Wanderer Magazine n°5

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winter 2 0 1 4 N째 5


CLARISSA COSTA Founder Editor-in-Chief Layout Designer

LEONARDO GATTA Co-editor

ALESSANDRA BALZANI Translator

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wanderermagazine@gmail.com www.facebook.com/wanderermagazine www.flickr.com/groups/wanderermag/ wanderermagazine.tumblr.com

COVER PHOTO

© ANNA KARNUTSCH

LA PROPRIETÀ DEI TESTI E DELLE IMMAGINI È RISERVATA AI RISPETTIVI AUTORI, NE È PERCIÒ PROIBITO L’USO, SIA PER INTERO CHE PARZIALE, SENZA PREVIA AUTORIZZAZIONE. © 2014 WANDERER MAGAZINE, ITALY. ALL RIGHTS RESERVED.


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CONTENTS

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the next ussue

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editoriale

5 photography

Francesca Di Vaio

6

Murugi Thande

7

Evelin Saul

8

Ottavia Di Leo

12

Cassie Haze

13

Austen Sorensen Sorrel Higgins Andrea Torres Balaguer

14 16 18

Leila Al Ali

22

Eduina Jaupi

23

Anna Karnutsch

24

Francesco Mondino Cameron Gardner Laura Payet Carlotta Bortolotto

32 40 42 46

Valentina Tomina

47

Manuel Tanner

48

Soumya Benkacem

56

Tuane Eggers

57

Federica Santolamazza

64

Bella Harris

65 rubriche

Your Next Book : intervista a Virginia de Winter

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scrittura: contest letterario Una Rosa e centro Spine

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spring issue

SUBMISSION ARE

OPEN TILL APRIL 15 TH If you would like to contribute to Wanderer, please follow these guidelines:

* FOTOGRAFI

per le “single photo features”: carica un massimo di 3 foto sul nostro gruppo Flickr (o inviale a wanderermagazine@gmail.com). per gli editoriali: invia a wanderermagazine@gmail.com un minimo di 5 foto (in alta risoluzione, 300 dpi). Includete un’introduzione su di voi, il link del vostro portfolio online o sito, il vostro team, il titolo dell’editoriale e eventualmente i crediti degli abiti. * ARTWORK: invia a wanderermagazine@gmail.com il link del vostro portfolio online o sito e introducetevi.

* PHOTOGRAPHERS

for “single photo feature”: submit maximum 3 photos to our Flickr Group (or send them to wanderermagazine@gmail.com) for editorial: send to wanderermagazine@gmail.com minimum 5 photographs (in high resolution, 300 dpi). Please include an introuduction of yourself, a link to your online portfolio or website, your team, editorial title, and eventually clothing credits. * ARTWORK: send to wanderermagazine@gmail.com a link to your online portfolio or website and please include an introduction of your self.

We remember that by submitting your work to Wanderer Magazine you agree that you are both the author and the owner of its copyright and you allow Wanderer Magazine to publish your work in online issues as well as issues available for sale to the public.


Cari Lettori,

ci eravamo lasciati a novembre e finalmente anche noi del Wanderer Magazine inauguriamo il 2014 con l’uscita di questo numero invernale, che accoglie tra le sue pagine artisti provenienti da Russia, Stati Uniti, Brasile, Estonia, Spagna e molti altri. Inoltre, la scrittrice Virginia de Winter - che con un congnome così non poteva proprio mancare in questo issue - mi ha cortesemente rilasciato un’intervista sul suo nuovo romanzo, ed è sinceramente una vera gioia averla come ospite qui. L’inverno è una primavera che si ignora, diceva Henry de Montherlant. Cogliete ogni attimo di questa stagione: spesso le cose belle si apprezzano di più quando sono finite.

Clarissa Editor in Chief


photography // single photo feature

Francesca Di Vaio MILANO, ITALIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/LACESSA/


Murugi Thande DISTRICT OF COLUMBIA, USA | WWW.MURUGI.CO/

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photography // feature


Evelin Saul

ESTONIA | WWW.EVELINSAUL.COM

Parlaci un po’ di te. EVELIN SAUL Vivo nella campagna al di fuori di Tallin, in Estonia. Studio ceramica all’università, ma nel tempo libero faccio fotografia e dipingo. Sono dell’idea che la creatività soddisfi il mio appetito di vita, parlo la mia lingua tutti i giorni e non importa se non c’è nessuno ad ascoltarmi, un giorno ci sarà. WANDERER MAGAZINE

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photography // feature


Cosa significa per te la fotografia? ES Se lo intendiamo come un processo, allora la fotografia è un modo di esprimersi. Può essere divertente, ambizioso e uno stimolo per la mente. Se lo intendiamo come un risultato, quello che le persone vedono dopo, allora è un’occasione per WM

WANDERER MAGAZINE Tell

us a bit about yourself. I live in the countryside of Estonia, just outside of Tallinn. I have been doing photography and painting, while studying ceramics in university. I believe that creativity feeds my appetite to live. I speak my language every day, It doesn’t matter if there’s someone listening, one day there’ll be someone who hears. EVELIN SAUL

WM

WM Analogico e digitale: quale dei due preferisci

e perchè? ES Scelgo a seconda dell’idea che ho, o della situazione in cui mi trovo. Sia l’analoga sia la digitale sono affascinanti. Uso la digitale nelle occasioni in cui faccio molti scatti per riuscire a catturare il momento giusto. Con l’analoga invece mi piace fare esperimenti, mi piace la profondità dei colori e il fatto che le immagini sembrino essere vive. Che significato dai alla parola “viaggio”? ES Per me viaggiare significa vedere e vivere sulla mia pelle situazioni al di fuori della mia routine. Sono stato fortunato, ho potuto viaggiare molto fin’ora e spero di poter continuare nel futuro. Essere in nuovi posti può ispirare la mente e connettere dei puntini che erano rimasti separati. WM

What does photography mean to you?

