DAILY#7 79. Mostra del Cinema di Venezia - 6Sept2022 Venews+Ciak

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VENICE FILM FESTIVAL

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9.00 MASTERCLASS CARTIER ART DIALOGUES “COMPORRE PER IL CINEMA” 12.15 MUSIC FOR BLACK PIGEONS (Fuori Concorso) 13.00 THE ETERNAL DAUGHTER (Venezia 79) 13.45 IL SIGNORE DELLE FORMICHE (Venezia 79) 14.30 DEAD FOR A DOLLAR e “PREMIO CARTIER GLORY TO THE FILMMAKER 2022” a WALTER HILL (Fuori Concorso) press conferences palazzo del casinò DAILY#7 6 Sept 2022

The outlook on Italian cinema grows wider thanks to Gianni Amelio’s Il signore delle formiche, inspired by a real criminal case mounted against a homosexual profes sor in 1960s Italy, accused of ‘brainwashing’ youth. Joanna Hogg worked on a recurrent theme at the Festival: motherdaughter relationships, in the shape of a disquieting ghost story: The Eternal Daughter. The Orizzonti section takes us back to the tragedy consuming eastern Europe with Victim by Michal Blaško, a ‘social thriller’ of sorts, while Argentin ian Juan Diego Botto’s En los márgenes, starring Penélope Cruz, is a story of three characters living a life at the margin over the course of one day. Tonight, all eyes will be on Walter Hill’s latest film, Dead for a Dollar, a western with Christoph Waltz, Willem Dafoe, Benjamin Bratt. The Venice Days and Film Critics’ Week programmes tell stories of difficult adoles cence: The Maiden by debutant Graham Foy and Dogborn by Isabella Carbonell. No Comfort Zone di Roberto Pugliese La passerella del cinema italiano in Concorso prosegue con Il signore delle formiche di Gianni Amelio, con Elio Germano e Luigi Lo Cascio nel ruolo di Aldo Braibanti, l’intellettuale antifascista che nel “glorioso” Sessantotto subì un processo e una condanna in cui l’accusa di plagio mascherava in realtà la sua vera ‘colpa’, l’omosessualità. La londinese Joanna Hogg (in giuria Concorso due anni fa) affronta invece con The Eternal Daughter uno dei temi ricorrenti di questa edizione, il rapporto madre-figlia, nelle forme di un’inquietante storia di fantasmi: nel cast la ma gnifica Tilda Swinton. Con Music for Black Pigeons, sorta di jam session musicale e cinematografica costruita attorno al compositore danese Jakob Broper, Jørgen Leth e Andreas Koefoed riuniscono jazzisti quali Bill Frisell, Lee Konitz, Midori Takada per una riflessione sul senso dell’arte e della vita. Se le Giornate degli Autori e la Settimana della Critica ci raccontano storie di adolescenze difficili, sofferenti e in cerca di riscatto rispettivamente con The Maiden, esordio del canadese Graham Foy, e Dogborn della svedese Isabella Carbonell, Siamo qui per provare di Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri (evento speciale GdA) esplora il confine spes so sottile tra messinscena e vita reale. Orizzonti ci riavvi cina allo scenario drammatico dell’Europa orientale con lo slovacco Obeť ( Victim) di Michal Blaško su un altro dram ma tra madre (immigrata ucraina) e figlio, e con il thriller “sociale” En los márgenes dell’argentino Juan Diego Botto, dove ritroviamo Penélope Cruz, storia a tre personaggi dal le vite in bilico nell’arco di una giornata. Serata d’onore in fine per Walter Hill, classe 1942, insignito del Premio Car tier Glory to the Filmmaker, di cui si vedrà il nuovo western moderno Dead for a Dollar. Cast stellare: Christoph Waltz, Willem Dafoe, Benjamin Bratt

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VENEZIA 79 tutti gli accrediti LOVE LIFE Koji Fukada (123’) v.o. giapponese, coreano, lingua dei segni st. italiano/inglese 11.00 Sala Giardino FUORI CONCORSO press - industryKÕNE TAEVAST (Call of God) Kim Ki-duk (81’) v.o. russo, kirghiso st. italiano/inglese 11.15 Sala Darsena FUORI CONCORSO press - industry DEAD FOR A DOLLAR Walter Hill (106’) v.o. inglese, spagnolo st. italiano/inglese 11.15 Sala Corinto FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti IN VIAGGIO Gianfranco Rosi (82’) v.o. italiano, spagnolo, inglese st. italiano/inglese 11.15 Sala Perla GIORNATE DEGLI AUTORI – EVENTO SPECIALE pubblico - tutti gli accrediti SIAMO QUI PER PROVARE (We’re Here To Try) Greta De Lazzaris, Jacopo Quadri (88’) v.o. italiano st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A 11.30 Sala Grande VENEZIA 79 press - industry IL SIGNORE DELLE FORMICHE (Lord of the Ants) Gianni Amelio (134’) v.o. italiano st. inglese/italiano 12.45 Sala Casinò

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti NOSTOS Mauro Zingarelli (20’) v.o. italiano st. inglese DOGBORN Isabella Carbonell (84’) v.o. svedese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

3#7 SEGUE A P. 8 8.00 PalaBiennale FUORI CONCORSO tutti gli accrediti DON’T WORRY DARLING Olivia Wilde (123’) v.o. inglese st. italiano/inglese 8.30 Sala Darsena

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry RESTI (Remains) Federico Fadiga (13’) v.o. italiano st. inglese ANHELL69 Theo Montoya (74’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese 10.30 PalaBiennale

ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti AMANDA Carolina Cavalli (94’) v.o. italiano st. inglese 9.00 Sala Casinò

What I like about acting is that I feel like I have no idea of what I’m doing Harry Styles past conferences intervista

Presidente e Direttore Generale Fondazione Sardegna Film Commission di Massimo Bran Presenza costante alla Mostra del Cinema, Fondazione Sardegna Film Commission non poteva che scegliere Venezia per iniziare i festeggiamenti per i suoi primi dieci anni di attività. Una fitta programmazione di incontri, panel e pre sentazioni, mixata a dieci appuntamenti/ apertivi a Isola Edipo e a un attesissimo party di compleanno in piena regola il 7 settembre a Villa Zavagli, in occasione della prima del film di Salvatore Mereu BENTU, sta restituendo dinamicamente l’energia profusa dal team sardo in questo decennio connotato da un’attività di cara tura ed esperienza internazionali. Ma torniamo indietro nel tempo, al 2012, quando la neonata Sardegna Film Com mission ha iniziato il suo corso con Satta e Grimaldi alla guida. Un’isola dalla cultu ra millenaria e una lingua inconfondibile, forte di profumi e paesaggi cinematogra fici indimenticabili: la Film Commission Sardegna ha creato in brevissimo tempo un vero ecosistema audiovisivo made in Sardegna, coinvolgendo talenti, mae stranze e investitori locali e attirando l’interesse internazionale sulla scrittura, la produzione e ultimamente anche l’a nimazione. Grazie al suo DNA, originale, caparbio e green, FSFC ha potuto rag giungere risultati di rilievo non solo da un punto di vista economico ma soprattutto creativo, sperimentando forme innovative di governance culturale. Un approccio che contraddistingue anche la presenza stessa della FSFC qui a Vene zia, con l’idea di coinvolgere sceneggiatori della Sardegna in un racconto corale, a diversi registri linguistici, per restituire un universo composito e originale. Oggi abbiamo voluto misurare dalle vive voci del Presidente, Gianluca Aste, e del Diret tore Generale, Nevina Satta, un bilancio dei risultati più significativi conseguiti in questo intenso decennio, cercando poi di capire quali saranno gli obiettivi prioritari del loro lavoro negli anni a venire. Inevitabile iniziare con un bilancio di questi dieci anni.

Dieci anni fa siamo partiti verso Venezia 2012 dicendo: «Porteremo la Sardegna nel mondo e il mondo in Sardegna». Il no stro percorso parla di una promessa man tenuta, non solo nel mondo del cinema e dell’action, ma anche nel mondo della serialità. L’animazione è per noi il target

convintamente sostenuto e che ha maturato una forte consapevolezza della propria missione e capacità formative. Lo scorso anno la Regio ne ci ha incaricato nella gestione degli stati generali del Cinema per censire lo stato dell’arte audiovisiva in Sardegna. Il risultato, dopo oltre seicento ore di consultazioni dirette con oltre settecento stakeholder coinvolti, è ora la riscrittura in fase avanzata della nuova legge e il ripensamento anche della relazione sperimentale con altre istituzio ni regionali, come l’Assessorato all’Ambiente e l’Assessorato alle Industrie, con l’obiettivo che possa no anch’essi collaborare all’Agenda 2030, della quale la Sardegna è una delle regioni più all’avanguardia, per un bisogno di risoluzione di for ti contraddizioni di natura sociale e Tuttooccupazionale.ciòsitraduce in termini ‘ci nematografici’: da 6 produzioni nel 2013 a 130 lo scorso anno. Un compleanno da festeggiare... La nostra Festa è la festa dei talenti e delle opere, quindi organizziamo delle opportunità di promozione e conoscenza dello straordinario portfolio di talenti dell’audiovisivo made in Sardegna nelle principali piazze festivaliere europee e inter nazionali. Cominciamo da Venezia e continueremo alla Festa del Cinema di Roma con un orientamento più esplicito sull’animazione. I nostri progetti internazionali procedono alla velocità della luce coinvolgendo sempre nuove geografie e giovani talenti. Saremo presenti in Estremo Oriente, precisamente a Busan, e poi negli Stati Uniti, a Londra… Tutto ciò in preparazione della Ber linale 2023, in occasione della quale avremo delle interessanti sorprese da annunciare. A medas annos come si dice da noi!

VENEZIA 79 press - industry IL SIGNORE DELLE FORMICHE (Lord of the Ants) Gianni Amelio (134’) v.o. italiano st. inglese/italiano 9.00 Sala Grande

In the absence

The Chinese government puts an inordinate amount of pressure to stop certain directors from working and to prevent what films they do make from being distributed, least of all abroad.

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI press - industry SERGIO LEONE L’ITALIANO CHE INVENTÒ L’AMERICA (Sergio Leone The Italian who invented America) Francesco Zippel (107’) v.o. inglese, italiano, francese st. italiano/inglese 9.00 Sala Perla

Unwanted filmmakers are prevented from obtaining the necessary funds to produce and distribute their work.

