Piccoli Reporters - dicembre 2015

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PICCOLACITTA’ - informazione sugli eventi culturali e sociali della nostra città

sole splendente si nascose dietro le nuvole e nella valle scese l’ombra. L’Autunno posò il suo lungo mantello nero su un ramo di un albero sempreverde, così si mostrò in tutta la sua maestosità: aveva una grande e folta barba e, come giacca, molte foglie secche. Tutti sembravano tristi: niente più giornate soleggiate e ricominciavano la scuola o il lavoro. Questa stagione, però, era anche incantevole: prati interamente coperti di foglie … avresti desiderato stenderti e guardare il cielo! Poi l’Autunno si sedette su un trono di rami, che si allungavano, come per cercare di toccare il cielo. Il principe delle foglie pronunciò qualcosa di incomprensibile e tanti omini, simili a folletti, lo presero per portarlo nel paese. Anche lì avrebbe dovuto far cadere le foglie dagli alberi. Lo fece: appena lui si presentò, i rami si liberarono delle foglie, come delle camicie che non hanno bisogno dei bottoni. Come un pastore, poi, l’Autunno condusse gli scoiattoli, i ghiri, i serpenti e altri animali in letargo e ognuno di loro ricevette delle scorte di cibo. L’Autunno ordinò alle rondini di partire per i Paesi caldi. Successivamente ci fu un magnifico spettacolo:

vennero tolti i frutti estivi, come le albicocche, le pesche, le fragole, le ciliegie; vennero invece piantati semi di arance, mandarini, mele, pere ecc. … Uno spettacolo di colori e profumi e io sono stata fortunata ad assistervi. Pensai di ritornare a casa, ma l’Autunno non aveva finito di trasformare la valle estiva in una valle autunnale. Una folata di vento uscì dalla sua bocca e così questo vento fresco si sparse nei prati. Accarezzò dolcemente i rami spogli di un albero per poi ritornare dal suo padrone: l’Autunno. Da allora tornai sempre a vedere come il principe delle foglie spargeva l’autunno intorno a noi. Purtroppo un giorno, il 21 dicembre, riprese il suo mantello nero, raccolse le secche foglie e, prima di andarsene, lasciò il posto a suo fratello, l’Inverno. Così continuò il ciclo delle stagioni. Io mi accorsi che, anche se l’autunno mi sembrava la stagione più brutta e malinconica, ora era una delle mie preferite!

coccolata, se son triste. Mi piaci…autunno, accarezzi il mio viso, mi ridai il sorriso. Fra poco te ne andrai, ma io ti aspetterò!

Mi piaci…autunno, mi fai sentir protetta,

8 DICEMBRE

Giusy D’Andrea

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Ilaria Paolino MI PIACI…AUTUNNO Mi piaci…autunno dolce, affettuoso; quando ti guardo, provo emozione.

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TG dei Ragazzi I Ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Potenza “G. Leopardi”, sono anche i protagonisti del TG dei Ragazzi. Ringraziamo le coordinatrici del Progetto e la Preside Anna Maria Basso.

IL GIUBILEO La parola "Giubileo" significa gioia e deriva dall’ebraico:"Jobel", che era un corno d'ariete suonato dal rabbi (maestro) per annunciare l’inizio del sabato e l’inizio del Giubileo: un anno di purificazione dai peccati. La differenza tra Giubileo ordinario e straordinario è questa: il Giubileo ordinario si celebra ogni venticinque anni, mentre, nei venticinque anni, se ne può proclamare uno straordinario. Quello che si celebra quest’anno è il “Giubileo della Misericordia”. Per partecipare al Giubileo, bisogna fare un pellegrinaggio e visitare i

luoghi della fede: Roma, Betlemme, Gerusalemme. I ragazzi, che sono un po’ più piccoli, come gli adulti, possono fare anche opere di carità. Secondo la tradizione, i luoghi sacri da visitare sono: la Basilica di San Pietro, la Basilica di San Giovanni in Laterano, la Basilica di San Paolo e la Basilica di Santa Maria Maggiore. Il Giubileo inizia così: il Papa dà tre colpi ad una porta murata e dice tre volte la frase: “Aperite mihi portas justitiae!"(Apritemi la porta della giustizia!) L’otto dicembre Papa Francesco ha dato inizio al Giubileo dinanzi a migliaia di persone arrivate a Roma da tutto il mondo. Donato Basile

Lo scorso 8 dicembre, giorno di inizio del Giubileo, ma anche della festa per i cinquant’anni della parrocchia di San Giuseppe, nel quartiere di rione Lucania a Potenza, e di sacerdozio del parroco don Peppino, le maestre ci hanno fatto ballare al ritmo di una canzone "Occhi Nuovi". Alle ore 11:00 eravamo tutti vestiti con maglia bianca, jeans e cappellino colorato: noi alunni della quinta A e B, del plesso “N.Stigliani”, avevamo il cappello blu. Nell’attesa del nostro vescovo, mons. Agostino Superbo, abbiamo fatto le prove.


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