347_ILLEGNO_2018

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Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (MI) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice Web and Magazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I20141 Milano - www.webandmagazine.media

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347 febbraio 2018 - anno 97 dal 1922


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EDITORIALE IL LEGNO DIVENTA INTERNAZIONALE di Pietro Ferrari

08

FOCUS INTERNATIONAL HARDWOOD CONFERENCE LE LATIFOGLIE A 360 GRADI di Sonia Maritan

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SCENARI ASSEMBLEA OPORTO PAOLO FANTONI UNO SGUARDO SUL SETTORE DEL PANNELLO A BASE LEGNO di Pietro Ferrari

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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ ANDREA ZENARI COSA SUCCEDERÀ DEL LEGNO? di Andrea Zenari

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ARTE E PROGETTO FELICE RAGAZZO FARE COL SUGHERO SPERIMENTANDO NUOVE STRADE: UN RUOLO IMPEGNATIVO PER IL DESIGN di Felice Ragazzo

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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ ANDREA ZENARI LA “LEGNAIA” DI PROGETTO FUOCO di Andrea Zenari

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FOCUS VERO LEGNO LEGNOQUATTRO UN CALEIDOSCOPIO DI PIALLACCI TINTI di Sonia Maritan

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FOCUS VERO LEGNO TRASFOR INTRAMONTABILE CHARME DI RADICA di Sonia Maritan

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FOCUS VERO LEGNO VERGANI UN VENTAGLIO DI TRANCIATI CON L’ESCLUSIVA PALMA NERA di Sonia Maritan

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TECNOLOGIE D’ALESSANDRO TERMOMECCANICA LA VIA ITALIANAALLA GENERAZIONE DI CALORE di Pietro Ferrari

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TECNOLOGIE HOLZ-HER GRANDE PRIMA ITALIANA IN BRIANZA di Pietro Ferrari

60

TECNOLOGIE MAFELL POTENZA E VERSATILITÀ di Pietro Ferrari

SOMMARIO 347 IL LEGNO FEBBRAIO 2018 www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com


dal 1922

GENNAIO 2018

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AZIENDE BIOKAMINO UNA LINEA DI CAMINI DA INCASSO STUDIATA PER I PROGETTISTI di Beatrice Guidi

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AZIENDE SCANDOLA LEGNO E CONTRACT di Beatrice Guidi

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ARTE E DESIGN AMORIM GROUP FUNZIONALITÀ E DESIGN di Beatrice Guidi

68Å

EVENTI PROGETTO FUOCO VERONA ITALIA APPUNTAMENTO A VERONA di Pietro Ferrari

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INDIRIZZI UTILI


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COLOPHON

dal 1922 anno 97

347 febbraio 2018 347 february 2018

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dal 1922

IL LEGNO

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IL LEGNO DIVENTA INTERNAZIONALE Bisognava arrivarci: le dinamiche del legno come materia prima o semilavorato hanno sempre avuto una forte caratteristica di internazionalità, gli operatori del settore si sono mossi su tutti i continenti per fornire al nostro Paese quella materia prima di cui l’industria e l’artigianato erano decisamente voraci. E quale materia prima? Prodotti di grande qualità con elevate garanzie prestazionali e con un pedigree in regola con le richieste della giusta etica della sostenibilità ambientale e della gestione forestale.

GENNAIO 2018

di Pietro Ferrari

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EDITORIALE

Non a caso, questo primo numero bilingue de Il Legno parte con un focus, firmato da Sonia Maritan, sul Congresso Internazionale dei legni di latifoglie, svoltosi a Venezia nel mese di novembre a sottolineare la sempre più accentuata dimensione internazionale del nostro bimestrale di riferimento per il settore legno e per dare un servizio in più ai nostri lettori e un ampliamento di prospettive di target per i nostri inserzionisti.

Wood becomes international We had to end up there: the business of wood, in the form of raw or semifinished material, has always had an international scope; industry operators have always worked in all continents to provide Italy with the raw materials that industrial and handicraft companies were hungry for. But which raw material? High-quality products with high performance levels and a pedigree consistent with the ethic requirements of environmental sustainability and forest management. This first bilingual issue of Il Legno opens with a focus report, signed by Sonia Maritan, about the International Hardwood Conference held in Venice last November, reaffirming the more and more international dimension of our bimonthly magazine for the wood industry, while providing our readers with an additional service and our advertisers with a wider target.

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FOCUS

INTERNATIONAL HARDWOOD CONFERENCE

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di Sonia Maritan e Stefano Dezzutto

LE LATIFOGLIE A 360 GRADI Grande successo per la settima edizione dell’International Hardwood Conference, uno dei più importanti appuntamenti mondiali dedicati al mercato delle latifoglie temperate e tropicali: 150 partecipanti da 17 Paesi si sono confrontati su presente e futuro in merito ai flussi commerciali del legname di latifoglia. Quattordici i relatori di altissimo livello, presentati da Davide Pettenella nella I Sessione e Stefano Berti nella II Sessione, hanno approfondito aspetti statistici, tecnici, normativi, architettonici e di mercato: si sta ridisegnando il sistema commerciale degli scambi e la logistica è la parola chiave. La International Hardwood Conference 2017 è frutto della collaborazione tra Fedecomlegno (Associazione dei commercianti di legname aderente a FederlegnoArredo), la European Timber Trade Federation (ETTF), e la European Organization of the Sawmills (EOS). L’evento è stato anche supportato da ATIBT (Associazione tecnica internazionale del legno tropicale) e AHEC (Organizzazione degli esportatori di latifoglie nord americani), Acimall (Associazione costruttori italiani macchine lavorazione legno) e Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero).

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Le aziende che hanno voluto sostenere la conferenza, il Gruppo Florian quale main sponsor dell’evento, Incomac e Termolegno. La prima sessione si è focalizzata sui mercati di produzione e consumo delle latifoglie (Europa, Stati Uniti, Asia e Africa). La seconda parte, invece, ha visto i relatori confrontarsi sui seguenti temi: sostenibilità, legalità, tecnologia e innovazione di prodotto e di sistema. Durante la cena di Gala che si è svolta nella splendida


dal 1922

GENNAIO 2018

1. STEFANO DEZZUTTO, RESPONSABILE FEDECOMLEGNO 2. SONIA MARITAN 3. ALESSANDRO CALCATERRA PRESIDENT OF FEDECOMLEGNO MILANO, ITALY (INTRODUTTORE AL SIMPOSIO)

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cornice di Palazzo Zeno è stato conferito il premio alla carriera a Stefano Berti, Dirigente di Ricerca ed ex Direttore del CNR-Ivalsa. La due giorni veneziana si è conclusa con la visita alla storica vetreria Barovier&Toso a Murano.

!I PARTE: MERCATI DI PRODUZIONE E CONSUMO DELLE LATIFOGLIE ! I relatori della Conferenza internazionale del legno duro hanno trattato una vasta gamma di argomenti, dalle pressioni crescenti della globalizzazione del mercato all'applicazione di travi di legno lamellare incollato di Quercia bianca americana nel campo delle costruzioni. L'evento si è svolto presso l’Hotel Hilton Molino Stucky della Giudecca, a Venezia, dal 15 al 17 novembre, e ha attirato una platea di 150 persone, provenienti da 17 paesi. Il presidente di Fedecomlegno, Alessandro Calcaterra, ha aperto il consesso con una rappresentazione di un'industria del legno duro in un momento critico, che affronta una domanda globale crescente e mutevole.

«Entro il 2030, il consumo globale di legname aumenterà del 60%, rendendo sempre più importante la provenienza, il modo in cui viene prodotto e dove viene utilizzato», ha affermato, sottolineando che questo materiale nobile è l’unico realmente rinnovabile e sempre più al centro di legislazioni che ne hanno modificato le modalità di acquisto, creando una filiera sempre più pulita e trasparente. Sostenibilità, legalità, innovazione e digitalizzazione sono le leve principali per un approccio responsabile e moderno e per far crescere il settore nella direzione giusta. Come pianificare la gestione forestale? Come istruire il pubblico generale? Come potenziare la filiera del legno riciclato? Come valutare la sostenibilità di un mobile? Come verificare l’origine del legno? Queste le domande che "mette sul tavolo" aprendo questo 7° congresso. Secondo la FAO il consumo di legno aumenterà del 60% entro il 2030. Questa crescente domanda di materia prima verrà soddisfatta per il 30% dalle piantagioni per le quali si prevede di raddoppiare la superficie dedicata in poco più di una decade. Nella sua introduzione, Sampsa Auvinem Presidente dell’EOS, evidenzia il declino del settore delle prime lavorazioni di latifoglie e il calo delle segherie del 30% in alcuni paesi europei, dichiarando che il protezionismo non deve essere sostenuto. Il terzo introduttore del consesso è il Presidente dell’ETTF, Andreas Von Möller, che argomenta intorno all’icona di Venezia, la gondola, rammentandoci che è necessario un anno per costruirne una e che ogni gondola è costruita con dieci tipi diversi di latifoglia.

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redazione@webandmagazine.com

INTERNATIONAL HARDWOOD CONFERENCE

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FOCUS

Guardando al quadro attuale, l'analista Rupert Oliver, di Forest Industries Intelligence, ha dichiarato che le ultime statistiche indicano che il valore del mercato globale per le latifoglie si è stabilizzato intorno ai 35 miliardi di dollari, in contrazione rispetto al 2014 (-15% circa) e, soprattutto, ai livelli pre-crisi. A questo quadro statico, si contrappone il forte dinamismo dell’Asia e in particolare della Cina. «L'ascesa della Cina è stata esponenziale – ha detto Oliver sottolineando il ruolo di questo Paese –. Le importazioni cinesi di tronchi nel 2017 dovrebbero raggiungere 15,4 milioni di tonnellate, rispetto ai 14,3 milioni del 2016, mentre le importazioni di segati saliranno del 12,5% raggiungendo nove milioni di tonnellate». Per quanto riguarda le importazioni di impiallacciati si segnala, in particolare, la forte crescita dell’India a seguito del bando di esportazione di tronchi in Myanmar. La classifica dei principali Paesi importatori di segati di latifoglie, dopo la Cina, vede il Vietnam, al primo posto, dopo USA, UK, Italia, Belgio, Canada, Germania e India. Viene inoltre sottolineato che il mercato mondiale si sta for-

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temente orientando verso un numero molto limitato di specie legnose. Gran parte del commercio è focalizzato su: Rovere, Teak e Palissandro che hanno un ruolo prevalente. In Europa si registra una diminuzione graduale della quota di mercato legata ai compensati di latifoglia: la scelta non è dovuta tanto alla sostenibilità ma è legata a requisiti tecnici. L’economia circolare e l’aumento della trasparenza rendono maggiormente disponibili i dati: c’è margine per l’aumento di latifoglie sul mercato internazionale a livello di valore, meno in termini di volumi. Concentrandosi sull'Europa, il presidente dell'ETTF Andreas von Möller ha descritto la contrazione delle importazioni di legno tropicale negli ultimi anni come "tristi", almeno in parte a causa di errate interpretazioni degli specifier relativamente alle credenziali legali e sostenibili del materiale. Ma, ha aggiunto, con l'eccezione di un Regno Unito incerto, a causa della Brexit, le prospettive del mercato europeo sono state generalmente positive, con il PIL e le costruzioni nella maggior parte dei Paesi in trend di cre-

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4. RUPERT OLIVER FII - FOREST INDUSTRIES INTELLIGENCE SETTLE NORTH YORKSHIRE, UK 5. ANDREAS VON MÖLLER PRESIDENT OF ETTF BJ ALMER, NETHERLANDS 6. NICOLAE TUCUNEL EOS - EUROPEAN ORGANISATION OF THE SAWMILL INDUSTRY BRUSSELS, BELGIUM 7. SAMPSA AUVINEN PRESIDENT OF EOS BRUSSELS, BELGIUM (INTRODUTTORE AL SIMPOSIO) 8. MICHAEL SNOW AHEC - AMERICAN HADWOOD EXPORT COUNCIL STERLING, USA 9. PIERRE MARIE DESCLOS PIERRE M. DESCLOS FOREST PRODUCTS CONSULTANTS ROME, ITALY 10. ELVIO FLORIAN FLORIAN LEGNO SPA RIESE PIO X, ITALY (TESTIMONIANZA IMPRENDITORIALE)

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SOTTO ALCUNI MOMENTI DELL'INTERNATIONAL HARDWOOD CONFERENCE 2017 A VENEZIA.

scita, soprattutto per Paesi Bassi (crescita del PIL del 3,4% nel 2017 con 55.000 licenze edilizie, il doppio rispetto al 2013), Germania (crescita dell’1,7% nel 2017 per il fatturato del settore legno, con + 10% nel 2017 per i piallati ed è prevista un'ulteriore crescita nel 2018), Francia (l’edilizia è vicina ai livelli precrisi con un grosso mercato di latifoglie e tropicali) ma anche Danimarca (crescita dell’1,7% nel 2017 con una previsione positiva per l’edilizia nel 2018). La Grecia è al nono anno di recessione, in Belgio si registra un leggero calo nel numero di licenze edilizie, ma la richiesta di legname per la nuova edilizia in legno registra un + 9%, la Spagna è in ripresa negli ultimi due anni, la Svizzera ha problemi a causa della valuta, ma nel 2016 registra un +1,3% e nel 2017 un + 1,6% di PIL, il Regno Unito condizionato dalla Brexit registra un +1,8 % nel 2016, solo un + 1,5% nel 2017 e si stima un 1,4% nel 2018 con un rafforzamento dell’edilizia (0,5% di crescita) che ha riflessi soprattutto sulle latifoglie. Von Möller, illustrando il grafico, si sofferma infine sull’Italia, che mostra un leggero aumento ogni trimestre, soprattutto per il settore degli imballaggi. Si tratta di un li-

vello di incremento modesto con aspettative moderate ma positive per il 2018. L’anno di riferimento è però il 2010, che può solo segnalare una crescita (se fosse stato il 2007 avrebbe mostrato un calo), ma l’importante è la tendenza. Termina con un monito riguardo i materiali alternativi al legno: è necessario puntare sulla qualità del prodotto in legno, il lamellare sta alla finestra come il CLT alla costruzione, e quindi al legno ingegnerizzato. Per quanto concerne le finiture per l’edilizia, è in aumento la produzione di porte, sia in legno massello sia impiallacciato, sul mercato UE (Germania, Italia, Spagna, etc) – rispetto alle importazioni extra UE – mentre diminuiscono le finestre di legno, anche per il percepito dei progettisti, che non vogliono problemi. Anche il consumo di latifoglie è in contrazione (soprattutto in volumi) da parecchi anni. Questo è stato uno scenario confermato nell’esame della produzione europea di latifoglie del membro del consiglio di EOS Nicolae Tucunel che ha affermato «import ed export sono molto simili e si compensano».

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redazione@webandmagazine.com

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11 11. MEINDERT BROUWER 12 DAVIDE PETTENELLA UNIVERSITY OF PADOVA - TESAF DEPARTMENT – AGRIPOLIS PADOVA, ITALY (ANCHE MODERATORE DELLA I SESSIONE) 13. ANDREAS KLEINSCHMIT VON LENGEFELD EHIA - EUROPEAN HARDWOODS INNOVATION ALLIANCE CHAMPS-SUR-MARNE, FRANCE 14. DAVID VENABLES AHEC AMERICAN HADWOOD EXPORT COUNCIL LONDON, UK

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12 Tuttavia, una delle principali preoccupazioni del mercato di latifoglie in Europa – ha dichiarato il presidente EOS Sampsa Auvinen – è la disponibilità di materie prime, principalmente a causa del crescente consumo di tronchi europei da parte delle economie emergenti. «Dobbiamo insistere su condizioni di parità sul mercato del legname – ha affermato – senza materie prime, l'industria europea delle segherie sarà costretta a uscire dal mercato». Anche i dati FAO dimostrano particolari criticità nella produzione di latifoglie (maggiori rispetto alle conifere) anche a causa della diminuzione della produzione in Romania: questo porta a un aumento dei prezzi del tondo con la conseguenza di insufficienti risorse per l’industria di trasformazione del legno. Il trend del 2018, indicato da Nicolae Tucunel, evidenzia infatti, che i prezzi in Romania continueranno ad aumentare. Lì, le aziende statali svolgono un ruolo amministrativo per quanto riguarda la foresta, ma

A wide range of topics International Hardwood Conference speakers covered a diverse range of topics; from growing pressures of market globalisation, to application of massive US white oak glulam beams in construction.Organised in association with the European Timber Trade Federation (ETTF) and European Organisation of Sawmill Industries (EOS) by Italian trade federation Fedecomlegno, part of FederlegnoArredo, the event took place in Venice from November 15-17 and attracted a capacity audience of 150, drawn from 17 countries.Fedecomlegno chairman Alessandro Calcaterra opened with a portrayal of a hardwood industry at a critical point, facing increasing and shifting global demand. “By 2030 Global roundwood consumption is set to rise 60%, making it ever more important where hardwood comes from, how it’s produced (FAO experts forecast one third will come from plantations by then) and where it’s used,” he said.Looking at the current picture, analyst Rupert Oliver, of Forest Industries Intelligence,

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anche di operatore nell’ambito delle segherie, condizionando il mercato. È una condizione solo rumena? Sottolinea infine che «la crescita delle foreste è stimata in 30 milioni di m3 e in 17 milioni di m3 la quantità tagliata: noi vorremmo arrivare almeno a 20 milioni di m3 nel 2018 e puntare a 25 milioni di m3 di taglio per ottimizzare l’utilizzo». «In termini di cambiamento del consumo globale di legname e dei modelli commerciali, il principale trendsetter, – come ha dichiarato l’amministratore delegato dell'AHEC (American Hardwood Export Council) Michael Snow – era e continuerà a essere la Cina». L’obiettivo principale era la trasformazione del settore del legno duro americano, da attività largamente concentrata negli Stati Uniti, verso il più grande esportatore di legname di latifoglia del mondo, con quasi il 50% del legname di qualità venduto all'estero. La Cina ha giocato un ruolo fondamentale in questa evosaid latest statistics indicated 2017 global hardwood imports and exports both stable at $35 billion, with the industry continuing to show lack of value growth, despite rising world population. Underlying this static picture, however, was migration in the balance of market power, in both log and lumber consumption, principally to Asia and notably China. “China’s rise has been exponential,” said Mr Oliver. “Its 2016 log imports are expected to be 15.4 million tonnes, up from 14.3million in 2015, with lumber imports ahead 12.5% to nine million.”Focusing on Europe, ETTF President Andreas von Möller described the contraction of its tropical wood imports in recent years as ‘sad’ and at least in part due to specifier misperceptions’ around the material’s legal and sustainable credentials. But, he added, with the exception of an uncertain UK, due to Brexit, European market prospects were generally positive, with most countries’ GDP and construction sectors trending up. This was a picture confirmed in his summary of European hardwood production by EOS Board Member Nicolae Tucunel. However, a key hardwood market concern in Europe,


