Anno 2003 - Edizione N. 11 - Novembre

OTIZIARI N O MENSILE DELL’UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

USPI

Anno 39°

Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b legge 662/96 e DPCM 27.11.2002 n. 294, art. 1, punto 2 - Filiale di Roma. In caso di mancato

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ANNI 2003

BONAIUTI CERCA LA PIU’ AMPIA CONVERGENZA:

Due più due “Qualche ritardo nell’approdo del d.d.l.

Bonaiuti alla Commissione Cultura della Camera. Pare che sia dovuto a vari impegni di Governo e non a titubanze o ripensamenti sulle norme.Il tempo, però, conta moltissimo, soprattutto perché il problema delle agevolazioni postali deve essere risolto entro il 31 dicembre.

Recentemente nel dibattito alla Camera dei Deputati, che riportiamo in parte in questo notiziario, il tema delle agevolazioni postali è stato trattato in modo finalmente corretto.

Corretta anche la risposta del Sottosegretario Bonaiuti ai quesiti posti dall’On. Giulietti: sulle tariffe postali si procederà d’accordo con le opposizioni.

Le opposizioni sembrano disposte a capire, come il Governo, che non è possibile, per quattro soldi, mettere a rischio centinaia di giornali.

Allora?

Allora, pur ricordando come non sia capitato spesso in questo Paese, ci auguriamo che due più due faccia quattro. Altrimenti saremo di nuovo collocati nel limbo della provvisorietà e dell’incertezza. Senza possibilità di risposta che non si traduca nel voto del 2004, nel voto del 2005 e, infine, nel voto del 2006”.

«...desideriamo procedere, in linea con le proposte che vorrà avanzare l’opposizione, nella ricerca del più ampio consenso possibile» l dibattito svoltosi in Aula alla Camera dei Deputati, lo scorso 21 ottobre, durante la conversione in legge del DL 271/03 sulla disciplina del prezzo dei libri (v. questo Notiziario a pagina 10 - n.d.r.) è stata l’occasione per il Governo, la maggioranza e l’opposizione di confrontarsi sui più attuali temi riguardanti l’informazione e l’editoria, comprese le questioni delle tariffe postali agevolate e la scadenza della proroga a fine anno dell’attuale regime.

Cogliendo la circostanza della presenza del Sottosegretario Bonaiuti, l’On. Giuseppe Giulietti (DS) ha rivolto una serie di domande al Governo. Riportiamo il suo intervento e la risposta del Sottosegretario, (i testi sono stati estratti dal “Resoconto stenografico” della seduta del 21 ottobre 2003 - n.d.r.) partendo proprio dalle Giuseppe Giulietti tariffe postali.

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- 5-

-6Credito di imposta per acquisto carta Nel mirino UE i crediti di imposta e agevolato

Tariffe postali: La storia infinita

-7La nuova disciplina delle collaborazioni redazionali

30 novembre, termine ultimo per gli adempimenti del ROC

Annunci di domandeofferte di lavoro, vietata la forma anonima

-8e9Il regime giuridico delle fotografie - 10 Proroga di un anno per la disciplina del prezzo fisso dei libri L’Ordine non può valutare il livello qualitativo degli articoli presentati dall’aspirante pubblicista - 13 Giornalismo ed editoria

GIUSEPPE GIULIETTI: «...Nello stesso articolo 51 della legge finanziaria, forse per mia disattenzione — riprendo ad ogni modo un tema sollevato anche da molti colleghi del centrodestra, oltre che del centrosinistra —, nulla ho trovato sulla grande questione delle tariffe postali. Le pongo tale questione, signor Sottosegretario, perché lei sa che per l’Unione stampa periodica, ma anche per i settiPaolo Bonaiuti manali diocesani e per tutte le riviste e i giornali del mondo del terzo settore e del volontariato laico e cattolico, comunque collocato, quello delle tariffe postali è il vero punto che consente l’esistenza di una comunicazione continua. Dato che il 31 dicembre 2003 scadrà l’ulteriore proroga, se non avremo approvato per quella data la legge sull’editoria — 2 come non avremo approvato —,

URGENTE !

NELLE ALTRE PAGINE

-4EISE - International Business Contacts

recapito rinviare all’ufficio P.T. di Roma Romanina detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa

Tariffe postali agevolate

neretto

-3Le quote associative USPI per l’anno 2004

n. 11 novembre 2003

- 16 Periodici associati all’USPI (355° elenco)

L’Autorità per le Comunicazioni lamenta una ancora scarsa adesione degli editori agli adempimenti per gli iscritti al ROC, in scadenza (improrogabile) al 30 novembre.

L’Autorità invita, pertanto, a non attendere gli ultimi giorni per assolvere agli obblighi di invio della “Comunicazione annuale” e della “I.E.S.”.

WINDPRESS - l’Eco della stampa

(v. pagina 5 di questo Notiziario)

nel sistema mediatico - 14 SO.DI.P. - Società di diffusione di periodici S.p.A. - 15 Biblioteca

Articoli e notizie di questo Notiziario possono essere liberamente riprodotti citandone la fonte.

Se ne raccomanda, anzi, la massima diffusione da parte di tutti i periodici associati all’USPI, nell’interesse della categoria QUESTO NOTIZIARIO VIENE SPEDITO AGLI ASSOCIATI USPI IN REGOLA CON IL VERSAMENTO DELLE QUOTE

BONAIUTI CERCA LA PIU’ AMPIA CONVERGENZA noi correremo il rischio di dovere intervenire, ancora una volta, in una situazione di caos e di confusione, che colpisce pesantemente la sicurezza e la certezza di molte piccole aziende.

Mi permetto, quindi, di chiedere un’attenzione straordinaria del Governo, una riunione del tavolo su questo tema specifico delle tariffe postali prima della scadenza della proroga e la definizione di una circolare unica, che elimini una situazione di caos non più sopportabile, perché potremmo avere — anzi il Governo potrebbe avere — un serio problema alla scadenza della proroga. Ho voluto porre questo problema per avere da lei, sottosegretario, l’indicazione di un percorso, proprio perché di questo si era parlato in Commissione. Lei sa che non si tratta di un’imboscata d’auDenis Verdini la, ma di una questione annunciata proprio per effettuare una discussione che consenta ai colleghi, tutti appassionati a questo tema, di poter interloquire».

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L’On. Giulietti torna sul tema anche nel suo intervento per la dichiarazione di voto: «Per questo motivo, le chiedo anche di istituire con urgenza nei prossimi giorni un tavolo e di convocare tutte le associazioni della piccola e media editoria e del terzo settore sul grande tema delle tariffe postali e del rinnovo delle convenzioni per le agenzie e per il servizio parlamentare». ***** Sollecitato dalle domande di Giulietti, il Sottosegretario Bonaiuti ha reso una articolata risposta. Anche in questo caso estrapoliamo dalle sue dichiarazioni la parte riguardante il tema delle tariffe postali per l’editoria.

PAOLO BONAIUTI: «Veniamo alle tariffe postali. Stiamo ricominciando ad esaminarle in quanto la scadenza del 31 dicembre 2003 si avvicina: avremo — su questo già garantisco — un occhio di riguardo, come abbiamo sempre avuto, nei confronti del mondo del non profìt e delle pubblicazioni politiche e sindacali.

Anche per quanto riguarda quest’ultimo tema, desideriamo procedere, in linea con le proposte che vorrà eventualmente avanzare l’opposizione, in un cammi2

no quanto più possibile concordato, nella ricerca, lo ripeto, del più ampio consenso possibile». ***** Sul tema del disegno di legge governativo sull’editoria, nel quale vengono disciplinate le agevolazioni tariffarie postali, è intervenuto anche l’On. Denis Verdini (relatore del provvedimento in esame alla Camera, ma relatore anche del DdL Bonaiuti), il quale - in sintonia con il Sottosegretario - ha confermato l’intento di ricercare la più ampia convergenza.

DENIS VERDINI: «Nei prossimi giorni affronteremo la legge sull’editoria dove molte di tali questioni penso potranno essere risolte anche con il concorso dei colleghi dell’opposizione».

Tariffe, ma non solo...

La discussione in Aula della Camera non ha toccato, però, come abbiamo già accennato, solo i temi del prezzo fisso dei libri e quello delle tariffe postali.

L’intervento dell’On. Giulietti e la risposta del Sottosegretario Bonaiuti hanno spaziato su tutte le tematiche più attuali riguardanti l’informazione e l’editoria.

Riteniamo, perciò, interessante riportare di seguito una ampia sintesi di tali interventi e la conclusione del relatore Verdini, che delineano i problemi in atto e le future intenzioni del Governo.

GIUSEPPE GIULIETTI: «Signor Presidente, vorrei rivolgermi al Governo e direttamente al Sottosegretario Bonaiuti, perché, avendo cercato invano di avviare una riflessione durante l’esame della legge Gasparri sui temi dell’editoria e del libro, mi auguro che oggi si possa dialogare ed ottenere qualche risposta in materia...

Il prezzo fisso dei libri e la legge di settore Signor sottosegretario, questo decretolegge, come lei sa, è l’ennesima proroga di un accordo che è stato raggiunto tra le parti sociali insieme al Governo, coinvolgendo alcune delle categorie più importanti di questo settore. Mi riferisco all’Associazione italiana editori, all’Associazione librai italiani e alle altre associazioni dei librai e della distribuzione. E’ un accordo sulla banda di oscillazione dei prezzo fisso del libro, sullo sconto possibile. Si tratta di una questione che vede una lunga discussione in diversi paesi europei e che ha visto una

grande attenzione anche da parte delle associazioni dei consumatori.

Per la verità, la prima volta, il provvedimento fu adottato dal Governo Amato e si è ripetuto successivamente. Credo che lei sappia perfettamente che questo accordo è una sorta di pannicello caldo di fronte alla crisi della lettura, di fronte alla crisi di tutto il mercato editoriale, del mercato del libro in particolare, e della distribuzione.

Lei sa che, di proroga in proroga, ci lasciamo con una simpatica cartolina che dice: in attesa della legge di settore. L’ultima volta che il mio radar ha avvistato la legge di settore è stato nelle dichiarazioni ripetute del ministro Urbani e del sottosegretario Bono. Le domando: lei è a conoscenza dell’arrivo in queste aule di una legge organica sul libro? Sarà affrontato il tema della lettura, del credito, della distribuzione?...

Mi rendo conto che non è un dibattito sulla televisione e, quindi, suscita minore passione, però esistono anche i libri e i giornali e se ci dedichiamo mezzora di tempo non è una tragedia.

Lei sa che questa crisi investe la lettura, la diffusione e la distribuzione. Non è un settore medievale: esso comprende decine di imprese, di autori, di librerie ed è un giacimento culturale ancora più prezioso.

Comunque la si pensi, la monocultura televisiva, che sarà in qualche modo rafforzata dalla legge Gasparri, rischia di accentuare i fenomeni di concentrazione, i conflitti di interesse e anche la riduzione dei punti di vista sul mercato editoriale e librario.