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti THE BLACK CAT Edgar G. Ulmer (65’) v.o. inglese st. italiano 13.00 PalaBiennale

del futuro prossimo e ovvia mente con essa trasciniamo la dimensione videoludica e terapeutica. Un impegno come istituzione di governance per raccogliere le sfide della realtà aumentata, del metaverso e, ovviamente, dell’intelligenza artificiale, volta a sviluppare processi di innovazione e ricerca che abbiano sempre una finalità di utilità sociale per la comunità. Non solo pura ricerca estetica, ma utilizzo diagnostico e terapeutico dei nuovi strumenti della creatività videoludica in una dimensione che ridefinisce come portare il mondo in Sardegna. Prima l’obiettivo era di far conoscere la Sardegna, ora è di spingere l’acceleratore sul fatto che la nostra regione possa essere un vero e proprio laboratorio civile permanente, dove gli artisti, i registi, le imprese e le istituzioni sanno di trovare un terreno di fortissima sperimentazione, di governance e di metodo di lavoro. Un’azione non solo legata all’ecosostenibilità ma anche alla crescita delle competenze e delle capacità nella comunità. Non più solo cinema made in Sardegna, ma screens made in Sardegna nel senso più ampio del termine, facendo sì che questa finestra del mondo sia il luogo ideale per nuove sfide, con l’Isola a farsi ancora una volta accogliente terra della generatività.

The absence of China, save for a couple entries, is certainly conspicu ous. The main reason, aside from the pandemic, is censorship. It may be sly, underhanded, but it is strong.

FUORI CONCORSO press - industry DEAD FOR A DOLLAR Walter Hill (106’) v.o. inglese, spagnolo st. italiano/inglese 9.00 Sala Giardino

Director's cuts

Quale la ricaduta della vostra azione sul territorio? Siamo partiti con un lancio a Venezia e la consa pevolezza che 230mila euro non sarebbero sta ti abbastanza per portare avanti una rivoluzione economica quasi copernicana nell’Isola. La prima partita giocata è stata quella di costruire una squadra di lavoro che creasse progetti e che collaborasse con le diverse anime della Sardegna. La Legge Cinema ha consentito alla Regione di investire negli ultimi dieci anni più di 50 milioni di euro sul cinema e sull’audiovisivo, anche grazie alla azione di progettazione della Film Commission. Quella sarda è stata la prima legge regionale dedicata interamente al cinema come vero e proprio volano di sviluppo regio nale e con una dimensione più orientata alle industrie creative, allargando progressivamente le finalità di lavoro della Film Commission. I numeri parlano chiaro: si è passati da quel capitale iniziale a fondi che oggi raggiungono un valore annuale di 5.5 milioni di euro per progetti speciali e progetti ordinari, con fondi incoming e con un film fund bandito regolar mente di circa 3 milioni di euro da parte della Regione. Un comparto che viene sempre più

Gianluca Aste e Nevina Satta

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti SPRE NORD (To the North) Mihai Mincan (122’) v.o. inglese, tagalog, spagnolo, rumeno, bulgaro, cinese st. italiano/inglese 13.45 Sala Perla

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti KAPAG WALA NANG MGA ALON (When the Waves Are Gone) Lav Diaz (188’) v.o. tagalog st. italiano/inglese 9.00 Sala Corinto

Non pochi i tratti in comune con il più noto e significativo rappresentante del cinema asiatico contemporaneo Takeshi Kitano: provenienti entrambi dalla pittura, sia pure a livelli diversi, l’ele mento figurativo è presente quasi in ogni inquadratura dei loro film, portando nella loro cinematografia irruenza e voglia di esplorare la psiche umana, spesso con pochissimi dialoghi. L’altro fondamentale tratto che li accomuna è l’uso verrebbe da dire ‘naturale’ e perfino disinvolto della violenza, tanto fine a sé stessa nelle singole vicende quanto indispensabile nella narrazio ne, a tratti didascalica.

Orizzonti Extra di Juan Diego Botto con Penélope Cruz, Luis Tosar, Adelfa Calvo, Aixa Villagrán, Christian Checa, Nur Al Levi, Fabrice Boutique, Javier Perdiguero, Irene Bueno Royo, Luis Tosar (Spagna, UK, 105’) di Michal Blaško con Vita Smachelyuk, Gleb Kuchuk, Igor Chmela, Viktor Zavadil, Inna Zhulina, Alena Mihulová (Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, 91’)

4 #7 EN (OnMÁRGENESLOSTheFringe) Orizzonti (Victim)OBET’ Orizzonti BI (WithoutROYA Her)

I guerrieri della notte (1979)

Walter’s three

Kim Ki-duk di Cesare Stradaioli Non bastasse la sua attività di sceneggiatore per John Huston e Pe ckinpah (Getaway!), nonché di produttore di tutta la saga Alien Walter Hill iscrive il suo nome nell’Olim po del cinema americano degli ultimi de cenni come regista di una ventina di film dove ridefinisce i generi del cinema USA. Si tratti di film d’azione (I guerrieri della notte Strade di fuoco), western (I cava lieri dalle lunghe ombre, Geronimo, Wild Bill), buddy cop (48 ore, Ancora 48 ore), o thriller (I guerrieri della palude silenziosa, I trasgressori, Nemesi), con anche qualche divertente evasione nel genere commedia (Chi più spende… più guadagna!), Hill, a 80 anni, è l’ultimo grande classico del cinema americano, punto di confluenza dei maestri del passato (Hawks, Ford, Peckinpah, Siegel) e della generazione a lui successiva che si ispirerà al suo cinema maschio, vigoroso e totalmente indie (Ridley Scott, ad esempio). I suoi personaggi sono tagliati con l’accetta, indifferenti alle nuance; escono dal loro abituale silenzio per sibilare frasi di forza magnetica, abili a controllare la loro personalità fortissima, ma nello stesso tempo hanno la melanconia e la saggezza di un eroe greco. E che Hill si sia ispirato all’epica classica nel tratteggiare i suoi film non è solo un sospetto: I guerrieri della notte è una moderna trasposizione dell’Anabasi di Senofonte, dove New York diventa il territorio ostile persiano da attraversare per arrivare alla salvezza. Come i soldati greci arrivati salvi sulle coste del Mar Nero urlarono Thalassa! Thalassa! (Mare! Mare!), così nella scena finale i Warriors, arrivati dal Bronx a Coney Island dopo una notte di agguati e assalti respinti, arrivano sulla spiaggia ultimo confine di New York e fissano l’oce ano, l’Heimat dalla quale sono partiti.

Le donne e gli uomini che vediamo sullo schermo sono spaesati, incerti e, malgrado ciò, in perenne movimento a dispetto dell’apparenza di staticità e ripetitività delle loro vite: i suoi film sono ricchi di riferimenti autobiografici, espliciti ammiccamenti al suicidio, sia come scorciatoia per sottrarsi alla sofferenza, sia come logica conclusione di un ciclo vitale, il tutto avvolto da un’aura di spiritualità che spiazza lo Emblematico,spettatore.inquesto senso, il fatto che il regista si sia riservato una parte fonda mentale nel film Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera, il ruolo di un vecchio monaco buddista, lasciandoci così il rimpianto di altre, eventuali ma non più possibili interpretazioni.

Irina è una madre che si è trasferita dall’Ucraina in una piccola cittadi na della Repubblica Ceca con il figlio adolescente Igor. Una notte come tante, Igor viene ricoverato per un’aggressione che riferisce essere stata condotta da tre giovani Rom. Irina si mobilita immedia tamente per cercare giustizia contattan do la stampa e guadagnando il sostegno della comunità locale. Ma quando inizia no le indagini, dalla ricostruzione degli avvenimenti emergono dei seri dubbi riguardo la solidarietà del vicinato e la versione del ragazzo. Regista e sceneggiatore slovacco, Michal Blaško nasce a Bratislava nel 1989. Studia film e televisione alla VSMU, l’Accademia di Arti Performative a Bratislava. Esordisce nel 2003 con il corto Atlantis, vincendo l’Academy Award Ceco per Miglior corto. Numerosi anche i riconoscimenti e i premi ottenuti in molti festival. Nel 2019 Victim è stato selezionato per L’Atelier di Cannes e ha ricevuto il Works in Progress TRT Award al Karlovy Vary International Film Festival nel 2021. Roya e suo marito stanno per emigrare in Dani marca dall’Iran, ma poco prima della parten za i piani della coppia vengono stravolti dall’incon tro con la giovane Ziba. La ragazza è smarrita e sembra aver perso la memoria, così Roya decide di aiutarla prendendola con sé e facendole conoscere la famiglia, il marito e gli amici. Roya, però, è del tutto ignara delle intenzioni di Ziba, che medita in realtà di prendere il suo posto.

Non vedremo più a Venezia il grande regista coreano, ospite pressoché fisso della Mostra: ce l’ha portato via il Covid-19 verso la fine del 2020, a poco più di 60 anni, e la perdita è davvero grave. Se non altro ci sarà modo e ragione per rivedere le sue opere: difficili, fredde, pregne di simbolismo orientale, non sempre comprensibiliimmediatamenteallacultura oc cidentale e tuttavia allo stesso tempo così stimolanti e piene di vitalità, a dispetto degli squarci di morte e desolazione che spesso le innervano.

di Arian Vazirdaftari con Tannaz Tabatabaei, Saber Abar, Shadi Karamroudi, Reza Davoudnezhad, Maedeh Tahmasbi, Faranak Kalantar (Iran, 110’)

Al turista che arrivava a New York nel 1979 veniva consegnato un libretto dal titolo Benvenuti nella Città della paura in cui si consigliava di non prendere mai, per alcun motivo, la metro e di non uscire in strada dopo le 18. Nel film anche la polizia sembra una gang locale… Strade di fuoco (1984) Estetica da video-clip, sceneggiatura senza nessuna concessione al dubbio, contaminazione totale dei generi. Il film è una delle flagship iconiche del cinema anni ‘80, così come 9 settimane e ½ lo è degli anni ‘90 (senza dubbio Walter Hill ha insegnato molto ad Adrian Lyne). Nemesi (2016) Il cinema di Hill, dopo 40 anni di attività, è ancora potente e nervosamente controllato come agli inizi. Rimane la mano magica nel rappresentare le strade di notte e il confine perennemente mobile della lotta tra bene e male che vi viene rappresentata.

REAR WINDOW

Walter Hill di F.D.S.

