YouBuild dicembre-gennaio 2020

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Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.

N° 14 - DICEMBRE / GENNAIO 2020

ISSN 2532 - 5345

YouBuild

TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI

SPECIALE

Cambiamento climatico e architettura TAIWAN

Due gemelli per il bosco verticale

ARCHISTAR

Ospedale in Uganda con Renzo Piano

Brianza Plastica Riqualificazione estetica ed energetica con facciata ventilata


3

Resistenza all’effrazione classe 3

Trasmittanza termica 1,3 a 0,6 w/m2k

Abbattimento acustico 46 dB Tenuta all’acqua classe 8A Resistenza alla corrosione classe 4 Permeabilità all’aria classe 4 Resistenza al vento C5

II

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Mapeguard UM 35 ®


YB YouBuild

TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI

ANNO 5 - NUMERO 14 - DICEMBRE / GENNAIO 2020 Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore S.r.l. Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 - info@vgambinoeditore.it ISSN 2532 - 5345 Direttore responsabile / Publisher VIRGINIA GAMBINO virginia@vgambinoeditore.it Direttore Editoriale / Editorial Director LUCA MARIA FRANCESCO FABRIS Coordinatore editoriale / Editorial coordinator GIACOMO CASARIN Comitato scientifico / Scientific Committee EZIO ARLATI (Politecnico di Milano), GIAN LUCA BRUNETTI (Politecnico di Milano), ANNA FRANGIPANE (Università di Udine), FAN FU (Beijing University of Civil Engineering and Architecture), WENJUN MA (Shanghai Jiao Tong University), GARRY MILEY (Waterford Institute of Technology), LJUBOMIR MIŠČEVIĆ (University of Zagreb), EMANUELE NABONI (Royal Danish Academy of Fine Arts KADK), MATTEO UMBERTO POLI (Politecnico di Milano), PAOLO SETTI (Politecnico di Milano), VASO TROVA (University of Thessaly), ILARIA VALENTE (Politecnico di Milano), SERGIO ZABOT (Politecnico di Milano) Collaboratori / Contributors VALENTINA ANGHINONI, GIOVANNI ARGENTO, RICCARDO MARIA BALZAROTTI, MICHELE CARRADORI, GIACOMO CASARIN, ELENA COMMESSATTI, EMILIA CORRADI, CASSANDRA COZZA, ERNESTO FAVA, DARIO IMPARATO (FOTOGRAFO) ANDREA MUZIO, ANDREA OLDANI, FRANCO SARO, GERARDO SEMPREBON Impaginazione e grafica / Layout and graphics RAFFAELLA SESIA

Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 21,00 - Copia singola € 7,50. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/ category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento

Responsabilità / Responsability : la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Periodicità / Frequency of publication: trimestrale - 4 numeri/anno. Poste Italiane Spa - Sped. In a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Trento. Registrazione / Registration: N. 343 del 04-12-2015 del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, informiamo che i dati personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da Virginia Gambino Editore Srl. Telefonando o scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003. 2

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N°14 - DICEMBRE / GENNAIO 2020

SOMMARIO EDITORIALE

SENIOR HOUSING Residenze per anziani 40

CONTENT ABSTRACTS 10

FIERE Carsaie 2020 per architetti 46

Fiducia nel futuro 9

AGENDA 2020 12

ATTUALITÀ RECUPERI In chiesa come a casa 14 CENTRO PEDIATRICO Piano di cura in Uganda 20 TAIWAN Boschi verticali crescono 26 SPAGNA Un rifugio en la viña 34

14

POZZA MATTEO & C Il nostro cantiere è fuori cantiere 50 SIRIA Ci vuole fibra per ricostruire 52

STORIA DI COPERTINA BRIANZA PLASTICA Estetica efficiente con isotec parete 56

INTERMEZZO LA VERA APPARENZA

89 Light 60


STACBOND + AURUBIS composite panel with copper

color: Nordic Royal

RIVESTIAMO L’ARCHITETTURA

Scatto delle ultime lavorazioni del progetto di ampliamento del cimitero di Bolzano (BZ) foto di Dario Conci Per maggiori info, visita il nostro sito : www.allpewa.com


SOMMARIO

N°14 - DICEMBRE / GENNAIO 2020

76 SPECIALE CLIMA ARCHITETTURA Climate change, istruzioni per l'uso 66 CLIMA Il comfort si allea alla sostenibilità 72 CLIMA Cina, dal rosso al green 76

COME SI FA EDILTEC Norcia riparte dalla sicurezza 84 ARTE + PARTNERS Un legno da design per architetti 88

100

ECLISSE L'estetica del silenzio 90 BERNER La finestra? È di servizio 94 ISOLMANT Arriva Isolseismic, l'anti scossa 98

INTORNO DANIMARCA Design in casa panda 100

UNDER 40 ARCHITETTURA Tutti a scuola di partecipazione 106 WORLD WIDE BUILD

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122

OVERVIEW

120

EVENTI & NOTIZIE

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ARCHILEGGERE

124

ARCHITECH

126

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YB YouBuild

EDITORIALE

TENDENZE E ATTUALITÀ DAL MONDO DELLE COSTRUZIONI

Fiducia nel futuro

di Luca MF Fabris

Siamo appena entrati nel primo anno della terza decade del nuovo millennio e tutto sommato quello che vediamo non sembra poi portarci grandi venti di novità. Purtroppo. Sempre venti di guerra, sempre politica stridente, sempre un’eco di problemi economici che arrivano e sembrano non vogliano più lasciarci. Ma, eccoci qui, belli vispi e con tutto l’entusiasmo possibile perché noi di YouBuild siamo sempre sicuri che il presente vada vissuto al meglio, vada analizzato e vada soprattutto compreso, mantenendo un orizzonte quanto si può più ampio per adattarsi, modificarsi ed essere pronti ad affrontare il mondo nella sua interezza, non nella sua particolarità. Francamente vorrei sentire parlare di piani di crescita e di investimento sullo studio, sulla ricerca e sul lavoro che tengano in conto veramente il valore potenziale altissimo espresso dai giovani e che ne garantiscano le possibilità di crescita e sviluppo nel prossimo futuro: saranno loro a tutelarci e a governarci un domani. È la giovane generazione che deve trovare una sua via propria per «rivoluzionare» questo mondo che io, malgrado tutto, forse perché nato in un momento felice, quello del boom economico, non riesco vedere privo di quel senso di peace and love che i miei genitori mi hanno insegnato. Stanno troppo su internet o su TikTok? Forse noi stavamo troppo davanti al televisore. Tutti dovremmo avere l’opportunità di crescere bene in questo mondo così ricco di possibilità e, se ben si guarda, di positività. Dobbiamo dare chance al futuro. In questo numero trovate molti spunti che ribadiscono questo concetto, a partire dal bellissimo progetto di Renzo Piano Building Workshop con TAMassociati per l’Ospedale pediatrico di Entebbe, in Uganda: una soluzione di architettura molto avanzata e tutta made in Italy, che riscopre le tecniche antiche portandole verso una nuova evoluzione. Le foto desaturate e quasi ermetiche, ma al tempo stesso così comunicative, di Simone Bossi ci accompagnano nella scoperta della riqualificazione della Chiesa del Buon Ladrone e in quella della scuola Enrico Fermi di Torino (entrambi i progetti vincitori recentemente di concorsi qualitativi). E la natura che si mette in gioco con l’architettura nella nuovissima realizzazione residenziale Skygreen a Taichung (Taiwan) dell’importante studio Woha e la nuova casa per la coppia di panda dello zoo di Copenaghen, progettata da Big: due architetture che si pongono al limite tra architettura e architettura del paesaggio. Mentre il nostro bravo Giacomo Casarin ci presenta un report per capire un po’ di più cosa sta avvenendo in Cina, alle soglie dell’attuazione della coscienza ecologica applicata all’architettura e ci regala un’anticipazione dei contenuti e dei temi di Klimahouse 2020. Questo nuovo anno si apre inoltre con l’ampliamento delle nostre rubriche. Da questo numero, infatti, Michele Carradori, ci accompagnerà nel mondo della progettazione Bim: gli diamo il benvenuto a bordo, tutti impareremo qualcosa dalla sua esperienza. E continueremo a apprendere anche con tutte le altre storiche rubriche che contribuiscono a fare di YouBuild una piattaforma aperta, attenta e flessibile alla lettura e alla critica del mondo dell’edilizia a tutto tondo.

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Content abstracts traduzioni di Ernesto Fava

CLOSE TO BOLOGNA, CHURCH WHERE YOU CAN FEEL AT HOME The Church of the Good Thief recently inaugurated in San Lazzaro of Savena. It is the result of a 9 years participative project including the client, the designer and the community, managed through the joint action of three architecture studios: INOUTarchitettura, LADO architetti and LAMBER + LAMBER.The name has been inspired by that redemption message which is a direct consequence of the inclusion of some inmates from La Dozza Prison in Bologna.The project is characterized by the recovery of the existing construction, previously used as a house of worship, through the addiction of the new volume of the Church, where it is possible to enter by passing through new accesses inside the folds of the perimeter walls. By breaking the perpendicular geometries which characterize the formal rigidity of the other buildings, these walls’ movements are able to generate new irregular spaces, hosting the worship ancillary facilities.The architectural gesture is characterized by the beam of light, from the earth to the sky to the earth again, spreading along the whole construction axis, which recalls the Gospels’ narration of the tear in the veil. Both internally and externally, the Church is constituted by candid surfaces, finished with plasterboards outdoor, varnished metal sheet and white plaster indoor. The floor finishing is made of oak parquet and the liturgical elements (the altar, the ambo, the font) are built in selenite, a crystalline stone, typical of the Hills of Bologna.

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RPBW AND TAMASSOCIATI, A HEALTHCARE STRATEGY IN UGANDA Emergency built a center of excellence in pediatric surgery in Entebbe, Uganda. It’s a modern 10.000 square meters medical facility, designed by Renzo Piano Building Workshop and TAMassociati.The complex is composed by four pavilions: two main adjacent volumes, located along the east-west axis, closed by a third one on the

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eastern side to define a wooded court which represents the focal point of the whole building perspective. Inside, the hospital contains 72 patient rooms, three operating rooms, the intensive care unit, the diagnostic labs and all the ancillary facilities like pharmacy, canteen and laundry.The volumes follow the natural shape of the site landscape.Thanks to this choice, two floors of each building are alternatively built above and below ground. The excavated soil has been used to construct the structural perimeter rammed earth walls (pisé).The above mentioned traditional and low-cost technique is accompanied by high-tech elements: a thin steel shelter protects the volumes from sunlight, holding approximately 2600 solar panels.The high-efficiency windows are integrated with solar shading systems.

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SENIOR HOUSING, VERY YOUNG BUSINESS It’s nothing new: Italy is getting old. According to the analysis of the real estate observatory in Nomisma, the over 65 population percentage will increase from 22,6% of 2018 to 34,3% of 2060.The Senior Housing business, which is spreading in countries such as United Kingdom, Germany and France, is still little-known in Italy. Nevertheless, it begins to capture investors’ interest: In 2018, the business volume was around 400 million euros but, according to the most moderate hypothesis, it could attract capitals to invest in new structures for an amount of 15-20 billion by 2035. Some innovating structures have been experimented today, especially in the North of Italy, where Picco Architetti architecture studio is the most qualified in the Senior Housing design field.The two most remarkable projects are: a new construction in Salzburg region, Austria, winner of an international architecture competition, and the recovery of an historical construction in Lanzo Torinese. Both the designs manifest the architectural experimentation pursued by Picco Architetti studio, ranging from housing to a more touristic model: the common element is characterized by the combination of residential care units (for people who cannot do their ADL activities normally) with housing facilities for active seniors, characterized by more customizable units.

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EFFICIENT AESTHETICS WITH ISOTEC PARETE

The Donatella House restoration, in the province of Frosinone, mostly focused on the facades reorganization, made through the openings extension and the use of a modern ceramic finish. Isotec Parete, from Brianza Plastica, has been chosen as thermal insulating system for facades to support the porcelain tiles. It consists in a self-extinguishing rigid polyurethane foam, finished with a waterproof envelope in goffered aluminum sheet, made supporting through slotted steel profiles, completely integrated with the panels, able to handle the finishing weight and, in particular, capable to shape the air chamber for the ventilated façade. “The result is a flexible and functional envelope, adaptable to every architectural solution” explains Simone Prunuri, product manager of Brianza Plastica, to the Youbuild team. Not forgetting that, together with all the company’s insulation systems, Isotec Parete contributes to the achievement of credits and prerequisites in the Leed V4 certification system.

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CHINA POLICY FROM RED TO GREEN Today, China represents both the most polluting country in the world and the one which invests the biggest GDP amount in environmental sustainability. First: by analyzing the demographic structure of Asia, the world record clearly appears. According to the official estimates of the United Nations, there will be a continuous growth from the 4.55 billion people in 2017 to the 5.26 billion by 2050. Second: from the 1 billion of 1980, China counts around 600 millions of people living in rural areas today (around 42% of the whole country population).This is caused by 40 years of intense migrations to the cities, which are experiencing a huge expansion.The Chinese urbanization rate today reaches the 58,5% against the

16% of 1980. Smog, traffic and inefficient logistics are the critical issues of today’s China. Actually, coal still represents the 55% of the energy consumption, against the 15% in Europe. Nevertheless, the Country’s policy is reactive and it is quickly turning into sustainable strategies: for example, the 30% of all the public transportation will be electric by 2020. Obviously, there is an economic interest in investing in sustainability: green economy covers the 8% of the Chinese GDP, which means a monetary amount of about 740 billion euros.

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TORINO, A SCHOOL OF PARTICIPATION FOR EVERYONE The renovation of the Enrico Fermi 1st grade secondary School in Torino, whose existing construction was designed in 1965 by Augusto Romano and Sergio Nicola architects, is part of a wider design vision, focused on the empowerment of the Italian educational system. The tender, launched in 2016, was awarded by BDR Bureau architecture studio, from Torino. The project consists both in the extension of the existing and its functional/aesthetic reorganization. The central atrium, core of the construction, recollects and organizes multiple accesses to different functions. It allows to access to public facilities on the ground floor, like gym, cafeteria and library/auditorium. The outdoor space also has been conceived to promote a more collective use. All these strategies reinvent the school towards a service for the town, according to the idea of community school, where people become an integrating element of the educational process. Furthermore, the terraces, closed with a thin metal mesh, are conceived as integrating part of the didactical activity. Meanwhile, the other facades are made through an alternation of wide glazed surfaces and opaque walls, finished with plaster in variable grain size, generating enjoyable different depths. In short, BDR Bureau has been able to develop an efficient model which stimulates a reflection on cultural and pedagogical issues connected to Education and community life improvement.

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2020 in mostra 22-25 gennaio

Il fotografo bolognese Paolo Gotti si misura con un

costruzioni. La fiera si svolge in contemporanea ad

KLIMAHOUSE 2020

tema complesso, quello del superamento di limiti e

Asphaltica e a Transpotec Logitec, rassegna dedica-

barriere, siano essi geografici, geopolitici, culturali, so-

ta a trasporti e logistica

Bolzano, Fiera

ciali o mentali. In paesaggi esotici e lontani alle estremità del pianeta: dall’Islanda alla Bolivia, fino al Nepal

Klimahouse ispira 36 mila visitatori di tutta Italia alla ricerca di novità di settore e informa grazie

17-20 marzo

a 450 espositori e a un programma eventi con oltre 150 appuntamenti in quattro giorni. Una fie-

MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT

ra per connettere tutti coloro che credono nel costruire bene per vivere bene

Milano, Fiera Rho

2-4 aprile PROGETTO COMFORT

Catania, Centro fieristico Le Ciminiere La manifestazione Progetto Comfort anticipa le tendenze e le tecnologie in arrivo sul mercato, nonché le soluzioni più avanzate per migliorare la

19-22 febbraio

Saranno presenti in fiera tutte le più avanzate tec-

sostenibilità urbana nella logica della smart city e

PROGETTO FUOCO

nologie create per migliorare il comfort abitativo

dell’efficientamento energetico degli edifici

grazie alla gestione dei fattori chiave di benessere e

Verona, Fiera

salute. Sistemi avanzati, energeticamente efficienti e integrabili, con una forte componente rinnovabile

Fino al 9 aprile

Fino al 22 marzo

U.MANO. ARTE E SCIENZA: ANTICA MISURA, NUOVA CIVILTÀ

Progetto Fuoco è il più importante evento mondiale nel settore impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna. Alla dodicesima edizione si atten-

AT HOME. PROGETTI PER L’ABITARE CONTEMPORANEO

dono 75 mila visitatori e 800 aziende per 130 mila metri quadri di superficie espositiva

26-28 febbraio MYPLANT & GARDEN Milano, Fiera Rho

Roma, MAXXI

splorazione dell’interiorità dell’uomo all’aprirsi alla

zioni di architettura è l’evoluzione del concetto di

comprensione dell’universo che gli sta intorno

abitare dal dopoguerra a oggi, analizzato attraverso nuove figure emergenti nel panorama dell’architet-

verde e delle filiere collegate, Myplant ha raggrup-

tura internazionale

pato nel 2019 più di 730 espositori, di cui il 21% dall’estero, e oltre 20 mila operatori dal mondo,

21-25 marzo

nonché relatori di grande fama e il jet-set internazionale dei canali di vendita.

Bologna, temporary Gallery 12

gettato da Mario Cucinella Architects, è dedicato alla mano e sviluppato su più piani di lettura, dall’e-

le opere dei grandi maestri del novecento e delle

OLTRE I CONFINI

Il percorso espositivo, allestito nello spazio pro-

Tema centrale del nuovo allestimento delle colle-

Punto di riferimento internazionale del settore

Fino al 28 febbraio

Bologna, Centro Arti e Scienze Golinelli

SAMOTER Verona, Fiera

Fino al 13 aprile GIO PONTI. AMARE L’ARCHITETTURA Roma, MAXXI

La mostra è il frutto di un attento lavoro di ricerca, che mira ad aggiornare la conoscenza sulla figura di Ponti architetto, mettendo in evidenza alcuni dei

Con 56 anni di esperienza al servizio delle co-

temi guida della sua lunga attività e la sua straor-

struzioni, SaMoTer è l’unica manifestazione in

dinaria capacità di prefigurare spazi e motivi della

Italia a ospitare tutti i settori delle macchine per

ricerca architettonica

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L’avvenimento più importante? Il convegno di YouBuild il 16 ottobre

Fino al 19 aprile

Fino al 10 maggio

16 ottobre

OLIVO BARBERI. MOUNTAINS AND PARKS

SANTIAGO CALATRAVA. NELLA LUCE DI NAPOLI

IV CONVEGNO YOUBUILD Il tema del quarto Convegno YouBuild sarà la rige-

Sono oltre 50 i lavori esposti nella mostra dedicata

Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

Aosta, Centro Saint-Bénin

Verona, Fiera

nerazione urbana. Come fare a rinnovare le nostre

a Barbieri, dove per la prima volta viene presentata

città? Con solidità, utilità, bellezza. Ma i tre parame-

la sua produzione scultorea. L’esposizione ripercor-

La mostra offre una riflessione senza precedenti

tri Vitruviani si devono tingere di nuove declinazioni

re la ricerca dell’artista dal 2002 al 2019, con atten-

sui 40 anni di carriera di Santiago Calatrava e sve-

in chiave sostenibile per far fronte alle problemati-

zione verso le tematiche connesse con il paesaggio

la la sua ricca produzione artistica attraverso una

che dell’urbanizzazione moderna

e l’ambiente

prospettiva e una chiave di lettura completamente nuova: la luce, componente fondamentale di ogni

21-26 aprile

sua grande architettura

SALONE DEL MOBILE

28 settembre-2 ottobre

I numerosi espositori e le migliaia di prodotti

Bologna, Fiera

Milano, Fiera Rho

CERSAIE

proprio ruolo d’incontro commerciale, formativo e Cersaie è l’appuntamento internazionale più im-

nazionale della creatività e forum degli addetti ai

portante per chi si occupa di design delle superfici,

lavori: in media, ogni anno, oltre 370 mila presenze

ceramiche e in altri materiali, e di arredo del bagno.

da 188 Paesi

Lo dimostrano gli oltre 112 mila visitatori, di cui la metà provenienti da tutto il mondo

Firenze, Museo Novecento

Bologna, Fiera Saie, fiera delle costruzioni: progettazione, edilizia, zione il sistema delle costruzioni per confermare il

Internazionale del Mobile quale palcoscenico inter-

IL TAVOLO DELL’ARCHITETTO – MICHELE DE LUCCHI. EARTH STATIONS

SAIE

impianti, si evolve e pone al centro della manifesta-

esposti confermano il profondo valore del Salone

Fino al 30 aprile

21-24 ottobre

informativo per tutti gli operatori della filiera

3-6 novembre ECOMONDO Rimini, Fiera

30 settembre-3 ottobre

Evento di riferimento in Europa per l’innovazione

MARMOMAC

ternazionale con un format innovativo che unisce

tecnologica e industriale, Ecomondo è una fiera inin un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia

Verona, Fiera

circolare: dal recupero di materia ed energia allo Marmomac è la manifestazione leader mondia-

sviluppo sostenibile

le per l’industria del settore litico. Ne rappresenta l’intera filiera, dai prodotti grezzi ai semilavorati e finiti, dai macchinari e le tecnologie

È Michele de Lucchi il protagonista del settimo

per la lavorazione alle applicazioni della pietra

appuntamento con il ciclo Il tavolo dell’architetto

nell’architettura e nel design

curato da Laura Andreini, che vede di volta in volta coinvolti celebri progettisti, collettivi e studi di architettura del panorama contemporaneo

a cura di Giacomo Casarin YouBuild - DICEMBRE / GENNAIO 2020

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ATTUALITÀ

ITALIA

In chiesa COME A CASA A San Lazzaro di Savena (Bologna) è stato ristrutturato un edificio di culto dedicato al Buon Ladrone. Che svela una duplice natura, tra componente pubblica, spirituale, e una intima

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L

a Chiesa del Buon Ladrone recentemente inaugurata a San Lazzaro di Savena (Bologna) è il risultato di un lavoro di partecipazione e condivisione tra cliente, progettista e comunità durato nove anni, orchestrata dall’azione congiunta di tre studi di architettura: Inoutarchitettura, Lado architetti e Lamber + Lamber. La titolazione della Chiesa al Buon Ladrone allude al messaggio di redenzione che si è voluto trasmettere e mettere in pratica coinvolgendo nella fase costruttiva alcuni detenuti del carcere La Dozza di Bologna. Il progetto recupera il manufatto esistente, precedentemente utilizzato come luogo di culto, e aggiunge il nuovo edificio della chiesa e due corpi minori dedicati alla parrocchia. La disposizione volumetrica chiarisce fin da subito la duplice natura del progetto, che oscilla tra


di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University - Politecnico di Milano

Sopra, vista dal Parco della Pace. Sotto, l’ingresso

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ITALIA

L’ambiente principale. A destra, vista su uno dei volumi esterni. Sotto, prospetto sud-ovest

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una componente pubblica, spirituale ed essenziale, e una intima, domestica, frugale. Da un lato, infatti, i volumi definiscono l’ambito protetto della corte, spazio archetipico nei complessi ecclesiastici, che è qui reinterpretato come spazio vegetale alberato e risulta accessibile anche dal tetto verde dell’edificio che introduce al retrostante Parco della Pace. Dall’altro, l’arretramento del volume principale rispetto alla strada di accesso disegna il sagrato e definisce il carattere pubblico della nuova chiesa. Tale rapporto dialettico si dipana in tutto il progetto, generando spazi che invitano il fedele a mantenere una relazione misurata con le dimensioni spirituale e corporale che contraddistinguono l’esperienza liturgica.

