Ricordo del 175° anniversario della seconda apparizione della Madonna d'Erbia in Casnigo

Maria, Porta del Cielo

Ricordo del 175° anniversario della seconda apparizione della Madonna d’Erbia Casnigo (1839 - 2014)

La porta del miracolo Ricordo del 175° anniversario della seconda apparizione della Madonna d’Erbia - Casnigo (1839 - 2014) Venerdì 25 luglio 2014 alle ore 20.00, con il gruppo statuario che ricorda il miracolo della sera di martedì 6 agosto 1839 quando Maria Santissima confortò il piccolo Luigi Rossi, si è svolta la processione dal Santuario in Erbia alla chiesa della Santissima Trinità.

La sera di sabato 26 luglio è continuata la processione dalla Trinità alla chiesa parrocchiale.

Per i dieci giorni dei festeggiamenti, accanto all’altare della parrocchiale era collocata “la porta del miracolo”. Una grande reliquia. È la porta del fienile di Giuseppe Rossi, papà di Luigi, che la Madonna ha aperto e chiuso senza chiave. È una porta di castagno, legno forte contro le intemperie, adatto per la costruzione di tetti e di porte. Precisamente è la metà della porta, in quanto la parte mancante è stata asportata a piccoli pezzi dai pellegrini in ricordo del miracolo.

Quella porta è il segno rimasto di ciò che è avvenuto in Erbia 175 anni fa.

Maria è porta del cielo in quanto intercede per la salvezza dei suoi figli. Come il Signore è entrato nella storia attraverso di Lei, così Maria ci aiuta ad entrare nella gloria.

Il tempo è il grande tesoro da non sprecare, dobbiamo sbrigarci ad attraversare quella porta che un giorno verrà chiusa per sempre.

Questa pubblicazione, che si apre come una porta, vuole essere un piccolo aiuto a ricordare i festeggiamenti del 175° anniversario del 2° miracolo celebrati dal 25 luglio al 6 agosto del 2014. È come uno spazio familiare per crescere nell’affetto, nell’aiuto reciproco, nel gusto della collaborazione, nella gratitudine, anche per quanti si sono adoperati per la buona riuscita dei festeggiamenti. È un piccolo dono per ricordare che alla Madonna preme che il padre ritrovi il figlio e il figlio ritrovi il padre. Maria intercede perché le porte siano luoghi di incontro, di ritrovo e di riconciliazione. Infatti il miracolo in Erbia è motivo di gioia e di festa per una famiglia, per una comunità, per il cammino di fede.

I festeggiamenti, che si sono aperti, si sono anche chiusi. Il bello è stato entrarvi.

La porta del miracolo è stata riportata al Santuario, al solito posto dietro il gruppo statuario. È là. È motivo di riflessione sull’apertura al mistero, sul cammino di ricerca, sull’incontro tra le generazioni e sull’umana voglia di Casa.

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g i n s a C i aly d t I a i G h B c go i n s Parroc a C of d e v r e s Parish e r ght i r l l A ©

Durante il tempo dei festeggiamenti si è cantato più volte l’inno: “Porta del Cielo che vieni” invocando Maria con l’appellativo di “porta”. Nelle litanie lauretane la invochiamo proprio “Ianua Caeli”, Porta del cielo.

Una porta accogliente che si apre per far spazio a Luigi spaventato e disorientato. Una porta che apre ad un clima familiare per consolare il piccolo bambino. Una porta che si chiude per custodire il Da ultimo. Sia il primo miracolo (5 agosto 1550), piccolo in attesa dell’arrivo del suo papà. sia il secondo miracolo (6 agosto 1839) sono avvenuti di martedì, un giorno di lavoro. È una cosa Il miracolo in Erbia è un invito ad osservare le porte interessante. Nelle apparizioni mariane c’è sempre della propria vita. Occorre diventare esperti di una costante. Pensiamo a Lourdes, pensiamo a porte. Non per essere ladri che portano scompiglio, Fatima. paura e tristezza nelle abitazioni, ma per essere In Erbia di martedì la prima volta, di martedì la persone attente, accoglienti, che sanno fare spazio, seconda volta. che creano un clima di fiducia, di protezione e di È come se Maria indicasse un appuntamento, sicurezza. Darsi da fare per essere persone che qualcosa di bello da scoprire. I due miracoli vanno sanno cogliere la differenza tra la porta della visti insieme, confrontati, aperti uno sull’altro. fabbrica e quella di casa, tra la porta del negozio e quella della chiesa, tra la porta dell’automobile e Il cammino di ascolto, di riflessione, di la porticina del tabernacolo. Darsi da fare per aver preghiera, di amore e di fede non è finito. La cura della porta del proprio cuore e della propria vita continua. Maria ci accompagna perché bocca. l’importante è non dimenticare la Porta di Casa.