Il signore delle formiche Gianni Amelio (Venezia79) Il caso Braibanti La figura di Aldo Braibanti come intellettuale radicale di molteplici interessi tiene insie me alcune delle figure cardine della creatività artistica e intellettuale italiana: furono suoi amici, sodali o allievi Carmelo Bene, Sylvano Bussotti, Piergiorgio e Marco Belloc chio, Alberto Grifi, Lou Castel. Bene lo definisce «un genio straordinario e uno dei suoi tanti padri». Questo intellettuale anti-fascista, partigiano, filosofo, poeta, artista, scrit tore di teatro, regista vive sulla propria pelle, negli anni ’50, l’abbandono della militanza comunista e l’ingresso in una esistenza in cui l’esperienza estetica multi-disciplinare si identifica, per un certo periodo, con una esperienza di vita comunitaria nel laboratorio artistico del torrione Farnese di Castell’Arquato. Nello stesso tempo, a conferma di un ingegno lucidissimo e senza confini, diventava uno dei principali mirmecologi (studiosi di formiche) europei e numerose sono le testimonianze della cura maniacale con cui curava i formicai all’interno della sua casa. Il processo per plagio (l’unico che si ebbe in Italia) che gli fu intentato nel 1968 dal padre del suo compagno, Giovanni Sanfratello, fu una tragedia processuale dietro alla quale si giocò una tremenda partita tra l’Italia re gressiva e oscurantista e quella libertaria. Non è un caso che il suo più strenuo difensore fu Marco Pannella, che durante il processo mise in opera una vera e propria opera di contro-informazione per screditare le ignobili accuse lanciate contro Braibanti. Ma, al di là del gioco delle parti e della relativa discesa in campo della politica, della magistratura e dei servizi segreti da un lato e degli intellettuali italiani dall’altro (Pasolini, Morante, Moravia, Eco, Maraini), il processo fu il solito tritacarne mediatico (succedeva anche al lora!) dal quale non si salvò nessuno. Braibanti fu condannato a nove anni, anche se poi la pena fu scontata a due, e il suo compagno, con la complicità della propria famiglia, fu trasferito al manicomio di Verona dove verrà sottoposto a 40 elettroshock. Perché allora l’omosessualità si curava così. E Braibanti e Sanfratello diventarono i capri espiatori che l’Italia conservatrice e di regime sacrificò sull’altare della paura del cambiamento sociale agitato dal Sessantotto. F.D.S.

Nell’arco di 24 ore si intrecciano le vi cende di tre personaggi che annaspa no per restare in superficie: allo scadere del tempo le loro vite potrebbero essere irreparabilmente stravolte. Azucena deve evitare lo sfratto della sua famiglia, Theodora è alla ricerca di suo figlio per dirgli addio prima che la sua salute sia irreparabilmente compromessa, l’avvoca to Rafael deve decidere se rintracciare la madre di un bambino in affido o dedicarsi alla moglie incinta… Il regista confeziona un thriller sociale in cui saranno l’affetto e la solidarietà a fornire la chiave per una via di uscita. Juan Diego Botto nasce a Buenos Aires nel 1975 e inizia la sua carriera di attore a soli sette anni. Ha recitato in La Celesti na (1996), 1492 – La conquista del para diso (1992), The Suicide Squad – Missione suicida (2021) e in Dancer Upstairs di John Malkovich, presentato Fuori Con corso a Venezia nel 2002.

Nato a Teheran nel 1988, Arian Vazirdaftari fre quenta il Karnameh Institute of Arts and Culture e si dedica alla regia. Realizza diversi cortome traggi, tra cui Not Yet (2016) e Like a Good Kid: Mesle Bache Adam con cui ha partecipato al Festi val di Cannes per il Cinefondation Award nel 2018. Without Her è il suo primo lungometraggio.

Focus

Tildaun’avvocatessa.

DAY 7

CONTINUA... Allergica a qualsiasi etichetta, Tilda Swinton abbatte gioiosamente generi e preconcetti con la forza perentoria dell’e leganza. Leone d’Oro alla carriera ricevuto in Sala Grande dalle mani di Cate Blanchett nell’ostinata edizione del 2020, la sua presenza sullo schermo non può passare inosservata: ruoli e pellicole che vanno dal fantasy alla commedia, dal film storico al thriller, magari diretta dall’amico George Clooney (Michael Clayton, 2007) nel ruolo – da Oscar – di

Tilda’s

The Beach (2000) di Danny Boyle Leader carismatica e doppiogiochista di una comunità lisergica che si vuole nascondere al mondo, non si farà nessuno scrupolo ad eliminare dal proprio cammino ogni ostacolo, DiCaprio compreso.

Memoria (2021) di Apichatpong Weerasethakul Premio della giuria a Cannes nel 2021, nel film dell’acclamato regista thailandese è Jessica Holland, a Bogotà per far visita alla sorella. Un rumore indefinibile la sveglia di soprassalto, innescando un viaggio alla ricerca di se stessa.

La fiaba, si sa, è narrazione per antonomasia. Ogni rilettura fiabesca – inclusi cartoon e live action Disney – si confronta quindi non solo con la tradizione, ma anche con il dispositivo narrativo sotteso a ogni racconto. Nyssa, diretto dalla produt trice, attrice e filmmaker americana Julie Cavaliere, è parte di una serie dedicata proprio alle fiabe tradizionali ed è una rilettura VR di Storia di uno che se ne andò in cerca della paura dei fratelli Grimm. Indossato il visore, ci troviamo già oltre la soglia (limite fondamentale da oltrepassare per entrare in ogni fiaba) e assistiamo a una serie di avventure che coinvolgono la piccola Nyssa – la fiaba è virata al femminile – smaniosa di an dare incontro a un’invasione oscura (che rappresenta la paura stessa) per sconfiggerla. Come si traduce in VR il meccanismo della fiaba? Quali sono le sue marcature estetiche? Innanzitutto, la soglia. Non è marcata, non si dà. Per quanto l’oltrepassamento della soglia coincida de facto con l’atto di indossare il visore: un atto estraneo alla narrazione, dunque, che non risulta però tematizzato in alcun modo e produce uno svuotamento del racconto dal suo essere, appunto, una fiaba. C’è poi lo straniante conflitto interno che si genera tra punti di vista. Nella fiaba la narrazione è affidata a una voce estranea al contesto, una voce narrante appunto. Che qui non c’è. Qui l’i stanza narrativa è affidata al nostro punto di vista, al tempo stesso esterno alla storia ma interno all’ambiente in cui la storia si consuma. Osserviamo l’azione da un punto di vista interno al mondo della fiaba, come se la spiassimo di nascosto. Questo perché la narrazione immersiva ci cala all’interno del mondo in cui la storia prende vita, non potrebbe essere altrimenti. Ci troviamo spiazzati: testimoni invisibili, voyeur di una vicenda ambientata in uno spazio e in un tempo indeterminati in cui sia mo immersi, senza essere partecipi. La regista di tanto in tanto ci solleva per consentirci di osservare l’azione da un punto di vista più prossimo alla scena. Questi movimenti di macchina finiscono per attribuirci uno status aereo e incorporeo perché, a differenza di quanto avviene con i movimenti di macchina del cinema che sanno essere trasparenti, nella VR ogni variazione del punto di vista del fruitore genera un effetto sensibile: ci spostiamo nello spazio narrativo ‘fisicamente’. REIMAGINED VOLUME I: NYSSA di Julie Cavaliere (USA, 15’) CONCORSO Paura e delirio a Hollywood di Odin [Fabrizio Lo Bianco]

5#7 VENICE IMMERSIVE

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Swinton di Davide Carbone

Riceviamo e non tanto volentieri pubblichia mo questa lettera dal contenuto scottante e forse inopportuno, considerato anche il momento di grave instabilità politica interna zionale. Dopo esserci confrontati nella nostra redazione, abbiamo ritenuto comunque un dovere dare priorità al diritto del pubblico di conoscere i fatti e costruirsi una propria opinione. Su richiesta dell’autore, il pezzo è firmato con uno pseudonimo per garantire la sua Spettabileincolumità.Sardegna Film Commission, quando leggerete questa lettera è probabile che io mi trovi ormai in una landa nascosta in compagnia di Michael Jackson, Elvis Presley e John Lennon. Il motivo è semplice: sono venuto a conoscenza di un piano dell’Agenzia per la Sicurezza EuroAtlantica finalizzato a scoprire il segreto del successo del film, ormai leggendario, L’uomo che comprò la Luna Ammetto di essere un hacker con discrete capacità di intrufolarmi nei sistemi informatici, ma in questa occasione è stato un puro colpo di fortuna (o di sfortuna, a seconda di come la si vuol vedere): stavo scambiando delle ricette di cucina sarda sulla chat “Culurgiones che nessuno vi racconterà mai” quando un utente, dopo avermi inviato delle domande sulle varianti isolane di questo piatto, per errore ha copincol lato un messaggio evidentemente destinato a un’altra chat. L’utente in questione, registrato come Dino, ha repentinamente cancellato il post, ma io – avendo intuito che quel testo conteneva qualcosa di compromettente – ho fatto in tempo a scattare uno screenshot. Riporto qui di seguito il testo. 12.00 – 13.00 Sala Laguna Screen in Green. Il circolo virtuoso del cinema tra scrittura, produzione e sale 14.00 – 14.50 Italian Pavilion, Hotel Excelsior, Lungomare Marconi 41 L’Isola è Mondo. 2012–2022: la Sardegna Film Commission festeggia i suoi primi 10 anni 18.30 – 20.00, Isola Edipo, Riva di Corinto, via Falier Vitale, 1 Celebrate with us! Aperitivo di Networking con la Sardegna Film Commission Martedì 6 settembre RSVP

Vanilla Sky (2001) di Cameron Crowe Al fianco di Tom Cruise e Penélope Cruz in un film in costante e precario equilibrio tra sogno e realtà, remake hollywoodiano dello spagnolo Abre los ojos scritto e diretto da Alejandro Amenábar nel ’97.

Constantine (2005) di Francis Lawrence Semplicemente perfetta per il ruolo dell’Arcangelo Gabriele nel fantasy al fianco di Keanu Reeves. Tormentato e sobillatore, un personaggio che Tilda si confeziona su misura rendendolo umano e fragile.

di Riccardo Triolo

A Bigger Splash (2015) di Luca Guadagnino In una Pantelleria selvaggia e assolata lei è Marianne Lane, leggenda del rock che dopo un’operazione alle corde vocali ripara in Sicilia per un recupero fisico e non solo. Niente andrà come previsto.

