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gestione
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dove sono finiti
tutti?
I fitness club possono soddisfare maggiormente gli iscritti e conquistare nuovi target adottando una strategia molto semplice, ovvero proporre attività outdoor sinergiche con quelle indoor. In queste pagine alcuni utili suggerimenti per cogliere questa interessante opportunità
«A
ltroché bella stagione, non è ancora fiorito il biancospino e la frequenza alle lezioni di gruppo è già calata e nel weekend il club è deserto…». A dirlo, preoccupati, sono Marco, Lucia, Antonio e tanti altri imprenditori del settore fitness e wellness che, non disponendo di uno spazio esterno, con l’arrivo della primavera vedono diminuire l’affluenza al loro club. Fino a un po’ di tempo fa le prime piogge autunnali riportavano tutto alla normalità, ma da qualche anno a questa parte gli addetti alla vendita si trovano ad affrontare una
di Paolo Grosso e Sonia Mercolino
situazione nuova: nel momento in cui effettuano le telefonate di cortesia finalizzate al ritorno alla frequenza degli abbonati e, ancor di più, di coloro ai quali è scaduta l’iscrizione nel periodo estivo, annotano nella sezione CRM del gestionale che l’iscritto ha abbandonato per dedicarsi ad attività svolte all’aperto. Da dove nasce il desiderio di uscire? E soprattutto come può essere gestito da parte dei titolari di strutture esclusivamente indoor? Associato al termine training (allenamento), il termine outdoor (all’aperto) fa velocemente affiorare nella mente immagini di percorsi a ostacoli, corse nel fango, arrampicate eseguire con le funi e tutto ciò che viene associato all’addestramento fisico svolto in ambito militare. Una volta scorse queste prime immagini, ci si ricorda anche del running e del ciclismo, ma si continua a dimenticare il variegato mondo di coloro che semplicemente amano fare attività all’aria aperta. Non solo allenamento, dunque, ma attività e tempo all’aria aperta anziché in ambienti chiusi.
portarli fuori per… tenerli dentro Fino a trent’anni fa, il tempo che si trascorreva all’aperto era decisamente superiore rispetto a oggi. Se ci fermiamo a riflettere, ci accorgiamo che ora i bambini, rispetto al passato, vivono molto più distanti dalla natura, in un mondo