Pejo Magazine Estate 2017 in Val di Pejo Trentino

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Val di Pejo ESTATE 2017

natura

Val di Pejo e l’oasi protetta del Parco Nazionale dello Stelvio vi presentano‌.

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Foto di Francesco Dell’Eva

cultura e tradizioni

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Un’antica terra di montagna, tutta da scoprire...

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sport e attivitĂ 4

Un paradiso per chi ama divertirsi all’aria aperta...

5 2° edizione 15 LUGLIO 2017

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gourmet Profumi genuini, il sapore della natura...

MAGAZINE A CURA DEL CONSORZIO TURISTICO PEJO 3000 Marco Canella Presidente Cristiana Moreschini Vice Presidente Stefano Cronst Direttore Elisabetta Corrias Segreteria e organizzazione CONSIGLIERI: Paolo Canella, Massimo Caserotti, Francesco Dell’Eva, Viviana Marini, Gianpietro Martinolli, Enzo Monari, Salomea Pasquale, Giuseppe Penasa, Ivana Pretti, Aurelio Veneri, Mariano Veneri, Maurizio Zanella CON LA COLLABORAZIONE DI: Fabio Moratti Social media management Ilary Bontempelli Content e testi Nitida Immagine Progetto grafico ed editing FOTO DI: Giuliano Bernardi, Busacca Produzioni Video, Francesco dell’Eva, Nitida Immagine, Parco Nazionale dello Stelvio, Alice Russolo CON IL SOSTEGNO DI: Comune di Pejo e tutti i nostri consorziati

sommario 9 10 12 16 18 20 22 24 26 32 34 36 42 44 46 48 50 54 55 60 62 64

La vostra sete di vacanza Sete di vacanza? La Val di Pejo ti rinfresca!

Percorsi dell’acqua Salus per acquam. L’oro blu di Pejo Le Terme di Pejo Il meraviglioso mondo delle erbe officinali Trementina profumo di bosco L’antico bosco di larice Il Parco Nazionale dello Stelvio Tradizioni da vivere L’alta via degli alpeggi Mestieri di un tempo Rifugi e Grande Guerra Punta Linke L’aria pura dei campioni Cagliari Calcio, sete di vittoria Vertical Vioz Bike 4.0 E-Enduro Experience Arie in musica a Pejo Attività estive Le sagre in Val di Pejo

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La vostra sete di vacanza Si sa, lo scopo di una guida turistica, se così vogliamo definire questo piccolo vademecum della Val di Pejo, è quello di guidarci, come dice la parola stessa, quello di accompagnarci alla scoperta dei posti più belli, degni di nota, quelli che vale la pena di vedere prima di dire “Si torna a casa”…

In tutte queste meraviglie invece, noi non vogliamo accompagnarvi, ma dirvi… Perdetevi! Vogliamo che vi perdiate nei colori dei paesaggi, tra specchi d’acqua, boschi centenari e cime che sfiorano le nuvole. Vogliamo che vi perdiate nella storia e nelle tradizioni che l’hanno fatta diventare la valle che è oggi. Vogliamo che vi perdiate nei profumi, e quando il profumo non basta più, anche nei piatti più autentici…

E perchè no, vogliamo farvi perdere anche il tempo! Concedetevi un pisolino sul prato, sorseggiate un goccio d’acqua ferruginosa, fermatevi qua e là, dove più vi piace, seguite i nostri consigli se vi va, perchè solo così potrete soddisfare...

La vostra sete di vacanza!

Sete di vacanza?

La Val di Pejo ti rinfresca!

Qual’è il primo colore che vi viene in mente pensando ai paesaggi della Val di Pejo?

VIVIAMO L’ACQUA dal 2 al 9 luglio 2017 - Val di Pejo Sesta edizione della settimana dedicata all’acqua “oro Blu” della Val di Pejo, tema principale di un ampio ventaglio di proposte pensate per gli ospiti e i residenti, con un focus sul connubio tra acqua e sport.

Programma completo su: visitvaldipejo.com

ALL’IMBRUNIRE LE FONTANE RACCONTANO 6 luglio ore 20 - Celledizzo Una magica serata alla scoperta delle fontane, del loro uso, della loro storia, del loro perché.

Ad un primo sguardo sicuramente il verde dei boschi e dei pascoli, il bianco della neve sulle cime che contrasta l’azzurro del cielo nelle limpide giornate di sole.

Ma c’è un colore in movimento, che scorre, che impetuoso solca i torrenti e le cascate e che dolcemente riposa nei laghi.

Dicono che sia incolore l’acqua, ma in Val di Pejo assume molte sfumature…

Qui, più che in qualsiasi altro posto, l’acqua può essere sè stessa nelle sue molteplici sfaccettature.

Dimora solida tra le più alte cime del Trentino, si tuffa dalle cascate e scorre impetuosa nei ruscelli, raccogliendo lungo il suo percorso tutti i sali minerali che le conferiscono qualcosa di unico. Un’acqua impetuosa, ma che mansueta si lascia cullare negli splendidi laghi, persino custodire nelle bottiglie che portano il nome del luogo in cui dimora. Un’acqua umile che si regala a tutti coloro che desiderino rinfrescarsi sorseggiandola, mentre sgorga dalle numerose fontane…

Ben 17 solo nel paese di Celledizzo, tra fontane, lavatoi e abbeveratoi, alcune di esse anche antiche, risalenti al 1900.

Le fontane, nate per soddisfare il bisogno di condivisione dell’acqua, sono oggi i testimoni della quotidianità di un tempo, che nella loro sobria eleganza raccontano storie con quell’inconfondibile gorgoglio.

COMUNE DI PEIO PROVINCIA DI TRENTO

DAL 2 AL 9 LUGLIO 2017 L’ACQUA E LO SPORT

visitvaldipejo.com

Percorsi dell’acqua

IL LAGO DI CELENTINO

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A piedi o in mountain bike? A voi la scelta di come intraprendere questo itinerario di media difficoltà, solo per via della lunghezza, che da sopra l’abitato di Celentino, conduce a quello che oggi non possiamo più definire lago, sarebbe più appropriato chiamarlo torbiera, naturale stato dell’evoluzione di un lago, ma tutti lo conosciamo ancora come Lago di Celentino.

Del lago è rimasto poco, si limita a riempirsi d’acqua durante lo scioglimento della neve, dopo l’inverno, per poi prosciugarsi quasi completamente.

A testimonianza della sua presenza resta il colore dell’erba, diverso rispetto alla circostante, di un verde intenso.

Resta inequivocabilmente uno splendido posto, contornato da larici e abeti, che merita di essere raggiunto

e visitato, pena la perdita di uno splendido panorama...

La vista che si gode da questo intimo terrazzo al limite della vegetazione, è straordinaria. Il vostro sguardo si perderà tra le vette, raggiungerà le Dolomiti di Brenta, la Cima Presanella, il Monte Vioz, la Taviela…

Una comoda strada forestale conduce dal paese di Celentino a Malga Campo.

Ristrutturata e aperta nel 2015, oggi NestAlp Malga Campo è un favoloso punto di ristoro. Da qui proseguirete lungo un sentiero non troppo ripido che vi condurrà al Lago di Celentino a 2069 metri di quota. Sedetevi su quella panchina, perdete il tempo, lasciate che siano i vostri occhi a dirvi: “Ok, per oggi può bastare”. Ripercorrete il sentiero a ritroso per tornare a Celentino.

13 ATTIVITÀ Fontanino - Lago Pian Palù - Malga Giumela con il Parco Nazionale dello Stelvio Ogni lunedì escursione facile di intera giornata nella suggestiva vallata solcata dal fiume Noce.

SPORT Per i più avventurosi ogni giovedì pomeriggio Rafting sul fiume Noce.

Info e prenotazioni visitvaldipejo.com - tel. 0463.754345

ALLA CASCATA DEL PIZ DEL PAI

Fatti incantare dallo spettacolo naturale dell’acqua delle cento cascate della Val di Pejo.

L’estrema facilità caratterizza questo breve ma suggestivo sentiero, che vi accompagnerà ai piedi della cascata del Piz del Pai. Partendo dal paese di Celentino, a 1264 metri di quota, dal quale potrete ammirare l’imponente cima Vioz, percorrete il sentiero recentemente sistemato che vi condurrà in poco più di mezz’ora alla cascata. Precipitando lungo la parete rocciosa, l’acqua crea uno stupefacente e piacevole effetto nebulizzante, l’ideale nei giorni di caldo intenso.

La brevità e la comodità dell’accesso ne fanno una meta da non perdere.

La cascata del Piz del Pai è facilmente raggiungibile da tutti, anche dai bambini più piccoli che resteranno sicuramente incantati dallo spettacolo naturale dell’acqua.

CENTRALE APERTA CON ECOMUSEO 7 luglio e 10 agosto dalle ore 10 alle ore 17

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La centrale Idroelettrica di Pont è un pregevole esempio di architettura industriale degli anni venti del secolo scorso. Le sue ampie sale, finemente decorate si aprono per una giornata al pubblico, che, accompagnato dagli addetti di HDE, può così scoprire i segreti dell’acqua che diventa energia. Una parentesi sul passato che aiuta a ripercorrere la storia della così detta Epopea Idroelettrica che ha segnato profondamente lo sviluppo della valle e del Trentino. All’esterno il mondo delle associazioni presentano i laboratori dedicati a grandi e piccini, mentre “le donne del lino” incantano con la dimostrazione “dalla pianta al gomitolo...al tessuto”

15 DOVE TUTTO EBBE ORIGINE… Le acque di questa valle nascono in uno degli ambienti più interessanti del Trentino dal punto di vista geologico e sono proprio le imponenti vette, che superano i 3500 metri di quota, a custodirne il segreto.

Infatti la particolare abbondanza di ferro presente in esse, arricchisce le acque della Val di Pejo.

Dopo aver percorso una serie di canali e fessure nelle viscere di queste maestose montagne, sgorgano da una frattura tettonica chiamata “Linea di Pejo” o “Delle acque minerali”.

