ControSenso

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31 Marzo 2012

Riforma ordinamento forense, le proposte Aiga Parte

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a prova del continuo declino della categoria forense si ricava dalle recenti statistiche diramate dalla Cassa di Previdenza, che dimostrano un continuo calo del reddito pro-capite, in persistente discesa dal 2007, con una perdita di ricchezza dell’avvocato medio italiano del 12% (comprensivo dell’inflazione) nel triennio 2008-2010. Forse è arrivato allora il tempo di abbandonare i facili spot e di ragionare veramente sulle liberalizzazioni nel nostro Paese. Appare quindi opportuno procedere alla liberalizzazione: a) delle compravendite immobiliari; b) delle autentiche degli atti; c) delle redazioni e pubblicazioni di testamenti; d) delle costituzioni di società, associazioni, fondazioni; e) degli atti di trasferimento di partecipazioni societarie. L’Antitrust il 5 gennaio nella sua relazione al Parlamento ha chiesto il raddoppio della pianta organica dei notai, oggi di 5.779 unità. Il Decreto Legge n. 1/2012 ha, invece, aumentato la pianta organica di alcune centinaia di unità. Se si considera che nel 1914 i posti di notaio in Italia erano 4.310, si comprende immediatamente che la misura è inadeguata, tenuto conto che tra l’indizione di un concorso

notarile e la sua conclusione trascorrono circa 3/4 anni e stante l’effettiva presenza in servizio di circa 4.700 notai, con un reddito medio nel 2004 di circa €430.000,00. La casta notarile si divide, ogni anno, una torta di circa 1.300.000 atti di compravendita immobiliare (dati dell’Agenzia del Territorio). Ossia 284 compravendite per notaio, più di uno per ogni giorno lavorativo, trovando tempo per redigere anche testamenti, pubblicarli, autenticare atti, costituire società e quant’altro. SULLE SOCIETA’ DI CAPITALI L’art. 10 della Legge di stabilità ha stabilito che, a far data dal 1° gennaio 2012, le attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico possono essere esercitate anche in forma di società senza limiti né vincoli nell’adozione dei tipi sociali regolati nel codice civile. La medesima norma ha, inoltre, previsto l’ingresso di soci non professionisti che possono detenere quote sociali di maggioranza e/o dirigere l’Organo amministrativo delle società. Solo successivamente con il maxiemendamento al DL si è normato il ruolo del socio

ontrosenso

REPORT

di capitali limitandone la quota ad 1/3 del capitale ed escludendo i poteri di amministrazione. La Giovane Avvocatura, pur guardando con favore ad un ammodernamento della Società tra Professionisti già prevista dalla L. 96/2001 in linea con quanto richiesto dalla Commissione Europea, ritiene che le uniche forme societarie che debbano trovare ingresso nel nostro sistema siano le società cooperative e le S.r.l. a capitale esclusivamente professionale e con esclusione di soci di investitori, affinché di possa: - garantire l’autonomia e l’indipendenza del socio professionista avvocato nell’esercizio della propria attività; - garantire il rispetto per i soci professionisti dei rispettivi codici deontologici e dei principi fondamentali delle professioni; - scongiurare ogni possibile infiltrazione nelle società tra professionisti e non di capitali di provenienza illecita. Del resto anche in altri Paesi membri dell’Unione Europea (Francia, Germania, Regno Unito) non vi è previsione alcuna dell’ingresso del socio

di puro capitale nelle società tra professionisti e ciò proprio per la tutela dei principi sopra enunciati. Sempre a tutela dei medesimi principi in Spagna, invece, pur essendo disciplinate le società con soci di capitale non professionisti, è stato previsto per essi uno sbarramento pari ad ¼ della quota del capitale complessivo e, comunque, il divieto di conferire loro poteri di rappresentanza. In ogni caso, la limitazione alla partecipazione societaria al 33% (prevista dalla Legge di conversione del D.L. 1/2012) di per sé non garantisce l’indipendenza e l’autonomia del professionista e comporta la necessità di regolare, tra gli altri aspetti, i conflitti d’interesse, la cessione delle partecipazioni, l’obbligatorietà di clausole di gradimento e l’esclusione dei poteri di amministrazione del socio investitore. L’AIGA auspica che l’Avvocatura venga coinvolta direttamente nella redazione di regolamenti di attuazione ad oggi necessari per far sì che il modello societario sia adeguato alle peculiari esigenze della professione di avvocato. continua sul prossimo numero Avvocato Ivana Enrica Pipponzi – Presidente AIGA Potenza

