Il "cambio di paradigma" di Papa Francesco: continuità o rottura nella missione della Chiesa?

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Indice Introduzione .................................................................................................. 3 Capitolo 1: Il restringimento pastorale dei ―valori non negoziabili‖ ................................................................................................. 16 Capitolo 2: Promozione dell‘agenda neomarxista e no global dei ―movi-menti sociali‖ ................................................................................... 37 Capitolo 3: Promozione dell‘agenda ―verde‖, di un governo mondiale e di una mistica ambigua della ―Madre Terra‖ ............................ 69 Capitolo 4: Promozione dell‘immigrazione e dell‘Islam ‒ Reticenza sui cristiani perseguitati in Medio Oriente .................................. 85 Capitolo 5: Indifferentismo religioso, relativismo filosofico, evoluzionismo teologico ........................................................................... 105 Capitolo 6: Una nuova morale soggettiva senza imperativi assoluti ...................................................................................................... 121 Capitolo 7: Il cambiamento di paradigma in un caso concreto: l‘accesso dei divorziati risposati alla Comunione...................................... 138 Capitolo 8: Il denominatore comune del cambiamento di paradigma: adattarsi alla Modernità rivoluzionaria e anticristiana ............................................................................................... 176 Capitolo 9: Il rovescio della medaglia: la simpatia dei poteri mondani e delle correnti anticristiane........................................................ 195 Capitolo 10: La liceità della resistenza ...................................................... 204 Conclusione............................................................................................... 223

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Introduzione Lo scorso mese di marzo il pontificato di Papa Francesco ha raggiunto l‘importante traguardo dei cinque anni, un lasso di tempo più che sufficiente perché storici, analisti e studiosi in genere possano farne un bilancio. Sebbene le prospettive di esame possano essere molto diverse, tutti concordano col fatto che si è trattato di un periodo carico di innovazioni, segnato dal costante impegno del Pontefice di presentare un‘immagine diversa dell‘istituzione da lui guidata, tanto che più d‘uno è arrivato a parlare di ―una nuova Chiesa di Francesco‖1. L‘idea di una ―nuova Chiesa‖ aleggia, in modo più o meno definito, sul recente dibattito attorno alla pertinenza dell‘applicazione del concetto di ―cambiamento di paradigma‖ alla vita bimillenaria dell‘istituzione fondata da Nostro Signore Gesù Cristo. Nella sua accezione tradizionale, un paradigma è un esempio o un modello da seguire2. Nel campo della filosofia delle scienze, l‘espressione ―cambiamento di paradigma‖ – traduzione di paradigm 1

Cfr. ad esempio il libro La nuova chiesa di papa Francesco, di J. M. Kraus, Ed. Moralia, così come i titoli dei quotidiani La Repubblica del 14-03-2013 (http://www.acidigital.com//imagespp/prensaitalianafrancisco.jpg) e La Razón (Spagna) del 13-03-2017 (https://www.larazon.es/religion/la-nueva-iglesia-del-papa-franciscoEK14699739 ). La stessa idea è espressa, con altre parole, dal Washingon Post del 2409-2017 (https://www.washingtonpost.com/news/made-by-history/wp/2017/09/24/howpope-francis-has-fundamentally-reshaped-the-catholic-church/?utm_term=.8f70db361778) e dall‘edizione del 12-03-2018 del North Jersey (https://www.northjersey.com/story/opinion/contributors/2018/03/12/five-years-popefrancis-framing-new-church-opinion/417177002/). 2

https://www.dicio.com.br/paradigma/.

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shift, impiegata dal fisico e filosofo americano Thomas Kuhn nel suo saggio Struttura delle Rivoluzioni Scientifiche – è passata a significare un nuovo sistema di modello concettuale che riorienta totalmente lo sviluppo successivo delle ricerche3. Adottato dal linguaggio comune e al di fuori dell‘ambito scientifico, un ―cambiamento di paradigma‖ indica, secondo il noto scrittore George Weigel, ―un drammatico, repentino e inatteso cambio del pensiero umano – e pertanto qualcosa come un nuovo inizio‖4. Nella storia delle scienze ci sono stati casi limite entro i quali l‘espressione ―cambiamento di paradigma‖ può essere accettata5 e ve ne 3

https://www.infopedia.pt/dicionarios/lingua-portuguesa/paradigma.

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The Catholic Church Doesn‟t Do “Paradigm Shifts”(

https://www.firstthings.com/web-exclusives/2018/01/the-catholic-church-doesnt-doparadigm-shifts). Nelle pagine di Avvenire, quotidiano di proprietà dell‘episcopato ita-

liano, Andrea Lavazza insiste nello stesso senso: ―È entrata nell‘uso comune l‘idea di cambio di paradigma. L‘espressione è stata coniata per indicare un passaggio radicale del modo di affrontare un problema scientifico. In una fase tutti i ricercatori sono concordi su un nucleo di conoscenze e metodi, e lavorano con essi senza scossoni, con piccoli progressi. Quando però emergono una serie di anomalie nella teoria dominante, essa va in crisi e si assiste a una fase rivoluzionaria che conduce al mutamento del paradigma condiviso‖. Cfr. https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/cambio-di-paradigma. 5

La versione originale è certamente inaccettabile. Thomas Khun descrisse se stesso come un ―Kantiano post-Darwiniano‖. Come Kant, egli credeva che la mente è incapace di mettere ordine nelle esperienze sensoriali senza nessun tipo di paradigma a priori. Ma mentre Kant e Darwin pensavano che tutta l‘umanità nasce più o meno con lo stesso paradigma innato, Khun sosteneva che i paradigmi degli uomini mutano continuamente assieme alla loro cultura. ―Gruppi diversi, o lo stesso gruppo in una occasione diversa, possono avere esperienze differenti e pertanto, in un certo senso, vivere in mondi diversi‖, diceva. Per la loro comune eredità biologica, gli uomini possono dare alcune risposte comuni a esperienze simili, ma tutto ciò che, nell‘esperienza umana, è universale e trascende una cultura e la storia, è ―ineffabile‖, perché, a suo parere, il linguaggio ―non è uno strumento universale‖. Così i concetti di verità ed errore sono validi, e persino necessari, soltanto all‘interno di un determinato paradigma. Il risultato è che, in qualsiasi campo, la scienza è incapace di raggiungere la verità assoluta, perché la realtà è inconoscibile (cfr. John Horgan, ―What Thomas Kuhn Really Thought about Scientific „Truth‘‖ in Scientific American, in

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saranno ancora. Ma pensare a un nuovo modello concettuale per la Chiesa fondata da Gesù Cristo – che ha ricevuto in deposito la Rivelazione divina, il cui contenuto immutabile è stato esplicitato da un Magistero costante e coerente di venti secoli – è quantomeno impresa molto audace. È stato tuttavia lo stesso Papa Francesco a usare l‘espressione nella recente Costituzione dedicata all‘insegnamento universitario cattolico, in cui ha auspicato un ―mutamento radicale di paradigma‖ che possa ispirare una ―coraggiosa rivoluzione culturale‖ nella formazione accademica cattolica6. Concetti come ―rivoluzione culturale‖ e ―cambiamento di paradigma‖ in se stessi fanno venire in mente l‘idea di rottura o di discontinuità nei confronti di modelli precedenti. Nel campo religioso il concetto viene oggi applicato soprattutto alla teologia e a una delle sue componenti, che è la dottrina sociale della Chiesa7, toccando dunque il modo in cui il cattolicesimo si rapporta con la società contemporanea nei più diversi campi, dalle scienze in genere all‘economia, dalla politica alla diplomazia. In tutti questi ambiti, secondo una nutrita schiera di vescovi e studiosi non sprovvisti di potere, un ―cambiamento di paradigma‖ sarebbe necessario. https://blogs.scientificamerican.com/cross-check/what-thomas-kuhn-really-thought-aboutscientific-truth/ ). Non per nulla il suo pensiero è stato adottato dalla corrente ―deco-

struzionista‖, antiscientifica e assolutamente relativista del Post-moderno (cfr. Marcel Kuntz, ―The postmodern assault on science: If all truths are equal, who cares what science has to say?‖ in https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3463968/). 6

Cfr. Esortazione apostolica Veritatis gaudium in

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_constitutions/documents/papafrancesco_costituzione-ap_20171208_veritatis-gaudium.html. 7

Sul fatto che la dottrina sociale cattolica derivi dalla teologia e in specie dalla teologia morale, cfr. Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis, n° 41 (http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jpii_enc_30121987_sollicitudo-rei-socialis.html ) e Centesimus Annus, n°55 (http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jpii_enc_01051991_centesimus-annus.html ).

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In tale contesto, sono innumerevoli i fedeli che, levando la propria voce o restando in un silenzio perplesso, si domandano dove sta andando la Chiesa e che prospettive si aprono al termine del primo quinquennio dell‘attuale pontificato. Vi è una preoccupazione diffusa che un cambiamento simile metta a rischio uno dei fondamenti della Chiesa, cioè la sua unità. Di fatto, come vedremo più avanti, il dibattito nei confronti del cambiamento di paradigma è indicativo di una crescente e profonda divisione negli ambienti cattolici, a dispetto del gran parlare che si fa sulla legittima diversità, sul carattere poliedrico della realtà ecclesiale, sul dialogo e sull‘ascolto in seno alla Chiesa. Del resto, come sarebbero possibili il dialogo e l‘ascolto se persino il significato delle parole è radicalmente mutato in vista della ―conversione pastorale del linguaggio‖8 originata dallo stesso e tanto propagandato ―cambio di paradigma‖? Tra i numerosi studi, conferenze e articoli riguardanti il ―cambiamento di paradigma‖ in corso nella Chiesa, ci soffermiamo su un caso emblematico, poiché coinvolge due personalità ecclesiastiche di notevole rilievo e riguarda il dibattito scoppiato dopo la proposta, avanzata dal cardinale Walter Kasper nel concistoro del febbraio 20149, di far accedere ai sacramenti i divorziati civilmente risposati. Un dibattito che a tutt‘oggi continua. Ci riferiamo, da un lato a una conferenza tenuta il 9 febbraio 2018 a Cambridge, Inghilterra, dall‘arcivescovo di Chicago, il cardinale Blase Cupich, con l‘espressivo titolo La Rivoluzione della misericordia di Pa8

Cfr. Guido Vignelli, Una Rivoluzione pastorale – Sei parole talismaniche nel dibattito sinodale sulla famiglia, ed. Tradizione Famiglia Proprietà, Roma 2016, p. 13 (http://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2016/07/UNARIVOLUZIONE-PASTORALE-Guido-Vignelli.pdf) 9

Cfr. Sandro Magister, ―Kasper cambia il paradigma, Bergoglio applaude‖ in http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350729ffae.html?sp=y.

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pa Francesco: Amoris laetitia come un nuovo paradigma della cattolicità10 e dall‘altro all‘articolo scritto dieci giorni dopo per la rivista americana First Things dal Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Müller, col non meno significativo titolo Sviluppo o corruzione? 11. La divergenza tra i due è totale. Il cardinale arcivescovo di Chicago difende la necessità di un cambiamento di paradigma ―niente meno che rivoluzionario‖ nel modo di considerare il rapporto tra la dottrina morale e la prassi pastorale, al fine di rispondere positivamente, secondo il desiderio di Papa Francesco, agli appelli che emergono dalle ―situazioni‖ degli uomini di oggi. Per il cardinale americano, tale cambiamento consiste soprattutto in un‘inversione dei fattori: la dottrina e la legge devono essere subordinate alla vita vissuta dell‘uomo contemporaneo. La Chiesa non insegna, ma impara dalla realtà sociale e la accompagna nelle sue diverse situazioni, senza la pretesa di voler imporre una ―raccolta di verità astratte e isolate‖. Il cambiamento di paradigma consiste anche nel comprendere che Dio è presente e si auto-rivela persino in situazioni che la Chiesa finora definiva come peccaminose12. Alla voce del porporato statunitense, molto rilevante per via del suo incarico, si uniscono quelle di numerosi altri prelati, teologi e studiosi di spicco che prima e dopo di lui hanno salutato e salutano con entusiasmo il cambiamento di paradigma come un‘autentica rifondazione della Chiesa, una sua profonda reinterpretazione, una rilettura delle Scritture e

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Cfr. Pope Francis‟ Revolution of Mercy: Amoris Laetitia as a New Paradigm of Catholicity in https://www.vhi.st-edmunds.cam.ac.uk/resources-folder/paperspresentations/cupich-annual-lecture-2018. 11

Cfr. Development or Corruption? in https://www.firstthings.com/webexclusives/2018/02/development-or-corruption. 12

Cfr. Luis Solimeo, Cardinal Cupich‟s Modernist Concepts (http://www.tfp.org/cardinal-cupichs-modernist-concepts/).

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del Vangelo, una nuova concezione della sua missione di salvezza alla luce di quanto Dio starebbe rivelando agli uomini contemporanei attraverso le attuali condizioni della società. Agli antipodi rispetto alla prospettiva del cardinale Blase Cupich troviamo prelati e teologi i quali, pur ammettendo la legittimità del cambiamento di paradigma in campi come la scienza, la politica o l‘economia, sostengono che esso diventa inaccettabile se applicato all‘interpretazione della sostanza degli articoli di fede. Fra quanti rifiutano la validità del concetto di cambio di paradigma applicato ad un insegnamento o disciplina costanti della Chiesa spicca la figura del cardinale Gerhard Müller, fino al 2017 Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale ricorda, nel suo articolo su First Things, che ― ‗Gesù Cristo é sempre lo stesso: ieri, oggi e per tutta l‘eternità‘ (Eb 13, 8) – questo è, al contrario, il nostro paradigma, che non cambieremo per nessun altro. Perché ‗nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo‘ (1 Cor 3, 11)‖. Il teologo tedesco spiega che è possibile e persino necessario crescere nella comprensione concettuale e intellettuale delle verità di fede, con nuove esplicitazioni e approfondimenti, ma non è possibile alterare nulla della sua sostanza. A suo avviso, i promotori del cambiamento di paradigma cadono nell‘errore del Modernismo e persino dello Gnosticismo, perché introducono ―un principio interpretativo inusitato per dare un orientamento completamente diverso a tutto l‘insegnamento della Chiesa‖, in un‘operazione che coprendosi col pretesto di una svolta pastorale, in realtà nasconde una capitolazione davanti alla vecchia tentazione di adattarsi alla mentalità imperante nel mondo. Del resto, secondo il cardinale Müller, nella Chiesa l‘autentica crescita della comprensione della Rivelazione di Dio ―non avviene a causa di qualsiasi esigenza naturale e non ha nulla a che vedere con la fede liberale nel progresso‖. -8-


Il porporato ricorda inoltre che ―l‘autorità del magistero papale si basa sulla continuità con gli insegnamenti dei Papi precedenti‖. Se così non fosse, l‘autorità del Papa (di qualunque Papa) e del Magistero della Chiesa perderebbero ogni credibilità: come sarebbe infatti possibile garantire che un cambiamento di paradigma operato oggi non sia domani ritenuto superato e non più valido? Il cardinale tedesco è dunque categorico nell‘asserire che ―chi parla di una svolta copernicana nella teologia morale, che trasformi una violazione diretta dei Comandamenti di Dio in lodevole decisione di coscienza, si esprime evidentemente contro la fede cattolica‖. Se in questo consiste il cambiamento di paradigma, allora, afferma il cardinale, ―opporsi è un dovere di coscienza‖ per i fedeli, in conformità con l‘insegnamento di San Paolo nella lettera ai Galati (2, 11) e con il commento che Padri e Dottori della Chiesa, come Sant‘Agostino e San Tommaso d‘Aquino, fecero di questo passo. L‘alto profilo di questi due esponenti dalle posizioni contrastanti circa un eventuale cambio di paradigma nella teologia morale e nella disciplina pastorale della Chiesa ci permette di comprendere l‘estrema importanza della posta in gioco. Tuttavia, chi conosce la realtà della vita cattolica odierna sa che questa divergenza va molto oltre la questione dell‘accesso ai sacramenti da parte dei divorziati civilmente risposati, giacché l‘idea di cambiamento di paradigma echeggia anche nelle polemiche sulla validità e priorità di altri insegnamenti e pratiche della Chiesa. Tale idea ispira ad esempio la rilettura ―responsabile‖ dell‘enciclica Humanae vitae – col pretesto dei problemi socio-demografici e della salvaguardia del pianeta –, così come il rapido processo per cui, in pochi anni, si è passati dai timidi inviti ad apprezzare i ―valori di mutua solidarietà‖ presenti nella pratica omosessuale, alla sempre più insistente proposta di cerimonie di benedizione o funerali in chiesa per le coppie omosessuali.

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Allo stesso modo, fino a cinque anni fa il Magistero pontificio dichiarava ―non negoziabile‖ la posizione cattolica su temi come la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, il prioritario diritto dei genitori a educare i loro figli, o il matrimonio riservato a persone di sesso diverso. E riaffermava con fermezza che i fedeli devono mantenere una postura univoca nei confronti di questi principi, perché attengono direttamente alla coerenza tra fede e vita. Al contrario, lo stesso Magistero lasciava spazio alla valutazione della coscienza ben formata dei laici circa il giudizio su questioni puramente temporali che comportano pareri tecnici e conoscenze specifiche13. Oggi tale impostazione non sembra più valida, vittima di un cambiamento di paradigma. Mentre da una parte sono noti il silenzio, la freddezza, talvolta persino una non molto velata ostilità verso quanti si consacrano alla difesa della sacralità della vita umana innocente dal concepimento alla morte naturale o verso quanti si oppongono pubblicamente alle unioni civili omosessuali – doveri non negoziabili per ogni cattolico – dall‘altra è palese il prestigio conferito a quanti si occupano del fenomeno migratorio secondo un criterio di apertura indiscriminata o a quanti promuovono come dogma la tesi del riscaldamento globale, questioni per le quali la Chiesa non ha ricevuto una missione specifica da Cristo. Duole dirlo, ma molte volte lo spazio negato ai figli della Chiesa fedeli al Magistero perenne è concesso a personalità acattoliche e persino ostili ai suoi insegnamenti morali.

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Cfr. Stefano Fontana, Così si cambia la Dottrina sociale della Chiesa in

http://www.libertaepersona.org/wordpress/2017/08/cosi-si-cambia-la-dottrina-sociale-dellachiesa/ e Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale su alcune questioni

relative alla partecipazione e al comportamento dei cattolici nella vita politica, in http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_200 21124_politica_po.html.

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Questo fenomeno di cambiamento di paradigma, in apparenza puramente teorico, ha innegabilmente una ripercussione nella vita concreta delle parrocchie, e non solo fra i militanti pro-vita o pro-famiglia. I fedeli comuni, da messa domenicale, si sentono disorientati come mai prima e tendono ad esprimere un crescente disinteresse, quando non addirittura un manifesto malessere, davanti a certe situazioni oggi diffuse nella Chiesa. Da ciò risulta una trasformazione paradossale, sempre più palese agli occhi di tutti: in passato, nonostante l‘ostilità alla Chiesa di correnti atee e mondane, i templi erano pieni; oggi che quelle stesse correnti ostili applaudono le innovazioni introdotte da Papa Francesco, le chiese si svuotano. In questo modo, la ―rivoluzione pastorale‖ iniziata nell‘attuale pontificato non è discutibile solo sul piano teorico, ma si sta dimostrando rovinosa nella pratica, portando al parossismo il misterioso processo di autodemolizione al quale si riferì mezzo secolo fa Papa Paolo VI nella sua celebre Allocuzione ai membri del Pontificio Seminario Lombardo, il 7 dicembre 196814. * * * Lo scopo di questo lavoro è circoscritto. Pretende infatti di stilare un elenco delle prese di posizione di Papa Francesco che rivelano un cambiamento di paradigma nei confronti del Magistero perenne della Chiesa solo in quei temi che riguardano più direttamente i laici ed in particolare quelli che combattono per la permanenza degli insegnamenti del Vangelo nella vita pubblica dei loro rispettivi Paesi. Rimangono pertanto 14

http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/speeches/1968/december/documents/hf_pvi_spe_19681207_seminario-lombardo.html

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escluse appositamente tematiche di per sé più importanti, anch‘esse oggetto di controversia, ma che riguardano la struttura stessa della Chiesa Cattolica e i suoi dogmi fondamentali e che, pertanto, oltrepassano di molto il campo visuale e la conoscenza della maggioranza dei fedeli. Questo lavoro non pretende nemmeno di svolgere un‘analisi dottrinale approfondita di ognuno dei temi trattati, ma semplicemente un bilancio commentato, a mo' d‘inventario, delle dichiarazioni e iniziative dell‘attuale Pastore Supremo che più lacerano il sensus fidei del suo gregge. Da una parte, infatti, tale analisi approfondita esigerebbe praticamente un volume per ogni argomento e renderebbe difficile avere una visione d‘insieme che consenta di svolgere una valutazione sommaria di questi primi cinque anni di governo di Papa Francesco15. Dall‘altra, andrebbe oltre le competenze dell‘autore di queste pagine, che non è un accademico, ma ha soltanto seguito con interesse i dibattiti sorti nella Chiesa Cattolica in questi ultimi cinque decenni e ha svolto ricerche circostanziate su alcune delle tematiche messe a fuoco. Discepolo di Plinio Corrêa de Oliveira16 (1908-1995) e militante sin dalla prima giovinezza nelle fila del movimento da lui ispirato e animato per la difesa dei tre valori basilari della civiltà cristiana – Tradizione, Famiglia e Proprietà17 – fa sue le parole del grande maestro della Contro-Rivoluzione e strenuo paladino della Cattedra di Pietro, davanti 15

In questo lavoro, destinato originariamente a una divulgazione elettronica, i riferimenti delle citazioni corrispondono alle pagine web della rispettiva pubblicazione nella data di conclusione dello stesso, eccettuando i pochi casi in cui una citazione non si trova in internet. 16

Per una visione d‘insieme sulla vita, pensiero ed opera di Plinio Corrêa de Oliveira, cfr. Roberto de Mattei, Il Crociato del secolo XX, Piemme, Casale Monferrato 1996. 17

Per un riassunto della storia della TFP brasiliana e delle associazioni analoghe nei cinque continenti cfr. Um homem, uma obra, uma gesta – Homenagem das TFPs a Plinio Corrêa de Oliveira (http://www.pliniocorreadeoliveira.info/Gesta_0000Indice.htm).

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alla misteriosa eclissi che già subiva il Papato negli anni Settanta, e che oggi non fa che oscurarsi di più: ―Non è con il mio entusiasmo dei tempi giovanili che oggi mi pongo davanti alla Santa Sede. È con un entusiasmo ancora più grande, molto più grande. Perché man mano che vado avanti pensando e guadagnando esperienza, vado comprendendo e amando di più il Papa e il Papato. E sarebbe precisamente così anche se mi trovassi – ripeto – esattamente nelle circostanze che il Sr. Jeroboão Cândido Guerreiro dipinge18. ―Mi ricordo ancora delle lezioni di catechismo nelle quali mi spiegarono il Papato, la sua istituzione divina, i suoi poteri, la sua missione. Il mio cuore di bambino (avevo allora 9 anni) si riempì di ammirazione, di rapimento, di entusiasmo: avevo trovato l‘ideale al quale mi sarei dedicato per tutta la vita. Da allora l‘amore a questo ideale non ha fatto che crescere. E chiedo qui alla Madonna che lo accresca sempre di più in me fino al mio ultimo sospiro. Voglio che l‘ultimo atto del mio intelletto sia un atto di fede nel Papato. Che il mio ultimo atto di amore sia un atto di amore al Papato. Poiché così morirei nella pace degli eletti, ben unito a Maria mia Madre e per mezzo di Lei a Gesù, mio Dio, mio Re e mio Redentore buonissimo. ―E questo amore al Papato, Sr. Jeroboão, in me non è un amore astratto. Include un amore speciale alla sacrosanta Persona del Papa, che sia quello di ieri, di oggi o di domani. Amore di venerazione. Amore di obbedienza.

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Si tratta di un corrispondente immaginario che ironicamente metteva in contrapposizione due fatti concomitanti: la condiscendenza di Paolo VI verso un pugno di progressisti cattolici che avevano consegnato in Vaticano un documento di protesta e il suo diniego a persino accusare ricevuta della sottoscrizione promossa dalle TFP che chiedeva misure contro l‘infiltrazione comunista nella Chiesa, la quale aveva raccolto 1.600.368 adesioni di cattolici.

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―Sì, insisto: di obbedienza. Voglio dare a ogni insegnamento di questo Papa, come dei suoi Predecessori e Successori, tutta quella misura di adesione che la dottrina della Chiesa mi prescrive, tenendo per infallibile quello che essa comanda di tenere per infallibile, e per fallibile quello che insegna essere fallibile. Voglio obbedire agli ordini di questo o di qualunque altro Papa in tutta la misura in cui la Chiesa comanda che sia ubbidito. Cioè, non le sovrappongo mai la mia volontà personale, né la forza di alcun potere terreno, e solo, assolutamente solo negando obbedienza a un ordine del Papa che comportasse eventualmente un peccato. Poiché in questo caso estremo, come insegnano — citando l‘Apostolo San Paolo — tutti i moralisti cattolici, è necessario porre sopra tutto la volontà di Dio. ―È quello che mi hanno insegnato nelle lezioni di catechismo. È quello che ho letto nei trattati che ho studiato. Così penso, così sento, così sono. E di tutto cuore‖19. È con queste stesse convinzioni e sentimenti che invito il lettore a intraprendere la via dolorosa degli avvenimenti descritti e documentati di seguito, che hanno segnato i cinque anni di pontificato dell‘attuale Successore di Pietro da quando, il 13 marzo 2013, si è insediato sulla sua Cattedra. Non senza prima ringraziare la preziosa collaborazione dei miei fratelli di ideale, Juan Miguel Montes, Samuele Maniscalco e Federico Catani, nella raccolta dei documenti e nella redazione finale del testo. Che la Madonna – il cui Cuore sapienziale e immacolato ha conservato tutta la fede dell‘umanità tra la Morte e la Risurrezione del suo divino Figlio – voglia concedere ai lettori il rafforzamento della fede nell‘indefettibilità della Chiesa e della speranza nel risollevamento glo19

Plinio Corrêa de Oliveira, ―A Perfeita alegria‖, Folha de S. Paulo, 12-07-1970 (https://www.atfp.it/rivista-tfp/2018/258-marzo-2018/1413-la-perfetta-gioia)

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rioso del Papato. E, in secondo luogo, la sua indulgenza per i limiti di questo lavoro. Saint-Sauveur Marville, Sabato Santo 2018

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Capitolo 1

Il restringimento pastorale dei “valori non negoziabili” Dall‘inizio del suo pontificato, Francesco ha voluto abbandonare il precedente paradigma riguardo alla battaglia in difesa dei principi non negoziabili, stabilendo altre priorità. I pronunciamenti forti su tematiche etiche – che senza dubbio esistono – abitualmente non arrivano nel momento opportuno, come se si volesse evitare qualsiasi eventuale scontro con l‘establishment. Di conseguenza, le dichiarazioni papali su tali tematiche sembrano fuori contesto e sono quasi sempre ignorate dai media. A partire dagli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II1 e durante tutto il pontificato di Benedetto XVI2, la Santa Sede ha sollecitato i 1

Cfr. particolarmente la ―Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica‖ della Congregazione per la Dottrina della Fede (21 novembre 2002), che afferma: ―Quando l‘azione politica viene a confrontarsi con principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l‘impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l‘essenza dell‘ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona. È questo il caso delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia (...). Analogamente, devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso (…). Così pure la garanzia della libertà di educazione ai genitori per i propri figli è un diritto inalienabile, riconosciuto tra l‘altro nelle Dichiarazioni internazionali dei diritti umani‖. (Cfr. http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_200 21124_politica_it.html ).

Cfr. anche la lettera del cardinale Joseph Ratzinger al presidente della Conferenza episcopale statunitense (luglio 2004), riguardante l‘obbligo di negare la comunione ad autorità e legislatori che cooperino formalmente al male promuovendo l‘aborto e l‘eutanasia o votando la loro legalizzazione, nella quale si dice che ―non tutte le que-

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cattolici a difendere prima di tutto ciò che convenzionalmente si è usato chiamare ―valori non negoziabili‖3, così descritti da Papa Ratzinger nel suo discorso ai partecipanti ad un congresso promosso dal Partito Popolare Europeo: ―Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l'interesse principale dei suoi interventi nell‘arena pubblica è la tutela e la promozione della dignità della persona e quindi essa richiama consapevolmente una particolare attenzione su principi che non sono negoziabili. Fra questi ultimi, oggi emergono particolarmente i seguenti:  tutela della vita in tutte le sue fasi (...)  riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio (...)

stioni morali hanno lo stesso peso morale che l‘aborto e l‘eutanasia‖ (http://www.ewtn.com/library/curia/cdfworthycom.htm). 2

―D‘altro canto, ciascun cattolico, anzi, in verità, ogni uomo, è chiamato ad agire con coscienza purificata e con cuore generoso per promuovere in maniera decisa quei valori che spesso ho definito come ‗non negoziabili‘‖ (Cfr. Discorso di Papa Benedetto XVI ai partecipanti all‘assemblea di Caritas Internationalis, 27 maggio 2011, in https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2011/may/documents/hf_benxvi_spe_20110527_caritas.html). 3

L‘espressione è stata coniata nell‘Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis (22 febbraio 2007), in cui Benedetto XVI, trattando la questione della ―coerenza eucaristica‖ mediante la testimonianza pubblica della propria fede, dice che essa ―si impone con particolare urgenza nei confronti di coloro che, per la posizione sociale o politica che occupano, devono prendere decisioni a proposito di valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme. Tali valori non sono negoziabili‖ (http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/apost_exhortations/documents/hf_benxvi_exh_20070222_sacramentum-caritatis.html).

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 tutela del diritto dei genitori di educare i propri figli‖4.

Papa Francesco: “Non ho mai capito l’espressione ‘valori non negoziabili’” La priorità della difesa di queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili è stata esplicitamente abbandonata da Papa Francesco, il quale ha dichiarato – soprattutto nel manifesto programmatico del suo pontificato, ovvero l‘intervista al direttore della Civiltà Cattolica p. Antonio Spadaro, poi rilanciata da tutte le riviste gesuite del mondo nei rispettivi idiomi – quanto segue: ―Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. (...) Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. (...) Dobbiamo quindi trovare un nuovo equilibrio‖5. Papa Bergoglio ha ribadito questa tesi nel primo anniversario della sua ascesa al trono pontificio, in un‘intervista al direttore del Corriere della Sera: ―Non ho mai compreso l‟espressione „valori non negoziabili‟. I valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita di una mano6 ve 4

https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2006/march/documents/hf_benxvi_spe_20060330_eu-parliamentarians.html. 5

https://www.laciviltacattolica.it/wp-content/uploads/2013/09/SPADARO-INTERVISTAPAPA-PP.-449-477.pdf. 6

In questa citazione l‘analogia è scorretta, perché i fisioterapeuti affermano che di fatto esiste una gerarchia nell‘utilità delle dita della mano. ―Gerarchia delle dita -- Pollice: È stato sempre considerato il dito più importante della mano. Interviene tanto nelle pressioni di forza, quanto nelle prese di precisione. (…) Indice: È un elemento primordiale nelle pressioni fini, policidigitali. (…) Medio: È poco importante dal pun-

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ne sia una meno utile di un‘altra‖7. E anche nella sua prima esortazione apostolica Evangelii gaudium, dove – delineando una visione d‘insieme della realtà contemporanea e delle sfide che presenta per l‘azione evangelizzatrice della Chiesa – ha messo in pratica il ―nuovo equilibrio‖, parlando estesamente e in termini emotivi dell‘economia di esclusione, dell‘idolatria del denaro, della disuguaglianza sociale, del secolarismo e dell‘urbanizzazione, ma menzionando solo di sfuggita e con ritrosia l‘aborto e la famiglia8.

to di vista funzionale quando è distale, eccetto per la scrittura e per la prensione multipolpare sferica, ma è molto scomodo se è prossimo, visto che provoca la fuga degli oggetti piccoli. (…) Mignolo: È essenziale in tutte le prensioni di forza. È impossibile utilizzare un martello senza bloccare lo strumento con le ultime due dita. (…) Anulare: È essenziale nelle prensioni di forza, ma è quello che meno scomoda nelle amputazioni ‖ (Cfr. J. Delprat, S. Ehrler, M. Romain, J. Xenard, ―Studio della prensione‖, https://fr.scribd.com/document/106460939/05-Estudio-de-La-Prension). 7

http://www.corriere.it/cronache/14_marzo_04/vi-racconto-mio-primo-anno-papa90f8a1c4-a3eb-11e3-b352-9ec6f8a34ecc.shtml. 8

Lo stesso pensiero è stato ripreso nell‘Esortazione apostolica Gaudete et exsultate, pubblicata a cinque anni esatti dall‘inaugurazione del suo ministero petrino. Al n. 101 Papa Francesco scrive: ―Nocivo e ideologico è anche l‘errore di quanti vivono diffidando dell‘impegno sociale degli altri, considerandolo qualcosa di superficiale, mondano, secolarizzato, immanentista, comunista, populista. O lo relativizzano come se ci fossero altre cose più importanti o come se interessasse solo una determinata etica o una ragione che essi difendono. La difesa dell‘innocente che non è nato, per esempio, deve essere chiara, ferma e appassionata [...]. Ma ugualmente sacra è la vita dei poveri che sono già nati, che si dibattono nella miseria, nell‘abbandono, nell‘esclusione, nella tratta di persone, nell‘eutanasia nascosta dei malati e degli anziani privati di cura, nelle nuove forme di schiavitù, e in ogni forma di scarto‖. E al n. 102 ribadisce: ―Spesso si sente dire che, di fronte al relativismo e ai limiti del mondo attuale, sarebbe un tema marginale, per esempio, la situazione dei migranti. Alcuni cattolici affermano che è un tema secondario rispetto ai temi „seri‟ della bioetica. Che dica cose simili un politico preoccupato per i suoi successi si può comprendere, ma non un cristiano, a cui si addice solo l‘atteggiamento di mettersi nei panni di quel fratello che rischia la vita per dare un futuro ai suoi figli‖ (Cfr. http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papafrancesco_esortazione-ap_20180319_gaudete-et-exsultate.html).

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Senza dubbio, lungo il suo pontificato, Francesco ha parlato occasionalmente in difesa del diritto alla vita, del matrimonio come unione di un uomo e di una donna e dei diritti dei genitori; ma tali dichiarazioni vengono distillate al ritmo e con la misura che avrebbero se uscissero da un contagocce, nonché contraddette da iniziative pratiche che le privano di gran parte dell‘efficacia pastorale che dovrebbero avere. Ecco alcuni esempi.

Vicinanza con i promotori della demolizione dei valori non negoziabili Innumerevoli sono state le dimostrazioni di vicinanza e simpatia umana, persino di elogi, di Papa Francesco nei confronti di Marco Pannella9 e Emma Bonino10, leader del Partito Radicale e principali promotori dell‘approvazione legale in Italia del divorzio, della contraccezione e 9

―Fra i più longevi attori della scena politica italiana, negli ultimi cinque decenni abbracciò e visse come protagonista praticamente tutte le battaglie civili combattute nel Paese: da quelle per il divorzio e l‘aborto degli anni ‘60 e ‘70 fino alle più recenti per la depenalizzazione della droga, contro l‘accanimento terapeutico, per il diritto all‘eutanasia e in difesa dei diritti dei carcerati‖ (Sandro Iannaccone, Addio a Marco Pannella. Ecco la sua storia https://www.wired.it/attualita/politica/2016/05/19/chi-eramarco-pannella/). 10

―Nostra Signora delle Battaglie (sic!) (…) Emma Bonino da oltre trent'anni si occupa di politica con metodi che spesso hanno suscitato controversie. La sua carriera è infatti iniziata verso la metà degli anni ‗70 con la lotta per la legalizzazione dell‘aborto in Italia e successivamente per l'affermazione del divorzio e la legalizzazione delle droghe leggere. (...) Le posizioni espresse da Emma Bonino raramente sono concilianti ed anzi spesso fanno a pugni con quella che si vorrebbe sia la sensibilità comune, specie in un paese come l‘Italia. Ad esempio, di recente si è opposta al Vaticano per la decisione della Chiesa cattolica contro la sperimentazione sulle cosiddette cellule staminali (che darebbero speranza di guarigione a persone affette da diverse patologie), manifestando davanti a S. Pietro con cartelli contenenti slogan da qualcuno ritenuti blasfemi come "No Taliban. No Vatican'" (in https://biografieonline.it/biografia-emmabonino).

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della fertilizzazione in vitro, dell‘aborto, dell‘eutanasia e delle unioni civili omosessuali. Papa Bergoglio ha telefonato al primo in ospedale, subito dopo un‘operazione, e gli ha dato appoggio nella sua campagna di critica al sistema carcerario11. Poco dopo il suo decesso, l‘arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e molto noto per la sua vicinanza al Papa, ha definito la morte di Pannella ―una grande perdita per questo nostro Paese‖, per essere stato ―ispiratore di una vita più bella non solo per l‘Italia, ma per questo nostro mondo, che ha bisogno più che mai di uomini che sappiano parlare come lui‖12. Francesco ha telefonato anche a Emma Bonino, divenuta celebre negli anni Settanta per aver praticato clandestinamente aborti e aver pubblicato la foto di uno di essi in un settimanale, al fine di promuoverne la legalizzazione. Il Papa ha parlato con lei di immigrati, di povertà e di naufragi di migranti nel Mediterraneo13 e, più tardi, in una intervista con Massimo Franco del Corriere della Sera, l‘ha citata, assieme all‘expresidente della Repubblica e storico dirigente comunista Giorgio Napolitano, ―tra i grandi dell‘Italia di oggi‖, per essere ―la persona che conosce meglio l‘Africa‖, e aggiungendo: ―Mi dicono: è gente che la pensa in modo molto diverso da noi. Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno‖14. In seguito, ha concesso alla citata leader femminista e abortista un‘udienza privata, incentrata ―soprattutto sui

11

http://www.repubblica.it/politica/2014/04/25/news/papa_pannella_sciopero_sete84450161/ 12

http://www.iltimone.org/35739,News.html.

13

http://www.repubblica.it/politica/2015/05/02/news/bonino_papa_francesco_mi_ha_telefon ato_per_chiedermi_come_sto_-113373754/. 14

http://www.corriere.it/cronache/16_febbraio_08/francesco-il-mio-abbraccio-fratelliortodossi-739bf6ee-cdf6-11e5-9bb8-c57cba20e8ac.shtml.

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temi dei flussi migratori, dell'accoglienza ai migranti e della loro integrazione‖15. Certamente ispirato dai gesti di Papa Francesco in favore di Emma Bonino, il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe le ha aperto le porte dello storico santuario di Capodimonte per un comizio politico previo alle elezioni parlamentari del 201816. Purtroppo, questa non è stata l‘unica chiesa in Italia ad ospitare gli interventi dell‘attivista politica. Allo stesso modo, nel mondo cattolico ha destato perplessità il fatto che la Santa Sede abbia concesso la croce dell‘Ordine di San Gregorio Magno alla ex ministro olandese Lilianne Ploumen, nota per il suo sostegno all‘aborto e alle rivendicazioni della lobby LGBT17. Ed è stata ugualmente sconcertante la pubblicità offerta dal quotidiano Avvenire, proprietà dell‘episcopato italiano, a Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle e noto sostenitore di aborto ed eutanasia, precisamente nel momento in cui i parlamentari del suo movimento stavano appoggiando alla Camera dei deputati il progetto di legge sul cosiddetto ―testamento biologico‖, un eufemismo per indicare l‘eutanasia. Di fatto, Avvenire ha pubblicato una lunga intervista al leader politico nello stesso giorno in cui il direttore del medesimo quotidiano concedeva 15

https://www.avvenire.it/papa/pagine/papa-riceve-in-udienza-emma-bonino.

16

Un gruppo di fedeli dell‘associazionismo pro-vita dell‘arcidiocesi ha scritto al porporato: ―Apprendiamo come alla signora Emma Bonino sia stata addirittura concesso, a scopi politici, l‘Ipogeo della Basilica dell‘Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte, uno dei cuori pulsanti della fede partenopea; proprio a colei che rivendica con orgoglio le sue decennali e purtroppo vittoriose battaglie in favore di divorzio, aborto, fecondazione artificiale e tenace sostenitrice della liberalizzazione delle droghe cosiddette leggere e della legalizzazione dell‘eutanasia, tutti istituti contrari al magistero e al catechismo della Chiesa Cattolica‖. Cfr. http://www.ilgiornale.it/news/politica/dallaborto-allaltare-radicale-bonino-fa-comizio-chiesa1495773.html. 17

http://www.lepantoinstitute.org/pope-francis/pope-francis-awards-architect-safe-abortionfund-pontifical-honor/.

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un‘intervista al Corriere della sera elogiando le sue posizioni: una simultaneità che la TV dell‘episcopato ha definito come ―l‘avvicinamento fra il Movimento 5 Stelle e il mondo cattolico‖18.