La Val di Pejo prima e la Val di Sole poi sono percorse per tutta la loro lunghezza del Torrente Noce che, presso l’abitato di Cogolo, si origina dall’unione di due torrenti, il Noce Bianco che nasce dal ghiacciaio del Cevedale a 3769 metri di quota e il Noce Nero, dal Corno dei Tre Signori a quota 3360.

Qualunque meta scegliate in Val di Pejo vi imbatterete sempre nell’elemento acqua.

Partite alla scoperta dei laghi in Val de la Mare, specchi d’acqua di origine glaciale le cui acque limpidissime d’estate diventano meravigliose piscine naturali.

Raggiungete il bacino artificiale del Careser, incorniciato tra le cime Venezia, che raccoglie le acque dell’omonimo ghiacciaio a 2603 metri di quota.

Questo enorme serbatoio, che riesce a contenere fino a 16 milioni di m3 di acqua, alimenta la centrale di Malga Mare, costruita a fine anni 20 del XX secolo.

Un grande affresco nella sala macchine ne testimonia l’antichità, raffigurando i bacini del Noce.

Il canale di scolo confluisce poi l’acqua nella vasca di Malga Mare, da dove la stessa viene nuovamente convogliata verso l’impianto di Cogolo, la Centrale di Pont.

La Centrale di Pont o centrale di Cogolo, fu costruita tra il 1926 e il 1929 sul torrente Noce Bianco.

Caratterizzata da uno straordinario stile, questa centrale rappresenta un raro esempio di architettura industriale.

Le grandi travature in legno, i balconi e le ampie superfici vetrate, le originali decorazioni artistiche sulle pareti interne ed esterne, fanno sembrare la Centrale di Pont un albergo alpino, tanto che Enel nel 2006 la sceglie per girare il nuovo spot pubblicitario “L’energia va oltre quello che vediamo”...

SAI PERCHÉ IL CORNO DEI TRE SIGNORI SI CHIAMA COSÌ?

Perché dalle sue pendici nascono i tre fiumi, Oglio, Adda e Noce che hanno dato origine alle valli Camonica, Valtellina e Sole, ciascuna sotto il controllo di un Signore.

Salus per aquam L’oro blu di Pejo

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Il dizionario parla di SPA come un centro benessere dove vengono eseguiti solitamente trattamenti a base d’acqua, termale o marina, come ad esempio l’idroterapia e la talassoterapia.

All’interno di una SPA si possono trovare idromassaggi, percorsi Kneipp con acqua calda e fredda alternate, impacchi con fanghi e argille.

Questi sono trattamenti ideali ed efficaci per curare i disturbi osteo-articolari e respiratori.

Inoltre sono ottimi per riattivare la circolazione e drenare i liquidi: insomma, un’arma fornitaci da Madre Natura per combattere attraverso l’acqua, il nemico numero uno di tutte le donne, la cellulite.

Wikipedia ci svela che il termine Spa deriva dal nome della cittadina belga Spa, che raggiunse la notorietà intorno al XIV secolo proprio grazie alle proprietà uniche delle sue acque, frequentate da personaggi di grande importanza come lo Zar russo Pietro il Grande, Victor Hugo e Giacomo Casanova.

17 Il Servizio Sanitario Nazionale concede, di norma, una volta all’anno, un solo ciclo di cure termali con pagamento dell’eventuale ticket. I pazienti non esenti pagano 55,00 euro per l’intero ciclo di cura.

Determinate situazioni, reddituali e personali, danno diritto ad un ticket ridotto di 3,10 euro o all’esenzione totale.

Per usufruire delle cure in convenzione bisogna presentare la prescrizione del proprio medico di famiglia, indicante eventuali esenzioni, e la tessera sanitaria. La ricetta deve riportare una delle seguenti indicazioni: • cura idropinica per patologie gastroenteriche (dispepsia di origine gastroenterica e biliare, gastrite e gastroduodenite cronica, discinesia delle vie biliari, colecistite cronica, sindrome dell’intestino irritabile, colon irritabile, stipsi); • cura idropinica per patologie delle vie urinarie (calcolosi delle vie urinarie, litiasi renale); • balneoterapia per patologie artroreumatiche (artrosi, reumatismi articolari ed extra-articolari, oste-

oporosi, periartrite, discopatie senza erniazione, fibrosi di origine reumatica); • fango-balneoterapia per patologie artroreumatiche (artrosi, reumatismi articolari ed extra-articolari, osteoporosi, periartrite, discopatie senza erniazione, fibrosi di origine reumatica) • balneoterapia per patologie dermatologiche (psoriasi, eczema e dermatite atopica, eczema da contatto, dermatite allergica, acne, dermatite seborroica ricorrente); • percorso flebologico per patologie vascolari (flebopatie di tipo cronico, insufficienza venosa cronica, varici arti inferiori, vasculopatia cronica arti inferiori, turbe funzionali vascolari periferiche, esiti d’intervento chirurgico di safenectomia e flebectomia); • cure inalatorie per patologie ORL e respiratorie (rinite cronica, rinite allergica, sinusite cronica, sinusite allergica, faringite cronica, laringite cronica, tonsillite recidivante, adenoidite, sindrome rino/sinuso/bronchiale, sindrome rinobronchiale cronica, sindrome sinuso-bronchiale cronica).

Le Terme di Pejo La preziosa acqua che nasce nel cuore del gruppo montuoso dell’Ortles Cevedale, giunge alle Terme di Pejo, uno degli stabilimenti termali più antichi del Trentino e uno dei pochi aperti sia durante la stagione invernale che quella estiva.

Un’acqua da bere, un vapore da inalare, un’acqua in cui immergersi oppure nuotare…

LA CURA IDROPINICA: Di tipo medio-minerale, particolarmente indicata in caso di carenza di ferro e con un’azione regolatrice di vari organi e apparati, l’acqua della Val di Pejo fin dalla metà del 1600 fu oggetto di numerosi studi scientifici utili per comprenderne meglio le caratteristiche.

L’acqua viene utilizzata prevalentemente nella cura idropinica per le malattie gastroenteriche e renali ma anche nella balneoterapia e nella terapia inalatoria. La presenza del ferro nella forma di ione ferroso, rende l’acqua minerale di Pejo particolarmente idonea per la cura delle anemie, del linfatismo e della clorosi, in quanto questo elemento consente un ottimo assorbimento e fissazione del ferro nei globuli rossi. L’acqua diventa quindi sinonimo di benessere, ma soprattutto di salute.

Sgorga in Val di Pejo da 3 diverse fonti, ciascuna con proprietà differenti utilizzate presso gli stabilimenti termali. Sono l’Antica Fonte, la Nuova Fonte e la Fonte Alpina.

Bere l’acqua delle Fonti di Pejo fa indubbiamente bene, ma quest’acqua non si limita a farsi bere…

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LE CURE INALATORIE, LIBERA IL TUO RESPIRO! Dal banale raffreddore, alle problematiche più importanti, le Terme di Pejo offrono la possibilità di prevenire i vari disturbi legati alla respirazione sotto la supervisione di personale medico specializzato.

Durante le cure inalatorie, il flusso di vapore viene indirizzato alle vie aeree grazie a molteplici tecniche quali l’inalazioni a gettito diretto, l’aerosol e acqua fluente, l’aerosol sonico e ionico, e la doccia nasale micronizzata.

19 Sono tre le sorgenti alle quali attingono le Terme di Pejo, tre i diversi tipi di acqua che è possibile assaggiare: FONTE ALPINA: è un’acqua oligominerale a bassissima concentrazione di sali, una delle acque più leggere e facilmente digeribili che si conoscano. Utilizzata come bevanda e destinata all’imbottigliamento fin dal 1950. Rappresenta un ottimo rimedio contro i problemi al fegato e consente di eliminare le formazioni calcolose e la renella presente nelle vie urinarie.

In buona sostanza, l’acqua della fonte alpina stimola la diuresi, è un ottimo rimedio contro i calcoli in quanto contrasta le infezioni urinarie e la ritenzione idrica. Sgorga alla temperatura di 7,2° C e ha un ph neutro.

ANTICA FONTE: quest’acqua medio-minerale, acidula, ferruginosa e carbonica, è caratterizzata da un alto tasso di anidride carbonica.

Il minerale numero uno all’interno di quest’acqua è il ferro. La sua temperatura di 7,7° C e il ph acidulo, rendono quest’acqua indicata a chi deve integrare la carenza di ferro, desidera facilitare la digestione oppure soffre di acidità di stomaco e problemi intestinali.

NUOVA FONTE: o Fonte San Camillo. Quest’acqua anch’essa medio-minerale ad alto contenuto di anidride carbonica, sgorga leggermente più fredda rispetto alle altre due fonti. Presenta infatti una temperatura di 6,5°C ed è eccezionalmente carica di carbonati, ioni, calcio e magnesio.

Come l’antica sorella, migliora il transito intestinale, facilita i processi digestivi ed integra l’eventuale carenza di ferro (l’ideale durante la gravidanza). Inoltre riduce i livelli di colesterolo e lipidi, stimolando la secrezione di bile.

STORIA DELLE TERME… 1549 In una pubblicazione si menzionavano i “Bagni di Pej” e le virtù terapeutiche delle sue acque minerali.

1701-1714 I primi a beneficiare del turismo termale, furono gli ufficiali austriaci dislocati in Val di Sole durante la guerra di successione spagnola che si facevano trasportare all’accampamento, interi barili pieni dell’acqua dalle straordinarie virtù.

1857 Gli alberghi privati, iniziarono a proporre i primi bagni di acque acidule come rimedio a paralisi, atrofie, lassezze muscolari e malattie della cute. Il numero totale dei bagni nell’anno 1858 fu di 609, di cui 350 fatti nelle vasche di legno. fine 1800 Ebbe inizio l’imbottigliamento dell’acqua con finalità medicali; l’attività di distribuzione avveniva specialmente nelle farmacie dell’Impero e in quelle lombarde, ma è attestata la presenza delle inconfondibili bottiglie persino nelle farmacie argentine.

