DAILY#6 78. Mostra del Cinema di Venezia - 6Sept2021 Venews+Ciak

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presenta

DRIVE MY CAR

un film di

HAMAGUCHI RYUSUKE

press conferences

tratto dall’omonimo racconto di MURAKAMI HARUKI

sala casinò

12.00 EZIO BOSSO. LE COSE CHE RESTANO (Fuori Concorso) 12.45 L’ÉVÉNEMENT (Venezia 78) 13.30 LA CAJA (Venezia 78) 14.15 LA SCUOLA CATTOLICA (Fuori Concorso) Solo accreditati, prenotazione obbligatoria/ Press holders, only upon reservation

8.30

Sala Darsena

FUORI CONCORSO press - industry

LA SCUOLA CATTOLICA (The Catholic School) Stefano Mordini (106’) v.o. italiano st. inglese

8.30

PalaBiennale

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

MONA LISA AND THE BLOOD MOON Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese

8.30

Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry

9.30

Sala Pasinetti

VENICE PRODUCTION BRIDGE FINAL CUT IN VENICE industry gold - trade

AS NOITES AINDA CHEIRAM A PÓLVORA (The Nights Still Smell of Gunpowder) Inadelso Cossa (40’) v.o. tsonga st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

10.30

Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti

MIZRAHIM, LES OUBLIÉS DE LA TERRE PROMISE (The Forgotten Ones)

EVA

Michale Boganim (93’) v.o. ebraico st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

ELES TRANSPORTAN A MORTE (They Carry Death)

10.45

8.30 Teatro Piccolo Arsenale

NOUS, ÉTUDIANTS! (We, Students!)

Rossella Inglese (20’) v.o. italiano st. inglese

Helena Girón, Samuel M. Delgado (75’) v.o. galiziano, spagnolo st. italiano/inglese

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

ILLUSIONS PERDUES (Lost Illusions)

Xavier Giannoli (144’) v.o. francese st. italiano/inglese

8.45

Sala Grande

VENEZIA 78 press - industry

LA CAJA (The Box)

Lorenzo Vigas (92’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

9.00

Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti

Sala Pasinetti

VENICE PRODUCTION BRIDGE FINAL CUT IN VENICE industry gold - trade Rafiki Fariala (83’) v.o. francese, sango st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

11.00

Sala Grande

FUORI CONCORSO press - industry

LA SCUOLA CATTOLICA (The Catholic School) Stefano Mordini (106’) v.o. italiano st. inglese

11.00

Sala Darsena

VENEZIA 78 press - industry

LA CAJA (The Box)

COSTA BRAVA (Costa Brava, Lebanon)

Lorenzo Vigas (92’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

Mounia Akl (106’) v.o. arabo st. italiano/inglese

11.00

9.00

ILLUSIONS PERDUES (Lost Illusions)

Sala Casinò

ORIZZONTI tutti gli accrediti

Xavier Giannoli (144’) v.o. francese st. italiano/inglese

MIRACOL (Miracle)

Bogdan George Apetri (118’) v.o. rumeno st. italiano/inglese

9.00

11.15

Sala Astra 1

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

ARIAFERMA (The Inner Cage) Leonardo Di Costanzo (117’) v.o. italiano st. inglese

9.15

Sala Volpi

IL PARADISO DEL PAVONE (The Peacock’s Paradise)

MIRACOL (Miracle)

Bogdan George Apetri (118’) v.o. rumeno st. italiano/inglese

7 PRISIONEIROS (7 Prisoners)

Acclamato dalla critica internazionale Vincitore morale del Festival di Cannes

Alexandre Moratto (90’) v.o. portoghese st. italiano/inglese Read/Download

Sala Astra 2

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

ARIAFERMA (The Inner Cage) Leonardo Di Costanzo (117’) v.o. italiano st. inglese

DAILY#6

Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA press - industry

Laura Bispuri (89’) v.o. italiano st. inglese

V E N I C E

Sala Volpi

ORIZZONTI tutti gli accrediti

11.30

ORIZZONTI tutti gli accrediti

9.15

PalaBiennale

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

SEGUE A P. 8

6 September 2021

F I L M

F E S T I VA L

AL CINEMA DAL 23 SETTEMBRE


2

#6


A

story on France, back when abortion was illegal and feminine sexuality was culturally repressed. Audrey Diwan tells a story that is also her own in L’événement. Paternity, on the other hand, is absent, longed for, maybe born-again in Lorenzo Vigas’ La caja . Vigas is the first Venezuelan director being awarded the Golden Lion, back in 2015 with Desde allà . From South America to Taiwan for The Falls by Chung Mong-hong, a story on the emotional collapse of a businesswoman that will end up losing everything. The Catholic School by Stefano Mordini is an adaptation of the novel of the same name by Edoardo Albinati. The story follows children of upper-class Rome families and their sheltered education in a religious college, up until the point when they find themselves close to one of the cruellest murders ever committed in the region.

Free for all di Riccardo Triolo

N

ell’edizione della maternità, un film sul diritto di abortire. La regista di L’événement (Concorso), Audrey Diwan, di origine libanese, pesca nella migliore letteratura d’oltralpe – la prosa corporea e politica di Annie Ernaux – per raccontare di quando in Francia abortire era illegale e il desiderio femminile veniva sistematicamente represso. Una storia autobiografica che sulla pagina ha saputo fondere personale e politico e che sullo schermo minaccia di rinnovare la sua portata rivoluzionaria. È invece la paternità, assente, agognata, forse ritrovata, ad animare la poetica di Lorenzo Vigas, in Concorso oggi con La caja . Primo venezuelano a ottenere il Leone d’Oro nel 2015 con Desde allà , Vigas prosegue la sua indagine sui legami profondi e sulle contraddizioni dell’America Latina. Ci si dirige poi a Taiwan per The Falls di Chung Mong-hong (Orizzonti), con al centro il crollo emotivo di un’affermata donna d’affari che finirà per perdere tutto. La scuola cattolica di Stefano Mordini, tratto dal romanzo omonimo di Edoardo Albinati, premio Strega 2016, segue l’educazione – e la deviazione – di un gruppo di borghesi romani i quali, iscritti in una protettiva scuola maschile, vivranno da lontano le tensioni degli anni di piombo ma da vicino l’efferatezza del massacro del Circeo. Per chiudere, due omaggi doverosi. Ezio Bosso. Le cose che restano, diretto da Giorgio Verdelli, è la ricognizione corale della vicenda umana intensissima ma finita troppo presto dell’indimenticato e poliedrico musicista scomparso lo scorso anno. Il secondo vede per la prima volta insieme la Mostra, la Settimana Internazionale della Critica e le Giornate degli Autori nel ricordo del grande Citto Maselli.

past conferences

She is like a fairy beast, like a child and then a girl and then a monster and that’s freedom, that’s exciting Ana Lily Amirpour

intervista Lorenzo Vigas

intervista Paola Severini Melograni

di Andrea Falco

di Fabio Marzari

L

orenzo Vigas ha stupito il pubblico alla Mostra del Cinema nel 2015 col suo Desde allá, che gli è valso il Leone d’Oro. Il regista venezuelano analizza in modo profondo e in un certo senso impietoso lo stato dell’America Latina, soprattutto da un punto di vista sociologico. Le particolarità delle famiglie latinoamericane sono indagate e giudicate nettamente come terreno su cui cresce la domanda di un certo tipo di politica. Il primo cortometraggio di Vigas, Los elefantes nunca olvidan (2004), è stato l’inizio di una storia di padri mancanti che continua ora con La caja. L’essere padre pare il vero protagonista del suo film, un personaggio ideale, non fisico. L’America Latina è profondamente segnata, e da molti anni, dal bisogno di rimpiazzare un padre che spesso manca nelle nostre case. È per questo che appaiono i vari Chávez e Perón, per riempire quel vuoto e quel bisogno di una figura genitoriale. Una figura politica idealizzata che, indipendentemente da quanto fanno, noi tolleriamo e sosteniamo. Il motivo per cui il tema mi interessa è chiaro, perché è da lì che io vengo. Ha girato sul posto. Ha scelto attori non professionisti? Mi piace combinare attori professionisti e non professionisti. Voglio il meglio di ciascuno mondo. Gli attori non professionisti mettono i professionisti in una situazione difficile perché non sanno cosa aspettarsi da loro. Questa tensione genera dinamiche interessanti sul set e arricchisce il film. Ho lavorato con attori di carriera come Hernán Mendoza e con attori alla loro prima prova come Hatzin Navarrete. È la stessa cosa che ho fatto in Desde allá. Il resto del cast è anch’esso il prodotto di questa combinazione. Per esempio, la signora che consegna i resti dei parenti all’inizio del film è una famosa attrice messicana, tutti gli altri, invece, sono davvero lavoratori in quella fabbrica che si vede nel film. Non possiamo non chiederci cosa ci sia nella scatola, almeno da un punto di vista metaforico… Il che è proprio il motivo per cui vediamo Hatzin aprirla. Avrebbe forse trovato gli operai, dentro? O i resti delle migliaia di donne scomparse nel Messico settentrionale? Si aspetta che il suo film stimoli un dibattito sulla mancanza di padri in America Latina? È un film di critica? Non faccio film aspettandomi che qualcos’altro accada in conseguenza. I film che faccio vengono dalle storie che ho dentro. Se qualcosa di bello accade in conseguenza, benissimo, ma non è la ragione per cui li faccio.

Director's cuts

No borders

We had fun mixing and matching everything. It was one of our goals and in these long years, our efforts paid off in the ability to afford these ‘luxury programmes’. We looked around us and thought: “It is the year 2021, cinema has changed radically, does it make any sense to stick to the selection criteria that we used in the past?”. Our society evolves incessantly, and the influence of media grows stronger by the day. If you don’t adapt, you’ll get swept away and lose work, there’s no way around it. Since the beginning, we understood that the premises to do what we do are freedom and courage to support our choices. We must not let ourselves be conditioned by filmmaking of the past and critical thought, which has dominated the last few years.