Promotori della contraccezione obbligatoria e dell’aborto invitati in Vaticano Il giorno precedente alla pubblicazione dell‘enciclica Laudato Sì, le Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali hanno ospitato un congresso sul cambiamento climatico, dove sono intervenuti l‘allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, che ha tenuto l‘intervento principale, e l‘economista americano Jeffrey Sachs, uno dei consulenti dell‘ONU per il cosiddetto ―sviluppo sostenibile‖ – ovvero un modello di sviluppo a basso consumo che non esaurirebbe le risorse naturali né comprometterebbe la capacità di attendere alle necessità delle future generazioni – e principale sostenitore, a livello mondiale, dell‘aborto come mezzo per ridurre la fertilità e così esercitare il controllo della popolazione. Secondo Sachs l‘aborto è una ―opzione di rischio e di costo più bassi‖ che portare una nuova vita umana nel mondo, e la sua legalizzazione ―riduce l‘indice di fertilità totale di un Paese in modo significativo‖19. Nel luglio 2015 la Pontificia Accademia delle Scienze, assieme alla Rete di Soluzioni per lo Sviluppo Sostenibile dell‘ONU, ha organizzato proprio su quest‘ultimo tema e sulla schiavitù moderna20 un simposio

18

http://www.huffingtonpost.it/2017/04/19/beppe-grillo-avvenire-san-pietro-apre-la-portaai-barbari_a_22046504/. 19

https://c-fam.org/friday_fax/quem-e-jeffrey-sachs-e-por-que-ele-estava-no-vaticano/.

20

http://unsdsn.org/news/2015/07/17/sdsn-and-pontifical-academy-of-sciences-assemblestop-mayors-to-discuss-un-sustainable-development-goals/.

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che ha visto la partecipazione dei sindaci di grandi città di tutto il mondo e i cui interventi iniziale e finale sono stati affidati a Jeffrey Sachs. Il cancelliere dell‘Accademia, mons. Marcelo Sánchez Sorondo, si è giustificato affermando che ―cooperare con o citare istituzioni e autori internazionalmente riconosciuti non significa avallare tutto quanto dicono o fanno‖, e ha aggiunto che il tema in discussione non era l‘aborto, oltre al fatto che l‘ONU non promuove l‘aborto, ma soltanto la ―salute riproduttiva‖21... In una conferenza stampa previa all‘evento, lo stesso prelato aveva dichiarato che ―vedere nelle Nazioni Unite il demonio, come qualcuno della destra tende a fare, non è la posizione della Santa Sede‖22. Nell‘ottobre del 2016 c‘è stato un nuovo incontro internazionale sullo sviluppo sostenibile e la gioventù, il cui discorso di apertura è stato pronunciato sempre dallo stesso Jeffrey Sachs. A fine febbraio 2017, le due Pontificie Accademie hanno ospitato una conferenza internazionale sull‘ambiente, in cui hanno parlato Paul Ehrlich, autore di The Population Bomb, e John Bongaarts, dirigente del Population Council, una ONG statunitense che favorisce la diffusione della contraccezione artificiale, operante dalla metà degli anni 1950. Il primo aveva precedentemente criticato la Laudato Sì per il suo mancato riconoscimento dell‘importanza della contraccezione e dell‘aborto nella lotta al cambiamento climatico, il secondo propone da molto tempo la sterilizzazione delle donne e l‘aborto come metodi contraccettivi. Il prof. Michael Pakaluk, dell‘Università Cattolica d‘America, ha asserito che ―in quel contesto, i moralisti parlerebbero di „cooperazione

21

https://www.firstthings.com/web-exclusives/2015/06/a-response-from-the-pas

22

http://www.catholicnews.com/services/englishnews/2015/bishop-says-vatican-free-towork-with-everyone-un-is-not-devil.cfm.

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formale al male‟‖, perché l‘onore dell‘invito ―può essere e sarà impiegato da queste persone per promuovere il loro messaggio‖23.

Snaturamento delle istituzioni vaticane in prima linea nella difesa dei valori non negoziabili L‘Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia è stato completamente emarginato dal primo Sinodo sulla Famiglia. Dopo il clamore suscitato da tale misura, prima del secondo Sinodo sulla Famiglia il suo vicepresidente è stato incorporato come ―consultore della Segreteria del Sinodo‖, partecipandovi con la qualifica secondaria di ―collaboratore del segretario speciale‖. L‘Istituto, fondato da Papa Wojtyla e dall‘allora mons. Carlo Caffarra, probabilmente è stato visto come un residuo, solido punto di riferimento dell‘insegnamento tradizionale della Chiesa. Pertanto, nel settembre 2017 la Lettera apostolica Summa Familiae cura24 lo ha rifondato con il nome di Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, conferendogli un orientamento completamente nuovo, finalizzato ad accompagnare il ―cambiamento antropologico-culturale che influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato‖, il quale non permette di limitarsi ―a pratiche della pastorale e della missione che riflettono forme e modelli del passato‖, ma obbliga a guardare ―con saggio realismo, alla realtà della famiglia oggi, in tutta la sua complessità, nelle sue luci e nelle sue ombre‖.

23

https://cruxnow.com/commentary/2017/02/08/inviting-enemies-church-papal-academiesrisk-perfect-storm/. 24

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/papa-francesco-motuproprio_20170908_summa-familiae-cura.html.

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Secondo l‘estimatore di Pannella, l‘arcivescovo Vincenzo Paglia, nominato Gran-cancelliere del nuovo Istituto, con questa decisione il Papa ha ampliato l‘orizzonte, passando da una prospettiva ―concentrata soltanto nella teologia morale sacramentale‖ a un‘altra che ―prende in considerazione sfide contemporanee‖25. Commentando l‘iniziativa, il direttore del sito internet ufficiale della Conferenza episcopale tedesca, sig. Thomas Jansen, ha dichiarato: ―L‘Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia era noto come un bastione di resistenza contro il programma di misericordia di Francesco. Adesso il Papa lo ha sciolto e ne ha fondato uno nuovo‖26. È stato anche sostituito il preside dell‘antico Istituto, mons. Livio Melina, noto difensore dell‘insegnamento e della pratica pastorale tradizionali. Al suo posto è stato nominato mons. Pierangelo Sequeri, membro del ristretto gruppo che ha collaborato alla redazione di Amoris laetitia27 e autore dell‘introduzione all‘edizione italiana di Amoris laetitia: un punto di svolta per la teologia morale?, opera in cui diversi accademici difendono la tesi secondo cui l‘esortazione apostolica ―rappresenta un cambiamento di paradigma per tutta la teologia morale e in modo speciale per l‘interpretazione di Humanae vitae‖28. D‘altra parte, è stata ristrutturata pure la Pontificia Accademia per la Vita (PAV), posta sotto l‘egida del suo nuovo presidente, l‘arcivescovo Vincenzo Paglia, che svolge questa carica assieme a quella di Grancancelliere del nuovo Istituto per la famiglia. Il prelato ha ricevuto dal 25

http://www.ihu.unisinos.br/78-noticias/571873-o-papa-reforma-o-instituto-sobre-omatrimonio-e-a-familia-fundado-por-wojtyla. 26

http://www.lanuovabq.it/it/la-guerra-a-giovanni-paolo-ii-dei-vescovi-tedeschi.

27

http://sinodo2015.lanuovabq.it/dicastero-per-laici-famiglia-e-vita-nomine-allinsegna-diamoris-laetitia/. 28

https://www.lifesitenews.com/news/humanae-vitae-critics-appointed-to-pontificalacademy-for-life.

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Papa dettagliate istruzioni per inquadrare le sue attività ―più chiaramente nell‘orizzonte della misericordia‖, focalizzandole nella ―difesa della dignità di tutto l‘essere umano‖, nella ―promozione della qualità della vita umana‖, in una ―autentica ecologia umana‖ e nel ―rispetto reciproco fra i sessi e le generazioni‖, perché la Chiesa possa essere un ospedale da campo ―nelle vite degli individui più minacciati dalla nuova cultura della concorrenza e dello scarto‖29. Per agevolare questo radicale cambio di orientamento, l‘arcivescovo Paglia si è affrettato ad applicare i nuovi statuti dell‘Accademia per la Vita, limitando la partecipazione dei membri a 5 anni e cancellando le antiche nomine a partire dal 31 dicembre 2016. Gli statuti prevedono che le nuove nomine siano fatte ―senza nessuna discriminazione religiosa‖ e hanno rimosso l‘obbligo per i membri di pronunciare una dichiarazione a difesa dell‘insegnamento del Magistero sul carattere sacro della vita umana30. Dalle nuove nomine, pubblicate nel giugno 2017, sono stati esclusi, fra gli altri, gli accademici Luke Gormally, Josef Seifert, John Finnis, Mercedes Wilson e Christine Vollmer, grandi difensori della sacralità della vita nei loro rispettivi ambiti di competenza, così come Thomas William Hilgers, fermo oppositore della contraccezione artificiale e della fecondazione in vitro, e Jaroslav Sturma, psicologo e psicoterapeuta che ritiene l‘omosessualità un disordine psico-affettivo. Al contrario, fra i nuovi 45 membri, il Papa ha nominato Niggel Biggar, professore di Oxford e pastore anglicano, secondo cui l‘aborto dovrebbe essere legale fino a ―18 settimane dopo il concepimento‖ e un 29

https://cruxnow.com/vatican/2016/08/18/pope-issues-marching-orders-new-pro-lifeleader/. 30

http://de.radiovaticana.va/news/2016/11/05/p%C3%A4pstliche_akademie_f%C3%BCrs_le ben_stellt_sich_neu_auf/1270358 e http://www.votocatolico.co/2017/02/papa-francisco-havaciado-la-pontificia.html.

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nascituro ―non è lo stesso di un adulto‖, quindi non merita ―lo stesso tipo di trattamento‖31, così come il rabbino prof. Avraham Steinberg, secondo il quale l‘embrione non gode di status umano prima dei 40 giorni e acquisisce un ―certo status‖ dopo, onde per cui, in certi casi, ―l‘aborto è permesso‖, il che, come egli stesso riconosce, ―è inaudito dal punto di vista cattolico32. Sono stati invece confermati la professoressa Katarina Leblanc, docente nel Karolinska Institut dove conduce ricerche con cellule staminali ottenute da embrioni sovrannumerari fecondati artificialmente33, e Angelo Vescovi, che lavora con cellule staminali adulte, ma mai si è pronunciato contro la ricerca sulle cellule embrionali, così come padre Humberto Miguel Yáñez, dell‘Università Gregoriana, secondo cui la contraccezione artificiale è talvolta lecita34 e padre Maurizio Chiodi che mai ha nascosto le sue critiche a certi insegnamenti di Humanae vitae e Donum vitae35 e il cui gruppo di studi si è unito alla campagna in favore del progetto di legge italiano che ha legalizzato l‘interruzione dell‘alimentazione e dell‘idratazione di pazienti terminali, con il pretesto del ―proporzionalismo‖ e del rispetto delle diverse religioni e visioni etiche36. Un altro nuovo membro è il teologo tedesco Gerhard Höver, che ha pubblicato un articolo nello stesso sito dell‘Accademia sostenendo che il termine ―intrinsecamente cattivo‖ è fin troppo restrittivo e non

31

http://standpointmag.co.uk/node/3990/full.

32

http://catholicherald.co.uk/news/2017/06/16/new-members-of-vatican-pro-life-academyhave-defended-abortion-and-contraception/. 33

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-lo-scandalo-della-pontificia-accademia-per-lavitapaglia-copre-i-nuovi-membri-ecco-le-prove-20202.htm. 34

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/matrimonio-e-sessualit-il-primato-della-coscienza-.

35

http://www.lanuovabq.it/mobile/articoli-accademia-dellavita-lo-spoilsystem-vaticano20149.htm. 36

http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=29701.

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riesce a riconoscere la parte di ―regolarità‖ esistente nelle situazioni ―irregolari‖37. L‘autore della principale biografia di Papa Francesco, Austen Ivereigh, ha giustificato queste nomine dicendo che ―l‘idea che la Pontificia Accademia per la Vita doveva essere un enclave per gli ideologicamente puri è stata un‘aberrazione che ha generato, in pratica, problemi senza fine. (...) Quando Papa Francesco ha riscritto gli statuti della PAV e nominato Paglia a capo dell‘Accademia, ha voluto precisamente evitare quelle situazioni in cui persone con convinzioni profondamente conservatrici potessero creare una sorta di contro-magistero, seminando confusione nei confronti di quanto insegna la Chiesa‖38. In realtà, è esattamente il contrario: sono i vecchi accademici quelli che difendono ciò che la Chiesa ha sempre insegnato, mentre l‘attuale magistero, come ripetutamente segnalato, semina confusione su quanto la Chiesa attualmente insegna. Questa situazione paradossale ha portato un gruppo di intellettuali cattolici a fondare, nel novembre 2017, l‘Accademia Giovanni Paolo II per la Vita Umana e la Famiglia, con lo scopo di riprendere gli obiettivi originali di quella creata da Papa Wojtyla e così poter ―rifiutare gli orribili mali ed errori che modellano la società moderna e che sono penetrati persino dalle porte del santuario della Chiesa, esponendo chiaramente e vivendo la verità circa la vita umana e la vita‖39.

37

http://www.academyforlife.va/content/dam/pav/documenti%20pdf/2018/01_Hoever_pdf.pdf . 38

https://cruxnow.com/commentary/2017/06/20/academy-life-no-longer-enclaveideologically-pure/. 39

https://www.lifesitenews.com/news/breaking-catholic-laity-launch-new-academy-for-lifeafter-pope-francis-gutt

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Nuova presa di posizione vaticana apre una porta all’eutanasia Anche in ciò che riguarda il fine vita, le prese di posizione di Papa Francesco stonano rispetto a quelle dei suoi immediati predecessori. Ha provocato perplessità, ad esempio, il lungo silenzio e passività della Santa Sede nel periodo, tra febbraio e luglio 2017, in cui i genitori del bambino inglese Charlie Gard lottavano nei tribunali inglesi contro l‘amministrazione sanitaria affinché a loro figlio, colpito da una malattia rara e mortale, non fosse ―staccata la spina‖, ma potesse ricevere un trattamento all‘estero. Mentre il cardinale Carlo Caffarra dichiarava che ―siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie‖40, il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Vincenzo Paglia, si schierava apertamente dalla parte dei medici inglesi che avevano condannato a morte il bambino di 11 mesi, affermando che doveva essere ―evitato ogni accanimento terapeutico‖, nonostante si trattasse chiaramente di un caso di eutanasia e non di sospensione di una terapia sproporzionata41. Allo stesso modo ha sorpreso il messaggio inviato da Papa Francesco ai partecipanti al meeting regionale europeo dell‘Associazione Medica Mondiale, organizzato in Vaticano in collaborazione con la Pontificia

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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/caffarra-su-charlie-gard-fermatevi-nome-dio1415087.html. 41

http://www.lanuovabq.it/it/il-pavido-assenso-di-vescovi-e-alti-prelati.

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Accademia per la Vita e con la partecipazione di diversi relatori che si oppongono al magistero della Chiesa in materia di fine vita42. Per l‘occasione, il pontefice ha dichiarato: ―Gli interventi sul corpo umano diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti, o addirittura sostituirle, ma questo non equivale a promuovere la salute. Occorre quindi un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona‖ 43. Il professore di bioetica Tommaso Scandroglio ha risposto che prolungare la vita con mezzi proporzionati, anche in caso di una qualità di vita inferiore, non è un ―accanimento terapeutico‖, ma un obbligo morale, tanto per il paziente quanto per il medico. Ciò perché la proporzione non va misurata in rapporto all‘effetto ―benessere‖, ma all‘effetto positivo ―vita‖. Inoltre, se l‘intervento medico è ―efficace‖, come il Papa riconosce, non costituisce accanimento terapeutico, anche nel caso in cui non sia ―risolutivo‖: l‘uso degli occhiali non corregge ma risolve il difetto di vista. Ugualmente sconcertante è il passaggio in cui il pontefice afferma che spetta al paziente ―in dialogo con i medici‖, ―valutare i trattamenti che gli vengono proposti e giudicare sulla loro effettiva proporzionalità nella situazione concreta‖, mentre il Catechismo della Chiesa Cattolica specifica che la sua volontà deve essere rispettata se fosse ragionevole, altrimenti si apre la porta all‘eutanasia. Finalmente, l‘insinuazione che il vero pericolo negli ospedali sarebbe l‘accanimento terapeutico, e non l‘eutanasia, è illusoria, tenendo presenti casi come

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https://www.radiospada.org/2017/11/noi-ridiamo-e-scherziamo-ma-in-vaticano-si-e-fattala-grande-ammucchiata-pro-morte/. 43

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/pont-messages/2017/documents/papafrancesco_20171107_messaggio-monspaglia.html.

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quello del bambino Charlie Gard e altri più recenti come quello, altrettanto drammatico, di Alfie Evans44. Per il ricercatore Federico Catani, tuttavia, ―il punto più preoccupante del discorso è quello in cui Francesco apre ad un accordo tra le varie fazioni in campo anche per l‘approvazione di una eventuale norma in materia di fine vita: ‗In seno alle società democratiche, argomenti delicati come questi vanno affrontati con pacatezza: in modo serio e riflessivo, e ben disposti a trovare soluzioni – anche normative – il più possibile condivise. Da una parte, infatti, occorre tenere conto della diversità delle visioni del mondo, delle convinzioni etiche e delle appartenenze religiose, in un clima di reciproco ascolto e accoglienza‘‖45. Sembra incredibile, ma un giudice inglese si è valso del messaggio papale come argomento per autorizzare l‘eutanasia passiva del bambino inglese Alfie Evans, affetto da una malattia cerebrale. Dopo mesi di disputa dei genitori (il padre e il piccolo peraltro sono cattolici) contro un ospedale di Liverpool, una sentenza giudiziaria del 20 febbraio 2018 ha autorizzato i medici a sospendere la ventilazione e la nutrizione del bambino, sulla base delle parole di Papa Francesco. Dopo il rifiuto del ricorso presentato dai genitori davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani, il padre di Alfie ha dichiarato: ―Non abbiamo più vie legali per difendere nostro figlio, che vuole vivere, mentre medici e giudici non vedono l‘ora che sia morto. Imploriamo papa Francesco di intervenire. È l‘unico che ci può difendere‖46.

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http://lanuovabq.it/it/papa-ed-eutanasia-un-intervento-problematico.

45

https://atfp.it/biblioteca/conferenze-varie/1389-note-di-perplessita-sul-messaggio-di-papafrancesco-in-tema-di-fine-vita. 46

http://lanuovabq.it/it/la-cedu-nega-il-ricorso-papa-francesco-aiuti-alfie. Il 4 aprile 2018

Papa Francesco ha rotto il silenzio sul caso di Alfie Evans con un tweet. Il 13 aprile ne ha parlato durante la recita del Regina coeli e il 18 dello stesso mese ha incontrato il padre del piccolo, Tom Evans. In concomitanza con gli interventi del Papa anche

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Secondo l‘arcivescovo Vincenzo Paglia, ―la decisione presa [dal giudice] non intendeva accorciare la vita, ma sospendere una situazione di accanimento terapeutico‖47, lasciando chiaro, come commenta il professor Tommaso Scandroglio, che ―per il presidente della PAV permettere ad un paziente di continuare a vivere in una condizione di disabilità è accanimento terapeutico‖ e non un ―atto doveroso di cura‖, dato che ―il respiratore che tiene in vita Alfie non è un trattamento sproporzionato agli obiettivi, ma assolutamente proporzionato al suo fine proprio, ossia ossigenarlo e quindi mantenerlo in vita‖. La decisione dei medici, conclude lo specialista, ―si incardina sul principio della qualità della vita e non sul rispetto della dignità della persona, anche di quella disabile‖48. La condiscendenza dell‘arcivescovo Paglia con l‘eutanasia passiva si estende alla legge del fine vita, approvata nel dicembre 2017 in Italia, condannata dagli specialisti di bioetica e dal direttore della Pastorale Sanitaria della Conferenza episcopale, ma appoggiata da un gruppo di studi dei gesuiti. Col pretesto che ―la diversità di opinioni nella Chiesa costituisce una ricchezza‖, il presidente della PAV afferma che ―le leggi di uno Stato rappresentano una mediazione tra posizioni differenti‖49,

mons. Paglia si è pronunciato a difesa della vita di Alfie. Non così hanno fatto i vescovi inglesi, secondo i quali le critiche ai medici dell‘ospedale di Liverpool dove è ricoverato il bambino sono ―infondate‖. Tuttavia, occorre notare che i pronunciamenti del papa e di mons. Paglia sono arrivati solo dopo aver ricevuto moltissime pressioni dai protagonisti della vicenda e dall‘opinione pubblica e non hanno mai smentito quanto detto in precedenza in tema di eutanasia. E ad ogni modo, purtroppo non sono serviti a salvare la vita del bambino. Cfr. http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/04/23/la-pasqua-di-alfie-evans-giornodopo-giorno-una-cronologia/. 47

https://www.tempi.it/alfie-evans-per-monsignor-paglia-si-tratta-di-sospendere-unasituazione-di-accanimento-terapeutico#.WqKt9ijwY2w. 48

http://lanuovabq.it/it/via-libera-di-monsignor-paglia-alluccisione-di-alfie.

49

https://www.tempi.it/alfie-evans-per-monsignor-paglia-si-tratta-di-sospendere-unasituazione-di-accanimento-terapeutico#.WqKt9ijwY2w.

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come se tale mediazione fosse sempre accettabile, anche quando viola valori non negoziabili.

Silenzio pontificio in votazioni cruciali Aveva già causato perplessità il silenzio della Santa Sede durante il dibattito finale che portò all‘approvazione legislativa nell‘Assemblea Nazionale francese, il 13 maggio 2013, del progetto di legge di ―matrimonio per tutti‖. Ma la stessa perplessità è cresciuta ancor più col mutismo delle autorità vaticane a proposito del referendum in Irlanda per modificare la Costituzione e consacrare lo pseudo-matrimonio omosessuale in nome di una pretesa ―uguaglianza matrimoniale‖. La Santa Sede ha omesso di parlare persino quando vescovi dei rispettivi Paesi hanno fatto dichiarazioni favorevoli o ambigue su tali proposte, limitandosi, nel caso dell‘Irlanda, a dichiarare a posteriori, per bocca del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, che il risultato è stato ―una sconfitta per l‘umanità‖50. In Italia, mentre si discuteva la legge Cirinnà sulla legalizzazione delle unioni civili omosessuali, Papa Francesco, nella conferenza stampa durante il ritorno da un viaggio apostolico, alla domanda di un giornalista sul ―tema delle adozioni [di bambini] da parte delle unioni civili‖, ha evitato di pronunciarsi, dichiarando: ―Prima di tutto, io non so come stanno le cose nel Parlamento italiano. Il Papa non si immischia nella politica italiana. Nella prima riunione che ho avuto con i Vescovi [italiani], nel maggio 2013, una delle tre cose che ho detto: ‗Con il governo italiano, arrangiatevi voi‘. Perché il Papa è per tutti, e non può mettersi nella politica concreta, interna di un Paese: 50

http://www.irishtimes.com/news/social-affairs/religion-and-beliefs/vatican-calls-irishreferendum-a-defeat-for-humanity-1.2226957.

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questo non è il ruolo del Papa. E quello che penso io è quello che pensa la Chiesa, e che ha detto in tante occasioni. Perché questo non è il primo Paese che fa questa esperienza: sono tanti. Io penso quello che la Chiesa sempre ha detto‖51. Ancor più eloquente è stato il comportamento adottato dal nuovo Nunzio Apostolico in Messico che, in pieno dibattito sul cosiddetto ―matrimonio ugualitario‖, in una conferenza stampa nella Basilica di Guadalupe ha ripreso pubblicamente i vescovi di quel Paese per la loro crociata contro i matrimoni omosessuali, sostenendo che ―i messicani, più che scontrarsi, fare proclami e marce, dovrebbero sedersi ad un tavolo e parlarsi‖, e concludendo: ―Una delle cose che ci raccomanda Papa Francesco è di stare attenti al clericalismo, significa che i sacerdoti non devono voler fare tutto‖52.

La Chiesa sta agendo come “se non prendesse sul serio i propri insegnamenti” L‘insieme di questi pronunciamenti, misure amministrative e gesti simbolici esprime un radicale cambiamento di posizione, o di paradigma, da parte degli organi della Santa Sede in relazione ai ―valori non negoziabili‖ dei pontificati anteriori. La Chiesa Cattolica sembra sempre più aver abbandonato la lotta contro l‘avanzata dell‘immoralità e aver accettato i frutti della ―rivoluzione sessuale‖ come effetto secondario di un ―mutamento antropologico‖. Questa immagine provoca un effetto disastroso nelle fila dei cattolici e soprattutto fra i militanti delle cause

51

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/february/documents/papafrancesco_20160217_messico-conferenza-stampa.html. 52

http://www.eluniversal.com.mx/articulo/nacion/sociedad/2016/11/7/rechaza-nuncioapostolico-mediar-debate-de-matrimonio-igualitario.

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pro-vita e pro-famiglia. Quanto detto da padre Shenan Boquet, presidente di Human Life International, nei confronti delle scandalose nomine dell‘Accademia per la Vita vale per tutte le altre iniziative summenzionate: ―Quali che siano le ammirevoli intenzioni della dirigenza della Pontificia Accademia per la Vita, l‘effetto della nomina di un membro pro-aborto nel mondo reale è lo stesso che se avessero nominato un sostenitore della schiavitù: agli occhi del pubblico l‘impressione è che la Chiesa non prende tanto sul serio come in passato i propri insegnamenti contro l‘aborto. Ciò ha un impatto diretto sui militanti pro-vita in campo, che rimangono esposti all‘accusa di essere ―più cattolici‖ del Vaticano‖53.

53

https://cruxnow.com/commentary/2017/06/26/pontifical-academy-life-mustunapologetically-pro-life/.

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Capitolo 2

Promozione dell‟agenda neomarxista e no global dei “movimenti sociali” Per la dottrina cattolica il comunismo è ―intrinsecamente perverso‖1. Tuttavia, i movimenti marxisti ed i regimi di sinistra di tutto il mondo vedono in Papa Francesco un punto di riferimento. L‘attuale pontefice si mostra, di fatto, molto prossimo alle rivendicazioni di questi gruppi o governi. Nonostante i risultati disastrosi del ―socialismo reale‖ – per esempio il martirio di innumerevoli cristiani e la diffusone della miseria – e del suo carattere antinaturale, Francesco ha affermato diverse volte che il comunismo ha rubato la bandiera del Cristianesimo nella lotta a favore dei poveri, dando l‘impressione che, in fin dei conti, si tratti di un‘idea ben intenzionata. E oggi, dal Venezuela alla Cina, la geopolitica vaticana sembra coltivare un rapporto privilegiato con i regimi che si ispirano più o meno direttamente al socialismo reale, qualificato come ―vergogna del nostro tempo‖ in un celebre documento del pontificato di Giovanni Paolo II e redatto dall‘allora cardinale Joseph Ratzinger, con cui veniva condannata la teologia della liberazione (Libertatis nuntius).

1

―Il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può ammettere in nessun campo la collaborazione con esso da parte di chiunque voglia salvare la civilizzazione cristiana. E se taluni indotti in errore cooperassero alla vittoria del comunismo nel loro paese, cadranno per primi come vittime del loro errore‖, Pio XI, enciclica Divini Redemptoris n. 58, https://w2.vatican.va/content/pius-xi/pt/encyclicals/documents/hf_pxi_enc_19370319_divini-redemptoris.html.

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In una conferenza stampa poco dopo la sua visita in Vaticano, il dittatore cubano Raúl Castro ha dichiarato: ―Leggo tutti i discorsi del Papa. Se continua così, tornerò alla Chiesa Cattolica, pur restando membro del Partito Comunista‖2. Semplice manovra politica3 o le posizioni del Papa sono realmente vicine al comunismo? Questo il dilemma. Papa Francesco si è difeso ripetutamente dall‘accusa di essere comunista argomentando che si limita a difendere i poveri contro le ingiustizie delle quali sono vittime. Tuttavia, in diverse occasioni, non nasconnasconde la sua simpatia per personalità comuniste e sembra ritenere che l‘unico errore del marxismo consista nel fatto di voler trasformare la lotta dei poveri in ideologia.

Propensione a simpatizzare col comunismo Eugenio Scalfari, ateo dichiarato e fondatore del quotidiano laicista La Repubblica, ha avuto col Papa alcuni incontri, di cui egli ha poi riferito in articoli che hanno causato scalpore. Il giornalista ha affermato di non aver registrato, ma soltanto annotato tali conversazioni4. Dopo l‘incontro

2

http://www.abc.es/internacional/20150510/abci-papa-castro-vaticano-201505101048.html

3

Dettagli sul significato dell‘incontro tra Papa Francesco e Raúl Castro si trovano in Armando Valladares, ―Francisco, el nuncio y el tirano‖, 12-05-2015, in http://www.cubdest.org/1506/c1505castrorom.htm 4

Dopo la prima intervista con Eugenio Scalfari, padre Federico Lombardi, all‘epoca portavoce della Santa Sede, ha detto che le parole apparse virgolettate su Repubblica erano una ricostruzione a memoria, per cui non tutte le espressioni riferite potevano essere attribuite con sicurezza al Papa. Tuttavia Scalfari, in un incontro internazionale di giornalisti, ha raccontato che prima di pubblicarla, ha inviato l‘intervista al papa, ottenendo l‘autorizzazione alla pubblicazione dal suo segretario, fatto mai smentito. Inoltre, le frasi controverse sono state trascritte ipsis litteris e senza alcuna modifica su L‟Osservatore Romano, nel libro Interviste e conversazioni con i giornalisti, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana e nel sito del Vaticano, dove sono rimaste online diversi mesi. Ciò significa che organi ufficiosi della Santa Sede hanno dato credito alla

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del 7 ottobre 2016, Scalfari ha riferito il seguente dialogo: ―Lei dunque vagheggia una società dominata dall‘eguaglianza. Questo, come Lei sa, è il programma del socialismo marxiano e poi del comunismo. Lei pensa dunque una società del tipo marxiano?‖ – Risposta di Papa Francesco: ―Più volte è stato detto e la mia risposta è sempre stata che, semmai, sono i comunisti che la pensano come i cristiani. Cristo ha parlato di una società dove i poveri, i deboli, gli esclusi, siano loro a decidere. Non i demagoghi, non i Barabba, ma il popolo, i poveri, che abbiano fede nel Dio trascendente oppure no, sono loro che dobbiamo aiutare per ottenere l‘eguaglianza e la libertà‖5. A una giornalista de Il Messaggero che gli ha chiesto: ―Lei passa per essere un Papa comunista, pauperista, populista. L' Economist, che le ha dedicato una copertina, afferma che parla come Lenin. Si ritrova in questi panni?‖, Francesco ha risposto: ―Io dico solo che i comunisti ci hanno derubato la bandiera. La bandiera dei poveri è cristiana. La povertà è al centro del Vangelo. I poveri sono al centro del Vangelo. Prendiamo Matteo 25 (...) oppure guardiamo le Beatitudini, altra bandiera. I comunisti dicono che tutto questo è comunista. Sì, come no, venti secoli dopo. Allora quando parlano si potrebbe dire loro: ma voi siete cristiani (ride)‖6. In un‘intervista con cinque giovani belgi, ribadendo il suo amore per i poveri, ha affermato: ―Proprio per questo, due mesi fa, una persona ha detto: ‗Questo Papa è comunista!‘ No! Questa è una bandiera del Van-

verosimiglianza dei contenuti della suddetta intervista. Va sottolineato che Papa Francesco non ha mai smentito formalmente le parole attribuitegli da Eugenio Scalfari, nonostante la perplessità espressa da molti fedeli, che legittimamente interpretano il suo silenzio come una‘approvazione: qui tacet consentire videtur. 5

http://www.osservatoreromano.va/it/news/abbattere-i-muri.

6

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/VATICANO/papa_francesco_serve_argine_der iva_morale/notizie/770510.shtml#fg-slider15.

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gelo, non del comunismo. È la povertà senza ideologia (...). Basta leggere il Vangelo. Il problema è che lungo la storia, qualche volta questo atteggiamento per i poveri si è convertito in ideologia‖7. In un libro-intervista con l‘intellettuale francese Dominique Wolton, ha ripetuto: ―Una volta mi hanno detto ‗Ma lei è comunista!‘ No. I comunisti sono i cristiani. Sono stati gli altri a rubarci la bandiera!‖8. In un‘intervista col vaticanista Andrea Tornielli, pubblicata sul giornale torinese La Stampa, alla domanda ―Che effetto fa a un Papa sentirsi definire ‗marxista‘?‖, ha risposto: ―L'ideologia marxista è sbagliata. Ma nella mia vita ho conosciuto tanti marxisti buoni come persone, e per questo non mi sento offeso‖9 . In effetti, nell‘intervista con Marcelo López Cambronero e Feliciana Merino, autori di Francisco, el Papa manso, egli ha tessuto molti elogi a Esther Ballestrino de Careaga, una comunista, esiliata paraguaiana, che fu il suo capo in un laboratorio e che lo introdusse al pensiero politico, aiutandolo ad avere una coscienza chiara che il capitalismo è essenzialmente ingiusto10. A sua volta, nel libro Conversaciones con Jorge Bergoglio, di Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti, il Papa, parlando della sua giovinezza, ha dichiarato: ―La mia testa non era posta soltanto in questioni religiose… Leggevo Nuestra Palabra y Propósitos, una pubblicazione del par-

7

http://www.abc.es/sociedad/20140404/abci-papa-francisco-comunismo201404041917.html. 8

Dominique Wolton, Politique et société : Pape François, rencontres avec Dominique Wolton, ed. L‘Observatoire, Paris 2017, p. 227. 9

http://www.lastampa.it/2013/12/15/esteri/vatican-insider/it/mai-avere-paura-dellatenerezza-1vmuRIcbjQlD5BzTsnVuvK/pagina.html. 10

https://es.zenit.org/articles/entrevista-a-los-autores-de-libro-documento-francisco-el-papamanso/.

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tito comunista e mi incantavano tutti gli articoli di uno dei suoi più illustri esponenti… Leónidas Barletta‖11. E nel già citato libro-intervista con Dominique Wolton, alla domanda se dopo l‘infanzia e l‘adolescenza abbia incontrato donne che lo hanno segnato, riferendosi a Esther Ballestrino ha risposto: ―Sì. Ce ne fu una che mi ha insegnato a pensare la realtà politica. Lei era comunista. (...) Mi dava libri, tutti comunisti, ma mi ha insegnato a pensare la politica. Devo tanto a quella donna. (...) Devo molto a questa donna, perché è la donna che mi ha insegnato a pensare. (…) Questa donna realmente mi ha insegnato a pensare‖12.

“L’inequità è la radice dei mali sociali” Di fatto, per Papa Francesco l‘ideale cristiano è quello di una società senza classi sociali. Ad un bambino della Fabbrica della Pace che gli ha chiesto: ―Ma secondo te, Papa, un giorno saremo tutti uguali?‖, ha risposto: ―A questa domanda si può rispondere in due maniere: tutti siamo uguali – tutti! –, ma non ci riconoscono questa verità, non ci riconoscono questa uguaglianza, e per questo alcuni sono più – diciamo la parola, ma fra virgolette – felici degli altri. Ma questo non è un diritto! Tutti abbiamo gli stessi diritti! Quando non si vede questo, quella società è ingiusta. Non è secondo giustizia‖13. Nell‘esortazione apostolica Evangelii gaudium, alla sezione ―No all‘inequità sociale che genera violenza‖, Papa Francesco afferma che 11

Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti, El Papa Francisco. Conversaciones con Jorge Bergoglio, p. 50. 12

Dominique Wolton, Politique et société : Pape François, rencontres avec Dominique Wolton, ed. L‘Observatoire, Paris, 2017, pp. 376-377 e 379. 13

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/may/documents/papafrancesco_20150511_bambini-la-fabbrica-della-pace.html.

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―fino a quando non si eliminano l‘esclusione e l‟inequità nella società e tra i diversi popoli sarà impossibile sradicare la violenza‖ e aggiunge che ―ciò non accade soltanto perché l‘inequità provoca la reazione violenta di quanti sono esclusi dal sistema, bensì perché il sistema sociale ed economico è ingiusto alla radice‖. E ancora: ―La disparità sociale genera prima o poi una violenza che la corsa agli armamenti non risolve né risolverà mai‖14. Insomma, per Francesco ―l‟inequità è la radice dei mali sociali‖ 15, il che stona con la dottrina sociale cattolica, secondo cui la radice di tutti i mali (compresi quelli sociali) è il peccato, mentre l‘uguaglianza essenziale degli uomini – tutti allo stesso modo figli di Dio ed eredi del Cielo – non si oppone alla disuguaglianza accidentale che risulta dai loro variati talenti, diligenza, educazione e condizione16.

Promozione della Teologia del Popolo e della Teologia della Liberazione Non è da sorprendersi che, essendo favorevole a una società senza classi, Papa Francesco sia un simpatizzante della Teologia della Liberazione (TL), soprattutto nella sua versione argentina, nota come ―Teolo-

14

Cfr. nn° 59, 60 e 202

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papafrancesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html. 15

Ibid.

16

Insegna Leone XIII: ―Non è da dubitare che gli uomini sono tutti uguali fra loro. Ma poiché capacità pari in tutti è impossibile, e per le forze dell‘animo e del corpo l‘uno differisce dall‘altro, e tanta è dei costumi, delle inclinazioni, e delle qualità personali la varietà, egli è assurdissima cosa voler confondere e unificare tutto questo, e recare negli ordini della vita civile una rigorosa ed assoluta uguaglianza‖ (enciclica Humanum genus, 1884. Cfr. in http://w2.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_lxiii_enc_18840420_humanum-genus.html).

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gia del Popolo‖17 e idealizzata da due dei suoi maestri, i sacerdoti Lucio Gera18 e Juan Carlos Scannone19. L‘unica differenza con le altre versioni di questa teologia sbagliata è che, invece di attribuire alle aggregazioni politiche o sindacali di sinistra – in genere laiciste – il ruolo di forza propulsiva nella costruzione del ―Regno‖, la corrente argentina della TL ha una matrice gramsciana e una propensione terzomondista/peronista, attribuendo questo ruolo rivoluzionario al proprio popolo latinoamericano, in lotta contro l‘imperialismo anglosassone20, e riconoscendo nel dinamismo delle sue credenze religiose il maggior potenziale rivoluzionario21.

17

Per una visione sommaria dell‘origine e delle proposte della Teologia del Popolo, cfr. l‘intervista con Juan Carlos Scannone in http://www.ihu.unisinos.br/159noticias/entrevistas/542642-o-papa-francisco-e-a-teologia-do-povo-entrevista-especial-comjuan-carlos-scannone. 18

In segno di simpatia e di riconoscimento per il suo lavoro, l‘allora cardinale arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, lo ha fatto seppellire nella cripta della cattedrale di Buenos Aires. 19 ―Juan Carlos Scannone è gesuita, è stato professore di diverse università latinoamericane ed europee, compresa la Pontificia Università Gregoriana. È stato rettore della Facoltà di Filosofia e Teologia di San Miguel, dell‘Università del Salvador. È ritenuto il più grande teologo argentino vivente. Discepolo di Karl Rahner, ha partecipato come protagonista all‘intenso dibattito post-conciliare in America Latina‖ (http://www.ihu.unisinos.br/184-conferencistas/574652-prof-dr-juan-carlos-scannoneargentina). 20 ―Anche non prendendo la lotta di classe come ‗principio ermeneutico determinante‘ della comprensione della società e della storia, [la Teologia del Popolo] dà luogo storico al conflitto – persino a quello di classe – , concependolo a partire dall‘unità previa del popolo. In questo modo, l‘ingiustizia istituzionale strutturale è intesa come tradimento del popolo da una parte dello stesso, che si converte così in antipopolo‖, afferma Juan Carlos Scannone nell‘intervista citata nella nota precedente. 21 Nell‘intervista con Dominique Wolton, Francesco spiega la differenza: ―Negli anni Ottanta, c‘era una tendenza all‘analisi marxista della realtà, ma dopo è stata rinominata come ‗teologia del popolo‘. A me non piace molto il nome, ma è stato con quel nome che l‘ho conosciuta. Andare col popolo di Dio e fare teologia della cultura. C‘è un pensatore che lei dovrebbe leggere: Rodolfo Kusch, un tedesco che viveva nel nord-est dell‘Argentina, molto buon filosofo e antropologo. Egli mi ha fatto comprendere una

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La preferenza per la Teologia del Popolo argentina ha portato Papa Francesco a riabilitare il fondatore della sua matrice, ovvero la Teologia della Liberazione, il sacerdote Gustavo Gutiérrez, ricevuto in Vaticano in udienza privata appena sei mesi dopo la sua elezione22. Egli ha anche scritto di proprio pugno una prefazione al libro Povera per i poveri. La missione della Chiesa, scritto dal cardinale Gerhard Müller, allievo di padre Gutiérrez, il quale contiene un contributo del teologo della liberazione. In occasione della sua presentazione, p. Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, ha dichiarato che la Teologia della Liberazione è “ormai entrata definitivamente nella normalità della vita della Chiesa‖23. Prima di questo, a partire dal settembre 2013,

cosa: che la parola ‗popolo‘ non è una parola logica. È una parola mitica. Non si può parlare di popolo logicamente, perché sarebbe soltanto farne una descrizione. Per comprendere il popolo, comprendere quali sono i valori di questo popolo, bisogna entrare nello spirito, nel cuore, nel lavoro, nella storia e nel mito della sua tradizione. Questo punto sta veramente alla base della teologia chiamata ‗del popolo‘. Cioè andare insieme al popolo, vedere come si esprime‖ (op. cit., pp. 47-48). Commentando questo passaggio, il vaticanista Sandro Magister aggiunge un dato interessante: ―Kusch si ispirò alla filosofia di Heidegger per distinguere tra ‗essere‘ e ‗stare‘, qualificando con la prima categoria la visione razionalista e dominatrice dell‘uomo occidentale e con la seconda la visione dei popoli indigeni latinoamericani, in pace con la natura che li circonda e animati, appunto, da un ‗mito‘‖ (http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/09/18/il-mito-del-pueblo-francescosvela-chi-glielo-ha-raccontato/). 22 Inoltre, nell‘agosto 2014 Papa Francesco ha tolto la sospensione a divinis dell‘esercizio sacerdotale imposta da Giovanni Paolo II nel 1984 ai sacerdoti Ernesto Cardenal, Fernando Cardenal, Miguel d‘Escoto e Edgard Parrales, ministri ―liberazionisti‖ del governo sandinista del Nicaragua. (http://www.periodistadigital.com/religion/opinion/2017/06/27/religion-iglesia-opinionsaturnino-rodriguez-la-teologia-de-la-liberacion-iii-teologia-de-la-liberacion-en-laactualidad-futuro-esperanzado-papa-francisco.shtml). 23

http://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-cardinali/346-maradiaga-mueller-egutierrez-chiesa-povera-per-i-poveri.html

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L‘Osservatore Romano aveva già cominciato a dedicare ampio spazio agli scritti di Gustavo Gutiérrez24.