LA FORMA INCONTRA LA SOSTANZA La massima qualità dell’essere nell’apparire: un nuovo modo di intendere lo spazio e di arredarlo. Comfort acustico e design si incontrano in isolspace per ridisegnare ogni spazio. Chiudi gli occhi e immagina, isolspace nasce per realizzare i tuoi desideri, crea ambienti su misura, adatti alle tue esigenze e alla massima soddisfazione dei sensi.

Il comfort acustico Isolmant

www.isolspace.it YouBuild - DICEMBRE / GENNAIO 2020

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ITALIA

Pianta piano terra. Sotto, una delle nicchie ricavate dalla piega del muro

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Il battistero illuminato dal pozzo di luce

LA SCHEDA Luogo: San Lazzaro di Savena (Bologna) Progettista: INOUTarchitettura, LADO architetti, LAMBER + LAMBER Cliente: Parrocchia di San Lorenzo del Farneto Progetto: 2009-2017 Realizzazione: 2017-2019 Area di progetto: 4.935 mq Superficie costruita: 1.056 mq Programma: spazi di culto e di supporto all’attività parrochiale Siti web: www.inoutarchitettura.com www.ladoarchitetti.it - www.lamber.net Foto di Simone Bossi

MOVIMENTI VERTICALI Alla chiesa si accede da ingressi ricavati nelle pieghe dei muri perimetrali. Tali movimenti, rompono le geometrie perpendicolari che caratterizzano la rigidità formale degli altri edifici ed elementi del contesto, e generano gli spazi irregolari che ospitano le funzioni accessorie alla preghiera, quali il battistero, la cappella feriale e il coro. Sono illuminati zenitalmente da pozzi e tagli di luce. L’operazione è di particolare interesse tanto nell’esito spaziale quanto nel richiamo metaforico alle classiche sequenze di cappelle e nicchie che contraddistinguono le navate laterali degli edifici ecclesiastici. È in corrispondenza della sala principale che lo spazio riacquista unitarietà, definendo un ambiente quasi quadrato che raccoglie gli scranni dei fedeli, in grado di accogliere 300 uditori, disposti a semicerchio attorno al fulcro della stanza: l’altare. Il gesto architettonico che contraddistingue la chiesa è il taglio di luce, da terra a cielo a terra, che corre continuo lungo l’asse dell’edificio e allude, come suggerito dagli autori, allo «squarcio nel velo del tempio» narrato nei Vangeli.

SUPERFICI CANDIDE Sia internamente sia esternamente le superfici della chiesa sono candide, finite rispettivamente con cartongesso, lamiera di alluminio verniciata e intonaco bianco. Costituiscono un’eccezione la matericità del pavimento in parquet di rovere e quella dei fuochi liturgici (l’altare, l’ambone, il fonte battesimale) elementi lapidei in selenite, un gesso cristallino caratteristico delle colline bolognesi. Illuminati da generosi pozzi di luce, sono gli unici, e pertanto preziosi, accenti progettuali, presentati come elementi puri estratti dalla Terra. La Chiesa del Buon Ladrone propone un’architettura attenta e delicata che, insensibile alle mode del momento, traduce le richieste del programma in modo essenziale, sia nell’asciugare il proprio lessico espressivo, sia nell’introdurre un nuovo ordine di relazioni tra i materiali urbani nuovi e quelli esistenti. È grazie a questa sensibilità che il progetto riscatta il contesto e si appresta ad accogliere la vita della comunità.

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ATTUALITÀ

CHIRURGIA PEDIATRICA

Piano di cura IN UGANDA L’architetto più famoso d’Italia, assieme allo studio Tamassociati, ha realizzato una struttura ospedaliera vicino al lago Vittoria. Con l’utilizzo di una tecnica tradizionale che prevede muri perimetrali in terra battuta

N

on c’è retorica nel dire che le nuove generazioni sono il futuro, ma un semplice dato di fatto. La tutela dell’infanzia dovrebbe essere l’imperativo che guida le nostre azioni, dalla più quotidiana alla più importante. Tra quelle importanti va sicuramente inserita l’attività che Emergency conduce con solida convinzione ormai da decadi e non è un caso che uno dei progetti di punta, sviluppato con architetti e partner di livello altissimo, sia proprio dedicato alle cure dei più piccoli, trovando compimento nell’imminente apertura di un centro di eccellenza in chirurgia pediatrica a Entebbe, in Uganda.

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Murature portanti in terra battuta. © Archivio Emergency Sotto, prospetto ovest. © RPBW


di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano

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ATTUALITÀ

Sorto su un terreno di 120 mila metri quadri messo a disposizione dal governo ugandese, prossimo alle rive del lago Vittoria, a circa 35 chilometri dalla capitale Kampala, è una moderna struttura ospedaliera di circa 10 mila metri quadri. I padri di questo edificio sono lo studio Renzo Piano Building Workshop, probabilmente il più noto architetto italiano e lo studio Tamassociati, la cui esperienza nel settore della cooperazione è ampiamente consolidata.

Sezione trasversale sulla corte. © RPBW Sopra, vista aerea sud-est. © Archivio Emergency

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QUATTRO PADIGLIONI L’edificio è composto da quattro padiglioni: due corpi di fabbrica principali affiancati, disposti longitudinalmente sull’asse est-ovest, chiusi sul lato est da un terzo volume trasversale a formare una corte alberata, punto focale della prospettiva sull’edificio. Un quarto elemento, più piccolo e staccato sul lato sud, ospita l’area accoglienza e controllo accessi. All’interno dell’ospedale trovano spazio 72 posti letto, tre sale


Dettaglio della facciata in vetro. © RPBW Ph. Giorgio Grandi

operatorie, il reparto di terapia intensiva, laboratori di diagnostica e tutti i servizi accessori come farmacia, mensa e lavanderia. Sono inoltre disponibili 42 posti letto per i famigliari accompagnatori, considerando che il bacino di utenza sarà quanto più ampio possibile. I volumi si adagiano sul lotto di intervento seguendo l’andamento naturale del terreno. I due piani di ogni edificio si trovano così a volte fuori terra, a volte seminterrati. Il terreno di scavo è stato utilizzato per formare le murature perimetrali, portanti, in terra battuta all’interno di casseri (pisé). Una soluzione che caratterizza fortemente tutto l’intervento. L’utilizzo di una tecnica tradizionale, economica e che permette una gestione ottimizzata degli scavi è affiancato a

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Pianta con funzioni. © RPBW

LA SCHEDA

elementi dall’aspetto più marcatamente tecnologico: un’esile pensilina di acciaio protegge gli edifici dai raggi solari ed è allo stesso tempo supporto per circa 2.600 pannelli solari, i serramenti sono ad alte prestazioni e dotati di sistemi integrati di schermatura dai raggi. INSERITO NEL CONTESTO Il centro è stato realizzato con il supporto di maestranze locali e ospiterà, oltre alle funzioni di cura, anche un centro di alta formazione per personale medico e sanitario. Si è spesso assistito in anni recenti a operazioni di cooperazione guidate da un certo amore naïf per il vernacolare che a volte, senza dubitare della buona fede, ha ritenuto accettabili dei compromessi tecnologici nei contesti cosiddetti informali. Il grande merito di questo

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Committente: Emergency NGO Progetto: Renzo Piano Building Workshop & Studio TAMassociati Design team: G. Grandi (partner responsabile), P. Carrera, A. Peschiera, D. Piano, Z. Sawaya e D. Ardant; F. Cappellini, I. Corsaro, D. Lange, F. Terranova (modelli) Strutture: Milan Ingegneria Impianti: Prisma Engineering Landscape design: Franco e Simona Giorgetta Prevenzione Incendi: GAE Engineering Info: www.rpbw.com - www.tamassociati.org Superficie sito: 120.000 mq Superficie totale: 9.577 mq

progetto è esattamente nel saper fondere elementi di cultura materiale locale con un livello tecnologico di primordine, richiesto anche dalla particolare destinazione d’uso. Il risultato è un edificio onesto nel non nascondere la sua impronta europea e corretto nel non porsi come un oggetto avulso e calato dall’alto. In una parola è un edificio bello. Come spiega Renzo Piano: «Dobbiamo parlare di bellezza, e bellezza non è una parola leggera, è profonda e importante, non ci importa sedurre», ricordando il legame inscindibile tra le parole bello e buono in tante civiltà mediterranee.


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ATTUALITÀ

TAIWAN XXX

Boschi verticali CRESCONO

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di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University - Politecnico di Milano

A Taichung una coppia di torri ospita negozi, appartamenti e servizi accessori. E fa un uso diversificato del verde: in molti casi i balconi servono a ospitare le piante e non le persone

A

Taichung, la terza città di Taiwan, lo studio di architettura Woha ha recentemente concluso la realizzazione dello Skygreen, un edificio a uso prevalentemente residenziale commissionato cinque anni fa dal gruppo Golden Jade, con l’obiettivo di costruire un complesso abitativo ecologico nel cuore della città. Il progetto si inserisce nella scia di una serie di iniziative incentrate sul tema della sostenibilità battezzate Getaway Project Masterplan. È in questo contesto che la partecipazione di Woha, con la mostra Breathing Architecture nel 2012, ha gettato le basi di un fecondo sodalizio tra governo locale, mondo della professione Sezione trasversale. A sinistra, vista esterna. A destra, vista su prospetto est

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e mondo accademico che culmina con questo progetto. L’ideazione ha seguito criteri strutturali antisismici e ha adottato strategie di controllo climatico adatte all’ambiente subtropicale di Taiwan, con particolare attenzione all’azione dei tifoni. Situato in un’area densamente costruita, il lotto di progetto, è delimitato da una maglia stradale regolare e si affaccia, sul lato nord, su una delle arterie principali di Taichung, Gongyi Road. ARTICOLAZIONE COMPOSITIVA La volumetria insediata si divide in due torri, che a loro volta presentano un’interessante articolazione compositiva. I primi tre piani, che ospitano spazi commerciali e i servizi accessori alla residenza, cercano

Le torri, lato nord-est. A sinistra, vista esterna. A destra, le terrazze

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Pianta piano terra. Sotto, spazi comuni

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I balconi. A destra, dettaglio sulla facciata

una relazione forte con il disegno degli spazi aperti e delle aree di pertinenza. Mentre 182 appartamenti sono distribuiti nei 26 livelli delle due torri, a partire dal quarto fuori terra. Il progetto ripropone il canonico tema della tripartizione dell’edificio (basamento, corpo, coronamento) mantenendo una chiara identità materica e giocando sui rapporti tra le campiture opache e quelle trasparenti, rispettivamente i tamponamenti e le aperture. Il gioco tra regolarità e variazione assume

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TAIWAN

LA SCHEDA Luogo: Taichung, Taiwan Progettista: WOHA Cliente: Golden Jade Construction & Development Corp Progetto: 2014-2015 Realizzazione: 2015-2019 Area di progetto: 4.597 mq Superficie costruita: 61.026 mq Programma: residenziale e commerciale Siti web: www.woha.net Foto: Koumin Lee

Pianta dell’edificio al terzo piano

un ruolo chiave nella definizione delle facciate, e si ripresenta costante nelle parti principali del progetto. Per esempio, l’introduzione delle terrazze ogni cinque piani che sono disegnate con geometrie diverse per creare ambientazioni biofile in altezza, concepite come giardini a cielo aperto, ma riparati. VERDE INDOTTO In un contesto dove l’assenza di vegetazione costituisce un fattore di criticità, l’uso diversificato del verde (molti balconi servono a ospitare solo piante e non persone) conferisce unicità all’edificio e, trascendendo la scala dell’architettura, diventa elemento di landscaping urbano. Lo si evince anche dalla lettura dei prospetti i quali, pur presentando un impaginato rigido, risultano movimentati dalle strombature delle finestre. Gli elementi che determinano le facciate sono pensati per garantire un’adeguata schermatura solare

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e utilizzare il verde come elemento di filtro tra interno ed esterno. Simili rapporti sono rintracciabili inoltre nell’organizzazione delle piante, che pur mantenendo alcune configurazioni costanti, risultano variate nelle due torri in virtù innanzitutto di un sistema di distribuzione opposto, centrale e unico in un caso, laterale e doppio nell’altro. Lo Skygreen integra sia elementi ereditati dalla tradizione locale, perlopiù a livello di organizzazione planimetrica, che strategie architettoniche nuove per Taichung, come l’uso diversificato del verde, assumendo un ruolo pioneristico nella cultura architettonica locale. Uno degli aspetti più intriganti consiste sicuramente nel generoso uso di spazi condivisi dedicati ai residenti, con particolare riferimento alle terrazze. Quanto e come questi elementi saranno utilizzati dagli abitanti costituisce elemento di interesse in relazione a possibili ulteriori declinazioni nei progetti futuri.


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ATTUALITÀ

di Giacomo Casarin

SPAGNA

Un rifugio EN LA VIÑA Una casa di campagna vicino a Valencia disegnata da Ramón Esteve è la sintesi della filosofia estetica del professionista spagnolo. Cemento, legno e massima integrazione paesaggistica con i vigneti di Fontanars

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na linea attraversa che il foglio. Una traccia semplice, che fa da spina dorsale per altri segni secondari. La linea centrale diventa poi una sagoma allungata, mentre i segni puntuali si articolano in spazi, ognuno dedicato a un ambiente della casa che si va formando. Alla fine, quella linea si concretizza in un lungo guscio di cemento che racchiude un living e si interseca con scatole in legno di pino, stanze proiettate verso il panorama esterno cosparso di piante e viti. Nasce così il progetto del Refugio en la Viña di Ramon Esteve, ispirato alla tradizionale tipologia di alloggi rurali con tetto a due falde, ma caratterizzato da un nuovo concetto di spazio.

Il progetto del Refugio en la Viña di Ramon Esteve, ispirato alla tradizionale tipologia di alloggi rurali con tetto a due falde. Foto: ©spendinmagazine

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SPAGNA XXX

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PAESAGGIO SPAGNOLO Situata nel comune di Fontanars, vicino Valencia, la casa ricerca la massima integrazione paesaggistica tanto che, nella sua posizione al confine tra i vigneti e una pineta, riesce quasi a dissolversi e scomparire nella vegetazione. Per rimanere coerente con l’ambiente, il progetto si sviluppa su un solo piano e i materiali scelti sfumano nei colori della natura circostante. Le stanze di legno di pino termotrattato si staccano visivamente dal calcestruzzo bianco del volume centrale che, a dispetto del materiale utilizzato, riprende la forma a doppia falda di una casa rurale tradizionale. L’accesso all’area di progetto è costituito da un percorso che attraversa una zona piena di ulivi. Sullo sfondo si può vedere la casa, nascosta tra gruppi di cipressi, pioppi e pini, dove si può scorgere l’ingresso dell’abitazione collocato in una delle scatole lignee.

SPAZI APERTI Caratterizzato da un grande camino, lo spazio centrale in calcestruzzo costituisce una zona comune fluida alla quale sono rivolte il resto delle stanze. Un grande portico su una delle estremità dell’edificio completa il progetto e offre una zona di riposo che affaccia sul paesaggio rurale. Da una lato c’è la pineta, dall’altro i vigneti. E quando la casa non è abitata, sia le scatole che i portici possono essere chiusi totalmente. Dal punto di vista ambientale, il rifugio segue le linee guida di una casa passiva: dispone di mezzi adeguati per sfruttare fonti rinnovabili attraverso l’uso di pannelli solari e la fornitura di energia da biomassa, oltre a raccogliere e stoccare l’acqua piovana. Il risparmio energetico è ottimizzato grazie ai materiali utilizzati e all’isolamento termico della lana di roccia ad alte prestazioni. Infine, anche l’impianto di illuminazione è energeticamente efficiente grazie a un sistema di controllo che ottimizza l’uso della luce naturale.

Un grande portico su una delle estremità dell’edificio completa il progetto e offre una zona di riposo che affaccia sul paesaggio rurale. Fotograf ie: ©spendinmagazine

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SPAGNA

Gli spazi interni sono regolati dal modulo delle tavole larghe 20 centimetri che compongono le scatole di legno e dalle tracce di ugual misura delle cassaforme utilizzate per le parti in cemento. Fotograf ie: ©spendinmagazine

GLI INTERNI Gli spazi interni sono regolati dal modulo delle tavole larghe 20 centimetri che compongono le scatole di legno e dalle tracce di ugual misura delle cassaforme utilizzate per le parti in cemento. La casa è arredata con elementi progettati da Esteve alternati ad altri dal forte design, tra cui la maniglia Total di Olivari dise-

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gnata da Rodolfo Dordoni. Una maniglia geometrica, spigolosa, al limite dell’essenziale, caratterizzata da un’innovativa tecnologia che rende possibile l’assoluta assenza della rosetta, integrata all’interno di un unico blocco. Diventa così un tutt’uno il solido di raccordo tra porta e leva, la quale consiste in un semplice e sottile parallelepipedo simile a un nastro.


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ATTUALITÀ

SENIOR HOUSING

di Giacomo Casarin

Residenze per anziani

UN MERCATO MOLTO GIOVANE Cresce la richiesta di servizi per le esigenze specifiche della terza età e gli architetti si adeguano. La domanda è legata alle nuove dinamiche demografiche. Ecco i nuovi progetti

N

on è una novità: l’Italia sta invecchiando. La quota di over 65 anni della popolazione, secondo l’osservatorio immobiliare di Nomisma, passerà da 22,6% nel 2018 fino a 34,3% nel 2060. Cresceranno anche i «grandi vecchi» (oltre 80 anni) che nel 2060 rappresenteranno il 16,1% della popolazione, rispetto al 7% del 2018. Il processo, assieme ai cambiamenti degli stili di vita (per esempio, più anziani che vivono soli), porterà a una domanda abitativa sempre più diversa da quella che consociamo oggi, su cui incide anche la tendenza della popolazione a situarsi in aree strut-

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turate, ovvero funzionali dal punto di vista logistico. In quest’ottica l’Italia si posiziona al di sotto della media Europea, con una percentuale di popolazione nelle aree urbane pari al 69% (2015), che si prevede arriverà al 78% nel 2050.

Nuova realizzazione situata in Austria, nella regione di Salisburgo, esito di un concorso internazionale di architettura. © paul ott photografiert

IN EUROPA Mentre in Paesi come Regno Unito, Germania e Francia il mercato del Senior Housing è in forte espansione e ha raggiuto buoni livelli di maturità, all’interno del sistema Italia è ancora poco conosciuto. Inizia, però, ad attirare l’interesse degli investitori: nel 2018 questo segmento ha raccolto volumi per circa 400 milioni di euro, ma potrebbe attirare capitali da impiegare in nuove strutture per 15-20 miliardi entro il 2035, secondo lo scenario più conservativo. E questi numeri valgono sia che si considerino le Rsa per non autosufficienti, sia che si ampli lo sguardo verso il fenomeno di un senior housing per anziani autosufficienti. Per l’Italia il gap da colmare è ancora ampio: in Germania ci sono oltre 12 mila strutture per circa 876 mila posti letto, in Francia rispettivamente 10.500 per 720 mila, in Spagna circa 5.400 e 373 mila, mentre nel nostro Paese si contano poco più di 4 mila Rsa e poco più di 200 mila posti. È anche vero che i fattori dell’approccio tardivo verso nuovi modelli residenziali sono correlati ai lenti processi di cambiamento della struttura famigliare tradizionale, ma anche al forte legame con la propria casa, che in Italia risulta essere in percentuale altissima di proprietà.

