Insieme in OPBG Magazine - Dicembre

Il magazine del volontariato

Dicembre 2016

Indice Un felice Natale con una buona notizia

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La psicologia nel volontariato: la terza giornata del percorso di formazione

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Associazione volontari Ospedale Bambino Gesù: cosa c’è da sapere

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Infografica

Natale in OPBG: la photogallery

A cura di Anna Maria Ardini Giada Marchetti

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Seconda giornata del Corso di Formazione Volontari in OPBG: cosa è successo

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Com’è nato il volontariato al Bambino Gesù

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Cuore di maglia: cosa succede in OPBG

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FRANCESCA REBECCHINI La seconda lezione del I Percorso di Formazione per Volontari in OPBG è stata a dir poco efficace ed istruttiva, abbiamo imparato che la vita in ospedale, come d’altra parte la nostra vita al di fuori, è fatta di norme. È troppo importante in ospedale, conoscere e attenersi a regole fondamentali in caso di emergenza. Ognuno di noi di fronte ad una calamità o a un evento imprevisto come un terremoto, un incendio non conosce bene quale possa essere il proprio comportamento o reazione, siamo subito assaliti istintivamente dall’ansia, dalla paura e dal panico. Queste sono le emozioni più frequenti quando accade l’imprevisto, immaginiamolo in un

Un felice Natale con una buona notizia ospedale, per giunta di bambini.

Ecco perché oggi, i nostri volontari devono rispettare delle norme di sicurezza, poche e semplici, alla portata di tutti ma che possano salvare delle vite specialmente mantenendo la “calma “e digitando per prima cosa un numero, il 2727 (servizio di pronto intervento).

Altro argomento fondamentale presentato durante la lezione riguarda l’igiene delle mani, lavarsi bene le mani, sembra ovvio, ma in ospedale è obbligatorio ed è una delle procedure richieste, per salvaguardare l’ambiente e le persone dalle infezioni. Per un Volontario poi è indispensabile conoscere la segnaletica per le malattie infettive e contagiose: le lettere A, C o D sulla porta della stanza di un pa-

ziente significano precauzioni che proteggono completamente dalla trasmissione di tali malattie.

Da qualche anno in Ospedale è arrivata JCI (Joint Commission International), uno degli enti più grandi e prestigiosi al mondo che compie un processo di accreditamento volontario attraverso il quale un ente terzo certifica e garantisce che un’organizzazione sanitaria rispetti specifici standard, ecco perché anche noi volontari, come tutto il personale ospedaliero, dobbiamo essere informati e preparati sul tema di sicurezza e igiene.

Colgo l’occasione di questo numero del magazine di dicembre per augurare a tutti un Buon Natale e un felice anno nuovo!

NOTIZIA DEL MESE: Tutti i volontari del I Percorso di Formazione in OPBG avranno la possibilità di usufruire della procedura aziendale, medicina del lavoro (legge 6108) che prevede prima dell’accesso in ospedale, la Sorveglianza Sanitaria. Il medico competente dell’Ospedale effettuerà visite mediche e consiglierà esami ematochimici, vaccinazioni e quant’altro potrà essere utile per garantire la salute dei volontari, esattamente come avviene per i dipendenti.

Direttamente dai banchi della giornata del 19 novembre, pubblichiamo la testimonianza di Giada Marchetti sulla seconda giornata dedicata alla sicurezza del paziente e dell’operatore in ambito sanitario.

Seconda giornata del Corso di Formazione Volontari in OPBG: cosa è successo

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Aprono i lavori Padre Mario Puppo e la dott.ssa Francesca Rebecchini, che ringraziano coloro che hanno collaborato alla preparazione del corso, e spiegano la funzione dei Tutor che seguiranno i nuovi volontari GIADA nel tirocinio. Ed è con grande sorpresa che MARCHETTI apprendiamo il numero dei volontari presenti in questo secondo incontro: 225 persone a fronte dei 200 della prima giornata.

Ciò significa che quel “calo fisiologico”sempre temuto in questi casi, si è invece trasformato in un entusiastico passaparola sui temi affrontati e da affrontare , che di certo rende giustizia ad una iniziativa così importante.