Lei sa che il tema della legge Gasparri è e sarà oggetto di attenzione da parte dell’autorità europea, delle autorità italiane e della Corte costituzionale. La inviterei a leggere un rapporto, diffuso proprio oggi, di una grande associazione, Reporters sans frontières. Glielo dico perché quando discutemmo in quest’aula, legittimamente e giustamente, del problema della repressione dei diritti civili a Cuba, quel rapporto fu saccheggiato da molti colleghi e fecero bene perché si tratta di una grande agenzia autorevole e indipendente, che non guarda in faccia nessuno. Oggi quel rapporto inserisce l’Italia all’ultimo posto dell’Unione europea per quanto riguarda la libertà del mercato e la libera circolazione delle imprese in questo settore.

Dobbiamo quantomeno riflettere su questo dato, anche perché con la legge Gasparri questi rischi potrebbero aumentare.

Durante il dibattito su questa legge, noi chiedemmo a lei e al ministro Tremonti, che per la verità non ha mai risposto né ha mai detto alcunché su questa materia, chiarimenti sulla legge organica per l’editoria e per il libro.

Lei ricorderà che sulla legge Gasparri l’ordine era quello di 11 Notiziario USPI n° 11

LE QUOTE ASSOCIATIVE USPI

per l’anno 2004 L’invito ai Soci a rinnovare al più presto l’iscrizione all’USPI per l’anno 2004 versando la relativa quota associativa, lungi dal corrispondere ad una rituale formalità, risponde alla doverosa esigenza di assicurare all’Unione le entrate necessarie non soltanto a fronteggiare i continui ed evidenti aumenti dei costi, ma soprattutto a potenziare i servizi gratuiti resi alla generalità dei Soci.

I periodici e gli editori iscritti sanno infatti assai bene che l’USPI offre al Socio un consistente pacchetto di servizi gratuiti che comprende, tra l’altro: - la consulenza editoriale e l’assistenza amministrativa per pratiche publiche; - l’aggiornamento professionale mensile tramite questo Notiziario; - l’aggiornamento della XII edizione della “Guida della Stampa Periodica”; - la rappresentanza e la tutela in seno alle Commissioni ministeriali; - il filo diretto telefonico per la consulenza fiscale, postale, legislativa, legale, marketing, pubblicitaria e internet; - congressi, convegni e stages di qualificazione professionale; - la tessera, bollino annuale e “disco stampa” per autovettura.

Le quote associative fissate dal Consiglio Nazionale dell’USPI per il 2004 (e comprensive del costo del “Notiziario USPI”) sono le seguenti:

Per le testate (secondo la tiratura dichiarata): da 1 a 10.000 copie da 10.001 a 50.000 copie da 50.001 a 100.000 copie da 100.001 a 200.000 copie da 200.001 copie in su

€ 180,00 € 560,00 € 1.125,00 € 2.300,00 € 3.550,00

Per le TESTATE ON LINE il criterio della tiratura è sostituito da quello del numero degli utenti potenziali a cui la testata si rivolge.

Quota d’iscrizione (“una tantum” per le testate che si iscrivono per la prima volta): - Per le testate la cui tiratura (o potenziale utenza) dichiarata sia fino a 10.000 copie

€

80,00

- Per le testate la cui tiratura (o potenziale utenza) dichiarata superi le 10.000 copie

€

160,00

- se direttori, condirettori, redattori capo, redattori o collaboratori di periodici associati all’USPI

€

210,00

- stesse categorie ma che operano per periodici non associati all’USPI

€

320,00

Per i soci singoli ex art. 31 dello Statuto:

Il versamento della quota associativa può essere effettuato a mezzo bonifico bancario presso la Banca Popolare di Milano, Agenzia 257, Via Franceschini n. 58 - Roma, CIN: U - ABI: 05584 - CAB: 03206 - c/c: 00000000497 (intestato USPI), ovvero tramite assegno bancario, barrato e non trasferibile spedito con assicurata convenzionale, o con versamento su conto corrente postale numero 27433002 intestato all’USPI.

ATTENZIONE Al fine di evitare errate registrazioni, si raccomanda vivamente agli associati che, nell’effettuare il versamento postale o il bonifico bancario, vengano chiaramente indicati, possibilmente a stampatello nella causale, il titolo della testata ovvero - se la quota si riferisce ad un iscritto individuale - il nome e cognome del socio.

PER FACILITARE IL VERSAMENTO DELLE QUOTE IN QUESTO NUMERO E’ INSERITO UN MODULO DI C.C.P.

Tariffe postali, tra sentenze del TAR e ordinanze del Consiglio di Stato

L A S T O R I A I N F I N I TA hissà se per il suo romanzo “La storia infinita” Michael Ende si sia ispirato alla vicenda delle tariffe postali.

Perché anche per questa si tratta di una “storia infinita”, che si protrae da anni, con tutti gli ingredienti di un romanzo di successo: suspance, colpi di teatro, ribaltamento di situazioni e molta, molta...fantasia.

E, come per un romanzo a puntate, per raccontare gli ultimi sviluppi occorre fare una breve sintesi delle puntate precedenti.

Era il 1998 (ben 5 anni fa!), quando fu approvato il tristemente famoso articolo 41 della legge 448/98 che di diritto - ma anche sostanzialmente di fatto - abrogava le agevolazioni tariffarie postali.

Da allora è accaduto di tutto e la programmazione economica annuale degli editori è andata a farsi benedire: proroghe su proroghe (strappate con i denti), l’ultima delle quali scade il prossimo 31 dicembre; tre decreti della Presidenza del Consiglio, dei quali i primi due (del 2000) praticamente inutili e l’ultimo (di quest’anno) purtroppo in vigore, che individuavano gli aventi diritto alle agevolazioni; e poi direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri, circolari delle Poste che si contraddicevano l’un l’altra... ma soprattutto decine e decine di “dichiarazioni sostitutive” che, a cadenza diremmo quasi settimanale, gli editori dovevano consegnare alle Filiali inseguendo l’ultima versione aggiornata con i requisiti prescritti per accedere alle agevolazioni.

Insomma, un “pasticciaccio brutto” lo avrebbe definito Gadda.

Il bello (eufemisticamente parlando) è che a due mesi dalla scadenza della ultima proroga la situazione è ancora “in fieri”.

Sul precedente numero di questo Notiziario abbiamo riportato l’allora ultima circolare delle Poste, datata 1° agosto 2003.

E’ da quella data, e da quella circolare, che dobbiamo ripartire.

Il TAR del Lazio (addirittura nella seduta del 12 giugno u.s.), esprimendosi sul ricorso depositato da un editore socio dell’USPI, aveva emanato la proprio sentenza annullando il requisito, introdotto dal DPCM 294/02, del 60% di abbonamenti a titolo oneroso da parte dei destinatari, necessario per godere delle agevolazioni postali.

Il 1° agosto, la Divisione Corrispondenza di Poste Italiane SpA, coerentemente con la decisione del TAR, informava tutte le Filiali che non dovevano più richiedere tale requisito e riammettere alle agevolazioni tutti quegli editori che ne erano stati esclusi per la sola mancanza dell’almeno il 60% di abbonamenti onerosi sottoscritti dai destinatari, autorizzando - perdipiù - l’instaurazione di una procedura per richiedere il rimbor-

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Notiziario USPI n° 11

so delle spese maggiori sostenute da inizio anno.

Ovviamente non poteva mancare l’ennesima nuova formulazione della “dichiarazione sostitutiva” da presentare agli uffici postali.

Ed altrettanto ovviamente, l’informativa delle Poste confermava il mantenimento in essere di tutti gli altri requisiti prescritti dal decreto della Presidenza del Consiglio e non riformati dalla sentenza del tribunale amministrativo. *** (Qui occorre inserire una considerazione.

Il DPCM 294 impone che vi sia un prezzo espresso sulla rivista, per copia o per abbonamento, e esclude dalle agevolazioni i giornali “non posti in vendita”.

Ora, se non è più prevista alcuna percentuale di abbonamenti pagati, a cosa può servire un prezzo sulla rivista e quanti abbonamenti o copie vendute sono necessari per classificare il giornale “posto in vendita”?

Ne basta uno, nessuno? o... Siamo certi che Pirandello avrebbe optato per la soglia di “centomila”. Ma questa è una “storia” secondaria che può distoglierci dalla trama del romanzo).

Sembrava che fossimo arrivati al capitolo conclusivo del romanzo.

Invece, il 22 settembre (due giorni prima dell’ordinanza del Consiglio di Stato) il TAR del Lazio si è espresso su altri due ricorsi presentati, congiuntamente al primo, sulla medesima materia ed ha confermato nuovamente il giudizio espresso nella prima sentenza emessa, sovrapponendosi di fatto al giudizio del Consiglio di Stato. In pratica, TAR batte Consiglio di Stato 3 a 1.

Le Poste, in data 14 ottobre, hanno prontamente fatto marcia indietro annullando la circolare del 1° ottobre e confermando quanto stabilito dal 1° agosto scorso.

Attendiamoci ora i nuovi ricorsi di Presidenza e Poste al Consiglio di Stato e le nuove ordinanze di sospensiva. In più il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi anche nel merito di tutt’e tre i ricorsi.

C’è da perdersi! E la trama del romanzo rischia ormai di avvilupparsi su se stessa.

Probabilmente, come nelle tragedie di Sofocle, quando la vicenda narrata non ha più sbocchi, apparirà il “deus ex machina” del ddl Bonaiuti (forse tramutato in decreto legge per le tariffe postali) che d’imperio interverrà sulla vicenda e porterà il romanzo alla sua conclusione.

Speriamo solo che, come ogni romanzo popolare di successo sia previsto per gli editori il “lieto fine”.

Comunicazione annuale e I.E.S.

***

30 NOVEMBRE, TERMINE ULTIMO PER GLI ADEMPIMENTI DEL R.O.C.

Torniamo di nuovo al 1° agosto e alla sentenza del TAR. Avverso tale sentenza, la Presidenza del Consiglio e Poste Italiane hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo - in primis - la sospensiva della sentenza.

Nella riunione del 24 settembre scorso, con ordinanza n. 4104, il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva della sentenza amministrativa di primo grado, confermando però - cosa da sottolineare - l’annullamento della circolare postale nella quale si prescriveva che gli abbonamenti dovessero essere sottoscritti unicamente dai destinatari della rivista.

In sostanza, a seguito dell’Ordinanza del Consiglio di Stato, veniva reintrodotto il requisito del 60% di abbonamenti onerosi, ma tale onerosità poteva essere assolta direttamente dal destinatario o indirettamente da terzi.

Le Poste, in data 1° ottobre, hanno emanato le nuove disposizioni senza però allegare la nuova “dichiarazione sostitutiva” (anche perché identica a quella che gli editori avevano sottoscritto a gennaio, all’inizio di questa “storia infinita”) e ingenerando così in alcune Filiali la convinzione che fosse stata semplicemente abrogata tout court la circolare del 1° agosto e basta.

Ricordiamo agli editori associati che il prossimo 30 novembre scade il termine per la presentazione telematica della “Comunicazione Annuale” e della ”Informativa Economica di Sistema” che tutti gli iscritti al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) devono inviare all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Tale termine, che era stato precedentemente fissato al 30 settembre u.s., è stato prorogato al 30 novembre dalla delibera n.

337/03/CONS. del 24 settembre scorso (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 226 del 29/9/2003).

Rammentiamo, inoltre, agli associati che la compilazione e l’invio dei modelli della “C.A.” (dati anagrafici dell’editore) e della “I.E.S.” (dati contabili 2002) devono avvenire esclusivamente tramite il canale telematico, e non più su supporto cartaceo.