P

aola Severini Melograni, giornalista e conduttrice radiofonica e televisiva, giunta alla sesta stagione con O anche no in onda su Rai 2, trasmissione che si occupa dei problemi legati al mondo del terzo settore, ha conosciuto bene Ezio Bosso. Sua fu l’intuizione di farlo partecipare al Festival di Sanremo per fare conoscere al grande pubblico televisivo il genio musicale del talentuoso pianista, compositore e direttore d’orchestra, mancato prematuramente lo scorso anno. In occasione della proiezione speciale del documentario Ezio Bosso. Le cose che restano di Giorgio Verdelli abbiamo con lei tracciato un ritratto di questo straordinario musicista, con cui nel tempo aveva costruito un rapporto di vera amicizia. Come ha conosciuto Ezio Bosso? Ci siamo conosciuti alla fine di ottobre 2015, quando l’ho invitato a partecipare alla mia trasmissione su Radio Rai per fargli raccontare la sua storia. Ci siamo poi incontrati di nuovo all’inizio di dicembre di quell’anno, quando ci siamo visti per un aperitivo a Roma. Quali erano le sue condizioni fisiche allora? Aveva già grosse difficoltà nel camminare. La sua malattia non era facilmente catalogabile. Era eminentemente neurologica degenerativa, ma composta da diversi sintomi che andavano di frequente in remissione per poi aggravarsi nuovamente. Non era ‘solo’ SLA quindi, ma una malattia che si componeva di diverse disfunzioni. La prima intervista radiofonica che realizzammo fu davvero molto bella; iniziammo dandoci del lei per poi passare subito al tu. Iniziammo a parlare di quello che si aspettava dalla vita e ad un certo punto gli dissi: «Tu secondo me dovresti andare al Festival di Sanremo». Lui lì per lì non si dimostrò per niente convinto dell’opportunità della cosa, ma io non desistetti e lo incalzai: «Scommetti che riuscirò a portarti lì?». Direi che la scommessa l’ho vinta io. Ci racconti bene come andò questa partecipazione. Dal punto di vista televisivo non fu collocato in una buona posizione; la sua esibizione venne programmata per il martedì di sera tardi, ma nonostante ciò il suo intervento venne visto da quasi 13 milioni di telespettatori. Fu ovviamente una sorpresa per tutti, ma non per me: sapevo esattamente cosa avrei visto, che persona straordinaria mi sarei trovata ad osservare e ad ascoltare. Ero sicurissima che l’incontro tra Ezio e il grande pubblico sarebbe stato un momento unico: la mattina del martedì mentre eravamo impegnati nelle prove ricordo come se fosse ieri l’emozione della troupe e dei tecnici, uno addirittura si mise a piangere. Decisi di seguire l’esibizione con i colleghi in sala stampa dell’Ariston per vedere quale sarebbe stata la loro reazione. Alla fine dell’esibizione si alzarono tutti in piedi ad applaudire, l’emozione era tangibile e intensa. A livello mediatico ovviamente avevo fatto in modo che uscissero degli articoli prima del concerto; ebbi un grossissimo sostegno dal «Corriere della Sera», soprattutto attraverso «Sette», di cui ero editorialista, grazie ai direttori Pier Luigi Vercesi e Luciano Fontana, e poi da «Sorrisi e Canzoni» diretto da Aldo Vitali. Durante l’esibizione avevo di fianco la giornalista di «Avvenire» Angela Calvini; ci siamo tenute per mano per tutta la durata dell’intervento di Ezio, condividendo un’emozione davvero fortissima. Quando tutti si sono alzati in piedi ad applaudire ci siamo guardate e ci siamo dette: «Ce l’abbiamo fatta». Avevo la percezione precisa che l’esibizione di Ezio avrebbe cambiato da quel momento in poi il SEGUE A P. 7

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La versione di Edoardo Per prima cosa, La scuola cattolica di Edoardo Albinati non è un racconto sul delitto del Circeo, anche se lo scrittore era compagno di scuola di uno degli assassini e anche se alcune pagine a questo sono dedicate. In realtà è il romanzo di una generazione, quella che inizia negli anni ‘60 con il caso Braibanti, l’unico italiano condannato per plagio e accusato di aver avuto rapporti omosessuali con un ragazzo. Poi il delitto del Circeo nel 1975, la festa al Parco Lambro nel 1976 per terminare nel 1979 e il processo per stupro al Tribunale di Latina con le arringhe di Lagostena Bassi. Anni in cui «i ragazzi andavano ancora a letto con il pigiama», ma in cui «la principale stimolazione ci veniva dalla televisione e dalle barzellette sporche» e il Gran Hotel con le vicende peccaminose di amori e tradimenti veniva rapidamente sostituito da Detective e poi Le Ore, o da film quali Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno, campione di incassi nel 1972. È un memoir, un Bildungsroman, ma costruito attorno a frammenti di vita, attorno a una giovinezza che risulta lieve per il tempo trascorso. La frequentazione del protagonista è di una prestigiosa scuola cattolica della Capitale, interamente maschile, dove il preservativo veniva pensato come “medicinale in gocce”, ma dove «all’età di dodici anni avevo già visto o fatto morire migliaia di persone. Avevo partecipato a fucilazioni e funerali. Avevo compiuto stragi», fossero fantasticherie salgariane o tratte dai Viaggi di Gulliver, ove si pone la questione se mangiare o no i bambini per alleviare la fame del popolo. Inutile forse dire che le fantasie erotiche prevalgono ed è il Marchese de Sade che domina. «Nascere maschi è una malattia incurabile», scrive Albinati. Forse proprio questo è il tema principale del libro: l’educazione maschile nel secolo scorso. Il libro ha vinto il Premio Strega nel 2016. L’autore, scrittore, traduttore e sceneggiatore, lavora come insegnante nel penitenziario di Rebibbia. Loris Casadei

Biennale College

EL GRAN MOVIMIENTO Orizzonti

di Kiro Russo con Julio Cézar Ticona, Max Eduardo Bautista Uchasara, Francisca Arce de Aro, Israel Hurtado, Gustavo Milán (Bolivia, Francia, Qatar, Svizzera, 85’)

DON’T STOP WALKING Elder is a young man willing to do anything he can to get reinstated in the mine from which he has been fired without a solid explanation. After having walked for a week to reach La Paz together with some of his colleagues, he arrives in a city full of people and possibilities. However, he feels excluded from them also because of his increasingly critical state of health. As soon as the situation seems to get better, thanks to a new job at the market, Elder’s condition get even worse... Bolivian Kiro Russo (1984) has made himself famous in Locarno, where in 2015 his short film Nueva Vida received a special mention; the following year, again in Locarno, he repeated the same experience with the feature film Viejo calavera . Graduated in film directing in Buenos Aires, Russo is also a producer.

interview Kiro Russo by Chiara Sciascia

T

he movie follows the story of Elder Mamani and his interpreter Julio César Ticona, the young miner protagonist of Kiro Russo’s first feature film, Viejo calavera. This time, we will see him outside the mine. An essential role in the movie is given to the city of La Paz, a metropolis that stands before our eyes naked, unfiltered, in a film that is quasi-documentary in style making little use of music score. We can hear the echoes of a ‘city symphony’ and of the surrounding area. The voices mingle and blend, stones fall loudly on the ground, the night howls and cries in the forest. What drove you to keep following this story? What inspired you? For me, filming is a daily and organic process. I build stories that are always based on the lives of friends that I’ve filmed over the years. Also, there are events that I can’t stop filming, whatever the actual story I’m working on is about. Several shots of the movie are situations that I filmed during the writing process and were influencing the script. The march of the Huanuni workers had been filmed in 2018. Julio César Ticona, the main actor, had come along with dozens of young people who were looking for a job in the mine. All of them were children of miners who can no longer access the job their parents had – there is no more space in the mines. My friends were basically kicked out of the city. I knew it was important to record these events and we filmed some scenes at the time. These shots determined Elder’s arc and history in the city. It is essential that my films be interconnected; I want to work on the same themes and portray the same characters over the years.

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#6

What does it mean to make movies in Bolivia today? What challenges do filmmakers face? And what is, according to you, worth saving in Bolivian filmmaking tradition? Filmmaking is always very difficult and in Bolivia it is even more challenging because we don’t have any funding or help from the state and although things seem to be changing, nothing is happening yet. When we don’t have funding, we have to reinvent the way of doing things, mainly in production. This is always very challenging, but there is something good about it. It forces you to be alert and to think a lot about each new step and to take advantage of things you hadn’t considered before. About the Bolivian tradition of cinema, I think what I most appreciate is all the learning and progress that was made in the development of cinema with the people, the working class, and the indigenous communities. In my films I try to continue to deepen these relationships.