Il meraviglioso mondo delle erbe officinali

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Quando si parla di ricchezza floristica, il Trentino è uno dei luoghi maggiormente rappresentativi, vista la varietà di terreno, le diversità di altitudine, il clima. La grandissima varietà di erbe e fiori, ha stimolato l’uomo nei secoli ad approfondirne lo studio e la sperimentazione sia per scopi alimentari che curativi.

La sapienza popolare e contadina ha avuto la cura di tramandare molte delle conoscenze acquisite, affiancate poi da studi autorevoli e successivamente raccolte e catalogate negli erbari di importanza storica e naturalistica.

Il termine erbe officinali deriva dal latino “officina”, l’antico laboratorio farmaceutico in cui venivano preparate le erbe, estraendone i principi attivi sotto forma di pomate, olii essenziali, tinture e miscugli da infusione.

Oggi con il termine “officinale” si tende a raggruppare le

specie di interesse erboristico, aromatico e le spontanee, utili per l’alimentazione.

Ad oggi sono operative in Trentino oltre 70 aziende agricole su una superficie di circa 10 ettari coltivati ad officinali e che effettuano la raccolta di specie spontanee.

Una di queste è l’Azienda Agricola Biocertificata “Olga Casanova” che in Val di Pejo, a 1500 metri di quota, coltiva piante alpine autoctone per usi cosmetico-erboristici, con un occhio di riguardo sia all’ambiente che alla didattica. La sua è una coltivazione biologica, ecologica dalla semina al packaging: agricoltura naturale e confezioni stampate con colori naturali e senza colle.

L’unicità e la particolarità dei prodotti unite alla qualità certificata, hanno fatto di questa piccola azienda un’eccellenza nel settore della cosmesi naturale e biologica.

21 PER SAPERNE DI PIÙ Siamo andati dall’esperta indiscussa, Olga Casanova, che ci ha svelato i segreti di ciò che di straordinario coltiva…

Una conoscenza empirica e scientifica allo stesso tempo quella di Olga, che da circa 5 anni con passione e dedizione, coltiva erbe e piante officinali autoctone.

In 15 anni di carriera come estetista, Olga è sempre alla ricerca di prodotti cosmetici naturali per migliorare la qualità del proprio lavoro, fino a quando decide di dare vita alla propria linea di prodotti cosmetici, rigorosamen-

te biologici. Unendo le proprie conoscenze a quelle del marito Enrico, agronomo, Olga inizia a coltivare principalmente la stella alpina, fiore di alta montagna famoso non solo per la sua bellezza. Simbolo della montagna per antonomasia, stella della fortuna, fiore che veniva donato alla sposa, fiore dell’onore per gli alpinisti, la stella alpina o edelweiss è una pianta coriacea.

Per resistere ai cambiamenti di temperatura, al sole e al vento, sviluppa sostanze polifenoliche antiossidanti, le stesse che aiuteranno la nostra pelle a proteggersi dall’azione dannosa dei radicali liberi, prevenendo l‘invecchia-

ANDAR PER ERBE 2-3-4 giugno Venerdì 2 giugno dalle 15 alle 18 Visita guidata a Casa Grazioli Sabato 3 giugno Giornata di raccolta erbe alimurgiche Ritrovo a Cogolo (Piazza ex Municipio) alle ore 9 Accompagnati da una persona abilitata alla raccolta si impareranno a conoscere e raccogliere le erbe commestibili.

Pranzo al sacco da portare a cura dei partecipanti.

Nel pomeriggio si raggiungerà la Casa dell’Ecomuseo dove verranno realizzate delle ricette con le erbe raccolte e si degusteranno i piatti preparati.

Prenotazione obbligatoria: Ecomuseo Piccolo Mondo Alpino (massimo 20 partecipanti) Domenica 4 giugno dalle 14 alle 17 Visita guidata al Giardino alpino di Olga Casanova

mento. Insomma, la Val di Pejo sembra essere proprio il posto ideale per la crescita spontanea e per la coltivazione di questo straordinario fiore autoctono, che qui produce una quantità più elevata di principi attivi. Dalla semina alla raccolta, fiore per fiore nel periodo massimo balsamico fino all’essicazione, l’azienda “Olga Casanova” si occupa di tutto il processo, dalla produzione fino alla commercializzazione.

Stelle alpine e non solo. Altre importanti piante delle nostre montagne trovano un posto di tutto rispetto tra le coltivazioni di Olga, come l’arnica, conosciuta per le sue proprietà antisettiche, antinfiammatorie e antidolorifiche, il timo, la melissa e molte altre ancora.

Creme, pomate e olii essenziali, persino una linea dedicata all’uomo, ma anche tisane e biscotti da assaggiare…

Da Olga Casanova non manca nulla!

Vorreste saperne di più su questo meraviglioso mondo?

Partecipate alla visita guidata, osservate da vicino, toccate con mano questi prodotti unici e straordinari.

Trementina profumo di bosco

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Sembra miele ma non lo è, ha lo stesso colore, una consistenza simile, ma un profumo decisamente diverso. Nel profumo della Trementina si sente tutto il bosco, dal legno al muschio, ai fiori… La Trementina è sempre un prodotto del nostro territorio, non arriva dai fiori e non ci sono insetti che lo producono, l’albero fa tutto da sè.

La trementina è un’oleoresina prodotta dalla pianta, specificatamente nel nostro caso, dalla pianta di larice.

La resina non è altro che la difesa dell’albero che lo stesso secerne per cicatrizzare le proprie ferite, evitando così il contatto con batteri o altro che possa comprometterne la sopravvivenza. Nel corso degli anni, la resina seccando s’indurisce, rimarginando le ferite della pianta.

La lavorazione della trementina consiste in un lungo e faticoso processo che inizia con la raccolta da parte del Largaiòl, colui il quale con degli attrezzi molto semplici estrae dalla pianta del larice questo straordinario prodotto.

Il Largaiol fa conoscenza con l’albero destinato alla raccolta, nei tre anni precedenti alla prima estrazione di trementina.

Sembra impossibile, ma al suo primo appuntamento si limiterà ad incidere il larice praticando un foro a circa 10 cm dal suolo, tapperà immediatamente il foro con un tappo rigorosamente di legno di larice, e tornerà a distanza di tre anni a raccogliere la trementina formatasi nell’albero.

Una volta estratta, la trementina prima di poter essere definita utilizzabile, dovrà essere filtrata più e più volte, con un lungo processo che eliminerà anche le più piccole impurità.

Nel dialetto locale la chiamiamo Argà, mentre i più raffinati parlano di Trementina di Larice o Trementina di Venezia.

Gli usi di questo fantastico prodotto sono molteplici. Va bene per curare asma e bronchite, attraverso la fumigazione delle vie respiratorie, è fantastica se usata come unguento contro i reumatismi.

La trementina è un rimedio naturale per eliminare i pidocchi e per rimuovere schegge o spine, anche particolarmente profonde!

23 A SPASSO CON IL LARGAIÒL Da Giugno a Settembre ogni giovedì mattina Accompagnati dalla nostra guida Zeffirino Moreschini, ripercorriamo i passi del Largaiòl, antico mestiere che ancora oggi si tramanda di padre in figlio. Nelle piane del Lago di Covel e sui versanti di Celentino, potrete essere protagonisti dell’estrazione dell’Argà, la trementina di larice. Per tutti i partecipanti un prezioso ricordo da condividere a casa.

L’antico bosco di larice

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Superata la Malga di Val Comasine, dove al mattino si può assistere alla “caserada” e acquistare il formaggio, un tratto di strada forestale prima ed un sentiero poi, vi accompagneranno nel cuore dell’Antico Bosco di Larice, dove più di cento alberi che superano anche i 600 anni di età, patriarchi di un bosco millenario, vi accoglieranno in tutto il loro splendore.

Lasciate che questa foresta vi racconti la sua storia molto antica, fatta di uomini, alberi e pietre i cui destini si sono intrecciati inevitabilmente nel corso del tempo. Raggiunta Malga Mason, sulla strada per il rientro, potrete approfondire un pezzo di questa lunga storia che vi aiuterà a comprendere meglio il forte legame che per secoli ha reso indispensabili all’uomo questi due elementi.

L’attività estrattiva dei minerali ferrosi ha dettato per molto tempo le sorti dei boschi della Val Comasine, il carbone di legno di larice era indispensabile per elevare le temperature, al fine di soddisfare tutte le fasi della lavorazione del ferro. Proseguendo lungo il percorso troverete una carbonaia perfettamente ricostruita, dove durante le visite guidate, verranno esplicati i vari passaggi, dalla fusione alla creazione dei singoli oggetti.

25 MALGA TALÉ Malga Talé è raggiungibile anche in bicicletta.

Ogni sabato pomeriggio escursione guidata di gruppo con le e-bike.

Un’escursione molto semplice e adatta alle famiglie, che vi porta alla scoperta dei galliformi alpini.

All’interno della Malga Talé diventerete i protagonisti di un viaggio, scoprendo e osservando, grazie alla riproduzione dei suoni, dell’habitat e delle immagini, questo gruppo di uccelli molto elusivi e allo stesso tempo affascinati presenti in Val di Pejo e nel Parco Nazionale dello Stelvio. Una full immersion nel mondo di questo gruppo dell’avifauna alpina, abitanti silenziosi delle nostre montagne.

Il Parco Nazionale dello

IL RODODENDRO: LA ROSA DELLE ALPI

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Il Rododendro, comunemente noto anche con il nome di Fiore di San Giovanni, è un arbusto legnoso sempreverde appartenente alla famiglia delle Ericacee.

Famoso per il colore rosso vivo dei fiori ed il suo profumo resinoso, il rododendro è un fiore molto esigente quando si parla di fioritura. Predilige i suoli acidi soggetti all’innevamento, vive nella fascia di vegetazione tra i 1500 e i 2500 metri d’altitudine. Ama i boschi radi e luminosi delle foreste di conifere costituite da cirmolo, larici e abeti rossi.