Ed importante è proprio la giornata di oggi che tratterà un argomento fondamentale: La sicurezza del paziente e dell’operatore in ambito sanitario.

CHE COS’È LA JCI

Primo intervento è quello della dott.ssa Lucia Celesti che presenta la JCI, cioè la Joint Commission International, ente di certificazione accreditato a livello internazionale soprattutto in campo sanitario. “L’accreditamento – spiega la dott.ssa Celesti – è l’insieme di regole che vengono giudicate valide da un Ente. Per fare dell’ospedale un centro di eccellenza bisogna avere credito fiducia e buona reputazione, il tutto basato su fatti concreti. L’accredito è una metodologia complessa, che tiene sempre presente sia il paziente che l’intero ospedale. Per questo è necessario un ente esterno che valuti ed esamini, perché già esso stesso preparato ed accreditato, l’eccellenza dell’ospedale”.

L’IGIENE PERSONALE

Secondo intervento quello della dott.ssa Marta Ciofi degli Atti, sulla prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza. Per quanto riguarda l’igiene personale c’è un dress code: vestirsi comodi, puliti, e poco ornati, soprattutto niente anelli e bracciali.

Vengono poi prese delle precauzioni standard approvate dall’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) sul lavaggio delle mani prima del contatto con un paziente ed anche dopo. La dott.ssa Ciofi chiude con le vaccinazioni, dimostrandone l’importanza con il vaiolo e la poliomelite ora del tutto debellate proprio per la scoperta dei vaccini.

SICUREZZA E MEDICINA DEL LAVORO

Si passa quindi all’organizzazione per la gestione delle emergenze nell’ospedale, a cura dell’ing. Antonio Santoro che collabora con l’ospedale Bambino Gesù da tempo e coordina, in caso di rischio, il personale addetto alle emergenze. L’intervento dell’ing. Santoro termina con le procedure di segnalazione di pericolo con l’inidcazione del numero 2727 cui è sempre in grado di rispondere, 24 ore su 24, la squadra interna all’ospedale Bambino Gesù.

Chiude la giornata, cui seguirà per alcuni nuovi volontari una visita dell’ospedale, il Dr. Vincenzo Camisa che si occupa di medicina del Lavoro e parla della cultura della sicurezza, del benessere lavorativo e della sorveglianza sanitaria.

Esistono due tipi di stress: l’EUSTRESS è quello che ci fa adattare positivamente alle situazioni. Il DISTRESS invece ci fa percepire tutto in modo negativo. C’è poi lo stress da lavoro-correlato, che è una patologia organizzativa che può colpire qualsiasi persona in qualunque ambiente di lavoro. È importante che i volontari sappiano che per aiutare bisogna aiutarsi non facendosi troppo coinvolgere.

Tra gli operatori sanitari c’è una forma esasperata di stress che si chiama Burn out, la cui conseguenza è un esaurimento emotivo (ovvero un inaridimento interiore) oppure una depersonalizzazione (con reazioni freddo-ciniche): in entrambi i casi la capacità di portare aiuto è bassa.

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La psicologia nel volontariato: la terza giornata del percorso di formazione La testimonianza di Anna Maria Ardini direttamente dai banchi della giornata del 3 dicembre: ecco cosa è successo ANNA MARIA ARDINI

L’apertura dei lavori è affidata come sempre alla dott.ssa Francesca Rebecchini e a Padre Mario Puppo, che presenta Don Luigi Zuccaro.

I BAMBINI E I TRAUMI Primo intervento quello della dott.ssa Simonetta Gentile, dell’Unità Operativa di Psicologia Clinica dell’Ospedale Bambino Gesù. La relatrice ci parla della Centrale operativa per psicologi all’interno dell’ospedale a cui attingere per avere una chiave di lettura per gli aspetti psicologici.

La rivoluzione del concetto di salute e malattia porta a un cambiamento: la salute è assenza di malattia e condizione di benessere fisico.

