STUDIO DEI CAPI STORICI DELL'OPERA MANZONIANA I PROMESSI SPOSI_

ATTIVITÀ IN COOPERATIVE LEARNING ...

STUDIO DEI CAPI STORICI DELL'OPERA MANZONIANA “I PROMESSI SPOSI”

As: 2019/2020

CLASSE 4Am

opere che raffigurano momenti della giornata di quel periodo (botturi silvia) artisti dell’epoca (Sara Butt)

Stile, forme strutture dei capi (Armanasco Nicole)

Usanze: feste, liturgie..

(Barbara Medeiros)

importanza della Vita quotidiana religione (Barbara (Varini Chiara) Medeiros) Colori,partico lari e rifiniture,usi e costumi (Rosa Ciaramella) Letteratura dell’epoca (Sara De Santis)

opere artistiche del Barocco periodo storico (Eva Morandi) (Varini Chiara ) Originalità del costume.

Particolari del dell’abito (Arici Giada)

Movimento storico, artistico e culturale (Alice poli)

Quali sono le prime cose da ricercare per capire qual’è il costume Seicentesco?

Colori (Barbara Medeiros)

Periodo storico (Eva Morandi)

particolari tessuti pregiati e le varie texture utilizzati in quel tempo ( Miriana Di Sario)

Tradizioni dell’epoca. il tipo di scarpe e (Faini Martina) vestiti utilizzati nelle specifiche occasioni (Martina Boffelli)

Ritratti Ricerca negli scritti: familiari (Gaia Cioli) esempio poesie, romanzi, cose riguardanti i costumi (Bebane Sara) idea del bello ideale (craciun tessuti, stoffe e gioielli margareta ) usati in quel periodo Accessori (Elisa storico Scialdone) (Delbarba Luana)

livello sociale ( craciun margareta)

Tabella colori (Sara Botticini)

Linee,forme (Minelli Federica) Divisioni sociali (classi) (Gaia Cioli)

I PERSONAGGI

LUCIA MONDELLA

Lucia Mondella è una ragazza povera modesta e molto semplice, appartiene al popolo e si guadagna da vivere lavorando..

Approfondimento )

IL COSTUME

Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da due nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle a ricami anche quest’ultime di seta.

(Approfondimento)

Armanasco Nicole 4AM 17/04/20

LUCIA MONDELLA

PERSONAGGIO: Lucia Mondella è la protagonista dei promessi sposi. È una ragazza giovane, modesta e semplice, che guadagna lavorando come contadina.

COSTUME: L’abbigliamento di Lucia era semplice e da contadina: era solita indossare un busto broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da nastri.

Una gonna di di seta avente piccole e fitte pieghe e infine delle calze rosse e due pianelle di seta a ricami.

Lucia era solita portare sopra un’acconciatura chiusa con delle trecce, delle lunghe spille che rendevano un gioco di un’aureola.

Sara De Santis 4 A Moda

LUCIA MONDELLA

IL PERSONAGGIO Lucia, giovane operaia del Seicento, rappresenta l'aspetto più puro e semplice della società contadina dell'epoca; quello della fanciulla non è un personaggio tipo, ma ha un ritratto psicologico proprio e ben definito, delineato dall'autore per mezzo di brevi cenni fisici: la sua è una bellezza non eccezionale, ma modesta e segnata dalla povertà.

IL COSTUME Abbigliamento tipico da contadina lombarda: vestita a nozze con un busto di broccato a fiori, una lunga gonna a pieghe fitte, due calze rosse e delle ciabatte di seta ricamate. I capelli divisi sopra la fronte da una sottile e bianca scriminatura e raccolti dietro al capo con numerosi cerchi di trecce trapassate da lunghi spilli d’argento che sembrano formare i raggi di un’aureola.

Martina Faini 4°AM

RENZO TRAMAGLINO IL PERSONAGGIO Lorenzo Tramaglino, detto Renzo, è un protagonista del romanzo I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

Giovane filatore di seta, nella Lombardia del XVII secolo, è costretto ad affrontare ogni sorta di peripezia per congiungersi in matrimonio con la sua amata Lucia Mondella.

Caratterialmente è un ragazzo pacifico e razionale.

IL COSTUME Renzo Tramaglino indossava vestiti molto colorati ed accessori ostentati. In genere, portava un gilet allacciato sul davanti, un mantello con ampi risvolti alle maniche e calzoni piuttosto ampi che giungevano fino al ginocchio. Gli accessori che utilizzava maggiormente erano i cappelli e le scarpe con fiocchi di nastro.

Il giorno del suo matrimonio era molto elegante; portava un cappello di piume variopinto ed il suo immancabile pugnale.

Elisa Scialdone 4AM 17/04/2020

LA PERPETUA IL PERSONAGGIO Perpetua (1588-1630) è la serva di don Abbondio,una donna di mezza età che, avendo passati i quarant'anni ed essendo rimasta nubile, accudisce il curato alloggiando nella sua abitazione: È molto affezionata e devota a Don Abbondio e quando può lo aiuta. Dal romanzo emerge sia il suo tipico carattere da popolana, battagliero e verace, sia il suo difetto e punto debole: l'essere un po' pettegola.Approfondimento

IL COSTUME L’abbigliamento della perpetua era caratterizzato da un folur necessario per coprire il capo,un casacchino,e nella parte inferiore una sottana con sottanino.

Gli abiti indossati dalla perpetua sono abiti appartenenti ad una donna umile del 600.

F. Gonin, Perpetua e don Abbondio Eva Morandi,17/04/2020

LA MONACA DI MONZA IL PERSONAGGIO La monaca di Monza è ispirata a un personaggio storico (Maria Virginia de Leyva). E’ figlia di un potente signore di Milano, che l’ha indirizzata alla vita in convento contro la sua volontà.