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luzione. «Ha sostenuto la nostra crescita delle esportazioni dagli anni Novanta e ora acquista una tavola su quattro di legno duro americano – ha affermato Snow –. Ciò che è preoccupante ora, però – ha aggiunto – è stato l'aumento del consumo cinese di tronchi USA, creando una potenziale concorrenza per le materie prime». Negli ultimi 10 anni la situazione è quindi molto cambiata, la latifoglia era il motore del mercato interno statunitense e l’edilizia costituiva l’indicatore principale. L’export in Cina nei prossimi due anni invece, non riguarderà più solo la materia prima destinata alla trasformazione e al ri-export, ma si tratterà di manufatti che rimarranno in Cina (nel 2000 il rapporto era del 15% - 75% mentre nel 2016 si è invertito con l’80% - 20%): ormai viene esportato solo il 20% del totale. Dopo Cina e Canada, i principali partner sono rappresentati da Vietnam, Tailandia, Malesia, Indonesia e alcuni Paesi europei. Snow segnala anche l’aumento della produzione di tondame in Cina con particolare riferimento all’Eucalipto. Infine, segnala interessanti prospettive per l’India che, tuttavia, non diventerà la prossima Cina. Pierre Marie Desclos – preceduto da Elvio Florian (che racconta la storia di Florian Legno, quella di un produttore italiano di legno duro e a cui dedicheremo, per questioni di spazio, una trattazione a parte nel prossimo numero) che chiude la prima sessione – tiene una relazione quasi sociologica in grado di disegnare le dinamiche del mercato in said EOS President Sampsa Auvinen was raw material availability, principally due to rising emerging economy consumption of European logs. “We must insist on a level timber market playing field,” he said. “Without raw material the European sawmill industry will be forced out of the market.”European raw material supply was also the theme of Marijan Kavran of the Croatian Wood Cluster, but in his case in terms of Croatia’s export controls to combat oak lace beetle infestation. Backed by EOS, he called for financial and technical support for new phytosanitary measures to eradicate the pest and for current restrictions on market flows in sawn timber and other safe goods, such as debarked and steamed logs to be lifted.In terms of changing global timber consumption and trade patterns, the key trendsetter, agreed American Hardwood Export Council (AHEC) Executive Director Mike Snow, was and would continue to be China. His focus was the American hardwood sector’s transformation from being a largely US centred business to the world’s biggest hardwood lumber exporter, with nearly 50% of its grade timber

sold abroad. China had played a critical part in this evolution.“It has accounted for all our export growth since the 1990s and now buys one in four US hardwood grade boards,” said Mr Snow. What was concerning now though, he added, was rising Chinese consumption of US logs, creating potential competition both for US mills’ raw material and lumber exports. Davide Pettenella of Padua University presented his research into the impact on global primary tropical timber trade trends of national and regional market legality regulation. This showed growth in tropical timber consumption in developing countries with less stringent legality controls, and declines in developed countries with stricter import rules. But Mr Pettenella cautioned against surmising simple cause and effect. Other factors, such as emerging countries’ economic advance and increasing


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15 15. NICOLA MACCHIONI CNR INVALSA FIRENZE, ITALY 16. BENOIT JOBBÉ DUVAL ATIBT NOGENT-SUR-MARNE, FRANCE 17. CHRISTINE LE PAIRE ATIBT NOGENT-SUR-MARNE, FRANCE 18. MAURIZIO RIVA RIVA INDUSTRIA MOBILI SPA CANTÙ, ITALY (TESTIMONIANZA IMPRENDITORIALE) 19. MARIJAN KAVRAN DEL SETTORE BOSCHIVO CROATO

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IN QUESTE PAGINE E IN QUELLA PRECEDENTE, ALCUNI MOMENTI DELLA CENA DI GALA CHE SI È SVOLTA NELLA SPLENDIDA CORNICE DI PALAZZO ZENO A VENEZIA.

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modo chiaro. Ponendo l’attenzione ai flussi di prodotti forestali, il consulente Pierre Marie Desclos ha dichiarato che la crescita della popolazione accelera ulteriormente la regionalizzazione del settore del legname e rafforza l'attenzione del commercio sull'approvvigionamento e la logistica delle materie prime. Un terzo della popolazione sarà africana nel 2050 e questo significa che la foresta africana (15% del mondo) soddisferà a stento la domanda locale e l’Africa diventerà importatore di prodotti forestali. Il Vietnam sarà il primo esportatore di cippato e il terzo di latifoglie. Europa, e Nord America, rimarranno il mercato principale per i prodotti a elevato valore aggiunto, purché la logistica funzioni e sia più rapida nel soddisfare la domanda: si sta ridisegnando il sistema commerciale degli scambi a livello mondiale e la logistica è la parola “chiave”. Il Vietnam ha una popolazione che è solo l’8% di quella dell’India, però importa un quantitativo pari al 50% del totale dei prodotti forestali di quest’ultima: ovvero 12 volte di più come valore pro-capite. L’India non è la Cina o il Vietnam, eppure è destinata anch’essa a crescere in modo esponenziale. Prima di concludere pone la domanda su come cambierà l’equilibrio delle 3 F (Fiber, Fuel, Food), fibre, combustibile o alimenti: quale prevarrà fra questi driver? A quale settore verrà destinato prevalentemente il legno? In Europa, abbiamo il problema dell’approvvigionamento energetico: oggi il 50% della produzione mondiale di legname viene bruciata. Il 50% del totale di energia rinnovabile viene dal legno e buona parte della domanda dipende dalle importazioni (cita il caso specifico del pellet in Inghilterra). Conclude affermando che un fortissimo incremento della domanda di legname è in arrivo, ma i tempi della nostra civiltà non sono quelli degli alberi! Bisogna stare attendi a programmare e innovare.

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!II PARTE: SOSTENIBILITÀ, LEGALITÀ, TECNOLOGIA E INNOVAZIONE DI PRODOTTO E DI SISTEMA ! Davide Pettenella, dell'Università di Padova – che apre la seconda sessione – ha presentato la sua ricerca sulla relazione tra le tendenze in atto nel commercio mondiale di legname e la regolamentazione della legalità in ambito nazionale e regionale. Questa ha portato a una crescita del consumo di legname tropicale nei Paesi in via di sviluppo con controlli di legalità meno rigorosi e il declino nei Paesi sviluppati, gli importatori tradizionali, con regole di importazione più severe.


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Ma Pettenella ha messo in guardia contro l’equivoco della semplice sequenza di causa ed effetto: è sensato pensare che siano effetti della regolamentazione? Altri fattori, come il progresso economico dei Paesi emergenti e l'aumento della regionalizzazione degli scambi commerciali, sono stati responsabili del cambiamento dei modelli commerciali. La crescita della regionalizzazione – la forza motrice – è molto più forte del vincolo della legalità (mentre si discute sui limiti di legalità, il mercato si è dotato di regole sue), così come il ruolo sempre più forte svolto tra i Paesi membri d’Europa nel rapporto commerciale. Andreas Kleinschmit Von Lengefeld – di European Hardwood Innovation Alliance (EHIA) Champs-sur-Marne, Francia – occupandosi di innovazione evidenzia 16 temi tutti volti a porre l’accento su cosa si possa fare con il legno di latifoglie in Europa, evidenziando che gli edifici più belle del mondo sono stati costruiti con le latifoglie. La ricerca compiuta per valutare il livello di evoluzione tecnologica (TRL) fornirà gli indirizzi per orientare il mercato verso un utilizzo innovativo delle latifoglie in Europa. Passando all'uso del legno massiccio, il direttore europeo David Venables ha descritto il lavoro dell’AHEC – associazione degli esportatori di legno di latifoglia americana – a sostegno dell'applicazione di specie statunitensi in ingegneria e di legname termicamente modificato nel settore delle costruzioni. Ha enfatizzato il trend dell’aumento dell’altezza negli edifici che giustifica la crescente richiesta di CLT, soprattutto di Abete rosso. Interessante la nuova mappa forestale interattiva che mostra la distribuzione, la crescita e il tasso di prelievo dei legni di latifoglia americani nei singoli Stati, online nel nuovo sito web di American Hardwood Export Council. Si tratta di un’innovativa tecnologia finalizzata a informare in merito alla sostenibilità delle varie specie di latifoglia americana. Porta l’esempio dell’ottimo rapporto resistenza/peso del Tulipier (con il quale è stata realizzata l’installazione “Endless stair” – 2013). Un’altra importante sperimentazione è stata “The Smile”, nel 2016, a Londra con un’estensione di 34 metri in lunghezza, assimilabile a un nucleo di un edificio di 5 piani con una zavorra di 20 tonnellate (per impedire il dondolamento): in Inghil-

terra le leggi permettono di sperimentare di più. Un altro esempio è l'uso recente di travi lunghe 23 metri di legno lamellare di Quercia bianca americana, del peso di quattro tonnellate, come struttura portante centrale di un padiglione presso il Lord's Cricket Ground di Londra, che ha rappresentato un importante passo avanti in termini di innovazione. Ma forse ancora più significativa è stata la costruzione, nel Regno Unito, del primo edificio permanente in pannelli di legno lamellare incrociato di Tulipier americano: un esempio che riguarda il centro oncologico Maggie’s Centre, dove il benessere che trasuda dall’edificio è attribuibile anche alle finiture lasciate volutamente grezze. «La produzione di CLT dovrebbe raggiungere 1 milione di mc l'anno prossimo – ha dichiarato Venables – oggi, il legno di conifera domina il mercato, ma immaginiamo se il legno duro riuscisse a occupare solo una percentuale di questo

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LA DUE GIORNI VENEZIANA SI CONCLUDE CON LA VISITA ALLA STORICA VETRERIA BAROVIER&TOSO A MURANO.

importante mercato». Naturalmente sono continuamente in corso i test di incollaggio sul lamellare, ad esempio, è stata da poco intrapresa la produzione di CLT di Betulla russa.

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Nicola Macchioni del CNR-Ivalsa, afferma: «Questa città è rappresentativa di un forte legame fra uomo e legno: sotto le coperture in piombo c’è il legno, c’è nelle chiese e nei palazzi, nelle fondazioni e nei pali per la navigazione». Evidenzia come i tre elementi delle fondamenta veneziane siano legno, terra e acqua. Accurate indagini tecniche hanno permesso, con dei carotaggi, di mettere in evidenza lo stato di conservazione in condizioni di sommersione, un contesto che modifica l’anatomia della composizione lignea (lignina + cellulosa), rispetto il legno non decomposto. In questo stato si conserva solo un terzo della densità originaria perché due terzi delle palificazioni, siano in Larice, Rovere, Ontano o Abete, sono stati sottoposti ad attacchi di funghi e batteri. Nonostante gli attacchi microbiologici, la struttura meccanica dei pali è ancora integra: la compattazione del terreno funziona lo stesso perché la decomposizione delle membrane cellulari non diminuisce

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il volume. «Non è il tempo che passa ma la quantità di ossigeno nel terreno: se è troppo aumenta il rischio di decomposizione. – conclude Macchioni – Anche Amsterdam è costruita sui pali: i cambiamenti climatici determineranno una conseguenza per queste due città? Tutto dipende dall’ossigeno nel terreno». Benoit Jobbé Duval dell’ATIBT introduce la nuova iniziativa promozionale "Fair & Precious" (corretto e prezioso), marchio coniato dall’Associazione Tecnica Internazionale del le-


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gname tropicale, con l’obiettivo di aggiungere valore commerciale al sourcing sostenibile. Christine Le Paire (ATIBT) mostra poi un video incentrato sulla campagna di comunicazione che poggia sulle principali certificazioni forestali: FSC, PEFC e PAFC (quest’ultima per l’Africa) che si basa su diversi impegni: l’industria forestale può bilanciare l’impatto con la riforestazione (mentre l’agricoltura non può mai sopperire al prelievo forestale), le attuali tecniche selvicolturali a basso impatto ambientale portano al prelievo di due piante per ettaro ogni 25 anni, ci sono moltissime specie ancora da conoscere (25.000 specie tropicali solo nell’Africa Centrale), viene promosso l’acquisto responsabile del legno (l’esempio del Belgio riguardo le traversine dei binari dei treni realizzate con Azobè certificato, intatte dopo vent’anni seppur il legno non sia stato trattato).

trade regionalisation were also implicated in changing trade patterns.In his focus on forest products flows, consultant Pierre Marie Desclos concluded that population growthwould further accelerate timber sector regionalisation and sharpen the trade’s focus on raw material supply and logistics.Growing global consumption of hardwood and the increasing significance this lends to sustainable forest management was also the backdrop to the launch of the International Tropical Timber Technical Association’s new ‘Fair & Precious’ branding initiative, said the latter’s General Secretary Benoît Jobbé-Duval. The brand is for use by the entire tropical timber supply chain and intended to add commercial market value to sourcing sustainably.Turning to hardwood use, European Director David Venables described AHEC’s work supporting application of US species in engineered and thermally modified form in construction. The recent use of 23m, 4-tonne US white oak glulam beams as the core roof structure of a stand at the Lord’s Cricket Ground in London was a key breakthrough. But perhaps even more significant was construction, also in the UK, of the first permanent building in US tulipwood cross laminated timber panels. “CLT production is forecast to reach 1 million m3 next year,” said Mr Venables. “Softwood dominates the market, but imagine if hardwood took just a percentage.”Other Conference speakers included Elvio Florian, of Italian hardwood producer and IHC main sponsor Florian Legno, Andreas Kleinschmit von Lengefeld of the European Hardwood Innovation Alliance, Maurizio Riva of Italian hardwood furniture specialist Riva, Joël Lefebvre of Group Lefebvre, Stefano Cora of Cora’Domenico & Figli and CNR Ivalsa researcher Nicola Macchioni.

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Infine, Meindert Brouwer ha presentato l’ultimo libro dell’ATIBT: “La foresta dell’Africa Centrale”, dedicato alla conservazione delle foreste e la tutela di chi vive in Congo. Maurizio Riva, di Riva1920, specializzato nella realizzazione di mobili in legno massiccio, con un prezioso contributo al dibattito nel suo settore di competenza, collega il legno al mondo dell’arte e cerca di trasmettere la filosofia con cui progetta e lavora la sua azienda. «Noi produciamo armadi da camera interamente realizzati in multistrato, con finitura in cera naturale, con gli elementi dei

STEFANO BERTI CNR INVALSA FIRENZE, ITALY (MODERATORE DELLA II SESSIONE)

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cassetti incastrati a coda di rondine, e usiamo oli naturali e solo colla vinilica: dobbiamo lasciare qualcosa di bello e far prodotti che durino nel tempo. All’Expo era presente un immenso tavolo di RIVA1920 in Kauri». Innumerevoli i progetti presentati negli anni, fra gli ultimi quello con Lamborghini, nel quale il carbonio dialoga con il legno in modo raffinato. Ci parla poi di innovazione, come per esempio dell’impiego di collanti a base di soia, che non richiedono l’aggiunta di formaldeide. «Non si possono usare i chiodi nel legno – grida con un fare un po’ sornione – nella nostra azienda non c’è un solo pezzo di truciolato e i tavoli in massello hanno i nodi». L’azienda organizza ogni anno Concorsi di idee e ha un forte legame con designer e progettisti; e con il territorio: per l’ultima festa del legno annuale che si tiene in Brianza, ha acquistato 3000 Querce di cui 1800 sono state comprate dalle famiglie, per contribuire a far germogliare il seme della cultura del legno. L'approvvigionamento di materie prime europee è stato anche il tema di Marijan Kavran del settore boschivo croato – che ha chiuso la seconda sessione. Il suo intervento è volto ad aggiornare gli operatoti in merito ai sistemi di controllo delle esportazioni della Croazia per combattere l'infestazione da tingide della Quercia (Corythucha arcuata). Sostenuto da EOS, ha chiesto sostegno finanziario e tecnico per nuove misure fitosanitarie volte a sradicare il parassita e superare le attuali restrizioni sui flussi di mercato per il legname segato e altre merci sicure, e per l’introduzione di procedure per il commercio di tronchi quali la scortecciatura e la vaporizzazione.

LA TAVOLA ROTONDA, MODERATA DA STEFANO BERTI, CHE CHIUDE IL CONSESSO, VEDE PROTAGONISTI, DA SINISTRA A DESTRA: ALESSANDRO CALCATERRA, STEFANO CORÀ, JOËL LEFEBVRE E ANDREAS VON MÖLLER.

SONIA MARITAN CON STEFANO BERTI CHE RICEVE DURANTE LA CENA DI GALA IL PREMIO ALLA CARRIERA)

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Il consesso, si è chiuso, con una breve tavola rotonda moderata da Stefano Berti che ha visto la partecipazione di Joël Lefebvre del gruppo Lefebvre e Stefano Corà di Corà Domenico & Figli.


Legnoquattro s.p.a. Via Provinciale, 19 22060 Novedrate (Como) - Italy telefono +39/031 790246 fax +39/ 031 791705 legnoquattro@legnoquattro.it Pec: legno4@pec.it www.legnoquattro.it

La tintoria del legno dal 1983


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SCENARI

ASSEMBLEA OPORTO PAOLO FANTONI

di Pietro Ferrari

Il discorso di apertura di Paolo Fantoni.