Alleanza con i “movimenti sociali” di ispirazione marxista Mettendo in pratica i postulati della TL, Papa Francesco ha usato il prestigio della sua carica al servizio dei cosiddetti ―movimenti sociali‖, che non nascondono il loro chiaro orientamento marxista. Questo sostegno si è manifestato specialmente nell‘Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, ―una piattaforma costruita da diversi movimenti popolari in seguito all‘invito di Francesco perché i poveri e i popoli organizzati non si rassegnino e siano protagonisti del (processo) di cambiamento‖25. In realtà, detta piattaforma è stata il risultato pratico di un seminario organizzato a Roma il 5 dicembre 2013 dalla Pontificia Accademia delle Scienze, guidata da mons. Marcelo Sánchez Sorondo, del quale si parlerà nei capitoli successivi, sul tema ―Emergenza esclusi‖, al quale sono stati invitati i leader dichiaratamente marxisti del Movimento dei Lavoratori senza Terra del Brasile-MST (João Pedro Stédile), del Movimento dei Lavoratori Esclusi dell‘Argentina (Juan Grabois) e dell‘organizzazione internazionale Via Campesina, tutti con le spese di viaggio rimborsate dal Vaticano. Va ricordato che si tratta di movimenti per i quali ―la strada dei cambiamenti per via istituzionale appare decisamente bloccata‖ e che non dubitano di riconoscere ―la pratica dell‘occupazione di massa‖, ovvero l‘invasione sistematica delle proprietà, al fine di aprire ―altro spazio‖ di

24 Cfr. La Stampa, ―L‘Osservatore Romano riabilita la Teologia della liberazione‖ (http://www.lastampa.it/2013/09/03/vaticaninsider/ita/vaticano/losservatore-romanoriabilita-la-teologia-della-liberazione-HgyXjIIAMrXsKYBYxupTAJ/pagina.html). 25

http://movimientospopulares.org/es/emmp-2/

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scontro e fare in modo che ―la curva della lotta di classe [sia] mondiale‖ ed entri in una nuova ―fase di ascesa‖ che faccia tremare la terra26. Per tali movimenti, solo quando l‘economia sarà ―socializzata e pianificata‖27 si potrà realizzare la ―società senza sfruttati e sfruttatori‖, il che comporta ―un fortissimo intervento dello Stato‖28. Nel 2003, il leader del MST giunse a dichiarare: ―Vogliamo la socializzazione dei mezzi di produzione. Adotteremo le esperienze cubana e sovietica in Brasile‖29.

Predicazione marxista negli Incontri Mondiali dei Movimenti Popolari Finora ci sono stati tre Incontri Mondiali dei Movimenti Popolari. Il primo si è tenuto nello stesso Vaticano, dal 27 al 29 ottobre 2014. Il suo principale protagonista è stato Evo Morales, presidente della Bolivia, icona dei movimenti sociali e indigenisti, il quale ha dichiarato che dall‘evento doveva emergere ―una grande alleanza degli esclusi‖ in lotta contro il capitalismo ―che tutto compra e tutto vende‖. Il secondo Incontro ha avuto luogo a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, fra il 7 e il 9 luglio 2015, in occasione della visita apostolica di Papa Francesco nel suddetto Paese e che ha visto come punto culminante un lungo discorso del pontefice. Il terzo ha avuto luogo nuovamente in Vaticano, dal 3 al 5 novembre 2016, e la sua vedette incontestabile è stato l‘ex presidente dell‘Uruguay, José Mujica, presentato ai partecipanti dal giornalista 26

http://www.adista.it/articolo/53494.

27

http://www.cartoneando.org.ar/content/capitalismo-popular-una-variante-salvaje-delmodelo-por-juan-grabois 28 29

http://www.economiapopular.coop/juan-grabois http://revistaepoca.globo.com/Epoca/0,6993,EPT564366-1653-5,00.html

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Ignacio Ramonet, direttore del mensile di estrema sinistra Le Monde diplomatique, il quale ha sottolineato che ―Pepe è anche un esempio di coerenza di vita. È un uomo che ha lottato quando nel suo Paese c‘era un‘orribile dittatura militare, una delle peggiori del Cono Sud, e ha scelto la via delle armi, perché la via della politica non era possibile‖30. Durante gli Incontri, si è fatto un aggiornamento della situazione mondiale, così come è percepita dai ―movimenti sociali‖, naturalmente in chiave marxista. Nella sua sintesi del primo giorno del primo Incontro, il leader del MST, João Pedro Stédile, ha dichiarato che i lavori sono stati ―ispirati dagli apporti del combattente italiano Antonio Gramsci‖ e si sono conclusi constatando che ―c‘è una crescente concentrazione della proprietà della terra, della ricchezza... da parte di una minoranza di capitalisti‖, che ―l‘impero degli Stati Uniti, con i suoi alleati nel G8 e nel WTO, controllano l‘economia mondiale ―, che nella maggioranza dei Paesi il potere giudiziario ―agisce come strumento di difesa degli interessi del capitale‖ e che, al contrario, ―le lotte sociali sono ancora nella fase di ‗proteste‘ e non di costruzione di un progetto di società che coinvolga i

30

http://www.movimientospopulares.org/wp-content/uploads/2016/11/pepemujica4.mp3.

Questa non è stata l‘unica apologia della guerriglia, visto che, nel secondo giorno del primo Incontro, Víctor Hugo López Rodríguez, Direttore del Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas, con sede nel Chiapas, ha fatto l‟apologia dell‟Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (del Subcomandante Marcos), il quale ―è rimasto nella memoria per essere irrotto nella storia e aver cominciato a costruire un mondo con giustizia e dignità‖ (http://movimientospopulares.org/wpcontent/uploads/2014/10/DPI-Vaticano_Frayba.pdf ). E durante una delle sessioni del terzo Incontro, l‘attivista argentina Alejandra Díaz, rappresentando la rivista La Garganta poderosa, ha dichiarato che ―siamo venuti col pensiero e l‟utopia del Che Guevara desiderando un mondo migliore per tutti, non soltanto per noi o per pochi, un mondo che sia realmente egualitario per tutti‖ (http://movimientospopulares.org/wpcontent/uploads/2016/10/Alejandra_Diaz._Argentina2-online-audio-converter.com_.mp3).

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lavoratori e che abbia come base la solidarietà, l‘uguaglianza e specialmente la giustizia‖31. A sua volta, i gruppi di discussione del 2° Incontro hanno concluso, inter alios, che ―i problemi del mondo del lavoro sono strutturali, [perché] il modello economico capitalista cerca un altissimo profitto a basso costo‖, il quale deve essere sostituito da ―una economia popolare e sociale comunitaria, che protegga la vita delle comunità… in cui prevalga il ‗compañerismo‘‖. Si è affermato allo steso modo che ―le città appartengono ai lavoratori, [perché] essi le hanno costruite‖, ma ―attualmente sono occupate dai grandi capitali con interessi spuri‖, per cui si esige ―l‘esproprio, l‘urbanizzazione, la regolarizzazione degli insediamenti abusivi e delle baraccopoli di emergenza‖, onde ―la necessità urgente di articolare una riforma urbana e una riforma agraria‖32.

Dichiarazioni finali più moderate per far passare un messaggio radicale Alla fine degli Incontri, è stata sempre approvata una dichiarazione leggermente più moderata. Seguono alcuni esempi. Quella del primo Incontro afferma che ―sono state analizzate le cause strutturali della disuguaglianza e dell‘esclusione‖, arrivando alla conclusione che ―le radici dei mali sociali e ambientali‖ vanno cercate ―nella

31

http://movimientospopulares.org/wp-content/uploads/2014/10/El-Mundo-en-CrisisEMMP-Joa-Pedro-Stedile.pdf. 32

http://movimientospopulares.org/wp-content/uploads/2015/06/conclusiones-de-lostalleres-EMMP.pdf.

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natura ingiusta [iniqua] e depredatoria del sistema capitalista che mette il lucro al di sopra dell‘essere umano‖33. La ―Lettera di Santa Cruz‖, del secondo Incontro, sostiene che si deve ―superare un modello sociale, politico, economico e culturale in cui il mercato e il denaro si convertono nei regolatori delle relazioni umane a tutti i livelli‖, visto che ―non vogliamo sfruttare, né essere sfruttati; non vogliamo escludere, né essere esclusi‖. Perciò, essa riafferma l‘―impegno con i processi di trasformazione e liberazione... per dare vita alle speranze e alle utopie che ci chiamano a rivoluzionare le strutture più profonde dell‟oppressione, dominazione, colonizzazione e sfruttamento‖. E aggiunge che promuoverà ―forme alternative di economia‖, ossia ―una economia popolare e sociale comunitaria‖ nella quale ―prevalga la solidarietà sul lucro‖, il che si traduce in concreto in una ―riforma agraria integrale per distribuire la terra in modo giusto ed equo‖34. L‘ultimo Incontro è servito ad approvare ―Proposte di Azione Trasformatrice che i Movimenti Popolari del mondo assumono in dialogo con Papa Francesco‖. Sono principalmente una critica delle democrazie occidentali e una chiamata a una ―democrazia partecipativa‖, di tipo chavista: ―Le cosiddette democrazie rappresentative, sempre più rappresentano le élite corporative, il capitale, le banche‖ e, perciò, bisogna progettare ―iniziative legislative che promuovano una democrazia partecipativa, in cui il protagonismo appartenga al popolo‖. Riguardo l‟immigrazione, si deve “reclamare l‟esistenza di una cittadinanza universale, che diluisca le frontiere e stabilisca una politica migratoria inclusiva”, creando ―tribunali internazionali di opinione, con la ca33

http://movimientospopulares.org/wp-content/uploads/2014/10/DECLARACION-FINALEMMP-rivista-da-Czerney.pdf. 34

http://movimientospopulares.org/wp-content/uploads/2015/07/Carta-di-Santa-CruzPortoghese.pdf.

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pacità di imporre sanzioni etiche e simboliche per generare una coscienza a livello internazionale‖. Sul piano socio-economico traspare meglio la meta comunista, perché le proposte auspicano ―la democratizzazione del suolo e la ristrutturazione della proprietà della terra, affinché sia distribuita fra quelli che la lavorano‖, giacché è necessario ―avanzare verso l‘esistenza di forme di proprietà collettiva, che evitino la loro mercantilizzazione e il loro uso lucrativo. (...) La terra deve essere proprietà collettiva e garantire l‘adempimento della sua funzione sociale che è quello di alimentare e dare vita al popolo‖35. Dal 16 al 19 febbraio 2017, ha avuto luogo nella città di Modesto, in California, il Primo Incontro dei Movimenti Popolari degli Stati Uniti. Nel Messaggio dell‘Incontro è stato dichiarato che ―il razzismo e la supremazia della razza bianca sono il peccato originale che rende la società americana eccezionale. Questi continuano giustificando un sistema capitalista senza regole che idolatra l‘accumulazione della ricchezza al di sopra delle necessità umane‖36.

La Chiesa assume ufficialmente l’agenda dei “movimenti popolari” Gli Incontri sono stati patrocinati dall‘ormai dissolto Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e dal mega-dicastero per la Promozione Umana Integrale, entrambi presieduti dal cardinale Peter Turckson, che vede in questi Incontri ―un grande dialogo che perpetuerà nel tempo... il coordinamento fra i movimenti di base e la Chiesa a tutti i livelli‖, perché gli emarginati siano ―i protagonisti dei cambiamenti economici, sociali, 35

http://movimientospopulares.org/es/propuestas-de-accion-transformadora-que-asumimoslos-movimientos-populares-del-mundo-en-dialogo-con-el-papa-francisco/. 36

http://movimientospopulares.org/es/mensaje-desde-modesto-i-encuentro-de-movimientospopulares-de-los-eeuu/.

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politici e culturali imprescindibili‖. Perciò, ―la Chiesa intende assumere i bisogni e le aspirazioni dei movimenti popolari come propri‖37. In un‘altra conferenza, il porporato ghanese ha spiegato che tali movimenti sociali ―promuovono uno stile di vita alternativo‖ che rifiuta ―il consumismo, lo spreco e il paradigma tecnocratico‖, cercando ―forme comunitarie di organizzazione di lavoro, della terra e dell‟abitazione‖. E, con una retorica che nessun marxista rifiuterebbe, ha concluso: ―Non vogliono sfruttare né essere sfruttati, escludere né essere esclusi‖38. Anche Papa Francesco sembra non disprezzare questo tipo di retorica. Nelle allocuzioni indirizzate ai partecipanti di ciascuno degli Incontri dei Movimenti Popolari, infatti, ha rinnovato gli appelli per mutare radicalmente le strutture socio-economiche attuali, basate sulla proprietà privata e la libera iniziativa, nonostante i loro aspetti condannabili non provengano da queste ultime ma solo da determinati eccessi. Nel primo Incontro, il pontefice ha detto di voler accompagnare i partecipanti nella lotta, perché ―noi cristiani abbiamo... un programma, potremmo dire, rivoluzionario‖, basato sulla solidarietà, che consiste nel ―pensare e agire in termini di comunità‖, di ―priorità della vita di tutti sull‟appropriazione dei beni da parte di alcuni‖, per cui è necessario ―lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi‖39. Secondo il summenzionato Ignacio Ramonet, questo intervento conferma ―il nuovo ruolo storico di Papa Francesco,

37

http://movimientospopulares.org/wp-content/uploads/2015/06/press-conference-ESP.pdf.

38

http://movimientospopulares.org/wp-content/uploads/2015/06/2015.07.07-pkat-intro.pdf.

39

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/october/documents/papafrancesco_20141028_incontro-mondiale-movimenti-popolari.html.

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come portabandiera solidale della lotta dei poveri dell‘America Latina e degli emarginati del mondo‖40. Nel suo discorso a Santa Cruz, durante il secondo Incontro, Papa Bergoglio ha sottolineato che i problemi dell‘America Latina e del mondo hanno un ―legame invisibile‖ e una ―matrice globale‖ che è ―la logica del profitto ad ogni costo‖, per la quale ―il capitale diventa un idolo‖ e ―l‘avidità del denaro domina tutto il sistema socio-economico, rovina la società, condanna l‘uomo, lo trasforma in schiavo‖. Tale sistema dimentica che ―la destinazione universale dei beni... è una realtà anteriore alla proprietà privata‖, la quale ―deve essere sempre in funzione delle necessità delle persone‖. Così, ―è necessario dire senza paura: ‗Vogliamo un cambiamento, un cambiamento reale, un cambiamento delle strutture‘‖, un ―cambiamento redentore‖41. Nel suo discorso ai partecipanti dell‘ultimo Incontro, dopo gli attentati che hanno insanguinato l‘Europa, il Papa ha condannato ―un terrorismo di base che deriva dal controllo globale del denaro‖ e risulta da ―quella struttura ingiusta che collega tutte le esclusioni che voi soffrite‖, la quale ―rende schiavi, ruba la libertà, colpisce senza misericordia‖ per ―abbattere tutti come bestiame‖42 . Nella lettera ai partecipanti dell‘Incontro regionale degli Stati Uniti, dopo aver ringraziato il cardinale Turckson ―per continuare ad accompagnare i movimenti popolari‖ dal suo nuovo dicastero, Papa Francesco scrive: ―Da tempo affrontiamo la crisi del paradigma imperante, un sistema che causa enormi sofferenze alla famiglia umana per sostenere la 40

http://movimientospopulares.org/wp-content/uploads/2014/10/EMMP-Una-jornadahistorica-IR.pdf. 41

http://movimientospopulares.org/wp-content/uploads/2015/06/Discorso-FrancescoPortoghese.pdf. 42

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/november/documents/papafrancesco_20161105_movimenti-popolari.html.

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tirannia invisibile del Denaro che garantisce soltanto i privilegi di pochi‖43.

Ossigeno per la sinistra marxista in affanno Qual è l‘effetto pratico di questa predica rivoluzionaria di Papa Francesco e della collaborazione tra il Vaticano e i movimenti popolari per l‘avanzata delle correnti di sinistra marxista e neo-marxista? In occasione del primo simposio a Roma, l‘attivista João Pedro Stédile aveva dichiarato, in una riunione parallela di movimenti no global, che ―nell‘attuale contesto storico, la correlazione di forze a livello di lotta di classe è assai sfavorevole alle classi lavoratrici‖ e che ―il mondo vive un periodo di riflusso del movimento di massa‖. Ma, ispirandosi alla ―scuola dei marxisti storici britannici‖, il leader del MST confidava che l‘attuale periodo di riflusso fosse anche un ―periodo di resistenza… preludio di un processo di ripresa‖, per il quale sarebbe necessario che ―la classe lavoratrice di riunisca a livello internazionale‖44. Dopo lo svolgimento di questi tre Incontri, Stédile ben potrebbe dire: ―missione compiuta‖! È quanto esprime, entusiasta, l‘avvocato marxista Juan Grabois, consultore del dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, coordinatore dei cartoneros di Buenos Aires e dell‘Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, nella sua presentazione dei principali documenti pubblicati da quest‘ultimo organismo: ―Francesco ha aggiornato il significato di ―opzione preferenziale per i poveri‖ chiarendo che questa implica non solo solidarizzare con loro, 43

http://movimientospopulares.org/es/carta-del-papa-francisco-a-los-movimientospopulares-modesto-california-16-19-feb-2017/. 44

http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=53494.

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ma riconoscerli come soggetto sociale e politico, promuovere il loro protagonismo in tutti i campi, accompagnarli sempre dalla loro propria realtà e mai da schemi ideologici astratti. In altre parole, non si tratta semplicemente di lavorare per i poveri, bensì di lottare con i poveri contro le cause strutturali della diseguaglianza e dell‟ingiustizia. In questo senso, i contributi di Francesco al pensiero popolare – fra essi, i due discorsi ai movimenti popolari che si offrono in questa edizione – non hanno solo rinnovato la dottrina sociale della Chiesa ma costituiscono oggi una materia prima senza prezzo per l‟aggiornamento teorico e dottrinale di noi che aspiriamo alla trasformazione strutturale della società e al superamento del capitalismo‖45. Il noto giornale romano online Il Manifesto, unico in Italia a sottotitolarsi ―Quotidiano comunista‖, in una delle sue edizioni di ottobre 2017, come preparazione al centenario della Rivoluzione Russa, ha allegato un libro con i tre discorsi di Papa Francesco ai movimenti popolari. La direttrice ha dichiarato il motivo al giornale dei vescovi, Avvenire: ―perché consideriamo come nostri questi messaggi del Papa e vogliamo portare ai nostri lettori il radicalismo e la semplicità di queste parole‖46. Nel libro edito dallo stesso quotidiano, Juan Grabois e Alessandro Santagata non nascondono che buona parte dei movimenti popolari si oppone alla Chiesa in questioni come l‘aborto o i diritti omosessuali47.

45

http://movimientospopulares.org/wpcontent/uploads/2016/10/Documents_castellano_web.pdf. 46

http://www.ihu.unisinos.br/572416-publicamos-as-palavras-do-papa-com-conviccaoentrevista-com-norma-ranger-redatora-chefe-do-jornal-italiano-il-manifesto 47

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/10/11/i-comunisti-che-piacciono-alpapa-e-viceversa/.

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Come non dare ragione al Wall Street Journal, che il 22 dicembre 2016 ha pubblicato un articolo, a firma di Francis X. Rocca, dal titolo: ―Come Papa Francesco è diventato il leader della sinistra globale?‖48.

Simpatie per la dittatura cubana dei fratelli Castro L‘appoggio ai ―movimenti popolari‖ non è stata l‘unica forma con cui il Papa ha manifestato la sua preferenza per le politiche di sinistra. Questa si percepisce facilmente anche nella condotta tenuta durante le sue visite in America Latina, davanti ai vari governi controllati dalla sinistra. A Cuba, Papa Francesco ha evitato di fare critiche al regime imperante nell‘Isola-prigione, al punto che un giornalista di France Presse, nella successiva conferenza stampa in aereo, facendo notare il contrasto tra questo atteggiamento e le critiche al capitalismo del suo precedente viaggio in America Latina, gli ha domandato il perché di questa differenza di trattamento. Il Papa ha tentato di giustificarsi dicendo: ―Nei discorsi che ho fatto a Cuba, sempre ho fatto accenno alla Dottrina sociale della Chiesa. Le cose che si devono correggere le ho dette chiaramente, non ―profumatamente‖, ―soft‖ (...) Ma qui a Cuba – questo forse chiarirà un po‘ la sua domanda – il viaggio è stato un viaggio molto pastorale con la comunità cattolica, con i cristiani, anche con quelle persone di buona volontà e per questo i miei interventi sono stati omelie... (...) È stato un linguaggio più pastorale‖ 49.

48

http://www.wsj.com/articles/how-pope-francis-became-the-leader-of-the-global-left1482431940. 49

http://w2.vatican.va/content/francesco/pt/speeches/2015/september/documents/papafrancesco_20150922_intervista-santiago-washington.html.

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Sembra che la benevolenza del suo entourage verso il regime cubano è arrivata al punto di non avvertire il Pontefice che 50 dissidenti erano stati arrestati dalla polizia per la loro volontà di incontrare il Papa. Il fatto è che in questa stessa intervista, interrogato al riguardo, ha risposto: ―Anzitutto non ho notizie che sia successo questo‖. E ha aggiunto: ―Mi piacerebbe incontrarmi con loro [ma] io non avrei dato alcuna udienza, perché hanno chiesto udienza non soltanto i dissidenti, ma anche persone di altri settori. (...) dalla Nunziatura ci sono state chiamate telefoniche ad alcune persone, che fanno parte di questo gruppo di dissidenti [al fine di] comunicare loro che con piacere, al mio arrivo alla cattedrale, per l‘incontro con i consacrati, avrei salutato quelli che erano lì. (...) Ma visto che nessuno si è presentato nel saluto, non so se c‘erano o non c‘erano‖50. Ma per il pubblico il culmine della visita è stato l‘incontro con Fidel Castro, su richiesta del pontefice. Per l‘ex prigioniero politico cubano e noto scrittore Armando Valladares, l‘atteggiamento di Papa Francesco, immortalato nelle fotografie che hanno fatto il giro del mondo, ―è stato quello di uno che era in visita a un venerabile profeta e non a un sanguinario dittatore‖51. Un rapporto della Società Interamericana della Stampa, pubblicato meno di due settimane dopo questa visita, ha confermato la gravità della situazione a Cuba, denunciando la prosecuzione dei metodi repressivi e della mancanza di libertà persino durante la permanenza del Papa.

50

Ibid.

51

http://www.cubdest.org/1506/c1510pastorlobosav.htm.

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Venezuela: salvagente per il regime, volta-spalle all’Episcopato Ugualmente sorprendente è stata la condotta di Francesco con il Venezuela. Hugo Chávez, il patrocinatore del ―Socialismo del XXI secolo‖ è morto nella stessa settimana in cui Papa Bergoglio è stato eletto. Fino a quel momento la linea diplomatica della Santa Sede era di chiaro appoggio ai vescovi del Venezuela nella loro difesa della Chiesa contro l‘ostilità del regime chavista. Ma la posizione del Vaticano è cambiata, nonostante sotto Maduro la situazione economico-sociale sia peggiorata, specialmente dopo che la miseria e le proteste si sono estese a tutto il territorio. Da febbraio 2014 ad oggi ci sono state continuamente proteste massive nelle strade, che hanno già provocato centinaia di morti, soprattutto giovani manifestanti assassinati dalle milizie chaviste. Come spiegato dal cardinale Jorge Urosa, arcivescovo di Caracas, durante una visita a Roma, nel febbraio 2015, ―uno dei principali problemi è che il governo vuole instaurare un sistema politico totalitario, marxista-comunista, che è la causa di tutte le difficoltà che stiamo vivendo‖52. Ciò nonostante, in due occasioni in cui il governo era particolarmente indebolito ed è stato costretto a convocare un ―tavolo di dialogo‖, il Vaticano è venuto in suo soccorso: nell‘aprile 2014, approfittando di una ingenua richiesta di un settore dell‘opposizione, ha inviato mons. Aldo Giordano, nunzio apostolico a Caracas, come testimone; e nell‘ottobre 2016, dopo una improvvisa visita di Maduro a Papa Francesco per sollecitare la sua mediazione in mezzo alle manifestazioni massive e in seguito all‘accusa di golpe mossagli dall‘Assemblea Nazionale. Tale mediazione ha avuto luogo sotto la presidenza di un inviato speciale del 52

https://www.aciprensa.com/noticias/cardenal-urosa-totalitarismo-marxista-comunistatrajo-la-crisis-a-venezuela-83288/.

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Papa, l‘arcivescovo Emil Paul Tscherrig. Tuttavia, meno di tre mesi dopo, un noto analista argentino di affari iberoamericani, Andrés Oppenheimer, ha scritto nella sua colonna su El Nuevo Herald di Miami: ―Lo sforzo di mediazione del Vaticano è stato un disastro. Ha legittimato il governante autoritario di quel Paese, Nicolás Maduro, lanciandogli un salvagente quando milioni di manifestanti esigevano le sue dimissioni per le strade, nell‘ottobre 2016. E ha permesso a Maduro di guadagnare tempo, rafforzarsi e reprimere ancor di più l‘opposizione‖. E ha concluso: ―É ora di mettere fine a questo dramma. E Papa Francesco dovrebbe fare il primo passo, smettendo di essere un ostacolo per la pressione collettiva favorevole alla restaurazione della democrazia in Venezuela‖53. La paziente benevolenza del Vaticano con il regime totalitario di Maduro ha avuto il suo climax durante la Settimana Santa del 2017, quando i ―collettivi‖ chavisti hanno invaso e interrotto la Messa crismale celebrata dal Cardinale Urosa nella cattedrale di Caracas, lanciando minacce e aggredendo fisicamente il celebrante. In quell‘occasione, Papa Francesco e la Segreteria di Stato non hanno pubblicato alcuna dichiarazione ufficiale di ripudio alla sacrilega aggressione e di solidarietà con la vittima, e il pontefice neppure ha menzionato il sofferente popolo venezuelano nel suo messaggio Urbi et Orbi di qualche giorno dopo54. Peggio ancora, nel viaggio di ritorno dall‘Egitto, nella consueta conferenza stampa in aereo, egli ha attribuito indirettamente all‘opposizione buona parte della responsabilità del fallimento degli sforzi di pacificazione: ―C‘è stato un intervento della Santa Sede e... non ha dato risultati. È rimasta lì. Non ha dato risultato perché le proposte non erano accetta-

53

http://www.elnuevoherald.com/opinion-es/opin-col-blogs/andres-oppenheimeres/article131574119.html. 54

https://cruxnow.com/global-church/2017/04/24/time-francis-vatican-get-tough-venezuela/.

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te: o si diluivano o c‘era un ‗sì sì‘ che dopo diventava un ‗no, no‘… (...) E so che ora stanno insistendo (...) per rilanciare questa facilitazione; (...) Credo che sia necessario cominciare da subito con condizioni; condizioni molto chiare. Parte dell‘opposizione non vuole questo: è curioso che la propria opposizione è divisa‖55. Questo equilibrismo fra governo e opposizione ha fatto reagire Alberto Ruiz-Gallardón, ex-ministro della Giustizia spagnolo: ―Con immenso dolore, includo il Vaticano nella mia denuncia dell‘equidistanza fra vittime e boia. (...) I vescovi venezuelani sono stati degli eroi davanti al tiranno. Ma Roma ha affrontato il tema come se si trattasse di una disputa di limiti territoriali‖56. Il 5 maggio 2017 è stata pubblicata una nota di tutti i vescovi del Venezuela in cui si diceva: ―Rigettiamo la convocazione per l‘Assemblea Costituente ed esortiamo la popolazione in generale a non rassegnarsi, ad alzare la sua voce di protesta, senza però cadere nel tranello di quanti, creando violenza, vogliono portare il Paese a scenari di maggiore scontro al fine di aggravare la situazione‖57. Tuttavia, in quello stesso giorno, il Papa ha inviato loro una lettera dicendosi convinto che ―i gravi problemi del Venezuela possono essere risolti se c'è volontà per costruire ponti, se si desidera dialogare seriamente‖58. Quando, finalmente, la Santa Sede ha deciso di pubblicare un appello al governo di Maduro per chiedere di sospendere la convocazione dell‘Assemblea Costituente, il quotidiano Clarín, di Buenos Aires, ha commentato: ―Jorge Bergoglio ha deciso di rompere il silenzio e di opporsi alla costituente venezuelana quando già era troppo tardi. Il Papa

55

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/april/documents/papafrancesco_20170429_egitto-volo.html. 56

http://www.elmundo.es/opinion/2017/08/02/5980d07246163f58278b4643.html .

57

http://ilsismografo.blogspot.fr/2017/05/venezuela-comunicado-de-la-presidencia.html.

58

http://ilsismografo.blogspot.fr/2017/05/vaticano-lettera-di-papa-francesco-ai.html.

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argentino ha fatto la peggior figuraccia diplomatica dei suoi oltre quattro anni di pontificato, una gaffe resa evidente dalla fretta di voler rompere il silenzio sul regime venezuelano praticamente a tempo scaduto‖59. Tale è la dissonanza tra il Papa e i vescovi del Venezuela riguardo l‘attitudine che la Chiesa Cattolica deve avere di fronte al regime chavista e all‘impasse creata dai suoi disegni totalitari, che i sei vescovi del vertice della Conferenza episcopale, senza essere convocati, si sono recati in Vaticano per consegnare un rapporto sulla drammatica situazione del Paese e spiegare al Papa, in una udienza non prevista dall‘agenda pontificia, che quella in Venezuela è ―una lotta fra un governo convertitosi in dittatura (…) e un popolo che invoca la libertà e che cerca disperatamente pane, medicinali, sicurezza, lavoro e giuste elezioni‖60, come ha raccontato The Economist in un articolo titolato: ―Un appello al Papa: La smetta di essere debole davanti al nostro dittatore, dicono a Francesco i vescovi del Venezuela‖61. Più tardi, dopo un incontro col Papa durante la sua visita in Colombia, il cardinale Jorge Urosa, arcivescovo di Caracas, ha dichiarato alla stampa: ―Il dialogo e la cultura dell‘incontro che Papa Francesco desidera per il Venezuela non è possibile, perché il governo non ascolta ragioni. (...) Il governo è impegnato nello stabilire un sistema totalitario, statalista, comunista e non ascolta ciò che diciamo: che questa strada è una strada sbagliata‖62.

59

https://www.clarin.com/mundo/comunicado-vaticano-peor-papelon-diplomaticopontificado-papa-francisco_0_SysX14zv-.html. 60

http://www.economist.com/blogs/erasmus/2017/06/plea-pope.

61

Ibid.

62

http://www.eltiempo.com/mundo/venezuela/entrevista-al-arzobispo-de-caracas-sobrevisita-del-papa-a-colombia-y-crisis-en-venezuela-127968.

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Il Wall Street Journal ha trovato opportuno pubblicare un editoriale a firma di William McGurn titolata: ―Parli per il Venezuela, Papa Francesco‖, in cui si è affermato che ―quando Papa Francesco vuole che il suo messaggio arrivi a coloro che disapprova, mai gli mancano le parole; soprattutto quando si tratta degli Stati Uniti. Ma quando si tratta della brutalità del governo venezuelano contro il proprio popolo, sia Papa Francesco sia il Vaticano hanno deciso, in grande misura, di evitare di chiamare col suo nome Nicolás Maduro‖ 63. Anche il giornale Clarín di Buenos Aires ha pubblicato un articolo titolato: ―Quando il Papa parlerà del Venezuela? – Il silenzio di Francesco è strepitoso: un silenzio che angoscia‖64. Tuttavia, nella conferenza stampa del volo di ritorno dalla Colombia, alla domanda se non sarebbe possibile usare un linguaggio più forte e chiaro nei confronti del presidente Maduro, che afferma stare dalla parte di Papa Francesco, il pontefice ha risposto: ―Credo che la Santa Sede abbia parlato forte e chiaramente. Quello che dice il Presidente Maduro, che lo spieghi lui: io non so cosa ha nella sua mente‖65. D‘altra parte, la divergenza tra il primo papa latinoamericano e il popolo del continente si è rivelata palese in Colombia, con il referendum sugli Accordi di Pace negoziati a Cuba fra il presidente José Manuel Santos e la guerriglia delle FARC. Nonostante la forte pressione morale alla quale il popolo è stato sottoposto, compreso un video ‒ trasmesso ripetutamente dai principali canali televisivi alla vigilia del voto ‒ in cui il Papa prometteva di andare in Colombia se tali accordi fossero stati approvati dalla popolazione, la maggioranza ha votato contro, giudican-

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https://www.wsj.com/articles/speak-for-venezuela-pope-francis-1502144547.

64

https://www.clarin.com/opinion/papa-va-hablar-venezuela_0_Sy-1zYa8W.html.

65

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/september/documents/papafrancesco_20170910_viaggioapostolico-colombia-voloritorno.html.

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doli apertamente favorevoli ai guerriglieri. E mentre ha accolto con devozione il Vicario di Cristo, i colombiani non hanno avuto tuttavia nessun dubbio nel rigettare le FARC nelle successive elezioni parlamentari del 2018, in un modo persino più categorico che all‘epoca del referendum.

Mano tesa alla dittatura comunista in Cina a spese dei cattolici clandestini La stessa attitudine conciliatrice, che non nasconde la sua simpatia per il regime, la Santa Sede l‘ha adottata nei confronti della Cina. L‘arcivescovo Marcelo Sánchez Sorondo, argentino e molto vicino al Papa, nella sua qualità di cancelliere delle Accademie di Scienze, ha stupito i cattolici dichiarando, dopo un viaggio nel Paese di Mao: ―Ho trovato una Cina straordinaria; quel che le persone non sanno è che il principio fondamentale cinese è lavoro, lavoro, lavoro. Non ci sono favelas, non ci sono droghe, i giovani non si drogano [...] [La Cina] sta difendendo la dignità della persona [...]‖. E ha aggiunto: ―In questo momento, quelli che meglio mettono in pratica la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi [...]. I cinesi cercano il bene comune, subordinano le cose al bene generale‖66. Già anteriormente, in un altro viaggio per una conferenza sui trapianti di organi ( la Cina è segnalata come la più grande trafficante di organi della terra), aveva dichiarato al giornale Global Times, giornale controllato dal Partito Comunista cinese: ―In verità, in questo momento la Cina e il Papa hanno molte buone relazioni‖67. 66

http://www.lastampa.it/2018/02/02/vaticaninsider/es/vaticano/chinos-quienes-mejorrealizan-la-doctrina-social-de-la-iglesia-mBmGrdwCpUt2VVswtlkeuN/pagina.html. 67

http://www.globaltimes.cn/content/1059768.shtml.

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Questa simpatia porta il Vaticano a cercare di ristabilire relazioni con il regime comunista cinese che gli tende la mano mentre perseguita duramente la Chiesa Cattolica clandestina, proponendo un accordo pratico per cui le autorità atee potranno controllare le nomine dei vescovi e tutta la vita della Chiesa nel Paese68. A questo eventuale accordo, contrario alla dottrina cattolica e ai diritti del Papato in quanto implica il riconoscimento della Chiesa patriottica i cui statuti sono formalmente scismatici, il cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, ha opposto un fermo rifiuto e ha lanciato un appello alla resistenza. Preferendo la clandestinità all‘apostasia, causata dall‘accettazione di una chiesa nazionale. In una intervista a LifeSiteNews, nel febbraio 2017, il cardinale Zen ha dichiarato: ―Posso capire che il Papa sia realmente ingenuo. Lui non conosce i comunisti. Ma purtroppo le persone che gli stanno attorno non sono per nulla buone. Hanno idee molto sbagliate. E ho paura che possano vendere a basso prezzo la nostra Chiesa clandestina. Questo sarebbe molto triste‖. E il cardinale ha raccontato di aver già scritto diverse volte al pontefice, ―ma non risponde alle mie lettere‖ 69. Riferendosi alla cattiva influenza della Segreteria di Stato, il cardinale ha detto in un‘altra occasione: ―Papa Francesco non conosce il vero Par-

68

In un recente editoriale della Civiltà Cattolica il gesuita cinese Padre Joseph You Guo Yiang scrive che ―finché il Partito comunista cinese rimarrà l‘unico partito di governo, il marxismo continuerà a essere il riferimento ideologico della società [cinese]. Perciò la Chiesa cattolica cinese è chiamata a ridefinire il suo ruolo e le sue relazioni con il Partito comunista e con la sua ideologia. Questo non significa che la Chiesa debba essere d‘accordo con la politica e con i valori del Partito, ma piuttosto che essa debba trovare soluzioni flessibili ed efficaci per continuare la sua missione e il suo ministero in Cina‖ (http://www.laciviltacattolica.it/articolo/il-cattolicesimo-in-cina-nel-xxisecolo/). 69

https://www.lifesitenews.com/news/interview-cardinal-zen-begs-vatican-not-to-sell-outto-chinese-govt.

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tito Comunista in Cina, ma [il cardinale Pietro] Parolin dovrebbe conoscerlo. (...) Papa Francesco ha bisogno di qualcuno che calmi il suo entusiasmo. (…) Ho detto al Papa che [Parolin] ha una mente avvelenata. Egli è molto soave, ma io non ho nessuna fiducia in questa persona. Egli crede nella diplomazia, non nella nostra fede‖70. Nell‘intervista al Corriere della Sera del 2 luglio 2017, il porporato ha affermato: ―A Pechino sanno bene che i vescovi irregolari non sono ben visti dal popolo. Comunque, una Chiesa scismatica conosciuta è un male minore di un Chiesa oggettivamente scismatica ma benedetta di fatto dal Papa con un accordo. (...) Invitare il nostro clero fedele alla Santa Sede a venire allo scoperto in base a un cattivo accordo significherebbe imporre loro di accettare il controllo del governo. Si sentirebbero traditi, dopo anni di sofferenza‖71. In un video diffuso il 14 dello stesso mese dal sito della rivista Polonia Christiana, il cardinale Zen ha aggiunto, parlando dei vescovi della Chiesa patriottica: ―Non credo che la Santa Sede non sappia che non esiste conferenza episcopale! Esiste solo di nome. In realtà, non ci sono mai discussioni, riunioni. Si riuniscono quando sono convocati dal governo. Il governo dà istruzioni. Loro obbediscono. È fittizia‖72.

“Ora ci tocca morire per mano del nostro Padre!” Facendo orecchie da mercante a queste riflessioni, il Vaticano ha continuato imperterrito i negoziati e ha ―promosso‖ alla carica di nunzio in

70

https://cruxnow.com/global-church/2017/10/16/cardinal-says-popes-top-diplomatpoisoned-mind-china/. 71

http://www.corriere.it/esteri/17_luglio_01/joseph-zen-ze-kiun-cardinale-85-anni-marciaragazzi-ho-scritto-papa-non-ceda-pechino-9b9d0e9e-5e91-11e7-a166-a251b30d0494.shtml. 72

http://www.tfp.org/cardinal-zen-situation-church-china-worse/.

