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Sommario Novembre Dicembre 25
RUBRICHE
11 EDITORIALE Previsioni per il 2026 tra Pnrr e bonus
12 INDEX Meno inflazione, più fiducia
16 OVERVIEW
18 ECONAUTA Codice degli Appalti impallinato dalla Ue
18 CHIACCHIERE IN CANTIERE Social housing e mercato
19 L'AVVOCATO Condomini e parti comuni
20 I FATTI NOSTRI Nuovi prodotti per i magazzini edili
22 DIGITAL NEWS
24 SEGGIOLE E POLTRONE
ATTUALITÀ
26 INCENTIVI FISCALI Che cosa cambia nel nuovo anno
30 IMPIANTI Conto termico sotto l'albero
34 AUTOMAZIONE In cantiere è in arrivo un androide
40 TRANSIZIONE GREEN Decarbonizzazione per il cemento
44
EDILIZIA Andamento lento per il cantiere
XVIII CONVEGNO YOUTRADE
54 L'EVENTO Cambiamento in due tempi
56 GIULIANO NOCI Perché il mondo volta pagina
60 STRATEGIE E PROSPETTIVE Coinvolti da un insolito destino
66 YOUTRADE AWARDS I distributori più forti per categoria
76 MARTIN TOBLER Assistente virtuale per i clienti
78 TALK SHOW A piccoli passi verso il futuro
84 LA CONGIUNTURA Edilizia avanti tutta, quasi indietro
90 INSTANT POLL Distributori pronti a fare acquisizioni
92 ALBERTO BUBBIO Per adattarsi l'impresa faccia l'ameba
94 TALK SHOW Distribuzione tra dati, clienti e addetti
FOCUS
98 MIBA Transizione green e digitale per l'edilizia
100 INTERVISTE Le novità dalle aziende
114 MARCEGAGLIA Il metallo si moltiplica in 300 colori
STORIA DI COPERTINA
116 T2D Con innovazione e laterizio la parete respira
DOSSIER
124 CLASSIFICA BIG D’EUROPA Ecco chi vince
132 STARK GROUP Uno per tutti dal locale al globale
T2D
LA PARETE RESPIRA CON LATERIZIO E MALTA
dell'impresa edile Edilman e Roberto
26
QUALI BONUS PER L'EDILIZIA CI ASPETTANO NEL 2026
LA ROBOTICA SI AFFACCIA ANCHE IN CANTIERE 34
In copertina: Alessio Pulcioni dello Studio Tecnico Associato Boccali e Pulcioni, Roberta Pettirossi della rivendita Romolo Pettirossi Edilizia, Valerio Mattioli
Numerini
LE NOVITÀ
E I PROGRAMMI
DEI PROTAGONISTI
DEL MIBA
182
NUOVE TECNICHE E MATERIALI
PER IL
CONSOLIDAMENTO
RIVENDITE
140 GRUPPO MADE Così Ipermat si è aperto alle finiture
144 EDILGROUP In marcia per diventare più grandi
148 DEUS Una distribuzione verso il futuro
152 RIVENDITE NEWS
154 SHOWROOMS
156 TO BUILD
PRODUZIONE
158 SPEKTRA Soluzioni hi-tech e cantiere digitale
164 GRUPPO TECNASFALTI Isolspace diventa una divisione
172 ETERNO IVICA Dai pavimenti ai tetti verdi
174 MUOVIAMOCI Ogni cosa ha il suo posto
175 REGOLIAMOCI Obbligo di banda larga per gli edifici
178 YOUTRADE NEWS
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
182 GENERAL ADMIXTURES Nuovi materiali per il ripristino
188 LATERLITE Connettori antisismici in versione mini
190 FIBRE NET Interventi mirati post sisma
192 SIKA Da oltre 100 anni proteggiamo e rinforziamo il futuro
204 CVR Rinforzi specifici per strutture in muratura
208 MAPEI Come scegliere le strategie di rinforzo
SPECIALE IMPERMEABILIZZAZIONE
212 XELLA Posa semplice ed efficace
213 NORD RESINE Una linea di sistemi ad alte prestazioni
214 LIQUIPLAST Alta resistenza con il sistema tutto in uno
216 POLYGLASS La membrana che resiste nel tempo
218 GRUPPO PML Le virtù nascoste delle membrane liquide
YOUTRADE CASA
224 BOERO La suite per combattere la muffa
226 CAP ARREGHINI Antimuffa a ciclo completo
228 LUXURY GOODS Rivestimenti in resin
230 IL RUOLO
DEL CAPPOTTO PER LA DIRETTIVA CASE GREEN
230 CASA GREEN Sistema cappotto per la direttiva Epbd
236 SOSTENIBILMENTE Porte aperte per il castello
238 HOME AUTOMATION Guerra a tre per i display Ai
239 AUTOMAZIONE Arriva il robot domestico
240 HI-TECH
Bari Nicolaus Hotel 11 - 12 marzo 2026
DISTRIBUZIONE AL SUD: DAI MATERIALI
A ONE STOP SHOP
Anche al Sud si diffonde il modello di distribuzione one stop shop, un punto vendita che offre una vasta gamma di prodotti, servizi o informazioni in un unico ambiente, un sistema più funzionale per soddisfare tutte le esigenze dei clienti. Questo significa che il distributore può abbinare materiali pesanti e leggeri, arredamento e colore, idrotermosanitario e ferramenta. Ma anche servizi su misura, a patto di avere formato chi deve stare a contatto con i buyer. Un trend, questo, che sarà al centro del IV Convegno YouTrade Sud in programma a Bari. La formula che ha decretato il successo della Gdo, insomma, diventa un punto di riferimento, ma interpretata in modo originale e nella scala delle rivendite di materiali edili, anche grazie al processo di concentrazione che stiamo vivendo. One stop shop è un’arma in più per competere, assieme alla trasformazione spinta dall’era digitale, con la rivoluzione dell’Intelligenza artificiale e la omnicanalità. Aggiornarsi è l’unico modo per non rimanere indietro: assicuratevi subito un posto all’evento.
VirginiaGambino
Mercoledì 11 marzo 2026 ore 18:15 Cena di business
Giovedì 12 marzo 2026 ore 8:30 Convegno
VEDIAMO OLTRE
ANNO 18 - NUMERO 164 NOVEMBRE/DICEMBRE 2025
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Redazione
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Impaginazione e grafica
Layout and graphics
Raffaella Sesia
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Previsioni per il 2026 tra Pnrr e bonus
F
inisce l’anno, ne inizia un altro. È il momento di fare bilanci, ma anche di interrogarsi su che cosa succederà nel 2026. Qualcosa lo sappiamo già: inevitabili polemiche tra canditati dello stesso schieramento in vista delle nuove elezioni regionali in Veneto e Campania, hype per il solito Festival di Sanremo, speranze in vista del Campionato mondiale di calcio. Poi, c’è l’aspetto più delicato: l’economia. Come andrà il mondo è più che mai difficile prevederlo, ma in compenso qualche cosa che ci riguarda da vicino lo sappiamo già. Si tratta della legge di Bilancio 2026, in procinto di essere approvata dal Parlamento su proposta del governo. Come sempre bisognerà aspettare l’ultimo minuto per un giudizio definitivo, dato che modifiche, emendamenti e ritocchi sono il pane elettorale di deputati e senatori, con il classico tentativo di assalto alla diligenza.
È lecito pensare, però, che alcuni provvedimenti presentati dall’esecutivo rimarranno intonsi. Per esempio, la proroga di un anno per i bonus al 50% e al 36%, che se evita il traumatico stop preventivato, non riesce comunque a offrire una stabile opportunità di attività per le imprese. Tra qualche mese le aziende della filiera edile torneranno a preoccuparsi per il nuovo stop nel 2027. Ma nella legge di Bilancio non c’è solo un abbuono di 12 mesi per gli incentivi fiscali.
Un aspetto che, forse, non è stato sottolineato riguarda il Pnrr. Il Piano di resilienza terminerà in agosto, anche se i suoi effetti finanziari potranno in parte perdurare anche nell’anno successivo. Ma va notato anche che la legge di Bilancio pesca un sacco di risorse proprio dal Pnrr. Anzi, la fetta maggiore delle risorse finanziarie scovate dal governo (in tutto il budget è di 18,5 miliardi) arriverà dalla rimodulazione dei programmi di spesa del Piano, con spese rimandate a data da divenire. Questa potrebbe non essere una buona notizia, anche perché non è ben chiaro come avverranno le rimodulazioni. In sostanza, il governo pensa in qualche modo di reperire con sponda sul Pnrr fondi per 5,1 miliardi, quindi quasi un terzo delle intere spese previste per il 2026. Il meccanismo contabile sarebbe il rinvio di quote di spese finanziate da prestiti e la carica sui fondi europei di programmi fin qui finanziati da risorse domestiche. Sempre che non ci sia uno stop da Bruxelles. C’è, poi, il doloroso capitolo dei tagli: i vari ministeri dovranno risparmiare circa 2,3 miliardi nel 2026, altri 2,6 nel 2027 e 3,4 miliardi nel 2028. In tutto sono 8,3 miliardi in meno. In parte saranno reperiti da tagli lineari (quelli tante volte criticati in passato), ma ci saranno anche quelli in conto capitale, che significa meno investimenti. Tutto da vedere come alla fine saranno ripartiti.
ND E X
Il servizio informativo per aggiornare i lettori, mese per mese, sugli andamenti mensili del mercato delle costruzioni, sui trend in atto e su quelli attesi nei prossimi mesi
L’allentamento delle tensioni internazionali è un elemento positivo assieme al dato sull’incremento dei prezzi. Ma c’è ancora incertezza
DMENO INFLAZIONE E PIÙ FIDUCIA
opo il calo di agosto e la ripresa di settembre, l’indice nazionale di fiducia delle imprese di costruzioni fa segnare un ulteriore incremento, che porta l’indicatore su valori più elevati di quelli di un anno fa, a 4,7 punti oltre il valore di equilibro tra chi vede il mercato in crescita e chi lo valuta invece in flessione. È la conferma di un buon segnale, che fa il paio con la ripresa che si registra anche a livello europeo, sia nell’indicatore relativo ai Paesi dell’area euro, sia per i Paesi che fanno parte dell’Europa a 27. Anche gli indicatori europei fanno segnare una significativa ripresa, pur rimanendo sotto lo zero, ma con una dinamica minore rispetto a quella italiana, portando il divario tra l’indice nazionale e quello dell’area euro dai 5,6 punti percentuali di settembre a 7,6 punti, mentre il divario tra Italia e Europa a 27 è più ampio, nell’ordine di 9,5 punti percentuali, quasi 2 in più rispetto a quelli
di settembre. La notizia della crescita del clima di fiducia è comunque una notizia positiva e si dovrà vedere nei prossimi mesi se la tendenza proseguirà e in ragione di quali dinamiche. Certamente a questo risultato possono avere contribuito alcuni piccoli allentamenti sul piano internazionale, in particolare per l’annunciata risoluzione del conflitto in Palestina. Tuttavia, altri fattori potranno influire negativamente in futuro, se la spirale trumpiana dei dazi non si disinnescherà. Allo stato attuale, la situazione rimane di grande incertezza.
In ogni caso, analizzando l’andamento della fiducia delle imprese nei diversi settori economici a livello nazionale, oltre alla ripresa della fiducia delle imprese di costruzione, emerge un forte incremento della fiducia nel settore del commercio, dopo la flessione dei due mesi precedenti. Stabile il comparto dei servizi. Altro dato positivo è la ripresa anche per il
IN NETTA RIPRESA LA FIDUCIA DELLE IMPRESE IN ITALIA, IN CRESCITA ANCHE NELL'AREA EURO E NELL'EUROPA A 27 Economic sentiment nelle costruzioni in Europa - Dati destagionalizzati non corretti per gli effetti di calendario
settore dell’industria, che risale lentamente la china intrapresa in passato, rimanendo comunque sempre in area negativa, ovvero sotto lo zero. Altro elemento positivo è la crescita della fiducia dei consumatori o, meglio, la riduzione del valore negativo, che rimane comunque intorno a -15 punti percentuali, che dunque risale la china negativa registrata a metà primavera del 2025. Dunque, il mese di ottobre porta alcuni segnali incoraggianti per la nostra economia e in particolare per il settore delle costruzioni, trainato dal Pnrr e dalla necessità di chiudere entro il mese di giugno 2026 tutti i lavori aperti.
Dal punto di vista della produzione nel settore delle costruzioni, il dato più aggiornato fornito da Istat è quello relativo al mese di agosto, che riporta un valore di 40,8 punti percentuali superiore a quello del valore medio della produzione riferito al 2021, anno come noto già molto positivo per il settore. Questo decremento va letto nella giusta prospettiva, perché agosto è un mese fisiologicamente di rallentamento dei lavori, dunque il dato è coerente con l’andamento storico, e il mantenimento del livello sopra i 40 punti percentuali oltre la media del 2021 fa intravvedere come il settore sia comunque ancorato a una forte produttività. Dal punto di vista dell’andamento degli indicatori anticipatori i segnali sono apparentemente contradditori, perché da un lato vi è un'attesa positiva per l’occupazione, che sicuramente dipende dalle necessità urgenti di chiusura dei cantieri avviati con i fondi del Pnrr, mentre sono in flessione, anche se sempre sopra la soglia dello zero, le attese per ordini e piani di costruzione, fattore che andrà monitorato nei prossimi mesi per comprendere la tendenza di più lungo periodo.
Sul fronte dell’inflazione, le stime per il mese di ottobre evidenziano una riduzione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), pari a +1,2% dal +1,6% del mese precedente. La sensibile decelerazione del tasso d’inflazione si deve prevalentemente al marcato rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli Energetici regolamentati (da +13,9% a -0,8%), degli Alimentari non lavorati
IN NETTA RIPRESA LA FIDUCIA PER COMMERCIO E COSTRUZIONI, IN RIPRESA L'INDUSTRIA, MIGLIORA LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
Economic sentiment dei settori economici in Italia - Dati destagionalizzati non corretti per gli effetti di calendario
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat (DG ECFIN, European Commission)
A OTTOBRE SALGONO LE ATTESE OCCUPAZIONALI PER I PROSSIMI TRE MESI, MENTRE ORDINI E PIANI DI COSTRUZIONE RALLENTANO
Economic sentiment nelle costruzioni in Italia per i prossimi tre mesi - Dati destagionalizzati
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
ND E X
LA PRODUZIONE EDILIZIA AD AGOSTO RALLENTA FISIOLOGICAMENTE
Andamento della produzione nel settore delle costruzioni - dati destagionalizzati (base indice: 2021=100)
INFLAZIONE IN RALLENTAMENTO A OTTOBRE, A +1,2%
Andamento del tasso di inflazione in Italia - Variazione % sullo stesso mese dell'anno precedente
elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
(da +4,8% a +1,9%) e, in misura minore, di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,0%). I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona decelerano (da +3,1% a +2,3%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,6% a +2,3%). La variazione congiunturale negativa dell’indice generale riflette la diminuzione dei prezzi degli Energetici regolamentati (-6,7%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,2%), degli Energetici non regolamentati (-0,8%), dei Beni durevoli, dei Servizi relativi alle comunicazioni e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,3% tutti e tre), parzialmente attenuata dalla crescita dei prezzi degli Alimentari lavorati (+0,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (+0,3%). In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra una variazione pari a -0,2% su base mensile e a +1,3% su base annua (da +1,8% del mese precedente). A cura del Centro Studi YouTrade
Il servizio informativo per aggiornare i lettori, mese per mese, sugli andamenti mensili del mercato delle costruzioni, sui trend in atto e su quelli attesi nei prossimi mesi
Fonte:
Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
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RUBRICHE
OVERVIEW
BERGAMO, LABORATORIO INTERNAZIONALE NELLA CULTURA DEL PAESAGGIO
Con una media di 300 mila visitatori ogni anno e oltre mille iscritti all’anno da più di 30 Paesi, il Landscape Festival si conferma vetrina mondiale per la cultura della progettazione del paesaggio. Giunto alla sua quindicesima edizione e promosso dall’Associazione Arketipos in collaborazione con il Comune di Bergamo e Accademia Carrara, l’evento di quest’anno ha focalizzato l’attenzione sul tema New Urban Ecosystem, per ripensare le città come organismi vivi, resilienti e inclusivi. Una sfida a cui ha dato il suo contributo anche la designer internazionale Sarah Price, che ha trasformato Piazza Vecchia a Bergamo in un paesaggio di cromie, texture e biodiversità ispirato ai dipinti di Lorenzo Lotto. Tra gli allestimenti più apprezzati dal pubblico, quello all’Antico Lavatoio di via Mario Lupo, trasformato in un giardino urbano capace di intrecciare storia, biodiversità e rigenerazione. Accanto alle collaborazioni storiche con Pedrali, Mapei e Italtrans, al Landscape Festival si sono aggiunte nuove sinergie come quella con l’Aiapp - Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, che ha scelto l’evento per celebrare i suoi 75 anni.
Fonte: www.landscapefestival.it
IL 44% DEGLI IMPIANTI SPORTIVI HA PIÙ
DI 40 ANNI
Secondo il Rapporto Osservatorio Sport 2025, l’Italia conta 77 mila impianti sportivi, con una media di 131 strutture ogni 100 mila abitanti, un valore sotto la media europea (168) e cinque volte inferiore alla Finlandia (597). Il 44% degli impianti
risale agli anni Settanta e Ottanta, con molte strutture obsolete, di cui l’8% inutilizzabile e oltre il 20% inaccessibile alle persone con disabilità. Quasi 6 edifici scolastici su 10 non hanno una palestra (59,3%), limitando ulteriormente l’accesso allo sport per bambini e adolescenti. Secondo gli ultimi dati 2021, l’Italia registra la peggiore posizione tra i Paesi Ocse: il 91,7% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni non raggiunge le linee guida Oms (60 minuti giornalieri), contro la media Ocse pari all’81,1%. A livello di popolazione adulta l’Italia è il quarto Paese più sedentario, con l’80,3% della popolazione che non raggiunge i 150 minuti settimanali previsti dall’Oms, contro una media del 59,6% (Paesi Ocse). Nel 2023, la sedentarietà ha generato un impatto economico di 5,9 miliardi di euro, incidendo per il 2,6% sulla spesa sanitaria nazionale.
Fonte: www.ambrosetti.eu
LA SOCIETÀ DI INGEGNERIA ETS DEBUTTA IN BORSA
Ets, azienda di Bergamo specializzata in servizi di ingegneria e tecnici professionali, ha fatto il suo debutto su Euronext Growth Milan, il listino per le Pmi. Al debutto il titolo ha
chiuso in rialzo del 19% rispetto al prezzo di collocamento, avvenuto interamente in aumento di capitale, rivolto a investitori istituzionali e professionali per complessive 915 mila azioni ordinarie (inclusive dell’eventuale integrale esercizio dell’opzione greenshoe pari a 115 mila azioni) e un controvalore complessivo pari a circa 4,6 milioni di euro. Il gruppo fornisce servizi di progettazione, ingegneria, costruzione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza per progetti nei settori pubblico e privato. I ricavi per mercato sono suddivisi in infrastrutture (39,6%; strade, ferrovie, tram), sanità (30,4%), progetti industriali (17,3%), residenziale e commerciale (12,5%) e altro (0,2%).
Fonte: www.bergamonews.it
NUOVE SINERGIE E OBIETTIVI COMUNI PER ANGAISA E CONFINDUSTRIA CERAMICA
In occasione di Cersaie 2025, il presidente di Angaisa, Maurizio Lo Re, e il presidente di Confindustria Ceramica, Augusto Ciarrocchi, hanno comunicato l’avvio di nuove sinergie sui temi della sostenibilità e della formazione professionale degli addetti della distribuzione specializzata del settore idrotermosanitario, rinnovando gli impegni sottoscritti nel primo Protocollo di intesa del 2023. L’obiettivo condiviso è quello di valorizzare la filiera e il settore della ceramica italiana, orientando il consumatore verso scelte d’acquisto più responsabili e sostenibili. Proposito promosso anche dalla campagna di comunicazione ideata da Confindustria Ceramica «Io scelgo la responsabilità. Fallo anche tu!».
Fonte: www.angaisa.it
PAVIMENTI IN RESINA
RUBRICHE
FEDERICO MOMBARONE
Giornalista
Codice degli appalti impallinato dalla Ue
Il Codice degli Appalti sembra essere il Codice dei Pasticci. Approvato solo due anni fa, ha incontrato subito i rilievi delle imprese di costruzioni. Tanto che solo pochi mesi dopo la trionfale presentazione si è cominciato subito a studiare i rimedi per renderlo meno indigesto e nel giro di un anno il governo ha presentato delle modifiche. Ma non abbastanza. Ora è la volta dell’Europa a bacchettare il quadro normativo con sette contestazioni che, secondo gli esperti, ne mettono perfino in crisi l’impianto. Sotto accusa sono, per esempio, l’accesso agli atti, il diritto di prelazione e tutta l’architettura della finanza di progetto. E non si tratta di aspetti marginali, dato che se il governo e, in particolare il ministero delle Infrastrutture, non interverrà per sanare tutto in fretta, i rilievi potrebbero trasformarsi in una procedura di infrazione con deferimento alla Corte di Giustizia Ue. Tradotto: un sacco di milioni dei contribuenti italiani che finirebbero nelle casse Ue. Il tutto per un decreto legislativo scritto male. Ma che cosa chiede Bruxelles? La prima modifica riguarda la riservatezza, perché il Codice Appalti stabilisce che sia consentito l’accesso del concorrente che lo richieda alle informazioni riservate, «incluse quelle relative a segreti tecnici e commerciali, se indispensabile ai fini della difesa in giudizio dei propri interessi giuridici». Un concorrente potrebbe insomma fare ricorso per scoprire i segreti industriali di un’altra impresa. Nel mirino anche la finanza di progetto: le regole italiane, secondo i rilievi, non presentano «le adeguate garanzie procedurali a presidio del rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento e non-discriminazione». Infine, non piacciono neppure le regole sul diritto di prelazione che riguardano l’autore del progetto. Secondo il Codice, il proponente può estromettere il primo aggiudicatario della gara, impegnandosi a rispettare le stesse condizioni da lui garantite. Ma così «la gara si riduce così essenzialmente a un vuoto requisito burocratico», violando i principi di concorrenza e parità di trattamento. Tutto da rifare, insomma.
FRANCO SARO Giornalista
Social housing e mercato insensibile
Ne abbiamo scritto più volte su YouTrade: ci vuole un Piano Casa. Nel deserto delle proposte, l’amministrazione di Milano ha avuto il merito di mettere sul piatto un progetto che prevede la realizzazione di 10 mila abitazioni in social housing in un decennio. Ottima e lodevole iniziativa. Peccato che nessuna impresa o quasi sia interessata a parteciparvi. Le offerte di adesione, con una manifestazione di interesse, arrivate a Palazzo Marino in 12 mesi sono state 24. Eppure, solo una aderisce ai parametri richiesti dal Comune. Le altre 23 non ottemperano ai paletti posti dall’amministrazione: il 65% degli alloggi sono da riservare all’edilizia calmierata (ipotizzati circa 400 euro di affitto per 60 metri quadrati). L’idea del Piano Casa di Milano è quella di realizzare appartamenti da offrire in locazione per chi ha uno stipendio compreso tra i 1.500 e i 2.500 euro, secondo il principio che il costo di affitto di un’abitazione non dovrebbe superare un terzo delle entrate familiari. Un principio di equità sociale, ma che non entusiasma (si fa per dire) i costruttori. Di due avvisi pubblicati l’anno scorso e chiusi a maggio, relativi alle prime otto aree, solo un’offerta è andata a buon fine, quella della cooperativa Uniabita. Il Comune però non si dà per vinto e punta a trovare altri soggetti disposti a partecipare al bando. Il problema è però di difficile soluzione: a Milano i prezzi delle case sono lievitati e, di conseguenza, il social housing è diventato poco o nulla vantaggioso per chi costruisce su terreni che valgono cifre a molti zeri. Inoltre, il mercato predilige edifici di qualità alta o medio-alta. Ma, inevitabilmente, il Comune fa il suo mestiere, che non è quello di costruttore. Oltretutto, anche se in buona parte sgonfiato, il caso delle presunte speculazioni e attività corruttive ha reso più delicata ogni decisione in materia urbanistica. Per ora, insomma, il progetto di social housing sotto la Madonnina rimane in vita: la delibera di Giunta prevede 10 mila alloggi di cui 6.500 a Milano e 3.500 nell’hinterland, con progetti a regia pubblica e una partnership pubblico-privato che guardi alle fasce di reddito medio-basse. Ci riusciranno?
LUDOVICO LUCCHI
del Foro di Milano lucchi@studiolucchi.eu
Condomini responsabili sulle
parti comuni
Ssingoli condòmini rispondono direttamente degli abusi sulle parti comuni. Lo ha affermato con la sentenza numero 614 del 27 gennaio 2025 il Consiglio di Stato. La pronuncia è stata resa nell’ambito di un giudizio relativo alla chiusura su almeno tre lati di un balcone aggettante, che non può essere qualificata come mera pertinenza dell’immobile cui afferisce costituendo, piuttosto, un incremento volumetrico e di superficie determinato dalla costruzione di un nuovo locale in avanzamento rispetto al corpo di fabbrica principale, che certamente incide sull’aspetto e sul decoro architettonico dell’intero edificio. Pertanto, quando una veranda è realizzata in assenza di validi titoli abilitativi, si è in presenza di un abuso edilizio destinato ad avere effetti diretti sui beni comuni e, indirettamente, sull’operato dell’amministratore di condominio, il quale è tenuto a vigilare sull’integrità delle parti dello stabile in comproprietà tra tutti i condòmini.
Con la sentenza, il Consiglio di Stato ha evidenziato due aspetti: da una parte, ha affermato l’incapacità del condominio di essere il destinatario, per il tramite del proprio legale rappresentante, della notifica di atti ripristinatori da parte della pubblica amministrazione per la rimozione di abusi su parti comuni, non avendo una propria autonoma personalità giuridica distinta da quella dei singoli condòmini che lo compongono; dall’altra, per l’effetto, ha precisato che i provvedimenti di demolizione o rimozione debbono essere ingiunti al proprietario e al responsabile dell’abuso.
STANDARD
42 YEARS 1982-2024
Caratteristiche
Characteristics:
Lavorazione fino: 60 m
dal 1982
Lavorazione graffiato: 60 m 2/h 2/h
Lavorazione grezzo: 50 m2/h
Lavorazione premiscelati: 50 m2/h
Raschiatura e carteggiatura tinte: 40 m2/h
Fine plaster: 60 sq m/h
“Schratched” plaster: 60 sq m/h
Rough plaster: 50 sq m/h
Pre-mixed products: 50 sq m/h
Scraping and fine sanding of paints in general: 40 sq m/h
dal 1987
Prevalenza 10 m
Prestazioni Lt 18 dipende dal materiale e rotore, statore Granulometria Da 0 a 4 mm. (Rotore e statore idoneo)
Head 10 m
Performances 18 lt. according to the kind of material, rotor, stator Granulometry From 0 to 4 mm. (Suitable rotor, stator)
Camera di miscelazione estraibile per perfetta pulizia di materiali agressivi, tipo colla da cappotto. La stessa è al suo interno trattata per effetto anti abrasione ed un effetto anti adesione (Brevettato).
Mixing chamber extractable for perfect cleaning also for aggressive materials, like “cappotto glue. Inside the chamber has a special treatment for anti abrasion effect and anti adesion effect (Patented).
I FATTI NOSTRI
ROBERTO ANGHINONI
Giornalista
PNUOVI PRODOTTI
PER I MAGAZZINI
EDILI
roduttività, innovazione e capacità competitiva: sono questi i campi dove, secondo le anticipazioni della imminente “Congiunturale” del Cresme (che sarà presentata a Brescia il prossimo 3 dicembre) si giocheranno i destini del mercato delle costruzioni. Le tematiche sono quindi ricorrenti, perché di produttività, capacità di innovare e di competitività discorriamo amabilmente da anni, con gli intervalli rappresentati dai periodi di forte crescita del mercato (vedi Superbonus), quando si vende di tutto e di più, e certe riflessioni ce le teniamo per i momenti di magra. Molti colleghi, i più illuminati, hanno saputo approfittare della crescita congiunturale degli scorsi anni per dare concretezza a questi spunti di sviluppo imprenditoriale migliorando, a livello di produttività, la qualità dei loro servizi al cliente (il “prodotto” dei magazzini edili). Per quanto riguarda l’innovazione, un concetto che apre a molte interpretazioni, scegliamo quella della qualità dell’offerta, la più difficile da far prendere in considerazione ai clienti. Anche in questo delicato campo i passi avanti non sono mancati, ma forse è il caso di riflettere sul concetto che servizi e qualità dell’offerta rappresentano, in estrema sintesi, la capacità competitiva di un punto vendita di materiali edili. Così il trittico si chiude e al tempo stesso si apre sugli scenari di mercato dei prossimi anni. Un mercato in flessione che dovrà cercare di resistere alla diminuzione delle risorse destinate agli incentivi e che dovrà farsi una ragione delle difficoltà del privato di programmare investimenti per la ristrutturazione della sua casa. Ho già segnalato il fatto che non tutti i settori produttivi marciano allo stesso modo, ma è solo una delle caratteritiche, da sempre, del mercato dell’edilizia. Più che altro, come anche evidenzierà la ricerca del Cresme, sono i nuovi settori che appariranno maggiormente penalizzati: solo per l’efficientamento energetico, sottolinea il Centro Ricerche, si è passati dai 46,3 miliardi di euro investiti del 2022, ai 41,7 del 2023, ai 16,6 del 2024, ai probabili 6 miliardi del 2025. L’efficientamento energetico, lo abbiamo sottoline-
Con la flessione del mercato la competitività si inasprisce, ma deve anche essere sostenibile.
Il Cresme, nella sua imminente
“Congiunturale” traccia gli scenari possibili, comunque ricorrenti nei momenti di difficoltà
ato più volte, doveva essere il motore propulsore dell’attività edilizia dei prossimi anni, perché non si tratta solo di mettere una pompa di calore o un pannello fotovoltaico, oppure un cappotto, ma anche di intervenire sulla qualità dell’isolamento termico e acustico, su quella dei serramenti, sulla ristrutturazione del tetto, e così via. In questo scenario, che comunque non vuole essere melodrammatico ma semplicemente realistico, è subito evidente quanto sia importante la capacità di competere con gli strumenti dell’innovazione e dell’organizzazione generale di un punto vendita. Così a occhio, vendere prodotti è l’ultima cosa di cui ci dobbiamo preoccupare, anche se, in fondo, sarebbe il nostro core-business, il motivo per cui apriamo i cancelli la mattina. Tornando a parlare di produzione (della nostra produzione) penso che ci si dovrà sempre più concentrare sulla vendita di soluzioni, di competenza, di affidabilità. Credo infatti siano questi i prodotti più interessanti per il nostro cliente, soprattutto il privato. In sostanza, il vantaggio competitivo si crea con una sorta di offerta immateriale che non deve più essere solo eventulamente sottintesa, ma ben esposta all’interno dei nostri punti vendita, proprio come faremmo con un nuovo ambiente bagno, con una stratigrafia di un riscaldamento a pavimento, o quel che volete voi. È questo il motivo per cui sempre in più punti vendita viene dato risalto agli aspetti progettuali di una ristrutturazione, prima di proporre la scelta dei materiali e delle finiture. Un aspetto della vendita che prevede tanta formazione e spesso anche tanta pazienza, perché la fiducia del cliente te la devi davvero guadagnare. Nella sua “Congiunturale” il Cresme sostiene infatti che il ciclo di investimento nelle costruzioni, che si tratti di un grande intervento o di un piccolo cantiere di ristrutturazione, presuppone comunque di “un processo decisionale e realizzativo dai tempi lunghi”, cosa che, per gli osservatori attempati come il sottoscritto, è solo il riflesso di una congiuntura in sostanziale rallentamento. Ma solo in rallentamento, per i distrubutori davvero competitivi il lavoro non mancherà.
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DALLE COSTRUZIONI
IL 30% DEL PIL
L'intera filiera delle costruzioni, secondo il Cresme, rappresenta quasi il 30% del valore aggiunto nazionale. Poco meno di un terzo, insomma, è legato al mattone. Certo, il dato è il risultato di tutto quanto mette in moto questo segmento di mercato. E prendendo in considerazione la casa di abitazione, tra nuovi edifici, ristrutturazione e manutenzione, i flussi annui sono pari al 21% del Pil. A questo si può aggiungere che secondo l’Istat nel 2021 il valore aggiunto del settore è pari a 85,3 miliardi, con un’incidenza del 5,2%, salita al 5,7% nel 2022, al 6,1% nel 2023 e assestata al 5,9% nel 2024.
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DI SAINT-GOBAIN
La sfida del futuro dell’abitare passa dalle idee dei giovani. Con questo spirito, Saint-Gobain, leader mondiale nella costruzione sostenibile, inaugura la 21esima edizione dell’Architecture Student Contest, il concorso internazionale che ogni anno mette alla prova studenti di Architettura e Ingegneria chiamandoli a confrontarsi con un progetto di riqualificazione urbana. Dopo l’edizione 2025 dedicata alla Francia, nel 2026 il contest approda a Belgrado (Serbia) e sceglie come scenario il lungofiume Sava: un contesto ricco di potenzialità, pronto a trasformarsi grazie alla creatività delle nuove generazioni.
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MERCATO DEL GAS
ANCORA VOLATILE
Il mercato energetico mostra segnali di assestamento, ma il contesto internazionale e le dinamiche di approvvigionamento continuano a mantenere alta l’attenzione. L’Osservatorio EnergyUp, promosso da VeryFastPeople, analizza lo scenario attuale e le prospettive per il nuovo anno. Dopo due anni di forti oscillazioni, il mercato energetico sembra avviarsi verso una fase di stabilità. Ma la calma è solo apparente: le prospettive per il nuovo anno termico restano caratterizzate da una volatilità strutturale, sostenuta dalle tensioni geopolitiche, dal peso crescente del Gnl e dagli effetti del cambiamento climatico.
SEGGIOLE & POLTRONE
MAURIZIO LO RE CONFERMATO
PRESIDENTE DI ANGAISA
Maurizio Lo Re è stato confermato presidente di Angaisa. Eletti anche i componenti del comitato esecutivo. Il nuovo Comitato Esecutivo è composto dal presidente Maurizio Lo Re (Lo Re, Messina), dal vicepresidente Elisa Giussani (Acquatica, Cologne, Brescia), dall’ex presidente Enrico Celin (ABC Bathroom Solutions, Schio, Vicenza), dall’amministratore Antonio Miele (Mas, Corigliano Calabro, Cosenza), e dai consiglieri Giuseppe Agoglitta (Agoglitta, Marsala, Trapani), Lorenzo Corsini (Chiessi & Fedi, Firenze), Riccardo Fiorentini (Cambielli, Cinisello Balsamo, Milano), Ezio Maja (Idroterm, Cuneo), Corrado Novelli (Imeter, Gruppo Comini, Camerano, Ancona), Giulia Orsolini, (Orsolini, Vignanello, Viterbo), Andrea Paolini (O. & C. F.lli Paolini, L’Aquila), Gunther Waibl (Innerhofer, San Lorenzo di Sebato, Bolzano). Lo Re, 60 anni, è alla guida di Angaisa dal 2022. Confermati, fra i componenti effettivi del Collegio dei Sindaci, Giovanni Masseroni (dottore commercialista e revisore legale) e Bruno Rondi (Duotermica, Novara), mentre Fabrizio Siro (Firal, Tortona-Alessandria) è stato eletto fra i componenti supplenti. Nel Collegio dei Probiviri entrano Paolo Brodbeck (Brodbeck, Catania), in qualità di presidente, e i componenti Giorgio Della Fiore (F.lli Della Fiore, Pavia) e Domenico Laruffa (F.lli Laruffa, Polistena, Reggio Calabria), Corrado Oppizzi è stato confermato Segretario Generale.
SIMONE CAMPOLI GENERAL MANAGER IN KNAUF
Simone Campoli è il nuovo general manager di Knauf Insulation Italia. Campoli è entrato in azienda nel 2019 come direttore commerciale. L’obiettivo del manager è proseguire il
lavoro avviato dal suo predecessore, Paolo Curati, rafforzando il dialogo con clienti e partner e accompagnandoli in un percorso condiviso di crescita, miglioramento e formazione. Il manager sottolinea il valore delle soluzioni in lana minerale per risparmio energetico, comfort acustico e salubrità degli ambienti, e invita a sviluppare ulteriori strumenti per adeguare il patrimonio immobiliare italiano agli obiettivi del Green Deal e dell’Agenda 2030.
EMANUELE FERRALORO PRESIDENTE
DI FEDERCOSTRUZIONI
L’assemblea elettiva di Federcostruzioni, la federazione di Confindustria per la filiera delle costruzioni, ha eletto all’unanimità Emanuele Ferraloro presidente per il prossimo quadriennio. Ferraloro è imprenditore e amministratore delegato di Ferraloro, azienda fondata nel 1969 da Basilio Ferraloro che opera a livello nazionale nel settore delle costruzioni civili, residenziali e industriali, delle opere pubbliche e delle infrastrutture. Nel corso degli anni ha maturato una profonda esperienza associativa, ricoprendo cariche di rilievo in Ance e portando il suo contributo al sistema Confindustria. L’imprenditore sostituisce Paola Marone (nella foto con Ferraloro).
PIETRO
NOTARISTEFANO
AGENTE PER DOVARO
Pietro Notaristefano ricopre una nuova posizione lavorativa come agente di commercio professionista presso Dovaro, azienda specializzata nello stampaggio ad iniezione ed estrusione di articoli plastici. Notaristefano ha all’attivo anche la collaborazione con Pietre d’Arredo, Colmef e Materia, nell’area di Milano, sempre come agente di commercio.
PIETRO GIORGINI GROUP PRODUCT MANAGER IN SAINT-GOBAIN
ITALIA
Pietro Giorgini è Group Product Manager Building Mortars presso SaintGobain Italia. Giorgini ha alle spalle una carriera all’interno del gruppo francese, come R&D Manager, Product Manager Etics e colorati, Product Manager nell’area Marketing per sistemi per l’isolamento termico a cappotto, pitture e rivestimenti a spessore, pannelli isolanti, accessori e coordinatore all’interno del team R&D dell’area Soluzioni tecniche per ripristino calcestruzzo, deumidificazione, impermeabilizzazione, malte da elevazione, intonaci cementizi.
MAURIZIO CRASSO VICEPRESIDENTE DI AIVEP
Maurizio Crasso, direttore di Harpo verdepensile, è stato nominato vicepresidente di Aivep, Associazione Italiana Verde Pensile, all’interno del nuovo Consiglio Direttivo Nazionale insediato il 17 ottobre scorso. La nomina si inserisce in una strategia di partecipazione attiva alle reti internazionali: dal 2024 Crasso ricopre già il ruolo di vicepresidente anche nella European Federation of Green Roof and Green Wall Associations (Efb). La doppia investitura conferma la centralità della sua figura nella promozione di tecnologie verdi e infrastrutture sostenibili.
MARCO FRANCOLINI AD DI DINOVA
Marco Francolini è ora amministratore delegato in Dinova Italia. In precedenza ricopriva il ruolo di direttore vendite. Dinova è consociata del gruppo Meffert dal 2000, uno dei Gruppi Europei più importanti
nell’ambito delle pitture per l’edilizia professionale. Prima di arrivare in Dinova Francolini è stato area manager del Colorificio Paulin.
MARCELLO MARTINELLI COUNTRY DIRECTOR DI VITRA ITALIA
Marcello Martinelli è il nuovo country director di VitrA Italia, la filiale del gruppo turco del bathroom design. Martinelli,
ness Management and Strategy presso la 24Ore Business School. In oltre vent’anni di carriera ha lavorato in aziende come Sharp Electronics, Fluidmaster e Piab AB, dove si è occupato della direzione vendite Sud Europa e della gestione della filiale Italiana. Martinelli guiderà lo sviluppo strategico di VitrA in Italia, rafforzando la presenza del brand e consolidando le relazioni con i partner di business
SIMONE ANTINORI IN SCHINDLER ITALIA
Simone Antinori è un nuovo venditore di Schindler
mobili per ogni tipologia di edificio. Antinori ricopre lo stesso ruolo anche nel gruppo Austrotherm Österreich, nato dall’unione di Gruppo Poron e Austrotherm.
ANTONIO PERROTTA COUNTRY MANAGER DI ELTEX
Antonio Perrotta è il nuovo country manager Italia-B2B, per Eltex, società specializzata in energia solare e soluzioni fotovoltaiche. Eltex vanta una vasta rete di consulenti specializzati al-
INCENTIVI FISCALI
CHE COSA CAMBIA CON I BONUS IL PROSSIMO ANNO
Il governo ha deciso di prorogare lo sconto del 50% o del 36% ancora per 12 mesi. Ma in realtà qualche modifica è stata inserita. E il superbonus continua a esistere per alcune aree sismiche del Centro
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2026
Paolo Caliari
UN OSTACOLO IN PIÙ PER I FUORI SEDE
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IMPIANTI
CONTO TERMICO E 900 MILIONI SOTTO L’ALBERO
Il giorno di Natale entra in vigore il nuovo provvedimento, che sarà operativo da marzo. È destinato a privati e Pubblica amministrazione: introduce molte novità rispetto a quello precedente
Giuseppe Rossi SOLOPERABBONATI
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AUTOMAZIONE
IN CANTIERE È IN ARRIVO UN ANDROIDE
L’edilizia è in ritardo con la digitalizzazione. Eppure c’è chi, come la rete di imprese Edinnova, Intellimech o l’Istituto Italiano Tecnologia, studia la robotizzazione nelle fasi di costruzione
Riccardo Sacchi
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LUCA MURATORE E VALERIO PESENTI
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TRANSIZIONE GREEN
DECARBONIZZAZIONE POSSIBILE PER IL CEMENTO
Uno studio di Federbeton analizza le strade che portano la produzione del materiale base delle costruzioni verso un orizzonte sostenibile. Ma sono necessarie delle regole più chiare
Giuseppe Rossi
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LA FILIERA DEL CEMENTO Fonte Federbeton
EMISSIONI E ETS NELL'UE 2023 Fonte Federbeton
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ATTUALITÀ ANDAMENTO LENTO DAL PROGETTO FINO AL CANTIERE
Perché in Italia la costruzione di un edificio richiede più tempo? Le cause sono diverse: la scarsa standardizzazione, ma anche la macchinosità della burocrazia. Risultato: in media per una scuola ci vogliono 5,6 anni
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A Villa Quaranta si sono riuniti i big del settore. Obiettivo: diradare la nebbia che avvolge l'andamento dell'edilizia il prossimo anno, ma anche riflettere sulle inarrestabili mutazioni dell'economia
OTTOBRE
L’EVENTO
IL CAMBIAMENTO DELL’ECONOMIA IN DUE TEMPI
Il Convegno YouTrade quest’anno ha distribuito i suoi tanti contenuti con un appuntamento alla sera e il resto dello svolgimento nel giorno successivo. Una formula apprezzata dall’affollata platea di partecipanti
La novità si è rivelata un successo. Per la prima volta il Convegno YouTrade, giunto alla diciottesima edizione, ha anticipato i lavori alla sera precedente. Un’idea che è stata apprezzata dagli oltre 500 partecipanti. Non solo: il tema scelto e la discussione che ne è seguita sono stati il volano per la giornata successiva. Anche perché l’evento della serata è stato aperto volando alto: i macrotrend che, a livello globale, impattano sulle strategie delle imprese. Non solo quelle dell’edilizia, ma
Paolo Caliari
dell’economia in generale. Il prorettore del Politecnico di Milano, Giuliano Noci, le ha scandite con la consueta verve a beneficio della platea di partecipanti. E le ha riflesse al panel di distributori e produttori durante il talk che è seguito, a cui hanno partecipato Alan Andreotti (Category Manager Building Materials di Tecnomat), Matteo Camillini (Managing Director BigMat Italia e International di BigMat), Gian Luca Bellini (Direttore Generale del Gruppo Made), Enrico Adinolfi (Direttore Generale del Consorzio Dec), Oscar Barchi (Sales Manager Area Nord West di Heidelberg Materials Italia), Francesco Falciani (Area Manager di Mapei), Gustavo Huss (Country Business Director di Bosch Powertools Italy) e Virgilio Maietta (Direttore Commerciale del Gruppo Boero Settore Edilizia).
LA SERATA
Un inizio con il botto, insomma, a cui è seguita la consueta attribuzione degli YouTrade Awards, consegnati da Virginia Gambino a manager e imprenditori della distribuzione. La prima parte dell’evento è stata chiusa con la cena di business nel ristorante di Villa Quaranta (Ospedaletto di Pescantina, Verona) che ha ospitato l’evento. Dopo questo ricco (di contenuti) antipasto, anche il programma del giorno successivo non ha deluso. A partire dalla testimonianza di Martin Tobler, Ceo del gruppo svizzero Hgc, che ha sorpreso con la descrizione di come l’Intelligenza artificiale è già stata applicata nell’ambito dell’attività della società di distribuzione elvetica. Occhi fissi sulle slide, espressioni interessate e anche un po’ sorprese da parte dei partecipanti al convegno. La relazione di Rita Canu, del Centro Studi Sintesi-Cgia di Mestre, si è invece riallacciata al tema dei megatrend, a cui ha aggiunto quello che coinvolge l’impatto del Pnrr e degli incentivi, con prospettive, criticità e numeri a fotografare realtà e speranze della filiera. Una congiuntura non facile da interpretare è stata al centro della relazione di Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade, con in più uno sguardo sulla classifica Top 100 della distribuzione.
I TALK
Come da programma non sono mancati i momenti di confronto con distributori e produttori. Due i talk in programma: il primo ha visto la partecipazione di Vincenzo Zanutta (Ad del gruppo Zanutta), Marco Orsolini (Direzione Commerciale di Orsolini), Federico Nessi (Ad di Eternoo), Gian Domenico Giovannini (Ad di Laterlite), Filippo Vergani (Sales Area Manager Nord Italia di Dierre) e Stefano Grandicelli (Ceo di Starplast). Il secondo confronto ha chiamato sul palco ancora Vincenzo Zanutta assieme a Massimo Minguzzi (Ceo di Idrolab), Fabrizio Zaccaron (Direttore Commerciale Italia di Eclisse) e Andrea Baldo (Direttore Commerciale
di XT Insulation). Una discussione che in tutti e due i casi non è stata centrata solo sui grandi temi della trasformazione digitale, dell’inverno demografico e sull’impatto del Piano di resilienza introdotti in precedenza e ribaditi in un nuovo intervento da Noci, ma che ha toccato anche iniziative, strategie e aspetti inediti dell’attività delle imprese di distribuzione e produzione.
IL SENTIMENT
I lavori del convegno, che si sono protratti sino alle 14 senza che venisse meno l’attenzione dei partecipanti, hanno compreso anche l’ormai classico instant pool, sondaggio in tempo reale che ha l’obiettivo di tastare il polso al mondo delle rivendite rivelando il sentiment sui temi di maggiore attualità, e una lectio magistralis di Alberto Bubbio, che oltre all’attività di docente all’Università CattaneoLiuc ha aggiunto quella di responsabile scientifico di YouTrade Education. Il Convegno YouTrade tornerà il 22 e 23 ottobre 2026, preceduto da due appuntamenti a Bari (11-12 marzo 2026) e a Roma (4-5 giugno 2026).
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OTTOBRE
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GIULIANO NOCI
PERCHÉ IL MONDO VOLTA PAGINA CON QUTTRO TREND
Un equilibrio mondiale che modifica l’assetto. La rivoluzione digitale che con l’Ai fa un salto epocale. L’inverno demografico dell’Occidente. E il tema dell’ambiente. Cambia il mondo e anche il business
Non ci si può occupare del proprio business, se non si capisce il business del mondo. Per questo ad aprire i lavori del XVIII Convegno YouTrade è intervenuto nella serata di giovedì 23 ottobre il prorettore del Politecnico di Milano, Giuliano Noci, che ha proposto una riflessione su come i cambiamenti in corso a livello globale si riverberano sulla filiera dell’edilizia e della distribuzione.
