saper fare
valori di riferimento riportati nelle tabelle 3 e 4, sono in genere i valori di riferimento di una persona sana adulta. Il bambino invece è un soggetto “dinamico” che modifica i suoi parametri a seconda dell’età, per cui i valori riscontrati in un emocromo vanno attentamente e scrupolosamente rapportati ai valori standard normali di un soggetto dell’età del proprio piccolo paziente (esempio classico: la variazione dei valori di emoglobina – Hb – soprattutto nei primi due anni di vita). I valori di riferimento pediatrici, specie per l’Hb, le piastrine (PLT) e i globuli bianchi o leucociti (GB), vanno attentamente correlati a: età del bambino (tabelle 3 e 4), tempo di insorgenza dell’evento (es. infezione) per cui è stato fatto l’esame e al necessario tempo di attesa (quando ripetere un esame) che diventa pertanto un tempo “diagnostico” [2]. In un emocromo i valori significativi a cui guardare sono: leucociti, globuli rossi, Hb, MCV, Ht, RDW, piastrine, MPV, reticolociti, formula leucocitaria. 1) Leucociti (GB): elevati, fino a oltre 20.000/mmc quanto più il bambino è piccolo (< 2 anni), molto bassi (< 3000/mm3), spesso in presenza di infezioni virali. Senza dubbio patologici quando >30.000/mm3: sepsi? Leucemia? Forma proliferativa cronica? [3]. Una osservazione personale, basata però su decine e decine di casi: gli adolescenti (età 10-18 anni) hanno di base, anche se non riportato dai “sacri testi”, un valore di leucociti più basso rispetto allo standard, e cioè fra 3000 e 4000/mm3, forse per l’interferenza ormonale della crescita. Questo dato è importante perché in questa fascia di età è più corretto parlare di leucopenia, quando i leucociti sono < 3000/mm3 e non < 4500/mm3 come riportato ancora oggi nei testi. Ciò evita un eccessivo “accanimento” diagnostico (aspirato midollare, biopsia ossea) in molti giovani. È un’attenzione che porgo ai lettori per una più critica valutazione rapportata ad altri parametri dell’emocromo su cui mi sono soffermato e mi soffermerò. 2) Globuli rossi (GR): sopra la norma (4500.000-5000.000/mm3) fanno presupporre una microcitosi (talassemia); molto sotto la norma a una forma di anemia carenziale. 3) Emoglobina (Hb): molto variabile nei primi due anni di vita. Controllare sempre le tabelle con le variazioni e le deviazioni standard (± DS, importanti!) prima di etichettare un bambino come anemico. Va considerata sempre insieme a MCV. 174
Quaderni acp 2014; 21(4)
TABELLA
3: VARIABILITÀ DEI PARAMETRI DELL’EMOCROMO IN RAPPORTO ALL’ETÀ
TABELLA 4: VARIABILITÀ DEI LEUCOCITI E DELLA FORMULA LEUCOCITARIA AUTOMATICA SECONDO L’ETÀ DEL SOGGETTO
4) Volume globulare medio (MCV): va correlato con Hb e GR. Se MCV basso (controllare sempre tabella di riferimento), inteso in genere < 75, si parla di microcitosi, espressione o di anemia da carenza di ferro, o di emoglobinopatia, o di intossicazione da piombo. Se invece MCV è particolarmente alto (> 100), vanno dosati la vitamina B12 e i folati per escludere (anche se rara) un’anemia macrocitica da deficit di folati; va posta attenzione a una possibile mielodisplasia (esordio spesso subdolo e solo con una macrocitosi). 5) Ematocrito (Ht): ci indica l’eventuale pleiocitosi dei GR e quindi una possibile policitemia se Ht >50%. Se Ht <50% anche con Hb elevata (specie negli adolescenti) non si parla di policitemia. 6) RDW: distribuzione di volume dei GR (dispersione dei singoli elementi intorno alla media). È un parametro presente negli apparecchi coulter di ultime generazioni e che dà un contributo alla diagnosi di un’anemia. Infatti un RDW basso indica in gene-
re una popolazione omogenea di GR, mentre un RDW alto una popolazione eterogenea come si ha nelle anemie carenziali o nelle anemie emolitiche croniche. RDW normale invece si ha nelle sindromi talassemiche (stabili nel tempo), nelle anemie emolitiche acute (come il favismo) o nelle emorragie. Pertanto è un parametro complementare un po’ discriminante. 7) Piastrine (PLT): cellule con emivita breve che condiziona una variabilità elevata del loro numero assoluto a distanza di pochi giorni (tre-quattro) e con un range ampio da 150.000/mm3 a 450.000/mm3. Tutti i valori che oscillano, anche rapidamente, in questo range sono normali; quando sono in eccesso (sopra 600.000/mm3) si può parlare di piastrinosi o trombocitemia, considerando sempre attentamente l’età; infatti nel neonato e nel lattante tale valore, per essere valutato criticamente, deve superare 1.000.000/mm3 e, per essere considerato patologico, avere un andamento progressivo nel tempo di osservazio-