Uno spettacolo per gli occhi la sua eclatante fioritura, che avviene tra giugno e luglio. I suoi fiorellini a forma d’imbuto, sono divisi fino a metà in 5 lobi. Per fiorire il rododendro desidera il freddo e una riduzione dell’esposizione alla luce di 12 ore, quasi come in inverno. Il suo nome scientifico è Rhododendron Ferrugineum che significa “albero di rose”, ferruginoso per via del colore delle foglie nella pagina inferiore, simile a quello della ruggine.

Molto simile al rododendro ferrugineum è l’irsuto, amante dei suoli calcarei a differenza del cugino anche se ciò che principalmente lo distingue, è una sorta di peluria sotto le foglie. Nell’antica medicina popolare veniva utilizzato per le sue proprietà sudorifere, depurative e antireumatiche. Per utilizzi meno aulici, i rami del rododendro venivano utilizzati come scope o per filtrare il latte.

Fioritura: giugno-luglio Fiori: colore rosso vivo Dove cresce: tra i 1500 e i 2500 m

MIELE DI RODODENDRO

Consistenza: quando è puro cristallizza rapidamente Colore: giallo paglierino quando liquido, da bianco a beige quando cristallizzato Sapore: dolce, vegetale, delicato. Se le api hanno raccolto anche lampone o melata diviene fruttato. È un Presidio Slow Food quando viene raccolto sopra i 1200 metri di altitudine.

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Stelvio

IL CERVO: IL RE DELLE FORESTE Il cervo, il più grande ungulato alpino, passa la maggior parte dell’anno inosservato, lasciando solo le tracce del suo passaggio notturno.

Solo in primavera quando si aggrega in branchi per brucare la prima erba fresca che cresce sui pascoli, o nel periodo degli amori, tra settembre e inizio ottobre, diventa facilmente visibile e individuabile. Il cervo, denominato anche cervo rosso per via del colore bruno-rossastro del mantello, è un animale imponente, specialmente il maschio con il suo palco, grande anche un metro.

A partire dal mese di marzo, i cervi perdono i palchi, che saranno pronti dal mese di luglio. Quando si formano sono ricoperti da una pelle chiamata “velluto”. Al termine della crescita, il cervo sfregando i palchi su delle giovani piante, toglie il velluto lasciando sugli alberelli i classici segni chiamati “fregoni”.

A settembre i maschi di cervo sono pronti per la stagione degli amori e si portano in zone dove si concentrano i branchi di femmine. Inizia il periodo degli amori o del bramito, il tipico verso del cervo, durante il quale i maschi si sfidano con impressionanti e rochi muggiti. Se la prestanza del maschio non è sufficientemente espressa dalla voce, i cervi si avvicinano e si misurano in una passeggiata di valutazione, fianco a fianco: quando il rivale insiste, si giunge allo scontro diretto e il più debole viene allontanato.

Il periodo del bramito è il momento più suggestivo per osservare questo splendido animale; non perdete tutti gli appuntamenti organizzati con le Guide del Parco Nazionale dello Stelvio, da fine settembre e per tutto il mese di ottobre.

IL BRAMITO DEL CERVO Dal 25 settembre al 31 ottobre Un ricco programma di eventi e attività in Val di Pejo con le Guide del Parco e le Guardie Forestali per conoscere da vicino il Cervo nel suo habitat naturale. È possibile conoscere il Cervo e il Capriolo all’Area Faunistica di Peio, aperta tutto l’anno.

IL GALLO CEDRONE: PAZZO D’AMORE Solo alcuni luoghi conservano la fisionomia delle antiche foreste, quelle dove gli alberi secolari si alternano a radure, arbusti e giovani piante. Grandi formicai sorgono sul terreno, tra profumo di humus, funghi e resina…

Qui, quando il disturbo arrecato dall’uomo è limitato, è possibile incontrare il più grande uccello dei nostri boschi, il gallo cedrone. Tanto raro quanto affascinante, questo splendido volatile si distingue per la sua capacità di sopravvivenza nei periodi di freddo intenso grazie al folto piumaggio e alle zampe ricoperte di piume, che gli consentono di camminare più agevolmente sulla neve. A fine inverno inizia il famoso e complesso rito di corteggiamento, il gallo cedrone raggiunge le “arene di canto”,

zone di bosco aperte e solitamente in pendenza. Ha inizio così il rito amoroso, che consiste in una danza detta “parata”. Il gallo cedrone, con la coda a ventaglio e il capo all’indietro, attira l’attenzione delle femmine, intonando, alle prime luci dell’alba, uno spettacolare canto fatto di schiocchi e battiti di becco.

Durante l’ultima fase del canto, il maschio perderà temporaneamente l’udito e la vista, diventando così una facile preda. Giungono così le femmine alle arene, annunciate da un “kok-kok” e restano accucciate, spettatrici di esibizioni fisiche e canore tra i maschi, con zuffe a colpi di ala e di becco…

Solo il migliore conquisterà il favore della femmina.

IL PINO MUGO: UNA PIANTA, 1000 RISORSE…

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Il Pino Mugo è una pianta sempreverde aghiforme che cresce in alta montagna tra i 1500 e i 2700 metri. Ama i terreni sterili e pietrosi. Nonostante sia un tipo dalle poche pretese, il pino mugo è molto generoso, contribuisce a proteggere il fondovalle dalle slavine durante l’inverno e allo stesso tempo offre riparo e rifugio ai molti animali che dimorano in alta quota come il gallo cedrone, il gallo forcello e il camoscio.

Il Pino Mugo è importante anche per le sue proprietà officinali, rinomato per il suo gusto deciso quando si parla di grappe e liquori, eccezionale come olio essenziale.

29 L’ERMELLINO: IL FOLLETTO DELLE MONTAGNE Come i folletti delle fiabe, questo simpatico mammifero della famiglia dei mustelidi, ama prendersi gioco dei suoi spettatori, comparendo, scomparendo e ricomparendo ora qui, ora lì...

Straordinaria la sua capacità di adattamento al cambio delle stagioni. Si dà il caso infatti che questo piccolo animaletto abbia la capacità di mutare il proprio aspetto in base alle necessità. Per questioni di sopravvivenza, l’ermellino cambia colore: bruno durante tutto l’anno ad esclusione dell’inverno durante il quale il suo manto diventa bianco come la neve... Solo la punta della coda lo tradisce... il suo aspetto tenero e coccoloso cela la sua vera natura.

“TEMPO DI FUNGHI...

Tutti i mercoledì di luglio, agosto e settembre Escursione micologica per conoscere il mondo dei funghi.

IL PORCINO: LA MIRA DEL FUNGAIOLO Il porcino o Boleto, è il fungo più apprezzato e conosciuto tra tutti i funghi, caratterizzato da un carne bianca sia nel cappello che nel gambo, immutabile anche dopo il taglio o il tocco.

Il porcino autunnale, un classico che tutti i fungaioli si augurano di trovare, cresce sotto le conifere e le latifoglie con il suo cappello bruno vischiosetto e leggermente appiccicoso, è commestibile persino da crudo!

Si presta all’essicazione una volta affettato e può essere conservato anche per un anno; opportunatamente reidratato in acqua tiepida, sarà un ottimo ingrediente per risotti e zuppe.

L’AQUILA REALE: FORZA, INTELLIGENZA E CORAGGIO Siamo soliti immaginarla confinata nei più reconditi angoli della montagna e difficile da osservare, ma in realtà lei ci vede spesso, ed è più diffusa di quanto si possa pensare…

Stiamo perdendo la percezione, l’osservazione dei particolari, mentre lei percorre pascoli e crinali alla ricerca delle sue prede e si fa trasportare in alto dalle correnti ascensionali fino a diventare un puntino nel cielo.

La sua immagine di forza e fierezza aveva colpito i nostri antenati, tanto da farla diventare il simbolo del Parco Nazionale dello Stelvio.

La Val di Pejo è uno dei luoghi in cui è facile avvistare numerosi animali selvatici, come i camosci, i caprioli, i cervi e la maggior parte dei volatili tipici dell’arco alpino, tra cui anche lei, l’aquila reale.

L’aquila regola le popolazioni delle prede, operando una caccia di selezione che elimina gli esemplari più deboli o meno accorti. In inverno si nutre di carcasse. Le sue prede preferite sono marmotte, giovani camosci, lepri, volpi, pernici, coturnici e fagiani di monte. La capacità di catturare prede diverse, le permette di non far mancare il cibo ai suoi piccoli.

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Alcune leggende le attribuiscono la capacità di catturare prede molto più grandi di lei, ma l’aquila difficilmente riesce a trasportare in volo più di 3-4 kg e costruisce il proprio nido quasi sempre a quote più basse dei territori di caccia, per risparmiare le energie nel trasportare il carico.

Mai si penserebbe, ma l’aquila femmina è più grande del maschio, può pesare anche 6 kg e la sua apertura alare

31 sfiora i 2 metri e 30 cm! L’aquila è monogama, una volta scelto il suo compagno formerà una coppia stabile fino alla morte, coprendo con lui un territorio di caccia proporzionato alla disponibilità di risorse, fino ad una superficie che varia tra i 60 e i 100 km quadrati.

In questi luoghi le aquile preparano, trasportando rami con le possenti zampe, diversi nidi molto grandi, generalmente in nicchie che si aprono su pareti rocciose, talvolta su alberi vecchi.

Durante la fine dell’inverno la coppia si abbandona a spettacolari riti di corteggiamento, con acrobatiche manovre aeree, alle quali fanno seguito l’accoppiamento, la deposizione delle uova, una cova di 45 giorni e la nascita di 1 o 2 pulli. Dopo circa 75/80 giorni, solitamente in luglio, l’involo.

Come in molte specie difficilmente sopravvive il secondo aquilotto, che costituisce una sorta di “riserva di sicurezza” in caso di morte prematura del primo.

I giovani dovranno presto abbandonare il proprio territorio familiare, iniziando così una vita di erratismo che durerà qualche anno, periodo durante il quale affineranno la propria capacità di sopravvivenza, troveranno il proprio partner e il proprio areale.