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Grecia l‘arcivescovo cinese Savio Hon Tai-Fai, fino a quel momento Segretario della Congregazione per l‘Evangelizzazione dei Popoli, anch‘egli contrario agli accordi73. Poco prima del Natale 2017, l‘arcivescovo Claudio Maria Celli ha viaggiato a Pechino per incontrarsi, a nome del Vaticano, con le autorità comuniste e con due vescovi clandestini, che per mandato della Santa Sede ha sollecitato a rinunciare alle loro diocesi affinché il Papa possa sostituirli con prelati della ―Chiesa patriottica‖ attualmente scomunicati. Uno dei vescovi ha chiesto al cardinale Zen di portare una lettera personale a Papa Francesco, che egli ha gli consegnato dopo l‘udienza generale del 10 gennaio 2018. Due giorni dopo, il cardinale ha avuto un incontro personale col papa, il 29 gennaio. Il cardinale Zen ha rivelato sul suo blog aspetti fino ad allora confidenziali del suo incontro col Pontefice. In particolare che, al momento del congedo del vescovo Savio Hon, avevano parlato col Papa di queste due diocesi e che questi si era mostrato sorpreso, assicurando loro che avrebbe studiato personalmente la questione, per cui, nell‘ultimo colloquio, gli ha chiesto se lo avesse fatto. ―Sì, ha risposto, ho detto loro [i suoi collaboratori nella Santa Sede] di non creare un nuovo caso Mindszenty‖. Nello stesso post, il cardinale Zen ha approfittato per fornire alcune precisazioni fra le quali le seguenti: ―Penso che il Vaticano stia vendendo la Chiesa Cattolica in Cina? Sì, chiaramente, se vanno avanti nella direzione che è ovvia per tutto quel che stanno facendo nei recenti anni e mesi‖; ―Sono io il maggiore ostacolo per raggiungere un accordo tra il Vaticano e la Cina? Se è un accordo cattivo, sarei più che contento di essere un ostacolo‖74.

73

http://www.lastampa.it/2017/09/28/vaticaninsider/ita/vaticano/savio-hon-nunzio-ingrecia-1ZYVPLLJqZuu32MhiFLPLI/pagina.html. 74

http://oldyosef.hkdavc.com/?p=967.

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In risposta, il portavoce vaticano Greg Burke, ha dichiarato che non ci sono divergenze fra la Segreteria di Stato e il Papa ―sui passi del dialogo in corso (...) che Egli accompagna con speciale sollecitudine‖, per cui è sorprendente ―che si affermi il contrario da parte di persone di Chiesa e si alimentino così confusione e polemiche‖75. Inoltre, lo stesso Segretario di Stato ha concesso un‘intervista al giornalista Gianni Valente per difendere le sue iniziative. Egli ha dichiarato che ―la finalità principale della Santa Sede nel dialogo in corso è proprio quella di salvaguardare la comunione nella Chiesa‖, per mezzo di ―un cammino graduale di riconciliazione verso l‘unità‖ tra le due comunità cattoliche, la clandestina e la ―patriottica‖, così da ―non dover più parlare di vescovi ‗legittimi‘ e ‗illegittimi‘, ‗clandestini‘ e ‗ufficiali‘ nella Chiesa in Cina‖. In riferimento diretto al cardinale Zen, ha aggiunto che ―le critiche dovrebbero mirare a costruire la comunione e non a suscitare divisioni‖, per cui ―espressioni quali potere, tradimento, resistenza, resa, scontro, cedimento, compromesso, dovrebbero far posto ad altre, quali servizio, dialogo, misericordia, perdono, riconciliazione, collaborazione, comunione‖. Il rovescio della durezza del Segretario di Stato nei confronti del cardinale Zen e dei cattolici clandestini è la sua accondiscendenza con i responsabili del governo comunista cinese, ai quali direbbe che ―la missione propria della Chiesa non è quella di cambiare le strutture o l‘amministrazione dello Stato‖, per cui Essa ―non vuole sostituirsi allo

75

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/01/30/0089/00168.h tml.

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Stato, ma desidera offrire un contributo sereno e positivo per il bene di tutti‖76. Il cardinale cinese non ha tardato a rispondere, sul suo blog, dicendo che il cardinale Parolin ―adora la diplomazia della Ostpolitik del suo maestro [il cardinale] Casaroli e disprezza la fede genuina di quelli che con fermezza difendono la Chiesa‖. Riguardo agli appelli alla riconciliazione, il prelato afferma che ―non si tratta di offese personali da perdonare, bensì di una schiavitù dalla quale liberarsi‖, e domanda: ―Misericordia per i persecutori? Per i loro complici? Premiare i traditori? Castigare i fedeli? Forzare un vescovo legittimo a cedere la carica ad uno scomunicato? Non è piuttosto questo che mette sale nelle ferite?‖. Peraltro, il Vaticano non può ignorare che in Cina ci sono due strutture: ―Una struttura è basata sul principio del Primato di Pietro, sul quale Gesù ha stabilito la sua Chiesa, l‘altra struttura è imposta da un governo ateo che mira a creare una Chiesa scismatica, soggetta al suo potere‖, forzando i clandestini ―a entrare in una gabbia‖. E conclude che ―se per caso un giorno fosse firmato un cattivo accordo con la Cina, ovviamente con l‘approvazione del papa, [egli si] ritirerà in silenzio alla ‗vita monastica‘‖, da buon salesiano77. In un ―Doloroso Appello‖ che il cardinale aveva pubblicato nel suo blog nell‘agosto 2016, subito prima della sezione intitolata ―Accettazione dell‘accordo e obiezione di coscienza. Fedeltà al Papa nonostante il Papa‖, l‘anziano cardinale aveva scritto: ―Mi ricordo di un‘espressione apparsa molto tempo fa su internet, in un sito cattolico cinese: ‗Dopo tanti anni, i nostri nemici ancora non sono riusciti a farci morire. Ora ci

76

http://www.lastampa.it/2018/02/03/vaticaninsider/ita/vaticano/parolin-ecco-perchdialoghiamocon-la-cina-6bacz50zwiaBnVhQnWgIrL/pagina.html. 77

http://oldyosef.hkdavc.com/?p=987.

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tocca morire per mano del nostro Padre. Va bene, andiamo a morire‖78. È quel che vuole evitare con il suo Appello ed è ugualmente ciò che i cattolici del mondo intero devono evitare anche se per questo dovessero praticare l‘obiezione di coscienza e la ―fedeltà al Papa nonostante il Papa‖.

78

http://www.asianews.it/notizie-it/Card.-Zen:-Le-mie-perplessit%C3%A0-sul-dialogoCina-Santa-Sede-e-le-ricadute-sulla-Chiesa-cinese-38222.html.

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Capitolo 3

Promozione dell‟agenda “verde”, di un governo mondiale e di una mistica ambigua della “Madre Terra” Secondo la dottrina sociale della Chiesa – ripetuta molte volte – vi sono questioni sulle quali i cattolici sono obbligati ad avere una posizione omogenea, come ad esempio in materia di aborto, divorzio, struttura naturale del matrimonio. Altri temi, al contrario, vengono lasciati al giudizio della coscienza ben formata dei fedeli. Abbracciando l‘ideologia ambientalista, Papa Francesco tuttavia stabilisce un nuovo paradigma. L‘enciclica Laudato Sì assume le teorie ecologiche catastrofiste, nonostante non ci sia a loro sostegno un fondamento scientifico definitivo. E invita i fedeli a impegnarsi prioritariamente in queste cause, anziché in quelle su cui i cattolici dovrebbero parlare ad una sola voce, come la difesa della vita. In questi anni la Santa Sede ha organizzato convegni internazionali offrendo un palco a relatori che promuovono da sempre la riduzione della popolazione mondiale (mediante la contraccezione e l‘aborto) per preservare il pianeta Terra. Non solo. Come è stato affermato da un alto esponente del Vaticano, per la prima volta nella storia l‘agenda del Vaticano coincide senza problemi con l‘agenda delle Nazioni Unite, che in molti punti si oppone alla verità cattolica.

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Già nel luglio 2014 Papa Francesco ha definito la preoccupazione per l‘ambiente ―una delle più grandi sfide della nostra epoca‖, conferendole una nota teologica: è necessario ―convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato (...) Questo è il peccato nostro: di sfruttare la terra e non lasciare che lei ci dia quello che ha dentro‖1.

Pubblicazione di un’enciclica ecologica a braccetto con l’ONU Pochi mesi prima delle tre riunioni cruciali dell‘ONU riguardo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, Papa Francesco ha pubblicato l‘enciclica Laudato Sì2, ignorando le raccomandazioni di un consistente gruppo di teologi, scienziati ed economisti3 e, al contrario, sollecitando la collaborazione di intellettuali controversi, come l‘ex frate liberazionista Leonardo Boff4 o Hans Schellnhuber5, membro del fallito Club di 1

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/july/documents/papafrancesco_20140705_molise-mondo-del-lavoro.html. 2

Lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite di allora, Ban Ki-Moon, ha collegato l‘enciclica alle iniziative dell‘ONU, affermando in un incontro organizzato dal Vaticano: ―Quest‘anno, con la prossima enciclica, il vertice sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e un accordo globale di cambiamento climatico, abbiamo un‘opportunità senza precedenti per articolare - e creare - un futuro più sostenibile e una vita di dignità per tutti‖ (https://www.un.org/sg/en/content/sg/statement/2015-04-28/secretary-generalsremarks-workshop-moral-dimensions-climate-change). 3

Vedere le lettere inviate dalla Cornwall Alliance in

http://cornwallalliance.org/landmark-documents/protect-the-poor-ten-reasons-to-opposeharmful-climate-change-policies/ e http://cornwallalliance.org/anopenlettertopopefrancisonclimatechange/. 4

―Il Pontefice ha letto i suoi libri? ‗Più di questo. Mi ha chiesto materiale per Laudato Sì. Gli ho consigliato e gli ho inviato cose che ho scritto… Di modo che il Papa mi ha detto direttamente: -Boff, non mi mandi le sue lettere direttamente. - Perché no? Mi ha detto: - Altrimenti i sottosegretari le intercettano e non le riceverò. Meglio che mi invii le cose tramite l‘ambasciatore argentino presso la Santa Sede, con cui ho un buon contatto, e arriveranno sicure nelle mie mani. L‘ambasciatore è un vecchio amico del Pontefice. E dopo, il giorno prima della pubblicazione dell‘enciclica, il Papa mi ha fatto

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Roma, simpatizzante della ―teoria Gaia‖6, promotore di una Costituzione della Terra, di un Consiglio Globale eletto dalla popolazione mondiale e di una Corte Planetaria con giurisdizione universale7, difensore dell‘idea che la popolazione umana della terra non dovrebbe oltrepassare 1 miliardo e che, nel 1970, previde la fine delle risorse rinnovabili nel 1990 (!). Le proposte di Schellnhuber sono tanto radicali che l‘insospettabile New York Times lo ha descritto come ―uno scienziato noto per la sua posizione aggressiva sulle politiche relative al clima‖8. In preparazione alla pubblicazione dell‘enciclica, il Vaticano ha ospitato una giornata dedicata ai mutamenti climatici con la finalità di ―arrivare a un consenso sul fatto che i valori di sviluppo sostenibile sono coerenti con i valori delle principali tradizioni religiose‖ 9. L‘incontro ha avuto come relatori, fra gli altri, l‘allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, l‘ex-presidente di sinistra dell‘Ecuador, Rafael Correa, e il già citato economista Jeffrey Sachs, favorevole al controllo della popolazione mediante l‘aborto. Alla conferenza stampa di presentazione della Laudato Sì ha preso parte lo stesso sopra menzionato Hans Schellnhuber, più tardi nominato membro della Pontificia Accademia delle Scienze.

chiamare per ringraziarmi dell‘aiuto‘‖ (cf. http://www.ksta.de/kultur/leonardo-boff-iminterview--papst-franziskus-ist-einer-von-uns--25372660). 5

Dettagli sulle sue posizioni e il suo contributo nella redazione di Laudato Sì in

http://voiceofthefamily.com/professor-schellnhuber-climate-science-and-the-populationproblem/. 6

https://www.lifesitenews.com/opinion/professor-schellnhuber-climate-science-and-thepopulation-problem. 7

http://www.humansandnature.org/democracy-hans-joachim-schellnhuber.

8

https://dotearth.blogs.nytimes.com/2009/03/13/scientist-warming-could-cut-population-to1-billion/. 9

http://www.casinapioiv.va/content/accademia/en/events/2015/protectearth.html.

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Visione apocalittica fondata su “dogmi” senza base scientifica Andando al di là della sua funzione di custode della fede e della morale, nell‘enciclica Papa Francesco ha preso apertamente partito in un dibattito altamente tecnico ed ha proposto soluzioni che vasti settori del mondo scientifico, economico e politico dichiarano essere dannose per l‘umanità e, in particolare, per le regioni e i ceti di popolazione più poveri del pianeta. E ciò nonostante egli stesso abbia scritto, nell‘esortazione Evangelii Gaudium, che ―i credenti non possono pretendere che un‘opinione scientifica a loro gradita, e che non è stata neppure sufficientemente comprovata, acquisisca il peso di un dogma di fede‖10, e di riconoscere, nella stessa Laudato Sì, che ―ci sono discussioni, su questioni relative all‘ambiente, nelle quali è difficile raggiungere un consenso‖, per cui invita ―ad un dibattito onesto e trasparente‖ 11. Prescindendo da tutto questo, il Papa ha affermato che ―esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico‖, che ―numerosi studi scientifici indicano che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta alla grande concentrazione di gas serra ... emessi soprattutto a causa dell‘attività umana‖ e che ciò ―viene poten-

10

Evangelii gaudium n° 243, in

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papafrancesco_esortazione-ap_20131124_evangeliigaudium.html#Il_dialogo_tra_la_fede,_la_ragione_e_le_scienze. 11

Laudato Sì n° 188 in

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papafrancesco_20150524_enciclica-laudato-si.html.

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ziato specialmente dal modello di sviluppo basato sull‘uso intensivo di combustibili fossili‖12. Sulla base di queste asserzioni, non sostenute da nessuna fonte, neppure in nota13, l‘enciclica offre una visione apocalittica di queste minacce all‘ambiente14: ―Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell‘ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi, come di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse regioni‖15.

Promozione di uno stile di vita pauperista che danneggerà principalmente i poveri Per Papa Francesco, ―le radici più profonde degli squilibri attuali‖ hanno a che fare con ―l‘orientamento, i fini, il senso e il contesto sociale della crescita tecnologica ed economica‖16 che cerca un aumento indefinito della ricchezza. Sarebbe necessario, al contrario, una ―nuova sintesi‖17, un ―cambiamento radicale‖18 e una ―coraggiosa rivoluzione 12

Laudato Sì n° 23. Il cardinale George Pell ha dichiarato al riguardo: ―La Chiesa non ha nessun mandato del Signore per pronunciarsi in materie scientifiche‖ (http://www.ft.com/cms/s/0/7f429c28-2bc6-11e5-acfb-cbd2e1c81cca.html ). 13

14

Ad esempio, nonostante la COּ₂ sia parte naturale dell‘atmosfera e necessaria per la crescita di qualsiasi vegetale, compreso il fitoplancton marino, e per la liberazione dell‘ossigeno nell‘atmosfera, il Papa afferma che ―L‘inquinamento (sic!) prodotto dal biossido di carbonio aumenta l‘acidità degli oceani e compromette la catena alimentare marina‖ (n° 24). 15

Laudato Sì, n° 161.

16

Ibid. n° 109.

17

Ibid n° 112.

18

Ibid. n° 171.

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culturale‖19. Pur affermando che ―nessuno vuole tornare all‘epoca delle caverne‖20, sostiene che ―l‘umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita,di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano‖21. Questa nuova cultura ecologica ―dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all‘avanzare del paradigma tecnocratico‖22. Come esempio di ―abitudini nocive di consumo‖ per l‘ambiente il Papa cita ―il crescente aumento dell‘uso e dell‘intensità dei condizionatori d‘aria‖23, dimenticando che questi non sono un lusso frivolo (se avessero avuto in casa l‘aria condizionata, probabilmente 14mila anziani non sarebbero morti durante l‘ondata di calore che ha colpito il sud della Francia nel 2003), ma una necessità per le condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone in regioni tropicali. Papa Francesco sembra dimenticare che, intorno al 1815, v‘era circa 1 miliardo di abitanti sulla terra (la cifra ideale per Hans Schellnhuber), ma a quell‘epoca la speranza di vita era di appena 30 anni e il reddito pro capite, in valuta liquida, approssimativamente di 100 US$, ovvero che, a livello mondiale, con il progresso dello sviluppo industriale la

19

Ibid. n° 114.

20

Ibid. n° 114.

21

Ibid. n° 23.

22

Ibid. n° 111.

23

Ibid. n° 55.

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speranza di vita è più che raddoppiata (oggi è 71 anni) e il reddito si è moltiplicato di oltre cento volte (oggi è di 12.000 US$)24. Secondo Papa Francesco, l‘―approccio ecologico‖ è indispensabile per ―ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri‖, principali vittime dello sviluppo, visto che sono ―la maggior parte del pianeta, miliardi di persone‖25. Da un lato, egli sembra aver anche dimenticato che la diminuzione dell‘estrema povertà è stata un grande successo – dal 1990 al 2010 è stata ridotta della metà, secondo l‘insospettabile rapporto 2014 dell‘ONU sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio – e, dall‘altro, che se le proposte dell‘enciclica fossero applicate, le principali vittime sarebbero i poveri della periferia, ovvero quanti risiedono nelle regioni meno sviluppate del mondo, condannati a rimanere nel sottosviluppo. È ugualmente demagogico affermare, relativamente al ―grido della terra‖, che lasceremo alle generazioni future solo ―macerie, deserti e sporcizia‖26. Come ha ben segnalato l‘editorialista George Will, basta paragonare i livelli di inquinamento a Londra nei romanzi di Charles Dickens e guardare la notevole trasformazione del Tamigi negli ultimi 50 anni, per avere una netta smentita27. E, riguardo alla sporcizia, la realtà non è così cattiva, giacché molto dello ―scarto‖ viene riciclato. In-

24

Cfr. Steven W. Mosher, ―Do the Pope and I live on the same planet?‖, http://nypost.com/2015/07/05/do-the-pope-and-i-live-on-the-same-planet/. 25

Laudato Sì n° 49.

26

Ibid. n° 161.

27

https://www.washingtonpost.com/opinions/pope-franciss-fact-freeflamboyance/2015/09/18/7d711750-5d6a-11e5-8e9edce8a2a2a679_story.html?utm_term=.3063b1df62ac.

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fatti l‘industria del riciclaggio costituisce una fonte aggiuntiva di molti posti di lavoro e di ricchezza28.

Gli indios, modello di rispetto ecologico della natura L‘altra faccia delle critiche allo sviluppo è la visione romantica che Papa Francesco presenta dei popoli indigeni, che sarebbero modelli di saggezza nel rapporto con la natura: ―Per loro, infatti, la terra non è un bene economico, ma un dono di Dio e degli antenati che in essa riposano, uno spazio sacro con il quale hanno il bisogno di interagire per alimentare la loro identità e i loro valori. Quando rimangono nei loro territori, sono quelli che meglio se ne prendono cura‖29. In un altro passaggio, parlando delle cooperative e dell‘autoapprovvigionamento, afferma che così ―è possibile far nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra‖ e aggiunge: ―Questi valori hanno radici molto profonde nelle popolazioni aborigene‖30. Durante il suo viaggio in Messico, in un‘omelia agli indios del Chiapas, dopo aver affermato che siamo di fronte a ―una delle maggiori crisi ambientali della storia‖, ha dichiarato: ―In questo voi avete molto da insegnarci, da insegnare all‘umanità. I vostri popoli … sanno relazionarsi

28

Cfr. Fr James V. Schall sj, ―Concerning the ―Ecological‖ Path to Salvation‖ in

http://www.catholicworldreport.com/2015/06/21/concerning-the-ecological-path-tosalvation/. 29

Laudato Sì n° 146.

30

Ibid. n° 179.

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armonicamente con la natura, che rispettano come ―fonte di nutrimento, casa comune e altare del condividere umano‘‖31. Evidentemente questi elogi non ignorano i conflitti fra dette popolazioni ed autorità nazionali in diverse parti del mondo, a proposito di progetti idroelettrici o estrattivi di minerali nelle terre indigene. Curiosamente, sebbene all‘inizio dell‘enciclica si riconosca che ―il principio della subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni e, perciò, il diritto universale al loro uso, è una ‗regola d‘oro‘ del comportamento sociale, e il ‗primo principio di tutto l‘ordinamento etico-sociale‘‖32, tale principio perde validità quando si tratta di popolazioni indigene, il cui diritto al territorio ancestrale diventa assoluto, anche se questa ―santuarizzazione‖ è dannosa per lo sviluppo della rispettiva nazione e degli stessi popoli aborigeni. Così, durante un‘udienza ai partecipanti del 3° Forum dei popoli indigeni, organizzato dal Fondo Internazionale di Sviluppo Agricolo, Papa Francesco ha affermato che ―dovrebbe sempre prevalere il diritto al consenso previo e informato‖, evocando il problema di ―come conciliare il diritto allo sviluppo con la tutela delle caratteristiche proprie degli indigeni e dei loro territori‖, specialmente nei casi di attività economiche ―che possono interferire con le culture indigene e la loro relazione ancestrale con la terra‖33. Francesco ha avuto altri incontri con i popoli aborigeni nel suo viaggio di gennaio 2018 in Cile e Perù. In quest‘ultimo Paese, ha visitato l‘Amazzonia. Parlando ai nativi di questa immensa regione, dopo parole

31

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2016/documents/papafrancesco_20160215_omelia-messico-chiapas.html. 32

Laudato Sì n° 93.

33

http://w2.vatican.va/content/francesco/pt/speeches/2017/february/documents/papafrancesco_20170215_popoli-indigeni.html.

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di forte impatto retorico ‒ ―Quanti non abitiamo queste terre abbiamo bisogno della vostra saggezza e delle vostre conoscenze per poterci addentrare, senza distruggerlo, nel tesoro che racchiude questa regione. E risuonano le parole del Signore a Mosè: ‗Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai, è suolo santo‘ (Es 3,5)‖ ‒ il pontefice ha ribadito la sua preferenza per lo stile di vita indigeno rispetto a quello dell‘Occidente, il quale sarebbe in tutto condannabile: ―in verità, voi con la vostra vita siete un grido rivolto alla coscienza di uno stile di vita che non è in grado di misurare i suoi costi. Voi siete memoria viva della missione che Dio ha affidato a tutti noi: avere cura della casa comune‖34. Una domanda si impone: questa continua condanna del modello culturale ed economico dell‘Occidente, unita al parallelo elogio della saggezza dello stile di vita aborigeno, rappresenta forse una presumibile chiave di lettura degli orientamenti del prossimo Sinodo Speciale sull‘Amazzonia convocato per il 2019? La risposta dovrebbe essere categoricamente affermativa nel caso si prenda in considerazione la simpatia per la Teologia della Liberazione di alcuni dei 18 membri del Consiglio pre-sinodale che collaborerà con la Segreteria Generale nella preparazione dell‘Assemblea Speciale, come il cardinale Cláudio Hummes e mons. Erwin Kräutler, prelato emerito di Xingú. Al di là delle preoccupanti tematiche già esplicitamente sollevate da questi due prelati nei confronti dell‘ordinazione sacerdotale dei viri probati (laici sposati) con la simultanea revisione del celibato ecclesiastico, il che potrebbe inaugurare una pratica che dall‘Amazzonia si diffonderebbe nel resto della Chiesa, sarà necessario accompagnare con attenzione se, nel citato Sinodo, non si cercherà anche di imporre a tutti i cattolici l‘ideologia indigenista promossa da un settore pro-Teologia della Libe34

http://w2.vatican.va/content/francesco/pt/speeches/2018/january/documents/papafrancesco_20180119_peru-puertomaldonado-popoliamazzonia.html.

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razione dell‘episcopato brasiliano, già oggetto di una documentata denuncia quarant‘anni fa, nel saggio Tribalismo indigeno: ideale comunomissionario per il Brasile nel secolo XXI, del prof. Plinio Corrêa de Oliveira 35.

Un governo mondiale per promuovere una “comunione universale” teilhardiana Altro aspetto particolarmente sconcertante è che la Laudato Sì manifesta un‘accentuata preferenza per il governo mondiale dei problemi ecologici. In diversi passaggi l‘enciclica insiste sulla necessità di ―concepire il pianeta come patria e l‘umanità come popolo che abita una casa comune‖36, di ―un accordo sui regimi di governance per tutta la gamma dei cosiddetti beni comuni globali‖37, di ―una vera Autorità politica mondiale‖38 dotata di ―potere per sanzionare gli attacchi all‘ambiente‖39. Infine, bisogna evidenziare che, nonostante le sue affermazioni sul fatto che la difesa della natura non richiede ―una divinizzazione della terra‖ né ―equiparare tutti gli esseri viventi e togliere all‘essere umano quel valore peculiare‖40, vi sono passaggi nell‘enciclica che vanno nella

35

Plinio Corrêa de Oliveira,

http://www.pliniocorreadeoliveira.info/Tribalismo_last_corre%C3%A7%C3%A3o.pdf 36

Laudato Sì n° 164.

37

Ibid. n° 174.

38

Ibid.n° 175, citando Benedetto XVI e Giovanni XXIII.

39

Ibid., n° 214

40

Ibid. n° 90.

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direzione del misticismo panteista ed evoluzionista di padre Pierre Teilhard de Chardin, citato nel documento (n° 83)41. Il mondo è di fatto visto come ―sacramento di comunione‖ nel quale ―il divino e l‘umano si incontrano… persino nell‘ultimo granello di polvere del nostro pianeta‖42, per cui ―il traguardo del cammino dell‘universo è nella pienezza di Dio, che è stata già raggiunta da Cristo risorto, fulcro della maturazione universale‖43, perciò risulta che la ―conversione ecologica‖ implica la amorevole consapevolezza “di formare con gli altri esseri dell‟universo una stupenda comunione universale‖44. Conviene rilevare che per l‘enciclica l‘uomo è frutto di ―processi evolutivi‖, la cui ―novità qualitativa‖ presuppone ―un‘azione diretta di Dio‖, ma mai parla di anima umana razionale, tranne che di sfuggita in una nota (§141) quando dice che ―l‘amore si vive sempre in corpo e anima‖.

41

Cfr. Arnaldo Xavier da Silveira, ―Notas sobre Laudato Sì‖ in

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1294_Da-Silveira_Note_su_Laudato-si.html. Il18 no-

vembre 2017, l‘assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Cultura ha approvato una mozione per chiedere a Papa Francesco di rimuovere il Monitum del Sant‘Uffizio del 30 giugno 1962 che dichiarò che i testi di carattere teologico e filosofico di Teilhard de Chardin contenevano gravi errori per la dottrina cattolica (http://www.disf.org/teilhard-de-chardin-petizione-monitum-consiglio-cultura). 42

Laudato Sì n° 9, citando il Patriarca Bartolomeo, ―Global Responsibility and Ecological Sustainability: Closing Remarks‖, I Vertice di Halki, Istanbul. 43

Ibid. n° 83.

44

Ibid. n° 220.

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Sostegno all’agenda anticristiana con il pretesto dello “sviluppo sostenibile” Mettendo in pratica i principi dell‘enciclica, Papa Francesco nel suo discorso all‘Assemblea Generale delle Nazioni Unite, del 25 settembre 2015, ha detto alzare la sua voce ―insieme a quella di tutti coloro che aspirano a soluzioni urgenti ed efficaci‖, per denunciare ―la drammaticità di tutta questa situazione di esclusione e di inequità‖ che risulta dall‘―abuso e la distruzione dell‘ambiente‖. Per cui ―l‘adozione dell‘‗Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile‘ durante il Vertice mondiale che inizierà oggi stesso, è un importante segno di speranza‖45. Questo appoggio incondizionato all‘Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è tanto più grave e sorprendente visto che la Missione Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite aveva fatto registrare nella seduta dell‘Assemblea Generale del 1° settembre 2015, cioè all‘inizio dello stesso mese, una dichiarazione ufficiale in cui esprimeva le sue riserve quanto all‘uso, nel testo della menzionata Agenda, dei concetti di ―salute sessuale e riproduttiva‖ e ―diritti riproduttivi‖ (i quali, per essere accettabili, dovrebbero escludere esplicitamente l‘aborto o i prodotti abortivi dalla sua definizione), così come dei termini ―contraccezione‖, ―pianificazione familiare‖ (che dovrebbero includere unicamente metodi moralmente leciti) e, infine, ―genere‖ (che, per essere valido, dovrebbe basarsi sull‘identità sessuale biologica). Allo stesso modo, la Santa Sede si è vista costretta a ribadire che la ―responsabilità primaria‖ e i ―diritti primari‖ dei genitori nell‘educazione dei figli include il loro diritto alla libertà religiosa46. 45

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/september/documents/papafrancesco_20150925_onu-visita.html. 46

https://holyseemission.org/contents//statements/55e60e559a5749.94098476.php.

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Niente di questo ha impedito all‘arcivescovo Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere delle due Accademie delle Scienze, di dichiarare con vanto che ―per la prima volta il Magistero del Papa coincide con quello delle Nazioni Unite‖47. Più ancora, il messaggio pontificio per la celebrazione della ―Giornata Mondiale di Preghiera per la salvaguardia del Creato‖, il 1° settembre 2016, ha dato indicazioni di comportamento individuale e ha approvato iniziative pubbliche, entrambe contestabili. Sul piano individuale, dopo aver citato il Patriarca Bartolomeo, per il quale ―nella misura in cui tutti noi causiamo piccoli danni ecologici‖, siamo chiamati a riconoscere ―il nostro apporto, piccolo o grande, allo stravolgimento e alla distruzione dell‘ambiente‖, Papa Francesco ha invitato ciascuno a pentirsi ―del male che stiamo facendo alla nostra casa comune‖, come ―singoli, ormai assuefatti a stili di vita indotti sia da una malintesa cultura del benessere sia da un ‗desiderio disordinato di consumare più di quello di cui realmente si ha bisogno‘‖, così come a prendere ―un fermo proposito di cambiare vita‖, che ―deve tradursi in atteggiamenti e comportamenti concreti più rispettosi del creato, come ad esempio fare un uso oculato della plastica e della carta, non sprecare acqua, cibo ed energia elettrica, differenziare i rifiuti, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra più persone, e così via‖. Per rendere questo impegno più cogente, il Papa ha suggerito ―un complemento ai due tradizionali elenchi di sette opere di misericordia

47

https://gaceta.es/civilizacion/primera-vez-magisterio-papa-paralelo-naciones-unidas20170720-0725/.

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[spirituali e corporali], aggiungendo a ciascuno la cura della casa comune‖48. Sul piano istituzionale, ―la protezione della casa comune richiede un crescente consenso politico‖, motivo per cui il pontefice ha manifestato la sua soddisfazione per il fatto che ―a settembre 2015 i Paesi del mondo abbiano adottato gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, e che a dicembre 2015 abbiano approvato l‘Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che si pone l‘impegnativo ma fondamentale obiettivo di contenere l‘aumento della temperatura globale‖49. L‘appoggio della Santa Sede all‘―Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile‖ è tanto più sconcertante visto che già viene implementata mediante la proliferazione di iniziative, come la Innov8 dell‘Organizzazione Mondiale della Sanità, finalizzate a imporre servizi di aborto, contraccezione e educazione sessuale edonista ai minori nei Paesi meno sviluppati. A nome della Società per la Protezione del Nascituro (SPUC), il ricercatore britannico Matthew McCusker ha dichiarato che ―l‘approvazione di Papa Francesco e di altri organi della Santa Sede [degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile] aumenta gravemente il pericolo per i più innocenti e i più invulnerabili tra noi‖, per cui ―è assolutamente necessario che tutti i cattolici resistano, nel modo più adeguato alla propria posizione nella Chiesa, a questo allineamento tra autorità ecclesiastiche e un‟agenda internazionale che mira alla distruzione di vite innocenti e della struttura stessa della famiglia‖50.

48

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/pont-messages/2016/documents/papafrancesco_20160901_messaggio-giornata-cura-creato.html. 49

Ibid.

50

Cfr.―The impact of the United Nations‘ Sustainable Development Goals on children

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“Sceneggiata gnostica e neopagana” sulla facciata della Basilica di San Pietro L‘accondiscendenza di Papa Francesco verso l‘agenda verde più radicale e pagana, promossa dall‘ONU e da altre organizzazioni internazionali, è risultata palese l‘8 dicembre 2015, quando è stato proiettato sulla facciata della Basilica di San Pietro lo spettacolo finanziato dal World Bank Group dal titolo Fiat lux: Illuminating Our Common Home, vero ―manifesto ecologista‖ che ha voluto tradurre in immagini l‘enciclica Laudato Sì. Si sono proiettati leoni, tigri e leopardi proprio là dove i primi cristiani furono martirizzati, e si vedeva aleggiare un‘immensa civetta mentre monaci buddisti in marcia sembravano indicare una via di salvezza alternativa al cristianesimo51. Il giornalista Antonio Socci ha qualificato lo spettacolo come una ―sceneggiata gnostica e neopagana che aveva un preciso messaggio ideologico anticristiano‖, osservando che ―a San Pietro, nella festa dell‘Immacolata Concezione, alla celebrazione della Madre di Dio, è stata preferita la celebrazione della Madre Terra, per propagandare l‘ideologia dominante, quella ‗religione climatista ed ecologista‘, neopagana e neomalthusiana che è sostenuta dai poteri forti del mondo‖52.

and the family, and their endorsement by the Holy See‖ in http://voiceofthefamily.com/wp-content/uploads/2017/02/Impact-of-the-United-NationsSustainable-Development-Goals22-2-17.pdf. 51

Cfr. Roberto de Mattei, ―San Pietro: una basilica oltraggiata‖ in

https://www.corrispondenzaromana.it/san-pietro-una-basilica-oltraggiata/. 52

http://www.antoniosocci.com/i-retroscena-della-profanazione-di-san-pietro-2/.

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Capitolo 4

Promozione dell‟immigrazione e dell‟Islam ‒ Reticenza sui cristiani perseguitati in Medio Oriente I temi dell‘immigrazione e dell‘accoglienza tornano costantemente nei discorsi e negli interventi di Francesco, con un‘intensità che supera di gran lunga i pronunciamenti al riguardo dei pontificati precedenti. Infatti sembra che l‘accoglienza dei migranti sia, per la Chiesa, il vero principio non negoziabile. A ciò si aggiunge il dialogo ad ogni costo con l‘Islam che il Papa auspica al punto di minimizzare la matrice islamica del terrorismo. Questa politica lo porta anche a una estrema prudenza nel denunciare il carattere religioso delle persecuzioni ai cristiani perpetrate nei Paesi a maggioranza musulmana. Lo scivolamento crescente della Santa Sede nei confronti dell‘immigrazione purtroppo non è di oggi ed è stato ampiamente documentato da Laurent Dandrieu nel suo libro Église et immigration: le grand malaise1. Il punto di partenza può essere rintracciato grosso modo nell‘enciclica Pacem in terris di Papa Giovanni XXIII che riconosce ad ogni essere umano ―il diritto alla libertà di movimento e di dimora nell‘interno della comunità politica di cui è cittadino; ed ha pure il diritto, quando legittimi interessi lo consiglino, di immigrare in altre comunità politiche e 1

cfr. Edizioni Presses de la Renaissance, Parigi, gennaio 2017.

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stabilirsi in esse‖2. Due condizioni essenziali fissate dal suo predecessore, Pio XII, scompaiono in questo testo: l‘estrema necessità del migrante e il diritto della nazione che lo accoglie di restringere l‘accesso per ragioni di utilità pubblica. Invece per Giovanni XXIII ciascuno ha il diritto ―di inserirsi nella comunità politica in cui si ritiene di potersi creare un avvenire per sé e per la propria famiglia‖ e ―di conseguenza quella comunità politica‖ (…) ―ha il dovere di permettere quell‘inserimento, come pure di favorire l‘integrazione in se stessa delle nuove membra‖ 3. Da questo squilibrio iniziale in favore degli immigrati, si è giunti lungo quattro decadi all‘esaltazione dell‘immigrazione in se stessa e delle società multietniche e interculturali4, viste come un segno dei tempi che esprime l‘unità della famiglia umana e ―in qualche misura anticipazione prefiguratrice della città senza barriere di Dio‖5. Le popolazioni locali non sono menzionate se non per deplorare il loro ―atteggiamento strettamente nazionalistico‖6 e la ―xenofobia, a volte razzismo, paura e intolleranza nei loro [degli immigrati] confronti‖7 di cui darebbero mostra.

2

Pacem in terris n° 12 in http://w2.vatican.va/content/john-

xxiii/pt/encyclicals/documents/hf_j-xxiii_enc_11041963_pacem.html. 3

Ibid. n° 57.

4

http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/messages/migration/documents/hf_benxvi_mes_20100927_world-migrants-day.html. 5

Benedetto XVI, Caritas in veritate n° 7, http://w2.vatican.va/content/benedict-

xvi/it/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20090629_caritas-in-veritate.html 6

Paolo VI, Octogesima Adveniens, n° 17 in http://w2.vatican.va/content/paulvi/it/apost_letters/documents/hf_p-vi_apl_19710514_octogesima-adveniens.html. 7

Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti e Pontificio Consiglio Cor Unum, ―Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzatamente sradicate‖, n° 42 in http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/corunum/corunum_it/pubblicazioni/ Rifugiati-2013-ITA.pdf.

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Il carattere teologico e redentore dell’accoglienza ai migranti secondo Francesco. Ma sotto papa Francesco lo slittamento è andato molto oltre, facendo delle sue visite a Lampedusa e a Lesbo e delle sue arringhe in favore degli immigrati uno dei punti alti del suo pontificato. ―Tra queste due isole‖, dice Laurent Dandrieu, ―Francesco ha lanciato una marea di dichiarazioni sui migranti, in quello stile spontaneo, disarticolato e sovente approssimativo che gli è tipico‖. Per l‘editore di Valeurs Actuelles, ―i discorsi si intrecciano a gesti spettacolari e simbolici, che finiscono per costituire una sorta di martellamento ossessivo‖8: Messa su un altare a forma di barca a Lampedusa; imbarco di tre famiglie di rifugiati siriani musulmani a Lesbo; celebrazione del Giovedì Santo in un centro di rifugiati con la lavanda di piedi a 12 richiedenti asilo, di cui tre musulmani; discesa tra una folla di pellegrini in una udienza generale per portare sul palco una quindicina di giovani rifugiati, circondato dai quali ha affermato: ―Il cristiano non esclude nessuno, dà posto a tutti, lascia venire tutti‖9. Nel suo primo messaggio per la Giornata del Migrante, Papa Francesco ha affermato che le migrazioni possono ―aprire spazi alla crescita di una nuova umanità, preannunciata nel mistero pasquale: una umanità per cui ogni terra straniera è patria e ogni patria è terra straniera‖10, facendo un‘applicazione assai tendenziosa di un testo del II secolo che

8

Laurent Dandrieu, op. cit. p. 72.

9

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2016/documents/papafrancesco_20160622_udienza-generale.html. 10

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/migration/documents/papafrancesco_20130805_world-migrants-day.html.

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vuole soltanto mostrare che la vera patria dell‘uomo è il cielo, e in nessun modo che l‘ideale per l‘umanità sia una Repubblica Universale. Nel libro-intervista con Dominique Wolton, egli dà una dimensione teologica al fenomeno migratorio: ―La nostra teologia è una teologia di immigrati. Perché noi tutti lo siamo fin dalla chiamata di Abramo, con tutte le migrazioni del popolo d‘Israele e poi, lo stesso Gesù è stato un rifugiato, un immigrato. Inoltre, esistenzialmente, a causa della nostra fede, noi siamo migranti‖11. Durante l‘omelia della messa di Natale 2017, Papa Francesco è tornato a conferire una connotazione religiosa all‘accoglienza dei migranti: ―Maria e Giuseppe, per i quali non c‘era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza. (...) Piccolo Bambino di Betlemme, ti chiediamo che (...) la tua tenerezza risvegli la nostra sensibilità e ci faccia sentire invitati a riconoscerti in tutti coloro che arrivano nelle nostre città‖12.

Primato del diritto di immigrare sulla sicurezza nazionale Alla vigilia della riunione del G20 ad Amburgo, nel luglio 2017, Papa Francesco ha invitato Eugenio Scalfari per un colloquio a Santa Marta, in cui gli avrebbe espresso la sua preoccupazione per le alleanze tra le grandi potenze. Secondo il resoconto del giornalista, alla domanda di quale sarebbe la minaccia, il Papa avrebbe riposto: ―Il pericolo riguarda l'immigrazione. Noi, lei lo sa bene, abbiamo come problema principale e purtroppo crescente nel mondo d'oggi, quello dei poveri, dei deboli,

11

Dominique Wolton, Politique et société : Pape François, rencontres avec Dominique Wolton, ed. L‘Observatoire, Paris, 2017, pp. 26-27. 12

http://w2.vatican.va/content/francesco/pt/homilies/2017/documents/papafrancesco_20171224_omelia-natale.html.