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Non serve a nulla lo sviluppo se a fare da apripista non c’è un concomitante progres so, con tutto il rifiorire sociale ed intellettuale che esso comporta. È una faccenda spinosa che non sembra trovare il giusto equilibrio neppure oggi, a vent’anni e più di di stanza dall’inizio del nuovo millennio. Non a caso un film novecentesco come Duli Shidai continua a preservare un certo portato ideologico. La storia è un “aneddoto” circoscritto delle vicissitudini di alcuni abitanti taiwanesi che si trovano ad affrontare le degenera zioni prodotte da una crisi – un fallimento coniugale, una separazione, un grattacapo le gale, una crisi d’impresa. È attraverso questo microcosmo sociale che il regista, esponen te di spicco della “nouvelle vague taiwanese”, suggeriva una riflessione culturale ai suoi concittadini e agli spettatori. Questo film, coronato col Taipei Golden Horse Award per la migliore sceneggiatura originale, è una panoramica sul rapporto convulso tra individuo e metropoli, sul disagio postmoderno di chi è nebulizzato dallo stesso contesto babelico di cui è parte. Elena Migotto Duli Shidai (A Confucian Confusion) di Edward Yang (Taiwan, 1994, 129’)

@nelson_ciak Villa Zavagli, Lungomare Marconi, Lido

La maginecheunavvienepernereall’internodelrivoluzioneregistadelgestatunitenseantonomasiaattraversoprismaotticodeformal’imelascrit tura, filtrandole dai film di samurai giapponesi. Partendo da un plagio, poi riconosciuto e debitamente ripagato, Leone riadatta lo scenario del Giappone dei ronin ricostruendo in Spagna un panorama western in formato Techniscope. Sono proprio le scelte registiche, che esaltano primissimi piani in contrasto con paesaggi sterminati, e l’uso delle musiche di Morricone, come con trappunto sonoro e come parte integrante e indissolubile della narrazione, a dare origine a un nuovo genere cinematografico. Il mito della frontiera, creato dal veterano del genere ame ricano John Ford e comunque distante dalla realtà storica, non è presente nella Trilogia del dollaro: Leone lo ripercorre più tardi, nel suo penultimo spaghetti western C’era una volta il West del 1968. Ma la summa di tutta la poetica del regista è il suo capolavoro del 1984, C’era una volta in America, un gangster movie epico che travalica lo spazio e il tempo, in un loop onirico di straordinaria bellezza. Il regista Francesco Zippel porta a Venezia, nella sezione Classici, Sergio Leone - L’italiano che inventò l’America, un documentario ricco di interviste, fortemente voluto dalla figlia Raffaella Leone. Zippel si era già cimentato in passato nella realizzazione di opere documen tarie su grandi registi quali William Friedkin, Nicholas Ray e il pioniere del cinema afroame ricano Oscar Micheaux.

RESTAURI classici

DOC classici

IMPROVVISANDO Il contatto tra il mondo del cinema e i cammini di Stefano Bollani e Valentina Cenni è recentissimo, ri spettivamente con la realizzazione della colonna sonora de Il Pataffio di Francesco Lagi, uscito in sala meno di un mese fa e con il corto metraggio Essere Oro, da Valentina Cenni scritto e diretto. Naturale quindi un loro approdo a questa Mostra del Cinema, preci samente alle 19 all’Hotel Excelsior, come ospiti del cocktail party firmato «Elle» e protagonisti di una conversazione in musica con Piera Detassis. Una chiacchierata portata avanti con domande riguardanti il cinema e risposte improvvisate, in musica.

Dalla viva voce di Stefano Bollani e Valentina Cenni una panoramica condotta da Piera Detassis sul ruolo della narrazione a 360°, cinematografica come musicale, affrontata con la sfrontatezza spensierata di iniziare a raccontare qualcosa senza sapere esattamente dove si andrà a finire, improvvisando appunto. «Per me “improvvisazione” significa “vivere il presente” – spiega Bollani – un concetto valido sia in musica che nella vita. Utilizzare la grammatica della musica per dire quello che deside riamo trasmettere in quel preciso momento, in quel determinato istante. Stare nel presente, magari utilizzando una canzone già scritta da me o da altri per sviluppare però un discorso inedito, irripetibile perché legato a quel preciso momento». Una conversazione in cui spaziare nell’album personale di Stefano Bollani e Valentina Cenni, ricordando i film dell’infanzia, quelli rimasti indelebili nel cuore e quelli che magari ne potran no scandire gli impegni futuri. «Per sua stessa natura – prosegue Bollani – il jazz cannibalizza tutto ciò che incontra sul proprio cammino. Non per distruggerlo, ovviamente, ma per digerirlo e poi riproporlo in maniera diversa, imparando sempre qualcosa di nuovo».

Outfit impeccabili e una simpatia contagiosa. Nelson Chukwuebuka, detto Chuk, in 26 anni ha vissuto molte vite tra Nigeria e Italia. Una sera è sceso in pista e ora non si ferma più, da Italia’s Got Talent a TikTok, tra balletti e videocomedy. La sua risata stile Eddie Murphy è da sganasciarsi e ce lo aspet tiamo sui set più… comici. #stardust #Venezia79#contentcreatorallido

Davide Carbone

7#7 SOUND TRACKS a cura di F.D.S. L’immensità_Fin dal titolo il film di Crialese rivendica la sua appar tenenza all’immagina rio del pop italiano che va dai ‘60 ai ‘70. Tutta via, dedicare quattro siparietti a Penélope Cruz travestita da Carrà e Patty Pravo ci è sembrato francamente Otroppo.forse la conferma che il film riesce meglio nella rievocazione degli anni ‘70 più che affronta.conflittoaltrirappresentazionenelladeglitemi,digenereedifamigliare,che Blanquita_Chloé Thévenin, francese, firma una strepitosa colonna sonora per il film cileno, immerso in una totale atmosfera dark rischiarata solo da luci al neon (sembra gi rato dentro un bunker). Nessun tema musicale: solo campane tibetane che suonano a morte, oppure segmenti di deliri percussivi tribali, che squadernano il susseguirsi delle scene e l’addentrarsi del film nell’oscurità della verità che diventa menzogna. The Banshees of Inisherin_Due registri per la soundtrack di Carter Burwell, il compositore dei film dei fratelli Coen. Le lancinanti armonie del folk irlandese e un tema originale di 9 note, che sembra quasi una fine.alladaalipnoticopagnamentosherin,spelacchiatocanzonil’enormenondivibrafono,eseguitariapparedodecafonica,sequenzachedicontinuo,dall’arpa,dalecc.Nullamelodico,forsepercompetereconpathosdellesuonatenellopubdiInimaunaccomcostante,etormentatotrasformarsidelfilmbozzettoirlandesefolliagloomdella

#repost Come scrive Masolino d’Amico nel suo libro sul cinema comico dal 1945 al 1975, negli anni ‘70 la commedia italiana entra nella sua fase di declino. Declino causato non solo dalla concorrenza dei film ‘boccacceschi’ con Laura Antonelli e dei film di Lina Wertmüller, ma anche da un più profondo cambiamento del sentire comune, che porta il genere ad acco gliere i segni del disagio sociale e politico di allora. Teresa la ladra è emblematico di questo processo di slittamento, perché un soggetto tipicamente da commedia italiana – l’epopea, dall’Italia dell’Impero fino agli anni ‘70, di una donna che, nata da una famiglia del prole tariato contadino, si ingegna a sopravvivere eccellendo nell’arte del borseggio nei cinema e nei tram, sempre mantenendo intatta la sua ingenua visione del mondo che non viene scalfita nemmeno da lunghe permanenze in prigione e anche nel manicomio giudiziario –vede fare proprie, man mano che il film si sviluppa, istanze di forte denunzia degli istituti detentivi, in maniera particolare del manicomio, che viene descritto con sguardo molto crudo e inquietante. Sul registro comico si innesta quindi un tono drammatico che non riesce però a condannare compiutamente né il carcere né il manicomio, perché non se ne analizzano le cause che li rendono strumenti del controllo sociale. Per cui il film si porta dietro questo doppio registro un po’ irrisolto, che forse nasce proprio dagli sceneggiatori, ove alla rodata coppia Age&Scarpelli si aggiunge Dacia Maraini, autrice del romanzo da cui il film è tratto. F.D.S. Teresa la ladra di Carlo Di Palma (1973)

Andrea Zennaro Sergio Leone – L’italiano che inventò l’America di Francesco Zippel (Italia, 107’)

FUORI CONCORSO - NON FICTION MUSIC FOR BLACK PIGEONS Jørgen Leth, Andreas Koefoed (92’) v.o. inglese, danese, giapponese st. italiano/inglese ORIZZONTI EN LOS MÁRGENES (On the Fringe) Juan Diego Botto (105’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese ORIZZONTI OBET´ (Victim) Michal Blaško (91’) v.o. ucraino, ceco st. italiano/inglese Daily Venezia79 Supplemento di n. 267 settembre 2022 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996 Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale) Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione), Paola Marchetti (direzione organizzativa), Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari, Luca Zanatta (graphic design) Hanno collaborato Loris Casadei, Maria Casadei, Fabio Di Spirito, Roberto Pugliese, Sara Sagrati, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Delphine Trouillard, Andrea Zennaro, Shanna Beggio, Silvia Baldereschi, Elena Migotto, Matilde Corda Stampa CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it www.venezianews.it/daily2022redazione@venezianews.it

L’ISOLA C’È Un’isola che non c’era e che finalmente c’è, sempre di più, avendo saputo con coraggio e lun gimiranza conquistarsi uno spazio rilevante e definito nella geografia della Mostra. Isola Edipo, le Notti Veneziane in questa edizione numero 3 riescono a convincere il pubblico con il loro ritratto del contemporaneo, un cinema che non si arrende alla banalità del ribasso a favore del disimpegno che ricorda lontane insostenibili leggerezze dell’essere. È la volta di Spaccaossa, debutto alla regia dell’attore siciliano Vincenzo Pirrotta, con un racconto che di paradossale ha solo il fatto che simili accadimenti sono suscitati dalla vera cronaca. Si potrebbe dire davvero che la realtà supera di gran lunga l’immaginazione. Un gruppo di persone a Palermo è dedito ad operazioni di volontarie frantumazioni di ossa subite da persone disperate, per riscuotere lauti indennizzi assicurativi. Una truffa messa in atto da un’improv visata organizzazione criminale. Vincenzo recluta le sue povere vittime tra la parte più miserabile della popolazione che abita le vie più degradate della città, gli stessi luoghi in cui Luisa, a cui Vincenzo è molto affezionato, si rifornisce di crack. Quando si trova in difficoltà a causa di errori compiuti e viene messo ai margini dai suoi stessi compagni di crimine, Vincenzo, per segnare il suo riscatto verso di loro, convince Luisa a farsi spac care le ossa... Spaccaossa di Vincenzo Pirrotta Notti Veneziane Sala Laguna, h. 21.30 Pubblico, ingresso gratuito. giornatedegliautori.comobbligatoriaPrenotazionesu

Opera Prima Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders. Pubblico Accreditati Public Pass holders 21.00 Sala Web FUORI CONCORSO KÕNE TAEVAST (CALL OF GOD) Kim Ki-duk (81’) v.o. russo, kirghiso st. italiano/inglese