L’incontro con questa maestosa cacciatrice, è sempre coinvolgente. Essa comunica assieme armonia, potenza, bellezza, fierezza…

Spesso ci si accorge della sua presenza sentendosi osservati dal suo occhio vigile.

In un attimo si può scorgerla sul crinale, dove scivola via

come un’ombra silenziosa durante la caccia, nel tentativo di sorprendere furtivamente la preda prescelta lontana dal suo rifugio.

Se avrete la fortuna di incontrarla nel vostro cammino capirete il perché in molte culture è considerata uno spirito divino e la sua raffigurazione sia presente nelle icone di Città, Casate e addirittura di Imperi.

Tradizioni da vivere È giunto il momento di perdersi nelle tradizioni di questa valle, in quelle più autentiche, alla scoperta di malghe, masi, di mestieri di un tempo, quelli che hanno reso la Val di Pejo, la valle unica che è oggi. Lasciamoci inebriare dal profumo di fieno, di latte, di lana… Spogliate la Val di Pejo e scopritene il lato più vero. Dimenticate la frenesia della vita cittadina una volta arrivati in Val di Pejo, quando vi troverete in alcuni luoghi vi sembrerà persino che il tempo non sia mai passato. Se al giorno d’oggi potete sentirvi ancora così in questa valle, è solo grazie allo spirito conservatore che contraddistingue la gente di montagna, con il proprio bisogno di tenere vivi i ricordi e insieme le usanze, le tradizioni.

Fin dal passato le principali occupazioni delle famiglie della Val di Pejo erano pastorizia e agricoltura, attività che ne permettevano il sostentamento, la sopravvivenza. Si coltivava la terra, si allevava il bestiame. Si producevano così formaggi e ricotte, le cosiddette “poìne”.

Peio Paese, con l’ultimo caseificio turnario della provincia, conserva inalterate alcune peculiarità dell’economia alpina tradizionale. Il caseificio lavora il latte e produce, formaggio nostrano, Casolét Presidio Slowfood, formaggi caprini o misti, prodotti eccellenti che deliziano il palato del visitatore. Ogni caserada, ossia l’insieme dei prodotti lavorati in un giorno, è proprietà di uno dei soci del caseificio, a turno, a seconda della quantità di latte conferita.

MA LE MUCCHE NON STANNO SEMPRE IN PAESE …

Un tempo, non essendoci mezzi idonei per portare il foraggio in paese, si costruivano i masi, le decine o centinaia di masi sparsi che costellano il paesaggio della nostra piccola valle. Il maso serviva per accumulare il fieno che veniva falciato e raccolto nel prato limitrofo, pertanto le dimensioni del maso erano proporzionali alla produzione di fieno del prato. Nei mesi autunnali, al ritorno dall’alpeggio, il bestiame veniva ricoverato al maso per consumare le scorte di foraggio accumulato: faceva prima tappa nei masi più lontani, quindi, una volta esaurito il fieno, si spostava in quelli più prossimi al paese fino a raggiungere la stalla domestica prima delle grandi nevicate. Vi ritornava poi in tarda primavera, compiendo il percorso inverso, per brucare l’erba novella nei pascoli limitrofi e prepararsi all’alpeggio estivo in malga.

SÌ ANCHE LE MUCCHE VANNO IN VACANZA D’ESTATE

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Vanno in quota, a brucare l’erba migliore, a godersi la libertà di muoversi, di sdraiarsi al sole, vanno in malga. Che cos’è una malga? In Val di Peio le malghe, costituite dal pascolo, dalla grade stalla e dalla casa dei pastori, sono proprietà collettive. A volte nel “baito” c’è anche un caseificio: è qui che viene lavorato il latte per la produzione di formaggio, burro e ricotta.

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L’alta via degli alpeggi Un percorso di circa 7 ore e 966 metri di dislivello non particolarmente difficile, se non per la sua lunghezza, ma dal fascino indescrivibile. Partendo dal paese di Ortisè, continuate a camminare per circa 4 km oltre il bivio per Malga Stabli, arrivando così al bivio per Malga Monte. Da qui un piacevole sentiero vi condurrà al Lago di Celentino, un piccolo specchio d’acqua incorniciato tra le montagne.

Lasciata la piana del lago e dopo aver visto la Malga Monte, il cammino prosegue all’interno del bosco fitto, verso Malga Campo, oggi un eccellente agriturismo, dove potrete dormire, degustare i piatti della tradizione oppure imparare le fasi della lavorazione del latte.

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Qui vi consigliamo di fare una pausa, per assaggiare un dolcetto fatto in casa, ammirare il paesaggio e visitare il Museo della Malga.

Proseguendo lungo il percorso, seguite la vecchia via delle “carghe da mont”, che in breve vi porterà fino ai paesi di Celentino e Strombiano.

In quest’ultima parte, sulla vecchia via delle “carghe da mont”, fermatevi e per un attimo cercate di immedesimarvi nel tipico abitante di un tempo. Ogni famiglia aveva la stalla, e tutti i componenti partivano la mattina presto, spesso ancora prima che il sole sorgesse, per sfruttare al meglio le ore di luce a disposizione. Si recavano nei campi a falciare il fieno per nutrire il bestiame con un piccolo carro a due ruote a volte trainato a mano, altre dagli animali.

35 “Masi della mia Valle rustiche cattedrali abbandonate, dove riti operosi a Dio graditi, l’uomo compiva silenziosamente a scadenza precisa di lunario ed a spicchi di giorno.�

- Germano Groaz -

Mestieri di un tempo LE SCRITTE DEI PASTORI giovedì 27 luglio ore 15, Malga Monte Conferenza

VECCHI MESTIERI E ANTICHI SAPERI lunedì 14 agosto, Celentino Artigiani e hobbisti con i loro mercatini. Laboratori per grandi e piccini. Tante leccornie e i racconti de l’Om dele Storie. Nei vari angoli del paese si potranno osservare vecchi mestieri come la lucidatura del rame, la battitura della falce e la filatura e tessitura delle fibre locali, dimostrazione della lavorazione delle scandole.

IL MISTERO DI PEGAIA martedì 22 agosto ore 21, Chiesa di Pegaia Rappresentazione a cura del gruppo teatrale dell’Ecomuseo.

FESTA DELLA TESSITURA giovedì 24 agosto dalle ore 15, Cogolo Al centro della manifestazione le donne dell’Ecomuseo diventate abili tessitrici delle fibre locali: lana e lino. Filare il lino è davvero così facile? Lo scoprirete seguendo la dimostrazione dal vivo “Dalla Pianta al gomitolo...al tessuto”. Laboratori per grandi e piccini. Lungo la via principale i colori delle tante bancarelle che espongono i prodotti degli artigiani e degli hobbisti locali.

SEGHERIA DI CELLEDIZZO Museo etnografico del legno Visite guidate dal 1 luglio al 22 settembre mercoledì mattina dalle 10 alle 12.30, venerdì pomeriggio dalle 16 alle 19.

CASA DELL’ECOMUSEO CELENTINO

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È aperta tutto l’anno nei giorni di martedì, venerdì e sabato dalle 10 alle 12 Martedì pomeriggio su prenotazione laboratori di tessitura per i più piccoli e laboratori per produrre sapone. Il venerdì pomeriggio, su prenotazione, laboratori per produrre sciarpe in lana e seta.

37 LA CASA DEL TEMPO Conosciuta da tutti come la Casa della Béga, Casa Grazioli a Strombiano è stata la dimora della signora Domenica Maria fino al 1991. È una semplice casa contadina che conserva in ogni singolo anfratto una storia straordinaria stratificata dai secoli e mostra, come in un susseguirsi di nuovi scenari, i vari passaggi dell’evoluzione dell’abitare contadino. Una preziosa testimonianza del vivere quotidiano di epoche ormai trascorse, dove tutto è rimasto come una volta.

Disposta su tre piani, Casa Grazioli è interamente visitabile, troverete le due vecchie cucine con le pareti annerite dal fumo dei focolari, il forno in pietra dove ancora oggi viene cotto il pane, una piccola collezione di attrezzi agricoli e la stua, la camera ottocentesca rivestita in legno con la stufa in maiolica, dove Domenica dormiva. Tutto è rimasto come la Béga l’ha lasciato, i suoi abiti nell’armadio, le fotografie di famiglia appese al muro. Angela, mamma di Domenica Maria era tessadra del paese. Le donne le portavano i gomitoli di lino coltivato nei campi e filato con maestria e pazienza. Angela con il grande telaio trasformava la fibra in tessuti per biancheria e vestiario.

Una copia del telaio di Angela fa bella mostra di sè nel laboratorio di tessitura alla Casa dell’Ecomuseo.

Orari di apertura e visite guidate: dal 1 luglio al 22 settembre martedì e venerdì pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00; in agosto anche il giovedì sera dalle 20.00 alle 22.00.

L’ECOMUSEO E L’EREDITÀ DEL PASSATO “La Valle mia, Solco inciso profondo tra splendidi monti e nel mio cuore”. Così Germano Groaz definiva il Piccolo Mondo Alpino, l’Ecomuseo della Val di Pejo.

Questo perché? Perchè l’ecomuseo non è un posto, un luogo ben definito, visitabile, l’ecomuseo è ovunque, nei luoghi, nella gente… L’ecomuseo non è altro che la consolidazione della propria identità, il forte senso di appartenenza che le persone hanno nei confronti del proprio territorio. La Val di Pejo è uno dei 6 ecomusei del Trentino, riconosciuto dal 2002 con il nome di L.I.N.U.M., acronimo che sta per “Lavorare insieme per Narrare gli Usi della Montagna”. Ricco di itinerari culturali, storici ed architettonici, l’Ecomuseo racconta la Val di Pejo attraverso i temi che ne caratterizzano la tipicità.

Ogni maso che incontrerete, porta il proprio nome, ognuno nella sua unicità, con la propria storia da raccontare.

LA CAMMINATA TRA I MASI Un itinerario ad anello di circa 7,5 km adatto anche alle famiglie, che in circa 2 ore di tempo e 200 metri di dislivello, vi farà scoprire e vedere da vicino i masi della Val di Pejo.