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degli esclusi, dei quali gli emigranti fanno parte. (…) Altri [paesi] hanno pochi poveri locali ma temono l'invasione dei migranti. Ecco perché il G20 mi preoccupa: colpisce soprattutto gli immigrati di Paesi di mezzo mondo e li colpisce ancora di più col passare del tempo‖13. Secondo il Papa, per limitare l‘immigrazione non possono essere invocati neppure il timore dell‘invasione e i pericoli per la sicurezza. Nel suo Messaggio per la 104º Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (2018), diffusa il 15 agosto 2017, Francesco ha sostenuto che ―il principio della centralità della persona umana... ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale‖14. La dichiarazione ha provocato stupore perché contraddice il principio aristotelico, fatto proprio dalla dottrina sociale della Chiesa, secondo cui il bene comune della società (koinion sumpheron) prevale sul bene privato dei singoli15. Inoltre, la dichiarazione è in se stessa contraddittoria, perché, come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica16, il bene comune suppone che ―l‘autorità garantisca, con mezzi onesti, la sicurezza della società e quella dei suoi membri‖, per cui ―fonda il diritto alla legittima difesa personale e collettiva‖ (n° 1909). Chiari segnali inviati dai diversi elettorati sembrano ripercuotersi in alcune parole di Papa Francesco, che infatti in alcune occasioni ha riconosciuto agli Stati il diritto di regolare il fenomeno migratorio, ad esem13

http://www.repubblica.it/vaticano/2017/07/08/news/scalfari_intervista_francesco_il_mio_g rido_al_g20_sui_migranti_-170253225/. 14

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/migration/documents/papafrancesco_20170815_world-migrants-day-2018.html. 15

―Il bene comune della società è superiore a qualsiasi altro interesse, perché è il principio creatore, è l‘elemento conservatore della società umana ; da ciò risulta che ogni vero cittadino deve desiderarlo e cercarlo a qualsiasi prezzo‖ (Leone XIII, lettera Notre consolation https://w2.vatican.va/content/leo-xiii/fr/letters/documents/hf_lxiii_let_18920503_notre-consolation.html). 16

http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P6J.HTM.

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pio nel discorso ai membri del Corpo Diplomatico dell‘8 gennaio 2018, ma queste espressioni più caute non sono state sufficienti a controbilanciare il continuo ―martellamento‖ esercitato nel corso dei cinque anni di pontificato a favore di un‘accoglienza generalizzata17. Inoltre, tale cautela non ha impedito che, in piena discussione di un progetto di legge italiano per estendere il diritto alla cittadinanza ai figli di immigrati fondato sullo ius soli, il Messaggio per la 104º Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018 abbia compiuto un chiaro sconfinamento nella politica contingente dell‘Italia dichiarando che ―nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita‖18. Per mons. Ignazio Zambito, vescovo emerito di Patti, il disegno di legge caldeggiato dal Papa sullo ius soli è inopportuna, perché ―la reputo una scelta sciagurata. Non possiamo regalare la cittadinanza che, invece, si guadagna, si merita, si ottiene con fatica, sposando totalmente e per davvero i principi, le regole e le leggi del Paese che ospita‖19. E per il filosofo Stefano Fontana questa intrusione non rispetta la legittima autonomia dello Stato nella sfera temporale20.

17

http://w2.vatican.va/content/francesco/pt/speeches/2018/january/documents/papafrancesco_20180108_corpo-diplomatico.html. 18

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/migration/documents/papafrancesco_20170815_world-migrants-day-2018.html. 19

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/vescovo-critica-bergoglio-ius-soli-sciaguratafollia-1454344.html. 20

Cfr. il commento di Stefano Fontana, ―Così si cambia la Dottrina sociale della Chiesa‖ in La nuova Bussola Quotidiana (http://www.lanuovabq.it/it/cosi-si-cambia-ladottrina-sociale-della-chiesa).

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Disprezzo per le radici cristiane dell’Europa in favore del “multiculturalismo” Nel luglio 2017, reagendo alle dichiarazioni di Papa a Eugenio Scalfari, il già citato ex presidente del Senato italiano, il filosofo Marcello Pera, ha dichiarato: ―Questo Papa non lo capisco, quanto dice è al di fuori di ogni comprensione razionale. (…) Perché insiste sull‘accoglienza totale? Il Papa lo fa perché detesta l‘Occidente, aspira a distruggerlo e fa di tutto per raggiungere questo fine‖21. Di fatto, l‘altra faccia della promozione dell‘immigrazione sembra essere una certa disistima dell‘identità cristiana dell‘Europa. In una intervista al giornale La Croix, ai giornalisti che gli facevano notare che parparla molto di radici dell‘Europa, ma che evita di aggiungere l‘aggettivo ―cristiane‖22, Francesco ha risposto: ―È necessario parlare di radici al plurale, perché ce ne sono tante. In questo senso, quando sento parlare di radici cristiane dell‟Europa, temo a volte il tono, che può essere trionfalista o vendicativo. Questo passa a essere colonialismo‖23. Nelle conversazioni con Dominique Wolton, il Papa ha affermato, rispetto alla cultura europea: ―Essa ha radici cristiane, è vero. Ma ciò non è sufficiente per definirla. Ci sono tutte le nostre capacità. Queste capacità di integrare, di ricevere gli altri. C‘è anche la lingua, la cultura. Nel-

21

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2017/7/10/Marcello-Pera-vs-Papa-FrancescoBergoglio-fa-politica-e-in-atto-uno-scisma-nella-Chiesa-/773071/. 22

Nel suo discorso al Consiglio di Europa del 25 novembre 2014, ha menzionato 11 volte le radici dell‘Europa senza mai aggiungere l‘aggettivo ―cristiane‖. Cfr. http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/november/documents/papafrancesco_20141125_strasburgo-consiglio-europa.html. 23

http://www.la-croix.com/Religion/Pape/Pape-Francois-Il-faut-integrer-migrants-2016-0516-1200760525.

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la nostra lingua spagnola, il 40% delle parole è arabo (sic). Perché? Perché sono stati lì sette secoli. E hanno lasciato la loro impronta‖24. E nel ricevere il premio Carlo Magno ha dichiarato: ―Le radici dell‘Europa si andarono consolidando nel corso della sua storia imparando a integrare in sintesi sempre nuove le culture più diverse e senza apparente legame tra loro. L‟identità europea è, ed è sempre stata, un‟identità dinamica e multiculturale‖25. Per il Pontefice persino le invasioni dell‘Europa sono utili per la costituzione della sua identità. Col direttore del settimanale cattolico progressista La Vie, egli ha riconosciuto che ―oggi si può parlare di invasione araba. È un fatto sociale‖. Ma subito dopo ha aggiunto, ottimista: ―Quante invasioni ha conosciuto l‟Europa lungo la sua storia! Ha sempre saputo risollevarsi, andare avanti, per trovarsi dopo come accresciuta dallo scambio tra le culture‖26. E nell‘aereo di ritorno da Lesbo, è tornato ancora sull‘argomento: ―Oggi, l‘Europa deve riprendere questa capacità, che sempre ha avuto, di integrare. Perché in Europa sono arrivati i nomadi, i Normanni e tante genti, e le ha integrate e ha arricchito la sua cultura.‖27

24

Dominique Wolton, Politique et société : Pape François, rencontres avec Dominique Wolton, ed. L‘Observatoire, Paris, 2017, p. 135. 25

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/may/documents/papafrancesco_20160506_premio-carlo-magno.html. 26

http://www.lavie.fr/religion/catholicisme/conversation-politique-avec-le-pape-francois02-03-2016-71086_16.php. 27

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/april/documents/papafrancesco_20160416_lesvos-volo-ritorno.html.

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Promozione dello ius soli a scapito dell’autonomia del potere civile Il carattere illusorio di questa supposta illimitata capacità del continente europeo di assorbire, al prezzo della sua identità tradizionale, un flusso ininterrotto e massivo di immigrati si è reso palese con il messaggio pubblicato dalla sindaco di Roma, Virginia Raggi, nel suo profilo Facebook, il 13 giugno 2017, nel quale la prima cittadina della medesima città dove abita il Papa ha affermato: ―Roma è sottoposta ad una forte pressione migratoria. Così non si può andare avanti. Ho inviato nei giorni scorsi una lettera (…) per chiedere al Ministero dell‘Interno una moratoria sui nuovi arrivi di migranti in città. (...) è ora di ascoltare i cittadini romani: non possiamo permettere di creare ulteriori tensioni sociali. Per questo trovo impossibile, oltre che rischioso, pensare di creare altre strutture di accoglienza‖28. Nonostante questa richiesta di moratoria, nell‘udienza generale del 21 giungo 2017, Papa Bergoglio ha espresso il suo ―sincero apprezzamento‖ per la campagna di raccolta firme per una legge migratoria più accogliente, intitolata ―Ero straniero‖ e promossa dal Partito Radicale29 e ancora nell‘udienza generale del 27 settembre successivo ha dato il benvenuto ai ―rappresentanti di tante organizzazioni della società civile impegnate nell‘assistenza a migranti e rifugiati che, assieme alla Caritas, hanno dato il loro sostegno alla raccolta di firme per una nuova legge migratoria più attinente al contesto attuale‖30. Tutto ciò nonostante nel viaggio di rientro dal Messico avesse dichiarato, a proposito della

28

https://www.facebook.com/virginia.raggi.m5sroma/posts/795231333992651:0 .

29

http://w2.vatican.va/content/francesco/pt/audiences/2017/documents/papafrancesco_20170621_udienza-generale.html. 30

https://w2.vatican.va/content/francesco/pt/audiences/2017/documents/papafrancesco_20170927_udienza-generale.html.

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discussione del progetto di legge sulle unioni civili omosessuali, che ―il Papa non si immischia nella politica italiana‖ perché ―il Papa è per tutti, e non può mettersi nella politica concreta, interna di un Paese‖. 31 Roma tuttavia non è un caso isolato, bensì uno specchio di quanto accade in tutte le grandi città europee. Il risultato del martellamento di un messaggio di apertura indiscriminata delle frontiere è che la gerarchia cattolica appare solidale a quelle correnti laiche che considerano l‘Europa come uno spazio aperto, terra di libertà e di diritti umani, che deve rinunciare al proprio passato cattolico e all‘identità cristiana per trasformarsi in una sorta di Babele ossia, in un melting pot multietnico e pluriculturale, modello di un mondo totalmente globalizzato32.

Una malintesa carità che prepara la futura sottomissione all’Islam Concretamente, ciò significa accettare passivamente le politiche irresponsabili di immigrazione di massa promosse da importanti capi europei e la costituzione, all‘interno delle nazioni europee, di veri e propri ghetti di immigrati, in maggioranza musulmani che rifiutano di integrarsi nei Paesi di accoglienza e sognano di estendere la Umma islamica a tutta l‘Europa: ―Chi ha il diritto di dire che la Francia, entro trenta o quaranta anni non sarà musulmana?‖, si è chiesto nella grande moschea di Orly, il portavoce del Comitato contro la Islamofobia, Marwan 31

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/february/documents/papafrancesco_20160217_messico-conferenza-stampa.html. 32

Da Jan Amos Komensky (sec. XVII) all‘eurodeputato socialista Antonio Giolitti, che dichiarò che l‘Unione Europea ―è diventata finalmente un embrione, una prima cellula, di governo mondiale‖ (L'Unità", 4-9-1990), passando dal barone Jean-Baptiste de la Val-des-Graces, Giuseppe Mazzini, Victor Hugo, il conte di Saint-Simon, il marchese di Saint-Yves d‘Alveydre o Jean-Jacques Servan-Schreiber, sono stati molti gli utopisti che hanno sognato l‘abolizione degli Stati e la costruzione di una Repubblica Universale.

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Muhammad. E ha concluso: ―Nessuno in questo paese ha il diritto di definire al nostro posto in cosa consiste l‘identità francese‖33. Aizzate da questa pretesa egemonica, le comunità immigrate che dominano le periferie urbane delle grandi città si sono trasformate in vivai salafiti di radicalizzazione dei più giovani, continuamente attratti dalla ―guerra santa‖ islamica, e rappresentano così una minaccia permanente per la sicurezza nazionale di un numero crescente di paesi europei, come testimoniano gli attentati terroristi in Francia, in Belgio, in Germania, in Spagna e in Inghilterra. In sintesi, la retorica e i gesti simbolici di Papa Francesco sul tema dell‘immigrazione, in nome dell‘accoglienza dello straniero, vanno tutti nel senso di incitare gli europei ad abbassare la guardia davanti alla minaccia rappresentata dall‘attuale massiccia invasione di popolazioni inassimilabili, preludio del caos, quando non della sottomissione all‘Islam, come preannuncia il titolo del romanzo di Michel Houllebeck. ―Il dramma della Chiesa oggi‖, conclude Laurent Dandrieu, ―è che dà frequentemente agli europei la sensazione che ritenga l‘Europa ormai persa e che, riducendo l‘identità europea a una ‗cultura dell‘incontro‘ voglia aprire le porte del continente a forze che minacciano di distruggere quel che costituisce la sua reale identità‖34.

33

Cit. da Laurent Dandrieu, ―Mosquées en France: l‘inquiétante invasion‖, Valeurs actuelles, 15-05-2014. 34

Laurent Dandrieu, Èglise et immigration, p. 285.

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Una idealizzazione dell’Islam che sembra scagionarlo dal suo carattere violento La promozione di questa ―cultura dell‘incontro‖35 porta Papa Francesco a idealizzare la religione di Maometto e a dare l‘impressione di voler esonerarla da qualsiasi responsabilità per la violenza praticata in suo nome. La sua visione rosea dell‘Islam si è manifestata subito dopo il suo primo documento programmatico ufficiale, l‘esortazione apostolica Evangelii gaudium, in cui afferma: ―Noi cristiani dovremmo accogliere con affetto e rispetto gli immigrati dell‘Islam che arrivano nei nostri Paesi. (...) Di fronte ad episodi di fondamentalismo violento che ci preoccupano, l‘affetto verso gli autentici credenti dell‘Islam deve portarci ad evitare odiose generalizzazioni, perché il vero Islam e un‟adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza‖36. In una lettera aperta a Papa Francesco, don Guy Pagès, molto attivo nell‘evangelizzazione dei musulmani e nell‘apologetica in internet, ha scritto che questa dichiarazione contiene una ―contro-verità terrificante‖, giacché secondo i musulmani, ―soltanto Allah conosce 35

https://w2.vatican.va/content/francesco/pt/cotidie/2016/documents/papa-francescocotidie_20160913_cultura-do-encontro.html 36

N° 253, in https://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papafrancesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html. È alquanto significativo che l‘affermazione del papa sul carattere pacifico dell‘Islam sia apparsa solo cinque mesi dopo che il consigliere diplomatico del Grande Imam della moschea al-Azhar avesse dichiarato che si attendeva da Francesco «un intervento in cui dicesse che l‘Islam è una religione pacifica » , come condizione per il risabilimento delle relazioni diplomatiche, interrotte dopo il discorso di Benedetto XVI a Ratisbona (cfr. http://www.jeuneafrique.com/170368/societe/al-azhar-tente-de-renouer-le-dialogue-avec-levatican/).

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l‘interpretazione del Corano‖ (sura 3.7), pertanto l‘Islam non possiede nessuna autorità con poteri magisteriali; anche perché i versetti tolleranti sono stati abrogati dal ‗versetto della sciabola‘ (Corano 33.21), oltre al fatto che più della metà dei 6235 versetti del Corano esecrano i non musulmani e manifestano la funesta intenzione di ucciderli o sottometterli; e, infine, perché la storia e l‘attualità smentiscono nettamente il supposto carattere pacifico della religione musulmana‖37. Ciò nonostante, in una lettera ai cristiani del Medio Oriente, datata 21 dicembre 2014, Papa Francesco ha affermato: ―La maggior parte di voi vive in un ambiente a maggioranza musulmana. Potete aiutare i vostri concittadini musulmani a presentare con discernimento una più autentica immagine dell‟Islam, come vogliono tanti di loro, i quali ripetono che l‟Islam è una religione di pace‖38. E nel volo di ritorno dalla GMG di Cracovia, alla domanda sul ―barbaro omicidio‖, accaduto pochi giorni prima, nel luglio 2016, di don Jacques Hamel mentre celebrava messa nella periferia di Rouen, il Papa ha risposto: ―A me non piace parlare di violenza islamica, perché tutti i giorni quando sfoglio i giornali vedo violenze, qui in Italia: quello che uccide la fidanzata, un altro che uccide la suocera… E questi sono violenti cattolici battezzati! Sono violenti cattolici… Se io parlassi di violenza islamica, dovrei parlare anche di violenza cattolica. Non tutti gli islamici sono violenti; non tutti i cattolici sono violenti. È come una macedonia, c‘è di tutto, ci sono violenti di queste religioni. Una cosa è vera: credo che in quasi tutte le religioni ci sia sempre un piccolo gruppetto fondamentalista. Fondamentalista. Noi ne abbiamo. E

37

http://www.islam-et-verite.com/deuxieme-lettre-ouverte-au-pape-francois/.

38

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/letters/2014/documents/papafrancesco_20141221_lettera-cristiani-medio-oriente.html.

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quando il fondamentalismo arriva a uccidere – ma si può uccidere con la lingua, e questo lo dice l‘apostolo Giacomo e non io, e anche col coltello – credo che non sia giusto identificare l‟islam con la violenza. Questo non è giusto e non è vero! Ho avuto un lungo dialogo con il Grande Imam dell‘Università di al-Azhar e so cosa pensano loro: cercano la pace, l‟incontro‖39. Come commenta giustamente Laurent Dandrieu, ―qui la volontà di esonerare l‘Islam in quanto tale da qualsiasi conformità con la violenza sfiora l‘assurdo più totale, attraverso il sofisma: poiché quale relazione può esserci tra una violenza privata (...) sotto le passioni della gelosia o della collera [... e] in opposizione ai precetti più espliciti della propria religione40, e una serie di attentati sistematici, organizzati, rivendicati non a prescindere, ma in nome dell‘Islam e giustificandoli sulla base dei testi del Corano che nessuno contesta? (...) Il Papa cede qui a una forma particolarmente dannosa di relativismo culturale, facendo capire che tutte le religioni si equivalgono in termini di violenza, ciascuna avendo nel suo seno un danno collaterale, ‗piccoli gruppi fondamentalisti‘‖41.

Islam, uno strumento di salvezza? Peggio ancora. Per Papa Francesco l‘Islam non è soltanto pacifico, ma uno strumento di salvezza per i musulmani. Rivolgendosi agli immigrati, alla fine della sua visita alla parrocchia di Castro Pretorio a Roma, il 19 gennaio 2014, ha detto loro: ―È importante condividere. (...) Quelli

39

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/july/documents/papafrancesco_20160731_polonia-conferenza-stampa.html. 40

Non senza ironia, Riccardo Cascioli ha osservato: ―Saremo pure distratti ma in nessun caso di cronaca nera abbiamo mai letto di un uomo che aggredisce la ex moglie al grido di ‗Viva Cristo Re‘‘‖ (http://www.lanuovabq.it/it/ma-chi-vuole-una-guerra-direligione). 41 Laurent Dandrieu, op. cit. p. 134.

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che siete cristiani con la Bibbia, quelli che siete musulmani con il Corano, con la fede che avete ricevuto dai vostri padri, sempre vi aiuterà ad andare avanti. Condividere anche la propria fede. Uno solo è Dio, lo stesso. Alcuni [lo pregano] in una maniera, altri in un‟altra‖42. Le ripetute espressioni di idealizzazione di Papa Francesco verso l‘Islam hanno spinto un numeroso gruppo di ex musulmani convertiti al cattolicesimo e loro amici a scrivergli, il 25 dicembre 2017, una lettera pubblica manifestando la loro perplessità: ―Se l‘Islam è la religione di bontà che Sua Santità sembra insegnare, allora perché noi siamo diventati cattolici? Sarebbe falso affermare che le sue parole mettono in questione la rilevanza della scelta che abbiamo fatto anche a rischio delle nostre vite? (...) Non trova preoccupante che proprio il Papa sembri proporre il Corano come una forma di salvezza? Sarà che dovremo tornare all‘Islam? (...) Imploriamo Sua Santità di non andare a cercare nell‘Islam un alleato nella lotta contro i poteri che cercano di dominare e schiavizzare il mondo, perché essi sono, di fatto, uniti da una stessa logica totalitaria, fondata nel rifiuto della regalità di Cristo‖43.

Per non offendere le potenze musulmane, grande cautela nel parlare delle persecuzioni ai cristiani La perplessità è tanto maggiore quando tutte queste manifestazioni di condiscendenza per l‘Islam sono parallele a una enigmatica discrezione nella difesa dei cristiani perseguitati in terre islamiche. Marc Fromager, direttore della sezione francese dell‘organizzazione Aiuto alla Chiesa 42

Cfr. video https://youtu.be/BXaqlOj4qIg.

43

http://exmusulmanschretiens.fr/pt.

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che Soffre, in un‘intervista pubblicata dalla versione digitale del giornale Le Figaro, sotto l‘espressivo titolo ―I cristiani perseguitati in Oriente, i grandi dimenticati del discorso di papa Francesco?‖, ha dichiarato: ―I cristiani dell‘Oriente, mi hanno detto che non capiscono più niente. A volte hanno la sensazione di essere stati abbandonati, persino dai loro fratelli cristiani dell‟Occidente. (...) hanno l‘impressione che noi non comprendiamo ciò che sta accadendo loro‖44. Il culmine di questa percezione di abbandono è stato raggiunto in occasione del fulmineo attacco dello Stato Islamico nella piana di Ninive, che ha costretto duecentomila cristiani (e altre minoranze) ad abbandonare i loro villaggi. Mentre nel mondo, in segno di solidarietà, milioni di persone adottavano il segno di ―nazareni‖ con cui erano segnalati per essere uccisi o espulsi, il Vaticano, con un clamoroso ritardo, si è limitato a pubblicare una semplice ―nota‖ a nome del Papa, dall‘allora portavoce p. Lombardi, chiedendo alla comunità internazionale di porre fine al ―dramma umanitario in atto‖45. ―Nulla, nella dichiarazione freddina viene detto‖, ha sottolineato il giornalista Giuliano Ferrara, ―su chi siano i responsabili di questi ‗angosciosi eventi‘. Non un accenno alle cause che hanno costretto le ‗comunità tribolate‘ a fuggire dai propri villaggi‖. Una ―reticenza sconcertante di fronte a dei criminali sanguinari‖, ha aggiunto Antonio Socci, ―con i quali - dicono i vescovi del posto - non c'è nessuna possibilità di dialogo‖46. Qual è la ragione di questa reticenza? Un velo è stato sollevato dallo stesso Papa Francesco, in un‘intervista al giornale La Vanguardia, di

44

http://www.lefigaro.fr/vox/religion/2016/08/01/31004-20160801ARTFIG00208-leschretiens-persecutes-d-orient-grands-oublies-du-discours-du-pape-francois.php. 45 46

http://www.radiovaticana.va/proxy/portuguese/noticiario/2014_08_07.html http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11671032/Iraq--Antonio-Socci--i.html.

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Barcellona: ―I cristiani perseguitati‖, ha detto, ―sono una preoccupazione che mi tocca da vicino come pastore. So molte cose sulle persecuzioni che non mi sembra prudente raccontare qui per non offendere nessuno. Ma in certi posti è vietato avere una Bibbia o insegnare il catechismo o portare una croce ‖47. Ossia, dalle stesse labbra di Francesco si viene a sapere che la sua discrezione nel trattare le persecuzioni ai cristiani ha come obiettivo non offendere le autorità dei Paesi musulmani. Per molto tempo ha destato stupore il comportamento di estrema cautela di Papa Francesco per aver evitato di esprimersi con vigore davanti al drammatico caso di Asia Bibi, madre cattolica condannata a morte in Pakistan per una supposta blasfemia contro Maometto, mai proferita. Di fatto, per un lungo periodo il pontefice non ha mai pronunciato il suo nome, nonostante le numerose richieste rivoltegli. In una udienza pubblica nell‘aprile 2015 si è limitato a una stretta di mano molto sommaria col marito e la figlia, condotta immediatamente notata e sottolineata da molti osservatori e commentatori vaticani. Infine, i suoi consiglieri hanno cercato di coprirsi organizzando un‘udienza privata di Francesco con entrambi i parenti di Asia Bibi nel febbraio 2018. In questo incontro era presente anche una delle molte allieve nigeriane rapite dal movimento islamista Boko Haram, una tragedia che ha commosso il mondo intero e alla quale il Papa si è riferito solo con un tweet. Inoltre, in un breve accenno al ributtante attacco terrorista contro una moltitudine di madri e bambini cristiani, dopo la celebrazione della Pasqua a Lahore, nel 2016, Papa Francesco ha espresso solidarietà ai familiari delle vittime, ma ha accuratamente evitato di condannare gli

47

http://www.lavanguardia.com/internacional/20140612/54408951579/entrevista-papafrancisco.html.

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autori dell‟attentato e di precisare la motivazione cristianofobica dello stesso, definendolo solo ―un esecrabile attentato‖48. Questo non è stato un caso isolato. Non ha detto nulla neppure quando la giovane madre sudanese Meriam Yahia Ibrahim era in carcere con i figlioletti, condannata a morte per il mero fatto di essere cristiana, e ricevendola solo dopo essere stata liberata grazie alle pressioni internazionali49. Resta ancora valida la valutazione fatta nell‘agosto 2014 da Sandro Magister, secondo cui Papa Bergoglio starebbe ripetendo la condotta che aveva in Argentina con gli evangelici: ―non di combattere i loro capi, ma di farseli amici. È la stessa linea che egli ha adottato con il mondo musulmano: preghiera, invocazione di pace, generali condanne di ciò che viene compiuto di male, ma attentissimo a tenersi lontano dai casi specifici riguardanti persone precise, vittime o carnefici che siano‖50. Il che ha portato l‘analista Alexander del Valle a commentare, subito dopo l‘inizio dell‘attuale pontificato: ―Il silenzio di Papa Francesco sulla nuova cristianofobia e le sue professioni di fede islamicamente corrette non freneranno le condanne a morte degli ‗apostati‘ e altre persecuzioni di cristiani in Pakistan, in Siria, in Nord Africa o altrove...‖51.

48

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2016/documents/papa-francesco_reginacoeli_20160328.html. 49

http://en.radiovaticana.va/news/2014/07/24/sudanese_christian_meriam_ibrahim_meets_p ope_francis/1103368. 50

Cfr. Sandro Magister, «Francesco perché non parli? » in

http://espresso.repubblica.it/opinioni/settimo-cielo/2014/07/30/news/francesco-perche-nonparli-1.174890. 51

http://www.atlantico.fr/decryptage/christianophobie-calvaire-chretiens-dans-mondealexandre-del-vall-685762.html/page/0/1.

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“Un ‘dialogo’ basato sulla compiacenza, sui compromessi e sulla doppiezza” Questa prudenza, molto umana, non sembrerebbe frutto di ignoranza, perché diversi noti specialisti cattolici dell‘Islam hanno messo in guardia dal carattere illusorio di una tale politica della mano tesa. Così ad esempio, il sacerdote gesuita egiziano Samir Khalil Samir, professore emerito nel Pontificio Istituto Orientale a Roma e uno dei più grandi esperti di Islam nel mondo, dopo l‘assassinio di p. Hamel e gli attacchi terroristi in Germania ha dichiarato: ―Dobbiamo anche avere il coraggio di dire che l‘Islam ha elementi di violenza, nel Corano e nella vita di Maometto. Se continuiamo a dire che „l‟Islam è una religione di pace‟ stiamo creando soltanto confusione e mistificazione‖52. E dopo le stragi in Egitto della Pasqua, interrogato da Edward Pentin, del National Catholic Register, se l‘islamismo è il vero Islam, p. Samir ha risposto: ―Lo Stato Islamico (IS) è l‟applicazione di quanto viene insegnato. Non è qualcosa fuori dall‘Islam o inventata. No, loro stanno applicando l‘Islam. Quando sentiamo dire che l‘IS non ha niente a che fare con l‘Islam – che quest‘ultimo significa salaam, ovvero pace – tutto ciò è falso. Non è vero. Lo Stato Islamico non sta facendo nulla che non si trovi nel Corano e nella tradizione maomettana‖53. Ancora più incisivo nella sua valutazione è il gesuita egiziano Henri Boulad, già presidente della Caritas per il Nord Africa e il Medio Oriente, che ha deplorato, in un‘intervista al Figaro la ―ingenuità monumentale‖ di alcuni teologi e prelati che ―ignorano il piano sistematico

52

http://www.asianews.it/news-en/Fr-Samir:-Islamic-terror-in-France-and-Germany-acrisis-of-integration,-but-above-all-of-politics-38144.html. 53

http://www.ncregister.com/daily-news/father-samir-egypts-palm-sunday-terror-reflects-asickness-within-islam.

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dell‟Islam per la conquista del pianeta‖ e ha il timore che gesti come quello di portare sull‘aereo di ritorno da Lesbo tre famiglie musulmane, ―siano ritenuti dall‘Islam segni di debolezza‖. ―Il Papa dovrebbe prendere di più in considerazione la sensibilità dei cristiani dell‘Oriente che si sentono emarginati e poco consultati nel dialogo con i musulmani‖54. E nella sua denuncia dopo l‘attentato islamista contro i cristiani copti, a Pasqua, p. Boulad ha detto: ―Io accuso l‟Islam di essere la causa di quella barbarie e di tutti gli atti di violenza compiuti a nome della fede musulmana. Io non accuso solo i terroristi, né il terrorismo. Non accuso unicamente la Fratellanza Musulmana né la miriade di gruppuscoli che gravita intorno a quella confraternita jihadista, violenta e totalitaria. Io non accuso solo l‘islamismo, o l‘Islam politico e radicale. Io accuso semplicemente l‟Islam, che per la sua propria natura è politico e radicale. Come ho scritto più di venticinque anni fa, l‘islamismo è l‘Islam scoperto, in tutta la sua logica e il suo rigore. (...) Io accuso la Chiesa Cattolica di mantenere con l‟Islam un „dialogo‟ fondato sulla compiacenza, sui compromessi e sulla doppiezza. Dopo oltre cinquant‘anni di iniziative a senso unico, un tale monologo oggi si trova in un punto morto‖55.

54

http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2016/05/06/01016-20160506ARTFIG00277migrants-les-coulisses-de-l-operation-controversee-du-pape.php. 55

http://www.dreuz.info/2017/04/19/pere-henri-boulad-attentats-contre-les-chretiens-coptesdimanche-des-rameaux-jaccuse-lislam/.

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Capitolo 5

Indifferentismo religioso, relativismo filosofico, evoluzionismo teologico Uno dei segni più eloquenti del cambiamento di paradigma del pontificato di Papa Francesco è il primato della prassi1 sul tradizionale primato della dottrina: si parla, di fatto, di una ―svolta pastorale‖ della Chiesa. Il Papa mette da parte i temi teologici a beneficio della pastorale. In questa maniera, si abbraccia un certo evoluzionismo teologico: non c‘è niente di sicuro e permanente nel tempo, ma tutto muta in base ai diversi contesti storico-culturali. Ciò è rimasto molto chiaro nella celebrazione dei 500 anni della ―Riforma‖ luterana. La critica che padre Boulad fa all‘atteggiamento dannoso ed inefficace verso l‘Islam, con cui abbiamo concluso il capitolo precedente, si applica anche al dialogo con le altre religioni cristiane, come il giudaismo e le religione pagane di matrice orientale, poiché anch‘esso si basa ―sulla compiacenza, sui compromessi e sulla doppiezza‖, favorendo nello spirito dei fedeli cattolici l‘indifferentismo religioso e il relativismo dottrinale.

1

Espressione di origine greca, ricorrente nel campo della filosofia e delle scienze politiche, viene usata per descrivere il processo per cui una teoria, un insegnamento o una attitudine possono essere applicate o corporificate. Nelle correnti immanentiste ed evoluzioniste, come il marxismo, si difende il primato della prassi sulla teoria, ritenuta incapace di accompagnare la continua trasformazione della realtà.

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“Non esiste un Dio cattolico”, “tutti siamo figli di Dio” La manifestazione più palese di questo traviamento è stato il primo e inquietante video con le intenzioni pontificie per l‘Apostolato della Preghiera del gennaio 2016, ampiamente diffuso sulle reti sociali. In esso un buddista, un ebreo, un sacerdote cattolico e un musulmano dicono a turno: ―confido in Budda‖, ―credo in Dio‖, ―credo in Gesù Cristo‖ e ―credo in Dio, Allah‖, seguiti da Papa Francesco che afferma: ―Molti pensano in modo diverso, sentono in modo diverso, cercano Dio o trovano Dio in diversi modi. In questa moltitudine, in questa ampia gamma di religioni c‟è una sola certezza per noi: siamo tutti figli di Dio‖. Mentre il Papa esprime l‘intenzione del mese, ovvero che il dialogo tra le religioni produca frutti di pace e di giustizia, ciascuno dei rappresentanti presenta uno dopo l‘altro i simboli delle rispettive religioni, che vengono uniti insieme nella scena finale, in modo che Budda resta in alto e il Bambino Gesù in basso, assieme alla menorah ebraica (candeliere a sette braccia), con la masbaha (una sorta di rosario musulmano), nel mezzo2.

2

https://thepopevideo.org/pt-br/video/dialogo-inter-religioso.html. Oltre all‘espressivo e

inquietante simbolismo della scena finale, tre gravi errori sembrano contenuti in questo breve testo: 1. L‘affermazione che siamo tutti ―figli di Dio‖: come ha scritto padre Ignace de la Potterie ―la filiazione divina non è il risultato automatico e garantito dell'appartenenza al genere umano. La filiazione divina è sempre un dono gratuito della grazia e non è possibile fare astrazione del dono gratuito della grazia del battesimo, riconosciuta e accettata nella fede‖ (http://terrorismepastoral.blog4ever.com/le-cardinalwalter-kasper-etablit-sans-le-dire-mais-de-facon-certaine-la-filiation-maconnique-de-latheologie-du-peuple); 2. Si può cercare Dio in diverse maniere ma non si può ―trovare

Dio in diverse maniere‖, se non nell‘unica religione rivelata e vera, ossia in quella fondata da Gesù Cristo, la Chiesa Cattolica; 3. È falso affermare che vi è solamente ―una sola certezza per tutti‖: abbiamo molte altre certezze religiose, ottenute sia dalla ragione che dalla vera fede, a iniziare dall‘esistenza di un Dio personale (negata dai buddisti). Uno dei canoni della Costituzione Dei Filius del Concilio Vaticano I decreta: ―Se qualcuno dirà che l‘unico vero Dio, nostro Creatore e Signore, non può essere

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Coerenti con l‘interconfessionalismo promosso da Papa Francesco in questo video sono due affermazioni sconcertanti rilasciate nella prima delle celebri interviste a Eugenio Scalfari già menzionate, nell‘ottobre 2013, così trascritta da La Repubblica e ripubblicata dall‘Osservatore Romano e dal sito del Vaticano: ―Io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio‖ e (sorridendo all‘ipotesi di voler convertire l‘intervistatore) ―il proselitismo3 è una solenne sciocchezza, non ha senso. Bisogna conoscersi, ascoltarsi e far crescere la conoscenza del mondo che ci circonda‖ 4. E nel libro intervista con Dominique Wolton, ha aggiunto: ―Il proselitismo distrugge l‘unità. Ed è per questo che dialogo interreligioso non vuol dire mettere tutti d‘accordo, no, significa camminare insieme, ognuno con la sua propria identità. (...) Ma il maestro delle opposizioni, delle tensioni bipolari come diciamo noi, è [Romano] Guardini, che ci insegna questo cammino di unità nella diversità. Cosa succede oggi con i fondamentalisti? I fondamentalisti si chiudono nella loro identità e non conosciuto con certezza dal lume naturale della ragione umana, attraverso le cose che da Lui sono state fatte: sia anatema‖ (https://w2.vatican.va/content/piusix/it/documents/constitutio-dogmatica-dei-filius-24-aprilis-1870.html). 3 Dal contesto dell‘intervista e di altri riferimenti fatti da Francesco, si desume che la sua condanna al ―proselitismo‖ non mira soltanto al senso spurio del vocabolo, quale sarebbe l‘uso di metodi disonesti per attirare nuovi correligionari, ma include anche il suo senso legittimo, cioè un‘attività missionaria protesa a far passare una persona di altra religione alla Chiesa Cattolica attraverso mezzi persuasivi leali. Del resto, è in questo secondo senso, del tutto corretto, che il ―proselitismo‖ è condannato dalla Dichiarazione congiunta cattolico-ortodossa di Balamand del 1993 e nella Dichiarazione Comune di Papa Francesco e del Patriarca Kirill, firmata a L‘Avana nel febbraio 2016, nella quale, per questa stessa ragione, viene condannato l‘―uniatismo‖: ―Oggi è chiaro che il metodo dell‘‗uniatismo‘ del passato, inteso come unione di una comunità all‘altra, staccandola dalla sua Chiesa, non è un modo che permette di ristabilire l‘unità‖ (https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/february/documents/papafrancesco_20160212_dichiarazione-comune-kirill.html). 4

http://www.repubblica.it/cultura/2013/10/01/news/papa_francesco_a_scalfari_cos_cambier_ la_chiesa-67630792/.

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vogliono sentire altro. (...) Vai in Africa, dove ci sono tanti missionari. Essi consumano la loro vita là. E fanno delle vere rivoluzioni. Non per convertire, è un‟altra l‟epoca in cui si parlava di conversione, ma per servire‖5.

Lutero è stato un “riformatore” che “ha fatto una ‘medicina’ per la Chiesa” Un altro gesto simbolico stupefacente è stata l‘udienza concessa in Vaticano il 13 ottobre 2016, giorno dell‘apertura del centenario delle apparizioni di Fatima, a un migliaio di ―pellegrini‖ luterani, che hanno donato a Francesco un esemplare pregiato delle 95 tesi eretiche di Lutero e ai quali il Papa, indossando una stola con riferimenti al quinto centenario della sua ribellione, ha parlato con a fianco una statua dell‘eresiarca, posta in un luogo di onore. Estendendo ai luterani adulti ciò che vale solo per chi, dopo essere stato battezzato, rimane in piena unione con la Chiesa Cattolica, il Papa ha detto: ―L‘Apostolo Paolo ci dice che, in virtù del nostro battesimo, tutti formiamo l‘unico Corpo di Cristo. Le diverse membra, infatti, formano un solo corpo. (...) Possiamo continuare con fiducia il nostro cammino ecumenico, perché sappiamo che, al di là di tante questioni aperte che ancora ci separano, siamo già uniti‖6.

