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A TEATRO ….. UN INCONTRO DI FANTASIA E TERAPIA

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Valentino Borgatti

Nell’anno del signore…1889….un importante e noto cittadino modenese lasciava questo mondo per ritornare alla stazione di partenza…nello stesso anno, presubilmente partendo dallo stesso impianto veniva alla luce, in Romania…..un importante e noto studioso…si saranno incrociati e visti? non lo sapremo mai…….però sappiamo chi erano. Il personaggio modenese, di nome Paolo Ferrari (1822 1889), si presenta come uno dei più importanti commediografi, non solo in Italia, della seconda metà del XIX secolo…mentre il rumeno.. poi naturalizzato austriaco e statunitense Jacob Levi Moreno (1889-1974) risulta essere il padre dello psicodramma. avete subito capito…che qualcosa in comune lo avevano già nel loro destino

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Infatti una sera al teatro comunale di Modena…. nel palco della commissione teatrale (F=Ferrari M=Moreno)

(F) Buona sera, professor Moreno….è venuto ad assistere alla rappresentazione di una mia commedia in un atto?….. “la medicina di una ragazza ammalata”.. da me scritta in autentico vernacolo modanese (termine tassoniano) ma poi proposta anche in italiano.. lingua che lei ascolterà questa sera

(M) In verità, visto che mi trovavo da queste parti, a Bologna per un congresso di studio del mio psicodramma e dato che mi hanno parlato molto di questo suo testo che può essere importante per le mie ricerche, ho deciso di venirlo a vedere……ma, se ho capito bene.. lei sarebbe l’autore Ferrari …come fa ad essere qui?…lei è deceduto…

(F) Caro amico. intanto, morto o vivo, un autore è sempre presente alla rappresentazione delle sue opere…ma, mi scusi…lei non ha avuto come pazienti, due miei colleghi…..un tale William che afferma che noi tutti siamo fatti della stessa sostanza dei sogni ed un certo Calderon che dice la vita è sogno ?

(M) Certo il primo aveva dei tragici sensi di colpa nei confronti della legittima consorte più vecchia di lui….il secondo si sentiva, tanto nomine, in colpa nei confronti di Platone per plagio del –mito della caverna

(F) Clienti difficili…se ho capito bene lei vuole che io pensi di sognare ad occhi aperti, la cosa mi riesce facile per lunga abitudine, così da permetterle di assistere con me alla mia opera? precisamente…rimarrà sorpreso . malattia e terapia. . in teatro

UNO SPETTATORE… silenzio.. è già iniziato lo spettacolo

(F) Ascolti, professore (parlando sottovoce) le battute che le indicherò sono molto importanti, ricordi che è un atto unico

Dal testo originale

.. inizio dello spettacolo……parla Domenica…madre dell’ammalata

(M) “o che volete che sappiano i dottori. Figuratevi, una figliola ch’era lì bianca e rossa come una rosa, vispa allegra, chiassosa.. vi dico che in casa non c’era mai malinconia…eppoi, bisogna dirlo...buona da casa, brava per tutto…due mani…ero troppo contenta ed il Signore mi ha voluto castigare…non ha febbre..non ha mal di capo…ma non mangia, non dorme..cosi’ diventa sempre più secca, smorta ed asciutta come un manichino…ho paura che mi vada in consunzione…povera figlia mia…ha solo diciottoanni”

Risponde Margherita…vecchia saggia ed esperta

“state a sentire…quella è una ragazza da darle marito….se volete che guarisca…sicuramente è innamorata…anche se a voi dice che non è vero”

(F) Vedete, professore, non potevo certo parlare al mio pubblico borghese e provinciale, di parossismo isterico…e dei metodi strumentali e molto particolari tentati in Inghilterra a scopo terapeutico…io ne ero al corrente…ma qui, a Modena, solo parlarne sarebbe stato un immenso scandalo…. così ho preferito presentare il problema.. che certamente esiste, specialmente nella classe media, in termini scherzosi e metaforici…indicando una semplice ed umana terapia matrimoniale

(M) caro amico..quello che conta sono i risultati..ma la ragazza era così pazzamente innamorata?

(F) certamente….credeva fosse un amore senza speranza…ma, alla fine, io metto a posto tutto e “le dò marito”……ecco la battuta di chiusura del testo detta da Margherita al dottore che ancora una volta, viene a visitare l’ammalata “dottore..dice la Filumena..la madre…che per ora non ha più bisogno….fra nove mesi può essere..allora lo manderemo a chiamare. Non servono medicine.. la medicina di una ragazza ammalata è farle sposare il suo damo”

(M) credo di avere compreso le sue intenzioni sociali, etiche e di umana comprensione che hanno portato a questo testo….però la vedo un pò troppo teso…vicino quasi ad una crisi isterica…ha qualche problema?

(F) non a caso lei è considerato uno sciamano….quello che ha detto a Freud “maestro io vado avanti nelsuo lavoro” ..le dirò perché anche questa sera sono qui….da paziente a medico….quando il testo è andato in scena…ero, mio malgrado, innamorato della ragazza…giovane..che interpretava l’ammalata……..ed ogni sera desideravo essere io al posto del giovane promesso sposo….fino al punto di pensare di colpirlo ed eliminarlo per non averlo in teatro……di tutto questo non mi sono mai liberato…e così continuo a vagare..nello spazio, nel tempo e sicuramente in sogno, infelice, psichicamente turbato e con un grande senso di colpa

(M) caro amico…mi scusi se ne parlo..ma suo padre non è..

(F) sì, mio padre è stato in manicomio e fu curato con un ferro rovente

(M) ho capito…dovrà venirmi a trovare .nel mio teatrino dedicato allo psicodramma ripeteremo, secondo la mia teoria, centinaia di volte, in termini di mimesi teatrale, la sua situazione di disordine psichico per riportarlo, eliminando il suo senso di colpa, a ripristinare la sua armonia interiore e la pace con se stesso, in fondo siamo sulla stessa barca…inventori di terapie teatrali. Naturalmente essendo noi tutti deceduti, chiederemo ancora, a William e Calderon, di ripristinare per un certo tempo, quel mondo onirico nel quale, al di là di ogni logica e realtà, tutto diviene possibile.

Carilettori, se ci siete, ancheil vostroumile amanuense èconvinto di avere immaginato tutto quello che ha scritto….durante un sogno….con quella libertà di invenzione che solo i sogni permettono, e chiude pertanto scusandosi con il drammaturgo e lo psichiatra….con i quali sente di avere in comune una convinzione…..il teatro, in fondo, ha, tra le altre, anche una sua finalità terapeutica

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