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SENIOR HOUSING

IL RUOLO DELL’ARCHITETTURA In un contesto ancora inesplorato, l’architettura gioca le sue carte. Oggi si stanno già sperimentando alcune strutture innovative, soprattutto nel Nord Italia, dove tra i professionisti più attivi nel campo del Senior Housing c’è lo studio di progettazione Picco Architetti. In una recente conferenza sul tema, Cristiano Picco ha presentato due interessanti progetti riferiti a situazioni, modelli culturali e organizzativi diversi, perché uno in Austria e uno a Torino. Ma entrambi con una caratteristica analoga: quella della localizzazione in realtà suburbane che, pur non densamente abitate, costituiscono un polo di servizi per le diffuse realtà del territorio dei comuni limitrofi. Il primo progetto è una nuova realizzazione situata in Austria, nella regione di Salisburgo, esito di un concorso internazionale di architettura, mentre il secondo consiste nel restauro e nel recupero di un complesso storico a Lanzo Torinese. In entrambi è evidente la sperimentazione architettonica portata avanti dallo studio Picco Architetti, che spazia dal mondo dell’abitare a un modello più ricettivo: l’elemento comune consiste nell’accostare Torino, l'esterno. Sopra, il nuovo volume dei soggiorni di paino e il cortile inferiore in notturna

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Milano, San Celso

un polo con residenze sanitarie assistenziali per non autosufficienti ad alcune residenze assistite per anziani attivi, caratterizzate da locali più personalizzabili. Senza dimenticare la presenza fondamentale di soggiorni di uso comune e aree condivise per attività di servizio e supporto. Cristiano Picco sottolinea come l’occasione di realizzare strutture di questo tipo nei centro storici possa essere un’opportunità sia per recuperare e riutilizzare il patrimonio esistente sia per integrare più servizi possibili in risposta alle esigenze degli utenti, nonché ai loro interessi. E Milano, su questo fronte, si sta già muovendo. MILANO IN PRIMA FILA Non più strutture lontane dai centri urbani, ma edifici progettati nel cuore della città, concepiti per inserirsi e integrarsi nel tessuto sociale di riferimento. È questo il nuovo modo di concepire le residenze sanitarie per anziani che si concretizza a Milano. Nello specifico, parliamo di due nuovi piani di sviluppo, nati dallo studio del team Health Invest, con l’obiettivo di riqualificare l’ex Istituto scolastico San Celso in zona San Siro e l’ex Manifattura Tabacchi in zona Bicocca. Il valore dei progetti è stato confermato anche dall’assessore all’Urbanistica di Palazzo Marino, Pierfrancesco Maran, che ha sottolineato l’importanza di una dimensione di comunità e di un’assistenza continua a chi troppo spesso vive da solo. Ci saranno ampi spazi di vita comune: saloni, sala da pranzo, aree dedicate ad attività polivalenti e palestre. I progetti saranno poi

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Milano, ex Manifattura Tabacchi

caratterizzati da elevati standard energetici, grazie a materiali di ultima generazione, all’installazione di domotica e alla climatizzazione con sistema a pareti radianti per raffrescamento e riscaldamento. Mentre il progetto San Celso ospiterà solo residenze per anziani non autosufficienti, con 120 posti letto in totale, quello dell’ex Manifattura Tabacchi sarà costituito non solo da un edifico destinato ad accogliere una Rsa con 120 posti letto, ma anche da un seconda struttura residenziale con 28 appartamenti protetti per anziani

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autosufficienti o semi-autosufficienti. Dunque, il mix di modelli residenziali sembra essere una soluzione adatta per rispondere alle esigenze specifiche della terza età. Il tutto concepito all’interno di un’unica soluzione sicura, disegnata per permettere alle persone di vivere in un ambiente controllato, beneficiando della disponibilità e dell’accessibilità 24 ore su 24 a una serie di servizi (come infermeria, studio medico, ristorazione, pulizia, palestra riabilitativa) strutturati per fronteggiare una situazione crescente di emarginazione e disagio sociale.


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ATTUALITÀ

FIERE

di Giacomo Casarin

Cersaie 2020, roba DA ARCHITETTI Dare spazio ai progettisti è stato e sarà l’obiettivo della nuova area tematica Archincont(r)act: accanto ai temi tecnici, la condivisione della cultura

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L'area tematica Archincont(r)act. Sotto, da sinistra, l’editorialista di «Repubblica» Federico Rampini e il critico d’arte Philippe Daverio. A sinistra, JOI-Design, Fraser Suites ad Amburgo

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econdo le previsioni, il Cersaie 2020, che si terrà dal 28 settembre al 2 ottobre alla Fiera di Bologna, potrebbe ricalcare il feeling della recente edizione. E cioè con un grande spazio dedicato ai professionisti della progettazione. E questo perché il link tra produzione, distribuzione e progettazione si è fatto sempre più stretto. Non solo per le linee-guida elettroniche imposte dal sistema Bim, ma proprio perché nell’era digitale le frontiere verticali della filiera tendono ad appiattirsi, fino ad assomigliare a una superficie piatta. E questo è ancora più vero in un settore centrale come quello della ceramica, che nel 2018 ha superato i 507 milioni di euro di investimenti, occupando oltre 22 mila addetti ai lavori e generando un fatturato di 5,7 miliardi di euro, l’85% dei quali all’estero. ARCHI POWER Quella di Cersaie 2019, infatti, è stata la prima volta di Archincont(r)act, format che propone un luogo d’incontro tra i professionisti della progettazione internazionale e gli espositori della Fiera di Bologna. Un format che è stato accolto con favore dagli addetti ai lavori. Collocato nella Mall del padiglione 29, Archicont(r)act è stato inaugurato da una conversazione sulla Città del futuro, dove sono

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Studio Marco Piva, Pantheon Iconic Hotel a Roma.

Caberlon Caroppi Italian Touch Architects, Molino Stucky a Venezia

Mario Cucinella Architects, centro direzionale Gruppo-Unipol a Milano The Hickson Design Partnership, Hotel Indigo a Venezia

Noa-Network of Architecture, ampliamento del Rifugio Zallinger all’Alpe di Siusi

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Archlinea, Il nuovo ampliamento industrale della sede Automobili Lamborghini di Sant'Agata Bolognese

Genius Loci Architettura, Palazzo Broggi a Milano


Iosa Ghini Associati, Brickell Flatiron a Miami

stati protagonisti l’editorialista di Repubblica Federico Rampini e il critico d’arte Philippe Daverio, assieme al vicepresidente di Confindustria Ceramica Emilio Mussini. È stato il primo interessante contenuto di Archincont(r)act, ovvero il dibattito sulla definizione di una identità urbana moderna.

Studio Bizzarro Galimberti, La Coquillade Relais & Chateaux in Francia

APPROCCIO CULTURALE Daverio ha definito la società odierna come basata su ordine e moralità, ma queste due caratteristiche secondo il critico d’arte non sono elementi fondamentali per la costruzione di un futuro condiviso. La città, infatti, non consiste nella sommatoria di numeri, ma nell’identificazione delle persone in sistemi collettivi condivisi, che hanno l’obiettivo di formare un senso di appartenenza. Il problema, secondo Daverio, è guardare la città moderna come mera espansione volumetrica e non in relazione alle opportunità di incontri e partecipazione che è in grado di offrire. Rampini, che ha abitato a Parigi, San Francisco, New York e Pechino, ha aggiunto che tra gli elementi caratterizzanti le metropoli c’è la disuguaglianza patologica. La conseguenza è una divisione netta nella ricchezza della popolazione, che porta i meno benestanti a trasferirsi fuori città. Ma tutto ciò non deve portare a ritenere gli agglomerati urbani come qualcosa di negativo, perché le città sono anche luoghi di forte innovazione sociale e ambientale: la vita in comunità, per esempio, consente di trovare maggiori soluzioni di risparmio energetico ottenendo un minore impatto sull’ambiente. CONTENUTO PRATICO Il contenuto più interessante di Archincont(r)act, però, rimane quello più pratico: nell’area di 700 metri quadri e nell’arco dei cinque giorni del Cersaie, dieci importanti studi di architettura italiani e stranieri hanno presentato i loro progetti realizzati e futuri. L’obiettivo è stato quello di mettere in contatto i designer e il mondo del contract, all’interno di una fiera che si pone come uno dei luoghi privilegiati di questa relazione, in grado di individuare tra gli espositori i possibili fornitori di quei materiali e quelle soluzioni utili per realizzare «architetture chiavi in mano». I dieci studi di progettazione che hanno partecipato all’edizione 2019 di Archincont(r)act sono stati Archilinea, Caberlon Caroppi Italian Touch Architects, Genius Loci Architettura, Iosa Ghini Associati, Joi-Design, Mario Cucinella Architects, Noa-Network of Architecture, Studio Bizzarro Galimberti, Studio Marco Piva e The Hickson Design Partnership.

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ATTUALITÀ

POZZA MATTEO & C.

di Giacomo Casarin

Il nostro cantiere È FUORI CANTIERE Certificazioni di sostenibilità. Edilizia off-site. Ed economia circolare. Così l’impresa di costruzioni vicentina punta a essere più produttiva, grazie anche all’attenzione verso le nuove generazioni e la formazione dei suoi dipendenti

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erché un’azienda sul mercato da 50 anni ha abbracciato il mondo della sostenibilità certificando Gold due realizzazioni con il protocollo Gbc Home, e ora punta sull’industrializzazione nei nuovi edifici? Lo spiega a YouBuild Claudio Pozza, amministratore delegato di Pozza Matteo & C, che ha abbracciato il sistema off-site, cioè l’uso di componenti prefabbricate, assemblate poi in cantiere. «La futuribilità delle costruzioni è pensata ricercando e programmando la fine vita dell’edificio, ma anche utilizzando materiali che potranno essere riciclati come legno e acciaio, nonché materiali con Life-Cycle Assessment». La futuribilità dell’edilizia, insomma, passa attraverso tanti aspetti, che non devono mai dimenticarsi della produttività, perché senza la capacità di innovare e generare reddito, per le aziende non c’è futuro. Domanda. Qual è l’ambito di azione di Pozza Matteo & C? Risposta. Siamo un’impresa di costruzioni originaria dell’altopiano di Asiago, con 52 anni di storia e attualmente 25 dipendenti. Fondata da mio padre Matteo e specializzata soprattutto in lavori conto proprio e restauri, l’azienda si è ritrovata a dover affrontare la crisi del mondo dell’edilizia, dopo che sono subentrato io come amministratore. Nel 2004 le unità compravendute in Italia sono state circa 890 mila, mentre nel 2010 sono arrivate a 440 mila. E i numeri peggiorano se si

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guarda ai permessi di costruire: 40 mila nel 2004 e 11 mila nel 2010. Da quel momento dovevo capire come trasformare l’azienda per farla crescere, con un’ottica nuova. Ho provato un approccio differente e mi sono avvicinato al mondo della sostenibilità. D. Come ha cambiato l’azienda l’introduzione di un approccio sostenibile? R. Ho notato che il modello della sostenibilità a livello internazionale funzionava. L’approccio a cui ho pensato era quello della progettazione integrata che segue determinati protocolli. I risultati non sono tardati ad arrivare: sono riuscito a certificare il primo edifico in Italia per quanto riguarda il protocollo Gbc Home nel 2015, a cui si è aggiunto il secondo nel 2018. Entrambi di livello Gold. Ho obbligato i fornitori a procurarmi solo materiali certificati e i progettisti a collaborare tra di loro. Infine ho spinto anche le agenzie immobiliari a studiare il prodotto e a cambiare mentalità. Dopo questi successi, mi sono chiesto: quali saranno le case del 2020? D. Dunque, quale sarà la casa del futuro? R. Ebbene, il cliente finale cercherà e sceglierà un prodotto che non invecchia. E sotto questo aspetto è importante che il cantiere non duri troppo a lungo. La risposta può essere l’edilizia off-site, che abbiamo sperimentato nella costruzione del condominio Alessandro Volta a Costabissara (Vicenza), realizzato in multimateriale con legno, acciaio e calcestruzzo.

Questo modello edilizio è più oneroso: nel caso pratico del condominio in provincia di Vicenza, la costruzione tradizionale sarebbe costata 950 mila euro per un cantiere che sarebbe durato 12 mesi, mentre l’edilizia off-site è costata 1 milione e 100 mila euro con un cantiere di otto mesi. Molti potrebbero dire che il 10% di costi in più non è conveniente, anche considerando i quattro mesi di lavoro in meno delle mie maestranze, che comunque valgono circa 96 mila euro. Ma il ricavo indiretto consiste nella possibilità di utilizzare il mio personale in altri cantieri. D. In che percentuale lavorate con il modello off-site? R. L’80% dei cantieri è ancora di edilizia tradizionale, ma quel 20% di off-site ci aiuta a generare profitto sul lungo periodo, e anche a prestare particolare attenzione all’aspetto formativo degli operai. Per la costruzione off-site, infatti, ho formato una parte dei miei dipendenti che hanno imparato un nuovo mestiere e ora sono specializzati in cartongesso. I sistemi a secco sono importanti perché permettono la suddivisione degli spazi a secondo della crescita e decrescita della famiglia che andrà ad abitarli, nell’ottica di una comoda trasformabilità degli appartamenti. La possibilità di lavorare con queste tecnologie costruttive fa sì che il personale possieda un valore aggiunto importante per il proprio futuro e che sia entusiasta verso una nuova applicazione della propria professione.

Condominio Alessandro Volta. a Costabissara (Vicenza). A sinistra, Claudio Pozza

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ATTUALITĂ€

SIRIA

di Giacomo Casarin

Ci vuole fibra PER RICOSTRUIRE

Il villaggio siriano dei giardini, manifesto

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Un giovane architetto presenta un innovativo progetto per realizzare nuovi edifici nel villaggio di Al Sahharah, a ovest di Aleppo. Che prevede l’impiego di fiber reinforced polymers e la scelta di edilizia a secco


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Stefano Busetto. Sotto, masterplan per la ricostruzione bottom up

n Paese da ricostruire: la Siria. E il progetto di un giovane architetto italiano, scaturito dalla ancora fresca tesi di laurea. Stefano Busetto, 32 anni, lavora alla L22 Urban & Building di Lombardini22, prima società di architettura e design italiana per fatturato. È veneto, ma con base a Milano. Alle spalle ha anche qualche esperienza all’estero: è stato a Saragozza per studio e a Rotterdam per uno stage. Uno dei suoi progetti riguarda, però, la ricostruzione di un villaggio siriano a ovest di Aleppo, Al Sahharah, distrutto dopo la guerra. Un progetto che prevede l’impiego di materiali particolari. Domanda. Il suo percorso accademico è stato utile per la professione? Risposta. La formazione accademica dell’Università Iuav di Venezia è stata essenziale per costruire

Il giardino come sistema di innesco

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SIRIA XXX

Lo spazio-giardino recintato

una valida base teorica e metodologica su cui poter edificare nuove conoscenze e stimoli. Per me hanno contato molto anche il periodo di Erasmus in Spagna e le varie collaborazioni lavorative durante il periodo di studi. In più, con l’opportunità del tirocinio post lauream a Rotterdam, ho avuto la possibilità di lavorare in un importante studio di architettura come quello di Mvrdv, dove ho imparato molto, anche grazie a metodi di lavoro differenti da quelli che già conoscevo. Ho incanalato tutte queste espe-

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rienze all’interno del progetto che ho chiamato Siria dopo il conflitto. Ricostruzione per villaggi: Progetto Sostenibile ad Al Sahharah. D. Che cosa riguarda il progetto? R. La distruzione degli edifici in Siria a seguito della guerra è stata immensa: sono state colpite città, villaggi, infrastrutture e sistemi idrici. Il mio lavoro individua una strategia bottom-up, una ricostruzione partecipata che parte dai piccoli insediamenti siriani, dove è possibile concentrare e densificare il tessuto urbano. E dove l’obiettivo consiste nel riutilizzare le macerie dei fabbricati distrutti, insieme a elementi costruttivi innovativi e montati a secco, realizzati attraverso un processo di pultrusione. D. Che cosa sono, nello specifico, questi elementi realizzati mediante pultrusione? R. Si tratta di profili strutturali sottili di materiale composito, ottenuti con la tecnica della pultrusione e costituiti da resine organiche rinforzate con fibre lunghe di tipo sintetico (Fiber reinforced polymers in sigla Frp), generalmente di vetro, piuttosto che di carbonio. Le fibre conferiscono ai profili un comportamento di tipo elastico, fino a rottura, con netta prevalenza delle proprietà di rigidezza e resistenza nella direzione delle fibre stesse. Gli elementi pultrusi possiedono proprietà strutturali e di resistenza superiori a quelle dell’acciaio, nonché una maggiore leggerezza: per questo si stanno affermando in maniera rapida e decisa in molti settori produttivi, tra cui quello edile. D. Quali sono gli altri punti fondamentali del suo progetto siriano? R. Oltre alla scelta dei materiali, anche la decisione di mantenere la struttura morfologica della tradizionale città araba assume un ruolo fondamentale per una ricostruzione rapida e uno sviluppo territoriale sostenibile. Nello specifico, la ricostruzione del villaggio Al Sahharah, a ovest di Aleppo, parte da una serie di spazi aperti: i giardini privati, luoghi di pace e speranza, che determinano l’articolazione di ogni lotto, dove il proprietario può scegliere di ricostruire la sua abitazione o di densificare maggiormente il terreno sfruttando i servizi idrici ed elettrici offerti dall’infrastruttura presente. Il giardino infatti, in stretta relazione con il recinto, gestisce in modo attento la risorsa d’acqua piovana, raccogliendola, filtrandola e direzionandola alle abitazioni. D. Di che cosa si occupa in Lombardini22? R. Sono entrato in Lombardini22 meno di un anno fa all’interno del brand L22 Urban & Building, dove sviluppiamo progetti architettonici complessi di edifici per uso commerciale, culturale, residenziale, sia di nuova costruzione sia da ristrutturare, oltre a interventi di Deep Retrofitting, Place Making e urbanistica.


Un’infrastruttura a secco come strategia costruttiva. A sinistra, il sistema idrico

D. Si occupa più del progetto preliminare o anche del cantiere? R. Durante la fase iniziale del mio percorso professionale ho avuto modo di seguire le varie fasi del progetto, dal preliminare al cantiere, in merito a realizzazioni di piccola entità. Successivamente, ho potuto approfondire maggiormente la fase definitiva-esecutiva per progetti più complessi. D. Che problematiche progettuali affronta più di frequente? R. La maggiore che si incontra in un progetto consiste, a mio avviso, nella preoccupazione generata da una non chiara e inefficace burocrazia nell’ambito dell’edilizia e del territorio. Sicuramente, questo aspetto risulta essere uno tra i più significativi che concorrono a rendere complicata la situazione degli architetti italiani. D. Quali sono gli strumenti che utilizza maggiormente? Il Bim? R. Per lo studio delle forme architettoniche e gli aspetti costruttivi utilizzo per lo più Autocad e Rhinoceros, mentre per la rappresentazione grafica del progetto Photoshop, Illustrator, Indesign. Recentemente sono entrato nella realtà della metodologia Bim attraverso l’utilizzo di Revit. E, seppur alle prime armi, sto osservando i chiari

risultati di una progettazione controllata e integrata. D. Di quali progetti si occupa al momento? E qual è stato il più interessante? R. Attualmente sto seguendo la fase esecutiva di un progetto di riqualificazione di un polo tecnologico che ricopre un’area di circa 20 mila metri quadri tra spazi costruiti e spazi aperti. Una strategia progettuale che vuole mettere a sistema una serie di interventi (studio delle facciate, connessioni verticali, progettazione di percorsi e spazi esterni) al fine di rivalorizzare l’intero complesso. Una piccola commissione per la ristrutturazione di un appartamento a Venezia è stata invece l’occasione per avviare quello che per me è stato uno dei lavori più interessanti. Anche perché si trattava del mio primo progetto personale e del primo confronto diretto con un committente. D. Secondo lei quanto incide il trend della sostenibilità sulla qualità del progetto? R. La sostenibilità ha un impatto positivo sugli utenti, sulla comunità e sull’ambiente. Può divenire, quindi, la prerogativa di un’architettura, la quale deve svilupparsi verso modelli sempre più sostenibili, dalla singola residenza fino all’ambito urbano, con l’obiettivo di generare azioni positive anche per la futura gestione del progetto.