Basilicata

Un convegno su “Il lavoro e le sue declinazioni”

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a Commissione Regionale Pari Opportunità di Basilicata ha patrocinato, unitamente al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Potenza, alla CCIAA di Potenza, a Confedilizia Basilicata e alla Confindustria, l’evento organizzato dall’AIGA Potenza, I Lavori: il lavoro e le sue declinazioni, tenutosi lo scorso 24 marzo.All’evento, moderato da Oreste Lopomo, Caporedattore testata giornalistica Regionale Rai-Basilicata, hanno preso parte l’Avv. Enzo Sarli - Presidente Ordine Avvocati Potenza, l’Avv. Giuditta Lamorte – Componente coordinamento nazionale legali Confedilizia e rappresentante della CRPO di Basilicata; l’Avv. Giovanni Salvia – Giuslavorista; la Dr.ssa Margherita Perretti – rappresentante Confindustria Basilicata, nonché Consigliere CCIAA Potenza; la Dr.ssa Lucia Fierri – Funzionario Ispettivo Direzione Provinciale del Lavoro di Basilicata; l’Avv. Morena Rapolla – Componente Comitato scientifico AIGA Potenza; l’Avv. Luca Lorenzo – Segretario Aiga Potenza; la Dr.ssa Mariarosaria Colangelo – Presidente Psi&co La Minerva; il Dr Giuseppe Calabrese – Presidente Potenzialmente Onlus; ha concluso i lavori l’Avv. Ivana Enrica Pipponzi, Presidente AIGA Potenza. Il Convegno ha toccato i vari aspetti del mondo del lavoro. Partendo dal divario retributivo tra uomini e donne, quale manifestazione delle discriminazioni di genere, ha toccato i temi economici del pink new pil, come esposto dalla Dr.ssa Margherita Perretti - e dell’incentivazione delle politiche di genere per favorire l’inclusione nel mondo del lavoro delle donne e l’incremento del tasso di natalità, auspicati nel “pacchetto conciliazione” del Ministero per le

pari opportunità, come evidenziato dall’Avv. Lamorte.La questione e le problematiche del lavoro giovanile, affrontate dall’Avv. Salvia, risultano essere condizionate dalla grave disoccupazione dei giovani frutto della crisi economica. Oggetto di discussione è stata anche la riforma dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori da parte dell’Avv. Lorenzo, nonché l’analisi, condotta dall’Avv. Rapolla, della legge sul Collegato Lavoro al fine di metterne in risalto le numerose criticità semantiche e connesse al ruolo centrale dei poteri del Giudice del Lavoro.La dottoressa Fierri ha presentato l’attività di controllo svolta dal personale ispettivo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali alla luce anche delle novità introdotte dalla L. 183/10. La parte finale del convegno ha visto la presenza del Dr Calabrese che ha palesato le difficoltà dell’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro e della Dr.ssa Colangelo, che svolge, con la propria associazione, una meritoria attività di reinserimento dei carcerati nel mondo del lavoro. Le conclusioni, affidate all’Avv. Pipponzi, che ha richiamato altresì le parole di introduzione e saluto dell’Avv. Sarli, hanno posto l’accento sulla problematica delle riforme che hanno toccato il mondo dell’avvocatura, riforme che determinano un vero e proprio cortocircuito a totale scapito dei cittadini. Avv. Giuditta Lamorte Componente Commissione Regionale Pari Opportunità Basilicata Responsabile dei rapporti con la stampa AIGA Potenza


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