La dott.ssa Gentile analizza poi le possibilità di evitare o ridurre i traumi per i bambini, in un contesto sanitario che tenga conto non solo delle cure mediche e chirurgiche, ma che segua anche un modello di cura bio-psicologico-sociale. Il focus si è concentrato anche sulla reazione

alle malattie da parte di genitori e bambini.

Passiamo ora alla dott.ssa Chiara Carducci dell’UOS Psicologia Clinica, che ha fatto esperienza di gruppo nel volontariato e ci dà una lettura del disturbo di alcuni volontari in ospedale. Si è pensato di formare un gruppo di 11 volontari dell’associazione Davide Ciavattini, che opera nei reparti di oncologia ematologia e bimbi destinati al trapianto, in quanto reparti particolarmente impegnativi.

Il gruppo, costituito da persone interdipendenti tra di loro con un fine comune, ma con relazioni psicologiche diverse, ha lo scopo di promuovere crescita e consapevolezza del contesto che ruota intorno a loro.

IL RUOLO DEL GIOCO Si prosegue con la testimonianza di Simona Paoluzzi dell’associazione Davide Ciavattini che lavora come assistente ludica nel reparto trapianti di midollo, che mostra

foto di disegni e lavori fatti dai bambini e che ci parla del valore del gioco, importantissimo sia per i genitori sia per il malato che lo considera una parte mancante della sua vita.

E a proposito di gioco la dott. ssa Carla Carlevaris ci parla della sua importanza e delle espressioni creative all’interno dell’ospedale mostrando alcuni disegni dei piccoli.

Chiude la giornata l’intervento di Ludovica Giglio, Presidente dell’Associazione La Banda Faclò, associazione di clown medici e volontari che operano sia al MITA del Bambino Gesù, che nelle case famiglia per bambini operati, KIM onlus. Qui i volontari non sono tutti medici e hanno un impegno gravoso soprattutto perché non bisogna deludere l’aspettativa dei bambini. Essere volontari, ci dice, significa gratuità, serenità, responsabilità ed empatia, ma soprattutto conoscenza di sé. Spesso si costruiscono storie con i bambini.

La Banda Faclò La Banda Faclò è un’Associazione di volontari, nata a maggio 2015 come spin-off dell’Associazione la Carovana del sorriso.

Il nome Faclò nasce dall’unione di Fa come fantasia, fiaba e Clo come clown, proprio perché vuole promuovere la terapia del sorriso, della creatività e fantasia.

I volontari dell’Associazione svolgono l’attività presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma nei reparti MITA1 e MITA2, il Day Hospital di San Paolo e l’Associazione KIM onlus che si occupa della cura e l’assistenza extra ospedaliera di bambini stranieri che vengono in Italia per interventi chirurgici. I 15 volontari che prestano la loro opera gratuitamente intervengono nei reparti in due o più di due. “È di fondamentale importanza - afferma Ludovica Giglio, Presidente dell’Associazione - che il volontario entri in reparto in buona salute, con le idee ben chiare di quello che farà con i piccoli pazienti. Mentre durante la sua visita dovrà ascoltare, dar sfogo alla sua creatività ed essere umile. Quando uscirà dal reparto, condividerà con i colleghi le esperienze vissute coi i bambini ricoverati per discuterle ed elaborarle insieme.”

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A. M. ARDINI

Com’è nato il volontariato al Bambino Gesù Dalla storia del Prof. Marcello Sacchetti, alla testimonianza di Donatella Elser: una storia che comincia nel 1978

Era il 1978 quando venne eletto Presidente dell’Ospedale Bambino Gesù il Prof. Marcello Sacchetti. Uomo di grande cultura e professionalità, si è impegnato per tutto il suo mandato a far diventare il Bambino Gesù un polo d’eccellenza clinica. Sacchetti partecipò al passaggio della attività della Pontificia Opera di Assistenza di Palidoro all’Ospedale Bambino Gesù su incarico di Papa Paolo VI. “Fu un’operazione faticosa e complessa - afferma Sacchetti che è costata enormi sacrifici ma che ci ha regalato una delle soddisfazioni più grandi.