Veronica Monaco
LA FAGLIA
«Siamo su una faglia della Storia. Non ce ne stiamo rendendo conto, ma siamo esattamente in uno di quei momenti dove la Storia cambia verso», ha esordito il professore. «Ci sono alcuni fattori che più di altri possono aiutare a capire il senso di questa affermazione. Il primo è la forte frizione tra la governance e realtà del mondo. Onu, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale sono istituzioni multilaterali nate nel Dopoguerra e definite in un mondo che ormai non c’è più». Se, infatti, a metà degli anni Quaranta del Novecento il 51% del prodotto interno lordo del mondo era realizzato da un singolo paese, gli Stati Uniti d’America, oggi più del 50% del Pil mondiale è in capo a Cina, India e gli altri paesi del cosiddetto Sud globale. Peccato che la governance sia rimasta ferma al Dopoguerra. «La prima grande fonte di frizione, che innesca tante complessità e tante tensioni, è che il mondo occidentale e l’America vogliono ancora dettare le regole, senza capire che stanno perdendo centralità sia da un punto di vista economico che geopolitico».
CALO DELLE NASCITE
La seconda fonte di frizione è di ordine demografico. «L’Europa perderà 100 milioni di persone in questo secolo. Nei prossimi 15 anni, solo in Italia, perderemo 2 milioni di lavoratori. Le nascite sono calate del 50% rispetto al 2010», ha affermato Noci. Sostanzialmente, l’Europa implode e invecchia, mentre l’Africa al 2050 raddoppierà. Un’asimmetria che creerà squilibri profondissimi, senza pensare che la nostra società diventerà sempre più vecchia, con un’età media stimata in 75 anni al 2050. «Una società di questo tipo è completamente diversa dal punto di vista dei bisogni, della domanda che esprime, del fabbisogno immobiliare, della tipologia di infrastrutture di cui necessita, della qualità del sistema sanitario», ha sottolineato il relatore, che ha ricordato anche il profondo cambiamento in atto nel sistema di aspettative dei più giovani. «I giovani oggi hanno come funzione-obiettivo non più il lavoro ma la qualità della vita, e tendenzialmente hanno una propensione più elevata che nel passato ad abbandonare territori spesso carenti anche dal punto di vista dei servizi. Se non interveniamo, abbiamo davvero il rischio significativo di un abbandono del Paese da parte dei giovani».
UNIVERSO DI DATI
Tracciando lo scenario globale di un mondo che cambia, non poteva mancare il tema della trasformazione tecnologica. «Con l’arrivo dell’Intelligenza artificiale», ha ricordato Noci, «si chiude il ciclo della trasformazione digitale. Siccome l’Intelligenza artificiale è un fattore di cambiamento epocale, come l’industrializzazione di massa 150 anni fa, il tema della trasformazione digitale diventa ineludibile. Bisogna prendere coscienza che il
business si gioca anche e, in alcuni casi soprattutto, trasformando i dati. Le case, i ponti, le strade parleranno e dialogheranno tra loro attraverso un tessuto connettivo fatto di dati. Il dato sarà l’ossigeno futuro dell’economia». Questo implica infinite possibilità, anche nel settore dell’edilizia, della progettazione e del lavoro in cantiere. «Una delle conseguenze di questa grande proliferazione di dati è che entreremo in un mondo in parte fisico e in parte simulato. La possibilità di avere gemelli digitali e simulazioni dinamiche permetterà di anticipare i futuri comportamenti degli oggetti, degli edifici, delle infrastrutture e guidare gli operatori in cantiere. Non è fantascienza, è già realtà».
LA SOSTENIBILITÀ
Al quadro geopolitico, demografico e tecnologico, si aggiunge tutto il tema della sostenibilità ambientale, da cui non si può prescindere. «Questi quattro elementi ci obbligano a pensare che il modo in cui si è fatto business finora non è più quello che garantirà il successo nel prossimo futuro», ha sostenuto il professore. «Dobbiamo scalare marcia e accelerare perché stiamo andando a una velocità di crociera troppo bassa. L’Europa dell’Est è cresciuta moltissimo in questi 30 anni e in diversi comparti è più avanti del’Italia. Purtroppo, il Pnrr ci ha dato un’illusione di vacche grasse che non sono tali. Dal primo luglio 2026 dobbiamo cominciare a restituire 170 miliardi di euro, una cifra pari a dieci leggi di bilancio. Insomma, stiamo entrando in un contesto che riserva opportunità, ma che non avrà più combustibile pubblico in termini di bonus e incentivi. È giunto il momento di tirarsi su le maniche e pensare a come strutturarsi per affrontare con
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slancio i prossimi 10-15 anni. Dobbiamo metabolizzare la grande consapevolezza del cambiamento e cercare di combinare una visione di breve periodo con una a mediolungo raggio».
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Noci è intervenuto anche venerdì 24 ottobre, durante la seconda giornata di lavori del XVIII Convegno YouTrade, focalizzando il suo intervento sul tema dell’Intelligenza artificiale. Ha evidenziato le grandi opportunità che riserva il futuro, a patto di «cambiare motore e cambiare in parte pelle», considerando tre fattori determinanti: l’internazionalizzazione, la capacità di essere sempre più vicini al cliente e la pervasività dell’IA. «Non ce l’ha ordinato il dottore che il nostro mercato di riferimento debba essere l’Italia. Abbiamo altre opportunità, l’Africa è la primissima. Il secondo punto è la vicinanza al cliente: non è un tema di vicinanza geografica, ma di intimità cognitiva. Mettere al centro l’esperienza diventa un elemento cruciale nella capacità di generare valore». Come? «Aiutando il cliente a fare al meglio il suo mestiere con un insieme di prodotti e servizi. Questo è un salto culturale importante, che implica inevitabilmente un allargamento dello spettro di offerta in una logica di one stop shopping. La distinzione che esiste tra idrotermosanitario, distribuzione edile, distribuzione elettrica, non è così naturale che ci sia anche in futuro. L’evoluzione dei bisogni di chi sta a valle porta verso l’integrazione». Mentre internazionalizzazione ed esperienza sono leve che agiscono sui ricavi, «l’Intelligenza artificiale è uno straordinario strumento per fare efficienza. Entrerà in ogni anfratto e dove non sarà presente determinerà asfissia. Permetterà di essere velocissimi e di risparmiare tantissimo, valorizzando l’impiego di risorse per finalità più nobili, generando nuovi ricavi. L’efficienza che passa attraverso la riprogettazione dei processi, la digitalizzazione e l’introduzione dell’IA diventano elementi ineludibili.
DIMENSIONE
Quali sono dunque gli ingredienti necessari per co-
struire e affrontare il cambiamento? «Il primo elemento è fare economie di scala attraverso operazioni di M&A, attraverso l’appartenenza a comunità, reti, consorzi e quant’altro. L’intensità dei cambiamenti e il salto da compiere rendono pressoché impossibile al singolo soggetto di piccole dimensioni di affrontare da solo queste trasformazioni. Questo si porta dietro non solo un discorso di scala in termini di volumi, ma anche di dati. Abbiamo bisogno di fare economie di scala sui dati, banalmente perché l’intelligenza artificiale non è magica, ma ha bisogno di essere addestrata. Questo non significa sostituire le persone, ma aiutare i processi decisionali attraverso uno sviluppo seriale di scenari, dove all’uomo resta la valutazione finale. L’intelligenza artificiale non è un ostacolo, è un abilitatore e uno strumento a supporto». Questo argomento introduce anche il terzo ingrediente del capitale umano: «la qualità del capitale umano sarà per certi versi il pilastro più importante. Il Paese ha bisogno di essere inondato da giovani che hanno talenti straordinari e possono affermare il cambiamento. Bisogna avere il coraggio di investire sui giovani». Quarto componente della ricetta di Noci per il cambiamento è il rapporto che distributori e produttori dovranno reciprocamente instaurare. «L’esperienza verso il cliente si sublima in una capacità di fornire risposte ai job to be done, cioè ai bisogni specifici del cliente, ma questa capacità diventa tanto più efficace quanto più distributori e fornitori riusciranno a integrarsi, in un’ottica sempre meno transazionale e sempre più di partnership. È necessario condividere conoscenza e fare gioco di squadra. Pensando alla variabilità delle condizioni di esercizio dei cantieri, uno degli elementi del successo futuro si giocherà proprio sulla capacità di gestire dinamicamente questa esperienza». Paradossalmente, per stare tranquilli e gestire i cambiamenti in atto «dobbiamo uscire dalla nostra comfort zone e usare nuovi schemi di gioco, altrimenti il rischio è quello di fare la fine della rana bollita».
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Il tubo corrugato PIPEKORR NTET GROUP HDPE (Polietilene ad Alta Densità) è un materiale versatile noto per la sua alta durabilità e resistenza superiore allo standard di mercato. È ampiamente utilizzato nelle infrastrutture sotterranee, offrendo qualità flessibilità e resistenza nel tempo.
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STRATEGIE E PROSPETTIVE
COINVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO
Affrontare i macrotrend: talk con Alan Andreotti (Tecnomat), Matteo Camillini (BigMat), Gian Luca Bellini (Made), Enrico Adinolfi (Dec), Oscar Barchi (Heidelberg Materials), Francesco Falciani (Mapei), Gustavo Huss (Bosch Power Tools) e Virgilio Maietta (Boero)
Veronica Monaco
appuntamento con la prima parte del XVIII Convegno YouTrade, che si è svolta nella serata di giovedì 23 ottobre, ha visto anche il confronto tra grandi distributori e produttori su strategie e prospettive per fronteggiare il cambiamento in atto. Il talk show, moderato dal prorettore del Politecnico di Milano, Giuliano Noci, ha compreso la partecipazione di Alan Andreotti, category manager Building Materials di Tecnomat, Matteo Camillini,
managing director BigMat Italia e International BigMat, Gian Luca Bellini, direttore generale di Gruppo Made, Enrico Adinolfi, direttore generale del Consorzio Dec, Oscar Barchi, sales manager Area Nord West di Heidelberg Materials Italia, Francesco Falciani, area manager di Mapei, Gustavo Huss, country business director di Bosch Power Tools Italy e Virgilio Maietta, direttore commerciale di Gruppo Boero per il settore edilizia.
ANALISI DEI DATI
Quali sono le principali sfide che stanno interessando le aziende presenti sul palco? Ad aprire il primo
giro di interventi è stato Andreotti di Tecnomat che non ha esitato a elencare il cambiamento demografico, latore anche di diverse abitudini costruttive, e l’Intelligenza artificiale. «L’analisi dei dati oggi per Tecnomat è fondamentale per capire lo sviluppo, le vendite e analizzare il pregresso. Senza l’analisi dei dati, aiutati dall’intelligenza artificiale, si rimane un po’ fermi al palo», ha dichiarato il manager. Camillini ha individuato tre priorità: le persone, tema che si declina anche nel discorso della transizione generazionale, l’impatto della trasformazione tecnologica e il brand. «BigMat è un’aggregazione di realtà indipendenti, il brand è quell’elemento federatore
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GIULIANO NOCI, PRORETTORE DEL POLITECNICO DI MILANO
XVIII CONVEGNO YOUTRADE
che dà legittimità al gruppo sia verso il mercato sia al proprio interno», ha affermato. Digitalizzazione, attrattività e sicurezza sono invece le sfide su cui si concentra Gruppo Made: «Già nel 2022 abbiamo iniziato un processo di digitalizzazione del nostro network, un processo molto lungo perché il settore della distribuzione vive ancora in un contesto di scarsa digitalizzazione dei flussi e delle procedure. Ci siamo impegnati per risolvere questo problema, non lo abbiamo ancora fatto e per noi rappresenta una prossima sfida», ha sostenuto Bellini.
ATTRARRE GIOVANI
«La seconda sfida», ha proseguito il manager, «riguarda la scarsa attrattività del nostro settore per i giovani, senza dimenticare l’ambito della salute e
sicurezza degli ambienti di lavoro. Dobbiamo diventare più attrattivi e garantire ai nostri dipendenti, fornitori e clienti ambienti più sani e sicuri, per questo ci stiamo attrezzando con il modello 231, con protocolli E sg e tutto ciò che è necessario per far sentire chi entra nei nostri punti vendita coccolati e al sicuro». Infine, Bellini ha toccato il nervo scoperto della burocrazia e dell’incertezza legislativa. «Per noi è un grosso problema. Abbiamo imprese in difficoltà e noi siamo in mezzo, tra la produzione e chi deve poi incassare il materiale. Ancora oggi stiamo vivendo situazioni di imprese incastrate tra crediti, mancate cessioni e cambiamenti dei decreti. Ci vorrebbe una maggiore stabilità governativa e chiarezza soprattutto per il settore delle costruzioni», ha concluso, lasciando la parola ad Adinolfi: «Siamo impegnati a cercare di capire il futuro», ha ammesso il manager del gruppo d’acquisto. «A livello macro siamo un Paese indebitato, con un risparmio privato che però ammonta a 5.200 miliardi di euro. Per i prossimi anni non avremo apporti dello Stato, perché non ci sono soldi, ma non ho nessuna idea se il portafoglio privato verrà aperto oppure no. Quindi è molto difficile fare previsioni. Il popolo dei rivenditori, proveniente da 50 anni di successi, è come in quella metafora della rana bollita. L’esigenza di fatturare ogni singolo giorno rende molto difficile ai nostri associati di essere veramente consapevoli dell’assoluta necessità di innovare e ammodernarsi».
AMBIENTE
Sollecitato a prendere in mano le redini del proprio business per fronteggiare il cambiamento è anche il mondo della produzione, che sul palco del XVIII Convegno YouTrade ha visto la partecipazione di player del calibro di Heidelberg Materials, Mapei, Bosch Power Tools e Gruppo Boero, che sono tornati a focalizzarsi sui temi della sostenibilità, della digitalizzazione, del capitale umano. «Tra le sfide di Heidelberg Materials c’è la sostenibilità ambientale. Siamo molto orgogliosi di essere il primo gruppo ad aver aperto in Norvegia nel giugno del 2025 un innovativo impianto di produzione di cemento netzero. Sicuramente siamo sul punto di faglia perché questo è un cambiamento epocale per l’industria del cemento», ha precisato Barchi. La sostenibilità è anche al centro delle strategie di Mapei che, con le parole di Falciani, ha ricordato il valore del suo progetto verso la neutralità carbonica. «Attualmente compensiamo le emissioni di più di 230 prodotti. Non solo acquistiamo crediti per la riforestazione o per le rinnovabili in qualsiasi parte del mondo, ma andiamo ad agire sulla produzione e sul packaging. I crediti che acquistiamo sono totalmente a
ALAN ANDREOTTI (TECNOMAT). SOTTO, MATTEO CAMILLINI (GRUPPO BIGMAT)
carico dell’azienda, senza ricarico sui prodotti». Dopo aver ricordato il peso dell’innovazione, che ha permesso all’azienda di trasformarsi in 90 anni da semplice produttore di pitture a gruppo internazionale presente in cinque continenti, con un fatturato di quasi 5 miliardi di euro e più di 70 famiglie di prodotto, il manager si è concentrato sul tema della diversificazione. «Se non diversifichiamo il business e rimaniamo a pari perimetro, soccombiamo. Negli ultimi tre anni abbiamo acquisito due aziende, Profilpas e Fili e Forme, proprio per diversificare il business e dare una soluzione aggregata all’interno della galassia e della proposta di valore di Mapei».
INNOVAZIONE
Con 10 mila brevetti registrati all’anno, Bosch concentra sulla sfida tecnologica molte delle sue risorse. «Di questi 10 mila brevetti, fino a cinque anni fa solo il 5% prevedeva sistemi di Intelligenza artificiale, oggi quella percentuale è arrivata quasi al 30%. Un incremento importante, anche per capire come applicare questa tecnologia in cantiere per renderlo più sicuro, efficiente e sostenibile», ha aggiunto Huss, ricordando anche gli investimenti dell’azienda sul fonte della sostenibilità. «Bosch ha cominciato a lavorare nel 2007 alla riduzione delle emissioni di CO2, arrivando nel 2020 alla carbon neutrality per Scope 1 e 2. Sulle Scope 3, le più difficili, ci stiamo lavorando». A chiudere il primo giro di interventi del talk-show è stato Maietta di Boero. «Oggi che siamo parte del Gruppo Cin abbiamo allargato gli orizzonti. Ci confrontiamo con i colleghi di altre nazioni e questo, oltre ad accrescere la nostra cultura, aumenta la consapevolezza dei cambiamenti necessari e la capacità di mettersi in discussione», aprendo la strada a nuove visioni, come ad esempio investire maggiormente sul capitale umano, soprattutto sui giovani. «Molte volte proprio dai nuovi talenti vengono fuori risultati molto importanti. Se li lasciamo lavorare, cresce l’azienda e la sua capacità di dare risposte al mercato e ai rivenditori». Dopo le sfide, la discussione è passata sulle azioni che le aziende stanno mettendo in pratica per affrontare il cambiamento. Andreotti di Tecnomat ha individuato due focus imprescindibili: «Continuare ad aprire punti vendita, in modo da diventare più capillari sul territorio nazionale, e puntare sul mondo della piccola e media ristrutturazione con un lavoro multireparto che consegua l’obiettivo del miglioramento del benessere all’interno delle abitazioni».
PECULIARITÀ
«BigMat è un’aggregazione di aziende familiari con un brand internazionale, deve tener conto delle
ENRICO ADINOLFI (CONSORZIO DEC). SOTTO, OSCAR BARCHI (HEIDELBERG MATERIALS)
GIAN LUCA BELLINI (GRUPPO MADE)
XVIII CONVEGNO YOUTRADE
diversità e peculiarità di tutte queste realtà», è intervenuto Camillini. «I nostri soci vivono un passaggio generazionale che va accompagnato anche attraverso la formazione. In tante rivendite Bigmat c’è una classe di giovani che si affaccia e ha bisogno di fare community. Proprio a questo proposito abbiamo creato un master, che abbiamo battezzato NextGen, che permette di fare un percorso, anche con viaggi all’estero». L’altro aspetto è quello legato al brand che «non è solo pubblicità. Creare un senso di appartenenza a un’entità nazionale e internazionale offre un valore aggiunto anche nella ricerca del personale». Ultima, ma non ultima, la tecnologia: «In Repubblica Ceca e Slovacchia, due Paesi in cui BigMat International è presente, c’è un lavoro e una preparazione importante nella digitalizzazione e nell’information technology. In Italia abbiamo messo mano al portafoglio per assumere figure qualificate per lavorare sulla struttura di data warehouse e costruire sistemi in grado di dialogare con i dati commerciali forniti dai nostri partner industriali. Abbiamo iniziato un percorso in questo senso per poter poi inserire aspetti di Intelligenza artificiale e di business intelligence», ha concluso il manager.
FORMAZIONE
«Il nostro punto di riferimento è l’essere umano», ha invece sottolineato Bellini di Gruppo Made. «Ci concentriamo sulle persone con formazione e digitalizzazione a supporto di chi lavora nei punti vendita. La nuova normalità prevede persone preparate con un orientamento fortissimo al cliente e al servizio, non più al prodotto. È un percorso che abbiamo iniziato nel 2022 rafforzando la struttura con punti vendita a gestione diretta, pensati come laboratorio di pratiche da trasferire poi a favore del network. Sempre nel 2022 abbiamo fatto un’attività di rebranding che ha affiancato ai valori strategici del gruppo, cioè italianità, professionalità, servizio a 360 gradi e sostenibilità, tutto un ecosistema digitale proprio per aiutare i punti vendita a essere visibili e a gestire i social in modo corretto». Prossimi obiettivi? «Aumentare i punti vendita diretti con acquisizioni in tutta Italia e non perdere punti vendita strategici che non hanno ricambio generazionale, entrando nella gestione ma mantenendo la struttura e l’imprenditore titolare a supporto, per favorire la crescita del gruppo». «Con Dec puntiamo invece su poche e piccole cose», ha precisato Adinolfi. «La prima: dare supporto ai soci facendo uso dell’Intelligenza artificiale. Sediamo su una preziosa banca dati e con l’Intelligenza artificiale i rivenditori potrebbero fare cose meravigliose, come addirittura prevedere i prezzi di vendita. Siamo al lavoro su questo lento
GUSTAVO HUSS (BOSCH POWER TOOLS). SOTTO, VIRGILIO MAIETTA (GRUPPO BOERO)
FRANCESCO FALCIANI (MAPEI)
processo di convincimento culturale e sull’individuazione di aziende in grado di realizzare programmi validi, come un comparatore prezzi con tutti i format possibili dei listini dei fornitori». Tra le più importanti priorità del consorzio c’è la condivisione delle competenze per potersi porre in posizione di forza di fronte ai fornitori. Ed è qui che Adinolfi ha lanciato la sua proposta: «Una super centrale da realizzare insieme ad altre aggregazioni e multipoint per tornare ad acquisire una dimensione sostanziale nei confronti dei produttori».
CORE BUSINESS
«Con la trasformazione di Italcementi in Heidelberg Materials siamo tornati prepotentemente a occuparci del nostro core business», ha ripreso Barchi. «Siamo di fronte a un cambiamento importante anche dal punto di vista dei processi e dei sistemi, in quanto stiamo approcciando in toto il gestionale S ap PR0, fondamentale per gestire l’intero mondo Heidelberg Materials a livello internazionale. Nei prossimi cinque anni il gruppo si focalizzerà sulla sfida della neutralità carbonica e da poco è stato annunciato un nuovo investimento miliardario per realizzare un nuovo impianto C cs, come quello di Brevik, sul territorio europeo. Con orgoglio abbiamo partecipato all’Innovation Founds 2024 europeo per realizzare nei prossimi 10-15 anni un impianto C cs a Rezzato (Brescia): questo rappresenterà un’occasione fondamentale per il nostro Paese». Pensa globale, agisci locale è invece il mantra di Mapei, presente a livello internazionale con oltre 110 stabilimenti «Tutti gli anni investiamo e apriamo nuovi stabilimenti, come il nuovo polo produttivo di Bari da 40 mila metri quadrati», ha ricordato Falciani. «Investiamo tanto anche sul fronte della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale. Abbiamo iniziato a redigere il bilancio di sostenibilità dal 2016, ben nove anni prima rispetto all’obbligo di legge, e da tre anni lo facciamo a livello internazionale. Non è solamente un esercizio virtuoso, ma uno strumento di trasparenza rispetto agli stakeholders e un modo per tracciare il presente e il futuro dell’azienda».
SENZA FILI
Futuro che per Bosch Power Tools passa dalla transizione dai prodotti a filo a quelli a batteria. «A livello europeo, l’Italia ha una presenza in cantiere di prodotti a batteria di circa il 60%. In Germania questa percentuale sale all’80-85%, mentre in Scandinavia si arriva quasi al 100%», ha elencato Huss. «Che cosa vogliamo fare nei prossimi tre anni? Arrivare al 100% anche in Italia e trovare soluzioni per un cantiere più sicuro, efficiente e sostenibile. A questo
proposito con A mpShare abbiamo aperto il nostro sistema anche ad altri produttori, con un progetto di batterie multimarca condiviso che permette di conseguire tre vantaggi: risparmio di denaro, efficienza in termini di spazio e incremento della sostenibilità del settore». Sulla sostenibilità e l’aumento della salubrità degli ambienti si è concentrato anche Gruppo Boero, che ha investito nella ricerca e sviluppo dei propri prodotti vernicianti garantendo elevati standard prestazionali e rispettando rigorosi criteri ecologici. «Per quanto riguarda la formazione, vogliamo portare la consulenza tecnica all’interno dei punti vendita e diventare formatori insieme ai distributori, che stanno diventando sempre più esperti», ha rimarcato Maietta. «Non possiamo prescindere da loro per creare un futuro dinamico per la nostra azienda e studiare strategie per i mercati futuri, che saranno sicuramente di enorme difficoltà e di forte concentrazione. Insieme ai distributori che crederanno in noi bisognerà andare a prendere quelle fette di mercato che cresceranno, anche se in un modo diverso, focalizzandosi più sulla qualità che sulla quantità».
YOUTRADE AWARDS
I DISTRIBUTORI PIÙ FORTI PER CATEGORIA
Assegnati i riconoscimenti per 12 tipologie di risultati finanziari, selezionate secondo i dati emersi dai bilanci 2024. Una cerimonia che ha coinvolto anche le imprese produttrici
Dopo lo speach del prorettore del Politecnico di Milano, Giuliano Noci, e il talk con alcuni big della filiera della distribuzione e della produzione su strategie e prospettive, a portare a compimento la giornata di apertura del XVIII Convegno YouTrade ci sono state le attese premiazioni degli YouTrade Awards. Prima della cena di business, nella Sala Amarone di Villa Quaranta, si è tenuta la consegna dei riconoscimenti agli imprenditori della distribuzione edile che si sono distinti in base alle caratteristiche quantitative (dati di bilancio). Individuati per i loro risultati dal Centro Studi YouTrade, sono stati premiati dall'editore Virgi-
nia Gambino nelle rispettive categorie: Best Revenue per il miglior fatturato 2024; Best Performance per il miglior incremento del fatturato 2024/2023; Best Trend per il maggior incremento biennale di fatturato 2024/2022; Best Profitability per gli utili più elevati in percentuale sul fatturato; Best Roe (migliore ritorno sul capitale proprio investito); Best Roa (migliore redditività complessiva); Best Ros (migliore ritorno sulle vendite); Best Roa-Rod (migliore leva finanziaria) e infine Best Iif (migliore indice di indipendenza finanziaria). Le targhe sono state consegnate da esponenti del mondo della produzione, selezionati tra gli sponsor dell'evento.
I PREMIATI
• Per la categoria BEST REVENUE (miglior fatturato) primo classificato: ZANUTTA
Ha ritirato il premio PAOLO OLTRAMONTI –
Head Operation & Digital di Zanutta
Ha consegnato il premio VIRGILIO MAIETTA –direttore commerciale – Gruppo Boero Settore Edilizia
• Per la categoria BEST REVENUE (migliore fatturato) secondo classificato: ETERNOO
Ha ritirato il premio ROBERTO FORZATTIdirettore vendite di Eternoo
Ha consegnato il premio OSCAR BARCHIsales manager Area Nord West Heidelberg Materials Italia
• Per la categoria BEST REVENUE (migliore fatturato) terzo classificato: ORSOLINI AMEDEO
Ha ritirato il premio MARCO ORSOLINIdirettore commerciale di Orsolini
Ha consegnato il premio FILIPPO VERGANIsales area manager Nord Italia Dierre
• Per la categoria BEST REVENUE (migliore fatturato) quarto classificato: BAUEXPERT
Ha ritirato il premio ALEXANDER COMPLOJceo Bauexpert
Ha consegnato il premio STEFANO GRANDICELLI - ceo Starplast
• Per la categoria BEST PERFORMANCE (migliore incremento del fatturato 2024/2023): MATERIALI EDILI VARESE
Ha ritirato il premio SIMONE DANEO –responsabile marketing e comunicazione Gruppo Made
Ha consegnato il premio ANDREA GASPARRI –region manager Holz Technic Rotoblass
• Per la categoria BEST TREND (maggior incremento biennale di fatturato 2024/2022): MATRIAL
Ha ritirato il premio MARCO FERRARIsocio Matrial
Ha consegnato il premio ANDREA MENOZZI –presidente XT Insulation
• Per la categoria BEST PROFITABILITY (impresa con utili più elevati in % sul fatturato): BOSCOLO BIELO IVANO
Ha ritirato il premio IVANO BOSCOLOpresidente Boscolo Bielo Ivano
Ha consegnato il premio GIAN DOMENICO GIOVANNINI - amministratore delegato Gruppo Laterlite
• Per la categoria BEST ROE (migliore ritorno sul capitale proprio investito): TESTA
COMMERCIALE
Ha ritirato il premio STEFANO ANESAresponsabile commerciale Testa Commerciale
Ha consegnato il premio GIUSEPPE
ANASTRELLI - sales director Building Division FITT
• Per la categoria BEST ROA (migliore redditività complessiva): CENTRO EDILE
FRANCIACORTA
Ha ritirato il premio il premio ROSANNA
MORGHEN – direttore Gruppo Edilcom
Ha consegnato il premio FABRIZIO ZACCARONdirettore vendite Italia Eclisse
• Per la categoria BEST ROS (migliore ritorno sulle vendite): BOSCOLO BIELO IVANO
Ha ritirato il premio IVANO BOSCOLOpresidente Boscolo Bielo Ivano
Ha consegnato il premio FRANCESCO
FALCIANI - area manager Mapei
• Per la categoria BEST ROA-ROD (migliore leva finanziaria): RAMINELLI
Ha ritirato il premio ROBERTO RAMINELLI –titolare Raminelli
Ha consegnato il premio Gustavo Huss –country business director Bosch Power Tools Italy
• Per la categoria BEST IIF (migliore indice di indipendenza finanziaria): SINED
Ha ritirato il premio ROBERTO MALANCA –responsabile commerciale di Sined
Ha consegnato il premio DAVIDE POZZOBON –direttore commerciale Fornace Laterizi Danesi
BEST REVENUES (migliore fatturato)
1° CLASSIFICATO - ZANUTTA
Ritira il premio PAOLO OLTRAMONTI (Head Operation & Digital)
Consegna il premio VIRGILIO MAIETTA
(direttore commerciale
Gruppo Boero Settore Edilizia)
BEST REVENUES (migliore fatturato)
3° CLASSIFICATO - ORSOLINI AMEDEO
Ritira il premio MARCO ORSOLINI (direttore commerciale)
Consegna il premio FILIPPO VERGANI
(sales area manager Nord Italia Dierre)
BEST REVENUES (migliore fatturato)
2° CLASSIFICATO - ETERNOO
Ritira il premio ROBERTO FORZATTI (direttore vendite)
Consegna il premio OSCAR BARCHI (sales manager Area Nord West Heidelberg Materials Italia)
BEST REVENUES (migliore fatturato)
4° CLASSIFICATO - BAUEXPERT
Ritira il premio
ALEXANDER COMPLOJ (ceo)
Consegna il premio STEFANO GRANDICELLI (ceo Starplast)
BEST PERFORMANCE
Copyright: YouTrade Copyright: YouTrade
(migliore incremento del fatturato 2024/2023)
MATERIALI EDILI VARESE
Ritira il premio SIMONE DANEO (responsabile marketing e comunicazione Gruppo Made)
Consegna il premio ANDREA GASPARRI (region manager Holz Technic Rotoblass)
BEST PROFITABILITY
(impresa con utili più elevati in % sul fatturato)
BOSCOLO BIELO IVANO
Ritira il premio IVANO BOSCOLO (presidente)
Consegna il premio
GIAN DOMENICO GIOVANNINI (amministratore delegato Gruppo Laterlite)
BEST TREND
(maggior incremento biennale di fatturato 2024/2022) MATRIAL
Ritira il premio
MARCO FERRARI (socio)
Consegna il premio
ANDREA MENOZZI (presidente XT Insulation)
BEST ROE
(migliore ritorno sul capitale proprio investito) TESTA COMMERCIALE
Ritira il premio STEFANO ANESA (responsabile commerciale)
Consegna il premio
GIUSEPPE ANASTRELLI (sales director Building Division FITT)
Copyright: YouTrade
BEST ROA (migliore redditività complessiva)
CENTRO EDILE FRANCIACORTA
Ritira il premio ROSANNA MORGHEN (direttore Gruppo Edilcom)
Consegna il premio FABRIZIO ZACCARON (direttore vendita Italia Eclisse)
BEST ROA-ROD (migliore leva finanziaria) RAMINELLI
Ritira il premio
ROBERTO RAMINELLI (titolare)
Consegna il premio GUSTAVO HUSS
(country business director Bosch Power Tools Italy)
BEST ROS (migliore ritorno sulle vendite) BOSCOLO BIELO IVANO
Ritira il premio IVANO BOSCOLO (presidente)
Consegna il premio FRANCESCO FALCIANI (area manager Mapei)
BEST IIF
(migliore indice di indipendenza finanziaria) SINED
Ritira il premio ROBERTO MALANCA (responsabile commerciale)
Consegna il premio DAVIDE POZZOBON (direttore commerciale Fornace Laterizi Danesi)
MARTIN TOBLER
ASSISTENTE VIRTUALE PER I CLIENTI
Il multipoint svizzero HGC (50 punti vendita) ha introdotto Charly, androide digitale frutto dell’intelligenza artificiale. Può fare da consulente in diverse lingue: la media è di 670 conversazioni al mese
Veronica Monaco
Se in Italia l’intelligenza artificiale è ancora uno strumento poco utilizzato in molte realtà aziendali, soprattutto nel settore della distribuzione edile, c’è chi all’estero sta facendo significativi investimenti sull’IA per migliorare l’esperienza dei clienti e rendere più efficienti i processi interni. Ne è un esempio Hgc, multipoint svizzero con un fatturato di 960 milioni di euro. A raccontare gli sviluppi e le strategie del distributore è intervenuto al XVIII Convegno YouTrade il ceo Martin Tobler.
18 SHOWROOM
Fondata nel 1899, Hgc conta oggi 50 punti vendita di materiali da costruzione, pietre naturali e materiali a base
di legno, 20 punti di noleggio e 18 showroom. L’azienda dà lavoro a circa mille dipendenti e tra i suoi clienti annovera professionisti dell’edilizia, oltre che architetti e costruttori. «Abbiamo sette aree di business», ha elencato Tobler. «La prima, e più importante, è quella legata alla commercializzazione di materiale da costruzione, il nostro core business con cui realizziamo il 60% del fatturato aziendale». In ogni punto vendita non manca poi il reparto ferramenta, mentre dal 2023 Hgc si è aperta anche al mondo del noleggio. Il distributore tratta anche materiali a base di legno e involucri edilizi, offrendo anche servizi come il taglio per pannelli organici e inorganici, e il mondo dei rivestimenti e dell’interior design, con ceramiche da costruzione e parquet, soluzioni di ecodesign e consulenze per progettisti. Nel 2024 Hgc ha anche acquisito Interstein, tra i più importanti rivenditori di pietra naturale in Svizzera.
UN CENTRO PER L’IT
Dal 2022 l’azienda ha creato un centro d’eccellenza per l’It e una piattaforma di shopping online per le imprese edili. «Con questo know-how possiamo sviluppare tutte le attività di intelligenza artificiale», ha puntualizzato Tobler, che ha presentato tre differenti progetti. Il primo è Charly, un assistente multilingue di chat A i ideato per migliorare l’interazione con i clienti e l’assistenza nei canali online Hgc. Charly può essere utilizzato sia per sondare la disponibilità di un determinato prodotto in punto vendita sia per chiedere delucidazioni in merito alle caratteristiche tecniche dei materiali. «In Svizzera abbiamo tanti migranti e con Charly possiamo parlare con ciascun cliente nella sua lingua», ha spiegato il ceo. «Per implementarlo ci sono voluti tre mesi. Al momento abbiamo 670 sessioni di chat al mese, con circa 3,2 messaggi per sessione, e una percentuale del 50% di conversazioni riuscite. Trattandosi di generative A i, migliori sono i dati a disposizione, migliore è la consulenza che Charly può fornire ai clienti». Un secondo uso che Charly ha fatto dell’Intelligenza artificiale risiede nell’efficientamento dei processi interni, a partire dalla generazione delle schede prodotto presenti sul sito. «La generazione delle descrizioni dei prodotti attraverso l’Ai riduce il lavoro manuale dei product manager. Inoltre, le descrizioni multilingue in tedesco, francese e italiano sono generate automaticamente e sono già ottimizzate per il posizionamento sui motori di ricerca. Stiamo ancora lavorando per migliorare il sistema, ma credo che sia un’attività interessante per ridurre i costi operativi e migliorare l’esperienza del cliente».
EFFICIENTAMENTO
Un terzo esempio di come l’intelligenza artificiale ha supportato Hgc nell’efficientamento dei processi interni è quello relativo alla gestione delle gare d’appalto. «Fino a
tre-quattro anni fa la gestione delle gare d’appalto richiedeva un significativo impegno da parte dei dipendenti, che dovevano leggere le richieste, scegliere i posizionamenti, inviare le offerte, consultare i fornitori. Abbiamo così introdotto una piattaforma commerciale che semiautomatizza la prima parte del processo, in modo che la piattaforma selezioni in automatico i produttori per posizione e crei le richieste di offerta. È poi il dipendente a scegliere a quale fornitore inviare le richieste. Stiamo lavorando per automatizzare l’intero processo, per gestire cioè le offerte ricevute e inviare il nostro preventivo al cliente, già impostato anche sulla base delle sue preferenze», ha spiegato il ceo. «In questo caso utilizziamo le azioni dei dipendenti sui dati per creare intelligenza con connessioni essenziali per essere più efficienti, ridurre gli errori ed eliminare la subordinazione alla presenza fisica di un dipendente, che magari è ammalato o in ferie. Siamo molto orgogliosi di aver sviluppato tutto questo in casa. I dati sono di nostra proprietà e risiedono su nostre piattaforme».
OMNICANALE
Per sviluppare tutte le proprie aree di business, Hgc punta su una strategia omnicanale, che mira a intercettare i clienti su differenti touch point: nei punti vendita, in showroom, online, in cantiere, sugli scaffali con un sistema di etichettatura che mira a facilitare gli acquisti, e con servizi logistici professionali. Con una presenza capillare su tutto il territorio svizzero, Hgc «offre anche la possibilità di portare il negozio direttamente in cantiere attraverso un container allestito come un piccolo magazzino che permette al cliente di avere sempre materiale disponibile. Questo servizio, che abbiamo introdotto due-tre anni fa, funziona molto bene sui grandi cantieri. A oggi, in tutta la Svizzera abbiamo 23 container. Questo servizio ci permette inoltre di far percepire Hgc come primo punto di riferimento per i materiali da costruzione e fidelizzare i clienti», ha sottolineato Tobler. Tra le attività che il distributore svizzero ha messo a punto negli ultimi anni ci sono anche lo sviluppo di prodotti private label con il marchio Maximum e il servizio di noleggio Rent@Hgc con attrezzature e macchinari edili online e nei punti vendita in partnership con Hilti.
L’ASSISTENTE VIRTUALE
CHARLY, CREATO
CON L’INTELLIGENZA
ARTIFICIALE. NELLA
PAGINA ACCANTO, MARTIN TOBLER, CEO HGC
GUARDA IL VIDEO
TALK SHOW
A PICCOLI PASSI IMPRESE VERSO IL FUTURO
Programmi, previsioni e nuovi business di Vincenzo Zanutta (Zanutta), Federico Nessi (Eternoo), Marco Orsolini (Orsolini), Gian Domenico Giovannini (Laterlite), Filippo Vergani (Dierre) e Stefano Grandicelli (Starplast)
Di megatrend e prospettive post Pnrr hanno discusso sul palco del XVIII Convegno YouTrade anche alcuni protagonisti del mondo della distribuzione e produzione, in una tavola rotonda che ha visto il coinvolgimento di Vincenzo Zanutta, amministratore delegato di Zanutta, Marco Orsolini, direttore commerciale di Orsolini, Federico Nessi, amministratore delegato di Eternoo, Gian Domenico Giovannini, amministratore delegato di Laterlite, Fi-
Veronica Monaco
lippo Vergani, sales area manager Nord Italia di Dierre e Stefano Grandicelli, ceo di Starplast.
SEMPRE PIÙ GRANDI
Se è vero che le economie di scala diventano sempre più un elemento strategico per restare competitivi sul mercato, il tema delle attività di M&A sta coinvolgendo in maniera esponenziale anche il mondo della distribuzione. A testimonianza di questo fenomeno c’è Zanutta, multipoint della distribuzione edile con 57 punti vendita sull’asse Trieste-Torino che ha avviato un intenso programma di espansione attraverso nuove aperture e acquisizioni. «Cerco di creare una dimensione, una logistica, una struttura che permetta di ottimizzare sempre di più i costi e permanere su un mercato sempre più competitivo. Questo comporta investimenti molto importanti, che è possibile conseguire facendo massa in termini di volumi, e individuando format in grado di dare risposte. Oggi non basta più attrarre il cliente, bisogna soddisfarlo e dare risposte sempre più evolute, investendo ad esempio nell’Intelligenza artificiale e in servizi efficienti», ha chiarito Zanutta. «La parte più difficile nel processo di acquisizione è il passaggio da un’azienda padronale o familiare a una realtà più strutturata e industrializzata. Ci sono aziende che recepiscono questo cambiamento e si integrano nell’arco di 12 mesi, e filiali che invece ci mettono due-tre anni per andare a regime».
DAI MATERIALI AL SOFTWARE
Economie di scala e servizi sono dunque due delle partite su cui si gioca il futuro della distribuzione. Ma non solo, come dimostra il caso di Eternoo, multipoint con 76
store tra Nord e Centro Italia, ha raccontato Nessi, che ha recentemente acquisito alcune quote di una software house. «Mi sono reso conto che l’internazionalizzazione delle competenze sul fronte dell’Ai è fondamentale per poterle propagare all’interno dell’azienda. Ho declinato questo tipo di investimento sul tema del credito, che ho trasformato da minaccia a opportunità. Per conoscere la propria azienda e i propri clienti è necessario avere un tessuto di informazioni totalmente integrate: da questo presupposto è nata l’idea di realizzare un software. Inizialmente ho pensato di utilizzarlo solo internamente, ma poi ho deciso di venderlo al mercato, non necessariamente ai distributori di materiali edili, ma a qualsiasi azienda B2B. Saikoo è un Crm, che sarà potenziato dall’Intelligenza artificiale, che consente di integrare qualsiasi dato aziendale, dal bilancio al numero dei dipendenti, con qualsiasi tipo di informazione, pubblica e non. Questo tipo di soluzione consente chiaramente di avere piena padronanza del mercato, avere una reportistica, lavorare sul credit management». Una soluzione scalabile anche da aziende più piccole, che può portare vantaggi a tutta la filiera.
GESTIONE
DELLE RISORSE
Capitale economico, ma anche capitale umano. In un mondo che si avvale sempre più della tecnologia, continuare a investire sulle persone resta una leva imprescindibile di competitività. Come sta facendo Orsolini, multipoint con 54 punti vendita tra Lombardia e Centro Italia. «I cambiamenti sul piano demografico stanno veramente trasformando il mercato, la società e le nostre decisioni in azienda. Lo vediamo sia nell’aspetto prettamente commerciale sia nella gestione del nostro
capitale umano. Una casa di proprietà su quattro in Italia è disabitata, in Italia stanno crescendo le famiglie mononucleari, e dovremmo cercare di strutturare una proposta commerciale che tenga in considerazione questi nuovi scenari», ha spiegato Orsolini. L’altro grande cambiamento riguarda la gestione delle risorse umane. «Oggi abbiamo quattro o cinque generazioni presenti contemporaneamente in azienda e questo rappresenta un’ulteriore sfida. Stiamo cercando di coinvolgere esponenti delle varie generazioni negli incontri strategici, che sono cambiati tantissimo negli ultimi anni. L’Intelligenza artificiale e la tecnologia hanno infatti completamente stravolto il modo di prendere decisioni. Oggi avere a disposizione dati molto più leggibili e una reportistica più analitica ci aiuta tantissimo nelle scelte strategiche, forse rischiando di perdere un po’ di quell’intuito e di quella visione imprenditoriale che ci ha portato a crescere fino a ora».
ACQUISIZIONI
Anche il mondo della produzione è messo alla prova da un’intensa attività di acquisizioni, fusioni e allargamenti del business. Proprio come dimostra l’esperienza di Laterlite, che ha recentemente finalizzato la sua ultima acquisizione, la quinta in otto anni, con l’integrazione di Nord Resine. «I nostri clienti restano però ancora delle microimprese; nonostante tutto il lavoro del 110% e del Pnrr, non ho visto questo grosso processo di aggregazione su quel fronte», ha commentato Giovannini. «Questo rappresenta anche un po’ la fortuna del nostro sistema e della distribuzione: avere realtà piccole, spesso molto interessate ai servizi, e non sempre a rincorrere l’ultimo centesimo. Gli investimenti nei servizi sono estremamente profittevoli e rilevanti. Nei prossimi mesi il doping finirà, ci sarà la conclusione dei lavori del Pnrr, ma c’è ancora tanta richiesta di credito per l’anno prossimo. Fortunatamente hanno prorogato per un altro anno il bonus casa al 50%, che per il nostro settore è ossigeno, ma evidentemente si inizierà a vedere qualche piccolo segnale di flessione e qualche comparto rallenterà. Tante aziende, tuttavia, in questi ultimi anni hanno investito e creato le condizioni per stare bene sul mercato nei prossimi anni. Laterlite ha investito 80 milioni di euro in quattro anni, metà dedicati alla crescita dell’offerta, per linee esterne con acquisizioni o con nuovi impianti, e metà dedicati all’aumento della competitività, alla riduzione dei costi e alla sostenibilità. Per esempio, di fianco al nostro impianto a Solignano (Parma) abbiamo realizzato un campo agrivoltaico da 3,6 MWp, con un investimento da 4 milioni di euro. Mi piace pensare che quel sole dà energia per far crescere l’erba e nutrire le mucche, che fanno il latte per produrre il Parmigiano Reggiano, e per far girare il forno in cui realizziamo la nostra argilla espansa: un bel modo di coniugare sostenibilità, produttività ed efficienza energetica».
CONFIGURATORE
Intelligenza artificiale, servizio e marketing esperienziale si fondono nella strategia di Dierre, primo produttore di porte blindate in Italia, che nel 2026 lancerà un nuovo configuratore di prodotto integrato con l’Ai, come ha spiegato Vergani: «In questo processo di digitalizzazione abbiamo la speranza di dare risposte alla clientela. Fermo restando che il nostro prodotto è estremamente personalizzato e personalizzabile, quindi rimarrà sempre una grande parte di manualità e artigianalità, con il nuovo configuratore andremo a fornire al nostro rivenditore uno strumento che dà anche consigli sul tipo di prodotto da acquistare in base alle esigenze dell’utente finale e del distributore. Da gennaio pensiamo di mettere il configuratore a disposizione della rete vendita. Partirà via web e poi speriamo
potrà diventare anche un’applicazione. Ovviamente, siamo all’anno zero dell’intelligenza artificiale, quindi i margini di miglioramento sono veramente enormi». Dal mondo virtuale al mondo reale, l’azienda non tralascia l’esperienza fisica in punto vendita, inserendo nelle sale mostra una nuova fragranza identificativa che mira a giocare sulla memoria olfattiva per far vivere il ricordo del marchio anche nelle case di chi installa le porte Dierre.
AMBIENTE E OTTIMISMO
Il ruolo di chiudere il primo giro di interventi del talk show che ha animato la parte iniziale del XVIII Convegno YouTrade è toccato a Grandicelli di Starplast, che ha ribadito l’importanza di preservare e gestire la risorsa idrica. «Il cambiamento climatico è uno degli aspetti più importanti di quello che sta accadendo in questo periodo. Si parla di Intelligenza artificiale, di risparmio energetico, ma non viene toccato abbastanza l’argomento acqua. Starplast deve cercare di fare bene i propri prodotti, fare continuamente ricerca e impegnarsi per divulgare i propri sistemi e farli conoscere bene ai rivenditori e agli utenti finali. Per poter arrivare sul mercato è necessaria questa complicità, questo rapporto diretto con la distribuzione». Ma dal punto di vista normativo, com’è messa l’Italia? «Stiamo cercando di recuperare, ma siamo sempre un po’ il fanalino di coda in Europa. La Germania e i paesi nordici sono molto più avanti di noi, non perché ci siano delle imposizioni normative, ma semplicemente perché l’acqua potabile costa tantissimo e questo implica una sensibilità maggiore alla gestione di questo bene prezioso».