Un personaggio autoritario, capriccioso ed enigmatico; viene descritta come una ragazza sui 25 anni, molto bella ma offuscata dal suo vissuto e dalla tristezza celata nei suoi occhi.

F. Gonin, Ritratto di Gertrude

IL COSTUME Il suo abbigliamento non era adatto alle regole monastiche, infatti la tonaca era attillata in vita come un vestito laico, i suoi capelli, nonostante la disposizione del convento di tenerli corti, erano lunghi, tanto che dalla benda usciva una ciocca nera. Portava un velo sulla testa che scendeva sulle spalle, scostato dal viso. La fronte era bianca e fasciata da una benda di lino; il viso era circondato da una fascia a pieghe che giungeva fino al soggòlo, che nascondeva l'apertura del saio nero. (approfondimento)) Medeiros Barbara 4Am

DONNA PRASSEDE IL PERSONAGGIO E’ una nobildonna milanese,moglie di don Ferrante ,che accolse nella propria casa Lucia dopo la sua liberazione dal castello dell’innominato. Viene descritta come una donna bigotta,convinta di dover fare del bene al prossimo per scopi personali, usa mezzi che non sono opportuni o leciti e talvolta impone le sue decisioni a persone che non lo richiedono.

IL COSTUME Indossa un abito composto da una sottoveste e da una veste(solitamente di colore contrastante)con una scollatura quadrata mentre sul retro sono cuciti dei piccoli colletti inamiditi,chiamati “rebatos”.

Il corpetto è attillato e corto per sottolineare la zona della vita e corde nodi per permetterne la chiusura.

F.Gonin “Lucia e Agnese da donna Prassede”

Varini Chiara

Donna Prassede IL PERSONAGGIO: La Donna Prassede è una donna nobile milanese che accoglie nella propria casa Lucia, e viene rappresentata come una donna bigotta che spesso e volentieri si intromette in faccende che non la riguardano. La nobildonna ospita Lucia nella propria abitazione così che sarà al sicuro da Don Rodrigo.

-APPROFONDIMENTO-

F. Gonin, Donna Prassede e Lucia

IL COSTUME: Le donne di potere portano abitualmente un bustier meno rigido e corto, un largo colletto fatto di ruche, detto gorgiera, che circondava il collo e dava un’aria di estrema eleganza. Le gonne F. Gonin, Donna Prassede e Lucia sono ampie e gonfiate da sottovesti.

-APPROFONDIMENTOBoffelli Martina

AGNESE MONDELLA IL PERSONAGGIO Agnese Mondella è la madre di Lucia Mondella ed è un personaggio simbolo della vita contadina, della semplicità e della praticità tipiche della vita rurale di allora.

Nasce a Lecco e appartiene ad un ceto sociale basso.

IL COSTUME Nell’immagine possiamo vedere che il personaggio indossa un tipico abbigliamento contadino composta da un’ampia camicia bianca e una lunga gonna accompagnato da un grembiule.

Ai piedi porta dei zoccoli, probabilmente di legno, a forma di “barchetta”.

Di Sario Miriana

AGNESE MONDELLA

Agnese, madre di Lucia, è impulsiva, sbrigativa e pratica. Rappresenta la saggezza popolare. Dà consigli, basandosi sulla sua esperienza di vita, che in buona fede ritiene efficaci mentre in realtà spesso sono sbagliati. Agnese fa parte del ceto basso e di professione è una casalinga e una contadina, tale lavoro consiste spesso nel provvedere alle pulizie casalinghe non solo nella propria casa ma anche nelle case altrui cercando di racimolare lo stipendio per mangiare oltre alla mansione contadina. Le donne seicentesche di questo ceto sociale basso , solitamente indossavano abiti di bambagio (cotone) e canapa grezza essendo le fibre con il prezzo più basso sul mercato, la parte superiore è caratterizzata da una camiciola bianca di linea ampia , che veniva coperta da un cordino con maniche ampie per facilitare i movimenti svolti nell'ambito domestico e contadini. Il corpino stesso veniva ristretto con una cintura di cuoio e la parte inferiore dell'abito era solitamente una sottana ampia e stropicciata , veniva utilizzato sopra quest'abito un grembiule di telaccia venivano indossati ai piedi dei ciabattini, di cuoio solitamente che risultavano poco resistente e nel tempo si usurava, sul capo è presente un fazzoletto legato sotto il mento che nascondeva i capelli.

•Alice Poli

POPOLANA ANZIANA

PERSONAGGIO Ella come Lucia è una popolana,ovvero appartengono alla classe del popolo.

COSTUME Le popolane in questo periodo indossavano degli abiti abbastanza ampi per facilitare i movimenti,come si può notare dalla litografia.In questo caso ella indossa una camicia con ampie maniche e un colletto piatto con le punte stondate,al di sopra della camicia è presente un corpetto che si stringe in vita,nella parte inferiore indossa una sottana lunga fino alle caviglie,di linea ampia.

Infine sul capo porta un fazzolettone che nasconde i capelli.

BOTTURI SILVIA 17/04/2020

RENZO TRAMAGLINO

Per quanto riguarda il costume maschile del seicento delle classi adagiate,ma non ricche,l’abbigliamento usato era sobrio,senza grandi sfarzi e grandi ricchezze.

Uno dei tanti protagonisti principali della storia romantica di Manzoni è Lorenzo Tramaglino (detto Renzo).Giovane molto umile e semplice che lavorava come filatore della seta;vestiva in modo molto essenziale e modesto;che comprendevano quindi:pochi abiti,con tessuti poco costosi e di bassa qualità,anche se,con qualche decorazione e colore in più rispetto al ceto ricco dell’alta borghesia.

Inoltre,per gli uomini era solito indossare un cappello grande con delle piume applicate.

Rosa Ciaramella 20/04/2020

I BRAVI I bravi non sono solamente un’invenzione manzoniana, essi sono realmente esistiti. Erano coloro che, legati a nobili e signori, si occupavano del “lavoro sporco” proprio come Manzoni descrive nella sua opera.

