Rimorchi e semirimorchi
IL MONDO DEI TRASPORTI • Maggio 2008
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IL PUNTO SU UN SETTORE DI VITALE IMPORTANZA PER I TRASPORTI
La frammentazione non aiuta la crescita di Massimiliano Campanella MILANO - Il 2007 è stato anche l’anno dei rimorchisti: 17.827 le unità di rimorchi e semirimorchi con ptt superiore alle 3,5 t vendute, rispetto alle 15.463 del 2006. Un incremento del 15,3 per cento che fa sperare in un 2008 altrettanto brillante. Certo non siamo ai numeri francesi: Oltralpe nel 2007 hanno raggiunto il record storico, con un venduto di quasi 28.000 unità e un incremento del 20 per cento. Ma se guardiamo anche il dato dei rimorchi leggeri - al di sotto delle 3,5 t - pare proprio che il mercato “ti ri”: 26.656 unità vendute, con un incremento del 6,6 per cento rispetto all’anno precedente, quando il mercato si era fermato a quota 25.015. AL PRIMO POSTO RESTA SCHMITZ Nella top ten dei pesanti resta al primo posto stabilmente Schmitz Cargobull, con 2.225 unità vendute, davanti a MerkerCardi (2.379), Acerbi-Viberti (1.960), Zorzi (1.045) e Menci (958). Più staccate le altre aziende, in un mercato comunque molto diversificato per categorie (si va dalle cisterne ai ribaltabili) e caratterizzato dalla presenza di un elevato numero di artigiani e piccole e medie imprese: per quanto sul totale del mercato a fare la differenza siano le prime in classifica, ci sono almeno 14 aziende di medie dimensioni (da De Angelis a Bertoja, da Omar a Pezzaioli) che l’anno scorso hanno immatricolato al di sopra delle 200 unità. Risultati che, sommati, anch’essi determinano la differenza e hanno contribuito a raggiungere il degno risultato del 2007. All’interno dell’Anfia (Associazione nazionale fra industrie automobilistiche) nel 1947 è nato il Gruppo “Rimorchi”, che associa le aziende che costruiscono veicoli rimorchiati per trasporto merci; a esso fa capo
la sezione “Trasporti Eccezionali”, che raggruppa le imprese produttrici di veicoli eccedenti i limiti dimensionali e/o di massa previsti dal Codice della Strada. Il Gruppo, che fattura complessivamente circa 300 milioni di euro per un totale di circa 1.500 addetti, sviluppa le sue attività in stretta collaborazione con il Gruppo CVI (Carrozzieri veicoli industriali), data l’affinità delle tematiche trattate. All’interno di Anfia, per il settore dei veicoli rimorchiati, è presente anche Aciril, associazione che rappresenta i costruttori di rimorchi leggeri aventi massa inferiore a 3,5 t e interagisce strettamente con il Gruppo “Rimorchi”. Sulla scorta di un 2007 andato dunque decisamente bene, abbiamo chiesto al presidente del Gruppo “Rimorchi” Anfia, Mario Rolfo, e ad alcuni tra i principali rimorchisti italiani, se le prospettive sono rosee anche per l’anno in corso. Insomma, se l’incremento registrato l’anno scorso e il boom dei “cugini” francesi possa far pensare a un 2008 record nel Belpaese o se convenga stare alla finestra e attendere. “Tutto sommato - ci ha detto Rolfo, al suo secondo mandato triennale da presidente del Gruppo “Rimorchi” - il risultato del 2007 in relazione al mercato italiano non si è discostato di molto da quello francese, il problema semmai è analizzare la composizione di tale incremento. Ovvero: i costruttori esteri hanno visto crescere l’immatricolato di una doppia cifra, del 29,3 per cento, mentre per quelli italiani l’incremento si è fermato a +9,60 per cento. Insomma, l’anno è andato decisamente bene, almeno per i grandi colossi esteri, mentre si allarga la forbice tra costruttori italiani ed esteri, a tutto vantaggio di questi ultimi. Il mercato non manca, la tendenza è interessante, ma si avverte in Italia l’assenza di realtà aziendali di grandi dimensioni. Gioca un ruolo decisivo il fattore prezzi, ovvero la capacità di produzione dei colossi francesi e tede-
