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Il desiderio che incontra l’architettura
from La casa per Josephine Baker: erotismo e sessualità nell’era della “buona società” viennese.
by Yuliya Furiv
Se, quindi, il linguaggio architettonico è argomento tanto delicato, bisogna prestare molta attenzione a non incorrere nel rischio di definire l’architettura come puro esercizio tecnico, dettato da norme e standard generalizzati, e il disegno come strumento elitario, destinato ad una cerchia ristretta di persone, le uniche capaci di leggerlo.
Architettura e disegno architettonico vanno ben oltre questo; disegnare l’architettura è un labour of love14 che permette all’architetto di delineare come egli toccherebbe gli altri attraverso i loro stessi sensi. Al tempo stesso, il disegno architettonico fornisce conoscenze generali sulla percezione umana del corpo e la sua occupazione spaziale.
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La capacità del disegno architettonico di evocare il corpo umano permette di associare conoscenza e desiderio in una trama complessa da districare. Un disegno architettonico apparentemente posato, privo di qualsiasi senso nascosto, può in realtà essere contrassegnato da un desiderio molto umano, il desiderio per il corpo dell’altro, ma che i membri della “buona società” viennese non possono manifestare apertamente.
E Loos stesso ci fornisce un esempio quando disegna la casa per Josephine Baker, strumentalizzando un edificio come un’ estensione tattile dei suoi sensi per desiderare il corpo esotico di un’assente Josephine Baker15.
L’ architettura amorosa affonda le sue radici nel XV secolo, quando l’amore diventa un tratto ossessivo già per Alberti. Nel periodo illuminista è possibile trovare casi in cui l’amore, o per meglio dire, il desiderio, incontra l’architettura, in cui le leggi della seduzione sono ratificate nella teoria architettonica, nella finzione architettonica e nelle forme costruite. A tali architetture è stata attribuita la definizione di “bachelor machine”, una macchina che, quando messa in moto dalla seduzione, orchestra ruoli reversibili, in grado di intrappolare tanto il sedotto, quanto il suo seduttore16.
E la casa progettata da Adolf Loos può essere definita a tutti gli effetti una bachelor machine, una “lettera” scritta da un ammiratore e mai stata spedita, un tentativo di dettagliare l’immagine dell’ esotica danzatrice da più punti di vista, cercando addirittura di intrappolarlo al suo interno.