Roma, una città, un impero - n. 0

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In alto, a sinistra e a destra: Zecca di Roma: semisse fuso in bronzo In basso: Ripostiglio di monete dell’età tardo imperiale

nea conservato, ma sarebbe più giusto usare il termine ‘disperso’, tra musei statali, musei locali e collezioni private, queste ultime comunque parte dello stesso patrimonio. Alcune migliaia di monete possono essere tranquillamente infilate in uno dei cassetti della scrivania del direttore e rimanere lì per anni senza costituire un problema. Migliaia di statue, urnette o vasi hanno, invece, sempre obbligato i responsabili a trovare una soluzione, almeno di immagazzinamento, ma anche di esposizione e, quindi, di catalogazione. Un’indagine conoscitiva condotta qualche anno fa ha mostrato come in Italia vi siano 239 musei pubblici (da A come Acireale a V come Volterra) che hanno un medagliere-monetiere-gabinetto

numismatico o comunque un nucleo di monete di età antica, medievale e moderna. La stessa indagine ha verificato come solo il 20% dei musei contattati è stato in grado di fornire numeri precisi sulla consistenza delle rispettive collezioni numismatiche, un altro 20 % ha fornito cifre approssimate per difetto o per eccesso sui diversi nuclei ed il rimanente 60% alla domanda-tipo sull’esistenza di monete romane ha risposto “si”, solamente “si”. Nel frattempo alcuni musei tra quelli “intervistati” nell’indagine hanno candidamente ammesso che le monete già possedute erano state, nel frattempo, rubate. Questa dei musei visitati da ladri è una lista molto lunga, che si allunga ogni giorno di più,

nonostante le asserite misure di sicurezza messe in atto. Ed ovviamente, se non si ha coscienza del posseduto, non si è nemmeno in grado di individuare le eventuali assenze! E tutto ciò nonostante i giacimenti culturali, i grandi progetti catalogatori che hanno percorso in lungo e in largo la penisola negli ultimi venti anni già negli anni Settanta con schede cartacee RA, N di tutti i tipi, grandezze e colori. L’unica concretezza rimangono i grandi cataloghi compilati, ma solo per le maggiori collezioni pubbliche italiane: a Torino per tutte le monete consolari e imperiali romane e bizantine (10384 esemplari), catalogate e pubblicate da Fabretti, Rossi e Lanzone nel 1881; a Firenze per le monete

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