LE PREVISIONI
Fine superbonus, Pnrr in scadenza, proroga dei bonus al 50% per le ristrutturazioni, dazi, scenari geopolitici in continuo mutamento, Intelligenza artificiale e nuove tecnologie, cambiamento climatico e crisi demografica: a fronte di tutti questi elementi, quali sono le aspettative delle aziende per il prossimo anno? «Oggi siamo in balia degli eventi e programmare il futuro è sempre più difficile», ha ammesso Zanutta. «Per quanto mi riguarda, le aspettative sono quelle di un 2026 flat, né di crescita né di decrescita. Abbiamo raggiunto il picco più basso della ristrutturazione e da lì non scenderemo; il Pnrr dovrà accelerare per forza e ci sarà una piccola ripartenza del nuovo nei centri più grandi». Dello stesso avviso Nessi, che ha rimarcato come la proroga del bonus al 50% non sia solo un fattore di sostegno alle famiglie «ma anche un fattore di emersione del nero. Il fatturato medio nel nostro settore è 1,7 milioni di euro, quindi è tornato a scendere, e l’utile netto percentuale medio è di 4,87
punti. Il problema non è tanto il fatturato, ma le sfide critiche inerenti i temi dello stato patrimoniale, del capitale circolante, dei crediti. Queste sono le vere variabili che potranno cambiare la partita. La piccola impresa che lavora in nero, chiede il materiale senza fattura al distributore che spesso lo procura non per ingordigia, me per evitare di perdere una vendita. Si innesca però un circolo vizioso devastante che depaupera i patrimoni netti delle aziende che non riescono poi a far fronte ad eventuali crisi. La partita dunque si giocherà sull’efficienza gestionale e sull’attenzione maniacale al credito». «Credo che a livello strutturale non ci saranno grandissimi exploit», ha sostenuto Orsolini. «Insieme al discorso dell’evasione fiscale, che è uno dei mali peggiori del nostro Paese, abbiamo un disperato bisogno di aumentare la produttività delle nostre aziende. In
MARCO ORSOLINI (ORSOLINI). SOTTO, GIAN DOMENICO GIOVANNINI (LATERLITE)
questo secondo trimestre 2025 più di tutto è mancata la propensione agli investimenti dei privati, indicatore di grandissima debolezza delle famiglie. Mi auguro che l’aumento di produttività potrà generare quello spirito di investimento privato, non soltanto pubblico, su tutto il mondo immobiliare».
LE SFIDE
Mentre il mercato generale non avrà grossi scossoni, al netto di mutamenti esterni dovuti a eventi rilevanti sul fronte economico e geopolitico, «per Laterlite vedo un 2026 lievemente positivo», ha pronosticato Giovannini. «Abbiamo di fronte una sfida bellissima e faticosissima, quella dell’integrazione nel nostro gruppo della società Nord Resine. Il nostro lavoro l’anno prossimo sarà focalizzato nel far crescere questa azienda, che ha una gamma di prodotti tecnici di altissimo livello molto complessa: lavoreremo per semplificare l’offerta e adattarla alla distribuzione di materiali edili e fare formazione e informazione attraverso lo sviluppo di servizi e il rinnovo della rete vendita». La partita si giocherà invece sul fronte dell’internazionalizzazione per Dierre: «Come dice il nostro presidente Vincenzo De Robertis, siamo un’azienda troppo grande per l’Italia e troppo piccola per il mondo. Attualmente esportiamo il 45% del nostro fatturato, ma nei prossimi cinque anni vogliamo arrivare al 60%», ha detto Vergani. Molto positivo il sentiment di Grandicelli che, puntando sull’ottimismo, ha invitato a pensare ogni giorno in rosa per andare avanti e vincere le sfide che ci attendono. «Questo è lo spirito con cui dobbiamo lavorare. Cambia la demografia, cambiano i bisogni, si parla di qualità della vita. Dobbiamo vedere queste cose in una prospettiva generale e seguire i nostri sogni e i nostri pensieri in maniera sempre positiva».
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LA CONGIUNTURA
UN’EDILIZIA CHE VA AVANTI TUTTA QUASI INDIETRO
Il mercato rallenta, come c’era da aspettarsi, e le imprese oggi per trovare nuova vitalità devono guardare dentro loro stesse e migliorare la gestione ottimizzando le performance
Ci sono tre parole che sintetizzano lo stato attuale dell’economia internazionale e anche di quella italiana: incertezza, impreparazione, non-linearità. Lo scenario di incertezza nel quale siamo immersi, e dal quale sarà difficile emergere nel breve periodo, dipende in gran parte dall’introduzione dei dazi avviati dall’amministrazione Trump all’inizio di quest’anno, una politica economica scellerata, ma necessaria agli Usa per tentare di ripianare
Federico Della Puppa
il loro debito pubblico. La scelta di avviare una guerra commerciale con il resto del mondo ha avuto l’effetto di destabilizzare i mercati e la fiducia di imprese e consumatori, in modo particolare grazie alle continue modifiche, tra annunci e decisioni, sulle aliquote da utilizzare per i dazi (più o meno reciproci), con il presidente Donald Trump che attraverso la sua politica di annunci provoca effetti destabilizzanti non solo sui mercati internazionali, ma anche a livello interno. Tant’è che, dopo mesi di incrementi dei prodotti stranieri in terra statunitense, l’amministrazione americana si è accorta che i dazi sono controproducenti e li sta progressivamente limando o togliendo su molti beni, soprattutto alimentari. Lo scenario di estrema incertezza attuale è ben rappresentato dagli indicatori del World Uncertainty Index e del World Trade Uncertainty Index, che mese dopo mese ci avvertono della difficoltà del nostro momento attuale.
IMPREPARAZIONE
La seconda parola è impreparazione. Non siamo preparati, non ci prepariamo agli scenari di cambiamento che repentinamente modificano le regole del gioco, ma tendiamo a seguire i cambiamenti provando a cavalcarli o a evitarli, senza strategie preventive utili ad affrontarli. Questo è un difetto tipico della nostra economia nazionale, ma soprattutto del mercato delle costruzioni, viziato e drogato in questi ultimi quattro anni da incentivi fiscali e iniezioni di fondi pubblici straordinari, superbonus e Pnrr, che si sono tradotti in un continuo attendismo delle imprese di fronte alla possibilità di avere quello che, un anno fa su queste pagine, chiamavo l’aiutino di Stato. La nostra impreparazione nasce dall’andare sempre a rimorchio,
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XVIII CONVEGNO YOUTRADE
con le imprese capaci di mettere in atto strategie solo dopo che sono state attivate da altri (Europa, Stato, Regioni) politiche di intervento. È un difetto che pochi soggetti non hanno: poche infatti sono le imprese che studiano costantemente gli scenari globali e locali e ipotizzano strategie di fronte, ad esempio, agli scenari di incertezza nei quali oggi siamo im-
mersi. Attendiamo sempre un aiuto esterno, mentre la soluzione dovremmo iniziare a cercarla all’interno delle nostre imprese, partendo dai nostri fondamentali e non basandoci solo sul mercato.
NON-LINEARITÀ
Il terzo punto, la terza parola, che in realtà è una parola composta, è la non-linearità, un fenomeno economico con il quale dobbiamo imparare a convivere e che dipende dal cambiamento strutturale delle condizioni economiche e sociali, nonché geopolitiche internazionali e di politica interna, che dopo la pandemia ha acuito la sua potenza, già presente in nuce negli anni precedenti, ma al tempo non ancora del tutto chiara. Oggi è chiarissimo che lo scenario di stabilità di medio-lungo periodo delle condizioni di sviluppo economico, sia nella crescita che nei rallentamenti, è uno scenario che non rappresenta più la realtà. In passato potevamo avere i classici quattro anni di crescita e quattro di calo, ma sempre quattro anni erano, e dunque potevamo tarare i nostri budget su scelte che da un anno per l’altro potevano avere una loro continuità. Oggi la velocità dei fenomeni di ripresa o di rallentamento economico ha ridotto i tempi a periodi che si contano sui mesi. Impossibile oggi prevedere cosa succederà tra un anno, più facile, anche se complesso, capire cosa potrà succedere il prossimo mese. Questo cambia tutto, cambia il modo attraverso il quale dobbiamo fare i nostri budget, cambia il modo attraverso il quale leggere la dinamica economica italiana, del settore delle costruzioni e dei suoi comparti produttivi e distributivi.
CONFRONTO EUROPEO
In questo scenario l’unica risposta è utilizzare il metodo induttivo, analizzando il mercato per comprendere i «fondamentali», unica strada coerente per studiare i fenomeni e capire quali scelte e quali strategie adottare. E quindi iniziamo a tracciare le coordinate economiche evidenziando come, nel confronto europeo, l’Italia sia tornata ai vecchi valori di crescita da prefisso telefonico, con lo zero prima della virgola a segnare una incapacità di agganciare il trend dei Paesi più avanzati. Il fatto di essere in buona compagnia, con Francia e Germania, non gioca certo a favore. Come non gioca a favore il fatto che nel dopo 2020 la produzione edilizia nazionale sia stata esageratamente elevata rispetto a quella media europea, evidenziando la condizione di straordinarietà del nostro mercato edilizio recente, una dinamica assolutamente fuori scala e non riconducibile a una situazione di normalità nella ripresa post covid, ma appunto di assoluta straordinarietà. Tra il 2021 e il 2026, se le previsioni saranno confermate, la somma delle crescite percen-
tuali degli investimenti nel settore delle costruzioni porta a un incremento del mercato di quasi il 75% rispetto al 2020. Dunque, non solo si è colmata la perdita del 2020, ma si sono aggiunti quasi 70 punti percentuali in più di crescita. Questa dinamica, figlia come già detto della fase eccezionale legata al superbonus e al Pnrr, porta con sé però alcune riflessioni, in quanto dopo un periodo così positivo e consistente per il settore, non è pensabile che tali dinamiche possano proseguire ancora per molti anni o, come ogni imprenditore sognerebbe, per sempre.
LA RIFLESSIONE
L’economia a espansione infinita, come ben noto, non esiste e gli investimenti in costruzioni, dopo tre anni di fortissima crescita, si sono assestati su andamenti comunque di galleggiamento tutto sommato positivi, anche se va fatta una riflessione sulla difficoltà di prevedere gli andamenti con anticipo. Ad esempio, confrontando le previsioni della Commissione europea, appare molto evidente come dopo sei mesi le condizioni delle previsioni cambino in modo anche significativo. Infatti, se si analizzano i consuntivi e le previsioni di sei mesi prima, o le previsioni attuali e quelle di sei mesi prima, emerge una significativa differenza, che per il 2025 per esempio è data da -3,8% previsto nell’autunno 2024 a +0,5% indicato nel forecast di questa primavera. In attesa di confrontare i dati del prossimo Forecast della Commissione europea, atteso per fine novembre, questi dati, al di là dei numeri in sé, raccontano di una situazione estremamente mobile e caratterizzata da instabilità e incertezza. Ciò che è certo è che mai come nel 2025 la produzione sia stata così elevata, ben 42,5 punti percentuali in più rispetto al valore medio, già molto positivo, del 2021.
CORSA E FRENATA
Se analizziamo con più approfondimento la dinamica dei singoli settori, e usciamo dalle percentuali per evidenziare i valori assoluti, emerge un elemento ulteriore di riflessione che conferma le letture appena tracciate. Nel 2019 il settore delle costruzioni valeva complessivamente 128,5 miliardi, scesi a 121,8 nel 2020. Con l’avvio del superbonus la crescita è stata esponenziale, portando il mercato alla soglia di 242 miliardi nel 2024 e nel 2025, e con la previsione di un 2026 a 241,3 miliardi, ma con un cambiamento rilevante tuttavia nelle dinamiche dei diversi settori. Tra il 2023 e il 2026 il settore residenziale ha perso quasi 23 miliardi di investimenti, per contro il non residenziale è cresciuto di poco più di 10 miliardi e il settore delle infrastrutture di 14,8 miliardi. Va osservato che nella dinamica di lungo periodo 2019-2026
in ogni caso il settore residenziale presenta un incremento del 94,4%, elemento che va messo in relazione con la dinamica di breve periodo 2024-2026, che vede una flessione del -12,5% di questo settore, mentre nel breve periodo crescono del 9,1% gli investimenti nel non residenziale e del 27,7% quelli in infrastrutture. È un forte cambiamento di mercato, ma che non
XVIII CONVEGNO YOUTRADE
deve sorprendere, perché largamente annunciato, un cambiamento che sposta le quantità ma soprattutto le qualità, ovvero le tipologie di prodotti e soluzioni richiesti dal mercato.
ELEMENTO CRITICO
Dunque, se negli ultimi tre anni, con la fine del su-
perbonus, il settore residenziale ha perso il 12,5% degli investimenti, va anche osservato che questa perdita avviene dopo una crescita molto consistente. Ma anche come il mercato nel suo insieme abbia guadagnato l’88% di investimenti in più rispetto al 2019, mentre nel triennio 2024-2026 complessivamente cambia poco, mentre all’interno del mercato cambiano dinamiche e pesi dei settori. Un’ulteriore e più specifica riflessione può essere fatta analizzando come al variare dei mercati varino anche le domande di prodotti e soluzioni per edilizia e come queste abbiano un impatto diretto con l’andamento del settore della distribuzione di materiali edili. L’eccessiva concentrazione sul mercato della ristrutturazione, dal punto di vista delle forniture, è un elemento critico che in molti casi ha fatto registrare per molti rivenditori cali di fatturato, pur nel mantenimento di redditività comunque positive e migliori di quelle della grande distribuzione. Il settore delle costruzioni oggi è diviso tra un mercato residenziale che troverà nuovi equilibri e prospettive nel recupero legato alla direttiva europea Case green, per la quale il nostro Governo entro dicembre di quest’anno dovrà produrre il piano degli interventi, e un mercato non residenziale e delle infrastrutture in crescita, molte delle quali tuttavia legate al Pnrr e ai progetti e lavori che comunque andranno conclusi entro la metà del prossimo anno, salvo rare e a oggi non previste proroghe.
NUOVE STRATEGIE
In ogni caso il mantra economico della crescita continua e costante è un fenomeno presente, ma che limita le nostre capacità, perché se cresce il Pil, se cresce l’economia, se cresce il mercato, allora anche le nostre imprese cresceranno. Ma una situazione di questo tipo è facile affrontarla, anche perché beneficia tutti, senza distinzione. Oggi, in uno scenario più complesso, cresce chi mette in atto strategie di consolidamento e di crescita territoriale. Analizzando i dati della Top 100 delle imprese di distribuzione di materiali edili si può notare come siano solo dieci le aziende che nel 2023 e nel 2024 hanno fatto segnare incrementi del giro d’affari in entrambi gli anni e se si analizzano le scelte strategiche di queste aziende si possono scoprire molte cose, prima fra tutte la ricerca di una espansione territoriale e un rafforzamento nei mercati specifici. Di fronte alle scelte strategiche, emerge come le aziende abbiano lavorato principalmente su due fronti: da un lato un consolidamento e, per alcune di esse, una crescita espansiva in termini di presenza territoriale, da un altro lato su un rafforzamento della struttura organizzativa, dato da investimenti sul personale e una migliore organizzazione aziendale. Per crescere in un mercato che non cresce (o che si riduce) la competitività va trovata nell’efficienza, ovvero fare meglio quello che già facciamo, nell’innovazione,
ovvero fare cose che non facciamo, e nel marketing strategico, ovvero consolidare quanto fatto e andare dove ancora non siamo stati, esplorando nuovi mercati in senso tipologico, territoriale e relazionale, quest’ultima una vera sfida da affrontare non tanto con intelligenza artificiale e chatbot, ma soprattutto attraverso il proprio personale, vera ricchezza e patrimonio aziendale.
LA METÀ DEI DISTRIBUTORI È PRONTA A FARE ACQUISIZIONI
«Il mondo cambia velocemente e questo favorisce le piccole aziende. Non c’è mai stato un momento migliore per essere imprenditori». Una frase che potrebbe riassumere il senso del XVIII Convegno YouTrade e che è stata anche una delle domande rivolte ai partecipanti del consueto instant poll. Il sondaggio in tempo reale, grazie a una piattaforma web che rileva i voti (in forma anonima) dei presenti, è una delle caratteristiche dell’evento organizzato da Virginia Gambino Editore. Ed è stato così anche quest’anno. La frase riportata all’inizio, però, è andata oltre la semplice richiesta di indicare le intenzioni, gli umori e le strategie dei votanti. Perché quelle parole indicano anche, seppure genericamente, un giudizio
su quello che è una trasformazione del quadro generale in cui si muove l’economia, condizionata nel bene e nel male dai macrotrend bene individuati durante la giornata di lavori del convegno. Dunque, chi ha pronunciato quelle parole? Il sondaggio ha presentato quattro alternative, i nomi di imprenditori noti sicuramente ai partecipanti all’instant poll, ma con diverse caratteristiche (e dimensione aziendale): Brunello Cucinelli, Jeff Bezos, Virginia Gambino ed Emmanuele Orsini. Attribuire a uno o all’altro l’idea che il cambiamento è un’opportunità ha significato anche legare una prospettiva di ottimismo a una figura pubblica rispetto a un’altra. Ecco il risultato della votazione: Cucinelli, imprenditore del tessile e della moda, è stato il più gettonato con quasi il 35% dei voti. Al secondo posto, quasi a pari merito, si è piazzato Bezos con 33,7%, seguito da Virginia Gambino con il 19,5% e, infine, dal presidente di Confindustria, nonché imprenditore di Sistem Costruzioni, azienda nell’edilizia in legno e nella logistica industriale, che ha racimolato solo l’11,8% delle attribuzioni. Dunque, a chi attribuire la frase? La risposta è: Jeff Bezos che, a ben vedere, è anche lui un distributore, seppure in grande stile. Insomma, l’idea che il cambiamento tecnologico possa offrire un assist alle Pmi arriva da un campione della distribuzione, diventato tale grazie a un utilizzo massiccio
del digitale, e ora anche della robotica. Ma sono risultate interessanti anche le risposte agli altri quesiti posti dall’instant poll. A cominciare da quello sulla direttiva Case green. «Entro dicembre il governo deve presentare il piano per l’Italia: che cosa vi aspettate?», è stato chiesto. Forse, non sorprendentemente, dai partecipanti è filtrata una certa sfiducia nell’azione governativa: oltre il 50% prevede un impegno, ma generico. E oltre il 26% si attende il classico rinvio all’italiana. Più ottimista il 13,6%, fiducioso nella messa a punto di una scaletta operativa per la riqualificazione degli edifici energivori, e il 10% che crede nello stanziamento dei fondi necessari. Un’altra domanda ha sondato, invece, le aspettative riguardo ai bonus edilizi, prorogati per il 2026. Bastano per far ripartire l’edilizia? La conferma degli incentivi è stata considerata una notizia positiva, che aiuta il settore da quasi il 37% dei votanti, ma il 29% ha chiesto che i bonus non siano a scadenza. Un’opinione simile a quella del 21,2%, che ha reputato la proroga non sufficiente, mentre il 12,8% ha sostenuto che un altro anno di bonus non cambia nulla. Il cambiamento, concetto al centro della discussione del convegno, presuppone che le aziende abbiano messo a punto strategie per affrontarlo. Per esempio programmando nuovi investimenti. E la terza domanda del sondaggio ha riguardato proprio questo: per la vostra azienda avete in programma investimenti?
Forse un po’ a sorpresa, la grande maggioranza (42%) dei partecipanti alla survey ha risposto di voler investire per allargare l’area di business. Quasi il 28% ha precisato che sarà puntato sulla tecnologia il focus delle risorse, mentre quasi il 22% ha scelto decisamente il campo della formazione. Solo l’8,2% sembra non avere idee chiare in proposito e ha optato per un «decideremo il prossimo anno». Infine, una domanda ha riguardato il fenomeno della concentrazione: le acquisizioni che stanno cambiando dimensioni e assetto della distribuzione. Anche in questo caso la grande maggioranza (47,3%) dei presenti ha offerto una risposta sorprendente, annunciando di essere pronta a fare acquisizioni. Quasi la metà dei distributori, insomma, si prepara allo shopping, sull’onda dei gruppi maggiori. Non solo: il 24,6% si è detto pronto a mettersi al tavolo per una eventuale cessione («ascolteremo le proposte di altri gruppi»). Solo il 18,6% ha invece precisato di far parte di un’azienda familiare non in vendita, mentre circa il 9% prevede un 2026 che conserverà l’attuale assetto.
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ALBERTO BUBBIO
PER ADATTARSI L’AZIENDA FACCIA L’AMEBA
Secondo l’economista, la strategia da seguire è quella di un centro con un nucleo invariabile e all’esterno una serie di estroflessioni che si adattano all’ambiente
«N
on si
può star fermi, ma agitarsi in modo confuso sarebbe peggio. Ci vuole una strategia», ha esordito sul palco del XVIII Convegno YouTrade Alberto Bubbio, professore associato di economia aziendale e responsabile del corso di programmazione e controllo, presso l’Università Cattaneo-Liuc, oltre che responsabile scientifico di YouTrade Education, il programma di corsi di formazione manageriale sviluppato insieme a Virginia Gambino Editore.
Veronica Monaco
CICLICITÀ
«Ormai è perfettamente chiaro che in tutte le attività ci sia una ciclicità. Uno dei modelli più importanti proposto dalle teorie di management è quello del ciclo di vita, pensato inizialmente per il prodotto, poi applicato anche alle aree d’affari, alle aziende e agli Stati», ha proseguito il professore. «Dopo una fase iniziale incerta, c’è un forte crescita a cui segue una fase di secondo sviluppo o, se non si è capaci di innovarsi, il declino. Una delle cose che si può fare quando si è in declino è quella di rivitalizzare il ciclo». Come? «Sono tre le strategie: crescere, decrescere, rimanere fermi allo status quo. Attenzione che decrescere non è così male, tant’è vero che alcune multinazionali hanno iniziato a vendere rami di business».
CONOSCERE IL VALORE
In presenza di forti elementi di complessità e disordine, resta però fondamentale scegliere una strategia aziendale, qualunque essa sia. «Per farlo è però necessario conoscere il proprio valore. Le dimensioni ormai non sono più il parametro con cui misurarsi. Un’azienda può essere piccola e fare risultati clamorosi lavorando su nicchie di mercato». Oltre a conoscere sé stessi, è molto importante conoscere anche il proprio cliente. Il mercato e le abitudini di acquisto sono stati completamente stravolti negli ultimi 30 anni. «Il cliente ha avuto un’evoluzione. Non è più il cliente del mercato di massa, ma nel tempo ha richiesto sempre più prodotti e servizi caratterizzati da una qualità sempre più alta a un prezzo sempre più allineato (anni
Ottanta), tempi sempre più brevi con una varietà sempre più ampia (anni Novanta), personalizzazione sempre più spinta con prodotti a contenuto sempre più emozionale (Duemila), maggiore focus sul benessere che sul ben-avere (2010-2020), e ultimamente una crescente attenzione alla casa comune», ha ripercorso Bubbio. E in futuro? «Il cliente continuerà a evolversi e a essere più difficile. Le nuove generazioni verranno molto meno in azienda e guarderanno molto di più i siti web».
IL POSIZIONAMENTO
Dunque, la chiave per affrontare con serenità il futuro è «agitarsi in modo intelligente, trovare nuove opportunità, calibrare molto bene disponibilità finanziarie e investimenti». Insomma, in due sole parole posizionamento strategico. «La prima scelta strategica è dove competere», combinando prodotti, mercati, tecnologie. Alcune variabili che qualificano la capacità competitiva sono la notorietà del nome aziendale (brand awareness), la reputazione, la crescita propria e dei concorrenti, le scelte commerciali e l’efficace gestione dei fattori critici di successo, cioè quelli che motivano il cliente a scegliere un’azienda invece che i concorrenti. «Occorre essere smart. Come? Contenendo al minimo la burocrazia e alzando il livello tecnico della squadra attraverso la formazione manageriale. La struttura organizzativa ideale è quella dell’ameba, che al centro ha un nucleo invariabile e all’esterno una serie di estroflessioni che si adattano all’ambiente con varie soluzioni», ha concluso Bubbio.
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TALK SHOW
DISTRIBUZIONE TRA DATI, CLIENTI E NUOVI ADDETTI
Le previsioni per l’edilizia di Vincenzo Zanutta (Zanutta), Massimo Minguzzi (Idrolab), Fabrizio Zaccaron (Eclisse) e Andrea Baldo (Xt Insulation): mercato con meno soggetti, più aziende non italiane, e utilizzo di soluzioni software
CVeronica Monaco
he cosa cambia nell’edilizia? Quali sono le prospettive per il settore da qui a dieci anni? Il compito di offrire un’ardua sentenza a queste domande è toccato ai partecipanti del talk-show finale che ha animato il XVIII Convegno YouTrade, con il ritorno sul palco di Vincenzo Zanutta, amministratore delegato Zanutta, Massimo Minguzzi, ceo di Idrolab, Fabrizio Zaccaron, direttore commerciale Italia di Eclisse e Andrea Baldo, direttore commerciale di Xt Insulation.
SEMPLIFICAZIONE
«Il mondo dell’edilizia sta cambiando molto rapidamente rispetto al passato. Il primo tema da porsi è quale sarà il cliente del futuro. Ormai dal cantiere stanno scomparendo tutte le maestranze e si stanno formando operatori nuovi, prevalentemente non nazionali. A queste maestranze, che stanno diventando sempre più brave nel loro lavoro, bisogna prestare una doppia attenzione perché devono ancora strutturare le loro aziende. Se trovano un committente non corretto, chiudono l’impresa e i distributori rimangono con il cerino in mano. Quindi, oggi dobbiamo capire quali saranno le loro richieste e cercare di fidelizzare questi nuovi clienti che si rivolgono ancora a un mercato dove conta il prezzo, la velocità di esecuzione, la disponibilità della merce. Per capire dove va l’edilizia, dobbiamo capire l’interlocutore e aiutarlo a crescere», ha ammesso Zanutta. «Il rivenditore rappresenta un servizio all’interno della filiera: esiste fintanto che trova una sua collocazione di servizio. Nel momento in cui non riesce più a dare un valore aggiunto, viene espulso dal mercato. Abbiamo bisogno di una filiera sempre di più coesa, coerente e compatta, cosa che oggi nel mercato nazionale non esiste. Ci sono tantissimi produttori e distributori che sgomitano per riuscire a ritagliarsi una fetta di mercato. In futuro mi aspetto una razionalizzazione, in cui produttori e distributori faranno squadra per riuscire a presenziare un mercato sempre più competitivo, con margini sempre più bassi, con sempre meno personale, in un mondo sempre più tecnologico e poco emozionale».
TRASFORMAZIONE
L’inevitabile trasformazione tecnologica implica un’accelerazione nella gestione dei dati, che sono il carburante della nuova era. «Senza i dati non si va da nessuna parte», ha ribadito Minguzzi di IdroLab, società specializzata in servizi e applicazione per l’automazione dei processi di gestione delle informazioni di prodotto. «Il premio Nobel per la fisica è stato assegnato a tre ingegneri che hanno creato un nuovo processore alla base dei computer quantici. Un computer quantico, che arriverà a essere il personal computer del futuro, in tre minuti fa quello che il computer più potente esistente al mondo fa oggi in 10 mila anni computazionali. Più dati immettiamo negli algoritmi che governano l’intelligenza artificiale, più risultati potremo analizzare e prendere decisioni. I dati dei clienti, dei fornitori, dei prodotti, i dati transazionali sono presenti nelle aziende, ma non sono uniformati, non sono completi, non sono di qualità. In passato, la causa poteva essere individuata nella mancanza di standard e di tecnologia per aggregare questi dati. Oggi, non ci sono più scuse. I produttori devono prendere coscienza del fatto che è fondamentale fornire dati di qualità sui prodotti, completi e nel rispetto degli standard; dall’altra parte, i distributori devono prevedere una strategia e una
rigorosità di obiettivo unica, che coinvolge tutta l’azienda. Un esempio banalissimo: l’80% delle convenzioni che vengono sottoscritte con gli uffici acquisti non riscontrano nei listini ufficiali gli elementi cui aggregare gli sconti, rendendo impossibile l’automazione dei processi».
APPLICAZIONI
La tecnologia può essere uno strumento utile anche a vendere meglio, come dimostra l’esperienza Eclisse che con il suo configuratore CercaFacile ha dotato i suoi rivenditori di un’arma per non perdere margini, cogliendo tutte le opportunità di vendita, anche quelle inespresse. Come spiega Zaccaron: «La tecnologia oramai è un elemento imprescindibile per la creazione del business, impattando direttamente sul mondo delle vendite. CercaFacile Eclisse è un assistente intelligente alle vendite», che consente di costruire preventivi completi davanti al cliente e favorire il cross selling. «Da poco abbiamo implementato una
nuova funzione predittiva che lavora sui prodotti correlati. La finalità è sempre l’aumento di fatturato per singola negoziazione». A chiudere la prima tornata di interventi è stato Baldo: «Xt Insulation distribuisce e produce, quindi ha problemi ibridi. Siamo immersi in un mondo che sta cambiando in maniera radicale. Sta nascendo un ecosistema inedito fatto di nuove soluzioni, servizi e competenze, il tutto supportato dall’Intelligenza artificiale. Trovare le competenze oggi non è facile, a nessun livello. Si fa fatica a trovare magazzinieri, mulettisti, probabilmente è più facile trovare un ingegnere che ha voglia di sviluppare determinate cose, ma non tutte le aziende ne hanno la possibilità e la dimensione. Quindi è una sfida notevole. Nel nostro piccolo, cerchiamo di stare il più possibile al passo: l’inserimento di linee di prodotto altamente ecosostenibili fa parte di questa strategia».
LO SCENARIO
Ai partecipanti è stato chiesto, infine, un esercizio di fantasia: come sarà l’edilizia fra dieci anni? «Molto diversa, con poche aziende distributrici di grandi dimensioni e produttori molto più concentrati e strutturati, con filiere più coerenti», ha risposto Zanutta. «Con abitazioni integrate, più piccole ed efficienti», è stato invece il pensiero di Minguzzi. Zaccaron, a sua volta, immagina un mondo dominato dalla tecnologia, dove «il cliente finale, ma anche il posatore e il progettista, non ameranno più entrare nei punti vendita, ma acquistare tutto online. Bisognerà essere bravi a continuare a proporre prodotti che hanno bisogno di un touch emozionale». «Sono convinto che un certo tipo di distribuzione altamente specializzata abbia comunque degli spazi importanti», ha concluso infine Baldo, «a patto di essere veramente specializzata. Cosa ci sarà tra dieci anni nessuno lo sa, ma gli imprenditori e il management devono iniziare a capire dove andare, anche se oggi diventa molto complicato fare programmi».
ANDREA BALDO (XT INSULATION). SOTTO, FABRIZIO ZACCARON (ECLISSE)
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L’azienda presenta Cromatica, una tecnologia che consente di realizzare rivestimenti decorativi con colori, texture, opacità e trame personalizzate, fino alla riproduzione di immagini su misura
Sara Giusti
Marcegaglia ha presentato per la prima volta al Made Expo di Milano la sua nuova tecnologia, Cromatica, che consente di realizzare rivestimenti decorativi su acciaio e altri metalli con colori, texture, opacità e trame personalizzate, fino alla riprodu-
FASI DI LAVORAZIONE DI CROMATICA MARCEGAGLIA
zione di immagini su misura. Grazie alla stampa digitale e alla collaborazione con aziende europee specializzate nella produzione di inchiostri e vernici, Cromatica offre infinite possibilità creative per architetti, progettisti e interior designer, in applicazioni sia interne che esterne. La tecnologia Marcegaglia può essere infatti utilizzata per facciate di edifici residenziali e commerciali, centri direzionali, hotel e strutture sportive, interni di showroom, elettrodomestici e arredi urbani, veicoli di trasporto, come yacht e navi da crociera.
LUNGHEZZA ILLIMITATA
Con oltre 300 colori disponibili a catalogo, il metallo Cromatica può essere formato, piegato, forato e lavorato senza compromettere la grafica né le prestazioni. La lunghezza è illimitata, mentre la larghezza della superficie può arrivare fino a 1,5 metri, con spessore
che va da 0,25 a 1,8 millimetri per l’acciaio e fino a 3 millimetri per l’alluminio. Oltre alla resa estetica, Cromatica garantisce anche sostenibilità e durabilità.
L’acciaio è riciclabile al 100% e proviene da filiere rigorosamente controllate. Gli inchiostri inorganici e le vernici per il coil coating assicurano resistenza nel tempo, anche in condizioni ambientali avverse.
INSTALLAZIONE
PRESSO IL DUOMO DI MILANO CON SUPERFICI
PERSONALIZZATE
CON LA TECNOLOGIA
CROMATICA. SOTTO, CROMATICA SULLA
FACCIATA DI UN APARTHOTEL A NAPOLI
UN CONTEST
PER ARCHITETTI E PROGETTISTI
Una mostra, un talk e un workshop dedicati alle nuove narrazioni dell’architettura contemporanea: l’iniziativa Surface Stories a Made expo ha messo al centro Cromatica, declinata attraverso le soluzioni innovative messe a punto da architetti e progettisti. Tra questi, i giovani professionisti del contest B-Palace Art, promosso con Sandrini Metalli, che hanno saputo reinterpretare in maniera creativa le superfici del lato B degli edifici e trasformarle in opere di rigenerazione urbana, con valore estetico e culturale. Un progetto che testimonia come l’acciaio, grazie alla tecnologia Cromatica, possa essere protagonista di una trasformazione capace di coniugare design, identità e sostenibilità.
STORIA DI COPERTINA
L’azienda lancia blocchi con una particolare geometria interna, alleggeriti con farina di legno e abbinati a una malta termica: consentono di realizzare murature monostrato molto performanti dal punto di vista termico, acustico e meccanico
LVeronica Monaco
a nuova linea Parete Respira si aggiunge alla gamma dei prodotti Specialties di T2D. Presentata prima in versione tamponamento, poi anche in versione portante antisismica, la nuova proposta rappresenta il primo passo di un percorso orientato ad avvicinare l’azienda sempre più a un’ottica di sistema. Come racconta a YouTrade l’area manager Nord-Ovest Marco Barletta.
LA NUOVA PROPOSTA
T2D PARETE RESPIRA. NELLA PAGINA ACCANTO, MARCO BARLETTA, AREA MANAGER NORD-OVEST
STORIA DI COPERTINA
PREPARAZIONE IN CANTIERE DELLA MALTA
TERMICA E POSA DEI BLOCCHI PARETE RESPIRA
Domanda. Come si articola l’offerta?
Risposta. Parete Respira è la sintesi fra efficacia e semplicità esecutiva: blocchi in laterizio con una particolare geometria dei setti interni alleggeriti con farina di legno, abbinati a una malta termica innovativa, che consentono di realizzare murature monostrato molto performanti dal punto di vista termico, acustico e meccanico.
D. A chi può interessare questo pacchetto?
R. A chiunque sia alla ricerca di soluzioni costruttive capaci di soddisfare a pieno le necessità normative e pratiche, con modalità di installazione semplici, rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e garanzia di durata nel tempo.
D. In rivendita come viene presentato? R. Il nuovo sistema Parete Respira si inserisce nella
gamma dei prodotti Specialties di T2D. I membri dello staff delle rivendite nostre partner, come consuetudine dell’azienda, vengono formati dal punto di vista tecnico per essere in grado di rispondere puntualmente ai quesiti dei loro clienti.
D. È riconoscibile dalla confezione?
R. Sì, i blocchi in laterizio arrivano sempre in cantiere abbinati alla malta termica, la quale è caratterizzata da un elegante sacco di carta che riporta il nome del sistema Parete Respira.
D. Avete depositato un brevetto?
R. Certamente, come per gli altri sistemi T2D Specialties.
D. T2D si propone anche come fornitore di servizi ai rivenditori. Quali, in particolare?
R. Il nostro dipartimento tecnico è costantemente al fianco delle rivendite per l’approfondimento dei nodi costruttivi, la verifica dei ponti termici e l’elaborazione di tutto quanto possa essere utile a soddisfare a pieno le necessità del cliente, rendendo completa l’assistenza fornita.
D. È previsto anche un supporto in fase di progettazione?
R. Certo, i progettisti sono partner fondamentali dell’azienda. Collaboriamo con loro quotidianamente per affiancarli nelle valutazioni tecniche e fornire il supporto di cui necessitano.
D. E in cantiere?
R. Per i sistemi con una componente innovativa, come quelli della gamma Specialties di T2D, la presenza in cantiere del nostro personale è parte integrante di ciò che viene proposto come sistema. Un supporto formativo circa l’uso dei nostri articoli è funzionale alla soddisfazione del cliente, così come la condivisione delle nostre competenze per risolvere i nodi costruttivi più delicati. D. Il laterizio è un materiale con un processo produttivo energivoro: come conciliarlo con la sostenibilità?
R. Sono contento che mi abbia fatto questa domanda. Spesso il concetto di sostenibilità viene abbinato a valutazioni che si fermano al cancello dello stabilimento produttivo. Fra quelli usati per costruire murature, il laterizio è uno dei prodotti più sostenibili. Partiamo dalla materia prima: l’argilla viene prelevata a poche decine di metri dallo stabilimento produttivo, con impatto quasi nullo sul trasporto. L’emissione di CO₂ in atmosfera che avviene durante la sola fase di cottura non dura che pochissime ore, per un prodotto che svolge la sua funzione per un tempo sostanzialmente infinito, giacché come ben noto il laterizio è praticamente eterno. La maggior parte delle emissioni viene poi trattata tramite post-combustori, che permettono il recupero del calore da reimpiegare nel ciclo produttivo.
D. Quali iniziative ha messo in campo T2D sul fronte della sostenibilità?
R. Per contenere la propria impronta ambientale T2D continua a investire in energie rinnovabili, in particolari parchi fotovoltaici. Inoltre, da molti anni, ha intrapreso un percorso che ha portato gli stabilimenti a essere modelli di industrie all’avanguardia, che si sposano perfettamente con il delicato ambiente circostante. Il ripristino ambientale periodico dell’area di escavazione della materia prima, l’eliminazione dei derivati del petrolio nella produzione del materiale porizzato e il riciclo completo dei materiali utilizzati nei processi produttivi e nella gestione quotidiana degli stabilimenti sono solo alcuni esempi del nostro impegno nella gestione responsabile delle attività produttive.
D. Il vostro prodotto di punta Tris è ancora valido?
R. Assolutamente. Tris rappresenta il punto di riferimento nel panorama di proposte tecnicamente evolute che T2D propone. Il riscontro del mercato è in continua crescita e siamo prossimi ad avviare una linea produttiva per aumentare la capacità produttiva.
D. Come si rinnova un prodotto tradizionale come il laterizio?
R. Il rinnovamento del laterizio sta nella ricerca di soluzioni sicure, durevoli, confortevoli e sostenibili. Il nostro dipartimento R&D lavora quotidianamente in questa direzione. Un nuovo capitolo del tema rinnovamento consiste nello sviluppo di sistemi costruttivi completi, non più solo laterizio ma anche tutti gli altri elementi che completano la parete.
D. I distributori danno il giusto peso alla qualità del prodotto? E come cambia, se cambia, il rapporto con la distribuzione?
R. In un mercato sempre più selettivo le imprese edili, che sono i clienti dei nostri distributori, richiedono alti standard qualitativi. Questo fattore è, e sarà sempre più, una leva decisionale in fase di acquisto. Un altro fattore altrettanto determinante in fase di acquisto risiede sicuramente nel servizio: la tempestività delle consegne e il supporto tecnico offerto, ad esempio, sono fondamentali e sempre più spesso sono più determinanti del prezzo.
D. Com’è andato il 2025?
R. Possiamo già dire che il 2025 è stato un’annata molto buona. I volumi totali sono cresciuti, trascinati dai prodotti delle Linee Specialties. Dalla Muratura Armata per la zona della ricostruzione post sisma, ai prodotti performanti legati alle importanti opere del Pnrr.
D. Che cosa prevedete per il 2026?
R. Il grande lavoro di promozione tecnica che portiamo avanti da anni continua a dare i suoi frutti. Nel tempo abbiamo anche assistito a una maturazione del mercato verso soluzioni più evolute e performanti. Molti di coloro che avevano provato prodotti alternativi stanno tornando a scegliere il laterizio come soluzione ideale per costruire abitazioni migliori.
STORIA DI COPERTINA
COSTRUIRE INSIEME CON LA MANODOPERA
«Per sostenere la crescita dell’Italia nei prossimi anni serviranno 15 milioni di nuovi lavoratori. Mentre le aziende faticano sempre più a trovare manodopera qualificata, nel territorio vivono molte persone provenienti da altri Paesi, spesso con una forte motivazione ma prive degli strumenti necessari per integrarsi. Da questa consapevolezza è nata l’idea di costruire un modello di integrazione reale, capace di connettere bisogni complementari: quello delle imprese che cercano lavoratori e quello delle persone che cercano un’opportunità di riscatto», spiega Marianna Rascioni, project manager dell’iniziativa Costruire insieme - Lavoro, Valori e Comunità. Promosso da T2D il progetto mira alla realizzazione di attività formative e culturali rivolte a richiedenti asilo e a persone in difficoltà, al fine di offrire un percorso di inserimento dignitoso nel mondo del lavoro, accompagnato da una casa, una rete sociale e un cammino di crescita culturale. «L’obiettivo è semplice ma ambizioso: creare ponti concreti tra persone, aziende e territorio». Domanda. In che modo T2D fornisce un supporto economico al progetto?
Risposta. T2D non è un semplice sostenitore economico, ma
un protagonista attivo. L’azienda ha messo a disposizione risorse umane, spazi e competenze maturate in anni di esperienza industriale, con la convinzione che l’integrazione passi attraverso l’incontro concreto tra persone e imprese. La società partecipa direttamente alla formazione linguistica, culturale, civica e professionale dei partecipanti, collaborando con centri di formazione del territorio.
D. Come vengono selezionati i partecipanti?
R. Il progetto si rivolge alle cosiddette «categorie fragili», ovvero persone che, per diversi motivi, incontrano difficoltà a inserirsi o reinserirsi nel tessuto sociale. Ciò significa offrire loro l’opportunità di un lavoro regolare e dignitoso, di un’abitazione stabile e di relazioni sociali significative. Nella prima fase, la collaborazione con la Prefettura di Perugia ha consentito di coinvolgere i Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) che ospitano cittadini richiedenti asilo. Parallelamente, è stato avviato un dialogo con il Servizio di Accompagnamento al Lavoro, con l’obiettivo di estendere il progetto anche a cittadini italiani che necessitano di un sostegno nel percorso di inserimento lavorativo.
D. L’afflusso di migranti è spesso oggetto di dibattito.
Qual è la posizione di T2D su questo tema?
R. In T2D riteniamo che ogni persona, se messa nelle giuste condizioni, possa contribuire al bene comune. La storia italiana è intrisa di migrazioni: milioni di connazionali sono partiti in cerca di lavoro e dignità, e il Paese è stato costruito tanto da chi è partito quanto da chi è arrivato. Costruire Insieme si inserisce in questa continuità storica, con l’intento di proiettare nel futuro una cultura dell’accoglienza fondata su responsabilità e partecipazione. Offrire a chi arriva la possibilità di lavorare, avere una casa e costruire una famiglia significa rendere le comunità più sicure, coese e inclusive.
D. Questa attenzione al sociale segue l’iniziativa che ha coinvolto anche le scuole secondarie di primo grado. Ne sono previste altre?
R. Puntiamo a consolidare le iniziative già avviate e, al tempo stesso, a svilupparne di nuove in continuità con il percorso intrapreso. Il motto dell’azienda, Abitare meglio, non si limita a descrivere la qualità delle costruzioni o dei materiali prodotti, ma racchiude un significato più profondo: esprime una visione dell’abitare come esperienza di vita, cultura e dignità. Ogni progetto sociale promosso dall’azienda mira proprio a diffondere questa cultura, valorizzando il rispetto reciproco, la bellezza e la coesione comunitaria.
D. Quali risultati vi aspettate di ottenere?
R. L’obiettivo non è misurare il successo in termini numerici, ma in termini umani. Per T2D, il vero risultato è offrire anche a una sola persona la possibilità di costruirsi un futuro, restituendole fiducia, autonomia e senso di appartenenza. Al tempo stesso, l’azienda intende contribuire alla diffusione di una cultura dell’accoglienza e della collaborazione tra imprese e territorio. Costruire Insieme dimostra che l’integrazione può diventare una leva di sviluppo sostenibile,
in cui impresa e responsabilità sociale convivono per generare valore condiviso.
D. La formazione è un punto centrale del progetto. In che modo viene impostata?
R. La formazione proposta all’interno di Costruire Insieme supera il concetto tradizionale di scuola. È un percorso integrato che combina lingua, cultura, valori civici e competenze professionali. Imparare l’italiano non significa soltanto comunicare, ma comprendere la società in cui si vive: le regole del lavoro, la convivenza civile, il rispetto dell’ambiente e delle istituzioni. La lingua diventa così un ponte che unisce persone e comunità, e uno strumento essenziale per imparare a vivere e lavorare insieme.
D. Sono previsti corsi specifici o momenti di formazione dedicati?
R. Sì, ma con un approccio fortemente pratico. Il progetto non si limita a erogare formazione, ma mira a creare percorsi di accompagnamento concreti verso il mondo del lavoro. I corsi hanno una durata di circa otto settimane, per un totale di circa 280 ore, con un’impostazione orientata al laboratorio e poche lezioni teoriche, così da favorire un inserimento rapido nelle aziende. Al termine dei corsi, T2D continua a seguire i partecipanti e le imprese coinvolte attraverso attività di tutoraggio, per garantire la continuità e l’efficacia del percorso di integrazione.
D. Chi sono i partecipanti?
R. In questa fase iniziale, il progetto ha coinvolto principalmente cittadini richiedenti asilo, per consentire un primo collaudo del modello formativo e organizzativo. Tuttavia, è già in corso un ampliamento verso il territorio e verso cittadini italiani in condizioni di fragilità. L’obiettivo di T2D è costruire un modello inclusivo e replicabile, capace di connettere formazione, lavoro e comunità, a partire dalle scuole fino al mondo produttivo.
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TOP 50 DELLA DISTRIBUZIONE EDILE EUROPEA
DIFFICILE DIRE CHI È IL PIÙ BELLO DEL REAME. PERCHÉ I BIG DELLA DISTRIBUZIONE EDILE IN EUROPA ADOTTANO MODELLI DI BUSINESS DIVERSI. MA I BILANCI NE SVELANO PREGI E DIFETTI
ECCO CHI VINCE TRA I MODELLI DI BUSINESS
Sotto la lente i 50 grandi della distribuzione di materiali per edilizia. Presentano ricavi da un minimo di 600 milioni fino a 40 miliardi. Ma la loro redditività è molto differente
a cura del Centro Studi YouTrade
PERABBONATI
DOSSIER TOP 50
CLASSIFICA DEI GRUPPI E DELLE INSEGNE DELLA DISTRIBUZIONE EDILE IN EUROPA - TOP 50 (DATI 2023)
SOLOPERABBONATI
Insegne e gruppi
Sede legale
Area di mercato Tipologia
Partecipazione a gruppi di vendita
Fatturato (milioni €)
Punti vendita
Fatturato medio per punto vendita (milioni €)
Addetti
Numero medio di addetti per punto vendita
Fatturato medio per addetto (.000 €)
ABBONATI
DOSSIER TOP 50
CLASSIFICA DEI GRUPPI E DELLE INSEGNE DELLA DISTRIBUZIONE EDILE IN EUROPA - TOP 50 (DATI 2023)
Insegne e gruppi
Sede legale
Area di mercato Tipologia
Partecipazione a gruppi di vendita
Fatturato (milioni €)
Legenda:M=aziendamultinazionale;GDV=gruppodivendita;C/R=consorziooassociazioneoretedipiùimpreseindipendenti Fonte:elaborazioneCentroStudiYouTradesuindaginediretta.(*)Laddovenondesuntidadocumentazioneufficiale,idatisonostimatisullabasedelleprincipali informazioni rintracciabili in rete
Punti vendita
Fatturato medio per punto vendita (milioni €)
Addetti
Numero medio di addetti per punto vendita
Fatturato medio per addetto (.000 €)
ABBONATI
DOSSIER TOP 50
INDICATORI MEDI TERRITORIALI DELLE INSEGNE DELLA TOP 50 DELLA DISTRIBUZIONE EDILE IN EUROPA
La strategia glocal contraddistingue il colosso della distribuzione di proprietà di un grande fondo di private equity. Con 1.100 filiali e 19 mila collaboratori corresponsabilizzati STARK GROUP
Federico Della Puppa
PERABBONATI
LA CURA DELL'IMMAGINE NELL'ORGANIZZAZIONE DEI PUNTI VENDITA STARK
INGRESSO DI UN PUNTO VENDITA STARK
DOSSIER TOP 50
I VALORI AZIENDALI DI STARK GROUP
IL NUOVO NEGOZIO
SVEDESE APERTO DALLE
5 ALLE 23 CON ORARIO CONTINUATO
IL NUOVO PUNTO VENDITA DI STARK GROUP CON INSEGNA JEWSON A LONDRA
SOLOPERABBONATI
ABBONATI
IL PUNTO VENDITA
STARK DI HELSINKI
APERTO 24:7
IL PUNTO VENDITA
STARK NEI PRESSI DEL PORTO DI NUUK IN GROENLANDIA
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI STARK GROUP
DOSSIER TOP 50
INTERNO DI UN MAGAZZINO DI VENDITA
INTERNO DI UN PUNTO VENDITA STARK CON INSEGNA JEWSON IN INGHILTERRA
SOLOPERABBONATI
PERABBONATI
SISTEMA TERMOISOLANTE RISANAMENTO E DEUMIDIFICAZIONE
IL PRIMO PUNTO VENDITA
STORICO AARHUS TRÆLASTHANDEL
SOLOPERABBONATI
LA RIVENDITA DI LEGNAME
CHE NEL TEMPO HA PORTATO
ALLA NASCITA DI STARK GROUP
LA RETE LOGISTICA DI PROPRIETÀ PER LE CONSEGNE
LA NUOVA ERA DELLA VITE PER CALCESTRUZZO.