8 #7 INTERNATIONAL CRITICS SCREEN INTERNATIONAL HOLLYWOODTHE REPORTER VERDICTFILMTHE MACHERETMATHIEU MONDELE CROLLBEN WRAPTHE KOCHTOMMASO PAISEL ROMNEYJONATHAN OBSERVERTHE HOLLENDERBARBARA RZECZPOSPOLITA KOTHENSCHULTEDANIEL FRANKFURTER RUNDSCHAU THE BANSHEES OF INISHERIN HHHHH HHHHH HH½ HH HHH½ HHH½ HHHHH HHHHH HHH LOVE LIFE HH½ HHH HHH½ HHH½ HHH HHH½ HHH HHHHH Vedi tutti i film See all movies 14.00 Sala Darsena ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti OBET (VICTIM) Michal Blaško (91’) v.o. ucraino, ceco st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A 14.00 Sala Corinto VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti DULI SHIDAI (A Confucian Confusion) Edward Yang (129’) v.o. cinese mandarino st. italiano/inglese 14.30 Sala Grande FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti MUSIC FOR BLACK PIGEONS Jørgen Leth, Andreas Koefoed (92’) v.o. inglese, danese, giapponese st. italiano/inglese 14.30 Sala Giardino ORIZZONTI EXTRA press - industry BI ROYA (Without Her) Arian Vazirdaftari (111’) v.o. farsi st. italiano/inglese 14.30 Sala Casinò VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico 14+ - tutti gli accrediti KOROSHI NO RAKUIN (Branded to Kill) Seijun Suzuki (92’) v.o. giapponese st. italiano/inglese 15.30 PalaBiennale ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti INNOCENCE Guy Davidi (101’) v.o. ebraico st. italiano/inglese 16.30 Sala Darsena ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti EN LOS MÁRGENES (On the Fringe) Juan Diego Botto (103’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A 16.30 Sala Perla GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico - tutti gli accrediti THE MAIDEN Graham Foy (117’) v.o. inglese st. italiano A seguire incontro con gli autori/Q&A 16.45 Sala Grande VENEZIA 79 pubblico - tutti gli accrediti THE ETERNAL DAUGHTER Joanna Hogg (96’) v.o. inglese st. italiano/inglese 16.45 Sala Corinto VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti TERESA LA LADRA (Teresa the Thief) Carlo Di Palma (123’) v.o. italiano st. inglese 17.00 Sala Giardino FUORI CONCORSO pubblico 14+ - tutti gli accreditiKÕNE TAEVAST (Call of God) Kim Ki-duk (81’) v.o. russo, kirghiso st. italiano A seguire incontro con gli autori/Q&A 17.00 Sala Casinò VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti SERGIO LEONE L’ITALIANO CHE INVENTÒ L’AMERICA (Sergio Leone The Italian who invented America)

Francesco Zippel (107’) v.o. inglese, italiano, francese st. italiano/inglese 17.00 Sala Volpi VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti GODARD SEUL LE CINÉMA (Godard Cinema) Cyril Leuthy (100’) v.o. francese st. italiano/inglese 17.45 PalaBiennale VENEZIA 79 pubblico - tutti gli accrediti THE BANSHEES OF INISHERIN Martin McDonagh (109’) v.o. inglese st. italiano/inglese 19.00 Sala Grande VENEZIA 79 pubblico IL SIGNORE DELLE FORMICHE (Lord of the Ants)

Gianni Amelio (134’) v.o. italiano st. inglese/italiano 19.15 Sala Darsena VENEZIA 79 press - industry SAINT OMER Alice Diop (123’) v.o. francese st. italiano/inglese 19.15 Sala Giardino EVENTO SPECIALE pubblico - tutti gli accrediti LA BAMBOLA DI PEZZA Nicola Conversa (23’) prodotto da One More Pictures e Raicinema v.o. italiano st. inglese Esibizione live: Carl Brave 19.30 Sala Casinò ORIZZONTI press - industry LJUKSEMBURG, LJUKSEMBURG (Luxembourg, Luxembourg) Antonio Lukich (106’) v.o. ucraino, tedesco st. italiano/inglese

SEGUE DA P. 3 19.30 Sala Corinto SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti REGINETTA Federico Russotto (20’) v.o. italiano st. inglese AUS MEINER HAUT (Skin Deep) Alex Schaad (103’) v.o. tedesco st. italiano/inglese 19.30 Sala Perla FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry FREEDOM ON FIRE: UKRAINE’S FIGHT FOR FREEDOM Evgeny Afineevsky (118’) v.o. ucraino, russo st. italiano/inglese 19.30 Sala Volpi ORIZZONTI press - industry JANG-E JAHANI SEVOM (World War III) Houman Seyedi (107’) v.o. farsi st. italiano/inglese 19.30 Sala Pasinetti VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti THE BLACK CAT Edgar G. Ulmer (65’) v.o. inglese st. italiano 20.15 PalaBiennale VENEZIA 79 pubblico IL SIGNORE DELLE FORMICHE (Lord of the Ants) Gianni Amelio (134’) v.o. italiano st. inglese/italiano a FUORIseguireCONCORSO pubblico DEAD FOR A DOLLAR Walter Hill (106’) v.o. inglese, spagnolo st. italiano/inglese 21.00 Sala Giardino ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti BI ROYA (Without Her) Arian Vazirdaftari (111’) v.o. farsi st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A 21.30 Sala Pasinetti VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico 14+ - tutti gli accrediti KOROSHI NO RAKUIN (Branded to Kill) Seijun Suzuki (92’) v.o. giapponese st. italiano/inglese 21.45 Sala Grande CERIMONIA DI PREMIAZIONE pubblico - tutti gli accrediti PREMIO CARTIER GLORY TO THE FILMMAKER AWARD A WALTER HILL FUORI CONCORSO DEAD FOR A DOLLAR Walter Hill (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese 21.45 Sala Darsena FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry FREEDOM ON FIRE: UKRAINE’S FIGHT FOR FREEDOM Evgeny Afineevsky (118’) v.o. ucraino, russo st. italiano/inglese 22.00 Sala Casinò ORIZZONTI press - industry JANG-E JAHANI SEVOM (World War III) Houman Seyedi (107’) v.o. farsi st. italiano/inglese 22.00 Sala Corinto GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry BENTU Salvatore Mereu (70’) v.o. sardo st. italiano/inglese 22.00 Sala Perla VENEZIA 79 press - industry SAINT OMER Alice Diop (123’) v.o. francese st. italiano/inglese 22.00 Sala Volpi ORIZZONTI press - industry LJUKSEMBURG, LJUKSEMBURG (Luxembourg, Luxembourg) Antonio Lukich (106’) v.o. ucraino, tedesco st. italiano/inglese

9#7 FAR 25FESTIVALFILMEAST FAREASTFILM.COM21––29UDINE––ITALYAPRIL2023

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Ricordiamo qui che Ettore, presunta vittima del “plagio”, pur essendo maggiorenne fu internato a forza in un ospedale psichiatrico dalla sua famiglia, che lo ha sottoposto a una serie di elettroshock per guarirlo dagli ideali marxisti frutto, secondo i genitori, di una presunta “diabolica” influenza di Braibanti. Nel film solo un giornalista dell’Unità ( Elio Germano ) si impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure, mentre Braibanti è interpretato da Luigi Lo Cascio che, dice Amelio, «ha fatto un grande lavoro di attore per interpretarlo. Germano ha lavorato con me per la seconda volta dopo La tenerezza e poi ci sono ben sei debuttanti, tra cui

aggiungendo:

SALA DARSENA CELEBRATE WITH US OUR 10TH ANNIVERSARY IN VENICE AT GIORNATE DEGLI www.sardegnafilmcommission.itAUTORI in Mostra79ª MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA n. 7 martedì 6 settembre 2022

Leonardo Maltese che interpreta Ettore. Mi piace molto mescolare l’attore che comincia con quello che ha già dato prova di grande talento» n «considero Il signore delle formiche di estrema attualità perché oggi esistono ancora una provincia molto retriva, chiusa e alcune istituzioni, come la scuola, ad esempio, dove si aggrega un po’ di gioventù ignorante e dove si sviluppa un bullismo sia verbale che fisico contro il “diverso”. Il film nasce non dall’esigenza di fissare la storia di Braibanti nel suo tempo, gli anni ’60, ma di raccontare l’oggi, dare coraggio a chi non ha potere, aiutare chi non ce la fa a uscire allo scoperto. Inorridisco quando penso a giovani omosessuali, uomini e donne, maestri di scuola elementare o media, che hanno contro sia l’istituzione che la famiglia degli alunni, quei genitori feroci preoccupati che nella testa dei figli possa insinuarsi una deviazione».

DI OSCAR COSULICH SIGNORE DELLE FORMICHE

Ciak

Gianni Amelio , regista di Il ladro di bambini (1992), Porte aperte (1990), nominato all’Oscar per il miglior film straniero e Le chiavi di casa (2004), torna a Venezia dove nel 1994 ha vinto l’Osella per la miglior regia con Lamerica e nel 1998 il Leone d’Oro con Così ridevano. Amelio, membro della giuria a Venezia nel 1991 e nel 1992 e in quella di Cannes nel 1995, ha ottenuto nel 2017 il Nastro d’Argento per migliore film e migliore regia di La tenerezza e oggi torna a correre per il Leone d’Oro con Il signore delle formiche, che ci riporta al processo che, nel 1968, vide lo scrittore, poeta, drammaturgo, sceneggiatore e mirmecologo (studioso delle formiche) Aldo Braibanti accusato e condannato per plagio psicologico di un giovane. Quel capo di imputazione (introdotto dal fascismo col Codice Rocco e abolito dalla Corte Costituzionale nel 1981) era solo un pretesto per coprire la vera accusa, quella di omosessualità. «Nel 2014, realizzando il documentario Felice chi è diverso, dedicato all’omosessualità tra fascismo e dopoguerra, avevo cercato materiali su Braibanti e mi ero accorto che non c’era quasi niente se non qualcosa di ironico sul fatto che si occupava di disintetizzaformiche.Mièvenutavogliaditornaresuuncasochebenel’inciviltà,lasporcizia,l’ingiustiziaunPaesecomeilnostroinqueglianni,manonsolo»,haraccontatoAmelioa ,

IL

LA FRASEdel giorno «C’è un’iperconnessione, da una parte, e un isolamento dall’altra. Invece di sentirci più vicini ci sentiamo profondamente soli. I diciassettenni di oggi tornano a casa la sera e poi giocano con la Playstation e il Bluetooth rimanendo a parlarevedersi.senza È qualcosa di distopico» BenedettaPorcaroli