I bravi nel romanzo sono anzitutto gli sgherri al servizio di don Rodrigo, capeggiati dal Griso ed hanno nomi a dir poco singolari (Tiradritto, il Montanarolo, il Tanabuso e lo Squinternotto) su cui Manzoni stesso ironizza definendoli "bei nomi, da serbarceli con tanta cura".

IL COSTUME Per essere riconosciuti, i bravi dovevano tenere un’immagine specifica.

Essi, infatti, dovevano portare i capelli trattenuti in una reticella, lasciando cadere un ciuffo sulla fronte.

Così come per i personaggi, anche la loro immagine non fu inventata da Manzoni: egli studiò i decreti dell’epoca, i quali sancivano una sanzione per tutti coloro che avessero portato i capelli in quel modo.

Per quanto riguarda l’abbigliamento, essi Litografia di F. Gonin, edizione de ‘I Promessi vestivano come gli uomini Sposi del 1840, i Bravi minacciano il console borghesi.

I PROMESSI SPOSI approfondimenti e progetto

Gaia Cioli

CONTE ZIO

CRACIUN

E il zio di Don Rodrigo e del cugino attilio, egli è un anonimo .Ma ha la forza della sua stessa nullità, accopiata alla sua qualità di conte , alla dignità del membro del consiglio segreto , quella nullità si trasforma in una risultante tutta prestigiosa , che si chiama credito in una IL COSTUME virtù fatta di illusioni I gentiluomini seicenteschi ,prospettiva ottica ogni privilegiano in primo luogo la volta che le si va vicino . comodità, abbinandola, ovviamente, a una forte passione per l’eleganza. I pantaloni a sbuffo tipici del secolo precedente rimangono, ma si allungano, arrivando fino al ginocchio.

Il busto è coperto da giacche con decorazioni elaboratissime, impreziositi da colletti in pizzo molto voluminosi. Per completare il look, i signori del Seicento, amavano portare stivali alti con risvolto, dentro ai quali finivano i pantaloni. La spada, inoltre, occupa il fianco di ogni uomo di alto rango

Innomiato

( Conversione dell’Innominato )

Personaggio Persona malvagia. Potente signore a cui Don Rodrigo si rivolge per rapire Lucia. Grazie a Lucia, l’Innominato non si riconosce più nelle sue malefatte e ha una crisi spirituale che lo porta alla conversione. All’inizio presenta una volontà indomabile, desiderio e ricerca di solitudine, orgoglio, amore per l’indipendenza e malvagità dovuta all’arroganza e fierezza

Costume L’abbigliamento consisteva in una casacca con spalline che lasciavano vedere i guanti indossati. I pantaloni a sbuffo, ristretti sul fondo e indossava un paio di stivaletti. Come accessorio aveva una spada

Arici Giada 4°A Moda

DON RODRIGO Don Rodrigo, uomo sui 40 anni, è ispirato ad un personaggio storico: raffigura il nobliuomo di provincia, circondato dalla ricchezza e vittima della propria classe sociale. Nel racconto viene mostrato come l’antagonista, “signorotto della zona”, il quale a causa di una scommessa con il cugino Attilio, cerca di impedire il matrimonio fra Renzo e Lucia. La sua figura è rappresentata, nella vicenda, come il simbolo della staticità del male nella sua essenza.

Don Rodrigo è la causa principale da cui prende vita la storia. Manzoni lo disegna come il specchio del suo tempo, il ‘600.

Litografia di F. Gonin, 1840

COSTUME Il costume, indossato da Don Rodrigo, evidenzia le forme del corpo maschile in modo morbido, attraverso l’uso delle calze, della camicia e dei guanti. La particolarità sta nel colletto con le punte lunghe in pizzo, dove viene evidenziata la chiusura anteriore con bottoni o lacci decorati. Le maniche ampie a palloncino sono il tipico del costume seicentesco, accompagnate dai pantaloni a sbuffo fino al ginocchio.

La mascolinità non è data soltanto dagli abiti che egli indossa, ma anche dagli accessori che completano il costume (come il cappello e le armi di acciaio).

Sara Butt

PADRE CRISTOFORO Padre Cristoforo ,dal nome reale Ludovico, fa parte dell’ordine francescano dei frati cappuccini. Viene rappresentato come un signore di circa sessant’anni. Rappresenta un modello positivo di figura ecclesiastica in contrapposizione con il peccatore che è tormentato da un passato difficile che ogni tanto riemerge. Dal carattere impulsivo ma generoso, animato da un profondo senso di giustizia, dall'amore per i deboli e dalla loro difesa. Manzoni attraverso il personaggio di Fra Cristoforo sottolinea la difficoltà per l’uomo di dominare il proprio istinto. Il frate dunque è umile ma anche orgoglioso.Prima di indossare l’abito talare era un giovane ragazzo benestante, figlio di un imprenditore del settore edilizio. Un giorno il giovane si trova costretto a scontrarsi con il bullo della scuola. E portano Ludovico, preso da un momento d'ira a sferrare un pugno in faccia al bullo che reagisce uccidendo l’amico Cristoforo.

Lodovico, vedendo la scena, gli sfila il coltello dalle mani e lo colpisce al torace. Dopo lo scontro Lodovico si pente e decide di iniziare un percorso rieducativo per l’amico scomparso.

COSTUME Il costume indossato da Padre Cristoforo è il classico abito francescano, una tunica chiamata saio , con cappuccio , presenta una corda con tre nodi in vita e un rosario. Al di sopra del saio porta un mantello con cappuccio .