5

Dominique Wolton, Politique et société : Pape François, rencontres avec Dominique Wolton, ed. L‘Observatoire, Paris, 2017, pp. 36-37 e p. 153. 6

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/october/documents/papafrancesco_20161013_pellegrinaggio-luterani.html. Francesco aveva evocato anteriormen-

te questa stessa idea che i cattolici e i luterani già erano uniti nel corso della sua visita alla chiesa evangelica-luterana di Roma. Rispondendo alla domanda di una parrocchiana sposata a un cattolico, che manifestava la sua amarezza per ―non poter partecipare insieme alla Cena del Signore‖, il Papa ha offerto una risposta ambigua, facendo capire che si tratta di una decisione personale da prendere in coscienza: ―in un certo

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senso condividere è dire che non ci sono differenze fra noi, che abbiamo la stessa dottrina – sottolineo la parola, parola difficile da capire – ma io mi domando: ma non abbiamo lo stesso Battesimo? E se abbiamo lo stesso Battesimo dobbiamo camminare insieme. (...) Quando voi pregate insieme, quel Battesimo cresce, diventa forte; quando voi insegnate ai vostri figli chi è Gesù, perché è venuto Gesù, cosa ci ha fatto Gesù, fate lo stesso, sia in lingua luterana che in lingua cattolica, ma è lo stesso. La domanda: e la Cena? Ci sono domande alle quali soltanto se uno è sincero con sé stesso e con le poche ―luci‖ teologiche che io ho, si deve rispondere lo stesso, vedete voi. (...) Alla sua domanda Le rispondo soltanto con una domanda: come posso fare con mio marito, perché la Cena del Signore mi accompagni nella mia strada? E‘ un problema a cui ognuno deve rispondere. (...) La vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Sempre fate riferimento al Battesimo: ―Una fede, un battesimo, un Signore‖, così ci dice Paolo, e di là prendete le conseguenze. Io non oserò mai dare permesso di fare questo perché non è mia competenza. Un Battesimo, un Signore, una fede. Parlate col Signore e andate avanti. Non oso dire di più‖ (https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/november/documents/papafrancesco_20151115_chiesa-evangelica-luterana.html). Ispirati da queste parole, i 60 vescovi tedeschi presenti all‘assemblea della Conferenza episcopale tedesca, che ha avuto luogo fra il 19 e il 22 febbraio 2018, hanno approvato con una maggioranza schiacciante (soltanto 13 vescovi hanno votato contro) la diffusione di un pieghevole pastorale preparato dalla Commissione per l‘Ecumenismo, intitolato ―Camminare con Cristo – sulle orme dell‘unità. Matrimoni misti e parecipazione comune all‘Eucaristia‖. Considerando le coppie miste cattolico-luterane ―un laboratorio pratico dell‘unità‖, il documento prevede una apertura per la ricezione della comunione da parte del coniuge protestante, invocando la ―grave necessità spirituale‖ prevista dal canone 844 del Codice di Diritto Canonico. Alla vigilia dell‘edizione finale del presente studio, sette vescovi residenziali della Germania, compreso il cardinale arcivescovo di Colonia, hanno scritto una lettera alla Congregazione per la Dottrina della Fede chiedendo chiarimenti. In particolare, se il desiderio di condividere l‘Eucaristia per favorire l‘ecumenismo potrebbe essere ritenuta una ―grave necessità spirituale‖ e se la Conferenza episcopale di un solo paese potrebbe prendere una decisione isolata su una materia che tocca la fede e la pratica della Chiesa universale (http://www.ncregister.com/blog/edward-pentin/full-text-of-sevengerman-bishops-letter-on-intercommunion-for-protestant-s). La Santa Sede ha convocato il vertice della Conferenza episcopale tedesca per una riunione a Roma, nel corso della quale il Prefetto per la Congregazione della Fede ha dichiarato ufficialmente, secondo il comunicato della Segreteria per la Comunicazione, che Papa Francesco ―apprezza l‘impegno ecumenico dei vescovi tedeschi e chiede a loro di trovare, in spirito di comunione ecclesiale, un risultato possibilmente unanime‖

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In precedenza, Papa Francesco aveva permesso che, in sua presenza, durante la cerimonia del Venerdì Santo del 2016, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, affermasse: ―La giustizia di Dio è l‘atto mediante il quale Dio rende giusti, a lui graditi, quelli che credono nel Figlio suo. Non è un farsi giustizia, ma un fare giusti. Lutero ha avuto il merito di riportare alla luce questa verità, dopo che per secoli, almeno nella predicazione cristiana, se ne era smarrito il senso. È di questo soprattutto che la cristianità è debitrice alla Riforma, di cui il prossimo anno ricorre il quinto centenario‖7. (https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2018-05/papa-vescovi-tedeschi-scelta-unanimeintercomunione.html). Il cardinale Willem Eijk, arcivescovo di Utrecht, ha giudicato ―completamente incomprensibile‖ la risposta del Papa: ―La dottrina e la prassi della Chiesa riguardanti l‘amministrare il Sacramento dell‘Eucaristia ai protestanti sono perfettamente chiare‖, ha affermato il presule olandese. Le differenze fra la fede luterana nella ―consustanziazione‖ e la fede cattolica nella ―transustanziazione‖ sono così grandi, ha aggiunto il cardinale, che la Chiesa deve realmente esigere che chiunque desideri ricevere la comunione (eccetto in caso di pericolo di morte) entri in piena comunione la Chiesa Cattolica esplicitamente e formalmente. Papa Francesco, ha detto il cardinale, avrebbe dovuto semplicemente informare la delegazione tedesca sul fatto che il Codice di Diritto Canonico e il Catechismo della Chiesa Cattolica parlano chiaro (http://lanuovabq.it/it/il-papa-non-puo-ammettere-lintercomunione). A sua volta, il Prefetto Emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Müller, ha segnalato che il ―risultato possibilmente unanime‖ chiesto dal Vaticano ai vescovi tedeschi non può contraddire la fede cattolica: ―Non si può separare la fede cattolica da un intendimento unanime. Se ci fosse una tale separazione, allora avremmo uno scisma nella Chiesa Cattolica‖ (https://www.acidigital.com/noticias/cardeal-muller-sobre-comunhao-para-protestantes-naose-pode-contradizer-a-fe- catolica-56387 ). 7 https://denzingerbergoglio.com/2016/03/27/lutero-predica-en-san-pedro/ Questa prospettiva è riecheggiata nel viaggio di Papa Francesco a Fatima, dove ha dichiarato: ―Grande ingiustizia si commette contro Dio e la sua grazia, quando si afferma in primo luogo che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre – come manifesta il Vangelo – che sono perdonati dalla sua misericordia! Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio e, comunque, il giudizio di Dio sarà sempre fatto alla luce della sua misericordia. Ovviamente la misericordia di Dio non nega la giustizia, perché Gesù ha preso su di Sé le conseguenze del nostro peccato insieme al dovuto castigo. Egli non negò il

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Pochi giorni dopo quell‘incontro sconvolgente, di fianco alla statua di Lutero, nell‘aula Paolo VI, il Papa è andato a Lund, in Svezia, dove risiede l‘attuale segretario della Federazione Luterana Mondiale, per segnare l‘inizio del quinto centenario della rottura di Lutero con la Chiesa. L‘obiettivo ufficiale dell‘evento era ―esprimere i doni della riforma e chiedere perdono per le divisioni‖8. La portata simbolica del viaggio pontificio è stata spiegata dal teologo e pastore valdese Paolo Ricca: ―La partecipazione alla commemorazione [di Lund] è un gesto di grande rilevanza anche perché il papa si reca a Lund, in casa dei luterani; come fosse uno di famiglia. La mia impressione è che lui, in un modo che non saprei definire, si senta parte anche di quella porzione di cristianità che è nata dalla Riforma‖9. Il teologo luterano tedesco Thomas Schirrmacher è arrivato a dichiarare, a proposito dell‘omelia del Papa a Lund, che ―dal [suo] punto di vista, in quell‘occasione Francesco ha interpretato il pensiero di Lutero meglio della maggior parte dei vescovi luterani‖10. In effetti, la simpatia del Papa per la figura dell‘eresiarca tedesco si è mostrata in un‘intervista aerea ritornando dall‘Armenia, quando ha detto: ―Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate: era un riformatore. (...) La Chiesa non era proprio un modello da imi-

peccato, ma ha pagato per noi sulla Croce. E così, nella fede che ci unisce alla Croce di Cristo, siamo liberi dai nostri peccati; mettiamo da parte ogni forma di paura e timore, perché non si addice a chi è amato (cfr 1 Gv 4,18)‖ [neretto nostro], in http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/may/documents/papafrancesco_20170512_benedizione-candele-fatima.html. Per un approfondimento di questa

convergenza, si veda l‘articolo di don Stefano Carusi, ―L‘influsso di Lutero dietro la ―tesi Kasper?‖, in http://disputationes-theologicae.blogspot.fr/2014/12/linflusso-di-luterodietro-la-tesi.html. 8

http://www.osservatoreromano.va/pt/news/o-papa-francisco-na-suecia-para-comemorar-osquinh. 9

https://www.corrispondenzaromana.it/ma-a-quale-chiesa-appartiene-papa-bergoglio/.

10

http://www.zeit.de/2017/44/thomas-schirrmacher-protestantismus-martin-luther-papstfranziskus.

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tare: c‘era corruzione nella Chiesa, c‘era mondanità, c‘era attaccamento ai soldi e al potere. E per questo lui ha protestato. Poi era intelligente, e ha fatto un passo avanti giustificando il perché faceva questo. (...) Lui ha fatto una „medicina‟ per la Chiesa, poi questa medicina si è consolidata in uno stato di cose, in una disciplina, in un modo di credere, in un modo di fare, in modo liturgico‖11. Per Papa Francesco, questi ―consolidamenti‖ non costituiscono un attentato alla Chiesa, bensì un arricchimento. È quanto ha fatto capire a Caserta, ai membri della Chiesa Pentecostale della Riconciliazione, nella sua visita del 28 luglio 2014: ―La Chiesa è una nella diversità. E, per usare una parola bella di un evangelico che io amo tanto, una ‗diversità riconciliata‘ dallo Spirito Santo. (…) Noi siamo nell‘epoca della globalizzazione, e pensiamo a cos‘è la globalizzazione e a cosa sarebbe l‘unità nella Chiesa: forse una sfera, dove tutti i punti sono equidistanti dal centro, tutti uguali? No! Questa è uniformità. E lo Spirito Santo non fa uniformità! Che figura possiamo trovare? Pensiamo al poliedro: il poliedro è una unità, ma con tutte le parti diverse; ognuna ha la sua peculiarità, il suo carisma. Questa è l‘unità nella diversità. È in questa strada che noi cristiani facciamo ciò che chiamiamo col nome teologico di ecumenismo‖12. 11

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/june/documents/papafrancesco_20160626_armenia-conferenza-stampa.html. 12

https://w2.vatican.va/content/francesco/pt/speeches/2014/july/documents/papafrancesco_20140728_caserta-pastore-traettino.html Molti protestanti non condividono il

relativismo implicito contenuto in questa accezione di ecumenismo. Per esempio, Pedro Tarquis, membro del comitato per la celebrazione dei 500 anni della Riforma in Spagna, ha dichiarato a Religión Digital: ―Essenzialmente, non è cambiato nulla. (...) Se Lutero fosse riabilitato, il Papa cesserebbe di esistere come tale". Alla domanda sulla possibilità di una comunione senza essere assorbiti, Tarquis ha risposto: ―Questo, oggi, lo vedo impossibile, tranne che in qualche denominazione evangelica molto superficiale, a cui non interessa il problema di fondo. Direi che il 90% degli evangelici protestanti in tutto il mondo, non solo in Spagna, sarebbe assolutamente contrario [a questo], a causa delle grandi differenze [che sussistono]. Sarebbe come dire che il Par-

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Poco importa la contraddizione esistente fra gli errori dell‘eresia luterana e i dogmi della fede cattolica, perché a quanto pare per Papa Francesco la verità non è astratta e assoluta, ma concreta e variabile. Infatti, nello stesso incontro con i pentecostali, ha dichiarato: ―Il fratello Giovanni [il pastore locale che lo ha accolto] ha detto una cosa che condivido totalmente: la verità è un incontro, un incontro tra persone. La verità non si fa in laboratorio, si fa nella vita‖13.

“La Parola di Dio è una realtà dinamica” Ciò vale anche per la comprensione e l‘adesione alla Rivelazione divina, come Papa Francesco ha spiegato a padre Antonio Spadaro nella sua famosa intervista di inizio pontificato: ―La nostra fede non è una fede-laboratorio, ma una fede-cammino, una fede storica. Dio si è rivelato come storia, non come un compendio di verità astratte‖14. Perciò la sinodalità della Chiesa consisterebbe in ―un atteggiamento di ascolto e di discernimento di quanto lo Spirito muove nella coscienza del popolo di Dio‖15. Nell‘incontro per celebrare i 25 anni del Catechismo della Chiesa Cattolica ha ulteriormente sviluppato questa concezione evolutiva della Rivelazione divina: ―Solo una visione parziale può pensare al ‗deposito tido Popular e Podemos, perché hanno la stessa Costituzione, potrebbero unirsi nello stesso partito‖ http://www.periodistadigital.com/religion/otrasconfesiones/2017/07/08/religion-iglesia-confesiones-500-anos-reforma-protestante-pedrotarquis-esperamos-que-los-actos-conmemorativos-sean-un-testimonio-de-que-somos-unaiglesia-viva.shtml. 13

Ibid.

14

https://www.laciviltacattolica.it/wp-content/uploads/2013/09/SPADARO-INTERVISTAPAPA-PP.-449-477.pdf . 15

Prefazione all‘opera omnia del Cardinale Carlo Maria Martini, in

http://www.corriere.it/cronache/15_ottobre_19/papa-francesco-la-chiesa-missionaria-non-sichiuda-se-stessa-2973aab8-7620-11e5-9086-b57baad6b3f4.shtml.

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della fede‘ come qualcosa di statico. La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina, come se si trattasse di una vecchia coperta da proteggere contro i parassiti! No. La Parola di Dio è una realtà dinamica, sempre viva, che progredisce e cresce perché è tesa verso un compimento che gli uomini non possono fermare. (...) Non si può conservaconservare la dottrina senza farla progredire né la si può legare a una lettura rigida e immutabile, senza umiliare l‘azione dello Spirito Santo‖16. Nella stessa occasione, come applicazione concreta di questa visione di un deposito della fede dinamico e in contrasto con il magistero tradizionale della Chiesa ribadito da quel Catechismo oggetto della celebrazione, Francesco ha sottolineato che ―si deve affermare con forza che la condanna alla pena di morte è una misura disumana che umilia, in qualsiasi modo venga perseguita, la dignità personale‖, per cui ―è in sé stessa contraria al Vangelo‖17.

16

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papafrancesco_20171011_convegno-nuova-evangelizzazione.html. 17

Idem. Edward Feser, co-autore del libro By Man Shall His Blood Be Shed: A Ca-

tholic Defence of Capital Punishment (Ignatius Press) ha reagito a questa dichiarazione con un articolo pubblicato sul Catholic Herald: l‘autore afferma che la Rivelazione non può insegnare errori in questioni di fede e di morale. Tuttavia, ―ci sono molti passaggi nelle Scritture che insegnano la legittimità della pena capitale‖. Egli afferma anche che ―i Padri della Chiesa hanno capito tali passi come un avallo alla pena capitale, e la Chiesa in duemila anni ha seguito costantemente questa interpretazione‖ e che il Concilio Vaticano I insegna che ―i cattolici sono tenuti ad interpretare la Scrittura in modo concorde con l‘interpretazione data dai Padri della Chiesa e in accordo all‘interpretazione tradizionale della Chiesa‖. E conclude: ―Nell‘insieme, questi insegnamenti implicano logicamente che la legittimità della pena capitale deve essere ritenuta dalla Chiesa come una dottrina divinamente rivelata‖. Papa Innocenzo III esigette che gli eretici valdesi affermassero la sua legittimità come condizione per la loro reincorporazione alla Chiesa (http://www.catholicherald.co.uk/commentandblogs/2017/10/15/the-popes-remarks-oncapital-punishment-need-to-be-clarified/). Si noti che quanto detto non significa che

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Altro esempio di questo carattere evolutivo dell‘insegnamento magisteriale sono le affermazioni sulla guerra giusta rilasciate nelle citate conversazioni con Dominique Wolton: ―Ancora oggi dobbiamo pensare con attenzione al concetto di ‗guerra giusta‘. Abbiamo imparato in filosofia politica che per difendersi si può fare la guerra e considerarla giusta. Ma si può parlare di ‗guerra giusta‘? O di ‗guerra di difesa‘? Perché in realtà la sola cosa giusta è la pace. (...) Nessuna guerra è giusta. L‘unica cosa giusta è la pace‖18. Tali dichiarazioni sono in contrasto con il n. 2309 del Catechismo da Chiesa Cattolica che, raccogliendo l‘insegnamento tradizionale dai tempi di Sant‘Agostino, elenca le condizioni per la legittimità morale della guerra giusta19.

La verità come sintesi superiore delle tensioni della vita reale Nella sua ―Lettera a chi non crede‖, in risposta a un editoriale di Eugenio Scalfari e inizio dei dialoghi fra i due, Papa Francesco, alla domanda se esiste una verità assoluta e se sia sbagliato pensare che esista soltanto una serie di verità relative e soggettive, ha risposto: ―Io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità „assoluta‟, nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione. Ora, la verità, secondo la fede cristiana, è l‘amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione! Tant‘è vero che anche ciascuno di

l‘autorità pubblica, in una determinata epoca, non possa giudicare inopportuno includere la pena capitale nella legislazione penale del proprio paese. 18 Dominique Wolton, Politique et société : Pape François, rencontres avec Dominique Wolton, ed. L‘Observatoire, Paris, 2017, pp. 57-58. 19

http://www.vatican.va/archive/ccc_it/documents/2663cat473-668.PDF

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noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sé: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive, etc.‖20. Consapevole della connotazione relativista del suo pensiero, il Papa si è affrettato a precisare: ―Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt‘altro. Ma significa che essa si dà a noi sempre e solo come un cammino e una vita‖. Questa sfumatura, tuttavia, non elimina la connotazione soggettivistica del concetto di verità del pontefice, perché se la verità non è data agli uomini come un‘espressione oggettiva della realtà (esse id quod est, come dice sant‘Agostino), ma ci è data ―sempre e solo‖ (cioè, esclusivamente) come cammino e vita, necessariamente individuali, allora perde il suo carattere universale e assoluto, ossia ciò per cui essa è valida per tutti gli uomini in tutte le situazioni. Al contrario, ognuno coglierebbe la verità esclusivamente a partire dalla sua situazione e dalla sua storia personali, facendola diventare variabile e soggettiva, malgrado quello che Papa Francesco afferma. La tendenza del pontefice al relativismo rimane ancora più chiara dati gli appelli finali di sapore hegeliano: ―Bisogna intendersi bene sui termini e, forse, per uscire dalle strettoie di una contrapposizione... assoluta, reimpostare in profondità la questione‖ 21. È eloquente il seguente passaggio delle sue conversazioni con Dominique Wolton, a proposito della comunicazione e dell‘ecumenismo: ―Papa Francesco: [Bisogna] non avere paura delle tensioni. Come si risolve una tensione? Su un piano superiore. 20

La stessa idea di una verità ―situata‖ è stata difesa dal Papa in una omelia a Santa Marta in cui ha affermato: ―Paolo non dice agli ateniesi: ‗Questa è la enciclopedia della verità. Studiate questo e avrete la verità, la verità!‘. No! La verità non entra in una enciclopedia. La verità è un incontro; è un incontro con la Somma verità: Gesù, la grande verità. Nessuno è padrone della verità. La verità si riceve nell‘incontro‖ (http://www.laparola.it/omeliepapa/20130508). 21

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/letters/2013/documents/papafrancesco_20130911_eugenio-scalfari.html.

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―Dominique Wolton: Questo è Hegel, il filosofo tedesco... ―Papa Francesco: Hegel fa la sintesi. Io dico un‘altra cosa: che la sintesi si fa su un piano superiore alle due parti. E quello che incontriamo nel piano superiore mantiene nelle sue radici i due punti di vista iniziali. Perché la vita è sempre in tensione, non sta nella sintesi. La sintesi non è veramente vitale. La tensione, questa sì, è vitale‖22. Il relativismo soggiacente al pensiero di Papa Francesco è stato subito notato da un intellettuale agnostico come Zygmunt Bauman, che a proposito della ―Lettera a un non credente‖, indirizzata dal Pontefice a Eugenio Scalfari, ha scritto: ―Usare ‗verità‘ al singolare in un mondo polifonico è come voler applaudire con una mano sola. Con una mano sola si può soltanto dare un ceffone o una carezza, ma non applaudire. Papa Francesco non solo predica la necessità del dialogo ma la pratica. Di un dialogo vero tra persone con punti di vista esplicitamente diversi che comunicano per comprendersi‖23. Apprezzamento che lo stesso Scalfari ha confermato: ―Papa Francesco è dunque, tra i numerosissimi vicari di Cristo che guidano la Chiesa da ormai duemila anni, uno dei pochissimi, secondo me addirittura l‟unico, che affronta in questo modo il problema della Verità e quindi dell‘assoluto. (...) E la verità? Il Papa rifiuta la parola ‗relativismo‘, cioè un movimento vero e proprio con caratteristiche di politica religiosa; ma non rifiuta la parola ‗relativo‘. Il relativismo no, ma che la verità sia relativa questo è un dato di fatto che il Papa riconosce‖ 24.

22

Dominique Wolton, Politique et société : Pape François, rencontres avec Dominique Wolton, ed. L‘Observatoire, Paris, 2017, p. 240. 23

http://www.repubblica.it/cultura/2014/10/28/news/il_vicario_di_cristo_e_la_verit_relativa_ che_conduce_a_dio-99162795/. 24

Ibid.

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La verità come relazione vitale e pragmatica Basandosi su questi presupposti si comprende perché nell‘esortazione apostolica Evangelii Gaudium il Papa ha scritto che uno dei quattro principi orientativi della sua azione è che ―la realtà è più importante dell‘idea‖25. In tesi, tale postulato è passibile di un‘interpretazione tomista26 ‒ la adaequatio intellectus ad rem, ovvero, come dice il Papa nell‘esortazione, che le elaborazioni concettuali sono al servizio della comprensione e della conduzione della realtà ‒ ma, nel contesto psicologico pastorale in cui si trova inserito, prende una connotazione molto diversa, come spiega padre Giovanni Scalese: ―Esso significa piuttosto che dobbiamo accettare la realtà così com‘è, senza pretendere di cambiarla in base a principi assoluti (p. es., i principi morali), che sono solo ‗idee‘ astratte, che il più delle volte rischiano di trasformarsi in ideologie‖ 27. 25

Nn. 231-233

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papafrancesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html. Per il prof. Giovanni Turco,

―a ben vedere, più che di principi, si tratta di presupposti, di punti di vista indimostrati e indimostrabili, che non rimandano a nulla di metafisico, ma sono in esclusiva funzione della prassi, come avviene nelle ideologie: possiamo chiamarlo ‗trascendentalismo pragmatistico‘‘‖ (https://www.radiospada.org/2017/06/da-leggere-alcune-linee-guidaper-la-lettura-filosofica-del-pontificato-di-bergoglio/). 26 È stata l‘interpretazione che gli ha dato padre Giovanni Cavalcoli OP, nel suo articolo ―La dipendenza dell‘idea dalla realtà nella Evangelii Gaudium di Papa Francesco‖, pubblicato nel periodico della Pontificia Accademia Teologica, 2. 27 http://querculanus.blogspot.fr/2016/05/i-postulati-di-papa-francesco.html Tuttavia, come dice bene padre Scalese, ―nell‘agire umano, è inevitabile lasciarsi condurre da alcuni principi, che per loro natura sono astratti. A nulla serve quindi polemizzare sull‘astrattezza della ‗dottrina‘, opponendole una ‗realtà‘ a cui ci si dovrebbe semplicemente adeguare. La realtà, se non è illuminata, guidata, ordinata da alcuni principi, rischia di risolversi in caos‖ (ibid.)

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Di fatto, come dimostra padre Scalese ―questo postulato è alla base delle continue polemiche di Papa Francesco contro la dottrina‖ 28, ma secondo il cardinale Carlo Caffarra, ―una Chiesa con poca attenzione alla dottrina non è più pastorale, è solo più ignorante‖29. Per il prof. Giovanni Turco, il nuovo linguaggio pontificio ―fa emergere quello che è il pensiero di Bergoglio: la verità è una relazione, non è il criterio della relazione ma il suo prodotto, è dunque – in senso pieno – relativa. Sia chiaro che tale relazione non va intesa in senso tomista come adaequatio rei et intellectus, ma come relazione vitalistica e pragmatica che deriva da una situazione. Così intesa, la verità non ha un contenuto proprio, non può essere ―assoluta‖, ossia ―valida sempre‖, ma con ciò stesso cessa di essere verità (e diventa opinione)!‖30. Questo postulato relativista è ugualmente alla base del ―prassismo‖ e del ―pastoralismo‖ del Papa. Potrebbe applicarsi a lui ciò che il prof. Roberto de Mattei dice dei nuovi modernisti, ossia che nel suo modo di pensare ―la massima tradizionale secondo cui ‗agere sequitur ess‟ viene

28

Egli cita, ad esempio, le seguenti frasi del Papa che dimostrano una certa avversione alla dottrina: ―È vero che in un certo senso condividere è dire che non ci sono differenze fra noi, che abbiamo la stessa dottrina — sottolineo la parola, parola difficile da capire — ma io mi domando: ma non abbiamo lo stesso Battesimo?‖ (visita alla chiesa luterana di Roma, 15 novembre 2015); ―La visione della dottrina della Chiesa come un monolite da difendere senza sfumature è errata‖ (intervista alla Civiltà Cattolica, n. 3918, p. 476); ―Invece di offrire la forza risanatrice della grazia e la luce del Vangelo, alcuni vogliono ―indottrinare‖ il Vangelo, trasformarlo in ―pietre morte da scagliare contro gli altri‖ (Amoris laetitia, n. 49); ―Il nostro insegnamento sul matrimonio e la famiglia non può cessare di ispirarsi e di trasfigurarsi alla luce di questo annuncio di amore e di tenerezza, per non diventare mera difesa di una dottrina fredda e senza vita‖ (ibid., n. 59) [integrazioni in http://querculanus.blogspot.fr/2017/04/dottrina-vsdiscernimento.html]. 29

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/01/14/news/carlo-caffarra-papa-sinodo-famigliacoscienza-newman-chiesa-114939/. 30

https://www.radiospada.org/2017/06/da-leggere-alcune-linee-guida-per-la-letturafilosofica-del-pontificato-di-bergoglio/.

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capovolta: l‘azione precede l‘essere e l‘uomo trova la verità e la stessa fede nell‘azione‖, e pertanto i misteri della fede si incontrano ―partendo dalla coscienza dell‘uomo, dai suoi bisogni, dalle sue aspirazioni, da tutto ciò che sgorga dalla sua esperienza di vita‖31.

31

―Processi ai nuovi modernisti‖ in https://www.corrispondenzaromana.it/processo-ainuovi-modernisti/.

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Capitolo 6

Una nuova morale soggettiva senza imperativi assoluti Dichiarazioni e gesti pubblici del Pontefice e dei suoi collaboratori più prossimi rivelano un drastico cambiamento di paradigma in campo morale. Il dibattito sulla nuova interpretazione dell‘enciclica Humanae vitae e le innumerevoli aperture in tema di sessualità in genere, scavano un solco profondo nei confronti del Magistero e della disciplina immutabili della Chiesa. Si fa un grande uso di espressioni ambigue, che lasciano nella gente comune una confusa impressione che la Chiesa si starebbe aprendo alle rivendicazioni della rivoluzione sessuale. Il relativismo filosofico e il primato della praxis sfociano inevitabilmente nel relativismo etico, secondo cui non esistono assoluti morali. A Eugenio Scalfari, che gli ha domandato: ―Santità, esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?‖, il Papa, secondo la trascrizione della conversazione ripubblicata dagli organi di informazione dello stesso Vaticano, avrebbe risposto: ―Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene‖. E poi ha aggiunto: ―Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce‖1.

1

http://www.repubblica.it/cultura/2013/10/01/news/papa_francesco_a_scalfari_cos_cambier_ la_chiesa-67630792/. Fino alla recente ristrutturazione dell‘insieme degli organi di co-

municazione del Vaticano, l‘intervista si trovava ad un link attualmente inoperante.

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Questa relativizzazione degli assoluti morali ha trovato accoglienza nella controversa esortazione apostolica Amoris laetitia, che sarà oggetto di analisi più approfondita in un altro capitolo. Per adesso basti segnalare che al numero 303 della stessa si dice che ―la coscienza delle persone dev‘essere meglio coinvolta nella prassi della Chiesa‖ e che, in una situazione oggettiva di adulterio, una persona può ritenere che continuare a vivere more uxorio (cioè, praticando gli atti riservati ai coniugi) ―è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l‘ideale oggettivo‖2. Il 5 agosto 2017, sulla rivista teologica tedesca AEMAET, il professore Josef Seifert ha pubblicato un articolo con il titolo posto in forma di domanda: ―La logica pura minaccia di distruggere l‘intera dottrina morale della Chiesa?‖. In esso affermava che il citato n° 303 di Amoris laetitia è ―una bomba atomica teologica che minaccia di abbattere l‘intero edificio morale dei 10 comandamenti e dell‘insegnamento morale cattolico‖. E giustificava la drammaticità dell‘affermazione domandandosi: ―Se solo un caso di atto intrinsecamente immorale può essere permesso e persino voluto da Dio, ciò non si deve applicare a tutti gli atti considerati ‗intrinsecamente errati‘? (...) Non dovrebbero allora, per pura logica, l‘eutanasia, il suicidio o la cooperazione ad esso, bugie, furti, spergiuri, negazioni o tradimenti, come quello di San Pietro, o l‘omicidio, in alcune circostanze e dopo un adeguato ‗discernimento‘ (…) essere giudicati buoni e lodevoli a causa della complessità di una

2

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papafrancesco_esortazione-ap_20160319_amoris-laetitia.html.

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situazione concreta (o a causa della mancanza di conoscenza etica o di forza di volontà)?‖3. In materia di adulterio, il via libera è stato già dato dal vescovo di Como, che in una nota pastorale, riguardo ai divorziati risposati conviventi more uxorio, ha asserito che ―i singoli atti coniugali (sic) restano un ‗disordine oggettivo‘, ma non sono necessariamente ‗peccato grave‘ che impedisce di accogliere in pienezza la vita della grazia‖ 4. Il suo testo è stato pubblicato insieme ad un ―Approfondimento di Teologia Morale‖ del moralista don Angelo Riva, il quale afferma tassativamente che tali atti adulterini ―non sono peccati, sono atti buoni della vita coniugale‖5.

Il cambiamento di paradigma morale confermato da alti prelati Il carattere radicale di questa nuova comprensione della morale è stato confermato dalle dichiarazioni del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, in un‘intervista a Vatican News, portale di notizie lanciato dalla nuova Segreteria Vaticana per la Comunicazione, in cui ha affermato che ―Amoris laetitia è scaturita da un nuovo paradigma‖, per il quale il Papa chiede un ―cambiamento di atteggiamento‖, ―un cambiamento di paradigma, insito proprio nello stesso testo‖ di Amoris laetitia, ovvero

3

http://www.aemaet.de/index.php/aemaet/article/view/44/pdf_1 A seguito di questo artico-

lo, il Professore Seifert è stato illegittimamente e illegalmente escluso dall‘Arcivescovo di Granada dalla cattedra di Fenomenologia Realista dell‘Accademia Internazionale di Filosofia, che egli stesso aveva fondato: un primo esempio di quello che il Professore Claudio Pierantoni ha chiamato ―inizio della persecuzione ufficiale all‘ortodossia dentro la Chiesa‖ (http://www.aemaet.de/index. php/aemaet/article/view/46/ pdf_1). 4

https://famigliechiesacomo.files.wordpress.com/2018/02/diocesicomo_notapastorale_capvii i_al2.pdf. 5

https://chiesaepostconcilio.blogspot.fr/2018/03/linee-guida-crescono-da-una-periferia.html.

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―questo spirito nuovo, questo approccio nuovo‖ per trattare in modo pastorale le situazioni matrimoniali irregolari prese in esame dal documento6. Questa idea era già stata proposta dal cardinale Walter Kasper in un articolo pubblicato nel novembre 2016 dalla rivista Stimmen der Zeit, sotto il titolo ―Amoris laetitia: Bruch oder Aufbruch? (Rottura o inizio di un cammino?), in cui affermava che ―si può capire Amoris laetitia solo se si comprende il cambiamento di paradigma che intraprende‖, il quale consiste nel passaggio da una morale della legge alla morale delle virtù di San Tommaso d‘Aquino7. La stessa idea di cambiamento di paradigma si trovava anche nel libro Amoris laetitia - Wendepunkt für die Moraltheologie? (Una svolta per la Teologia Morale?), scritto nel 2016 da Stephan Goertz e Caroline Witting, professori di Teologia Morale dell‘Università di Mainz (Germania). Sotto un altro punto di vista, la stessa valutazione è stata fatta dal cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, in una conferenza pronunziata nel febbraio 2018 all‘Università di Cambridge (Inghilterra), e intitolata ―La Rivoluzione della Misericordia di Papa Francesco: Amoris laetitia come un Nuovo Paradigma della Cattolicità‖. A suo parere, sei criteri fondano il nuovo paradigma. Il primo è che ―le famiglie sono un luogo privilegiato per l'auto-rivelazione e l'attività divina, quindi nessuna famiglia dovrebbe essere privata della grazia di Dio‖, visto che ―ovunque ci sia una famiglia che cerca di vivere insieme e di amarsi reciprocamente, lo Spirito Santo è già lì‖8.

6

https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2018-01/card--parolin--il-2018-di-francescoallinsegna-di-giovani-e-fami.html 7 http://www.stimmen-derzeit.de/zeitschrift/ausgabe/details?k_beitrag=4752128&cnid=13&k_produkt=4754046 . 8

https://www.vhi.st-edmunds.cam.ac.uk/resources-folder/papers-presentations/cupichannual-lecture-2018.

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Il noto biografo di Giovanni Paolo II, George Weigel, ha replicato sulle pagine della rivista First Things, affermando che ―l‘evoluzione nella comprensione che la Chiesa ha del Vangelo nel corso dei secoli non è una questione di ‗cambiamento di paradigma‘, o di rotture, o di interruzioni radicali e nuovi inizi; è una questione di ciò che i teologi chiamano lo sviluppo della dottrina‖, il quale deve essere ―organico e in continuità con la fede ‗affidata una volta per tutte ai santi‘‖ 9.

Frasi sciolte e gesti simbolici che nella pratica relativizzano i precetti morali Questo relativismo morale viene confermato da gesti altamente simbolici. Il primo di questi, diventato una sorta di lemma dell‘attuale pontificato, è stata la risposta di Francesco durante il rientro dal suo primo viaggio per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. A una giornalista che, evocando gli ampiamente documentati scandali morali omosessuali che hanno avuto per protagonista Mons. Ricca, uno stretto collaboratore del Papa, a Montevideo, gli ha domandato come pensava di ―affrontare tutta la questione della lobby gay‖, Francesco ha risposto: ―Io vedo che tante volte nella Chiesa, al di fuori di questo caso ed anche in questo caso, si vanno a cercare i ―peccati di gioventù‖, per esempio, e questo si pubblica. (...) Ma se una persona, laica o prete o suora, ha fatto un peccato e poi si è convertito, il Signore perdona, e quando il Signore perdona, il Signore dimentica. (...) Mah! Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato chi mi dia la carta d‘identità in Vaticano con ‗gay‘. Dicono che ce ne sono. (...) Se una

9

https://www.firstthings.com/web-exclusives/2018/01/the-catholic-church-doesnt-doparadigm-shifts.

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persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?‖10. Sviando la risposta dai rapporti omosessuali peccaminosi, oggetto della domanda, alla tendenza omosessuale, eventualmente involontaria, il Papa, nel suo linguaggio impreciso, ha fatto capire non soltanto che non giudicava le persone con questa tendenza, ma neppure gli stessi rapporti omosessuali. E così è stata interpretata la celebre frase da tutti i giornali, che l‘hanno propalata ai quattro venti senza che vi fosse alcuna successiva rettifica circa la sua vera portata. In non pochi casi, la legislazione a favore della legalizzazione delle unioni omosessuali è stata approvata da cattolici – sia legislatori, sia semplici votanti in referendum – col pretesto che non si poteva essere ―più papista del Papa‖. Nel gennaio 2015, Francesco ha ricevuto in udienza nella sua residenza di Santa Marta una transessuale spagnola chiamata Neria Lejárraga, di Plasencia. La donna in una lettera al pontefice lamentava di venire rifiutata dai cattolici della sua città dopo essersi sottoposta a un intervento chirurgico per cambiare sesso e dopo aver ―sposato‖ un‘altra donna. Il Papa l‘ha chiamata al telefono e invitata in Vaticano con tutte le spese a carico della nunziatura di Madrid, ricevendola in compagnia della sua ―novella sposa‖11. Nella conferenza stampa in aereo di rientro dalla Georgia e dall‘Azerbaigian, il pontefice ha riferito dettagliatamente le circostanze di questo incontro, menzionando la persona in questione sempre al maschile (―lui, che era lei, ma è lui‖) e senza alcuna censura al cambio di sesso e al successivo ―matrimonio‖ con un‘altra donna12.

10

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2013/july/documents/papafrancesco_20130728_gmg-conferenza-stampa.html. 11

http://politica.elpais.com/politica/2015/01/27/actualidad/1422355975_624238.html .

12

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/october/documents/papafrancesco_20161002_georgia-azerbaijan-conferenza-stampa.html.

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Ugualmente sconcertante è stata l‘udienza concessa nella nunziatura di Washington, su sua richiesta, a un vecchio allievo, Yayo Grassi, giunto accompagnato dal suo partner omosessuale, l‘indonesiano Iwan Bagus. I due sono stati cordialmente abbracciati davanti alle telecamere. Lo scandalo si è aggravato per il fatto che la Sala Stampa Vaticana ha posteriormente pubblicato una dichiarazione affermando che ―l‘unica udienza concessa dal Papa presso la Nunziatura è stata ad un suo antico alunno con la famiglia‖, derubricando a un mero saluto ―molto breve di cortesia‖ l‘incontro con Kim Devis, la nota funzionaria del registro civile del Kentucky condannata alla prigione per essersi rifiutata di registrare le unioni omosessuali13. Peggio ancora è stato il ricevimento ufficiale nel Palazzo Apostolico del Primo Ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel, accompagnato dal partner omosessuale, l‘architetto Gauthier Destenay, con il quale si è unito civilmente nel 2010 e si è ―sposato‖ nel 2015, quando lo pseudomatrimonio omosessuale è stato legalizzato nel Granducato. Il pretesto è stata la riunione dei capi europei nella Città Eterna per celebrare il 60° anniversario del Trattato di Roma, che diede inizio a quella che oggi è divenuta l‘Unione Europea14. Il capo del partito spagnolo di estrema sinistra Podemos, Pablo Iglesias, ha immediatamente pubblicato la fotografia del ricevimento sul suo account twitter, con le parole: ―Xavier Bettel, primo ministro del Lussemburgo, ricevuto in Vaticano con suo marito. E qui [il cardinale] Cañizares [arcivescovo di Valencia] dice che i gay vanno all‘inferno‖. Bettel ha risposto subito con un altro twitter :

13

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/10/02/0749/01616.ht ml. 14

https://www.forbes.com/sites/ceciliarodriguez/2017/04/09/pope-franciss-welcome-toworlds-only-openly-gay-prime-minister-rekindles-vatican-controversy/#6cb67112a607.

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―È stato un piacere e un onore per me e Gauthier essere ricevuti dal leader della Chiesa Cattolica‖15. Anche in materia di metodi artificiali di controllo della natalità il Papa ha permesso la circolazione di supposte affermazioni opposte all‘insegnamento della Chiesa, senza smentirle. Un esempio sconcertante sono state le dichiarazioni di Suor Martha Pelloni, religiosa argentina della Congregazione delle Carmelitane Missionarie Teresiane, professoressa e fondatrice di organizzazioni di aiuto ai contadini. In pieno dibattito sulla depenalizzazione dell‘aborto nel suo paese, in un‘intervista a Rádio Cut di Corrientes (Argentina), la suora ha detto che ―ci deve essere una paternità responsabile, una pianificazione‖ e che ―Papa Francesco parlando di questo argomento mi ha detto tre parole: preservativo, transitorio e reversibile. Un diaframma, e in ultimo caso, ciò che noi consigliamo alle donne della campagna… la legatura delle tube‖16. A un‘altra religiosa argentina, Suor Lucia Caram, che vive in Catalogna e difende il matrimonio omosessuale e l‘aborto17, in un‘incontro avrebbe detto: ―Continui a fare casino‖18.

15

http://www.huffingtonpost.es/2017/03/25/pablo-iglesias-obispos-foto_a_22011379/.

16

https://adelantelafe.com/martha-pelloni-el-papa-le-habria-recomendado-preservativosdiafragma-o-ligadura-de-trompas/. Per ascoltare l‘intervista, a partire dal minuto 7‘45, cfr. qui https://radiocut.fm/audiocut/martha-pelloni-en-corrientes-el-indice-de-pobreza-esmuy-grande/. 17

http://www.laopiniondemalaga.es/sociedad/2014/01/23/iglesia-debe-meterse-decisionmujer/647536.html. 18

https://www.20minutos.es/noticia/2856412/0/papa-francisco-sor-lucia-caram-lio/.

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Il Vaticano pubblica un manuale scandaloso di educazione sessuale La predica relativista, accentuata da gesti estremamente simbolici, di un Papa, non può che aggravare fino a un livello inverosimile la ―liquidità morale‖19 della società contemporanea, con conseguenze disastrose per i fedeli, le famiglie e la moralità pubblica, fondamento basilare del vivere in comune. Tutto ciò è aumentato con la pubblicazione da parte del Pontificio Consiglio per la Famiglia - prima della sua fusione in un nuovo megadicastero diretto da mons. Vincenzo Paglia - di un insolito manuale di educazione sessuale, postato on line in varie lingue e a disposizione dei partecipanti della Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia. Scritto in collaborazione con l‘Università Sant‘Antonio di Murcia, Spagna, e intitolato ―Il Luogo dell‘Incontro‖, il manuale è diviso in sei unità e pretende essere un ―progetto di educazione affettivo sessuale‖ in risposta all‘appello di Papa Francesco in Amoris laetitia. Il testo cita ampiamente detta esortazione e prende in considerazione gli sviluppi della psicologia e della pedagogia, senza tuttavia alcun riferimento ai Dieci Comandamenti (neppure al 6° e al 9°), né al carattere peccaminoso e antinaturale dei rapporti omosessuali. I movimenti che lottano contro i programmi edonisti di educazione sessuale promossi dagli organismi internazionali e dalla lobby pro abor-

19

L‘espressione è di Aldo Maria Valli

https://cronicasdepapafrancisco.wordpress.com/2017/01/07/la-verita-intervista-aldo-mariavalli-un-papa-non-puo-guidare-la-chiesa-con-i-forse-i-dipende-i-pero/.

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to sono giustamente rimasti scandalizzati dal suo carattere sensuale e graficamente esplicito20. Lo psichiatra nordamericano Rick Fitzgibbons, professore ausiliare presso l‘Istituto Giovanni Paolo II di Studi sul Matrimonio e la Famiglia dell‘Università Cattolica d‘America e con 40 anni di esperienza in terapia familiare, ha scritto al riguardo: ―In una cultura nella quale la gioventù è bombardata con la pornografia, sono rimasto particolarmente scioccato dalle immagini incluse in questo nuovo manuale di educazione sessuale, alcune delle quali chiaramente pornografiche. La mia reazione professionale immediata è stata che questo approccio osceno o pornografico abusa dei giovani psicologicamente e spiritualmente. I giovani sono anche danneggiati dalla mancanza di un avvertimento sui pericoli a lungo termine dei comportamenti promiscui e dell'uso dei contraccettivi. Come professionista che ha curato sia preti abusatori che vittime di abusi sessuali dentro la Chiesa, ciò che ho trovato particolarmente allarmante è che le immagini pornografiche di questo programma sono simili a quelle usate dagli adulti violentatori di adolescenti‖21. Judy Brown, presidente dell‘American Life League, ha dichiarato in un comunicato stampa: ―È già abbastanza malefico quando Planned Parenthood promuove forme perverse di educazione sessuale nelle nostre scuole. Ma che il Vaticano salga su questo treno è uno scenario da incubo‖22.