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GRUPPO MADE
COSÌ IPERMAT SI È APERTO ALLE FINITURE
Il rivenditore calabrese ha allargato il business con uno showroom realizzato con l’advisory del network della distribuzione. Consulenza ai clienti ed e-commerce tra i punti forti dell’azienda
Veronica Monaco
Guidato da Umberto e Pierluigi Russo, che rappresentano la terza generazione di una famiglia di imprenditori che da più di un secolo opera nel settore edile, il punto vendita Ipermat di Cirò Marina (Crotone) prosegue la sua attività di sviluppo per offrire una varietà sempre più completa di prodotti e soluzioni, nel segno di una crescita e di una diversificazione costanti. Oltre ai materiali per l’edilizia pesante e leggera, oggi l’attività commerciale dispone di uno showroom di porte, di un centro colore e di interi settori dedicati a materiale elettrico civile e industriale, illuminotecnica (a cui è stato dedicato un sito e-commerce) e ferramenta. La presenza
sempre maggiore di clienti privati e la necessità di rimanere al passo con le più moderne tecnologie costruttive, unite alla volontà di interfacciarsi con altri colleghi a livello nazionale, hanno spinto Ipermat a entrare a far parte di Gruppo Made. Fra le attività recentemente intraprese dalla rivendita uno studio di progettazione interno
con una persona dedicata, il progetto di uno showroom di finiture e l’inizio dell’attività formativa per titolari e collaboratori a tutti i livelli, servizio che Gruppo Made fornisce gratuitamente a tutti i suoi aderenti. Ne parliamo con il titolare Umberto Russo. Domanda. Lo showroom di finiture è una vostra pro-
DA SINISTRA, UMBERTO E PIERLUIGI RUSSO, TITOLARI IPERMAT DI CIRÒ MARINA (CROTONE)
posta al mercato o una richiesta che vi è arrivata da parte dei clienti?
Risposta. Un po’ è il desiderio di ampliare la nostra offerta, ma anche un modo per assecondare le richieste del mercato. Con questo ampliamento abbiamo raggiunto l’obiettivo di avere un’offerta davvero a 360 gradi. Anche perché il settore della ristrutturazione nella nostra zona è ancora molto attivo. Per il settore dello showroom di finiture, realizzato in collaborazione con gli architetti di Gruppo Made, abbiamo inserito nuovo personale specializzato, in grado anche di realizzare la progettazione d’interni. La nostra offerta oggi è quindi completa, dall’edilizia pesante a quella leggera, dai materiali per le costruzioni fino alle finiture. Un’altra importante novità riguarda il lancio del nostro sito di e-commerce. Iniziamo con i prodotti relativi all’elettronica e all’illuminotecnica, ma ovviamente lavoriamo per inserire anche tutti gli altri prodotti. Questo servizio, oltre che per i nostri clienti,
INTERNO DEL PUNTO VENDITA IPERMAT
pensiamo potrà essere di aiuto per altri rivenditori, perché il nostro obiettivo è quello di ampliare il nostro giro d’affari con l’acquisizione di nuovi clienti.
D. I prodotti per l’edilizia tecnica hanno però bisogno di una consulenza tecnica adeguata...
R. La consulenza tecnica è sempre presente all’interno del nostro punto vendita, dove abbiamo attrezzato una zona per un adeguato supporto alle imprese. Abbiamo inoltre creato un ufficio dedicato all’e-commerce, anche in questo caso con un collaboratore professionale. Con questi servizi siamo certi che la nostra attività avrà una evoluzione positiva, soprattutto in prospettiva futura.
D. A proposito di innovazione di prodotto, c’è sensibilità da parte dei vostri clienti verso le novità? Siete voi che le proponete?
R. C’è attenzione da parte dei clienti. Sono disposti a cambiare le loro abitudini e questo grazie al ricambio generazionale che ci permette di confrontarci con profes-
UNA STORIA LUNGA OLTRE UN SECOLO
«La nostra storia è una testimonianza di impegno, passione e dedizione nel settore edile, un viaggio che ha avuto inizio nel 1900 con la prima generazione di imprenditori che ha contribuito alla costruzione di edifici, infrastrutture e opere di grande valore in tutta Italia», racconta Umberto Russo. «Nel nostro periodo di massima espansione abbiamo operato in tutta Italia, portando la nostra esperienza e la nostra qualità in molti cantieri. Il nostro impegno non si è limitato solo alla fornitura di materiali edili, ma si è esteso anche alla consulenza tecnica e alla supervisione delle fasi di costruzione, garantendo ai nostri clienti un servizio completo e all’altezza delle loro esigenze». La seconda generazione aziendale di Ipermat, attiva dal 1954 al 1980, ha ottenuto uno speciale riconoscimento con il premio Italia che Lavora, Edizione Speciale del Ventennale 1979-1999, firmato dal presidente Sandro Pertini, assegnato alle aziende che si sono maggiormente distinte nel settore commercio e materiali da costruzione. A conferma del valore e della dedizione professionale, nel 2004 Umberto e Pierluigi Russo hanno ricevuto un secondo Cavalierato del Lavoro. Con l’odierna quarta generazione di imprenditori, attiva dal 2009 a oggi, i fratelli Russo e i loro collaboratori continuano a guardare avanti con la stessa passione che ha caratterizzato gli inizi dell'azienda.
sionisti aperti alle nuove soluzioni costruttive e ai nuovi prodotti più performanti.
D. In questa vostra evoluzione che ruolo ha avuto l’adesione a Gruppo Made?
R. Noi siamo in continua evoluzione e quindi abbiamo la necessità di formare in modo continuativo i nostri collaboratori. Un proposito che trova la piena collaborazione di Gruppo Made e della sua Academy. Inoltre, l’area manager del Gruppo, Daniele Fortuna, ci supporta e ci dà motivazioni importanti, un contributo sostanziale all’evoluzione della nostra attività.
SOPRA, UN DETTAGLIO DELLO SHOWROOM DI PORTE. SOTTO, L’AREA LIBERO SERVIZIO DEDICATA ALL’ABBIGLIAMENTO DA LAVORO
EDILGROUP
CONTINUA LA MARCIA PER DIVENTARE ANCORA PIÙ GRANDI
Il gruppo della distribuzione prevede un anno di stabilizzazione del business, ma non chiude le porte all’ingresso di altri punti vendita. E arriva una piattaforma digitale con l’Ai
Veronica Monaco
Genziana Carpena, responsabile ufficio acquisti Edilgroup, ha spiegato a YouTrade le strategie del gruppo per il 2026 in occasione dell’evento organizzato da Mapei, con il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Parma (vedi articolo a pagina 208).
Domanda. Qual è il bilancio dopo i primi 25 anni? Risposta. Sicuramente positivo. Siamo nati come una rete di impresa con un’idea molto semplice, ma neanche del tutto scontata: mettere in comune i volumi di acquisto e le competenze di ogni socio, cercando però di lasciare a ognuno la sua identità sul territorio. In 25 anni, nonostante crisi, pandemie e l’onda del superbonus, il gruppo ha dimostrato la bontà della sua idea di fondo. Non solo ha retto, ma si è anche rafforzato a livello di presenza geografica, estendendosi oltre la provincia di Parma e arrivando fino a Vicenza. Le nostre rivendite sono riuscite a collaborare fin da subito con i nuovi soci: questo modo di fare gruppo ci ha permesso di lavorare meglio anche con i fornitori e ottimizzare i servizi amministrativi e la parte della logistica.
D. Che cosa è cambiato nella distribuzione?
R. Praticamente tutto. Il modo di lavorare e la clientela di 25 anni fa non sono più gli stessi. Oggi i clienti vogliono risposte sempre più rapide e i produttori si sono strutturati per interagire meglio con i loro interlocutori. Inoltre, la concorrenza si è allargata in maniera importante. Non è solo la rivendita tradizionale a essere cresciuta, ma hanno prosperato anche la Gdo, le piattaforme online e tutti quegli operatori ibridi che lavorano in diversi comparti. Se in passato le rivendite erano più isolate, oggi si sono rese conto che la specializzazione e l’offerta di servizi sono requisiti fondamentali per la loro sopravvivenza.
tipici dei Paesi del Nord, per cui si possa prevedere un boom delle costruzioni standardizzate. Crediamo che l’obiettivo sia quello di spingere la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Abbiamo edifici datati, che mangiano energia, che non sono a norma a livello sismico e che hanno impianti idraulici ed elettrici veramente obsoleti. C’è tanto da fare e ci vuole una politica con una visione a lungo termine e un programma di incentivi per costruire meglio, con un controllo dei costi e con prestazioni migliori. D. Il processo di concentrazione delle rivendite fino a dove potrà arrivare?
NELLA PAGINA ACCANTO, DA DESTRA, GENZIANA CARPENA, RESPONSABILE UFFICIO ACQUISTI EDILGROUP, CON ANDREA BETTINI, SALES AREA MANAGER MAPEI E CLAUDIA ROSSI, AGENZIA ROSSI, RAPPRESENTANZA MAPEI PER BOLOGNA, MODENA, PARMA, REGGIO EMILIA
«Grazie all’intelligenza artificiale e alle nuove tecnologie stiamo potenziando la piattaforma digitale del consorzio per permettere una comunicazione più tempestiva di alcuni dati ai nostri soci»
D. Quali sono le prospettive per il prossimo anno?
R. Si tornerà a un mercato più ordinario. Una previsione che trova concordi anche tanti fornitori che si aspettano una stabilizzazione dei volumi dopo la fase 110% e Pnrr. Si continuerà a parlare di riqualificazione energetica, anche in ottica di contenimento dei consumi e dei costi, ma il mercato non avrà più le impennate a cui abbiamo assistito in passato. Il prossimo anno ci servirà per consolidare e rafforzare quello che siamo riusciti a costruire fino a oggi. Qualche red alert sta arrivando, ma speriamo che il calo non sia troppo repentino. Cerchiamo di restare ottimisti.
D. E, più in generale, qual è l’evoluzione dell’edilizia: più riqualificazioni o costruzioni di tipo standardizzato come spesso avviene all’estero?
R. L’uno e l’altro. L’Italia è molto diversa dall’estero: non mi risulta che ci siano programmi di housing,
R. Il fenomeno di concentrazione in questi ultimi dieci anni ha assunto dimensioni importanti. Il piccolo rivenditore, isolato, con pochi servizi e una logistica inadeguata, rischia molto. Però, per com’è fatto il mercato italiano, non credo si arriverà mai a una situazione con pochi enormi gruppi. Il nostro settore ha ancora una forte componente di relazione sul territorio. I piccoli rivenditori, probabilmente come sta succedendo negli ultimi tempi, cercheranno di aggregarsi per avere una visione di insieme più ampia, e i gruppi di acquisto come il nostro continueranno a operare e fare rete. Chi ha dimensioni piccole sicuramente farà più fatica, soprattutto se non ha una continuità generazionale; tuttavia, anche i piccoli magazzini posizionati in territori isolati, in zona collinare o montana, possono continuare ad avere un impatto molto importante proprio perché offrono un servizio essenziale per la comunità.
D. Quanto vi coinvolge questo processo di concentrazione?
R. Ci coinvolge sicuramente. L’anno scorso ci siamo allargati in alcune zone del Veneto e stiamo valutando l’ingresso di altri punti vendita. Siamo nati per permettere ai rivenditori di avere forza commerciale, restando al contempo indipendenti e punti di riferimento sul loro territorio. Se si trovano realtà che hanno questo modo di ragionare, si riesce a fare un bel lavoro, anche se poi non tutti ritengono vantaggioso entrare in un gruppo.
D. Chi rimarrà fuori dai giochi?
R. Chi non vorrà o non potrà cambiare e adattarsi al nuovo tipo di mercato. Oggi anche in rivendita c’è sempre più bisogno di competenze tecniche e di essere al passo con la tecnologia. Chi continua a lavorare secondo vecchi modelli, bene o male, si
FESTA PER I 25 ANNI DI EDILGROUP CHE SI È
TENUTA A FINE MAGGIO
NEL COMPLESSO
MONUMENTALE DELLA
PILOTTA, A PARMA
isolerà da solo. È proprio una questione di atteggiamento: anche un piccolo magazzino, se si organizza, se investe nei servizi, se si modernizza, può fare un buon lavoro, che sia parte o meno di un gruppo.
D. Si parla molto di intelligenza artificiale: è un fattore che influenzerà la distribuzione?
R. Secondo la nostra esperienza, l’intelligenza artificiale fa la differenza per l’analisi dati, l’automazione di procedure e processi, il marketing; quindi, lavora più dietro le quinte di una rivendita. Nel lavoro puro, in piazzale, l’intelligenza artificiale non si usa per niente.
D. La fine del Pnrr vi spaventa?
R. No, perché non ha stravolto il nostro lavoro e il nostro mercato. Il Pnrr ha influito maggiormente in alcune zone, dando continuità al mercato ma creando anche elementi distorsivi, con inflazione sui prezzi e carenze nell’approvvigionamento di alcuni materiali. La fine del Pnrr non ci creerà problemi, tutt’al più riporterà l’edilizia dentro i canali abituali.
D. E quanto contate sulla direttiva europea Case Green?
R. Non tanto in questo momento. Ovviamente ci dà un orientamento sull’edilizia del futuro, che dovrà essere sostenibile, integrata con le nuove tecnologie, efficiente. Le opportunità per il nostro settore ci sono, ma sicuramente servono politiche con una visione a lungo termine, normative chiare, iter burocratici semplici e una forma di sostegno economico equilibrata. Ma, soprattutto, serviranno imprese qualificate per costruire in maniera più efficiente e sostenibile, capaci di affrontare le sfide che questo green deal comporta.
D. Avete iniziative in vista?
R. Grazie all’intelligenza artificiale e alle nuove tecnologie stiamo potenziando la piattaforma digitale del consorzio per permettere una comunicazione più tempestiva di alcuni dati ai nostri soci. Stiamo valutando come sempre progetti di co-marketing con i nostri fornitori e continueremo a fare formazione tecnica per i nostri clienti.
FOTO DI GRUPPO ALLA
DEUS
UNA DISTRIBUZIONE VERSO IL FUTURO A TUTTA VELOCITÀ
Il congresso nazionale del consorzio si è tenuto nel Museo Lamborghini: una storia presa a esempio di iniziativa imprenditoriale, innovazione e coesione. Anche grazie alle imprese partner del gruppo
LVeronica Monaco
a forza di reinventarsi, come quella che ha guidato la storia e la carriera di Ferruccio Lamborghini, patron della celebre casa automobilistica, che con la sua passione, tenacia e audacia ha saputo cogliere sempre nuove opportunità, innovando e rinnovandosi. La capacità di resilienza di Lamborghini ha ispirato anche il tema del Congresso Nazionale Deus, di cui YouTrade è stato media partner. L’evento si è tenuto a inizio novembre, proprio presso il Museo Ferruccio Lamborghini a Funo di Argelato (Bologna), uno spazio di 9000 metri quadrati in cui è raccolta tutta la
THOMAS KERSCHBAUMER, PRESIDENTE DEUS
produzione industriale dell’imprenditore, dal primo trattore Carioca a tutti i modelli automobilistici più importanti dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. Attraverso la figura emblematica dell’imprenditore, il consorzio ha voluto celebrare chi sa affrontare le sfide con creatività, trasformando le criticità in opportunità per migliorarsi e vincere nuove sfide.
I RISULTATI
«Intuizione, abilità, impegno costante e visione: sono questi i valori che ci guidano ogni giorno», ha dichiarato il presidente Thomas Kerschbaumer. «La filosofia di vita di Ferruccio Lamborghini è quella che caratterizza anche Deus. Dobbiamo essere aperti a nuove opportunità e trasformare le difficoltà in occasioni. Oggi questo posto ricco di emozioni e suggestioni ci aiuta anche a pensare al
nostro futuro». In un clima da grand soirée, l’evento ha coinvolto circa 200 partecipanti tra imprenditori, professionisti e aziende partner. «Unire così tante persone per trascorrere una serata insieme è veramente splendido», ha dichiarato dal palco Valerio Lermini, componente del cda di Deus. «Si parla di reinventarsi: anche Deus lo ha fatto. Abbiamo passato momenti difficili, altri bellissimi e siamo riusciti a chiudere anche quest’anno in maniera positiva, a dispetto di tutti i catastrofisti che disperavano per lo stop al superbonus 110%. Gran parte del merito va alla Commissione Tecnica, il cui lavoro testimonia una grande passione». «Siamo una grande bella squadra», ha sottolineato Pietro Piva, consigliere Deus e coordinatore della Commissione Tecnica. «Il 2025 è stato un anno complicato, all’insegna di tante incertezze. Dopo cinque anni abbastanza
IL CDA DEUS. A SINISTRA, IL COMITATO TECNICO
LA SALA DURANTE L’EVENTO. A SINISTRA, VALERIO LERMINI, MEMBRO CDA DEUS
PIETRO PIVA, COORDINATORE COMMISSIONE TECNICA E CONSIGLIERE DEUS
euforici, c’è stato un ritorno alla normalità con risultati simili a quelli del 2019. In questi anni non ci siamo fatti mancare niente, ci sono stati tanti fattori esterni che hanno complicato le cose. Cinque anni fa vinceva chi era competitivo, chi innovava, rischiava, chi era imprenditore, dopo è successo di tutto. I numeri però ci confortano: a meno di improbabili stravolgimenti chiuderemo in positivo, oltre ogni previsione, grazie anche all’ottima collaborazione con i fornitori. Anche per i nostri 137 rivenditori di materiali edili sarebbe stato difficile essere competitivi con quello che il mercato richiede senza un gruppo forte e coeso, con tanti anni di esperienza e prospettive, proprio com’è Deus».
I CONTRIBUTI
La capacità di reinventarsi è lo spirito che guida anche l’attività dei partner che hanno partecipato al Congresso
FILIPPO PINI, DIRETTORE GENERALE VENDITE SYSTEM GROUP
CARLO PISTONE, RESPONSABILE VENDITE HEIDELBERG MATERIALS ITALIA
FABRIZIO ZACCARON, DIRETTORE VENDITE ECLISSE ITALIA
ALBERTO LIBERO, HEAD OF SALES TERREAL MATTEO ZENARI, RESPONSABILE VENDITE POLYGLASS
Nazionale Deus, aziende che sono in grado di crescere e adattarsi ai cambiamenti del settore edilizio, valorizzando idee e competenze. Come Industrie Cotto Possagno, per cui reinventarsi significa dare nuova vita al tetto, coniugando tradizione italiana e innovazione tecnologica, o come Polyglass, che indica la capacità di innovare, evolvere, proporre soluzioni sostenibili e performanti senza mai perdere il legame con le proprie radici. Reinventarsi per Mapei è costruire un presente che abbia radici forti e al tempo stesso sia capace di guardare al domani, trasformando ogni progetto in un’opportunità per il futuro. Un approccio che unisce tradizione e innovazione è anche la visione di Laterlite, per cui è fondamentale dare risposte concrete alle esigenze dell’edilizia contemporanea, con soluzioni sicure, affidabili e sostenibili, restando fedeli ai propri valori. Per Eclisse, reinventarsi significa andare in profondità nella propria identità, per non smettere mai di Vedere Oltre, proprio come recita il payoff dell’azien-
da, mentre per System Group esprime la capacità di dare nuova vita alle idee, unire le persone e trasformare le sfide in opportunità. Evolvere, con responsabilità e visione, verso un futuro in cui sostenibilità e tecnologia camminano insieme, è la visione di Heidelberg Materials Italia, mentre per Terreal innovazione e sostenibilità sono i pilastri su cui fondare il futuro, senza perdere di vista la propria identità e creando valore insieme ai propri partner.
ANDREA BANDERA, DIRETTORE COMMERCIALE ITALIA LATERLITE
STEFANO DERI, DIRETTORE VENDITE MAPEI
VENDITE
ALBERTO BARLETTA, CONSIGLIERE CDA E RESPONSABILE MARKETING GRUPPO DEUS
DAVIDE CAZZETTA, REFERENTE MARKETING GRUPPO DEUS
I VINCITORI DEL CONCORSO A PREMI CHE SI È SVOLTO DURANTE L’EVENTO
DUE NUOVI INGRESSI NEL GRUPPO MADE
Del Regno System entra nel Gruppo Made con i suoi due punti vendita di Orbassano e Collegno (Torino), allargando ancora di più il sodalizio. «Collaborare con una realtà strutturata come Made ci dà gli strumenti per crescere, differenziare l’offerta e affrontare le sfide con la forza di un gruppo», commenta Alessandro Del Regno, amministratore delegato dell’azienda di distribuzione. «Per me conta prima di tutto il benessere della squadra. Una squadra motivata è la chiave del successo. Investire nelle persone è il miglior investimento che possiamo fare», aggiunge Franco Del Regno, presidente. Al Gruppo Made si aggiunge anche Dissegna di Romano d’Ezzelino (Vicenza), che da 61 anni è un punto di riferimento per gli operatori edili del Veneto e ha saputo combinare tradizione artigianale e innovazione tecnologica per offrire ai propri clienti soluzioni di alta qualità. Fondata da Pietro Dissegna come azienda produttrice di manufatti per l’edilizia, ha saputo
evolversi nel tempo, ampliando la propria offerta con materiali edili, finiture per interni ed esterni, oltre a una vasta gamma di arredi per il bagno. Dissegna è specializzata nella vendita di pavimenti, rivestimenti, parquet, ceramiche, gres porcellanato, cotto, mosaici e pietre naturali, oltre a rubinetterie, sanitari, box doccia e arredi bagno.
ETERNOO A ROMA FA QUOTA 81
Eternoo annuncia un significativo rafforzamento della propria presenza sul territorio di Roma, grazie all’acquisizione di quattro precedenti punti vendita Eurofer. Questa operazione strategica consente di aumentare la capillarità del servizio nella Capitale. La rete degli store a Roma si compone ora dei seguenti indirizzi: via Tomasino D’Amico 1, via Appia Nuova 1145, via Ostiense km 14.300, viale Maresciallo Pilsudski 78 e via della Magliana 303. Questo ampliamento, spiega Eternoo, costituisce un ulteriore passo nell’impegno dell’azienda a garantire un servizio costante e affidabile, rispondendo in modo più efficace alle esigenze del mercato locale. Con queste nuove aperture, raggiunge la quota di 81 store sul territorio nazionale.
ORSOLINI SALE A QUOTA 30
NEL CENTRO ITALIA
Orsolini Amedeo, azienda leader nella distribuzione di materiali per edilizia, ferramenta e termoidraulica, annuncia l’imminente apertura di un ulteriore punto vendita professional a Norcia, in provincia di Perugia. Questa nuova unità si inserisce strategicamente nel solido network del Gruppo, che (stando ai dati più recenti) conta attualmente 30 punti vendita distribuiti in regioni chiave del Centro Italia (Lazio, Umbria, Toscana, Abruzzo) e in Lombardia. La dinamicità del 2025 ha già visto Orsolini impegnata in nuove sinergie, come la recente collaborazione che ha portato all’apertura, a febbraio 2025, del punto vendita Brico io di Vignanello (Viterbo). L’apertura di Norcia conferma, dunque, la vocazione dell’azienda a presidiare aree ad alto potenziale, garantendo professionalità e ampiezza di assortimento a imprese e professionisti.
BOSCOLO BIELO ACQUISISCE TISO
Bielo diventa più grande con l’acquisto di Tiso, la storica azienda veneta che si occupa di servizi logistici e trasporto, ma anche di produzione di calcestruzzo. Due storie lunghe anni, 75 per la Tiso, e più di 30 per Bielo, che si sono incontrate all’inizio di ottobre, unendosi in una nuova vita. Con l’acquisto, Boscolo ha deciso di ampliare non solo la sua rete, ma anche i target e le competenze: edilizia, trasporti, utensileria, gestione di rifiuti e adesso anche la logistica, consolidandosi come player di riferimento sul mercato.
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• Resistenza alla corrosione della condensa acida certificata V2
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La collezione Incastri di Gessi nasce dalla collaborazione con Kengo Kuma, architetto di fama internazionale noto per la sua visione progettuale che unisce natura, tradizione giapponese e innovazione.
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Puro di Noorth unisce rigore formale e ricerca materica. Linee nette, lavorazioni a 45 gradi e aperture senza maniglia definiscono un sistema per il bagno modulare e versatile, che attraverso un’ampia gamma di finiture, laccati, essenze, marmi e superfici tecniche, interpreta con eleganza contemporanea le esigenze dell’ambiente bagno.
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3. All’insegna della tradizione sartoriale italiana nel mobile, Riflessi, continua attraverso il colore il suo percorso di ricerca tecnica e stilistica, sempre più orientata alla massima personalizzazione delle sue proposte. Tra le migliori interpreti della trama stilistica e cromatica spiccano due collezioni firmate da Carlesi Tonelli Studio: Soffio e Vela, proposte ora sia in versioni Bicolor che Bi-Tessuto nella doppia variante sedie e sgabelli. 4. La gamma Dornbracht comprende finiture metalliche in Cromo e Platinum, disponibili sia in versione spazzolata che lucida. Come tutte le finiture del marchio, sono perfette in ogni dettaglio e arricchiscono diverse tipologie di bagni con profondità di colore, intensità e brillantezza. Allo stesso tempo, la precisa lavorazione con alto grado di artigianalità garantisce durata e resistenza. 5. Tra le proposte per l’arredo bagno di Spazio Colavene, il lavabo Delano rappresenta la massima espressione delle competenze di Alessandro Paolelli: è un ampio bacino ovale con
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un morbido avvallamento del sottile piano ceramico. L’effetto fluttuante nella versione a parete assume un carattere scultoreo. 6. Brando di Valentini rappresenta al meglio le qualità dell’azienda veneta: sintesi raffinata di design, modernità e artigianalità, il divano si posiziona in un ambiente living elegante e confortevole, per accompagnare al meglio i momenti di convivialità. 7. Scapin Collezioni presenta le sue novità di prodotto: gli specchi Loopadelic, firmati Studio Milo, e la console Spectrum by Scapin Lab, il laboratorio creativo interno. Ma anche le nuove esplorazioni cromatiche della collezione Nazca Booby di Matteo Cibic, come la madia Enne in versione monocromatica e il nuovo tavolo Zeta Dining Table. 8. Disegnata da Alessandro La Spada, la collezione di arredo bagno Tailor di Vitage segna una interpretazione inedita dell’ambiente bagno, tra memoria e contemporaneità. Feel rouge della collezione è la delicata eleganza formale data da linee morbide e avvolgenti.
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Nasce il nuovo Riva Chandelier Shower Wall Mounted, ultima creazione di Graff. Un’evoluzione raffinata del celebre modello a soffitto, che conserva il carattere scultoreo e l’eleganza luminosa della collezione, introducendo al contempo nuove possibilità progettuali e un inedito equilibrio tra estetica e funzionalità.
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Il modulo tecnico lavanderia del sistema Freedhome di Caccaro è una soluzione di grande contenimento pensata per integrare la zona lavanderia (lavatrice e asciugatrice, prodotti per la pulizia, ecc.) all’interno di un armadio o di una parete attrezzata, con un’estetica elegante e discreta che trasforma un’area di servizio in un elemento di design, ottimizzando lo spazio.
TO BUILD
NUOVO SISTEMA DI CONSOLIDAMENTO DA RUREGOLD
RureGold Mx-Pva Fibrorinforzata è l’innovativo sistema di consolidamento delle murature esistenti tutto in uno che, grazie alle elevate prestazioni meccaniche e a una formulazione con fibre sintetiche strutturali in Pva in abbinamento ai connettori, si pone come soluzione alternativa alla tradizionale tecnica dell’intonaco armato, sistema Crm, sfruttando le superiori prestazioni e facilit à di posa. Con questa malta premiscelata ad alte prestazioni per il ripristino strutturale delle murature, Laterlite offre con il brand RureGold una soluzione certificata con Cvt (Certificato di Valutazione Tecnica) per il consolidamento di edifici in muratura. Si tratta di una soluzione tre in uno, in quanto racchiude in un unico prodotto le funzioni di intonaco fibrorinforzato, intonaco armato e sistema Crm.
WINKLER LANCIA
TIXO SEAL
regolare l’umidità e a prevenire la formazione di muffe e condense. La linea Röfix CalceClima comprende un’ampia selezione di soluzioni per l’edilizia sostenibile: dagli intonaci fino alle finiture e ai rasanti di lisciatura, gli intonaci termoisolanti, i prodotti a base canapa, per un’ulteriore spinta verso la bioedilizia.
MAXI POMPE DI CALORE PER 2G ITALIA
2G Italia, filiale di un gruppo mondiale nella cogenerazione, espande la propria attività e annuncia l’avvio della commercializzazione di pompe di calore industriali di grandi dimensioni. L’obiettivo è offrire alle aziende una soluzione completa ed efficiente per la produzione energetica onsite. La nuova gamma, con ordini aperti a gennaio 2026, si suddivide nelle serie afilia aria-aria e afilia aria-acqua, entrambe made in Europe e progettate per l’alta efficienza.
RÖ FIX CALCECLIMA PER LA BIOEDILIZIA
Winkler lancia Tixo Seal, sigillante adesivo professionale applicabile in completa immersione, quindi anche su sottofondi irregolari e bagnati, su una ampia varietà di materiali e supporti: mattoni, cemento, blocchi di calcestruzzo, Pvc, Pp, Pe, Pur, Eps, metalli, vetro, rivestimento bituminoso, metallo. Il sigillante adesivo Tixo Seal è pronto all’uso, non necessita dell’aggiunta di alcun additivo, si applica a freddo e resta morbido anche dopo l’evaporazione totale del suo solvente. Il prodotto bituminoso è formulato con polimeri e un solvente non clorurarto e non tossico, e studiato specificatamente per difficili problemi di tenuta in numerosi ambiti di intervento, dall’edilizia sino alle opere del genio civile.
Tradizione e innovazione si fondono nella linea CalceClima di Röfix, che rilancia il valore della calce naturale con una visione moderna dell’abitare: più sana, più efficiente, più consapevole. Un ambiente sano nasce dall’equilibrio tra aria umida e aria secca: è qui che entra in gioco la linea CalceClima, progettata per garantire un’elevata traspirabilità e un clima interno naturalmente confortevole. La sua composizione minerale, basata su calce idraulica naturale NHL5, contribuisce a
DA TORGGLER
IL RIEMPITIVO ULTIMATE
In occasione del suo 160esimo anniversario, l’altoatesina Torggler lancia sul mercato Ultimate, un nuovo riempitivo in polvere resinato, flessibilizzato e ad altissime prestazioni per fughe. Sviluppato per rispondere alle più severe esigenze tecniche e progettuali, Ultimate è uno stucco cementizio monocomponente ideale per la stuccatura di pavimenti e rivestimenti, sia interni che esterni, con fughe fino a
20 mm. La sua formula è composta da cementi ad alta resistenza, inerti fini cristallini, polimeri e additivi idrofobizzanti.
IL CASSETTO FEELODI ALPAC
Grazie al design a filo muro, il cassonetto Feelo di Alpac scompare nella parete trasformando una componente tecnica del foro finestra in elemento architettonico evoluto. L’accesso frontale, inoltre, agevola l’ispezione e la manutenzione dell’avvolgibile, coniugando minimalismo formale, prestazioni e funzionalità. Feelo è il cassonetto ad ispezione frontale di Alpac che trasforma una parte solitamente ingombrante del foro finestra in un elemento di interior design. La soluzione offre una
grande libertà compositiva, mantenendo intatte le più elevate performance di isolamento termoacustico.
NIENTE MUFFA CON VMC HELTY FLOW PLUS
L’accumulo di vapore acqueo negli ambienti e la formazione di condensa sulle superfici fredde può tradursi rapidamente nella comparsa di muffa. Helty risponde con FlowPlus, sistema di ventilazione meccanica controllata a parete dotato di sensore igrometrico integrato. Non solo rileva in tempo reale i livelli di umidità nell’aria, ma regola anche automaticamente il funzionamento della macchina per mantenere ideali le condizioni climati-
che all’interno degli ambienti, garantendo un comfort termico costante nel tempo senza sprechi energetici.
NUOVO TRACCIATORE LASER DI SPEKTRA
Il nuovo Tracciatore Laser LT360G eleva la tracciatura professionale grazie alla sua straordinaria luminosità e all’innovativa configurazione a tre piani di raggio verde a 360 gradi, con un piano orizzontale e due verticali, assicurando una copertura completa e linee nitide perfettamente visibili anche in piena luce. Progettato per offrire massima precisione e continuità operativa, questo strumento compatto e robusto è ideale per allineamenti veloci e precisi su pareti, soffitti e pavimenti, permettendo di evitare continui spostamenti e di migliorare significativamente la produttività.
SPEKTRA
SOLUZIONI HI-TECH E CANTIERE DIGITALE PER LA RIVENDITA
L’azienda, specializzata in strumenti di misura laser e altre soluzioni tecnologiche per l’edilizia, offre ai distributori eventi di formazione per acquisire le competenze necessarie per supportare al meglio i clienti
Veronica Monaco
Il cantiere sta diventando sempre più digitale e i rivenditori devono aggiornarsi per non perdere opportunità di business, anche grazie a partner specializzati come Spektra, società del gruppo Trimble, produttore e distributore a livello mondiale di prodotti hi-tech. Oltre a offrire un’ampia gamma di strumentazioni laser per le misurazioni in cantiere, l’azienda mette a disposizione dei distributori eventi di formazione per acquisire le competenze necessarie per guidare e supportare i propri clienti, aiutandoli a essere più precisi, efficienti e produttivi attraverso la tecnologia. YouTrade ha partecipato alla giornata di formazione nazionale dei rivenditori Spektra che si è tenuta a inizio ottobre presso l’Innovation Center dell’azienda a Vimercate (Monza Brianza), dove ha incontrato Amath Thiam, business manager divisione Tools.
Domanda. Spektra è conosciuta principalmente per i suoi strumenti di misura, ma è anche fornitore di servizi?
R. Sì, in Spektra ci sono diverse divisioni. La divisione Tools, di cui sono responsabile, fornisce gli strumenti di misura e utilizza il canale della rivendita per la distribuzione di questa categoria di prodotto. In più, l’azienda fornisce tutta una serie di soluzioni hardware e software, e quindi anche servizi connessi, nel campo dell’edilizia, delle costruzioni, della topografia, delle utilities. D. Come si fa a promuovere la tecnologia?
R. La tecnologia è sempre difficile da promuovere, poiché molti tendono a rimanere nella propria comfort zone. Tuttavia, tutte le volte che qualcuno prova nuovi strumenti tecnologici, si rende immediatamente conto dei vantaggi e cambia idea. Serve dunque far toccare con mano gli strumenti moderni e mostrarne i benefici concreti in termini di efficienza e maggiore produttività.
D. Che cosa succede quando fate provare la tecnologia Spektra?
R. Sono ormai 45 anni che realizziamo tecnologie innovative per l’edilizia ed altri settori. Ogni volta che facciamo provare la nostra tecnologia, i clienti si rendono subito conto che siamo siamo il partner ideale per realizzare i loro progetti. Di fatto tutto quello che
GIORNATA DI FORMAZIONE NAZIONALE DEI RIVENDITORI PRESSO L’INNOVATION CENTER SPEKTRA A VIMERCATE (MONZA BRIANZA). NELLA PAGINA ACCANTO, AMATH THIAM, BUSINESS MANAGER DIVISIONE TOOLS DELL’AZIENDA
facciamo è improntato a 360 gradi sulla tecnologia, per cui siamo molto consapevoli di come essa possa essere funzionale nel concreto e nel quotidiano ai bisogni del cliente. Una volta provate le nostre soluzioni, è difficile tornare indietro. Il feedback è assolutamente positivo ed è quello che ci ha permesso di crescere ed evolvere, anche in ambiti che esulano da ciò per cui siamo conosciuti nella rivendita edile.
D. Spektra offre corsi di formazione e aggiornamento. Di che tipo?
R. Anche la formazione è un tipo di servizio. La tecnologia in sé vale poco se il rivenditore o il cliente finale non ne percepisce i benefici. Quindi è importante fare formazione per permettere al rivenditore di conoscere e saper proporre in modo consapevole il prodotto giusto in base alle specifiche esigenze del cliente. Dall’altra parte,
la formazione è importante anche per il cliente finale che in questo modo ha l’opportunità di capire come utilizzare un determinato prodotto, quale soluzione è più adatta alle sue necessità e come gestire il processo lungo tutta la vita del prodotto.
D. Come si svolgono i corsi?
R. Facendo riferimento alla divisione Tools, durante l’anno organizziamo circa 50 corsi, suddivisi in eventi per
PRESENTAZIONE
SPEKTRA, STRUMENTI
DI MISURA E SOLUZIONI DIGITALI
gli agenti, che si svolgono in modo itinerante su tutto il territorio nazionale; corsi per i rivenditori, che organizziamo presso la nostra sede oppure direttamente in punto vendita, con format anche di mezz’ora per il personale al banco. Infine, sempre tramite il rivenditore, offriamo corsi sull’utilizzo delle nostre tecnologie anche per il cliente finale, sia presso la rivendita che attraverso dimostrazioni dei prodotti in cantiere: in fase di trattativa, siamo anche
PRODUZIONE
disposti a recarci in cantiere per mostrare l’applicazione delle diverse soluzioni. Al 99% a queste dimostrazioni consegue una vendita, perché offriamo al cliente finale una soluzione a un problema reale.
D. Dove si trovano i contatti per poter seguire i vostri corsi?
R. Il primo contatto per frequentare un corso è l’agente di riferimento per il rivenditore. Un altro contatto può
DURANTE LA GIORNATA, TEORIA E PRATICA
SI SONO ALTERNATE PER OFFRIRE AI PARTECIPANTI UN’ESPERIENZA FORMATIVA COMPLETA, UTILE A CONSOLIDARE COMPETENZE E A CONOSCERE DA VICINO SPEKTRA E LE SUE PIÙ RECENTI INNOVAZIONI
avvenire chiamando direttamente l’azienda o scrivendoci una mail attraverso i contatti presenti sul nostro sito internet. Disponiamo anche di video specifici, pubblicati sia su YouTube che sul nostro sito, in cui vengono mostrate le funzionalità e le modalità di utilizzo dei singoli prodotti.
D. Su che cosa è stata incentrata la giornata di formazione nazionale dei rivenditori?
R. Oggi più che mai è importante stare insieme e condividere. Alla giornata abbiamo invitato tutti i nostri rivenditori presenti sul territorio nazionale, che sono più di mille. Le regioni più rappresentate sono Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto ed Emilia-Romagna. L’evento è stato molto importante e si è concentrato sui prodotti e sul loro utilizzo, ma anche sull’offerta Spektra, che non è fatta solo di strumenti di misura laser. Quindi, la giornata è servita anche per capire come coinvolgere i rivenditori anche su queste nuove opportunità reali in cui possono essere anche loro protagonisti.
D. La tecnologia può fare la differenza anche in cantiere: in che modo?
R. La tecnologia può fare la differenza in termini di maggiore efficienza, produttività e redditività. Efficienza perché permette di portare a termine lavori complessi con minore sforzo e impiego di tempo, aumentando dunque la produttività e limitando possibili errori. Sappiamo tutti quanto sia difficile reperire le risorse in cantiere: avere persone formate, in grado di utilizzare la tecnologia, consente di risparmiare costi e tempo. La conseguenza di tutto questo si traduce in maggiore redditività. Oggi i margini sono sempre più contratti e difficili da conseguire, sia per i rivenditori che per le imprese: avere strumenti che permettano di ottimizzare le risorse è dunque determinante.
D. In Italia la tecnologia è davvero entrata in cantiere oppure c’è ancora molta strada da fare?
R. C’è ancora molta strada da fare. La tecnologia è penetrata un po’ in tutti i settori, dai trasporti al turismo, diventando il driver principale. Purtroppo, il settore delle costruzioni è ancora un po’ indietro: ci sono aziende non ancora aperte alla tecnologia, o che addirittura non conoscono affatto gli strumenti a disposizione, soluzioni che permetterebbero loro di essere veramente più efficienti e produttive, cambiando radicalmente il modo di lavorare. C’è ancora molto da fare, ma questo rappresenta un’opportunità per tutti, soprattutto per i rivenditori. Il mondo si evolve ed è importante essere consapevoli degli strumenti a disposizione, puntando su partner qualificati come Spektra in grado di individuare e cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia.
D. Che cosa significa puntare a un cantiere digitale?
R. Promuovere la transizione digitale anche nel mercato delle costruzioni significa efficientare i processi, oltre che incrementare la produttività e la sostenibilità di un comparto strategico per il nostro Paese. Significa lavorare su rappresentazioni digitali dettagliate della realtà e sulla loro interazione con i modelli progettuali, analizzare e minimizzare eventuali problematiche prima della messa in opera, dare accesso alle informazioni necessarie a tutti i soggetti coinvolti in ogni momento, in ogni luogo. Significa infine, dotare i mezzi operativi in campo di tecnologia per ridurne errori, rilavorazioni e consumi.
D. In che modo un rivenditore può essere coinvolto dalla vostra gamma di prodotti?
R. La divisione Tools di Spektra opera al 100% attraverso il canale della rivendita. Dobbiamo semplicemente rafforzare questa collaborazione: non si parla di rapporto fornitore-rivenditore, ma di un vero rapporto di partnership, che permette al rivenditore di sfruttare anche le altre soluzioni tecnologiche messe a disposizione dall’azienda e fare da collante tra noi e il cliente finale. Insieme a Spektra, il rivenditore può fornire al cliente una proposta di valore più ricca attraverso un partner strategico capace di guidare il cliente nel processo di digitalizzazione.
D. Qual è la vostra politica sul punto vendita?
R. La nostra strategia si basa su marketing, cura del layout, poster informativi sull’utilizzo dei prodotti, formazione al punto vendita e aggiornamento continuo. La giornata di formazione dedicata ai rivenditori è la dimostrazione di ciò che realizziamo. L’idea è quella di coinvolgere i distributori il più possibile, in un rapporto di partnership in cui condividere informazioni e risorse per servire insieme il cliente finale.
D. Com’è andato il 2025 e che cosa vi aspettate dal 2026?
R. Stiamo crescendo anche quest’anno e finora siamo soddisfatti dei risultati raggiunti. Sicuramente non è un periodo facile ma, oltre a monitorare la congiuntura economica che diventa sempre più difficile da prevedere, puntiamo a definire strategie che nascono da una visione indipendente, ma in sintonia con l’evoluzione del mercato. Molto spesso, ciò che fa la differenza sono le strategie e le decisioni che vengono prese internamente per raggiungere determinati risultati e contiamo di andare su questa linea anche per i prossimi anni.
GRUPPO TECNASFALTI
ISOLSPACE DIVENTA UNA DIVISIONE COME ISOLMANT
La nuova realtà specializzata in fonocorrezione di design ha uno spazio industriale dedicato. Obiettivo: rispondere alle evoluzioni e alle richieste dei clienti storici dell’edilizia
Specializzata da cinquant’anni nell’isolamento acustico con il marchio Isolmant, Tecnasfalti ha deciso di trasformare il suo brand Isolspace, orientato alla fonocorrezione di design, in una divisione vera e propria, con uno spazio industriale dedicato. In questo modo il gruppo punta ad affrontare nuove sfide, sia nel mercato nazionale sia all’estero per sviluppare proposte innovative, come pannelli per l’arredamento funzionale e nuove lastre in cartongesso accoppiate a materiale isolante. L’amministratore delegato Eugenio Canni Ferrari racconta a YouTrade sfide e strategie del gruppo, pronto a lanciare nuove interessanti novità. Domanda. Il 2026 è alle porte: che cosa cambierà per Tecnasfalti?
Risposta. Tecnasfalti è un’azienda in continuo divenire e anche il 2026 porterà con sé tante novità. Il fatto che la divisione Isolspace stia prendendo una connotazione così importante all’interno della nostra azienda è già un risultato considerevole. Tecnasfalti diventa così la capogruppo per Isolmant e Isolspace, che si caratterizzano come due divisioni di business separate e indipendenti.
D. Quindi, quali sono i riflessi internamente?
EUGENIO
CANNI FERRARI, AMMINISTRATORE
DELEGATO
GRUPPO
TECNASFALTI
R. Il Gruppo Tecnasfalti si trova a dirigere due divisioni separate: Isolmant, che da tantissimi anni rappresenta il nostro marchio principale sul mercato dell’edilizia per l’isolamento acustico, e Isolspace, che rappresenta un nuovo sforzo, quello di entrare nel campo del design e della correzione acustica, che finora sta dando risultati soddisfacenti. Un grande impegno per offrire all’azienda nuova linfa e nuove energie che ci permettano di essere più efficienti sul mercato. Continuare a rinnovarsi, mettersi in
Veronica Monaco
PRODUZIONE
discussione e svilupparsi aiuta e porta sicuramente nuovo entusiasmo.
D. E per i clienti?
R. Spero che questo rinnovamento porti all’esterno la percezione di un’azienda che ha voglia di presidiare il mercato e rispondere alle sue evoluzioni. Per i clienti storici dell’edilizia questa trasformazione può portare nuove opportunità di business. Tecnasfalti ha sempre cercato di lavorare in partnership con i propri clienti, che possono fare affidamento sull’azienda per affacciarsi anche a nuove possibilità di mercato. Molti lavorano nel campo del comfort: avere un interlocutore unico che, con le sue diverse divisioni, permetta di operare in questo settore a 360 gradi è molto importante.
D. Perché avete preso questa decisione?
R. È impossibile restare immobili. Un’azienda che rimane ferma, pian piano decade. Noi, invece, siamo partiti da un’analisi delle nostre skill, dei nostri punti di forza. Con Isolmant sono ormai quasi cinquant’anni che lavoriamo nel campo dell’isolamento acustico. Lo abbiamo studiato, applicato, portato sul mercato, quindi possiamo vantare un know-how e un’esperienza molto solidi. Nel frattempo, nel mercato si è fatta strada un’attenzione molto più accentuata ai temi del comfort e del ben-vivere, del
well-being. Quando abbiamo iniziato a studiare la fibra di poliestere come materia prima per i nostri prodotti, il tema della correzione acustica ci è entrato nelle vene. Prima abbiamo creato Isolmant Perfetto, prodotto a base di fibra Isolfibtec Pft molto performante, dedicato all’isolamento in intercapedine. Da qui è poi nata la versione Style, pannelli che consentono di assorbire le onde sonore all’interno di locali particolarmente riverberanti. La possibilità di personalizzazione della finitura con stampe e immagini ci ha permesso di avvicinarci al mondo del design d’interni, coniugando la prestazione acustica con la possibilità di diventare un elemento decorativo. Da lì negli anni successivi abbiamo fatto un salto ulteriore, dando vita al brand Isolspace e a una linea sempre più completa di prodotti, accostandoci sempre più al settore dell’arredamento d’interni.