DI EMANUELE BUCCI Siamo sicuri di essere a Venezia nel 2022 ? Perché in realtà la Mostra del Lido ci sta dimostrando che il nostro immaginario fatica a uscire dagli anni ’80 . Sembra confermarlo oggi l’arrivo di Walter Hill , un maestro di quel decennio, che aveva contribuito ad aprire con le gang già post-ideologiche de I guerrieri della notte Per non dire dei film passati in concorso. Gli amanti cannibali di Luca Guadagnino sono figli emarginati dell’America di Reagan, Argentina, 1985 rievoca sin dal titolo il momento storico-politico dove un Paese ha tentato di esorcizzare i suoi demoni. Lo stesso decennio è stato immortalato negli scatti della grande fotografa Nan Goldin , ritratta da Laura Poitras (anche) nella sua battaglia contro lo strapotere di un capitalismo che da allora non ha allentato la presa. Senza contare l’apertura con White Noise, dove gli anni ’80 di Don DeLillo somigliano alla commedia nera dell’attualità, tra ambiente avvelenato, complotti, quarantene e il carnevale consumista come diversivo per non pensare alla morte (individuale e collettiva) incombente. E forse il punto è questo: se al cinema (e alla serialità) di oggi piace tanto rievocare gli anni ’80, non sembra tanto e solo un fatto legato alla generazione degli autori o al fascino dei prodotti culturali di allora. La verità è che quell’epoca per certi versi non è ancora finita . A ben vedere, infatti, siamo ancora orfani di pensieri politicamente forti, succubi della globalizzazione neoliberista, e ci rintaniamo nei nostri ricordi, nei nostri sogni e incubi divenuti nel frattempo digitali. Abbiamo imparato a farlo proprio in quegli anni, e da allora la tecnica si è perfezionata. Ma qualcosa, ormai da un po’, sta iniziando a scricchiolare , nella nostra gabbia dorata, e Venezia ci sta dando conto anche di questo. Il presente è quello di Athena, è il grido di rabbia di chi è rimasto troppo indietro, è l’allarme di fronte a un sistema che dà l’idea di non tenere più. Perché puoi sognare che la Storia sia finita, ma prima o poi sei costretto (anche dal cinema) a svegliarti. E, usciti dal loop temporale, rischiamo di trovarci in un futuro che non ci piacerà. n Venezia e il sognoincubo degli anni ’80

Non ci sono molti cineasti inglesi che in patria suscitano entusiasmo come Joanna Hogg . Il dittico di The Souvenir è stato unanimemente lodato dalla critica britannica, con il secondo capitolo amato e osannato anche più del primo. Una magnifica soddisfazione per la cineasta sessantaduenne che si toglie anche la soddisfazione di essere selezionata in concorso a Venezia 79 con The Eternal Daughter, storia di un’artista che torna nella vecchia casa di famiglia, ora trasformata in albergo, ma ancora abitata dall’anziana madre. Il rapporto madre figlia è uno dei temi più ricorrenti di questa Mostra del Cinema, affrontato già dagli italiani Pallaoro e Crialese rispettivamente in Monica e L’immensità The Eternal Daughter è una storia con molti elementi autobiografici. «Nel 2008 decisi di scrivere la sceneggiatura di un film che cogliesse il legame che ho con mia madre. Lei appartiene a una generazione di donne che teneva nascosti i sentimenti, aveva sperimentato la perdita senza sapere come trasformare il dolore, e a volte viveva tra rimpianti e sensi di colpa. Ho scoperto che il mio senso di colpa, legato a quello di mia madre, mi impediva di creare una storia simile. Due anni fa ho deciso di ambientarla in un hotel inquietante. I fantasmi possono intrecciarsi alle nostre emozioni più profonde»

PIGEONS

A fare le veci della regista sullo schermo un patrimonio artistico britannico, Tilda Swinton . Produce A24, terzo film in concorso per la major indipendente che sta rivoluzionando l’industria cinematografica internazionale. n «Dentro e fuori la tradizione, Walter Hill non fa che ridisegnare costantemente i confini del genere che costituiscono l’orizzonte in cui il suo cinema si identifica, se non altro per trascenderne le convenzioni nella ricerca costante di un rapporto costruttivo con il trascorso del mito americano ereditato dal cinema classico e, per altro verso, di un’autentica modernità etica e formale. Autore nel senso pieno del termine, Walter Hill non ha tuttavia esitazioni a riconoscersi nella figura dello specialista di film d’azione in cui la violenza è assoggettata a diversi gradi di stilizzazione, e la ricerca di effetti visivi inediti è perseguita con la sperimentazione costante nell’utilizzo delle possibilità offerte dal linguaggio cinematografico». Così dice Alberto Barbera di Walter Hill che oggi in Sala Grande sarà insignito del premio Cartier Glory to the Filmmaker , subito prima della proiezione Fuori Concorso di Dead For A Dollar. La vicenda narrata dal suo film prende spunto dalla sceneggiatura The Moon of Popping Trees di Matt Harris (insignita nel 2002 del premio Nicholl Fellowship in Screenwriting) ed è stata adattata per l’occasione dallo stesso Walter Hill. Siamo nel 1897 e il cacciatore di taglie Max Borlund ( Christoph Waltz ) si aggira nei dintorni di Chihuahua in Messico. È stato ingaggiato da un ricco uomo d’affari di Santa Fe e la sua missione è trovare e riportargli a casa la moglie Rachel Price (Rachel Brosnahan ), che è stata presa in ostaggio e rapita da Elijah Jones ( Brandon Scott ), un disertore afroamericano in fuga dall’esercito. Intanto si avvicina il momento dell’incontro/scontro con Joe Cribbens ( Willem Dafoe ), giocatore professionista, fuorilegge e nemico giurato di Max, che anni prima lo aveva mandato in prigione.

THE ETERNAL

DAUGHTER

Quando però Max scopre che la donna è in realtà andata spontaneamente con Elijah, fuggendo da un matrimonio dove era abusata dal marito, deve scegliere se portare lo stesso a termine la missione per cui è stato assunto e che si è rivelata ingiusta, o farsi da parte. Intanto intorno a lui si stringe il cerchio degli spietati mercenari e del suo antico rivale Cribbens. Max e il suo partner Alonzo Poe ( Warren Burke ) non hanno nulla da guadagnare se resistono, nulla salvo l’onore. L’ottantenne Walter Hill è il regista di numerosi cult come Iguerrieridellanotte (1979), I cavalieri dalle lunghe ombre (1980) e 48 ore (1982). Il suo Johnny il bello, con Mickey Rourke , è stato presentato nel 1989 al Lido nella sezione Venezia Notte e Hill è tornato in laguna nel 1996 con Ancora vivo, protagonista Bruce Willis , nelle Notti Veneziane. Il regista ha così commentato il riconoscimento che stasera gli sarà «Neltributato:mondo del cinema, è risaputo che è un grande onore essere invitati con una proiezione speciale alla Mostra del Cinema di Venezia. Oggi questo premio mi rende ancora più riconoscente. Grazie ad Alberto Barbera, a Giulia D’Agnolo Vallan, a Cartier e all’intera comunità del cinema che mi ha così tanto sostenuto e incoraggiato negli anni. Grazie a tutti voi, avete reso felice un anziano» n

Nel 2021 il chitarrista danese Jakob Bro , il trombettista norvegese Arve Henriksen e il batterista spagnolo Jorge Rossy pubblicano per l’etichetta ECM il disco Uma Elmo. Il titolo di uno dei nove brani che compongono quel CD è, appunto, Music for Black Pigeons ed è stato preso in prestito dai documentaristi danesi Jørgen Leth (ottantacinquenne veterano della cinematografia danese) e Andreas Koefoed (suo quarantatreenne collega) nel mettere in scena una stimolante analisi sulla musica e i musicisti jazz. Jørgen Leth pone domande esistenziali ai musicisti intervistati su cosa significhi suonare e cosa significhi ascoltare. Gli interpellati si concedono lunghe pause prima di tentare di abbozzare una risposta, a dimostrazione della difficoltà di esprimere a parole le emozioni della musica. Il film diventa una sorta di improvvisazione cinematografica. Il segreto suggerito per entrare davvero nella musica è nel riuscire ad essere nel momento presente mentre si suona e si improvvisa, portando così avanti l’eredità di generazioni di pionieri del jazz e creando qualcosa di diverso da qualunque cosa si sia mai sentita prima. Nel film seguiamo i protagonisti mentre si svegliano, provano, registrano, suonano e parlano di musica. La miscela di brani, concerti, backstage e interviste è trascinante visto il livello stellare dei musicisti coinvolti, una eletta schiera che, oltre al già citato Jakob Bro vede, tra gli altri, sfilare davanti alla cinepresa Lee Konitz, Bill Frisell, Paul Motian, Mark Turner e Joe Lovano Os. Co.

DI ALESSANDRO DE SIMONE

DEAD FOR A MUSICDOLLARFORBLACK

DI OSCAR COSULICH 2022DanimarcaPIGEONSFORMUSICBLACK , Regia Jørgen KoefoedAndreasLeth, DurataDocumentario, 92’ DEAD FOR A DOLLAR USA, Canada 2022, Regia Walter Hill Interpreti Christoph Waltz Willem Dafoe Rachel Brosnahan Warren Burke Benjamin Bratt Durata 114’ THE ETERNAL DAUGHTER Gran Bretagna 2022. Regia Joanna Hogg Interpreti Tilda Swinton

DAILY n. 7 - MARTEDÌ 06.09.2022 p. 3in Mostra

CALL OF GOD DI EMANUELE BUCCI

Nel dicembre del 2020 il cinema ha perso il regista sudcoreano Kim Ki-duk , morto a causa del Covid-19 mentre si trovava in Lettonia, ormai emarginato in patria dopo le accuse di stupro e molestie sessuali rivoltegli in piena epoca #MeToo. È stato l’amaro epilogo del percorso di un autore già acclamato nel mondo per i suoi film, l’ultimo dei quali, Call of God (Kõne taevast), è fuori concorso a Venezia 79, dopo essere stato completato dall’estone Arthur Weber seguendo le indicazioni lasciate dal defunto cineasta. Al centro, una ragazza nella cui mente si affaccia un amore. Ma, come spesso accade nell’opera di Kim, la violenza e i tormenti interiori hanno un peso non indifferente nelle relazioni umane. La vita, non per nulla, è «sadismo, auto-tortura, masochismo», disse il regista in uno dei suoi lavori più importanti e rivelativi, il doc-confessione Arirang (2011), dove raccontava se stesso e i propri rovelli in seguito a una drammatica crisi creativa e umana. Ed emergeva chiaramente la natura di sofferta ricerca esistenziale del cinema di Kim, focalizzato sugli eterni nodi della colpa, del dolore e della solitudine. Difficile, allora, che nelle storie del cineasta amore e morte siano disgiunti. E ce lo dimostrano i suoi film più noti, da La samaritana (2004, Orso d’argento a Berlino per il miglior regista) all’estremo e scioccante apologo muto Moebius (2013), passando per Ferro 3 – La casa vuota (2005) e Pietà (2012). Per questi ultimi due, Kim si aggiudicò rispettivamente il Leone d’argento e il Leone d’oro al Lido, dove si era affacciato per la prima volta partecipando al concorso principale con L’isola (2000), rimasto nella memoria per la crudezza delle immagini che turbò non pochi spettatori. n CALL OF GOD Kõne taevast, Estonia/Lituania/Kirghizistan, 2022. Regia Kim Ki-duk. Interpreti Zhanel Sergazina Abylai Maratov. Durata 81’.