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STORIA DI COPERTINA

BRIANZA PLASTICA

di Giacomo Casarin

Estetica efficiente

CON ISOTEC PARETE

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Una villa in provincia di Frosinone è stata ristrutturata con un innovativo sistema termoisolante che coniuga scelte estetiche e risparmio energetico. Il risultato? Una facciata ventilata, ma anche movimentata da diverse finiture

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l recupero di Casa Donatella, in provincia di Frosinone, ha puntato su una riqualificazione sostanziale dell’immobile, prevedendo interventi di risanamento, rinforzo strutturale, efficientamento energetico e riqualificazione architettonica dell’involucro. A livello estetico le facciate sono state rimodulate attraverso l’ampliamento delle aperture e lo sfruttamento delle potenzialità offerte da un moderno rivestimento ceramico. Per l’efficientamento energetico il progettista ha scelto una soluzione ad elevato contenuto tecnologico, prevedendo la realizzazione di una facciata ventilata con il sistema Isotec Parete di Brianza Plastica. Si tratta di pannelli in poliuretano espanso rigido autoestinguente

rivestiti da un involucro impermeabile in lamina di alluminio goffrato e resi portanti da profili asolati in acciaio protetto, integrati nei pannelli e funzionali a sostenere il rivestimento, creando una camera d’aria tra isolante e finitura esterna. «Il risultato è un involucro versatile e funzionale, che si adegua a qualsiasi scelta architettonica», spiega a YouBuild Simone Pruneri, Sales manager insulation di Brianza Plastica. Domanda. In che cosa consiste il progetto di Casa Donatella? Risposta. Nasce da una preesistenza a Boville Ernica, in provincia di Frosinone: una villa unifamiliare di due piani, dove il proprietario ha deciso di ristrut-

A sinistra, Simone Pruneri, Sales manager insulation di Brianza Plastica. Sotto, Casa Donatella, in provincia di Frosinone, prima e dopo l’intervento di recupero

DOPO

PRIMA

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STORIA DI COPERTINA

BRIANZA PLASTICA

turare la facciata. Brianza Plastica è intervenuta con il sistema Isotec Parete su due livelli diversi: uno energetico e uno estetico. D. È stato un procedimento complicato? R. I lavori di rifacimento della facciata hanno impegnato per circa due mesi l’impresa, che utilizzava il sistema per la prima volta. Brianza Plastica ha fornito assistenza tramite l’agente di zona Luigi Piroli ed in parte me direttamente. Ci siamo confrontati con chi ha eseguito la facciata, ragionando su quelli che dovevano essere i tagli dei materiali e sul montaggio del sistema

Isotec Parete. Abbiamo riflettuto a terra, come se la facciata fosse un grande disegno a pavimento, per capire come gestire nel modo migliore i materiali. Così facendo, la successiva gestione della fase di posa è stata molto semplice. D. Parliamo del riefficientamento energetico. R. I pannelli Isotec Parete sono disposti in maniera omogenea su tutta la superficie di facciata, in modo

IL CONTRIBUTO AL PROTOCOLLO LEED V4 Tutti i prodotti della gamma Isotec sono stati mappati secondo il protocollo di certificazione Leed V4. Leed è un sistema di certificazione volontario per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili, promuovendo un approccio integrato. Il sistema Leed, infatti, certifica l’edificio nel suo complesso e non i singoli prodotti o componenti, ma essi sono fondamentali per il contributo positivo che offrono al progetto nel suo insieme in relazione a determinati aspetti di sostenibilità.

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Il prodotto Isotec per l’isolamento del tetto. Sopra, Isotec Parete, pannello termoisolante per facciate ventilate


LA SCHEDA Tipologia: ristrutturazione di un edificio residenziale Progetto e direzione lavori: Arch. Alberto Paglia Luogo: Frosinone, Italia Impresa: Iper Appalti Intervento: Isolamento ventilato delle facciate Isolamento esterno facciate: Isotec Parete di Brianza Plastica con spessore 80 mm Rivestimento facciate: lastre in gres porcellanato

da ottenere una continuità di isolamento, importante per eliminare i possibili ponti termici. È anche l’obiettivo ricercato dal progettista, che in questo caso ha individuato nei pannelli di spessore 80 millimetri la risposta adatta a soddisfare i requisiti prestazionali da lui ricercati. Dal punto di vista energetico l’edificio ha beneficiato della soluzione di facciata ventilata che, grazie ad Isotec Parete, è divenuta accessibile anche per tagli di medie e piccole dimensioni. Questa innovativa proposta tecnica permette di proteggere ed isolare l’involucro, apportando benefici in tutte le stagioni dell’anno, grazie alla continuità di isolamento in poliuretano, alla ventilazione di facciata e allo schermo avanzato del rivestimento. D. Vediamo anche l’aspetto estetico. R. La realizzazione si basa sul progetto dell’architetto Alberto Paglia: una configurazione caratterizzata da tagli obliqui e livelli di rivestimenti diversi. Il materiale esterno rimane ceramico, ma le texture e le tonalità cambiano. Nello specifico, il colore più chiaro, il beige, è posto su un livello superiore rispetto al materiale più scuro, color caffè: la facciata viene così movimentata grazie a due diverse finiture, lavorando su tagli che rompono gli schemi del classico stereotipo della casa tradizionale.

In alto, i pannelli di Isotec Parete sono disposti in maniera omogenea su tutta la superficie di facciata, in modo da avere una continuità di isolamento, importante per eliminare i possibili ponti termici

Disegno ad acquarello del progetto Sopra, fasi di cantiere

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INTERMEZZO

LA VERA APPARENZA

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he questo ultimo ventennio possa essere definito un periodo di pura apparenza è oramai sostanziale e non bisogna essere grandi analisti per esserne convinti. Se non ci bastassero le valanghe di fake-news, le alterazioni volute e studiate per cambiare la percezione delle cose, possiamo più semplicemente considerare le nostre azioni quotidiane. L’assoluta dipendenza dal mondo social (chi riesce più a starne fuori?) ci ha portato a una situazione molto simile a quella descritta nel film Fino alla fine del mondo di Wim Wenders (1991). In quell’opera il grande regista tedesco, con un’illuminazione ai tempi quasi incomprensibile, era ancora l’epoca in cui al massimo c’era il Gsm e un Sms era già una comunicazione avanzata, descriveva un mondo sul baratro della distruzione a causa di un evento naturale che rimane più intento a percepire la realtà attraverso i device di comunicazione che tramite la razionalizzazione vera degli stati d’animo assunti dai vari protagonisti, legati tutti dall’apparenza e dall’avere, più che dall’essere. Un mondo, quello descritto da Wenders, abitato da gente senz’anima, forse addirittura neppure più degna di una salvezza. Non è una immagine che può salvarci né definirci, questo è certo, ma può identificarci. E non occorre parlare, in questo caso, di Ai e riconoscimento facciale, un altro dato di fatto ormai parte della nostra vita volenti o nolenti. Si può partire da azioni più semplici: chi di noi non ha modificato le proprie immagini scattate con il telefonino, fossero selfie o paesaggi, prima di inviarle o postarle nel web? Perché sentiamo questa necessità incontrollata di modificare l’apparenza e distorcerla per ottenere quello che via via riteniamo «il nostro meglio»? Abbiamo proprio così paura di affrontare la realtà, di osservarla e lasciarci cullare da essa? Perché vivere nella falsità? Il lavoro del fotografo tedesco Jan Scheffler (1964) verifica la situazione contraria. Fotografo dall’età di 12 e con una snaturata passione per i luoghi del Nord Europa ha 60

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passato anni a scattare immagini che sono semplicemente l’istantanea del momento senza alcuna operazione di postproduzione, anche ora che dal 2019 ha deciso di passare alla fotografia digitale. Immagini che rivelano solo e soltanto quello che rimane impresso nella retina senza altre mediazioni, filtri, ritagli, ingrandimenti. Sono luoghi accomunati solo dalla luce, che come sappiamo tutti è variabile e può avere effetti diversi su ciascuno di noi. Scheffler ci porta attraverso 89 immagini in un percorso assolutamente personale attraverso il quale non ci vuole raccontare un proprio discorso percettivo sul paesaggio delle terre nordiche, non sono i «suoi paesaggi», ma sono le immagini che riverberano autonomamente un messaggio emotivo che il fotografo vuole condividere con noi. L’incredibile fascinazione e leggerezza di queste immagini mi rimandano ai versi «emotional landscapes, they puzzle me» cantati dall’islandese Björk in Jóga (Homogenic, 1997). I luoghi ritratti non sono mai definiti, ma solo identificati attraverso le coordinate geografiche indicate nelle note tecniche a fine volume. Brevi liriche di Jacqueline Majumder esprimono sensazioni derivate dalla visione delle immagini, mentre Christiane Stahl ci regala un saggio critico molto interessante su queste fotografie mute che sono perfetta onestà e specchio dello stupore della naturalezza.

Jan Scheffler - 89 Light, con testi di Jacqueline Majumder e Christiane Stahl, Hatje-Cantz Publishers, 2019, pagine 192, 89 illustrazioni, 48 euro. ISBN 9783775746434. info: www.hatjecantz.de


Landmannalaugar, Islanda - © Jan Scheffler, courtesy Hatje-Cantz Publishers

61 YouBuild- -DICEMBRE GENNAIO 2020 2020 61 YouBuild DICEMBRE // GENNAIO


Finnmark, Norvegia - © Jan Scheffler, courtesy Hatje-Cantz Publishers

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YouBuild YouBuild -- DICEMBRE DICEMBRE // GENNAIO GENNAIO 2020 2020


Nordkap, Norvegia - © Jan Scheffler, courtesy Hatje-Cantz Publishers

YouBuild --DICEMBRE YouBuild DICEMBRE // GENNAIO GENNAIO 2020 2020

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Al via il nuovo Video Magazine Digitale

Progettazione Sostenibile, Cambiamenti Climatici, Soluzione di Isolamento, Recupero Edilizio e... Anteprima in fiera - Speciale Oulx Recuperare Borghi Antichi per la Sostenibilità del Futuro

Presentazione ufficiale mercoledì 22 gennaio 2020

presso ISOLA URSA Klimahouse - Piazza Fiera 1 - Bolzano In un talk d’eccezione con:

Prof. Riccardo Valentini

ordinario presso l’Università degli studi della Tuscia, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente Forestale e delle sue risorse. Premio Nobel per la Pace nel 2007 per i sistemi agro-forestali nel contesto dei cambiamenti climatici

Dott. Luca Mercalli Da sx Luca Mercalli e Pasquale D'Andria durante le riprese in uno stabile in ristrutturazione in Alta Val di Susa

Meteorologo, climatologo, divulgatore scientifico e accademico italiano. Presidente della Società Meteorologica Italiana

Ing. Pasquale D'Andria

Direttore Tecnico & Marketing URSA Italia, esperto in prodotti e sistemi edilizi per il contenimento energetico Scansiona per seguire Di.Ma. e le prossime uscite di Di.Ma. Play

ISOLA URSA, Di.Ma. e Di.Ma. Play sono progetti ideati e realizzati da URSA ITALIA srl


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G LI SPECIALI QUALI CITTÀ CON IL TEMPO CHE FA

Cambiamento climatico e urbanistica. Cambiamento climatico e architettura. Cambiamento climatico e necessità di ripensare come, quando e dove progettare. Di sicuro la mutazione delle condizioni meteo spinge ingegneri e architetti a cercare soluzioni. In attesa che ne trovino qualcuna anche i governanti

SISTEMA TETTO pag.

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SPECIALE

IL NUOVO CLIMA

di Emilia Corradi, Politecnico di Milano

Climate change

ISTRUZIONI PER L’USO Come affrontare il rapido peggioramento delle condizioni meteo in funzione di paesaggi e architettura? La proposta NeighBourHub propone di intervenire su differenti scale

Il ciclo d’uso ordinario e in emergenza

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fenomeni estremi determinano una incapacità di tenuta dei manufatti, degli spazi che quotidianamente utilizziamo per vivere, lavorare, studiare, trascorrere il tempo libero. L’influenza di fenomeni atmosferici cha vanno da alluvioni, a bolle di calore, nevicate a latitudini improbabili che si oppongono a fenomeni di desertificazione, saranno sempre più frequenti e ci toccheranno sempre più da vicino. Condizioni di criticità estreme che scontano un ritardo drammatico sia nella comprensione della dimensione del problema che nella possibilità di attuare politiche e azioni di contrasto o di riduzione degli effetti. A questo quadro, si aggiunge l’emergenza dell’innalzamento dei livelli dei mari in cui la questione di tutela e salvaguardia degli insediamenti costieri sta già mostrando l’influenza che ha sulle nostre coste, sui sistemi fluviali e sugli insediamenti costieri.


Workshop Internazionale Research by design: «Stad van de Toekomst / City of the Future» organizzato da TU Delft/DIMI (Delft Deltas, Infrastructure e& Mobility Initiative) e Bna (The Royal Institute of Ducht Architetcure)_ Università partecipanti: Tu Delft, Iuav, Polimi, Unical, Uniroma e Rabat

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IL NUOVO CLIMA

Sequenza temporale nella rigenerazione del sito. Sotto, sequenza temporale nella rielaborazione del disegno dell’area in relazione alla città di Amsterdam

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STRATEGIA DI ADATTAMENTO Una delle strategie di adattamento delle città e dei territori può passare attraverso le Nature Based Solution (Nbs), che sono mutuate dalla natura o per principi o per assimilazione dei comportamenti o per adattamento degli stessi. Questo tipo di strategia ha come obiettivo primario quello di trasformare

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la natura in bene economico e coincide con quanto previsto dall’Unione Europea che individua nella progettazione sostenibile, attuata attraverso opportune politiche di finanziamento per mezzo di bandi competitivi, una strada percorribile per ridurre l’incidenza del climate change su sistemi urbani e territoriali. L’Unione Europea invita istituzioni, enti di ricerca,


associazioni, privati ed imprese a concorrere insieme per finalizzare azioni multiscalari e multidisciplinari utili a produrre un’inversione di tendenza nell’aggressione all’ambiente e alle sue risorse. LA RESILIENZA Una tendenza che spinge sempre di più i paesi Europei a

incrementare azioni di ricerca e di applicazione di regole e principi per rendere le città, le architetture e i paesaggi sempre più resilienti, con l’obiettivo principale di salvaguardare vite umane, ridurre i costi delle emergenze e valorizzare la prevenzione come strategia. L’approccio proposto dalle Nbs, di fatto, incide su molti piani di gestione e governo delle strategie di adattamento delle città

Azioni in relazione al processo di attivazione dell’economia circolare. Sotto, azioni in relazione alla densificazione del costruito

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Il ciclo d’uso ordinario e in emergenza come schemi di prevenzione

al climate change, ma soprattutto richiede una visione rigeneratrice sia di pratiche straordinarie della costruzione e trasformazione urbana che di pratiche ordinarie, adattabili ai singoli edifici, agli spazi urbani, agli spazi infrastrutturali. Passare da un sistema urbano, strutturato su infrastrutture grigie a sistemi e insediamenti che privilegiano sistemi di infrastrutture «blu/verdi» per mezzo di azioni semplici, richiedono in realtà principalmente un cambio di mentalità. Per esempio, migliorare l’assorbimento delle superfici pavimentate per ridurre il fenomeno del ruscellamento tipico delle alluvioni, o ridurre le temperature urbane, attraverso l’uso del verde, incrementando il processo di

assorbimento della Co2 e conseguentemente incidere sul confort termico e sul miglioramento dell’aria nelle diverse soluzioni di facile attuabilità. STRUMENTI E TECNICHE Si tratta di introdurre un processo che incide su strumenti e tecniche del progetto che a loro volta devono coinvolgere abitanti, amministrazioni, imprenditoria, mondo della produzione di materiali per l’edilizia e dei sistemi digitali, per il controllo e il monitoraggio dei risultati. In questa direzione, sempre di più lo scambio e la conoscenza di esperienze in atto con altre realtà europee, che da anni hanno avviato politiche e processi di trasformazione ur-

Gruppo di lavoro: Politecnico di Milano, Dastu Dipartimento di Architettura e Studi Urbani Responsabili scientifici: Ilaria Valente, Emilia Corradi Docenti: Fabrizia Berlingieri, Marco Bovati, Emilia Corradi, Cassandra Cozza, Luca Maria Francesco Fabris Studenti: Veronica Anelli, Gaia Calegari, Isabella Flore, Ludovica Gammaitoni, Benedetta Gatti, Ekin Firat, Kesimalioglu, Song Mzngjiad, Kevin Santus, Stefano Sartorio, Arianna Scaioli, (Polimi); Francisco Gabriel Garcia Gonzalez, Thomas Dillon Peynado, Mesut Ulkü (Tu Delft) Professionisti ed esperti: Oscar Vos, Krft; Antonia Šore, Except

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bana per ridurre gli effetti del Climate Change, consente di poter acquisire metodologie e tecniche di progetto utili a impostare un processo virtuoso nell’ambito dei progetti di edifici, spazi aperti, infrastrutture. Una recente esperienza di research by design ha visto riunite università italiane e europee tra cui il Politecnico di Milano. Il workshop internazionale di ricerca progettuale Stad van de Toekomst / City of the Future organizzato dalla Tu Delft/Dimi (Delft Deltas, Infrastructure e& Mobility Initiative) e Bna (The Royal Institute of Ducht Architetcure), ha avuto come approccio quello di avviare un confronto sull’evoluzione delle tecniche progettuali a partire da alcuni casi studio specifici individuati in cinque città olandesi, Amsterdam, Rotterdam, Eindhoven, L’Aia e Utrecht. In questa esperienza si sono messe in campo strategie di progetto attraverso un concetto di circolarità prevedendo interventi di recupero urbano alla scala dell’architettura delle infrastrutture e degli spazi pubblici di porzioni di città soggette in un futuro molto breve, circa 80 anni, a soccombere all’innalzamento del livello del mare.

STRATEGIE

SINERGIE NECESSARIE L’impostazione metodologica è stata quella di costruire una sinergia tra ricerca e operatività grazie ad un mix di contributi derivanti sia dai diversi gruppi di ricerca coinvolti e sia da professionisti olandesi coinvolti nell’iniziativa. Un percorso che ha consentito al gruppo Polimi (riportato in fondo a questa pagina) di individuare con la proposta NeighBourHub, una modalità di intervento a differenti scale, in una scansione cronologica idonea a rendere efficaci tutte le azioni previste dal progetto, che vanno da quelle di ridefinizione dei ruoli urbani dell’area oggetto di intervento a quella di aggregazione di architetture tali da attivare processi di riduzione e di mitigazione degli effetti di innalzamento del livello del mare. Le soluzioni previste lavorano sia sul principio complessivo di riciclo, con una mixitè di funzioni d’uso e un articolato sistema di interrelazioni tra flussi di diversa natura e uso degli spazi e degli edifici, in cui le tecniche di recupero e riuso si strutturano in una dimensione di prevenzione del rischio conseguente al Climate Change.

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SPECIALE

IL NUOVO CLIMA

di Giacomo Casarin

Il comfort si allea ALLA SOSTENIBILITÀ Costruire bene per vivere meglio. È il messaggio lanciato da Klimahouse (22-25 gennaio), che rinnova il suo impegno nella sostenibilità. Ecco le novità dell’edizione 2020

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ostruire bene per vivere bene. Un pensiero chiaro che racconta il desiderio e l’esigenza di puntare a una migliore interazione tra natura e tecnologia, per dare vita ad architetture che influenzino positivamente la qualità della vita. Come ormai accade da quattro anni, il Klimahouse Camp che si è tenuto in ottobre a Milano ha introdotto i temi che saranno approfonditi alla Fiera internazionale per l’efficienza energetica e il risanamento in edilizia di Bolzano, dal 22 al 25 gennaio 2020. Ed è uno psicologo, Luca Mazzucchelli, il primo a parlare del rapporto tra uomo e architettura attraverso un contributo incentrato sulla psicologia dell’abitare e sull’importanza che l’ambiente circostante ricopre nell’influenzare il benessere della persona, nel condizionare le sue abitudini e persino il suo carattere. L’uomo deve essere capace di migliorare gli spazi abitativi per vivere meglio. E non solo per salvaguardare l’ecosistema. UOMO E NATURA Klimahouse (quindicesima edizione) si rinnova con un programma di eventi estesi a tutta la città di Bolzano. Quest’anno i visitatori sono attesi da quattro giorni ricchi di appuntamenti, oltre 150, che hanno

Thomas Mur, direttore Fiera Bolzano © Marco Parisi

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IL NUOVO CLIMA

e proprio ecosistema del costruire bene per un futuro migliore», che ha dichiarato Thomas Mur, il direttore di Fiera Bolzano.

Luca Mazzucchelli, psicologo. In basso il progetto di un soffitto-foresta

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come filo conduttore la riscoperta di una progettazione sempre più centrata sul rapporto profondo tra uomo e natura. Un approccio innegabilmente influenzato dal dibattito sul cambiamento climatico e dall’esigenza attuale delle persone di riappropriarsi degli spazi che vivono e abitano quotidianamente. Quella intrapresa da Klimahouse, quindi, è una direzione che punta a rendere l’abitare una materia non per soli tecnici, ma sempre più estesa a ciascun individuo. L’edizione 2020 dà grande spazio ai giovani della Gen Z (quelli entro i 25 anni), con un programma che offre loro l’occasione di esprimere le proprie idee sul futuro del green building attraverso Onda Z, un hackathon sul cambiamento climatico della durata di due giorni con il coinvolgimento di numerosi studenti e studentesse (oltre 60) di età compresa tra i 14 e i 21 anni, provenienti da tutta Italia. «Cambiare il modo in cui costruiamo o ristrutturiamo non è una scelta, ma un dovere. Mettendo in rete aziende, ricercatori, artigiani, esperti, startup e giovani creiamo un vero

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OLTRE I PADIGLIONI All’interno dello spazio espositivo da 25 mila metri quadri, composto da più di 450 stand ed espositori, si tiene nell’arco di tre giorni il Klimahouse Congress 2020, convegno internazionale sull’edilizia sostenibile realizzato in collaborazione con l’Agenzia CasaClima. Sul palco 20 speaker di fama internazionale, tra cui anche l’architetto canadese Michael Green, con in programma i temi d’attualità per il settore, come costruzioni 4.0 e ruolo della robotica. Spazio, inoltre, a idee e progetti per un’edilizia innovativa con le 30 startup e scaleup del Klimahouse Future Hub, durante il quale si può anche assistere alla presentazione online del Klimahouse Trend Report 2019, pubblicazione riguardante le tecnologie più rivoluzionarie nel settore green building. In più, la città prende parte quest’anno alle iniziative collaterali della manifestazione con il Klimahouse Tours, un programma di visite guidate che porterà professionisti e utenti finali alla scoperta dei più interessanti esempi dell’architettura sostenibile altoatesina. I PARTNER L’ultima novità di punta dell’edizione 2020 consiste nel Klimahouse x Bolzano, che vede il coinvolgimento di importanti partner, privati e istituzionali, come Comune di Bolzano, Libera Università di Bolzano, Agenzia CasaClima, Eurac e Confesercenti. Si tratta di un’iniziativa simile al Fuorisalone di Milano, che porta i temi della fiera in tutto il centro cittadino, proponendo ai visitatori un percorso tra negozi, ristoranti e bar con prodotti a km0, o di filiera corta, e aderenti al proposito #NoPlastic.