Minelli Federica

IL COSTUME PADRE FEMMINILE CRISTOFORO

(600, ceto sociale basso)

Figlio di un commerciante, si Luigi Miradori, chiamava Lodovico; Manzoni della Vergine, non fornisceNascita alcun cognome a Seicento, Cremona. questo personaggio. Grazie alla fortuna paterna cercava di su tela, In questo Olio introdursi negli ambienti della delle possiamo osservare nobiltà ma donne rifiutatodida questa umili origini, come irrimediabilmente della bassa borghesia, ma inferiore per nascita, proprio si modeste, come immedesima nel ruolo di Lucia Mondella. paladino dei più poveri.

Queste donne sono

intente a lavare un bambino appena nato.

In quest’opera possiamo notare il tipico costume del Seicento nelle donne del popolo.

L’abbigliamento femminile popolano consiste per la parte inferiore a lunghe gonne sinuose e ampie,spesso arricciate sul punto vita .

Per la parte superiore troviamo delle camice, solitamente di colore bianco, o colori in contrasto, un corpetto posto sopra la camicia, solitamente attilato con allacciatura posta sul davanti.

La calzatura compone di calze di filo grosso e zoccoli, raramente si Il frate si anziano è raffigurato indossavano scarpe, per la festa ,gli zoccoli si portano sia in piedilecon saio considerate bianco e con le calze sia senza . con mantello bruno I gioielli sono molto per del le donne del popolo. cappuccio; unarari corona Le acconciature consistevano Rosario pende dalla vita.in boccoli o capelli legati sulla testa con dei semplici fermagli.

Il fazzoletto da testa si portava piegato a triangolo e annodato, durante i lavori, posato più basso sulla fronte in modo da nascondere i capelli e fornire un lieve riparo e legato.

Delbarba Luana 4AM Sara De Santis 4A MODA

COSTUME

PERSONAGGIO: Manzoni ci fornisce una descrizione fisica minuziosa del volto di Padre Cristoforo che appare come un uomo ormai vicino ai sessant’anni, con un capo rasato, tranne, secondo il rito dei cappuccini, una piccola corona di capelli. Ha una barba lunga e bianca che gli copre il viso e il mento e la fronte solcata da profonde rughe. Ha due occhi incavati, spesso chinati a terra, ma che talvolta si infiammano.

Dalla descrizione di Padre Cristoforo emerge subito infatti la duplice personalità di questo personaggio: l’uomo forte e battagliero e l’uomo pacato, umile e dedito al sacrificio. Sia l’aspetto fisico che il suo comportamento mostrano continuamente questo suo dibattersi tra il temperamento focoso e la sua volontà di dominarsi e placarsi. Anche il suo linguaggio che solitamente è umile e tranquillo, a volte diventa impetuoso e appassionato. E’ un peccatore pentito. Manzoni lo presenta dal carattere onesto e al tempo stesso violento, dal carattere impulsivo ma generoso (infatti si può paragonare a Renzo), animato da un profondo senso di giustizia, dall’amore per i deboli e dall’impegno instancabile per la loro difesa.

Delbarba Luana 4AM

DON RODRIGO IL PERSONAGGIO Don Rodrigo è un personaggio letterario dei promessi sposi di Alessandro Manzoni, (1590-1630) appare nell'opera ottocentesca di Manzoni come antagonista in quanto si oppone al matrimonio di due umili personaggi quali Renzo e Lucia.

Incarna lo specchio del suo tempo, di quel Seicento di cui il Manzoni ci ha lasciato il quadro più vasto, multiforme e completo che sia mai stato fatto.

IL COSTUME Il costume indossato da Don Rodrigo, evidenzia alcune forme del corpo maschili, indossa una camicia con maniche a palloncino, la particolarità del colletto con le punte lunghe in pizzo ove viene evidenziata la chiusura anteriore con bottoni e lecci decorati, una giacca morbida stretta in vita da una cintura, nella parte sottostante dei rhingrave a palazzo con del pizzo apllicate sull’orlo.

Completare l’abbigliamento classico seicentesco é accompagnato dalla sua armatura e da un capello ampio.

Sara Botticini

FEDERICO BORROMEO È il cardinale arcivescovo di Milano che raccoglie la confessione dell'innominato e ne favorisce la conversione, consentendo la liberazione di Lucia. La sua figura è dichiaratamente ispirata al personaggio storico di Federigo Borromeo,fondatore della biblioteca ambrosiana. Nel romanzo egli svolge il ruolo di auditore dei protagonisti, simboleggiando un Cristianesimo puro e ispirato. Egli è dipinto come un vero santo, pio, umile, caritatevole, altruista, disponibile e pacato IL COSTUME Il cardinale Borromeo, è in un abito cardinalizio che, si compone di talare,mozzetto, rocchetto,zucchetto e completato da scarpe le fibie.

Sara Bebane

L’ABBIGLIAMENTO NEL 600

L’ABBIGLIAMENTO UOMINI DI CHIESA NEL 600

Abito cardinalizio , si compone di talare di lana rossa con bottoni e cuciture di seta rossa,completata dal mozzetto dello stesso tessuto..Il rocchetto consistente in una sopravveste bianca, solitamente di lino, con pizzo e lunga ďŹ no a mezza gamba.

Generalmente le maniche sono foderate interamente Ritratto di Federico Borromeo, Milano 1610 di rosso o di bianco ricamate e si presenta chiuso al collo da un colletto . Gli accessori che completano l’abito dei cardinali sono: il zucchetto di seta ondulata rossa e le scarpe con le ďŹ bbie.

Sara Bebane

L’ABBIGLIAMENTO UOMINI ECCLESIASTICI NEL 600 L’abbigliamento di un frate cappuccino nel 600 consisteva in una ruvida tunica in lana a forma di sacco ,più largo alla base , con una lunghezza fino ai piedi chiamata saio .

La tunica presenta anche un cappuccio per ripararsi dalla pioggia e dal vento freddo.

Questo, è un dettaglio che li distingue dagli altri frati ,per la lunghezza e la forma a punta, da cui prendono il nome. E’ presente anche una mantella con il cappuccio, per le stagioni più fredde.