Settimana della Critica

Settimana 35. Settimana Internazionale Internazionale della Critica della Critica

intervista Matteo Tortone di Manuela Santacatterina

J Beatrice Baldacci, classe 1993, allieva di Daniele Ciprì e Fabio Mollo, ritorna alla Mostra del Cinema di Venezia con La tana, due anni dopo aver presentato il cortometraggio Supereroi senza superpoteri nella sezione Orizzonti nel 2019. Protagonista del suo nuovo film è Giulio, un giovane che nell’estate dei suoi diciott’anni trascorre le vacanze in una località di mare e si innamora di Lia, la misteriosa vicina di casa poco più grande di lui. Tra i due si sviluppa un rapporto oscuro e inquieto che obbliga il ragazzo a confrontarsi violentemente con il dolore. Lia, infatti, nasconde un terribile segreto… Sala Giardino h. 17.15

What stands behind these style choices? From the start, I wanted to make a film that would take advantage of the strange and rugged topography of the city of La Paz. The idea was to use the zoom in and zoom out of the story and to turn the city in the third main character. I wanted to make a symphony of the city. Talking about the city always leads us to think about the system, the collectivity, and its relationships. On the other hand, I also specialize in sound. I make the sound design of my films because sound is 50% of cinema. I wanted to make a cinematographic experience, an immersion in my city and at the same time a poem about the working class.

orge lascia la propria famiglia e il lavoro di tassista nei sobborghi di Lima per cercare fortuna nella miniera più pericolosa delle Ande Peruviane, La Rinconada. Da qui inizia un viaggio dove realtà e immaginazione si legano, dove il mito della ricchezza viene costruito sul sacrificio. Matteo Tortone presenta Mother Lode, in Concorso alla 36. SIC. Cosa ti ha spinto a raccontare questa storia? Nel 2010 ho girato in una miniera d’oro tanzaniana, era un periodo in cui gli effetti della crisi bancaria del 2008 si stavano riflettendo in Europa. Ho pensato che un racconto sull’oro potesse dare un punto di vista differente sulla crisi. Come hai scoperto La Rinconada? Ho cercato un luogo che potesse esprimere esteticamente la tensione alla conquista dello spazio, nello sforzo collettivo

di produzione di ricchezza. Incappai in alcune foto de La Rinconada: un luogo, seppur remoto, inserito nelle dinamiche del mercato globale. Perché il bianco e nero? Mi sono reso conto di una cosa ovvia: l’oro, in bianco e nero, non è identificabile. Di fronte all’immagine di una pepita è il lavoro cerebrale dello spettatore a doverne definire il colore e quindi, indirettamente, il valore. Cosa ti ha colpito di José? La capacità di ragionare in termini astratti, anche di sé stesso. Aveva iniziato a lavorare in miniera a 13 anni, tenendo un diario, si trovava a proprio agio di fronte alla camera e riusciva a mettere a loro agio anche le persone che coinvolgevamo.


7 PRISIONEIROS Orizzonti Extra

PUBU (The Falls) Orizzonti

Focus Chung Mong-hong di Giorgio Placereani

di Chung Mong-hong con Alyssa Chia, Gingle Wang (Taiwan, 129’)

di Alexandre Moratto con Christian Malheiros, Rodrigo Santoro, Bruno Rocha, Victor Julian, Lucas Oranmian, Cecília Homem de Mello, Dirce Thomaz (Brasile, 90’)

TOXIC WASTE Eighteen-year-old Mateus would make any sacrifice for his family, who live in impoverished conditions in a low-income Brazilian community. He takes up a job at a landfill in São Paulo with Luca as his chief. Mateus risks ending up in a dangerous world and becoming the victim of modern-day slavery as million others in a country that grows more unstable politically and economically by the day. He must make a choice: either keep working for Luca or rebel, putting the future of his family at risk... Alexandre Moratto (1988) is a director of American and Brazilian origin who worked on of films that give voice and an international stage to urgent yet underreported issues. Growing up in the United States, although in a context of Portuguese language and culture, Moratto studied film at the UNC School for the Arts. After coming back to Brazil, he made his debut in 2018 with the feature film Socrates, written and directed by a group of young people from the favelas of São Paulo and sponsored by UNICEF.

DONNE AL LIMITE Quando un’affermata donna in carriera soccombe ad un crollo emotivo, la sua vita e quella della figlia vengono completamente stravolte. La pandemia da Covid-19 costringe le due donne all’isolamento e alla quarantena esacerbando i toni di una relazione già travagliata. Il lungo lockdown sembra voler strappare via alle protagoniste tutto quanto hanno di più caro, senza lasciar loro scampo. Chung Mong-hong, noto anche con lo pseudonimo Nagao Nakashima, è un regista, sceneggiatore e direttore della fotografia taiwanese. Nel 2008 esordisce con Ting Che, suo primo lungometraggio presentato in anteprima al Festival di Cannes. Nel 2013 il suo Soul viene scelto per rappresentare Taiwan agli Oscar come miglior film straniero, mentre è del 2019 A Sun, un melodramma noir, ipnotico, denso e straziante che racconta le vicende di una famiglia sconvolta dall’arresto del figlio minore.

La versione di Annie «Chissà che la memoria non consista solo nel guardare le cose fino in fondo». In questa epigrafe di Yūko Tsushima, scrittrice intimista giapponese, si svela il senso del romanzo di Annie Ernaux L’evento. Ottobre 1963, nella classista e reazionaria Francia, che aveva segnato nel marzo sei condanne a morte per un attentato a De Gaulle, una giovane studentessa si trova costretta a intraprendere una ricerca clandestina per un aborto. Si scusa l’autrice per la crudezza di alcuni fatti narrati, ma il cinefilo moderno, dopo aver visto nella notte a Venezia quattro ore di storia di Joe in Nymphomaniac di Lars von Trier, non ne può venire turbato più di tanto. È un diario, avvincente e scorrevole, costruito su fatti materiali. Scrive l’autrice: «Solo il ricordo di sensazioni legate ad esseri e cose al di fuori di me mi fornisce la prova della realtà. La sola vera memoria è materiale». Una vicenda intima, dunque, ma narrata negli specchi del tempo, dal cineforum con dibattito per La Corazzata Potëmkin al ben più rivelatore assillo del medico per aver trattato male una paziente che egli scopre non essere proletaria ma studentessa, in un’epoca in cui l’università era ancora classista. Un proposito della scrittrice, che rivela la sua poetica: «Nello scrivere talvolta devo resistere alla tentazione di lasciarmi andare al lirismo della collera o del dolore». Di Annie Ernaux si conosce la sua attività politica a favore delle petites gens, delle minoranze, e il suo considerare la scrittura un atto politico di sensibilizzazione del lettore. Raffinata nella versione italiana la traduzione di Lorenzo Flabbi. Loris Casadei

I

l nome del taiwanese Chung Mong-hong era già importante per le platee orientali e nei festival, come il FEFF di Udine, ma da noi è esploso a livello di grande pubblico quando Netflix ha distribuito il capolavoro A Sun. Va detto subito che, oltre che regista e sceneggiatore, Chung è un ottimo direttore della fotografia col nome di Nagao Nakashima, nei suoi film naturalmente (pensiamo solo al superbo impianto coloristico di A Sun) ma anche per altri: sua la bellissima fotografia in bianco e nero (usando il colore solo per le registrazioni della telecamera da cruscotto del boss, che i due protagonisti spiano per noia) di The Great Buddha+ di Huang Hsin-yao. Chung esordisce nel lungometraggio nel 2008 con Parking, galleria di personaggi/ situazioni che il protagonista incontra mentre cerca il proprietario dell’auto che ha bloccato la sua: è già all’opera quella

capacità “ritrattistica” che resterà una caratteristica del regista. Segue il doloroso dramma infantile – con sottofondo fiabesco – The Fourth Portrait. Soul è una specie di thriller trascendentale, alquanto estetizzante ma fascinoso, su un giovane omicida che il padre nasconde in montagna. Caratteristicamente ardito sul piano narrativo, il film lascia aperta la questione: parliamo di possessione o di follia? Ancora migliore è Godspeed, versione originalissima di motivi classici del cinema gangsteristico, interpretata dal grande vecchio della commedia hongkonghese Michael Hui. Lo humour grottesco che attraversa il film, coi suoi improvvisi rovesciamenti da commedia a tragedia e viceversa, può ricordare Quentin Tarantino, ma in realtà è una costante (al pari della fisicità) del regista taiwanese. Scandito da un ironico profluvio di cartelli di avvertimento e di un motto ripetuto sullo scegliere la propria vita, tutto inutile, l’eccezionale A Sun parte da un elemento di gangster movie, la mano tagliata che finisce nella zuppa nel frenetico inizio (l’impromptu come componente fondamentale della narrazione di Chung!), ma allargandosi a un penetrante incrocio di percorsi personali delinea un potente melodramma familiare, con inaspettate virate emotive. Una dimensione di grande libertà narrativa sta al centro di questo film, come di tutta l’opera di Chung: dal cambio di focalizzazione di Godspeed all’audacia geniale con cui A Sun a circa un’ora dalla fine sembra concludersi – per ripartire con una sorprendente svolta, che però appare del tutto naturale. Il cinema di Chung: intensità e libertà.

SOUNDTRACKS a cura di F.D.S.

Spencer_Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, da parecchi anni si dedica alle colonne sonore, in particolare ha composto la musica di quattro dei film di Paul Thomas Anderson. Come ha spiegato in un’intervista, è legato all’idea di registrare musica senza tracce, senza preoccuparsi troppo del legame con le scene del film. In Spencer, evidentemente, deve aver cambiato l’approccio, perché la musica sembra invece essere profondamente legata a quanto si vede sullo schermo. I due temi principali del film, affidati al piano e al violino secondo cadenze classiche molto semplici, finiscono per smarrire la linea melodica per perdersi in grumi musicali atonali, che ricordano le improvvisazioni free del jazz. È evidente la volontà di esprimere attraverso la musica la condizione psicologica disturbata di Diana Spencer in quel Natale 1991, il suo aggirarsi tra le stanze della residenza reale di Sandringham tra visioni del fantasma di Anna Bolena, eccessi bulimici e disperati tentativi di evasione da quella prigione. Solo quando troverà il coraggio per uscire insieme ai figli da quella gabbia di tradizioni, ipocrisie e controlli polizieschi, anche il tema di Greenwood non si smarrirà più nell’indefinito atonale, riuscendo a trovare la propria conclusione. Il buco__«L’elemento essenziale del cinema sonoro è il silenzio», sentenzia Edgar Morin nella sua recente raccolta di saggi sul cinema. E Morricone ribadisce il concetto nel suo libro-intervista con Giuseppe Tornatore: «Se c’è un segreto, cercalo nel silenzio. Ogni suono è soltanto la pausa di un silenzio». Ci vengono in mente queste due frasi, ascoltando il silenzio del film di Frammartino: non è un silenzio totale, perché rotto dalle urla degli uomini che penetrano l’abisso, dalle grida ritmiche dei pastori del Pollino, dal vento che attraversa le montagne. Ma suono e parola sono scomparsi da questo film, come inghiottiti dall’oscurità del buco, sostituiti da un silenzio interiore che è la vera cifra di questo lavoro. Becoming Led Zeppelin__Finalmente un rock star biopic in cui non vengono intervistati i compagni di classe e gli insegnanti dei musicisti protagonisti. Fuori Concorso

