INFO RIONERO - Luglio 2010

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Rionero in Vulture a Geo&Geo di Armando Lostaglio Rionero è stata fra le protagoniste della speciale rubrica di Rai3 Geo&Geo in onda nel pomeriggio di venerdì 16 luglio: una quindicina di minuti tecnicamente perfetti (nei tempi e nel montaggio) per raccontare una cittadina, la sua tradizione e quindi il bacino lacustre di Monticchio, con la sua impareggiabile storia e la lussureggiante natura. “Alla scoperta di Rionero in Vulture in Basilicata” il titolo, e questo, in sintesi l’aspetto trattato dal programma: “L’itinerario ci conduce a scoprire Rionero dominata dalla mole dell’antico vulcano del Vulture, la sua antica tradizione vinicola che risale al tempo dei greci e ancora oggi si mantiene a livelli di eccellenza. L’itinerario prosegue all’interno del cono del vulcano dove si trova la riserva naturale gestita dal Corpo Forestale dello Stato. Qui scopriamo due laghi dai colori diversi. I resti dell’abbazia di Sant’Ippolito sembrano fronteggiare l’abbazia di Monticchio ricordando la rivalità e le lotte religiose tra la chiesa greco ortodossa e la chiesa romana che si svolsero in questi territori nell’XI° secolo”. Una sintesi arricchita da efficacissime immagini, lontane da quelle del dopoferragosto o di Pasquetta, resoconto di un turismo approssimativo che caratterizza da troppi decenni la non adeguata valorizzazione di un territorio. Il programma ha invece messo in luce la riscoperta di un luogo storico (ha visitato Palazzo Fortunato, le sue stanze, l’immensa biblioteca e i giardini), addentrandosi quindi nelle peculiarità vinicole, e trattando di Monticchio, con il suo immenso valore florofaunistico. Rispolverando, dunque, libri di storia apprendiamo quanto viaggiatori e storici scrissero di questa cittadina, già nel XIX secolo. Viaggiatori come Edward Lear o Cesare Malpica. Ecco cosa scrive nel 1847 Malpica, quando Rionero in Vulture contava 10193 abitanti, Atella da cui dipendeva 1200;

Melfi ne contava 9000 e Potenza 8500; Matera poco meno di 8000 anime. “ Rionero è colto, ricco, fiorente ed industrioso. Ha bei fabbricati, buone strade e una graziosa strada. La sua chiesa, quando sarà restaurata, potrà dirsi bella, ora è solamente grandiosa. Vi si lavora egregiamente il ferro, è abbondante di prodotti, ci ha a dovizia i comodi della vita … Né so perché abbiano nomata la città. Non v’ha nulla di nero in essa; anzi ha un’aria di decenza che potrebbe non scernere sol chi viaggia in cerca di un ottimismo che di rado si incontra. Bellissima è la sua posizione; l’albanese Barile e l’antichissima Atella le stanno ai fianchi, quasi fossero due suoi sobborghi. A ritta si alza il Vulture e con le sue cime boscose le mostra intera la sua forma.” Un’apprezzabile descrizione che viene da lontano nel tempo, e che un buon programma televisivo ha saputo oggi evidenziare con efficacia. Spiacerebbe, tuttavia, se la sua visione non fosse stata fruita da chi decide ai diversi livelli della emancipazione e delle sorti turistiche del territorio, APT compresa.

Nuovo canale diretta-web su www.siderurgikatv.tk dedicato agli eventi culturali e sociali di Rionero in Vulture. Dopo “rionerotv” il nuovo canale è “rionerotv2” che si aggiunge a quelli già in rete: SanFeleWebtv, RuvodelMonteTv, VenusiaTv, VultureLive, SiderurgikaLive, SiderurgikaLive2. (La piattaforma per la diffusione in rete di questi canali televisivi è www.worldtv.com)

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informazione sugli eventi culturali e sociali della nostra città

Comune di Rionero in Vulture www.comunedirioneroinvulture.pz.it – Numero Verde 800-604444 www.youtube.com/rioneroinvulturetv www.worldtv.com/rioneroinvulture www.siderurgikatv.tk

evasion.giornale@libero.it Tel: 349.6711604

(Fotocopiato in Proprio) Associazione Vibrazioni Lucane, Via Ortilizi, Rionero Supplemento a : Piccola Città, Autorizzazione Tribunale di Melfi n.2/91, Direttore Responsabile Armando Lostaglio

Economia e politica nell’Italia liberale: Gustino Fortunato e il problema del take-off (Prof. Marco Paolino) Per affrontare al meglio la questione di Fortunato e del take-off, dobbiamo partire dal teorico del take-off, vale a dire dall’economista di Harvard Alexander Gerschenkron. Secondo Gerschenkron, le condizioni più certe per il take-off (decollo economico) comportavano una limitazione dei consumi a vantaggio di un incremento degli investimenti nei paesi arretrati (facendo ricorso prevalentemente ai risparmi forzosi creati dalla limitazione dei consumi attraverso il prelievo fiscale), condizioni che avrebbero dovuto contare sull’appoggio delle banche e degli altri mezzi di mobilizzazione degli investimenti (lo Stato e le politiche pubbliche). Questo perché il fattore trainante dello sviluppo sono le banche (nei paesi in ritardo medio) o lo Stato (nei paesi in ritardo forte, come nel caso dell’Italia dell’Ottocento). Prendiamo in esame il modello teorico di sviluppo economico dell’Italia dall’unificazione nazionale alla Prima Guerra Mondiale. Chi sono i protagonisti dello sviluppo economico: gli individui (i privati) o lo stato. La discussione si apre riguardo a chi assegnare la qualifica di protagonista, se agli individui (Francesco Ferrara e l’economia

liberista) o allo Stato (il socialismo della cattedra). La cultura politica tedesca in prevalenza assegnava allo Stato il compito di promuovere la politica sociale (basti pensare all’esperienza del Kathedersozialismus). Si assiste ad un dibattito fra i sostenitori del modello anglosassone e i sostenitori del modello tedesco. In un saggio comparso nel 2002 sulla «Contemporary European History» Paul Corner ha analizzato l’esperienza giolittiana. Corner parla di Sonderweg (vale a dire di specificità, di originalità italiana) perché l’età giolittiana è dominata dalla preoccupazione della classe dirigente di sviluppare una politica sociale che sposasse le istanze provenienti dal movimento socialista. Credo che l’analisi di Corner delle varie anime del liberalismo italiano sia giusta: per esempio Emanuele Gianturco e Luigi Luzzatti erano sostenitori della politica sociale, contrari sia al laissez faire degli economisti liberali ottocenteschi (a cui invece era molto sensibile Antonio De Viti De Marco, fortemente legato alla tradizione anglosassone) sia all’individualismo liberale, che costituiva la struttura teoretica del pensiero di Antonio Salandra, il quale si opponeva allo Stato «paterno» che poi finiva per instaurare una forma di «feudalesimo burocratico». L’individualismo liberale costituiva anche la struttura teoretica del pensiero di Giustino Fortunato, sostenitore di un ruolo attivo dell’individuo nella promozione dello sviluppo economico (anche se in questo caso lo Stato

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