36 anni dopo Palidoro testimonia che quei sacrifici sono valsi a qualcosa. I numeri registrati negli ultimi anni lo rendono il terzo ospedale pediatrico d’Italia.

Il Prof. Marcello Sacchetti, ispirandosi un po’ ai modelli americani e belgi e per rendere l’ospedale ancora più accogliente, diede vita al primo volontariato. Incaricò Donatella Elser di trovare le persone giuste per dar vita a questa nuova iniziativa. Abbiamo pensato di incontrare la prima volontaria, proprio Donatella Elser, per sentire la sua testimonianza e i suoi ricordi e per farci rivivere quei momenti che sicuramente sono stati carichi di avvenimenti emozionanti.

La Signora Elser è una bellissima donna, molto simpatica ed energica. Quando risponde alle nostre domande, nel ricordare quei momenti, si emoziona.

Signora Donatella, ci spiega come e perché è nato il volontariato in Ospedale?

“A volere il volontariato è stato Marcello Sacchetti che all’epoca era il presidente dell’Ospedale. Una persona speciale che voleva rendere il soggiorno alle mamme e ai piccoli ricoverati meno traumatico possibile e per dare un aiuto ai medici e agli infermieri che essendo troppo impegnati non riuscivano a seguire a livello umano i bambini e le loro famiglie. Ecco la necessità del volontario che dona un po’ del suo tempo, fa giocare i piccoli e ascolta le mamme che sono in difficoltà, dando conforto e aiuto. Ancora prima di noi volontarie, c’era un gruppo di studenti,

Vita da volontaria “Ci sono alcuni aneddoti che ricordo con piacere: ve ne racconto uno. Un giorno incontrai una mamma straniera, era in lacrime e quasi non riusciva a parlare, poi tra i singhiozzi capii che era disperata perché i medici le avevano detto che la cura era finita e non c’era più nulla da fare. Cercai di consolarla e poi andai a parlare con i medici, i quali mi tranquillizzarono perché il bambino era guarito e le avevano detto che non c’erano altre cure da fare e poteva tornare a casa, ma la mamma non lo aveva capito e si stava disperando”.

Donatella Elser

capitanati da Roberto La Tagliata che giravano nei reparti facendo giocare i bambini”.

Come è riuscita a trovare le volontarie?

“All’inizio tra le amiche, poi è stato un passaparola, sono tante le donne che vogliono donare un po’ del loro tempo per una giusta causa.

All’inizio eravamo in 10 poi siamo aumentate fino ad arrivare oggi a 130. È stato scritto uno statuto che è stato depositato in Vaticano e delle regole comportamentali che le volontarie dovevano seguire e che ancora oggi sono osservate.

Poi il tirocinio presso i vari reparti per valutare le proprie attitudini relazionali con i piccoli malati”.

Come sono stati accolti in reparto i primi volontari dai medici e dagli infermieri?

All’inizio non è stato facile, ci guardavano male, quando passavano i medici dovevamo metterci spalle al muro e sorridere, in tono ironico ci chiamavano: le Pink Lady. Poi ci hanno apprezzato, quando hanno capito come era importante il lavoro che svolgevamo e l’aiuto che davamo in reparto.

Anche il negozietto è stato fondato dalle volontarie?

“Assolutamente si è nato dopo qualche mese, è stato aperto per dare alle mamme la possibilità di comprare le cose di prima necessità, io mi ricordo che quando andavo in America, portavo la pasta dentifricia Crest e altri prodotti americani che qui in Italia non si trovavano”.

Una foto ricordo dal 1990

4 Associazione Angeli Rosa

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I compiti che i volontari svolgono sono vari.

Per richiesta dei medici sono presenti in quasi tutti i Reparti, secondo un orario definito che prevede una disponibilitĂ minima di due volte a settimana.

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Gestiscono inoltre il "Negozietto", punto vendita di giocattoli e articoli di prima necessitĂ .