UNO SGUARDO SUL SETTORE DEL PANNELLO A BASE LEGNO nismo quando non sconfinano in vere e proprie barriere al libero mercato che la nostra Federazione EPF deplora radicalmente. I paesi membri della Comunità Europea hanno da tempo abbandonato l’idea di una politica industriale di settore che indirizzasse l’attività, mentre è cresciuto fortemente il peso delle Politiche Ambientali che hanno parimenti preso quasi il posto delle Politiche Industriali. Nell’ulPAOLO FANTONI, DURANTE timo ventennio nulla ha maggiormente inciso IL DISCORSO INTRODDUTTIVO sulla attività delle aziende del nostro settore DELL’ASSEMBLEA DI OPORTO. quanto il Kyoto Protocol e le sue successive revisioni e il Circular Economy Package. Recenti Statistiche della Commissione Europea hanno calcolato che l’industria del pannello abbia contabilizzato Il saluto-ringraziamento che dobbiamo quest’anno al Memun incremento di costi cumulativi nel periodo 2005-2014 pari bro Ospitante Sonae Arauco non è un semplice riconoscial 10% quale impatto delle Politiche Comunitarie e del 4,9% mento alla alta qualità della ospitalità riservataci ma è il quello della filiera del legno in generale. segnale di una nuova era all’interno della rappresentanza L’industria europea del pannello ha registrato negli ultimi di EPF ove emergono nuove aspettative da parte di players 10 anni una riduzione delle capacità produttive di 7 milioni “intercontinentali” che esprimono una “Visione Intercontidi metri cubi pari circa al 10% della intera capacità europea nentale”. Ciò se da un lato allarga la “visione” della nostra ove in molti casi l’impiantistica è stata semplicemente traFederazione non può non renderci consapevoli che aumensferita in paesi a minor impatto dei costi. tano e cambiano anche le nostre responsabilità. In tutto ciò è chiaro che l’industria europea guarda con soI n tutto ciò è mio dovere significare come il sistema delle imspetto alla crescita dei target dell’energia rinnovabile dal prese del settore, ha perso una opportunità nell’agganciare 20% per il 2020 al 27% nel 2030, sfidata da ulteriori richieste i nostri prodotti al TTIP per costruire una più solida alleanza del 40%. Nel 2016 l’energia rinnovabile prodotta in Europa con i nostri partners americani. era al 16% e di questo la metà, l’8%, risulta prodotto consuIn via diametralmente opposta continuiamo a soffrire il promando biomassa. liferare di iniziative locali che consolidano fattori di protezio-

SCENARI

Pubblichiamo l'articolato discorso di Paolo Fantoni, che rimarrà attuale per molto tempo, volto a definire le linee guida di un'economia circolare della materia legno che sia virtuosa in tutte le sue sfaccettature e particolarmente nella veste di manufatto calato in un mercato "senza barriere". La nostra visita del 2017 presso la Fantoni è stata ampiamente documentata verso la metà dello scorso anno, ma questo particolare documento ci sembra possa ulteriormente arricchire i contenuti della 7° Conferenza Internazionale dei legni duri.

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Chiaramente la libera idea di continuare ad aumentare il consumo di legno spaventa gli industriali ma anche gli ambientalisti. Durante la Venice Declaration del 2016 sulla Circular Economy la nostra Federazione ha dettato molti obiettivi, tra tutti: • bilanciare la pressione sulla disponibilità di legno tra uso industriale e uso energetico;  • tenere in considerazione l’efficienza nell’uso della risorsa legno;  • eliminare le distorsioni derivanti dall’uso di incentivi alla combustione;  • stimolare i target di riciclo del legno;  • porre un tetto alla quantità di legno che va in discarica; • stimolare maggiore domanda di prodotti a base legno per incrementare lo stoccaggio di Co2. Stiamo in tutto ciò assistendo a degli importanti successi e si sta allargando la condivisione dei nostri principi; • si sta facendo strada l’idea di eliminare i sussidi per la combustione inefficiente del legno fatta per sola produzione di energia elettrica;  • si sta riconoscendo la logica di prevedere l’uso efficiente dei materiali secondo l’”uso a cascata del legno”;  • il Circular Economy Package in discussione ha posto l’obiettivo di Zero legno nelle discariche quanto a materiale da raccolta differenziata. In tutto ciò il nostro giudizio sul recente Package sulla Circular Economy è di soddisfazione sui risultati quantitativi (aumento dei livelli di riciclo) e meno positivo sui risultati qualitativi ove avremmo sperato un maggiore coraggio e maggiore iniziativa. Avremmo desiderato che il documento entrasse nel dettaglio e nella definizione dell’”uso a cascata del legno” privilegiando la nascita delle “Migliori Pratiche” con cui indirizzare le Politiche Nazionali. Avremmo altresì desiderato maggiore evidenza della Extended Producer Responsibility per favorire la nascita a livello nazionale di circuiti virtuosi per favorire il riciclo del legno. In tutto ciò facciamo plauso ai produttori europei di materassi che stanno percorrendo l’analisi di questo processo che potrà in analogia a quanto succede per gli imballaggi, vedere questi produttori chiamati alle responsabilità sul fine vita del prodotto e sulla definizione delle tecnologie per la separazione dei materiali.  Parimenti il nostro plauso va a quelle iniziative per gli acquisti della Pubblica Amministrazione che prevedono le responsabilità del fine ciclo di vita da parte dei produttori di mobili per ufficio. L’industria del legno in tutto ciò sta consolidando la sua immagine di Best Performer nella Circular Economy ma ciò deve essere non in quanto il legno è un materiale facilmente combustibile ma per la nostra capacità tecnologica di separare, ripulire e riciclare il legno.  Un pannello melaminico deve tornare a divenire un pannello melaminico per dare luogo a vite multiple del legno.Questo cambia la prospettiva del legno che da una situazione di scarsità può divenire una materia maggiormente disponibile alla società civile. Questo dà senso al nostro lavoro e a quello della nostra Federazione EPF. Ringrazio infine tutti i Membri di EPF per aver confermato la prosecuzione della mia Chairmenship per il secondo mandato biennale 2017-2019 così come proposto dal Managing Board del 29 giugno 2017.


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ASSEMBLEA OPORTO PAOLO FANTONI

A view on woodbased panels

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We publish the speech by Paolo Fantoni, which will remain current for a long time, aimed at defining the guidelines of a circular economy of wood that is virtuous in all its facets and particularly in the guise of manufactured goods dropped in a market "without "barriers. Our 2017 visit to Fantoni was widely documented around the middle of last year, but this particular document seems to us to further enrich the contents of the 7th International Hardwoods Conference. EPF Chairman Paolo Fantoni’s speech during the EPF Annual General Assembly in Porto, June 26th 2017 This year our acknowledgement and thanks are not only addressed to the Hosting Member Sonae Arauco and to their truly appreciated high quality levels and the amazing hospitality reserved to all of us, but as well they are a message of a new era emerging within EPF representation through which new expectations expressing an intercontinental vision are raised from intercontinental players. On the one hand, this enlarged point of view offers our Federation a wider perspective. On the other, however, we can’t deny that our duties and responsibilities will change accordingly and get even bigger. F urthermore, it’s my prerogative to highlight how we, a group of industries and as a whole in this sector, have lost a great opportunity by not being able to engage our products via the TTIP agreement in order to develop a more solid alliance with our American partners. On the contrary, we are still suffering from the conspicuous increase of local initiatives fostering and reinforcing aspects of protectionism that may rapidly develop into barriers to free market trade. This is a practice that EPF radically deplores. European Union Countries have long ago abandoned the sectoral industrial policy based on fostering the single activity, while environmental politics are widely spreading and have almost overcome Industrial politics. In the past twenty years nothing has been more effective than the Kyoto Protocol, along with its further revisions and the Circular Economy Package. Recent statistical studies from the European Commission have highlighted that the panel board industry has incurred a disproportionate amount of costs resulting from EU policies and legislation. In the period from 2005 to 2014, wood-based panels incurred an additional +10.8% of costs (as a share of value add) due to the Community politics, while the wood industry in total recorded in the same period a +4,9% figure due to the same influencer. Moreover, the panel board industry has registered a reduction in the

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production capability of 7 million cubic meters in the last ten years, almost equivalent to 10% of the overall European capability, most of which results from a relocation of production sites into countries with lower cost impact. In this scenario, the European Panel Industry has the right to look suspiciously at the forecasts of the renewable energies target, set at 20% for the 2020, 27% for 2030 and threatened now by a demand requesting 40%. In 2016 the amount of renewable energies produced in Europe was 16% of total demand. Half of this came from wood, meaning that 8% of all energy in Europe came from biomass sources. The idea of persevering or even augmenting the consumption of wood for energy is no longer frightening only to manufacturers but it is of grave concern to environmentalists as well. During the 2016 Venice Declaration regarding the Circular Economy, many aims of our Federation have been rolled out: • Equalize the pressure on the wood availability between industrial and energetic use;  • Consolidate the idea around the efficiency of using wood as a resource; • Eliminate any existing bias resulting from the application of combustion incentives; • Stimulate targets concerning wood recycling;  • Establish a threshold to the overall amount of wood destined to landfills;  Stimulate a greater demand for wooden-based products in order to increase CO2 storage. A t the same time, we are experiencing fundamental successes and we are widening our principle of communality: • The idea of eliminating inefficient wood combustion subsidies for the sole aim of producing electrical energy is now gaining wide support;  • The efficient manner of considering multiple lives for materials under the “Cascade use” logic is finally getting recognized;  • The Circular Economy Package has set the aim of recycling all wood and thus eliminating all wood waste from landfill. In this context, our perception on the recent legislations concerning the Circular Economy Packagine is two-folded. We experienced a true satisfaction regarding quantitative results (an increase in the recycling levels was registered) but we are slightly less positive on the qualitative results acquired where we were hoping for greater braveness and initiative. We would have desired documents to go more deeply in detail especially on the “Cascade use of wood” definition, privileging the “Best Practice” introduction through which the National politics are addressed. 



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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ di Andrea Zenari

ANDREA ZENARI

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COSA SUCCEDERÀ DEL LEGNO?

LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ

Non c'è più nulla da inventare con il legno. Noi italiani siamo stati per molti secoli i più grandi produttori di navi di legno, e poi siamo stati i più grandi produttori di mobili al mondo e a un tratto tutto si è bloccato, anche se oggi si parla tanto di costruzioni di legno… A questa riflessione, Andrea Zenari affianca anche un suo messaggio personale che lo vede incominciare un nuovo percorso di lavorazione del legno nella sua Fattoria del legno e lasciare per un po’ da parte quello tradizionale. Dopo essere stati grandi costruttori di navi e in un’epoca più recente creatori di importanti marchi di arredamento ora sembrerebbe il turno delle costruzioni, ma possiamo davvero affermare che in questo campo gli italiani mettano davvero la loro perizia? Di fatto, a me sembra che senza alcuna esperienza, se non sporadica e poco applicata, negli ultimi anni ci stiamo cimentando a fare i costruttori, o meglio gli assemblatori di case di legno. Assemblatori perché? Semplicemente perché compriamo vari prodotti più o meno ingegnerizzati, in gran parte esteri, e andiamo a proporre il lavoro tipico del “general contractor”: chi coordina una serie di competenze per l'assemblaggio di materiali per l'edilizia, spesso fino al servizio “chiavi in mano”. Questo mio excursus intorno al legno, di cui è impastata da sempre la mia vita, con un particolare riferimento verso quello strutturale, vuole quindi spostare l’attenzione sulla conoscenza e la formazione, indispensabili per operare in questo campo in modo corretto e mi porta per questa via anche alla scelta di dedicarmi nel prossimo periodo particolarmente a questo con l’intento di colmare un vuoto culturale.

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PARTICOLARE DI UNA CASA DI LEGNO LOGHOME.


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IL RICONOSCIMENTO DEL MATITONE PER 10 ANNI DI COLLABORAZIONE CON LA MANIFESTAZIONE LEGNO&EDILIZIA A VERONA.

bini. È nata così la “Fattoria del Legno”, quel mondo in mezzo al bosco dove ogni cosa, sa di legno. Sarà li che mi troverete. Le certificazioni di marcatura CE svolte in collaborazione con Holz Forschung Austria proseguiranno con l’aiuto di Silvia Pesavento e Antonio Roana, mentre l’Istituto Lazzari Zenari avrà nuovi collaboratori: Nicla e Diego Carrettoni e Gerolamo Stagno; tutti insieme continueremo a dare il servizio che ci ha contraddistinto negli anni. Durante l’anno continueremo i percorsi formativi e di aggiornamento sulla conoscenza e la classificazione del legno, sulla certificazione PEFC, FSC e certificheremo ancora nuove foreste.

!QUELLO CHE HO IMPARATO !

Ho lasciato, quindi, a fine anno, tutto il mondo della certificazione forestale e del materiale a uso strutturale con i relativi corsi. Infatti, a dicembre 2017 è terminata anche la mia lunga collaborazione con Holz Forschung Austria e tutti i miei clienti che negli anni ho certificato e dai quali ho imparato tanto. È stata una scelta difficile ma necessaria per poter trovare del tempo da dedicare alla mia famiglia e alle mie passioni. Il legno mi sta accompagnando da ormai 25 anni, mi ha dato tante soddisfazioni e ho quindi capito che è arrivato il momento di viverlo sotto altri aspetti. Ho capito che è arrivato il momento di riassumere tutto quello che, grazie a voi, ho imparato; ho pensato quindi di iniziare a costruire un mondo dove si vivesse il materiale legno, sia dal punto di vista teorico culturale che dal punto di vista pratico espressivo, ho pensato a chi vive con il legno perché lo lavora tutti i giorni ma anche ai bam-

Sin dai tempi dei miei studi presso l'Università di Padova, mi sono dedicato all'interessante argomento delle costruzioni di legno e in particolare delle case di legno. Presso la facoltà di Scienze Forestali mi hanno sempre insegnato quanto belle fossero le foreste italiane gestite in modo naturale, senza la necessità di interventi industriali come capita da altre parti del mondo. Nei corsi di tecnologia del legno mi è stato insegnato quanto fosse elevata la qualità del legname che veniva prodotto dalle nostre foreste. Quindi potenzialmente avremmo avuto tantissima materia prima per le costruzioni: ma allora perché negli anni '90, a parte qualche tetto, in Italia non si costruivano le case di legno? In quegli anni di studio facevo il falegname e un bel giorno ho capito che la risposta potevo trovarla soltanto da me, andando a imparare come costruivano con il legno in giro per il mondo. Ho quindi incominciato a viaggiare dal Nord America all'Africa, alla Russia e alla più vicina Europa del Nord e dell’Est, dove esiste uno storico impiego del legno nelle abitazioni. Quello che è emerso, la risposta che mi sono dato, dopo queste indagini sul campo, agli inizi degli anni 2000 è stata che in Italia non eravamo pronti, per due motivi: • non avevamo carpentieri e carpenterie lignee preparate; • non avevamo i progettisti in grado di gestire questa tipo-

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ANDREA ZENARI

IL LIBRO CHE HA CAMBIATO IL DESTINO DI ANDREA ZENARI.

logia di edifici. Certo, proprio allora qualcosa iniziò a cambiare, e diverse associazioni iniziarono a proporre convegni per formare gli operatori del settore, inizialmente riguardo la costruzione del tetto ligneo e poi con riferimento all’intero edificio, ma c’è ancora molta strada da fare.

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!QUELLO CHE HO INSEGNATO ! Dopo qualche anno, nell’autunno del 2005, ho avuto un bel colpo di fortuna perché stavo girovagando per una libreria del centro di Firenze e mi è capitato in mano il libro perfetto per me, si intitolava “Norme Tecniche per le Costruzioni”, Testo Unitario (S.O. n° 159 in G.U. 23 settembre 2005, n° 222) di “dei” Editore. Questo, avvenne proprio nel periodo in cui finalmente stavo realizzando la mia prima casa di legno e oltre alla tecnica dovevo conoscere un po’ più a fondo anche gli obblighi normativi, fino a quel momento completamente assenti per il materiale legno nel nostro Bel Paese. Acquistai e “divorai” quel libro e in particolare il mitico capitolo 11.7: cioè quello relativo al legno strutturale. Fu proprio quella lettura “la miccia che fece divampare l’incendio” e vista l’esigenza della qualificazione di tutti gli operatori che mettono sul mercato il legno strutturale – dalle segheria ai magazzini – quindi i tecnici delle ditte del legno che la norma definisce direttori tecnici di produzione, mi resi conto che era davvero urgente dedicarmi alla formazione, e iniziai a concepire il primo corso per Direttore Tecnico di Produzione. Già nell’autunno 2016 ci fu il primo

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evento nazionale e soltanto dopo qualche mese fu replicato dalle diverse associazioni di categoria. Essenzialmente, in questi corsi, la formazione consiste nel trasmettere la conoscenza e la tecnologia del legno, le influenze che hanno i difetti del legno sulla resistenza meccanica, la classificazione a vista del legno strutturale e le normative del settore nonché nozioni sulla contrattualistica. Incominciò un’Era che passò per le qualifiche ministeriali dei centri di trasformazione del legno – in pratica quelle aziende che comprano le travi già fatte – e proseguì con le centinaia di segherie che producono il legno massiccio partendo dal tronco o acquistando dei semilavorati che poi successivamente devono essere lavorati e messi in conformità. Per dare l’idea dell’entità del lavoro svolto: • ho partecipato a oltre 150 corsi per la qualificazione di Direttore Tecnico di Produzione, in qualità di docente, per le associazioni di categoria del territorio nazionale quali Confartigianato, Assolegno, CNA, vari enti di certificazione ma anche qualche corso in Austria, in Baviera e in Savoia. • ho portato alla certificazione CE del legno sia massiccio sia lamellare oltre 300 aziende in tutta Italia, oltre a diversi produttori di pannelli X-Lam (sia incollati, sia senza colla) e produttori di travi nei formati uso fiume di Abete, Larice e Castagno. Alla fine dell’anno è arrivata anche la ciliegina sulla torta con la certificazione di 3 aziende produttrici di case di legno prefabbricate con la certificazione ETAG 007.