Per accedere al “ROC TELEMATICO” è necessario prima registrarsi, seguendo le istruzioni, sul sito: www.roc.infocamere.it.

Una volta ricevuta l’abilitazione, si potrà accedere in qualità di “operatore di comunicazione” (inserendo Login e password) nel Roc Telematico per effettuare le comunicazioni d’obbligo.

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Legge Finanziaria 2004

CREDITO DI IMPOSTA PER ACQUISTO CARTA l progetto di legge finanziaria per l’anno 2004, varato dal Governo ed ora all’esame della Camera dei Deputati dopo una prima approvazione da parte del Senato, contiene una normativa di sostegno in favore dell’editoria.

Si tratta dell’articolo 51, riguardante “Interventi nel settore dell’editoria”, che riconosce alle imprese editrici di quotidiani e periodici iscritte al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) “un credito di imposta pari al 10 per cento della spesa per l’acquisto della carta utilizzata per la stampa delle testate edite sostenuta nell’anno 2004”.

La spesa per l’acquisto della carta dovrà risultare dal bilancio certificato delle imprese editrici.

L’articolo prevede, inoltre, alcune esclusioni dal beneficio del credito di imposta che, sostanzialmente, ricalcano le esclusioni dal regime tariffario agevolato per le spedizioni postali.

Tale credito di imposta non concorrerà alla formazione del reddito imponibile e potrà esser fatto valere anche in compensazione; non sarà rimborsabile, ma non limita il diritto al rimborso ad altro titolo spettante e l’eventuale eccedenza potrà essere riportata al periodo di imposta successivo.

Il Sottosegretario Bonaiuti, nel suo intervento alla Camera in occasione della conversione in legge del DL 271/03 sulla disciplina del prezzo dei libri (v. pagina 12 di questo Notiziario n.d.r.), ha confermato che la misura di sostegno si applicherà solo per l’anno 2004 e che l’ammontare complessivo del Fondo è fissato in 92 milioni di euro.

Il Governo, ha riferito ancora Bonaiuti, è impegnato a reperire altri 10 milioni di euro per estendere il beneficio del credito di imposta anche alle imprese editrici di libri.

Sarà ora necessario attendere la definitiva approvazione della Legge Finanziaria 2004 da parte dei due rami del Parlamento e gli indispensabili decreti attuativi della normativa in questione.

Pubblichiamo, di seguito, il dettato dell’articolo 51:

I

Articolo 51 Interventi nel settore dell’editoria 1. Alle imprese editrici di quotidiani e periodici iscritte al Registro degli operatori di comunicazione è riconosciuto un credito d’imposta pari al 10 per cento della spesa per l’acquisto della carta utilizzata per la stampa delle testate edite sostenuta nell’anno 2004.

2. La spesa per l’acquisto della carta deve risultare dal bilancio certificato delle imprese editrici. Nel caso in cui la carta sia acquistata da soggetti diversi dall’editore, essa deve comunque essere ceduta agli editori con fatturazione distinta da quella relativa ad ogni altra vendita o prestazione di servizio.

3. Sono escluse dal beneficio le spese per l’ac-

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quisto di carta utilizzata per la stampa dei seguenti prodotti editoriali: a) i quotidiani ed i periodici che contengono inserzioni pubblicitarie per un’area superiore al 45 per cento dell’intero stampato, su base annua; b) i quotidiani ed i periodici non posti in vendita, cioè non distribuiti con un prezzo effettivo per copia o per abbonamento, ad eccezione di quelli informativi delle fondazioni e delle associazioni senza fini di lucro; c) i quotidiani o periodici che siano ceduti a titolo gratuito per una percentuale superiore al 50 per cento della loro diffusione; d) i quotidiani ed i periodici di pubblicità, cioè quelli diretti a pubblicizzare prodotti o servizi contraddistinti con il nome o con altro elemento distintivo e diretti prevalentemente a incentivarne l’acquisto; e) i quotidiani e i periodici di vendita per corrispondenza; f) i quotidiani e i periodici di promozione delle vendite di beni o di servizi; g) i cataloghi, cioè pubblicazioni contenenti elencazioni di prodotti o di servizi anche se corredati da indicazioni sulle caratteristiche dei medesimi; h) le pubblicazioni aventi carattere postulatorio, cioè finalizzate all’acquisizione di contributi, di offerte, ovvero di elargizioni di somme di denaro, ad eccezione di quelle utilizzate dalle organizzazioni senza fini di lucro e dalle fondazioni religiose esclusivamente per le proprie finalità di autofinanziamento; i) i quotidiani e i periodici delle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici, nonché di altri organismi, ivi comprese le società riconducibili allo Stato ovvero ad altri enti territoriali o che svolgano una pubblica funzione; 1) i quotidiani ed i periodici contenenti supporti integrativi o altri beni diversi da quelli definiti nell’articolo 74, primo comma, lettera c) del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, ai fini dell’ammissione al regime speciale previsto dallo stesso articolo 74 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972; m) i prodotti editoriali pornografici.

4. Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito imponibile e può essere fatto valere anche in compensazione ai sensi del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.

Il credito d’imposta non è rimborsabile, ma non limita il diritto al rimborso ad altro titolo spettante; l’eventuale eccedenza è riportabile al periodo di imposta successivo.

5. L’ammontare della spesa complessiva per l’acquisto della carta e l’importo del credito d’imposta di cui al comma 1 sono indicati nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta durante il quale la spesa è stata effettuata.

La Commissione Europea ha avviato una procedura d’esame

NEL MIRINO UE I CREDITI DI IMPOSTA E AGEVOLATO In una nota diffusa il 29 ottobre scorso, la Commissione Europea per la Concorrenza, presieduta da Mario Monti, ha annunciato l’apertura di una indagine formale sui regimi di sostegno che lo Stato italiano concede alle imprese editoriali, agenzie di stampa, imprese multimediali, emittenti radiofoniche e televisive e distributori, sotto forma di credito di imposta e di pagamento di interessi su prestiti per il finanziamento di determinati progetti (come la formazione professionale, la ristrutturazione tecnica, l’acquisto o l’ammodernamento delle attrezzature, in particolare nel settore dell’informatica), ovvero il c.d. “credito agevolato”.

Il procedimento europeo riguarda in particolare la legge 7 marzo 2001 n. 62 (Nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5.8.81 n. 416), il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 143/2002 (Disciplina del credito d’imposta in favore delle imprese editoriali) e il DPR 30.5.2002, n.

142 (Regolamento concernente le agevolazioni di credito alle imprese operanti nel settore editoriale).

L’indagine tende a stabilire se tali forme di sostegno, pur ammesse dalla legislazione europea che tutela la concorrenza, possano comportare un pregiudizio per gli scambi intercomunitari di pubblicazioni in lingua italiana.

Secondo le autorità italiane, che hanno notificato i due regimi di aiuto in questione, tali scambi sono marginali (a causa della barriera linguistica), ma la Commissione Europea chiede maggiori informazioni ed ha invitato il Governo italiano a presentare proprie osservazioni. La Commissione di Bruxelles osserva, infatti, come tali sostegni vadano anche a imprese multimediali, emittenti radioTV e imprese operanti nel settore della stampa, “attività queste che hanno una portata potenzialmente più ampia rispetto al mercato nazionale”.

6. In caso di utilizzo del credito d’imposta in tutto o in parte non spettante si rendono applicabili le norme in materia di accertamento, riscossione e contenzioso nonché le sanzioni previste ai fini delle imposte sui redditi.

7. L’efficacia delle disposizioni di cui al presente articolo è subordinata all’autorizzazione delle competenti autorità europee. Con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono stabilite le modalità di riconoscimento del credito di imposta anche al fine di garantire il rispetto del limite di spesa fissato, per l’anno 2004, in 90 (estesi forse a 92 - n.d.r.) milioni di euro.

Notiziario USPI n° 11

Il decreto legislativo 10/10/2003 N. 276, attuativo della “riforma Biagi” LA NUOVA DISCIPLINA DELLE COLLABORAZIONI REDAZIONALI E’ certo, certissimo, anzi...probabile che le co.co.co. giornalistiche (e non) escano di scena anche dalle aziende editrici di periodici. Il 24 ottobre u.s. è infatti entrato in vigore il dlg 10 settembre 2003 n. 276 (G.U. del 9 ottobre 2003) che avvia la riforma del mercato del lavoro delineata dalla L. 14 febbraio 2003 n. 30, nota come “legge Biagi” dal nome del suo ideatore, ucciso dai terroristi.

Inizia così il suo percorso attuativo (e accidentato) una riforma che per una parte importante - che sostituisce nuove forme contrattuali alle co.co.co. - interessa quasi tutti gli editori di periodici.

Cerchiamo di riassumere e di semplificare le novità introdotte dal decretone n. 276.

1. L’art. 61, al 1° comma prevede la trasformazione delle attuali co.co.co. in rapporti di lavoro “a progetto” ma esclude al 2° comma dal suo campo di applicazione “le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali”. Se ne deduce che i co.co.co. iscritti all’Ordine dei Giornalisti potrebbero continuare a vivere alla vecchia maniera. Usiamo il condizionale poiché il dlg prevede accordi interconfederali che adattino i nuovi istituti alle varie categorie, accordi sui cui esiti non è dato di fare previsioni.

2. C’è poi il problema dei co.co.co. non iscritti all’Ordine e quello dei restanti co.co.co. (che non svolgono mansioni redazionali) i cui rapporti devono essere trasformati - entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto - in contratti “a progetto”.

Ma cos’è in una editrice di periodici una collaborazione a progetto? Un progetto grafico, una serie di inchieste, una corrispondenza dal Festival di Sanremo?

L’invenzione di un progetto che sia termine sta turbando i sonni di qualche editore.

Per ora possiamo solo identificarlo formalmente come un lavoro “a termine” predeterminato dall’editore, realizzato autonomamente dal collaboratore nel rispetto del coordinamento con l’azienda committente.

Ma come si fa a trasformare la prestazione di un co.co.co. che è continuativa in un progetto a termine?

Alcuni esperti ritengono che d’ora in poi il carattere effettivamente autonomo della collaborazione non avrà più importanza nel senso che il giudice controllerà solo se la prestazione possa considerarsi “a progetto”, cioè “a termine” oppure sostanzialmente continuativa.

Se l’osservazione è esatta, dopo aver conseguito lo scopo progettuale (se l’editore è

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riuscito ad inventarsene uno) sarà difficile stipulare con lo stesso collaboratore un secondo e un terzo contratto aventi lo stesso progetto e negare il carattere continuativo del rapporto.

Il decreto disciplina compiutamente gli elementi del contratto scritto (art. 62), il corrispettivo, che deve essere proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro (art. 63), il divieto di svolgere attività in concorrenza con l’azienda committente (art. 64), gravidanza, malattia e infortunio del collaboratore a progetto che non comportano l’estinzione ma la semplice sospensione del rapporto, senza la corresponsione del corrispettivo (art. 66).

Ma che succede se i rapporti di co.co.co. vengono instaurati senza l’individuazione del progetto? Semplice: sono considerati rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto (art. 69).