Il colore della tunica dipendeva dalla lana disponibie, e cariava tra bianco, nero, grigio e marronicno, veniva inoltre cucita a mano grossolanamente.

La trama di stoffa doveva essere formata da due fili neri e uno bianco. Con questo abbigliamento possiamo notare a pieno la loro inconfondibile umiltà e semplicità, cercando di essere sempre più vicini ai poveri.

San Francesco in meditazione, Michelangelo Merisi da Caravaggio (1605-1606) Museo civico Ala Ponzone , Cremona.

Minelli Federica

L’ABBIGLIAMENTO UOMINI ECCLESIASTICI NEL 600 Gli accessori che completano l’abbigliamento dei frati francescani cappuccini sono: i sandali co una suola in cuoio duro, ai quali venivano cucite o inchiodate delle strisce di stoffa resistente o di pelle. Il cingolo, cioè un lungo cordone con tre nodi che viene legato in vita , i nodi rappresentano le tre basi dell’ordine francescano: la Povertà, la Castità e l’Obbedienza.

Un’altro accessorio tipico è la corona del rosario che pende dal cordone, con la croce nuda perchè lui stesso deve essere il cristo crocifisso.

Questo abbigliamento e è studiato con attenzione ,perchè riproduce ‘immagine della croce, per tenere quindi lontano le seduzioni del demonio , la ruvidità del tessuto viene scelta da san francesco per crocifiggere la carne e tutti i suoi vizi e peccati, rendendo un abbigliamento così povero e grossolano da renderlo impossibile da invidiare.

Gian Battista crespi,San Francesco risana il lebbroso , 1632 Milano Pinacoteca di Brera.

Minelli Federica

ALTA BORGHESIA/NOBILTA’

L’ABBIGLIAMENTO NELL’ALTA BORGHESIA MILANESE L’abbigliamento di una donna borghese consisteva in un giuppone, un corsetto (o busto) abbottonato sul davanti, è caratterizzato da una punta arrotondata che si allunga fin sotto la linea vita. Affine a questo indumento era il casacchino di derivazione francese, provvisto di piccole falde che si allungavano dietro.

Col giuppone e il casacchino era d'uso indossare il sottanino, un indumento simile all'attuale gonna. La sottana, invece, era una veste intera provvista di maniche.

Tanzio da Varallo, Ritratto di gentildonna.

Palazzo Brera, Milano

Il sottanino, generalmente, era indossato sotto ampie maestose vesti chiamate vesture; queste, in alcune regioni italiane, erano chiamate robba o robo. Le vesture, inoltre, erano munite di ampie e lunghe maniche tagliate sul davanti, che potevano arrivare fino a terra e formare uno strascico.Dopo il 1630 circa, la linea della gonna divenne più morbida e assunse una forma detta "a cupola". Il volume, era ottenuto tramite la sovrapposizione di alcune sottogonne e da imbottiture a forma di rullo, poste attorno ai fianchi.

Medeiros Barbara 4Am

La linea dell'abito femminile acquisĂŹ un andamento orizzontale, dovuto a diversi fattori, tra cui, la particolare forma delle maniche - gonfie e dall'attaccatura scesa, l'ampiezza della gonna disposta in morbide pieghe attorno alla vita molto sottile, lo scollo a forma ovale, che si estendeva da spalla a spalla ed era rifinito da una bordura di pizzo. Le maniche delle vesti si accorciarono fino all'avambraccio, mettendo in mostra le gonfie maniche della camicia, guarnite da manichetti di trina, con gli sboffi spesso fermati con nodi di nastro, rosette o altre decorazioni.

Nell'ultimo parte del secolo, anche in Italia fu di moda indossare il mantò, un abito Franciese, la cui linea era improntata alla verticalità . Questa veste, di ampiezza piuttosto contenuta, era aperta davanti e molto panneggiata sul dietro. Sebbene fosse considerata una veste signorile, fu adottata anche dalle ricche dame borghesi. (approfondimento))

Simon Vouet, Ritratto di Artemisia Gentileschi, Pisa, Palazzo Blu)

Medeiros Barbara 4Am

L’ABBIGLIAMENTO DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO

Per l inverno l’uomo ricorre a soprabiti eleganti , spesso idossati su una spalla sola , o a cappe e mantelli in lana o panno ,che , non hanno più solo un uso estetico ma servono realmente a coprirsi , per tanto diventano più ampi e lunghi .anche i piccoli capelli maschili aumentano di dimensione e si dotano di ampie e morbide falde di veltro , ottimo riparo dal veltro e dalle piogge . gli stivali , prima regalati al esclusivo uso di calzature per la caccia o la guerra , diventano ideali per muoversi tra le strade delle metropoli del I 600, per andare a cavallo o , con il risvolto tirato sulla gamba per prottegersi dalla pioggia , freddo o dai colpi di pugnali o colello delle non rare aggressioni dell’epoca . sono sempre corredati da fiocchi in pelle legate sul collo del piede .

GLI ACCESSORI NELLA NOBILTA’ Era tipico che le donne nobili indossassero delle imponenti e rigide gorgere (la rigidità delle vesti era lo specchio della rigidità morale),ovvero colletti inamiditi che costringevano a mantenere il collo sempre rigido,ma tra il 1620 e il 1630, esse lasciarono posto a dei colletti più ampi e morbidi con Giovane dama di casa Sala eleganti bordi in pizzo.

Ceresa,1646 Milano Pinacoteca Brera I capelli sono sempre raccolti e fermati con fermagli di perle o piume a forma d’ape o farfalla,cuffie rigide oppure piccoli cappelli.

Ai piedi indossavano zoccoli con tacchi altissimi fino a 30/40 cm, pertanto si facevano sorreggere da due ancelle.

Si aggiunsero altri accessori come fazzoletti ornamentali ricchi di merletti e guanti imbottiti e ricamati.

