Prime Pagine Giornali

Page 21

pagina 8

Domenica 27 maggio 2012

SPINTE A SINISTRA

L’ULTIMATUM DI VASTO Vendola e Di Pietro a In Onda: “Bersani decida Altrimenti andiamo avanti da soli” di Giampiero

Calapà

a “foto di Vasto” si farà comunque, con o senza Pier Luigi Bersani. La notizia arriva quasi a sorpresa, nel corso di una puntata di In Onda, su La7, e potrebbe cambiare gli equilibri politici e le modalitá del dibattito a sinistra. Chissà se la sortita era preventivata, o é stata davvero una domanda insistente del direttore del Tempo Mario Sechi a innescarla, in modo quasi casuale. Sta di fatto che mentre Sechi ipotizzava la subordinazione dei due leader ai desiderata del Pd, Tonino Di Pietro é esploso indicando Vendola: “Questo é un ultimatum – ha detto il numero uno dell’Italia dei valori – o Bersani costruisce con noi la coalizione, oppure lo faremo noi due. Senza di lui”. A quel punto il leader di Sel ha preso la palla al balzo e ha rilanciato in diretta: “Convochiamo gli stati generali del centrosinistra del futuro – ha detto Vendola – come luogo dove costruire le ricette per salvare il Paese. Bersani dice no? Io e Di Pietro apriamo il cantiere, cominciamo lo stes-

una accelerazione così forte bisogna tornare a leggere l’agenda politica di questi giorni. Il secondo tentativo del Pd (dopo la bozza Di Pietro) di fare un accordo separato con il Pdl sulla legge elettorale, e per giunta su di un meccanismo a doppio turno é stato letto da Vendola e Di Pietro come una provocazione. E, infatti, il leader dell’Idv ha aggiunto: “Che

L

Ieri, oggi. E domani? Vendola e Di Pietro a “In Onda” con il cartonato di Bersani. A destra, il 16 ottobre 2011 a Vasto con Bersani (FOTO ANSA)

so anche da soli”. Cosa si intende per da soli? “Andare oltre la foto di Vasto coinvolgendo la società fuori dalla politica. Chiediamo a Bersani un programma chiaro. DICIAMO no al balletto dell’alleanzismo”. E Grillo potrebbe entrare in questo cartello: “Oh Gesù! – ha esclamato Di Pietro – Io posso allearmi solo con chi é disposto ad al-

learsi com me. L’alleanza con Grillo è Grillo che non la vuole”. Vendola ha spiegato perché gli sembra che la coalizione sia un’emergenza e una necessità: “Occorre una risposta alla domanda di cambiamento. Serve un luogo, un cantiere, che si occupi non solo delle alleanze ma del cambiamento stesso”. Così, per capire il perché di

Monti a Bergamo, contestato da Lega e antagonisti leghisti in cielo, gli “antagonisti” per Iaccolto terra. É la doppia contestazione che ha ieri il presidente del Consiglio Mario Monti a Bergamo, in occasione del giuramento degli allievi ufficiali della Guardia di finanza. Il premier aveva da poco cominciato a parlare quando un piper ha preso a volare, per una buona mezz’ora almeno, sulle teste dei presenti: “Basta Monti, basta tasse”, firmato Lega nord, lo slogan basico tracciato sullo striscione trainato dal piccolo velivolo. Monti non ha fatto finta di nulla, anzi: “C’è chi crede di risolvere i problemi con superficiali istanze separatiste – ha detto – La lotta all’evasione fiscale non si fa con parole vacue o gesti di protesta. Noi cittadini dell’Italia settentrionale e lombardi siamo spesso penalizzati nella competitività internazionale delle nostre imprese per le sacche di grande evasione che si annidano ovunque nel Paese e forse più in altre parti

del Paese che in questa. L’evasione fiscale – ha proseguito – non èsolo una violazione del rapporto con lo Stato ma è un fattore di ostacolo alla realizzazione di una dinamica di concorrenza leale tra le imprese, di aumento della pressione fiscale e di ingiustizia nei rapporti tra i cittadini”. PER LE STRADE di Bergamo, invece, si sono dati appuntamento circa 500 manifestanti a movimenti antagonisti e sindacati di base. Tra striscioni contro l’austerity montiana e bandiere NoTav, il corteo è arrivato fino a poche decine di metri dal palco, fischiando a più riprese l’intervento di Monti (applaudito invece dalla platea delle fiamme gialle). Nessuna saldatura, come prevedibile, tra i due cortei: “Dopo vent’anni – ha gridato al microfono un manifestante – la Lega finge di fare opposizione, ma non scende in piazza e sta su un aereo”.