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Daily Venezia 78 Supplemento di n. 255 settembre 2021 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996 Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale), Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione), Paola Marchetti (direzione organizzativa), Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari, Luca Zanatta (graphic design) Hanno collaborato Katia Amoroso, Loris Casadei, Maria Casadei, Fabio Di Spirito, Massimo Macaluso, Giorgio Placereani, Roberto Pugliese, Sara Sagrati, Luka Stojnić, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Andrea Zennaro, Shanna Beggio, Ludovica Schiavone Stampa WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE) redazione@venezianews.it daily2021.venezianews.it

MADRES PARALELAS THE POWER OF THE DOG È STATA LA MANO DI DIO THE CARD COUNTER SPENCER THE LOST DAUGHTER IL BUCO COMPETENCIA OFICIAL SUNDOWN ILLUSIONS PERDUES MONA LISA AND THE BLOOD MOON

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#3 Quali opportunità espressive ti offre la tecnologia immersiva? Posso costruire spazi e situazioni che il fruitore può esplorare e assorbire, coinvolgendolo a livello sensoriale. Con il VR posso raggiungere un livello di immediatezza più forte che con il teatro e un’intimità che possiamo vivere solo attraverso le esperienze reali o il sogno. #4 Qual è il tuo background? Ho studiato design e comunicazione, media interattivi e robotica umanoide ad Amburgo e a Berlino. Dal 2013 ho scoperto le potenzialità della VR e da allora non ho più smesso di lavorarci. #5 Un pronostico per il futuro dell’arte immersiva? Come esseri umani potremo usare la VR come strumento che interagisce in uno spazio tridimensionale con il nostro comportamento innato. I nostri sensi saranno completamente coinvolti, così potremo usare la nostra immaginazione più autentica per definire nuovi spazi in cui immergerci.

EXPLORING HOME CONCORSO di Sara Lisa Vogl (Germania, 16’)

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BEN CROLL INDIEWIRE

INTERNATIONAL CRITICS

Quale messaggio crede possa arrivare da questo film? Che nella vita bisogna sempre rischiare, puntare a qualcosa che magari a prima vista può sembrare impossibile. Bisogna puntare in alto, questo ovviamente vale tanto nello spettacolo quanto nella vita.

#2 Un motivo per indossare il visore e sceglierla? Sarà come indossare i panni del protagonista, all’interno del quale coabitano due persone. Saranno loro a guidare la storia. La tecnologia immersiva è l’unica a consentire di cambiare letteralmente pelle e sembianze.

JONATHAN ROMNEY THE OBSERVER

Come e quanto credi sia cambiata negli anni la percezione della disabilità? Moltissimo, credo anche grazie alla trasmissione O anche no in cui queste tematiche vengono approfonditamente analizzate. Naturalmente per affrontare certi temi bisogna essere preparati, cosa che negli ultimi tempi non sempre in tutti coloro che si occupano di questa delicata materia si è registrata. Ezio Bosso a Sanremo ci è arrivato in un certo modo, attraverso un pensiero e delle modalità che io e pochi altri avevamo forse compreso allora, non come è stato fatto dopo di lui, quando persone con disabilità anche gravi sono state buttate sul palco senza che attorno a loro venisse costruito qualcosa di sensato.

#1 Cosa racconta la tua opera? Si tratta di un viaggio intimo, personale e immersivo sul senso di appartenenza, sull’abitare la propria pelle, sul razzismo reale e virtuale.

THE FILM VERDICT

Quale fu il rapporto di Bosso con la malattia? Lui voleva essere riconosciuto per il suo talento di compositore; non esistono interviste in cui parli della malattia. Era di sicuro tra i convinti sostenitori del concetto: «Io non sono la mia malattia». Lui voleva che gli altri lo giudicassero per le sue capacità.

(Sara Lisa Vogl)

BARBARA HOLLENDER RZECZPOSPOLITA

Basta guardare all’esempio degli atleti delle Paralimpiadi: abbiamo tutti da imparare in fatto di tenacia e amore verso la vita da parte di queste persone, semplicemente straordinarie.

SCREEN INTERNATIONAL

modo di fare televisione e il modo di raccontare la disabilità. Non riesco a spiegare esattamente cosa provassi: sapevo però che sarebbe andata esattamente nel modo in cui me l’ero immaginata e progettata. Ricordo ogni particolare di quella sera: Ezio pensava che io potessi salire sul palco con lui, ma ovviamente non era possibile. Dopo l’esibizione, in piena notte, ricevetti una sua chiamata nella quale mi chiedeva di raggiungerlo nella sala della colazione dell’albergo in cui entrambi eravamo ospitati, una sala da cui si vedeva il mare e un’alba che ancora non sorgeva del tutto. Ci parlammo per due ore e oltre, dicendoci cose molto importanti per entrambi. Credo fermamente che questo avvenimento gli abbia dato una grossa spinta per continuare a lottare. La sua vita da quel momento è cambiata, proprio come lui l’ha cambiata a tanti di noi.

Five-question Game

SUSAN VAHABZADEH SÜDDEUTSCHE ZEITUNG

Intervista Paola Severini Melograni

MICHEL CIMENT FRANCE CULTURE

SEGUE DA P. 3

Conferenza stampa | h. 10 Hotel Excelsior Sala Fondazione Ente dello Spettacolo

di Riccardo Triolo

PIERRE EISENREICH POSITIF

Per la rassegna Notti Veneziane – Il cinema dell’inclusione, Arcipelago Isola Edipo e Le Giornate degli Autori si trasferiscono a Venezia, al Teatro Goldoni per la proiezione speciale di Isolation di Michele Placido (Italia), Julia Von Heinz (Germania), Jaco Van Dormael (Belgio), Olivier Guerpillon (Svezia) e Michael Winterbottom (Inghilterra), film documentario collettivo ed europeo. Cinque autori, cinque Paesi, cinque sguardi diversi per restituire un anno molto particolare e difficile come il 2020. Quindici minuti ciascuno per raccontare come l’epidemia e le conseguenti misure di contenimento abbiano colpito in termini sociali, psicologici ed economici i cittadini europei. Parte dei proventi di Isolation saranno devoluti alla Croce Rossa. Isolation (75’) | Teatro Goldoni-Venezia, h. 21

VVR

TOMMASO KOCH EL PAIS

Stati d’animo

Inizia con la conferenza stampa di oggi la GREEN WEEK, una settimana di eventi per promuovere e consolidare i percorsi di sostenibilità e le politiche del rispetto dell’ambiente nella filiera dello spettacolo, per avviare la transizione energetica di cinema e teatri, e parallelamente, elemento fondamentale per cui la settima arte diventa protagonista assoluta, incentivare lo storytelling, oggetto fondamentale per imprimere alla divulgazioni di contenuti sensibili e fondamentali la linearità di un racconto cinematografico accessibile ai più. A presentare questo importate programma di appuntamenti saranno Nevina Satta, Direttrice Fondazione Sardegna Film Commission, Elio Pacilio, Presidente di Green Cross Italia, Bepi Vigna, direttore del Green Drop Award, giunto quest’anno alla 10. edizione, con Marco Gisotti, giornalista, Ministero della Transizione ecologica, come moderatore.

THE HOLLYWOOD REPORTER

Green Week

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#6 7


SEGUE DA P. 1

11.30

Sala Casinò

ORIZZONTI tutti gli accrediti

IL PARADISO DEL PAVONE (The Peacock’s Paradise) Laura Bispuri (89’) v.o. italiano st. inglese

11.30

Sala Astra 1

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

MONA LISA AND THE BLOOD MOON Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese

14.15

Sala Casinò

ORIZZONTI tutti gli accrediti

MIRACOL (Miracle)

Bogdan George Apetri (118’) v.o. rumeno st. italiano/inglese

14.15

Sala Astra 2

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

ARIAFERMA (The Inner Cage) Leonardo Di Costanzo (117’) v.o. italiano st. inglese

15.00

Sala Pasinetti

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

VENICE PRODUCTION BRIDGE FINAL CUT IN VENICE industry gold - trade

Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Ahmed Yassin Al-Daradji (90’) v.o. arabo st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

11.45

15.00 Teatro Piccolo Arsenale

11.30 Teatro Piccolo Arsenale MONA LISA AND THE BLOOD MOON

Sala Astra 2

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

MONA LISA AND THE BLOOD MOON Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese

13.15

Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC tutti gli accrediti

INCHEI

HANGING GARDENS

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

IL PARADISO DEL PAVONE (The Peacock’s Paradise) Laura Bispuri (89’) v.o. italiano st. inglese

15.30

Sala Perla 2

PROIEZIONI SPECIALI OMAGGIO A CITTO MASELLI tutti gli accrediti

16.00

13.45

Chung Mong-Hong (129’) v.o. cinese st. italiano/inglese

Sala Giardino

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

SCENES FROM A MARRIAGE (ep. 3-4-5) Hagai Levi (178’) v.o. inglese st. italiano/inglese

14.00

PalaBiennale

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

PUBU (The Falls)

16.00

Sala Grande

OMAGGIO A CITTO MASELLI a seguire FUORI CONCORSO

EZIO BOSSO. LE COSE CHE RESTANO (Ezio Bosso. The Things That Remain)

Ameer Fakher Eldin (112’) v.o. arabo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

16.45

Sala Grande

VENEZIA 78 pubblico 14+ - tutti gli accrediti

L’ÉVÉNEMENT (Happening)

Giorgio Verdelli (104’) v.o. italiano st. inglese

14.00

ORIZZONTI tutti gli accrediti

IL PARADISO DEL PAVONE (The Peacock’s Paradise) Laura Bispuri (89’) v.o. italiano st. inglese