Varini Chiara

Portavano spesso dei gioielli molto vistosi,ovvero fili di perle portati nei capelli,intorno al collo e spesso anche sui vestiti, che sostituirono le catene d’oro del rinascimento.

Le donne più eleganti,quando dovevano uscire, Margherita Aldobrandini,ritratto di specialmente Bartolomé Gonzàles Serrano d’inverno,proteggevano (1610-1620) il viso con una maschera Durante l’estate usavano cappelli dalle larghe falde come riparo dal sole e per rinfrescarsi in questi mesi caldi, utilizzavano un ventaglio, che diventò poi un oggetto di pregio da esibire e collezionare in vari colori.

Varini Chiara

LE ACCONCIATURE NELLA NOBILTÀ ★ Una tipica acconciatura nella nobiltà del ‘600, consiste nel lasciare le due ciocche laterali al viso sciolte ed arricciate con appositi ferri e la restante chioma raccolta in uno chignon. Questa moda di acconciarsi veniva chiamata “HURLUBERLU” che fu inventata da una parrucchiera di Parigi che fu ispirata dalle Mary Beal Nell Gwynne chiome scompigliate e naturali di Nell Gwynne. ★ Il cappello e la cuffia non sono più obbligatori e anche la signora di rango può farsi ritrarre o può comparire a capo scoperto. ★ Le donne inoltre per esaltare il candore della pelle, che sbiancavano con cosmetici al mercurio ciprie a base di Elizabeth Poulett piombo, si tingevano i capelli di colori scuri come il nero.

Martina Boffelli

RITRATTO DELLA FAMIGLIA NUVOLONE La tela, di dimensioni notevoli, è racchiusa in una preziosa cornice con decorazioni a foglia d’oro. L’opera ritrae la famiglia i pittori Nuvolone di origine cremonese.

I personaggi sono rappresentati in abiti sontuosi mentre ritratto della famiglia Nuvolone in dipingono e suonano strumenti musicali concerto, Milano, Pinacoteca di Brera dell’epoca, a testimonianza degli interessi culturali, del benessere e del prestigio sociale della famiglia.

-APPROFONDIMET OMartina Boffelli

L’ABBIGLIAMENTO MASCHILE DELL’ALTA BORGHESIA NEL 600 Con il tramonto della potenza spagnola all’inizio del Xvii secolo scompare anche la moda scomoda è ingessata legata a quel mondo castigato formale.

Dall’abbigliamento il moderno gentiluomo cerca ora soprattutto la comodità e la comodità e la portabilità: vengono eliminate le seccature dal faretto, che diventa piú lungo e meno fiscale. Le gorgere spariscono (se non per cerimonie o momenti di rappresentanza particolari) e vengono sostituiti da ampi colletti in pizzo o dal modello rabat, formato da due grosse pezze di lino bianco e oggi sopravvissuto nell’abbigliamento dei pastori protestanti.

Anche i pantaloni a sbuffo si allungano in un modello ampio oltre il ginocchio, che termina con una balza.

Ceresa ritratto di galeazzo vertova 1633 Bergamo

Sara Botticini

ACCONCIATURE DELLA BORGHESIA MASCHILE NEL 600 Proprio in questo secolo la professione del barbiere assume la dignità artistica che giustamente gli spetta: prima di questo periodo, infatti, egli si occupava anche di prestazioni “chirurgiche”, come estrazioni di denti e salassi; solo a partire dalla fine del ‘600 i suoi compiti iniziano a specializzarsi nell’unica direzione del taglio capelli uomo.

La moda di quest’epoca risente dello stile rococò, dinamico e brillante, dominato dalla presenza di linee curve e asimmetrie. Le acconciature venivano dunque effettuate principalmente sulle parrucche: grandi e vaporosi riccioli lasciati scendere liberamente fino al petto, oppure adagiati sopra la spalla ben pettinati e compattati. Le parrucche in questo periodo erano materiale pregiato e non di rado i nobili che le portavano dovevano tenere aperti gli occhi per non farsele rubare mentre erano a passeggio!

Sara Botticini

ABBIGLIAMENTO MASCHILE NELLA NOBILTA’ Il Seicento era caratterizzato dalla immensa eleganza appartenente alla corte. Quelle che si ritraggono famiglie benestanti, le quali erano vittime della propria ricchezza, sfruttarono il livello sociale per indossare capi modesti: avevano la necessità di mostrare la cura per i particolari e dettagli presenti nei loro costumi.

L’abbigliamento dei nobiluomini, nel Nord Italia, consisteva in uno stile comodo, il quale permettesse movimento libero.

Era tipico indossare una casacca, o un farsetto, destrutturati fino al bacino con spalline, le quali lasciavano intravedere le maniche strette dai guanti. Era spesso arricchito da trine o merletti. Il collo voluminoso a punte, allungato verso il basso, era bordato ed impreziosito di pizzo bianco.

Da altri particolari era composta la casacca, come alamari in spighetta di filo dorato. Inoltre, asole e condoncini, di tessuti diversi, comportavano il capo.

I pantaloni a sbuffo, detti più specificamente braghe, non superavano il ginocchio. Questi erano, all’inizio, stretti all’orlo con dei bottoni, ma successivamente si introdussero verie fibbie ornamentali.

Sara Butt

ACCESSORI Il cappello con larghe falde e piume, nell’abbigliamento antico maschile, è stato una necessità ed un mezzo per differenziare l'alta società da quella bassa.

Entrò, quindi, a far parte in determinati ambiti, quali militari.

Le acconciature non subirono grandi mutamenti: cambiò la lunghezza tipica di tenere i capelli.Sotto le brache venivano indossate calze lunghe e bianche.

Quest’ultime accompagnate con quelle che caratterizzarono la moda di questo secolo: scarpe con il tacco.

Tuttavia si introdussero, anche, gli stivali con il tacco, con risvolti, sino al ginocchio.

