Relazione stage

RELAZIONE STAGE Corso di Tecnico di produzione accessori d’ambito Agenzia formativa E. G. Ghirardi Anno 2016/2017

VALENTINA MASTANTUONO

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INDICE IL LABORATORIO

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ATTIVITÀ SVOLTE

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PARURE I&1/2

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PARURE BUBBLES

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ANELLO PISTILLI

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IL LABORATORIO Azienda: L’Oro Puro Sede: via Nizza 346 Periodo: 02/02/17 - 12/04/17

(400 ore)

Tutor: Massocco Alessandro Reparto: Banco orafo

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ATTIVITÀ SVOLTE Non avendo mai maturato esperienza nel campo dell’oreficeria, se non nei pochi mesi del corso precedenti allo stage, Alessandro mi ha fatto iniziare dalla finitura di alcuni piccoli pezzi, ciondoli e anelli che aveva ritirato dalla fusione. Ho quindi trascorso le prime due settimane a spiantonare, smerigliare e lucidare una ventina di pezzi, rifacendoli anche più volte, fino a che non riuscissi ad arrivare a una perfezione tale da poterli vendere in negozio.

Una volta acquisita più manualità, sono passata a lavorare su pezzi più complessi e delicati, sempre partendo dalla spiantonatura, passando dalla limatura e smerigliatura, fino ad arrivare alla lucidatura a specchio, aiutandomi utilizzando anche varie frese e dischetti abrasivi per raggiungere punti difficili da smerigliare con le lime e per completare meglio il lavoro.

Successivamente ho iniziato a lavorare sulle cere, partendo dalla realizzazione degli stampi in gomma con il vulcanizzatore, per andare poi a immettere la cera liquida con l’iniettore e creare quindi il modello da portare a fondere.

Nel frattempo mi sono anche dedicata a ordinare e catalogare le gomme e i rispettivi oggetti in cera, che vengono tenuti per poter replicare o modificare velocemente un modello, senza dover partire da zero.

Nel corso dei due mesi ho anche aiutato Alessandro a realizzare pezzi per la sua collezione sul motociclismo.

Oltre a realizzare copie di oggetti creati da lui, creando cere da far fondere e lavorando i pezzi ritirati dalla fusione, ho realizzato pezzi nuovi per implementare la gamma di soggetti disponibili. Ho creato per esempio dei modelli per delle piste e il logo di una casa motociclistica, sagomando fogli di plastica per modellismo da usare per creare gli stampi in gomma e le successive cere.

Altri strumenti che ho utilizzato durante il periodo di stage sono: il laminatoio a mano, per laminare lastre o fili quadri; l’allargafedi, con cui si possono allargare o stringere anelli don sezione mezza tonda; le trafile, di varie sezioni e diametri; il portaseghe per tagliare ed eseguire lavori di traforo; il cannello per fondere piccoli pezzi e saldare; la rodiatrice, per applicare trattamenti galvanici alla superficie dei metalli; il pantografo piano per incidere lettere, numeri e simboli su piastrine.

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PARURE 1 & 1 2 L’idea della parure è nata casualmente, guardando alcuni pezzi che avevo realizzato dopo aver imparato le tecniche di realizzazione di mezze sfere e tubi cavi.

Il nome indica il concetto della sfera (1) e delle coppette, o mezze sfere (1/2).

Per realizzare i due pezzi, oltre alla consueta strumentazione, ho utilizzato la bottoniera e gli imbutitori di diversi diametri [1], per le diverse misure delle meze sfere.

Per il tubo cavo ho invece utilizzato un cubo scanalato.

Il processo è iniziato dalla laminatura fino a 0.4 mm di una lastra d’argento [2], da cui ho ricavato, con il seghetto, dei cerchi di diverso diametro. Con la bottoniera e gli imbutitori, partendo dal buco più largo, ho battuto man mano le lastre, fino ad arrivare al diametro di 15 mm per le mezze sfere, 9 e 5 mm per le coppette. Per ognuna ho poi limato i bordi e smerigliato la superficie esterna.

