A & L VINI 2015

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La storia del vino in Sudtirolo / Alto Adige Già tre millenni fa le prime vigne Nel 2002, vicino a Bressanone, sono stati rinvenuti delle botti di legno con cerchi di ferro, cosí come furono utilizzati una volta dai vignaioli „rätoromani“ qui nel Sudtirolo. Anche la „Villa romana“ a San Paolo / Appiano, testimonia la viticoltura durante il periodo romano. Diverse cesoie da vite e mestoli da botte del V secolo a.C. rinvenuti nel territorio, dimostrano che la cultura enoica dell’Alto Adige è fra le più antiche d’Europa. Quando vi giunsero i Romani, nel 15 a.C., videro con stupore che i Reti, che allora popolavano questa terra, solevano già conservare il vino in botti di legno, mentre alla corte di Augusto ci si arrangiava ancora con anfore d’argilla e otri di cuoio.

Nel Medioevo una diffusione a tappeto A partire dall’ottavo secolo, diversi monasteri bavaresi e svevi acquistarono tenute viticole in Alto Adige per coprire il proprio fabbisogno di vino. Nel Duecento, il “Potzner” e il “Traminer” furono i primi due vini locali che presero il nome dalla loro origine geografica (Bolzano e Termeno), ma già allora il vino altoatesino era un soggetto amato da pittori e poeti, come dimostra un affresco della cattedrale di Bressanone e una nota poesia di Oswald von Wolkenstein. Una spinta notevole fu impressa alla viticoltura altoatesina durante la monarchia austroungarica, quando si cominciarono a piantare anche il Riesling e i vitigni di Borgogna.

Il grande “boom” iniziato trent’anni fa Dagli anni ottanta, la vitivinicoltura altoatesina vive un boom che ancora non accenna a fermarsi. La qualità, la selezione delle varietà in base ai vigneti, la riduzione drastica delle rese e l’adozione di tecnologie e metodi all’ avanguardia, hanno prodotto un salto di qualità al di là di ogni aspettativa, tanto che oggi il 98,8 % di tutta la superficie vitata altoatesina è tutelata dal disciplinare DOC, una quota di gran lunga superiore ad ogni altra regione italiana.


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