!LE ORIGINI DELL'ISTITUTO LAZZARI ZENARI ! A inizio 2012, con alcuni colleghi abbiamo fondato l'Istituto Lazzari Zenari, nato dall'unione di forze competenti e affermate nel mercato italiano della certificazione e formazione delle aziende della filiera legno. L’istituto annovera tra i propri clienti le tipologie più diverse: dai piccoli proprietari forestali, i quali hanno ottenuto la certificazione Gestione Forestale Sostenibile PEFC, alle grandi realtà della lavorazione del legno, le quali hanno ottenuto la certificazione CE dei propri prodotti strutturali e le certificazioni PEFC e FSC della catena di custodia. Insomma, girare l'Italia percorrendo quasi 1 milione di chi-


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LA CERTIFICAZIONE PEFC DEL GRUPPO LEGNO LOCALE: UN ESEMPIO DELLA LEGNA LOCALE 100% PEFC.

lometri, mi ha portato a conoscere il legno italiano e soprattutto chi lo sa lavorare sapientemente, ma mi ha fatto anche apprezzare lo splendore delle nostre valli e montagne: ho vissuto per settimane sulle Langhe, sul Canavese, tra i Giganti della Sila e vicino ai castagni secolari della Valle d’Aye, nelle foreste e segherie Trentine del Nord Est e dei Castelli Romani. Ultimo traguardo in tema di formazione, oltre ad aver organizzato numerosi corsi pratici per carpentieri sui diversi sistemi costruttivi, è stato quello inerente la formulazione della qualifica per Direttore Operativo di Cantiere che è stato disciplinato dalla norma UNI TR con lo scopo di aumentare la conoscenza e la preparazione di chi lavora in cantiere e che per legge deve verificare l'andamento del cantiere a partire dall'accettazione dei materiali necessari a realizzare l'opera. Con i colleghi del Gruppo di Lavoro UNI Legno Strutturale si era immaginato un percorso che tutti i tecnici avrebbero dovuto seguire per svolgere in modo produttivo la loro funzione di ispezione e accettazione dei materiali, come previsto dalle NTC 2008

CERTIFICAZIONE DEL LEGNO NUOVO MA ANCHE TANTE DIAGNOSI SU STRUTTURE ESISTENTI: ALCUNE TRA QUESTE LA MOLE VALVITELLIANA DI ANCONA, IL MULINO STUKY, L'ARSENALE E PUNTA DELLA DOGANA A VENEZIA.

al capitolo 11.1. Il corso è stato definito dal Gruppo di Lavoro UNI Legno Strutturale di cui facevo parte all’epoca. L'argomento principe del corso riguarda la tecnologia del legno e soprattutto quali sono le caratteristiche del legno che possono influenzare la resistenza meccanica. Il legno che si insegna è quello che parte dal bosco con le influenze ambientali che vanno a creare il “carattere” del legno che useremo nelle opere. Il legno lo si distingue in modo preciso, tra latifoglia e conifera cioè legno duro rispetto quello tenero. Gli articoli stessi, come questo, li ho concepito mentre facevo delle pause al corso di Direttore Operativo di Cantiere al Politecnico di Milano, sede di Lecco, e con qualche centinaia di progettisti abbiamo fatto esperienza su cosa sia il legno è su cosa possa dare. In tanti mi hanno detto se investi bene, qualcosa torna sempre! In questo caso è particolarmente vero: investire del

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ANDREA ZENARI

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IL PRIMO PRODUTTORE DI X-LAM IN ITALIA CHE ANDREA ZENARI HA CERTIFICATO CE.

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PURTROPPO QUESTA IMMAGINE FOTOGRAFA “BENE” QUELLO CHE STA SUCCEDENDO NELLE CASE DI LEGNO: QUI UN’INFILTRAZIONE DI ACQUA DALLE FINESTRE SU DI UNA CASA DI 3 MESI DI VITA.

tempo nella conoscenza del legno e imparare a usarlo bene dà grandi soddisfazioni, perché sicuramente questo poi ti restituisce il favore di durare nel tempo. Una delle domande più frequenti è: “quanto dura il legno nelle costruzioni?” “E quanto dura una casa di legno?” Il legno è eterno perché non ha paura di nulla, ma bisogna saperlo usare e tenerlo distante dall’acqua. Durante il corso di Direttore Operativo di Cantiere spieghiamo proprio questo: cosa è il legno, i pregi e i difetti che lo caratterizzano. È inutile negare che il legno sia un materiale biologico e che ci sono alcune specie che hanno una durabilità inferiore ad altre. Per quanto mi riguarda, dopo questi 20 anni, in cui mi sono divertito a imparare e conoscere il legno, ora ho capito che è arrivato il momento di aprire un nuovo corso, per me è arrivato il momento di usarlo e farlo usare con diligenza. Fino a ora l’ho solo visto e raccontato. In questo mio periodo storico, invece, grazie anche alla segheria

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mobile, lo sto veramente lavorando per realizzare manufatti per giardino fatti con tronchi di recupero e anche per costruire con diversi metodi della carpenteria piccoli edifici rurali. Mi prendo soltanto una pausa dal mondo della certificazione per lasciare spazio alla realizzazione della mia seconda casa di legno, sarà una blockbau realizzata nel bosco, e soprattutto per tornare a lavorare il legno con i bambini, proprio come io facevo da bambino, e con gli adulti cercando di capire assieme a loro dove si sta sbagliando e come si può fare per realizzare una buona costruzione di legno. Questo non è un addio quindi, anzi ci vedremo presto nella Fattoria del Legno. Questo articolo – condiviso in anteprima con Sonia Maritan – ha lo scopo di salutare e ringraziare ognuno di voi per tutto quello che mi è stato donato in passato, ma fa anche da spartiacque per passare a un nuovo periodo di diretta lavorazione del legno, nella sua dimensione ideale: immerso nel bosco. Non so se sia un richiamo dalla foresta o semplicemente la necessità di prendermi un periodo di tempo per stare con tutto ciò che mi fa contento: la mia famiglia e il mio legno.


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A turning point After having been great shipbuilders and in a more recent era, creators of important furniture brands would now seem for us the field of construction turn, but can we really say that in this field the Italians really put their expertise? In fact, it seems to me that without any experience, if not sporadic and little applied, in recent years we are trying to make the builders, or rather the assemblers of wooden houses. Assemblers why? Simply because we buy various more or less engineered products, mostly from foreign countries, and we go to propose the typical work of the "general contractor": who coordinates a series of skills for the assembly of building materials, often up to the service " keys in hand". This excursus around the wood, to which my life has always been mixed with, with a particular reference to the structural one, wants to shift the attention on the knowledge and the training, essential to operate in this field in the right way and brings me to this way also to the choice to devote myself in the next period particularly to this with the aim of filling a cultural void.

So I left the world of forest certification and structural material at the end of past year with the related courses. In fact, in December 2017 my long collaboration with Holz Forschung Austria and with all my clients over the years I have certified and from whom I have learned a lot has also ended. It was a difficult but necessary choice to find time to devote to my family and my passions. Wood has been with me for the past 25 years, it has given me so much satisfaction and I have therefore understood that the moment has arrived to live it in other aspects. I understood that it was time to summarize all what, thanks to you, I learned; I therefore thought of starting to build a world where wood material was lived, both from a theoretical cultural point of view and from a practical expressive point of view, I thought of those who live with wood because they work it every day but also to the children. This is how the "Fattoria del Legno" was born, that world in the middle of the woods where everything is made of wood. It will be there that you will find me. The CE marking certifications carried out in collaboration with Holz Forschung Austria will continue with the help of Silvia Pesavento and Antonio Roana, while the Lazzari Zenari Institute will have new collaborators: Nicla and Diego Carrettoni and Gerolamo Stagno; all together we will continue to give the service that has distinguished us over the years. During the year we will continue the training and updating courses on knowledge and classification of wood, on PEFC certification, FSC and we will certify new forests. UN PACCO DI TRAVI USO FIUME DI ABETE: UNO DEI GRANDI RISULTATI RAGGIUNTI TRA LE CERTIFICAZIONI CE.

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ARTE E PROGETTO di Felice Ragazzo

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FARE COL SUGHERO SPERIMENTANDO NUOVE STRADE: UN RUOLO IMPEGNATIVO PER IL DESIGN !PRIMA DI ENTRARE NEL MERITO !

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Col sughero, il tessuto tegumentale che raggiunge dimensioni abnormi nel legno di quercia sughera (Quercus suber L.), i pastori della Sardegna fanno anche sgabelli. Se ne vedono di bellissimi. Le tecniche applicate sono elementari: il taglio di un segaccio, di un coltello, di una accetta, per formare i pezzi; un chiodo di arbusto per unirli (sempre tagliati

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“a coltello”); ancora un coltello, o meglio, un trincetto da calzolaio per rifilare e rifinire in fase di post-montaggio. Quest’ultimo vale soprattutto per arrotondare gli spigoli e recidere tutte quelle asperità che sarebbero fastidiose al contatto con la pelle, ma anche sgradite alla vista. Può essere che sigilli definitivi siano fatti ricorrendo a stille di colla. Pur con tanta frugalità, le fantasie sprigionate sono infinite. Volendo, si potrebbero riconoscere caratteri distintivi per luogo e autore.


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Il tutto si gioca a base di sovrapposizioni, allineamenti, incroci, simmetrie, rotazioni… Se da questo punto di vista si studiassero meglio questi oggetti fatti in Sardegna (come peraltro i comignoli a Matera), apparirebbero meno astrusi e irraggiungibili i Gruppi di Trasformazione che i pastori sardi, come gli scalpellini materani, praticano con intuito, ma non sono tenuti a conoscere in modo formale (Fig. 1. e Fig. 2.). C’è un’altra categoria di oggetti fatta col sughero, la quale, parimenti a quella degli sgabelli, desta stupore e ammirazione per semplicità e bellezza. Si tratta dei vassoi a forma bombata ricavati in zone accidentate della pianta dove s’è alterata la tipica forma cilindrica. Ciò può essere a copertura di un grosso nodo morto oppure per altre ragioni di crescita irregolare. Assai diffusi, comunque, sono quelli a semplice matrice cilindrica (Fig. 3.). Ma qui siamo scivolati nell’ambito del contenere e dell’oggetto “mono-pezzo”. Torniamo al “pluri-pezzo” degli sgabelli. Il materiale-sughero oggi è afflitto da eccedenza. Se ne produce tanto e, a parte canali privilegiati, non sem-

3. 1. TIPOLOGIA PIÙ COMUNE TRA GLI SGABELLI DI SUGHERO IN SARDEGNA. I BLOCCHI SONO TENUTI INSIEME CON CHIODI DI ARBUSTO, PER LO PIÙ RICAVATI DA UNA VARIETÀ DI ERICA (ERICA SCOPARIA L.). TALVOLTA SI RAFFORZANO I COLLEGAMENTI CON STILLE DI COLLA. NON DI RADO, GLI SGABELLI ESIBISCONO FANTASIOSE SIMMETRIE RAGGIATE. È FREQUENTE LA SIMILITUDINE CON LA FORMA TRONCO-CONICA E APPENA APPENA BOMBATA DEI NURAGHE. 2. ABBOZZI DI MODELLI IN MINIATURA CONCEPITI A SCOPO ESORNATIVO. 3. VASSOIO DI SUGHERO RICAVATO DA UNO STRAPPO DI CORTECCIA. IN LINGUA LOCALE È DEFINITO “SU MESÀLE”. 4. PARTITA DI SUGHERO GIACENTE SENZA UNA PRECISA DESTINAZIONE, IN RIMANENZA DI UN COSPICUO CARICO PER IL PORTOGALLO EFFETTUATO ALCUNE SETTIMANE PRIMA. OVILE LOCALIZZATO SULL’ALTIPIANO TRA BITTI E OSIDDA.

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pre trova facile collocazione industriale. Un tempo costituiva un sostanzioso motivo di integrazione del reddito d’impresa agricolo-pastorale. Oggi, di fatto, si tratta di un onere, in quanto, la decorticazione va fatta ogni dieci anni e, qualora si salti il ciclo, occorre attenderne uno nuovo; aspetto questo che è sottoposto a controlli. Poi c’è il problema della qualità del prodotto, ovviamente non tutta uniforme. Il risultato sono gli stock di “plance” inutilizzate negli ovili (Fig. 4.).

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!ENTRANDO ADESSO NEL MERITO !

Le applicazioni in campo industriale, data la notevole irregolarità geometrica del materiale, sono per lo più fondate sulla riduzione in particelle, al fine di essere integrate con opportune resine a scopi di stampaggio. In questo tipo di attività, tra l’altro, è notevole il fermento che si registra in Portogallo. Anche il design si è occupato di questa visione sminuzzatrice e plasmativa a mezzo di stampi, per cui circolano prodotti più o meno cult. Analogamente, in seno all’industria edilizia sono costantemente studiati e sperimentati prodotti e componenti con finalità isolanti e ciò sempre nella logica della frantumazione in chips e della ricomposizione con resine.

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Andare in Sardegna sapendo del sughero – col retaggio del design – significa trovarsi di fronte a un bivio: competere nello stereotipo del prodotto composito (chips e resine) 7. o competere con se stessi intorno all’essenza primaria del materiale. Coltivando, magari, le seguenti idee: riportare in auge col design – ma in modo no-chips e no-resine - un materiale già significativo per l’artigianato; procedere a briglia sciolta e con disincanto rispetto al “ferreo” della tradizione; lasciarsi sedurre dall’assunto che less is more… Pertanto: vagheggiando, magari, presupposti fondati su minime e lievi trasformazioni; inseguendo concezioni di prodotto scevre dall’assillo del tempo breve; versando a crudo nuove tecnologie, in un contesto aduso ai millenni… Beninteso, si può fare buon design in tutti e due gli scenari. Soltanto che: nel primo caso la strada, pur sempre difficile, è comunque già tracciata; nel secondo, invece, è tutta da inventare.


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Qui la difficoltà maggiore è data dal fatto che non appare evidente il retroterra massivo di un sistema produttivo a Capital Intensive. Eppure il sistema a Capital Intensive ci sarebbe tutto e da tempo. Per esempio: le “plance” di sughero si potrebbero geometrizzare con modellazioni 3D tramite rilievi a mezzo scansione-laser. Sulla base di ciò si potrebbero fare accurati progetti (sempre in chiave di modellazioni 3D), i quali presupporrebbero adeguati nesting – plancia per plancia – su geometrie non planari dei pezzi destinati a comporre gli oggetti progettati. La sezionatura dei pezzi si potrebbe fare tramite CNC funzionanti a raggio laser. Non c’entrerebbe nulla con la mediocre riuscita del risultato, se qualche pezzo non fosse proprio della prima scelta. I chiodi sarebbero sempre di legno e questo, per la stereotomia lignea computerizzata attuale, non sarebbe assolutamente un problema (Fig. 5.). Con queste idee in testa, ho voluto fare un esperimento. Ho raccolto del sughero.

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5. CHIODI RICAVATI DALL’ARBUSTO DI ERICA SCOPARIA DI VARIA LUNGHEZZA PER GIUNTARE MANUFATTI DI SUGHERO, INTAGLIATI A MANO. 6. L’ALTIPIANO TRA BITTI E OSIDDA COSTITUISCE ANCORA UNO SCENARIO DOTATO DEL POTERE DI RIMANDARE A TEMPI ANCESTRALI, QUANDO CIELO E TERRA - A PASTORI E PECORE - SUGGESTIONAVANO L’ESSENZA DELLA VITA. SOPRAVVIVONO E SI RINNOVANO FRAMMENTI, ALTAMENTE ISPIRANTI, DOVE ANTROPOLOGIA E NATURA SI ARMONIZZANO DA SEMPRE E SENZA SOSTA. L’IMMAGINE È FORTEMENTE ESPRESSIVA DI UN “ANCESTRE PETROSO”. 7. MOMENTO IN CUI STO SELEZIONANDO LE “PLANCE” CHE PIÙ MI PAIONO ADATTE A SVILUPPARE L’ESPERIMENTO “SUPERSUBER 017”. 8. LA COLLEZIONE DEI PRIMI SETTE SGABELLI ALLINEATI IN UN’UNICA TEORIA. 9. BLOCCHI DI SUGHERO CRESCIUTI OLTRE MISURA. UN CUBO COME CONTENITORE SPAZIALE. PRIMO ESPERIMENTO. 10. “UN MANTELLO PER SOSTEGNO. UN CAPPELLO PER SEDILE”. 11. “LA COLTRE TEGUMENTALE CHE RICOSTITUISCE SE STESSA”. 12. “IL GIOCO LO FANNO I MACRO-SQUARCI VISTOSI”. 13. IL DESTINO SCONTATO PER “PLANCE” COSÌ INFORMI NON PUÒ CHE ESSERE QUELLO DI ESSERE MACINATE. MA QUANTO SI PERDEREBBE? LE COMPLESSE SINUOSITÀ, LE RUVIDE ASPERITÀ SUPERFICIALI, LE STRIATURE CORPOSE, DISSOLVENDOSI, NON STIMOLEREBBERO PIÙ NESSUNA IMMAGINAZIONE.

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Ho raccolto i miei vecchi attrezzi del legno. Ho girato lande desolate nell’intorno del paese che tutti gli anni mi ospita, ovvero Bitti; lande disseminate di ancestrali richiami (Fig. 6.). Mi sono recato in un ovile casualmente fornito. Ho selezionato e scelto alcune plance (Fig. 7.). Mi sono fatto un’idea del momento sul da farsi. In situ ho misurato, tagliato, inchiodato. Tutto con un metro, un segaccio, un’accetta (piccola), un coltello e, poi, le mie mani, la mia esperienza. I laser e i CNC verranno dopo. Per ora può già bastare la simulazione dell’idea. Gli sgabelli pronti al momento sono sette. Diversi altri sono sospesi. L’esperienza ha, per il momento, carattere provvisorio. Il progetto comunque continua. In futuro saranno recati ulteriori contributi, sempre nello spirito di: “nuovo sughero, nuovo design” (Fig. 8.).

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The cork and its characteristics

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18. 14. “ESTETICA VISCERALE, A OROGRAFIA SFRANGIATA”. 15. “ESTETICA DELLA TETTONICA A PLACCHE”. 16. “VACUO VITALE”. 17. “COME ROCCE SCOSCESE”. 18. “PROFONDITÀ DEGLI ABISSI”. 19. SOVRAPPOSIZIONI DI PROVA. 20. COLTIVARE SÌ, MARCIRE NO!