Ed infatti una strada per azzerare i rapporti di co.co.co. potrebbe consistere nel trasformarli in rapporti di dipendenza parttime a tempo indeterminato. Ma una tale trasformazione, pur con tutti i vantaggi operativi, comporterebbe rilevanti costi retributivi e previdenziali.

Il Sottosegretario al Lavoro, Sacconi, ha colto questa complessità assicurando che presto sarà emanata una circolare ministeriale proprio sulla trasformazione delle co.co.co. in contratti a progetto, che spiegherà il profilo sostanziale della riforma.

In linea di principio l’idea del prof. Marco Biagi era giusta: mettere fine al fenomeno abnorme dei lavoratori dipendenti mascherati da co.co.co. Ma per correggere questa stortura occorre gradualità se non si vuole attivare un vasto contenzioso e se non si vogliono perdere posti di lavoro.

3. Il decreto 276 introduce un chiarimento definitivo sul concetto di collaborazione occasionale ponendo, al 2° comma dell’art. 61 due condizioni: che la durata non superi i 30 giorni nell’anno solare e che, nel medesimo anno solare il compenso non superi i 5.000 euro. Una volta violata una di queste condizioni scatta l’obbligo di inquadrare la prestazione nel lavoro a progetto.

4. Se questa riforma delle co.co.co. non fosse già abbastanza complicata, è intervenuta una seconda riforma, contenuta nel maxiemendamento alla Finanziaria, che contraddice la disciplina parallela delle co.co.co. e quella delle collaborazioni occasionali introdotta dal Decreto ora illustrato.

Parlare ora della Finanziaria confonderebbe le idee. Ne riparleremo in un prossimo numero, così come i soci saranno tenuti informati degli sviluppi della riforma dal sito www.uspi.it e, naturalmente, da questo Notiziario.

ANNUNCI DI DOMANDEOFFERTE DI LAVORO, VIETATA LA FORMA ANONIMA Con il Decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 (pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 159/L alla Gazzetta Ufficiale n. 235 del 9 ottobre scorso) il Governo ha attuato le deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, previste dalla legge 14 febbraio 2003, n. 30 (la cosiddetta “riforma Biagi”).

Nella vasta serie di norme sull’organizzazione e la disciplina del mercato del lavoro, con l’introduzione di nuove tipologie contrattuali (a orario ridotto, modulato o flessibile; a lavoro ripartito; a tempo parziale; apprendistato e di inserimento; a progetto e occasionali) sulle quali torneremo in futuro soprattutto per quel che riguarda il lavoro nelle aziende editoriali, viene disciplinato un aspetto (che, in realtà, non si pone in evidenza nel dettato legislativo) che ha però grande importanza per gli editori e i direttori responsabili di testate periodiche, in particolare quelle di annunci economici: le inserzioni pubblicitarie di domanda/offerta di lavoro.

L’articolo 9 del D.Lgvo 276 provvede, infatti, a regolamentare gli annunci pubblicitari relativi ad attività di ricerca e selezione del personale, di ricollocamento professionale e di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro.

La nuova disciplina fa assoluto divieto di comunicazioni, a mezzo stampa, internet o altri mezzi di informazione, effettuate in forma anonima, cioè senza l’esplicito riferimento al soggetto che effettua la comunicazione, e individua i soggetti autorizzati a realizzare i detti annunci.

Questi soggetti sono esclusivamente: 1) soggetti pubblici o privati, in quanto potenziali datori di lavoro, per quelle comunicazioni che facciano esplicito riferimento ai soggetti in questione o ad entità ad essi collegate perché facenti parte dello stesso gruppo di imprese o in quanto controllati o controllanti (articolo 9, comma 1); 2) le agenzie di lavoro e gli altri soggetti pubblici e privati autorizzati o accreditati (articolo 9, comma 2); In tutte le comunicazioni verso terzi, anche a fini pubblicitari e nelle inserzioni o annunci per la ricerca di personale, i soggetti di cui al punto 2) devono inoltre indicare gli estremi del provvedimento di autorizzazione o accreditamento al fine di consentire al lavoratore, e a chiunque ne abbia interesse, la corretta e completa identificazione del soggetto stesso.

In tali comunicazioni, effettuate mediante annunci pubblicati su quotidiani e periodici o mediante reti di comunicazione elettronica, è necessario inserire un facsimile di domanda (comprensivo dell’informativa 9 sulla privacy) o l’indicazione del

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IL REGIME GIURIDICO DELLE FOTOGRAFIE SECONDO LA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE a frequenza con la quale pervengono alla Segreteria Generale richieste di chiarimento da parte dei soci sul regime giuridico delle fotografie ci fa ritenere che non sia inutile dedicare qualche colonna del “Notiziario” a questa problematica. Si tratta ovviamente di un’inquadratura generale del problema e rimandiamo alle forme consuete della “consulenza” ai soci l’esame (e, si auspica, la soluzione) dei casi concreti, che danno origine a un ventaglio così ampio di risposte da rendere illusoria la pretesa di esaurire in poche righe i problemi pratici sottostanti.

Anzitutto bisogna premettere che secondo la legge sul diritto d’autore (legge 22 aprile 1941, n. 633 - più volte nel corso degli anni aggiornata e modificata) esistono due tipologie di fotografie: le fotografie opere creative dell’ingegno e le semplici fotografie.

Non è facile rendere esplicita la differenza tra le due categorie che il legislatore definisce in maniera molto sobria nell’art. 2 n. 7: “Sono comprese nella protezione (come opere dell’ingegno di carattere creativo) ... le opere fotografiche e quelle espresse con procedimento analogo a quello delle fotografie sempre che non si tratti di semplice fotografia protetta ai sensi delle norme del capo V del titolo II”.

Il capo V del titolo II non ci porta però a una chiarezza assoluta e univoca perché l’art. 87 si limita, per definire la c.d. semplice fotografia, a disporre “sono considerate fotografie ai fini dell’applicazione delle disposizioni di questo capo, le immagini di persone o di aspetti, elementi o fatti della vita naturale e sociale ottenute col processo fotografico o con processo analogo, comprese le riproduzioni di opere dell’arte figurativa e i fotogrammi delle pellicole cinematografiche.

Non sono comprese le fotografie di scritti, documenti, carte di affari, oggetti materiali, disegni tecnici e prodotti simili.”

In linea generalissima è evidente che il legislatore ha voluto distinguere tra l’opera ottenuta con procedimento fotografico che ha carattere artistico simile a quello che può possedere un’opera pittorica o dell’arte grafica e la fotografia nella quale tale carattere è assente o comunque, nonostante l’abilità tecnica del fotografo, è del tutto in secondo piano rispetto alla funzione illustrativa o documentaria dell’opera. Ci rendiamo conto della labilità dei confini e della soggettività delle valutazioni, ma per poter essere più precisi bisognerebbe aver scoperto la formula che consente di stabilire che cosa è “Arte”, formula che da Aristotele in poi nessuno studioso di estetica ha potuto dettare e che quindi nemmeno il legislatore ha potuto consacrare in una norma.

Ciò non toglie però che sia estremamente rilevante l’appartenere all’una o all’altra categoria: le opere del primo tipo hanno la tutela propria delle opere di carattere creativo con conseguenze di grande portata (basti dire che la protezione dura fino a 70 anni dalla morte dell’autore), mentre quelle del secondo tipo hanno una protezione di gran lunga meno forte

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(basti dire che essa dura solo vent’anni dalla produzione della fotografia).

Nonostante il carattere, per così dire, meno “nobile” del secondo tipo di fotografie è però tuttavia su di esso che si concentra la maggior parte dei quesiti che pervengono all’USPI e la ragione è evidente, perché in una pubblicazione periodica che non sia di carattere specialistico (e cioè dedicata all’arte fotografica) la fotografie che interessano sono prevalentemente quelle che hanno funzione illustrativa o documentaria. Quali obblighi bisogna osservare? quali cautele occorre avere per pubblicare lecitamente una fotografia?

Preliminarmente bisogna distinguere il caso della fotografia appositamente commissionata da quello della fotografia acquisita in altro modo dall’editore.

Nel primo caso se vi è tra committente e autore della fotografia un contratto di impiego o di lavoro, entro i limiti dell’oggetto e delle finalità del contratto i diritti di riproduzione, diffusione e spaccio spettano al datore di lavoro.

Se la fotografia è stata eseguita al di fuori di un rapporto di lavoro, ma sempre su commissione, valgono gli accordi presi, risultanti dalla fattura o in altro modo.

Nel caso invece che la fotografia sia stata eseguita indipendentemente da una commissione o da un rapporto di lavoro i diritti appartengono originariamente al fotografo e si trasmettono al cliente nei limiti e alle condizioni stabilite nel contratto di cessione, se quest’ultimo risulta per iscritto.

In assenza di accordi scritti, ma se vi è stata cessione del negativo, tutti i diritti si trasferiscono a chi lecitamente ha ottenuto il negativo.

Ovviamente il trasferimento avviene se esso è compiuto dal fotografo stesso o da un soggetto (ad esempio, un’agenzia) che abbia ottenuto i diritti dal titolare originario.

In tutti i casi gli esemplari della fotografia devono portare le seguenti indicazioni: 1) il nome del fotografo ovvero del committente o della ditta da cui dipende il fotografo, 2) la data dell’anno di produzione della fotografia, 3) il nome dell’autore dell’eventuale opera d’arte fotografata.

Se però gli esemplari non recano le suddette indicazioni la loro riproduzione non è considerata abusiva, a meno che il fotografo non dia la prova di un comportamento doloso del riproduttore.

Come si vede la normativa in merito ai diritti sulle semplici fotografie (artt. 87-92 della L.d.A. citata) è sufficientemente lineare e non dovrebbe dar luogo a difficoltà interpretative.

Le difficoltà sorgono quando l’editore intende pubblicare una fotografia che non ha ottenuto direttamente dal fotografo (dipendente o non dipendente) o da un’agenzia di distribuzione sufficientemente affidabile. Se la fotografia non è di pubblico dominio (cioè eseguita da oltre venti anni) occorre che l’editore accerti, prima di procedere alla pubblicazione, chi sia il titolare originario o derivato dei diritti sulla fotografia. L’accertamento però spesso si pre-

senta, se non impossibile, estremamente difficoltoso e non siamo in grado di dare particolari suggerimenti su come comportarsi. Nel caso che la fotografia che si vuole pubblicare sia da trarre da un libro o da un altro periodico, l’accertamento può essere fatto avvalendosi delle indicazioni del nome dell’autore e della data di esecuzione che, a regola d’arte, dovrebbero comparire nella pubblicazione cui si fa riferimento. Se esse mancano, ci si può rivolgere all’editore di tale pubblicazione per ottenere le notizie necessarie sulla titolarità dei diritti. Si tenga comunque presente che non basta ottenere l’autorizzazione alla riproduzione da parte di quest’ultimo editore, perché può avvenire che egli a suo tempo si sia limitato a ottenere soltanto il diritto di riproduzione della fotografia sulle sue pubblicazioni e non abbia acquisito la titolarità completa dei diritti.

Un discorso a parte merita la riproduzione di fotografie reperite tramite internet. E’ opinione, sorprendentemente molto diffusa,che tali fotografie siano liberamente riproducibili. Ovviamente, a supporto di tale convinzione sta la confusione tra la facilità di appropriarsi della fotografia con la liceità dell’operazione.