ES If I treat it as a process, then photography is mostly a

means of expression. It can be playful, challenging and catching for the mind. If I would treat it as a result - photos that people look at, then it is a chance to bring the viewer into the present moment, which I find to be an important acknowledgement in life.

WM Analog vs digital: which one do you prefer and why? ES I choose the camera according to the idea or situation, both analog and digital have their attractiveness at times. I use digital for those times when I want to shoot lots in order to capture the right image. I use my analogs for experimenting, I like their color depth and the feeling of the images being alive.

What does the word ´travel´ mean to you? Travel for me is getting to see and experience something outside of my usual surroundings. I have been fortunate to travel quite a bit so far and I hope to continue to do so. New places can inspire the mind to create new connections between dots so far not connected.

WM ES

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photography // single photo feature

Ottavia Di Leo

PAVIA, ITALIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/DIVA_EN_NOIR/


Cassie Haze USA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/CASS_HAZE/

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photography // single photo feature

Austen Sorensen USA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/AUSTENSORENSEN/


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photography // single photo feature


Sorrel Higgins UK | SORRELHIGGINS.BLOGSPOT.CO.UK/

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photography // feature

BARCELLONA, SPAGNA | WWW.ANDREATORRESBALAGUER.COM


Andrea Torres Balaguer

Parlaci un po’ di te. ANDREA TORRES BALAGUER Il mio nome è Andrea Torres Balaguer, ho 23 anni e sono di Barcellona, Spagna. Mi sono laureato recentemente all’Università di Barcellona in Belle Arti. Parlo molto, ma ci sono ancora alcune cose che posso esprimere solo attraverso un immagine. Esprimo più sfumature attraverso le immagini, non le parole.

WANDERER MAGAZINE

Come descriveresti il tuo lavoro? ATB Il mio lavoro tratta di sogni, surrealismo, mistero e l’idea di una storia di separazione. Ogni immagine che comunichi qualcosa mi interessa, che dia la possibilità di far lavorare l’immaginazione, il che fa nascere storie e opinioni. Scatto le immagini con un’estetica onirica che richiede l’interpretazione dello spettatore, cercando di sperimentare i confini tra realtà e finzione. WM

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photography // feature

Cosa significa per te la fotografia? ATB Passione. Mi piacciono molte cose (la moda, I libri, la cucina...) e posso dire che sono hobby per me. Credo che l’arte, specialmente la fotografia, sia qualcosa di necessario. Mi piace scattare fotografie personalmente, ma mi piace altrettanto fissare un’immagine per qualche tempo e lasciare che mi pervada. Passo la maggior parte del tempo pensandoci e lavorandoci, forse in maniera un po’ ossessiva. Ma a dire la verità è anche il mio lavoro, il che mi rende molto felice e fortunato. WM

Bianco e nero o colore: secondo te, qual’è il migliore, e perché? ATB Se mi avessero fatto questa domanda qualche mese fa, avrei sicuramente risposto bianco e nero. Volevo concentrarmi sulla storia, e per me il colore ha molte connotazioni che danno qualcosa di più, aggiungono significati all’immagine, il che non era quel che volevo. In più, il bianco e nero mi fa sentire una certa distanza, come essere in un altro tempo, lontano. Devo ammettere che ora come ora non sono sicuro, in quanto sto iniziando a sperimentare come esprimermi attraverso I colori, anche se sono ancora affezionato al bianco e nero. WM


WANDERER MAGAZINE Tell

us a bit about yourself. My name is Andrea Torres Balaguer, I’m 23 years old and I’m from Barcelona. I’ve recently been graduated in Fine Arts at University of Barcelona. I talk a lot but there are still some things that I can just explain by an image. I’m subtler by the images than by words. ANDREA TORRES BALAGUER

How would you describe your work? My work is made about dreams, surrealism, mystery and the idea of break-up story. I’m interested in every image that tells something, that lets you the possibility of imagine, that generates stories and opinions. Thinking about the scene-action concept, I take pictures with an oneiric aesthetic that require the spectator’s interpretation, searching to experiment with the boundaries between reality and fiction. WM ATB

WM

What does photography mean to you?

ATB Passion. I like a lot of things (fashion, books, cooking…) and I can say that

they are hobbies. In another way I feel that art, and especially photography is a necessity. I like to take my own pictures as much as to see an image for a while and let it to imbue me. I spend most of my time thinking and working on it (quite obsessive maybe?). Actually it’s also my job, and it makes me feel super lucky and glad. WM

Black and white vs color: which is better in your opinion, and why?