Ingresso gratuito

KLIMAHOUSE

www.fieradelcondominio.com

Ve r o n a P a l a e x p o 15/17 ottobre 2020 Entra nella tua nuova casa! Dal 15 al 17 ottobre 2020 c’è la Fiera del Condominio Sostenibile: consulenze gratuite, soluzioni sorprendenti e tante idee per una casa più sana, confortevole e sicura*. E in più, il 17 ottobre, Festa dei Sapori a km zero. Non mancare! Palaexpo della Fiera di Verona. L’ingresso è gratuito. www.fieradelcondominio.com


SPECIALE

IL NUOVO CLIMA

di Giacomo Casarin

Cina dal rosso AL GREEN

La crescita demografica del grande Paese asiatico, ha trasformato l’urbanistica delle città. Ma anche il modo di concepire l’architettura. E ora una (obbligata) attenzione all’ambiente promette altre trasformazioni Il presidente cinese Xi Jinping

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a Cina è il primo Paese inquinante al mondo e, allo stesso tempo, quello che investe la maggior quota del proprio Pil in sostenibilità ambientale. Ma andiamo con ordine. Per capire le cause di questa affermazione è necessario fare un passo indietro e ampliare lo sguardo al continente Asia. Se osserviamo la sua struttura demografica, si capisce subito che siamo davanti a un primato mondiale: 4 miliardi e 550 milioni di persone nel 2017 secondo le stime ufficiali delle Nazioni Unite, che

prevedono una continua crescita fino al 2050, anno in cui l’Asia potrebbe toccare i 5 miliardi e 257 milioni di persone. Mentre in Europa la popolazione è ferma a 740 milioni ed è destinata a diminuire. TRA VILLAGGI E MEGALOPOLI In Cina fino a pochi anni fa la maggior parte della popolazione ha abitato nelle campagne. Oggi le persone che abitano nelle zone rurali sono 600 milioni, ovvero il 42% di tutta la Cina, ma nel 1980

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IL NUOVO CLIMA

STRUTTURA DEMOGRAFICA PER CONTINENTI, IN MILIONI DI PERSONE Fonte: World Population Prospects: the 2017 revision

erano circa 1 miliardo. Significa che nel battito di ciglia (commisurato con la storia dell’umanità) di 40 anni si è compiuto un esodo straordinario verso le città, che diventano sempre più grandi. La Cina sta correndo velocissimo, sia in termini di movimento di persone sia per quanto riguarda lo spostamento di merci e servizi, anche grazie all’innovazione e alla tecnologia che non si fermano. Le aziende, infatti, pianificano tantissimo in infrastrutture e sistemi lo-

gistici: Alibaba (e-commerce), per esempio, prevede nei prossimi tre anni investimenti fino a 10 miliardi di renminbi (1,2 miliardi di euro circa) per mille nuovi centri operativi che dovranno servire 100 mila villaggi. IL FUTURO È URBANO La svolta storica è avvenuta nel 2011, anno in cui la popolazione urbana cinese ha superato quella delle aree rurali. È interessante notare come l’esplosione

POPOLAZIONE URBANA E RURALE, IN MILIONI DI PERSONE, E TASSO DI URBANIZZAZIONE IN % Fonte: CeSIF; Ceic

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demografica sia avvenuta nelle campagne, e successivamente le masse si siano spostate nelle zone urbane, fino ad arrivare ai dati odierni: 831 milioni di persone vivono in città e 564 milioni in campagna. Il tasso di urbanizzazione oggi è pari al 58,5%, contro il 16% del 1980. Ogni anno si spostano 16 milioni di persone. Sono numeri che ubriacano, dettati anche da piani strategici, come il cosiddetto Jing-Jin-Ji, un progetto colossale che vuole fondere Pechino con la città di Tianjin e con l’intera regione dell’Hebei, chiamata dai cinesi semplicemente Ji. Sarà questo, forse, il lascito del presidente Xi Jinping: un agglomerato urbano di 130 milioni di persone con un’amministrazione unica, che punta a diventare capitale mondiale.

do le stesse regole che conosciamo in Europa. Come evidenzia il caso della metropolitana di Pechino, che nel 2006 aveva solo due linee. E nel 2008 erano già 10. Certo, c’è stata un’Olimpiade di mezzo, ma ogni paragone con la linea Lilla di Milano è da evitare. Per quanto riguarda il fattore spazio, la verticalità è principio identitario e consolidato stile di vita nelle città cinesi di prima e seconda fascia, con l’attivazione di nuovi servizi per favorire i consumi e stimolare nuove abitudini e nuovi stili di vita. Ma lo spazio delle abitazioni rimane contenuto: nel 2003 la metratura media di un appartamento urbano cinese era di 24,2 metri quadri. Un dato tuttavia più che raddoppiato negli ultimi anni, passato a 60 metri quadri nel 2017.

TEMPO E SPAZIO A Shanghai è in corso la riqualificazione dell’ex area industriale West Bund e della Corniche, la promenade sulla riva settentrionale del fiume Huangpu, un’area di 8 chilometri e mezzo. Nel 1920, se dal Bund (viale lungo la riva sinistra del fiume Huangpu, che fronteggia il quartiere degli affari di Pudong), si guardava verso il fiume non si vedeva quasi niente: solo una zona paludosa. E fino al 1990 il panorama della «perla d’oriente» non si è modificato, se non con l’aggiunta di qualche casupola di pescatori. Ma già nel 2000 è cambiato tutto: in soli dieci anni Shanghai è diventata una megalopoli, densa di grattacieli. Il tempo, infatti, è un fattore che in Cina pare non funzionare secon-

ECO(NOMICA)-SOSTENIBILITÀ Smog, traffico e inefficienza logistica sono i problemi della Cina di oggi, e Xi Jinping lo ha intuito. Per questo nel gennaio 2017 ha preso le difese del trattato di Parigi e a ottobre dello stesso anno, durante il XIX Congresso del partito comunista cinese, nel suo discorso ha utilizzato la parola «ambiente» 89 volte, contro le 70 della parola «economia». Una scelta più che legittima, se si pensa che solo l’1% della popolazione urbana cinese respira aria salubre, perché nelle megalopoli le polveri sottili creano un effetto nebbia perenne con valori (pm2,5) 56 volte superiori a quelli considerati critici dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il carbone, infatti, rappresenta ancora il 55%

TASSO URBANIZZAZIONE 2017, SUDDIVISIONE PER PROVINCE Fonte: CeSIF; Ceic

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IL NUOVO CLIMA

CITTÀ CON OLTRE UN MILIONE DI ABITANTI, CONFRONTO TRA CINA E ALTRE AREE DEL MONDO Fonte: CeSIF; Ceic

delle energie utilizzate, mentre in Europa, per esempio, si parla del 15%. Ma la Cina non rimane ferma a guardare. Sono già state messe in atto diverse politiche di sostenibilità, come quella che vedrà diventare elettrici entro il 2020 il 30% dei veicoli pubblici, un dato che non conosce paragoni guardando ai termini con cui è cresciuto: si parla di un milione di mezzi elettrici prodotti in un anno (2018). STRATEGIA VERDE L’ultima riflessione riguarda il fattore economico, perché la sostenibilità non influisce solo sull’am-

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biente. Basti pensare che la green economy incide dell’8% sul Pil cinese: un valore che si attesta intorno ai 740 miliardi di euro. Ma il fabbisogno finanziario rispetto alla sostenibilità in Cina è di 2 mila miliardi, di cui il governo può supportare solo il 15%. Per questo sono ben accetti investimenti dall’estero di player che conoscano le tecnologie adatte a raggiungere obiettivi utili, come trattamento dell’aria, epurazione dell’acqua o smaltimento dei rifiuti solidi urbani. C’è tantissimo da fare. E non è mai troppo tardi per costruire il futuro, vista la velocità della Cina.


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COME SI

FA

SOLUZIONI & PROGETTI In questo numero: legno, isolamento, antisismica, infissi

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EDILTEC Norcia riparte dalla sicurezza ARTE + PARTNERS Un legno da design per architetti

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ECLISSE L'estetica del silenzio

BERNER La finestra? É di servizio

ISOLMANT Arriva Isolseismic, l'anti scossa

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COME SI FA

hiello Ediltec

Sommario La nuova sede dello Studio Basili e Studio Associato Pav ricostruita dopo il terremoto con un’attenzione particolare all’aspetto antisismico. Anche grazie ai pannelli Poliiso Wr Lc, che garantiscono la resistenza termica e impiego a vista

Titolo Norcia riparte dalla sicurezza autore

di Giovanni Argento

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ato dall’intretesto

TETITOLINO Dal punto di vitesto

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TITOLO Hgoepgeprpg

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el 2016, dal 24 agosto al 3 novembre, 14 scosse di terremoto hanno colpito il Centro Italia, cinque delle quali con magnitudo superiore a 5.0 sulla scala Richter. A più di tre anni dalla tragedia la ricostruzione è lontana dall’essere completata e il clima percepito è quello di preoccupazione per l’intero tessuto economico-sociale. Ma i tecnici impegnati sono molti e un ruolo fondamentale è svolto dai professionisti della zona, che possono contare su una conoscenza diretta non solo delle criticità del territorio, ma anche delle peculiarità del contesto paesaggistico e delle tipologie costruttive tradizionali. Tra questi c’è lo studio tecnico associato Pav, con sede a Norcia, attivo dal 1997 e formato dal geometra Federico Basili e dall’architetto Elena Giamogante, che si occupa di progettazione e direzione lavori per opere di recupero, consolidamento e costruzione.

IL PROGETTO Uno dei lavori più recenti dello studio tecnico riguarda proprio la ricostruzione della nuova sede dello Studio Basili e Studio Associato Pav, situato all’interno dell’aggregato urbano a Sud di Norcia, sul lato Est della Strada statale 685 Tre Valli Umbre, che da pochi mesi è stata riaperta senza limitazioni di orario. L’intervento ha previsto

la realizzazione di un piccolo edificio a pianta quadrangolare di circa 180 metri quadri di superficie che si sviluppa su un piano fuori terra per un’altezza di circa 5 metri. Particolare attenzione è stata rivolta alla progettazione antisismica, che ha reso maggiormente adatta una struttura metallica: i vantaggi offerti dall’acciaio, infatti, riguardano non solo la duttilità intrinseca del materiale e la vasta gamma di tipologie e schemi strutturali dissipativi che consente, ma anche la sua leggerezza, caratteristica di fondamentale importanza se si considera che le azioni sismiche sono proporzionali alla massa della costruzione. Per questi motivi la nuova realizzazione ha previsto, al di sopra di una robusta platea di fondazione in calcestruzzo armato, l’elevazione di un telaio formato da profilati in acciaio di sezione Ipe e He collegati mediante squadrette bullonate, e controventato da croci in alcune delle campate perimetrali.

EFFICIENZA E COMFORT La soluzione adottata per la copertura piana dell’edificio ha previsto l’applicazione mediante fissaggio meccanico di un pannello sandwich composito, prodotto da Ediltec e fornito dalla rivendita Felc di Trevi. Si chiama Poliiso Wr Lc e si caratterizza per la diversa natura e

La soluzione adottata per la copertura piana dell’edificio a Norcia ha previsto l’applicazione mediante fissaggio meccanico di un pannello sandwich composito, prodotto da Ediltec

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COME SI FA

Ediltec

funzione degli strati che lo compongono, nonché per la presenza, sul lato all’intradosso della copertura, di un pannello in legno di abete multistrato che ne consente l’impiego a vista. Il sistema è stato sviluppato da Ediltec per offrire al mercato la possibilità di risolvere, con l’applicazione di un solo pannello composito, le diverse esigenze dell’elemento di copertura. Tra le quali la più importante consiste nel garantire un’adeguata resistenza termica, in ottica della miglior efficienza energetica e sostenibilità ambientale dell’edificio. Nello specifico, l’esigenza è risolta grazie all’impiego del pannello in schiuma poliuretanica Poliiso Plus, dotato di rivestimenti in carta metallizzata, che offre eccellenti prestazioni di conducibilità termica dichiarata (λD = 0,022 W/mK). Sulle superfici del pannello vengono poi incollati, con procedimenti industriali che garantiscono la stabilità dei legami, i diversi strati che compongono il sistema Wr Lc: sul lato all’intradosso una lastra di Osb (pannello in legno costituito da lamelle di legno a strati incollati e pressati) di spessore di 10 millimetri fa da supporto al pannello di abete da 12 millimetri, mentre sul lato all’estradosso un pannello in legnocemento di 75 millimetri di spessore è ricoperto da una lastra in Osb da 10 millimetri, utilizzata come piano di posa per gli elementi adottati come manto di copertura (coppi, tegole, lastre metalliche).

LA RESISTENZA La conformazione del sistema da 100 millimetri di spessore di poliuretano utilizzata nel cantiere di Norcia garantisce presta-

PROGETTO E DIREZIONE LAVORI: Studio Basili e Studio Associato PAV LUOGO: Norcia (Perugia) ISOLAMENTO TERMICO COPERTURE: Poliiso WR LC di Ediltec Srl FORNITURA MATERIALE ISOLANTE: Felc Srl (Trevi)

zioni isolanti che raggiungono un valore di resistenza termica pari a 5,65 m 2K/W. In più, il sistema offre ottime caratteristiche meccaniche: valori di massa che, pur senza appesantire eccessivamente la struttura, ne migliorano il comportamento estivo e acustico. Un fattore, quest’ultimo, di rilevante importanza, visto che nel caso in questione il manto di copertura costituito da pannelli sandwich metallici potrebbe risultare rumoroso in caso di forti piogge. Ai vantaggi prestazionali del sistema Poliiso WR LC vanno sommati anche quelli applicativi che hanno consentito, grazie al grande formato degli elementi (1200 x 2000 millimetri) una posa molto veloce e interamente realizzata a secco, rispettosa quindi del criterio di disassemblabilità delle strutture, che è tra i principi fondanti dell’edilizia sostenibile e dell’economia circolare applicata al settore delle costruzioni.

STUDIO TECNICO ASSOCIATO PAV Lo studio di progettazione architettonica nasce a Norcia nel 1983 ad opera del geometra Federico Basili. Nel 1997 lo Studio Basili si è ampliato con la costituzione dello Studio Tecnico Associato PAV, avvalendosi delle prestazioni professionali dell’architetto Elena Giamogante. Data l’ubicazione, da sempre lo studio si è dedicato ai terremoti e alle conseguenti ricostruzioni, la prima in seguito al sisma del 1979, poi nel 1997, e infine oggi, in seguito agli eventi sismici del 2016. In più, lo studio si occupa di edilizia privata, pratiche catastali e successioni, grazie una squadra di quattro collaboratori. Dal 2019 lo studio si avvale anche della collaborazione dell’ingegnere Silvia Basili, figlia del geometra Federico, che ha deciso di tornare in Umbria per contribuire alla ricostruzione. La storica sede dello studio era in pieno centro storico a Norcia, a ridosso della zona rossa. Benché l’edificio non abbia subito danni, si è deciso di realizzare una nuova sede decisamente più performante, anche in termini di risposta sismica nell’eventualità di altre scosse.

Geometra Federico Basili

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Ingegnere Silvia Basili

Da sinistra, Andrea Coppa, Annunziata Di Giovambattista, Erminia Fausti, arch. Elena Giamogante, Federico Basili


YB LA RIGENERAZIONE URBANA

IV CONVEGNO NAZIONALE YOUBUILD 2020

VENERDÌ 16 OTTOBRE 2020, ORE 14.00 FIERA DI VERONA - PALAEXPO VIALE DEL LAVORO, 8 - INGRESSO A1

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COME SI FA

Arte + Partners

L’azienda del Gruppo Braga progetta e realizza architetture d’interni in tutto il mondo per hotel, hospitality, ristorazione, bar, shop, uffici, wellness ed eventi

Un legno da design per architetti di Franco Saro

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chiavi in mano, il tutto realizzato con macchinari e attrezzature moderne e sofisticate di ultima generazione. È il caso, per fare qualche esempio, di realizzazioni come una libreria/boiserie in legno, un bancone curvo in ottone e piastrelle decorative in porcellana presso l’hotel St. Regis a Venezia, oppure l’area bar e ristorazione (banco frigo e soffitto in bamboo) nel complesso di City Life, a Milano. O, ancora, del Gold Shop a Doha, in Qatar, con la realizzazione ed installazione di un bancone espositivo per la vendita di gioielli al Hamad Apt.

I

l Gruppo Braga si presenta nel settore contract con il marchio Arte + Partners. Il gruppo ha sede a Casalmaggiore (Cremona) mentre la filiale che si occupa di progettare e realizzare architetture d’interni in tutto il mondo per hotel, hospitality, ristorazione, bar, shop, uffici, wellness ed eventi ha sede a Breda di Piave (Treviso). L’azienda offre grande esperienza, sinergia, tecnici specializzati, ma soprattutto collaborazioni con celebri designer italiani e internazionali creando e sviluppando progetti e allestimenti nella loro totalità, dal layout iniziale alla consegna

SPECIALIZZATI NEL LEGNO Arte + Partners fa parte di Braga, gruppo nato nel 1974 a Cremona e diventato in pochi anni una realtà internazionale. Il business principale di Braga consiste nella produzione di componenti per porte interne in laminato, quindi tutto ciò che compone una porta (stipiti, coprifili, pannelli tamburati e pannelli intelaiati) con supporto in listellare di abete/pioppo avvalendosi di una filiera produttiva diretta dal bosco al prodotto finito. L’azienda si rivolge direttamente a falegnami, showroom, studi di progettazione e architetti.

St. Regis a Venezia: a sinistra, la Library, realizzazione libreria/boiserie in legno, e a destra, il St.Regis Bar, realizzazione bancone curvo in ottone e piastrelle decorative in porcellana. Nella pagina a fianco, realizzazione e installazione dell’area bar e ristorazione (banco frigo e soffitto in bamboo) a CityLife, Milano. In alto, il bancone espositivo per la vendita di gioielli del Gold Shop nell’Hamad Apt di Doha, Qatar

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COME SI FA

Eclisse

Vicino a Treviso un edificio passivo certificato e attestato CasaClima Gold si evolve al piano terra in una serie di uffici. Dove, oltre agli standard energetici, si pone particolare attenzione al comfort dei lavoratori

L’estetica del silenzio hiello Sommario Sommario

Titolo autore

N

ato dall’intretesto

TETITOLINO Dal punto di vitesto

Dida

TITOLO Hgoepgeprpg

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di Giacomo Casarin

I

l condominio Case Sabin, in provincia di Treviso, è una realizzazione CasaClima classe Gold e un edificio passivo certificato. Gli uffici al piano terra sono stati completati a settembre 2019, con un’attenzione particolare verso l’aspetto acustico: «Si tratta di luoghi di lavoro open-space, che richiedono un isolamento acustico particolarmente curato», spiega Marco Filippi, di Energy Plus Project (www.epplus.it), studio che si è occupato della parte energetica dell’edificio. «Le porte Eclisse sono state scelte per il loro abbattimento acustico pari a 38 dB, ma anche per motivi estetici, funzionali e di ricambio d’aria». La semplicità si coniuga con la perfetta resa estetica grazie a dettagli esclusivi

Gli interni degli uffici di Case Sabin, in provincia di Treviso

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COME SI FA

Eclisse

Sommario

Titolo autore

N

ato dall’intretesto

TETITOLINO Dal punto di vitesto

Dida

TITOLO Hgoepgeprpg

Un separè funge da zona relax all’interno degli uffici. Nella pagina a fianco, Marco Filippi, Passive house planner e Hvac designer

che permettono la totale integrazione della porta con la parete, insieme a tutti i vantaggi di una chiusura scorrevole a scomparsa. Domanda. Come è nato il condominio Case Sabin? Risposta. Parliamo di una nuova edificazione, composta da due blocchi che contano otto unità ciascuno. Il tutto occupa un volume di circa 7.500 metri cubi, più un interrato comune a uso autorimessa e cantine. La destinazione è principalmente residenziale, ma sono presenti anche dei locali adibiti a uffici al piano primo e al piano terra. Qui è stato recentemente realizzato un nuovo ufficio per il gruppo di progettazione composto da Studio Nadalin Srl e Energy Plus Project, specializzato proprio in edifici passivi e impianti ad alta efficienza energetica.

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D. Quali sono i sistemi che favoriscono maggiormente le prestazioni energetiche dell’edificio? R. L’edificio è stato costruito con pareti e solai pieni in calcestruzzo, con un isolamento esterno a cappotto in Eps con grafite, di spessore 20 centimetri. Le contropareti interne delle abitazioni sono in cartongesso, mentre quelle degli uffici sono state realizzate in Celenit, un impasto di fibra di legno e cemento bianco che ha anche migliorato le prestazioni acustiche. Inoltre, sono state montate finestre a triplo vetro con serramenti in legno e alluminio, all’interno dei quali è presente un’intercapedine in poliuretano che permette di raggiungere le prestazioni tipiche di un edificio passivo.