14.00

Sala Astra 1

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

ARIAFERMA (The Inner Cage) Leonardo Di Costanzo (117’) v.o. italiano st. inglese

14.15

Sala Darsena

16.45

Sala Casinò

ORIZZONTI tutti gli accrediti

IL PARADISO DEL PAVONE (The Peacock’s Paradise) Laura Bispuri (89’) v.o. italiano st. inglese

17.15

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

ARIAFERMA (The Inner Cage) Leonardo Di Costanzo (117’) v.o. italiano st. inglese

ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti

COSTA BRAVA (Costa Brava, Lebanon)

Sala Perla 2

FUORI CONCORSO tutti gli accrediti

ARIAFERMA (The Inner Cage) Leonardo Di Costanzo (117’) v.o. italiano st. inglese

PalaBiennale

VENEZIA 78 pubblico - tutti gli accrediti

SUNDOWN

19.00

Sala Perla

Sala Volpi

ORIZZONTI tutti gli accrediti

MIRACOL (Miracle)

Bogdan George Apetri (118’) v.o. rumeno st. italiano/inglese

16.45

Sala Astra 1

Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese

MONA LISA AND THE BLOOD MOON

Tommaso Santambrogio (20’) v.o. italiano st. inglese

ELTÖRÖLNI FRANKOT (Erasing Frank)

Gábor Fabricius (103’) v.o. ungherese st. italiano/inglese

VENEZIA 78 pubblico

LA CAJA (The Box)

Lorenzo Vigas (92’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese a seguire VENEZIA 78 pubblico 14+

L’ÉVÉNEMENT (Happening)

22.00

Sala Grande

FUORI CONCORSO pubblico 14+

LA SCUOLA CATTOLICA (The Catholic School) Stefano Mordini (106’) v.o. italiano st. inglese

22.00

Sala Darsena

VENEZIA 78 press - industry

VIDBLYSK (Reflection) Valentyn Vasyanovych (125’) v.o. ucraino st. italiano/inglese

22.00

Sala Giardino

VIDBLYSK (Reflection) Valentyn Vasyanovych (125’) v.o. ucraino st. italiano/inglese

22.00

Sala Volpi

Audrey Diwan (100’) v.o. francese st. italiano/inglese

ORIZZONTI press - industry

19.45

Kavich Neang (90’) v.o. khmer, inglese st. italiano/inglese

Sala Pasinetti

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

SUNDOWN

Michel Franco (83’) v.o. inglese, spagnolo st. italiano/inglese

19.45

Sala Astra 2

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti

L’ULTIMO SPEGNE LA LUCE (Closing Time) Tommaso Santambrogio (20’) v.o. italiano st. inglese

ELTÖRÖLNI FRANKOT (Erasing Frank)

Gábor Fabricius (103’) v.o. ungherese st. italiano/inglese

Jon Alpert (121’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.15

Michel Franco (83’) v.o. inglese, spagnolo st. italiano/inglese

VENEZIA 78 press - industry

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

Sala Perla 2

BODENG SAR (White Building)

22.00

Sala Astra 1

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry

IMACULAT

Monica Stan, George Chiper-Lillemark (114’) v.o. rumeno st. italiano/inglese

22.15

Sala Perla 2

FUORI CONCORSO press - industry

LIFE OF CRIME 1984-2020 Jon Alpert (121’) v.o. inglese st. italiano/inglese

22.15

Sala Astra 2

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry

IMACULAT

Monica Stan, George Chiper-Lillemark (114’) v.o. rumeno st. italiano/inglese

SUNDOWN

Sala Volpi

ORIZZONTI press - industry

ONCE UPON A TIME IN CALCUTTA

Sala Grande

Michel Franco (83’) v.o. inglese, spagnolo st. italiano/inglese

20.30

Arena Lido

VENEZIA 78 pubblico

21.00

Sala Web

ORIZZONTI EXTRA

7 PRISIONEIROS (7 Prisoners)

LA CAJA (The Box) Lorenzo Vigas (92’) v.o. spagnolo st. italiano a seguire VENEZIA 78 pubblico 14+

Alexandre Moratto (90’) v.o. portoghese st. italiano/inglese

L’ÉVÉNEMENT (Happening) Audrey Diwan (100’) v.o. francese st. italiano

21.00

BIENNALE COLLEGE-CINEMA 14+

LA TANA (The Den) Beatrice Baldacci (88’) v.o. italiano st. inglese

PalaBiennale

ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti

7 PRISIONEIROS (7 Prisoners)

ORIZZONTI

EL GRAN MOVIMIENTO Kiro Russo (85’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

Alexandre Moratto (90’) v.o. portoghese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

PUBU (The Falls)

16.45

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti

20.15

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti Chung Mong-Hong (129’) v.o. cinese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

Sala Astra 1

FUORI CONCORSO press - industry

LIFE OF CRIME 1984-2020

Sala Pasinetti

SUNDOWN

BODENG SAR (White Building)

19.30 Teatro Piccolo Arsenale Sala Pasinetti

Sala Darsena

Kiro Russo (85’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

#6

17.15

Audrey Diwan (100’) v.o. francese st. italiano/inglese

VENEZIA 78 pubblico - tutti gli accrediti

8

Beatrice Baldacci (88’) v.o. italiano st. inglese

21.45

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

L’ULTIMO SPEGNE LA LUCE (Closing Time)

LA CAJA (The Box)

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

EL GRAN MOVIMIENTO

LA TANA (The Den)

VENEZIA 78 pubblico

EL GRAN MOVIMIENTO

Sala Volpi

BIENNALE COLLEGE CINEMA pubblico 14+ - tutti gli accrediti

19.30

PalaBiennale

14.00

19.30

Sala Giardino

Aditya Vikram Sengupta (131’) v.o. bengalese st. italiano/inglese

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti Kiro Russo (85’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

17.15

Michel Franco (83’) v.o. inglese, spagnolo st. italiano/inglese

GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti

AL GARIB

tutti gli accrediti - pubblico

Kavich Neang (90’) v.o. khmer, inglese st. italiano/inglese

18.45 Sala Perla

Sala Casinò

Ana Lily Amirpour (106’) v.o. inglese st. italiano/inglese

MONA LISA AND THE BLOOD MOON

17.45

Matteo Tortone (86’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

19.30

ORIZZONTI press - industry

Mounia Akl (106’) v.o. arabo st. italiano/inglese

Citto Maselli (109’) v.o. italiano st. inglese

MOTHER LODE

Sala Astra 2

VENEZIA 78 pubblico - tutti gli accrediti

17.15 Teatro Piccolo Arsenale

STORIA D’AMORE

Federico Demattè (17’) v.o. italiano st. inglese

17.00

Lorenzo Vigas (92’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

19.30

Sala Darsena

VENEZIA 78 press - industry

VIDBLYSK (Reflection) Valentyn Vasyanovych (125’) v.o. ucraino st. italiano/inglese

19.30

Sala Giardino

VENEZIA 78 press - industry

VIDBLYSK (Reflection) Valentyn Vasyanovych (125’) v.o. ucraino st. italiano/inglese

21.30

Sala Perla

VENEZIA 78 tutti gli accrediti

ILLUSIONS PERDUES (Lost Illusions)

Xavier Giannoli (144’) v.o. francese st. italiano/inglese

21.45

Opera Prima Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.

Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry

ONCE UPON A TIME IN CALCUTTA

Aditya Vikram Sengupta (131’) v.o. bengalese st. italiano/inglese

Pubblico Public

Accreditati Pass holders


#6 9



n. 6 lunedì 6 settembre 2021

78ª MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA

in Mostra

SALA GRANDE DI LAURA DELLI COLLI

LA MOSTRA DEL NOSTRO CINEMA, RICCO DI STORIE E DI VOLTI Se fosse una foto di gruppo sarebbe inevitabilmente un assembramento, un’orchestra di talenti, facce, dialetti, dramma e comicità, commedia e tragedia ma, soprattutto, storie di vita quotidiana, normale e possibile, perfettamente riconoscibile nello storytelling di un’Italia che a Venezia, almeno sullo schermo, toglie la mascherina e si guarda allo specchio. Accade nei film in concorso e aspettando ormai a breve Martone, Mainetti e i D’Innocenzo a dare il segnale è bastato Paolo Sorrentino: il giovane Fabietto Schisa che si chiama Filippo Scotti e incarna la memoria e la sofferenza senza lacrime è alla prima prova importante ma è già chiaro che farà strada. E basterebbe citare la mamma, Teresa Saponangelo, nella verità della vita familiare condivisa con Toni Servillo o l’icona provocatoria della ‘zia’ Luisa Ranieri per dire che al Lido nell’Italia in concorso brillano sullo schermo i ritratti di un’umanità che racconta il Paese, o forse un mondo non sempre borghese, in bilico tra sentimenti e contrasti anche nelle famiglie apparentemente più serene. Non sono da meno le occasioni di Leonardo Di Costanzo, Wilma Labate, Laura Bispuri, registi che hanno già segue a pag. 3 >