Il tacco basso iniziò ad essere usato fra nobili e l’alta borghesia quando, verso la fine del Cinquecento, iniziarono ad essere prodotti in legno o in sughero.

Ciò che differenziò lo stile Settecentesco da quello Seicentesco, fu l’uso del bastone. Anche quest’ultimo utilizzato come metodo per separare le classi sociali.

Sara Butt

ABBIGLIAMENTO MASCHILE BORGHESE

Durante la prima metà del Seicento il costume non ebbe molte differenze da quello Cinquecentesco, mantenendone le linee.

Solitamente, gli uomini indossavano il giuppone, una sorta di farsetto che copriva il busto allacciato sul centro davanti e la casacca, una giubba lunga fino al bacino.

Ritratto di un notaio, Daniele Crespi, 1625 circa

Durante la metà del secolo, però, la casacca variò di foggia, assumendo una falda più svasata, prendendo il nome di giustacuore o marsina; e le gorgiere vennero sostituite da colletti di trina candida e di pizzo, spesso squadrati sul davanti.

Come calzoni, si utilizzavano brache ampie e legate sotto il ginocchio tramite poste.

Gli indumenti erano preferibilmente di colore scuro, in contrasto rispetto ai colletti e i meneghetti bianchi.

Gaia Cioli

ACCONCIATURA Inizialmente portati corti, i capelli si allungarono fino a toccare le spalle. Contemporaneamente, gli uomini cominciarono ad adottare i baffi arricciati verso l’alto e il pizzetto.

ACCESSORI All’inizio del secolo, era in uso il cappello di feltro a larghe tese guarnito di piume. Sovente, un lato della tesa era ripiegata e fermata da un gioiello.

Questo modello cadde, però, in disuso quando, a metà del secolo, divenne di moda portare la parrucca.

Nel seicento, poi, si affermò l’uso degli stivali corredati di speroni, i quali non erano utilizzati solo in ambito militare, ma anche per l’abbigliamento civile.

Così come per le scarpe, anche gli stivali erano dotati di punta squadrata e tacchi.

Ritratto di Luigi Scaramuccia, Francesco Cairo, 1655 circa

I PROMESSI SPOSI approfondimenti e progetto

Gaia Cioli

ABBIGLIAMENTO MASCHILE DELL’ ALTA BORGHESIA PITTORE BERGAMASCO, RITRATTO DI GENTILUOMO CON SPADA, 1596

Gli uomini indossavano, di norma, il giuppone (sorta di farsetto che copriva il busto ed era allacciato davanti), la casacca (giubba la cui lunghezza, inizialmente, copre il bacino), i calzoni piuttosto ampi e il mantello la cui lunghezza poteva giungere al polpaccio.

Le maniche generalmente, erano spesso provviste di ampi risvolti: guarniti di bottoni e ampliate sul fondo, si accorciavano in maniera da lasciar vedere la manica della camicia.

Il colletto adottato sin dal secolo precedente, rimase in uso; inizialmente erano piatti in pizzo, spesso squadrati sul davanti. Poco dopo la metĂ del secolo, fu importato dalla francia una nuova tipologia di collo chiamato rabat.

Approfondimento

Elisa Scialdone 4am

CETO SOCIALE BASSO

COSTUME MASCHILE IN BASE ALLA CLASSE SOCIALE

Questo periodo è stato caratterizzato dalla presenza dell’arte barocca,che presenta forme irregolari.

Caratteri che si differenziavano dal Rinascimento,che era caratterizzato da linee più regolari.

Le famiglie che appartenevano ad un ceto sociale alto vestivano in modo molto raffinato e suntuoso,mentre la popolazione povera vestiva in modo povero e sobrio.

Rosa Ciaramella 20/04/2020

GLI ACCESSORI MASCHILI DELLA CLASSE POPOLARE

Rosa Ciaramella 20/04/2020

ABBIGLIAMENTO FEMMINILE del 600 a LECCO Gli abiti tradizionali a Lecco sono ispirati al tipico abbigliamento festivo contadino della popolazione brianzola del 1600, descritti e fatti indossare da Manzoni a Renzo e Lucia nel romanzo de “I Promessi Sposi”; essi sono caratterizzati da decorazioni colorate, che simboleggiano la tradizione cattolica, e dagli accessori tradizionali (come acconciature, zoccoletti, cappello)

Di Sario Miriana

COSTUME FEMMINILE Festa contadina tipica di Lecco E’ caratterizzato dalla tipica raggiera di spadine in argento che ferma l ’acconciatura dei capelli delle ragazze.

L ’abito è composto da una camicia, solitamente bianca, molto voluminosa, con collo in pizzo tipico della zona,sopra la camicia veniva indossato un corpino nero che la domenica era tradizione guarnire con nastrini del colore della festa liturgica celebrata e una semplice collana di corallorosso. La gonna era di un unico colore anch essa ornata da nastri colorati e ..

..accompagnata dalla sottogonna bianca, dal grembiule bianco e dal foulard colorato,elementi indispensabili per i lavori domestici e non solo delle donne di quel epoca.

Ai piedi veniva calzato il classico zoccolo a forma di barchetta ornato da nastri colorati simbolo tipico della zona del Lago di Lecco.

Di Sario Miriana

COSTUME FEMMINILE SEICENTESCO (BASSO CETO SOCIALE ) -Epoca: XVIII secolo (1664) -Luogo: Milano -Autore: Giacomo Francesco Cipper -Olio su tela, cm 105 x 172 – con cornice cm 140 x 200

Il vestire popolano consiste, schematicamente, per la donna nei seguenti elementi: camicia, corpetto, gonna larga arricciata in vita; scialle o fazzolettone; grembiule; fazzoletto da testa; calze ai ferri e calzature (zoccoli, raramente scarpe); pochi o nessun gioiello. La gonna è a taglio ampio e lunga fino quasi a radere la terra, spesso increspata sulla vita. Il grembiule è anch’esso ampio e si allaccia e pende dalla vita fino a pochi centimetri dall’orlo della gonna ma può anche essere rimboccato per maggior agilità o per essere utilizzato come recipiente di oggetti, panni, commestibili. Approfondimento Armanasco Nicole 17/04/2020

L’ABBIGLIAMENTO POPOLARE FEMMINILE

Giuditta e Oloferne,Fede Galizia(1596)

Durante il 1600,in Italia si assiste alla diffusione di un nuovo movimento artistico,il Barocco.Questo movimento fa esaltare nelle arti figurative lo sfarzo, il lusso e la teatralità delle figure.

