OTIZIARI N O MENSILE DELL’UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
Anno 41°
1953
Spedizione in abbonamento postale articolo 1, comma 1, del DL 24/12/2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - DCB di Roma. In caso di mancato
n. 5 maggio 2005
recapito rinviare all’ufficio P.T. di Roma - Romanina detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa in vigore
Incertezze sulle provvidenze ex lege 250/90 per le cooperative giornalistiche, giornali di fondazioni e enti morali e organi di movimenti politici
neretto
CONTRIBUTI ALL’EDITORIA? SI, NO, FORSE La scivolata “Da tempo assistiamo al varo di normative tamponatorie, confuse, prive di un vero disegno politico. Il proposito di graduale riduzione della spesa per l’editoria rappresenta l’unica costante nel trattare un settore che, invece, avrebbe bisogno, più che mai, di sostegno. A parte qualche concessione sul contributo carta, invece, il ddl Bonaiuti prosegue sulla strada tracciata dai precedenti provvedimenti, ponendo il problema della riduzione degli aiuti a soggetti che senza sostegno non sopravvivrebbero. Non sappiamo come andrà a finire questa volta. Probabilmente ci saranno vari ripensamenti, ma il problema resta e ritornerà sempre a galla. Il settore ha bisogno di essere sostenuto nella sua interezza, su principi stabili, condivisi e, di conseguenza, intoccabili, frutto di analisi e di scelte politiche precise a tutela del vero pluralismo. Questo lavoro dovrà essere fatto presto, per mettere dei punti fermi per il futuro. L’alternativa sarebbe la confusione, a danno di tutti i soggetti, in particolare di quelli che adesso sembrano soddisfatti di questo modo di fare politica”. P.S.: bisogna assolutamente abrogare l’obbligo di presentare domanda entro il 30 settembre per l’accesso alle agevolazioni postali.
Un emendamento governativo al DDL Bonaiuti assegna la discrezionalità al Governo di percentualizzare gli anticipi nei limiti degli stanziamenti disponibili i risiamo. Ogni volta che c’è in discussione in Parlamento una legge finanziaria o un provvedimento riguardante l’editoria, il Governo (e non solo quest’ultimo) prova a metter mano, cercando di limitarle, alle provvidenze all’editoria sancite dall’articolo 3 della legge 250 del 1990. Anche la legge 62/2001, nel suo testo originario, prevedeva una graduale cessazione degli aiuti statali ai periodici editi da cooperative di giornalisti, cooperative femminili, quotidiani di fondazioni e enti morali, quotidiani e periodici organi di movimenti politici o delle minoranze linguistiche... Poi non se ne fece più nulla. Ci furono anche tentativi, dobbiamo ricordarlo, di trasformare questi contributi in crediti in conto interessi, snaturando la stessa natura giuridica dei contributi. Ma cosa è successo stavolta? E’ accaduto che il Governo ha presentato un emendamento al disegno di legge AC 4163 (il c.d. “Bonaiuti”), in discussione alla Commissione Cultura della Camera, nel quale si dispone la possibilità di limitare l’entità degli anticipi sui contributi ad una percentuale variabile a seconda dello stanziamento disponibile. Il comma 15-bis, dell’articolo 3, della Legge
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SOMMARIO -1Contributi all’editoria?, Si, no, forse -2ALL’ATTENZIONE DEGLI ASSOCIATI Privacy, ancora una proroga -3Le quote associative USPI per l’anno 2005 -4EISE International Business Contacts
-5e6Pubblicità ingannevole e comparativa illecita, più poteri all’Antitrust -6La nuova Carta dei doveri del giornalismo economico
settembre 2005) - 8, 9 e 10 Contributi alle riviste di elevato valore culturale anno 2004, normativa e circolare ministeriale
Recepita la Direttiva CE sulla pubblicità del tabacco
- 11 Scadenze ROC: Comunicazione Annuale
-7Aperte le iscrizioni al XVIII Stage per operatori editoriali della stampa periodica (Urbino, 18-23
- 12 “La Cassazione ha così deciso...” - 13 LAVORO, diritto, fisco e
previdenza Guida del Notiziario USPI alle collaborazioni editoriali più comuni - 14 WHO’S WHO IN ITALY Biblioteca
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- 16 Periodici associati all’USPI (372° elenco) L’Eco della Stampa
250/90, infatti, prevede che “entro il 31 marzo di ogni anno, e purché sia stata inoltrata domanda valida ai sensi delle vigenti disposizioni, è corrisposto un importo pari al 50 per cento dei contributi di cui ai commi 2, 8, 10 e 11 (della stessa legge – n.d.r.) spettanti per l’anno precedente. La liquidazione del contributo residuo verrà effettuata entro tre mesi dalla presentazione del bilancio della impresa editoriale...”. L’emendamento governativo propone invece di corrispondere i contributi, a titolo di anticipo, nei limiti dello stanziamento disponibile per un importo “fino al 50 per cento” di quelli erogati nell’anno precedente. Viene quindi a mancare all’impresa editoriale titolare del diritto a ricevere le provvidenze qualsiasi certezza sull’entità del versamento spettantegli e scompare anche qualsiasi riferimento temporale alla data di riscossione delle stesse. Se già la corresponsione complessiva dei contributi avveniva con notevoli ritardi, la riduzione dell’anticipo (introdotto proprio in considerazione delle lungaggini amministrative per l’istruzione delle pratiche e per il reperimento dei fondi) rischia di mettere in serio pericolo la sopravvivenza di numerose, piccole aziende. Non dobbiamo nasconderci che il problema è più serio e più grande, e come tale andrà prima o poi affrontato. Ma non è certo questo il metodo, denunciato anche nel “Neretto” di prima pagina, di affrontare i problemi del settore. Soprattutto non è questo il segnale che si va, come invece auspicato dal nostro Segretario Generale Vetere all’ultimo Forum di Frascati, verso una “politica delle comunicazioni” che equilibri il settore generale e lo incanali in schemi giuridici, politici e morali, non affievolendo il senso politico della tutela dei valori fondamentali del pluralismo e della corretta e libera informazione.
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