CARLO VERDONE SUL RED CARPET A pAG. 5 NASCE I-TALENT FACTORY A PAG. 4

LA CAJA N

el 1989 il grande maestro taiwanese Hou Hsiao-hsien vinse il Leone d’oro con un film straordinario, Città dolente. Nel 2015 anche Lorenzo Vigas ha vinto la Mostra del cinema di Venezia con la sua opera prima Desde allà. Perché accomunarli? Perché Hou e Vigas fanno parte di quella categoria di vincitori del festival di Venezia che il grande pubblico non ricorda al primo colpo, eppure sono lì, scolpiti nell’albo dell’oro di Biennale e sono grandi film. Vediamo se tornando in Laguna con il suo terzo film, dal titolo La caja, questo cineasta rubato alla biologia (era quello il suo percorso di studi, prima di volare dal Venezuela a New York preso dal sacro fuoco del cinema) riuscirà a uscire da quel club ristretto per entrare in quello dei registi riconosciuti al primo colpo non solo dai frequentatori di cinema d’essai. Venezia, oltretutto, gli ha già portato fortuna e addirittura record. Vigas è stato infatti il primo regista latino americano a vincere il Leone d’oro. Un record non da poco, dato che ha preceduto due dei “Three amigos”, Guillermo Del Toro e Alfonso Cuarón che

hanno vinto rispettivamente con La forma dell’acqua nel 2017 (anche se il film batte bandiera statunitense) e con Roma nel 2018, film messicano anche come produzione. La caja racconta la storia di Hatzin, un ragazzo di Città del Messico che intraprende un viaggio per recuperare i resti del padre, trovati in una fossa comune. Hatzin si perde tra gli immensi cieli e i vuoti paesaggi del nord del Messico, finché l’incontro casuale con un uomo che condivide un’impressionante somiglianza con suo padre non gli fa porre qualche domanda. «In Messico e nel resto dell’America Latina esiste una quantità incalcolabile di famiglie smembrate, per le quali l’assenza della figura paterna è una realtà considerata ormai normale» spiega Vigas a proposito del suo film. «L’identità del nostro continente è collegata a questa realtà. Non è un caso infatti che in America Latina fenomeni come il peronismo o il chavismo abbiano lasciato un segno sociale, politico e umano così profondo: la figura del leader ha finito per riempire, da un punto di vista psicologico, il vuoto del padre»

I W O N D E R F U L L . I T

D I G I TA L M E NT E

I N D I P E N D E NT I

La Caja è prodotto da Vigas insieme a Michel Franco, anch’egli in concorso quest’anno con Sundown che aveva già prodotto anche il Leone d’oro. Questo film conclude una vera e propria trilogia sul tema della paternità, iniziato con il cortometraggio Los elefantes nunca olvidan, e proseguita proprio con Desde allá. ALESSANDRO DE SIMONE

CHECK-IN

L’attore turco Can Yaman, è stato il più fotografato all’arrivo all’imbarcadero dell’Excelsior

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IL CIECO CHE NON VOLEVA VEDERE TITANIC Guarda il film a Venezia 78 08/09 h21:00 PalaBiennale

14 SETTEMBRE

5 OTTOBRE

9 NOVEMBRE

7 DICEMBRE

I W O N D E R F U L L . I T D I G I TA L M E NT E I N D I P E N D E NT I

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in Mostra ›  segue da pag. 1

messo in campo cast i cui svettano performance non solo al femminile. E così è facile dire che, al primo giro di boa, la Mostra offre i grandi titoli che accompagnano i red carpet della sera alle superstar e alle superproduzioni, ma - a guardarlo bene - questo made in Italy sorprendentemente ‘in sottrazione’ è un mondo di attrici e attori che riempiono lo schermo anche quando sono appena conosciuti. Allora è proprio a loro, alle attrici e agli attori di questa maratona che presto speriamo di vedere in sala, che oggi bisogna dedicare, aspettando gli exploit degli ultimi tre titoli in concorso, una riflessione su questa Mostra extralarge: Venezia 78 se ha fatto tornare Hollywood ha riacceso i motori del cinema italiano sperando che da qui, davvero, anche il cinema ritrovi il suo pubblico. Vuol dire che ha ragione il Direttore Alberto Barbera: il cinema italiano, grande e piccolo, d’autore e di commedia, di ricerca e di omaggio al passato, il cinema italiano c’è ed è ricco di storie, di autrici e autori coraggiosi, soprattutto di attrici e attori che sono la conferma di un talento importante. A tutti, oggi, un applauso in più, con la convinzione che l’Italia, grazie a questo meraviglioso cast corale, ha già dimostrato di saper vincere  n

DAILY n. 6 - LUNEDÌ 06.09.2021

VERDELLI RACCONTA BOSSO DI EMANUELE BUCCI

L

a musica è protagonista di Venezia 78. E proprio oggi abbiamo uno degli appuntamenti cine-musicali più attesi al Lido, il doc di Giorgio Verdelli Ezio Bosso. Le cose che restano, sul pianista, compositore e direttore d’orchestra scomparso nel 2020 e amatissimo dal pubblico. «Credo ci sia un bisogno di riappropriarsi della memoria, e nulla come la musica scatena i ricordi»: è questa, secondo il regista, una delle ragioni per cui i documentari sui personaggi musicali stanno riscuotendo tanto seguito ultimamente: «Non ci sono più i grandi miti, le grandi star, e tu le vuoi vedere, le vuoi rivivere». Bosso, dice Verdelli, è stato «una sorta di filosofo della musica, non solo per quello che suonava ma anche per quello che diceva, e per come raccontava la musica. Ha fatto avvicinare tanti alla musica colta, classica». Un discorso a 360 gradi, quello del film (prodotto da Silvia Fiorani per Sudovest Produzioni, con Indigo Film e Rai Cinema), perché «mai come in questo caso la vita di una persona è così connessa con la sua musica». Verdelli ha già realizzato doc biografico-musicali molto apprezzati come Pino Daniele – Il tempo resterà (Nastro d’argento 2018) e Paolo Conte, Via con me (al Lido lo scorso anno). Stavolta, «diversamente da altri film che ho fatto, non c’è un narratore, il narratore è lo stesso Bosso», con la partecipazione di familiari, collaboratori e amici tra cui Paolo Fresu, Gabriele Salvatores e Silvio Orlando. È profondo, non a caso, il rapporto del musicista col cinema, includendo la colonna

L’ÉVÉNEMENT

«P

er anni, ho ruotato intorno a questo di Cédric Jimenez, come French Connection evento nella mia vita», racconta (2014), L’uomo dal cuore di ferro (2017) la scrittrice Annie Ernaux, dal cui romanzo e il recente, controverso BAC Nord, sui autobiografico L’événement (2000, edito in poliziotti-giustizieri di Marsiglia, presentato Italia da L’orma, nel 2019, col titolo L’evento) a Cannes 2021 suscitando polemiche in è tratto il film omonimo in concorso al patria. L’événement, definito dal Direttore Lido, secondo dei tre titoli francesi che si di Venezia 78 Alberto Barbera «un film contendono il Leone d’oro. L’evento di cui parla durissimo, a volte anche sgradevole, ma Ernaux è un’interruzione di gravidanza, che rivela una grande sapienza di messa in decisa nel 1963, quando la donna era una scena», è anche l’incontro tra due scrittrici, studentessa universitaria di 23 visto che la stessa Diwan anni, l’aborto ancora illegale in è una romanziera (nonché Francia e la parola stessa un tabù. L’ÉVÉNEMENT giornalista ed editrice), L’autrice, pluripremiata per romanzi Francia, 2021. Regia forte del Prix René-Fallet come Il posto, Gli anni (tra i molti Audrey Diwan. Interpreti 2008 per La fabrication riconoscimenti, il Premio Strega Anamaria Vartolomei, d’un mensonge. Nel ruolo europeo 2016) e Una donna, compie Kacey Mottet-Klein, della protagonista, una delle Luàna Bajrami, Louise dunque un viaggio nella propria Orry Diquero, Louise promesse di questa Mostra, memoria che tocca i nodi dei diritti Chevillotte, Pio Marmaï, Anamaria Vartolomei, già (negati) femminili, del rapporto col Sandrine Bonnaire, vista in My Little Princess mondo maschile e della drammatica Anna Mouglalis, Leonor (2011) e L’échange des Fabrizio realtà degli aborti clandestini. Ancora Oberson, princesses (2017). Rongione. oggi, confessa Ernaux, «leggere la Durata 100’ EM.BU. storia di un aborto in un romanzo mi immerge in uno shock senza immagini né pensieri, come se le parole si trasformassero istantaneamente in una sensazione violenta». A portare questa vicenda sullo schermo c’è un’altra donna, Audrey Diwan, regista e sceneggiatrice francese di origini libanesi, al suo secondo lungometraggio dopo Mais vous êtes fous (2019), dramma familiare che tocca il tema della dipendenza dalla cocaina. Tra i film sceneggiati da Diwan anche diversi lungometraggi

sonora di quattro film di Salvatores (e persino del recente Marx può aspettare di Bellocchio). Verdelli anticipa quindi alcune “chicche”: «Abbiamo trovato le immagini di uno spettacolo, replicato solo tre volte, che fecero insieme Ezio Bosso col suo quartetto, l’Orchestra del Regio e Salvatores per Io non ho paura, in forma di lettura sulle immagini del film». Vedremo inoltre, fornito dal produttore Nicola Giuliano (da cui è nata l’idea del doc), un backstage dell’incisione delle musiche di Bosso per Il ragazzo invisibile realizzata a Abbey Road con la London Simphony Orchestra. E sentiremo il brano inedito di Bosso che dà il titolo al film, The Things That Remain.