Il gambo dell’anello è una fedina italiana, ricavata da un filo trafilato mezzo tondo, in cui ho creato un buco per inserire il perno che, una volta saldato, tiene le due coppette [4].

La realizzazione degli orecchini è stata più complessa. Per i tubi cavi sono partita da una lastra di 0.3 mm, sagomata a rettangolo di larghezza 8 mm (circonferenza del tubo), e l’ho battuta sul cubo scanalato con gli imbutitori fino a che i due bordi si sono accostati. A questo punto ho creato una punta per poterlo inserire nella trafila e ho trafilato fino a che il tubo si chiudesse perfettamente. L’ho diviso nei due pezzi che mi servivano [3] e ho saldato le estremità e il bordo. Ho proceduto saldando le due metà delle sfere, saldando gli anellini e le farfalline [7] e smerigliando il tutto. L’orecchino è costituito da tre coppette saldate tra di loro, con un perno che si va a inserire nell’orecchio.

La fase finale è stata la lucidatura di tutti i pezzi [8].

Gli orecchini possono essere usati anche senza i pendenti.

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PARURE BUBBLES Anche per la seconda parure, l’idea è nata per caso, notando sulla pietra refrattaria delle palline che avevo accidentalmente creato facendo fondere degli scarti d’argento. Ne ho realizzati altri, di dimensioni diverse, e accostandoli ho notato che potevano creare un effetto di texture tridimensionale, che ricordavano delle piccole bolle, da cui il nome.

La realizzazione dei quattro pezzi è stata piuttosto semplice, e non ha richiesto strumenti supplementari.

Sono partita realizzando tante piccole palline da pezzi di scarto di argento [9], che ho poi suddiviso per i 4 pezzi della parure. Come base ho utilizzato una lastrina di metallo di 0.5 mm, ricavata sempre da pezzi di scarto, che ho suddiviso in quattro parti e a cui ho saldato i quattro gruppi di palline [10]. Per il centro collana e gli orecchini ho utilizzato la lastra piana, mentre per l’anello l’ho girata e saldata in modo da formare un fascione [13].

Una volta saldati e sbiancati i pezzi, ho iniziato a togliere con il seghetto le parti di lastra in eccesso, sagomandola lungo i bordi delle palline [11].

Al centro collana ho saldato due anellini per la catenina [12], mentre sul retro degli orecchini ho saldato due perni per poterli usare come orecchini a bottone.

Il passaggio successivo è stata la smerigliatura e lucidatura di tutti i pezzi [16].

Per la fase finale, non essendo soddisfatta del contrasto tra le diverse palline, ho utilizzato il mordezzante, che agendo chimicamente sull’argento crea una patina scura, facilmente removibile dando una veloce passata di lucidatrice. In questo modo le parti più superficiali sono rimaste lucide, mentre i solchi tra le palline sono diventati scuri, facendo risaltare al massimo la texture degli oggetti.

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ANELLO PISTILLI L’anello prende ispirazione da un soggetto naturalistico, ovvero i pistilli di un fiore, che si estendono dal centro della corolla come piccoli tentacoli.

Il gambo dell’anello è una semplice fedina italiana che ho realizzato limando e smerigliando un filo quadro. I singoli pistilli li ho realizzati invece da un filo trafilato a diametro 0,8 mm, che ho tranciato in sette pezzi, di cui ho brasato un’estremità di ognuno.

La fase più complessa è stata la saldatura dei pistilli sulla cime dell’anello, in quanto ho dovuto prestare attenzione a non dissaldare i pezzi mentre ne aggiungevo uno [17]. Una volta terminata la saldatura e l’imbianchimento, ho limato l’eccesso con un dischetto abrasivo [18], ho smerigliato e lucidato [19].

Come ultimo passaggio ho avvicinato i pistilli per poter racchiudere una sfera di onice [20].

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