«Ho fatto questo film con grande umiltà e pochissima conoscenza delle regole della Chiesa Cattolica – ha detto Gianfranco Rosi , regista di In Viaggio, Fuori Concorso a Venezia 79 - Ho scoperto che Papa Francesco ha la capacità di parlare ai credenti come ai non credenti con un linguaggio universale che passa anche attraverso silenzi e gesti». Il documentario ripercorre i viaggi di Bergoglio nei suoi 9 anni di pontificato attraverso Paesi del mondo afflitti da povertà, guerre ed emergenze climatiche. Va.Am.

ARRIVA THE FILM CLUB È la prima piattaforma italiana multicanale in streaming italiana. The Film Club , presentata ieri alla Mostra del Cinema con la benedizione di Laura Chiatti e Maro Bocci , includono nell’offerta iniziale, con più di 800 titoli, i tre canali Rarovideo Channel Full Action e Minerva Classic Presto saranno presentati nuovi canali che andranno ad arricchire ulteriormente l’offerta. Il progetto è nato da un’idea di Gianluca Curti , amministratore delegato di Minerva Pictures, e dal lavoro del Team Digital della società. The Film Club è partner della 37ª Settimana Internazionale della Critica (SIC) e assegnerà, al termine della rassegna, il premio del pubblico The Film Club Award

ORE 12.00. SPAZIO TROPICANA 1: Con segna del premio Bresson a Hirokazu OREKore’eda12.30.

LA GIORNATA DELLA POPSTAR, A VENEZIA COME ATTORE: “GRAZIE PER

è

La factory di Luce Cinecittà diventa la casa del Documentario italiano Lo storico marchio che gestisce tra l’altro l’immenso archivio del Luce e negli ultimi 10 anni ha prodotto oltre 200 titoli, raccogliendo premi nei grandi festival mondiali, punta all’innovazione all’insegna di un nuovo slogan, Anno Luce, per produrre «30 titoli con i quali alimentare l’immaginario del Paese». Lo ha svelato Chiara Sbarigia , da un anno alla presidenza del Luce e una lunga esperienza nella produzione audiovisiva: «La stella polare della nostra headline per il 2022-23 saranno la qualità, la ricerca dei nostri migliori talenti e di linguaggi e sguardi nuovi e l’attenzione al pubblico» Tra i 30 titoli della nuova proposta, Daniele Luchetti con il ritratto di Carla Fracci, Daniele Vicari sulle orme del genio musicale di Fela Kuti; Agostino Ferrente, che dopo Selfie, David come miglior documentario, sorprende con un Selfie 2, ed Enrico Ghezzi ne Gli ultimi giorni dell’umanità, in selezione ufficiale qui a Venezia. E ancora, la storia riletta in chiave intima e pop da Wilma Labate in Quei due su Edda e Galeazzo Ciano, Lotta continua, diretto da Tony Saccucci; Pio La Torre visto da Walter Veltroni e il nuovo lavoro di Francesco Patierno, Svegliami a mezzanotte. «Stiamo rafforzando partnership produttive – ha sottolineato Sbarigia - per conquistare nuovi spazi di programmazione su tv e piattaforme. Abbiamo progetti con Rai Cinema, Rai Documentari, Sky, anche grazie al sostegno rivolto alle produzioni indipendenti» Un impegno che nel 2022 vale 1,5 milioni di investimento n

ROSI: «PAPA FRANCESCO SA PARLARE ANCHE AI NON CREDENTI»

AFFETTO”

In una Mostra del Cinema schierata per la libertà d’espressione e d’informazione, l’ Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e l’ Ass. Articolo 21 hanno promosso un incontro dedicato a Julian Assange , giornalista fondatore di WikiLeaks , detenuto nel Regno Unito e a rischio di estradizione (e di una condanna a 175 anni di carcere) negli USA, di cui ha denunciato, diffondendo documenti riservati, i crimini di guerra in Iraq e Afghanistan. Presenti, tra gli altri, Vincenzo Vita (Presidente AAMOD) Giorgio Gosetti (Delegato generale delle Giornate degli Autori), Giuseppe Giulietti (Presidente della Federazione della Stampa), Monica Andolfatto (Segretaria dei Giornalisti veneti), Manuela Piovano (Vicepresidente dell’ANAC) e l’attrice Ottavia Piccolo . Intervenuti anche il Presidente delle GdA Andrea Purgatori e Carlo Bartoli , Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, che insieme alla Segretaria Paola Spadari e in collegamento con Stefania Maurizi (autrice del libro Il Potere segreto), ha conferito la tessera onoraria dell’ordine ad Assange. «Pasolini», ha commentato Maurizi, «diceva “Io so, ma non ho le prove”. Grazie a Wikileaks abbiamo avuto le prove» Emanuele Bucci

DI TIZIANA LEONE

APPUNTAMENTI H

ORE 9.00. SALA CONFERENZE STAMPA: Masterclass Art Dialogues: Comporre per il cinema con Rachel Portman e Simone Menezes. Conduce Stéphane Lerouge ORE 10.00. SALA LAGUNA: Panel Milano Film Network. ORE 10.30. SALA TROPICANA 1: Il cinema per osservare, immaginare e cercare i ricor di. Incontro con Hirokazu Kore’eda ORE 11.00. SPAZIO INCONTRI: La bellez za perduta: Siria. La Croce Rossa Italiana presenta il documentario con Raoul Bova alla scoperta delle bellezze violate e dell’u manità ferita. È il primo episodio di una serie di docu-film in produzione.

CINECITTÀ DIVENTA “LA CASA DEL DOCUMENTARIO ITALIANO” DI LISA THIENE

n

AEROPORTO NICELLI: Indie Jungle Fest. Concerto live Calibro 35 plays Morricone. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

”Harry!

ORE 15.00. SALA TROPICANA 1: Acqua, sorgente di vita. Tutela delle risorse del paese e sviluppo della cultura. Un incontro promosso da AICS, MISFF & AFF. ORE 16.15. SPAZIO INCONTRI: Biennale College Cinema, una decade di cinema d’avanguardia. Modera l’incontro Peter Cowie. Partecipano Fabien Baumann, Sa rah Ehnholm-Hielm, Grenn Kenny e altri. ORE 18.00. SPIAGGIA DES BAINS: Il Do pocinema di Cosmopolitan con Claudia Gerini, con la tiktoker Gaia Sidoni. La musica è quella dell’archivio della Cam Re cords. Fino alle 22.00. ORE 18.00. SALA TROPICANA 1: Woman in cinema award. Un omaggio per valo rizzare il talento delle donne. Un premio ideato da Angela Prudenzi, Claudia Conte e Cristina Scognamillo. Tra le premiate Audrey Diwan, Malika Ayane, Darya Tregubova, Chiara Ugolini ORE 18.00 CASA DEGLI AUTORI: Gazebo TALK MUBI #3. Incontro con Salvatore Mereu (regista di Bentu) e Ciro De Caro (regista di Giulia). ORE 20.00. SALA TROPICANA 1: Il ci nema incontra l’arte. Un incontro con Riccardo Manfrin patron del Masterpiece Group. ORE 21.45. SALA GRANDE: Premio Cartier Glory to the Filmmaker Award a Wal ter OREHill22.00.

HARRY STYLES E L’ASSALTO DELLE TEENAGER IL VOSTRO

in Mostra H

“Da quando mia madre è morta sei la mia unica ragione di vita”. Il cartello di una fan, assiepata tra le tante sul red carpet fin dalla notte prima, parla chiaro. molto?»«Selaincontratepotetedirlechelaringrazio.Dopo

CASA DEGLI AUTORI: al Gaze bo Panel della Sardegna Film Commission. ORE 13.30. SALA TROPICANA 1: Ritorno al presente di Max Nardari con Daniela Poggi, Clizia Fornasier, Attilio Fontana e il regista Max Nardari. ORE 14.00. SPAZIO INCONTRI: Seminar on Gender Equality & Inclusivity in the Film Industry. Organizzato da La Biennale di Venezia, Eurimages, Women in Film Te levision e Media Italy. ORE 14.30. ITALIAN PAVILION: Cultural Collaborations between Italy and Thailand. Interventi di apertura di Roberto Stabile con Lucia Borgonzoni e l’ambascia tore Lorenzo Galanti.

Timothée, è il turno di Harry, altro divo, altra corsa, il delirio è sempre lo stesso, così come il senso di devozione e rispetto per i fan che li hanno creati. «Sono grato alla gente che mi ha sempre supportato e ai miei amici che mi hanno dato un luogo in cui poter essere me stesso e poter esprimere e fare la musica che mi piace – afferma Harry - Devo tutto questo all’ambiente e ai fan e spero di poterlo restituire, è la cosa che desidero di più». La fama non è più una questione di bellezza, archiviato il concetto di macho, la star di questa nuova era pesa meno di 70 chili, calca il red carpet in gonna e alle unghie porta lo smalto. Verde per Harry Styles , sorridente in conferenza stampa e deflagrante sul red carpet sempre insieme a Olivia Wilde , compagna nella vita e regista del suo film Don’t worry, darling. I social hanno parlato di liti sul set con la protagonista Florence Pugh , grande assente all’incontro con i giornalisti. «Sono chiacchiere che internet alimenta», garantisce lei. Eppure è anche grazie al web e ai social che Harry è HARRY «Credo che ci siano molti lati negativi dei social – ammette Styles - Ma è importante ricordarci che ci sono anche cose positive che avvengono grazie ai social. Credo che la comunità sia tutto, ma è importante definire se è fatta dalla famiglia, dagli amici, da tutte le persone che ci circondano nella vita, perché credo che sia più troppoqualcosadifacciosentoimportanteciòcheinfluenzailnostroquotidianodeimedia».Hacalcatoipalchipiùcelebridelpianeta,portandolasuamusicaovunque,mastavoltalapopstaraffrontailmondodelcinema,partendodirettamentedaVenezia.«Mimoltofortunatoperchéillavorochemipiace–giura–Magraziealruoloattorehopotutoesploraredidiverso.Nonguardoavanti,prendoungiornoallavolta,nonsoancoraseavròunfuturodaattore».Dicertoilpresentesel’ègiàpreso,l’eco Harry! Harry!” risuonata per tutto il giorno al Lido, si è infilata negli incontri stampa limitrofi, è esplosa sul red carpet e si è accomodata sulla poltrona per due, dove lo aspettava Timothée.