E’ per contro di tutta evidenza che nessuna influenza hanno le modalità di diffusione della fotografia sul regime giuridico che la riguarda.

Pur ammettendo che i siti internet che diffondono fotografie abbiano le necessarie autorizzazioni per farlo, niente autorizza a ritenere che le fotografie stesse siano di pubblico dominio e quindi liberamente riproducibili da terzi.

All’editore rispettoso delle regole giuridiche non rimane quindi che comportarsi nei confronti delle fotografie reperite tramite internet come si comporterebbe nei riguardi delle fotografie trovate su pubblicazioni a stampa: deve cioè preoccuparsi di ottenere dai titolari dei diritti le necessarie autorizzazioni alla riproduzione.

Quanto abbiamo sin qui esposto si riferisce alla fotografia in sé e non anche ai problemi che può presentare, in materia di diritto d’autore, la riproduzione dell’oggetto fotografato.

Può infatti avvenire che esso (e ciò è vero soprattutto per le opere dell’arte figurativa fotografate) sia a una volta coperto da diritti.

In altri termini il fotografo può aver ottenuto dai titolari di tali diritti l’autorizzazione a fotografare (riprodurre fotograficamente) l’opera e a distribuire le fotografie, ma può non aver acquisito la licenza di trasmettere a terzi l’autorizzazione a riprodurla in pubblicazioni a stampa o in altro modo. Occorre quindi, in tal caso, ottenere le appropriate autorizzazioni dai titolari dei diritti e solo dopo procedere alla pubblicazione.

Legge 22 aprile 1941, n. 633. - Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio.

TITOLO I Disposizioni sul diritto d’autore Capo I Opere protette 1. [1] Sono protette ai sensi di questa legge le

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opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione. (omissis) 2. In particolare sono comprese nella protezione: (omissis) 7) le opere fotografiche e quelle espresse con procedimento analogo a quello della fotografia sempre che non si tratti di semplice fotografia protetta ai sensi delle norme del capo V del titolo II.

dalla sezione seconda del capo sesto di questo titolo, per ciò che riguarda il ritratto e senza pregiudizio, riguardo alle fotografie riproducenti opere dell’arte figurativa, dei diritti di autore sulla opera riprodotta.

[2] Tuttavia se l’opera è stata ottenuta nel corso e nell’adempimento di un contratto di impiego o di lavoro, entro i limiti dell’oggetto e delle finalità del contratto, il diritto esclusivo compete al datore di lavoro.

[3] La stessa norma si applica, salvo patto contrario, a favore del committente quando si tratti di fotografia di cose in possesso del committente medesimo e salvo pagamento a favore del fotografo, da parte di chi utilizza commercialmente la riproduzione, di un equo corrispettivo.

sto nel primo capoverso dell’articolo 88, della ditta da cui il fotografo dipende o del committente; 2) la data dell’anno di produzione della fotografia; 3) il nome dell’autore dell’opera d’arte fotografata.

[2] Qualora gli esemplari non portino le suddette indicazioni, la loro riproduzione non è considerata abusiva e non sono dovuti i compensi indicati agli articoli 91 e 98 a meno che il fotografo non provi la mala fede del riproduttore.

87. [1] Sono considerate fotografie, ai fini dell’applicazione delle disposizioni di questo capo, le immagini di persone o di aspetti, elementi o fatti della vita naturale e sociale, ottenute col processo fotografico o con processo analogo, comprese le riproduzioni di opere dell’arte figurativa e i fotogrammi delle pellicole cinematografiche.

[2] Noti sono comprese le fotografie di scritti, documenti, carte di affari, oggetti materiali, disegni tecnici e prodotti simili.

89. La cessione del negativo o di analogo mezzo di riproduzione della fotografia comprende, salvo patto contrario, la cessione dei diritti previsti nell’articolo precedente, sempreché tali diritti spettino al cedente.

91. [1] La riproduzione di fotografie nelle antologie ad uso scolastico ed in generale nelle opere scientifiche o didattiche è lecita, contro pagamento di un equo compenso, che è determinato nelle forme previste dal regolamento.

[2] Nella riproduzione deve indicarsi il nome del fotografo e la data dell’anno di fabbricazione, se risultano dalla fotografia riprodotta.

[3] La riproduzione di fotografie pubblicate su giornali od altri periodici, concernenti persone o fatti di attualità od aventi, comunque, pubblico interesse, è lecita contro pagamento di un equo compenso.

[4] Sono applicabili le disposizioni dell’ultimo comma dell’articolo 88.

88. [1] Spetta al fotografo il diritto esclusivo di riproduzione, diffusione e spaccio della fotografia, salve le disposizioni stabilite

90. [1] Gli esemplari della fotografia devono portare le seguenti indicazioni: 1) il nome del fotografo, o, nel caso previ-

92. [1] Il diritto esclusivo sulle fotografie dura vent’anni dalla produzione della fotografia.

CapoV Diritti relativi alle fotografie

[4] Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con le norme stabilite dal regolamento, può fissare apposite tariffe per determinare il compenso dovuto da chi utilizza la fotografia.

ANNUNCI DI DOMANDE-OFFERTE DI LAVORO, VIETATA LA FORMA ANONIMA 7

sito internet attraverso il quale è conoscibile in modo agevole tale

facsimile.

L’articolo 19, comma 1, del decreto fissa le sanzioni amministrative per la violazione delle disposizioni sopra accennate: gli editori, i direttori responsabili e i gestori di siti internet sui quali siano pubblicati annunci in violazione dei citati obblighi sono puniti con una sanzione amministrativa da 4.000 a 12.000 euro.

L’articolo 86, comma 6, proroga infine l’entrata in vigore della presente normativa alla emanazione di un decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali che dovrà essere approntato entro 30 giorni dalla entrata in vigore del decreto in esame.

L’USPI ha già inoltrato al Ministero competente una richiesta di parere su alcuni punti controversi del decreto, in particolare sull’esatta definizione di “forma anonima”, anche se negli ambienti ministeriali sembra prevalere l’interpretazione più restrittiva.

Pubblichiamo, di seguito, uno stralcio del decreto legislativo in questione:

pa, internet, televisione o altri mezzi di informazione, in qualunque forma effettuate, relative ad attività di ricerca e selezione del personale, ricollocamento professionale, intermediazione o somministrazione effettuate in forma anonima e comunque da soggetti, pubblici o privati, non autorizzati o accreditati all’incontro tra domanda e offerta di lavoro eccezion fatta per quelle comunicazioni che facciano esplicito riferimento ai soggetti in questione, o entità ad essi collegate perché facenti parte dello stesso gruppo di imprese o in quanto controllati o controllanti, in quanto potenziali datori di lavoro.

Articolo 9 Comunicazioni a mezzo stampa, internet, televisione o altri mezzi di informazione

2. In tutte le comunicazioni verso terzi, anche a fini pubblicitari, utilizzanti qualsiasi mezzo di comunicazione, ivi compresa la corrispondenza epistolare ed elettronica, e nelle inserzioni o annunci per la ricerca di personale, le agenzie del lavoro e gli altri soggetti pubblici e privati autorizzati o accreditati devono indicare gli estremi del provvedimento di autorizzazione o di accreditamento al fine di consentire al lavoratore, e a chiunque ne abbia interesse, la corretta e completa identificazione del soggetto stesso.

1. Sono vietate comunicazioni, a mezzo stam-

3. Se le comunicazioni di cui al comma 2

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sono effettuate mediante annunci pubblicati su quotidiani e periodici o mediante reti di comunicazione elettronica, e non recano un facsimile di domanda comprensivo dell’informativa di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, indicano il sito della rete di comunicazioni attraverso il quale il medesimo facsimile è conoscibile in modo agevole.

Articolo 19 Sanzioni amministrative 1. Gli editori, i direttori responsabili e i gestori di siti sui quali siano pubblicati annunci in violazione delle disposizioni di cui all’articolo 9 sono puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria da 4.000 a 12.000 euro.

Articolo 86 Norme transitorie e finali 6. Per le società di somministrazione, intermediazione, ricerca e selezione del personale, ricollocamento professionale già autorizzate ai sensi della normativa previgente opera una disciplina transitoria e di raccordo definita con apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali entro trenta giorni dalla entrata in vigore del presente decreto. In attesa della disciplina transitoria restano in vigore le norme di legge e regolamento vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo.

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PROROGA DI UN ANNO PER LA DISCIPLINA DEL PREZZO FISSO DEI LIBRI Per tutto il 2004 sarà vietato applicare sconti superiori al 15% Nella seduta del 21 ottobre scorso, la Camera dei Deputati ha licenziato il decreto-legge 2 ottobre 2003, n. 271, recante “Proroga del periodo di sperimentazione della disciplina del prezzo dei libri” (pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale n. 230 del 3.10.2003).

L’esame del decreto per la sua conversione in legge passa ora al Senato, ma, visti l’accordo raggiunto tra maggioranza e opposizione e l’unanime convincimento della necessità del provvedimento, l’approvazione definitiva da parte del Senato dovrebbe essere rapida ed agevole.

Il decreto-legge proroga al 31 dicembre 2004 il periodo di sperimentazione durante il quale lo sconto massimo da applicare ai libri sarà del 15%.

In tale lasso di tempo il “Comitato sulla disciplina del prezzo dei libri”, presso la Presidenza del Consiglio, potrà produrre i risultati del monitoraggio del mercato che sta effettuando e si potrà metter mano ad una riforma organica della normativa sul libro.

Quella varata dalla Camera è la terza proroga: già a settembre 2002, infatti, il DL 192/02 (convertito dalla legge 234/02) aveva riaperto il termine fino al 31 dicembre di quell’anno. Successivamente il DL 236/02 (convertito dalla legge 284/02 - la stessa che ha prorogato a fine anno il regime di agevolazioni tariffarie postali, n.d.r.) aveva spostato il termine al 30 settembre 2003.

La disciplina sul prezzo dei libri è stata introdotta dalla legge 62/2001 che all’articolo 11 aveva fissato al 10% del prezzo di copertina lo sconto massimo applicabile, innalzato al 15% dal DL 99/2001.

Dall’osservanza della normativa sono esentati le “vendite straordinarie” e quelle “promozionali” e il commercio di libri per bibliofili (di tiratura limitata e di elevata qualità); libri d’arte; libri antichi e di edizioni esaurite; libri usati; libri fuori catalogo; libri venduti su prenotazione precedente la pubblicazione o nell’ambito di attività di commercio elettronico; e quelli venduti a biblioteche, archivi e musei pubblici.

Uno sconto fino al 20%, infine, può essere applicato ai libri venduti in occasione di manifestazioni di particolare importanza; o in favore di onlus, istituzioni scientifiche, scolastiche e università; o quando siano venduti per corrispondenza.

Riportiamo, qui di seguito, il testo del decreto di proroga, come licenziato dalla Camera:

DECRETO-LEGGE 2 ottobre 2003, n. 271.

Proroga del periodo di sperimentazione della disciplina del prezzo dei libri

Vista la proposta del Comitato sulla disciplina del prezzo dei libri, istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 8 marzo 2001, formulata nella riunione del 25 settembre 2003; Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di prorogare ulteriormente il periodo di sperimentazione della disciplina del prezzo dei libri, al fine di consentire l’acquisizione di più precisi elementi di valutazione in materia, nonché di evitare turbative al mercato anche in vista di una riforma organica della normativa sul libro; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 29 settembre 2003; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri; EMANA il seguente decreto-legge: Articolo 1 1. Il termine di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 5 aprile 2001, n. 99, convertito dalla legge 9 maggio 2001, n.