Questo dipinto realizzato da Fede Galizia,una pittrice lombarda,mostra un esempio degli abiti indossati in questo periodo da due differenti ceti sociali,quello della nobiltà rappresentato da Giuditta e quello della povertà delineato dalla sua ancella.

In questo periodo le ancelle una camicia in cotone con ampie maniche per facilitare i movimenti e al di sopra un corpetto che si stringe in vita,nella parte inferiore indossa una sottana di linea ampia disposta in morbide pieghe.Infine sul capo porta un fazzolettone che certe volte legavano con un cinturino di cuoio per nascondere i capelli.

BOTTURI SILVIA 17/04/2020

POVERTÀ SEICENTESCA

In questo quadro viene presentata una donna madre all'opera con le mansioni casalinghe, questa figura è analoga a quella di agnese la madre di Lucia, si tratta di due donne umili, di casa e povere che vivono di pane e polenta. La funzione che spesso assumevano questa tipologie di donne era l'allattamento dei propri bambini e soprattutto quelli delle donne di alta nobiltà poiché esse non potevano allattare, i pargoli venivano affidati alle balie. La donna presenta una camicia bianca tipica delle casalinghe di quell'epoca, sopra viene indossata una casacca con una sottana ampia con la formazione di pieghe irregolari, con maniche abbastanza ampie per facilitare i movimenti, sia la camicia che la casacca sono di bambagio o canapa grezza.

Intorno alla vita vi è un grembiule di telaccia bianco stropicciato utile per non sporcarsi durante il lavoro, in testa viene indossato un fazzoletto bianco per nascondere i capelli e differenziare la servitù dalla nobiltà che mostrava i capelli adornandoli di accessori e gioielli.

• Alice Poli

POVERTÀ SEICENTESCA ACCESSORI Le donne che rappresentano il ceto sociale basso sbrigavano mansioni, come cucinare, nutrire i neonati figli delle madri nobili, lavare gli abiti della nobiltà oppure lavorare i campi nella mansione contadina, tali donne oltre ad abiti comodi erano solite utilizzare degli accessori che permettessero loro di lavorare in maniera consona e agibile. Le donne come accessori utilizzavano dei grandi fazzoletti e sciarpe di colore bianco o giallognolo che indossavano come copricapi per proteggersi dalle giornate esaustive di sole oltre al fatto che esse dovevano nascondere i capelli per distinguersi dalle donne della nobiltà, tali fazzoletti erano indossati in diversi modi come con un nodo sotto il mento, sulla testa e dietro il collo, si utilizzavano anche dei cinturini di cuoio intorno alla vita per facilitare gli spostamenti, e intorno al fazzoletto per tenerlo fermo.

• Alice Poli

COSTUME FEMMINILE SEICENTESCO (BASSO CETO SOCIALE ) -Autore:Michelan gelo Merisi da Caravaggio -Data:1597 circa -Tecnica:olio su tela -Dimensioni: 145×195 cm -Ubicazione:Galle rie nazionali d'arte antica, Palazzo Barberini, Roma

L’episodio di Giuditta e Oloferne in pittura è stato uno dei più rappresentati dell’Antico testamento.

L’opera è merito di Michelangelo Merisi,detto Caravaggio,uno dei più importanti esponenti Lombardi dell’arte barocca.

Nell’opera, era presentata Giuditta e Oloferne, il quadro rappresenta la decapitazione di Oloferne da parte della vedova ebrea di nome Giuditta che voleva salvare il proprio popolo dalla dominazione.

Nella tela Giuditta viene rappresentata con costumi seicenteschi indossati da donne di basso ceto sociale caratteristici del barocco.

La donna seicentesca indossava durante il giorno una lunga sottoveste bianca con sopra un corpetto,era indossata anche una camicia bianca di cotone con maniche rimborsate fino al gomito e nella parte inferiore una sottana sui toni del marrone.

Approfondimento Eva Morandi 18/04/2020

ABBIGLIAMENTO FEMMINILE (Seicento, ceto sociale basso) Luigi Miradori, Nascita della Vergine, Seicento, Cremona.

In questo Olio su tela, possiamo osservare delle donne di umili origini, della bassa borghesia, ma modeste, proprio come Lucia Mondella.

Queste donne sono intente a lavare un bambino appena nato.

In quest’opera possiamo notare il tipico costume del Seicento nelle donne del popolo.

L’abbigliamento femminile popolano consiste per la parte inferiore a lunghe gonne sinuose e ampie,spesso arricciate sul punto vita .

Per la parte superiore troviamo delle camicie, solitamente di colore bianco, o colori in contrasto, un corpetto posto sopra la camicia, solitamente attillato, con allacciatura posta sul davanti.

La calzatura si compone di calze di ďŹ lo grosso e zoccoli, raramente si indossavano le scarpe, considerate per la festa ,gli zoccoli si portano sia con le calze sia senza .

I gioielli sono molto rari per le donne del popolo.

Le acconciature consistevano in boccoli o capelli legati sulla testa con dei semplici fermagli.

Il fazzoletto da testa si portava piegato a triangolo e annodato, durante i lavori, posato piĂš basso sulla fronte in modo da nascondere i capelli e fornire un lieve riparo e legato.

Sara De Santis 4 A MODA