Associazione volontari Ospedale Bambino Gesù: cosa c’è da sapere L'Associazione Volontari dell'Ospedale Bambino Gesù, gli Angeli Rosa, nasce nel 1979 per desiderio dell'allora Presidente Marcello Sacchetti che avvertì l'esigenza di affiancare al personale medico ed infermieristico persone formate e qualificate in grado di portare conforto, aiuto, compagnia ai bambini ricoverati e fornire sostegno ai genitori.

Le persone che svolgono volontariato in Ospedale sono in maggioranza donne: studentesse, casalinghe, impiegate, pensionate.

Non mancano uomini che svolgono quest'impegno con altrettanta amorevole dedizione. La finalità è l'umanizzazione del soggiorno in Ospedale dei pazienti e dei genitori.

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Si dedicano all'assistenza dei bambini in caso di analisi e terapie e nei momenti di attività ludica.

Assistono le famiglie aiutandole nelle pratiche burocratiche necessarie per il ricovero, mostrano loro come muoversi agevolmente nell'Ospedale, sono presenti accanto ai genitori dei bambini operati in attesa della fine dell'intervento.

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Giornata mondiale della prematurità, porte aperte alle famiglie al Bambino Gesù

Per la nostra rubrica sulle notizie dall’Ospedale, ci concentriamo su questo splendido evento, che ha visto protagonista l’associazione Cuore di Maglia Il 17 novembre scorso, i nati pretermine ricoverati nella Terapia Intensiva Neonatale (TIN) del Bambino Gesù hanno ricevuto la visita di nonni, nonne, fratellini e sorelline. È l’iniziativa che l’ospedale ha voluto realizzare in occasione della Giornata mondiale della prematurità, che ricorre proprio in quella data.

Per tutto il giorno, dunque, i piccoli in cura hanno potuto avere accanto non solo i genitori, come accade negli altri giorni dell’anno, ma anche altri familiari che di norma non possono andare a trovarli.

“Abbiamo deciso di organizzare questa iniziativa perché crediamo che la famiglia debba essere sempre di più parte integrante nel percorso di cura del neona-

to pretermine – spiega la dottoressa Anna Portanova, Coordinatrice Infermieristica del Dipartimento di Neonatologia Medica e Chirurgica (DNMC) del Bambino Gesù –. Abbiamo voluto anche dare la possibilità a tutti i familiari dei piccoli pazienti ricoverati nel nostro Dipartimento di vedere come l’assistenza ai nati prematuri viene portata avanti nel nostro Ospedale”.

Oltre a far visita ai piccoli pazienti, le famiglie, nel corso dell’iniziativa organizzata al Bambino Gesù, hanno anche potuto incontrare i genitori di bambini nati pretermine, che sono stati ricoverati in passato nella T.I.N. dell’ospedale e che attualmente vengono seguiti tramite follow up.

I DIRITTI DEL BAMBINO PREMATURO I partecipanti all’iniziativa hanno anche avuto modo di parlare della Carta dei Diritti del Bambino Prematuro, un documento che elenca i diritti dei piccoli che vengono alla luce troppo presto. La Carta è stata realizzata da neonatologi, ginecologi e associazioni di genitori ed ha l’obiettivo di migliorare la salute di mamma e neonato.

IN VISITA DA PAPA FRANCESCO Giovedì 15 dicembre Papa Francesco ha ricevuto in udienza la comunità dell’Ospedale Bambino Gesù. C’erano tutti, medici, ricercatori, infermieri, ausiliari, studenti, personale tecnico e amministrativo, religiosi, cooperative, insegnanti, associazioni, pazienti o ex pazienti con le loro famiglie e, naturalmente, volontari.

Sul prossimo numero di Insieme in OPBG il racconto della visita.

Curiosità dal mondo In un ospedale del Kansas (USA), volontari ed infermieri, mentre fervevano i preparativi per Halloween, hanno avuto l’idea di travestire i bimbi prematuri da supereroi: Batman, Superman, i Fantastici Quattro, strappando, con questo gesto tanto significativo, sorrisi e speranze a tutti quei genitori che stanno attraversando un momento cosÏ difficile della loro vita.