198, come da ultimo modificato dal decreto-legge 25 ottobre 2002, n. 236, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2002, n. 284, è prorogato fino all’attuazione della riforma organica della normativa sul libro e comunque non oltre il 31 dicembre 2004.

Articolo 1-bis 1. All’articolo 1 del decreto-legge 5 aprile 2001, n. 99, convertito dalla legge 9 maggio 2001, n. 198, è aggiunto, in fine, il seguente comma: «3-bis. Il comitato di cui al comma 3 predispone, entro sei mesi dalla conclusione dei propri lavori, una relazione sull’esito della predetta sperimentazione, che è trasmessa al Parlamento dal Presidente del Consiglio dei ministri».

Articolo 2 1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

Il presente decreto, munito del sigillo dello stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana.

E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; 10

Dato a Roma, addì 2 ottobre 2003

GIURISPRUDENZA L’Ordine non può valutare il livello qualitativo degli articoli presentati dall’aspirante pubblicista Non di rado gli editori associati all’USPI chiedono ai Consulenti se l’Ordine possa effettuare una valutazione di merito sugli articoli prodotti dall’aspirante pubblicista per ottenere l’iscrizione.

Al riguardo la Suprema Corte (sezione Terza Civile n. 360 del 14 gennaio 2002), ponendo fine ad una travagliata vicenda giudiziaria, ha stabilito che il Consiglio dell’Ordine non ha il potere di compiere valutazioni di merito sulla qualità degli articoli prodotti dal richiedente.

La Cassazione ha richiamato in proposito la sentenza della Corte Costituzionale n. 11 del 1968, che ha ritenuto conforme alla Costituzione la funzione dell’Ordine dei giornalisti, in quanto istituzione preposta alla tutela della dignità e autonomia professionale, escludendo che esso possa svolgere interventi di natura censoria in sede di valutazione delle domande di iscrizione: ciò in quanto la certificazione dei direttori e l’esibizione degli scritti sono elementi richiesti solo al fine di accertare se l’attività sia stata esercitata né occasionalmente né gratuitamente e per il tempo richiesto dalla legge,” e non allo scopo di imporre o di permettere una valutazione di merito capace di risolversi in una forma di larvata censura ideologica”.

La Corte d’Appello - ha affermato la Cassazione - è incorsa nell’errore di ritenere che la natura giornalistica dell’attività espletata dall’aspirante pubblicista possa dipendere da livello qualitativo dello scritto e che questo sia sotto tale profilo sindacabile dal Consiglio dell’Ordine ai fini dell’iscrizione nell’elenco dei pubblicisti; per contro l’iscrizione nell’elenco dei pubblicisti dell’Albo dei giornalisti non ha affatto la funzione di garantire il buon livello qualitativo della stampa, ma invece quella di salvaguardare il rispetto della personalità e della libertà dei giornalisti “nei confronti del contrapposto potere economico dei datori di lavoro”, consentendo all’Ordine di vigilare “sulla rigorosa osservanza di quella dignità professionale che si traduce, anzitutto e soprattutto, nel non abdicare mai alla libertà di informazione e di critica e nel non cedere a sollecitazioni che possano comprometterla”, come è stato affermato dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 11 del 1968.

In definitiva - ha affermato la Corte l’Ordine deve limitarsi a verificare se sussistano i presupposti dell’atto dovuto, senza alcuna discrezionalità in ordine all’apprezzamento degli interessi ed alla scelta della soluzione da adottare.

Notiziario USPI n° 11

BONAIUTI CERCA LA PIU’ AMPIA CONVERGENZA discutere poco e di votare molto e non si poté affrontare in quest’aula una discussione che riguardasse le grandi questioni del futuro del sistema industriale italiano. Tuttavia, il ministro Gasparri... ha più volte detto: occorre un progetto organico per l’editoria italiana e per il libro italiano; vedrete cosa arriverà in occasione della finanziaria.

Signor sottosegretario, vengo alle domande. Innanzitutto, vorrei sapere se lei sia a conoscenza di una legge sul libro e dove si trovi. In secondo luogo, la delega sull’editoria è ancora nelle sue mani o è stata trasferita al Ministero delle comunicazioni? Se è nelle sue mani — come penso, avendo lei presentato anche un progetto di legge sull’editoria del quale sarà relatore il collega Verdini —... le porrò alcune domande che costituiscono una premessa al voto che esprimeremo sul decreto-legge in esame. So che, probabilmente, tale proroga è indispensabile perché senza di essa vi sarebbe un nuovo clima di incertezza per tante imprese. Però, non ce la sentiamo più di esprimere un voto favorevole in bianco ad un’ennesima proroga o ad un ennesimo ordine del giorno in attesa di una riforma organica che non arriverà.

Le chiedo alcune risposte per comprendere se si stia avviando un percorso o se votiamo una proroga, uno spot, un provvedimento una tantum, l’ennesimo.

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Riduzione dell’iva Vorrei rivolgerle anche alcune domande relative ad ordini del giorno e discussioni che vi furono in occasione della precedente proroga e che videro un consenso generale.

Siamo nel semestre di Presidenza italiana.

Le domando: è ipotizzabile che il Governo italiano intraprenda, nelle settimane che restano, un azione coordinata sulla riduzione dell’IVA sui prodotti dell’industria culturale? Penso alla musica, ai CD, alla produzione della multimedialità e dell’editoria. Furono votati alcuni ordini del giorno in modo molto ampio. Uno, se non ricordo male, era stato presentato dal presidente Adornato, un altro dall’onorevole Ruzzante, ed altri dai gruppi di Rifondazione, della Margherita, della maggioranza e dell’opposizione. In tale occasione, signor sottosegretario, ci fu detto che stavamo per votare un provvedimento organico sulla musica. Ora, così come non vi è un provvedimento sul libro, non vi sono stati provvedimenti sulla musica.

Le domando: possiamo assumere un impegno, con un ordine del giorno, affinché il Governo italiano recepisca la lettera del Presidente del Consiglio francese del 5 giugno in cui si chiedeva al Presidente Notiziario USPI n° 11

Berlusconi un’azione congiunta su tale tema? Ciò riguarda, ovviamente, il Ministero dei beni culturali. Credo sarebbe un’azione di grande utilità per il mondo degli autori, della musica e dell’impresa italiana.

Il credito di imposta Nell’articolo 51 della legge finanziaria, signor sottosegretario, è definito il credito di imposta sull’acquisto della carta per le aziende editoriali. Voteremo a favore, sempre e comunque, di qualsiasi provvedimento che apra un mercato nell’editoria.

Le chiedo: quei 90 milioni di euro stanziati con tale articolo valgono solo per l’annualità 2004 o si tratta di un piano triennale come quello annunciato dal ministro Gasparri? Sono 90 milioni di euro per tre o 90 milioni di euro una tantum solo per questa annualità? Quel credito d’imposta si estende alle imprese editoriali del libro o ne sono esclusi tutti gli editori del libro, come lei ci ha detto in Commissione? In questo caso vorremmo sapere perché, visto che non se ne comprende assolutamente la ragione.

Nella finanziaria è previsto un piano di defiscalizzazione per gli investimenti pubblicitari? Glielo chiedo per fare chiarezza, altrimenti si crea un polverone di confusione e qualcuno potrebbe credere, alla vigilia del voto in Senato, che vi sia un grande piano per l’editoria italiana. Il ministro Gasparri ha detto: interverremo per eliminare l’emendamento di Rifondazione sul tema dei minori e degli spot.

Invece di eliminare quell’emendamento votato dalla Camera, per quale ragione non presentate un emendamento sulle telepromozioni ed il sistema integrato delle telecomunicazioni che — quello sì — riguarda il sistema editoriale italiano?

Le chiedo, quindi, se questo provvedimento sul credito di imposta si applicherà o meno alle case editrici dei libri. Al riguardo, signor sottosegretario, mi attendo una risposta favorevole, da tramutare in un ordine del giorno, perché penso che questo sarebbe un segnale minimo che consentirebbe di prendere atto che si vota una proroga... ma la si vota in presenza di un primo provvedimento a favore delle case editrici italiane, per impedire che si ripeta una proroga senza senso e senza alcuna assunzione di responsabilità.

Voi dite, nella relazione al provvedimento, che l’osservatorio, che pure si è riunito — lo ha sottolineato lo stesso responsabile del dipartimento, Masi —, non ha ancora potuto produrre i risultati per capire l’andamento del mercato. Prendiamone atto, ma la crisi del settore vive a prescindere dal-

l’osservatorio e l’aumento della carta, come vale per le imprese editoriali, vale anche per il settore librario. Non si tratta di ridistribuire i 90 milioni di euro, ma di incrementare quel fondo per dare una risposta.

La distribuzione e le edicole Tuttavia, le anticipo, sottosegretario, una considerazione. Se noi oggi non possiamo decidere, perché l’osservatorio non si è riunito... questa considerazione vale oggi, così come anche domani, per la rete distributiva e per le edicole. Poiché l’osservatorio non si è istituito e non si è riunito, sarebbe singolare che arrivati a discutere delle edicole, in quel caso si decidesse, mentre in questo caso disponiamo per la proroga, perché ciò sarebbe sbagliato. Dobbiamo, dunque, muoverci stralciando questa parte, che esamineremo quando arriveremo all’esame del provvedimento sull’editoria, che auspichiamo possa essere discusso quanto prima in Commissione...

Le agenzie di stampa Quando affronteremo l’esame dell’articolo 51 della legge finanziaria, ci occuperemo del credito di imposta, che è fondamentale e sacrosanto per le imprese italiane. Oltre al problema dell’intervento sulle tariffe postali per la piccola e media editoria e al problema delle case editrici, resta un’altra grande questione, il tema delle convenzioni. Lei sa, signor sottosegretario, che tutte le agenzie italiane, grandi e piccole, saranno escluse dal provvedimento del credito di imposta sulla carta, tant’è vero che avremmo tutti preferito un intervento sull’IRAP, come quello che il Governo — non lei, per la verità — aveva annunciato.

A questo punto vi è un problema: quando, come e dove saranno ridiscusse le convenzioni delle agenzie e come sarà affrontato il tema dell’aumento del fondo, visto che le agenzie sono scorporate dagli altri interventi? Ciò riguarda le agenzie, ma anche le convenzioni per i lavori dal Parlamento. Noi abbiamo oggi uno straordinario lavoro che fa RAIParlamento, ma c’è anche un lavoro continuo e serio che fa Radio Radicale. Si tratta di una convenzione ferma da anni, mentre le tecnologie sono cambiate e la copertura del territorio oggi è più difficile. Non pongo, quindi, un problema per amici e nemici, ma sto ponendo un problema del diritto a comunicare, nelle sue diverse forme, perché di questo tratta l’articolo 21 della Costituzione: garantire strutturalmente le possibilità di espressione e, quindi, la scelta.

Noi, fino ad oggi, abbiamo cercato di affrontare queste questioni con diversi Governi, ma con spirito 12 unitario.