ES If you had asked me this question a few months ago my answer would be

definitely Black and White. I wanted to pay attention to the story, for me the colour has a lot of connotations that can give some extra meanings, and it wasn’t what I was looking for. In addition, the black and white makes me feel some kind of distance, like being in another timeline or somewhere far away. I have to say that I’m not totally sure right now, because I’m starting to discover and experimenting how to express by means of colours, but…I still love black and white a little more. wanderer magazine winter 2014

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photography // single photo feature

Leila Al Ali

ROMANIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/LEILAPHOTOGRAPHYES/


Eduina Jaupi

TIRANA, ALBANIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/LUMIERESDUMATIN/

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photography // editorial


Like a

fairy tale

di Anna Karnutsch VENETO, ITALIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/ANNETPHOTO/

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photography // editorial

“Like a Fairy Tale� photographer // Anna Karnutsch model // Francesca Ronzani collaboratrice e MUA // Soumya Benkacem


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photography // editorial


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photography // editorial


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photography // feature interview


Francesco Mondino

ITALIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/FRANCESCO-MONDINO/

RITRATTI SOTTOVOCE: LA FOTOGRAFIA DI FRANCESCO MONDINO TRA IL REALISMO PITTORICO E GLI SLANCI COMBINATORI DEL FANTASTICO

Parlaci un po’ di te. Da dove inizia la tua passione per la fotografia? FRANCESCO MONDINO Ho scoperto la fotografia circa tre anni fa, intorno ai 17 anni. La mia migliore amica aveva da poco iniziato a fare foto e questa sua passione mi affascinava, così ho iniziato ad accompagnarla nelle sue “uscite fotografiche” e a considerare sotto una luce diversa un’attività che prima di allora consideravo solo un modo per immortalare un bel ricordo. Preferirei non specificare che era il periodo d’oro di picnik e delle compatte, ma ahimè è così che è iniziato! WANDERER MAGAZINE

Hai o hai avuto qualche modello in particolare? Qualche artista di riferimento e ispirazione? FM Innanzitutto mi sento obbligato a citare Flickr. Fotografi adolescenti che mi hanno ispirato sono senza dubbio Alex Stoddard e Lissy Elle, solo per citarne un paio. Le foto che facevano, i mondi che creavano erano per me qualcosa di straordinario e assolutamente magnifico. Poi, beh, in un secondo momento ho scoperto tutto l’universo al di fuori di Flickr. Se dovessi scegliere solo un fotografo che adoro, Tim Walker. WM

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photography // feature interview

Puoi dire di avere un metodo di ricerca? Cioè, cosa succede, in te, tra l’idea iniziale e lo scatto? FM È una domanda abbastanza complessa. Non sono sicuro di avere un “metodo di ricerca”, traggo ispirazione un po’ da tutto quello che vedo e sento: foto di moda, lavori di artisti in campi diversi dalla fotografia, canzoni, libri, storie. Ogni cosa può fornire una buona idea e da quel momento il processo che porta allo scatto può essere lungo e meditato o quasi immediato. WM

Cosa ti interessa attualmente? Cosa chiedi personalmente, oggi, a una fotografia, o cosa pensi si debba chiedere ad essa? FM Ultimamente sto cercando di focalizzarmi sulla fotografia di moda. Dopo aver portato a termine il 52 weeks, progetto per cui ho scattato per lo più self portrait e da cui ho imparato molto, ho deciso di dedicarmi a qualcosa di diverso e di imparare a pensare in termini di serie di fotografie più che alla singola foto come avevo fatto fino a quel momento. In altre parole, osservo molto e scatto meno di quanto WM


In alcune tue fotografie è palesemente espresso il tema del viaggio, o comunque dell’uomo-in-cerca. Come accosteresti la parola “wanderer” alla tua opera? FM Per me è tutto una continua ricerca: di sé stessi, del proprio stile, del proprio “posto nel mondo”, se vogliamo. È un’idea che ho inconsapevolmente messo in pratica in molte fotografie e che in effetti si può accostare al concetto di “wanderer”. WM

Spesso il tuo disarmante realismo si alterna ad alcune “finestre verso l’insolito” (cit. Cortàzar): il ragazzo di Milano che sembra levitare, oppure il gioco con le diverse funzioni del giornale in fiamme, combinate e sintetizzate… Quanto è importante per te la foto come frammento di una storia? FM Perché una foto sia riuscita deve raccontare qualcosa, sia presa singolarmente che in una serie, indipendentemente dal fatto che sia super costruita e studiata nei minimi dettagli o che sia stata pensata sul momento. WM

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photography // feature interview


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photography // feature interview


In una serie di ritratti, invece, quasi sottovoce emerge una lucida consapevolezza delle lezioni “italiane” della storia dell’arte: la comunanza con Caravaggio è più che una suggestione. Sei poliedrico. La tua duttilità è evidente. Ma qual è il tipo di fotografia che non sei ancora riuscito a scattare? FM La fotografia che non sono ancora riuscito a scattare è quella di cui sarei soddisfatto al 100% anche riguardandola dopo tanto tempo, di cui non cambierei assolutamente niente e che vorrei fosse associata immediatamente al mio nome. (PS: sono estremamente lusingato dal paragone con Caravaggio, è sempre stato uno dei miei preferiti!). WM