Venerdì 25 luglio.

Alle ore 20.00, nel santuario della Madonna d’Erbia, con il canto del Vespro si iniziano i festeggiamenti nel 175° anniversario dell’apparizione della Vergine Madre al piccolo Luigi Rossi il 6 agosto 1839.

L’inno “Ave Chiara Stella” apre la preghiera.

y l a t I G la Madonna e il piccolo Il gruppo statuario, che raffigura B o g i n Luigi s la preghiera del Vespro, adurante iC ly è già pronto sulla

adella Trinità. Contenti, ci d t I porta per condurci verso la chiesa a i G h B c oc o - nella bella sera d’estate. gcondurre i lasciamo 25 n arrluglio s P a C f o h s i r a P

Sorpresa. È la Madonna che apre il cammino guardandoci, attirandoci. I portatori hanno l’onore e l’onere di aiutarci a pregare. La croce viene subito dopo la statua. Tra noi e Maria c’è Gesù. Preghiamo il mistero dell’Incarnazione, motivo del viaggio di Maria che porta alla cugina Elisabetta la gioia della presenza del Messia, il suo bambino.

Si inizia cantando “Santa Maria del Cammino”. La processione ben ordinata si allontana poco alla volta dal Santuario ed è come se la facciata della chiesa ci salutasse e dicesse: “Buon Cammino. A presto”.

Maria, posta davanti, ci attira e ci aiuta a pregare: un passo di Vangelo, un breve commento, il Pater, la Decina, il Gloria e un canto mariano. E il canto diventa istruzione, preghiera, confessione di fede. Gli alberi sono lì da anni ad accompagnarci, a sostenerci nel cammino.

I portatori aprono il cammino. Il loro impegno è un servizio per tutti.

La processione allarga l’orizzonte: il verde, le case, san Patrizio da lontano, la valle. Insieme si va portando la dolcissima presenza di Maria.

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Ci lasciamo ordinare da Lei e con Lei ascoltiamo, preghiamo, cantiamo e sembra che il paesaggio sia più ricco e più familiare. È così. Quando si ascolta il Vangelo, si vede meglio. Maria in questo è ottima maestra.

Pausa. C’è il cambio dei portatori. I pesi vanno distribuiti.

Intanto ci si aspetta in silenzio. È la vita: aiutarsi ed aspettarsi.

Sabato 26 luglio.

Alle 9.00, nella chiesa della Santissima Trinità si celebra la Messa nella memoria dei genitori della Madonna, i santi Gioacchino e Anna. Alle 17.30 si prega il rosario meditato e alle 18.00, come si vede dalla foto, don Cristian Mismetti, nativo di Cazzano, celebra la Messa festiva.

26 luglio

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g i Al termine della Messa, prima n s a C i alycon la processione, ditpartire d I a i G h B c il coro “Voci Orobiche” eleva go i n s Parroc a C of il suo omaggio corale alla Parish

Madonna.

Il cielo è coperto. Con il canto delle Litanie mariane si parte per la seconda processione che va dalla chiesa della S.S. Trinità alla località Cornello dove avverrà l’accoglienza.

Durante la processione si prega il racconto della visitazione di Maria alla cugina Elisabetta. Lei andava in salita sulla montagna di Giuda, invece noi siamo in discesa.

