Gita a ravenna

Viaggio d’istruzione RAVENNA Classe 1L e 1M “Cocchi Aosta” - Fratta Todina-

Il mosaico • Il mosaico è una tecnica decorativa che consiste nella creazione di motivi geometrici o di composizioni figurative, con l’accostamento di piccoli frammenti chiamati tessere.

• I frammenti possono essere di svariato materiale come il vetro, la pietra e qualsiasi altra materia dura.

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Questo caratteristico tipo di decorazione, viene impiegato prevalentemente su ampie e lisce superfici quali: pareti, pavimenti, soffitti e volte.

RAVENNA PATRIMONIO MONDIALE Ravenna è stata capitale tre volte: • dell‘Impero Romano d’Occidente (402 - 476); • del Regno degli Ostrogoti (493 - 553); • dell‘Esarcato Bizantino (568 - 751).

Ravenna è una delle poche città del mondo a vantare ben otto monumenti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO: la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo e di Sant'Apollinare in Classe, il Battistero degli Ariani, il Battistero Neoniano e la Cappella di Sant’Andrea all’interno del Museo Arcivescovile.

Questa la motivazione che fa dei monumenti di Ravenna un tesoro per tutta l'umanità: "L'insieme dei monumenti religiosi paleocristiani e bizantini di Ravenna è di importanza straordinaria in ragione della suprema maestria artistica dell'arte del mosaico. Essi sono inoltre la prova delle relazioni e dei contatti artistici e religiosi di un periodo importante della storia della cultura europea".

Mausoleo di Galla Placidia

• Galla Placidia (386-452), sorella di Onorio, l'imperatore romano che trasferì nel 402 d. C. la capitale dell' impero d‘Occidente da Milano a Ravenna, fece costruire intorno al 425-450 questo piccolo Mausoleo, un edificio a forma di croce greca.

• L'esterno dell'edificio è molto semplice, in contrasto con la ricchezza della decorazione dei mosaici dell'interno.

• I temi iconografici sviluppati nelle decorazioni rappresentano il tema della vittoria della vita sulla morte, in accordo con la destinazione funeraria dell’edificio.

L’interno del mausoleo di Galla Placidia : il cielo stellato Nella cupola, al di sopra dei quattro simboli alati degli Evangelisti: l'Aquila (Giovanni), l'Uomo alato (Matteo), il Leone (Marco), il Vitello (Luca) è raffigurato un cielo notturno ricamato da 570 stelle d'oro che ruotano attorno ad una croce latina, che occupa il punto piÚ alto della cupola.

Mausoleo di Galla Placidia interno

Il mosaico “Il buon Pastore” raffigura Gesù con l’aureola d’oro, una ricca veste e la croce seduto in un prato come un pastore con le sue pecorelle.

Lunetta di san Lorenzo

Mausoleo di Galla Placidia interno

Le colombe sono simboli paleocristiani sia dello Spirito Santo che della salvezza dell’anima

Galla Placidia: interno con i tre sarcofagi

All’interno si trovano tre grandi sarcofagi di marmo, quello di fronte all’ingresso è considerato il sarcofago di Galla Placidia, forse gli altri due erano per il marito e il figlio.

Basilica di San Vitale

Tempio a forma ottagonale, iniziato a costruire nel 526 quando Ravenna era ancora sotto il dominio dei Goti, su ordine del vescovo Ecclesio. La costruzione fu ultimata nel 548 e fu consacrato dall'arcivescovo Massimiano. La basilica di San Vitale è fra i monumenti piu' importanti dell'arte paleocristiana in Italia per la bellezza dei suoi mosaici.

La basilica viene tenuta asciutta con l'ausilio di pompe visto che il piano di calpestio si trova al di sotto del livello della falda freatica.

Basilica di San Vitale: interno

nicchioni

costoloni

matroneo

Il pulvino è un elemento architettonico strutturale a forma di tronco di piramide rovesciata, posto tra il capitello e l'imposta dell’ arco.

Imposta dell’arco

pulvino

capitello

Basilica di San Vitale: mosaici dell'abside e del presbiterio

Cristo è rappresentato sul globo terrestre con gli arcangeli Michele e Gabriele mentre offre la corona di gloria a San Vitale, il santo la riceve con le mani velate in segno di rispetto. Il gesto di Cristo innalza San Vitale a difensore della chiesa.