cosa bisogna fare con il Porcellum? Bisogna inserire di nuovo le preferenze per far scegliere i cittadini. Il resto é inciucio!”. Il programma? “Io ho due proposte molto sem-

plici – ha spiegato Vendola – il reddito minimo garantito, e una legge per impegnare subito delle nuove forze nella tutela del territorio”. Ma così non si manderebbero i conti dello Stato a rotoli facendo arrabbiare Bruxelles? Vendola, alla domanda ha sorriso: “Ero ieri a Bruxelles, a trattare, e posso assicurare che a loro stanno a cuore anche i miliardi che dilapidiamo con le emergenze”. CHIOSA finale dello stesso Di Pietro, interrogato su un punto decisivo. L’alleanza non sarebbe troppo radicale, rischiando di non parlare con i moderati? “Questo é davvero un modo vecchio di discutere: Gesù Cristo, secondo voi, era un radicale o un moderato?”. Ai politologi l’ardua sentenza. Per sapere se la fotografia di Vasto diventerà realtà o no probabilmente basterà aspettare la direzione del Partito democratico martedì. Non sarà così se le parole di

di Lidia Ravera

Il trono di Re Giorgio è l’ultima ambizione di B. C’È UNA FOTOGRAFIA rivelatrice sul Corsera di ieri: Alfano e Berlusconi insieme, in piedi davanti ad un tavolo rosso, entrambi di profilo: uno alto e l’altro basso, uno stoicamente sorridente e l’altro finalmente cupo, uno giovane e pelato, l’altro vecchio e imparruccato. Fra loro, una poltrona vuota: uno la propone con la mano sullo schienale, l’altro la fissa, con una mano sul cuore. Neanche Cartier-Bresson avrebbe potuto cogliere con più artistico puntiglio, le trame segrete del naufragando Pdl. Il giovane sa che il vecchio l’ha insediato dove sta, e gli è grato. Il vecchio incassa la cambiale, ma per ora non ride, non si illude, non si siede. Può, davvero, il satiro di Arcore succedere all’irreprensibile re Giorgio? Può il massimo responsabile della crisi economica, politica, culturale, morale e filosofica del Paese, diventarne il Presidente? Eppure il vecchio B. ci prova: “Non ho ambizioni”, dichiara cauto, mellifluo, tutto unto di spirito di servizio, “ma se me lo chiede il Partito”. Il Partito, per quanto in via d’estinzione, gliel’ha già chiesto (come rivela il lapsus di Angelino). Gli italiani, come di consueto, non saranno consultati.

Rosy Bindi, presidente del partito, corrispondono a verità: “Ci sarà un appello anche alle forze moderate di centro, la ricostruzione del Paese deve avvenire coinvolgendo tutti i riformisti”. Riferimento all’Udc di Pierferdinando Casini e alla “nuova” cosa futura di Luca Montezemolo? Ma il biglietto d’invito per la festa dell’Idv di Vasto 2012, in programma dal

Ma Rosy Bindi avverte: “Martedì apriremo a tutti i moderati, anche di centro” 21 al 23 settembre, è già arrivato nella buca delle lettere di Bersani. Giorno dell’apoteosi per rilanciare l’alleanza un anno dopo, per cominciare la corsa verso le elezioni del dopo Monti? Di Pietro rivela: “Sì a Bersani ho già detto di venire, ma il Pd spesso si comporta come la vecchia Democrazia cristiana, dice sì ma anche no”. Alleanza di sinistra o meno, la sortita nel programma di Luca Telese e Nicola Porro agita vecchi fantasmi con tesi opposte. Se Bobo Craxi spera “in un blocco progressista nel segno del socialismo Ue”, il filosofo Massimo Cacciari attacca: “Bersani finirà come Occhetto e la sua gioiosa macchina da guerra, il segretario del Pd non vede al di là del proprio naso”. I “popolari” Enrico Letta, Paolo Gentiloni e Beppe Fioroni la pensano come Cacciari e in queste ore sono impegnati in frenetiche operazioni per uscire dalla direzione di martedì con il loro sogno realizzato: la foto di Vasto in frantumi, la cornice spezzata e i cocci di vetro per terra, calpestati come la sinistra italiana in questi anni.

novità


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.