With cork, the tegumental tissue that reaches abnormal dimensions in the oak wood of (Quercus suber L.), the shepherds of Sardinia also make stools… also beautiful ones. The techniques applied are elementary: the cutting of a saw, a knife, an ax, to form the pieces; a shrub nail to join them (always cut "with a knife"); still a knife, or rather, a shoemaker's trincet to trim and finish in post-assembly. The latter applies above all to round off the edges and sever all those bumps that would be annoying when in contact with the skin, but also unpleasant to the eye. It may be that definitive seals are made by using glue beads. Even with so much frugality, the unleashed fantasies are endless. If desired, one could recognize distinctive characters by place and author. Everything is played based on overlaps, alignments, crossings, symmetries, rotations ... If from this point of view you better study these objects made in Sardinia (as well as the chimneys in Matera), the Transformation Groups would appear less abstruse and unreachable the Sardinian shepherds, like the maternal stone cutters, practice with intuition, but are not required to know in a formal way. (Fig. 1.); (Fig. 2.)There is another category of objects made with cork, which, similarly to that of the stools, arouses amazement and admiration for simplicity and beauty. These are the shaped trays formed in rough areas of the plant where the typical cylindrical shape has been altered. This may be to cover a large dead knot or for other reasons of irregular growth. Very common, however, are those with a simple cylindrical matrix. (Fig. 3.) But here we have slipped into the "single-piece" containment and object. Let's go back to the "multi-piece" of the stools. The cork material is now affected by surplus. It produces so much and, apart from privileged channels, it does not always find easy industrial location. Once it was a substantial reason for integrating agricultural-pastoral business income. Today, in fact, it is a burden, as, the decortication must be done every ten years and, if you skip the cycle, you need to wait for a new one; I wait for this which is subjected to checks. Then there is the problem of the quality of the product, obviously not all uniform. The result is unused planks stock in sheepfolds. (Fig. 4.) The applications in the industrial field, given the considerable geometric irregularity of the material, are mostly based on the reduction in particles, in order to be integrated with suitable resins for molding purposes. In this type of activity, among other things, the ferment that is recorded in Portugal is remarkable. Also the design has dealt with this crumbling and molding vision by means of molds, for which more or less cult products circulate. Similarly, within the construction industry, products and components with insulating purposes are constantly studied and tested, always in the logic of crushing in chips and recomposition with resins.

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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ di Andrea Zenari

ANDREA ZENARI

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LA “LEGNAIA” DI PROGETTO FUOCO

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Per trasformare in realtà il sogno di quella capanna che si costruiva da bambini, bisogna andare a Progetto Fuoco, dove verrà costruita la legnaia a chilometro zero, ma soprattutto “esibita” la competenza del “tree team” che con perizia la costruisce in diretta; nella realtà la fabbrica vicino alla casa del committente, usando la legna del bosco locale e a un costo accessibile per chiunque. Costruire una casetta di legno è un sogno che abbiamo fin da bambini. Quanti di noi si sono costruiti una capanna per giocare? Quanti poi hanno costruito, una volta più grandicelli, vari tipi di baracche allo scopo di buttarci dentro ogni cosa: l’irrinunciabile ripostiglio esterno. Non so quale sia il nome giusto per questo tipo di piccole costruzioni: quelle di 4-5 metri quadrati con funzioni che variano nelle stagioni dell'anno, spesso annessi all'edificio principale oppure isolate in giardino o nel campo. Le potremo chiamare baite, chalet, baracche oppure legnaia, come spesso accade per ovviare alle norme del piano regolatore o dell'edilizia in generale. Il nome più giusto è dato, infatti, dalla normale funzione che è quella del ricovero tipico della legna da ardere, per questo la chiameremo "legnaia". Con alcuni amici della mia zona, che da tempo credono nei progetti di valorizzazione del legno locale, abbiamo provato a lavorare alcuni tronchi di alberi provenienti dalla manutenzione dei parchi di clienti. L'esperienza è stata considerata positiva da subito, in quanto abbiamo costruito una semplice legnaia segando dai tronchi tavole e travetti. L'operazione è stata semplificata dall'impiego della segheria mobile, uno strumento tipico in Nord Europa e Nord America ma meno diffuso tra le nostre valli, che ci ha dato la possibilità di segare il tronco lì direttamente a piè di caduta dell'albero. In questo modo non c'è neanche stata la

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necessità dell'ausilio di gru o camion per il sollevamento e trasporto altrove. Questo ha portato numerosi vantaggi sia dal punto di vista ecologico, non si è trasportato in giro il tronco per la sua lavorazione, ma anche economico perché il noleggio del camion con una gru costa almeno 100 euro all'ora. I miei amici: Giuseppe, Marco, Martino e Matteo li potete “incontrare” anche su Facebook alla pagina “tree team”; si sono prodigati per cercare un cliente che volesse una costruzione fatta con il proprio legno, proprio con il legno che lui aveva nel boschetto dietro casa. Stiamo parlando di alcuni tronchi di legno di Larice e il contesto spettacolare è quello della splendida conca sotto le Piccole Dolomiti, in particolare a Recoaro Terme, un paesino di media mon-


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tana, dove viene imbottigliata l'acqua e il gingerino Recoaro. Il cliente è stato esplicito: «mi serve una legnaia che non impatti con l'ambiente in cui sarà collocata, che rispecchi l'architettura tipica della zona e che soprattutto non mi costi una follia». La risposta del “tree team” è stata: «la costruiremo con il vostro legno in modo da farvi risparmiare il costo della materia prima e del trasporto». La progettazione dell'opera, se di progettazione si può parlare, è stata in funzione degli spazi ma soprattutto dei tronchi a disposizione. Avevamo a disposizione dei tronchi da 20-30 cm di diametro e quindi si sono realizzati dei travetti sui quali si sono ancorate le tavole di rivestimento. I travetti hanno anche una funzione portante del tetto, realizzato anche esso con tavolette segate dai tronchi. NELLE IMMAGINI LA SEQUENZA DELLE OPERAZIONI SVOLTE PER LA COSTRUZIONE DELLA LEGNAIA: DAL TRASPORTO, AL TAGLIO, ALLA COSTRUZIONE.

The wooden house of our dream Building a wooden house is a dream we have since childhood. How many of us have built a hut to play? Those who have built, once older, various types of shacks in order to throw in everything: the indispensable external storage room. I do not know what is the right name for this type of small buildings: those of 4-5 square meters with functions that vary in the seasons of the year, often attached to the main building or isolated in the garden or in the field. We can call them chalets, chalets, barracks or woodshed, as often happens to obviate the rules of the master plan or building in general. The right name is given, in fact, from the normal function that is that of the typical shelter of firewood, for this we will call it "woodshed". With some friends of my area, who have long believed in local wood valorisation projects, we tried to work some trunks of trees coming from the maintenance of customer parks. The experience was considered positive immediately, as we built a simple woodshed sawing logs and joists from the logs.

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Dai tronchi sono state segate le tavole appena sotto la corteccia fino al centro, in modo da ottenere le travi con funzione portante tutte dalla porzione di durame assicurando così maggior durata nel tempo degli elementi. Le tavole, dello spessore di circa 40 mm, sono state tutte segate e poi impiegate lasciando lo smusso e la corteccia originale in modo da dare un tocco di rusticità all'opera. Ma anche per fare in modo di sfruttare tutta la larghezza della tavola e ottenere il massimo in termini di funzione di contenimento della legna che si collocherà all’interno. Lo spazio tra le doghe di contenimento serve per far passare aria e permette la stagionatura della legna in modo che non crei spiacevoli muffe. Tutti i travicelli sono stati segati della sezione di 12x12 cm e poi sono tutti stati lasciati ad asciugare all'aria. È importante ricordare che, affinché la stagionatura avvenga in modo opportuno e che non si creino problemi di degrado del legno, i pacchi di segati devono essere realizzati interponendo dei listelli tra gli strati successivi in modo che ci sia un ricircolo d'aria. Dopo qualche mese si è proceduto con il deprezzamento dei segati nelle dimensioni necessarie per la realizzazione della legnaia. Il risultato è quello che si può ammirare nelle foto pubblicate a corredo di questo articolo: con l'impiego di qualche giornata di lavoro, qualche decina di euro di carburante e viti per l'assemblaggio si completa l’opera.

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The operation was simplified by the use of the mobile sawmill, a typical tool in Northern Europe and North America but less common among our valleys, which gave us the possibility of sawing the trunk there directly at the foot of the tree. In this way there was not even the need for a crane or truck to lift and transport elsewhere. This has brought numerous advantages both from the ecological point of view, it is not transported around the trunk for its processing, but also economic because the rental of the truck with a crane costs at least euro 100 per hour. At the next edition of Progetto Fuoco, which will be held in Verona from 21 to 25 February 2018, I, the friends of the tree team and the Segheriamobile will be there, to realize a two-day course where everyone can learn how to build a wooden house for the shelter of everything or simply a woodshed. Also at the course we start from the trunks, to get to finish the house ready to use. For more information you can write to: fattoriadellegno@gmail.com.

Alla prossima edizione di Progetto Fuoco, che si terrà a Verona Fiere, dal 21 al 25 febbraio 2018, io, gli amici del “tree team” e la Segheriamobile saremo lì, a realizzare un corso di due giorni per mezzo del quale ognuno potrà imparare come costruire una casetta di legno per il ricovero di ogni cosa o semplicemente una legnaia. Anche al corso partiremo dai tronchi, per arrivare a terminare la casetta pronta all'uso. Per ulteriori informazioni è possibile scrivere a: fattoriadellegno@gmail.com.

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FOCUS VERO LEGNO di Sonia Maritan

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UN CALEIDOSCOPIO DI PIALLACCI TINTI Legnoquattro si trova a Novedrate, tra Milano e Como, nel cuore del più importante distretto dell’arredo e del design made in Italy. Costituita nel 1983, l’impresa è oggi partner, in tutto il mondo, della clientela che richiede i più elevati livelli qualitativi e di personalizzazione. Il Presidente dell’azienda, Eugenio Grandinetti, ci accoglie e ci mostra il vasto assortimento di tranciati di tutte le specie legnose e nei laboratori incontriamo il personale dedicato a produrre i piallacci tinti. Traspare la passione di un produttore specializzato e di grande esperienza che offre servizi di assistenza nella selezione della materia prima e nella combinazione legno/colore sino alle specifiche per la finitura del piallaccio. Un mondo affascinante a cui Eugenio Grandinetti ha saputo attribuire la magia di un arcobaleno.

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Con Eugenio Grandinetti parliamo a lungo. Chiediamo se possa affermare di essersi lasciato alle spalle la crisi, ammesso che qui ci sia stata, con la finalità di inquadrare questa realtà. «Non possiamo lamentarci, nel senso che nel 2017 siamo a un più 10% rispetto al 2016». Durante il viaggio per raggiungere Legnoquattro ci interrogavamo anche rispetto al nome dato all’azienda. «Il nome è da attribuire a una situazione preesistente, l’azienda è nata da una costola della Tiquattro che rappresentava il marchio titolare dell'immobile. Poi nel 1983 il titolare ha optato per la chiusura di questa realtà ed io e altre persone, che eravamo ex dipendenti della Tiquattro, abbiamo preso inizialmente in affitto l'immobile con il desiderio di proseguire l’attività. Poi le cose sono andate bene e dopo circa cinque anni abbiamo acquistato l'immobile, continuando l'attività della precedente azienda della

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quale abbiamo mantenuto parte del nome per ragioni affettive». Eugenio Grandinetti ci racconta della sua esperienza iniziale nel legno in Tiquattro. «Io sono stato assunto proprio per creare la tintoria del legno. Quindi possiamo dire che questa è stata una mia creatura. Ai tempi, la Tiquattro trattava solo legni naturali poi il titolare di allora decise di tingere il legno. Dato che non c'era ancora un'esperienza in questo settore, nel 1973 sono stato assunto io, che sono un chimico, per dare vita inizialmente a questo progetto in un piccolo laboratorio che poi ha avuto il suo sviluppo e che ci ha portato sino ai nostri giorni».

Nelle sedi produttive di Novedrate e Giussano sono utilizzate due diverse tecniche produttive, vasche e subbi, in modo da rispondere alle diverse esigenze della clientela». Possiamo immaginare, ma cerchiamo la conferma per approfondire il ritratto di Legnoquattro, che l’azienda si rivolga a un mercato di alto livello. «Certamente, noi abbiamo puntato sul mercato "ricco". Le cito ad esempio alcuni nostri clienti: BMW, Audi, Jaguar, Mercedes nel settore auto. Ovviamente ci rivolgiamo anche al settore della nautica fornendo yacht e navi da crociera e al settore aereo, con aerei di lusso.

IN APERTURA SONIA MARITAN MENTRE INTERVISTA EUGENIO GRANDINETTI, IN QUESTA PAGINA GLI UFFICI E I MAGAZZINI.

Nessuno meglio del Presidente di Legnoquattro può restituirci l’identikit dell’azienda oggi. «Legnoquattro S.p.a. è fra i pochissimi produttori industriali di piallacci di legno tinto nel mondo. Il processo produttivo prevede le fasi di sbiancatura, tintura, essicazione e stiratura. La tintura avviene per immersione, in modo che il colore penetri in tutto lo spessore del foglio, garantendo tonalità uniformi ed esaltando le venature del legno. I piallacci tinti sono utilizzati nella produzione di mobili e rivestimenti di interni, nel settore automobilistico e della nautica. La nostra azienda produce in conto proprio e in conto terzi. Il laboratorio chimico studia continuamente nuove tonalità, testa nuovi prodotti, realizza campionature per i clienti.

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Inquadrato il mercato di altissima gamma di Legnoquattro, ci sentiamo di escludere che la crisi abbia sfiorato i loro piallacci tinti. «La crisi l'abbiamo sentita anche noi. Il motivo è che noi abbiamo un altro stabilimento – in quanto qui non riuscivamo a fare tutta la produzione – specifico per la produzione dedicata a Cina e soprattutto India, che negli anni passati era un cliente importante per noi. Con la crisi, anche loro hanno subito questo contraccolpo e scelto quindi di puntare meno sulla quantità e questo ha portato a diminuire la produzione nel nuovo stabilimento di Giussano». Noi ci troviamo a Novedrate e chiediamo, compresa la sede di Giussano, quanti siano gli addetti. «Tra i due stabilimenti siamo circa una sessantina di persone».

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Abbiamo deciso di rivolgerci principalmente a un target di alto livello per "sopravvivere" alla concorrenza cinese che invece posiziona la propria produzione a un livello mediobasso». Fatto 100 il mercato di Legnoquattro chiediamo come si suddivida fra estero e Italia. «Praticamente il 70% del mercato compete all’estero e il 30% costituisce il mercato interno».

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Eugenio Grandinetti è un testimone autorevole della sua realtà, ma anche della filiera produttiva dei piallacci. «Quando ho iniziato io, qui in Brianza c'erano due o tre trance per ogni paese, per cui il materiale lo tranciavamo noi in quegli anni, ma adesso sono sparite tutte. Con le nuove leggi che vietavano l’esportazione dei tronchi in determinati Paesi, le aziende nascevano direttamente in loco e quindi anche le trance. Una volta gli Stati Uniti compravano i tranciati in Italia, ora siamo noi che andiamo in America a comprare la materia prima, in special modo legni di qualità che sono richiesti nel settore auto. Noi ora ci approvvigioniamo principalmente negli Stati Uniti e in Spagna, ma un po’ in tutto il mondo. Va poi considerato il


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discorso legato alla moda, anche nel settore del design le tendenze del momento influenzano le scelte del prodotto e della finitura. Fino a qualche anno fa l'Eucalipto era un nome sconosciuto ai più, adesso invece è di gran moda». La conoscenza delle specie legnose, che in alcuni ambiti si sta perdendo, per questo lavoro sembra ancora importante. «In questo settore ci vuole molta esperienza e amore per questo tipo di lavoro perché il legno ha mille sfaccettature. Ogni tronco è una storia a sé, non tutti possono essere tinti perché possono presentare dei difetti. Noi siamo riusciti a nobilitare alcuni legni pregiati, tipo il rovere che può essere macchiato e che in questo caso viene segato e usato come tavolame. Oggi noi riusciamo così a valorizzare qualsiasi caratteristica del legno».

IN QUESTE PAGINE ALCUNI TRANCIATI, UNO DEI SETTORI PRODUTTIVI E UNA FOTOGRAFIA DEL NOSTRO PASSAGGIO IN LABORATORIO DOVE INCONTRIAMO UNA CHIMICA MOLTO ESPERTA...

Riguardo i legni tinti, possiamo evincere che la specializzazione di Legnoquattro consista nel valorizzare una determinata specie legnosa presente in natura e non un tronco ricomposto come accade per altri competitor. «La differenza è sostanziale, noi trattiamo solo legno pregiato e lo nobilitiamo ulteriormente, ma sempre e solo partendo da una base "nobile"». Sembrerà banale chiedere se gli interlocutori dell’azienda, gli architetti in primis, comprendano questa loro specificità, ma sono così tante le declinazioni e le lavorazioni di questo materiale… «Sì, oltre che essere profondi conoscitori del settore sono anche di una "pignoleria" estrema nelle richieste: ricercano la qualità assoluta! Anche se io penso che nel legno un piccolo difetto ci stia bene, in quanto si tratta di un materiale "naturale”, altrimenti diventa carta stampata. Purtroppo è una grande contraddizione richiedere la perfezione nella materia legno, per cui sarebbe auspicabile che gli utilizzatori imparassero a distinguere fra materiali naturali e inerti». L’azienda è molto grande ma Eugenio Grandinetti ce ne mostra ogni parte – anche se non è possibile fotografare ogni reparto – e siamo stimolati ad approfondire anche a quale trattamento debba essere sottoposto il legno.

«Ogni trattamento è in funzione del tipo di legno. Ad esempio per il Tulipier, il legno viene prima sbiancato, senza che questo trattamento determini la perdita delle sue venature. Il suo disegno naturale rimane intatto anche quando successivamente viene colorato: questa è la caratteristica che determina la bellezza del legno tinto, e la enfatizza». In lui non c’è solo l’imprenditore illuminato, ma anche il chimico esperto e non possiamo che domandargli come si sia evoluta la tintura del legno dai tempi di quel primo piccolo laboratorio creato con le sue mani alla Tiquattro. «Ci sono state diverse evoluzioni. Tra le più importanti la solidità alla luce e l'uso di coloranti non tossici. Inizialmente, quando ho incominciato io, erano presenti dei coloranti che sono stati poi eliminati dalla Comunità Europea.

