa idea primitivistica e tattile di Henri Matisse) Gabriella ritrova una propria idea dell'equilibrio psicosomatico del modellato, disgiunto dal diritto-dovere di riprodurne in vitro la realta' "come uno specchio". Insomma, non e' visitata, la scultrice ligure-canadese, da Francesco Messina e nemmeno da Archipenko: la storia della scultura rivive nelle sue forme quel "media virtus" che gia' costituisce - per il Novecento, secolo innovante, anzi rivoluzionario per eccellenza, ma che ha prodotto anche allucinanti esperienze di fedelta' all'immagine, come l'iperrealismo, per esempio l'equazione mediana di cio' che chiamiamo estetica. Non il fotogramma verista consumato in una istantanea di proporzioni, ma i valori dell'es (eprimere, esternare, estrarre, esperire), che per una ricercatrice di nuovi rapporti tra forma e luce costituiscono la ragione del dire e del fare (arte).Nelle sculture di Gabriella, infatti, l'idea della forma "lavorata" dall'espressione ma non disgiunta dal vero reale e' chiamata a svolgere un incidente commento stilistico.Non di "improvvisi" lucori si nutre il manufatto, che pure in alcune fasi, ha la dolce violenza del volere fortemente l'espressione anatomica. Ma la luce che accende il dettaglio, a volte esteso a proporzioni che solo il portato psicanalitico puo' giustificare, non trascura l'insieme.Ed ecco che i corpi di Gabriella Di Maria Castiglia si lasciano fasciare, si', dal colore diffuso della pigmentazione esterna, ma lasciano ampi squarci interiori di lettura, a volte naturalistica, a volte mnemonica. Sempre di propria (in senso francese, cioe' pulita) ed intensa espressivita'.

Nicoletta Cobolli Gigli critico d'arte Come e' evidente nelle opere di questa artista, la cosidetta monumentalita' e', specie in scultura, una caratteristica (o qualita', o modo di sentire e di proporre) che non richiede necessariamente il "fare alla grande". Lo stesso dicasi per la maestosita'. Comunque queste opere, di evidente maestria tecnica, riescono a dare alle figure (pur avvalendosi di parentele picassiane, legeriane e anche martiniane) una sorta di autorita' poetico-misteriosa notevole.

Leonard Oesterle Scultore e insegnante Ontario College of Art, Toronto, Canada I suo lavori traggono origine da un antica catena di tradizioni: dalle dee madri alle dee greche e semplici mortali, le figure dei sarcofaghi etruschi e le Madonne medievali e rinascimentali. Gabriella ha anche un grande interesse per le creazioni dei suoi immediati predecessori italiani e francesi. Anzitutto, in questa presentazione di donne sensuali e bellissimi infanti, Gabriella ci rende partecipi della sua celebrazione della vita e della bellezza.


Gabriella Di Maria Castiglia



































































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