D. Andando a colmare una lacuna del mercato?
R. Quando siamo entrati in questo mercato, non era mia intenzione imitare le altre aziende del settore, ma proporre qualcosa di unico, che ci rappresentasse e facesse trasparire l’efficienza tecnica, l’esperienza, la capacità di progettare nell’acustica di Tecnasfalti. L’obiettivo era quello di portare tecnologia e studiare il prodotto giusto a seconda del tipo di applicazione. All’inizio abbiamo fatto un po’ fatica, ma ultimamente molti professionisti, dai progettisti ai rivenditori e agli arredatori, si stanno affidando a noi perché hanno capito che si può abbinare qualità acustica ed estetica.
D. Quali sono le proposte di prodotto della divisione Isolspace?
R. Abbiamo cercato di offrire proposte con il ventaglio applicativo più ampio possibile, dai pannelli basici in fibra dedicata a soluzioni più sofisticate ed esteticamente evolute. Siamo arrivati a definire nuove linee che si configurano come sistemi completi, con forme che si possono applicare anche a baffle o isola, o che si trasformano in paretine autoportanti o divisori per scrivanie grazie a strutture dedicate, con una varietà di tessuti, colori e soprattutto disegni in modo che chiunque, dal cliente finale al tecnico progettista, possa applicare i nostri prodotti nei suoi ambienti. La gamma oggi è davvero completa e versatile, con tante soluzioni che si possono mixare tra di loro in base alle esigenze architettoniche degli spazi. Ogni tipologia di ambiente può trovare il sistema più adatto, dalla scuola al ristorante, dall’hotel all’ufficio, dalla sala riunioni al negozio. Alcune soluzioni si applicano molto bene anche al residenziale, andando ad esempio a sostituire una carta da parati oppure a rendere più confortevole un impianto di home theatre.
D. Fare business nel mondo delle finiture che cosa comporta?
R. Mettersi seduti e ragionare. Negli anni scorsi con l’ufficio marketing Isolspace abbiamo vagliato tutte le tipologie di tessuto, di prodotti, le richieste degli architetti
e degli arredatori d’interni: è un campo veramente molto più ampio di quello che caratterizza l’edilizia, dove spesso ci si limita a inserire un prodotto a capitolato. In questo caso, invece, ci sono sfumature immense di prodotto di cui bisogna tenere conto, in maniera anche molto stimolante e accattivante.
D. Quali sono i vostri plus?
R. Il primo è la competenza acustica, che tutti ci riconoscono in edilizia, e adesso anche nell’arredamento. Il nostro secondo plus è l’umiltà con cui ci siamo avvicinati a questo settore, segno di una grande voglia di mettersi in gioco e imparare. Il terzo punto di forza è la passione che mettiamo nel nostro lavoro, che prima o poi permette di conseguire risultati. L’unione tra passione, umiltà e competenza credo ci porteranno avanti anche in futuro.
D. Quali sono gli aspetti tecnici di cui tenere conto?
R. Tantissimi. I principali sono tre: le tecnologie di produzione, le normative e la competenza commerciale. Realizzare e progettare pannelli per l’acustica richiede competenze tecnologiche su fibre, tessuti, sull’abbinamento con altri materiali, sulle normative vigenti, che tra l’altro nel mondo dell’arredamento, per ovvi motivi, sono più stringenti che nell’edilizia. Infine, la competenza commerciale è necessaria per lavorare in
LA NUOVA SEDE ISOLSPACE, LA DIVISIONE DI GRUPPO TECNASFALTI DEDICATA ALLA FONOCORREZIONE DI DESIGN
PRODUZIONE
situazioni molto diverse.
D. Perché avete realizzato una nuova sede per Isolspace?
LA GAMMA ISOLSPACE
PROPONE NUMEROSE
SOLUZIONI CHE SI POSSONO MIXARE
TRA DI LORO IN BASE ALLE ESIGENZE
ARCHITETTONICHE
DEGLI SPAZI
R. Per due motivi. Prima di tutto, per una mera esigenza di spazio: nella vecchia sede, che sembrava enorme quando fu realizzata a suo tempo, non c’era più spazio sufficiente per accogliere tutte le risorse. La seconda motivazione, invece, è di ordine strategico: per poter crescere la divisione Isolspace doveva separarsi da Isolmant.
Ubicando la sede in un altro edificio, anche se lontano poche centinaia di metri da Isolmant, la divisione si è quasi sdoganata, cambiando completamente mentalità.
D. Un altro punto di forza di Tecnasfalti è 4You by Isol-
mant: di che cosa si occupa?
R. La linea 4You by Isolmant è nata con l’accoppiamento di materiali isolanti per l’acustica con il cartongesso, un’attività che Tecnasfalti porta avanti da più di 30 anni. L’idea che ci è venuta è quella di partire dalla particolare problematica a cui il prodotto deve rispondere. La linea si chiama 4You proprio perché offre la possibilità di scegliere esattamente il prodotto personalizzato, specifico per risolvere una specifica esigenza. La linea 4You by Isolmant sta diventando quasi una terza divisione di Tecnasfalti, dove la progettazione ha un ruolo predominante. In passato, l’artigiano andava a comprare il pannello in magazzino senza consultare il progettista, e spesso il prodotto acquistato non rispondeva alle esigenze specifiche del cliente. Consigliare il pannello giusto è un lavoro da progettista: avvicinarci ai tecnici con questa divisione è stato naturale e, nonostante l’iniziale diffidenza, ora cominciano ora a coglierne i vantaggi.
D. Quali sono le esigenze che vi hanno spinto a realizzare nuovi impianti produttivi dedicati a 4You by Isolmant?
R. Sono due. La prima è prettamente economica: in passato avevamo decentralizzato la produzione; ora abbiamo accentrato tutto e la presenza di un secondo magazzino ci dà l’opportunità di ospitare anche la linea 4You by Isolmant. Abbiamo inoltre deciso di creare un impianto dedicato: tecnologie sempre più evolute consentono oggi alla produzione di raggiungere economie di scala sempre più efficaci e l’opportunità di accoppiare prodotti variegati in maniera più efficiente. Il maggior controllo sulla produzione ci permette anche di essere più efficaci sul mercato e offrire prodotti a prezzi più coerenti.
D. Cartongesso accoppiato all’isolamento acustico. Come si abbina?
R. L’isolamento acustico e il cartongesso sono sempre andati di comune accordo, anche se poi l’applicazione non si è mai diffusa, al contrario dell’isolamento termico. L’isolamento acustico in ristrutturazione ha invece una funzione importantissima al fine di garantire il giusto comfort agli spazi domestici, non solo per isolare i rumori tra interno ed esterno, ma anche all’interno dello stesso appartamento.
D. Per un applicatore quali sono i vantaggi?
R. Scegliendo il giusto prodotto, anche grazie all’uso del configuratore che abbiamo creato ad hoc, l’applicatore ha modo di realizzare un lavoro coerente, in linea con le esigenze e aspettative del suo cliente.
D. Come si evolve il rapporto con gli applicatori?
R. Purtroppo, l’edilizia vive ancora dei retaggi del passato: «Ho sempre fatto così» è una frase che ricorre spesso tra gli applicatori, e a volte non è semplice avviare un dialogo e spiegare il vantaggio di scegliere il giusto prodotto. Tuttavia, stiamo ricevendo riscontri sempre più positivi dai seminari che realizziamo, anche in collaborazione con
LA CORRETTA SOLUZIONE FONOISOLANTE È 4YOU
Il configuratore 4You consente di scegliere la corretta soluzione fonoisolante in modo semplice e immediato. Disponibile sia sul sito corporate www.isolmant.it, sia sul sito dedicato www.isolmant4you.it, questo strumento permette all’utente di impostare i parametri specifici del proprio progetto (stanza da isolare, ambienti confinanti, spazio a disposizione) e ottenere i prodotti di contrasto al rumore più adatti. Il configuratore contiene anche descrizioni dettagliate delle soluzioni maggiormente applicate con valori acustici, grafici e altre indicazioni utili al progettista. Pensata per gli interventi di riqualificazione a secco, la linea 4You by Isolmant comprende una serie completa di prodotti accoppiati che nascono dall'unione ragionata di lastre in cartongesso di vario tipo e materiali isolanti made in Isolmant. Le lastre sono molto sottili e si applicano direttamente a parete a placcaggio, senza opere di demolizione, adattandosi anche a spazi molto ridotti senza occupare cubatura. Esaltando il concetto di personalizzazione dell’intervento di riqualificazione, il configuratore 4You vuole essere uno strumento utile per gli addetti ai lavori, per velocizzare la scelta delle soluzioni da utilizzare nei propri progetti, e per l’utente privato che ogni giorno subisce problematiche di rumore nell’ambiente domestico e spesso non sa come risolverle.
PRODUZIONE
IL CUORE DELLA
GAMMA ISOLSPACE È
LA FIBRA ISOLFIBTEC
STL OTTENUTA DA PET
RICICLATO E RICICLABILE
altre aziende. A volte, per crescere, bisogna imparare a disimparare. E anche per le rivendite è un’opportunità importante di fare mercato. Attraverso il configuratore, infatti, riceviamo tantissime richieste da utenti privati creando domanda intorno a un prodotto specifico, un servizio che facciamo indirettamente anche all’applicatore e al rivenditore. Anche educare il cliente finale è importante.
D. Avete previsto attività pre e post vendita?
R. Da sempre amiamo questo tipo di attività che permettono all’azienda di avvicinarsi al mercato, proporre ciò che sa fare, migliorarsi e fare cultura. Sono previste attività di pre e post vendita sia per 4You by Isolmant sia per la divisione Isolspace.
D. Come distribuite le vostre soluzioni?
R. Il nostro riferimento principale rimane sempre quello dei rivenditori, a cui si aggiunge tutta l’attività di formazione e consulenza al mondo della progettazione e alla forza vendita dei distributori. I nostri funzionari tecnico commerciali, suddivisi in due reti specifiche per le due divisioni di business Isolmant e Isolspace, sono presenti su tutto il territorio nazionale e sono sempre a disposizione per fare formazione e affiancare i rivenditori e i loro venditori in modo da offrire le armi per promuovere i nostri prodotti.
D. Si parla di multicanalità nella distribuzione. È un vantaggio?
R. Per noi è un vantaggio, ma bisogna che sia percepita bene, perché può anche diventare un’arma a doppio taglio. Bisogna studiare e saper affrontare i vari canali, e ciò comporta uno sforzo significativo.
D. Com’è andato il 2025 per Tecnasfalti?
R. È andato molto bene. Nel business plan 2025 avevo preventivato una crescita tra il 3% e il 4%, a fine ottobre abbiamo raggiunto un incremento a doppia cifra. Questo risultato è dovuto a un aumento del nostro impegno verso il mercato estero, grazie alla nostra distribuzione in Nord Africa, nei Balcani, nel Mediterraneo e in Asia. Anche il mercato italiano è cresciuto costantemente: tutto lo sforzo fatto per introdurre nuove tecnologie e sistemi è stato riconosciuto e ci ha permesso di raggiungere una leadership tale da consentirci di aumentare il fatturato, tra l’altro in un anno in cui non sono aumentati i prezzi.
D. Quali sono i Paesi esteri che vi stanno dando maggiore soddisfazione?
R. Circa 15 anni fa avevamo aperto insieme a un distributore una piccola attività per sondare il mercato africano. Abbiamo investito tanto in tecnologia e adesso siamo riusciti a penetrare in tutto il Nord Africa, tant’è che a breve nascerà una filiale Isolmant Africa. Ci ha dato inoltre ragione tutto il lavoro realizzato nei Balcani: abbiamo cominciato cinque-sei anni fa in Serbia quasi per caso e adesso nel Paese abbiamo una distribuzione che opera in tutta l’area, dove stiamo inserendo con soddisfazione anche Isolspace. La parte più difficile resta forse la vecchia Europa, dove c’è molta crisi e un ingolfamento di prodotti in un mercato saturo che ruba marginalità.
D. Che cosa prevedete nel 2026?
R. Continueremo a investire per crescere all’estero e stiamo valutando nuove opportunità in alcuni Paesi in grande sviluppo. Vogliamo inoltre investire ancora di più in 4You by Isolmant e, grazie ai nuovi impianti, saremo in grado di proporre nuove soluzioni al mercato. Abbiamo
intenzione di sviluppare molto anche il sistema pavimento, con nuovi impianti che ci permetteranno di essere più efficienti sia nel sottomassetto sia negli accessori su misura. Insomma, ci proponiamo di offrire un prodotto sempre più pertinente a un mercato che cresce, sia in Italia che all’estero.
D. Quindi a livello di prodotti ci saranno delle novità?
R. Stiamo studiando due-tre nuovi prodotti che saranno sperimentati nel 2026, per essere introdotti nel 2027. Stiamo lavorando sempre per l’edilizia orizzontale valutando nuove mescole per introdurre soluzioni adatte ai nuovi sistemi costruttivi. Anche il 2025 è stato un anno importante in termini di presentazione di novità. Per esempio, quest’anno al Salone del Mobile sono stati presentati due sistemi completi e altre piastrelle fonoassorbenti. Gli ultimi anni sono stati essenziali per Tecnasfalti: ringiovanire l’azienda, introducendo figure giovani, ha portato una quantità di idee innovative che hanno dato linfa a queste nuove produzioni.
D. La conferma per un altro anno dei bonus casa al 50% è positiva ed è sufficiente?
R. Sono favorevole ai bonus casa, mentre mi sono trovato in totale disaccordo sul superbonus. Il mercato ha bisogno di efficientare, anche per raggiungere gli obiettivi
europei al 2035 e al 2050. Questa riqualificazione incide sul portafoglio delle persone, quindi lo Stato dovrà necessariamente prendere provvedimenti, ma in maniera seria, programmata, strutturata. Pensare a due anni è solo speculazione, bisogna ragionare sul lungo periodo. L’economia del futuro per l’edilizia non è continuare a costruire il nuovo, ma efficientare, ristrutturare e manutenere il costruito.
D. Come sta cambiando il mercato dell’edilizia soprattutto in funzione del nuovo approccio di sostenibilità?
R. Totalmente. Dal 2013, anno in cui Tecnasfalti ha precorso i tempi pubblicando un protocollo di sostenibilità, il concetto si è evoluto. Sostenibilità non significa naturalezza, ma prodotti coerenti all’applicazione, utilizzo efficiente e ottimizzato delle risorse del territorio, ambienti confortevoli e abitabili. La sostenibilità sta influenzando tantissimo il nostro modo di vivere e di lavorare, non solo in edilizia. Dovremo adeguarci.
D. La standardizzazione nell’edilizia è destinata ad avere uno spazio più importante anche in Italia?
R. Spesso mi chiedo se produrre off-site stia aiutando l’economia locale o la stia distruggendo. È una domanda difficile: se vengono a realizzare costruzioni prefabbricate, anche dall’estero, vuol dire che in loco non siamo stati in grado di dare risposte coerenti, al giusto prezzo; tuttavia, questo tipo di costruzioni possono garantire cantieri più veloci, sostenibili e meno invasivi, dando opportunità anche alle risorse locali. Sono convinto che le costruzioni off-site aiuteranno l’edilizia, ma dobbiamo pensare a evolverci anche nel tradizionale.
D. Che cosa si aspetta per i prossimi anni?
R. L’edilizia, se saprà sfruttare l’opportunità che le si sta regalando, potrà vivere momenti stupendi, molto più dell’industria e di altri campi. Abbiamo un’occasione immensa e lavoro per i prossimi anni, ma dobbiamo aprire la mente per cogliere le nuove opportunità.
LA PRODUZIONE
ETERNO IVICA
DAI PAVIMENTI AI TETTI VERDI TANTE NOVITÀ
L’azienda presenta
Griglia Plus con gomma
Tpe antiscivolo, il sistema di accessori per coperture
Greenlift, il supporto regolabile
Nm Basicper compensare le pendenze e il profilo distanziatore in alluminio
Sara Giusti
BASI NM BASIC
PROFILO PERIMETRALE. SOTTO, GRIGLIA PLUS
Specializzata in soluzioni per la realizzazione di pavimentazioni sopraelevate esterne di alta qualità, Eterno Ivica presenta numerose novità, tra cui Griglia Plus, la prima con gomma Tpe antiscivolo costampata, che migliora la stabilità delle lastre e riduce i tempi di posa. Compatibile con tutte le teste Pedestal e la nuova testa ad aggancio rapido, gestisce le dilatazioni termiche evitando deformazioni.
NUOVE PROPOSTE
Tra le altre novità c’è Greenlift, un nuovo sistema accessori per creare tetti verdi estensivi su Griglia Plus, con paratie ad aggancio rapido e vaschette per ritenzione acqua, senza manutenzione intensiva. Per quanto riguarda il segmento dei supporti, Eterno Ivica propone Nm Basic, elemento regolabile da 15 a 700 millimetri, composto da base e vite con testa fissa. Regolabile tramite rotazione, è compatibile con accessori Lh, Lgh e Twist TW 110 per compensare le pendenze. Infine, per garantire l’assestamento delle lastre e il corretto deflusso dell’acqua, l’azienda ha messo a punto il profilo distanziatore perimetrale in alluminio, che rifinisce il bordo a muro con fuga da 1 o 2 centimetri ed è compatibile con lastre da 20 millimetri.
SISTEMA GREENLIFT
MUOVIAMOCI
OGNI COSA HA IL SUO POSTO RUBRICHE
ANDREA PAYARO
Docente, esperto del ministero dello
Sviluppo Economico (Ice)
Disporre la merce in un magazzino non è un lavoro banale, ma deve essere opportunamente valutato in modo preventivo al fine di non realizzare soluzioni che possono aumentare i costi operativi (più persone necessarie per la gestione del magazzino) o aumentare i tempi (maggiore orario per preparare il materiale). Nell’osservare le operazioni di un addetto al prelievo si potrebbe notare, per esempio, che la persona si ferma durante il giro di prelievo per sistemare i materiali prelevati, invertendo le posizioni da sopra a sotto, oppure è costretto a prendere un altro pallet in quanto il materiale è ritenuto essere instabile. L’allocazione del materiale nel magazzino deve essere il frutto di uno studio basato sia sulle caratteristiche del materiale da depositare e prelevare, sia sul tipo di prelievo da organizzare. Si consideri, come esempio, il caso in cui si è in presenza di scaffalature porta-pallet in un magazzino caratterizzato da diversi corridoi. Il prelievo avviene manualmente dal livello più basso della scaffalatura, mentre i livelli più alti (non a portata di uomo) sono destinati allo stoccaggio. Supponiamo, inoltre, che il prelievo sia di tipo basico (basic picking), in cui a ogni operatore viene assegnato un ordine e il materiale prelevato viene posto sull’unità
(pallet) di spedizione. Il prelievo viene fatto dagli operatori attraversando via via tutti i corridoi del magazzino (in letteratura tale strategia viene identificata come modalità s-shape) percorrendo un tragitto similare a una serpentina. Per organizzare il magazzino affinché il prelievo sia fatto in totale sicurezza per l’uomo e la merce è necessario realizzare un’analisi sui materiali suddividendoli per caratteristiche fisiche, costituendo gruppi di referenze. Le categorie che ne derivano potrebbero essere così suddivise: materiale ingombrante e pesante; materiale pesante; materiale fragile; materiale impilabile; minuteria. Le categorie elencate in precedenza sono solo un suggerimento di classificazioni e possono variare da azienda ad azienda.
L’allocazione dei materiali sui posti picking deve essere tale che il prelevatore, nel sistemare i vari oggetti sul pallet, non metta a rischio né la sua sicurezza né l’integrità dei prodotti. Seguendo il percorso dell’operatore durante il giro di prelievo, si comincerà a ubicare il materiale ingombrante e pesante (che verrà posizionato alla base del pallet) per poi proseguire con il pesante impilabile. Completando la sequenza, verrebbero poi disposti i materiali impilabili, i materiali fragili e le minuterie. I vantaggi di questa disposizione permetteranno la creazione di pallet stabili (i materiali pesanti saranno posti alla base), non ci rischierà di danneggiare i materiali fragili, posti sulla sommità del pallet, così sarà più difficile smarrire le minuterie, assicurate sopra il pallet. I benefici di una buona allocazione dei materiali da prelevare comportano minori tempi di prelievo e una riduzione di non conformità con una maggiore soddisfazione del cliente.
RUBRICHE
ALESSANDRO BONVICINO REGOLIAMOCI
BOBBLIGO DI BANDA LARGA PER GLI EDIFICI
anda larga per edifici sempre più connessi. È l’obiettivo del nuovo regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a settembre, che si riferisce al decreto ministeriale del luglio scorso. Il regolamento riguarda l’installazione degli impianti all’interno degli edifici e ha previsto rilevanti modifiche per ricezione e trasmissione dati. Le nuove regole sono da applicare a tutti gli edifici di nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso. Da ottobre, quindi, per ottenere l’agibilità è necessario che sia predisposta a connessione iperveloce, cioè la banda ultralarga. Nel caso di richiesta di parte, inoltre, è necessario comunicare al Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture (Sinfi) entro 90 giorni dalla presentazione della segnalazione certificata, l’avvenuto adempimento alle regole.
La nuova regolamentazione è la conseguenza dell’articolo 135 bis del Testo Unico, che prevede per le pratiche edilizie presentate da gennaio 2022 per nuove costruzioni o per interventi che richiedono il permesso di costruire sia obbligatorio attestare la predisposizione digitale degli edifici per la banda ultra larga, rilasciata da un tecnico abilitato (etichetta obbligatoria o bollino blu). Per gli edifici precedenti, invece, l’etichetta è solo volontaria.
Il progettista che firma i lavori, secondo il decreto, deve essere un professionista iscritto all’albo in pos-
sesso delle competenze tecniche specifiche richieste per gli schemi dell’impianto e i disegni planimetrici, nonché per preparare una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’installazione, della trasformazione o dell’ampliamento dell’impianto, con riguardo alla tipologia e alle caratteristiche dei materiali e componenti da utilizzare e alle misure di prevenzione e di sicurezza da adottare. Da parte sua, il responsabile tecnico dell’impresa abilitata alla realizzazione degli impianti radiotelevisivi, elettronici e in fibra ottica deve coordinarsi con il progettista, attenersi alle indicazioni ricevute e rilasciare l’attestazione necessaria per ottenere l’agibilità. Un ruolo fondamentale, quindi, non più nella fase progettuale, ma in quella esecutiva: a lui è affidato il ruolo di garante la corretta realizzazione dell’infrastruttura, nel rispetto delle indicazioni de progettista edile. Infine, un altro elemento per ottenere l’agibilità, oltre a digitalizzazione e attestazione con bollino blu della predisposizione alla banda ultra larga, è il nuovo adempimento per cui, su richiesta del soggetto interessato, è necessaria la comunicazione e trasmissione al Sinfi dei dati relativi all’attività realizzata. L’obiettivo è consentire una mappatura degli interventi eseguiti e della loro natura, per un immediato quadro riepilogativo degli immobili dotati di bollino blu che presentano la predisposizione alla banda ultra larga.
Bagattini acquista Maer
Bagattini ha acquisito lo storico marchio e lo stabilimento Maer di Sommariva Bosco (Cuneo). Maer è rinomata in ambito edile piemontese per il know-how pluriennale nella produzione di pavimentazioni e murature in calcestruzzo. Questa ulteriore acquisizione, rientra nel programma di sviluppo pluriennale dell’azienda, consolida la leadership di Bagattini nel proprio settore e le dà la possibilità di essere più vicina e competitiva nei mercati del Piemonte, della Liguria e della Toscana. «Una decina di anni fa, mia sorella Lorella ed io, abbiamo fatto una scommessa: applicare il concetto di qualità totale e innovazione di Bagattini ad altre realtà industriali del nostro settore. La risposta positiva del mercato e di tutti gli attori della filiera dell’edilizia, ci ha permesso di ampliare progressivamente il numero di aziende portandoci all’acquisizione di marchi celebri, come Rercord, Mvb e Rcl, fino ad arrivare oggi all’acquisizione di Maer. Questa decisa crescita ci ha reso il punto di riferimento nel settore per le pavimentazioni per esterni e delle murature in calcestruzzo, ma possiamo fiduciosamente affermare che non rappresenti un punto d’arrivo, bensì un importante passo in una prospettiva di ulteriori sviluppi», ha commentato il Ceo, Guido Bagattini.
I dazi si abbattono sul LegnoArredo
Per la filiera legno-arredo i primi sei mesi hanno registrato un calo complessivo dell’1% (per un totale di quasi 9,7 miliardi di euro esportati tra gennaio e giugno). Eppure, nonostante i dazi l’export negli Stati Uniti ha segnato ancora un dato positivo (+1,2%): le vendite verso gli Usa sono cresciute nel primo trimestre dell’anno probabilmente per effetto di un accaparramento delle scorte da parte degli importatori prima dell’introduzione dei dazi. Male, invece, le vendite in Francia (-5,7%) rispetto ai primi sei mesi del 2024 e in Germania (-3,2%). Dati positivi sull’export arrivano invece da Regno Unito (+3,7%), Spagna (+2,9%), Paesi Bassi (+4,6%) ed Emirati Arabi Uniti (+5,6%). I numeri di Infodata, però, indicano anche una preoccupazione per i prossimi mesi riguardo gli Usa, il secondo mercato più importante per il settore, con 1,7 miliardi di euro di venduto nel 2024: ad agosto il dato sulle esportazioni si è rovesciato con -7,7%, trascinato da un tonfo di -21% versi gli Stati Uniti. Per il solo arredamento nei primi sei mesi le vendite hanno segnato -1,2%. «Prima ancora di entrare in vigore, i dazi di Trump hanno già sortito i loro effetti negativi», ha commentato il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin.
176 news
punto di riferimento per la vendita di prodotti pregiati e specialità esotiche. Bernhard e Christian Johannes hanno poi contribuito alla creazione della prima vera rete commerciale di Torggler e alla ristrutturazione aziendale. Oggi il Ceo Benno Pamer e l’erede Tobias Johannes lavorano in sinergia per mantenere lo spirito innovativo di Torggler, facendo della competenza e dell’innovazione i loro tratti distintivi. Dai software gestionali di nuova generazione ai sistemi di logistica 4.0 introdotti nello stabilimento di Pegognaga (Mantova), ogni innovazione è pensata per rendere il lavoro più efficiente, sostenibile e flessibile. A livello internazionale le sedi operative di Zgierz (Polonia) e Oberhaching (Germania) contribuiscono a creare un network capillare intorno ai mercati europei, garantendo rapidità e continua fornitura. «Torggler è un’azienda che cerca di unire il meglio della tradizione con la spinta dell’innovazione. Questa forza fa parte del nostro Dna e intendiamo mantenerla viva», racconta Pamer.
Torggler festeggia 160 anni
Torggler festeggia 160 anni di storia. Le origini dell’azienda hanno radici nella Merano del 1865, quando Karl Torggler ha aperto il suo primo negozio, una drogheria
Plasmati dall’innovazione, sostenuti dalle persone è il motto coniato dal giornalista freelance e regista Thomas Hainfle, autore del libro realizzato per celebrare questo traguardo.
A Faraone l’Award del Serramento 2025
Faraone vince l’Award del Serramento 2025 per i suoi parapetti in vetro. Il riconoscimento è arrivato nell’ambito degli Awards del Serramento 2025. Il premio, assegnato attraverso le votazioni di clienti, progettisti e professionisti del settore, rappresenta uno dei più autorevoli attestati di qualità per il comparto dei serramenti e del vetro. «Questo premio ha un valore speciale perché arriva direttamente dal mercato. La continua innovazione che ci ha sempre contraddistinti, legata da sempre all’estetica e alla sicurezza (elemento per noi imprescindibile) è stata premiata da chi quei prodotti li ha utilizzati o li utilizzerà. Io, nel ritirare il premio, sono stato solo un rappresentante della mia squadra che lavora ogni giorno per permetterci di raggiungere questi traguardi. Grazie a loro e grazie a chi ha espresso la propria fiducia», ha commentato il Ceo, Flavio Faraone (foto).
Nuovo stabilimento per Veneta
Prefabbricati (Grigolin)
Veneta Prefabbricati (Gruppo Grigolin) avvia i lavori per un nuovo stabilimento produttivo nella sede di Rosolina (Rovigo): l’investimento di circa 3 milioni di euro, rientra in una strategia di sviluppo che punta a incrementare la capacità produttiva. Il nuovo impianto, realizzato in sinergia con altre aziende del Gruppo Grigolin, tra cui TesiSystem per la progettazione e realizzazione del prefabbricato, Superbeton per le opere, consentirà di ampliare in maniera significativa l’area di stoccaggio e di portare le linee produttive da cinque a sette, aumentando significativamente l’efficienza operativa. «L’ampliamento dello stabilimento non è solo un investimento industriale, ma una scelta strategica per rafforzare il nostro posizionamento su un mercato che resta altamente frammentato», commenta Roberto Grigolin, alla guida del Gruppo assieme ai fratelli Renato e Maurizio. « nostra ambizione è diventare il primo riferimento in Italia nel comparto. Aumentare la nostra capacità ci permette di garantire consegne rapide, mantenere standard qualitativi elevati e rispondere con maggiore flessibilità alle esigenze dei clienti, anche nelle aree geografiche più lontane. Il nuovo stabilimento, infatti, non solo rafforzerà l’efficienza produttiva ma costituirà anche un’opportunità per riorganizzare e ampliare l’area di stoccaggio, migliorando la gestione dei flussi e la puntualità delle consegne. Grazie alla struttura del Gruppo, possiamo dunque stoccare
prodotti in tutto il Nord Italia e presto anche in altre aree del Paese, come al Centro e al Sud, migliorando la copertura territoriale e riducendo i costi logistici grazie alle sinergie tra le nostre aziende».
Rapporto Cave con Fassa Bortolo
In Italia, complice la crisi del settore edilizio, si registra un calo delle cave autorizzate (quelle attive e quelle autorizzate ma in assenza di attività estrattiva in corso), scese a 3.378 (-51,3% rispetto alla prima rilevazione del report del 2008 e –20,7% rispetto al report 2021). È uno dei dati che emergono dal Report Cave 2025 di Legambiente, in collaborazione con Fassa Bortolo, presentato a Ecomondo 2025. Tuttavia, l’Italia registra un aumento dei prelievi per sabbia e ghiaia: 34,6 i milioni di metri cubi annuali (+18,5% rispetto al 2021). Sempre rispetto alla prima edizione del report (quattro anni fa) sono quasi raddoppiati anche i volumi di calcare estratto (51,6 milioni di metri cubi, +92,5%) mentre sono scesi quelli di pietre ornamentali (5,5 milioni di metri cubi, -11,3%), secondo i dati forniti dalle Regioni e dalle due Province Autonome. Nonostante i quantitativi rilevanti, i canoni di concessione restano irrisori (in alcune Regioni inferiori a 50 centesimi al metro cubo) e il ritorno economico per le casse pubbliche derivante da sabbia e ghiaia non supera i 20 milioni di euro, mentre imponendo tariffe sui prelievi vicine al 20% del valore di mercato (come in Gran Bretagna) si potrebbero ottenere circa 66 milioni. Lieve aumento delle cave dismesse (14.640, +3,5% rispetto al 2021), di cui solo una minima parte è destinata a interventi di ripristino ambientale. «Per noi, attività estrattiva e recupero ambientale non sono fasi distinte, ma un unico processo integrato», commenta Lorenzo Bernardi, direttore Ambiente, Salute e Sicurezza di Fassa Bortolo. «Oltre tre secoli di esperienza ci hanno insegnato che solo investendo a monte su tecnologie innovative, una pianificazione attenta e una gestione responsabile delle risorse è possibile ottenere risultati concreti, capaci di coniugare davvero lo sviluppo umano con la tutela dell’ambiente. La partnership quasi decennale con Legambiente nasce proprio da queste basi comuni, dalla consapevolezza che lavorare nel rispetto del territorio non è solo una questione di etica, ma un’opportunità che genera valore: un modello virtuoso che merita di essere condiviso e promosso come buona pratica per l’intero settore».
Centro di ricerca Mapei in Norvegia per tagliare la Co2
Mapei ha inaugurato in Norvegia un nuovo centro di ricerca, con un investimento di 11 milioni. Il progetto di ampliamento dello stabilimento della filiale norvegese di Mapei, avviato a fine 2024 punta alla riduzione delle emissioni di gas serra derivanti da cemento, calcestruzzo e malte. L’obiettivo è la riduzione di 450 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in Norvegia, circa il 7,5% del taglio richiesto al paese entro il 2030. «Il calcestruzzo è un materiale essenziale nelle costruzioni che conta, a livello globale, un consumo annuale di circa 30 miliardi di tonnellate, secondo solamente all’acqua, e contribuisce all’8% delle emissioni totali di CO₂», ha commentato l’ad di Mapei, Marco Squinzi. «Per ridurre questo impatto mantenendo invariata la qualità e la durabilità del prodotto, Mapei lavorerà nel nuovo laboratorio di Sagstua, in coordinamento con il laboratorio corporate di Milano, a tre progetti innovativi: la produzione di cemento a basse emissioni di CO2, la produzione di calcestruzzo a basse emissioni di CO2 e l’aumento del suo riciclo nel processo industriale, a vantaggio di tutto il settore e dell’ambiente. Grazie alla nostra presenza globale, potremo, infatti, portare queste tecnologie anche in altri mercati, aumentando l’efficacia del loro impatto». «Per affrontare questa sfida è necessaria anche una stretta collaborazione tra pubblico e privato. Fondamentale è una sensibilizzazione e educazione di tutta la filiera, fino al consumatore finale», aggiunge Veronica Squinzi, amministratore delegato Mapei. «Questo progetto, realizzato grazie alla cooperazione tra Mapei Norvegia e le istituzioni locali, è il risultato di quasi trent’anni di attività e di relazioni che hanno portato anche alla realizzazione di importanti progetti infrastrutturali come il Follobanen, il lungo tunnel ferroviario che collega Oslo a Ski e l’aeroporto di Bergen o di edifici per la cultura e la ricerca scientifica come la Oslo Opera House e il Global Seed Vault, il famoso forziere dei semi del mondo situato nell’arcipelago delle
Svalbard a circa 1.300 km dal Polo Nord. Progetti sfidanti e innovativi che hanno fatto crescere nella giusta direzione sia questo Paese sia la nostra azienda».
Pannelli Rockwool per il Piacenza Logistics Hub
Rockwool si aggiudica la fornitura di prodotti in lana di roccia per la riqualificazione energetica del Piacenza Logistics Hub, il principale snodo intermodale logistico d’Italia. La struttura necessitava di un ampliamento per far fronte a una domanda in costante crescita del mercato della logistica, mentre la porzione preesistente necessitava di un ammodernamento generale. Il progetto ha previsto un ampliamento della struttura preesistente di ulteriori 88 mila metri quadrati, realizzando cinque immobili con strutture prefabbricate, comprensivi di pavimentazioni industriali per gli interni e pavimentazioni dei piazzali esterni, coperture, impianti aree esterne e allestimento degli uffici e sottoservizi. In risposta alle specifiche richieste di sostenibilità e sicurezza, Rockwool ha messo a disposizione una consulenza tecnica mirata, incentrata sull’evoluzione normativa relativa alle coperture con impianti fotovoltaici e ai rischi d’incendio connessi, qualora non adeguatamente messe in sicurezza. La società ha evidenziato, con un’analisi comparativa, le caratteristiche della lana di roccia in termini di incombustibilità e conformità alle normative vigenti. Questo ha portato alla scelta dei pannelli Rockwool, in grado di assicurare massima sicurezza contro il rischio incendio e garantire un’elevata efficienza nelle installazioni fotovoltaiche, contribuendo alla realizzazione di uno dei progetti più rilevanti in ambito industriale e logistico del Nord Italia.
Al Gruppo Mollo la divisione noleggio di Truck Mobil
Il Gruppo Mollo (noleggio di attrezzature professionali) acquisisce la divisione noleggio di Truck Mobil, realtà con due sedi in provincia di Ascoli Piceno: a San Benedetto del Tronto e a Monteprandone. Fondata nel 2000 dall’unione di tre soci, Truck Mobil ha saputo nel tempo affermarsi come una realtà di eccellenza nel settore del noleggio mezzi per il sollevamento e il movimento terra e dei servizi per il sollevamento aereo. Sotto la guida di Ezio Testa e della sua famiglia, che negli anni hanno acquisito l’intera proprietà della società, Truck Mobil è diventata un punto di riferimento per imprese ed enti pubblici e privati attivi nei settori dell’edilizia, dei trasporti, del giardinaggio, della manutenzione e dell’impiantistica. L’azienda si è sempre contraddistinta per un approccio tecnico e consulenziale, unito a un forte orientamento
alla sicurezza e all’innovazione. L’acquisizione si inserisce nella più ampia strategia di crescita per linee esterne che il Gruppo Mollo sta portando avanti con successo negli ultimi anni. «Accogliamo con entusiasmo la divisione noleggio di Truck Mobil e i suoi collaboratori nella nostra grande famiglia», commenta Mauro Mollo, presidente del gruppo piemontese. «Truck Mobil condivide con noi valori fondamentali come la professionalità, la fiducia e l’attenzione al cliente».
Nuovo centro di formazione di Daikin Italia
Daikin Italia (climatizzazione, riscaldamento e purificazione dell’aria) ha inaugurato all’Isis Leone-Nobile di Nola (Napoli) il suo decimo Centro di Formazione sul territorio nazionale. Il progetto consolida un modello di collaborazione strutturata tra scuola e impresa e che punta a favorire un raccordo diretto tra formazione tecnica, innovazione e mondo del lavoro. L’azienda è attualmente l’unica realtà del settore Hvac a disporre di una rete organica di Centri di Formazione all’interno degli istituti tecnici. Gli spazi, dotati di strumentazioni aggiornate, offrono agli studenti un contesto formativo che rispecchia le esigenze del settore e contribuiscono
allo sviluppo di competenze immediatamente applicabili in un ambito professionale in costante evoluzione. Il nuovo laboratorio del Leone-Nobile rappresenta un ulteriore passo nella diffusione della cultura tecnica e dell’attenzione all’efficienza energetica, sostenendo la crescita di una nuova generazione di professionisti qualificati.
Il Meeting Vendite 2025 di Dkc
L’annuale Meeting Vendite di Dkc (progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi porta cavi), incentrata quest’anno sul tema da Decision Maker a Partner, rappresenta uno dei passaggi più significativi di dialogo diretto con il team e si inserisce nel più ampio percorso di branding intrapreso dal gruppo, orientato alla Human CollaborAction. Durante le due giornate della convention 2025, agenzie, forza vendita interna e team aziendali hanno partecipato a sessioni di lavoro dedicate all’analisi dei risultati raggiunti, alla condivisone delle priorità strategiche e al consolidamento del modello di sviluppo su cui Dkc fonda la propria crescita. Un’occasione preziosa per ritrovarsi come un’unica squadra, capace di trasformare ascolto e cooperazione in un vero motore competitivo. Il programma ha incluso anche la visita allo stabilimento Sati Italia di Latina, azienda del Gruppo. Un momento significativo per approfondire da vicino i processi produttivi, le attività industriali e l’impegno quotidiano delle persone che contribuiscono alla qualità delle soluzioni Dkc.
MAURO E ROBERTO MOLLO
CONSOLIDAMENTO E RINFORZO
STRUTTURALE: PROBLEMI, SOLUZIONI E PROPOSTE DALLE AZIENDE
GENERAL ADMIXTURES
NUOVI MATERIALI PER IL RIPRISTINO STRUTTURALE
I FENOMENI DI DEGRADO
POSSONO ESSERE CONTENUTI
CON APPOSITI PRODOTTI
PREMISCELATI E PRONTI
STUDIATI PER LA PROTEZIONE
E LA RIPARAZIONE
DELLE STRUTTURE IN CALCESTRUZZO
a cura della Divisione Ingegneria e Ricerca & Sviluppo di General Admixtures
Il calcestruzzo armato è uno dei materiali più diffusi al mondo per la costruzione di edifici e infrastrutture. Tuttavia, può andare incontro a fenomeni di degrado, dovuti alle condizioni ambientali, alle sollecitazioni e alla qualità dei materiali e delle tecniche costruttive utilizzate. Comprenderne l’importanza è fondamentale per poter intervenire in modo efficace e prevenire conseguenze più gravi nelle strutture esistenti.
Figura 1. Esempi di deterioramento delle barre di armatura di strutture esistenti per corrosione da (a) carbonatazione e (b) cloruri
(a) (b)
LE CAUSE
Come è noto, le principali cause di degrado nel calcestruzzo sono:
5. Cause meccaniche e costruttive (come sovraccarichi, urti, vibrazioni, errori nella fase di posa in opera). Gli effetti di questi fenomeni si manifestano soprattutto con fessurazioni, distacchi del copriferro e corrosione delle armature (Figura 1), che a loro volta compromettono le proprietà meccaniche dell’acciaio e riducono la sicurezza strutturale e la durabilità degli edifici e delle infrastrutture. Il problema del degrado del calcestruzzo riguarda in modo particolare il patrimonio edilizio italiano, gran parte del quale realizzato proprio con questo materiale tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta del secolo scorso, utilizzando il sistema costruttivo a telaio.
CRITICITÀ
Queste strutture si compongono di una maglia portante di pilastri e travi collegati tra loro, capace di sostenere i solai e trasmettere i carichi verticali e orizzontali in fondazione. In passato l’attenzione era rivolta soprattutto alla funzionalità e alla rapidità costruttiva, piuttosto che alla durabilità a lungo termine, con il risultato che molti edifici a telaio oggi mostrano limiti costruttivi e progettuali, che diventano più critici in presenza di eventi sismici o, semplicemente, con il passare del tempo. Tra le principali criticità troviamo:
1. Scarsa qualità dei materiali dovuta, ad esempio, a una inadeguata compattazione in cantiere, che comporta porosità e nidi di ghiaia;
2. Copriferro di dimensioni ridotte, non in grado di proteggere le armature dai fenomeni di degrado;
3. Scarsa duttilità delle sezioni, dovuta ad armature insufficienti o mal disposte, che possono favorire il manifestarsi di comportamenti fragili, causa di rotture improvvise;
4. Carenza di confinamento alle estremità degli elementi strutturali del telaio, dove possono originarsi, a causa delle alte sollecitazioni, fessurazioni e perdite di resistenza.
Per questi motivi, è necessario intervenire con azioni mirate. Da un lato occorre sanare le condizioni di degrado già presenti; dall’altro, è fondamentale consolidare la struttura, migliorandone la resistenza, la duttilità e il confinamento, ad esempio con tecnologie moderne quali i compositi fibrorinforzati. Solo con questa doppia strategia si può garantire una maggiore sicurezza e una più lunga vita alle opere in calcestruzzo armato.
LA NORMA
La norma En 1504 rappresenta il riferimento tecnico per la protezione e la riparazione delle strutture in calcestruzzo. Questo documento, recepito in Italia dalla corrispondente norma U ni , definisce i princìpi (ossia gli obiettivi da raggiungere) per poter realizzare soluzioni efficaci in base alla tipologia di degrado. Tra questi troviamo:
1. Proteggere il calcestruzzo dagli agenti aggressivi (come carbonatazione, cloruri, umidità, gelo, solfati…);
2. Sanare le armature compromesse dalla corrosione;
3. Ripristinare la geometria e la funzionalità degli elementi strutturali danneggiati;
4. Migliorare la durabilità globale della struttura, prolungandone la vita.
LE PROPOSTE
La norma U ni En 1504 traduce quindi i principi in metodi operativi chiari, collaudati e altamente efficaci. Tra le soluzioni più efficaci troviamo:
• Rivestimenti protettivi, filmogeni e impregnanti, progettati per respingere umidità, cloruri e altri agenti chimici aggressivi. Questi prodotti creano una barriera sulla superficie del calcestruzzo, impedendo la penetrazione di sostanze nocive. Tra i prodotti più innovativi sul mercato troviamo i prodotti delle Linee S kin Flex , S kin Protect e Aqua Fobic di General Admixtures, pensati per adattarsi a diverse condizioni ambientali e necessità progettuali.
• Malte e betoncini speciali per il ripristino delle parti ammalorate. Questi prodotti premiscelati, facenti parte della Linea Structure di General Admixtures, sono formulati per aderire perfettamente al calcestruzzo esistente e fornire elevate resistenze meccaniche e ottima compatibilità con il materiale originale. Consentono di ricostruire elementi strutturali ripristinandone la geometria e la continuità in modo sicuro e duraturo (Figura 2).
• Passivanti e inibitori di corrosione, ideali per salvaguardare le armature. Prodotti come quelli della Linea Structure P rotect e I nhibitor di General Admixtures ripristinano la passivazione superficiale proteggendo le barre di armatura anche in presenza di ambienti particolarmente aggressivi.
• Ancoranti per armature integrative o sostitutive, indispensabili quando è necessario inserire nuove barre di armatura in sostituzione di quelle danneggiate o corrose, o per integrare la capacità resistente della struttura. I prodotti delle Linee A nkor e Structure B ond di General Admixtures forniscono elevate prestazioni di adesione e trasferimento degli sforzi, permettendo un perfetto collegamento tra calcestruzzo e acciaio, anche in condizioni di
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
esercizio gravose.
• Iniezioni per sigillare le fessure. I prodotti della Linea Structure Fill di General Admixtures consentono di riempire eventuali microfratture in profondità, ripristinando la continuità del materiale, con interventi rapidi, precisi ed efficaci.
INCAMICIATURE DELLE STRUTTURE A TELAIO
Anche a seguito del risanamento la struttura potrebbe non soddisfare i requisiti di sicurezza previsti dagli attuali standard normativi a causa delle criticità strutturali precedentemente evidenziate. In queste circostanze è possibile realizzare interventi di rinforzo strutturale mirati, che incrementano le prestazioni globali dell’opera e ne modificano il suo comportamento meccanico, ad esempio impedendo modalità di collasso fragili, in favore di meccanismi duttili e controllati. Tra le tecniche più efficaci e innovative, vi sono le incamiciature in h pfrc degli elementi delle strutture a telaio (nodi, travi e pilastri). L’ h pfrc (High Performance Fiber Reinforced Concrete) è un calcestruzzo speciale, additivato con fibre in acciaio che gli conferiscono caratteristiche fisiche e meccaniche superiori rispetto al calcestruzzo tradizionale. I suoi maggiori punti di forza sono:
• Elevate resistenze a compressione, grazie alla presenza di leganti e additivi di ultima generazione;
• Elevate resistenze a trazione e flessione, grazie alla presenza delle fibre, che ne migliorano il comportamento post-fessurativo.
• Ottima durabilità, con ridotta permeabilità e maggiore resistenza agli agenti chimici e ambientali.
• Elevata duttilità, che consente al materiale di impedire le rotture fragili tipiche dei conglomerati cementizi tradizionali, dissipando efficacemente l’energia del sisma.
MICRO-CALCESTRUZZI COMPOSITE
Nell’ambito degli h pfrc , l’innovazione è rappresentata dai micro-calcestruzzi della Linea C omposite di General Admixtures. Questi prodotti premiscelati e pronti all’uso, rispetto ai conglomerati cementizi tradizionali, offrono vantaggi concreti negli interventi di incamiciatura, come:
• Ridotti spessori applicativi: grazie alle elevate prestazioni meccaniche, spesso è sufficiente realizzare camicie dello spessore di qualche centimetro, per ottenere risultati anche superiori a quelli ottenibili con camicie di 8-10 centimetri di calcestruzzo tradizionale.
• Riduzione della necessità di armature aggiuntive: grazie all’azione delle fibre, in molti casi si può limitare o ridurre l’inserimento di barre di armatura e staffe, semplificando e velocizzando l’intervento. Tale aspetto è possibile grazie alla certificazione Cvt di cui è dotato il micro-calcestruzzo C omposite M130 di General Admixtures (Figura 3).