Abside di San Vitale: la processione di Giustiniano

L’imperatore bizantino Giustiniano, al centro della scena regge in mano il contenitore delle ostie da consacrare, il corteo mostra il rito cristiano dell’offertorio. Giustiniano ha una preziosa corona e un mantello fissato su una spalla da una spilla. Sul capo un’aureola indica l’origine divina dell’autorità imperiale. Il corteo è formato dal vescovo Massimiano, 3 guardie, 3 dignitari con le vesti bianche, 2 chierici con i capelli rasati che portano un messale e il turibolo per bruciare l’incenso. La composizione è statica, i personaggi sono rappresentati in posizione frontale ed allineati, lo spazio sembra non esistere e l’azione che ci suggerisce lo scorrere del tempo è bloccata.

Abside di San Vitale: il corteo dell’imperatrice Teodora

L’imperatrice porta preziosi gioielli e collane di perle, indossa un pesante mantello scuro dai colori cangianti, nella cui parte inferiore un ricamo d’oro raffigura i re Magi che portano doni a Gesu’ bambino. ( Il paragone è ovvio: come i Magi portarono doni a Gesu’ Bambino, così noi l’imperatore Giustiniano e l’imperatrice Teodora, offriamo i nostri doni a Cristo).

Sette ancelle eleganti formano il seguito dell’imperatrice. un servitore scosta con un braccio la tenda per segnalare che il corteo, nonostante la sua apparente staticità, si sta muovendo verso quella direzione. La fontana rappresenta il simbolo della salvezza cristiana attraverso il battesimo.

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo

La basilica di Sant’Apollinare Nuovo è preceduta da un portico d’età rinascimentale ed affiancata da un campanile cilindrico del X secolo, alto più di 38 metri.

La basilica fu eretta poco prima del 526 dal Re Teodorico, che la destinò al culto ariano. Dopo la cacciata dei Goti la chiesa, verso il 561, fu riconciliata al culto cattolico e fu dedicata a S.Martino Vescovo.

Verso la metà del IX secolo l’edificio cambiò ancora una volta denominazione, perchè, essendovi state trasportate le reliquie di Sant’Apollinare, che fino ad allora erano custodite nella basilica extraurbana di Classe, fu da quel tempo chiamata Sant’Apollinare Nuovo.

Basilica di sant’Apollinare Nuovo: esterno

trifora Facciata a salienti

bifora

mattoncini bifora

monofora

Nartece o ardica Campanile cilindrico

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo: interno

Base dell’arco pulvino

capitello

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo: interno

Edificio con pianta a croce latina e con tre navate.

La navata centrale, larga il doppio di quelle laterali, termina con un‘abside semicircolare, ed è delimitata da dodici coppie di colonne poste una di fronte all'altra che sorreggono archi a tutto sesto.

L‘abside venne distrutta da un terremoto e poi ricostruita, e per questo motivo è completamente priva di mosaici.

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo: interno I cicli musivi all’interno della basilica si dispongono in tre grandi fasce

veduta d’insieme della navata a sinistra dell’altare

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo - interno

Cristo barbato

Parte superiore: 26 scene del Nuovo testamento, navata sinistra scene di miracoli e parabole di Cristo, navata destra, scene dalla passione e resurrezione, è raffigurato il Cristo barbato, a evidenziarne la natura umana sofferente.

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo - interno

Parte mediana: i profeti , sedici per lato, su fondo oro e dalle vesti ombreggiate e morbidamente panneggiate.

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo: interno

Parte inferiore: i mosaici illustrano una processione di Sante vergini e un corteo di Santi martiri.

Le Ventidue Sante Vergini precedute dai Magi si muovono in corteo dalla città di Classe verso la Madonna con il Bambino. Le sante guidate da Sant’Eufemia, avanzano con camminare lento e ritmato portando nelle mani una simbolica corona.

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo: interno

Sull’opposta parete, i ventisei martiri in candide vesti si muovono da Ravenna verso Gesu’ in trono fra angeli.

22 sante vergini

26 martiri

Le due processioni evidenziano alcuni dei caratteri propri dell'arte bizantina quali: la ripetitività dei gesti, la preziosità degli abiti, la mancanza di volume (con il conseguente appiattimento o bidimensionalità delle figure), l'assoluta frontalità, la fissità degli sguardi, la quasi monocromia degli sfondi (un abbacinante oro), l'impiego degli elementi vegetali a scopo puramente riempitivo e ornamentale, la mancanza di un piano d'appoggio per le figure che, pertanto, appaiono sospese come fluttuanti nello spazio.

Sant'Apollinare Nuovo: particolare del Porto di Classe.