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BONAIUTI CERCA LA PIU’ AMPIA CONVERGENZA Ricordo a lei e all’Assemblea che la riforma sull’editoria, che portava la firma del sottosegretario Chiti, vide un lavoro paziente ed unitario della stragrande maggioranza dell’Assemblea.

Così avvenne sulla nuova sperimentazione della rete di vendita, sulla diffusione della lettura, sulle tariffe postali; tutto ciò sempre cercando di riunire le categorie e non dimenticando mai che oltre alle parti politiche e sociali, vi è un diritto del lettore e del consumatore alla concorrenza e alla libera scelta. Spesso ciò viene dimenticato!

Vorrei che tali questioni venissero affrontate ancora con spirito costruttivo ed unitario. Dunque, oggi, non vorrei esprimere, insieme al gruppo dei Democratici di sinistra-l’Ulivo — ma mi auguro insieme a tutti i gruppi dell’opposizione —, un voto negativo, un voto di opposizione o di contrarietà, sperando di delineare un percorso credibile, che non sia volto ad aprire un conflitto su questi temi molto delicati, ma che avrà quale prossimo appuntamento la legge sull’editoria che, in Commissione, si sta già valutando di porre in discussione.

Dichiariamo fin d’ora la disponibilità ad esprimere un voto favorevole su tutti i provvedimenti che abbiano questa caratteristica di apertura del mercato, di sostegno all’impresa, di non faziosità, di allargamento della base produttiva. Per questo motivo, signor sottosegretario, ascolteremo con estrema attenzione le sue risposte, che ci consentiranno di valutare se questo percorso potrà procedere o se invece sia destinato ad interrompersi questo pomeriggio».

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PAOLO BONAIUTI, Sottosegretario di Staio per l’informazione e l’editoria: Il credito di imposta «Signor Presidente, il credito di imposta sul costo della carta è il punto più importante ed è una misura, a nostro parere, congiunturale, tesa a sostenere la ripresa di un settore in difficoltà (una difficoltà che ci auguriamo sia temporanea) che, però, mantiene i fondamentali sani ed economicamente validi. Da qui è scaturita la decisione del Governo di limitare il sostegno... ad un solo anno, convinti che il periodo dovrebbe essere sufficiente a rilanciare l’andamento del settore. Anzi, mi permetto di osservare che qualche economista ipotizza che un sostegno di più lungo periodo potrebbe pure creare turbative al mercato, nel momento in cui la ripresa, che prima o poi ci dovrà essere, sarà effettiva.

In sostanza, abbiamo stanziato 92 milioni 12

di euro (è la cifra esatta), una cifra davvero consistente che pensiamo dovrebbe bastare.

A livello europeo... dubito che l’Unione europea consentirebbe a misure di questo tipo a livello strutturale (vale a dire della durata di tre anni), perché rappresenterebbero troppo un sostegno. Insomma, prevediamo una misura congiunturale e non strutturale, per un anno e non per tre.

Per quanto riguarda un altro punto molto importante, la possibilità di estendere il beneficio relativo alla carta anche alle imprese editrici di libri, dopo l’impulso ricevuto in Commissione, lo dico apertamente, proprio dall’opposizione, abbiamo avviato e sono in corso approfondimenti tecnici da parte degli uffici competenti della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il Governo in linea di principio non è affatto contrario, anzi; tuttavia vorremmo ben quantificare la spesa aggiuntiva per l’erario e la conseguente copertura. Inizialmente noi l’abbiamo valutata in un’altra decina di milioni di euro da aggiungere, lasciando fermi i 92 milioni di euro per la carta stampata.

Tuttavia, non vorremmo che dalle indagini questa decina di milioni di euro possa rivelarsi superiore. In ogni caso, ripeto che il Governo non è affatto contrario, sperando di poter dare in tempi brevi una risposta in ordine alla copertura finanziaria. È un provvedimento che anche noi vorremmo adottare ed in ciò vorremmo procedere super partes, d’accordo con l’opposizione.

Le agenzie di stampa Per quanto riguarda le agenzie di stampa, sono già due anni che la Presidenza del Consiglio presenta un proprio bilancio autonomo sulla base dello stanziamento complessivo assegnato nella tabella C) della legge finanziaria e di bilancio.

Nell’ambito di questo bilancio vengono esposti i capitoli relativi ai costi delle convenzioni fra la Presidenza medesima e le agenzie di stampa e di informazione a carattere nazionale. Il bilancio della Presidenza è, al momento attuale, in corso di definizione.

In ogni caso, e qui ribadisco la cosa forse più importante, ritengo che lo stanziamento per le agenzie di stampa non dovrebbe assolutamente essere inferiore a quello degli anni precedenti. Si è parlato anche di Radio radicale: mi sembra di capire che in questo caso, l’onorevole Giulietti mi aiuti se sbaglio, ci si riferisca alla convenzione per la diffusione dei cosiddetti servizi parlamentari. La convenzione è in scadenza nell’anno 2003: per

questa convenzione non è competente la Presidenza del Consiglio, ma il Ministero delle comunicazioni... Il ministro Gasparri che si è già attivato chiedendo un’informativa alla Presidenza del Consiglio e, nella specie, al dipartimento per l’informazione e l’editoria. Le posso garantire che la Presidenza del Consiglio ovviamente è favorevole alla convenzione con Radio radicale.

Il prezzo fisso dei libri e la legge di settore Venendo agli altri temi accennati, oltre che dall’onorevole Giulietti, dagli onorevoli Rusconi e Titti De Simone, si parlava della proroga dell’accordo sul libro. È un accordo su uno sconto possibile e in attesa di una legge organica del settore. Oggi, è vero, come dice l’onorevole De Simone, che la situazione è come quella di un anno fa. Tuttavia, di nuovo vi sono stati sul mercato fatti importanti, come, per esempio, una serie di pubblicazioni di libri accompagnati ai quotidiani, che stiamo osservando nel competente comitato, il quale si è riunito esattamente tre settimane fa, decidendo — proprio per questo abbiamo chiesto la proroga — di non essere ancora in grado di esprimere un parere definitivo.

Ho già detto in Commissione e ripeto qui in aula che abbiamo convocato nuovamente il comitato (spero entro il 15 -20 novembre, anzi garantisco queste date per quanto concerne la nuova riunione), per poter così tornare in Commissione ad esprimere un parere. Quello che rimane sullo sfondo è la legge organica per il libro. Ne ho parlato di recente anche con il ministro Urbani: la legge è quasi pronta e si basa sul fatto che è già depositato un progetto di legge a firma dell’onorevole Adornato. Un progetto che potrà essere utilizzato come base per arrivare a quella legge organica a cui questa volta dobbiamo addivenire.

Per questa ragione, chiediamo anche, come i colleghi componenti della Commissione sanno già, l’appoggio e l’apporto propositivo da parte delle opposizioni perché riteniamo che questo della cultura sia un cammino che dobbiamo percorrere tutti assieme.

La proroga, comunque, l’abbiamo fatta perché essa evita il clima di incertezza che sarebbe stato estremamente dannoso per il settore.

Riduzione dell’iva Veniamo a quello che chiedeva l’onorevole Giulietti, cioè un’azione coordinata per la riduzione dell’IVA, nell’ambito del semestre di Presidenza italiana, su libri, multimediali, videocassette, eccetera.

L’onorevole Giulietti si riferiva alla lettera di Raffarin del 5 giugno scorso. Io direi che la possiamo accettare come raccomandazione, perché purtroppo siamo al 22 Notiziario USPI n° 11

ottobre, il semestre di Presidenza europea si concluderà il 18 dicembre e quindi, quando sarà concluso il Consiglio europeo, intorno al 20, praticamente tra meno di due mesi, il semestre di Presidenza italiana sarà terminato. Tuttavia, mi sembra una raccomandazione molto interessante».

GIUSEPPE GIULIETTI (dichiarazione di voto): «Vorrei ringraziare il Governo, il presidente della Commissione e il relatore per l’attenzione e anche per i toni e i modi con cui, sottosegretario, questa volta si sono ascoltate le proposte dell’opposizione. Ciò non è accaduto nel caso della legge Gasparri; certamente, lavorando con intelligenza, alcune questioni dell’editoria sarebbero state risolte a costo zero senza dover imporre una tassa agli italiani da introdurre nella legge finanziaria. In quell’occasione, avremmo potuto risolvere strutturalmente queste problematiche. Prendo atto delle novità; ma restano in ogni caso alcuni punti interrogativi... che ritengo di dover sottolineare... Il ministro Urbani e il sottosegretario Bono, hanno assunto 1.312 volte (secondo gli ultimi conteggi) l’impegno su una legge del libro, ciò che è lodevole ma non credibile. Le opposizioni hanno avanzato sin troppe proposte su tale materia, e a questo punto sarebbe ingeneroso verso il presidente Adornato intasare ancora i cassetti della Camera. Questa proroga rischia di cadere nel vuoto in mancanza di un percorso concreto. Quindi, pur apprezzando l’impegno per l’osservatorio del libro, riteniamo necessario, signor sottosegretario, vedere a giorni, in seno al disegno di legge finanziaria, trasformato un impegno in una delibera in uno stanziamento aggiuntivo di 10 milioni di curo — ma voi lo quantificherete — esclusivamente per il settore della piccola e media editoria libraria.

Le chiedo anche di valutare se risponda al vero il fatto che sarebbe esclusa da questo provvedimento, ad esempio, tanta parte della piccola e media editoria italiana. Questo gesto, come lei sa, non è un favore alle opposizioni; esso riguarda la piccola e media impresa italiana.

La nostra, signor sottosegretario, è un’astensione di stimolo, uno stimolo tuttavia ad affrontare i temi dell’editoria, del libro e dell’audiovisivo in termini industriali.

Tra breve si svolgerà l’esame della legge finanziaria e le voglio ricordare ciò che lei ha detto: per il 2004 abbiamo previsto uno stanziamento per l’editoria che non abbiamo ripetuto per non disturbare il mercato...

Vi chiedo di prevedere — avanzeremo tale proposta unitariamente come opposizione in occasione dell’esame della legge finanziaria e lancio la sfida — uno stanziamento triennale per questo settore, uno stanziaNotiziario USPI n° 11

mento previsto per l’editoria, per la piccola e media impresa italiana e per l’audiovisivo. Non ci può essere una difficoltà europea solo per il settore del libro e dell’editoria. Se fossi in voi, cancellerei questo riferimento dal verbale. Non può esistere una difficoltà applicata ad un settore che rischia di essere distrutto dall’aumento della concentrazione della risorsa pubblicitaria.

Allora, questo è oggi un aiuto una tantum: con la legge sull’editoria, come è stata posta in Commissione, deve diventare un provvedimento strutturale e lo ha detto molto bene l’onorevole Carra.

Per questo motivo, le chiedo di estendere lo stanziamento, di svolgere una verifica e, se possibile, di definire un piano per la defiscalizzazìone dell’investimento pubblicitario della carta stampata e di aprire quel dossier sull’IVA come è stato votato solennemente dal Parlamento. È possibile individuare una filiera di provvedimenti che aiutino gli autori e l’impresa italiana anche in questo settore. Presenteremo le nostre proposte in modo unitario anche in quell’occasione, sperando di ricevere una risposta altrettanto forte ed unitaria da parte del Governo all’altezza dell’impegno e della passione messi in campo per alcune televisioni italiane. È una grande questione che riguarda le modalità di informazione dal Parlamento, le modalità della gara d’asta e di appalto quando si svolgerà, ma anche il modo in cui assicurare i servizi essenziali (e le agenzie e le grandi radio sono servizi essenziali).