20

https://www.lifesitenews.com/news/vatican-surrenders-to-sexual-revolution-with-releaseof-sex-ed-program-life & http://www.speroforum.com/a/BZZBFMQVUF52/78494-Thepoverty-that-is-the-Vaticans-new-sexual-education-program#.WT61EevyjIU. 21

https://www.lifesitenews.com/opinion/exclusive-the-new-threat-to-catholic-youth-themeeting-point. 22

https://www.lifesitenews.com/pulse/catholic-pro-life-org-launches-petition-asking-popefrancis-to-withdraw-nig.

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“Reinterpretazione” dell’Humanae vitae per legittimare la pillola contraccettiva In questo 2018, in l‘occasione del 50° anniversario della pubblicazione dell‘enciclica Humanae vitae, per studiare la storia della sua redazione è stata costituita una ―commissione di lavoro‖ sotto il coordinamento di mons. Gilfredo Marengo. Questi nel settembre 2015 ha scritto un articolo su Vatican Insider sotto il significativo titolo ―Humanae vitae e Amoris laetitia: storie parallele‖ in cui si chiedeva se ―il gioco polemico ‗pillola sì – pillola no‘, così come quello odierno ‗comunione ai divorziati sì – comunione ai divorziati no‘ sia soltanto l‘apparenza di un disagio e di una fatica, molto più decisiva nel tessuto della vita ecclesiale‖23. Secondo il professor Roberto de Mattei, tale iniziativa fa parte di un piano orchestrato per ―reinterpretare‖ l‘Humanae vitae, accettando in certi casi l‘uso di metodi artificiali di controllo della natalità24. Il cinquantesimo dell‘enciclica di Paolo VI, di fatto, è servito da cornice per una serie di conferenze all‘Università Gregoriana. Nella terza, tenuta il 14 dicembre 2017 dal moralista Maurizio Chiodi, membro di questa nuova ―commissione di lavoro‖, sotto il titolo ―Rileggere Humanae Vitae (1968) alla luce di Amoris Laetitia (2016)‖, il relatore ha difeso la tesi secondo cui ―un metodo artificiale per la regolazione delle nascite potrebbe essere riconosciuto come un atto di responsabilità‖ e che ―ci sono circostanze... che richiedono la ‗contrac-

23

http://www.lastampa.it/2017/03/23/vaticaninsider/ita/commenti/humanae-vitae-e-amorislaetitia-storie-parallele-Mqg9RCXIpwtYnj9ajItpdO/pagina.html. 24

https://www.corrispondenzaromana.it/il-piano-di-reinterpretazione-della-humanae-vitae/.

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cezione‘, persino con l‘ausilio della tecnica‖, ovvero dei metodi artificiali rigettati dall‘enciclica25. In una dichiarazione del 9 gennaio 2018, il professore Josef Seifert ha commentato che ―l‘etica della situazione difesa dal prof. Chiodi negherebbe anche l'intrinseca ingiustizia dell'aborto e dell'eutanasia e di molti altri atti elencati in Veritatis Splendor come moralmente sbagliati in tutte le circostanze e in tutte le situazioni‖ e ha manifestato la speranza che ―Papa Francesco, l‘arcivescovo Paglia, e la stragrande maggioranza dei membri della Pontificia Accademia per la Vita chiedano a padre Chiodi di disconoscere questi gravi errori, o di dimettersi immediatamente dalla sua appartenenza a questa illustre Accademia‖26. Purtroppo niente di tutto ciò è accaduto...

Verso una accettazione de facto delle unioni omosessuali Dopo l‘approvazione della legge Cirinnà in Italia, nel libro-intervista con l‘intellettuale francese Dominique Wolton, Papa Francesco si è dichiarato favorevole alle unioni civili degli omosessuali: ―Che pensare del matrimonio di persone dello stesso sesso? ‗Matrimonio‘ è una parola storica. Da sempre, nell‘umanità, e non solamente nella Chiesa, è un uomo e una donna. (...) Non si può cambiare questo. È la natura delle cose. Esse sono così. Chiamiamo quello ‗unioni civili‘. (...) Diciamo le cose come stanno: il matrimonio, è un uomo con una

25

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/01/30/humanae-vitae-addiofrancesco-liberalizza-la-pillola/. 26

https://onepeterfive.com/professor-seifert-comments-fr-chiodis-re-reading-humanaevitae/.

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donna. Ecco il termine preciso. E chiamiamo ‗unione civile‘ l‘unione dello stesso sesso‖27 . In questo contesto, si comprende meglio l‘annunzio fatto dal Vescovo Brendan Leahy, di Limerick (Irlanda), per cui le coppie omosessuali ―sono benvenute a unirsi alla festa della famiglia‖ all‘Incontro Mondiale delle Famiglie del 21-26 agosto 2018 in quel paese. L‘incontro è organizzato dal nuovo Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e conta sulla presenza di Papa Francesco. ―Viviamo in un‘epoca di cambiamenti e anche la famiglia sta cambiando‖, ha dichiarato il prelato28. Il comitato organizzatore ha divulgato un video promozionale in cui il vescovo David O‘Connell, originario dell‘Irlanda, dichiara quanto segue: ―Papa Francesco l‘ha presa al volo. Capisce che la nostra società è cambiata molto nelle ultime due generazioni. Adesso abbiamo ogni sorta di configurazione familiare, sia che si tratti della tradizionale famiglia composta da mamma e papà, o della mamma single o del papà single, o di una coppia omosessuale che alleva bambini, o di persone in seconde nozze. Qualunque sia la configurazione della famiglia, l‘appello è comunque per gli adulti, affinché pensino a come offrire l'atmosfera migliore, più premurosa e sicura possibile ai bambini‖. A causa delle proteste del movimento Lumen Fidei, questo stralcio di video è stato censurato dagli organizzatori29. È avvenuto lo stesso con un pieghevole dell‘evento, che originariamente conteneva cinque immagini di coppie omosessuali alla fine ritirate, e aveva scritto che ―mentre la Chiesa difende l'ideale del matrimonio

27

Dominique Wolton, Politique et société : Pape François, rencontres avec Dominique Wolton, ed. L‘Observatoire, Paris, 2017, pp. 321-322. 28

https://www.independent.ie/irish-news/gay-couples-must-be-made-welcome-at-worldmeeting-of-families-insists-bishop-36222730.html. 29

https://www.independent.ie/irish-news/welcome-to-gay-parents-edited-out-of-churchvideo-36669007.html.

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come un impegno permanente tra un uomo e una donna, ci sono altre forme di unione che offrono un sostegno reciproco alla coppia‖30.

Il ponte del gesuita americano James Martin per la comunità omosessuale Rivelatrice della graduale accettazione della pratica delle relazioni omosessuali è stata anche la nomina a consultore della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede del gesuita americano James Martin, recentemente premiato con il ―Build Bridges Award‖ dal gruppo New Ways Ministry, organismo già condannato dalla Santa Sede e dalla Conferenza episcopale americana per le sue posizioni favorevoli alle relazioni e alle unioni omosessuali. Secondo l‘organizzazione, ―essere citati da padre Martin è meglio che venire menzionati dal New York Times o dalla CNN‖, perché quando il padre Martin posta su internet un link alle loro pubblicazioni il numero delle visite aumenta di 20 volte31. Di fatto, Padre Martin da decenni è impegnato nello sforzo di far accettare alla Chiesa la comunità omosessuale e il suo stile di vita. Autore del libro Costruire un ponte: come la Chiesa Cattolica e la comunità LGBT possono instaurare una relazione di rispetto, compassione e sensibilità, il gesuita sostiene che la Chiesa istituzionale deve riconoscere che ―la comunità omosessuale apporta doni unici alla Chiesa‖ e deve trattarla come qualsiasi altro gruppo, senza paura di apparire sostenitrice di ―tutto ciò che le persone LGBT dicono o fanno‖, perché ―le persone LGBT sono figli amati da Dio con doni– non solo come individui ma anche come comunità‖.

30

https://www.irishtimes.com/news/social-affairs/religion-and-beliefs/images-of-same-sexcouples-removed-from-world-meeting-of-families-booklet-1.3372908. 31

http://www.crisismagazine.com/2017/new-ways-ministrys-fr-james-martin-effect.

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In nome di ciò, condanna le istituzioni cattoliche che licenziano quanti ufficializzano la propria unione omosessuale e approva il Cardinale Schönborn, arcivescovo di Vienna, per i suoi elogi alle unioni omosessuali. Allo stesso modo, padre Martin chiede che si abbandoni la frase ―oggettivamente disordinata‖, usata dal Catechismo in riferimento all‘inclinazione omosessuale, per la sua presunta crudeltà32. In un video diffuso nel settembre 2017, padre Martin ha dichiarato che ―l‘insegnamento per cui la gente LGBT deve restare celibe tutta la vita non è stato recepito [dal Popolo di Dio]‖, condizione, a suo parere, affinché un magistero sia obbligatorio. Nel medesimo video, si riferisce allo Spirito Santo utilizzando il pronome femminile ―Ella‖33. Quando l‘ordine esecutivo del Presidente Obama che imponeva i bagni transgender negli istituti scolastici fu revocato, il gesuita ha inviato ai suoi 100 mila followers un tweet di disapprovazione della revoca, dichiarando il suo appoggio ai ragazzi che volevano utilizzare i bagni delle ragazze e viceversa. Il libro di padre Martin è stato elogiato dal Cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita, giudicandolo ―molto necessario‖. A sua volta, il Cardinale Joseph Tobin, arcivescovo di Newark, l‘ha definito ―coraggioso, profetico‖34.

32

https://www.americamagazine.org/faith/2016/10/30/james-martin-sj-we-need-buildbridge-between-lgbt-community-and-catholic-church e http://religionnews.com/2017/06/06/this-top-vatican-official-is-quietly-moving-catholicstoward-lgbt-inclusion/. 33

http://lanuovabq.it/it/insegnamento-non-ricevuto-liberi-i-cristiani-lgbt.

34

https://www.lifesitenews.com/news/francis-appointed-cardinals-back-jesuits-pro-lgbtbook.

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Verso la benedizione liturgica delle unioni omosessuali? Sempre nella stessa direzione di un crescente avvicinamento alla lobby LGBT assai eloquente è stato il contratto stipulato dalla Segreteria per la Comunicazione del Vaticano con la società Accenture per la riorganizzazione e l‘unificazione di tutti i canali di comunicazione della Santa Sede, inclusi Vatican Media, Radio Vaticana e Vatican News. La società Accenture é nota mondialmente in quanto promuove l‘agenda politica della lobby LGBT e perché ha ricevuto il premio di datore di lavoro più ―gay friendly” della Gran Bretagna nel 2013 e di ―migliore luogo di lavoro LGBT‖ dell‘ Irlanda nel 2016. Questa società produce video nei quali si propongono strategie di promozione dei ―diritti LGBT‖ in tutto il mondo ed è stata co-firmataria di un documento a favore del riconoscimento del matrimonio omosessuale davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti35. Nello stesso senso è stata interpretata l‘installazione in Piazza San Pietro di un presepe senza il bue e l‘asinello e con le statue della Sacra Famiglia poste ai margini, mentre in primo piano molte figure evocavano le sette opere di misericordia corporale. La scena che più di tutte ha richiamato l‘attenzione è stata quella che rappresentava il ―vestire gli ignudi‖, dominata da un uomo nudo con il corpo depilato e palestrato. Persino i media secolari hanno qualificato l‘insieme come un ―presepe filo-gay‖ con ―allusioni omoerotiche‖36. Il presidente della sezione napoletana del movimento LGBT Arcigay ha confessato che ―la presenza del presepe vaticano per noi è un motivo

35

https://www.lifesitenews.com/news/vatican-hires-lgbt-activist-company-to-create-and-runnew-internet-news-pla. 36

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/vaticano-il-presepe-filogay-scatena-ladestra-clericale/

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per essere ancora più felici. Per la comunità omosessuale e transessuale a Napoli è un importante simbolo di inclusione e integrazione‖. In effetti, il presepe è stato un regalo dell‘abbazia di Montevergine (Avellino), nei cui dintorni si celebra un ―pellegrinaggio dei femminielli‖ (sic) con riferimenti al culto pagano di Cibele, dea simbolo dell‘androginia37. Le azioni dirette di Papa Francesco e della Santa Sede si sommano al silenzio del Vaticano in relazione alle iniziative per far accettare le unioni omosessuali alla Chiesa, come le dichiarazioni del Cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca e membro del ristretto circolo di assessori del Papa per la riforma della Curia, conosciuto come G9. In una intervista per la radio pubblica della Baviera, interrogato a proposito della proposta di una cerimonia di benedizione in chiesa di coppie omosessuali, il prelato tedesco ha affermato: ―Bisogna incoraggiare anche i preti e gli operatori pastorali a dare parole di supporto alle persone [che vivono] nelle situazioni concrete. Qui non vedo nessun problema. Una questione del tutto diversa è come farlo pubblicamente e nella liturgia. Queste sono le cose su cui riflettere accuratamente‖. E ha ripetuto: ―Non ci sono soluzioni generali. Non sarebbe nemmeno giusto, penso. È una questione di cura pastorale per i singoli casi‖38.

37

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13295190/vaticano-papa-francesco-presepegay-scandalo-piazza-san-pietro-rivolta-cristiana.html 38 https://cruxnow.com/global-church/2018/02/04/cardinal-marx-endorses-blessingceremonies-sex-couples/

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Capitolo 7

Il cambiamento di paradigma in un caso concreto: l‟accesso dei divorziati risposati alla Comunione Il documento simbolo del cambiamento di paradigma e della ―rivoluzione culturale‖ in corso è senz‘altro l‘esortazione apostolica Amoris laetitia, che prevede – ―caso per caso‖ – la possibilità di accedere alla Comunione per i divorziati civilmente risposati. Per grandi teologici e pensatori cattolici, si tratta di una rottura nella diga di tutta la teologia morale. Quattro cardinali hanno sollevato rispettosamente alcuni dubia sul tema, ma il Papa non ha mai risposto. Decine e decine di vescovi, sacerdoti, religiosi, teologi e laici hanno preso pubblica posizione in difesa della dottrina cattolica tradizionale, costituendo un fronte di resistenza come non si era mai visto negli ultimi secoli di storia della Chiesa. Il relativismo morale di cui abbiamo parlato nel capitolo anteriore ha avuto un‘applicazione ancora più drammatica – giacché comporta il grave rischio di veri sacrilegi – nella questione dell‘indissolubilità del matrimonio e nell‘accettazione pratica della Chiesa, in nome di una pastorale ―incarnata‖ nella vita concreta delle persone, delle unioni adulterine. - 138 -


La Chiesa possiede la disciplina multisecolare di negare alle persone divorziate risposate civilmente l‘accesso alla Santa Comunione, in quanto si trovano in stato oggettivo di peccato mortale, aggravato peraltro dallo scandalo nel caso in cui questa situazione sia pubblicamente nota. Quali che siano le loro intenzioni soggettive, queste persone si trovano oggettivamente in stato di ―peccato grave manifesto‖, non potendo dunque ricevere la Sacra Eucaristia (Codice di Diritto Canonico, no 915)1. Per potersi comunicare, debbono pentirsi dei loro peccati e correggere la loro situazione. Tuttavia, se i divorziati risposati non possono abbandonare la casa in cui convivono con il coniuge adulterino, per il fatto ad esempio di essere obbligati ad occuparsi dell‘educazione dei loro figli, devono però impegnarsi a vivere castamente, ossia ―sotto lo stesso tetto ma non nello stesso letto‖. Ad ogni modo, visto l‘aumento delle rotture matrimoniali e dei nuovi ―matrimoni‖ civili fra cattolici, già a partire dagli anni ‘70, specialmente negli Stati Uniti e in Canada, si è tentato più volte di rendere più flessibile questo divieto2.

1

―Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la Legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell‘Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza‖ (Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 1650). 2 Tali tentativi sono iniziati in alcuni gruppi diocesani specializzati nella pastorale dei divorziati, inclusi i risposati civilmente. I loro cappellani dicevano che se queste persone si ritenevano libere, in coscienza, dal primo vincolo matrimoniale, potevano ricevere la comunione, anche senza avere ottenuto una dichiarazione di nullità. Nel 1971 un comitato della Catholic Theological Society of America presentò uno studio che avallava questa pratica ―pastorale‖ in nome del rispetto della coscienza della coppia, nel caso in cui i due si fossero presentati per ricevere la comunione ―dopo una adeguata consultazione, riflessione e preghiera‖. L‘anno successivo, mons. Robert

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Solenne riaffermazione magisteriale dell’esclusione eucaristica dei divorziati risposati civilmente Ciò ha comportato che il tema venisse trattato durante il Sinodo sulla famiglia del 1980, dopo il quale Giovanni Paolo II pubblicò l‘esortazione apostolica Familiaris consortio. Nella stessa, al paragrafo 84, dove si parla della situazione dei divorziati risposati, il Papa confermò l‘esclusione eucaristica con i principi che erano stati approvati maggioritariamente dall‘assemblea sinodale: ―La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell'unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall‘Eucaristia. C‘è inoltre un altro peculiare motivo pastorale: se si ammettessero queste persone all‘Eucaristia, i fedeli rimarrebbero indotti in errore e confusione circa la dottrina della Chiesa sull‘indissolubilità del matrimonio‖3.

Tracy, vescovo di Baton Rouge, scrisse una lettera pastorale dove, in nome di una soluzione di foro interno, prendeva in considerazione la possibilità della concessione di un ―decreto di buona coscienza‖, fornito dal tribunale diocesano. E nel settembre dello stesso anno il Comitato permanente dell‘episcopato americano inviò in Vaticano uno studio evocando la possibilità di un‘ammissione alla comunione dei divorziati risposati che non vivessero come fratello e sorella, talché, nel marzo 1975, il segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede dovette scrivere al presidente della Conferenza episcopale americana ribadendo che le coppie che vivono in unioni irregolari possono ricevere la comunione unicamente e soltanto se vivono in castità e lo fanno in chiese dove non sono conosciuti, per evitare qualsiasi scandalo. Per un riassunto di questi fatti, cfr. Theological Studies 57 (1996), http://cdn.theologicalstudies.net/57/57.1/57.1.6.pdf. 3 http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jpii_exh_19811122_familiaris-consortio.html.

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Il braccio di ferro fra la leadership dell’episcopato tedesco e la Santa Sede Nonostante la chiarezza di questo testo, nel luglio 1993 i tre vescovi della provincia ecclesiastica dell‘Alto Reno, in Germania, pubblicarono una lettera pastorale collettiva affermando che la Chiesa deve trattare con misericordia le coppie divorziate risposate civilmente e che le prescrizioni del Codice di Diritto Canonico sono generiche, ma non prendono in considerazione tutti i complessi casi individuali. Ogni persona, con l‘aiuto di un sacerdote, dovrebbe discernere la propria situazione4 e decidere in coscienza se deve o meno accostarsi alla mensa eucaristica, senza che possa impedirglielo il celebrante o un ministro dell‘eucaristia. Questa lettera pastorale ebbe grande ripercussione data la fama dei firmatari: due noti teologi, l‘allora vescovo Walter Kasper, di Rottenburg-Stoccarda, e dell‘allora arcivescovo Karl Lehmann, di Magonza, presidente della Conferenza episcopale tedesca, e del rinomato canonista, l‘arcivescovo Oskar Saier, di Friburgo in Brisgovia, vicepresidente della stessa. Tale fu l‘impatto che un anno più tardi, e dopo una serie di riunioni fra l‘allora cardinale Joseph Ratzinger e i vescovi tedeschi, la Congregazione per la Dottrina della Fede, inviò una ―Lettera ai Vescovi della 4

I tre presuli dell‘Alto Reno suggerivano otto criteri di discernimento: 1. La responsabilità per il fallimento del primo matrimonio deve essere oggetto di riconoscimento e di pentimento; 2. Deve essere chiaro che ―il ritorno al/alla primo/a partner è realmente impossibile‖; 3. ―Ci deve essere una restituzione per i mali fatti‖; 4. Tutti gli ―obblighi con la donna e i figli del primo matrimonio‖ devono essere adempiuti; 5. ―Si deve prendere in considerazione lo scandalo‖; 6. La seconda relazione ―deve aver dato prove durante un lungo periodo di tempo di rappresentare una volontà pubblica e notoria di vivere insieme permanentemente‖; 7. Deve determinarsi se esistono o meno obblighi morali di ―fedeltà alla seconda relazione‖; e 8. Deve rimanere chiaro che ―i partner cercano veramente di vivere in accordo alla fede cristiana e per motivi veri‖.

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Chiesa Cattolica circa la recezione della comunione eucaristica da parte dei fedeli divorziati risposati‖5. La lettera ribadiva categoricamente: ―Il fedele che convive abitualmente ‗more uxorio‘ con una persona che non è la legittima moglie o il legittimo marito, non può accedere alla Comunione eucaristica. Qualora egli lo giudicasse possibile, i pastori e i confessori, date la gravità della materia e le esigenze del bene spirituale della persona e del bene comune della Chiesa, hanno il grave dovere di ammonirlo che tale giudizio di coscienza è in aperto contrasto con la dottrina della Chiesa. Devono anche ricordare questa dottrina nell'insegnamento a tutti i fedeli loro affidati‖6. Dinanzi all‘inosservanza della disciplina da parte di alcuni, sotto il pretesto, inter alia, che il ministro della Comunione non può emettere ab externo un giudizio sulle condizioni soggettive perché si possa dire che un divorziato risposato civilmente sia in peccato mortale, il Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi pubblicò, nel luglio 2000, una ―Dichiarazione circa l‘ammissibilità alla Santa Comunione dei divorziati risposati‖ che riaffermava perentoriamente: ―La proibizione fatta nel citato canone [915], per sua natura, deriva dalla legge divina e trascende l‘ambito delle leggi ecclesiastiche positive: queste non possono indurre cambiamenti legislativi che si oppongano alla dottrina della Chiesa‖7.

5

http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_140 91994_rec-holy-comm-by-divorced_it.html. 6

Ibid. n° 6.

7

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/intrptxt/documents/rc_pc_intrptxt_d oc_20000706_declaration_it.html.

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Papa Francesco accenna a un cambiamento nella posizione della Chiesa Questa posizione molto ferma e chiara dall‘inizio dell‘attuale pontificato è stata vittima di un ―cambiamento di paradigma‖, manifestatosi già nel primo Angelus dal balcone del Palazzo Apostolico, quando l‘appena eletto Papa Francesco ha elogiato il cardinale Walter Kasper definendolo ―un teologo in gamba, un buon teologo‖8. Un altro indizio del cambio il pontefice lo ha fornito nel volo di rientro dal suo viaggio per partecipare alla GMG di Rio de Janeiro. Alla domanda se esiste la possibilità di cambiare qualcosa nella disciplina della Chiesa nei confronti dell‘accesso ai sacramenti da parte dei divorziati, ha affermato: ―Ma anche – una parentesi – gli Ortodossi hanno una prassi differente. Loro seguono la teologia dell‘economia, come la chiamano, e danno una seconda possibilità, lo permettono. Ma credo che questo problema – chiudo la parentesi – si debba studiare nella cornice della pastorale matrimoniale‖9. Questa aspettativa di cambiamento si è ulteriormente rafforzata quando i media hanno trascritto le dichiarazioni di una donna argentina e del suo compagno divorziato, secondo i quali Papa Francesco li avrebbe chiamati al telefono e, nel corso della conversazione, li avrebbe autorizzati a ricevere la Comunione, con la sola cautela di non farlo nella propria parrocchia per non creare un conflitto con il vicario10. La Sala

8

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2013/documents/papafrancesco_angelus_20130317.html. 9

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2013/july/documents/papafrancesco_20130728_gmg-conferenza-stampa.html. 10

https://www.cronista.com/informaciongral/Francisco-llamo-a-una-divorciada-para-decirleque-puede-comulgar-20140422-0117.html.

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Stampa della Santa Sede non ha smentito questa versione dei fatti, limitandosi a dichiarare che tali conversazioni dovrebbero essere intese nel contesto dei rapporti pastorali personali del Papa e non come un evento che ha per effetto ―conseguenze per quanto riguarda l‘insegnamento della Chiesa‖11.

Il “rapporto Kasper” provoca reazioni a catena In un‘atmosfera agitata da questi indizi confusi, l‘8 ottobre 2013 è stata annunziata la convocazione per l‘anno successivo della 3ª Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, allo scopo di trattare delle ―sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell‘evangelizzazione‖12, argomento che sarebbe stato trattato in un successivo Sinodo Ordinario del 2015 circa "La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa nel mondo contemporaneo‖13. La celebrazione di due Sinodi sullo stesso tema avrebbe reso possibile un‘ampia consultazione dal basso. Il documento preparatorio inviato ai vescovi dal cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, includeva un questionario di 38 domande sulle ―nuove problematiche‖ circa la famiglia, sette delle quali erano particolarmente controverse, poiché versavano sulle unioni di persone dello stesso sesso14 e il trattamento

11

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/papa-divorziati-eucaristia-lombardi.

12

http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/rc_synod_doc_20131105_iiiassemblea-sinodo-vescovi_it.html. 13

http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/rc_synod_doc_20141209_lineament a-xiv-assembly_it.html. 14

Ecco il tenore delle domande: ―5 - Sulle unioni di persone dello stesso sesso a) Esiste nel vostro paese una legge civile di riconoscimento delle unioni di persone dello stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio?

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pastorale – specialmente l‘accesso alla Comunione eucaristica – delle coppie divorziate in seconda unione15. I suddetti interventi papali hanno indotto ―la base‖ – in realtà, le Conferenze episcopali progressiste e i gruppi di laici che seguono il medesimo orientamento – a rispondere al ―questionario Baldisseri‖ proponendo non soltanto un cambiamento pastorale ma persino un cambiamento dottrinale della Chiesa sull‘argomento. Ad esempio, l‘allora presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, arcivescovo di Friburgo in Brisgovia, è arrivato a pubblicare un documento ufficiale incoraggiando i divorziati risposati ad accostarsi senza scrupoli e sin da subito alla mensa della comunione, in basa a una semplice ―decisione di coscienza‖16. b) Quale è l‘atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione? c) Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni? d) Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?‖. 15

Queste sono le controverse domande sull‘argomento: ―4 - Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili (…) c) I separati e i divorziati risposati sono una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente? Come si fa fronte a questa realtà attraverso programmi pastorali adatti? d) In tutti questi casi: come vivono i battezzati la loro irregolarità? Ne sono consapevoli? Manifestano semplicemente indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l‘impossibilità di ricevere i sacramenti? e) Quali sono le richieste che le persone divorziate e risposate rivolgono alla Chiesa a proposito dei sacramenti dell‘Eucaristia e della Riconciliazione? Tra le persone che si trovano in queste situazioni, quante chiedono questi sacramenti?‖. 16 In risposta a questa iniziativa scandalosa, l‘allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale tedesco Gerhard L. Müller, si è visto costretto a ribadire la indissolubilità del matrimonio e il divieto di comunione ai peccatori pubblici in un lungo articolo pubblicato dall‘Osservatore Romano il 23 ottobre 2013, dove, di passaggio, condannava la ―teologia dell‘economia‖ praticata dagli scismatici ortodossi. Tuttavia l‘intervento del cardinale Müller si è visto obnubilato dalle dichiarazioni di

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Approfittando del fatto che il collegio cardinalizio si trovava in gran parte a Roma in occasione di un concistoro per la creazione di nuovi cardinali, Papa Francesco ha chiesto loro di discutere sulla famiglia, prendendo spunto da un rapporto introduttivo da lui affidato al cardinale Walter Kasper ‒ cioè lo stesso che alla fine del secolo scorso si era espresso, assieme a due altri vescovi della regione del Reno, a favore del superamento del divieto di comunione ai divorziati risposati. Il cardinale Kasper ha sviluppato la tesi che la Chiesa dovrebbe operare un cambio di paradigma sulla comunione ai divorziati risposati, considerando la situazione a partire dalla prospettiva di chi soffre e chiede aiuto. Il porporato ha asserito che nella Chiesa primitiva ci sarebbe stato un diritto consuetudinario secondo cui i cristiani che vivevano una seconda unione, anche vivendo il primo coniuge, dopo un certo tempo di penitenza potevano disporre non di un secondo matrimonio, ma di una tavola di salvezza attraverso la partecipazione nella comunione. Mentre la Chiesa latina avrebbe abbandonato questo costume, le Chiese ortodosse scismatiche l‘hanno conservato, in accordo al principio, per loro valido, della oikonomia (il principio al quale Papa Francesco si era riferito nella conferenza stampa rientrando dal Brasile). La sua tesi che la Chiesa primitiva ammetteva la comunione ai divorziati rispostati è stata ampiamente confutata, nelle settimane successive, da rinomati storici che hanno provato in modo definitivo che i concili avevano approvato la comunione per i vedovi risposati – e non per i divorziati che si risposavano.

due cardinali molto vicini a Papa Francesco e membri del C9, ossia il gruppo di cardinali che assistono il Papa nella riforma della Curia. Da una parte, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, ha dichiarato che detto articolo non poteva ―chiudere la questione‖ e, dall‘altra parte, il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, ha dichiarato che ―Müller è un professore di teologia tedesco, nella sua mentalità esiste soltanto il vero e il falso… Ma, fratello mio, il mondo non è cosi, dovresti essere un po‘ flessibile‖.

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La diffusione delle tesi kasperiane ha trovato la resistenza di un buon numero di porporati – fra i quali spiccano i cardinali Burke, Müller, Brandmüller, De Paolis, Caffarra e Pell – e di storici, teologi, canonisti e moralisti. Tra questi, uno studio pubblicato da otto professori domenicani degli Stati Uniti, che ha messo in rilievo come la relazione del cardinale tedesco avrebbe avuto come risultato, né più né meno, la soppressione dell‘obbligo di castità secondo il proprio stato, come se i fedeli non avessero certezza della grazia per mantenerla17. Alla vigilia del Sinodo Straordinario, i cinque primi cardinali sopra menzionati hanno pubblicato i loro interventi, assieme a quelli di altri quattro periti, in un libro dall‘espressivo titolo ―Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica‖. L‘opera percorre la storia dei secoli di resistenza cattolica alla comunione ai divorziati risposati e mostra che non vi si trova alcun argomento a favore del tipo di ―tolleranza‖ che il cardinale Kasper proponeva. Quest‘ultimo ha deplorato la pubblicazione del libro parlando di ―guerra ideologica‖ volta a colpire Papa Bergoglio18. Il noto vaticanista Edward Pentin ha scritto che ―fonti degne di fiducia e di alto livello affermano che il Segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri, ha ordinato di intercettare i libri [lasciati nelle caselle postali dei padri sinodali] perché avrebbero ―interferito con il Sinodo‖19. 17

Se la Chiesa accettasse la comunione per i divorziati risposati, asserivano i teologi domenicani, ―non si capisce perché la Chiesa dovrebbe rifiutarla alle coppie che convivono o alle persone coinvolte in un‘unione omosessuale, etc… .Di fatto, la logica di quella posizione suggerisce che la Chiesa dovrebbe benedire tali unioni (come fanno adesso gli anglicani) e persino accettare tutta la gamma di condotte che comporta la ‗liberazione‘ sessuale contemporanea. La comunione per le persone divorziate risposate non è che l‘inizio‖. 18

https://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/cardinale_kasper_intervista_mattino595778.html. 19

http://www.lanuovabq.it/it/un-libro-censurato-cardinali-furiosi-e-sospetti-un-giallo-scuoteil-sinodo-sulla-famiglia.

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Manovre per imporre la tesi Kasper nel Sinodo Straordinario Il 5 ottobre 2014 si apriva finalmente il Sinodo Straordinario, con diverse anomalie20. Quando è stata data lettura della relazione intermediaria (relatio post disceptationem), si sono sollevate proteste poiché il testo non rifletteva il vero contenuto della maggioranza degli interventi, ma solo le tesi della minoranza kasperiana. Inoltre vi si parlava di un sorprendete principio morale, la supposta ―legge della gradualità‖, che permetterebbe di cogliere elementi positivi in tutte le situazioni oggettivamente peccaminose, come i rapporti prematrimoniali o le unioni omosessuali, riconoscendo in esse ―i segni del verbo sparsi oltre i suoi confini visibili e sacramentali‖21 (ovvero, qualsiasi peccato diviene una forma imperfetta di bene, di fronte al quale sarebbe necessario praticare una sorta di ―ecumenismo con il male‖). Secondo fonti ufficiali, almeno 41 Padri sinodali si sono dimostrati assai sorpresi – e parecchio ―agitati‖ – davanti a questo documento22. Nei successivi circoli linguistici di lavoro, la relazione intermediaria è stata letteralmente fatta a pezzi da un gran numero di proposte di emendamento (approssimativamente 700) finalizzate a far sì che la relazione finale mettesse in rilievo soprattutto che l‘unico modello di matrimonio è l‘unione indissolubile fra un uomo e una donna per avere figli ed edu20

Le due principali sono state la non divulgazione degli interventi nell‘aula sinodale e l‘aggiunta di sei prelati di orientamento progressista al comitato di redazione delle relazioni intermediaria e finale. Per una visione d‘insieme di queste anomalie, cfr. Edward Pentin, The Rigging of a Vatican Synod? An Investigation into Alleged Manipulation at the Extraordinary Synod on the Family, Ignatius Press in http://www.lanuovabq.it/it/quelle-manovre-per-manipolarei-lavori-del-sinodo. 21

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/10/13/0751/03037.ht ml. 22

Cfr. Robert Royal, ―Synod Day 9 – Bishops to World: ‗Never mind‘‖

https://www.thecatholicthing.org/2014/10/15/synod-day-9-bishops-to-world-never-mind/.

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carli nella fede. Nella sala del Sinodo, alla presenza del Papa, si è sollevata una grande baraonda quando è stato annunciato che le relazioni dei circoli linguistici non sarebbero state comunicate ai Padri sinodali (aggravando, ovviamente, il rischio che il testo finale trascurasse gli emendamenti proposti)23. Dinanzi a questa ferma opposizione, e dopo una votazione, i testi sono stati comunicati a tutti i partecipanti. Nonostante il comitato di redazione sia stato costretto a redigere un testo di compromesso, nella votazione finale tre paragrafi non hanno raggiunto la maggioranza statutariamente richiesta dei 2/3 per l‘approvazione e inclusione nella relazione finale: il paragrafo riguardate la cura pastorale delle persone con tendenze omosessuali e i due paragrafi che trattavano della questione della comunione per i divorziati risposati (riconoscendo in questo modo la divergenza di posizioni fra i Padri sinodali). Malgrado questo rifiuto, e in deroga al regolamento, Papa Francesco ha ordinato che tali passaggi risultassero nel testo finale che sarebbe stato poi inviato alle diocesi e parrocchie al fine di ispirare le proposte della ―base‖ per il Sinodo Ordinario dell‘anno successivo24. Commentando questa fatto, il cardinale Reinhard Marx ha dichiarato al giornale Die Zeit: ―I dibattiti del Sinodo non sono stati che un inizio. Francesco vuole che le cose vadano avanti, che il processo continui. Il vero lavoro sta per iniziare‖25. Nello stesso senso, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, il cardinale Lorenzo Baldisseri, ha dichiarato al giornale Avvenire: ―Riteniamo, infatti, che questo periodo tra i due Sinodi sia il più importante.

23

Secondo Robert Royal, il cardinale Pell si sarebbe alzato e, battendo il pugno sul tavolo, avrebbe detto: "La smettano di manipolare questo sinodo" (https://www.thecatholicthing.org/2014/10/17/synod-day-11-some-numbers/). 24 https://onepeterfive.com/baldisseri-pope-francis-approved-controversial-midterm-relatio/. 25

https://www.ncronline.org/blogs/ncr-today/cardinal-marx-pope-francis-has-pushed-opendoors-church.

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(...) ci sono gruppi di studio a diversi livelli qui a Roma che affronteranno i temi più sensibili, soprattutto quelli che riguardano i punti che non hanno avuto la maggioranza qualificata‖26. A sua volta, il cardinale Walter Kasper, nella presentazione nel Regno Unito del suo libro Papa Francesco: La Rivoluzione della tenerezza e dell‟amore, ha dichiarato: ―Tutti dobbiamo pregare, perché c‘è una battaglia in corso‖27.

900 mila fedeli chiedono una parola di chiarimento – Silenzio del Vaticano Il senso della ―battaglia‖ era stato spiegato dallo stesso pontefice in un‘intervista al giornale argentino La Nación: ―Quello che ha fatto il cardinale tedesco Walter Kasper è stato dirci di cercare ipotesi, ovvero ha aperto il campo. E alcuni si sono spaventati‖28. E ha aggiunto: ―Nel caso dei divorziati risposati, ci chiediamo: che facciamo con loro, che porta possiamo aprire loro? E questa è stata una inquietudine pastorale: allora, daranno loro la comunione? Non è una soluzione, se [soltanto] daranno loro la comunione. Soltanto quello non è la soluzione: la soluzione è l‘integrazione. Non sono scomunicati, è vero. Ma non possono essere padrini di battesimo, non possono fare le letture della messa, non possono distribuire la comunione, non possono fare catechesi, non possono fare tipo sette cose. Ho qui la lista. Smettiamola con questo!‖29.

26

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/scelte-coraggiose-attesa-del-sinodo.

27

http://www.catholicherald.co.uk/news/2015/03/23/cardinal-kasper-asks-for-prayers-forsynod-saying-a-battle-is-going-on/. 28

https://www.lanacion.com.ar/1750280-francisco-dios-me-da-una-sana-dosis-deinconsciencia. 29

https://www.lanacion.com.ar/1750245-el-sinodo-sobre-la-familia-los-divorciados-vueltosa-casar-parecen-excomulgados.

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Di fronte a questa situazione di emergenza, una coalizione di associazioni di laici raccolte sotto il nome di Filiale Supplica hanno rivolto un appello a Papa Francesco in cui dichiaravano: ―Constatiamo infatti un generalizzato disorientamento causato dall‘eventualità che in seno alla Chiesa si apra una breccia tale da permettere l‘adulterio – in seguito all‘accesso all‘Eucaristia di coppie divorziate e risposate civilmente – e perfino una virtuale accettazione delle unioni omosessuali. Tutte pratiche, queste, condannate categoricamente dalla Chiesa come opposte alla legge divina e naturale. Da questo disorientamento scaturisce paradossalmente la nostra speranza. In questa situazione, infatti, una parola chiarificatrice di Vostra Santità è l‘unica via per superare la crescente confusione tra i fedeli‖30. Oltre novecentomila cattolici, compresi 211 tra cardinali, arcivescovi e vescovi, hanno aderito a questa iniziativa, ma la Santa Sede non ha avuto neppure la cortesia di confermare la ricezione del documento, nonostante sia stato consegnato personalmente da un comitato, che ha seguito le istruzioni specifiche di uno stretto collaboratore del Papa. In un‘intervista del 28 ottobre 2017 al giornale Frankfurter Allgemeine Zeitung, il cardinale Walter Brandmüller ha dichiarato: ―Il mero fatto che una petizione con 870.000 firme rivolta al Papa per chiedergli una chiarificazione rimanga senza risposta…suscita perplessità. È realmente difficile da capire‖31. In concomitanza, la piattaforma di associazioni collegate alla Filiale Supplica ha promosso la pubblicazione e l‘invio a tutti i vescovi del mondo dell‘opuscolo Opzione preferenziale per la Famiglia – Cento domande e cento risposte intorno al Sinodo, firmato da mons. Aldo Pagotto, allora arcivescovo di Paraíba (Brasile), mons. Robert Vasa, ve30

http://www.supplicafiliale.org/firstcampaign.

31

http://www.faz.net/aktuell/feuilleton/debatten/kardinal-walter-brandmueller-ueber-denstreit-um-amoris-laetitia-15266671.html.