LA PRESIDENTE CHIARA SBARIGIA: “30 TITOLI PER ALIMENTARE L’IMMAGINARIO DEL PAESE”

ASSANGEDILIBERAZIONEPERVENEZIALAJULIAN

DAILY n. 7 - MARTEDÌ 06.09.2022 p. 5in Mostra AL LIDO con STEFANO DISEGNI Stefano Disegni Channel COLIN PROTAGONISTAFARRELL, DI THE BANSHEES OF INISHERIN FLORENCE PUGH, L’ALTRA STAR DI DON’T DARLING,WORRYASSENTE AGLI REGISTADELININCONTRIPARTECIPARENONSTAMPA,INCONTRICHEPERÒHAVOLUTOAGLISTAMPABASSO,ILCASTFILMCONLA OLIVIA WILDE ARIANNE PHILLIPS, PREMIATA CON IL CAMPARI PASSION FOR FILM 2022 OGGI LA BAMBOLA DI PEZZA SUI PREDATORI SESSUALI Sarà presentato in anteprima oggi come evento speciale, La Bambola di pezza, il progetto vincitore della quarta edizione del contest La Realtà che “non” Esiste, scritto e diretto da Nicola Conversa, prodotto da One More Pictures con Rai Cinema, con Claudia Gerini, Mariasole Pollio, Giancarlo Commare, Tommaso Cassissa e Ludovica Coscione. Incentrato sui predatori sessuali della rete, di cui cadono vittime soprattutto giovani tra i 10 e i 13 anni, il progetto transmediale, alla cui anteprima parteciperà anche Carl Brave , sarà disponibile da oggi su Raiplay, per diventare poi un cortometraggio in Virtual Reality 360, un Artwork realizzato da Josephine Yole Signorelli, alias @Fumettibrutti e una serie di Podcast in 5 puntate in collaborazione con RaiPlay Sound. Tiz. Leo. LIDO LAND

人 间 喜 剧 From 28.08 to 27.11.2022 Every day except Tuesday 10 am - 6 pm Abbazia di San Giorgio Maggiore, Isola di San Giorgio, Venezia Tomomotdesign Ai Weiwei LA COMMEDIA UMANA MEMENTO MORI thanks to in partnership with

Are we sure we are in Venice in 2022? Because the Festival is showing us that our imagination is struggling to get out of the ‘80s. It seems confirmed today by the arrival of Walter Hill , a master of that decade, who had helped open with the already post-ideological gangs of The Warriors. Not to mention the past films in the competition. Luca Guadagnino ’s cannibal lovers are outcast children of the America of Reagan. Argentina, 1985 evokes from its title the historical-political moment where a country attempted to exorcise its demons. The same decade was immortalized in the shots of the great photographer Nan Goldin , portrayed by Laura Poitras (also) in her battle against the overwhelming power of capitalism that has undoubtedly not loosened its grip on the people since then. Not to mention the opening with White Noise, where Don DeLillo’s 1980s seems to be the black comedy of our present, amid a poisoned environment, conspiracies, quarantines, and the consumerist parade as a diversion from thinking about impending (individual and collective) death. Maybe this is the point: if today’s cinema (and series) likes so much to revoke the 1980s, it’s not only because most of the directors and screenwriters grew up during that decade. And neither because of the fascination with the cultural products of those years. The truth, probably, is that that era, in some ways, is not yet over. We are still orphans of politically strong thoughts and dominated by neoliberal globalization, hidden in our memories, dreams and nightmares that meanwhile have turned digital. We learned to do it in those years, and the technique has been tuned. But something, for a while now, starts creaking in our golden cage, and Venice is warning us. Athena is the contemporary cry of anger of those left behind, the alarm of a social society that is no longer working. Because we are allowed to dream that history is over, but sooner or later we’ll wake up (and cinema as well). And once out of the time loop, the risk is to live in a future we will not like. Daria Deflorian Antonio Tagliarini Demuru Emanuele Badiluzzi, Andrea Pizzalis, Emanuele Pontecorvo. Durata: 88’ La vita reale e il processo creativo di uno spettacolo che prende forma si mescolano continuamente nel documentario realizzato da Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri dal titolo Siamo qui per provare. I due protagonisti sono Daria e Antonio, vicini di casa, ma soprattutto coppia artistica che sta per mettere in scena un nuovo progetto ispirato a Ginger e Fred di Federico Fellini . Daria sta per sposarsi e Antonio le farà da testimone, mentre giorno per giorno, tra lezioni di tip tap e prove, insieme ai loro colleghi e amici, compongono non solo la drammaturgia del loro spettacolo, ma anche quella della propria vita personale. In Siamo qui per provare i piani del reale e della finzione si confondono «come se fosse la vita in divenire con le sue imprevedibili traiettorie», dicono i registi.

Monica

Per il suo primo lungometraggio Graham Foy abbandona lo pseudonimo di “Fantavious Fritz” e ci offre la perfetta giornata estiva, finita in tragedia, di tre adolescenti. Il dirupo sotto la ferrovia è dove Colton e Kyle condividono sogni e desideri che esprimono nei graffiti che disegnano, ma anche dove si aggira Whitney, in cerca di conforto dopo esser stata abbandonata dalla migliore amica, e dove sparisce. Resta solo il suo diario, gli sfoghi e le confidenze, che i due amici raccolgono portandoci in un mondo dove potremmo fare incontri ultraterreni. Il passaggio all’età adulta diventa un racconto lirico, immaginifico quanto reale, ricco di «riferimenti a eventi, personaggi e luoghi» dell’adolescenza di Foy, passata nella stessa Calgary dove ha girato questa sua «visione poetica sull’amicizia, sulla perdita e il lutto» Mattia Pasquini

Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web), Tiziana Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini - Foto: Maurizio D’Avanzo Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it www.ciakmagazine.it Facebook.com/CiakMagazine Twitter.com/CiakMag Instagram.com/CiakMag

Vania Amitrano MAIDEN Canada, Stati Uniti, 2022, Regia Graham Foy, Interpreti Jackson Sluiter Marcel T. Jimenèz Hayley Ness, Durata 117’

SPACCAOSSA Italia, 2022. Regia Vincenzo Pirrotta. Interpreti Vincenzo Pirrotta, Selene Caramazza, Ninni Bruschetta, Giovanni Calcagno, Filippo Luna, Aurora Quattrocchi, Simona Malato, Luigi Lo Cascio. Durata 1h e 45’. In una Palermo raramente così cupa si svolge il primo lungometraggio di Vincenzo Pirrotta Spaccaossa, in anteprima alle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori . La storia, nelle parole del regista (e sceneggiatore con Ignazio Rosato), ci mostra «una doppia miseria»: quella materiale di persone disperate che accettano di farsi mutilare gli arti per denaro, e quella morale della banda criminale che pratica questo business, spaccando letteralmente ossa per simulare incidenti e truffare le assicurazioni. Del gruppo fa parte anche Vincenzo, interpretato dallo stesso Pirrotta , che definisce il personaggio «un uomo senza qualità, forse il più miserabile di tutti». Al punto da coinvolgere nel suo giro anche la donna per cui prova dei sentimenti, la tossicodipendente Luisa ( Selene Caramazza ). Ad ispirare Spaccaossa un vero fatto di cronaca, che Pirrotta ha inizialmente pensato di portare a teatro. «Ma poi», racconta, «parlando con Salvo Ficarra, lui mi ha consigliato di realizzare un film». Emanuele Bucci DOGBORN Id., Svezia, 2022. Regia Carbonell.IsabellaInterpreti Silvana Imam, Philip Oros, Mia Liu, Emma Lu. Durata 1h e 24’. Dogborn, primo lungometraggio scritto e diretto dalla svedese Isabella Carbonell , in concorso alla Settimana Internazionale della Critica , è, nelle parole della Direttrice Beatrice Fiorentino averesocietàQuella«unadiscesaagliinferimaancheilraccontodiunapossibilerinascita».diduegemellisenzatettochetentanodisopravvivereinunadisumana.Mafindovesarannodispostiaspingersipurdiunavitamigliore?Primadiquestofilm, Carbonell ha diretto vari cortometraggi, tra cui Boys (2015), selezionato alla Semaine de la Critique di Cannes e premiato all’AFI FEST. Nello stesso giorno di Dogborn, il concorso dedicato al cinema breve di SIC@SIC ospita invece il distopico Nostos di Mauro Zingarelli. Em. Bu.

Valenti Francesco Alberici Martina

n SALA GRANDE VENICE AND THE DREAM NIGHTMARE OF THE 1980S BY EMANUELE BUCCI GUERRE STELLARI F. Ferzetti L’ESPRESSO A. Finos REPUBBLICA P. Mereghetti IL DELLACORRIERESERA M. Mancuso IL FOGLIO F. Alò IL MESSAGGERO A. De Grandis IL GAZZETTINO F. Pontiggia IL QUOTIDIANOFATTO M. Gottardi LA VENEZIANUOVA F. Caprara LA STAMPA P. Armocida IL GIORNALE C. Piccino IL MANIFESTO MEDIA WHITE NOISE HH½ HHH½ HH HHHHH HH½ HHH HH HHH HH½ HH½ HH½ 2,8 TÀR HHH½ HHHH HH½ H HHH½ HHH H HHH½ HHH½ HHH HH 2,8 BARDO HH HHH½ H HHH HHHH H HHH HH HHH HHHH½ HH 2,6 BONES AND ALL HHH HHHH½ HHH HHHH HHHHH HHHH HH½ HHH½ HHHH HHHH HHHHH 3,9 ATHENA HHH HHH½ H HHHHH HHH HHH HH HHHH HHHH HHH½ H 3,0 UN COUPLE HHH½ NP HHH½ H H HH½ H NP HH HHH HHHHH 2,5 ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED NP NP HHH½ NP HHH½ HH½ HHH½ HHH HHH HHH NP 3,1 MONICA HH HHHH HH H HH HHH½ HHH HHHH HHH½ HHH½ HHH 2,9 ARGENTINA 1985 HHH½ HHH½ HHH½ HHHHH HHHH½ HHH HH½ HHH½ HHHH HHH HH½ 3,5 THE WHALE H½ HHH HH HH HH½ HHH½ H½ HHH½ HHH HH½ HH½ 2,5 LES ENFANTS DES AUTRES HH HHH HH HHH HH½ HH½ H½ HH½ HH½ HHH H½ 2,4 L’IMMENSITÀ HHH HHHH HH½ HH HHH H½ HH HH HHH½ HHH HHH 2,7 LOVE LIFE HHHH HHHH HHHH½ HHH HHH HHH HHH½ HHH HHH½ HHHH HH½ 3,5 THE BANSHEES OF INISHERIN HHH½ HHHH½ HHHH HHHHH HHHH HHHH HHHH HHHH HHH½ HHH½ H½ 3,8 HHHHH LA PERFEZIONE ESISTE HHHH DA NON PERDERE HHH INTERESSANTE HH PREGI E DIFETTI H DIMENTICABILE NP VOTO NON PERVENUTO SIAMO QUI PER PROVARE Italia, 2022. Regia: Greta De Lazzaris Jacopo Quadri Interpreti:

DAILY n. 7 - MARTEDÌ 06.09.2022 p. 7in Mostra in Mostra

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