In lontananza si intravedono tre campanili: Vertova, Semonte, Fiorano.

Anche là si venera la Madre del Signore.

Cadono alcune gocce di acqua ma niente più. Chi apre l’ombrello, poco dopo lo chiude con un senso di sollievo.

L’arciprete don Giuseppe Berardelli saluta la Madonna.

Anche il sindaco di Casnigo tiene il suo discorso. Il coro “Voci Orobiche” innalza un altro canto e ci si prepara per la processione solenne: la croce davanti, la gente su due file doppie, la corale, il corpo musicale, la confraternita, i chierichetti, i sacerdoti e i portatori con la Madonna.

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L’arciprete in cappa magna e don Cristian sono pronti per la grande processione.

Le luminarie che decorano il paese celebrano la candela accesa che Maria ha in mano quando appare al piccolo Luigi.

Gli addobbi non mancano, l’artistico rosone preparato con cura e devozione è qualcosa di veramente bello.

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Chi a Casnigo conosce bene il dialetto locale, dietro la statua vede il “ròsc”, la gente che aspetta la Madonna fuori casa per poi accodarsi in processione. Con le persone davanti al gruppo statuario, si dice che siamo quasi mille.

L’ascolto del corpo musicale “Angelo Guerini” concentra, aiuta a vivere con più gusto la processione a tal punto che si sbaglia percorso.

Tuttavia, in modo flessibile, si riprende la strada prefissata. Bello. Così nella vita: avere un buon spirito di adattamento per affrontare gli imprevisti.

È sera. Stiamo per entrare in chiesa parrocchiale.

Finalmente.

È il momento solenne dell’accoglienza in chiesa con un affettuoso battito di mani.

Dopo una lunga e partecipata processione, eccoci nella chiesa parrocchiale preparata a festa.

Accanto all’altare c’è la “porta del miracolo” del 1839.

Seduti, ascoltiamo il canto “Porta del cielo che vieni” che è diventato l’inno dei festeggiamenti.

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g i n s a C i aly d t I a i G h B c go - Le parole del canto sono di don Maurizio i n s Parroc a C of d

ee l’adattamento musicale è di v r e Rota s Parish e r ght i r l Salvatore Cortinovis, il maestro della l A © corale “Madonna d’Erbia” di Casnigo.

Alla fine tutti cantano il ritornello: “Salve, pietosa; salve, clemente; salve, dolcissima Maria”.

Si comincia con le fotografie di gruppo: aiutano a fare sintesi.

Classe 1969.

Tra alcuni anni, ancora contenti, diranno: “L’unione fa la forza e fa la festa”.

Lunedì 28 luglio.

Al mattino, presso la chiesa delle suore, alle 07.00 e alle 10.30 si celebra la Messa con la presenza di alcuni ragazzi delle elementari e medie.

Alla sera c’è la processione che parte dalla scuola dell’infanzia per arrivare al campetto presso il municipio.

28 luglio Don Giuseppe e don Fiorenzo sono pronti per la processione che vede la presenza del mondo sportivo.

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g i n s a C i aly d t I a i G h B c go i n s Parroc a C of Parish

I portatori stanno preparando l’inizio della processione. Sono presenti alcune suore venute da Gandino.

Durante la processione si legge il Vangelo del ritrovamento di Gesù dodicenne nel tempio e lo si commenta in una prospettiva sportiva.

Il cielo comincia a coprirsi velocemente, infatti arriva la pioggia.

Una pioggia che obbliga a ricoprire la Madonna. L’organizzazione è pronta ad ogni evenienza e interviene prontamente.

Il corso della processione viene abbreviato e non si disputa la partita al pallone presso il campetto del municipio dal titolo: “Il bello di giocare”.

Il cielo è scuro. La Madonna è protetta. I portatori sono bagnati. Occorre allungare un po’ il passo, abbreviare la processione e arrivare alla svelta in chiesa.

Ormai ci siamo. La chiesa appare come il rifugio propizio per terminare al meglio la celebrazione.