Questa escursione parte dalla chiesetta di Pegaia, dove vi ritroverete alla fine del percorso, passeggiate tra i caratteristici masi, el Mas dei Veneri, el Mas del Beniamino, le Iscle e molti altri.

Un percorso suggestivo in ogni stagione, affascinante per i colori e i profumi che lo caratterizzano, per il silenzio che si alterna al gorgoglio dei torrenti. In un dolce saliscendi tra boschi e pascoli, tra prati sfalciati e muretti a secco, raggiungerete un singolare masso, il Croz dei Baiti, in passato utilizzato dai contadini come parete naturale alla quale appoggiare i propri baiti, così vengono anche chiamati i masi in Val di Pejo. Nelle vicinanze sgorga una sorgente, abbeveratoio di fortuna per il bestiame.

Ogni maso che incontrerete, porta il proprio nome, legato al cognome o al soprannome identificativo della famiglia che lo possiede, ognuno nella sua unicità, con la propria storia da raccontare.

LA TOSADA

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venerdì 22 settembre Peio Paese Come ogni anno, ormai da secoli, si ripete la tradizionale “tosada” del gregge. Il paese risuona di campanelli e belati, pecore che riconoscono i luoghi e piccoli agnelli che calcano le strade per la prima volta, allevatori che aspettano il gregge pronti per la “tosada” d’autunno, quella che da la lana migliore.

I ristoranti di Peio Paese propongono menù a base di carne di pecora.

Laboratori per la lavorazione della lana, musica, film, documentari e mercatini.

si scoccola per separare i semi.

Con gli steli si preparano i fasci che vengono posti in un prato a macerare per preparare la fibra alle successive fasi di lavorazione.

LA RACCOLTA DEL LINO

LA FERA DE COGOL

sabato 23 settembre Cogolo, località Biancaneve Al suono della fisarmonica si raccoglie il lino estirpandolo dalla radice,

sabato 23 settembre, Cogolo Mostra e valutazione dei bovini con l’elezione di Miss Val di Pejo a quattro zampe. Durante la giornata mercato lungo le vie del paese.

39 GNOC EN TOC Piatto tipico della Val di Peio, in passato era la colazione dei falciatori di fieno. Il lavoro nel pascolo iniziava all’alba e continuava di buona lena fino a metà mattina, quando un ragazzo portava loro, avvolto in un canovaccio di lino, un contenitore pieno di gnocchi per una sostanziosa colazione.

Ingredienti: Farina di frumento, tre cucchiai colmi a persona Acqua fresca di sorgente oppure Acqua Pejo Frizzante Sale quanto basta Una patata di medie dimensioni a persona Un uovo ogni tre o quattro persone Formaggio grana o nostrano stagionato Burro dei caseifici della Val di Pejo Una cipolla

LA DESMALGADA Il Palio delle Frazioni domenica 24 settembre, Cogolo Il rientro delle mucche da Malga Pontevecchio si festeggia con una coloratissima sfilata per le vie del paese. Si rinnova ogni anno la sfida fra i piccoli borghi con Il Palio delle frazioni, una serie di prove incentrate sui lavori contadini di un tempo.

Preparazione Sbucciate e tagliate le patate a cubetti non troppo piccoli e mettetele a bollire in una pentola d’acqua salata. Versate la farina in una terrina, un po’ alla volta aggiungete l’acqua, l’uovo e un pizzico di sale mescolando energicamente con una forchetta fino a quando il composto sarà abbastanza compatto, ma morbido simile alla panna montata.

In un tegame fate dorare il burro con la cipolla tagliata finemente. Quando l’acqua con le patate bolle, aggiungete il composto facendo dei piccoli gnocchi con la punta del cucchiaio che terrete bagnata nell’acqua bollente.

Venuti a galla fateli bollire ancora per alcuni minuti, quindi raccoglieteli con la schiumarola e metteteli in una zuppiera capiente che avrete avuto cura di riscaldare.

Cospargete gli gnocchi con formaggio grattugiato o a scaglie, versate sopra il burro dorato, filtrato o con le cipolle, e servite ben caldo.

Buon appetito!

FESTEGGIANDO L’AGRICOLTURA

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Foto di Francesco Dell’Eva

Il ritorno degli animali dall’alpeggio è da sempre motivo di festa. Le mucche si fanno belle per il rientro a casa, ornate di fiori e campanacci particolari, partiranno al mattino da Malga Pontevecchio, raggiungeranno Cogolo in località Pegaia, e sfileranno come un tempo, per le vie del paese, accompagnate dalla musica della banda e dai partecipanti del palio delle frazioni in tradizionale costume locale.

L’appuntamento è per domenica 24 settembre. Lasciatevi trasportare da questo clima di festa! Nel pomeriggio di venerdì 22 settembre da non perdere, la secolare tradizione della “tosàda”, la tosatura autunnale del gregge. In Val di Pejo la lana delle pecore, come il lino, era molto usata nella realizzazione di abbigliamento e oggetti di uso quotidiano. Nei ristoranti locali troverete per l’occasione, uno squisito menù a base di carne di pecora. Potrete partecipare ai laboratori, acquistare oggetti dell’artigianato locale presso le bancarelle del mercatino e osservare, magari imparando, le antiche tecniche di lavorazione della lana!

41 CASEIFICI E PRODOTTI LOCALI Il derivato dal latte sicuramente più tipico e conosciuto della Val di Pejo e della Val di Sole, quello che la fa da padrone su tutte le tavole dei solandri, è il Casolét.

Il suo nome la dice lunga sulle dimensioni, la parola Casolét infatti deriva dal latino “caseolus” che significa “formaggio piccolo”, una forma infatti raggiunge al massimo i 2 kg di peso. La crosta morbida racchiude un formaggio fresco la cui stagionatura oscilla tra i 20 e i 60 giorni, un formaggio semplice fatto di latte crudo di una o due mungiture, caglio e sale.

Dal gusto leggero ma inconfondibile, ottimo con gli affettati e il pane, con il miele e le marmellate, il Casolét è un formaggio dal profumo autentico. Buono a qualsiasi ora del giorno, uno di quei prodotti senza alcun dubbio da assaggiare, sicuramente un’ottima idea regalo in previsione del ritorno a casa! Non perdetevi la settimana dedicata a questo straordinario formaggio diventato Presidio Slow Food, riconoscimento che ne certifica maggiormente l’unicità e la qualità.

CAMÌNA E MAGNA 30 luglio Una gustosa passeggiata tra i sentieri e i paesi della Val di Pejo, dove potrete assaggiare i prodotti tipici della Valle. Il profumo del caffè d’orzo la mattina, la dolcezza del miele, l’inconfondibile sapore dello speck e delle luganeghe con la polenta, i formaggi tipici... Per concludere con la tisana digestiva alle erbe di montagna e l’intramontabile grappa trentina.

GOURMET VAL DI PEJO 2 agosto, Cogolo Serata dedicata alla scoperta e alla degustazione dei prodotti tipici trentini e della Val di Pejo.

LA NOTTE VERDE 16 agosto, Peio Fonti Musica, degustazioni, giochi di fuoco, fiabe e magia.

FESTA DELL’AGRICOLTURA 22-24 settembre Desmalgàda, tosàda e Palio delle frazioni

Foto di Francesco Dell’Eva

Rifugi e Grande Guerra Museo della Guerra Bianca - Pejo paese

Dalla Presanella all’Adamello al vicino Cevedale, il panorama spazia percorrendo questo straordinario itinerario nel Parco Nazionale dello Stelvio. Lungo il cammino i fischi delle marmotte e con un po’ di fortuna vedrete anche i camosci.

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Si parte di buon mattino dalla Val de la Mare e si sale attraversando la Val Venezia fino al Rifugio “Guido Larcher”, comodo punto di ristoro, tra i coloratissimi fiori dell’alta montagna al cospetto delle vedrette, il nome che viene dato ai ghiacciai di questa parte delle Alpi.

Quattro ore di cammino effettivo vi riporteranno al punto di partenza, percorrendo un sentiero in parte diverso da quello dell’andata. Dai 1975 metri fino ai 2720 della dorsale sopra il lago delle Marmotte.

L’itinerario inizia dal parcheggio in prossimità della centrale idroelettrica, imboccando il segnavia bianco-rosso n.102 che sale verso Malga Mare, comodo punto d’appoggio raggiungibile in 10 minuti, un tempo utilizzato per

le tradizionali attività agricole dell’alpeggio. Una mulattiera sale con ampie svolte in un bosco di pino mugo e larice. Alle vostre spalle il massiccio della Presanella, vicino si vede il monte Vioz con la vedretta Rossa.

In circa 40 minuti si raggiunge Pian Venezia, un ampio terrazzo naturale dal quale sono visibili il rifugio Larcher e il versante sud orientale dell’imponente Cevedale.

La mulattiera continua con un lungo tratto a mezza costa dalla quale si gode la spettacolare veduta della catena innevata che va dal Vioz alle due punte del Cevedale, segnata dai ghiacciai e dalle morene.

A 2608 metri, da un panoramico terrazzamento alla testata della Val Venezia, sulla costa meridionale della cima

43 RIFUGIO LARCHER E I LAGHI DEL CEVEDALE ogni martedì escursione di intera giornata Con il Parco Nazionale dello Stelvio

COMMEMORAZIONE DEI KAISERSCHÜTZEN DEL PIZ GIUMELA 1-3 settembre

Nera, sorge il rifugio della SAT Cevedale, dedicato a Guido Larcher, volontario tra gli alpini della Grande Guerra e poi senatore del Regno.

Risalente al 1881, oggi il Larcher dispone di 80 posti letto ed è gestito dalla famiglia della leggendaria guida alpina Oreste Casanova, nel 2006 premiato con la “Picozza d’Oro” per l’amore e il rispetto per la montagna e per il contributo fondamentale per la tutela di un bene appartenente a tutti.