LA SCUOLA CATTOLICA È un’opera monumentale il romanzo di Edoardo Albinati da cui Stefano Mordini ha tratto il film La scuola cattolica, con cui torna a Venezia, ancora fuori concorso, a un anno da Lasciami andare, che aveva chiuso la Mostra l’anno scorso. 1294 pagine, per l’esattezza, una confessione personale e dolorosa che nasce dalla necessità di Albinati di dire la sua su un fatto di cronaca che sconvolse l’Italia negli anni Settanta, quello che viene ricordato come “il delitto del Circeo”. Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira, i tre ragazzi che la notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 violentarono e massacrarono di botte Rosaria Lopez, che morì, e Donatella Colasanti, che si salvò fingendo di essere morta anche lei, erano compagni di liceo dell’autore, venivano dal San Leone Magno, un’esclusiva scuola privata maschile dell’elegante quartiere Trieste. La scuola cattolica, per l’appunto, della Roma alto-borghese, quella da cui escono i “ragazzi di buona famiglia” che poi, incredibilmente, finiscono sulle prime pagine dei giornali. È questa l’analisi che è alla base del romanzo e ancora più del film, una vera e propria ricerca delle origini del male, della trasformazione di ragazzi in mostri. «Questo film racconta l’ambiente da cui è germogliato il seme distorto che ha prodotto una delle pagine più nere dell’Italia del dopoguerra: il delitto del Circeo», racconta Stefano Mordini che ha scritto anche la sceneggiatura del film, insieme a Luca Infascelli e Massimo Gaudioso, portando a termine la non facile missione di condensare quasi 2000 pagine di ricordi, riflessioni e cronache. «I ragazzi protagonisti di questa storia hanno ricevuto tutti la stessa educazione. Sono dei privilegiati, il loro lato oscuro prende forma nelle pieghe di una vita normale, alto-borghese. Sempre alle spalle di genitori che non si accorgono di nulla, neanche dell’odio che i figli provano per loro». I genitori, esatto, un film e una riflessione che pensa prima di tutto a loro, perché la famiglia è l’altra istituzione su cui La scuola cattolica fa necessariamente riflettere. E lo grazie all’aiuto di un cast davvero ricchissimo che include Benedetta Porcaroli, Giulio Pranno, Fabrizio Gifuni, Valentina Cervi, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca. ALESSANDRO DE SIMONE


in Mostra H APPUNTAMENTI H Ore 10.00. SALA TROPICANA 1: Conferenza stampa di presentazione della Green Week e della decima edizione del Green Drop Award. Ore 11.00. SPAZIO REGIONE VENETO – HOTEL EXCELSIOR: Spazio al talento femminile. Incontro fra le registe Kiki Layne e Sarah Gadon. Modera Penny Martin. Ore 11.00. SALA LAGUNA: Presentazione del film Isolation, un docufilm collettivo su cosa abbia vissuto l’Europa nel 2020 in piena pandemia, attraverso lo sguardo di cinque registi di nazionalità diverse. Per l’Italia Michele Placido. Ore 11.00. SALA TROPICANA 1: About Women. Cinema e arte. Incontro con Arcangelo Sassolino, Fabio Moretti, Roberto Cicutto, Alessandra Moretti. Ore 11.00. PALAZZO DEL CASINÒ: Sarà intitolata con una cerimonia all’attrice Alida Valli la vasta area verde adiacente al Palazzo del Casinò. Ore 11.00. SPAZIO DELLA REGIONE DEL VENETO HOTEL EXCELSIOR: Miu Miu Women’s Tale #3. Ore 12.00. ITALIAN PAVILLION: Sistema audiovisivo campano: Risultati raggiunti e scenari futuri. Partecipano Mario Martone, Titta Fiore, Maurizio Gemma, Laura Delli Colli, Francesca Conti, Andrea Occhipinti e Rosanna Romano. Ore 12.30. SALA TROPICANA 1: Presentazione dell’Italian Conteporary Film Festival. Intervengono Paul Golini, Cristiano De Florentis e Ana Golia. Ore 14.00. THE BOX RIVA DI CORINTO ISOLA DI EDIPO: Attività stampa per il film Isolation. Ore 14.00. SALA TROPICANA 1: Raccontare gli incontri della vita: una sfida lanciata ai giovani dal concorso Opera Prima. Intervengono Armando Fumagalli, Luigi Ballerini, Gabriele Laffranchi. Ore 15.00. CASA DEGLI AUTORI: Incontro stampa con il regista Stefano Sardo e i protagonisti del film Una relazione con Guido Caprino ed Elena Radonicich. Ore 16.00. TEATRO GOLDONI VENEZIA: Le stelle dell’inclusione tra il teatro e la laguna. Proiezione di Isolation. Saranno presenti i registi: Michele Placido, Julia Von Heinz, Jaco Van Dormael, Olivier Guerpillon, Michael Winterbottom. Sarà presente anche Andrea Bocelli. Ore 16.30. WEB: Sul sito priceless.com e sul canale youtube di Mastercard appuntamento con «See life through a different lens: contactless connections - Exploring the power of cinema to connect us». Ospite di oggi Bong Joon-ho, presidente della giuria della Mostra. Ore 17.00. SALA TROPICANA 1: Hearst Movie Confidence in Mostra con Piera Detassis. Ore 17.30. TENNIS CLUB VENEZIA: Masterclass con Mario Martone e Salvatore Esposito. Ore 19.30. SALA TROPICANA 1: Anteprima del primo episodio della serie tv Rai Fiction Blanca. Interverranno Jan Maria Michelini, Maria Chiara Giannetta, Giuseppe Zeno, Pierpaolo Spollon e Andrea Bocelli. Ore 21.00. MARINA DI SANT’ELELENA: presentazione del progetto Storaro-Bertolucci. Ospiti della serata Stefania Casini e Giovanni Storaro. Proiezione del film restaurato “Novecento” di Bernardo Bertolucci.

IL MEGLIO DEL CINEMA ITALIANO, DA SORRENTINO A BELLOCCHIO, DA VERDONE A ZALONE E CORTELLESI A MOLTI ALTRI, RIUNITI DA PIETRO VALSECCHI IN UN CORSO DI STUDI ONLINE PER L’UNIVERSITÀ TELEMATICA PEGASO

NASCE I-TALENT FACTORY Non poteva che essere la Mostra del Cinema di Venezia l’occasione per il lancio di I-Talent Factory, il nuovo corso di studi online ideato dal produttore Pietro Valsecchi e inserito nel bouquet di Università Pegaso, il grande ateneo telematico fondato e presieduto da Danilo Iervolino. “Il cinema insegnato da chi lo fa” è lo slogan scelto per sintetizzare il progetto, presentato ieri sera a Venezia da Valsecchi e dai vertici di UniPegaso – oltre a Iervolino, anche il direttore scientifico dell’Ateneo online, Francesco Fimmanò - alla presenza di grandi personaggi del nostro cinema, come Carlo Verdone, e top manager del mondo dell’audiovisivo, da Riccardo Tozzi di Cattleya ad Alessandro Salem e Giorgio Restelli di Mediaset, alla presidente della Fondazione Cinema per Roma e dei Nastri d’argento Laura Delli Colli. I-Talent Factory si rivolge a quanti vogliano formarsi nel mondo dello spettacolo, del cinema, del teatro e della tv, per studiare e mettersi in gioco nelle discipline della regia, della sceneggiatura, della produzione e della recitazione. Si avvale di un team di esperti, reclutati tra i massimi esponenti del mondo accademico, del cinema, della serialità tv e del teatro, per portare gli studenti a padroneggiare gli strumenti cognitivi e metacognitivi indispensabili per affrontare con competenza e spirito critico le varie professionalità richieste in un settore in continua evoluzione. Ha nelle tecnologie del web e dell’elearning il fulcro del nuovo modo non solo di apprendere, ma anche di partecipare a una comunità virtuale nella quale imparare e lavorare, sviluppando le proprie competenze. Tra i docenti è presente davvero il meglio del cinema italiano, dalla regia al mondo

attoriale, da quello degli sceneggiatori a produttori, agenti, manager, montatori, direttori della fotografia. Tra gli altri, Paolo Sorrentino, Paolo Genovese, Marco Bellocchio, Alberto Barbera, Cristina Comencini, Francesca Archibugi, Carlo Verdone, Checco Zalone, Paola Cortellesi, Silvio Orlando, Valeria Golino, Marco Tullio Giordana, Gabriele Mainetti, Lorenzo Mieli e Mario Gianani, Domenico Procacci e Riccardo Tozzi. «L’esperienza del lockdown di un anno e mezzo fa – ha spiegato Valsecchi, ideatore del progetto - mi ha spinto a ragionare sul futuro dei tanti giovani di talento che vorrebbero costruirsi una professione nel mondo del cinema o delle serie tv e che però trovano difficoltà nel realizzare il loro sogno. E ricordando la mia esperienza personale,

Tim Roth. «Noi attori affrontiamo le grandi questioni in modo temporaneo, possiamo immergerci e poi uscirne rapidamente. Il lusso dell’attore è un po’ questo».

UN PREMIO AD ANDREA SCROSATI PER LA CRESCITA DELL’AUDIOVISIVO ITALIANO NEL MONDO È stata Maria Pia Calzone a premiare ieri Andrea Scrosati, attuale COO di Fremantle ed ex Evp Programming di Sky, per «aver contribuito a migliorare il posizionamento dell’Italia nellà realtà mondiale dell’audiovisivo». Si devono a Scrosati produzioni come Gomorra-La serie e The Young Pope, o i film È stata la mano di Dio, di Paolo Sorrentino, e America Latina dei gemelli D’Innocenzo, in gara a Venezia 78. La premiazione è giunta al termine di un panel organizzato a margine di Venezia 78 da ITTV The Italian Tv Festival, dal titolo: Dal libro allo schermo. Cosa cercano i produttori, a cui hanno partecipato tra gli altri, oltre a Scrosati, anche Nils Hartmann, Senior Director Original Productions Sky Italia, Maria Pia Ammirati, direttore di Raifiction e lo scrittore, regista e sceneggiatore Donato Carrisi.

Toni Servillo: «Il tempo che condividono sorvegliati e sorveglianti ha la stessa natura straziante. Ti sembra enorme senza fare nulla. Passa il tempo in un modo che possono impazzire gli uni e gli altri». Sabina Guzzanti: «La democrazia si fonda sull’uguaglianza, non sulla legalità».

TI. LE.

PSICOCINEMA DI FLAVIA SALIERNO

Fellini e l’Ombra

Federico Fellini fu molto grato alla psicoanalisi. Il rapporto infatti che ebbe col suo analista, Ernesto Bernhard, junghiano, fu fondamentale. Fellini si avvicinò così alla sua “Ombra”, che per Jung rappresenta aspetti inconsci, l’accesso ai quali costruisce la via regia alla creatività. Si deve al rapporto analitico tra il regista e l’analista, la produzione del famoso Libro dei Sogni. Ne abbiamo parlato con la regista Catherine McGilvray, autrice di Fellini e l’ombra, in programma oggi alla Mostra.