Il porto di Classe in quel tempo era il piÚ grande di tutto l’Adriatico, nonchÊ una delle principali sedi della flotta imperiale romana

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo: interno

Palazzo di Teodorico

Battistero Neoniano: esterno

Esterno in mattoncini

Il Battistero Neoniano ha forma ottagonale, esternamente ha un semplice rivestimento in mattoncini, arricchito di lesene e arcate cieche.

La sua costruzione è stata iniziata dal Vescovo Orso, negli ultimi anni del IV sec. d.C, ma l’interno è stato completato circa cinquant’anni dopo dal vescovo Neone, che lo adornò di magnifici mosaici.

Il livello originale si trova a tre metri sotto al piano stradale.

Battistero Neoniano: interno

Le pareti interne sono state decorate con lastre di porfido e marmo verde all'interno di riquadri geometrici.

Al centro della stanza si trova un fonte battesimale ottagonale, che risale al 500 d.C., costruito con marmi .

Battistero Neoniano: cupola

Battesimo di Cristo

Apostoli Finte architetture

La cupola interna è suddivisa in tre fasce concentriche: 1 - al centro il battesimo di Cristo; 2 - la rappresentazione dei 12 apostoli ; 3 - L'anello esterno, a fondo azzurro, presenta una serie di finte architetture.

Particolare della cupola: il battesimo di Cristo Colomba dello Spirito santo S. Giovanni Battista

GesĂš.

Personificazione del fiume Giordano Al centro della cupola, in un grande disco circolare su fondo oro, è rappresentato il Battesimo di GesÚ. Egli appare immerso fino alla vita nelle acque del fiume Giordano. Il Battista, in piedi alla sua destra, sulla riva del fiume, regge con la mano sinistra una croce gemmata, mentre con la destra versa l'acqua sul capo del Redentore. Dal cielo scende una colomba, simbolo dello Spirito Santo. A sinistra del Cristo avanza, immerso fino al busto, un vecchio, personificazione del Giordano, che reca fra le mani un panno verde con cui asciugare il Redentore all'uscita dalle acque.

Particolari della cupola

apostoli

Nella seconda fascia sono rappresentati i dodici apostoli su sfondo azzurro, con le vesti alternate nei colori bianco e oro, e con in mano delle corone da offrire al Cristo.

Particolari della cupola

L'anello esterno, a fondo azzurro, presenta una serie di finte architetture dove si alternano quattro altari e quattro troni, simbolo della sovranitĂ di Cristo.

La cappella arcivescovile e la Cattedra d’avorio La Cappella Arcivescovile o di Sant'Andrea costituisce l'unico esempio di cappella arcivescovile paleocristiana giunta integra fino a noi.

Fu costruita da Pietro II (494-519) come oratorio privato dei vescovi cattolici durante il regno di Teodorico, quando il culto dominante era quello ariano.

Dedicata originariamente a Cristo, fu in seguito intitolata a Sant'Andrea, le cui reliquie erano state trasportate da Costantinopoli a Ravenna.

Atrio della cappella arcivescovile

Nell’atrio della cappella Arcivescovile è presente il mosaico del Cristo Guerriero che rappresenta il Cristo, con la Croce sulla spalla, nell'atto di schiacciare le belve dell’eresia, atto di rivendicazione ideologica contro l'allora dominante governo politico dell'ariano Teodorico.

La cattedra d’avorio del VI secolo d. C. è conservata all’interno della cappella arcivescovile.

La Cattedra d’avorio è il trono che l’imperatore Giustiniano donò al primo arcivescovo di Ravenna Massimiano (546-554).

La sua identificazione si basa sull'interpretazione del monogramma presente nel pannello centrale, MAXIMIANVS EPISCOPVS ("Massimiano vescovo"). Massimiano entrò in carica qualche tempo dopo la conquista della città da parte dell'imperatore Giustiniano nel 540.

La cattedra vescovile è un trono con struttura in legno rivestito da 39 formelle (di cui ne rimangono 27) in avorio scolpito a bassorilievo, molte delle quali raffigurano episodi della vita di Cristo.

Le cornici che uniscono i vari riquadri sono intagliate con motivi vegetali e animali. La parte frontale presenta i pannelli meglio scolpiti, con i quattro evangelisti e San Giovanni Battista che tiene una raffigurazione dell'"agnello di Dio" in un medaglione.

La cattedra d’avorio: particolari

L’agnello simbolo del sacrificio di Cristo

Il pavone allude alla resurrezione

Il monogramma di Massimiano

I tralci di vite sono simboli di vita e conoscenza

Qual’è la funzione della cattedra d’avorio?

