La libertã di stampa di vincenzo pitaro

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MAGGIO 2014

Libertà di Stampa, un diritto inviolabile di Vincenzo Pitaro  Se a correre un serio rischio non fosse la democrazia del nostro Paese, beh, tutti noi giornalisti avremmo potuto senz’altro divertirci ad osservare - con quello stesso distacco, tipico del critico teatrale che assiste a una commedia di pessimo gusto - questo «brutto pasticciaccio» della politica italiana che sta caratterizzando, soprattutto negli ultimi tempi, la cosiddetta «seconda Repubblica». Invece, ahinoi!, in quest’Italia della «politica improvvisata» - che non si sa bene dove andrà a finire - non si può certo continuare a stare a guardare come un… Prezzolini alla finestra. Stanno accadendo le cose più strane: giri di valzer che contribuiscono a creare sistematicamente un clima di incertezza, liste bloccate che già hanno privato e continueranno a privare l’elettorato anche del diritto di scegliere a chi dare la preferenza, tentativi di assicurarsi impunità a tutti i livelli, in-

tenzioni di modificare la Carta Costituzionale, provvedimenti che vorrebbero mettere alle strette con norme inadeguate la giustizia, l’Informazione, e via dicendo. Non manca chi parla di «golpe strisciante», un termine che ovviamente non può non essere considerato inappropriato, piuttosto esagerato. Tuttavia, questi continui «condizionamenti» non fanno altro che indebolire la democrazia, rischiando di rendere davvero nullo il voto degli italiani. Al contrario di quanto qualcuno pensa, intanto, non è vero che la gente non capisca i motivi di questi strani accanimenti. Mi diceva l’altro giorno una signo-

ra, conosciuta durante un volo aereo, che «la politica, oggigiorno in Italia, ha tradito tutto e tutti, ha pienamente deluso». Poi, sentite un po’, ha finanche aggiunto (testualmente) che ciò che sta accadendo, in questo periodo, «offende i diritti naturali di ciascuno, altera la funzione dello Stato, turba la pace comune, indebolisce il sistema democratico». A sentir pronunciare queste parole, sinceramente, siamo rimasti (non solo io ma anche altre persone presenti alla conversazione) davvero attoniti, sbalorditi. Ma veramente le cose stanno andando così male nel nostro Paese? Veramente quel «mo-

saico» che costituisce la nostra democrazia sta perdendo una tessera, un tassello, giorno dopo giorno? Non c’è democrazia al mondo, si sa, che non passi attraverso la libertà di stampa. Eppure qualcuno (o più di qualcuno), al tempo d’oggi, perdipiù nell’era di Internet e dei Social Media, pretenderebbe di scippare all’opinione pubblica il diritto di essere informata. Diceva un famoso leader, alcuni lustri addietro, che «La democrazia in Italia è ormai adulta» e che «negli anni, politica e democrazia, sono cresciuti insieme». Non aveva tenuto conto, però, di un particolare molto importante: che può essere triste trovarsi adulti senza essere cresciuti e che può essere ancora più triste trovarsi cresciuti senza essere adulti. Nessun riferimento diretto, naturalmente, ai politici. Anche se ciò potrebbe valere sia per la democrazia che per loro. @Journalist_vp


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