schi è al di sopra in maniera esponenziale delle realtà italiane. Diventa difficile per queste ultime competere sui prezzi”. Il 2008 pare essere partito col piede giusto, anche se Mario Rolfo preferisce mantenere la massima prudenza. “Credo che alla fine - ha proseguito il presidente del Gruppo “Rimorchi” Anfia - l’incremento del mercato italiano terrà in media la quota del 2007, mentre alcuni elementi relativi al mercato estero sono ancora da definire. Certo lascia sperare l’incremento registrato tra gennaio 2008 e gennaio 2007 per i costruttori italiani: siamo a +31,60 per cento, rispetto a una media d’incremento del 19,60, che vuol dire che le Case estere sono sotto il 20 per cento. Ma è un dato da prendere decisamente con le mol le, influenzato com’è da con segne non effettuate nel 2007 e registrate a inizio d’anno. Certo è segno di una tendenza che non va al peggioramento, semmai va nella direzione di un ridimensionamento della forbice di cui parlavo prima. Almeno questa è la speranza dei rimorchisti italiani. Ma per esserne certi occorre attendere almeno i dati della primavera”. In che modo il Governo e lo Stato centrale possono dare un aiuto, possono incidere in maniera significativa a favore delle aziende italiane? “Da tempo - ci ha risposto Mario Rolfo - si parla d’incentivi, ma pare che i tempi non siano ancora maturi. Eppure, secondo studi recenti, almeno il 60 per cento del parco mezzi è ultra obsoleto, ovvero è ante 1993-1994,
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periodo dell’introduzione dell’ABS. Lo sforzo dell’Anfia è tutto centrato al rinnovo di questo parco, perché non ha senso cambiare la motrice e avere un rimorchio sprovvisto di ABS: due sistemi frenanti diversi non solo possono risultare incompatibili, ma certamente non risolvono il problema della sicurezza, non danno le garanzie che è in grado di fornire un semirimorchio di nuova generazione”. Quindi incentivi alla rottamazione, poi? “L’altro passaggio da fare - l’invito del presidente Rolfo al prossimo ministro dei Trasporti e al prossimo Parlamento - è riguardare alcune normative, snellire le procedure di omologazione, renderle più elastiche. Lasciar trascorrere un lasso di tempo, spesso per il ri-
morchista vuol dire giocarsi il mercato”. Industrie Cometto S.p.A. è una società per azioni costituita nel 1954 con sede e stabilimento a Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo. Il fatturato del 2007 è stato pari a 39 milioni di euro, rispetto ai 23 milioni del 2006. 200 il numero totale dei dipendenti, 5 in più del 2006. Superficie aziendale 60.000 m2, 22.000 coperti (reparti produzione), 2.000 riservati agli uffici, 35.000 m2 scoperti. Sono oltre 9.500 i veicoli Cometto circolanti nel mondo, grazie a importatori, distributori e agenti in oltre 60 nazioni. “L’an no scorso - il parere di Giovanni Monti, da 4 anni direttore commerciale - è andato bene per le necessità di rinnovo
della gamma, non per un’espansione: la crescita nel mercato italiano non c’è. Nel 2007 abbiamo venduto 300 unità, ma il nostro prodotto spazia dal semirimorchio al prodotto stradale eccezionale, diviso in moduli, quindi i numeri non rendono l’idea di quanti contratti siano stati accesi. Il nostro prodotto di punta è rappresentato dalle unità semoventi, distinte nelle tre grosse tipologie per acciaierie, cantieri navali e da installazione. Per quanto ci riguarda mi riamo a dipendere sempre meno dal mercato italiano e anche da quello europeo: le nostre esportazioni rappresentano l’80 per cento del fatturato, mentre fino al 2006 questa percentuale era ferma al 60”. LA PAROLA AGLI IMPRENDITORI
Mario Rolfo, presidente del Gruppo “Rimorchi” Anfia.
Il dato d’inizio anno farebbe pensare alla riduzione della forbice, che anche l’anno scorso ha fatto registrare un incremento per i grossi colossi esteri rispetto alle aziende italiane. Ma il presidente del Gruppo “Rimorchi” Anfia Mario Rolfo invita alla cautela: “Aspettiamo i dati della primavera”.
Ciò nonostante l’euro forte? “Il dollaro debole - ci ha risposto il direttore commerciale delle Industrie Cometto S.p.A. non ferma l’espansione e gli investimenti in atto in Corea e nel Vietnam, ad esempio, dove si rea lizzano cantieri. L’Italia è fer ma, ma il resto del mondo per fortuna continua a essere dinamico e deve continuare a svilupparsi, coi suoi programmi nel settore delle infrastrutture e nei cantieri navali”. Che cosa può dare una spinta propulsiva al mercato italiano? “Occorre ci ha risposto il dottor Monti tor nare a realizzare le infrastrutture, aumentarne il numero, costruire capannoni e far muovere i mezzi eccezionali. Solo in questo modo si favorisce il trasporto, altrimenti il mercato non ha motivo di crescere. Personalmente non sono ottimista al riguardo: tira il cantiere navale, ma il resto del mercato ha un dinamismo privo di logica e versa nella più completa incertezza”. Cautela nel commento dei dati anche da parte dell’ingegner Luca Margaritelli, Ammi-
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