PERFETTA COMBINAZIONE TRA TECNOLOGIA E DESIGN L’integrazione totale della porta scorrevole con la parete, libera da stipiti e coprifili, è garantita da particolari dettagli costruttivi del controtelaio Eclisse Syntesis Line scorrevole. I profili perimetrali si presentano pre-intonacati (versione intonaco) o modellati per essere stuccati (versione cartongesso), accorgimenti che assicurano la perfetta adesione del materiale di finitura, scongiurando il rischio che si sfogli nel tempo. Inoltre, la robustezza strutturale tipica dei controtelai Eclisse viene in questo modello ulteriormente incrementata per evitare alterazioni lungo la linea del foro porta, anche nel caso di misure non standard.

D. E per quanto riguarda il sistema di ventilazione? R. Il ricambio d’aria garantisce un recupero energetico dell’87% circa. Si tratta di un sistema che permette di avere aria pulita senza la spesa energetica dovuta a una possibile ventilazione naturale. Ci sono locali tecnici all’interno dell’ufficio, da cui si genera la canalizzazione dell’aria, che abbiamo lasciato a vista, come il solaio in cemento, sempre nell’ottica di ricercare uno stile industriale, tipico di un luogo di progettazione qual è questo ufficio.

Il controtelaio è inoltre compatibile con il profilo in alluminio Eclisse Syntesis Battiscopa che permette l’installazione del battiscopa montato a raso muro. Un’idea innovativa, concepita per arredare gli spazi in modo moderno e minimalista. A differenza di quelli tradizionali, il battiscopa filo muro scorre a livello del muro, senza sporgere, in modo che i mobili possano appoggiare direttamente alla parete. In particolare, se si scelgono le porte filo muro o scorrevoli senza finiture esterne, il battiscopa raso parete assicura omogeneità della parete, coerenza delle finiture, eliminando il problema del deposito della polvere.

D. Parlando di uffici, quali elementi progettuali sono stati vantaggiosi per l’aspetto acustico? R. Stiamo parlando di luoghi di lavoro openspace, che richiedono un isolamento particolarmente curato. Abbiamo utilizzato Celenit sia per le pareti sia per i soffitti: per quanto riguarda il doveroso isolamento acustico dei solai in cemento, siamo riusciti a lasciarli a vista utilizzando i pannelli Celenit appesi in verticale rispetto alla superficie in calcestruzzo. Una soluzione caratterizzata da prestazioni acustiche migliori rispetto a un classico controsoffitto in cartongesso liscio.

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COME SI FA

Berner

Il gruppo è specializzato in prodotti e soluzioni per chi esegue i lavori di installazione, dai professionisti agli artigiani. E ha messo a punto un sistema per ottenere una posa corretta degli infissi in cinque punti

La finestra? È di servizio di Franco Saro

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a finestra vista da vicino. Anzi, dal suo interno. Ma, in effetti, anche dall’esterno. La mission di Berner si distacca da quelle di altre aziende attive nel settore degli infissi. L’azienda, infatti, è specializzata nella fornitura di soluzioni per i settori dell’edilizia, del serramento, dell’impiantistica oltre che del settore di auto, veicoli industriali e manutenzione industriale. Ma il gruppo non è solo un semplice fornitore di servizi. Infatti, ha anche messo a punto un proprio metodo, il Sistema Berner Energy System, per la corretta posa di porte e finestre. Il metodo prevede cinque fasi principali e per ognuna Berner ha sviluppato delle soluzioni specifiche.

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TRASPARENZA E FORMAZIONE «Noi non vendiamo solo prodotti, ma soprattutto soluzioni», commenta Marco Baroni, amministratore delegato della filiale italiana. «Per questo stiamo facendo un fortissimo investimento sulla formazione: elemento caratterizzante è la centralità delle persone. Un altro progetto fondamentale è il pricing strutturato, ovvero costruire un prezzo che sia il più trasparente possibile per i nostri clienti», continua Baroni.

Marco Baroni, AD filiale italiana Berner


Antonio Zuffellato, marketing manager Italia

LE FASI Le cinque fasi individuate da Berner prevedono prima di tutto la misurazione corretta, per garantire un corretto montaggio. E per questo primo step l’azienda propone il Misuratore Telescopico Berner, che permette di ottenere una misurazione precisa anche in circostanze difficili e operando da soli e il Distanziometro Laser speedpointer 80, con il display illuminato che gira automaticamente. Il secondo passo riguarda la preparazione del luogo di lavoro. E per questo impiego l’azienda ha in catalogo prodotti per la protezione delle superfici, come il Vello protettivo e il Nastro telato, oltre a una gamma di soluzioni che consentono di agevolare e velocizzare i lavori di montaggio, come gli Scalini pieghevoli a sei funzioni. Terza fase: lo smontaggio corretto della vecchia finestra, più semplice con l’utilizzo dell’Oscillatore Bot Starlock Max di Berner, che grazie alla potenza di 550W consente un rapido avanzamento dei lavori, ha una interfaccia 3D che consente un trasferimento diretto di potenza dall’utensile all’accessorio. Ed ecco la fase più delicata: l’installazione a regola d’arte della nuova finestra. Per il controtelaio, se presente, c’è Schiuma flessibile Energy, membrane freno vapore e Nastro Bg1, che regolano la traspirabilità, proteggono dalle infiltrazioni d’acqua e garantiscono le prestazioni acustiche. Inoltre, per l’isolamento del giunto secondario, è consigliata l’applicazione di un nastro trifunzione su tutto il perimetro del serramento. Berner dispone

anche di una gamma completa di soluzioni per il fissaggio, l’isolamento, la coibentazione e il riempimento, tra cui siliconi per giunti, con potere adesivo su diverse superfici, come il Silicone ossimico Premium, viti e tasselli ad hoc, e utensili per la foratura, come l’avvitatore cordless Bachdd-2, 5,0 Ah, e le punte specifiche per i diversi tipi di supporto. Ultima fase: il fine lavoro, con prodotti dedicati alla pulizia, che rimuovono i residui, lasciando i vetri brillanti e senza aloni.

Oscillatore bot

Misuratore telescopico

Scalini 6 funzioni

Avvitatore bachdd

Distanziometro laser

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COME SI FA

Berner

CONTATTO DIRETTO «Il settore della chimica diventa cuore della strategia del gruppo. La nostra è un’azienda che nasce con una forte connotazione di contatto diretto. Ed è la dimensione di sviluppo dei prodotti con alto valore aggiunto, con un servizio che ha un occhio per quelle che sono le esigenze future. Per questo l’azienda si è spostata sempre di più verso un servizio di consulenza per fornire un valore aggiunto ai nostri clienti», continua Baroni. L’azienda ha anche adottato con convinzione un approccio multicanale: oltre alla distribuzione tradizionale attraverso un negozio fisico e con la forza vendita, comunica attraverso un’app, e-commerce, e ha attivato un customer service telefonico. «Nella divisione artigianato abbiamo tre business: serramento e arredamento, impiantistica (termotecnica) e il mondo delle coAlessandro Da Ronche, Business Development Manager Italia

struzioni», aggiunge Antonio Zuffellato, nuovo marketing manager per l’Italia. «Oggi per gli edifici il risparmio energetico è il driver più importante, quanto il confort. E la ricerca di benessere si traduce spesso nella sostituzione del serramento. Ma ci sarebbe bisogno di avere molte più informazioni, spesso non coerenti. Patrimonio obsoleto da un lato, priorità dell’italiano rispetto alla casa. Aiutare il nostro cliente nel trovare le soluzioni giuste significa dare un servizio ed essere più chiari ed efficienti».

POSA DI QUALITÀ «Va precisato che queste soluzioni permettano di accedere agli incentivi (bonus casa). Abbiamo deciso di offrire anche ai nostri clienti dieci configurazioni di posa progettate e verificate», aggiunge Alessandro Da Ronche, Business Development Manager Italia. «Per questo nasce il marchio Posa qualità, con l’obiettivo di avere una norma di riferimento, per garantire che il serramento mantenga le sue prestazioni anche dopo la posa. È un’assicurazione che tutela l’utilizzatore finale per danni da un’errata posa. Abbiamo organizzato un corso di due giorni per aiutare anche il serramentista a proporre e a vendere le nostre soluzioni. Infine, abbiamo creato uno strumento per lo showroom, che indichi quali sono gli aspetti da tenere in considerazione quando si cambiano gli infissi». Il focus sul cliente, insomma, è prioritario. Lo conferma Giuseppe Massarotto, Customer Solution Manager di Berner Italia: «La sfida più grande è che abbiamo a che fare con un mercato estremamente variegato, che va dall’artigiano all’impresa. Ma vogliamo dare a ogni profilo di cliente il servizio giusto».

Giuseppe Massarotto, Customer Solution Manager di Berner Italia

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NOVITÀ 2020 COLLEZIONE FORTEZZA LA RIPRODUZIONE DEI GRANITI CINESI IN PIETRA SINTERIZZATA

WWW.ALTRAPIETRA.IT

L’ALTRA PIETRA® presenta la nuova linea di pavimentazioni in pietra sinterizzata in 2 cm di spessore, che riproduce i graniti più comunemente importati dalla Cina ma che in tempi recenti risultano difficilmente reperibili. FORTEZZA è la collezione che rappresenta i quattro colori selezionati. Riproduzione dei graniti cinesi più comuni nelle tonalità del grigio, ricche di giochi di contrasto dati dalle venature più chiare. La collezione in pietra sinterizzata si allarga quindi, arrivando a contare ben 57 nuance diverse e 11 tra piccoli e grandi formati.

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L’ALTRA PIETRA® è un prodotto di Granulati Zandobbio S.p.A. www.granulati.it


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COME SI FA

Isolmant

Dalla collaborazione con la inglese Acrefine nasce la terza divisione dell’azienda specializzata in acustica e ora proiettata anche verso la sicurezza sismica. Controllo di rumori e vibrazioni degli impianti, infatti, sono legati a doppio filo

Arriva Isolseismic, l'anti scossa di Giacomo Casarin

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i chiama Isolseismic la nuova divisione di Isolmant che fa il suo ingresso nel settore delle soluzioni antivibranti e antisismiche. Nata in partnership con la società inglese Acrefine, leader mondiale nella realizzazione di prodotti per il fissaggio e antisismici, Isolseismic mette insieme l’esperienza dell’ufficio tecnico Isolmant e la competenza ingegneristica dell’azienda d’Oltremanica per portare nel mercato italiano soluzioni performanti e tecnologicamente all’avanguardia.

OLTRE IL SUONO «L’azienda non produce per vendere, ma per risolvere problemi. Da sempre il nostro focus è quello di creare benessere, in particolare legando il concetto di benessere al comfort acustico», spiega Eugenio Canni Ferrari, amministratore delegato di Tecnasfalti Isolmant. L’azienda nata nel 1976 è stata la prima a portare in Italia il concetto di acustica nelle applicazioni sottomassetto, con l’utilizzo di materie prime ad hoc. «All’epoca l’acustica era un concetto pioneristico»,

Eugenio Canni Ferrari e un ambiente con Isolspace style

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Soluzioni antivibranti e antisismiche Isolseismic

ricorda Canni Ferrari. «Non c’era alcuna normativa a riguardo, ma noi l’abbiamo concepita come esigenza, prima che come prodotto. Ora, Isolseismic è una sfida e allo stesso tempo la naturale evoluzione del nostro Dna. Il tema dell’antisismica è un settore che sta diventando di grande interesse per motivi più che evidenti. E il link con il nostro core business è altrettanto evidente: parlando di isolamento acustico affrontiamo di continuo le problematiche legate al rumore generato dalle vibrazioni degli impianti, e al loro controllo è connessa la necessità di mettere in sicurezza gli stessi in caso di eventi catastrofici. I dispositivi utilizzati da Isolseismic lavorano in sinergia per risolvere entrambe le problematiche».

LA PARTNERSHIP Terza divisione di Tecnasfalti, dopo Isolmant e Isolspace, Isolseismic nasce dalla collaborazione con l’azienda Acrefine e dalla necessità di guardare fuori, verso un Paese che è stato vittima di terremoti, alluvioni, problemi ambientali. «Noi sappiamo lavorare con le vibrazioni, sappiamo leggere il mercato, sappiamo dare comfort», continua Eugenio Canni Ferrari. «L’obiettivo consiste nell’estendere il concetto di comfort al settore antisismico. Perché un ambiente ospedaliero in caso di terremoto deve restare attivo. L’analisi di mercato che abbiamo effettuato ha portato ad Acrefine, un player conosciuto in tutto il mondo con il quale abbiamo sviluppato un approccio personalizzato al mercato italiano. Siamo felici di questa collaborazione, che vedrà impegnati il nostro ufficio e il nostro apparato commerciale per rinforzare il concetto di benessere, legato questa volta non solo al tema dell’acustica ma anche al tema della sicurezza».

antisismica degli elementi non strutturali, ma garantiscono anche comfort e benessere ambientale. Infatti, per realizzare un isolamento acustico di un edificio è necessario contrastare il rumore proveniente da fonti interne, come quello generato dagli impianti e dalle vibrazioni che gli impianti stessi trasmettono, attraverso l’applicazione di dispositivi antivibranti adeguati. Allo stesso tempo, però, è fondamentale provvedere alla sicurezza antisismica degli elementi non strutturali, come indicato nelle Norme tecniche per le costruzioni 2018, di cui va garantita la funzionalità anche in seguito a un evento sismico. La gamma di prodotti Isolseismic si compone in particolare di materassini e supporti in gomma antivibranti progettati per minimizzare la trasmissione di rumore e vibrazioni generati da macchinari e impianti, ma anche di antivibranti a molla con diverse capacità di carico, insieme a supporti a molla con involucro esterno in acciaio progettati per contenere lateralmente e verticalmente il movimento dei macchinari in presenza di scosse sismiche. Altri prodotti sono vincoli strutturali in acciaio o ghisa progettati per limitare il movimento orizzontale dei macchinari in presenza di eventi sismici, oppure sistemi di fissaggio per tubi e condotte posizionati a soffitto. Applicazione IsolTile

ELEMENTI NON STRUTTURALI Le soluzioni presentate da Isolseismic non solo rispettano le normative vigenti in materia di isolamento dalle vibrazioni e di protezione

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INTORNO

DANIMARCA

di Andrea Oldani, Politecnico di Milano

Quanto design IN CASA PANDA

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Nello zoo di Copenaghen il nuovo padiglione che ospita due orsi è stato interpretato con un impianto circolare, suddiviso in due settori secondo una linea che richiama il simbolo yin e yang dell’antica filosofia cinese

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ell’architettura si può rintracciare un carattere costante che resiste a tempi e mode contribuendo a rimarcare l’indispensabilità di una disciplina tanto antica. Questo carattere risiede nella capacità dell’architetto di sapere elaborare una sintesi tra sito, tema e programma che culmina, attraverso il progetto, nella prefigurazione di una realtà che supera le barriere dell’ordinario e apre allo straordinario. Con questa chiave di lettura si può comprendere come la recente realizzazione dello studio Big (Bjarke Ingels Group) per un recinto destinato ai due panda giganti, Mao Sun e Xing Er, nello zoo di Copenaghen costituisca un perfetto esempio di sintesi critica e risposta formale a un tema decisamente non convenzionale nella pratica ordinaria dell’architettura.

IL RUOLO CENTRALE Come la casa per l’uomo nasce in base alle necessità dell’abitare, così la nuova dimora per i panda scaturisce come risposta perfetta alle esigenze del vivere in cattività di questi animali e declina, con assoluta novità, il tema della gabbia presente in ogni giardino zoologico, ribaltando la tradizionale prospettiva che esiste tra spettacolo e spettatore. La nuova «casa» è pensata innanzitutto per i suoi abitanti e il loro benessere mentre il visitatore dello zoo, pur avendo un ruolo centrale, è messo in secondo piano come osservatore discreto della vita privata degli animali. L’edificio, localizzato nella parte più centrale dello zoo, ha un impianto circolare suddiviso in due settori secondo una linea che richiama il simbolo yin e yang dell’antica filosofia cinese. La forma è pensata per of-

L’interno di una delle sezioni destinate ai panda. Si sottolinea il rapporto con gli spazi ricavati nello spessore del recinto e la partizione che separa l’area destinata a Mao Sun e Xing Er

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COPENAGHEN

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Lo spessore del recinto offre una serie di punti di osservazione protetti direttamente aperti sullo scenario di vita dei panda. L’enfasi data dalla forma circolare dell’edificio risulta interrotta dalla partizione centrale che contribuisce ad ampliare ed estendere lo spazio aperto interno

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Diagrammi esplicativi della genesi e delle potenzialità del progetto. 1 Diagramma dell’impronta circolare e della suddivisione in due settori distinti la cui forma è ispirata dal simbolo yin e yang. 2 Il sollevamento del volume dal suolo determina gli spazi per la cura, il ricovero degli animali e per la presenza degli spettatori. La soluzione offre anche le condizioni per la formazione di una copertura percorribile. 3 La concezione architettonica garantisce un continuo visivo in grado di coinvolgere pienamente i visitatori. 4 L’edificio è pensato per integrarsi fisicamente e visivamente al ristorante e tramite quest’ultimo al recinto degli elefanti. 5 La copertura offre continuità al disegno paesaggistico tra interno ed esterno del recinto e permette ai visitatori di godere di un punto di vista dall’alto.

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frire, tramite il sollevamento delle parti, un continuo visivo in grado di coinvolgere pienamente i visitatori. Quest’aspetto è ulteriormente esaltato dal ruolo svolto dalla copertura verde praticabile che unisce il recinto al ristorante e permette una variazione interessante nelle modalità di percezione dell’insieme. La divisione in due settori ha anche un valore funzionale perché attribuisce uno spazio indipendente ai due panda di sesso maschile e femminile in modo da ridurre il contatto visivo e olfattivo tra i due che diminuirebbe la possibilità di procreazione auspicata dai gestori dello zoo.

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COPENAGHEN

Piante dell’attacco al suolo e del planivolumetrico dell’edificio. L’architettura, grazie all’impianto circolare, gioca come elemento di cerniera tra gli spazi preesistenti offrendo un’esperienza di circolazione continua. Il ricorso alla copertura verde offre la possibilità di disegnare un intorno paesaggistico che iscrive l’edificio nel contesto del giardino zoologico

LA SCHEDA Nome: PANDA HOUSE Anno Completamento: 2019 Dimensione: 2450 mq Cliente: Copenhagen Zoo Progetto: BIG - Bjarke Ingels Group* Collaboratori: Schønherr, MOE * Partners-in-Charge: Bjarke Ingels, David Zahle Project Manager: Ole Elkjær-Larsen Project Leaders: Nanna Gyldholm Møller, Kamilla Heskje, Tommy Bjørnstrup

Team: Alberto Menegazzo, Alex Ritivoi, Carlos Soria, Christian Lopez, Claus Rytter Bruun de Neergaard, Dina Brændstrup, Eskild Schack Pedersen, Fabiana Cortolezzis, Federica Longoini, Frederik Skou Jensen, Gabrielé Ubareviciute, Gökce Günbulut, Hanne Halvorsen, Høgni Laksáfoss, Jiajie Wang, Jinseok Jang, Joanna Plizga, Lone Fenger Albrechtsen, Luca Senise, Maja Czesnik, Margarita Nutfulina, Maria Stolarikova, Martino Hutz, Matthieu Brasebi, Pawel Bussold, Richard Howis, Seongil Choo, Sofia Sofianou, Stefan Plugar, Tobias Hjortdal , Tore Banke,Victor Bejenaru, Xiaoyi Gao foto di Rasmus Hjortshoj

Sezioni trasversali. Gli ambienti ricavati nelle forme derivate dal sollevamento della figura circolare su cui è impostato il disegno del recinto permettono la transizione tra spazi coperti e scoperti e offrono molteplici possibilità di relazione con gli altri spazi dello zoo tra cui la Elephant House di Foster + Partners

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DOPPIO GIARDINO Il progetto architettonico dell’edificio è completato da un intervento paesaggistico di grande rilievo curato da Schønherr Landscape Architects, che ha messo al centro la necessità di riproporre in modo sintetico e variegato i caratteri tipici del paesaggio delle regioni montuose della Cina occidentale. La conformazione dell’edificio-recinto ha fornito i presupposti per la costruzione di un doppio giardino, che presenta in ogni porzione due ambienti caratteristici dell’habitat naturale del panda, uno tipico delle regioni nebbiose e l’altro delle foreste di bambù. Questa differenza restituisce agli animali un habitat che stimola, per affinità, i naturali processi di migrazione stagionale e offre ai visitatori la possibilità di maturare una personale esperienza di quest’ambiente peculiare. Le soluzioni adottate garantiscono zone d’ombra e parti soleggiate mentre il terreno in pendenza, generato dal disegno architettonico, offre spazio per una grande varietà di materiali che assieme alle aree umide formano il substrato ideale per la vita degli animali. La vicinanza di questa realizzazione alla Elephant House di Foster + Partners rende lo zoo di Copenhagen un luogo straordinario per la sperimentazione nell’ambito di una forma consolidata di intrattenimento e di educazione oggi particolarmente controversa e in cerca di una nuova identità, a cui l’architettura può offrire un contributo significativo.