La funzione della cattedra d’avorio è meno chiara di quanto suggerisca il nome: la sua struttura è infatti un po' troppo fragile per un vero e proprio trono episcopale. Un'ipotesi è che si tratti di un trono simbolico, su cui posare i libri sacri.

Veduta laterale

Vista frontale della cattedra, con il monogramma del vescovo·

Battistero degli Ariani: esterno

Il Battistero degli Ariani rappresenta un’importante testimonianza della dominazione dei Goti e del loro culto; si ritiene infatti costruito da Teodorico durante il suo dominio (493-526) come battistero dell’antica cattedrale ariana, oggi chiesa dello Spirito Santo, che sorge nelle sue vicinanze. Si tratta dell'unico battistero conosciuto ad essere stato costruito propriamente per il culto ariano in Italia.

Esternamente l'edificio si presenta come una costruzione in laterizi a pianta ottagonale, con absidiole nel registro inferiore e finestre ad arco in quello superiore.

Battistero degli Ariani: la cupola

All’interno le pareti si presentano in nudo laterizio, ma in antico erano riccamente ornate con marmi, stucchi e mosaici mentre la cupola è completamente decorata a mosaico.

Particolare della cupola

Al centro della cupola in un anello dorato è raffigurata la scena del battesimo di Cristo, simbolo di vittoria sulla morte. Al centro il Cristo ignudo, immerso nelle acque del Giordano, è rappresentato giovane, mentre il Battista a sinistra, vestito di un rozzo abito e di un bastone da pastore simbolo della vita di privazioni del deserto, gli impone la mano sulla testa secondo l’antico rito. Dall’alto scende verticalmente la colomba divina, ad irrorare con un soffio di luce, simbolo dello Spirito, il capo del Cristo. A destra è collocata la figura di un vecchio con barba e capelli bianchi, con il torso nudo e la parte inferiore del corpo ricoperta da un drappo verde. Il personaggio simboleggia il fiume Giordano. La figura si appoggia a un vaso rovesciato, dalla cui bocca defluisce l’acqua, e regge in mano una canna palustre, mentre sulla sua testa spuntano le rosse chele di un granchio, che rappresentano gli elementi della vita acquatica.

Corteo degli apostoli particolare

Nella seconda fascia è raffigurato un corteo di apostoli, che avanzano con ritmo lento su fondo oro, intervallati da immagini stilizzate di palme.

Vestiti secondo gli antichi romani, portano ciascuno una corona, simbolo di vittoria, La processione è conclusa a destra da Pietro e a sinistra da Paolo, ben caratterizzati nei volti, e identificati mediante gli attributi canonici: l’uno tiene in mano le chiavi e l’altro due rotoli. Essi affiancano il culmine simbolico del corteo: un trono d’oro riccamente decorato. Il motivo iconografico cristiano della cattedra vuota, di origine orientale e denominato etimasia, fa riferimento alla presenza invisibile del Cristo e rappresenta simbolicamente il trono sul quale egli siederà nel giorno del giudizio finale. Qui però l’iconografia è arricchita da elementi nuovi, infatti sul sedile è collocato un drappo bianco e un cuscino purpureo dove poggia una grande croce latina ornata di gemme; questi elementi potrebbero essere simbolici delle sofferenze patite sulla croce e quindi alludere alla natura umana e alla fisicità del Cristo.

Il Mausoleo di Teodorico

Il Mausoleo di Teodorico è la più famosa costruzione funeraria degli Ostrogoti. Fu costruito verso il 520 da Teodorico come sua futura tomba in marmo bianco d‘Istria. L’edificio si articola in due piani sovrapposti, entrambi a pianta decagonale.

La costruzione si distingue da tutte le altre architetture ravennati per il fatto di non essere costruito in mattoni, ma con blocchi di pietra d’Istria ciò per aumentarne l’importanza.

Mausoleo di Teodorico: particolari della copertura

La caratteristica piÚ sorprendente dell'edificio è costituita dalla copertura formata da un enorme unico monolite a forma di calotta, in pietra d'Istria di 470 tonnellate e di 11 metri di diametro, trasportato per mare e issato sull'edificio con dodici anse (occhielli).

Inoltre qui si trova all'esterno una fascia decorativa con un motivo "a tenaglia", l'unica testimonianza a Ravenna di una decorazione ricavata dall‘oreficeria gota piuttosto che dal repertorio romano/bizantino.

Mausoleo di Teodorico: il piano inferiore

Il piano inferiore è caratterizzato da profonde arcate cieche e ospita al suo interno una camera sepolcrale a croce greca.