Infine, cosa vedi nel tuo futuro? FM Pensare al futuro mi mette sempre un po’ a disagio. Sto studiando all’università e considero l’idea di dedicarmi al giornalismo o alla pubblicità. Certamente spero di continuare a scattare e magari farlo addirittura di lavoro. Se mi è consentito sognare in grande, vorrei diventare un bravo fotografo di moda, chissà. WM

di Leonardo Gatta

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photography // single photo feature

Cameron Gardner

CALIFORNIA, USA |WWW.CAMERONGARDNER.COM/


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photography // feature


Laura Payet

SAINT BARTHELEMY, ANTILLE FRANCESI | MYSIMPLEDAYSINMYSIMPLELIFE.TUMBLR.COM

Parlaci un po’ di te. LAURA PAYET Mi chiamo Laura Payet, ho 23 anni. Vengo da La Réunion, un’isola francese nell’Oceano Indiano, ma ora vivo a Saint Barth, un’isola dei Caraibi. Sono specializzata in portrait e Lifestyle photography. WANDERER MAGAZINE

Dove sei cresciuta, e in che misura questo ha influenzato il tuo lavoro? LP Sono nata in Francia, ma non ho molti ricordi di questo paese perché mi sono trasferita su un’isola quando ero molto piccola, sono abituata a vivere circondata dall’acqua. Credo che questo abbia influenzato la mia fotografia in quanto sono più affascinata dalle piccole cose che vedo, poiché la mia vita non è quella di una persona di città, anche le cose più semplici mi colpiscono. Il mio obbiettivo è quello di focalizzare l’attenzione sulle cose semplici della vita. WM

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photography // feature

Chi o cosa ti ispira? LP Per quanto riguarda il mio lavoro personalità come Sophie Calle, Robert Frank e Sally Mann sono stati di grande ispirazione, in quanto pura bellezza; ma anche gli oggetti e le facce che vedo tutti i giorni sono fonte di ispirazione. WM

Quali emzioni speri di comunicare al pubblico? LP Spero che chiunque veda i miei lavori possano sentire quello che io ho sentito mentre fotografavo, che può essere armonia, malinconia, memoria del passato, sensualità.. o almeno spero che le mie foto possano suscitare qualche emozione! WM

WANDERER MAGAZINE Tell

us a bit about yourself. My name is Laura Payet, I’m 23 years old, I’m a french young girl from Reunion Island, a french island in Indian Ocean, and now I’m living in Saint Barth - an other island but in the Caribbean. I’m a Portrait and Lifestyle photographer.

LAURA PAYET

WM Where did you grow up, and how has this influenced your work? LP I was born in France, but I don’t really remember it because I left when i was young to go live on a island, so I’m used to live in a place where you have just water around you. I think that influenced my work because I’m more interesting about the simple things that I see, of course I didn’t have the same way of life than a city person, so every single thing impress me, and I want to put attention on those simple things in our lives.

Who or what inspires you? In my work, Sophie Calle, Robert Frank, and Sally Mann have a big influence in my work, the simple beauty ! And of course, what influence me it’s all the objects or the faces that I see in my life. WM LP

WM What emotion do you hope to comunicate to your audience? LP What I hope it’s that the people who are watching at my pictures feel what I was feeling at the moment, it depend if it is harmony, melancholy, memory, sensuality… I just hope they will feel something at least!


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photography // single photo feature

Carlotta Bortolotto TREVISO, ITALIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/91332252@N07/


Valentina Tomina RUSSIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/ROBINSROSE/

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photography // feature interview

Manuel Tanner

GERMANIA | WWW.MANUELTANNER.COM/

LA FOTOGRAFIA DI MANUEL TANNER COME UNA LIRICA INTRISA DI RACCONTI CHE SFUMANO NELLE ZONE NASCOSTE E SOSPESE DELLA REALTÀ

Parlaci un po’ di te. Com’è iniziata la tua passione per la fotografia? MANUEL TANNER Quand’ero un bambino ho viaggiato molto coi miei genitori nel sud d’Europa, in Spagna, Portogallo, Italia, Yugoslavia, Grecia, Turchia, ecc. Mio padre era solito fare molte fotografie con la sua analoga SLR. Una volta tornati a casa ci riunivamo con amici e parenti per guardare le foto in un grande schermo bianco, il che era molto bello e rilassante. Questo è il mio primo ricordo riguardante la fotografia, adoro le foto che faceva mio padre. WANDERER MAGAZINE

Hai o hai avuto qualche modello in particolare? Qualche artista di riferimento e ispirazione? MT Il mio fotografo preferito è Wolfgang Tillmans, mi ispira molto il suo approccio alla fotografia. Ci sono ovviamente anche altri aritisti in altri campi che ammiro. WM


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photography // feature interview