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Eccoci in chiesa, seduti ad ascoltare l’omelia dal titolo: “Il bello di giocare”. Il gioco per “il piccolo Luigi” è determinante per la sua maturità: è il tempo dove impara il senso della squadra e della regola, dove esprime la propria passione, dove apprende la misura del gioco che è una pausa, un diversivo interessante e non un lavoro. Il gioco è bello se rimane gioco.

Alle 21.15 due fotografie ricordo.

La prima con i portatori. Una buona squadra.

La seconda ritrae i portatori futuri. Adesso si allenano. Imparano a vincere e a perdere lealmente comprendendo che si vince sempre se si è leali. Anche se sul campo si perde.

Se si è imbroglioni, si perde sempre, anche se sul campo si vince.

Mercoledì 30 luglio.

Ore 16.00: rosario meditato alla casa di riposo. La chiesa è gremita di ammalati e anziani che ascoltano, pregano e cantano.

Si respira un’attenzione che fa bene e crea a sua volta attenzione in chi la percepisce.

La preghiera diventa vicinanza, saluto, cordialità. Maria Santissima ne è la maestra.

30 luglio y l a t I o - BG

Un particolare sul gruppo dei chierichetti fedeli.

Tre volti che richiamano la semplicità del piccolo Luigi Rossi.

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Dopo il rosario, alle 20.30 si celebra la Messa presieduta dal vescovo di Fidenza, mons. Carlo Mazza, e concelebrata dai parroci della Valgandino.

Sono presenti le associazioni di Casnigo e i sindaci dei cinque comuni della Valgandino: Casnigo, Cazzano Sant’Andrea, Gandino, Leffe e Peia.

All’inizio della Messa, il vescovo Carlo saluta i sindaci cordialmente.

I gagliardetti, posti ai piedi della Madonna, testimoniano la ricchezza delle associazioni di Casnigo a servizio delle persone e del territorio.

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I celebranti sull’altare, cominciando da sinistra, sono: don Giuseppe Merlini parroco di Leffe, don Guido Sibella parroco di Barzizza, il nostro arciprete don Giuseppe Berardelli, il vescovo Carlo, don Innocente Chiodi prevosto di Gandino, don Pierino Bonomi parroco di Cazzano Sant’Andrea, don Fiorenzo Rossi curato di Casnigo, don Luigi Torri residente a Gandino.

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Nell’omelia, Il vescovo si rallegra per la compresenza dei parroci e dei sindaci della ValGandino. Commenta il titolo dei festeggiamenti: “Nei tuoi passi i nostri passi, Maria, Madre del Signore e Madre nostra” e mette in evidenza come l’esercizio dell’autorità genitoriale, religiosa e civile sia molto impegnativo, soprattutto ai giorni nostri dove si è tentati di individualismo.

La corale ci accompagna e ci aiuta a cantare. Il suo direttore, Salvatore Cortinovis, dirige, ci dirige per cantare tutti “a tempo”.

Siamo sulla porta della chiesa, ormai si sta per entrare ed è quasi terminato un altro giorno.

Fotografia ricordo di portatori e don Giuseppe

dieci

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Fotografia ricordo con tredici portatori, una signora e don Giuseppe.

Fotografia con altri nove portatori e don Giuseppe.

Venerdì 1 agosto.

Con il canto “Andrò a vederla un dì” si inizia la processione verso il cimitero.

Il seminarista Claudio Bellini guida i chierichetti che, con la croce astile, aprono la processione. Il gruppo statuario viene portato per ultimo.

1 Agosto y l a t I o - BG

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e v r e s Parish e r ght i r l l A © La corale e il corpo musicale arricchiscono

la processione che scende verso il cimitero.

Si respira un’aria di attenzione. Ciascuno è chiamato a fare bene la propria parte e, in questo modo, il paese diventa comunità.

La processione solenne e partecipata è ormai vicina al cimitero dove si celebra la Santa Messa.

La Madonna è portata nel Cimitero: “... prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte”. Amen.

La Madonna, Regina degli Apostoli, veglia sui preti del suo Figlio.

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gfatica degli otto portatori Classe s 1941.