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Quindi è nato il problema di trovare coloranti che dessero lo stesso effetto e che nel contempo non creassero problemi alla salute. Per cui la ricerca si è indirizzata, insieme alle aziende produttrici, verso i coloranti atossici. Quelli che adesso noi utilizziamo, sono tutti coloranti solubili in acqua demineralizzata. Non esistono solventi, né metalli, sono solo coloranti organici».

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Un connubio ecologico, quello del legno, il materiale naturale per eccellenza, con un colorante organico! «Esatto, con un livello di tossicità minimale. Vorrei sottolineare che grazie ai nuovi trattamenti che abbiamo sviluppato recentemente e per primi, i nostri legni colorati non cambiano più colore al sole. Si tratta di un lavoro, condotto nei nostri laboratori di Ricerca & Sviluppo volto a studiare le reazioni particolari dei coloranti organici, che ha richiesto molti anni di impegno per raggiungere questo importante obiettivo. Abbiamo un sistema di depurazione a fanghi attivi, si tratta di microorganismi visibili solamente al microscopio che "mangiano" lo sporco dell'acqua. Ed è un sistema biologico. Questo significa che se usassimo prodotti tossici l'impianto non funzionerebbe perché i microorganismi morirebbero. Quindi questo impianto è la garanzia che noi lavoriamo con prodotti assolutamente biodegradabili». Il layout produttivo è altrettanto sorprendente e gli impianti sono stati costruiti per rispondere alle esigenze dell’azienda. «La nostra offerta comprende più di 5.000 colori! Inoltre,

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stiamo approntando anche un nuovo essiccatoio che mentre asciuga stira. Non elimineremo la stiratrice attuale, ma sul nuovo impianto faremo le lavorazioni più complicate come, ad esempio, la radica di Pioppo che oggigiorno è di gran moda». Non possiamo dimenticare che l’evoluzione di questo settore così specifico, come quello approntato da Legnoquattro, parta dall’approvvigionamento del legno. «Noi siamo certificati FSC: per cui ci riforniamo solo da foreste certificate. È una nostra scelta perché vogliamo avere un ruolo principale anche nel rispetto della natura. Noi ci occupiamo di nobilitare un tronco, se questo non è bello, lo trattiamo ugualmente». Il piallaccio naturale è sottile e resistente, ma siamo curiosi di sapere se ponga qualche limitazione nel rivestire una particolare forma curva o irregolare. «No, assolutamente nessun problema. Non esiste nulla che noi non possiamo fare. Dalla porta alla parete al parquet; l'unica differenza in quest'ultimo caso è lo spessore maggiore. Questa, ad esempio, è radica intarsiata che è stata presentata alla Fiera di Colonia di quest'anno – l’intervista è stata realizzata il 19 dicembre 2017 – ed è disponibile in vari disegni ed essenze». In conclusione, con una certa soddisfazione, possiamo affermare che Legnoquattro, valorizza anche i legni meno pregiati!


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«Oltre a quelli meno pregiati, anche i legni macchiati, i legni con qualche difetto. La nostra è una nobilitazione del legno, non è soltanto colorazione. La struttura del legno, come lo trattiamo noi, resta sempre presente. Possiamo dire che noi "valorizziamo" la natura anche quando parliamo di legni non propriamente perfetti. Valorizzazione che si esplica anche nei legni intarsiati». La curiosità di conoscere il suo parere sulla stampa digitale, considerati i passi da gigante compiuti da questa tecnologia negli ultimi anni, è irresistibile. «In termini di bellezza anche il digitale va benissimo, ma non è legno».

Affermiamo che la strada percorsa dovrebbe renderlo orgoglioso e non vogliamo restare con la curiosità di sapere come si immagini il futuro di Legnoquattro. «Ovviamente, il merito di quanto fatto sin qui lo voglio condividere con tutti i miei soci: il nostro è stato un lavoro di squadra. Sono del parere che questo particolare settore possa andare sempre meglio, nel senso che il legno ci sarà sempre, così come ci sarà sempre chi lo ama. La tintoria riesce a nobilitare e a usare legni che altrimenti andrebbero bruciati. Chiaramente ci vuole impegno, dedizione e amore per questo materiale. Non è un lavoro semplice e non è facilmente copiabile, ma questo non può che essere un bene per noi».

IN QUESTE PAGINE L'AMPIO SHOW ROOM DI LEGNOQUATTRO E LA PARETE "ARLECCHINO" CHE SPICCA NELLA ZONA UFFICI, CON IL TEAM DI EUGENIO GRANDINETTI CHE APPARE VICINO A PIETRO FERRARI: EDITORE DI WEB AND MAGAZINE.

Legnoquattro Legnoquattro is located in Novedrate, between Milan and Como, in the heart of the most important furniture and design district made in Italy. Established in 1983, the company is today a worldwide partner of customers who demand the highest levels of quality and personalization. The President of the company, Eugenio Grandinetti, showed us the wide assortment of logs and veneers of all wood species and in the laboratories we met the staff dedicated to producing the dyed veneers. The passion of a specialized and experienced producer that offers assistance services in the selection of the raw material and in the wood/color combination up to the specifications for the veneer finish is evident.

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FOCUS VERO LEGNO di Sonia Maritan

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INTRAMONTABILE CHARME DI RADICA Il nostro giro in Brianza, la culla della creatività – spesso a matrice lignea – prosegue: questa volta alla Trasfor, specializzata in legni pregiati, dove incontriamo Silvia Sforza, Responsabile Commerciale/Vendite. Una tradizione, che si tramanda da tre generazioni e che oggi è ben rappresentata dalla sua immagine: giovane e determinata.

PIETRO FERRARI DAVANTI ALL'INGRESSO DELL'AZIENDA.

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A DESTRA L'UFFICIO DI ACCOGLIENZA DI TRASFOR CON SONIA MARITAN E SILVIA SFORZA.

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Chiediamo a Silvia Sforza quando sia iniziata la loro attività. «Negli anni '40, questa è la terza generazione e oggi io e mio padre, Enrico Sforza, lavoriamo insieme».

lia e la lavorazione di tranciatura veniva fornita ai mobilieri della zona ma sopratutto al settore auto nel quale lavoriamo tuttora. Noi siamo da sempre specializzati in legni pregiati».

Ricordiamo con lei le origini di Trasfor. «Mio nonno, Renzo Sforza, ha fondato l'azienda nel dopoguerra e in quegli anni si recava negli Stati Uniti con le navi mercantili alla ricerca di radiche. Le importava in Ita-

Chiediamo se il target sia cambiato o forse no, considerata la fascia di mercato. «Il target possiamo affermare che sia sempre quello dell'automotive ma inserendo creazioni particolari su progetto,


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come i pannelli, andiamo a toccare qualcosa di un po’ più moderno ed entriamo anche in altri target, ad esempio quello nautico, che hanno però tutti in comune un mercato di fascia alta: il nostro mercato di riferimento». Cerchiamo di capire se l’interlocutore rimanga l'architetto come nell'automotive, mentre osserviamo i prodotti esposti in questo ufficio d’accoglienza, in particolare alcuni pannelli di grande pregio. «Sì, il nostro principale interlocutore rimane il progettista. Siamo abituati a parlare con il progettista e a dare forma alla sua idea di progetto. Parlando in particolare di queste creazioni – si tratta di pannelli – ci sono disegni che abbiamo proposto noi ma possiamo realizzare qualsiasi disegno ci venga richiesto. Queste sono creazioni recenti, sono lavorazioni a intarsio artigianali create per bagni moderni di un hotel». Naturalmente anche questo settore subisce le suggestioni delle “mode” e quindi siamo curiosi di sapere quale sia il prodotto più rappresentativo per l'azienda o quello del momento.

«In questo momento parlando di tranciati, quindi di materiale di rivestimento, abbiamo una buona specializzazione nel tranciato di ulivo nelle cucine ma anche per altre applicazioni. Per noi è un legno relativamente nuovo: lo trattiamo da poco, vista la sua bellezza abbiamo deciso di aprire anche questo canale».

Trasfor, poets of precious woods Trasfor, specialized in fine woods, carries on a tradition that has been handed down for three generations. The target is that of the automotive but inserting particular creations on the project, such as the panels, must touch something of a more varied and also enters other targets, such as the nautical one, which however all have in common a high-end market: the reference market of the company.

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LE RADICHE, DA SINISTRA A DESTRA: DI MADRONA, DI NOCE CALIFORNIA, DI RADICA AMBOINA.

Le specie principali di radica che trattate quali sono? «La Radica di Noce California, di Madrona, di Amboina, di Vavona, Acero Occhiolinato». Gli spessori variano nell’ordine dei decimi di millimetro a seconda del progetto o del rivestimento? «Sì, il nostro standard è 0,55/0,60 mm, poi a richiesta possiamo arrivare anche a un millimetro o un millimetro e mezzo».

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Oltre ai tranciati di radica che rappresentano sicuramente il fiore all’occhiello di Trasfor, l’azienda propone altri prodotti. «Oltre alle radiche sono degni di nota i pannelli di rivesti-

UNO SCORCIO DEL LABORATORIO DI TRASFOR.

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mento perché con questi si può arrivare sia a livello di disegno sia di creazione dell’intarsio anche all'utilizzo di più materiali insieme, caratterizzando ulteriormente il prodotto. Ad esempio, realizziamo l’abbinamento di legni pregiati lavorati in un certo modo restituendo al manufatto anche un aspetto molto moderno». L'intarsio è una parola ricca di fascino e lo è immaginare che ci sia chi opera in questo campo. «La creazione di intarsi rappresenta certamente un valore aggiunto per i nostri prodotti: abbiamo un laboratorio artigianale dedicato esclusivamente a questo. Ovviamente alcuni lavori sono fatti manualmente altri lavori invece vengono realizzati con il taglio laser».


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Osservando i pannelli che abbiamo di fronte – visibili nelle fotografie a corredo di questa intervista – affiora il contrasto cromatico fra le due diverse specie legnose. «Proprio questo determina il disegno finale valorizzandolo: la prima è una radica di Noce California e la seconda è un Acero Occhiolinato. La venatura della parte scura, la radica, crea un disegno naturale e a questo viene aggiunto un disegno su richiesta: il cliente può scegliere il legno che vuole e fare tutti gli abbinamenti e i disegni che desidera». Alla "tavolozza" di legni si aggiunge la possibilità di tingere i legni… «Sì, sicuramente, sopratutto i legni chiari possono essere tinti in qualsiasi colore partendo da un campione colore RAL, questo rende i progetti che realizziamo davvero rispondenti al gusto di chi li commissiona. Vi sono veramente infinite possibilità: la base sono principalmente legni pregiati che sono quelli che noi trattiamo. Anche se il nostro know-how e le nostre tecnologie ci permetterebbero di essere trasversali». Vi approvvigionate di radiche dai vari mercati di origine e fate voi il lavoro di tranciatura ancora internamente? «Ci approvvigioniamo dai mercati di origine: compriamo il

tronco e lo facciamo lavorare in conto terzi e poi noi lo selezioniamo secondo le destinazioni d'uso». Il magazzino dei tranciati deve avere delle caratteristiche particolari dal punto di vista dell'umidità, della temperatura, eccetera? «Sì, sia per quanto riguarda la temperatura sia per quanto riguarda la protezione dei materiali dalla luce con una temperatura costante».

SOPRA, IL TRANCIATO DI ULIVO. NELLE FOTO IN ALTO A SINISTRA, ALCUNE REALIZZAZIONI.

Dopo oltre 60 anni, come immagina Trasfor fra altri 10? «Io spero che l'azienda rimanga sempre così. Che ci sia eventualmente maggiore lavoro con gli architetti per quei progetti che sono relativamente nuovi per noi».

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A DESTRA: , DA SINISTRA A DESTRA: LORENZO, DARIO, ANTONIO, GIOVANNI VERGANI, SONIA MARITAN, DIANA E ANDREA, RIPRESI NEL CORNER DEDICATO ALLA PALMA NERA DELL'ECUADOR, VISIBILE ANCHE NELLA PAGINA A DESTRA. SOPRA UNA MACRO DELLA PALMA CHE EVIDENZIA LA SUA FORTE FIBRA. IN ALTO, A DESTRA, ALCUNI CAMPIONI DI TRANCIATO E NELLE PAGINE SUCCESSIVE I MAGAZZINI DELLA VERGANI CARLO SNC.

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VERGANI CARLO SNC

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UN VENTAGLIO DI TRANCIATI CON L’ESCLUSIVA PALMA NERA Con Giovanni Vergani parliamo di impiallacciature, legnami e raccordati e di una storia, tipicamente brianzola, che nasce dalla tradizione, dalla famiglia e da quel passaggio generazionale che, come un buon vino, anno dopo anno, acquista più sapore, spessore e personalità. Con noi c’è anche Renato Mauri – che si presta a farmi da guida e che dimostra di conoscere molto profondamente questa realtà – e parlare con loro di legno ci porta a temi più ampi e interessanti come il mercato e il suo cambiamento. Quando c’è una storia che rappresenta l’azienda, è da lì che si parte, e così Giovanni Vergani inizia dalle sue radici. «Le radici della Vergani Carlo snc risalgono a oltre mezzo secolo di esperienza, che mio padre Carlo Vergani ha costruito con tenacia e grande passione sin dall'età di dodici anni, dal 1947 lasciando il lavoro dipendente e dedicandosi al solo commercio di impiallacciature e fondando, insieme al fratello Alfredo, la F.lli Vergani Tranciati e Legnami. Con loro iniziano gli acquisti di partite importanti, in giro per l’Italia e per l’Europa, selezionando nei depositi dei maggiori porti il materiale proveniente d’Oltremare. Intorno alla metà degli anni ’60 lo sviluppo dell’attività richiede spazi più ampi: viene così costruita la nuova sede


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di Cesano Maderno in via Manzoni, quella attuale. L’azienda, nel 1984, assume la denominazione Vergani Carlo & Figlio S.n.c. a causa della prematura scomparsa di Alfredo Vergani, mio zio». Vergani è un nome noto del settore tranciati. «È un nome costruito attraverso tre generazioni, cresciute con passione in settant’anni di attività, serietà, esperienza e professionalità. Questa è oggi la Vergani Carlo: innumerevoli pile di tranciati ben allineate per oltre 4600 metri

A century of experience «The roots of Vergani Carlo snc date back to more than half a century of experience, Carlo Vergani has built with tenacity and great passion since the age of twelve, from 1947, leaving the work and dedicating himself to the trade of veneers and founding together with his brother Alfredo, F.lli Vergani Tranciati and Legnami. With them begin the purchase of important games, around Italy and Europe, selecting in the deposits of major ports the material coming from overseas. Around the middle of the 60s the development of the activity required larger spaces: the new Cesano Maderno headquarters were built in via Manzoni, the current one. The company, in 1984, took the name Vergani Carlo snc. The secret is the flexibility of the product range, being open to all possible outlets and Vergani Carlo snc is already prepared in this sense. Sometimes it happens that customers come to the company with their architect to talk with and understand what exactly the designer is looking for and this happens more and more often, because the tendency is to create "exclusive" projects ».

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VERGANI CARLO SNC

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quadrati di magazzini disposte su cinque piani. Io rappresento la terza generazione, in quanto l'azienda è nata con mio nonno, proseguita con mio padre e oggi con me. Il Comune di Cesano Maderno, quando ha scelto le 100 aziende storiche del territorio, ha selezionato anche la nostra e ha pubblicato la storia di ognuna in un libro, che abbiamo esposto nei nostri uffici». Vergani Carlo snc ha la particolarità di proporre al mercato tantissime specie lignee. «Esatto, abbiamo da sempre operato a 360 gradi, cercando

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di offrire un assortimento completo specializzandoci in alcune specie lignee quali il Teak, gli africani. Nei nostri magazzini sono disponibili decine e decine di essenze presenti nei più svariati spessori (0,6 - 1 - 1,5 - 2, persino 3 e 4 millimetri) per soddisfare ogni esigenza. I nostri tranciati vengono utilizzati per la realizzazione di arredamenti e pavimenti. Si va dalle conifere alle essenze esotiche più ricercate, dalle specie nordamericane al miglior Noce biondo europeo, per arrivare al fascino del Teak, vero punto di riferimento per il mercato della nautica, e all’esclusiva Palma nera dell’Ecuador, una vera novità nel settore tranciati. L’ampiezza della nostra gamma prodotti, abbinata a un’elevata qualità dei materiali, fa della nostra azienda un importante punto di riferimento per gli operatori del settore».


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Un approfondimento particolare merita la Palma nera dell'Ecuador, per la quale in azienda è stato allestito un apposito corner. «Siamo importatori esclusivi per l’Italia e la Svizzera della Palma nera dell’Ecuador, nostro fiore all’occhiello: un albero ecosostenibile di veloce crescita, diffuso soprattutto in America Latina. Il legno è caratterizzato da un colore marrone scuro e screziato che non necessita di alcun trattamento, ha una struttura molto densa e la particolarità di essere molto duro e resistente. Il processo di lavorazione è molto lungo e richiede metodi produttivi specifici, con il risultato di una resa finale molto bassa: il tronco, visto in sezione, si contraddistingue dall’avere il durame nella parte esterna, l’unico da cui è possibile ricavare il tranciato o il tavolame, mentre il centro ha la consistenza del sughero. Il tronco viene segato in tavolette di 50 millimetri di altezza per 10 millimetri di larghezza, che vengono poi incollate insieme per ricavarne uno squadrone dal quale si ottiene il tranciato. L’esclusività di questo legno e la sua elevata qualità lo rendono un prodotto potenzialmente molto appetibile per la realizzazione di arredi d’eccellenza, tra cui parquet, mobili e boiserie».

ricercatezza del prodotto per poter soddisfare le richieste delle nicchie di mercato a più alto valore aggiunto, senza tuttavia trascurare gli altri target di clientela. L’introduzione del legno di Palma nella nostra gamma prodotti testimonia questa tendenza. Comunque, la nostra azienda è da sempre attenta alle specifiche necessità di tutti i clienti, dall’artigiano all’industria e all’architetto, sia in Italia che all’estero. La capacità di adattarci alle sfide competitive attuali insieme al mantenimento del modus operandi che da sempre ci contraddistingue hanno permesso alla nostra azienda di proseguire in questi anni difficili per tutti». Infine, Giovanni Vergani traccia la direzione del futuro. «La ricetta è avere una gamma di prodotti altamente varia e flessibile ed essere attenti e preparati a cogliere le opportunità provenienti dall’industria dell’arredamento e del design. A tal proposito, è sempre più frequente la nostra collaborazione con i nostri clienti e i loro architetti per la creazione di soluzioni esclusive e personalizzate».