• Compattezza e adesione al supporto: i micro-calcestruzzi h pfrc hanno granulometria ridotta (generalmente inferiore ai 4 millimetri) e sono caratterizzati da un’ottima adesione al calcestruzzo esistente, grazie anche alla loro capacità di riempimento di cavità e interstizi.
(a)
(b)
Figura 2. Esempi di ripristino di strutture esistenti in calcestruzzo attraverso l’utilizzo di prodotti General Admixtures:
(a) malta tixotropica Structure MT4-FGL applicata a spruzzo e (b) betoncino fluido Structure BF4 applicato tramite colaggio
• Premiscelati a qualità controllata: essendo forniti già premiscelati in sacchi, i micro-calcestruzzi h pfrc della Linea C omposite garantiscono omogeneità e costanza delle prestazioni, a differenza dei calcestruzzi tradizionali, soggetti a maggiore variabilità in cantiere, anche in funzione delle abilità degli operatori.
SOFTWARE DI CALCOLO
Per mettere a punto un intervento di rinforzo ottimale, è necessaria un’attenta fase progettuale. A supporto del progettista, l’Ufficio Tecnico di General Admixtures ha sviluppato Structure .4R, un software di calcolo gratuito specifico per analisi e verifiche di sezioni in calcestruzzo rinforzate corticalmente con prodotti a base cementizia, tra cui gli h pfrc della Linea C omposite Il software, attraverso una discretizzazione a fibre della sezione e l’implementazione dei legami costitutivi conformi alle vigenti normative di progettazione strutturale, permette di:
• Gestire sezioni di diverse geometrie e inserire armature esistenti e integrative (sia longitudinali che trasversali), rappresentando anche sezioni non simmetriche;
• Inserire le prestazioni meccaniche di calcestruzzi e acciai derivanti da prove in situ;
• Inserire situazioni di degrado del calcestruzzo e dell’acciaio esistente;
• Effettuare Verifiche a Flessione, a Pressoflessione Retta e Deviata e a Taglio;
• Costruire i diagrammi Momento-Curvatura, ottenendo valutazioni sulla Duttilità delle Sezioni;
• Esportare Relazioni di Calcolo e Voci di Capitolato in formato testuale modificabile, comprensive di formule, grafici, immagini e tabelle.
LA LINEA COMPOSITE
Della Linea Composite di General Admixtures fanno parte:
• Composite M130, micro-calcestruzzo fibrorinforzato con fibre di acciaio, tricomponente, colabile, autocompattante e a ritiro compensato. Certificato Cvt dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con classe di resistenza a compressione (massima) C90/105 e classe di resistenza residua a trazione 8b. È ideale per interventi di consolidamento e incamiciatura in basso spessore di travi e pilastri (Figura 4), nonché per ripristinare nodi, fondazioni, infrastrutture stradali e ferroviarie, o per effettuare rinforzi con cappe collaboranti in basso spessore in solai di qualunque natura.
• Composite Tixo, malta cementizia bicomponente, tixotropica, a ritiro compensato, elevatissime prestazioni e fibrorinforzata con fibre in acciaio e di poliacrilonitrile. Classificata R4 secondo Uni En 1504-3, con resistenze medie a compressione superiori ai 100 MPa. È ideale per completare gli interventi realizzati con Composite M130 in quelle situazioni in cui non sia possibile predisporre le casserature.
Figura 3. Micro-calcestruzzo Hpfrc Composite M130 di General Admixtures
Figura 4. Interventi di rinforzo e incamiciatura in basso spessore di (a) pilastri, (b) travi e (c) solai con il micro-calcestruzzo Hpfrc Composite M130 di General Admixtures
(a)
(b)
(c)
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
L’INTERVENTO DI INCAMICIATURA
L’INTERVENTO DI INCAMICIATURA
L’INTERVENTO DI INCAMICIATURA
L’INTERVENTO DI INCAMICIATURA
In Figura 5 è possibile osservare un intervento di incamiciatura di un pilastro esistente con soluzione tradizionale e con micro-calcestruzzo a basso spessore Composite M130. Inserendo le geometrie e le resistenze indicate all’interno del software Structure.4R, è possibile ottenere, per la sezione originaria e per quelle rinforzate, i domini di resistenza a pressoflessione retta (Figura 6). È possibile osservare come a parità di altre condizioni, l’utilizzo di Composite M130 permette di dimezzare lo spessore della camicia di rinforzo, fornendo prestazioni pari o superiori a quelle ottenute con una soluzione tradizionale. Infine, in Figura 7 è rappresentato un confronto tra i diagrammi momentocurvatura, dove è evidente come l’utilizzo di Composite M130 consenta di ottenere, a parità di momento resistente, valori di curvatura molto maggiori, e, di conseguenza, valori di duttilità superiori alla soluzione tradizionale, la quale non è in grado di modificare sostanzialmente il comportamento del pilastro esistente (in termini di modalità di rottura). Dai confronti di cui sopra si può concludere che un intervento con Composite M130 permette di risolvere in maniera efficace molte delle criticità (Tabella 1) degli edifici esistenti con struttura a telaio. Il tutto senza comportare oneri aggiuntivi rispetto alla soluzione di incamiciatura tradizionale, ma anzi, facilitando le operazioni di realizzazione e messa in opera
In Figura 5 è possibile osservare un intervento di incamiciatura di un pilastro esistente con soluzione tradizionale e con micro-calcestruzzo a basso spessore Composite M130. Inserendo le geometrie e le resistenze indicate all’interno del software Structure.4R, è possibile ottenere, per la sezione originaria e per quelle rinforzate, i domini di resistenza a pressoflessione retta (Figura 6). È possibile osservare come a parità di altre condizioni, l’utilizzo di Composite M130 permette di dimezzare lo spessore della camicia di rinforzo, fornendo prestazioni pari o superiori a quelle ottenute con una soluzione tradizionale. Infine, in Figura 7 è rappresentato un confronto tra i diagrammi momentocurvatura, dove è evidente come l’utilizzo di Composite M130 consenta di ottenere, a parità di momento resistente, valori di curvatura molto maggiori, e, di conseguenza, valori di duttilità superiori alla soluzione tradizionale, la quale non è in grado di modificare sostanzialmente il comportamento del pilastro esistente (in termini di modalità di rottura). Dai confronti di cui sopra si può concludere che un intervento con Composite M130 permette di risolvere in maniera efficace molte delle criticità (Tabella 1) degli edifici esistenti con struttura a telaio. Il tutto senza comportare oneri aggiuntivi rispetto alla soluzione di incamiciatura tradizionale, ma anzi, facilitando le operazioni di realizzazione e messa in opera
In Figura 5 è possibile osservare un intervento di incamiciatura di un pilastro esistente con soluzione tradizionale e con micro-calcestruzzo a basso spessore Composite M130. Inserendo le geometrie e le resistenze indicate all’interno del software Structure.4R, è possibile ottenere, per la sezione originaria e per quelle rinforzate, i domini di resistenza a pressoflessione retta (Figura 6). È possibile osservare come a parità di altre condizioni, l’utilizzo di Composite M130 permette di dimezzare lo spessore della camicia di rinforzo, fornendo prestazioni pari o superiori a quelle ottenute con una soluzione tradizionale. Infine, in Figura 7 è rappresentato un confronto tra i diagrammi momentocurvatura, dove è evidente come l’utilizzo di Composite M130 consenta di ottenere, a parità di momento resistente, valori di curvatura molto maggiori, e, di conseguenza, valori di duttilità superiori alla soluzione tradizionale, la quale non è in grado di modificare sostanzialmente il comportamento del pilastro esistente (in termini di modalità di rottura). Dai confronti di cui sopra si può concludere che un intervento con Composite M130 permette di risolvere in maniera efficace molte delle criticità (Tabella 1) degli edifici esistenti con struttura a telaio. Il tutto senza comportare oneri aggiuntivi rispetto alla soluzione di incamiciatura tradizionale, ma anzi, facilitando le operazioni di realizzazione e messa in opera
In Figura 5 è possibile osservare un intervento di incamiciatura di un pilastro esistente con soluzione tradizionale e con micro-calcestruzzo a basso spessore Composite M130. Inserendo le geometrie e le resistenze indicate all’interno del software Structure.4R, è possibile ottenere, per la sezione originaria e per quelle rinforzate, i domini di resistenza a pressoflessione retta (Figura 6). È possibile osservare come a parità di altre condizioni, l’utilizzo di Composite M130 permette di dimezzare lo spessore della camicia di rinforzo, fornendo prestazioni pari o superiori a quelle ottenute con una soluzione tradizionale. Infine, in Figura 7 è rappresentato un confronto tra i diagrammi momentocurvatura, dove è evidente come l’utilizzo di Composite M130 consenta di ottenere, a parità di momento resistente, valori di curvatura molto maggiori, e, di conseguenza, valori di duttilità superiori alla soluzione tradizionale, la quale non è in grado di modificare sostanzialmente il comportamento del pilastro esistente (in termini di modalità di rottura). Dai confronti di cui sopra si può concludere che un intervento con Composite M130 permette di risolvere in maniera efficace molte delle criticità (Tabella 1) degli edifici esistenti con struttura a telaio. Il tutto senza comportare oneri aggiuntivi rispetto alla soluzione di incamiciatura tradizionale, ma anzi, facilitando le operazioni di realizzazione e messa in opera
7. Diagrammi Momento-Curvatura per uno sforzo normale agente di 1000 kN
Figura 7. Diagrammi Momento-Curvatura per uno sforzo normale agente di 1000 kN
7. Diagrammi Momento-Curvatura per uno sforzo normale agente di 1000 kN
Figura 7. Diagrammi Momento-Curvatura per uno sforzo normale agente di 1000 kN
dell’intervento. Va ricordato infine come Composite M130 sia un prodotto dalla reologia fluida, applicabile tramite colatura. Non sempre però è possibile l’installazione di casseri: in questi casi è possibile utilizzare Composite Tixo, che grazie alla sua reologia tixotropica può essere applicato sia a mano (a rinzaffo) che a spruzzo direttamente sulla superficie dell’elemento da consolidare.
dell’intervento. Va ricordato infine come Composite M130 sia un prodotto dalla reologia fluida, applicabile tramite colatura. Non sempre però è possibile l’installazione di casseri: in questi casi è possibile utilizzare Composite Tixo, che grazie alla sua reologia tixotropica può essere applicato sia a mano (a rinzaffo) che a spruzzo direttamente sulla superficie dell’elemento da consolidare.
dell’intervento. Va ricordato infine come Composite M130 sia un prodotto dalla reologia fluida, applicabile tramite colatura. Non sempre però è possibile l’installazione di casseri: in questi casi è possibile utilizzare Composite Tixo, che grazie alla sua reologia tixotropica può essere applicato sia a mano (a rinzaffo) che a spruzzo direttamente sulla superficie dell’elemento da consolidare.
dell’intervento. Va ricordato infine come Composite M130 sia un prodotto dalla reologia fluida, applicabile tramite colatura. Non sempre però è possibile l’installazione di casseri: in questi casi è possibile utilizzare Composite Tixo, che grazie alla sua reologia tixotropica può essere applicato sia a mano (a rinzaffo) che a spruzzo direttamente sulla superficie dell’elemento da consolidare.
Tabella 1. Soluzioni alle criticità degli edifici esistenti a telaio in c.a. grazie all’utilizzo del micro-calcestruzzo Hpfrc Composite M130 di General Admixtures
Tabella 1. Soluzioni alle criticità degli edifici esistenti a telaio in c.a. grazie all’utilizzo del micro-calcestruzzo Hpfrc Composite M130 di General Admixtures
Tabella 1. Soluzioni alle criticità degli edifici esistenti a telaio in c.a. grazie all’utilizzo del micro-calcestruzzo Hpfrc Composite M130 di General Admixtures
Tabella 1. Soluzioni alle criticità degli edifici esistenti a telaio in c.a. grazie all’utilizzo del micro-calcestruzzo Hpfrc Composite M130 di General Admixtures
Criticità riscontrata
Criticità riscontrata
Criticità riscontrata
Criticità riscontrata
Scarsa resistenza delle sezioni
Scarsa resistenza delle sezioni
Scarsa resistenza delle sezioni
Scarsa resistenza delle sezioni
Scarsa duttilità delle sezioni
Scarsa duttilità delle sezioni
Scarsa duttilità delle sezioni
Scarsa duttilità delle sezioni
Carenza di confinamento
Carenza di confinamento
Carenza di confinamento
Carenza di confinamento
Obiettivo raggiunto
Obiettivo raggiunto
Obiettivo raggiunto
Obiettivo raggiunto
Incremento della capacità resistente sia in termini di presso-flessione che di taglio
Incremento della capacità resistente sia in termini di presso-flessione che di taglio
Incremento della capacità resistente sia in termini di presso-flessione che di taglio
Incremento della capacità resistente sia in termini di presso-flessione che di taglio
Duttilità delle sezioni significativamente incrementata
Duttilità delle sezioni significativamente incrementata
Duttilità delle sezioni significativamente incrementata
Duttilità delle sezioni significativamente incrementata
Le fibre possono sostituire le classiche armature trasversali, incrementando l’effetto di confinamento del nucleo di calcestruzzo esistente
Le fibre possono sostituire le classiche armature trasversali, incrementando l’effetto di confinamento del nucleo di calcestruzzo esistente
Le fibre possono sostituire le classiche armature trasversali, incrementando l’effetto di confinamento del nucleo di calcestruzzo esistente
Le fibre possono sostituire le classiche armature trasversali, incrementando l’effetto di confinamento del nucleo di calcestruzzo esistente
Copriferro di dimensioni ridotte / scarsa protezione delle armature
Copriferro di dimensioni ridotte / scarsa protezione delle armature
Copriferro di dimensioni ridotte / scarsa protezione delle armature
Copriferro di dimensioni ridotte / scarsa protezione delle armature
Scarsa qualità dei materiali
Scarsa qualità dei materiali
Scarsa qualità dei materiali
Scarsa qualità dei materiali
Grazie alla ridotta porosità è possibile realizzare copriferri altamente durevoli
Grazie alla ridotta porosità è possibile realizzare copriferri altamente durevoli
Grazie alla ridotta porosità è possibile realizzare copriferri altamente durevoli
Grazie alla ridotta porosità è possibile realizzare copriferri altamente durevoli
Essendo già premiscelato in sacchi, il prodotto è caratterizzato da eccellente omogeneità e costanza delle prestazioni
Essendo già premiscelato in sacchi, il prodotto è caratterizzato da eccellente omogeneità e costanza delle prestazioni
Essendo già premiscelato in sacchi, il prodotto è caratterizzato da eccellente omogeneità e costanza delle prestazioni
Essendo già premiscelato in sacchi, il prodotto è caratterizzato da eccellente omogeneità e costanza delle prestazioni
Figura 5. Caso Studio
Figura 6. Domini a Pressoflessione Retta
Figura
Figura 5. Caso Studio
Figura 6. Domini a Pressoflessione Retta
Figura 5. Caso Studio
Figura 6. Domini a Pressoflessione Retta
Figura
Figura 5. Caso Studio
Figura 6. Domini a Pressoflessione Retta
LATERLITE
I CONNETTORI ANTISISMICI IN VERSIONE MINI
I dispositivi CentroStorico sono studiati per interventi in basso spessore. Consentono di realizzare un collegamento meccanico efficace tra il solaio esistente e la nuova soletta collaborante, incrementando la sicurezza
Iconnettori CentroStorico di Leca, marchio del Gruppo Laterlite, sono studiati per il consolidamento strutturale e il rinforzo statico e antisismico dei solai in legno, acciaio e calcestruzzo. Specifici per gli interventi in basso spessore, i micro connettori consentono di realizzare un collegamento meccanico efficace tra il solaio esistente e la nuova soletta collaborante.
PER IL RECUPERO
Nel recupero dei solai esistenti, siano essi in legno, putrelle in acciaio, in laterocemento o in calcestruzzo, è importante utilizzare calcestruzzi strutturali leggeri e resistenti in grado di ridurre al minimo l’aumento di peso proprio e l’aggravio dei carichi da trasmettere sulle murature perimetrali. La soluzione tecnica efficace e sicura per il consolidamento strutturale dei solai è quella denominata della sezione composta o sezione mista: il sistema si basa sulla formazione di una nuova soletta in calcestruzzo armato, perfettamente interconnessa con le strutture portanti grazie all’impiego di specifici connettori della gamma Connettore CentroStorico.
CERCHIATURA PERIMETRALE
Della gamma di micro connettori Leca CentroStorico per interventi in basso spessore fanno parte il Mini Connettore Calcestruzzo per il rinforzo statico dei solai in calcestruzzo, il Mini Connettore Acciaio Saldato per il rinforzo statico dei solai in acciaio, a partire da soli 2 centimetri di spessore, e l’innovativo sistema certificato Mini Connettore perimetrale. Quest’ultimo è in grado di realizzare la cerchiatura perimetrale antisismica, a partire da soli 3 centimertri di spessore, finalizzata a ridistribuire le forze telluriche dal solaio alle pareti, riducendo i rischi di collassi locali causati dallo sfilamento dei solai e dal ribaltamento dei muri fuori dal loro piano.
Sara Giusti
ISOLANTI
DIVISIONE EDILIZIA
COSTRUZIONE A SECCO
IMPERMEABILIZZANTI
SISTEMI COPERTURA
ANTINCENDIO
COLORIFICIO
DIVISIONE AMBIENTE
DIVISIONE FERRAMENTA
FIBRE NET
INTERVENTI MIRATI POST SISMA
I sistemi C-MatriX, basati su tecnologia Frcm, consentono interventi a basso spessore anche su murature storiche o superfici irregolari. Come nell’intervento su un edificio danneggiato a Fabriano (Ancona)
Sara Giusti
La sicurezza incontra il rispetto dell’esistente con i sistemi C-Matrix di Fibre Net, che combinano reti in fibra di basalto e acciaio, carbonio o vetro Ar con matrici a base calce o cementizie, creando un rinforzo leggero, compatibile e altamente performante. Tra le soluzioni più apprezzate dai progettisti per il rinforzo strutturale basate sulla tecnologia Frcm (Fiber Reinforced Cementitious Matrix), i sistemi C-Matrix consentono interventi a basso spessore. Sono applicabili anche su murature storiche o superfici irregolari e permettono di migliorare la resistenza meccanica e la risposta sismica senza alterare l’estetica o le volumetrie. La posa fresco su fresco e il peso ridotto rendono queste soluzioni rapide, reversibili e sostenibili.
CERTIFICATI E VERSATILI
Certificati, versatili e made in Italy, i sistemi C-Matrix dimostrano come innovazione e rispetto del costruito possano convivere, trasformando ogni intervento di rinforzo in un investimento. Un esempio concreto arriva da Fabriano (Ancona), dove un edificio residenziale danneggiato dal sisma del 2016 è stato consolidato con il sistema C-Matrix BA200N15-H, con rete in basalto e acciaio inox Aisi 304 con matrice a calce idraulica naturale. L’intervento ha migliorato la duttilità e la sicurezza globale dell’edificio, con tempi ridotti e massima integrazione architettonica.
UN TRIS VINCENTE PER LA DISTRIBUZIONE 2026
Il prossimo anno il Convegno YouTrade ricomincia da tre. Virginia Gambino Editore offre un appuntamento in più al mondo delle rivendite.
SEGNATE SUBITO GLI EVENTI IN AGENDA!
11 - 12 MARZO 2026
IV Convegno YouTrade Sud Nicolaus Hotel, Bari 4 - 5 GIUGNO 2026
Primo Convegno YouTrade Roma
Sheraton Roma, Parco De' Medici 22 - 23 ottobre 2026
XIX Convegno Nazionale YouTrade Villa Quaranta (Ospedaletto di Pescantina, Verona)
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
SIKA
DA OLTRE 100 ANNI PROTEGGIAMO E RINFORZIAMO IL FUTURO
La multinazionale, in Italia dal 1932, vanta una posizione privilegiata anche per sistemi impermeabilizzanti liquidi e incollaggio. E oggi affronta la sostenibilità come un percorso di innovazione, in linea con le nuove normative
Veronica Monaco
Una storia lunga quasi un secolo. Dal lontano 1932, anno in cui la svizzera Sika avvia la sua attività con una filiale nel nostro Paese, l’azienda ha continuato a investire in Italia aprendo impianti di produzione a Sassuolo (Modena), Calusco d’Adda (Bergamo) e Siderno (Reggio Calabria), che si aggiungono alla sede amministrativa situata a Peschiera Borromeo (Milano). Tra il 2006 e il 2019 Sika ha inoltre concluso importanti acquisizioni strategiche, da Sarnafil a Technokolla, da Axim a Addiment, da Index e Parex fino a M bcc (ex Basf Construction Chemical) nel 2021, con l’obiettivo di rafforzare la propria presenza nel mercato italiano.
DA SINISTRA, MARCO CORINALDESI, GIUSEPPE DI TERLIZZI E MICHELE STELLA
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
SEDE SIKA A CASTEL D’AZZANO (VERONA).
SOTTO, AUDITORIUM
SIKA ACADEMY
MEMBRANA MINERAL DESIGN AUTOPROTETTA CON ARDESIA.
A DESTRA, IL SISTEMA DI RINFORZO CON TESSUTO SIKAWRAP. SOTTO, APPLICAZIONE DEL SIGILLANTE E ADESIVO FLESSIBILE SIKAFLEX-111
TOP PLAYER
Sika è oggi uno dei principali top player per quanto riguarda il settore dei prodotti chimici per l’edilizia e l’industria, offrendo un’ampia gamma di soluzioni che vanno dall’impermeabilizzazione al rinforzo strutturale, dagli adesivi ai sistemi di sigillatura e incollaggio fino a prodotti specifici per infrastrutture e impianti. YouTrade ha incontrato Michele Stella, senior product engineer per i sigillanti e i sistemi impermeabilizzanti liquidi, Marco Corinaldesi, direttore commerciale per la distribuzione e Giuseppe Di Terlizzi, business development manager per linee di prodotto dedicate al rinforzo strutturale, il ripristino e il consolidamento. In questa intervista a tre emerge il valore di un’azienda che fa del suo payoff Building Trust il centro della propria strategia, per costruire fiducia non solo con gli utilizzatori finali dei propri prodotti, ma anche con chi quei prodotti li rivende.
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
GIUSEPPE DI TERLIZZI
UNA SOLUZIONE PER OGNI TIPO DI CONSOLIDAMENTO
Architetto, in Sika da quattro anni, Giuseppe Di Terlizzi è business development manager per le linee di prodotto specifiche per il rinforzo strutturale, il ripristino e il consolidamento di opere in calcestruzzo e murature.
Domanda. Nella proposta di Sika ci sono anche prodotti per il rinforzo strutturale. Quali sono le soluzioni?
Risposta. Il tema dei sistemi di rinforzo strutturale in Italia si inizia a sviluppare dopo il sisma di Assisi del 1997, per intervenire con sistemi compositi e leggeri, basati non più su acciaio e calcestruzzo, che vanno a rinforzare l’esistente. Sika da molti anni propone prodotti e sistemi per il rinforzo strutturale. Tutti i sistemi hanno ottenuto le certificazioni, sia in Italia che in Europa, per la loro commercializzazione e il loro utilizzo nei cantieri. Le soluzioni sono molteplici e coprono tutte le soluzioni previste dalle Norme Tecniche delle Costruzioni 2018, ora in revisione, sia su costruzioni in calcestruzzo che in muratura o struttura mista, per opere di edilizia civile privata o pubblica e costruzioni infrastrutturali. Le soluzioni Sika sono presenti su
prezzari nazionali e regionali e si dividono in sistemi Frp, Frcm, Crm, Frc. A questi si aggiungono i presidi sismici o strutturali, come il sistema antisfondellamento dei solai laterocementizi e l’antiribaltamento dei tamponamenti. Altre soluzioni per il futuro sono sempre in fase di sviluppo.
D. Quali sono le caratteristiche dei sistemi di rinforzo?
R. Le soluzioni di rinforzo riportano ad acronimi: Frp (Fiber Reinforced Polymers) raggruppa i sistemi di rinforzo con tessuti in fibre di carbonio e resina; i sistemi Frcm (Fiber Reinforced Cementitious Matrix) utilizzano reti composite a maglia stretta e malta a spessore sottile; i sistemi Crm (Composite Reinforced Mortar) si compongono di reti in composito a maglia larga monolitiche fornite in rotoli, con angolari e connettori e malta ad alto spessore con la tecnica dell’intonaco armato. Non per ultimo, per il rinforzo di solai e il ringrosso di pilastri e travi e altri elementi strutturali, viene utilizzato il sistema Frc (Fiber Concreted Reinforced) con una malta colabile ad altissime prestazioni che contiene fibre metalliche rigide uncinate. Questo sistema ha ottenuto il Cvt di riferimento per il rinforzo, oltre alla marcatura Ce. Come presidi all’azione sismica a tutela del costruito e della vita umana, non possiamo non citare il sistema antisfondellamento dei solai e il sistema antiribaltamento dei tamponamenti negli edifici.
D. Come divulgate le vostre tecnologie?
R. Vorrei ricordare che attualmente per normativa, come sistemi di rinforzo, si intendono sistemi compositi applicati su strutture e su edifici esistenti. I sistemi compositi hanno avuto utilizzo e diffusione ormai da 30 anni e questa esperienza è il patrimonio che portiamo avanti in Sika non più come prodotti sperimentali ma come prodotti di utilizzo comune, grazie a normative dedicate, con tutti gli accorgimenti tipici di un prodotto strutturale. Abbiamo molti strumenti di divulgazione delle nostre tecnologie, dall’assistenza alla progettazione, fino alla formazione dei tecnici commerciali presenti in tutto il territorio nazionale, sia per le rivendite che per le grandi opere. Il personale Sika, con la presenza di manager commerciali e tecnici, diffonde e risponde costantemente alle esigenze degli operatori; oltre a questo, su richiesta, l’azienda è disponibile per offrire assistenza tecnica in cantiere. Abbiamo sviluppato software di calcolo per ogni tecnologia di rinforzo molto utile per progettisti, e altri software e app più semplici per la quantificazione dei prodotti per la vendita, molto utilizzate dai distributori e dai venditori. Inoltre, quaderni tecnici dedicati e manuali applicativi dettagliati sono il segno palpabile del nostro impegno per queste tecnologie.
D. I prodotti sono certificati?
R. Certo. In Italia abbiamo due strade: la marcatura Ce per i sistemi strutturali e il Cvt, il certificato di valutazione tecnica
rilasciato dal ministero delle Infrastrutture. Questa è la base per produrre e commercializzare i prodotti nel nostro Paese. Non solo Sika ha certificato tutti i sistemi di rinforzo e i prodotti che li compongono, ma ha anche effettuato test ulteriori presso centri e laboratori universitari, con documentazione a corredo. Per esempio, abbiamo effettuato test importanti presso il Politecnico di Milano, per Sika Safe R, sistema antisfondellamento a secco composto da rete in fibra di vetro e fissaggi meccanici, e Sika Safe RM, che aggiunge la malta fibrorinforzata alla rete in fibra di vetro e ai fissaggi meccanici.
D. In quali casi si utilizza la colla per il rinforzo strutturale?
R. Colla potrebbe essere un termine fuorviante. I sistemi di rinforzo devono collaborare con le strutture per ricevere i carichi statici e dinamici, gravitazionali e sismici. Quindi, si deve parlare di adesione e trasmissione delle tensioni. I casi sono tanti a seconda delle strutture da rinforzare e alla scelta dei sistemi utilizzati. In alcuni rinforzi la sola forza di adesione data dalla resina epossidica, per esempio Sikadur, è sufficiente a trasmettere le tensioni tra struttura e tessuti in composito per garantire tale tenacità. In altri casi, vengono utilizzati per i sistemi di rinforzo altre matrici (malte cementizie o a base calce). In alcuni casi si utilizzano dei connettori SikaWrap (corde o connettori rigidi), opportunamente impregnate e rese solidali alle strutture con resine in cartuccia Anchorfix. I rinforzi sono studiati da Sika per non staccarsi mai dalle strutture.
D. Quali sono gli aspetti più interessanti rispetto ad altri prodotti?
per creare l’alloggiamento delle fibre di carbonio.
D. Come siete arrivati a mettere a punto questi prodotti?
R. Anni di ricerca, di esperienza, di studio, capacità dei laboratori di dare concretezza alle idee e alcune volte l’intuito e la capacità dei dipendenti e collaboratori Sika di vedere al futuro. Oltre all’utilizzo in questi anni dei sistemi di rinforzo, intesi come sistemi compositi applicati su strutture e su edifici esistenti, ricordo anche che Sika produce un prodotto da sempre presente nei capitolati con il termine malta tipo Emaco, che oggi l’azienda riporta col nome di SikaGrout S55.
D. Per quali opere di rilievo sono stati applicati?
R. L’elenco delle opere in cui Sika ha fornito prodotti è veramente lunghissima, dalle abitazioni civili alle grandi infrastrutture, ma anche scuole, ospedali, case di riposo e tanti edifici pubblici, come il comparto Ospedaliero del Policlinico di Bari.
D. I prodotti possono essere applicati anche in edifici d’epoca?
Tra gli interventi più prestigiosi il rinforzo
preventivo dei sistemi voltati degli
Uffizi
R. Sika propone i rinforzi con linee di prodotti dedicati, che prendono il nome di SikaWrap per i sistemi in tessuto e Carbodur per le lamine di carbonio, con le varie desinenze. Per quanto riguarda tessuti con fibre di carbonio e resina, chiamato sistema di rinforzo Frp, che in Italia è il più diffuso e direi anche il più performante, Sika ha sviluppato una resina epossidica che funge da primer, impregnazione e incollaggio dei tessuti, per semplificare l’applicazione e ridurre le tempistiche con risultati eccellenti. Tutti gli altri competitor devono utilizzare due o tre tipi di resina, con tempi di attesa molto più lunghi e possibili errori nell’applicazione. Oltre a questa caratteristica unica sul mercato, Sika utilizza una serie di prodotti per ottenere maggiore efficacia per il consolidamento delle strutture e dei fabbricati. Inoltre, per le lavorazioni preliminari per la preparazione dei supporti spesso si utilizza una malta cementizia: il prodotto principale è una malta tixotropica di tipo R4 che può essere applicata anche per la protezione e rasatura delle strutture e protezione delle armature. Questo prodotto, che può essere applicato in unica mano, da 2 millimetri a 5 centimetri, si chiama Sika Monotop 440 Agile, ad azione semirapida, e 410 Agile, ad azione rapida. Per le murature, questo prodotto è utile anche
R. Assolutamente sì. Anzi, si ha conoscenza dei rinforzi in Italia proprio dalla ricostruzione degli edifici storici del centro Italia dopo il sisma di Assisi del 1997. Tra gli interventi più prestigiosi su edifici storici posso citare il rinforzo preventivo dei sistemi voltati degli Uffizi a Firenze. Un altro lavoro rilevante riguarda l’intervento di rinforzo al Ponte di Rialto a Venezia, a cui si aggiungono tanti altri interventi sul patrimonio storico italiano. Inizialmente era difficile far accettare questi sistemi dalle Sopraintendenze, perché composti con resina epossidica. Poi nel 2007, dopo la pubblicazione delle linee guida del ministero dei Beni Culturali che accettavano anche questo tipo di prodotti, poiché eventualmente rimovibili a posteriori dalle strutture, questi sistemi si sono diffusi.
D. Quali sono le indicazioni di utilizzo?
R. Non ci sono indicazioni specifiche da osservare, se non per il fatto che essendo interventi strutturali è importante conoscere sempre le modalità applicative. Proprio per questo Sika ha pubblicato manuali applicativi dettagliati di molte pagine ma di facile lettura, quaderni tecnici riassuntivi, tavole e disegni esplicativi e contenenti le fasi di lavorazione e applicazione. Tutto pensato per agevolare e rendere sicuro il lavoro di applicatori, posatori, installatori e facilitare il compito delle rivendite e clienti. Tutto è scaricabile dalla sezione Documentazione del sito internet dell’azienda. Inoltre, per alcuni sistemi abbiamo pagine dedicate, come per il sistema antisfondellamento e per le malte 440 e 410 Agile. Infine, citando il solo prodotto di riferimento, in rete si trovano facilmente numerosi video applicativi.
D. Ci sono aspetti particolari da osservare nell’applicazione?
R. I rinforzi sono efficaci se ben applicati. Oltre ai manuali, cerchiamo di essere presenti in tutti i cantieri e fare corsi
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SPECIALE CONSOLIDAMENTO
specifici: organizziamo periodicamente giornate dedicate nella nostra sala prove, corsi per rivendite e applicatori e per chi è interessato a conoscere i dettagli delle tecnologie di rinforzo in un ambiente più cordiale ma che resta pur sempre un luogo dedicato ai tecnici.
D. Sono prodotti compatibili con i Cam?
R. Certo, per tutti i prodotti che necessitano di Cam e punteggi di riferimento sono a corredo documentazioni specifiche. Inoltre, Sika utilizza anche altri parametri ancora più restrittivi per avere prodotti che tutelano le risorse sempre più limitate, già dalla fase di produzione.
D. Come sono distribuiti questi prodotti?
R. Tutti i sistemi di rinforzo sono distribuiti attraverso le rivendite e i magazzini edili, e questo comporta una forte attenzione al mercato. Oltretutto alcuni sistemi sono commercializzati solo attraverso i magazzini edili e la distribuzione con un listino dedicato. Per il rinforzo infrastrutturale, invece, a volte interloquiamo direttamente con l’impresa.
D. Avete in programma iniziative per la promozione sui punti vendita?
R. Durante l’anno incontriamo i nostri clienti e organizziamo giornate dedicate presso i punti vendita, sia per il personale in magazzino sia per le imprese edili che si rivolgono ai rivenditori. Gli incontri si articolano tra informazioni semplici su sistemi complessi, esempi di lavori già seguiti e dimostrazioni pratiche.
operatori delle costruzioni, e non solo dell’ingegneria italiana. Nei tessuti di carbonio tra i parametri principali ci sono grammatura e modulo elastico, possono essere unidirezionali o quadriassiali. I fiocchi di carbonio, molto utilizzati nel periodo del superbonus, sono adatti per il rinforzo dei nodi trave-pilastro insieme ai quadriassiali. Inoltre, abbiamo visto in uso anche i sistemi Frcm, perché si lavorava principalmente sull’esterno dell’edificio. Oggi, invece, tornando ad agire con il Pnrr anche all’interno degli edifici, si sta diffondendo l’utilizzo di sistemi di rinforzo dei solai Frc
D. L’edilizia è cresciuta in due anni di superbonus. Come vedete il futuro?
Manuali tecnici, assistenza in cantiere, software e formazione completano l'offerta
D. Che cosa deve sapere il distributore per sottolineare le caratteristiche di questi prodotti?
R. La fiducia è alla base di ogni collaborazione: la fiducia in Sika, nei suoi prodotti e nelle persone, nei suoi collaboratori commerciali che hanno alla base un’importante formazione tecnica, ma attualmente direi anche una predisposizione di Sika alla semplicità, alla risposta immediata, alle soluzioni opportune. Crediamo nella trasparenza e nel dialogo, le nostre proposte sono sempre motivate, sicure, solide e comprovate.
D. Quale impatto state riscontrando dal Pnrr?
R. Il Pnrr sta avendo un impatto importante su tutta la filiera delle costruzioni, non solo in termini economici ma anche strategici, di sviluppo aziendale, di azioni quotidiane. Anche per Sika è stato così, ma oggi vogliamo già vedere oltre: il Pnrr insieme all’intelligenza artificiale sta creando scenari inimmaginabili anche nel mondo delle costruzioni. Vedrete e vedremo delle belle novità.
D. In questa gamma, quali sono i prodotti più richiesti?
R. Indubbiamente i rinforzi strutturali Frp con fibre di carbonio sono stati i primi e i più performanti. Sono richiesti in maniera esponenziale rispetto a qualche anno fa, proprio grazie alla cultura sviluppata negli anni dei bonus da parte di tutti gli
R. Il superbonus e il bonus al 50%, sarà ancora attivo almeno per tutto il 2026, sono il campo in cui si sono formati tecnici, rivendite, operatori del settore. Questa grande esperienza diffusa in Italia è un patrimonio che porteremo avanti ancora per molto. Con il superbonus abbiamo rinforzato pilastri, travi e nodi in calcestruzzo armato e strutture murarie, solitamente solo dall’esterno in quanto gli edifici continuavano a essere abitati durante i lavori. Attualmente i lavori si sono spostati anche all’interno dell’involucro edilizio, oltretutto si sono aggiunti edifici pubblici e la rigenerazione del patrimonio esistente. Passando all’interno degli edifici, credo che le malte duttili, con certificato Cvt per il rinforzo strutturale, come Sika Emaco S445 FR, sono la soluzione ottimale per il rinforzo dei solai per evitare onerose demolizioni.
D. Che risposta dà Sika sul fronte della manutenzione del patrimonio infrastrutturale?
R. Il patrimonio infrastrutturale in Italia è tra i più importanti in Europa. Ci sono interventi in gallerie, ponti, viadotti, porti, opere energetiche. Con il Pnrr questo settore è cresciuto in modo esponenziale. Sika ha linee specifiche di prodotti che derivano dall’acquisizione di Mbcc Group e del marchio Emaco, tra cui la malta SikaGrout S55 per l’inghisaggio e la manutenzione stradale, che conta in più di 50 anni di storia più di un miliardo di chilogrammi in vendite.
D. Che cosa prevedete per il 2026?
R. Il 2025 è stato un anno più stabile dei precedenti: si sono completati i progetti e i prezzi sono rimasti abbastanza invariati. Il mercato però è sempre in evoluzione perché è complessa la nostra società: cambiano le esigenze dei fabbricati in cui dobbiamo vivere e lavorare e le infrastrutture con le quali dobbiamo muoverci. La cultura del costruire a regola d’arte ha bisogno di persone formate e decisioni pensate. Abbiamo fiducia nel 2026 in quanto le nuove normative faranno emergere chi ha le qualità per affrontare pienamente il futuro.
APPLICAZIONE
SIKAFLEX-11FC, ADESIVO ELASTICO MULTIUSO E SIGILLANTE PER GIUNTI
CONTROLLO QUALITÀ IN LABORATORIO SU IMPERMEABILIZZANTI LIQUIDI E MEMBRANE
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
MICHELE STELLA
UN ASSIST AL DISTRIBUTORE CON I CORSI SUL PRODOTTO
In Sika Italia dal 2003, Michele Stella è senior product engineer per i sigillanti e i sistemi impermeabilizzanti liquidi. «Ho lavorato sempre in questo settore. Sika è l’azienda che mi ha permesso di crescere e sviluppare i miei interessi con grande soddisfazione. Assieme ad altri cinque colleghi mi occupo dell’introduzione e sviluppo dei prodotti, dei field test e della formazione tecnica per rivenditori, applicatori e progettisti», spiega.
Domanda. Sika è un grande produttore di sigillanti. Qual è la sua dimensione in Italia?
Risposta. Sika Italia conta 380 dipendenti e l’anno scorso ha raggiunto un fatturato di 280 milioni di euro, di cui 6 milioni di euro nel settore dei sigillanti. Siamo tra i primi tre player italiani nel settore.
D. Qual è invece la sua dimensione nel mondo?
R. A livello internazionale Sika ha un fatturato intorno ai 16 miliardi di euro ed è presente in più di cento Paesi.
D. La storia dell’azienda è quasi secolare. Quali sono state le tappe principali?
R. Sika è nata in Svizzera nel 1910 e ha raggiunto il successo poco dopo con l’impermeabilizzazione del Tunnel del Gottardo, quando si rese necessario elettrificare la linea ferroviaria e rendere la volta dell’infrastruttura impermeabile. Il fondatore Kaspar Winkler propose alle Ferrovie Federali Svizzere il suo additivo impermeabilizzante per malta Sika-1, che si dimostrò molto efficace. Quel prodotto è tutt’ora in gamma e rappresenta una delle soluzioni più affidabili per questo specifico campo di applicazione. Essendo nata in Svizzera, Sika si è sviluppata prima localmente, poi negli anni si è diffusa a livello internazionale. In Italia è arrivata nel 1932 e nei decenni ha incrementato il proprio business, acquisendo anche società concorrenti. A partire dal 2006 c’è stata una lunga fila di acquisizioni, dalla Sarnafil, storico produttore di membrane sintetiche, a Technokolla, primario marchio di collanti per piastrelle, e Axim, produttore di additivi per calcestruzzo. Nel 2015 è stata acquisita Addiment, produttore di additivi per calcestruzzo, e nel 2019 sono entrate in Sika la Index e la Parex, società spagnola di collanti per piastrelle e sistemi da interno. L’ultima acquisizione è stata quella di Mbcc Group, ex divisione Construction Chemicals di Basf.
D. Quali tipi di sigillanti sono in catalogo?
che opera prettamente nell’ambito automotive con prodotti e una struttura commerciale a parte, c’è anche un alto livello di trasferimento tecnologico.
D. Per quanto riguarda l’edilizia, come si declina l’offerta di prodotti?
R. Tornando ai sigillanti, Sika possiede tutte le principali famiglie di prodotti utilizzate nel settore edilizia: sigillanti poliuretanici, siliconici, ibridi, acrilici, bituminosi, butilici, con prodotti monocomponenti e bicomponenti, sia autolivellanti che tixotropici. Quando consiglio un materiale non lo faccio sulla base della tecnologia, ma rispetto al tipo di applicazione. In ogni caso, Sika detiene una gamma molto completa che copre la maggior parte delle esigenze di cantiere, dall’ambito infrastrutturale al fai da te, con sigillanti acrilici o siliconici che sono venduti al banco in rivendita o nella Gdo, fino a sigillanti chimico resistenti per impianti a biogas.
D. In che modo si utilizzano?
Le soluzioni poliuretaniche con tecnologia
Purform limitano l'esposizione ai diisocianati
R. La maggior parte dei sigillanti è fornito nella classica cartuccia; tuttavia, disponiamo anche di un packaging alternativo in sacchetto unipac, che ha una capacità doppia. Nelle classiche applicazioni di edilizia, viene utilizzata maggiormente la cartuccia: l’imballo è più comodo e, trattandosi spesso di prodotti monocomponenti che non necessitano di miscelazione, è già pronta all’uso. In occasione di applicazioni più complesse, invece, l’unipac è molto più comodo. Per esempio un applicatore professionale, che si trova a dover sigillare migliaia di metri di giunti in ambito aeroportuale, sarebbe infastidito dalla cartuccia per due motivi: innanzitutto con il vento, la cartuccia vuota può volare via ed essere risucchiata dalla turbina di un aereo, risultando molto pericolosa; in secondo luogo, l’unipac, una volta terminato il prodotto al suo interno, è molto facile e comodo da riporre per essere successivamente smaltito.
D. Un trend dell’edilizia sono i sistemi a secco. Ci sono sigillanti specifici per questo utilizzo?
R. Non ci sono sigillanti specifici. Non c’è una distinzione tra sistemi a secco ed edilizia tradizionale.
D. Quali sono i vostri prodotti di punta?
R. Grazie alle acquisizioni messe a punto negli anni, Sika può vantare una gamma che copre qualsiasi tipologia di sigillante per quasi tutte le applicazioni in edilizia. La produzione e sviluppo di questa tipologia di prodotti è centralizzata a livello corporate a Zurigo. Inoltre, grazie alla divisione Industria di Sika,
R. Tra le soluzioni di punta non possiamo non citare l'adesivo Sikaflex-11FC Purform, che è il nostro prodotto più venduto. Sikaflex-11FC nacque più di 20 anni fa come sigillante per giunti su pavimentazioni industriali. Il prodotto si dimostrò talmente efficace che diventò una soluzione multiuso per molteplici applicazioni. Nell’arco del tempo le normative europee hanno imposto particolari restrizioni sull’utilizzo di alcune sostanze
chimiche, come il diisocianato monomerico, un componente intrinseco del poliuretano. Negli anni sono state ridotte le soglie di presenza di questo tipo di sostanza nelle formulazioni e Sika ha riadattato molti suoi prodotti per rispondere alla normativa vigente, tra cui appunto Sikaflex-11FC che ora è contraddistinto dal marchio Purform. Questa tecnologia consente agli utilizzatori professionali di beneficiare delle prestazioni degli adesivi e sigillanti poliuretanici, eliminando la necessità della formazione come richiesto dalla normativa Reach in materia di salute e sicurezza. La seconda soluzione di punta è SikaSeal, la gamma di sigillanti di fascia media destinata alla rivendita, lanciata un paio di anni fa. Ogni prodotto della gamma è accompagnato da un numero che ne identifica l’ambito di applicazione, esplicitato anche nel packaging. Per esempio, SikaSeal-174 Construction è destinato ad applicazioni in edilizia e serramentistica, SikaSeal-175 Bath & Tiles ad applicazioni su impianti sanitari e piastrelle, SikaSeal-173 Roof Seal per superfici bituminose e umide su coperture.
D. Investite molto in ricerca e sviluppo?
R. Sì. Per quanto riguarda i sigillanti è tutto demandato al corporate. In Italia esiste un’attività avanzata di ricerca e sviluppo focalizzata sui prodotti cementizi.
D. Attraverso quali canali avviene la distribuzione dei vostri prodotti?
R. Presidiamo tutti i principali canali distributivi, dalle rivendite edili ai retailer della Gdo, fino ai principali marketplace online per alcuni prodotti. Alcuni applicatori molto specializzati vengono serviti parallelamente al settore rivendite tramite la nostra struttura di agenti commerciali presente sul territorio.
D. Ci sono differenti richieste da una regione all’altra?
R. Se parliamo di sigillanti, di massima no. La differenza non sta tanto in una differente domanda a livello geografico, ma nel tasso di penetrazione di Sika in alcuni settori di mercato. Se in una zona, per esempio, siamo più presenti nel settore delle pavimentazioni industriali, è chiaro che ci sarà una maggiore richiesta di sigillanti per quel tipo di applicazione.
D. I vostri prodotti sono certificati?
R. Assolutamente sì. Su questo aspetto Sika è molto intransigente: tutti i prodotti dell’azienda rispondono alle vigenti normative e dispongono delle certificazioni obbligatorie. Ci sono poi tanti prodotti che hanno ulteriori certificazioni anche in base ai requisiti specifici richiesti da ogni Paese in cui l’azienda è presente.
D. Qual è la vostra politica sulla sostenibilità e i Cam?
R. L’azienda mostra una forte attenzione alla sostenibilità e alla sicurezza d’uso dei propri prodotti. L’orientamento è quello di andare sempre più verso soluzioni a basso impatto ambientale e, quando possibile, senza solvente. Per questo motivo la maggior parte dei prodotti sono conformi ai Cam e a basso contenuto di Voc.
D. Che cosa deve sapere il distributore per proporre questi prodotti al cliente?
R. Sika investe comunque molto in attività di formazione per i distributori. Dall’autunno alla primavera, presso il nostro Auditorium Sika Academy di Castel D’Azzano (Verona), organizziamo numerosi corsi per il personale tecnico e commerciale delle rivendite, che vanno ad approfondire non solo i prodotti sigillanti ma tutte le tecnologie proposte dall’azienda. Le sessioni sono sia teoriche che pratiche. Nella sala posa, infatti, viene simulata proprio l’applicazione reale dei prodotti dando spazio ai partecipanti che, dotati di tutti i sistemi di protezione individuale, possono sperimentare ed eseguire attivamente le lavorazioni.
D. Fornite anche consulenza al rivenditore?
R. Oltre alla formazione in sede, i rivenditori sono seguiti anche dal nostro personale commerciale. Anche gli agenti sono oggetto di formazione tecnica, quindi spesso possono fornire una primaria consulenza.
D. Sono prodotti interessanti anche per l’utente fai-da-te?
R. Sì, grazie alla loro facilità di utilizzo i sigillanti monocomponenti Sika sono prodotti di punta anche per il fai-da-te.
D. Quali obiettivi volete raggiungere nel medio termine?
R. Le soluzioni Sika sono riconosciute come prodotti di qualità, di fascia alta e spesso adatti ad applicazioni specialistiche. Fermo restando che la qualità e le performance denotano anche il prezzo finale di un prodotto, spesso gli applicatori, per realizzare grossi volumi, si orientano su prodotti di fascia più bassa. Sicuramente il primo obiettivo è quello di sfruttare la nostra forza come top player per aumentare la penetrazione anche nelle fasce di mercato più basse, e per ciascun cliente ampliare la gamma di prodotti disponibili in rivendita.