L'impostazione a pianta centrale riprende la tipologia di altri mausolei romani (come il Mausoleo di Cecilia Metella).

Mausoleo di Teodorico: piano superiore

Si accede al vano superiore attraverso una scaletta.

Il piano superiore è arretrato in modo da ottenere un corridoio esterno.

All’interno del vano superiore è collocata una vasca di porfido dove si presume abbia trovato sepoltura lo stesso Teodorico; le sue spoglie vennero rimosse durante il dominio bizantino.

La leggenda di Teodorico

La cupola del Mausoleo di Teodorico è segnata da una crepa che, partendo circa dal centro, arriva quasi alla circonferenza.

Secondo alcuni, la causa di questa crepa sarebbe dovuta a un cedimento delle fondazioni, dato l’enorme peso della struttura.

Ma un’antica leggenda racconta che a Teodorico era stato predetto che sarebbe morto a causa di un fulmine. Egli allora fece costruire il mausoleo con la grande cupola per nascondersi dentro di esso ogni volta che il cielo minacciava temporale.

Un giorno Teodorico vi si sarebbe, ma invano, rifugiato durante l'infuriare d'un terribile temporale. un fulmine cadde sull’edificio penetrandovi e uccidendo Teodorico.

Basilica di Sant’Apollinare in classe

La basilica di Sant’Apollinare in Classe si trova a circa 5 KM dal centro di Ravenna, a Classe, l’ antico porto della città di Ravenna, che ebbe grande importanza nel periodo bizantino, non resta che la basilica, iniziata nel 533 d.C. dal vescovo Ursicino, con i soldi del banchiere greco Giuliano Argentario, lo stesso che fece costruire la basilica di San Vitale. La basilica di Sant’Apollinare in Classe fu terminata e consacrata nel 549 d. C, dal vescovo Massimiano ed è stata dedicata a Sant’Apollinare, primo vescovo di Ravenna. La basilica ha subito varie modifiche, i marmi che ornavano le pareti furono asportati da Sigismondo Malatesta, signore di Rimini nel XV secolo e reimpiegati nella costruzione del Tempio Malatestiano da Leon Battista Alberti.

Basilica di Sant’Apollinare in Classe: esterno

trifora

trifore bifore

lesena

monofore La basilica è costruita in mattoni.

Il campanile cilindrico è alto circa 38 metri, è decorato con l’alternarsi di mattoni rossi e gialli. seguono due ordini di monofore, uno di bifore e tre di trifore.

Arcadia o nartece

Basilica di Sant’ Apollinare in Classe: interno L’interno a tre navate è ricco di mosaici e dei sarcofagi marmorei degli antichi arcivescovi disposti lungo le navate laterali.

Soffitto a capriate

Catino absidale

sarcofagi

Navata centrale

Particolare del mosaico del catino absidale Cristo con la mano dx benedicente Simboli dei 4 evangelisti Mano di Dio Croce gemmata Profeti Elia e Mosè

Sant’Apollinare in preghiera

Sant’Apollinare

Negli spazi tra le finestre sono rappresentati quattro vescovi, fondatori delle principali basiliche ravennati: Ursicino, Orso, Severo ed Ecclesio, vestiti in abito sacerdotale e recanti un libro in mano.

Particolare del mosaico del catino absidale

Tutta la decorazione del catino absidale risale circa alla metà del VI secolo e si può dividere in due zone: Nella parte superiore un grande disco racchiude un cielo stellato nel quale campeggia una croce gemmata, che reca all'incrocio dei bracci il volto di Cristo.

Sopra la croce si vede una mano che esce dalle nuvole: é la mano di Dio. Ai lati del disco vi sono le figure dei profeti Elia e Mosé. I tre agnelli, che si trovano spostati un po' verso il basso, proprio all'inizio della zona verde, con il muso rivolto verso la croce gemmata, simboleggiano gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni che hanno assistito alla Trasfigurazione sul Monte Tabor, quando Cristo rivela la sua natura divina.

Nella zona più bassa si allarga una verde valle fiorita, dove ci sono rocce, cespugli, piante e uccelli. Al centro si erge solenne la figura di Sant'Apollinare, primo vescovo di Ravenna, con le braccia aperte in atteggiamento di orante: egli in pratica é ritratto nel momento di innalzare le sue preghiere a Dio perchè conceda la grazia ai fedeli affidati alla sua cura, i quali sono qui rappresentati da dodici agnelli bianchi.