Puoi dire di avere un metodo di ricerca? Cioè, cosa succede, in te, tra l’idea iniziale e lo scatto? MT Non faccio fotografia concettuale. Il tutto accade in un momento quando premo il grilletto. Il risultato dipende molto dal mio umore ed emozioni in quel momento. Credo che questo traspaia nelle mie fotografie. WM

Cosa ti interessa attualmente? Cosa pensi debba esprimere un’immagine, oggi? MT Per adesso mi sto impegnando a finire la tesi per il mio Master che tratta di serie televisive, come “Breaking Bad”, “Top of the Lake” ecc. Studio teoria del cinema. Per questo motivo non sono stato molto attivo recentemente, ma ciò cambierà presto. Voglio provare a definire uno stile personale e fare delle belle fotografie, o qualcosa del genere. WM

WM Come accosteresti la parola “wanderer”

ai tuoi lavori? Che cosa significa per te? MT “Wanderer” è una parola tedesca, ed essendo io tedesco per me significa essere attivo, esplorare nuove cose. Nelle tue foto ci sono elementi straordinariamente narrativi, in particolare quando gli spazi si allargano. Quanta importanza dai all’immagine come frammento di una storia? MT Il mio obbiettivo non è inventare storie. Si dice che non è possibile non comunicare, quindi io penso che sia impossibile non raccontare storie. Esse emergono lo stesso, non c’è bisogno di inventarle, e questo mi piace molto. WM


Quando gli spazi si restringono, al contrario, l’elemento poetico si distingue: enfatizzi il corpo o i punti di sospensione lasciato dalla nave che si perde nelle acque e svanisce nelle sue forme. Sei d’accordo? MT Non l’ho mai vista in questi termini, ma direi di sì. Trovo interessante e accattivante avvicinarmi e ridurre al minimo le cose fino a che non è rimasto che un solo elemento. credo che I sentimenti stessi funzionino allo stesso modo: tu pensi o provi una sola cosa e tutto il resto perde il suo significato. Quando sei innamorato, o spaventato, o anche quando il tuo dito fa male. WM

WM MT

Come vedi il tuo futuro? :)

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photography // feature interview


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photography // feature interview

Let us talk about you. How did your interest in photography begin? MANUEL TANNER When I was a young boy I used to travel a lot with my parents in the south of Europe. Countries like Spain, Portugal, Italy, Yugoslavia, Greece, Turkey etc. and my dad always used to take pictures with his analog SLR. Back home my parents and friends then used to watch the photos on a big white screen. That was always very beautiful and relaxed and that’s my earliest memory regarding photography. I love his photos. WANDERER MAGAZINE

Have you ever had any kind of inspiring model? Any artist who particularly influenced and inspired you? MT My favorite photographer is Wolfgang Tillmans. His approach to photography inspires me. Besides him there are of course people in a lot of fields of art which I admire. WM

WM Would you say you have a kind of methodology? I mean, what happens inside you between your first idea and the very moment when you shoot the picture? MT I usually don’t do conceptual photography. Everything happens at the moment when I pull the trigger. The outcome depends a lot on my moods and feelings at that moment. I think you can see that in my pictures.


WM What are you interested in at the moment? What

is a picture supposed to express, today? At the moment I focus pretty much on finishing my master’s thesis which is about tv drama shows. “Breaking Bad”, “Top of the lake” and stuff like that. I study film and media theory. So I haven’t been very productive lately taking pictures. But that will change soon. I will try to define my own way and make good pictures - or something like that.

MT

WM Which way would you relate the word “wanderer”

to your work? What does it mean to you? Well, wanderer is a German word - I’m also German. For me it means being active, exploring new things.

MT

WM In your pictures there is a remarkably narrative element, particularly when the spaces get wider. How much importance do you give to the picture as a piece of a story? MT I haven’t seen it that way, but yes. I often find it interesting or tempting to get close and reduce as much things until there is only one main element left. I think very strong feelings often work that way: You only feel or think about one thing and everything else in the world has lost its meaning. When your’re in love, or in fear or when your little finger hurts. WM MT

How do you see your future? :)

di Leonardo Gatta Traduzione Alessandra Balzani wanderer magazine winter 2014

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photography // single photo feature

Soumya Benkacem

ITALIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/SUMMABENKA/


Tuane Eggers

BRASILE | WWW.TUANEEGGERS.COM

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books&writing // interview

yN

our ext

Book

Oscure Gioie di Virginia de Winter disponibile su Amazon a € 2,99

trama

Nell’alta società di Londra si mormora che sia più bello di Dorian Gray e più cinico di suo zio, Lord Henry Wotton. E, in effetti, Sebastian Fane, conte di Darlington, potrebbe dare lezioni di dissolutezza a chiunque. Durante la sua vita è sempre stato abituato a prendere ciò che vuole: infrange cuori maschili e femminili senza scrupolo alcuno, consumando le passioni con la medesima noncuranza che riserva alle sue sigarette. Ma il corso del suo destino è destinato a mutare quando, in una sordida taverna di Whitechapel, si troverà a incrociare le armi per difendere un giovane sconosciuto. Raven Armitage è bello e sfuggente, con un accento francese e una voce melodiosa che rendono impossibile non cedere alle sue incantevoli menzogne. Per la prima volta nell’esistenza di Sebastian, sarà qualcun altro a imporre le regole del gioco, accendendo in lui una passione che minaccia di travolgerlo senza possibilità di scampo. Nella Londra di fine Ottocento, divisa tra la tradizione della nobiltà e l’avvento del futuro, ha così inizio un’indagine pericolosa, una caccia all’uomo tra il lusso delle sale da ballo e lo squallore delle fumerie d’oppio, una lotta senza quartiere contro un nemico che si nutre della magia più oscura e che schiera ai suoi ordini un esercito di morti per arrivare a insidiare anche la vita di Sua Maestà la Regina...