Come nasce l’idea? Bernhard era terapeuta straordinario: portò Jung in Italia e influenzò con la sua visione molti intellettuali e artisti nella Roma del dopoguerra. Grazie a lui abbiamo l’Adelphi, le traduzioni in italiano delle opere di Jung e del Libro cinese dell’I Ching. Bernhard ispirò anche il film capolavoro 81/2.

Quanto è importante per te l’indagine nel mondo interno per la “scoperta” artistica? Conosco l’universo dell’analisi junghiana da molti anni, e ritengo che la visione di Jung sia veramente adatta ad accompagnare il processo creativo dell’artista (ma anche per la ricerca di autenticità e bellezza). C’è una certa affinità anche per te col pensiero di Jung? Mi sono potuta incontrare su questo col genio Fellini, cosi lontano per tanti altri versi; la ricerca di una verità delle immagini e dei suoni che affiorano dal profondo, come una musica lontana che non vogliamo dimenticare. Per Fellini l’unica vera realtà è quella del sogno, il resto è illusione: a noi umani non resta che accettare la consapevolezza di essere misteri tra misteri. n


in Mostra

DAILY n. 6 - LUNEDÌ 06.09.2021

quando negli anni ’70 sono arrivato dalla provincia a Roma per fare l’attore, con la fatica di dovermi mantenere in una grande città e trovare corsi che davvero mi facessero capire come si fa il cinema, ho pensato che anche dopo tanti anni non è diventato più facile riuscire a trovare le opportunità per imparare i mestieri di questo mondo dalla viva voce di chi ci lavora. Da qui l’idea di I-Talent Factory». «Il web e il cinema – ha sottolineato Danilo Iervolino - rappresentano un matrimonio perfetto perché Internet è una forza esplosiva in cui far germogliare nuove idee nel mondo della comunicazione, produzione e distribuzione cinematografica. Con Internet cambiano i modi di comunicare, di fare business, di studiare. Solo chi saprà pensare in modo diverso potrà cogliere le opportunità della rivoluzione digitale. Per questo abbiamo immaginato con Valsecchi un’Accademia del Cinema che possa attrezzare gli studenti alle sfide del prossimo futuro». I corsi prenderanno il via a novembre. Si rivolgono a un target trasversale, dai 18 anni in su purché muniti di diploma, e danno la possibilità di accedere ad un’ampia offerta di moduli didattici, divisi in categorie e discipline, da 250 a 500 ore di lezione. I percorsi di studio (regia, sceneggiatura, produzione, management, recitazione, storia del cinema e dei media, tecniche del cinema, durano un anno e sono un’esperienza interattiva perché non comprendono solo lezioni da ascoltare, ma anche momenti di incontro tra studenti e professionisti. «Il fatto che attori, registi, sceneggiatori, produttori e portatori di altre professionalità – ha detto Carlo Verdone - spieghino la loro idea di cinema a dei giovani cercando di aiutarli a trovare una strada penso sia importante, e utile. Per questo ho aderito con piacere al progetto di Pietro Valsecchi». «È uno strumento – ha concluso Mario Sesti, curatore e direttore editoriale di strumento di I-Talent Factory - che finora non esisteva, per permettere a chiunque, anche lontano da Roma, di conoscere, imparare e sognare il cinema».

Foto di gruppo per i premiati di Filming Italy Best Movie

AL LIDO con

www.stefanodisegni.it

STEFANO DISEGNI

LIDO LAND Foto di Maurizio D’Avanzo

Carlo Verdone

Kate Hudson

Can Yaman

Tim Roth, Michel Franco e Iazua Larios Charlotte Gainsbourg


Venice’s lifestyle department store

Calle del Fontego dei Tedeschi steps from the Rialto Bridge, Venice

@tfondaco


in Mostra

DAILY n. 6 - LUNEDÌ 06.09.2021

MOTHER LODE

AL GARIB Lo sceneggiatore e regista Ameer Fakher Eldin è nato nel 1991 nell’ex Unione Sovietica da genitori siriani provenienti AL GARIB dalle alture del Golan, occupate (THE STRANGER) dall’esercito israeliano nel 1967. Siria, Germania, Palestina, 2021. Dopo diversi corti pluripremiati Regia Ameer Fakher Eldin. esordisce ora con questo lunInterpreti Ashraf Barhoum, Amal gometraggio, ambientato in Kais, Mohammad Bakri, Amer Hlehel, Hitham Omari. Durata 112’ un villaggio delle alture siriane del Golan, dove narra la vita di Adnan, uomo smarrito che non è mai riuscito a laurearsi in medicina, attraversa una profonda crisi esistenziale ed è incapace di sentirsi in sintonia con chi gli è accanto. L’incontro con un ragazzo ferito nel conflitto siriano lo spinge verso quello che sente come il suo nuovo destino, disattendendo tutte le attese e le tradizioni della sua comunità, le convenzioni e le abitudini legate alla guerra e al perdurante conflitto. Va sottolineato che Ameer Fakher Eldin sta già lavorando al suo secondo lungometraggio: Nothing of Nothing Remains. OSCAR COSULICH

SALA DARSENA

In concorso alla Settimana Internazionale della Critica c’è Mother Lode, una fiaba crudele sulla disumanità del neoliberismo odierno, dove domina la legge del profitto ad ogni costo. Protagonista Jorge, che si mette in viaggio dalla sua casa nella periferia di Lima per raggiungere le miniere d’oro delle Ande. Dirige l’italiano MOTHER LODE Matteo Tortone (anche sceneggiatore con Mathieu Granier), Francia/Italia/Svizzera, 2021. Regia Matteo Tortone. José Luis Nazario Campos, Damian Segundo già documentarista (premiato al Kazan Film Festival per White Interpreti Vospey, Maximiliana Campos Guzman. Durata 1 h e 26’ Men, diretto con Alessandro Baltera), produttore e direttore della fotografia. Ma, sottolinea la Direttrice della SIC Beatrice Fiorentino, Mother Lode è «un film del mondo». Lo precede per SIC@SIC il corto Inchei di Federico Demattè. EMANUELE BUCCI

MIZRAHIM, LES OUBLIÉS DE LA TERRE PROMISE

La regista franco-israeliana Michale Boganim torna a Venezia dieci anni dopo La terre outragée con un personalissimo road movie, un documentario che affronta un tabù che affligge la società israeliana: la discriminazione sistematica che subiscono gli ebrei provenienti dai paesi arabi al loro arrivo nella Terra Promessa. Negli anni ’70 a Musrara, quartiere povero di Gerusalemme, era nato un movimento ispirato alle Black Panthers americane per chiedere il riconoscimento dei diritti fondamentali per i Mizrahim, gli ebrei originari del Nord Africa e del Medio Oriente. Ricordando il padre, membro di questo movimento, Michale Boganim mette a confronto le vicende personali e familiari con la Storia, esplorando insieme a sua figlia il passato e incontrando diverse generazioni di Mizrahim. OSCAR COSULICH

THE FESTIVAL OF ITALIAN CINEMA, FULL OF STORIES AND FACES If it was a picture it would be a group of talents, faces, dialects, drama and comedy and tragedy and most of all everyday stories of the Italian storytelling that in Venice, at least on the big screen, is unmasked. It happens in the movies in competition. Paolo Sorrentino marked the way, Martone, Mainetti and D’Innocenzo Bros will follow. Filippo Scotti is very talented and is a moving young Fabietto Schisa, the boy that embodies Sorrentino’s memories and the pain. Teresa Saponangelo and Toni Servillo are actual parents and the iconic aunt Luisa Ranieri is one of the many very human portraits of our country balancing feelings and fights even in the apparently most happy families. Leonardo Di Costanzo, Wilma Labate, Laura Bispuri are no less. It’s easy to say that after the first week, Venezia 78 offers great blockbusters and stars walking on the red carpet, but this Made in Italy is a world of actors that fill the screen. Venezia 78 is the festival of Hollywood’s come back and the restart of Italian cinema. We just still miss the big audience in the theatres. Artistic Director Alberto Barbera is right: Italian cinema is alive and full of stories, brave authors and talented actors. Thanks to this outstanding cast, Italian cinema gives a great message and is ready to compete for Golden Lion and more. n

MIZRAHIM, LES OUBLIÉS DE LA TERRE PROMISE (THE FORGOTTEN ONES) Francia, 2021. Regia Michale Boganim. Interpreti Maayane Elfassy Boganim, Reuben Abergel, Erez Biton, Michael Biton, Amit Chai Cohen, Neta Elkayam, Carmen Elmakies, Koby Efrach. Durata 93’

GUERRE STELLARI F. Ferzetti L’ESPRESSO

MADRES PARALELAS

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A. Finos REPUBBLICA

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P. Mereghetti M. Mancuso IL CORRIERE IL FOGLIO DELLA SERA

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F. Alò A. De Grandis F. Pontiggia IL MESSAGGERO IL GAZZETTINO IL FATTO QUOTIDIANO

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THE POWER OF THE DOG

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È STATA LA MANO DI DIO

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IL COLLEZIONISTA DI CARTE

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SPENCER

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M. Gottardi LA NUOVA VENEZIA

F. Caprara LA STAMPA

P. Armocida IL GIORNALE

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C. Piccino IL MANIFESTO

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COMPETENCIA OFICIAL

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IL BUCO

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SUNDOWN

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ILLUSIONS PERDUES

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MONA LISA AND THE BLOOD MOON

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HHHHH LA PERFEZIONE ESISTE HHHH DA NON PERDERE HHH INTERESSANTE HH PREGI E DIFETTI H DIMENTICABILE NP VOTO NON PERVENUTO

in Mostra

Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web) - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Giulia Bianconi, Tiziana Leone - Foto: Maurizio D’Avanzo - STAMPA: WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM - Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE).

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