Ragioniamo con Giovanni Vergani di mercato e delle sue recenti evoluzioni. «Tutte le aziende, in particolare nel nostro settore, hanno dovuto far fronte alle conseguenze della recente crisi economica globale. Questa ha causato un radicale cambiamento delle dinamiche di mercato e delle esigenze dei clienti finali. Al giorno d’oggi, il mobile non viene più considerato come un bene primario. Si è resa dunque necessaria una maggiore attenzione alla qualità e alla

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TECNOLOGIE di Pietro Ferrari

D’ALESSANDRO TERMOMECCANICA

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Le proposte più aggiornate di D’Alessandro Termomeccanica.

LA VIA ITALIANA ALLA GENERAZIONE DI CALORE

TECNOLOGIE

L’azienda D’Alessandro Termomeccanica produce, dal 1980, generatori di calore a biomassa, con l’obiettivo di realizzare prodotti secondo i più elevati standard qualitativi, garantendo affidabilità e ottime prestazioni energetiche a bassissimo impatto ambientale. L’ampio range di potenze, da 20 kW a 5.000 kW, consente l’applicazione in molteplici settori così da soddisfare svariate esigenze: dal riscaldamento nell’ambito agricolo, zootecnico, residenziale domestico e teleriscaldamento alla produzione di acqua calda e vapore per il funzionamento di impianti industriali di diverse tipologie e dimensioni. I generatori di calore D’Alessandro Termomeccanica sono costruiti per essere alimentati con combustibili solidi, in particolare pellet e biomasse provenienti dalla lavorazione dei residui agricoli e forestali come legna, sansa di olive, gusci e noccioli di frutta triturati, cippato, trucioli e segatura, le quali, tra le fonti energetiche rinnovabili, rappresentano una grande risorsa per l’uomo e per la salvaguardia dell’ambiente. Affidabilità, sostenibilità, innovazione, ricerca e sviluppo, alto rendimento, produzione interamente in Italia e le certificazioni ottenute sono i principali punti di forza della D’Alessandro. Grazie alla certificazione EN 303-5 in Classe 5, è possibile accedere agli incentivi fiscali previsti dal Conto Termico 2.0. Sono state inoltre ottenute altre certificazioni internazionali aventi limiti di emissione in atmosfera molto restrittivi, sinonimo di ulteriore garanzia di qualità delle caldaie D’Alessandro Termomeccanica.

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Research and certifications Reliability, sustainability, innovation, research and development, high efficiency, production entirely in Italy and the certifications obtained are the main strengths of D’Alessandro Termomeccanica. Thanks to the EN 303-5 certification in Class 5, it is possible to access the tax incentives provided by the Thermal Account 2.0. Other international certifications have also been obtained with very restrictive emission limits in the atmosphere, synonymous with further quality assurance of D'Alessandro Termomeccanica boilers. In order to meet the new emission directives, the technologies used in the D'Alessandro boilers have been consolidated through the use of combustion systems capable of auto-

matically performing the correct regulation of the combustion air and fuel biomass supply. Thanks to these adjustments, the combustion "recipes" defined for specific types of biomass, optimal results have been achieved with a low volume of oxygen, thus favoring a reduction of all the harmful gases and generating a clean and bright combustion flame. Furthermore, the constructive characteristics of the boiler exchanger body allow a specific permanence and a low output speed of the combustion fumes so as to increase the heat exchange, thus increasing efficiency and reducing the emissions of fine particles well below the limits imposed from the various EU countries. FIERA PROGETTO FUOCO: PAD.2 STAND C15 FIERA BIE/MCE: PAD.6 STAND G20

Per rispondere alle nuove direttive in materia di emissioni, le tecnologie impiegate nelle caldaie D’Alessandro sono state consolidate attraverso l’impiego di sistemi di combustione in grado di eseguire automaticamente la corretta regolazione dell’apporto di aria comburente e di biomassa combustibile. Grazie a tali regolazioni, ovvero alle “ricette” di combustione definite per specifici tipi di biomassa, sono stati raggiunti risultati ottimali con un basso volume di ossigeno, favorendo così una riduzione di tutti i gas nocivi e generando una fiamma di combustione pulita e luminosa. Inoltre, le caratteristiche costruttive del corpo scambiatore delle caldaie permettono una permanenza specifica ed una bassa velocità di uscita dei fumi di combustione così da aumentare lo scambio termico, aumentando dunque l’efficienza e riducendo le emissioni di polveri sottili ben al di sotto dei limiti imposti dai vari paesi UE.

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TECNOLOGIE


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TECNOLOGIE

HOLZ-HER

www.holz-her.it

di Pietro Ferrari

La falegnameria diventa un laboratorio del futuro con Nextec.

GRANDE PRIMA ITALIANA IN BRIANZA

PIETRO FERRARI CON GIUSEPPE GALANTUCCI DI HOLZ-HER PRESSO LA DITTA ENRICO COLOMBO.

TECNOLOGIE

La potente e innovativa tecnologia Nextec di Holz-her è stata presentata al mercato italiano a Seveso (Monza Brianza) dal 12 al 14 ottobre, presso il magazzino di Enrico Colombo s.a.s., un cliente che grazie all'investimento nelle macchine del produttore tedesco è oggi in grado di porsi come un partner ideale per l'esigente mercato brianzolo. Holz-her ha puntato i riflettori su Nextec, una tecnologia che oggi è in grado di trasformare una semplice falegnameria in un completo e performante laboratorio di arredamento. Quasi duecento visitatori da tutt'Italia hanno dato la misura dell'interesse per questa innovativa tecnologia. È Giuseppe Galantucci, con Valerio Crippa, area manager per l'Italia a raccontarci il perché di questa Open-House.

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«Finalmente arriva in Italia il centro di lavoro Nextec, la grande novità Holz-her della fiera Ligna di Hannover e che aspettavamo con ansia. Un centro di lavoro evoluto sia nelle soluzioni software che nella concezione di prodotto. Per noi è una grossa opportunità a tutti i livelli perché la Nextec è una soluzione ideale sia per il piccolo artigiano con problemi di spazio, ma con esigenze di incremento di produzione e di mancanza di manodopera specializzata, sia per i reparti “su misura” delle grandi aziende, sia per i moderni centri “Fai da te” in continua evoluzione. L’idea di fondo della Nextec è stata quella di progettare una macchina che potesse allo stesso tempo eliminare lavorazioni di taglio fino ad oggi svolte su macchine tradizionali (sezionatrice verticale o squadratrice a carrello),

PIETRO FERRARI DAVANTI ALL’ELEGANTE LOGO DELLA ENRICO COLOMBO.


dal 1922

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DETTAGLI DEL CENTRO DI LAVORO NEXTEC.

oppure creare un moderno ed efficace punto d’incontro tra una sezionatrice orizzontale ed un centro di lavoro. La Nextec infatti non è un semplice centro di lavoro con piano Nesting, ma, come piace definirla a noi di Holz-her, una “falegnameria moderna”, che parte dalle potenti funzioni del nostro Cabinet Select, dove con tre semplici Click di mouse posso selezionare da una libreria di oltre 300 Cabinet già preconfigurati, integrabili a piacimento dai vostri progetti personalizzati, selezionare dal Database che incrocia i dati del materiale disponibile nel vostro magazzino con quelli da voi richiesti, selezionare (se lo desiderate) il tipo di giunzione da utilizzare (giunzioni a spina classiche, Lamello Clamex o Cabineo) e lanciare la produzione. La vostra Nextec si occuperà di tutto il resto, Led multifunzionali segnaleranno immediatamente le funzioni e lo stato della macchina. La funzione Direct Cut, “taglio diretto”, ese-

gue, grazie ad un doppio puntatore Laser in X/Y tagli semplici, trasformando i vostri “resti” in utili pannelli da riutilizzare». Si tratta di una macchina compatta, molto interessante anche dal punto di vista dell'investimento che permette di avere flessibilità produttiva in uno spazio ridotto, fatto particolarmente importante in quelle aree in cui i laboratori e le falegnamerie devono essere forzatamente limitati nello spazio. Modelli disponibili: Nextec 7705 Classic, con campo di lavoro 3100/3700 x 1580 mm. Nextec 7705 Push, stessi campi di lavoro, ma con tappeto di scarico automatico Nextec 7707 Classic, con campo di lavoro 3700/4600 x 2200 mm.

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HOLZ-HER

del servizio i propri punti di forza. Il loro impegno è costante, l’orientamento alla qualità, affiancato da un attento posizionamento di mercato gli ha consentito una importante crescita in una Brianza particolarmente esigente e frenetica».

Nextec 7707 Push, stessi campi di lavoro, ma con tappeto di scarico automatica Oppure, nella versione con testa di lavoro a 5 assi: Nextec 7535 Classic, con campo di lavoro 3700/4600/6250 x 2200 x 300 mm. Nextec 7735 Push, stessi campi di lavoro, ma con tappeto di scarico automatico Nextec 7735 Automatic, stessi campi di lavoro, ma con carico e scarico automatici. Nextec 7735 Lift, stessi campi di lavoro, ma con carico tramite tavola elevatrice e scarico automatico.

!OSPITI BEN CONOSCIUTI !

TECNOLOGIE

La presentazione di Nextec ha avuto luogo nella sede principale della società Enrico Colombo, un'azienda dinamica nel cuore della Brianza che avevamo visitato alla vigilia di un importante investimento tecnologico fatto proprio con Holz-her ad inizio anno e che oggigiorno risplende per eleganza e produttività nei luminosi capannoni di Seveso. «La squadra della Enrico Colombo - ci dice ancora Giuseppe Galantucci - è oggi in grado di dare un servizio di squadratura e bordatura finita sia con colla EVA sia con colla PUR ai propri clienti, grazie alle macchine consegnate ad aprile. I tre soci, Natale Colombo, Maurizio e Massimo Orsenigo, “aggrediscono il mercato” coi guanti di velluto, facendo della precisione, della finitura e della puntualità

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www.holz-her.it

UN AMPIO ASSORTIMENTO DI PRODOTTI AL SERVIZIO DI UNA CLIENTELA ESIGENTE.

LA SQUADRA DI ENRICO COLOMBO, DAVANTI A UNA EFFICIENTE BORDATRICE HOLZ-HER…

…E NEL REPARTO SEZIONATURA.


dal 1922

The joinery becomes a laboratory of future with Nextec Holz-her's powerful and innovative Nextec technology was presented to the Italian market in Seveso (Mb) from 12 to 14 October, at the warehouse of Enrico Colombo Sas, a customer who thanks to the investment in the machines of the German manufacturer is now able to become an ideal partner for the demanding Brianza market. Holz-her has focused on Nextec, a technology that today turns a simple joinery into a complete and performing furniture workshop. Almost two hundred visitors from all over Italy have given the measure of the interest to this innovative technology. Giuseppe Galantucci, with Valerio Crippa, area manager of Holz-her in Italy, tells us why this open-house: "Finally, the Nextec work center, the Holz-her focus at the Ligna fair in Hannover, comes to Italy and We are looking forward to an advanced work center in both software solutions and product design. For us, there is a great opportunity at all levels because Nextec is the ideal solution for both small craftsmen with space problems but with the increased production and lack of specialized manpower, both for tailor-made departments of large companies and for modern "do-ityourself" centers that are constantly evolving. The basic idea behind Nextec was to design a machine that could simultaneously eliminate cutting operations that have been carried out on traditional machines and create a modern and effective meeting point between a horizontal cutter and a work center. Nextec is not a simple Nesting plan, but a "modern carpentry", part of the powerful functions of software Cabinet Select, where with three simple mouse clicks operator can select from a library of over 300 cabinets already preconfigured, customizable to suit your custom projects, select from the Database that crosses the material data available in your warehouse with the ones you need, select (if you want) the type of junction to use (classic plugs, Lamello Clamex or Lamello Cabineo) and launch the production. Nextec will take care of everything else, multifunctional Led will immediately signal the functions and status of the machine. Direct Cut, "Direct Cut" performs, thanks to a double laser

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pointer in X/Y simple cuts, transforming "waste" into useful reusable panels. This is a compact, very interesting investment-driven machine that allows production flexibility in a small space, which is particularly important in those areas where laboratories and carpenters are forced to be restricted in room. Available models: Nextec 7705 Classic, with 3100/3700 x 1580 mm working range. Nextec 7705 Push, same field of work, but with automatic discharge mat Nextec 7707 Classic, with working range of 3700/4600 x 2200 mm. Nextec 7707 Push, same work fields, but with automatic drainage mat Or in the 5-axis working version: Nextec 7535 Classic with working range 3700/4600/6250 x 2200 x 300 mm. Nextec 7735 Push, same work fields, but with automatic drainage mat Nextec 7735 Automatic, same work fields, but with automatic loading and unloading. Nextec 7735 Lift, the same work fields, but loaded with lifting table and automatic discharge. WELL-KNOWN GUESTS The presentation of Nextec took place at the headquarters of the company Enrico Colombo, a dynamic firmin the heart of Brianza that we visited on the eve of a major technological investment made with Holz-her at the beginning of the year and which nowadays shines for elegance and productivity in the bright hall of Colombo in Seveso. "The team of Enrico Colombo - says Giuseppe Galantucci is now able to give a service of squaring and edge finishing both with EVA glue and PUR glue to their customers, thanks to the machines delivered in April. Natale Colombo, Maurizio and Massimo Orsenigo, "attack the market" with “velvet gloves�, making the accuracy, finishing and punctuality of the service their strengths. Their commitment is constant: quality orientation coupled with a careful Market positioning has enabled him to grow in a particularly demanding and hectic Brianza.

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TECNOLOGIE

MAFELL

www.mafell.it

di Pietro Ferrari

POTENZA E VERSATILITÀ Mafell, seghe circolari K 55 cc e K 55 18M bl.

CON LA NUOVA K 55 CC, MAFELL DELINEA NUOVI PARAMETRI ANCHE PER LE SEGHE CIRCOLARI MANUALI.

TECNOLOGIE

La tipica efficienza Mafell del motore CUprex potente e compatto da 1.300 W rende la nuova K 55 cc un talento poliedrico nella lavorazione del legno per tagli trasversali, longitudinali e a immersione fino a 58 mm (con barra 52 mm). Anche nella variante a batteria, con 99 wattora (Wh) la nuova tecnologia LiHD assicura prestazioni finora riservate unicamente alle macchine alimentate a rete. Il peso ridotto di 4,1 kg (4,2 kg per la K 55 18M bl con batteria) e la ripartizione equilibrata del peso facilitano il lavoro soprattutto sull'impalcatura e sul tetto. L'intelligente sistema di luci LED delle nuove seghe circolari Mafell, finora unico nel suo genere, offre precisione, sicurezza e comfort supplementari. Il sistema a LED regola autonomamente l'intensità luminosa in funzione della luminosità e del grado di riflessione della superficie da lavorare. Questo accorgimento consente di avere sempre una visione priva di ombre e riflessi sull'indicatore di taglio e sulla lama. Da spenti i due faretti LED sono integrati nella calotta protettiva in modo

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NELLA SEGA CIRCOLARE MANUALE K55 18M BL, LA NUOVA TECNOLOGIA LIHD ASSICURA PRESTAZIONI FINORA RISERVATE UNICAMENTE ALLE MACCHINE ALIMENTATE A RETE.

pressoché invisibile. La luce si attiva all'accensione della macchina e resta accesa per 10 secondi dopo lo spegnimento. Se la sega circolare viene messa in funzione entro 5 minuti, la luce si accende autonomamente. La nuova sega circolare, oltre che per la luce LED, convince anche per le soluzioni ben congegnate che facilitano l'utilizzo e la manipolazione. Il sistema di inclinazione a inseguimento consente di raggiungere una profondità di taglio di 48 mm con un angolo di inclinazione di 45°. L'innesto anticipato della calotta basculante consente l'approccio confortevole e sicuro per i tagli obliqui, inclinati e a immersione. Per i tagli longitudinali le due seghe circolari possono essere guidate con la pratica battuta parallela, la battuta ad aggan-


MAFELL circular saws K 55 cc and K 55 18M bl Powerful compact and with a very precise cut: the new MAFELL circular saws 55. Well thought-out solutions such as the tracking cut indicator and the intelligent LED light integrated into the protective shell facilitate the exact free-hand guidance of the new MAFELL circular saws MAFELL K 55 cc and K 55 18M bl.

cio inferiore e sul sistema di barre guida Mafell F e con il sistema di fissaggio e aspirazione Aerofix F-AF. I pannelli isolanti in fibra di legno rappresentano una sfida per la sega non solo a causa degli spessori isolanti necessari, bensÏ soprattutto per il convogliamento dei trucioli. Nelle nuove seghe circolari il convogliamento dei trucioli è stato particolarmente ottimizzato per il taglio di materiali in fibra di legno. Anche con i tagli a immersione nel senso della fibra il convogliamento dei trucioli della calotta di copertura non si intasa. La sega circolare K 55 cc è disponibile nella valigetta Mafell T-MAX o in cartone. La variante a batteria K 55 18M bl viene proposta nella valigetta T-MAX con due batterie PowerTank 18M 99 e il caricabatteria APS 18M, nella versione PURE viene fornita senza batterie PowerTank e caricabatteria. Come accessori sono disponibili il caricabatteria APS 18M, il caricabatteria rapido APS 18M+ e le batterie PowerTank 18M 99. La sega circolare K 55 18M bl funziona con tutte le batterie da 18 Volt di altre attrezzature elettriche Mafell.


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AZIENDE di Beatrice Guidi

BIOKAMINO

www.biokamino.com

UNA LINEA DI CAMINI DA INCASSO STUDIATA PER I PROGETTISTI La serie di BioKamini BKBF è stata studiata, ideata e costruita appositamente per architetti e interior designer che vogliono dare una marcia in più ai propri progetti.

