Non siamo proprietà di nessuno

NON SIAMO PROPRIETÀ DI NESSUNO

25 NOVEMBRE 2023

© ohga.it

INDICE 1. Introduzione alla giornata:

A cosa serve Perché è stato scelto questo giorno Curiosità sulla simbologia delle scarpe rosse

2. Donne importanti nella storia: Il matrimonio riparatore di Sibilla Aleramo Franca Viola e le seguenti ribellioni

3. Situazione oggigiorno:

Caso Giulia Cecchettin All’estero con il caso di Mahsa Amini

A COSA SERVE LA GIORNATA DEL 25 NOVEMBRE? Nel dicembre del 1999 l’Assemblea generale delle nazioni unite ha stabilito il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, invitando le ONG ad organizzare manifestazioni per la popolazione destinate alla sensibilizzazione sul rispetto delle donne.

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CURIOSITÁ

PERCHÈ QUESTA DATA? Nella Repubblica Domenicana, il 25 novembre 1960, le sorelle Mirabal, tre attiviste politiche, furono uccise dal dittatore domenicano.

Mentre si recavano in prigione per visitare i loro mariti, vennero fermate da alcuni agenti che le stuprarono, torturarono e massacrarono per poi gettarle da un precipizio.

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Il simbolo delle scarpe rosse è stato inaugurato nel 2009 dall’artista messicana Elina Chauvet, dopo che la sorella venne uccisa da suo marito. Il colore rosso sta a simboleggiare il sangue versato dalle vittime mentre le scarpe sono state scelte perché sono l’unico oggetto che rimane alla vittima stessa.

L’artista ha deciso di esporre 33 paia di scarpe rosse in fila come se fosse una marcia di tutte le donne che non ci sono più.

PARTIAMO DALL’INIZIO Negli anni del 1800 e del 1900, in Italia, la donna non era per nulla tutelata. Se veniva abusata era quasi costretta ad accettare un matrimonio riparatore con il suo stesso violentatore e, inoltre, lo stupro non era considerato delitto contro la persona, ma contro la moralità.

SIBILLA ALERAMO

“Una donna”, Sibilla Aleramo, 1906 In questo libro l’autrice rivive per la seconda volta la violenza subita e racconta la sua esperienza, descrivendo la condizione della donna nella società del tempo

“La moglie più bella”, Damiano Damiani, 1970 Il film drammatico è ispirato alla storia di Franca Viola .

Era una scrittrice piemontese vissuta tra fine ottocento e inizio novecento. A soli 15 anni subì una molestia da un collega nella fabbrica del padre, in cui lavorava. La legge di allora prevedeva per l’appunto un matrimonio riparatore per “rimediare” all’accaduto.

Dopo anni di vita infelice, Sibilla decide di abbandonare © studenti.it il marito e di conseguenza anche suo figlio.

FRANCA VIOLA

Una giovane ragazza siciliana, vissuta nella seconda metà del ‘900, che aveva intrapreso una relazione con Filippo Melodia, un ragazzo di origini mafiose.

Dopo l’interruzione della relazione voluta dal padre di lei, Filippo, non affatto entusiasta della scelta, decide di rapire Franca e di abusare di lei.

A differenza di Sibilla, Franca ha avuto il coraggio, ed è stata la prima dona a rifiutare il © ilpost.it matrimonio riparatore.

Grazie ai romanzi di Sibilla Aleramo e l’atto rivoluzionario di Franca Viola, le donne del tempo si sentirono meno sole e iniziarono a denunciare le violenze che subivano giornalmente.

E OGGI? Gli atti rivoluzionari di queste donne insieme alle proteste per la rivendicazione dei propri diritti nei secoli, ha scuramente contribuito la donna ad assumere maggiore rispetto.

Essa è infatti riuscita ad avvicinarsi sempre più alla parità di genere, acquisendo diritti che prima solo l’uomo possedeva.

Purtroppo però ciò non è bastato per porre fine a violenze, abusi e femminicidi. È ormai su tutti i giornali e su tutte le televisioni il caso di Giulia Cecchettin, il 103esimo femminicidio in Italia e purtroppo neanche l’ultimo.

GIULIA CECCHETTIN

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Giulia era solo una laureanda veneta di 22 anni quando è stata uccisa, dopo essere stata rapita e malmenata, dal suo ex ragazzo Filippo Turetta.

L’accaduto ha smosso gli animi di tutta l’Italia, una ragazza così giovane con il futuro davanti è stata privata della sua stessa vita per un amore che non c’era più.

Proprio per questo la popolazione italiana ha deciso di scendere in piazza nella giornata del 25 novembre per protestare contro la violenza di ogni tipo che può poi sfociare in azioni più violente, quali il femminicidio.

“Stai zitta”, Michela Murgia, 2021 La scrittrice parla del dislivello dei dirritti che ha la dona a causa della società prevalentemente maschilista.

“C’è ancora domani”, Paola Cortellesi, 2023 La storia di Delia che lotta contro il violento marito Ivano.

“[...] Ti diranno che sono stata io, che non che ero una puttana. [...] ho urlato abbastanza, che era il modo in Se domani sono io, se domani non cui ero vestita, l'alcool nel sangue. torno, mamma, distruggi tutto.

Ti diranno che era giusto, che ero da Se domani tocca a me, voglio essere sola. l'ultima.”

Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, -Cristina Torre Cáceres, 2015

E ALL’ESTERO?

“Mille splendidi soli”, Khaled Hosseini, 2010 La storia di due donne, Mariam e Laila, che reagiscono alla società maschilista: la prima costretta a vivere nella sopportazione per la sua condizione nella famiglia e per l’impossibilità di andare a scuola, la seconda vive una vita migliore grazie all’aiuto del vicino Tariq.

Le due ragazze saranno destinate ad incontrarsi durante lo scoppio della guerra in Afghanistan.

Soprattutto nei Paesi orientali, la donna risulta essere completamente sottomessa all’uomo ed è considerata inferiore dalla legislazione stessa.

Ad esempio lo stupro è considerato una forma di tradimento, per cui è prevista la stessa punizione di una donna che commette l’adulterio: la lapidazione e alcune volte anche la pena di morte.

Oltre all’impossibilità di lavorare senza il controllo dell’uomo, alla dona vengono negati anche diritti “banali” come guidare l’auto o praticare sport.

Questi Paesi sono quindi molto più arretrati rispetto al resto del mondo per quanto riguarda la parità di genere.

MAHSA AMINI Mahsa aveva solo 22 anni quando, durante una vacanza con la sua famiglia, venne arrestata dalla polizia religiosa di Teheran. La ragazza iraniana indossava il suo hijab in maniera non consona e per questo venne portata via dalla polizia.

Alcune testimonianze affermano che è stata percossa e malmenata dalla stessa polizia, causandole © ecovicentino.it un’emorragia celebrale che le causò la morte.

Per eliminare la disuguaglianza di genere, i Paesi dell’ONU hanno posto come obiettivo 5 dell’Agenda 2030 (un programma d’azione con 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030) quello di raggiungere l’uguaglianza di genere e di migliorare la condizione di donne e ragazze in tutto il mondo.

A cura di Chiara Ianni 5^C a.s.2023/2024