Si prosegue dunque verso il lago delle Marmotte, imboccando dal rifugio, il sentiero 104. Il toponimo si riferisce alla grande comunità di marmotte che dimora nelle pietraie che lo circondano. I grandi massi granitici fanno di

questo luogo il posto ideale per la costruzione di tane da parte del simpatico roditore. Scendendo lungo la dorsale e superato l’emissario del lago delle Marmotte, s’imboccherà il sentiero 146 per il lago Lungo. Formatosi per erosione glaciale, è situato in un’ampia valle dominata a sud dalla cima Cavaion. Un lago lungo circa 350 metri, le cui acque presentano una splendida colorazione smeraldina. Si fiancheggia tutto il lago e si percorre tutta la sua conca prima di abbassarsi con decisione alla volta di Pian Venezia in circa 40 minuti di cammino. Presso il piccolo rifugio del Parco si ritrova il sentiero 102 percorso all’andata. Percorrendolo in discesa si ritorna al punto di partenza in 35 minuti.

Punta Linke La Punta Linke con i suoi 3632 metri di altitudine fu uno dei centri nevralgici più alti e più importanti del fronte occidentale durante la prima guerra mondiale, qui chiamata anche “Guerra Bianca”, in quanto disputata tra le nevi ed i ghiacciai eterni del gruppo Ortles-Cevedale. Sotto la Punta Linke, il ghiaccio ha conservato una grande quantità di reperti bellici che restituiscono dei dati straordinari sulla vita in guerra a quelle altitudini, dando così la possibilità di realizzare un itinerario museale in quota che consenta il contatto fisico con gli ambienti che videro lo svolgersi drammatico di quei lontani eventi, creando più di qualsiasi allestimento espositivo l’impatto emotivo maggiore. Niente più della visita diretta alle testimonianze ancora esistenti sul terreno suscita forti emozioni e grande interesse; tanto più se i resti di quei drammatici giorni si trovano ad oltre 3000 metri di altitudine (caso unico in Europa).

Grazie ai recenti interventi di recupero volti a preservare l’integrità del sito, è stato possibile raccogliere dati straordinari sull’esperienza della guerra in alta montagna e restituirli al pubblico attraverso un eccezionale allestimento museale in quota.

Escursione accompagnata dalle Guide Parco

Rifugio Mantova, Vioz e visita a Punta Linke

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tutti i giovedì

45 La Sportiva Ambassador

LA SPORTIVA ® is a trademark of the shoe manufacturing company “La Sportiva S.p.A” located in Italy (TN) - Photos by Damiano Levati, Storyteller Lab

ANTON KRUPICKA

È una ricerca costante.

Correre, scalare, attraversare: si tratta di esplorare ciò di cui siamo fatti.

Ciò per cui siamo nati.

Guardare avanti, sempre.

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L’aria pura dei campioni!

Lo sanno bene gli atleti del Cagliari Calcio, che ormai da qualche anno e anche nel 2017, dall’8 al 23 luglio, hanno scelto la Val di Pejo per il ritiro pre-campionato, luogo ideale per una preparazione ottimale in vista della prossima stagione agonistica.

Cagliari Calcio, sete di vittoria

#ForzaCasteddu

Riconfermata la scelta della Val di Pejo per la preparazione estiva del team Rossoblù. Dopo il positivo test del 2016 il Cagliari ha scelto l’aria frizzante di Cogolo, ideale nei caldi mesi estivi della Sardegna, per effettuare un intenso lavoro di preparazione in vista del prossimo campionato di Serie A.

SUMMER CAMP IN VAL DI PEJO Dal 15 al 21 luglio novità estiva per tutti gli aspiranti campioni dai 5 ai 17 anni.

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Il Cagliari 1920 Summer Camp rappresenta una vacanza all’insegna del divertimento, dello sport e dell’amicizia. I tecnici del Settore giovanile del Cagliari Calcio mettono a disposizione di tutti i partecipanti la propria esperienza e capacità. Tecnica di base, esercizi fisici, giochi, torneo e tanto divertimento sono alla base della nostra offerta: tutto in una struttura di livello per un’esperienza unica ed esaltante. Il Cagliari 1920 Summer Camp è un’esperienza educativa importante: un’opportunità per fare nuove amicizie e acquisire autonomia e conoscere i valori positivi del calcio. Il Summer Camp non è solo allenamento: un programma di animazione e giochi sempre nuovi intratterrà i partecipanti durante tutta la giornata: tornei, gare e giochi di squadra permetteranno ai bambini di socializzare divertendosi insieme alternandoli a momenti di solo gioco e svago.

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Vertical Vioz

IL RITORNO DI UN MITO Alta quota, vette maestose e panorami che spaziano dal Trentino all’Alto Adige, dall’Austria alla Svizzera fino alla Lombardia. Per molti di noi rappresentano esperienze al limite delle capacità, tanto per l’impegnativo sentiero alpinistico da percorrere, quanto per l’aria, sottile e rarefatta.

Ogni passo verso la vetta è una piccola conquista.

Per un manipolo di audaci e preparatissimi atleti è la sfida più ambita, probabilmente la gara di corsa in salita più

51 estrema. È la Vertical Vioz, storica manifestazione che si risveglia da un letargo durato 11 anni. Il traguardo si trova a quota 3.550 metri sopra il livello del mare, nei pressi del Rifugio Mantova al Vioz, il più alto delle Alpi Orientali.

Visivamente coincide con l’apice della vetta che domina la Val di Pejo e impone rispetto fin da quando lo si scorge dopo le prime curve percorrendo il fondo valle.

Su questa classicissima del gruppo dell’Ortles Cevedale,

gli specialisti dei trail d’alta quota si sfideranno il prossimo 20 agosto. La partenza è posta a 2300 metri, al Rifugio Doss dei Gembri e il dislivello di oltre 1200 metri viene incredibilmente affrontato in tempi al di sotto dell’ora. Per tutti coloro che vorranno fare il tifo, sarà possibile raggiungere l’attacco del sentiero SAT 105 grazie all’apertura anticipata degli impianti a fune e perché no, salire fino a Punta Linke e visitare il Museo più alto d’Europa.

S T A R T 2.315 m Rifugio Doss dei Gembri F I N I S H 3.535 m Rifugio Vioz Mantova

VERTICAL

1.220 m

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KING and QUEEN of VIOZ crowning

AUGUST

20 th

THE

2

0

1

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P R O BA B LY T H E T O U G H E S T V E RT I C A L R AC E

CONSORZIO TURISTICO PEJO 3000 Piazza Municipio 5 - COGOLO DI PEIO (TN) Tel.:+39 0463 754345 - Fax: +39 0463 754455 email: info@visitvaldipejo.it

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visitvaldipejo.com #valdipejo

53 Lo spettacolo dell’alta quota per tutta la famiglia.

Con Pejo 3000 sali dal Rifugio Scoiattolo a 3.000 metri nel cuore del gruppo montuoso dell’Ortles-Cevedale. La vista dalla terrazza in quota è unica e spazia dalle Dolomiti di Brenta Patrimonio Unesco ai ghiacci perenni del gruppo montuoso dell’Adamello.

Bike 4.0 L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE Cosa succede quando la più moderna tecnologia incontra la meccanica? Una rivoluzione, in senso buono, s’intende. È quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi al mondo della biciletta, il mezzo di trasporto più diffuso al mondo.

Muove da secoli miliardi di persone. Rappresenta il ricordo d’infanzia di ogni bambino, quando per magia si trova l’equilibrio e con poco sforzo si prova l’ebrezza del vento nei capelli. Una sensazione di libertà, ma anche di sfida, di salite dure, fatte di fatica e dedizione. E quando arrivi alla meta guardi il mondo con altri occhi, quelli del bambino sognatore che si risveglia in noi. Forse questo pen-

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Per dare a ciascuno di voi l’opportunità di testare la e-bike sono presenti i noleggi e se la E-Enduro è la vostra passione, stiamo lavorando per garantirvi punti di ricarica in quota, presso i rifugi e le malghe.

siero era nella testa degli ingegneri meccatronici quando hanno immaginato di adottare soluzioni automotive al mondo della bike, fatto sta che ora il fenomeno della bicicletta a pedalata assistita non rappresenta un’idea di futuro, è il presente! Un concetto quello della e-bike molto apprezzato da tutti coloro che non vogliono smettere di sognare ed emozionarsi, ma che forse a causa dei mille impegni della quotidianità, forse anche per un pò di pigrizia, non riescono a pedalare due o tre volte alla settimana così da godersi appieno le lunghe uscite nei weekend.

Se poi l’orografia del territorio impone dislivelli da veri grimpeur, lo capite anche voi, il gioco è fatto: con la

e-bike arriverete al traguardo con l’energia necessaria per godervelo e, ve lo possiamo assicurare, avendo fatto un ottimo esercizio fisico.

In Val di Pejo abbiamo creduto da subito nelle potenzialità di questo mezzo di trasporto green e in sinergia con il Parco Nazionale dello Stelvio abbiamo individuato i migliori sentieri, dalla pista ciclabile al single-track in quota, per farvi scoprire un territorio magico e incontaminato (Val di Sole Bike Land Map).

Il tutto nel pieno rispetto della natura e dei molti trekker ed escursionisti.

15-16 e 17 settembre L’appuntamento imperdibile per gli appassionati del mondo Specialized E-enduro, neonato circuito e-bike che sta riscuotendo grandissimo interesse da parte dei media, è la E-Enduro Experience dal 15 al 17 settembre.

Tre giorni di raduno per gli sfegatati e-mtbiker: accompagnati dalle guide MTB della Gravity School affronteranno incredibili attraversate nel gruppo dell’Ortles Cevedale.

Tre giorni di grandi novità con le più prestigiose aziende a presentare e farvi testare gli ultimissimi modelli. Tre giorni di corsi di e-mtb per ogni livello con gli istruttori della Gravity School di Masserini.