virginia de winter Vive a Roma, sebbene non dimentichi mai di far notare che è un’orgogliosa ragazza del Sud. Ama la granita alla mandorla, la buona letteratura, magari accompagnata da un mojito, l’opera e il balletto. Da grande vuole diventare una star del burlesque. Ha pubblicato con Fazi Editore la serie Black Friars.

WWW.VIRGINIADEWINTER.NET


“LONDRA AVEVA IL SOLO PREGIO DI SAZIARE DI OSCURITÀ CHIUNQUE LA DESIDERASSE” Ho avuto la fortuna di poter leggere la bozza di ‘Oscure Gioie’ in anteprima, gentilmente inviatami da Virginia de Winter che non smetterò mai di ringraziare per aver così prontamente saziato la mia curiosità su questo romanzo, e avermi permesso di addentrarmi nella sua Londra oscura. Dopo Black Friars, infatti, Virgina de Winter cambia totalmente scenario, e lo fa pur mantenendo il suo tocco gotico e allo stesso tempo ironico. La sua penna dal tratto ricercato e vezzoso, che racconta i più piccoli particolari con dovizia, è inconfondibile per chiunque abbia letto uno dei suoi libri. ‘Oscure Gioe’ è ambientato nel mondo di Dorian Gray e racconta di una vicenda che si svolge parallelamente ai fatti che accadono nel libro di Oscar Wilde. Ci sono nuovi personaggi e nuovi misteri, ma non stupitevi se durante la lettura qualche luogo e nome vi sembrerà famigliare... “A

UN TRATTO, SEMBRÒ INDIVIDUARE QUALCUNO NELLA FOLLA.

«C’È

TUO ZIO, LORD HENRY

WOTTON E IL SUO AMICO, IL FAMOSO MR. GRAY. IMMAGINO TU SAPPIA COSA SI DICE SU DI LUI, NO?»

«COSA?»

«CHE È PIÙ BELLO DI TE.» SEBASTIAN ALZÒ GLI OCCHI AL SOFFITTO, SECCATO, MENTRE L’ALTRO SCOPPIAVA A RIDERE.” Il prologo si apre in un cimitero, durante una notte silenziosa rischiarata dalla luna, dandoci un primo assaggio del mistero di Lady Elizabeth attorno al quale si muovono i personaggi della storia. Un mistero le cui tenebre sono intrise dal profumo di terra e fiori in decomposizione e che coinvolgerà i protagonisti, Sebastian Fane e Raven Armitage, costringendoli a esporsi a pericoli al di là della loro immaginazione per la ricerca di tutti i frammenti mancanti. Sebastian e Raven sono belli e un po’ dannati per un motivo o per l’altro. Tra loro scatta una scintilla, un legame così intenso da essere impossibile da ignorare e che loro, nel loro profondo, non vogliono placare. Il loro rapporto è così vulnerabile e incostante, imperfetto come le loro personalità, da renderlo reale tanto che durante la lettura di questa Slash Fiction non si sente la mancanza di una presenza femminile dominante. Romance, mistero e colpi di scena si intrecciano e tengono incollati alle pagine fino all’ultimo capitolo. “IL SOTTILE VELO D’ARIA CHE SEPARAVA I LORO CORPI SEMBRAVA TROPPO DOLOROSO PER POTERLO SOPPORTARE, COSÌ AVANZÒ DI UN PASSO, TANTO DA SFIORARGLI LE SPALLE COI BAVERI DELLA GIACCA. «PARLAMI», ORDINÒ, LA VOCE RAUCA E SOMMESSA. «RIVELAMI QUALCOSA.»” Virginia de Winter ha creato un romanzo dalle tinte noir e gotiche, rifacendosi abilmente a ‘Il diario di Dorian Gray’ e trasformando i suoi protagonisti in comparse mantenendosi sempre rispettosa verso l’opera originale, curando con maestria i dettagli dell’epoca. Ma ora, senza ulteriori indugi, la parola all’autrice...