D. Perché nel mondo dei sigillanti Sika fa la differenza rispetto ai competitor?
R. Il payoff Building trust riassume in maniera molto sintetica e diretta l’essenza dell’approccio di Sika. L’azienda mira a costruire fiducia grazie a prodotti performanti, durevoli, sicuri e a basso impatto ambientale e, grazie alla sua vasta gamma, può offrire il prodotto migliore per ogni specifica applicazione.
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
MARCO CORINALDESI
MEMBRANE POLIURETANICHE A LIVELLO D’ECCELLENZA
Direttore commerciale per la distribuzione, Marco Corinaldesi è entrato in Sika Italia nel 2019 contestualmente all’acquisizione di Index, azienda di prodotti per l’impermeabilizzazione e l’edilizia, dove ha ricoperto il ruolo di tecnico commerciale e direttore vendite. Laureato in architettura, prerogativa che gli ha permesso di avere un dialogo privilegiato con gli studi di progettazione, Corinaldesi si è specializzato nel mondo dell’impermeabilizzazione dell’involucro edilizio. «L’ingresso in Sika mi ha aperto un nuovo percorso che riguarda non solo lo sviluppo del brand Index, ma la promozione di tutti i sistemi dell’azienda che vanno a integrarsi perfettamente nell’offerta di prodotti per l’involucro. Sono molto soddisfatto del percorso intrapreso finora, che mi ha regalato molte soddisfazioni personali, e sono entusiasta dei progetti che abbiamo messo in campo per il futuro. Siamo di fronte a un nuovo cammino e l’integrazione definitiva di Index ci consente veramente di aumentare le quote di mercato ed essere riconosciuti come un top player completo».
Domanda. Sika propone prodotti impermeabilizzanti ad alte prestazioni. Di che si tratta?
Risposta. L’unione dei brand Index e Sika ha permesso di completare l’offerta. Forse oggi siamo l’unica azienda ad avere sotto un unico marchio tutte le tecnologie possibili. Abbiamo la fortuna di essere una multinazionale, con consorelle in grado di sviluppare know-how e sistemi che possono essere importati e commercializzati anche in Italia. D’altro canto, il nostro Paese è il cuore pulsante per lo sviluppo delle membrane bitumo-polimero, di cui la competenza è totalmente italiana, e abbiamo la fortuna di essere detentori anche di tecnologie per quanto riguarda i prodotti acrilici a base acqua e i sistemi di impermeabilizzazione cementizi a protezione del calcestruzzo. Nel settore impermeabilizzazioni, oltre alle membrane bituminose, Sika detiene anche la tedesca Sarnafil che sviluppa tutto il settore dei manti sintetici in Pvc e Tpo. Grazie alla completezza di gamma e alle alte prestazioni dei propri prodotti, Sika è in grado di rispondere alle esigenze di diversi tipi di clientela, dall’artigiano alla media e grande impresa, che raggiungiamo attraverso la rivendita edile, che rappresenta lo zoccolo duro dell’azienda, fino all’applicatore specializzato che, fidandosi della competenza e assistenza di Sika, può realizzare con serenità anche importanti opere di impermeabilizzazione.
D. In quali ambiti sono utilizzati i vostri prodotti impermeabilizzanti?
R. Uno dei fiori all’occhiello della proposta Sika è la tecnologia delle membrane poliuretaniche, che ha visto una delle sue più prestigiose applicazioni presso il Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi a Roma. Per questa referenza è stato coinvolto un applicatore specializzato di fiducia che ha collaborato con l’impresa nel restauro della copertura con
un prodotto altamente tecnologico, adatto anche per opere di elevato valore storico e ingegneristico come appunto il Palazzetto di Nervi. Oltre a referenze particolari come questa appena citata, i prodotti Sika possono essere impiegati in piccoli e medi interventi nell’edilizia residenziale, ma anche in interventi per i data center, che rappresentano una bella sfida in termini di impermeabilizzazione. C’è anche tutto il discorso della protezione delle fondazioni dal gas radon, per il quale Sika, attraverso Index, ha potuto mettere a disposizione del mercato sistemi certificati come Unolastic, spesso presente nelle rivendite edili. Altre applicazioni riguardano la protezione e impermeabilizzazione di strutture in calcestruzzo, come ponti, viadotti, infrastrutture e dighe, e il rinforzo e l’impermeabilizzazione di pavimentazioni stradali con sistemi antipumping.
D. Sono soluzioni adatte anche per la ristrutturazione degli edifici?
R. Il mercato della ristrutturazione è sempre stato nelle corde di Index, brand riconosciuto per i suoi prodotti adatti a risolvere
piccoli interventi. Sika, invece, è sempre stata associata a lavori di impermeabilizzazione per grandi infrastrutture; nel tempo ha tentato di modificare la sua veste e, dopo l’acquisizione di Index, sta cominciando a penetrare anche in questo mercato, sfruttando la presenza capillare della forza vendita e la partnership con alcune rivendite di fiducia. Lavoriamo con i classici monocomponenti cementizi come Sikalastic -1K o prodotti liquidi a base acqua come Sikalastic 510 e 520, passando per le membrane poliuretaniche di alto livello e membrane sottopavimento, come i sistemi Strip Terrace, che ci consentono di intervenire senza rimuovere l’esistente, ottimizzando i costi e diminuendo i rifiuti di demolizione, in ottica di una maggiore sostenibilità.
D. Sono soluzioni adatte anche per gli edifici d’epoca?
R. Sì, l’intervento al Palazzetto dello Sport di Nervi dimostra che i prodotti Sika sono utilizzabili anche in ambito storico. Disponiamo di soluzioni adatte alle più diverse tecniche costruttive, sia quelle storiche che quelle moderne. Con i nostri sistemi di deumidificazione o i rinforzi riusciamo a proteggere e ripristinare i manufatti senza snaturare la tecnica costruttiva utilizzata e offrendo maggiore durabilità nel tempo. Il nostro sforzo è quello di proporre alla rivendita il giusto bilanciamento, andando a completare l’offerta dei prodotti a rotazione più elevata con soluzioni più tecniche. Si cerca di trovare il giusto compromesso, e spesso e volentieri ci si riesce.
D. Il cambiamento climatico sta condizionando il sistema tetto?
R. La risposta di Sika è ancora attuale e si basa sui sistemi cool roof, cioè dei tetti freddi, altamente riflettenti. Si tratta di tecnologie sviluppate su base acrilica e poliuretanica, con membrane che prevedono anche un trattamento estetico finale. Io stesso in passato ho condotto tanti webinar sul tema e oggi noto con piacere che l’argomento è stato recepito positivamente nei capitolati che arrivano alle rivendite edili. Evidentemente c’è stata una buona azione di informazione, non solo da parte nostra ma anche dei competitor, che ha permesso un incremento della domanda, legata sicuramente anche alla grande diffusione degli impianti fotovoltaici che offrono rendimenti maggiori proprio sui tetti bianchi.
bituminose hanno un prodotto antigrandine. Ma in Index con Elastocene abbiamo fatto un passaggio in più: questa membrana bituminosa, flessibile a freddo fino a 20 gradi e rivestita con una finitura superficiale in texflamina che consente l’immediata pedonabilità e verniciatura, è stata proposta anche nella versione Mineral Firestop per sopperire ai requisiti richiesti dalla classificazione Broof (t2), fondamentale per la sicurezza delle coperture che presentano impianti fotovoltaici. Anche questo prodotto può essere finalizzato con una finitura White Reflex ed è certificato antigrandine. Il primo prodotto del 2013 era una soluzione top di gamma, richiesta su prescrizione per lavori importanti, invece Elastocene, oltre a incontrare le mutate richieste del mercato, è un prodotto di utilizzo quotidiano. In più, essendo una membrana unistagionale, può ruotare all’interno della rivendita 365 giorni l’anno.
D. Il mercato richiede anche prodotti specifici?
I sistemi di copertura Sika contribuiscono alla costruzione sostenibile
R. Ci sono delle richieste specifiche dal punto di vista delle resistenze, soprattutto sui grandi lavori in ambito commerciale e industriale, per esempio i data center che hanno esigenze particolari e stringenti. I prefabbricatori devono dare determinate garanzie e come fornitori studiamo insieme a loro non solo le soluzioni tecniche di messa in opera in stabilimento, ma anche tutta una serie di soluzioni ad hoc per esigenze ben specifiche in termini di sistemi prefiniti. Questa esigenza si sta ampliando ancora di più con le ultime richieste dei Vigili del fuoco di sistemi Broof (t3) e (t4). Nonostante l’Italia sia un po’ indietro sul tema delle certificazioni, fortunatamente possiamo vantare una certificazione francese e inglese di sistemi Broof (t3) e (t4) sperimentati con nostre membrane, che ci offre la possibilità di ritradurre questa tecnologia anche nel nostro Paese. Al tempo stesso stiamo investendo per approfondire questa tematica e valutare nuove strategie.
D. L’impermeabilizzazione è al centro dell’attenzione dei progettisti?
D. Quali sono gli aspetti tecnici da considerare maggiormente?
R. Curiosamente abbiamo sempre anticipato i tempi. Come per il cool roof, anche il tema delle prestazioni antigrandine oggi è particolarmente sentito. Le membrane antigrandine, adesso richieste comunemente da tante imprese, sono un prodotto che avevamo sviluppato in Index già dal 2013 e certificato presso un laboratorio svizzero. Le bombe d’acqua e gli effetti degli eventi climatici estremi erano già allora un problema: noi l’avevamo intuito e oggi quasi tutti i produttori di sostanze
R. Il rapporto con il mondo della progettazione ha segnato il mio esordio professionale. Nel tempo il lavoro delle associazioni di categoria e l’aggiornamento professionale continuo hanno permesso la diffusione di una maggiore cultura sui temi dell’impermeabilizzazione. Mi fa piacere quando i direttori lavori ci chiamano per chiedere piccole delucidazioni: si sente che ci sono le competenze di base e attenzione al tema.
D. Avete indicazioni per i rivenditori?
R. Il messaggio, che è anche oggetto della nostra campagna marketing in tutto il mondo, è che i rivenditori ci devono immaginare come una poltrona comoda. Vogliamo essere confortevoli e sopperire a qualsiasi loro richiesta, forti del nostro know-how e della nostra ampia gamma di prodotti. Insomma: relax, c’è Sika!
CVR
RINFORZI SPECIFICI PER STRUTTURE IN MURATURA
L’azienda umbra è specializzata nella progettazione e produzione di malte premiscelate, sistemi Crm e prodotti chimici per l’edilizia, destinati al consolidamento
Veronica Monaco
Situata in un’area, quella dell’Appennino umbro-marchigiano, che secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha un rilascio sismico pressoché continuo, la città di Gubbio (Perugia) ospita la sede di Cvr , azienda specializzata nella progettazione e produzione di malte premiscelate e prodotti chimici per l’edilizia, che ha fatto del consolidamento e rinforzo strutturale uno dei suoi cavalli di battaglia. Ne parliamo con Michele Menichetti, ingegnere e product manager dell’azienda. Domanda. C vr è in una zona altamente sismica: quanto questo ha influito sulla progettazione di nuovi prodotti? Risposta. Indubbiamente la vulnerabilità sismica è un tema che ci tocca da vicino. La complessità di questa materia, unitamente al
MICHELE MENICHETTI, PRODUCT MANAGER CVR
rapido progresso tecnico-scientifico che non riguarda solo i materiali, ma anche strumenti, modelli e conoscenza tecnica specialistica, dà luogo a un panorama dinamico, in continua e rapida evoluzione. Per questi motivi abbiamo costanti rapporti di collaborazione con università e centri di ricerca, proprio per rimanere al passo con i tempi e dare il nostro contributo nello sviluppo integrato di conoscenza e tecnologia. Sul piano operativo, crediamo che si possa fare ancora molto in termini di prevenzione. Il terremoto non è prevedibile, ma possiamo, e dobbiamo, lavorare per ridurre la vulnerabilità del costruito, rendendo più sicuri gli edifici, soprattutto quelli ad elevata vulnerabilità.
D. Quali soluzioni C vr propone per il consolidamento e il rinforzo strutturale?
R. Il settore del consolidamento e rinforzo strutturale è abbastanza ampio e articolato, per questo abbiamo appositamente organizzato le nostre soluzioni in uno specifico catalogo dedicato, che prende il nome di Cvr Restructure System, che comprende varie soluzioni per strutture in muratura e in calcestruzzo armato.
D. Quali sono i vostri prodotti di punta?
R. Nell’ambito del consolidamento strutturale di edifici in muratura sicuramente i sistemi Netfix Crm, per la realizzazione di intonaci armati con la tecnica del Crm (Composite Reinforced Mortar) e il sistema Netfix Steel Matrix, specifico per la realizzazione di ristilature armate su murature a facciavista. Per quanto riguarda le strutture in cemento armato Koncreto 40, come malta strutturale da ripristino a elevate resistenze meccaniche e basso modulo elastico, e Supergrout Rasatura, come rasante minerale in grado di garantire la massima protezione superficiale.
LA LINEA KALCYCA DI CVR OFFRE UNA GAMMA DI PRODOTTI TOTALMENTE ESENTI DA CEMENTO, IDEALI PER IL RESTAURO STORICO. SOPRA, SISTEMA CRM (COMPOSITE REINFORCED MORTAR)
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
D. Quali sono le caratteristiche tecniche di questi prodotti?
R. I sistemi Netfix Crm sono costituiti essenzialmente da reti, connettori e angolari realizzati in materiale composito Gfrp (Glass Fiber Reinforced Polymer) e oltre a garantire prestazioni meccaniche molto elevate, possono essere abbinati a malte strutturali di ogni tipo, sia a base calce, sia cemento. Per questa ragione trovano un largo impiego nel consolidamento di murature storiche, per le quali si predilige l’utilizzo di prodotti a base calce, poco compatibili con le classiche reti metalliche degli intonaci armati tradizionali. Tuttavia, non è sempre possibile rivestire una muratura con un intonaco e quindi, per le murature che devono rimanere a facciavista, abbiamo recentemente sviluppato il sistema Netfix Steel Matrix. Questo sistema, che parte dalla tecnologia già nota della ristilatura armata, è stato oggetto di un lungo progetto di ricerca che ci ha permesso di sviluppare un sistema di connessione innovativo e unico nel suo genere. Il sistema è ampiamente personalizzabile in funzione delle specifiche esigenze di cantiere e semplifica notevolmente le operazioni di installazione. Tutti i componenti del sistema Netfix Steel Matrix sono realizzati in acciaio inox e pertanto risultano compatibili con malte di ogni tipo, assicurando la massima durabilità dell’intervento.
IL SISTEMA NETFIX STEEL MATRIX PER IL RINFORZO DELLE MURATURE FACCIAVISTA MEDIANTE RISTILATURA ARMATA DEI GIUNTI
D. Sono soluzioni certificate?
R. Assolutamente sì. Le malte per la protezione e la riparazione del calcestruzzo sono coperte da norma europea armonizzata e pertanto sono certificate mediante specifiche marcature Ce. Per quanto riguarda i sistemi Crm, poiché non sono disciplinati da norme europee armonizzate, la qualificazione deve avvenire attraverso un Cvt (Certificato di Valutazione Tecnica) rilasciato dal servizio tecnico centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici o in alternativa attraverso un Eta. Nello specifico, i nostri sistemi Netfix Crm sono provvisti di entrambi i certificati.
D. Quali sono le caratteristiche delle soluzioni per il restauro storico?
R. Quando il consolidamento strutturale incontra il restauro architettonico nasce spesso un conflitto tra prestazioni e compatibilità dei materiali: le esigenze meccaniche richiedono prodotti ad alte prestazioni, mentre i principi del restauro impongono l’uso di materiali compatibili con quelli storici, come ad esempio malte a base di calce, prive di cemento. Per superare questo contrasto abbiamo creato Kalcyca. Ispirato all’antica tecnologia delle malte romane, Kalcyca permette di ottenere prestazioni meccaniche comparabili alle malte cementizie ma senza l’impiego di cemento. La sua formula brevettata combina calce selezionata e principi attivi puri derivati dalla pozzolana, garantendo elevata durabilità, compatibilità e so -
stenibilità. Oggi Kalcyca è alla base di un’intera linea di prodotti per il restauro e la bioedilizia, in continua evoluzione per offrire soluzioni sempre più performanti e rispettose del costruito storico.
D. Potete raccontare una referenza significativa in questo ambito di applicazione?
R. Con Kalcyca abbiamo potuto fornire una soluzione specifica per il recente intervento di restauro delle mura urbiche della città di Narni, nel quale era prevista la ristilatura dei giunti con una malta a base di calce, totalmente esente da cemento, con buone prestazioni meccaniche e per di più realizzata in cantiere con l’utilizzo di inerti locali. Oltre al legante Kalcyca, che ha trovato la piena approvazione da parte della direzione lavori e della Soprintendenza, abbiamo fornito supporto tecnico per la messa a punto del mix design della malta, fino alla validazione del prodotto finito con specifiche prove di laboratorio.
D. Fate formazione specifica per questa categoria di prodotti?
R. Organizziamo numerosi eventi formativi su tutto il territorio nazionale, rivolti sia ai clienti che ai professionisti. Quest’anno abbiamo notevolmente ampliato l’attività formativa per i progettisti, attraverso seminari, convegni e webinar accreditati con rilascio di crediti formativi. In questi eventi, non ci limitiamo a presentare le
nostre soluzioni, ma proponiamo approfondimenti tecnici su diverse tematiche, affrontando gli argomenti in modo scientifico, completo e dettagliato. Trattiamo aspetti che spaziano dai riferimenti normativi alla progettazione, dallo stato dell’arte alla sperimentazione, spesso con il contributo di relatori esterni di altissimo livello.
D. Che tipo di supporto offrite ai rivenditori e ai progettisti?
R. Svolgiamo quotidianamente attività di assistenza tecnica rivolta a rivendite, progettisti e imprese. Abbiamo un servizio dedicato, chiamato Technical Support, attivo su tre canali (telefono, Whatsapp e mail), specifico per fornire consulenza su prodotti, sistemi e soluzioni di ogni genere, dal rinforzo strutturale alla posa di pavimenti e rivestimenti. Il servizio è curato dal nostro team di ingegneri e permette di ottenere risposte esaustive in tempi rapidi, anche per le casistiche tecniche più particolari. Qualora il supporto tecnico da remoto non fosse sufficiente, a fronte della complessità della richiesta o dell’importanza dell’intervento, forniamo assistenza anche mediante visite e sopralluoghi in presenza.
D. Che cos’è C vr oggi?
R. Oggi siamo i partner delle idee dei nostri stakeholder, ma in realtà lo siamo sempre stati. Sviluppiamo, creiamo e distribuiamo soluzioni innovative e di alto livello dal 1980. Il tratto che ci contraddistingue è la passione che mettiamo dietro a ogni scelta e ogni prodotto, creando legami di fiducia con chi ci sceglie. Siamo ancora più dinamici, con l’obiettivo di crescere insieme ai nostri partner, per generare e condividere valore per l’intero settore.
D. Qual è l’impegno dell’azienda nei confronti della sostenibilità?
R. Per noi l’impegno della sostenibilità si traduce in una serie di azioni che perseguiamo ogni giorno e che non sono mai rilegate a un unico ambito. Abbiamo da sempre il bisogno di generare valore per le persone e per l’ambiente. Quest ’anno abbiamo ricevuto le prime licenze Emicode EC1 e la certificazione Epd per un’ampia gamma di prodotti. Ma, oltre alle certificazioni, ci impegniamo a supportare le realtà del territorio, perché crediamo che sia fondamentale generare un impatto positivo per la società che ci circonda. In ogni cosa che facciamo, sentiamo un senso di protezione e rispetto verso la natura, perché crediamo che sia da preservare, soprattutto per le generazioni future.
D. Com’è andato il 2025?
R. Il 2025 per noi è stato un anno di crescita, in cui abbiamo investito molto in risorse, nella ricerca e sviluppo per nuovi prodotti e nell’ottimizzazione dei processi. Ha segnato una particolare attenzione al capitale umano, perché in Cvr l’impegno per la formazione delle persone rimane un filo conduttore essenziale per il successo dell’azienda.
D. Quali sono le vostre previsioni per il 2026?
R. Sicuramente abbiamo buoni propositi in termini di miglioramento e di crescita. Il nostro obiettivo di evoluzione non si arresta mai: continueremo a sviluppare formule innovative, a trovare modi per diminuire l’impatto sull’ambiente, a investire sulle persone e la loro formazione e a focalizzarci sull’ascolto del mercato e sulle esigenze dei nostri partner e clienti.
D. Ci sono novità in vista?
R. Sì, nel 2026 ci saranno importanti novità che riguardano nuovi prodotti, sistemi e strumenti, ma al momento non possiamo aggiungere altro.
COME SCEGLIERE LE STRATEGIE DI RINFORZO
L’azienda ha organizzato un seminario tecnico sul recupero e la conservazione del patrimonio edilizio in chiave sostenibile. Grazie alle soluzioni messe a punto con ricerca e sviluppo
Non c’è bisogno di scomodare il disastro del Ponte Morandi. Purtroppo, l’elenco dei casi di deterioramento delle strutture e degli edifici è lunghissimo. Basta citare qualche caso emerso dalla cronaca: in un edificio residenziale di Ostia (Roma) la scarsa manutenzione ha accelerato il degrado del calcestruzzo armato. A Palermo è finito nel mirino il Palazzo delle Poste: l’analisi si è concentrata sulle strutture in calcestruzzo armato, documentando il degrado e le tecniche di recupero. E a Napoli diverse strutture realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta presentano problemi di degrado, oltre a essere carenti dal punto di vista della normativa sismica attuale. Tutti casi in cui è stato, o sarà necessario intervenire per migliorare la sicurezza. Oggi, per fortuna, gli
MAPEI
Alice Fugazza
GLI ORGANIZZATORI
DEL SEMINARIO
TECNICO DI MAPEI
strumenti non mancano, sia di tipo tradizionale, sia grazie alle nuove tecnologie e alla ricerca di prodotti pratici da utilizzare. La chimica, in questo, aiuta parecchio. Lo ha evidenziato un seminario tecnico Mapei (Il recupero e la conservazione del patrimonio edilizio: strategie di rinforzo e protezione sostenibile), che si è tenuto nella Dallara Academy.
PRODUTTORE
E PARTNER
L’evento, ultima collaborazione (di un lungo ciclo) con il consorzio Edilgroup e il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Parma, ha presentato il ruolo di Mapei non solo come produttore, ma anche come partner strategico nella formazione e nell’evoluzione del settore delle costruzioni. «Dall’innovazione del settore ceramico con il lancio del P9, alla creazione di prodotti innovativi come Mapelastic: l’azienda ha dimostrato la capacità di anticipare le esigenze del mercato», ha sintetizzato Andrea Bettini, area manager. «Senza dimenticare che l’innovazione oggi deve andare a braccetto con il rispetto dell’ambiente, come testimonia Re-Con Zero, prodotto in polvere per il recupero integrale dei resi di calcestruzzo in autobetoniera». All'attenzione per la formulazione delle sue soluzioni, Mapei aggiunge la compensazione totale delle emissioni di CO2 per molti prodotti, a testimonianza di un impegno ambientale tangibile. L’aspetto della innovazione in chiave digitale, invece, è offerto ai professionisti da uno strumento come Mapei Pro, una risorsa completa online per la progettazione e la scelta dei materiali, sia per interni sia per esterni.
RISANAMENTO E PROTEZIONE
L’evento citato ha avuto come focus le strategie di rinforzo. «Sono due le aree cruciali: il risanamento delle murature affette da umidità di risalita e il ripristino del calcestruzzo degradato», ha precisato Alberto Prandi, ingegnere e addetto ai Grandi Progetti Edilizia Mapei. «I meccanismi di degrado derivanti dall’umidità di risalita sono legati anche al ruolo della porosità dei materiali, all’altezza e alla velocità di espansione dell’ammaloramento. Il degrado è causato sia da reazioni chimiche (formazione di ettringite e taumasite per reazione dei sali con la calce libera) sia da
ESTERNO DELLA
DALLARA ACADEMY A PARMA.
SOTTO, LA SALA DEL SEMINARIO TECNICO
SPECIALE CONSOLIDAMENTO
fenomeni fisici (cristallizzazione dei sali come cloruri, solfati e nitrati), che portano a efflorescenze e distacco dell’intonaco». Per contrastare questi fenomeni, Mapei offre sistemi deumidificanti come Poro Map ed Eco Risana. Questi intonaci, che possiedono macro-porosità per consentire la cristallizzazione dei sali in volumi, provocano una reattività pozzolanica per neutralizzare la calce libera, interrompendo le reazioni chimiche espansive. L’applicazione di questi sistemi, che prevede la rimozione dell’intonaco degradato e l’uso di un rinzaffo (Mape-Antique Rinzaffo), deve essere sempre completata con finiture altamente traspiranti come SinaColore o SilexColor. Per contesti storici e artistici, la linea Mape-Antique, esente da cemento, offre soluzioni per intonaco, rasatura e malta, con il prodotto Mape-Antique Nhl Ecorestaura che vanta doppia certificazione En 998-1 e En 998-2. L’abbinamento di intonaci deumidificanti con barriere chimiche, come Mapestop o Mapestop Cream, è consigliato per fermare la risalita capillare alla base, specialmente in interventi duraturi o su murature facciavista.
RIPRISTINO DEL CALCESTRUZZO
Un altro problema da affrontare è il ripristino del calcestruzzo degradato. Il principale agente di corrosione dell’armatura è la carbonatazione (riduzione del pH protettivo sotto 11 a causa di CO2 e umidità e l’aggressione dei cloruri). Entrambi i meccanismi innescano processi espansivi che portano alla fessurazione e al distacco del copriferro. Mapei applica rigorosamente la normativa En 1504, con un approccio sistemico. Questa strategia prevede la preparazione meccanica del supporto, che deve risultare ruvido e umido, ma non bagnato, la protezione attiva dei ferri d’armatura, il ripristino del calcestruzzo (che può essere localizzato o generalizzato) con prodotti a emissione CO2 totalmente compensata, come la gamma Planitop in varie declinazioni e, infine, la protezione superficiale per prevenire future aggressioni.
MATERIALI COMPOSITI
I sistemi compositi di rinforzo sono stati classificati in base alla matrice (organica o inorganica) e al tipo di fibra. «La ricerca Mapei ha portato all’ottenimento di materiali altamente performanti, tra cui Frp (Fiber Reinforced Polymer), ovvero tessuti in fibra accoppiati a una matrice organica (resine epossidiche) in cantiere (MapeWrap) o sotto forma di lamine pre-impregnate, utilizzati per rinforzi a flessione e a taglio su travi e pilastri», ha spiegato Luca Ricci, structural engineer Mapei. «Frcm (Fiber Reinforced Cementitious Matrix), sistemi che utilizzano reti in fibra (abbinate a una matrice inorganica (malta cementizia o a base calce), sono ideali per il rinforzo di murature portanti e sistemi voltati. Questi sistemi sono apprezzati per non incrementare in modo significativo la massa e la rigidezza della struttura». Crm (Composite Reinforced Mortar), sistemi con reti in fibra e malte naturali a elevate prestazioni, inoltre, offrono i vantaggi della leggerezza e dello spessore ridotto, spesso utilizzati in combinazione con connettori flessibili o rigidi. Frc (Fiber Reinforced Concrete), calcestruzzi e malte fibrorinforzate con fibre strutturali discontinue, come l’innovativo Planitop Intonaco Armato. Questo prodotto rappresenta un’evoluzione del sistema Frcm, utilizzando una malta fibrosa che sostituisce il contributo della rete, semplificando l’applicazione in cantiere per rinforzi su travi, pilastri, nodi e solai.
TECNICHE DI INTERVENTO
La preparazione del supporto e i fiocchi o connettori (come nel sistema Frcm) sono importanti per prevenire rotture e garantire il corretto ancoraggio. «I sistemi di rinforzo possono essere utilizzati anche in abbinamento al risanamento murario, come nel caso di murature a sacco, dove la malta riempie i vuoti consolidando la struttura», ha aggiunto Ricci. Durante la giornata di lavoro, infine, un’attenzione particolare è stata dedicata alla sicurezza strutturale con i sistemi Eq System che, applicati con una resina su pareti non portanti, agiscono come presidi antiribaltamento delle tamponature e antisfondellamento dei solai, prevenendo il crollo degli elementi non strutturali in caso di sisma. L’impegno di Mapei nel condividere il proprio know-how tecnico e scientifico, alla fine del seminario, ha dimostrato come l’azienda non si limiti alla produzione di materiali, ma ambisca a essere un vero e proprio partner nella crescita professionale del settore edilizio. Questo modello di formazione, che unisce teoria, esperienza pratica e innovazione, è la chiave per affrontare le sfide del patrimonio edilizio e assicurare che le future realizzazioni siano sempre più durature, sicure e sostenibili.
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SPECIALE IMPERMEABILIZZAZIONE
XELLA
POSA SEMPLICE ED EFFICACIA A LUNGO TERMINE
Per proteggere le superfici esposte come terrazze, coperture e balconi, l’azienda mette a disposizione la gamma di impermeabilizzanti Thrakon, con il sistema poliuretanico Desmoflex
Sara Giusti
La gamma di impermeabilizzanti Thrakon, introdotta in Italia da Xella, è pensata per semplificare la posa e proteggere le superfici esposte come terrazze, coperture e balconi. Al centro dell'offerta c'è il sistema poliuretanico professionale Desmoflex, che assicura continuità, elasticità e resistenza agli agenti atmosferici, anche in presenza di ristagni d'acqua, gelo e sollecitazioni meccaniche.
TECNOLOGIA ELASTOMERICA
Sviluppata nei laboratori Thrakon, la tecnologia elastomerica Desmoflex crea una membrana continua, idrofobica e durevole, efficace anche su superfici critiche. La gamma si articola in DesmoflexAqua e nel sistema Desmoflex PU. DesmoflexAqua è una membrana poliuretanica alifatica monocomponente a base acqua, indicata per impermeabilizzazioni a lungo termine. Copre fessure fino a 2 millimetri, resiste ai raggi Uv, al gelo e ai ristagni d'acqua, mantenendo nel tempo elevato punto di bianco e superficie pedonabile. Il sistema Desmoflex PU prevede un ciclo applicativo completo. Dopo l’applicazione di Desmoflex Epoxy Primer, primer epossidico bicomponente che migliora adesione e stabilità, si procede con la stesura di Desmoflex Polyurethane, rivestimento idrofobo monocomponente ad alte prestazioni, ideale su superfici soggette a forti sollecitazioni. A completamento intervengono Desmoflex Top Coat, finitura bicomponente ad elevato indice di riflessione solare, per tetti e terrazze, e Desmoflex Fiber Fix, membrana fibrorinforzata per giunti, raccordi e punti complessi. L’intero sistema garantisce continuità della membrana, facilità di applicazione e resistenza alle escursioni termiche da –30 a 80 gradi centigradi, con crack-bridging fino a 2 millimetri.
NORD RESINE
UNA LINEA DI SISTEMI AD ALTE PRESTAZIONI
La gamma Betonguaina protegge dall’acqua in diversi contesti edilizi e infrastrutturali, per l’impermeabilizzazione di superfici orizzontali e verticali, coperture, terrazzi e strutture interrate
Sara Giusti
La gamma Betonguaina di NordResine, società di Laterlite, rappresenta una linea consolidata di sistemi tecnici ad alte prestazioni, sviluppata per rispondere alle diverse esigenze di protezione dall’acqua in contesti edilizi e infrastrutturali, per l’impermeabilizzazione di superfici orizzontali e verticali, coperture, terrazzi e strutture interrate. Una risposta tecnica per progettisti e imprese che richiedono sistemi impermeabilizzanti affidabili, realizzati con criteri di durabilità e compatibilità con i materiali da costruzione moderni.
TRE PRODOTTI
La linea comprende tre articoli distinti: Betonguaina, Betonguaina.S e Betonguaina Basement. Accomunate da una tecnologia cementizia bicomponente che, grazie all’elevata adesione e alla flessibilità della guaina impermeabilizzante, assicura prestazioni costanti nel tempo anche in condizioni ambientali difficili, le tre declinazioni sono progettate per offrire soluzioni tecniche differenziate a seconda dell’ambito d’impiego. Nello specifico, Betonguaina è un sistema composito elastomerico cementizio pensato per applicazioni tradizionali su superfici orizzontali e verticali, mentre Betonguaina.S è la versione ad alte prestazioni per cantieri esposti a condizioni climatiche estreme e come elemento di impermeabilizzazione primario. Infine, Betonguaina Basement presenta una formulazione specifica per opere interrate o a contatto con l’acqua.
LIQUIPLAST
ALTA RESISTENZA CON IL SISTEMA TUTTO IN UNO
Fibrogum Flex Hp
è una membrana fibrorinforzata ad alte prestazioni. Evita l’uso combinato di più prodotti, riducendo al minimo il margine d’errore in rivendita e cantiere
Sara Giusti
APPLICAZIONE IN CANTIERE DI
FIBROGUM FLEX HP
MEMBRANA IMPERMEABILIZZANTE
FIBRORINFORZATA, IDEALE PER IMPERMEABILIZZARE TERRAZZE, BALCONI, BAGNI E DOCCE
Fibrogum Flex Hp di Liquiplast è una membrana fibrorinforzata ad alte prestazioni, progettata per semplificare la gestione del cantiere e garantire risultati tecnici verificabili. Con un solo prodotto è possibile beneficiare dei vantaggi di un sistema completo: primer specifici per supporti difficili, strato fibrorinforzato ad alta resistenza, colore spia per controllo applicativo e finitura bianca termoriflettente.
UN SOLO PRODOTTO
Fibrogum Flex Hp evita l’uso combinato di più prodotti, riducendo al minimo il margine d’errore in rivendita e in cantiere. Nessun ciclo componibile, nessuna interpretazione soggettiva, ma un sistema chiuso e affidabile con prestazioni dimostrate di resistenza a ristagni prolungati, shock termici, grandine e pedonabilità. Il sistema è certificato Broof (t2), ha un indice di riflettanza Sri superiore a 100, che lo rende adatto per la realizzazione di cool roof, ed è Cam Compliance. Inoltre, risponde ai requisiti della normativa Uni En 1504-2 (protezione superfici in calcestruzzo) e Uni En 14891 (impermeabilizzazione secondaria). Ogni confezione è supportata da indicazioni chiare, quaderni tecnici completi e assistenza tecnica dedicata.
Tagliapiastrelle super professionali
Sostegno con doppia regolazione (altezza e peso)
Protezione elastica per tagliapiastrelle Power5
POLYGLASS
LA MEMBRANA CHE RESISTE NEL TEMPO
A 25 anni dal lancio, Adeso si conferma una tecnologia consolidata. Si basa su una struttura a doppia mescola: la parte superiore è in bitume modificato, quella inferiore autoadesiva
ASara Giusti
25 anni dalla sua introduzione, Adeso di Polyglass si conferma una tecnologia consolidata e un modello di innovazione continua nel settore dell’impermeabilizzazione. Frutto di un’intuizione tecnologica brevettata, questa innovativa generazione di membrane ha ridefinito gli standard applicativi, introducendo la posa completamente a freddo e coniugando sicurezza, sostenibilità ed efficienza operativa. Nel corso degli anni, la gamma si è evoluta per offrire soluzioni sempre più performanti, trovando impiego su coperture piane o inclinate, su supporti in calcestruzzo, legno o metallo, nonché su pannelli isolanti e muri contro terra.
SENZA IMPIEGO DI FIAMME
La tecnologia Adeso si basa su una struttura a doppia mescola: la parte superiore in bitume modificato App o Sbs e la parte inferiore autoadesiva, che consente l’applicazione senza l’impiego di fiamme libere. Questa caratteristica elimina ogni rischio di incendio e riduce drasticamente emissioni e odori, garantendo un ambiente di lavoro più sicuro, pulito e conforme ai più alti standard ambientali. La gamma comprende prodotti di riferimento come Elastoflex sa p, Spider p sa, Adesoguard sa, Polystick sa tu Plus V, Polyvap sa p -al, Adesoshield sa p ed Elastoflex sa af p, certificata Broof (t2) per la resistenza al fuoco esterno.
I PUNTI DI FORZA
A un quarto di secolo dal suo lancio, Adeso di Polyglass continua a distinguersi come scelta d’eccellenza per progettisti, imprese e professionisti dell’edilizia. Un sistema che unisce prestazioni tecniche, sicurezza e responsabilità ambientale, offrendo una risposta concreta alle esigenze di un’edilizia moderna, efficiente e sostenibile. Tra i principali vantaggi competitivi delle membrane Adeso si distinguono:
• sicurezza totale, grazie alla posa senza fiamma e all’idoneità per spazi confinati o a rischio incendio;
• rapidità e precisione di installazione, favorita dai film monosiliconati e dall’allineamento immediato;
• affidabilità delle giunzioni, garantita dalla tecnologia Seallap;
• elevata qualità estetica, in particolare con le membrane ardesiate chiare;
• sostenibilità ambientale, con assenza di fumi, odori e rumori durante l’applicazione;
• versatilità d’impiego, su differenti tipologie di supporti e in ogni condizione climatica;
• ottimizzazione dei costi e dei tempi di posa, senza utilizzo di gas.
SOPRA, IMPERMEABILIZZAZIONE CON POLYBOND E SPIDER P PER IL TETTO DEL PUNTO VENDITA PRAXIS A KAMPEN (OLANDA).
SOTTO, L’ASILO VIRGILIO A LOCRI (REGGIO CALABRIA) REALIZZATO CON I SISTEMI IMPERMEABILIZZANTI SENZA USO DI FIAMMA DELLA
GAMMA ADESO. NELLA PAGINA ACCANTO, DA SINISTRA, LA MEMBRANA
ELASTOFLEX SA P E IL SISTEMA FASTLAP, LA CIMOSA DI TESTA LIBERA
DA GRANIGLIA CHE PERMETTE UNA MIGLIORE SIGILLATURA DELLE SOVRAPPOSIZIONI E UNA POSA PIÙ VELOCE
GRUPPO PML
LE VIRTÙ NASCOSTE DELLE MEMBRANE IMPERMEABILIZZANTI
Le aziende che propongono il sistema isolante liquido hanno deciso di far conoscere i molti plus di questo tipo di prodotto, che si adatta ai diversi contesti. E che si sono evoluti migliorando le prestazioni
Realizzare sistemi impermeabili in totale adesione e su elementi di diversa natura, senza giunzioni e sovrapposizioni, evitando l’utilizzo della fiamma, anche nei punti critici e in quelli di difficile accesso. Sono i vantaggi dei prodotti impermeabilizzanti liquidi che negli ultimi anni si sono evoluti in termini di proposte qualitative e performance prestazionali, ma che ancora non hanno avuto l’occasione di presentare appieno le loro potenzialità, scontando anche la mancanza di una specifica attività informativa e formativa. Lacuna che intende colmare il Gruppo Pml, Produttori Membrane Liquide, composto da numerose aziende nazionali e internazionali che operano sul territorio italiano da molti anni. Per conoscere meglio proprietà, caratteristiche e indicazioni di utilizzo delle membrane impermeabilizzanti liquide, YouTrade ha rivolto alcune domande ad Antonio Miglietta che, con Leonardo Castelvecchio, svolge il ruolo di coordinatore tecnico del Gruppo Pml
Sara Giusti
Domanda. Che cos’è un sistema impermeabilizzante liquido?
Risposta. Si tratta di materiali impermeabilizzanti mono o multicomponenti, applicati in uno o più strati uniformi mediante l’utilizzo di rullo, pennello, spatole o sistemi a spruzzo. Una volta posate in opera le quantità necessarie per ottenere lo spessore minimo richiesto, il materiale sviluppa, tramite reazioni di polimerizzazione, evaporazione o reticolazione, una membrana impermeabile continua, priva di giunti, con i requisiti idonei a soddisfare le azioni di progetto e di esecuzione di un’opera in copertura.
D. Quali sono le principali componenti-accessori tipiche di sistemi impermeabilizzanti liquidi?
R. Il sistema impermeabilizzante è costituito dal prodotto impermeabilizzante applicato liquido, unitamente a elementi accessori che possono essere impiegati, quali primer (o promotore di adesione), strato di controllo della diffusione del vapore, armatura di rinforzo, accessori del sistema per realizzazione di dettagli, il top coat, ovvero lo strato protettivo finale che ha la finalità di migliorare la resistenza, la durata e anche l’aspetto estetico della superficie.
D. Quali sono i vantaggi rispetto ai sistemi impermeabili preformati?
R. Ogni tipologia di sistema impermeabilizzante, preformato o liquido, ha caratteristiche specifiche che il progettista o l’applicatore possono opportunamente valutare in base alle condizioni progettuali. La scelta di intervenire nelle opere di impermeabilizzazione mediante prodotti liquidi comporta diversi vantaggi. Per esempio, da un punto di vista progettuale la possibilità di realizzare sistemi impermeabili in totale adesione e su elementi di diversa natura, soprattutto su supporti caratterizzati da geometrie complesse e con la possibilità di intervenire su un rifacimento senza rimozione e smaltimento della stratigrafia esistente, mitigando costi e impatto ambientale. Dal punto di vista dell’applicazione, la possibilità di realizzare impermeabilizzazioni continue, senza giunzioni e sovrapposizioni, con nessuna necessità di utilizzo di fiamme libere, e un maggior controllo e velocità nella realizzazione di dettagli impermeabili, dei punti critici e di punti di difficile accesso. Da non trascurare anche i vantaggi per la manutenzione durante la vita utile della copertura: maggiore facilità nell’identificazione di punti di perdita e possibilità di intervenire sulla specifica zona in modo facile e veloce.
D. Quindi è possibile intervenire e riqualificare vecchie coperture evitando costi di rimozione e rifacimento?
R. Una delle più frequenti destinazioni d’uso dei sistemi impermeabilizzanti liquidi è senza dubbio il recupero e il rinnovo delle vecchie membrane bituminose prefabbricate in rotoli. Anziché rimuoverle e smaltirle, grazie all’ausilio delle proprietà multifunzionali dei suddetti sistemi, è possibile rinnovarne le proprietà impermeabilizzanti allungando in tal modo il ciclo di vita dei preesistenti rotoli bituminosi. Da un punto di vista economico, recuperare e rinnovare un manto impermeabilizzante preesistente, evitandone lo smaltimento, assicura di certo tangibili risparmi per i costi di rimozione e conferimento a discarica. Un reale vantaggio anche dal punto di vista ambientale. Resta, ovviamente, un punto cardine per la riuscita dell’intervento, la possibilità di preparare ed eventualmente ripristinare le criticità del manto bituminoso preformato esistente, prima della posa del sistema liquido in aderenza.
D. Quali sono i tempi di essiccazione e i periodi di attesa tra i vari strati di applicazione?
R. Data l’eterogeneità delle diverse tecnologie dei sistemi impermeabilizzanti liquidi presenti sul mercato, non è possibile dare una risposta uguale per tutti i sistemi. Il fattore comune che lega comunque tutti i prodotti liquidi è la loro versatilità. Per le tempistiche e tutti gli altri aspetti di posa è sempre raccomandato consultare la scheda tecnica del produttore.
D. È sempre obbligatorio l’utilizzo di armature di rinforzo?
R. No. La ricerca e lo sviluppo in ambito chimico delle aziende produttrici del mondo dei sistemi impermeabilizzanti liquidi è sempre in continua evoluzione. Esistono, infatti, prodotti per i quali non occorre l’obbligo dei sistemi di rinforzo, come prodotti fibrorinforzati, poiché il materiale-sistema possiede già i requisiti tecnici necessari a soddisfare le richieste progettuali in termini di resistenze meccaniche, fisiche, chimiche, eccetera. È chiaro che questo sarà sempre in funzione delle condizioni al contorno progettuali dell’opera, ove il progettista potrà eventualmente valutare l’ausilio di sistemi di armature da inserire nella stratigrafia.
D. Quali sono le prestazioni in termini di resistenza meccanica di un sistema impermeabilizzante liquido? Questi sistemi permettono di avere supporti impermeabilizzati e praticabili?
R. Facendo riferimento al quadro normativo italiano e comunitario, le risposte sono esattamente riportate nei due principali testi tecnici afferenti al mondo dei sistemi impermeabilizzanti liquidi: la Uni 11981-1 e la Ead 030350-00-0402, precedentemente Etag 005. Le norme, infatti, riportano una serie di requisiti meccanici, fisici, chimici, resistenza al fuoco, e così via, da soddisfare o meno in funzione del
SPECIALE IMPERMEABILIZZAZIONE
LE NORME CHE REGOLANO SPECIFICHE E USO
Nel mondo dei prodotti impermeabilizzanti liquidi vi sono diverse norme, ognuna con delle specifiche rivolte alle diverse tematiche della protezione delle opere, dalle coperture a vista alle opere interrate, dai terrazzi e balconi ai tetti giardino. La norma di riferimento in Italia, che definisce requisiti e prestazioni per i prodotti impermeabilizzanti applicati liquidi e ne specifica le destinazioni d’uso, è la Uni 11928-1. Secondo la norma, i prodotti impermeabilizzanti applicati liquidi, includendo un ampio spettro di formulazioni a base di resine reattive, dispersioni polimeriche o malte cementizie modificate, devono soddisfare requisiti prestazionali (fra cui durabilità, adesione, elasticità e classe di crackbridging) differenziati in base alla destinazione d’uso e alla vita utile prevista del sistema impermeabile. A livello europeo la Ead 030350-00-0402, precedentemente Etag 005, fornisce le linee guida per la marcatura Ce, in conformità al regolamento Ue 2024/3110 (ex Ue 305/11) dei sistemi impermeabilizzanti liquidi per coperture. La Valutazione Tecnica Europea (Eta) è lo strumento che permette di conoscere i diversi parametri e indicatori fondamentali della soluzione progettuale più idonea, come ad esempio la destinazione d’uso della copertura, la sua pendenza, il contesto climatico.
grado di accessibilità della copertura: dalla copertura praticabile solo per ordinaria manutenzione, sino alle coperture cosiddette speciali, come le coperture Green Roof. Nello specifico, un sistema impermeabilizzante che sia anche praticabile dovrà sicuramente rispondere ai requisiti di idoneità di resistenza al punzonamento, usura, urto, nonché alla capacità di crack-bridging richiesti, presenti nei rispettivi prospetti delle suddette norme. Il crack-bridging è la capacità di una membrana impermeabile di resistere, senza rompersi, alla dilatazione di una fessura del sottofondo su cui è ancorata.
D. Quali sono le caratteristiche in termini di sostenibilità ambientale?
R. Nel settore delle costruzioni, la sostenibilità ambientale è diventata un driver tecnico, normativo e competitivo, elemento chiave anche per i sistemi impermeabilizzanti liquidi, sempre più utilizzati per interventi su coperture, terrazzi, strutture nuove o in fase di riqualificazione. È fondamentale quindi anche valutare eventuali confronti degli impatti ambientali tra il rifacimento e quindi la rimozione delle membrane impermeabilizzanti esistenti o la riqualificazione in loco delle stesse, mediante l’utilizzo di prodotti impermeabilizzanti liquidi. Vi sono, infatti, metodologie standardizzate per misurare e quantificare gli impatti ambientali e sulla salute umana generati da un prodotto, processo o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita, dalla culla alla tomba, cioè dall’estrazione delle materie prime alla produzione, uso, manutenzione e smaltimento finale.
D. È possibile incollare direttamente la pavimentazione su un impermeabilizzante liquido per la realizzazione di terrazzi e balconi?
R. Terrazzi e balconi sono tipicamente le componenti di un edificio maggiormente esposte ai fenomeni meteorologici, considerando in aggiunta lo stress fisico-meccanico dovuto alla loro destinazione di utilizzo. La natura chimica dei prodotti impermeabilizzanti liquidi consente di proteggere i massetti delle pendenze e al contempo di essere compatibile con gli adesivi utilizzati per la posa di pavimentazioni ceramiche. La norma En 14891:2017 definisce i requisiti minimi che un prodotto impermeabilizzante liquido deve avere, al fine di poter essere direttamente posato al di sotto della pavimentazione di un terrazzo e di balcone.
