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Elogio della Città? Il Presidente Flick a Villa Nazareth di Luca Tribuzio

Elogio della Città? Il Presidente Flick a Villa Nazareth

di Luca Tribuzio

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Il nuovo libro di Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Consulta, affronta la grande questione della città, offrendo delle linee guida e degli spunti di riflessione preziosi per il futuro da costruire.

Oggi possiamo rileggere sotto una nuova luce le parole che il Professor Giovanni Maria Flick – Presidente emerito della Corte Costituzionale – ha rivolto alla comunità studentesca di Villa Nazareth qualche giorno prima del lockdown: “Sentiamo tutti l’esigenza di rimodellare le nostre città secondo un nuovo modello di convivenza civile”. E sono state proprio queste le parole con cui ha esordito durante la presentazione della sua recente pubblicazione "Elogio della città? Dal luogo delle paure alla comunità della gioia". La visita è stata anche l'occasione per rinnovare la duratura amicizia tra il professor Flick e il nostro collegio, iniziata già sotto la presidenza del compianto cardinale Achille Silvestrini. Se dovessimo indicare tre definizioni di città dal libro del Presidente, certamente diremmo: la città “come formazione sociale”, “come bene comune”, “come spazio di dignità”. “La città - ha affermato il Professore - è, per il cittadino, tra le prime formazioni sociali”. Evidente è l’aggancio all’articolo 2 della Costituzione italiana che definisce la formazione sociale come spazio “ove si svolge la personalità dell’uomo”. La città, poi, è bene comune: essa non “appartiene” ai soli cittadini, ma a quanti hanno un legame (specialmente culturale) con essa o, persino, a quanti vi transitano. Durante l’incontro sono state ricordate due straordinarie figure nel panorama culturale e giuridico del nostro Paese: Massimo Severo Giannini e Stefano Rodotà. Il primo concentrò i suoi studi sul tema della proprietà divisa, il secondo fu tra i primi, a livello internazionale, a valorizzare la categoria dei beni comuni. La tutela di questi beni oggi non riguarda solo l’ambiente ma si lega anche alla sostenibilità urbana:

Giovanni Maria Flick e Luca Tribuzio

come trasformare le nostre città in modelli sostenibili per garantire agli abitanti standard elevati di benessere? È possibile ricostruire un giusto equilibrio tra sviluppo urbanistico e rigenerazione green? Ripensare il modello di città, quindi, oggi è una necessità. Infine, la terza definizione: “la città come luogo della dignità”. È proprio nella dimensione urbana che si cala il grande tema della tutela dei diritti su cui la stessa Carta costituzionale si fonda. Riconvertire le nostre città in autentici spazi di dignità è la sfida a cui oggi siamo chiamati: i modelli amministrativi e di gestione urbana devono essere ridefiniti verso una maggiore partecipazione del cittadino; la città può diventare un nuovo laboratorio dove sperimentare politiche di contrasto alle crescenti diseguaglianze sociali ed economiche; l’uomo, insomma, deve ritornare al centro dell’urbe. Come ha sottolineato il professor Flick, "lo studio della città è cosa complessa che chiama in gioco competenze e professionalità diverse: dai giuristi agli architetti, professionisti che potremmo definire 'medici' delle nostre realtà urbane". L’errore che talvolta si commette è quello di guardare alla

città senza un approccio olistico, ma da un punto di vista troppo frammentato e settoriale. È opportuno invece analizzare la città secondo una visione multidisciplinare: per questa ragione la città può rappresentare un terreno fertile di confronto per la nostra comunità, fatta di uomini e di donne che provengono da percorsi formativi talvolta molto diversi. Elogio della città? del professor Flick si conclude tra inquietudini e speranze: “Lascio a chi legge valutare se questo dubbio – espresso dall’interrogativo – è in qualche modo giustificato ed è superabile”. Inquietudini e speranze che lo scorso 2 marzo, durante la presentazione del libro a Villa Nazareth, sembravano preannunciare proprio il lockdown. Le immagini delle piazze e delle città vuote ci hanno portato a riflettere sul senso e sul valore della dimensione urbana come spazio di incontro e socialità. Ci attende un futuro nuovo, segnato da profonde trasformazioni sociali ed economiche. Starà a noi riempire di significato quel punto interrogativo, ridefinendo un nuovo stile di convivenza che riporti al centro la solidarietà tra uomini per una rinascita civica e civile delle nostre città. •

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