Una Pubblicazione Periodica Irregolare de la Fondazione per l’Arte Bartoli-Felter Direttore e Redattore capo Vittorio E. Pisu Progetto grafico, Bozza e Messa in pagina L’Expérience du Futur Corrispondenza Fondazione Bartoli Felter Via XXIX Novembre 1847,3 09123 Cagliari vittorio.e.pisu@email.it Stampato da TemaService Cagliari
FONDAZIONE PER L’ARTE
BARTOLI-FELTER CONTEMPORARY ART
EDITORIALE
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Foto Casa Falconeri
ualcosa di conturbante si muove all’interno delle opere di Gabriella Locci, qualcosa di sfuggente, qualcosa che vive in quella zona d’ombra che separa la coscienza dall’inconscio, la ragione dall’irrazionalità e, in ultimo, l’icona dall’informe. Fluttuano, in esse, segnali ambigui, difficilmente decodificabili, che sembrano contraddire la loro finalità comunicativa ultima: sono, ossimoricamente, segnali di disturbo. [...] compaiono nelle sue carte - spesso di dimensioni ragguardevoli e inusitate nell’ambito dell’incisione e della grafica - grumi di figurazione, che evocano, senza descriverli, frammenti di realtà impastati col magma ribollente dell’inconscio. [...] Tali nuclei figurali si concretizzano o meglio, si raggrumano, in ampie e materiche superfici nere, segnate e percorse da intrusioni di un rosso ora brillante ora cupo e tutte apparentemente stese con un vitalismo gestuale che rimanda ad altri padri nobili, stavolta punti di riferimento imprescindibili per molti artisti del Novecento quali Franz Kline, Hans Hartung e, non ultimo, Joan Miró e il suo biomorfismo segnico. Ancora una volta però, Gabriella Locci, superando citazioni e debiti, imprime alle sue opere una sorprendente carica di originalità, a partire da un dato meramente tecnico per approdare, infine, a una grande intensità emozionale [...] Sovrapponendo tecniche classiche ad altre più recenti - puntasecca e carborundum soprattutto -, con processi apparentemente alchemici ma consapevolmente governati, e forzandone al massimo le loro potenzialità espressive, l’artista raggiunge sorprendenti effetti pittorici, inusitati nell’ambito dell’incisione e funzionali a rendere atmosfere ora cupe e notturne, ora dinamiche, fluide e mai pacificate, originate dallo scontro tra una razionalità sottesa alle scelte di natura tecnico-stilistica e una focosa passionalità espressiva.» Ivo Serafino Fenu
GABRIELLA LOCCI N ata a Cagliari, ha compiuto gli studi artistici nella città. Nell’attività artistica approfondisce e sperimenta le tecniche di incisione e i processi di stampa, affiancando alla produzione incisoria, espressa su grande formato e caratterizzata da trame segniche ottenute con la somma di tecniche calcografiche tradizionali e sperimentali, l’elaborazione di macchine oggetto. Ha fatto parte del «Gruppo Interdisciplinare di Ricerca e Sperimentazione» del Dipartimento di Scienze Matematiche dell’Università di Cagliari e di gruppi sperimentali nel campo delle arti e dello spettacolo, curando nel territorio internazionale allestimenti e installazioni. Ha operato nella cerchia della rivista d’arte Thélema e alle mostre e iniziative a essa legate; successivamente entra a far parte di Plexus. Nel decennio degli anni ‘90 è docente e responsabile del laboratorio di Tecniche d’Incisione e Stampa dell’Istituto Europeo di Design di Cagliari. All’inizio degli anni Novanta crea nel suo atelier Casa Falconieri, struttura di sperimentazione e ricerca, unico modello di gestione aperta e sperimentale delle arti incisorie in Italia. Questo modello fortemente innovativo ha delineato nuove linee guida che ottengono riconoscimenti internazionali. Il suo campo di indagine si rivolge all’incisione in tutte le sue forme e tecniche, la stampa d’arte originale, compreso il rapporto con la stampa digitale e il video sperimentale. Nella sua ricerca concentra l’attenzione sulle possibilità di innovazione del linguaggio offerte dalle tecniche incisorie sperimentali e non, mescolate fra loro, indirizzandosi sempre più verso grandi formati, che stravolgono quel rapporto fra segni e spazio del foglio che il linguaggio dell’incisione ha consolidato nel tempo, e si pongono in relazione con lo spazio architettonico e con i significati simbolici che lo connotano; l’incisione diventa architettura, oggetto, installazione. Le dimensioni inusitate dell’immagine incisa, il tipo di carta o le mescolanze di tecniche diverse, spingono verso una continua invenzione, che permette di superare creativamente i limiti e crea nuove aperture alle problematiche dell’arte in generale e dell’im-
magine stampata in particolare. Il respiro sperimentale è sicuramente ampio e rigoroso, emozionante e razionale, infinitamente aperto a soluzioni e ibridazioni possibili. Tutto il processo creativo, tecnico e di ricerca, è un insieme in continua evoluzione, un discorso che non prevede un punto finale d’arrivo ma un grande spazio aperto ai dubbi e alle scoperte. L’errore, l’imprevisto, la difficoltà tecnica che apre alla ricerca e al superamento del limite, diventano l’elemento di disturbo stimolante che fa dell’incisione un’opera aperta. Su commissione di Enti pubblici ha realizzato progetti di intervento nello spazio urbano: Nel 1999, a Quartu S.Elena, per l’Assessorato alla Cultura, «Piazza d’Arte»; nel 2000, a Cagliari, per il Comune di Cagliari, Progetto di intervento artistico per la riqualificazione di uno spazio urbano (quartiere Favero di Sant’Elia); nel 2007, Atelier, Progetto di Sperimentazione di tecniche di incisione non tossica. Sperimentazione di materiali alternativi per l’incisione e per la stampa. Mostre Personali 2005 - Toledo (E), Centro Estudios J. de Mariana - Diputación de Toledo, «Los Lugares del Signo» 2003 - Gijon (E), Espacio Liquido, «Il corpo, labirinto e memoria» 2002 - Abele Watou (B), Podium De Queeste Heuvelland, «Ontmoetingen» 2002 - Abele Watou (B), De Queeste Kunstkamers 2002 - Huelva (E), Museo de Huelva, «La Crisalida magica» 2002 - Asunción (Py), Centro de Arte Visuale Museo del Barro, «La cerimonia degli addii» 2001 - Bacau (Ro), Ministero della Cultura - International Center of Culture and Arts George Apostu, «Incisioni» 1999 - Cagliari (I), Centro Man Ray, «Stanze: Prova d’amore» 1998 - Cagliari (I), Palazzo Soprintendenza ai Beni A.A.A.S, «Multivisione» 1997 - Cagliari (I), Laboratorio Raku, «L’origine della notte: maniere nere» (segue alla pagina 2)