Lei sa che, in occasione dell’esame della legge finanziaria, affronteremo anche il tema dello stanziamento per l’emittenza locale largamente insufficiente... Siamo ancora in tempo, siete ancora in tempo: intervenite sulla legge di sistema perché solo lì si può dare una risposta non episodica come quella di oggi alle grandi questioni del sistema industriale e dell’audiovisivo italiano».

DENIS VERDINI, Relatore: «Signor Presidente, intervengo brevissimamente per ringraziare tutti, compresi i colleghi dell’opposizione. Vorrei ricordare che, salvo le polemiche, la sostanza dei ragionamenti che riguardano il provvedimento oggi in esame, che è una semplice proroga del decreto-legge, e in particolare la legge sull’editoria e quella sul libro, ci trova concordi. Ringrazio il sottosegretario Bonaiuti che sugli argomenti sollevati ha dato risposte che mi sembrano dimostrino che si comprende il problema e che si intenda sottoporlo, ovviamente, all’azione del Governo.

In fondo, tali questioni possono essere risolte se vi sono le risorse. Dunque, il ragionamento svolto dai colleghi del-

l’opposizione non è distante dal nostro, tant’è che abbiamo convintamente sottoscritto gli ordini del giorno ed abbiamo ascoltato il sottosegretario.

Lasciamo da parte la polemica... Mi sono informato presso la Presidenza del Consiglio e sono a disposizione... tutti gli atti... Tale proroga è stata richiesta proprio dal comitato che non era in grado di esprimere un parere... Ringrazio nuovamente tutti, in particolare — ripeto — i colleghi dell’opposizione ed i funzionari.

Esprimo a nome di tutta la Casa delle libertà il voto favorevole sul provvedimento in esame.

GIORNALISMO ED EDITORIA NEL SISTEMA MEDIATICO Anche quest’anno il fiduciario USPI per l’Abruzzo, Panfilo Monaco, ha organizzato, con grande cura ad Avezzano il 19 ottobre u.s., l’annuale Convegno su rilevanti temi di attualità del nostro sistema mediatico. L’incontro - patrocinato dalla Provincia dell’Aquila e dall’USPI - è stato animato da elevati contributi professionali e culturali sul tema delicato del “Pluralismo dell’informazione nel villaggio globale. Regole e prospettive”.

Un pubblico folto e particolarmente qualificato ha seguito con attenzione le relazioni e le comunicazioni di Romano Bartoloni (Segretario Generale dell’Unione nazionale cronisti), Lino Prenna (docente dell’Università di Perugia), Angelo Petroni (Presidente del Consiglio Provinciale dell’Aquila), Bruno Olini (Segretario Generale dell’Associazione cristiana europea della comunicazione), Demetrio Moretti (Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo) e Giancarlo Cinoglossi (componente della Giunta esecutiva USPI) che ha delineato i nuovi contributi della stampa periodica al pluralismo culturale ed informativo.

Collaudato ed arguto moderatore della serata è stato Bruno D’Angelo, Consigliere della Corte di Cassazione.

Una doverosa citazione merita l’ampia e dotta comunicazione scritta sulle impervie regole e prospettive del villaggio elettronico nel rispetto della privacy, preparata da Paolo Cipriani, uno dei decani del giornalismo abruzzese.

Da molti anni SMC Italia (filiale del colosso giapponese SMC Corporation, all’avanguardia nella produzione mondiale di componenti pneumatici per l’automazione industriale) sponsorizza questi incontri e fa sentire il suo appoggio alla libertà d’informazione.

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BIBLIOTECA USPI DAL BRIEF DI AGENZIA AL PIANO MEZZI - Scrivere i documenti

IL LINGUAGGIO DELL’E-MAIL

della strategia di comunicazione

di Sara Peticca Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2002, pagine 168, € 9,30

di Salvatore Ferrante e Andrea Mancinelli Franco Angeli, Milano 2003, pagine 144, € 14,00 Da alcuni anni abbondano gli studi e i manuali sul come “fare comunicazione”. Senonché le parole abbondano sulle labbra dei comunicatori ma quando si tratta di fissarle sulla carta sorge il problema di “scrivere la comunicazione” cioè comunicare con chiarezza e concisione attraverso la pagina. E che il problema non sia semplice lo scopriamo quando, acquistando un forno a microonde, un cellulare, per non parlare dei p.c., vediamo, con imbarazzo, che le istruzioni sono contenute in raccapriccianti volumetti che in alcuni passaggi sono poco chiari e quasi mai sono sintetici.

A questo proposito Paolo Cavalleri, prefatore di questo libro, che è decisamente incisivo e conciso, cita una frase di Pascal che dovrebbe costituire la magna charta dei giornalisti e degli scrittori di comunicazione: “Signore, vi invio una lunga lettera perché non ho avuto il tempo di scriverne una breve”.

Questo manuale è innovativo poiché dà risposte concrete - in forma davvero essenziale - a quanti si confrontano professionalmente con i dilemmi della comunicazione scritta.

Una guida preziosa, dunque, che si sofferma sui contenuti dei documenti indispensabili al comunicatore come la funzione degli “attori” interni ed esterni, la definizione delle attività di comunicazione, l’esplicazione delle strategie, la scelta degli strumenti operativi.

NOTIZIARIO Mensile - 11 numeri Organo del direttivo nazionale dell’Associazione di categoria dei piccoli e medi editori Registro Stampa del tribunale di Roma n. 14861 del 16/12/1972 Proprietario e Editore: Unione Stampa Periodica Italiana Viale Battista Bardanzellu, 95 - 00155 ROMA Telefono: 06.40.71.388 - 06.40.65.941 (anche fax) Fax: 06.40.66.859 Sito internet: www.uspi.it E-mail: uspi@uspi.it Iscrizione al R.O.C. n. 1672 (già RNS n. 3314 del 18.7.1991) Direttore: Francesco Saverio Vetere Direttore Responsabile: Giancarlo Cinoglossi Redattore Capo: Vittorio Volpi Tipografia: SO.GRA.RO. SpA - Via Ignazio Pettinengo, 39 00159 Roma Il n. 11 (novembre 2003) è stato stampato il 10 novembre 2003

Notiziario USPI n° 11

Tra le forme di comunicazione al computer, l’email è certamente quella che richiama la comunicazione scritta e, al tempo stesso, il linguaggio più immediato ed informale della comunicazione orale. Il linguaggio dell’e-mail, di pari passo con la velocità con cui evolvono e si diffondono le nuove tecnologie a livello planetario, crea termini ed espressioni incomprensibili a chi non utilizza la grande Rete. Questo linguaggio mezzo scritto e mezzo orale, secondo alcuni studiosi potrebbe evolversi in un “creolo elettronico”.

Oggi come in una conversazione diretta, nell’email si parla al presente, si usano stili più trasandati, a volte anche sgrammaticati, ma che evocano un’emozione non sempre controllata (flaming) affidata anche ad una punteggiatura multipla. Sacerdoti di questo stile sono soprattutto i giovani che scrivono e-mail di questo tipo: “Sentiamoci presto!!!!!!/A presto...”, oppure “Scrivi prestooooo”, oppure “sono molto *contento* per te”.

Simili espressioni esprimono un corredo emotivo delle parole per manifestare disappunto, sorpresa, incredulità, entusiasmo. Spesso i punti di sospensione lasciano all’interlocutore la libertà di interpretare un’idea non esplicita.

Alcuni studiosi ritengono che i computers stiano costruendo non solo un nuovo linguaggio ma un nuovo mondo sociale, una nuova intelligenza collettiva.

L’Autrice, ricercatrice della Luiss, entra con autorità in questo mondo affascinante spiegando le differenti tipologie di comunicatori, di linguaggio e le psicologie che riveliamo quando digitiamo una e-mail.

PROVE TECNICHE DI COMUNICAZIONE di Igor Righetti Guerini e Associati, Milano 2003, pagine 304, € 22,00 Questo volume è un nuovissimo ferro del mestiere dei comunicatori d’impresa. Esauriente, fantasioso, in alcuni passi divertente, si avvale anche delle testimonianze di 50 autorevoli professionisti della comunicazione di grande impatto esperenziale.

Come avverte l’A. il libro insegue le tumultuose modificazioni del linguaggio, recensendone le novità, fornendo originali formulari e presentando una miniera di notizie utili.

“E’ vero, - ammette Righetti - oggi le università si sono svegliate, organizzano corsi, master, laboratori. E anche gli istituti privati non scherzano: ce ne sono per tutte le specialità e per tutte (o quasi) le borse.

Ma finora non c’era un libro che contenesse,

nello spazio dei pochi centimetri che occupa quando è appoggiato su una scrivania, i perché e i come del mondo dell’informazione e della comunicazione. Un libro interattivo, ricco di domande e di risposte, errori da non fare, esempi pratici, tecniche di scrittura: dalla stesura di comunicati ai discorsi, dal testo giornalistico a quello per il web.

Vengono analizzate figure professionali e tecniche di comunicazione, dall’impresa ai mass media”.

Lontano dai testi accademici, privi di possibilità di interazione, il libro si compone come un laboratorio che unisce rigore scientifico e attualità dei contenuti alla possibilità di verificare le nozioni acquisite con test e prove.

Si rivolge a figure professionali inserite nei settori delle relazioni esterne e uffici stampa di istituzioni pubbliche ed enti privati, associazioni di categoria, direttori marketing, addetti alla comunicazione interna, manager, consulenti di comunicazione, laureati o laureandi in Scienze della comunicazione e relazioni pubbliche.

MANUALE DI DIRITTO DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE di Ruben Razzante CEDAM, Padova 2002, pagine 462, € 35,00 Rispettando scrupolosamente la manualità che caratterizza questo ampio lavoro, l’autore, dopo un opportuno richiamo ai nostri diritti costituzionali di libertà, ripercorre lo sviluppo della legislazione della stampa negli ultimi 50 anni. Si parte infatti dalla vecchia (e superata) legge sulla stampa 47/48, per arrivare alla sua estensione ai mezzi radiotelevisivi (249/97) alla definizione del prodotto editoriale internettiano (62/2001) e alle regole della c.d. par condicio nella comunicazione elettorale.

L’autore presenta, quindi, la legge sulla privacy, la tutela della persona e il diritto di cronaca (675/95) nonché i provvedimenti del Garante per la protezione dei dati personali.

La seconda parte del manuale si sofferma diffusamente sulla diffamazione a mezzo stampa e sulla diffamazione on-line.

Un libro certamente utile agli editori che vogliano avere un quadro documentato ed aggiornato del divenire della legislazione editoriale ed utile, com’è ovvio, agli operatori - legali, consulenti, studiosi - del diritto dell’informazione e della comunicazione.

Interessante è, infine, l’approccio critico ed equilibrato che l’A. riserva alla ricerca di un sano equilibrio tra la libertà d’informazione on line e l’assunzione di responsabilità in ordine ai contenuti e alle modalità di esercizio di tale libertà.

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L’inserzione sopra riportata costituisce un servizio senza corrispettivo, ai sensi dell’art. 3, primo comma, del DPR 26/10/72 n. 633