La è premiata con la i n a C y i l a ItMadonna.

G -della hia d fotografia ricordo ai piedi

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I chierichetti, con il sacrista Giuseppe, sono pronti per la fotografia.

Il carissimo Dario, impegnato da sempre in oratorio, ai piedi della Madonna con altri fratelli nella fede.

Domenica 3 agosto.

Una rappresentanza delle confraternite della Valgandino e della Media Val Seriana è presente per l’omaggio a Maria Santissima.

Sono pronti per iniziare la processione dall’oratorio alla parrocchiale, ma senza la statua della Madonna.

3 Agosto

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Le consorelle e i confratelli ascoltano l’introduzione che dà inizio alla celebrazione.

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La croce apre la processione. Seguono i laici, una settantina di consorelle e confratelli, i sacerdoti e, da ultimo, lo stendardo del “Santissimo” e della “Madonna d’Erbia”.

Si vedono le consorelle di san Rocco di Leffe, le consorelle di san Giuseppe e una consorella della Madonna del Carmine di Gandino.

Sera del 3 agosto.

Si recupera la processione di martedì 29 luglio non fatta a causa della pioggia.

Un portatore concentrato. Un papà che porta in alto il segno della famiglia: la mamma e due figli. Porta in alto ciò che fa bene.

sera del3 Agosto

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g bella, raccolta, i È una processione si prega, si canta. n s a C y i l a d Si è contenti perché,-insieme, La processione va verso la parte nuova del paese.

It si è riusciti a recuperare a i G h B c c o o un igtassello importante del programma.

Parr of Casn Parish

Siamo in salita. Intanto si riflette sul perché la Madonna è davanti e ci guarda.

Si medita sul perché dei lumini alle finestre, del nostro andare nella notte e del camminare uno accanto all’altro condividendo lo stesso progetto.

Dove siamo?

Dove sei?

Senti la mia voce?

Forza, vieni, ti aspetto.

Grazie!

Il vigile del paese: quante processioni!

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I portatori processione.

È scesa la sera. La processione è terminata. È prossimo il giorno del ritorno in Erbia, passando dalla località della Santissima Trinità da dove è stata scattata la fotografia.

Questo racconto è possibile anche per il lavoro dei fotografi.

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penultima

Prima della benedizione al paese, l’arciprete don Giuseppe prende la parola. Il suo discorso di saluto è lapidario. Al termine invita a due impegni: Non bestemmiare e partecipare alla Messa della domenica.

Ti ricordi?

Ti stai impegnando?

Si vede la Madonna con il piccolo Luigi rivolta alla chiesa parrocchiale e alle case di Casnigo. Intanto si sentono i “colpi tonanti” di saluto.

Anche chi è rimasto a casa capisce che è arrivato il momento del congedo.

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Siamo in molti ad accompagnare Maria in Erbia, un popolo in cammino…

Nella seconda parte della processione la Madonna viene portata davanti e detta il passo. È come se dicesse che Lei conosce bene la strada, e ci invitasse a seguirla con fiducia nel buio della sera.

Cambio dei portatori, una piccola pausa.

La natura fa da corona, invita al silenzio, all’ascolto, a gustare i passi fatti insieme. La croce nel mezzo ricorda l’Ora della Redenzione, quando il Signore ha affidato sua Madre al discepolo.

Cala la sera. Si accendono le luci e vengono accese le fiaccole.

Si sentono le campane della chiesa della Trinità.

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Siamo al piazzale della Trinità.

Alcuni si fermano e lì salutano la Madonna. Molti continuano per il Santuario in Erbia.

Silenzio, rosario, canto: è il ritmo della processione.

È notte. Le luci ci aiutano a proseguire e trasformano tutto in uno spettacolo da contemplare e ricordare.

Mercoledì 6 agosto.

Ecco il Santuario della Madonna d’Erbia in mezzo a prati e monti.

Alla Madonna piacciono posti belli e riservati.