D. Quali sono le prestazioni termiche?
R. I tetti scuri o caratterizzati da materiali a bassa emissività hanno la tendenza ad assorbire eccesivo irraggiamento solare, causando effetti nocivi sia per l’ambiente che per la salute dell’uomo. Infatti, tali fenomeni producono un eccessivo aumento della temperatura all’interno degli edifici, un maggior uso dei condizionatori e, di conseguenza, una maggiore produzione e immissione di CO2 in atmosfera. Tutto ciò si traduce in un incremento della temperatura percepita nelle aree urbane, che prende il nome di effetto isola di calore. I sistemi impermeabilizzanti liquidi ad alta riflettanza ed emissività solare (denominati Cool Roof) sono sempre più protagonisti nella progettazione e riqualificazione delle coperture, trasformandole in tetti freddi ad alta protezione dal calore. Questi materiali consentono sia la realizzazione di nuovi manti impermeabilizzanti sia, soprattutto, il ripristino funzionale ed energetico di quelli esistenti.
D. Possono essere applicati su superfici umide o è necessario che siano completamente asciutte?
RIPRISTINO DEL SUPPORTO
PRIMA DELLA POSA DEL MANTO IMPERMEABILE
R. Tutte le tipologie di supporti sulla quale si posano i prodotti impermeabilizzanti liquidi devono essere sempre idonee ed eventualmente ripristinate prima della posa stessa del manto impermeabile. Tale assioma vale ovviamente per ogni tipologia di sistema impermeabile, che sia preformato o liquido. Trattando l’argomento umidità dei supporti, con la scelta di utilizzare prodotti e formulati liquidi, non vi è mai una soluzione unica e specifica alla problematica, bensì vi sono diverse soluzioni da poter scegliere, tipicamente in linea con le diverse formulazioni presenti sul mercato: prodotti aventi alta permeabilità al vapore acqueo, prodotti ibridi igro-innescati, formulati epossidici o epossi-cemento utilizzati come freno alla controspinta, sono solo alcune tra le diverse soluzioni che si possono scegliere per poter intervenire anche in tali contesti.
D. Necessitano di trattamenti aggiuntivi per migliorare la loro resistenza ai raggi Uv o alla luce solare diretta?
R. Anche in questo caso viene in aiuto il quadro normativo di riferimento: sia la Uni 11928-1 che la Ead 030350-00-0402 impongono l’obbligo di sottoporre i prodotti a test di invecchiamento ai raggi Uv, al fine di poter indicare l’idoneità alla durabilità del manto di copertura. Il superamento dei requisiti richiesti può avvenire mediante l’utilizzo di prodotti impermeabilizzanti direttamente esposti alle radiazioni, oppure mediante l’utilizzo di finiture speciali a protezione del manto impermeabilizzante.
D. Esistono correlazioni tra la sicurezza antincendio delle coperture e i prodotti impermeabilizzanti liquidi?
R. Il comportamento al fuoco delle coperture riveste un ruolo cruciale nella progettazione e costruzione degli edifici, in particolare quando sono presenti pannelli fotovoltaici. In caso di coperture prive di prestazione nei confronti di un incendio esterno, i sistemi impermeabilizzanti liquidi possono garantire l’ottenimento della prestazione Broof in conformità alla En 13501-5. Questo aspetto diventa sicuramente un punto fondamentale per l’installazione degli impianti FV, ove spesso è richiesta la prestazione Broof al fine di poter gestire la valutazione del rischio, soprattutto quando si opera su coperture esistenti.
D. Presentano rischi per la salute durante l’applicazione e, se sì, come prevenirli?
R. È doveroso, e inoltre utile, consultare sempre una scheda dati di sicurezza per conoscere i rischi per la salute e per l’ambiente di un prodotto. Anche per quanto riguarda l’utilizzo dei prodotti impermeabilizzanti liquidi, la conoscenza di queste informazioni porta vantaggi non solo in termini di gestione del cantiere, ma anche utili per la progettazione: l’utilizzo di prodotti privi di rischio come l’infiammabilità, ad esempio, possono essere preferiti in contesti indoor o laddove inneschi accidentali possono costituire un ostacolo alla realizzazione della impermeabilizzazione. Allo stesso modo, prodotti a rapidissima essiccazione, come i prodotti a base solvente, possono essere utilizzati in contesti in cui i fattori ambientali rigidi possono creare difficoltà di applicazione.
D. Possono resistere a fenomeni meteorici estremi come vento e grandine?
R. I sistemi impermeabilizzanti liquidi per loro natura sono concepiti per poter essere posati in totale adesione al supporto, mantenendo un comportamento di tipo elastico in esercizio. Fenomeni meteorici come
DIECI AZIENDE PER FARE CULTURA TECNICA
Il Gruppo Pml, che opera all’interno di Siteb-Strade Italiane E Bitumi, nella Categoria D dedicata ai produttori di sistemi impermeabilizzanti, è composto da Casali, Ha Italia, Icobit, Kerakoll, Soprema, Torggler, Triflex, Volteco, WestWood e Winkler. Nato a luglio 2024, il gruppo intende favorire la regolamentazione del mercato dal punto di vista delle norme e promuovere una cultura tecnica consapevole sull’utilizzo dei prodotti liquidi impermeabilizzanti, fornendo supporto tecnico e formazione qualificata ai professionisti del settore. L’obiettivo è di essere riconosciuti come il riferimento tecnico-culturale per i prodotti liquidi impermeabilizzanti, contribuendo a migliorare la qualità della progettazione, dell’applicazione e della distribuzione di questi sistemi in Italia.
vento e grandine possono essere previsti grazie ai requisiti ottenuti da specifiche tecniche: la laminazione vento, presente nelle Ead 03035000-0402, si riferisce alla capacità di un sistema di impermeabilizzazione di resistere alle sollecitazioni causate dal vento, in particolare alla pressione e alla depressione esercitate sulla superficie della copertura. Per quanto concerne la grandine, è possibile quantificare la capacità di resistere all’impatto del manto impermeabilizzante in funzione della scala Torro presa come riferimento in accordo alla En 13583.
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Ecco la suite PER COMBATTERE IL PERICOLO MUFFA
Il marchio specializzato in soluzioni vernicianti per l’edilizia professionale offre una gamma completa di prodotti per la prevenzione in interno e garantire l’efficienza energetica
Oltre il 14% della popolazione italiana vive in case con problemi strutturali o di umidità, come la muffa in interni, che può deteriorare le finiture e gli arredi fino a compromettere la qualità abitativa e la salute degli abitanti. Boero, marchio specializzato in soluzioni vernicianti per l’edilizia professionale, mette a disposizione una gamma completa di prodotti per la prevenzione dei fenomeni di muffe e condense in interno e per garantire l’efficienza energetica del costruito.
Sara Giusti
TRE FASI
Boero propone differenti soluzioni e servizi per l’efficienza e il benessere abitativo, a partire dalla linea risanante professionale, che prevede tre fasi: bonifica e risanamento con le soluzioni Laser 23 e Laser 23 Spray, preparazione e consolidamento con Laser Fissativo Antimuffa, decorazione e prevenzione dei fenomeni di muffa e condensa con prodotti vernicianti formaldeide free e con certificazione Epd, tinteggiabili con il sistema tintometrico Boero ColorStream in un’ampia gamma di colori. In quest’ultima fase è possibile utilizzare Casasana, rivestimento effetto barriera termica anticondensa e antimuffa, formulato con speciali microsfere di vetro cave che decora e protegge le pareti dalle variazioni di temperatura e riduce, al contempo, la formazione di condensa e di muffe, oppure Aquabel Antimuffa, idropittura traspirante antimuffa con formulazione in grado di garantire al supporto un ottimo grado di traspirazione e buona idrorepellenza. Conforme alla norma Uni E n 15457 (resistenza alla crescita di funghi), Aquabel Antimuffa può essere realizzata nell’intera gamma cromatica delle collezioni colore Boero, incluse le tinte forti.
ISOLAMENTO
Boero offre anche sistemi di isolamento termico a cappotto della gamma Boerotherm, che consentono di ottenere un’elevata efficienza energetica in edifici esistenti e di nuova costruzione. Forniti e certificati come kit, sono dotati di marcatura Ce di sistema e di certificato Eta (European Technical Assessment) e sono in linea con i più rigorosi criteri di qualità europei. Oltre ai sistemi di isolamento e vernicianti, l’azienda mette a disposizione della filiera percorsi formativi professionali, mediante Gruppo Boero Academy, e servizi di consulenza dedicati a progettisti e imprese.
APPARTAMENTO A
CAMPOMORONE (GENOVA), RISANATO CON AQUABEL ANTIMUFFA
DIAGNOSI E CURA
La muffa può avere diverse cause:
• umidità da condensa: le superfici fredde e la diffusione del vapore attraverso la parete possono causare condensazioni superficiali e interstiziali;
• infiltrazioni: una cattiva impermeabilizzazione dell’involucro, malfunzionamenti dei sistemi di raccolta delle acque e degli impianti idrici possono generare infiltrazioni che causano muffa e, nel tempo, possono danneggiare le strutture;
• ponti termici: punti a bassa temperatura in superficie e con elevate dispersioni termiche possono causare condensa e proliferazione di muffe;
• efficientamento energetico: la formazione di muffa in interno va ricollegata agli interventi di isolamento solo nel caso in cui siano stati commessi errori nella progettazione ed esecuzione degli stessi. Al contrario, gli interventi ben progettati e realizzati possono ridurre i consumi energetici, prevenire la formazione di muffe e garantire comfort abitativo;
• risalita capillare: fenomeno fisico molto diffuso nelle murature di edifici di antica costruzione e a volte anche recenti, sprovvisti degli adeguati sistemi di isolamento o di impermeabilizzazione delle fondazioni e dei piani interrati.
I progettisti che si trovano a intervenire su edifici già colpiti da fenomeni di muffa, dovranno prevedere, nei casi più complessi, una soluzione integrata che tenga in considerazione involucro e interni, con cicli risananti specifici. In caso di nuove costruzioni ben realizzate, il progettista potrà comunque prescrivere l’impiego di cicli vernicianti anticondensa e antimuffa per tutte le aree umide, cucine, bagni e seminterrati. È inoltre indispensabile proteggere la facciata dalla condensazione interstiziale e dalle infiltrazioni. Un sistema di isolamento termico a cappotto ben progettato e ben realizzato conferisce alle pareti interne una temperatura più alta, evitando fenomeni di condensa, e garantisce un’ottimale tenuta all’acqua, prevenendo quindi i fenomeni di infiltrazioni e bagnatura. Una facciata adeguatamente isolata e rifinita con un ciclo verniciante idoneo per il sistema di isolamento termico a cappotto consente infine di prevenire e trattare il problema dei ponti termici e garantire la massima efficienza energetica. Per gli edifici soggetti alla formazione di muffa e gli edifici perfettamente isolati, è buona regola prevedere una costante ventilazione degli ambienti, con semplice apertura delle finestre oppure l’adozione di sistemi a ventilazione meccanica controllata.
APPARTAMENTO A GENOVA, RISANATO CON CASASANA
CAP ARREGHINI
Antimuffa A CICLO COMPLETO
Sanacap si articola in due fasi complementari. La prima è quella dell’igienizzazione, la seconda è quella della protezione. E Gradiente Active è l’idropittura termoisolante anticondensa
Sara Giusti
La presenza di muffe, condense e umidità negli ambienti interni non è solo un problema estetico, ma anche un segnale di squilibrio microclimatico. Intervenire in modo corretto significa non limitarsi a coprire il danno, ma risanare in profondità e prevenire il ritorno del problema con l’utilizzo di prodotti professionali e cicli specifici, come quelli della linea Sanacap.
IL TRATTAMENTO
Sanacap è la linea di prodotti completa firmata Cap Arreghini per la prevenzione e la protezione dalle muffe. Il sistema si articola in due fasi complementari. La prima è quella dell’igienizzazione, che comprende i prodotti A1, B1 e C1, formulati per eliminare in profondità la muffa e ripristinare la pulizia delle superfici: A1, pigmentato, rimuove e copre le macchie; B1 agisce come trattamento disinfestante per interni ed esterni, contrastando la ricomparsa; C1, detergente sbiancante al cloro attivo, elimina muffa e aloni, restituendo alle pareti il loro aspetto originale.
LA PROTEZIONE
La seconda fase è quella della protezione, che si completa con le idropitture antimuffa Sanacap, lavabili e traspiranti, capaci di creare una barriera attiva contro funghi e batteri. Offrono un aspetto bianco puro e intenso e possono essere tinteggiate in delicate tinte pastello. All’interno di questa gamma spiccano Gradiente Active, idropittura termoisolante anticondensa, che grazie alle microsfere cave regola la temperatura superficiale delle pareti riducendo la formazione di condensa e migliorando il comfort termico, e My Weiss Active, idropittura opaca idrorepellente e lavabile, con un elevato punto di bianco e un’efficace azione antimuffa, ideale per la finitura di ambienti interni soggetti a umidità. SANACAP
RIVESTIMENTI IN RESINA
LUXURYgoods
Sivit
LA PIETRA NATURALE DIVENTA DRENANTE
Dal 1974 Sivit produce resine di alta qualità per pavimenti e rivestimenti in ambienti industriali, commerciali e civili in Italia e nel mondo, proponendo soluzioni avanzate e personalizzate. Con Sivit Stone, cinquant’anni di know-how offrono una risposta concreta a sicurezza, durabilità e qualità percepita per terrazze, giardini o spazi pubblici che necessitano di una pavimentazione performante e drenante. La superficie in pietra naturale, legata con resine poliuretaniche, coniuga estetica e funzionalità. Il manto, continuo e dall’effetto naturale, è inoltre drenante: la struttura porosa fa defluire l’acqua piovana, evitando ristagni. Ne deriva una superficie stabile e antiscivolo, ideale per marciapiedi, terrazze, aree piscina e percorsi pedonali; con lo spessore adeguato sostiene anche il passaggio di auto e mezzi leggeri. L’impiego di ciottoli selezionati e di un legante poliuretanico non ingiallente assicura resistenza a raggi UV, gelo, salsedine e sbalzi termici. A differenza della ghiaia sciolta, non si disperde e richiede una manutenzione minima, con benefici concreti in termini di pulizia e continuità estetica. La gamma propone otto varianti cromatiche per ambienti contemporanei o classici. L’applicazione è prevista su massetti in calcestruzzo e su altri supporti compatibili, da valutare caso per caso.
LA SUPERFICIE IN PIETRA
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1. Celestia_Wall Painting di Novacolor ritorna in primo piano, invitando architetti e progettisti a riscoprire un linguaggio materico e sensoriale senza tempo. Più di un semplice rivestimento decorativo, Celestia è una pelle da toccare con lo sguardo, una materia concreta e vellutata che trasforma gli spazi in esperienze visive e tattili, capaci di evocare memoria, emozione e ritualità 2. Decofin è un innovativo sistema in resina di Resingroup per la decorazione di pavimenti e pareti in ambienti residenziali e commerciali. Possiede proprietà antiscivolo, è impermeabile e anche antipolvere, essendo al contempo molto resistente chimicamente, all'usura e agli urti,
risultando ideale per uffici, showroom e abitazioni.
3. Dega Monosint di Gobbetto Resine è una resina altamente performante e di elevata resistenza, sviluppata originariamente per l'ambito industriale. Oggi è una soluzione versatile applicabile anche nel settore contract e residenziale, definendo con contemporaneità gli ambienti, sia interni che esterni, grazie a un vasto e sofisticato ventaglio cromatico. 4. Per chi vuole vestire una parete con i ricordi, passioni, emozioni o stati d’animo le resine decorate da Moose Design sono il materiale perfetto. Infinite possibilità di tecniche decorative, da quella più classica o vintage a quelle più moderne o glamour.
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CORTEXA
SISTEMA CAPPOTTO PER AFFRONTARE LA DIRETTIVA EPBD
Al settimo Eae Etics Forum di Milano analisi sull’implementazione di Case Green. Il mercato cresce, ma l’edilizia fa i conti con la riduzione dei posatori qualificati: -62% in tre anni
Alice Fugazza
Il cuore del dibattito sull’efficienza energetica europea ha battuto a Milano, dove Eae (European Association for External Thermal Insulation Composite Systems) e Cortexa, il progetto associativo italiano di riferimento per il sistema a cappotto, hanno accolto oltre 200 partecipanti per il Settimo Forum Europeo. La giornata si è sviluppata attraverso una serie di sessioni
RALF PASKER, MANAGING DIRECTOR DI EAE E, A DESTRA, STEFANO DERI PRESIDENTE DI CORTEXA
focalizzate sull’urgente necessità di riqualificazione energetica in Europa, con un’attenzione particolare al ruolo cruciale dei sistemi a cappotto termico (Etics) e all’implementazione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (Epbd). Ad aprirla è stato il presidente Eae, Jacek Kulig, affiancato da Stefano Deri, presidente del Consorzio Cortexa e Cecilia Hugony di Renovate Italy, che promuove la riqualificazione energetica e profonda degli edifici esistenti.
CRESCITA E SOSTENIBILITÀ
Nel 2024, il 9,2% della popolazione europea non ha potuto riscaldare adeguatamente la propria abitazione, ha spiegato Ralf Pasker, managing director di Eae. Ma l’Italia, Paese ospitante, ha mostrato un considerevole miglioramento su questo fronte, passando dal 17% di povertà energetica nel 2015 all’8,6% nel 2024, un progresso che deve molto anche agli importanti incentivi fiscali del passato. Nonostante l’assenza di misure particolarmente significative, il mercato italiano del Sistema a Cappotto nel 2025 non scenderà al di sotto dei livelli del 2020, con una stima di 26 milioni di metri quadri installati, contro i 17 milioni del 2020. Questa tenuta indica che la consapevolezza rispetto all’esigenza di ridurre consumi ed emissioni sta crescendo. Gli edifici italiani rappresentano oltre il 40% dei consumi energetici del Paese, e ben il 69% di questi consumi è dovuto al riscaldamento e raffrescamento. Pasker ha ribadito che l’involucro dei nostri edifici deve urgentemente smettere di sprecare energia, e in questo il sistema a cappotto è un alleato fondamentale, garantendo una vita utile superiore ai 50 anni, con una necessità di manutenzione uguale o addirittura inferiore a quella delle facciate non isolate. A livello continentale, il mercato del sistema a cappotto cresce in tutti i principali paesi, passando da 184,4 a 214,6 milioni di metri quadri installati rispettivamente nel 2020 e 2024, con un incremento complessivo del 16,4%.
ALLARME COMPETENZE
Sono oltre 300 i progettisti italiani coinvolti nella Terza indagine sulla sostenibilità del Centro Studi Cortexa, presentata durante l'evento. L’indagine, parte del progetto Etics for -55%, un'iniziativa di Cortexa volta a valorizzare il contributo del sistema a cappotto nell’efficientamento energetico degli edifici, conferma come questa soluzione sia indispensabile per l’efficienza energetica e per il raggiungimento degli obiettivi Epbd. L'implementazione della direttiva europea richiede sistemi da costruzione efficaci e certificati, incentivi stabili, formazione dei progettisti e disponibilità di imprese qualificate. Ma emerge un dato allarmante: il numero di posatori con competenze
certificate secondo la norma Uni 11716 è diminuito del 62% rispetto al 2022 (i posatori certificati sono ora 3.390, a fronte dei 8.951 del 2022 e 6.041 a ottobre 2024).
I DATI
L’indagine ha esplorato anche le dinamiche decisionali dei committenti. Circa il 70% dei progettisti ritiene che la disponibilità di incentivi fiscali resti determinante per gli interventi di riqualificazione, e la loro mancanza incide in modo significativo in tutte le aree geografiche, con un’incidenza cresciuta in modo significativo anche al Nord, salendo al 71,3% nel 2025 rispetto al 34% del 2024. Nonostante questo, la misura di efficientamento più proposta è il sistema a cappotto, indicato da circa l’88% dei progettisti, consolidando il concetto di Energy Efficiency First. La motivazione principale che spinge i committenti alla scelta è il miglioramento del comfort abitativo (circa il 30% delle risposte), superando il risparmio in bolletta e l’accesso agli incentivi, una tendenza
LA PRESENTAZIONE DELLE STATISTICHE DURANTE IL CONVEGNO
CASA green
legata anche alla necessità di proteggere le abitazioni dall’aumento delle temperature estive. Interessante è il calo dell’8% nella percezione del costo elevato come principale obiezione dei committenti, che scende al 36% nel 2025 rispetto al 44% del 2024. Tuttavia, il 64% dei committenti è ancora scarsamente informato sulla direttiva Epbd, e oltre il 30% non la conosce affatto, sebbene il 67% sia ben informato sugli incentivi fiscali in vigore. Sul fronte dei progettisti, quasi il 70% si dichiara poco informato sui contenuti della direttiva europea, pur riconoscendone l’importanza, evidenziata dall’88% degli intervistati. Per l’attuazione della direttiva, il 73% dei progettisti ritiene indispensabili gli incentivi fiscali, il 50% fondamentale l’attività di informazione della cittadinanza e circa il 48% la formazione specifica.
PUNTI DEBOLI
I progettisti ravvisano nella mancanza di incentivi a lungo termine (76%) e nella scarsità di imprese qualificate (45%) i maggiori ostacoli all’implementazione
della direttiva. Questo in un contesto in cui oltre l’80% riconosce che il sistema a cappotto è determinante per raggiungere gli obiettivi Epbd. Ancora: il 71% dei progettisti ribadisce che non è sufficiente un cappotto qualsiasi, ma un sistema a cappotto certificato, con kit unico e marcatura Ce. A riprova di ciò, il 70% identifica CasaClima come il principale protocollo di sostenibilità, che garantisce non solo la corretta scelta, ma anche la verifica della posa. Per spingere ulteriormente la prescrizione del cappotto, il 51% dei progettisti vorrebbe poter accedere a liste di imprese esperte e certificate, il 41% richiede un supporto formativo e il 55% esige maggiore chiarezza sulle soluzioni incentivabili che garantiscano un reale risparmio energetico, evitando i cosiddetti materiali miracolosi, ma con scarse prestazioni. Infine, si consolida l’idea che la sostenibilità, per l’88% dei progettisti, sia interpretata dai committenti come riduzione dei consumi più che come utilizzo di fonti rinnovabili (che scendono al 52%), confermando che prima si devono eliminare gli sprechi dell’involucro.
IL FUTURO
Secondo il presidente di Cortexa Deri, l’edilizia sta vivendo una trasformazione strutturale e tecnologica non più rimandabile. L’inefficienza energetica si traduce in costi elevati per le famiglie e dipendenza dalle importazioni. Il sistema a cappotto è una delle soluzioni più mature e misurabili per ridurre i consumi e portare benefici immediati ambientali, economici e sociali. L’Epbd non è solo un provvedimento europeo da rispettare, ma una chiamata a ripensare il ruolo di tutti: il settore deve garantire qualità, le aziende devono innovare e formare, e il sistema Paese deve sostenere famiglie e imprese. Cortexa, che dal 2007, anche attraverso il suo Manuale per l’Applicazione del Sistema a Cappotto, diffonde la cultura dell’isolamento termico a cappotto di qualità, continuerà a mettere a disposizione il proprio know-how per affrontare questa sfida cruciale, perché l’efficienza energetica è un investimento nel futuro che la filiera deve vincere unita.
LA DIRETTIVA
Il senso della direttiva Epbd è stato descritto da Serena Pontoglio, Research Programme Officer, Economics of climate change della Commissione Europea: gli edifici sono responsabili del consumo del 40% dell’energia e del 52% del gas naturale. La nuova direttiva introduce regole più stringenti per riqualificare gli edifici meno performanti, con un obiettivo progressivo per il residenziale di una riduzione del consumo energetico medio del 16% entro il 2030 rispetto al 2020. Per il non residenziale, gli Stati dovranno imporre la riqualificazione del 26% meno performante della
loro categoria entro il 2033. Un elemento chiave è l’obbligo di redigere Piani Nazionali di Ristrutturazione degli Edifici con stime di investimento e fonti di finanziamento. La Epbd introduce anche il nuovo standard Zero Emission Building (Zeb), obbligatorio per tutti i nuovi edifici dal 2030, e rafforza il sistema dei Certificati di Prestazione Energetica (Epc) con una classificazione unica da A a G. Inoltre, c’è l’obbligo per gli Stati di garantire supporto finanziario e tecnico (in particolare per gli abitanti vulnerabili) e vanno introdotti gli Sportelli Unici (One-Stop Shops) per l’assistenza tecnica. Secondo Stefano Cera di Renovate Italy, l’efficienza edilizia è un pilastro fondamentale della sicurezza energetica: «Ogni aumento dell’1% nell’efficienza riduce le importazioni di gas del 2,6%. A livello socio-economico, il settore è un potente motore di occupazione locale, con ogni milione di euro investito in Italia che crea circa 18 posti di lavoro». Infine, va sfatato il mito secondo cui l’isolamento sia utile solo d’inverno, presentando studi che ne confermano l’efficacia contro il surriscaldamento estivo, aumentando la resilienza urbana.
TAVOLO DI LAVORO
Filippo Colonna, responsabile del gruppo advocacy di Cortexa, ha sottolineato l'imprescindibile necessità di un confronto tra istituzioni e categorie per ridisegnare la strategia di efficienza energetica, definendo impensabile l'attuale assenza di un canale di incentivi dedicato. Colonna ha annunciato che, attraverso il tavolo interassociativo (che include Cortexa e altre associazioni confindustriali e non), sono stati presentati due emendamenti alla prossima Legge di Bilancio (2026). Il primo mira a distinguere e potenziare il canale dedicato all'efficienza energetica, separandolo da altre detrazioni, poiché è inaccettabile che interventi di efficientamento finiscano in un'unica agevolazione indifferenziata che incentiva allo stesso modo il rifacimento di un bagno e il miglioramento delle prestazioni energetiche di un edificio: la filiera dell’efficienza, decisiva per gli obiettivi di riduzione di emissioni e consumi, necessita di un canale preferenziale. Un secondo emendamento propone di reintrodurre, pur in un perimetro rigoroso e selettivo, i meccanismi di cessione del credito e sconto in fattura, riconoscendo che, sebbene il Governo sia meno disponibile su questo punto, non si può buttare via ciò che di buono c’era nel meccanismo del superbonus, e le riqualificazioni energetiche vanno rese applicabili su larga scala e soprattutto dotate di una visione di medio-lungo periodo. L'errore da evitare, ha concluso, è replicare misure brevi e brucianti come quelle passate, ma la soluzione non può essere la totale assenza di visione a cui si sta assistendo: occorre tornare a un
tavolo con tutte le categorie e ridisegnare insieme un piano credibile e stabile.
LA VISIONE STRATEGICA
In linea con le preoccupazioni di Cortexa, anche Emanuele Ferraloro, presidente di Federcostruzioni, che ha evidenziato il ruolo assolutamente centrale dell’efficientamento energetico per il settore. Ferraloro ha rimarcato che la tecnologia, il buon sapere e il buon fare sono assolutamente determinanti quando si tratta di coibentare correttamente gli edifici, in quanto riscontri e studi confermano che la resa di questo tipo di interventi, in termini di risparmi e ritorni economici, è uno degli elementi cardine dell’efficientamento energetico, quello che dà i risultati migliori, rappresentando il primo passo per raggiungere gli obiettivi della direttiva Epbd. Il principio è che la forma più efficace di risparmio è il non consumo, e per questo è fondamentale intervenire sull'involucro
ALCUNI MOMENTI
DEL DIBATTITO CHE
SI È TENUTO A MILANO
CASA green
L’evento alxore
dell'edificio secondo il principio Energy Efficiency
First, un approccio supportato dal terzo sondaggio sulla sostenibilità in edilizia (Centro Studi Cortexa) che rivela come il Sistema a Cappotto sia proposto da circa l’88% dei progettisti italiani. Tuttavia, Ferraloro ha insistito sulla necessità di un cambio di passo a livello legislativo, con leggi snelle, veloci ma soprattutto attuali e di strategia, con una visione a lungo periodo.
ENERGY EFFICENCY FIRST
LEGNO E SOSTENIBILITÀ
L’obiettivo è difendere il principio cardine Energy Efficiency First, secondo Christoph Stolz, Eae Board Member Public Affairs. Ma è minacciato dall’instabilità politica e dalla confusione legislativa a Bruxelles: lo testimonia l’eliminazione temporanea di un esplicito riferimento in una bozza di proposta sulla legge europea climatica. Stolz ha criticato il ritardo dell’avvio dell’Ets 2, affermando che questa incertezza rende impossibili le decisioni aziendali. Ha respinto con forza l’argomento fuorviante secondo cui sostituire un sistema di riscaldamento sia più efficace o economico rispetto al miglioramento dell’involucro edilizio, invitando i leader del settore a intensificare gli sforzi di lobbying.
BEST PRACTICE
In ogni caso, sono i fattori di successo che guidano la riqualificazione. E si raggruppano in tre categorie, nella visione di Adrian Joyce, Campaign Director di Renovate Europe: legislazione e regolamentazioni (come gli standard obbligatori Meps e il target del 3% per gli edifici pubblici); Incentivi (sovvenzioni, prestiti e l’aumento del valore della proprietà, stimato nel 3-4% per ogni gradino di miglioramento energetico); e altri elementi (come la sicurezza strutturale e l’accessibilità). Per essere vincenti, i programmi devono supportare misure multiple, avere un finanziamento stabile e continuo (evitando programmi stop-and-go), garantire la consulenza tecnica attraverso sportelli qualificati e prevedere la certificazione degli installatori. Joyce ha citato diversi esempi replicabili: i Paesi Bassi, dove gli standard obbligatori hanno portato il 75% degli uffici sopra i 100 metri quadrati alla classe C o B in pochi anni; il Portogallo, con la sua rete efficace di Sportelli Unici che raccolgono dati in un learning network; e la Repubblica Ceca, con il programma di risparmio, attivo ininterrottamente dal 2009 e finanziato in gran parte dai ricavi dell’Ets. Infine, l’uso strategico dei Fondi di Coesione ha visto circa 20 miliardi di euro destinati alla riqualificazione energetica in diversi Stati membri, con l’Italia che utilizza il 26% di questi fondi per il settore residenziale. Insomma, di fronte a crisi geopolitiche, climatiche e di competitività, l’edilizia efficiente è la risposta più logica e il pilastro per la sicurezza energetica euro-
FILIPPO COLONNA, RESPONSABILE DEL GRUPPO ADVOCACY CORTEXA
EMERGENZA CASA
Un dibattito sulla sfida dell’edilizia residenziale accessibile (Affordable Housing) ha visto confrontarsi Franzosi, Joyce e Stolz. Con un focus su una doppia emergenza: la povertà energetica e la povertà abitativa, o crisi della casa accessibile. Sono state definite la povertà energetica come una sfida a mediolungo termine che richiede l’uso combinato di strumenti tecnologici, finanziari e sociali, mentre la povertà abitativa è un’emergenza che sta negando ai giovani neolaureati e l’accesso alle città europee, minaccia il futuro stesso della vitalità urbana. Per rispondere a questa emergenza abitativa a breve termine, sono stati identificati tre livelli di risposta necessari. Sul piano tecnico-tecnologico, è stato suggerito di superare l’idea di un unico standard di qualità dell’abitare, ammettendo che possano esistere più livelli e standard per permettere l’uso temporaneo degli spazi e trovare soluzioni immediate. Sul piano finanziario, è stato sottolineato che, sebbene i fondi pubblici siano indispensabili per il patrimonio pubblico, è cruciale attivare il capitale privato attraverso strumenti di leva finanziaria, un compito che spetta alla politica attraverso la definizione di una missione chiara e attrattiva. Infine, sul piano sociale, è stata evidenziata una forte resistenza al cambiamento e una conseguente
crisi politica, dovuta alla mancata cura della relazione con le comunità locali. Questo scollamento impedisce al mercato di cogliere le opportunità insite nel bisogno irrisolto di nuove soluzioni abitative. È stato poi posto l’accento sulla mediazione necessaria tra obiettivi pubblici e privati. L’impact investing offre una grande opportunità finanziaria, ma richiede un traduttore o mediatore culturale che sappia parlare la lingua delle persone, dei territori e, al contempo, quella degli investitori. Questo lavoro di mediazione è fondamentale per associare la necessaria remunerazione del capitale con gli obiettivi delle comunità. In un’epoca di eccesso informativo e di confusione tra le fonti, dove l’incompetenza non è superata dalla sola disponibilità di dati, è stata quindi invitata l’industria ad assumere un ruolo formativo e di responsabilità come corpo intermedio, facilitando il dialogo tra tutti gli attori coinvolti, non solo tra pubblico e privato. Il messaggio finale, rivolto idealmente ai giovani, è stato quello di innescarsi e partecipare alla costruzione del loro futuro, riconoscendo che l’attuale direttiva europea, come la celebre onda di Kanagawa del pittore giapponese Katsushika Hokusai, ha una forma e una direzione, ma la navigazione dipende dalla responsabilità collettiva di tutti i partecipanti.
pea. La sfida ora è replicare i successi, semplificare le normative e garantire stabilità finanziaria per tradurre l’ambizione in azione immediata e di qualità.
PIÙ ABITAZIONI, MA ISOLATE MEGLIO
La giornata è proseguita con la sessione sul Green Deal ha avuto come momento clou il key note del Commissario europeo per l’energia e le politiche abitative Dan Jørgensen, seguito da un intervento sulle buone pratiche condivise di Adrian Joyce (Secretary General of EuroAce - Energy Efficient Buildings) e un dibattito sull’Affordable Housing con Juri Franzosi, direttore generale di Lombardini22, assieme a Joyce e Stolz. Le sessioni tecniche hanno messo gli Etics al centro: Diego Marcucci (Eae Board Member) e Sebastian van Droogenbroeck (Director Façade and Clay Pavers bij Wienerberger) ne hanno esplorato il potenziale architettonico. La cruciale discussione sulla sostenibilità e l’economia circolare ha visto l’intervento di Antonio
Radaelli (Marketing Director di Saint-Gobain Italia), Jesús Ocaña Corral (Team Lead Sustainability Business Development Styrenics at Basf) e Jakub Stefaniak (in rappresentanza di Eumeps, organismo promotore di soluzioni Eps) sul ruolo, tra gli altri, dell’Eps grigio. Clemens Hecht (Presidente della Commissione Tecnica di Cortexa e Chair of Technical Committee di Eae) ha introdotto esempi di riqualificazione e approfondito il tema della durabilità con Sebastian Dantz (Technical Manager at Vdpm, Germania) e Federico Tedeschi (Presidente della Commissione tecnica di Cortexa e Chair of Technical Committee di Eae). Infine, l’attenzione sui dettagli costruttivi e l’eliminazione dei ponti termici hanno coinvolto esperti come Marco Cannone (Managing Director at Rawlplug), Pawel Polak (Responsabile dello Sviluppo del Mercato Globale per gli Etics presso KLIMAS), Marco De-Lazzari (Responsabile vendite unità di Mercato Costruzioni Ejot Italia ) e Sabine Linner (Managing Director at K-Uni, Austria).
SOSTENIBILMENTE
PAOLO CALIARI
PORTE APERTE PER IL CASTELLO
Coniugare l’attenzione al paesaggio e al patrimonio con soluzioni in grado di migliorare la fruizione e l’identità culturale del Castello di Lombardia, che a dispetto del nome si trova a Enna, Sicilia. È l’intervento di rigenerazione urbana promosso dal Comune e realizzato con fondi Pnrr. Il progetto, sviluppato dall’architetto Andrea Caporali, coordinatore del team composto dall’architetto Adriano Furma e dalla paesaggista Roberta Andaloro dello studio Omphalos, ha coinvolto l’intera area che sale verso la fortezza. L’obiettivo era un approccio rispettoso dei vincoli storico-archeologici, ma anche orientato alla sostenibilità e alla connessione tra i beni monumentali e il tessuto urbano circostante. Il Castello di Lombardia è tra le fortezze medievali più estese e meglio conservate in Italia. Un aspetto particolarmente curato dell’intero progetto ha riguardato l’illuminazione. Ogni area del complesso monumentale ha richiesto una soluzione illuminotecnica specifica, pensata per dialogare con il contesto e valorizzarne le caratteristiche architettoniche e paesaggistiche, con scelte per l’outdoor molte delle quali progettate e personalizzate dall’azienda fornitrice Platek. È stata adottata anche un’ottica stradale per i camminamenti e
una diffondente per valorizzare le superfici murarie, mantenendo coerenza visiva e comfort percettivo in ogni area. Un altro intervento ha riguardato la rimozione dell’asfalto e realizzazione di una nuova pavimentazione in pietra di Custonaci. La filosofia del progetto è stata creare una nuova pavimentazione in sostituzione dell’asfalto staccando il pavimento dal Castello con la creazione di una fascia di rispetto in ghiaia. Soluzione questa che ha consentito di avere un taglio di pavimentazione regolare e nello stesso tempo di mettere in risalto il monumento. È stata migliorata anche l’accessibilità per le persone con disabilità, assieme a una riqualificazione del viale Nino Savarese e della zona di collegamento con la Rocca di Cerere. La conclusione di un primo stralcio dei lavori è avvenuta a giugno 2025. Ma l’opera non è ancora conclusa: sono previsti la realizzazione di un’area sotterranea che includerà servizi igienici, biglietteria, bookshop e un piccolo bar, ulteriori lavori di restauro, a partire dal cortile delle vettovaglie, e si valuteranno gli interventi interni per renderli fruibili. L’obiettivo finale è rendere il castello un’attrattiva culturale e turistica sempre più fruibile, preservando al contempo la sua integrità storica e paesaggistica.
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HOME AUTOMATION
GUERRA A TRE PER I DISPLAY CON L’AI PER LA CASA
È iniziata la guerra dei display smart per la casa. E delle videocamere connesse in rete: un occhio che sorveglia quanto avviene tra le mura domestiche. Ha iniziato Amazon, che a New York ha presentato una nuova linea di prodotti Echo, con quattro dispositivi: Echo Dot Max, Echo Studio, Echo Show 8 ed Echo Show 11. Sono destinati all’abitazione e promettono potenza di elaborazione e un audio premium, oltre a un design rinnovato e, ça va sans dire, un’esperienza di intelligenza artificiale generativa di nuova generazione tramite Alexa+. Per far funzionare i nuovi assistenti digitali c’è Omnisense, una piattaforma sensoriale proprietaria di Amazon, che utilizza una combinazione di segnali e sensori. I dispositivi, inoltre, hanno una fotocamera da 13 megapixel, ultrasuoni, radar wi-fi e accelerometri.
In campo c’è anche Google. In via semi ufficiale ha fatto sapere di puntare su uno smart display per il suo digital home assistant, che ora sarà connesso con l’intelligenza artificiale della piattaforma proprietaria Gemini, che può utilizzare sia i comandi vocali sia il touch screen. Anche lo smart display di Google potrà includere videocamere, per sfruttare la computer vision di Gemini. Google ha già annunciato nuovi dispositivi domotici, incluso un nuovo smart speaker, per rispondere alla linea Echo di Amazon, che però utilizzano la Gen AI di Alexa Plus.
Squilli di guerra digitale che non hanno lasciato indifferente Apple, che starebbe sviluppando una nuova linea di dispositivi domestici con videocamera di sicurezza per interni e display per il controllo degli elettrodomestici. E qualcuno si spinge a ipotizzare anche un robot da tavolo dotato di motori e sensori di movimento. Anche se Apple è impermeabile alle indiscrezioni, secondo quanto filtrato i tre dispositivi sarebbero prodotti da subito in Vietnam. Prima per il nuovo hub domestico della Mela, mentre il robot sarebbe previsto nel 2027. Per realizzarlo Apple potrebbe collaborare con Byd, azienda cinese nota per le auto elettriche: si dovrebbe occupare delle fasi di assemblaggio finale, test e confezionamento. In ogni caso, il primo dei nuovi dispositivi di Apple in arrivo sarà un display per la casa, progettato per essere un centro di controllo per musica, comunicazioni e automazione domestica. Il lancio sarebbe già fissato per la primavera 2026.
Giuseppe Rossi
DIGITAL HOUSE
AUTOMAZIONE
IN CASA ARRIVA IL ROBOT DOMESTICO
Si moltiplica sul mercato l’offerta di androidi capaci di svolgere le funzioni di un cameriere. Anche grazie all’intelligenza artificiale
Stefano Lavori
Anche se sembra un orizzonte lontano, come era fino a dieci anni l’idea di un’auto elettrica, si avvicina il momento di scegliere quale robot domestico utilizzare in casa. Sarà, forse, l’ultimo capitolo della home automation: un androide capace di svolgere tutte le mansioni più noiose di governo dell’abitazione. I tempi sembrano quasi maturi: per un androide-cameriere manca ancora l’ultimo tratto di strada, ma l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa sembra essere lì per aiutare i robot a colmarlo. Il caso più recente è quello di Neo Gamma, sviluppato dalla statunitense 1X Technologies. È stato presentato come il primo robot umanoide progettato per l’uso domestico diretto. È alto 1,68 metri, pesa circa 30 chilogrammi e, in teoria, può svolgere lavori domestici come piegare il bucato, riordinare e recuperare oggetti, sollevare oggetti pesanti e rispondere a comandi vocali naturali. I suoi sistemi visivi e audio consentono il riconoscimento degli oggetti, la conversazione e il monitoraggio a distanza, mentre la morbida fodera con cui è ricoperto riduce il rischio di danni accidentali. Quando scarica la batteria si collega da solo con l’alimentatore, proprio come i comuni robot-aspirapolvere. La prova su strada, però, ha dimostrato che Neo non è ancora abile come dovrebbe. L’azienda che lo propone in vendita (per ora in prenotazione a circa 20 mila dollari) sostiene però che grazie all’intelligenza artificiale il robot è in grado di imparare giorno dopo giorno a svolgere quello che gli si chiede. Bisogna, insomma, avere la pazienza di insegnaglielo. Ma Neo non è l’unico esempio di robot domestico. Da tempo l’estroverso e controverso Elon Musk ha annunciato l’arrivo di Optimus, altro robot che dovrebbe integrarsi nella vita domestica, capace di svolgere diverse faccende in modo autonomo, come portare fuori la spazzatura, sparecchiare la tavola, mescolare il cibo in pentola con un mestolo e passare l’aspirapolvere in modo naturale.
Optimus non è però ancora disponibile sul mercato, ma il prezzo dovrebbe essere nel range di 20-30 mila dollari. Un’altra azienda, Unitree Robotics, ha presentato invece Unitree G1, altro androide umanoide progettato per rivoluzionare l’assistenza: costa a partire da 16 mila dollari (sono disponibili diverse configurazioni) e promette assistenza nelle faccende domestiche, manipolazione di oggetti, supporto in ambienti industriali, capacità di interazione vocale, riconoscimento dei gesti e apprendimento adattivo. Il robot è alto circa 1,27 metri e pesa 35 chilogrammi. Ancora: Neura Robotics ha sviluppato 4NE-1, altro androide progettato per integrarsi nella vita quotidiana delle persone. Vanta capacità di camminare, girarsi, piegarsi, assistenza nelle faccende domestiche, supporto in ambienti industriali, interazione con gli esseri umani tramite comandi vocali, gesti e riconoscimento delle emozioni. È alto 1,70 metri e pesa 60 chilogrammi. Si acquista a un prezzo variabile tra 20 mila e 40 mila dollari. Sono i primi robot, ma non saranno gli ultimi.
HIGH TECH
UN ROBOT PRONTO PER CASA O AZIENDA
Si chiama Figure 03 ed è la terza generazione di robot umanoidi della californiana Figure. Il robot funziona con una Intelligenza artificiale chiamata Helix, progettata per collegare visione, linguaggio e azione. Grazie all’Ai il robot osserva, comprende e impara dai gesti umani, migliorando progressivamente le proprie abilità, proprio come un essere umano. L’androide ha dita con sensori tattili capaci di rilevare pesi e forze fino a tre grammi di pressione: una sensibilità che permette al robot di afferrare oggetti fragili o di forme irregolari senza romperli o farli cadere. In più, una piccola telecamera integrata nel palmo consente al robot di percepire anche quando le mani coprono la visuale principale, per esempio quando infila un oggetto in un cassetto. Figure 03 può lavorare a casa o in ambienti aziendali, spostando oggetti, gestendo piccoli compiti logistici o collaborando con il personale umano.
CHIP RIVOLUZIONARIO MADE IN CHINA
Chip di memoria sfruttando materiali bidimensionali da integrare direttamente nel silicio: una innovazione che potrebbe cambiare le modalità con le quali i semiconduttori sono costruiti. La novità arriva dalla Fudan University di Shanghai. La ricerca è definita rivoluzionaria, con
scoperte che potrebbero costituire uno spartiacque nell’elettronica 2D dove da tempo si studiano modalità per migliorare performance ed efficienza su scala atomica, ma si fatica ad andare oltre le dimostrazioni di laboratorio. Il chip ibrido messo a punto combina memoria flash con un controller standard, e colma efficacemente il divario tra nanomateriali sperimentali e standard di fabbricazione industriale. Architetture ibride di questo tipo potrebbero permettere di ridurre drasticamente il consumo di energia e aumentare la densità in futuri chip e processori per l’Intelligenza artificiale, permettendo di continuare a sviluppare la Legge di Moore a livello atomico.
QUALCOMM COMPRA ARDUINO
Qualcomm ha siglato un accordo per l’acquisizione di Arduino, azienda italiana nata nel 2005 a Ivrea, nota tra i makers e attiva nel settore hardware e software open source, con piattaforme accessibili a tutti. Combinando nodi produttivi all’avanguardia, grafica e computer vision e Ai con la semplicità, l’accessibilità e la community di Arduino, Qualcomm dice di essere pronta a migliorare la produttività degli sviluppatori in tutti i settori. Arduino manterrà il suo approccio aperto e lo spirito di community, offrendo al contempo una piattaforma full-stack per lo sviluppo moderno.
PRIMI PASSI PER WI-FI 8
TP-Link ha provato la nuova tecnologia Wi-Fi 8 sfruttando prototipi di dispositivi frutto di collaborazioni con altre aziende del settore. L’azienda afferma di aver raggiunto una capacità di trasferimento dati con la tecnologia Wi-Fi 8 in vista di futuri prodotti consumer. Lo standard dovrebbe migliorare non tanto la velocità, ma offrire maggiore stabilità e l’esperienza utente nel complesso: prevede sempre tre bande (2,4 GHz, 5 GHz, 6 GHz), con larghezza massima teorica di 320MHz, velocità di picco di 23Gbps, un aumento minimo del 25% del throughput in condizioni difficili, una riduzione del 25% della latenza al 95% e una diminuzione del 25% dei pacchetti persi durante il roaming. Tra i vantaggi ci sono il roaming senza interruzioni (riduzione di latenza e perdita pacchetti durante lo spostamento dei dispositivi tra vari access point) e la copertura ai margini di rete anche con segnale debole o in presenza di interferenze.
QUANTUM COMPUTER IN LOMBARDIA
Quantum computer in Lombardia con QAlliance, nuova iniziativa congiunta fondata da IonQ e D-Wave, due delle società più note nel settore, con la partecipazione di scienziati indipendenti e il sostegno delle istituzioni italiane.Obiettivo: creare in Lombardia il più potente hub quantistico del mondo, all’interno di un ecosistema aperto, responsabile e sostenibile. La nascita della Q-Alliance è stata definita in un memoramdum d’intesa firmato in occasione del Digital Innovation Forum a Como. La Lombardia disporrà così di una nuova infrastruttura di rilevanza globale. Gli obiettivi sono ambiziosi: accelerare la scoperta scientifica, la trasformazione industriale e la sovranità digitale.
BETONGUAINA: il massimo per
Ideale anche su supporti bagnati, resistente ai raggi solari e alle intemperie quando lasciata a vista, pedonabile, perfetta per l’incollaggio diretto della piastrella. La versione S è certificata come impermeabilizzazione primaria.
BETONGUAINA E BETONGUAINA S: È IL TERRAZZO CHE LA CHIEDE!