Le iscrizioni al raduno sono a numero chiuso, per info e prenotazioni consulta il sito visitvaldipejo.com

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E-Enduro Experience

E-GRAVITY SPECIALS 15-16-17 settembre

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Corso per imparare a sfruttare le potenzialità delle MTB elettriche rivolto a principianti e avanzati. Si affrontano e consolidano le basi come sguardo, postura, uso dei freni, curve con e senza appoggio, assetto di guida in discesa e salita. Analisi MTB elettrica e gestione del motore, uso dell’assistenza in salita, in piano e nei rilanci.

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“…Gran Dio del cielo se fossi una rondinella vorrei volar, vorrei volar vorrei volare in braccio alla mia bella Prendi la secchia e vattene alla fontana là c’è il tuo amore, là c’è il tuo amore là c’è il tuo amore che alla fontana aspetta…”

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“Canto popolare d’ispirazione militare, risalente all’ambiente degli Alpini nella Prima Guerra Mondiale”

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Arie in musica a Pejo domenica 11 giugno ore 14 - Rifugio Scoiattolo Noss Brass Quintet mercoledì 28 giugno ore 21 Pejo Paese, chiesa di S. Giorgio Concerto del Gruppo Altair venerdì 7 luglio ore 21.15 Pejo Fonti, Auditorium Centro Termale Concerto del Corpo Bandistico Val di Pejo domenica 9 luglio ore 17 Cogolo, Sala Congressi Parco Nazionale dello Stelvio Concerto della Fondazione Arturo Benedetti Michelangeli Con il giovane e talentuoso pianista Nikita Abrosimov in omaggio a Richter Sviatoslav nel ventennale della sua scomparsa. mercoledì 12 luglio ore 21 Celledizzo, chiesa SS. Fabiano e Sebastiano Musica lirica con il Trio Camalor Arie d’opera, da camera e canzoni popolari mercoledì 19 luglio ore 21 Cogolo, chiesa dei SS. Filippo e Giacomo Cantori di Vermiglio

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giovedì 20 luglio ore 21.15 Peio Paese, chiesa di San Giorgio Concerto del Corpo Bandistico Val di Pejo

mercoledì 26 luglio ore 21 Cogolo, Sala Congressi Parco dello Stelvio Presentazione del poema sinfonico: “La mia terra” di Remo Vicenzi venerdì 28 luglio ore 14 - Malga Mare Modern Saxophone Quartet sabato 29 luglio Pejo Fonti ore 17 - Forte Barba di Fior Canti della grande guerra con il Coro Sasso Rosso domenica 30 luglio ore 21.15 Cogolo, Piazza Monari Concerto del Corpo Bandistico Val di Pejo domenica 6 agosto ore 21 Cogolo, Sala Congressi Parco Nazionale dello Stelvio Orchestra Spettro Armonico Musiche per la danza e per la festa. Un viaggio lungo quattro secoli attraverso l’Europa e gli stili di musica e intrattenimento diversi martedì 8 agosto ore 21 - San Rocco Cantori di Vermiglio domenica 13 agosto ore 6 - Laghetto dei Piani del Vioz Alba in Musica con il Coro Sasso Rosso

61 lunedì 14 agosto - Celentino, chiesa Parrocchiale Musica con il Violino di Angela In occasione della manifestazione Vecchi mestieri e antichi saperi giovedì 17 agosto ore 21.15 - Cogolo, Piazza Monari Concerto del Corpo Bandistico Val di Pejo venerdì 18 agosto ore 14 - Località Covel Dolomiti Horn Quartet mercoledì 23 agosto ore 21 Pejo Fonti, Auditorium Centro Termale Ciack si suona...

Un viaggio nel mondo del cinema attraverso immagini e musica giovedì 24 agosto - Cogolo, chiesa SS. Filippo e Giacomo Musica con il violino di Angela In occasione della Festa di Tessitura mercoledì 30 agosto ore 17 - chiesa di Santa Lucia Gruppo Embè La musica nell’Ars Nova Italiana martedì 5 settembre ore 21 Peio Paese, chiesa di San Giorgio Musica lirica con il Trio Camalor Arie d’opera, da camera e canzoni popolari domenica 10 settembre ore 14 - Rifugio Doss dei Cembri Dolomiti Horn Quartet

ATTIVITÀ facile media difficoltà difficile

Attività estive LUNEDÌ

Salute e benessere Natura Sport e attività Cultura e tradizioni

mattina pomeriggio

intera giornata

sera

Gourmet

Corso base di E-MTB Corso base di arrampicata e/o vie ferrate

Escursione al Lago di Pian Palù, Malghe Paludèi, Malga Giumella, Focus Paesaggio e Apicoltura Serata naturalistica con il Parco, presentazione programma settimanale

MARTEDÌ mattina

INFO E PRENOTAZIONI Consorzio Turistico Pejo 3000

Visita guidata alla casa dell’Ecomuseo, laboratorio di tessitura e orto dei semplici Laboratorio Didattico “Soffici idee”, lavorazione della lana per adulti e bambini

Piazza Municipio, 5 Cogolo di Peio (TN) Tel. (+39) 0463.754345 Fax (+39) 0463.754455 www.visitvaldipejo.com info@visitvaldipejo.com

Escursione guidata con E-MTB

Mercato (dal 20 giugno al 12 settembre) alternato tra Cogolo e Pejo Fonti

pomeriggio

Accostamento faunistico con Guardie Forestali focus Natura

Laboratorio didattico per bambini “Ogni ragnetto tesse la sua tela”

Laboratorio didattico per adulti “Dall’orto dei semplici al sapone della nonna”

Visita guidata al Giardino Alpino di Olga Casanova e degustazione di tisane

Visita guidata a Casa Grazioli

intera giornata

Escursione guidata al Rifugio Larcher, Giro dei Laghi del Cevedale, focus Geologico

MERCOLEDÌ

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mattina

Andar per funghi: Escursione Micologica con esperto (luglio e agosto)

63 Visita guidata alla casa dell’Ecomuseo, laboratorio di tessitura e orto dei semplici

Visita guidata al Museo Etnografico del Legno di Celledizzo

La giornata dei piccoli campioni, focus Sport Bambini

Visita guidata all’Azienda Agricola Casanova Riccardo, “la caserada” (dimostrazione della lavorazione del latte), degustazione di formaggi e salumi

Tarzaning a Rio Velon (Vermiglio)

Mercato del contadino - Cogolo dal 30 giugno all’8 settembre

pomeriggio

Un passo dal cielo: una giornata con la guardia forestale ogni 2 settimane, Focus Natura

Sunrise in Covel con colazione del contadino

pomeriggio

Visita guidata al Museo Etnografico del Legno di Celledizzo Visita guidata a Casa Grazioli

Passeggiata fotografica #stelvio_instawalk, focus Natura

Visita guidata all’Azienda Agricola Lualdi Marco e degustazione di prodotti tipici

Visita guidata al Maso Antico e dimostrazione della lavorazione della lana

GIOVEDÌ mattina

intera giornata Visita guidata alla chiesa di San Filippo e Giacomo, chiesa Pegaia

“Sulle tracce della grande guerra” Escursione guidata, Focus Storia

Il Largaiòl e i segreti della trementina: escursione guidata alla Cascata del Piz del Pai o Covel

pomeriggio

Rafting sul Fiume Noce ll luogo viene alternato lungo tutta la valle

Visita all’Agriturismo Cazzuffi e degustazione di prodotti tipici

sera

Oltre le vette, escursione impegnativa sulle vie ferrate del Gruppo dell’Adamello, Ortles Cevedale, Dolomiti di Brenta

SABATO mattina

Passeggiata notturna, focus Natura e Astronomia intera giornata Visita guidata a Casa Grazioli (agosto)

intera giornata

Escursione guidata Rifugio Vioz e Museo di Punta Linke

VENERDÌ Degustazioni a Maso Pegolotti

Escursione guidata E-MTB

Visita guidata alla casa dell’Ecomuseo, laboratorio di tessitura e orto dei semplici Escursione alpinistica, traversata Careser-Dorigoni, Val di Pejo-Tonale ogni 2 settimane Escursione Guidata Laghetti Val Umbrina, Lago Cadinel e Val Pudria

DOMENICA mattina

mattina

Geocaching nel parco: questa volta non mi perdo, ogni 2 settimane, Focus Orienteering

Escursione in Val Comasine

Le sagre in Val di Pejo Da tempi lontanissimi, ogni paese usa festeggiare in modo solenne il titolare e patrono della propria chiesa.

La sagra, oltre che essere un fattore religioso di primo piano, è anche un evento folkloristico non indifferente.

In passato le donne erano solite effettuare la pulizia della casa e dei rami, preparare la torta, invitare a pranzo i parenti o gli amici dei paesi vicini.

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Dopo i vespri solenni per le vie del paese si snoda la processione con la statua del patrono recata a spalla dai giovani coscritti, con lo sventolio dei gonfaloni; le finestre sono ornate di festoni, le strade fiancheggiate dagli alberelli ed ornate di bandierine di carta colorata; la gente accorre anche da lontano: nel paese si respira un’aria di gioia e di festa grazie anche all’allegria della gioventù.

La sagra spesso è preceduta da tridui, dal suono del “campanò”, da fuochi sui monti o lungo le vie.

Nel giorno della sagra il coro sfodera le sue canzoni migliori, vecchie di secoli, la banda tiene i suoi concerti, la gioventù prepara giochi all’aperto, come ad esempio la cuccagna, le corse nei sacchi, le corse con i cerchi…

SAGRE E FESTE CAMPESTRI Strombiano 18 giugno Pejo Paese 30 giugno-2 luglio Celledizzo 4 - 6 agosto Comasine 11-13 agosto Celentino 15 agosto Cogolo 25 - 27 agosto Festa degli Alpini Cogolo - Le Plaze 22 - 23 luglio Cogolo - Le Plaze 19 - 20 agosto

C’è un posto in Trentino con un muuu cchio di opportunità...

Visita i migliori musei, castelli, fortezze, parchi e terme.

Viaggia in pullman e treno gratis.

Sali in funivia fino a 3000 metri con un solo euro al giorno.

IN VAL DI SOLE, VACANZE ESPERIENZE INCLUSE

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settembre 2017 Demo days + Test e-bike Raduno + Strava-race

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