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La casa per Josephine Baker
from La casa per Josephine Baker: erotismo e sessualità nell’era della “buona società” viennese.
by Yuliya Furiv
Nella Baker House bisogna soffermarsi a cercare di intravedere il corpo di Josephine attraverso espedienti architettonici tesi a esibire e intrappolare il corpo di una persona, della cui assenza Loos non sembra preoccuparsi. Josephine incarna il ruolo di quella “presenza assente” che compare già in numerosi scritti di Loos, tra cui il già citato Ornamento e Delitto; chiedere l’abolizione di un ornamento è, in qualche modo, manifestare un’ ossessione per la sua assenza. Perché è attraverso la sua assenza che un oggetto apparentemente irraggiungibile può essere acquisito.
Per Loos si è più eleganti quando si è meno notati, “quando uno si distingue il meno possibile dal centro della cultura”17. Nei confronti dell’uomo contemporaneo, che imbratta i muri di simboli erotici per soddisfare un suo impulso interiore, Loos fa una critica aperta, perché per lui è l’ espressione indomita dell’uomo primitivo, il “papuano”, il degenerato.
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Se da un lato denuncia la degenerazione dei “muri sporchi” come esito di un’intima pulsione erotica, il motivo che decide di utilizzare per le facciate della casa per J. Baker viene, però, codificato come segno di uno stesso impulso represso e selvaggio. Altro ambiente della casa in cui il padrone, o per meglio dire la padrona della casa, diventa oggetto primario della visione e l’ospite il soggetto che guarda è la zona della piscina. Dal piano superiore della camera da letto è possibile tuffarsi in questa, che diventa l’elemento centrale nella progettazione dell’abitazione, circondata da una serie di passaggi, caratterizzati da finestre che si aprono sulla piscina stessa. Questo scenario trasforma l’ambiente in un piccolo centro di intrattenimento, prendendo d’esempio forse le maison close (bordelli) che Loos e la sua generazione hanno sicuramente frequentato18. Lo stesso Loos, che definiva la finestra come quella che serve a far entrare la luce e a non far passare lo sguardo, disegna qui finestre che servono proprio per guardare, aprendosi su un mondo acquatico in cui il corpo nudo di Josephine Baker potrebbe tuffarsi da un momento all’altro. È possibile che Loos abbia immaginato sé stesso dietro la finestra-specchio, ad aspettare di vedere il corpo nudo dell’oggetto del suo desiderio sessuale; il suo bagno rimanda a quell’epoca aristocratica che Loos ricorda spesso, quando la toilette era considerata un evento pubblico, un modo per differenziarsi pubblicamente in un tempo in cui la toilette era considerata una macchina di seduzione.

Cosa significa parlare di modernità?
La dimensione del pubblico e del privato, e la figura dell’architetto che ha disegnato il progetto appena analizzato, diventa quindi una situazione controversa.
Se durante tutto il periodo della sua vita Loos ha sempre cercato di portare avanti l’idea dell’inevitabile scissione tra sfera pubblica e privata, qui progetta uno spazio che rimanda all’evento pubblico, ma destinato ad essere vissuto nell’intimità dei due amanti.
La casa stessa diventa emblema di una sessualità repressa, quella che egli riconosce nell’uomo moderno come segno di degenerazione.
E’ giusto quindi parlare di modernità, di buona società viennese, e di uomo contemporaneo, diverso dal “Papua”, se, in fondo, uomo moderno e uomo primitivo sono guidati dalle stesse pulsioni?
Forse, l’unica cosa che effettivamente li differenzia, è il tentativo da parte del primo di mascherarle.
3 - La casa per Josephine Baker





Indice
La casa per Josephine Baker: erotismo e sessualità nell’era della “buona società” viennese. numero a cura di YULIYA FURIV
Nuda Veritas - Uno
La ricerca dell’altro - Due
Ornamento e Delitto - Tre
Mascherare la propria identità - Quattro
Tra privato e pubblico - Cinque
Il desiderio che incontra l’architettura - Sei
La casa per Josephine Baker - Sette
Cosa significa parlare di modernità? - Otto