La predilezione del panda gigante per i germogli di bambù, fonte principale della sua alimentazione, ha ispirato gli architetti nel disegno della superficie dei materiali artificiali e nella scelta di quelli naturali impiegati nella costruzione dell’edificio

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ITALIA UNDER 40

ARCHITETTURA

di Andrea Muzio, Politecnico di Milano

Tutti a scuola

DI PARTECIPAZIONE A Torino un istituto di metà anni Sessanta è stato rinnovato con criteri più moderni dallo studio Bdr. Che ha introdotto spazi che possono essere utilizzati anche per servizi sociali legati al quartiere

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L

a riqualificazione della scuola secondaria di primo grado Enrico Fermi di Torino, il cui impianto originale è stato progettato nel 1965 dagli architetti Augusto Romano e Sergio Nicola, fa parte di un più ampio progetto volto al miglioramento dell’ambiente educativo italiano. L’operazione rientra nell’iniziativa chiamata Torino fa Scuola, promossa da Fondazione Agnelli e Compagnia di San Paolo, in collaborazione con Città di

Torino e Fondazione per la Scuola. A vincere il bando, indetto nel 2016, è stato lo studio torinese Bdr Bureau, che amplia l’istituto e lo ripensa sia a livello funzionale sia estetico. Prima dell’intervento, infatti, l’edificio era caratterizzato da uno stile costruttivo tipico dell’era del boom edilizio, con spazi ampi e consoni all’insegnamento, le cui potenzialità non erano però sfruttate appieno. Gli architetti Alberto Bottero e Simona Della Rocca, in conformità a Vista esterna dell’edificio © Simone Bossi. A sinistra, vista entrata principale © Simone Bossi

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ARCHITETTURA

Vista assonometrica edificio A destra, dettaglio facciata, scala 1:50. Sotto, sezione edificio. © Studio Bru

quanto richiesto, hanno introdotto novità nell’ambito didattico, proponendo un modello pedagogico più dinamico e rendendo il luogo scolastico un riferimento per la comunità locale. ZONA CENTRALE L’atrio, area centrale del progetto, raccoglie e organizza gli ingressi alle diverse funzioni. Da questa area è possibile accedere a servizi aperti alla popolazione situati al piano terra: palestra, caffetteria e biblioteca con auditorium. Anche lo spazio aperto esterno all’edificio è ripensato dai progettisti per po0 10

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Vista atrio piano primo © Simone Bossi. Sopra, vista corridoio e aula © Simone Bossi

Area terrazze, zona didattica e connessione diretta tra cortile e aule. © Studio RBD

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ARCHITETTURA

LA SCHEDA Progetto: BDR Bureau (Alberto Bottero e Simona Della Rocca) Sito: www.bdrbureau.com Data pubblicazione bando: 2016 Fondi stanziati: 7,7 M € Inaugurazione scuola: 12 settembre 2019

terne promuovere un maggiore utilizzo collettivo. Tutto questo trasforma la scuola in un centro per la città, e realizza così il concetto di community school, dove la comunità è stimolata a partecipare e diventare parte integrante del processo di fare scuola. I due piani superiori sono destinati alle attività educative: le classi e i laboratori sono organizzati in cluster, mentre l’atrio diventa spazio di insegnamento informale. Anche le terrazze, che garantiscono una connessione diretta tra aule e cortile, sono concepite come parte integrante della didattica. Queste sono chiuse da una rete metallica, mentre il resto delle facciate si sviluppa alternando ampie vetrate a una muratura trattata con intonaco di granulometria variabile, che genera giochi di diversa profondità.

Vista interna corridoio © Simone Bossi

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RINNOVAMENTO I giovani progettisti hanno sostituito lo stile architettonico dell’edificio, ormai superato, con un design elegante e moderno in cui nessun elemento risulta superfluo, con una spiccata sensibilità nell’utilizzo dei materiali. Le ampie vetrate garantiscono spazi luminosi e un’ideale connessione tra spazio interno ed esterno, enfatizzata dalla permeabilità visiva delle reti metalliche. L’utilizzo di un modulo per le nuove strutture in acciaio sviluppa, al contempo, una facciata semplice e lineare. La distribuzione funzionale all’interno del progetto risulta altrettanto interessante: l’inserimento di servizi per i cittadini al piano terra modifica l’idea standard di edificio per l’istruzione, promuovendo una realtà più viva e interattiva. Gli spazi delle terrazze e la zona dell’atrio per l’apprendimento informale favoriscono, inoltre, la sperimentazione di metodi didattici alternativi. In sintesi, nonostante l’ampio utilizzo del colore bianco negli spazi interni, che tende a rendere l’ambiente impersonale, il progetto introduce diversi aspetti innovativi nell’architettura delle strutture scolastiche. Bdr Bureau è in grado di sviluppare un efficace modello, che promuove una riflessione sugli aspetti culturali e pedagogici legati agli spazi volti all’istruzione e al miglioramento della vita comunitaria.


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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO Nuova identità di vicinato La rigenerazione urbana passa anche dalla comprensione dell’inefficacia dei modelli abitativi del passato. Come è successo nel distretto Le Cité des 4000 vicino a Parigi, dove un progetto eterogeneo di JTB.architecture ha dato nuovo spazio all’integrazione sociale Le Cité des 4000, «La città dei 4 mila alloggi», è un distretto del comune di La Courneuve nella Senna-Saint-Denis, in Francia. Costruito nel 1956 dalla Città di Parigi, il complesso urbano su larga scala è stato concepito come un insieme di fitti blocchi edilizi situati uno accanto all’altro. Un principio urbanistico che ha impedito ai residenti e ai cittadini di appropriarsi degli spazi pubblici, rimasti indefiniti e inutilizzati. I progetti di rigenerazione della Cité des 4000 cercano ora di convertire l’effetto

di un’edilizia uniforme e impersonale per ridare importanza allo spazio pubblico, attraverso la realizzazione di un ambiente condiviso caratterizzato da una dimensione più umana. L’obiettivo dei progettisti di JTB.architecture si riflette nella disposizione dei nuovi volumi, che permette ai residenti di riappropriarsi di quella identità di vicinato mancante nel piano urbanistico del 1956. Varietà volumetrica, tipologica, materica Le 71 nuove unità di social housing firmate JTB.architecture forniscono uno skyline sfaccettato non monotono, che garantisce la porosità e l’apertura del lotto verso le strade adiacenti. I diversi edifici sono stati progettati per garantire più viste possibili a tutti gli appartamenti, evitando al contempo che questi comparissero nel campo visivo di altre unità abitative. La configurazione volumetrica genera due

LA CONFIGURAZIONE VOLUMETRICA GENERA DUE TIPOLOGIE CHIARAMENTE IDENTIFICABILI, IL CONDOMINIO A SEI PIANI E IL DOPPIO DUPLEX. SOPRA, UNO DEI PROSPETTI RIVOLTO VERSO LA STRADA

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a cura di Giacomo Casarin


tipologie chiaramente identificabili: il condominio a sei piani e il doppio duplex. Uno schema integrato che viene modellato attraverso un disegno attento di pieni e vuoti, dove gli itinerari comuni intersecano i luoghi di condivisione, come l’orto centrale, i pianerottoli comuni e le terrazze giardino. Tre materiali sono i protagonisti: cemento bianco, mattoni e larice. Nel bloccocondominio, il calcestruzzo enfatizza l’espressività dei dettagli di falegnameria in legno e metallo, mentre nei duplex il rivestimento in legno sottolinea le doppie altezze. I mattoni, infine, sono utilizzati come eleganti mashrabiya che fungono da decorazione e da schermatura per le abitazioni al piano terra.

LO SKYLINE NON MONOTONO GARANTISCE LA POROSITÀ E L’APERTURA DEL LOTTO VERSO LE STRADE ADIACENTI. SOPRA, I MATTONI SONO UTILIZZATI COME ELEGANTI MASHRABIYA CHE FUNGONO DA DECORAZIONE E DA SCHERMATURA PER LE ABITAZIONI AL PIANO TERRA

71 Social Housing Units in La Courneuve Progetto: JTB.architecture www.jtb-architecture.fr Committente: Plaine Common Habitat + Batiplaine Luogo: La Courneuve, Francia Fine lavori: 2019 Foto: Luc Boegly e Arnaud Schelstraete

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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO IL PROSPTTO DEL MUSEO VISTO DAL FIUME, DOVE SONO VISIBILI I VOLUMI DISTINTI DELLE GALLERIE, DELL'ATRIO E DEL BAR. SOTTO, LA VISTA VERSO IL FIUME HUANGPU

Il nuovo Centre Pompidou è cinese Nell’ambito della riqualificazione dell’area West Bund di Shanghai, lo studio David Chippefield Architects progetta il nuovo museo della città senza vincoli progettuali. L’attenzione è focalizzata sulla luce, sulle viste panoramiche e sulla complessità spaziale in sezione Il West Bund Museum è una nuova galleria d’arte della Shanghai Corniche, la promenade sulla riva settentrionale del fiume Huangpu, un’area di 8 chilometri e mezzo precedentemente industriale e ora oggetto di riqualificazione urbana. Il museo progettato da Chipperfield Architects occupa un lotto triangolare nella punta più settentrionale di un nuovo parco pubblico, dove il lato est è delineato da una gradinata che conduce alla riva

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del fiume. La posizione privilegiata consente all’edificio di svilupparsi in modo indipendente: tre volumi sono disposti intorno a un atrio centrale a tripla altezza, in cui è possibile accedere attraverso tre opzioni di ingresso, una per ogni piano. Per raggiungere la libreria e la caffetteria è sufficiente entrare dal piano stradale, mentre per accedere alle gallerie espositive

il visitatore può scendere in un cortile nascosto oppure salire una serie di scale per arrivare a un piano più alto. Nei cinque anni seguenti l’apertura, il Centre Pompidou di Parigi esporrà nel nuovo West Bund Museum numerose mostre, frutto di un partenariato firmato dal Centre Pompidou e dal West Bund Group, nell’ambito di una collaborazione culturale tra Francia e Cina.


I VOLUMI DEL MUSEO VISTI DAL PIANO STRADALE. SOTTO, SEZIONE TRASVERSALE

Volumi sotto la luce, luce dentro i volumi Ognuno dei tre volumi che ospitano le gallerie d’arte è alto 17 metri e contiene due livelli. Quello superiore ospita uno spazio espositivo illuminato da lucernai, mentre gli ambienti al piano inferiore, polifunzionali, sono parzialmente interrati e quindi caratterizzati da una luce clericale derivante da finestre

posizionate a un'altezza maggiore. Un altro volume che ospita il bar si trova dalla parte del fiume sul livello stradale: la sua forma allungata ha lo scopo di massimizzare la vista sull’acqua, mentre la sua copertura funge da grande terrazza che serve l’ingresso al piano superiore. Il tetto dell’atrio rimane al di sotto della linea di colmo dei volumi principali ma aggetta oltre l’edificio,

proiettandosi verso il fiume e la strada, dove è sostenuto da colossali colonne irregolari, che focalizzano l’attenzione sugli ingressi.

West Bund Museum Progetto: David Chipperfield Architects www.davidchipperfield.com Luogo: Shanghai, Cina Fine lavori: 2019 Foto: Simon Menges


World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO ALL’ULTIMO PIANO UN SOFFITTO ONDULATO A FORMA DI NUVOLA SORMONTA UN GRANDE OPEN SPACE DOVE L’ATMOSFERA SERENA INVITA ALLA LETTURA. A SINISTRA, LA FORMA E I RIVESTIMENTI DI OODI RICORDANO ALLO STESSO TEMPO UN CRISTALLO O UNA NAVE. SOTTO, LA PIAZZA KANSALAISTORI CONTINUA SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITÀ SOTTO LA TETTOIA LIGNEA D’INGRESSO E ATTRAVERSO L’EDIFICIO

Il cristallo per tutti La biblioteca centrale di Helsinki si chiama Oodi, è stata disegnata da Ala Architects e svolge perfettamente la funzione di centro comunitario di grande attrazione. Concorrono allo scopo l’apertura spaziale verso l’esterno e la terrazza sul tetto, una delle migliori viste sulla città Inaugurata a dicembre 2018, la Helsinki Central Library ha accolto il suo milionesimo visitatore già a marzo 2019, con visite quotidiane che hanno raggiunto

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i 20 mila ingressi nei giorni più pieni. L’edificio si trova a un paio di minuti a piedi dalla stazione ferroviaria centrale ed è costituito quasi interamente da spazi pubblici che offrono una vasta gamma di servizi, per lo più gratuiti. Gli architetti hanno diviso le funzioni dell’edificio in tre livelli distinti: un piano superiore tranquillo, un volume intermedio chiuso, contenente le funzioni più specifiche, e un piano terra più trafficato, che si apre direttamente sul paesaggio urbano dissolvendo il confine tra aree interne ed esterne: la piazza Kansalaistori, infatti,

continua senza soluzione di continuità sotto la tettoia lignea d’ingresso e attraverso l’edificio. All’ultimo piano, invece, un soffitto ondulato a forma di nuvola sormonta un grande open space dove l’atmosfera serena invita alla lettura. Un ponte verso l’efficienza energetica Lo schema spaziale di Oodi è stato concepito come un ponte che si estende per oltre 100 metri, così da liberare


LO SPAZIO DI ENTRATA, CONTINUAZIONE DELLA PIAZZA ESTERNA

completamente il piano terra. La struttura costituita da capriate e travi in acciaio è sostenuta da due enormi archi, sempre in acciaio, tesi insieme da una lastra di cemento armato. Per quanto riguarda i rivestimenti esterni, quelli in legno sono realizzati con moduli in abete prefabbricati e hanno contribuito a ridurre al minimo l’energia utilizzata per i sistemi meccanici di controllo

ambientale. Le facciate superiori in vetro, invece, consentono l’accesso a grandi quantità di luce naturale, facendo sì che il livello di consumo energetico di Oodi risulti essere quello di un edificio a energia quasi zero (nZeb).

Helsinki Central Library Oodi Progetto: ALA Architects Committente: City of Helsinki Luogo: Helsinki, Finlandia Fine lavori: 2018 Foto: Iwan Baan

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World wide build ARCHITETTURE NEL MONDO Nuovo legno nuova vita A Lisbona un vecchio edificio statale è stato rinnovato da Plano Humano Arquitectos, anche grazie all’utilizzo del legno in facciata. Un sistema di pannelli mobili che rende l’esterno dinamico e in contrasto con la materialità più chiara e minimale degli interni

materiali, nuovi spazi e nuove connessioni, quindi, in modo da creare una moderna esperienza abitativa per gli inquilini dei quindici appartamenti realizzati. Il vecchio edificio è stato rinnovato con ambienti più grandi e connessi, pieni di luce, con tanto di nuovi balconi che aprono lo spazio delle abitazione verso l’aria aperta, creando un costante dialogo tra interno ed esterno. Pelle mobile

Ricostruire per rivivere. Rinnovare per andare avanti. Sono gli slogan che hanno caratterizzato il progetto di riqualificazione di un palazzo a Lisbona, tenendo conto della sua locazione originaria e della sua storia. La preesistenza consisteva negli uffici generali del turismo, mentre il nuovo layout progettato da Plano Humano Arquitectos ha fornito all’edificio una destinazione d’uso residenziale. Nuovi

I VECCHI UFFICI GENERALI DEL TURISMO DI LISBONA SONO STATI TRASFORMATI IN SPAZI RESIDENZIALI

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L’edificio rinnovato ha guadagnato due negozi al piano terra e quindici appartamenti, collegati da spazi comuni per il tempo libero, come giardini, una palestra e una Spa. Basandosi sulle caratteristiche di comfort, robustezza e longevità, gli architetti hanno lavorato con materiali eleganti per caratterizzare gli ambienti, dove l’interno minimalista contrasta con il potente esterno in legno

termo-modificato, segno distintivo dell’edificio. Un materiale tradizionale e nobile che caratterizza i diversi pannelli mobili delle facciate, oggetto di un movimento costante che le rende vive. Il brise soleil in legno aumenta la privacy e l’efficienza energetica degli appartamenti, consentendo o limitando l’incidenza solare a seconda che sia estate o inverno: un requisito importante per il comfort, in una città mediterranea come Lisbona.

Lisbon Wood Residential Building Progetto: Plano Humano Arquitectos – www.planohumanoarquitectos.com Luogo: Lisbona, Portogallo Fine lavori: 2019 Foto: João Morgado


PIANTA PIANO PRIMO

PIANTA PIANO SECONDO Appartamento-studio Giardino sul tetto Appartamento tipo 1 Appartamento tipo 2 Appartamento tipo 3 (che occupa l’intero piano)

PIANTA PIANO SESTO

IL RETRO DELL'EDIFICIO. A SINISTRA, IL PROSPETTO VISTO DALLA STRADA

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a cura di Giacomo Casarin

IL VANTAGGIO DELLA VENTILAZIONE ALPAC AI Studio di Torino ha presentato la prima analisi comparativa tecnicoeconomica che ha messo a confronto diverse tipologie di ventilazione meccanica controllata in differenti contesti abitativi. In ogni situazione, secondo l’analisi, è stata confermata la superiorità dei sistemi puntuali Alpac, sia dal punto di vista prestazionale che economico. Nello specifico, sono state prese in esame le Vmc di tipo centralizzato, canalizzata autonoma e puntuale Compact Alpac, con e senza deumidificazione, per poi essere confrontate in diversi contesti come bilocali, trilocali, villette e edifici multi-alloggio fino a 64 unità, nonché in diverse città italiane, ovvero Milano, Bolzano, Roma, Palermo. Gli indicatori economici valutati sono stati

principalmente tre: il valore attuale netto (Van) calcolato per i primi 15 anni di vita dei sistemi, i costi di costruzione (opere impiantistiche e edili, considerando la perdita di superficie vendibile per cavedio) e i costi di conduzione (energia elettrica e termica per la ventilazione, energia elettrica per la deumidificazione e manutenzione, anche straordinaria). In ognuna delle situazioni analizzate

la Vmc Compact Alpac, con o senza deumidificatore, è stata confermata la soluzione più vantaggiosa. ww.alpac.it

TERREAL ITALIA MOSTRA I MATTONI E REGALA COMFORT Terracoat è un efficiente sistema a cappotto per l’isolamento termico degli edifici costituito da pannelli prefabbricati, realizzato mediante l’assemblaggio di lastre in EPS grigio additivate con grafite e di listelli in terracotta facciavista a pasta molle di Terreal Italia, con spessore di 2 cm. Il particolare sistema di assemblaggio fa sì che i due elementi siano saldamente incollati tra loro per creare un corpo unico, indivisibile e con un’altissima resistenza agli agenti

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atmosferici. Gli Incastri “a pettine” dei pannelli con il bordo battentato ed estremità arrotondate permettono una sovrapposizione conica per una perfetta tenuta all’aria e all’acqua. Le dimensioni ridotte, equivalenti a 0,55 metri quadri per pannello, nonché il peso limitato di 17,4 chilogrammi circa, rendono il pannello molto versatile nelle fasi di logistica e stoccaggio in cantiere, ma soprattutto permettono velocità e facilità di posa. I pannelli devono essere fissati

meccanicamente su qualsiasi struttura di supporto: dalla parete in legno alla più tradizionale parete in latero-cemento, fino al pannello in CA delle strutture prefabbricate. Il sistema Terracoat assicura una elevata performance termica dell’edificio oltre a migliorare l’aspetto estetico grazie ai listelli facciavista in terracotta, a pasta molle, realizzati nelle varietà di finiture e colori della gamma SanMarco e Pica. www.sanmarco.it


CON KNAUF LA LOTTA CONTRO IL FUOCO HA UN NUOVO VINCITORE Prestazionale, leggero, più veloce nell’applicazione. E, cosa più importante, caratterizzato da una protezione al fuoco fino a R240. Si tratta dell’ultimo prodotto antincendio di Knauf, MP 75 L Fire, un intonaco ignifugo leggero per la protezione degli elementi strutturali, le cui prestazioni di alto livello definiscono nuovi standard di protezione passiva al fuoco. Frutto dell’impegno in ricerca e

sviluppo della Divisione Antincendio Knauf, che ha evoluto le caratteristiche già performanti del precedente prodotto Vermiplaster, l’intonaco MP 75 L Fire è conforme alle specifiche ETA ed è costituito da un legante a base di gesso con perlite e altri inerti speciali che assicurano un’applicazione ottimale e una resa maggiore rispetto a prodotti analoghi. La tecnologia Knauf migliora e velocizza l’applicazione dell’intonaco facilitando la lavorazione e garantendo rese assolutamente performanti. MP 75 L Fire, infatti, aderisce perfettamente anche in punti critici e supporti difficili come i rivestimenti in lamiera grecata, profili metallici e superfici in calcestruzzo anche senza l’utilizzo di primer. Sviluppato appositamente per ambienti interni e

FINSTRAL, IL SISTEMA MODULARE OFFRE NUOVI ORIZZONTI Più luce per le opere di ristrutturazione, più trasparenza per le nuove costruzioni. Finstral ha sviluppato una soluzione modulare che segue il trend delle ampie superfici vetrate. Ante, porte o pareti si inseriscono in una struttura reticolata di montanti e traverse: rispetto ai sistemi tradizionali, FIN-Vista offre più spazio alla personalizzazione e alla

possibilità di integrare svariate soluzioni di apertura. Anche il montaggio è semplice, rapido e sicuro, perché tutti i componenti vengono preassemblati negli stabilimenti dell’azienda, dove è possibile integrare gli elementi desiderati in ampie superfici, con una larghezza (o lunghezza) delle singole vetrate fino a cinque metri. In tutti i profili di FIN-Vista è presente il nucleo in Pvc che garantisce valori di isolamento ottimali fino a Uw 0,79 W/m²K, insieme a un rinforzo in acciaio che rende la struttura particolarmente stabile, con spessori di soli cinque centimetri. Il lato esterno della parete vetrata è sempre rivestito con profili in alluminio, molto resistenti agli agenti atmosferici, mentre per il lato interno si può scegliere tra alluminio, Pvc e legno. www.finstral.com

semi esposti, il prodotto è idoneo anche per aree con presenza di alimenti. www.knauf.it