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books&writing // interview

OSCURE GIOIE

Bijoux de Deuil INTERVISTA A VIRGINIA DE WINTER

Possiamo dire che questo romanzo è un po’ un ritorno alle origini, una ricomparsa della Savannah fanwriter delle seguitissime fiction su Harry Potter. Questa volta però hai scelto di addentrarti nel mondo del bello – e decisamente dannato – Dorian Gray, in una Londra vittoriana e gotica: quali sono gli elementi del libro di Oscar Wilde che ti hanno ispirato a scrivere ‘Oscure Gioie’? E cosa hai cambiato dal libro originale? Le origini sono il mio approdo continuo e sicuro! Non ho mai smesso di scrivere e pubblicare fan fiction, anche dopo la pubblicazione dei libri. La narrativa amatoriale è un piacere grandissimo e non me ne sono mai distaccata. Per quanto riguarda Oscure Gioie hai ragione: anche io tante volte ho fatto un parallelismo su come sia stato bello addentrarsi nella Londra di Dorian Gray anche se più inquietante della confortevole Hogwarts della Rowling. Come molti di noi ho amato il Ritratto a prima vista, colpita dal linguaggio incantevole e da un personaggio che – in perfetto parallelismo con ciò che erano le sue intenzioni – è

immortale ed eternamente giovane. Ho cercato ogni minima informazione che potesse essermi utile per ambientare al meglio la mia piccola storia e li ho scovati: quale fosse il palco dei Wotton all’Opera, dove si trovasse l’abitazione di Lord Henry e quella di Dorian, il curioso atteggiamento del Duca di Berwick a cui ho voluto dare una mia interpretazione personale. Dal libro originale non ho cambiato nulla, perché con grande rispetto mi sono mossa soltanto al margine sfiorando appena e con reverenza i personaggi principali e lasciandoli solo intravedere dal fondo di una stanza.


Chi ha letto la saga di Black Friars sa che i tuoi personaggi maschili sono sempre estremamente affascinanti, di una bellezza che tu racconti nei più piccoli dettagli e che fa sospirare d’estasi i lettori, ma sono anche molto umani – vampiri a parte – reali e meravigliosamente imperfetti perché inclini ai sentimenti in tutte le loro sfaccettature e, nel mondo di Dorian Gray, Sebastian Fane e Raven Armitage non potevano essere da meno. Come è nata l’idea del loro personaggio e come l’hai sviluppata? Per primo ho inventato Raven. Nella mia idea iniziale doveva essere un mago e un personaggio molto più ambiguo e oscuro di quanto alla fine non sia diventato. Del ragazzo dolcissimo dalla voce musicale in grado di piegare con la tenerezza anche una statua di pietra all’inizio c’era poco, solo un giovane snello coi capelli scuri intenzionato a mantenere i suoi segreti ben nascosti dietro il sorriso e i suoi giochi di prestigio. Sebastian è sempre stato biondo – una connotazione che, come direbbe Colin, lo caratterizza a sufficienza

– ma nei suoi primi passi era soltanto uno sciupafemmine e mancato cognato di Raven. Poi ha sviluppato questa personalità velenosa e fredda, marchiata da una solitudine di cui non si è mai reso conto e che invece suscita una profonda preoccupazione nelle persone che lo vedono dissipare la vita come una mano di carte basse. Alla fine si sono mossi da sé, trovando ognuno il proprio spazio e una forte individualità. Non so come spiegarlo: è una cosa a cui l’autore assiste e basta, anche mentre sta scrivendo.

r Nel tuo sito hai scritto che durante la stesura hai trascorso quattro settimane a rileggere ‘Il ritratto di Dorian Gray’ e a studiare le cartine della Londra di fine Ottocento. Che difficoltà hai incontrato nel rendere credibile l’ambientazione? C’è qualche aneddoto divertente che hai voglia di raccontare al riguardo?? Ho faticato come un mulo ed è stato fantastico. La Londra vittoriana era un cantiere continuo: cambiava assetto e aspetto ogni momento e io ho cercato di essere più precisa possibile. Ho scelto la carta di un determinato anno e mi sono attenuta a quella, ho studiato sui libri e sulle riviste e sui siti specializzati sperando di non citare un ristorante che aveva chiuso o un giornale fuori commercio. L’avvocato di Sebastian, per esempio, è realmente esistito ed era un famoso legale dell’epoca molto stimato e rispettato; i problemi di traffico in Oakley Street a Chelsea erano reali – tra l’altro ho voluto citarla perché al numero 146 ha abitato Oscar Wilde. Il duello l’ho voluto a Battersea Park per quel famoso aneddoto della sfida tra il Duca di Wellington e il Duca di Whilcilsea che si era svolto nel 1829 e quindi poco meno di sessant’anni prima rispetto a quando si svolge la nostra storia. Ho pensato che per i miei duellanti sarebbe stata una lezione di stile che, con

ogni evidenza, non hanno colto! L’aneddoto più divertente riguarda sicuramente quando ho tenuto la mia amica Annamaria un’ora in chat cercando di capire quanto tempo ci avrebbe impiegato una carrozza a percorrere la distanza tra Mayfair e Highgate e, se per una determinata scena, non sarebbe stato preferibile scegliere un altro cimitero. Alla fine optammo per Brompton, ma l’aria serissima con cui misuravamo le distanze mi fa ancora sorridere quando ci ripenso. Alla fine ho domandato a una bravissima blogger e grande esperta di quel periodo, Mauser di Georgiana’s Garden, che qui ancora pubblicamente ringrazio, di dare un’occhiata al libro per indicarmi se avevo commesso degli errori troppo evidenti. Fu gentilissima a farmi notare che Sebastian aveva la riprovevole abitudine di fumare nei luoghi meno consoni e Sebastian Fane ha tanti difetti, quindi un minimo di educazione toccava anche dargliela. wanderer magazine winter 2014

