Carolina suicida a Novara dopo la violenzadei compagni. Simone sbeffeggiato a scuola perché gay cerca la morte a Roma. Ragazzi lasciati troppo soli
Venerdì 31 maggio 2013 – Anno 5 – n° 148
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MENO SOLDI AI PARTITI CASSA INTEGRAZIONE AL PD Oggi il disegno di legge del governo che dovrebbe togliere i rimborsi elettorali. Ma non tutti sono d’accordo con Letta che vuole lasciare solo i contributi privati. Il tesoriere Palombi » pag. 2 dei Democratici mette in allarme i 198 dipendenti: non ci sono più i fondi Guerra nella destra
Guerra nel Carroccio
Pressioni e appalti Rai Alemanno denunciato dal camerata
Bossi: “Maroni ha distrutto la Lega, adesso torno io”
Guido Paglia, ex Avanguardia Nazionale e storico dirigente di viale Mazzini, accusa il sindaco: “Mi chiese di raccomandare Eleonora Daniele”. Lei: “Falso, querelo”
Il Senatùr critica duramente la gestione dell’ex fedelissimo Bobo e, dopo aver rinunciato all’idea di farsi un partito tutto suo, annuncia di essere pronto a candidarsi al Congresso per recuperare i voti smarriti
di Marco Lillo
na brutta lite tra ex camerati riemerge nei verbali della Procura U di Roma proprio alla vigilia del bal-
lottaggio per il Campidoglio e rischia » pag. 4 di colpire Alemanno.
Vecchi » pag. 6
» DOPO IL VOTO » Il professore: “Beppe sbaglia a incolpare gli elettori per il risultato negativo”
Grillo insulta Rodotà, M5S si divide Lo aveva definito “una persona straordinaria”. Ora è “un ottuagenario miracolato dalla Rete”. Divieto di parola per 30 deputati che non condividono IL RE DI SALERNO
di Paola Zanca
Il “RosiKo” e la guerra interna a De Luca
renta mani si alzano in alto. In assemblea vogliono diT scutere delle parole di Grillo su
d’Esposito » pag. 7
IL PATRON FRANCO BASSI
“Tutti al Fuori Orario al concertone del Fatto Quotidiano per Don Gallo”
Rodotà. Ma non bastano. Altre cinquanta mani dicono no. Dal tavolo in fondo all’aula dei gruppi pronunciano la sentenza, quasi beffardi: “Ne parliamo la prossima volta”. » pag. 3
LA VIOLENZA DEL 1973
Franca Rame e quello stupro fascista suggerito in caserma “Dissero: era ora”
uori Orario e il Fatto Quotidiano, era tarda a Milano. Via Marcora 4. F per la Comunità San BenedetS Secondo piano del palazzo che to del compianto don Andrea Galospita i carabinieri della divisione Palo. Il gran finale della tre giorni della festa del Fatto al circolo Arci di Taneto di Gattatico sarà il concertone di domenica 9 giugno. » pag 14
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strengo. Il generale Giovanni Battista Palumbo, ex repubblichino e futuro iscritto alla P2, ha appena ricevuto la notizia di una donna violentata in via Nirone. Milosa » pag. 11
» IL PENTITO
“Spacciava ma per scherzo”. E Balotelli sbotta: “Basta balle” Iurillo » pag. 15
LA CATTIVERIA Il Tg2 chiede scusa per il servizio su Franca Rame: “Pensavamo che non ci guardasse nessuno” » www.spinoza.it
Scribi e farisei di Marco Travaglio
e eruzioni vulcaniche sono precedute da L fenomeni precursori tipo fumarole, ceneri, gas, vapori, lapilli, scintille, frane, scosse sismi-
che, surriscaldamento del terreno, ebollizione delle acque. È quel che sta accadendo nei pressi del Quirinale dove, dal giorno della sua convocazione come teste al processo sulla trattativa, si attende da un momento all’altro l’eruzione di Giorgio Napolitano. Il primo indicatore rilevato dai vulcanologi è stato lo sciame sismico dei giureconsulti di corte in ebollizione sulla stampa di regime con argomenti squisitamente tecnici: ma come, convocare il Presidente a testimoniare, ma non s’è mai visto, ma dove andremo a finire, signora mia. Ieri sulla Stampa un secondo fenomeno precursore che lascia presagire l’imminente evento eruttivo: un’intervista del vicepresidente del Csm Michele Vietti. Il quale, nell’ordine: è “preoccupato” per un imprecisato “clima da curva sud”, “non fa mistero del suo disappunto”, “non posso negare che mi lascerebbe perplesso”, “fatico a immaginare”, “non mi sembra un’atmosfera adatta”. Ora, non si capisce bene con quali poteri il vicepresidente del Csm si impicci in un processo in corso per bacchettare i pm che citano un testimone e ammonire la Corte d’Assise che lo ascolteranno, né a che titolo esprima preoccupazione, non faccia mistero del disappunto, non possa negare di essere perplesso, fatichi a immaginare e s’improvvisi barometro per valutare climi e atmosfere. Anzi si sa che il Csm nomina, promuove, trasferisce le toghe, le punisce se violano il codice disciplinare e dà pareri sulle riforme della giustizia, e su tutto il resto deve tenere la bocca chiusa. Invece il Vietti, che non muove passo senza consultare il Colle, emette fumarole, lapilli, scintille, vapori, ceneri e gas. Insomma pre-erutta per conto terzi. Sostiene che “far deporre Napolitano in un processo che vede come imputati i più feroci macellai della storia della mafia è una mancanza di rispetto per il ruolo che riveste e per la sua storia”. Dunque se i pm ritengono che Napolitano sappia qualcosa di utile sulla trattativa, non devono domandarglielo per “rispetto” (concetto ignoto a Costituzione e codici). E perché “nessuno ha mai ipotizzato responsabilità nella vicenda della trattativa” del defunto consigliere del Colle, Loris D’Ambrosio. Già. Purtroppo l’ha ipotizzato lo stesso D’Ambrosio in una lettera a Napolitano incautamente resa pubblica da Napolitano (dopo la morte di D’Ambrosio, s’intende), confidando il timore di essere stato usato come “ingenuo scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi”. E rivelando di averne parlato a Napolitano e ad altri. Non potendo chiedere lumi a D’Ambrosio né sapere chi siano gli “altri”, parrebbe naturale chiedere a Napolitano. Ma il Vietti sarebbe “perplesso se questa fosse la finalità della testimonianza: faccio fatica a immaginare che sia utile all’accertamento della verità”. Già che c’è, mette le mani avanti e diffida i giudici dal processare “scelte riconducibili alla pura sfera politica correttamente intesa”: così lui chiama i traditori dello Stato che trattarono con Cosa Nostra rendendosi complici dei boss che volevano ricattare le istituzioni a suon di bombe per smantellare le leggi antimafia e garantire lunga latitanza a Provenzano & C. Il finale è da manuale: “I giudici non si faranno suggestionare, ma è bene lasciarli lavorare tranquillamente senza tifoserie”. E le tifoserie non sono i Vietti e gli altri corazzieri, ma i ragazzi delle Agende Rosse (“clima da curva sud”) che osano contestare gli imputati anziché accoglierli con standing ovation e petali di rosa. Se poi la Corte, incurante delle fumarole di Vietti & C., non vorrà proprio rinunciare a far luce sugli “indicibili accordi” che D’Ambrosio dice di aver confidato a Napolitano e altri, potrà comodamente ricorrere a uno strumento investigativo ben più efficace e meno divisivo dell’audizione di Napolitano: la seduta spiritica.