LE AUTOMAZIONI HÖRMANN SONO SEMPRE PIÙ SMART Con tecnologie d’avanguardia, ProMatic 4, SupraMatic E4 e SupraMatic P4 sono le nuove automazioni Hörmann per porte da garage. Innanzitutto, sono dotate di illuminazione Led a risparmio energetico: oltre a valorizzare esteticamente la chiusura, i 30 Led di SupraMatic P4, i 20 di SupraMatic E4 o i 10 di ProMatic 4 garantiscono un’illuminazione uniforme e rendono la zona di accesso al box ben visibile e più sicura di notte. In più, grazie all’interfaccia bus Hcp integrata, è possibile collegare i modelli Hörmann a eventuali impianti Smart Home esterni già presenti (come Homematic, Delta Dore, Knx e Apple HomeKit), tramite un modulo radio o una linea di sistema. Se poi il sistema Smart Home è dotato di accesso remoto tramite Internet, è possibile azionare i dispositivi Hörmann da smartphone, attraverso l’App BlueSecur Hörmann, scaricabile gratuitamente da Google Play o dall’App Store. Infine, le nuove automazioni dispongono anche della funzione opzionale di ventilazione naturale automatica, attivata dai sensori clima in caso di umidità eccessiva all’interno del garage. I supporti ribaltabili per ruote fanno sì che durante la ventilazione si apra solo l’elemento superiore del portone e che la base resti chiusa e aderente al pavimento. www.hormann.it

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eventi &notizie a cura di Giacomo Casarin

FLORIM nel mondo

D

opo Milano, New York e Mosca,

progettazione, promuovere il prodotto

prestigiosa zona residenziale, il flagship

Florim annuncia l’apertura di

ceramico Florim e l’utilizzo delle grandi

store di Singapore è uno spazio moderno

nuovi flagship store nei più

lastre. Il flagship store di Singapore è

ed elegante che si sviluppa su due

importanti centri del design internazionale.

stato l’ultimo spazio ad essere inaugurato,

livelli, dove gli spazi luminosi, grazie alla

Spazi istituzionali di riferimento in mercati

a fine 2019. A questo si aggiungeranno

presenza di ampie vetrate, sono pensati

strategici che confermano la volontà

altri showroom nel 2020, tutti progettati

come luogo di lavoro funzionale, in

del Gruppo di instaurare un legame

con la consueta attenzione al dettaglio

un’ottica di coworking. Agli allestimenti di

sempre più stretto con i professionisti

che contraddistingue l’azienda e

design che mettono in luce le potenzialità

del progetto per promuovere bellezza e

comprendenti i diversi brand del Gruppo

espressive e le performance tecniche

stile nel mondo. Si tratta di investimenti

(Floor Gres, Rex, Casa dolce casa –

delle grandi lastre, si affianca un’area

importanti inseriti nella strategia ben

Casamood, Cerim, Cedit – Ceramiche

tecnica dedicata alle maxi superfici.

definita di avvicinarsi ai grandi studi di

d’Italia e Florim stone). Situato in una

www.florim.com

GIO PONTI. Amare l’architettura

A

rchitetto, designer, art director, scrittore, poeta, critico, artista a tutto tondo, Gio Ponti è stato oggetto di una letteratura storico-critica e di una produzione espositiva

difficili da eguagliare. Dal disegno di oggetti d’uso quotidiano all’invenzione di soluzioni spaziali per la casa moderna, alla realizzazione di progetti complessi calati nel contesto urbano, come i grattacielo Pirelli a Milano o la cattedrale di Taranto, la progettualità di Ponti si caratterizza proprio per il passaggio disinvolto di scala in scala. A quarant’anni dalla sua scomparsa, il Maxxi di Roma gli dedica una grande retrospettiva che ne studia e comunica la poliedrica attività. La mostra, aperta fino al 13 aprile 2020, è il frutto di un attento lavoro di ricerca, che mira ad aggiornare la conoscenza sulla figura di Ponti architetto, mettendo in evidenza alcuni dei temi guida della sua lunga attività e la sua straordinaria capacità di prefigurare spazi e motivi della ricerca architettonica contemporanea: l’aspirazione alla verticalità e alla leggerezza attraverso la smaterializzazione delle facciate, la concezione di una città verde in cui la natura rientri a pieno titolo nell’agenda dell’urbanistica e dell’architettura, la flessibilità di spazi domestici capaci di adattarsi alle esigenze del proprio fruitore sono senz’altro temi che più di mezzo secolo fa hanno anticipato, con inedita chiarezza, i toni della sensibilità odierna. www.maxxi.art

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CERITH WYN EVANS e ....the Illuminating Gas DE LUCCHI al Museo Novecento di Firenze

È

Michele De Lucchi il protagonista

che dall’esperienza delle casette intagliate

del settimo appuntamento con

con la motosega, simbolo di una ricerca

il ciclo Il tavolo dell’architetto

sul tema dell’abitare, si giunge attraverso le

curato da Laura Andreini, che vede di

Earth Stations a un’evoluzione più ampia

volta in volta coinvolti celebri progettisti,

legata sempre al tema dell’abitare e alla

collettivi e studi di architettura del

qualità della condizione di vita dell’uomo

panorama contemporaneo. De Lucchi

sulla Terra, ma questa volta ampliata di

Earth Stations (22 novembre 2019 – 30

scala e legata al rapporto Uomo-Natura-

aprile 2020) è un progetto di ricerca nato

Tecnologia. Le prime Earth Stations,

nel 2018, concentrato sull’evoluzione

chiamate Originals, si riferiscono a nuovi

del concetto di funzione nell’architettura

luoghi di lavoro ed edifici per servizi

e sul bisogno di edifici simbolici

pubblici. Mentre nella versione Many

rappresentativi. Ripensare al senso sociale

Hands si immaginano cinque tipologie di

C

dell’edificio è un pensiero che per De

Stazioni, una per ogni condizione climatica

febbraio 2020 nell’Hangar Bicocca di

Lucchi viene da lontano: già nel libro

(desertica, temperata, continentale, polare,

Milano, è la più grande mostra mai

12 racconti con casette il progettista

tropicale) che hanno come scopo quello

realizzata da Cerith Wyn e presenta una

si immagina un’architettura inserita in

di amplificare il significato del rapporto

straordinaria selezione di 24 opere tra

una serie di paesaggi con l’intento di

dell’uomo con la Terra.

sculture storiche, complesse installazioni

comunicare speranza e ottimismo. Ecco

www.museonovecento.it

oncepita come una composizione armonica di luce, energia e suono, ….the

Illuminating Gas, aperta fino al 23

monumentali e nuove produzioni. Dopo gli esordi come filmmaker, dagli

KENRO IZU. Requiem for Pompei

anni Novanta Cerith Wyn Evans si

F

interventi site specific e perfomativi

di Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi, l’esposizione è co-promossa dal Parco archeologico

dimensione temporale nella fruizione

di Pompei, che per l’occasione presterà alcune riproduzioni dei celebri calchi in gesso delle

dell’opera. La ricerca dell’artista si

vittime dell’eruzione e che successivamente ospiterà la mostra nei propri spazi espositivi. Il

focalizza sulla percezione, sul potenziale

progetto propone una selezione di 55 immagini inedite, donate da Kenro Izu alla Fondazione

del linguaggio e della comunicazione,

Cassa di Risparmio di Modena, scattate tra le

mettendo in discussione la nostra

rovine di Pompei, dove l’artista ha collocato

nozione di realtà. Nella loro eleganza

con un poetico gesto di pietà le copie dei

ed equilibrio formale, i lavori di Cerith

calchi originali dei corpi. L’intenzione di

Wyn Evans attingono a una complessità

Kenro Izu non è quella di documentare

di riferimenti e citazioni che vengono

i resti di Pompei, quanto di trasmettere il

declinati in forme del tutto nuove

carattere sospeso fra meraviglia e distruzione

attraverso un articolato processo di

che proviene dalle rovine, insistendo

montaggio. Questa operazione avviene

sull’idea di quanto è rimasto il giorno dopo

sia attraverso l’impiego di materiali

l’eruzione del Vesuvio. Kenro Izu sarà anche

testuali che, decontestualizzati, vengono

visiting professor del Master sull’immagine

tradotti in un linguaggio luminoso

contemporanea della scuola di alta formazione

(per esempio, sotto forma di scritte al

di Fondazione Modena Arti Visive.

neon, fuochi d’artificio o pulsazioni

dedica alla realizzazione di sculture,

ondazione Modena Arti Visive presenta fino al 13 aprile 2020 la mostra Requiem for

che si caratterizzano per l’utilizzo di

Pompei, un progetto del fotografo Kenro Izu iniziato nel 2015 dedicato alla città campana

elementi e materiali effimeri come la

distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e sepolta sotto la cenere e i lapilli. A cura

luce e il suono, e per la centralità della

www.fmav.org

di luce) sia trasponendo in sculture l’immaginario di artisti storici, come Marcel Duchamp, o il repertorio di gesti del teatro giapponese Noh. www.pirellihangarbicocca.org


ARCHILEGGERE

L’ARCHITETTO COME INTELLETTUALE Marco Biraghi Lingua Italiano

Editore Einaudi

Karsten Pâlsson Lingua Inglese

Editore Dom publishers Anno 2017

Collana Piccola Biblioteca Einaudi. Arte. Architettura.

Misure 23 x 28,5 cm, pp. 272

Anno 2019

Prezzo di copertina 68 euro

Teatro. Cinema. Musica

Misure 13,5 x 20,7 cm, pp. 210 ISBN 9788806239923

Prezzo di copertina 21 euro Marco Biraghi, professore ordinario di Storia dell’architettura contemporanea al Politecnico di Milano e co-fondatore

del gruppo di ricerca Gizmo (www.gizmoweb.org), si in-

terroga sul senso dell’architettura e sul ruolo dell’archi-

tetto oggi. Intellettuale operante che interpreta il mondo o mero esecutore di progetti? Architetto «rifornitore» o

architetto «produttore»? Negli ultimi decenni la pratica dell’architettura è diventata un mestiere specializzato e, di

conseguenza, l’attenzione si è spostata dalla coppia autore/ opera al processo progettuale, inteso come prodotto. L’autore

analizza «il profilo e il campo d’azione degli architetti di un passato lontano o recente che hanno esercitato il proprio

ruolo d’intellettuali» per interrogarsi su «quale sia il senso oggi [...] di un architetto capace di andare oltre l’esecuzione

di incarichi assegnati [...], che sappia farsi interprete attivo

della realtà, prefigurando per essa possibilità alternative, o quantomeno cercando di metterla in crisi». L’architettura può ancora essere intesa come progetto ed essere essa stessa

progetto? È capace di proporre «grandi visioni anche in piccole dimensioni»?

Recensioni di Cassandra Cozza, Politecnico di Milano

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PUBLIC SPACES AND URBANITY

YouBuild - DICEMBRE / GENNAIO 2020

ISBN 9783869226132

Questo manuale di sviluppo e rinnovamento urbano si col-

loca nella tradizione di Jan Gehl, che considera lo spazio ur-

bano principalmente come luogo di vita e di socializzazione per le persone da migliorare attraverso architetture alla scala

umana. Alla base di città sicure e vivibili, secondo l’autore, ci sono parametri fisici e spaziali desunti della tradizione europea delle classiche città dense che vengono analizzati in

un capitolo introduttivo. I dieci temi di trasformazione urba-

na descritti in altrettanti capitoli attraverso un’introduzione critica e una dettagliata selezione di progetti, tutti europei, si collocano entro il paradigma delle «città umane» rinnovate

attraverso lo sviluppo di nuove parti di città alla scala umana, creando spazio per le persone, rispettando le stratificazioni

storiche e l’identità architettonica dei luoghi. La densità, la morfologia urbana e le tipologie edilizie giocano il loro ruolo nella trasformazione urbana. Alcuni dei temi trattati sono: la creazione di spazi lineari per pedoni e biciclette con luoghi informali di sosta e d’incontro, il rinnovamento

di aree urbane dense attraverso la modernizzazione della

configurazione degli edifici e mantenendo le caratteristiche

architettoniche e storiche del quartiere o il rinnovamento di centri locali con funzioni commerciali che includano spazi pubblici come contraltare ai centri commerciali.


CHINESE BRUTALISM TODAY. CONCRETE AND AVANT-GARDE ARCHITECTURE

‘SCAPE, INTERNATIONAL MAGAZINE FOR LANDSCAPE ARCHITECTURE URBANISM

Alberto Bologna

Lisa Diedrich, Harry Harsema (co-editor in chief) and

Lingua Inglese

Daphne de Bruijn

Editore Oro editions

Lingua Inglese

Misure 21 x 27,5 cm, pp. 298

Publishers

Anno 2019

ISBN 9781943532384

Prezzo di copertina 45 dollari Nonostante la Cina sia il principale consumatore di calce-

Editore Lijn in Landschap Foundation and Blawdruk Anno 2019

Misure 17 x 24,5 cm, pp. 208

ISSN 1389-742x, ISBN 9789492474421

struzzo, materiale prevalentemente usato per costruire in

Questo numero di ‘Scape (#16 - 2019), rivista internazionale

una identità architettonica cinese contemporanea che defi-

propone di informare, sollevare opinioni e ispirare, è dedica-

grande quantità e velocità, in questo libro l’autore delinea nisce chinese brutalism, attraverso l’analisi di alcuni edifici in cemento a vista costruiti negli ultimi venti anni analizzati

in un contesto globale. L’autore indaga le caratteristiche

peculiari dell’architettura cinese più recente e, così come descritto nell’introduzione di Pierre Alain Croset, le de-

scrive attraverso due apparenti paradossi: che un gruppo di architetti cinesi di avanguardia abbia scelto per questo scopo proprio il cemento a vista e che questo materiale venga usato come affermazione di un linguaggio architettonico locale. Questa identità viene indagata attraverso l’analisi

della composizione, dei formalismi e delle scelte decorative

tipicamente cinesi, delle tradizioni locali che due generazioni di progettisti hanno progressivamente stabilito. La descrizione si sofferma anche sulle differenze culturali tra

oriente e occidente e sulle loro ricadute nella critica e nella pratica del progetto ed usa la tettonica e la morfologia come strumenti di dialogo tra le due culture.

di paesaggio e progetto urbano con base in Olanda che si

ta ai temi dell’incertezza come fonte d’ispirazione, a quello della bellezza e al giardino nascosto. Il dossier sull’incertezza

Cassandra Cozza, (Polla, 1978) Ricercatore in Composizione architettonica e urbana del Dipar timento DAStU del Politecnico di Milano, dove si è laureata in Architettura e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana, svolge e ha svolto attività di ricerca in Italia (PRIN MIUR) e all’estero. Architetto, tutor del dottorato PAU, ha divulgato gli esiti dei suoi studi attraverso pubblicazioni, seminari e mostre. Insegna Progettazione architettonica e urbana presso la scuola AUIC del Politecnico di Milano, dove è anche teaching coordinator dell’International PhD Summer School Heritage and Design

si interroga sull’approccio progettuale in ambiti complessi

che richiedono soluzioni non immediate, da guidare per risolvere problemi urgenti. Oltre ad una selezione di progetti, esso contiene un saggio sul dilemma come strumento

per indagare problemi di non facile soluzione e riflessioni

sul diagramma come strumento di comunicazione. L’altro dossier, invece, parte dall’assunto che la bellezza sia qual-

cosa di cui siamo molto incerti, e con la quale dobbiamo confrontarci. ‘Scape è stampata una volta all’anno, è collegata

alle omonime e-zines digitali pubblicate su scapemagazine.

com, ed è una rivista attenta ai mezzi di comunicazione del progetto più aggiornati. Infatti, usa profili social Instagram

e Facebook per comunicare i suoi contenuti e propone insta

inspiration e photo essay all’interno della rivista, che si compone di articoli ampiamente illustrati, saggi, ritratti, interviste e critiche progettuali.

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ARCHITECH

How do you spell… Bim? L’EVOLUZIONE DELL’ACRONIMO CHE SIGNIFICA INNOVAZIONE IN EDILIZIA

D

i Bim si è parlato spesso negli ultimi anni. Questo acronimo, infatti, non sembra voler cedere il passo nei dialoghi attorno all’edilizia che animano conferenze, fiere, riviste di settore, portali d’informazione. Le stesse tre lettere non hanno avuto lo stesso successo nel contesto professionale dove, se si considera il comparto nella sua totalità, il Bim non ha ancora raggiunto una diffusione capillare. Tuttavia, al di là dello iato tra le potenzialità di questo nuovo approccio al fatto edilizio e i casi concreti di sua reale applicazione, resta intatta la necessità di occuparsi di questa tematica, da molti riconosciuta

come l’inderogabile futuro delle costruzioni. È con questa premessa che questo contributo intende chiedersi quale sia il significato, oggi, di Bim, acronimo di Building Information Modeling. Radici lontane La grande diffusione del termine ha inizio nel 2002, grazie alla pubblicazione (decisamente azzeccata) di un white paper redatto da Autodesk. Pare, però, che non ci sia stata grande creatività da parte della software house californiana, se è vero, com’è vero, che nel 1992 van Nederveenand e Tolman avevano già parlato di Building Information Model e, ancor prima, nel 1996, Aish di Building Modeling. Ancor più lontana nel tempo è la ricerca di Eastman, che con il suo Building Description System del 1974 si è inconsapevolemente guadagnato la palma di padre putativo del Bim, o l’intuizione di Englebart nell’ancor più lontano 1962. È dunque facile immaginare come un concetto che ha avviato il suo processo di formalizzazione quasi 60 anni fa possa essere passato, nel tempo, per progressive revisioni e aggiornamenti. La lettera M L’interpretazione originale dell’acronimo Bim tendeva a porre l’accento sulla «M» di Modeling, focalizzando quindi l’attenzione sulla produzione e l’utilizzo di modelli grafici e informativi dell’intervento allo studio, in luogo dei tradizionali elaborati Cad, pur già digitali. Un Building Information Model è la simulazione digitale di un’opera, o del progetto, che presenta tre caratteristiche fondamentali: è tridimensionale, si esprime attraverso oggetti (spazio, muro, finestra, terminale dell’aria) che simulano elementi reali, non attraverso simboli grafici (punti, line, superfici) indipendenti dall’oggetto rappresentato, è parametrica (gli oggetti che costituiscono il modello sono quantificati e qualificati attraverso parametri che ne

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di Michele Carradori - direttore di BIS-lab, Building Innovation and Skills-lab – Gruppo Contec

determinano le caratteristiche, geometriche e non), è relazionale (gli oggetti stabiliscono tra loro delle relazioni che tessono l’infrastruttura informativa dell’opera). La lettera I La più recente tendenza nel riconoscere nella «I» di Information l’aspetto nodale dell’innovazione che il Bim propone, ha coinciso effettivamente con un’estensione dell’accezione originaria del termine. Complice, probabilmente, anche la concomitante evoluzione degli strumenti software, oggi, utilizzando l’acronimo Bim si fa riferimento a una modalità di approccio al processo edilizio di cui i Building Information Model sono una componente fondamentale, ma non esclusiva. Parlando di un progetto (inteso nel più ampio senso dell’inglese project) «gestito con approccio Bim», come sovente si sente dire, si sottintendono attività quali l’attività di esplicitazione dei requisiti informativi e la conseguente redazione di documenti quali Capitolato Informativo, offerta e piano di Gestione Informativa, l’utilizzo di strumenti di information management quali i Common Data Environment, la condivisione e il riutilizzo delle informazioni contenute nei

modelli informativi per scopi diversi (coordinamento interdisciplinare, verifica dei contenuti informativi, simulazioni specialistiche). In altre parole, dicendo Bim intendiamo una metodologia di lavoro finalizzata a una gestione digitale delle informazioni relative ad un’opera e dei flussi informativi che la riguardano. Non a caso, uno sviluppo alternativo dell’acronimo che ha raccolto il gradimento degli addetti ai lavori è quello di Better Information Management.

Libri chiave • D. C. Englebart,

La lettera B Lo stesso ambito di applicazione del Bim è stato, ed è, oggetto di ampliamento: a partire dalla «B» di Building, associata ad interventi di nuova edilizia verticale, hanno trovato diffusione i concetti di hBim (heritage/historic Bim), relativamente al patrimonio costruito, o di infraBim, qualora applicato agli interventi infrastrutturali. E l’applicazione delle tecnologie digitali al mondo delle costruzioni continua nella sua espansione, allargando il perimetro di quello che per noi oggi è il Building Information Modeling: il nuovo concetto di Digital Twin è infatti già pronto a tenerci compagnia per tutto il 2020 e, verosimilmente, oltre.

«Augmenting Human Intellect», 1962 • C. M. Eastman, «An Outline of the Building Description System», 1974 • R. Aish, Building modelling the key to integrated construction Cad», 1986 • G.A. van Nederveenand, F. Tolman, «Modelling Multiple Views on Buildings», 1992

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AL LAVORO CON YOUBUILD Smartphone, computer e YouBuild. Il magazine edito da Virginia Gambino Editore è diventato in breve uno strumento apprezzato dai professionisti della filiera delle costruzioni: architetti, geometri, ingegneri, periti, imprenditori... YouBuild, infatti, non si propone solo di fare genericamente cultura del costruire e del progettare. La rivista, che ha cadenza trimestrale, pubblica anche informazioni utili, pratiche, aggiornate. Sotto la direzione di Luca Maria Francesco Fabris, docente al Politecnico di Milano, un comitato scientifico internazionale è in grado di selezionare le tecnologie, case history e metodologie migliori. Ecco perché l’abbonamento a YouBuild è uno strumento per migliorare il vostro lavoro.

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