AZIENDE

Biokamino, azienda con una decennale esperienza nella produzione di biocamini, ecocamini e bruciatori a bioetanolo, ha sviluppato una serie di camini a bioetanolo dedicata a designer, architetti, costruttori, ristrutturatori e a tutti quei professionisti che vogliono dedicare al piacere del fuoco uno spazio importante all’interno dell'abitazione. La serie BKBF, infatti, è la linea di BioKamini da incasso, pensati per essere incassati in pareti, strutture in muratura o cartongesso, coibentati dove occorre. Una gamma di grande impatto scenografico, ma al tempo stesso estremamente facile da installare, con cornice a scomparsa, per un'installazione pulita e minimalista. La linea BKBF si articola in cinque categorie: • BKBF-M, monofacciale; • BKBF-B, il bifacciale ideale per separare due stanze lasciandole “a vista”; • BKBF-A, angolare (con angolo destro o sinistro);

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• BKBF-C, trifacciale frontale; • BKBF-T, il trifacciale laterale ideale per creare una penisola di separazione ambienti. Oltre a una serie di modelli con formati standard, è possibile richiedere la progettazione di bioKamini personalizzati e su misura, per valorizzare al massimo una stanza molto ampia o un progetto unico. Ogni bioKamino viene fornito completo di bruciatore, con una diversa capacità in base alle dimensioni del modello scelto, camera di combustione e vetri protettivi. Le superfici intere del bioKamino sono di colore nero, grazie all’utilizzo di una speciale vernice in grado di sopportare temperature elevate. Oltre ai modelli da incasso, Biokamino è conosciuta in tutto il mondo per i suoi biocamini a parete, da pavimento, da tavolo ma anche per le biostufe e i bruciatori: tutti i prodotti firmati Biokamino sono interamente disegnati, progettati e costruiti in Italia e grazie all’attenzione e alla cura con cui vengono


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Biokamino, a new series for inner spaces Biokamino, a company with a ten-year experience in the production of bio-fireplaces, eco-fireplaces and bioethanol burners, has developed a series of bioethanol fireplaces dedicated to designers, architects, builders, renovators and all those professionals who want to dedicate an important space to the pleasure of fire. inside the house. The BKBF series, in fact, is the bioKamini recessed line, designed to be embedded in walls, masonry or drywall structures, insulated where needed. A range of great scenographic impact, but at the same time extremely easy to install, with hidden frame, for a clean and minimalist installation.

selezionati e assemblati i componenti, l’azienda garantisce la massima sicurezza di ogni prodotto. Come spiega Ferdinando Conte, Amministratore Delegato di Biokamino: "Progettisti e architetti sono sempre più spesso alla ricerca di quel quid in più che renda un progetto davvero unico, in grado di stupire il cliente e andare oltre le sue aspettativa. Per questo motivo i nostri modelli a incasso stanno ottenendo un crescente successo proprio per la loro capacità di aggiungere un tocco di originalità ed eleganza a stanze e ambienti che vengono letteralmente trasformate dalla bellezza del fuoco”.

!CHI È BIOKAMINO ! Biokamino è un’azienda che basa la propria forza soprattutto sull'esperienza e sulla professionalità delle persone che vi lavorano. A questo si aggiungono le migliori tecnologie disponibili sul mercato in ambito produttivo e un know-how decennale: un mix che fa di Biokamino il punto di riferimento nella produzione di biocamini, ecocamini e

bruciatori a bioetanolo. I caminetti Biokamino sono disponibili in svariate forme, colori e dimensioni: a parete, da pavimento, a incasso, da tavolo e infine modelli personalizzabili, in modo da soddisfare i designer e gli architetti più esigenti. Non necessitando di canna fumaria o di particolari lavori di installazione e manutenzione, i caminetti BioKamino rappresentano il complemento d’arredo ideale per riscaldare l’atmosfera di case, appartamenti, uffici e persino esterni con un tocco di stile e originalità. Tutti i caminetti bioKamino sono prodotti e costruiti interamente in Italia secondo gli standard di sicurezza e qualità più elevati. Per ulteriori informazioni o per essere sempre aggiornati sulle ultime novità di Biokamino: Sito web aziendale: www.biokamino.com; Facebook: Biokamino Facebook Page; YouTube: Biokamino YouTube Page; Twitter: Biokamino Twitter Page; LinkedIn: Biokamino LinkedIn Page.

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AZIENDE


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AZIENDE

SCANDOLA

www.scandolamobili.it

di Beatrice Guidi

LEGNO E CONTRACT

Gli uffici di una società a Ponte di Legno con le lavorazioni Scandola.

AZIENDE

Un nuovo progetto contract per Scandola che, in collaborazione con Polonioli Mobili, ha seguito la fornitura degli uffici della società che gestisce gli impianti turistici di Ponte di Legno in provincia di Brescia. In particolare sono stati arredati gli ambienti della reception, l’area amministrativa, l’ufficio del Presidente e la sala riunione con un ampio tavolo in legno e vetro. L’intervento è stato anche in parte strutturale con la realizzazione di alcuni controsoffitti all’in-

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terno dello spazio. Il progetto punta sulla valorizzazione e sull’accostamento di materiali della tradizione come il legno a quelli più contemporanei come il vetro e la resina. La lavorazione artigianale firmata Scandola ha permesso di creare soluzioni su misura integrandole perfettamente con la struttura esistente e in armonia anche con l’ambiente circostante che fa di Ponte di Legno una meta turistica molto ambita.


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Scandola in a contract project

Nella ristrutturazione sono stati infatti utilizzati legni di “recupero” per trasferire e rafforzare il legame con il territorio. Il legno, protagonista degli spazi, è un materiale nobile e vivo che rende unico ogni spazio. Con questa ispirazione è stato realizzato il progetto interamente ideato da Polonioli Mobili insieme all’ufficio commerciale/tecnico di Scandola. Per l’azienda di Bosco Chiesanuova questa fornitura contract testimonia l’eccellenza e l’artigianalità della produzione firmata Scandola.

A new contract project for Scandola that, in collaboration with Polonioli Mobili, has followed the supply of the offices of the company that manages the tourist facilities of Ponte di Legno in the province of Brescia. In particular, the reception areas, the administrative area, the President's office and the meeting room have been furnished with a large wooden and glass table. The intervention was also partly structural with the construction of some false ceilings within the space. The project focuses on the enhancement and matching of traditional materials such as wood to more contemporary materials such as glass and resin. The craftsmanship signed Scandola allowed to create tailormade solutions integrating them perfectly with the existing structure and in harmony with the surrounding environment that makes Pontedilegno a very popular tourist destination. In the restructuring, in fact, "recovery" woods were used to transfer and strengthen the link with the territory. Wood, the protagonist of the spaces, is a noble and living material that makes every space unique. With this inspiration the project entirely conceived by Polonioli Mobili together with the Scandola commercial / technical office was realized. For the company based in Bosco Chiesanuova this contract supply testifies the excellence and craftsmanship skill of the Scandola production.


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ARTE E DESIGN di Beatrice Guidi

AMORIM GROUP

www.amorimcorkitalia.com

FUNZIONALITÀ E DESIGN

ARTE E DESIGN

Una collaborazione con James Irvine per Amorim.

Un nuovo concetto di funzionalità, arricchito dal design internazionale di Studio Irvine: è la novità mondiale STOW IT, mensola modulare della linea Materia e sfida lanciata da Amorim Group. STOW IT può essere usata, da sola o in combinazione con altri elementi, per appoggiare diversi oggetti, come per esempio un libro, un tablet o un computer. Forte inoltre della materia prima sughero, aiuta a ridurre il rumore nelle sale riunioni o negli spazi più vuoti. Il nuovo pezzo della collezione Materia reinventa così il concetto di mensola, secondo l’intenzione del designer che l’ha creata, il britannico James Irvine, la cui fama internazionale per l’innata capacità di accogliere e vincere le sfide del design industriale ha trovato sede a Milano dal 1988. Un oggetto utile e discreto, che combina design contemporaneo e funzionalità pura, fino al più piccolo dettaglio. Data la memoria elastica del sughero, può anche assumere la forma di un originale memoboard. Sviluppato nell’ambito del progetto Metamorphosis, è stato originariamente concepito come una mensola acustica, quasi un elemento architettonico, il cui punto di partenza sono le caratteristiche della materia prima: isolamento acustico e termico, 100% naturale e biodegradabile, resistente all’abrasione e al fuoco. STOW IT è il 25° oggetto presentato nella collezione Amorim Materia, il 2° di James Irvine per la linea, composta da oggetti inediti in sughero per il quotidiano, che coniugano funzionalità e personalità, per crescere e adattarsi gradualmente alle aspettative del mercato. Materia conta attualmente 12 designers, di 7 diverse nazionalità, che valorizzano le potenzialità del prezioso elemento naturale e le applicano al contesto quotidiano con un gusto estetico. Per Marialaura Rossiello, che ha assunto la guida di Studio Irvine dopo la morte del suo fondatore: “Il sughero è un materiale multisfaccetato, che ha molto da offrire in ter-

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mini di qualità. Oltre alla funzionalità, questa è una materia prima morbida e molto gradevole al tatto”. E conclude: “STOW IT si prende cura degli oggetti: è liscio ed ha un profumo molto gradevole”. A seguito della sfida lanciata dalla Corticeira Amorim allo Studio Irvine, STOW IT ha fatto evolvere la mensola acustica in una mensola modulare, un oggetto d’uso quotidiano, multifunzionale, perfettamente allineato con la filosofia alla base della collezione Materia.


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Stow It, designed by James Irvine The new item in the MATERIA collection reinvents the concept of a odular cork shelf. STOW IT was designed by the renowned British designer James Irvine in the framework of the Metamorphosis project, which has now been adapted by the Studio Irvine for the MATERIA collection. Launched in 2011, MATERIA is a collection curated by Experimentadesign for Corticeira Amorim, constituted by ground-breaking cork objects for everyday life - that combine functionality and personality - designed to grow and gradually adapt to market expectations. After last year's launch of TIPSY, an irreverent wine bottle holder, developed by Keiji Takeuchi (JP), STOW IT is now taking the market by surprise. STOW IT is a corkbased multi-functional wall shelf, which can be used – as a single unit or combined with other units - to accommodate various objects, such as a book, tablet or computer. STOW IT also reduces noise in meeting rooms or empty spaces. In the opinion of Marialaura Rossiello, who runs Studio Irvine: "Cork is a multifaceted material that has a great deal to offer in terms of quality.

In addition to its functionality, cork is a soft raw material and very pleasant to the touch", adding: "STOW IT takes care of objects: it’s soft and has a very pleasant aroma". STOW IT is a useful and discreet item that combines contemporary design with pure functionality down to the smallest detail. Given cork’s elastic memory, STOW IT can also be used as an original memoboard. Developed as part of the Metamorphosis project, STOW IT was originally conceived as an acoustic shelf, with cork conceived as an architectural element, on the basis of its characteristics: thermal and acoustic insulation, 100% natural and biodegradable, abrasion- and fire-resistant. After the challenge launched by Corticeira Amorim to Studio Irvine, STOW IT evolved from an acoustic shelf to a modular shelf - an everyday, multifunctional object that is perfectly aligned with the concept of the MATERIA collection. STOW IT is the second item of the MATERIA collection designed by James Irvine. With SIX, James Irvine reinforced the collection's link to the world of wine, by designing a fantastic bottle holder or mini wine cellar, with a capacity for holding six bottles.


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EVENTI

PROGETTO FUOCO

www.progettofuoco.com

di Pietro Ferrari

Domanda e offerta internazionale si danno appuntamento a Progetto Fuoco.

APPUNTAMENTO A VERONA Dal 21 al 25 febbraio 2018 è in calendario, nel quartiere fieristico di VeronaFiere, Progetto Fuoco, mostra internazionale di impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna, giunta quest’anno all’undicesima edizione. La manifestazione, a cadenza biennale dal 2000 (la prima edizione risale al 1999), si conferma non solo come imprescindibile punto di riferimento e appuntamento obbligato per il comparto del riscaldamento a legna, ma anche come l’unico evento mondiale a ciclo completo nel settore con un’attenzione crescente verso uno dei distretti più significativi dell’economia del territorio. Progetto Fuoco è luogo di incontro privilegiato tra i principali produttori a livello mondiale (italiani anzitutto che realizzano, nelle stufe e nei caminetti, l’80% del valore mondiale prodotto, ma anche tedeschi, austriaci, spagnoli e francesi) e la domanda internazionale: a Progetto Fuoco è infatti prevista una consistente presenza di buyer provenienti da tutti i principali mercati del mondo, sia tradizionali sia emergenti. Nell’ultima edizione del 2016 i visitatori sono stati oltre 70.000, 14.500 dei quali provenienti da 69 diversi Paesi del mondo. A riprova di una crescita esponenziale della manifestazione nel corso degli anni parlano i numeri: una superficie espositiva di 115.000 m2 (a fronte degli 105.000 dell’edizione 2016, degli 85.000 dell’edizione 2014 e degli 11.000 del 1999), ad oggi quasi 800 espositori (vale a dire +5% rispetto al 2016; circa 300 esteri provenienti da 38 Paesi.

!UNA MERCEOLOGIA ARTICOLATA !

EVENTI

Caminetti, stufe, cucine, barbecue, caldaie e grandi impianti a biomassa, pellet, cippato e legna da ardere, macchine per pellet, fumisteria, sono i settori merceologici in mostra nei sette padiglioni espositivi e nelle grandi aree

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esterne della Fiera di Verona che ospita Progetto Fuoco. E più nello specifico: caminetti, rivestimenti e inserti per caminetto, termocamini ad aria e ad acqua, stufe a pellets, stufe a legna, stufe ad accumulo termico, cucine a legna, termocucine in muratura, barbecue, accessori per caminetti, legna, pellets, tronchetti, mattonelle, accendifuoco, prodotti per la pulizia, caldaie a pellets, a legna pezzata e a biomasse, bruciatori a pellets e per combustibili triti, impianti e sistemi "chiavi in mano", silos per stoccaggio, macchine per la produzione del pellets e spaccalegna, comignoli e camini, condotti da fumo, accessori per fumisteria, materiali refrattari, maioliche, ceramiche, strumenti di misura e controllo, servizi di fumisteria, studi di fattibilità e progettazione, associazioni di settore. A proposito di caminetti e stufe, va rimarcato come negli ultimi anni le aziende si siano sempre più avvalse della collaborazione di noti de-


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The fire sector meets in Verona From February 21st to 25th 2018, Progetto Fuoco, an international exhibition of plants and equipment for the production of heat and energy of wood combustion, is scheduled to take place in the VeronaFiere exhibition center, now in its eleventh edition. The event, every two years since 2000 (the first edition dates back to 1999), confirms itself not only as an essential reference point and an obligatory appointment for the wood-fired heating sector, but also as the only full-cycle world event in the sector , with an international vocation and growing attention to one of the most significant districts of the local economy. Progetto Fuoco is a privileged meeting place for the world's leading producers (first of all Italians producing 80% of the world product value in the stoves and fireplaces, as well as the Germans, Austrians, Spaniards and French) and the international demand. UN MOMENTO DELLA CONFERENZA DI PRESENTAZIONE DI PROGETTO FUOCO A MILANO. RAUL BARBIERI, IN UN MOMENTO DELLA CONFERENZA STAMPA.

signer internazionali per affiancare a prodotti dall’estetica tradizionale, modelli ad alto tasso di design in linea con le più attuali tendenze del mondo dell’arredamento. Importante è evidenziare che in Fiera verranno presentati oltre 300 prodotti funzionanti grazie ad un apposito impianto di aspirazione dei fumi.

!GLI INTERVENTI DI RAUL BARBIERI E DI ADO REBULI ALLA CONFERENZA STAMPA MILANESE ! “Progetto Fuoco, che quest’anno raggiunge l’undicesima edizione, è divenuto anno dopo anno il più importante evento mondiale nel settore del riscaldamento a legna e pellet” spiega Raul Barbieri, Direttore di Piemmeti s.p.a., società organizzatrice dell’evento. “Si tratta di una manifestazione unica nel suo genere, con numeri di assoluto rilievo.

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EVENTI


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EVENTI

PROGETTO FUOCO

Quasi 800 aziende espositrici, delle quali 300 estere, su 115.000 m2 di superficie espositiva e con oltre 300 prodotti funzionanti, grazie ad un sofisticato impianto di aspirazione fumi. Numeri promettenti che ci portano a sperare di superare le 70.000 presenze di operatori e visitatori della scorsa edizione”. Sottolinea Ado Rebuli, Presidente di Piemmeti, “Queste le premesse e le attese di una Fiera che arriva alla sua undicesima edizione in un momento particolarmente favorevole. I dati del settore sono da anni positivi, a testimoniare la vitalità di un comparto vivace al quale il mondo dell’energia si rivolge sempre più con motivata attenzione. Fattori quali l’economicità, la sostenibilità e non ultimo l’accesso agli incentivi del Conto Termico, offrono una visione del comparto assolutamente positiva e convincente, a cui ora si aggiungono prestazioni eccellenti e design di qualità. Prospettive nuove e vantaggiose - conclude Rebuli - per un mercato sempre più esigente in termini di risparmio energetico e rispetto per l’ambiente e la persona”. A corollario della manifestazione, un ricco programma di convegni, seminari, tavole rotonde, corsi, workshop e incontri a tema, organizzati in collaborazione con AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali), il partner tecnico di Piemmeti nell’organizzazione di ProgettoFuoco che si avvale del patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, della Regione del Veneto, della Provincia di Verona, del Comune di Verona, della Camera di Commercio di Verona, di Confartigianato Veneto, di Dip. TeSAF - Università degli Studi di Padova e di collaborazioni scientifiche con AIEL, Anfus, Assocosma e di tutte le principali associazioni del settore.

Progetto Fuoco is in fact expected to have a consistent presence of buyers from all the main markets in the world, both traditional and emerging. In the last edition of 2016, there were over 70,000 visitors, 14,500 of which came from 69 different countries of the world. As proof of the exponential growth of the event over the years, the numbers speak: an exhibition area of 115,000 square meters (compared to 105,000 of the 2016 edition, of the 85,000 of the 2014 edition and of the 11,000 of 1999), to date almost 800 exhibitors (ie + 5% compared to 2016, about 300 estates coming from 38 countries.

EVENTI

www.progettofuoco.com

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PUBBLICO ED ESPOSITORI A PROGETTO FUOCO 2016.



INDIRIZZI UTiLI

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AGENTI Rappresentanze s.r.l.

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