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books&writing // interview

‘Oscure Gioie’ è la prima slash fiction che hai scritto? Eri partita con quest’idea precisa o è stata una scelta avvenuta in corso d’opera? Non è esattamente la prima ma lo è con una coppia maschile come assoluta protagonista. Mi spiego meglio: già nel primo Black Friars avevo lasciato intendere che un sentimento speciale legasse Adrian e Cain Blackmore, sentimento che è andato evolvendosi nell’arco dei quattro libri trasformandoli in una delle coppie più amate. Da quanto la mia amica Chiara me lo ha piazzato

intesta e ho cominciato a vederlo nelle fan fiction, il pallino delle coppie slash e yaoi non è più andato via. La storia di Raven e Sebastian nasce così, pura e semplice come l’avevo immaginata: amore a prima vista nascosto dietro una parete di inganni e segreti talmente compatta da rischiare di separarli una volta per sempre.

r Qual è il tuo prossimo progetto? Stai scrivendo qualcosa al momento? Scrivo in continuazione! Tanto che alla fine la mia agente ha dovuto mettermi un freno e dirmi di incanalare le energie in un numero limitato di progetti. Al momento ho un romanzo terminato e un altro di genere vittoriano che è circa a metà e

che vado, con calma, a completare. Sto progettando un’altra serie fantasy e, in tutto ciò, spero di avere un poco di tempo per scrivere un giallo a cui sto pensando da tantissimo tempo. Sì, forse devo darmi una calmata!

r Molte delle tue fanfiction su Harry Potter sono anche songfiction, quindi su quest’onda ti chiedo: quale sarebbe la perfetta colonna sonora di ‘Oscure Gioie’? Presto detto: Blame dei Transluzent. Non è una canzone famosissima, credo, ma è la sigla dei titoli di testa di Alex Ryder – Sormbreaker. Stavo guardando appunto quel film mentre iniziavo Oscure Gioie e ho preso ad ascoltare quella musica a ripetizione.

intervista di Clarissa Costa

A un certo punto del libro, Raven Armitage dice che una mattina, al suo risveglio, ha trovato il suo mondo impazzito. Ecco, è uno dei motivi del libro e io l’ho trovato in questa canzone.


 CONTEST LETTERARIO

Una Rosa e cento Spine UN’ANTOLOGIA, CENTO RACCONTI DI CENTO PAROLE

wanderermagazine.tumblr.com/contestletterario VI RICORDIAMO IL PRIMO CONTEST LETTERARIO DEDICATO ALLE DRUBBLE FIRMATO WANDERER MAGAZINE REGOLAMENTO:

1) La partecipazione è gratuita. 2) Possono partecipare solo opere inedite, in lingua italiana, mai pubblicate né in edizioni cartacee né sul web. 3) Ogni autore può partecipare con un massimo di due drabble. 4) I testi devono essere di 100 parole esatte, non una di più e non una di meno. Il titolo è escluso dal conteggio. 5) Ogni drabble deve contenere le parole rosa/e (intesa come fiore) e spina/e. 6) Il tema è libero. Potete spaziare in ogni genere: noir, fantasy, horror, romance, non fiction, etc. Siate fantasiosi! Sono tuttavia vietati testi che contengono contenuti illegali, osceni, volgari, diffamatori, pedopornografici, razzisti o discriminatori. 7) Il testo deve essere inviato a wanderermagazine@gmail.com insieme a una breve biografia (50 parole massimo) e alla liberatoria (che dovrà essere firmata da un genitore o un tutore se minorenni). 8) Il testo dovrà essere sottoforma di allegato e dovrà contenere il titolo e il nome dell’autore. 9) Non vi è un termine ultimo per inviare le opere: il contest si considererà chiuso al raggiungimento delle 100 drabble considerate pubblicabili. 10) Le cento drabble selezionate verranno inserite in un’antologia formato ebook che sarà scaricabile gratuitamente da Amazon. 11) I diritti sui testi rimangono interamente dei rispettivi autori. RICORDIAMO CHE WANDERER MAGAZINE NON È UNA CASA EDITRICE, NON VIENE

CHIESTO NESSUN CONTRIBUTO PER LA PARTECIPAZIONE E NON PERCEPIREMO NESSUN RICAVO DAI VOSTRI LAVORI, PERTANTO QUESTO CONTEST VA INTESO COME

UN MODO PER METTERSI IN GIOCO, FARSI CONOSCERE E ENTRARE IN CONTATTO CON I LETTORI DEL WEB.

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photography // single photo feature

Federica Santolamazza

ROMA, ITALIA | WWW.FLICKR.COM/PHOTOS/PHEDINA/


Bella Harris

USA | WWW.BELLAHARRIS.COM/

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wan 路 Der 路 lust

noun German : wandern, to wander + Lust, desire : A very strong or irresistible impulse to travel. is a seasonal indipendent magazine based in Italy featuring photography, artwork and writing. Our goal is to inspire readers to create and explore the world, and to showcases work of young upcoming artists and photographers: an unique chance to spread their talent and become more well-known online. wanDerer magazine




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