Madonna d’Erbia e si va in salita, Madonna di Altino e si va in salita, Madonna del Frassino e si va in salita, Madonna della Cornabusa e si va in salita. Madonna dei Campi e si va in mezzo al verde, Madonna di Caravaggio e si va in mezzo alla natura. È come se la Madonna ci aiutasse a riscoprire la creazione, il punto di partenza della vita.

6 Agosto

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La chiesa è pronta per la Messa nel giorno del secondo miracolo in Erbia avvenuto martedì 6 agosto 1839, 175 anni fa, quando la Madonna appare al piccolo Luigi Rossi di 4 anni che sale in Erbia in cerca del papà Giuseppe. Luigi, sorpreso da un forte temporale, si rifugia piangente sotto l’atrio della cappella.

Improvvisamente si apre la porta della chiesetta ed esce una signora che conforta Luigi, gli dona un pane e lo introduce nel fienile accanto aprendo miracolosamente la porta chiusa a chiave.

Quando il papà ritrova il bambino nel fienile si domanda come Luigi sia potuto entrare in quanto la porta era ancora chiusa a chiave.

Dal racconto del figlio, il papà riconosce che è avvenuto qualcosa di unico, di bello, di commovente e di vivo. La Madonna in persona si è presa cura del suo bambino.

Ecco la porta del miracolo, che nei giorni dei festeggiamenti è stata portata nella chiesa parrocchiale, insieme al gruppo statuario.

In una giornata di sole, rare quest’anno, la Messa delle 10.30 è presieduta dal vicario generale mons.

Davide Pelucchi. Nell’omelia evidenzia che Luigi, cercando il padre, trova la madre.

All’inizio della Messa vengono incensati l’altare e l’effige della Madonna. L’incenso è segno della preghiera e il suo profumo è motivo di memoria.

Si celebra ricordando. Si prega facendo memoria.

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Al termine della Messa i ragazzi si mettono in fila per consegnare al vicario il proprio albero genealogico e ricevere un pane e una candela in ricordo del miracolo di martedì 6 agosto 1839.

Due genitori, quattro nonni, otto bisnonni, sedici trisnonni, trentadue quartavoli, sessantaquattro quintavoli, centoventotto sestavoli, duecentocinquantasei settavoli. Se si pensa in modo reale alla vita, ci si trova circondati da tanti volti.

Inno “Porta del Cielo” Sulle note di “Aurora che il sole precedi” di mons. Giuseppe Pedemonti.

Porta del cielo che vieni, madre di misericordia, a Luigi spaventato, tu asciughi il suo pianto.

Salve, pietosa; salve, clemente; salve, dolcissima Maria.

Porta del cielo che vieni, madre di consolazione, al bimbo perso nel buio, doni luce e conforto.

Porta del cielo che vieni, o g i n fonte della nostra gioia, s a C i d a i ac Luigi chche ha fame snigo - BG o r r a P a offri r pane vita. ishperofla C

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Porta del cielo che vieni, nostra signora in Erbia, al fragilissimo bimbo offri cuore e ristoro.

Porta del cielo che vieni, regina della famiglia, unisci padre e figlio doni pace ad ogni casa.

Salve, pietosa; salve, clemente; salve, dolcissima Maria.

Testo: don Maurizio Rota.

Arrangiamento musicale: maestro Salvatore Cortinovis.

Realizzazione a cura della Parrocchia Arcipresbiterale Plebana di Casnigo (BG) - © Tutti i diritti riservati.

Testi: Don Giuseppe Berardelli e don Maurizio Rota.

Coordinamento editoriale: Don Maurizio Rota, Flavio Moro, Gian Battista Moro con la collaborazione di Giuseppe Cattaneo e Giuseppe Foresti.

Fotografie: Giovanmaria Angeli, Renato Persico, Valerio Rota Nodari.

Disegno del gruppo statuario: suor Cristina del Monastero di San Benedetto in Bergamo.

Ideazione e realizzazione progetto grafico-editoriale: Valerio Rota Nodari.

Stampato dalla Tipografia Radici Due di Gandino (BG) - gennaio 2015.

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Nei tuoi passi, i nostri passi, Maria, Madre del Signore e Madre nostra