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scovo di Santa Rosa (Stati Uniti) e mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana (Kazakistan), con prefazione del cardinale Jorge Medina Estévez, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino. Si tratta di un vademecum le cui domande riproducono le obiezioni più comuni sui temi sollevati dal Sinodo Straordinario (sessualità, indissolubilità, divorzio, omosessualità, eucaristia per i divorziati risposati, etc.) e alle quali fornisce risposte chiare e semplici32. Distribuito in sei lingue, lo studio ha avuto un‘ampia diffusone tra i fedeli e ha contribuito all‘incremento del numero di firmatari della Supplica Filiale a Papa Francesco. Altre tre pubblicazioni di carattere accademico sono apparse in questo frangente in difesa dell‘indissolubilità del matrimonio. Undici cardinali 33 sono scesi in campo con un libro intitolato Matrimonio e famiglia, una raccolta di studi diretta dal professore Winfried Aymans, specialista in Diritto Canonico all‘Università di Monaco di Baviera. Ad esso si è aggiunto un volume che raccoglie gli interventi tenuti durante un seminario organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e pubblicato sotto il titolo Famiglia e Chiesa. E, infine, l‘Unione Internazionale dei Giuristi Cattolici ha pubblicato i saggi di nove specialisti di fama internazionale34, sotto la direzione di Miguel Ayuso, presidente dell‘ente e

32

http://www.lastampa.it/2015/05/20/blogs/san-pietro-e-dintorni/famiglia-gay-ecc-unvademecum-Wsl2ZSCj8chErOUP684u1N/pagina.html?zanpid=2429355011827233793 . 33

I cardinali Carlo Caffarra, Baselios Cleemis, Paul Josef Cordes, Dominik Duka, Willem Jacobus Eijk, Joachim Meisner, John Olorunfemi Onaiyekan, Antonio Maria Rouco Varela, Camillo Ruini, Robert Sarah e Jorge Liberato Urosa Savino. 34 Trattasi di Danilo Castellano (Università degli Studi di Udine, Italia); Ricardo Dip (Tribunale di Giustizia di San Paolo, Brasile); Brian McCall (Università dell‘Oklahoma, Stati Uniti); Wolfgang Waldstein (già Rettore dell‘Università di Salisburgo, Austria); Bernard Dumont (Francia); Alejandro Ordóñez (all‘epoca Procuratore Generale della Repubblica, Colombia); José María Sánchez (Università di Siviglia, Spagna); Luis Maria de Ruschi (Tribunale Interdiocesano Bonaerense, Argentina); Miguel Ayuso (Università Comillas, Spagna, e presidente dell‘Unione Internazionale

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docente alla Pontificia Università Comillas (Spagna), per i quali ammettere alla Santa Comunione i divorziati risposati civilmente e le coppie omosessuali ―rappresenta la più grave sfida all‘integrità della dottrina cattolica lanciata dal XVI secolo fino ai nostri giorni‖.

La riforma del processo canonico di nullità per influenzare il dibattito La mobilitazione di ciò che è stato chiamato ―il partito Kasper‖ non è stata minore. La principale iniziativa è stata un simposio a porte chiuse organizzato all‘Università Gregoriana dai presidenti delle Conferenze episcopali della Germania, Francia e Svizzera, a cui hanno partecipato il cardinale Reinhard Marx, cinque vescovi e 50 esperti alla sola presenza di un giornalista de La Repubblica. ―Sessualità come espressione di amore‖, ―Matrimonio e divorzio‖, sono stati alcuni degli argomenti sui quali si è discusso. Un vescovo tedesco ha commentato: ―I dogmatici dicono che l'insegnamento della Chiesa è fisso. Invece uno sviluppo esiste. E abbiamo bisogno di uno sviluppo sulla sessualità. Anche se non dobbiamo fissarci solo su questa‖. Un altro partecipante, riferendosi alla comunione ai divorziati risposati, ha commentato: ―Come possiamo negarla, come fosse una punizione, alle persone che hanno fallito e trovato un nuovo partner con cui ricominciare una vita?‖35. Due mesi prima del Sinodo, la Conferenza episcopale tedesca ha pubblicato sul sito internet un dossier che raccoglieva i principali interventi di questo simposio ombra.

dei Giuristi Cattolici). Cfr. https://www.religionenlibertad.com/la-union-internacional-dejuristas-catolicos-aportara-con-vistas-al-sinodo-44358.htm. 35

http://www.iltimone.org/news-timone/la-chiesa-deve-riconoscere-il-valore-dellamoregay/.

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Il principale intervento pontificio nel senso di favorire l‘approvazione da parte del Sinodo della ―tesi Kasper‖ è stata la promulgazione e diffusione di due Motu proprio intitolati Mitis Iudex Dominus e Mitis et misericors Iesus, con i quali è stato profondamente riformato il processo delle cause giudiziarie di dichiarazione di nullità del matrimonio nei Codici di diritto latino e orientale. Tale riforma ha introdotto un giudizio unico, permettendo persino che lo stesso vescovo assuma personalmente le cause, ha eliminato la doppia sentenza e introdotto la possibilità di un ―processo breve‖. Non sono mancate voci che hanno allertato sul pericolo che le cause di nullità non vengano istruite con la cura richiesta, con il rischio di sentenze che dichiarino nulli matrimoni giuridicamente validi36. L‘iniziativa è stata interpretata come un mezzo per evitare che, nel dibattito sinodale, la maggioranza dei Padri optasse per suggerire, come soluzione al problema dei divorziati, solo una semplificazione delle cause matrimoniali, mantenendo il divieto di accesso alla comunione per coloro i cui matrimoni fossero giudicati validi. Nel frattempo veniva distribuito il testo base per le discussioni del Sinodo, l‘Instrumentum laboris, che, sorprendentemente, al n° 123 parlava di ―un comune accordo‖, in realtà inesistente, ―sulla ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale, sotto l‘autorità del Vescovo, per i fedeli divorziati risposati civilmente, che si trovano in situazione di convivenza irreversibile‖37.

36

Vedere, per esempio, http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351199.html e http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351131.html. 37

http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/rc_synod_doc_20150623_instrument um-xiv-assembly_it.html.

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Si apre il Sinodo Ordinario in mezzo a denuncie di manipolazioni e si chiude con un fallimento Prima dell‘apertura del Sinodo, il cardinale George Pell ha consegnato al Papa una lettera firmata da lui stesso ed altri dodici cardinali, tutti partecipanti dell‘assemblea. Nella stessa i firmatari richiamavano l‘attenzione a una serie di ―preoccupazioni‖, condivise da altri partecipanti, nei confronti del processo sinodale che, a loro giudizio, sembrava ―configurato per facilitare dei risultati predeterminati su importanti questioni controverse‖ (in modo particolare, il fatto che i membri del comitato di redazione e i relatori dei circoli linguistici non fossero eletti dai Padri sinodali, bensì dal Segretario del Sinodo), così come sull‘Instrumentum laboris, ritenuto inadeguato come ―testo guida e fondamento di un documento finale‖. Durante il primo dibattito in aula e in presenza del Papa, il cardinale Pell e altri Padri sinodali hanno sollevato alcune delle questioni trattate in quella lettera, senza citarla. Il giorno seguente, Francesco ha preso la parola per rifiutare in blocco tutte le richieste della lettera. In una posteriore conferenza stampa, il cardinale Tagle, esponente di spicco della corrente progressista, ha dichiarato con visibile soddisfazione: ―Il metodo nuovo adottato dal Sinodo probabilmente è costato un po' di confusione, ma è bene essere confusi ogni tanto. Se le cose sono sempre chiare non sarebbe più la vita vera‖38. Come già era successo in quello anteriore, il progetto di Relatio finalis di questo Sinodo è stato oggetto di manipolazioni. Con grande sorpresa dei Padri sinodali, il testo loro consegnato, con assoluto divieto di diffusione esteso ai 51 auditori e ad altri partecipanti dell‘assemblea, è stato distribuito in serata e soltanto in italiano, lingua che la maggioranza dei 38

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351154.html.

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partecipanti non dominava totalmente (specialmente quelli provenienti da aeree geografiche più ostili a un cambiamento della disciplina della Chiesa, come l‘Africa, la Polonia e gli Stati Uniti). Inoltre, il testo non prendeva minimamente in considerazione le 1.355 proposte di emendamento e riproponeva sostanzialmente la posizione dell‘Instrumentum laboris, inclusi i paragrafi che avevano sollevato più critiche in aula, ossia quelli riguardanti l‘omosessualità e i divorziati risposati. La discussione è stata fissata per l‘indomani, con la possibilità di suggerire emendamenti soltanto per iscritto. Nonostante le manovre, Papa Francesco si è scontrato con un inatteso rifiuto del documento redatto dalla commissione. Nel dibattito sono intervenuti 51 Padri sinodali, la maggioranza dei quali contro il testo. Fra di loro c‘erano prelati di spicco come i cardinali Ouellet, Bagnasco e Caffarra e i vescovi Kurtz e Gadecki, rispettivamente presidenti delle Conferenze episcopali americana e polacca. Il documento non poteva essere semplicemente ripresentato in aula il giorno dopo, per il rischio di venire rifiutato. La commissione di redazione ha trascorso quindi la notte rielaborando un nuovo testo, che eliminasse qualsiasi riferimento alle coppie omosessuali e che sulla comunione ai divorziati risposati riprendesse, come ―soluzione di compromesso‖, un paragrafo ambiguo della relazione del circolo ―Germanicus‖ – composto, fra gli altri, dal cardinale Walter Kasper, ma anche dal cardinale Gerhard Müller, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Letto al mattino nell‘aula e votato all‘inizio del pomeriggio (senza il tempo per analizzare a fondo il contenuto della proposta più controversa), il testo ha ottenuto per i 94 paragrafi la maggioranza qualificata. Tuttavia il n° 85, che apriva uno spiraglio in modo non esplicito alla possibilità che i divorziati rispostati

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civilmente accedessero alla comunione39, è stato approvato con appena un voto in più del quorum di due terzi richiesto (178 a favore, 80 contrari e 7 astenuti). Il discorso finale di Papa Francesco non ha mostrato alcun entusiasmo per il risultato del Sinodo ed è stato un reiterato rimprovero ai Padri sinodali che hanno difeso l‘insegnamento e la pratica pastorale tradizionali: concludere questo Sinodo, ha detto, ―significa anche aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite.‖40. Le interpretazioni contraddittorie del documento sono iniziate già all‘indomani del Sinodo. In senso tradizionale, si è espresso il cardinale Raymond Burke al National Catholic Register, affermando che la sezione della Relatio finalis che tratta del Discernimento e dell‘Integrazione ―è di immediata preoccupazione a causa della sua mancanza di chiarezza in una materia fondamentale di fede: la indissolubilità del vincolo matrimoniale, che sia la fede che la ragione insegnano a tutti gli uomini‖41. A sua volta, mons. Athanasius Schneider ha pubblicato una dichiarazione deplorando la 39

Nel briefing del giorno prima, il cardinale Schönborn aveva dichiarato che, in quel punto particolare, la parola chiave della relazione finale era ―discernimento‖: ―Vi invito a pensare che non c‘è il bianco e il nero, e quindi non basta un semplice sì o no. C‘è invece un obbligo, per amore della verità, di esercitare un discernimento tre le situazioni diverse‖. La Relatio finalis non afferma di fatto il diritto dei divorziati risposati civilmente di ricevere la comunione, ma nega alla Chiesa il diritto di definire pubblicamente come adulterio il loro stile di vita, lasciando indebitamente ai pastori delle anime la valutazione dello stesso. 40

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/october/documents/papafrancesco_20151024_sinodo-conclusione-lavori.html 41 http://www.ncregister.com/blog/edward-pentin/cardinal-burke-final-report-lacks-clarityon-indissolubility-of-marriage

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―ambiguità elaborata e abile‖ del documento, per cui ―tutti gli attori in gioco, tanto i promotori della cosiddetta ‗agenda Kasper‘ quanto i loro avversari, possono apparentemente dirsi soddisfatti: ―È tutto ok. Il Sinodo non ha cambiato la Dottrina‖. Quest‘opinione però è del tutto ingenua, poiché ignora la porta secondaria e le incombenti bombe ad orologeria presenti nei brani sopra citati che si rendono evidenti se si esamina attentamente il testo alla luce di criteri interpretativi interni‖42. Confermando i timori di mons. Schneider, il cardinale Kasper ha interpretato il rapporto come una chiara apertura: ―Sono soddisfatto, si è aperta la porta alla possibilità di concedere la comunione ai divorziati risposati. C‘è una certa apertura sì, ma ancora non si parla delle conseguenze. E tutto ora è nelle mani del Papa che deciderà cosa fare‖43.

La morale di situazione trionfa in Amoris laetitia grazie a una strategia “tipica di un gesuita” Questa decisione papale è arrivata con grande celerità. Appena cinque mesi dopo la chiusura del Sinodo e in occasione della festa di San Giuseppe, patrono della famiglia, Papa Francesco ha pubblicato l‘esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia44. Pur affermando di non voler cambiare la dottrina sull‘indissolubilità del matrimonio, l‘esortazione introduce tuttavia un enorme cambiamento nella pratica pastorale della Chiesa nei confronti dei divorziati risposati civilmente, permettendo loro di essere assolti in confessione e di

42

https://rorate-caeli.blogspot.com/2015/11/rorate-exclusive-bishop-athanasius.html.

43

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ostia-ai-divorziati-se-pentiti-e-i-gay-non-sonofamiglia-1186816.html. 44

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papafrancesco_esortazione-ap_20160319_amoris-laetitia.html.

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ricevere la Santa Comunione senza l‘impegno di vivere come fratello e sorella. Questo permesso non è stato dato in termini generali, perché nulla si dice nei confronti del canone 915, che proibisce di dare la comunione a quanti ostinatamente perseverano in un peccato grave manifesto. Ma Amoris laetitia incoraggia i pastori d‘anime ad ―accompagnare‖ le persone che vivono in una unione matrimoniale irregolare e a condurre con esse un ―discernimento‖ della loro situazione, col fine di integrarle pienamente nella vita della Chiesa. Una semplice nota dichiara che tale integrazione può avvenire persino mediante l‘accesso ai sacramenti. Ovvero, l‘assoluzione sacramentale e l‘eucaristia possono essere concesse ai divorziati risposati, purché avvenga ―caso per caso‖. Si tratta pertanto di un cambio sostanziale, salutato anticipatamente dal suo principale promotore, il cardinale Walter Kasper, come ―il primo passo di una riforma che farà voltare pagina alla Chiesa dopo 1700 anni‖45. Con il linguaggio caratteristico dei difensori della ―morale di situazione‖, il porporato ha giustificato il passo compiuto da Amoris laetitia sostenendo che ―la legge e i comandamenti di Dio valgono per sempre, per tutte le situazioni, ma tutte le situazioni sono diverse e non si può dire di ognuno che stia vivendo nell‘adulterio o che sia un peccatore o una peccatrice. Ci si deve render conto della situazione e applicare il comandamento di Dio alla situazione specifica: questa è la tradizione della Chiesa‖46.

45

http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2016/03/16/news/kasper-elogia-fratel-paoli-e-ladiocesi-1.13136909 Il cardinale Kasper ha asserito senza fondamento che il Concilio

Nicea, del 325, avrebbe autorizzato l‘acceso all‘Eucaristia alle persone che vivono in ―seconda unione‖. In realtà, come detto prima, nel suo canone 8, questo Concilio ha confermato che sono in piena comunione con la Chiesa le persone divenute vedove che si sono risposate. 46 http://stanzevaticane.tgcom24.it/2018/04/02/amoris-laetitia-parla-il-cardinale-kasper/.

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Ma secondo l‘arcivescovo Bruno Forte, uno dei vice-presidenti dei Sinodi Straordinario e Ordinario, e stretto collaboratore di Papa Francesco nella redazione dell‘esortazione, tale cambiamento di paradigma morale è stato realizzato seguendo una strategia concepita dallo stesso pontefice, cioè la soluzione ―caso per caso‖: ―Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati – ha riferito monsignor Forte riportando una battuta di Papa Francesco – questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fai in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io‖. ―Tipico di un gesuita‖ ha scherzato monsignor Forte47. Numerosi e autorevoli ecclesiastici hanno affermato che, non essendoci una regola generale e chiara, lasciando la conclusione solo implicita, l‘Esortazione è semplicemente ambigua, e di conseguenza hanno chiesto un‘interpretazione ufficiale al fine di confermare la disciplina tradizionale48. Altri analisti ne hanno ricavato un‘impressione ancora più sfavorevole, affermando che essa contiene insegnamenti ambigui il cui senso naturale stona con l‘insegnamento tradizionale oppure che varie asserzioni di Amoris laetitia entrano direttamente in collisione con dogmi della fede cattolica. Nel primo caso si trova mons. Athanasius

47

Cfr. http://www.zonalocale.it/2016/05/03/-nessuno-si-deve-sentire-escluso-dalla-chiesa/20471. 48 Cfr. cardinale Raymond Burke (http://www.ncregister.com/daily-news/amoris-laetitiaand-the-constant-teaching-and-practice-of-the-church/), mons. Antonio Livi (http://www.fidesetratio.it/conferenza-per-spiegare-al-maggio-2016..html), mons. Livio Melina (http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/04/11/il-preside-dellistituto-giovanni-paolo-iilesortazione-post-sinodale-un-documento-positivo-non-c-alcun-cambiamento___1-v140538-rubriche_c868.htm), Thibaut Collin (http://www.lemonde.fr/idees/article/2016/04/08/couples-non-maries-divorces-remaries-lepari-ose-du-pape-francois_4898896_3232.html ), Robert Royal (https://www.thecatholicthing.org/2016/04/08/beautiful-moving-and-divisive/)

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Schneider49, e nel secondo i filosofi Robert Spaemann50 e Josef Seifert51. Infine, alcuni hanno affermato che tale cambiamento implica una grave rottura con l‘insegnamento tradizionale della Chiesa, e hanno chiesto pertanto la revoca di Amoris laetitia da parte dell‘attuale Papa o dal suo successore52. Numerosi vescovi diocesani e alcune Conferenze

49

Mons. A. Schneider il 2 luglio 2016 ha scritto una lettera al settimanale The Remnant in cui, in riferimento ad alcune ―espressioni ambigue di AL‖, afferma che ―esse contengono un reale pericolo spirituale, che causerà confusione dottrinale, la diffusione rapida e facile di dottrine eterodosse sul matrimonio e la legge morale, così come l‘adozione e il consolidamento della prassi di ammissione dei divorziati risposati alla Santa Comunione, una prassi che banalizzerà e profanerà, per così dire, in un colpo solo tre sacramenti: i sacramenti del Matrimonio, della Penitenza e della Santissima Eucaristia‖ (http://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/2558-bishopathanasius-schneider-replies-to-the-remnant-s-open-letter-on-amoris-laetitia). 50 In un‘intervista al Catholic News Services, egli afferma che ―il n° 305 [di AL] insieme alla nota 351 ... contraddicono direttamente il numero 84 dell‘esortazione Familiaris consortio di Papa Giovanni Paolo II. (...) In una esortazione apostolica non c‘è da aspettarsi che le persone rimangano contente con passaggi gradevoli e ignorino frasi decisive che cambiano gli insegnamenti della Chiesa. C‘è soltanto una decisione chiara, sì o no: dare o non dare la comunione. (...) Per chiunque pensi un poco e conosca i rispettivi testi, non c‘è dubbio che si tratta di una rottura‖ (http://www.catholicnewsagency.com/news/full-text-interview-with-robert-spaemann-onamoris-laetitia-10088/). 51 Il professore Josef Seifert ha pubblicato un articolo sul numero 2/2016 della rivista tedesca di filosofia e teologia AEMAET dal titolo ―Amoris laetitia: gioia, tristezza e speranze‖, in cui afferma: ―Penso che alcuni passaggi di AL, specialmente quelli che probabilmente avranno maggiore impatto, sono causa di grande preoccupazione, non soltanto perché facilmente possono condurre a malintesi e abusi nella loro applicazione, ma anche perché – almeno in apparenza – entrano in deciso conflitto con la Parola di Dio e l‘insegnamento della Chiesa rispetto all‘ordine morale, alle azioni intrinsecamente disordinate, ai comandamenti divini, e alla nostra capacità di adempierli con l‘aiuto della grazia divina, dall‘indissolubilità del matrimonio, alla santità dei sacramenti dell‘Eucaristia e del Matrimonio, alla salvezza eterna (inferno) e alla disciplina sacramentale e pastorale della Chiesa che proviene dalla Parola di Dio e da 2000 anni di sacra tradizione della Chiesa‖ (http://www.aemaet.de/index.php/aemaet/article/view/35/pdf). 52 Vedere, ad esempio, don Claude Barthe( (http://www.hommenouveau.fr/1647/tribunelibre/l-instinct-de-la-foi.htm), padre James V. Schall, S.J.

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episcopali hanno emanato documenti di applicazione dell‘esortazione apostolica, alcuni nel senso di mantenere la disciplina tradizionali, altri autorizzando l‘accesso dei divorziati risposati civilmente all‘eucaristia dopo un percorso di discernimento. Vista la quantità di documenti e la varietà di argomentazioni delle rispettive applicazioni pastorali, sarebbe eccessivamente lungo fare qui un elenco delle stesse.

Dalla Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio alla Correctio filialis Nel settembre 2016, la piattaforma Supplica Filiale ha promosso una ―Dichiarazione di fedeltà all‘insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina‖, che ha raccolto 36.049 adesioni, tra le quali quelle di 3 cardinali, 9 vescovi, 636 sacerdoti diocesani e religiosi, 46 diaconi, 25 seminaristi, 51 laici consacrati, 150 fra monache di clausura e suore, così come 458 accademici, professori di teologia e religione, catechisti e agenti pastorali. I firmatari dichiaravano che ―le unioni irregolari di conviventi cattolici non sposati in chiesa, o che sono divorziati ―risposati‖ civilmente (non sono sposati agli occhi di Dio), contraddicono radicalmente il matrimonio cristiano e non ne possono esprimere il suo bene, né parzialmente né in modo analogo, dovendo essere ritenute forme di vita peccaminose oppure occasioni permanenti di peccato grave‖, dal quale si deduce ―l‘impossibilità di da-

(http://www.catholicworldreport.com/Item/4696/in_iamoris_laetitiai_who_is_admonishing_ whom.aspx), Roberto de Mattei (http://www.corrispondenzaromana.it/lesortazione-postsinodale-amoris-laetitia-prime-riflessioni-su-un-documento-catastrofico/), Luis S. Solimeo (http://www.tfp.org/tfp-home/catholic-perspective/because-of-its-grave-errors-amorislaetitia-should-be-rejected.html ), Matthew McCusker (http://voiceofthefamily.com/keydoctrinal-errors-and-ambiguities-of-amoris-laetitia/).

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re l‘assoluzione e la Santa Comunione ai cattolici che vivono manifestamente in un oggettivo stato di peccato grave‖53. D‘altra parte, già nel luglio dello stesso anno, 45 teologi e accademici cattolici avevano inviato una lettera ai membri del Sacro Collegio Cardinalizio e al Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, allegando una ―Critica teologica‖ che applicava a numerosi passi dell‘esortazione la censura teologica corrispondente: undici proposizioni meriterebbero la censura di haeretica, cinque quella di erronea in fide, e tre quella di falsa, oltre il fatto che la maggioranza di queste preposizioni meriterebbe le censure di aequivoca, ambigua, obscura, praesumptuosa, anxia, dubia, captiosa, malesonans, piarum aurium offensiva54. Un anno più tardi, il 24 settembre 2017, 62 sacerdoti e intellettuali cattolici di 20 nazioni (la maggioranza dei quali firmatari del documento anteriore) hanno reso pubblica una lettera a Papa Francesco dal titolo Correctio filialis de haeresibus propagatis (letteralmente, Correzione filiale a causa della propagazione di eresie), che infine ha ottenuto l‘adesione di 250 personalità. Vi si dichiara che il Papa, con la sua esortazione apostolica e altre dichiarazioni, atti e omissioni al riguardo, ha sostenuto sette posizioni eretiche circa il matrimonio, la vita morale e la ricezione dei sacramenti e ha promosso la diffusione di tali opinioni eretiche nella Chiesa Cattolica55. Interrogato sulla Correctio filialis, il Se53

Vedere la Dichiarazione per intero in http://www.supplicafiliale.org/ 54 La ―Critica teologica‖ dei 45 studiosi cattolici ―non nega o mette in dubbio la fede personale di Papa Francesco‖, ma denuncia nel documento ―numerose affermazioni la cui vaghezza o ambiguità permettono interpretazioni che sono contrarie alla fede o alla morale, o che suggeriscono argomenti contrari alla fede e alla morale pur senza affermarlo chiaramente‖, così come ―affermazioni il cui ovvio e normale significato sembra essere contrario alla fede o alla morale.‖ (https://www.corrispondenzaromana.it/lesortazione-apostolica-amoris-laetitia-una-criticateologica/). 55

http://www.correctiofilialis.org/wp-content/uploads/2017/08/Correctiofilialis_Italiano.pdf.

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gretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, ha dichiarato: ―È importante dialogare anche all'interno della Chiesa‖56.

Quattro cardinali presentano cinque dubia. Papa Francesco non risponde Nel frattempo, un‘altra iniziativa più di per sé più importante e che perciò ha avuto una immensa ripercussione, è stata intrapresa da quattro autorevoli cardinali. Data la diametrale divergenza di interpretazioni e orientamenti pratici sull‘esortazione, e data la confusione che tale divergenza ha creato tra i fedeli, i cardinali Walter Brandmüller, Raymond Burke, Carlo Caffarra e Joachim Meisner (questi ultimi due deceduti nel 2017), il 19 settembre 2016 hanno inviato a Papa Francesco una lettera privata, con copia alla Congregazione per la Dottrina per la Fede, in cui hanno presentato cinque dubbi sul capitolo 8 di Amoris laetitia57: 1. È divenuto adesso possibile concedere l‘assoluzione e la Sacra Eucaristia a una persona unita da vincolo matrimoniale valido che convive more uxorio con un‘altra? 2. È ancora valido l‘insegnamento circa l‘esistenza di norme morali assolute, valide senza nessuna eccezione, che proibiscono atti intrinsecamente cattivi?

56

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2017/09/28/parolin-lettera-eresie-occorredialogo_3ec88a16-fa2a-463a-b94a-d80747159e61.html. 57

Si tratta di una manifestazione di fedeltà al Papato, perché si riconosce che è proprio del ministero petrino il servizio di confermare nella fede, dissipando le ambiguità che possono creare divisioni nella Chiesa, oltre al compimento del dovere che ha ogni cardinale di aiutarlo nella sollecitudine per la Chiesa universale. Nella Chiesa è secolare la pratica di inviare al Papa e alla Congregazione per la Dottrina per la Fede certe questioni formali, formulate in modo da chiedere una risposta positiva o negativa, senza argomentazioni teologiche, chiamate dubbi (―dubia‖ in latino).

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3. È possibile affermare che una persona che vive permanentemente in adulterio si trova in situazione oggettiva di peccato grave abituale? 4. Continua ad essere valido il principio secondo cui le circostanze o le intenzioni non possono mai trasformare un atto oggettivamente disonesto in un atto ‗soggettivamente‘ onesto o difendibile come scelta? 5. È ancora valido che la coscienza non può legittimare eccezioni alle norme morali assolute che proibiscono azioni intrinsecamente cattive? Dopo la loro pubblicazione, diversi prelati hanno manifestato il loro appoggio ai dubia, augurandosi che il Papa fornisse una chiara risposta. Tra questi segnaliamo il cardinale cinese Joseph Zen Ze-kiun58, vescovo emerito di Hong Kong, mons. Jan Watroba, vescovo di Rzeszów e presidente del Comitato per la famiglia della Conferenza episcopale della Polonia59, il vescovo ausiliare di Lublino, mons. Józef Wróbel60 e mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana61.

Il pontificato dell’“accoglienza” rifiuta di ricevere in udienza i cardinali Il Santo Padre ha deciso di non rispondere e il suo silenzio è stato interpretato dai quattro cardinali come un invito a continuare la discussione, in modo sereno e rispettoso. Otto mesi dopo la prima presentazione, Papa Francesco non solo non ha risposto, ma ha dato alcune indicazioni

58

https://twitter.com/RaymondArroyo/status/833478608396095488 e https://www.youtube.com/watch?v=xHQc7rQeY_U&t=2s. 59

https://www.die-tagespost.de/politik/Streit-um-bdquo-Amoris-laetitialdquo;art315,174099. 60

http://www.lafedequotidiana.it/vescovo-wrobel-la-amoris-laetitia-non-stata-scritta-bene/.

61

https://www.corrispondenzaromana.it/speciale-una-nuova-voce-si-leva-il-vescovoathanasius-schneider-in-difesa-dei-quattro-cardinali/.

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che non lo avrebbe fatto, in quanto l‘argomento non ammette una risposta categorica62. Forse questo spiega perché il Pontefice non abbia risposto alla richiesta di udienza formulatagli dal deceduto Carlo Caffarra in una lettera del 25 aprile 2017, a nome dei quattro cardinali. Il cardinale voleva trattare personalmente dei dubia col Papa, viste le interpretazioni divergenti di Amoris laetitia, che fanno sì che ―ciò che è peccato in Polonia è bene in Germania, ciò che è proibito nell‘Arcidiocesi di Filadelfia è lecito a Malta. E così via‖. E viste anche le ―numerose dichiarazioni di singoli Vescovi, di Cardinali, e perfino di Conferenze Episcopali, che approvano ciò che il Magistero della Chiesa non ha mai approvato‖63. Personalità vicine a Papa Francesco hanno asserito che una risposta ai dubia sarebbe superflua poiché essa è stata già data durante le discussioni del Sinodo ed è contenuta nella esortazione stessa64. Tutto ciò non 62

Soltanto tre giorni dopo la divulgazione dei dubia, in una intervista al giornale Avvenire del 17 novembre 2016, rilevando che nel Concilio Vaticano II la Chiesa ha voluto stare nel mondo come segno di amore al Padre, evitando un certo legalismo, Papa Francesco ha affermato: ―Alcuni – pensa a certe repliche ad Amoris laetitia – continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere‖. Nello stesso senso si è espresso padre Antonio Spadaro, rispondendo alla domanda, formulata dal sito Crux, ―Perché il Papa non ha risposto ai cardinali?‖: ―Il Papa non dà risposte binarie a questioni astratte. Ma questo non significa che non abbia risposto. La sua risposta è approvare e incoraggiare pratiche pastorali positive‖. E, più avanti, aggiunge: ―Quelli che realmente comprendono la dottrina sono i pastori, perché la dottrina non esiste per un dibattito ma per la salus animarum (la salvezza delle anime) – per la salvezza più che per una discussione intellettuale‖ (https://cruxnow.com/interviews/2016/12/04/jesuit-close-pope-says-many-attacks-amorisresult-bad-spirit/). 63

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/06/20/unaltra-lettera-dei-quattrocardinali-al-papa-anche-questa-senza-risposta/. 64

Il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga ha dichiarato alla Radio Svizzera Italiana: ―Penso in primo luogo che non hanno letto l‘Amoris Laetitia, perché purtroppo questo è il caso!‖ (http://www.lanuovabq.it/it/articoli-cardinali-guerre-di-religione-e-dubia19547.htm ). Il Prefetto della Penitenzieria Apostolica, il cardinale Mauro Piacenza, intervistato ad Alcalá de Henares, ha dichiarato che il Pontefice non ha risposto ai du-

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è lontano dalla fallacia del ragionamento circolare: l‘interpretazione delle ambiguità deve essere cercata negli stessi termini ambigui del testo incriminato... A tali pretesti si può facilmente rispondere, come ha fatto il giornalista Phil Lawler, editore del Catholic World News, domandandosi: ―Se l‘insegnamento papale è chiaro, come può significare una cosa in Polonia e un‘altra in Germania? Se la risposta finale alla questione dibattuta è ‗No‘ a Philadelphia e a Portland, come può essere ‗Si‘ a Chicago e a San Diego? Se alcuni vescovi hanno interpretato il documento papale in modo scorretto, perché non sono stati corretti?‖65.

Un pronunciamento papale che aumenta la confusione Qualche settimana dopo la richiesta di udienza dei quattro cardinali, come detto prima, un rescritto del 5 luglio 2017, firmato dal cardinale Segretario di Stato, ordinava di pubblicare sul sito del Vaticano e negli Acta Apostolicae Sedis (AAS), come ―magistero autentico‖, due documenti: una nota contenente i ―Criteri‖ elaborati dai vescovi della ―regione di Buenos Aires‖66 e la lettera di approvazione del Papa Francisco a

bia ―semplicemente perché ritiene di aver risposto in pratica tramite il proprio documento‖ ( http://www.lanuovabq.it/it/articoli-da-hong-kong-al-kazakistan-adesione-ai-dubia19066.htm). Nella stessa intervista al sito Crux citata nella nota precedente, padre Spadaro ha affermato: ―Le domande dei quattro cardinali in realtà hanno già avuto una risposta durante il Sinodo, dove il dialogo è stato ampio, profondo e soprattutto franco. (...) Amoris laetitia è il frutto maturo del sinodo. E nel sinodo sono state date tutte le risposte necessarie, più di una volta‖. 65 https://www.catholicculture.org/commentary/otn.cfm?id=1185. 66 Il 5 settembre 2016, i vescovi della Regione pastorale di Buenos Aires hanno indirizzato ai loro sacerdoti una nota con dei ―Criteri minimi‖, secondo i quali ―quando le circostanze concrete di una coppia lo rendano fattibile ... si può proporre l‘impegno di vivere in continenza‖, ma ―in altre circostanze più complesse… la menzionata opzione può non essere fattibile‖, di modo che ―quando una persona ritiene che cadrebbe in

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tali criteri, affermando che ―non ci sono altre interpretazioni‖. Il 6 dicembre, il giornalista Andrea Tornielli, molto vicino al Papa, ha annunciato su Vatican Insider che entrambi i documenti sono stati pubblicati sul sito dell‘AAS e nella sua edizione cartacea, nel fascicolo del mese di ottobre 2016, data originale della sua redazione67. La diffusione del rescritto ha ulteriormente aumentato la confusione, giacché il cardinale Francesco Coccopalmerio, allora presidente del Pontificio Consiglio dei Testi Legislativi, il 5 dicembre ha dichiarato al Catholic News Service: ―Il fatto che il Papa solleciti la pubblicazione negli AAS della sua lettera e dell‘interpretazione dei vescovi di Buenos Aires significa che Sua Santità ha dato a questi documenti una qualifica particolare, che li innalza a livello di insegnamento ufficiale della Chiesa. (...) Così, assieme, i due documenti sono divenuti autentico magistero del Santo Padre per tutta la Chiesa‖68. Il vaticanista veterano Marco Tosatti dal canto suo ha commentato: ―La notizia non può che alimentare ulteriormente la confusione e l‘incertezza intorno alla discussa esortazione apostolica, e al modo di agire del Pontefice. (...) A che scopo? Per obbligare tutti a un religiosum obsequium a un magistero espresso comunque in forme oblique e ambigue, o per rispondere senza impegnarsi in una risposta diretta, che

una ulteriore mancanza pregiudicando i figli della nuova unione, Amoris laetitia apre alla possibilità di accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell‘Eucaristia‖ (http://www.aica.org/25025-obispos-de-la-region-buenos-aires-dan-criterios-pastoralessobre.html). 67

http://www.lastampa.it/2017/12/06/vaticaninsider/ita/vaticano/amoris-laetitia-il-paparende-ufficiale-la-lettera-ai-vescovi-argentini-7Uzx2Ijt6sIYUdZNAQl0wI/pagina.html. 68

https://www.ncronline.org/news/vatican/popes-letter-argentine-bishops-amoris-laetitiapart-official-record.

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esporrebbe il Pontefice in maniera inequivoca, ai dubbiosi e ai perplessi?‖69.

Coraggiosa reazione di tre vescovi del Kazakhistan Dopo questa ―ufficializzazione‖ dell‘interpretazione argentina di Amoris laetitia, il 31 dicembre 2017, festa della Sacra Famiglia e ultimo giorno dell‘anno del centenario delle apparizioni di Fatima, mons. Tomasz Peta, arcivescovo metropolita di Astana, e il suo ausiliare mons. Athanasius Schneider, insieme a mons. Jan Pawel Lenga, arcivescovo emerito di Karaganda, pastori del Kazakistan, hanno divulgato una Professione delle verità immutabili riguardo al matrimonio sacramentale. In essa osservano che dopo la pubblicazione dell‘esortazione apostolica, diversi vescovi e Conferenze episcopali hanno pubblicato norme che permettono la comunione ad alcuni divorziati risposati civilmente ricevendo l‘approvazione ―persino da parte della suprema autorità della Chiesa‖. Tali norme hanno ―causato una notevole e sempre più crescente confusione tra i fedeli e il clero‖ e sono un ―mezzo di diffusione della ‗piaga del divorzio‘‖, per cui questi prelati si sono visti obbligati a ribadire ai fedeli sette verità immutabili sul sacramento del matrimonio. E concludono che ―non è lecito (non licet) giustificare, approvare o legittimare né direttamente, né indirettamente il divorzio e una relazione sessuale stabile non coniugale tramite la disciplina sacramentale dell‘ammissione dei cosiddetti ―divorziati risposati‖ alla Santa Comunione, trattandosi in questo caso di una disciplina aliena rispetto a tutta la Tradizione della fede cattolica e apostolica‖70. Posteriormente, la 69

http://www.marcotosatti.com/2017/12/01/vaticano-una-notizia-ambigua-unindiscrezionee-una-voce-che-speriamo-non-sia-confermata-su-mons-gaenswein/. 70

https://www.corrispondenzaromana.it/vescovi-tomash-peta-jan-pawel-lenga-athanasiusschneider-professione-delle-verita-immutabili-riguardo-al-matrimonio-sacramentale/.

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professione di fede dei vescovi del Kazakhistan è stata sottoscritta da un cardinale e altri cinque vescovi.

Una Chiesa “a geometria variabile” basata su discipline pastorali geograficamente differenziate Come è stato visto, né la Professione di fede né nessuna delle iniziative anteriori – la Supplica Filiale, i Dubia, la Correctio filialis, etc. – hanno avuto una risposta da parte di Papa Francesco o di organi della Santa Sede. Il noto vaticanista americano John Allen, direttore del sito di informazione Crux, ritiene ―strategico‖ questo silenzio papale e la sua ―apparente intenzione di tollerare un certo caos pastorale in questo momento‖. A suo avviso, la disparità di applicazioni ―permetterebbe che si faccia un paragone‖ dei risultati effettivi, per così ―scoprire quale parte fa una migliore lettura della realtà‖71. Questa interpretazione non è arbitraria, visto che in Amoris laetitia lo stesso Papa Francesco ha detto che ―non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero‖, giacché l‘unità della dottrina ―non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano‖, per cui ―in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali (n° 3)‖. Del resto il Papa si dichiara consapevole del rischio di confusione che tali interpretazioni e soluzioni differenziate comportano: ―Comprendo coloro che preferiscono una pastorale più rigida che non dia luogo ad alcuna confusione. Ma credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità (n° 308)‖.

71

https://cruxnow.com/analysis/2016/11/14/francis-rd-strategy-divorcedremarried/.

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Anche nel discorso finale del Sinodo, Papa Francesco si è espresso nel senso di favorire una soluzione ―differenziata‖, in funzione delle varie aeree geografiche: ―E – aldilà delle questioni dogmatiche ben definite dal Magistero della Chiesa – abbiamo visto anche che quanto sembra normale per un vescovo di un continente, può risultare strano, quasi come uno scandalo – quasi! – per il vescovo di un altro continente; (...) ciò che per alcuni è libertà di coscienza, per altri può essere solo confusione. In realtà, le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale – come ho detto, le questioni dogmatiche ben definite dal Magistero della Chiesa – ogni principio generale ha bisogno di essere inculturato‖72. Di fatto, la promozione pontificia delle pratiche geograficamente differenziate inaugura una Chiesa a “due velocità” oppure a “geometria variabile”: uno stesso problema morale si risolverà in maniera diversa nella Chiesa dei ―cattolici adulti‖ di lingua tedesca, alla quale verrebbe permessa la ―marcia rapida‖ della ―testimonianza missionaria‖, mentre alla Chiesa dei cattolici ―sottosviluppati‖, africani o polacchi che siano, verrà concessa la ―marcia lenta‖ dell‘attaccamento alle proprie tradizioni73. Quali che siano le intenzioni di Papa Francesco, è sicuro che il suo rifiuto di rispondere ai dubia e agli altri oppositori del cambiamento di paradigma sta oggettivamente contribuendo ad aumentare la confusione dei fedeli e la divisione nella Chiesa74. 72

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/october/documents/papafrancesco_20151024_sinodo-conclusione-lavori.html. 73

Cfr. Roberto de Mattei, ―Il Sinodo fallito: tutti sconfitti, a cominciare dalla morale cattolica‖ https://www.corrispondenzaromana.it/il-sinodo-fallito-tutti-sconfitti-acominciare-dalla-morale-cattolica/. 74 Rispondendo all‘accusa fatta da padre Antonio Spadaro che i promotori dei dubia starebbero creando una divisione nella Chiesa, in una intervista alla rete televisiva EWTN il cardinale Raymond Burke ha affermato: ―Soltanto quando queste questioni

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Gravi minacce di divisioni fra i cattolici Nei fatti, davanti a questa situazione, prelati con alte responsabilità o rispettati per la loro scienza hanno convenuto nella valutazione che questa enorme confusione che avanza fra i fedeli può portare persino allo scisma. ―Incertezza, confusione e disorientamento fra molti fedeli‖ è ciò che i cardinali dei dubia hanno manifestato a Papa Francesco in una lettera inviatagli nel settembre 2016, aggiungendo più tardi, in una nota esplicativa in occasione della sua diffusione, che ―abbiamo notato un grave

che noi solleviamo in conformità alla maniera tradizionale di risolvere, nella Chiesa, i problemi che toccano materie gravi, soltanto quando queste questioni siano adeguatamente risposte la divisione sarà dissipata. Ma, mentre ciò [il silenzio papale] continui, come adesso succede, la divisione non può che crescere e, evidentemente, il frutto della divisione è l‘errore. E qui stiamo parlando della salvezza delle anime, persone che sono indotte nell‘errore in materie che hanno a che fare con la loro salvezza eterna‖ (https://www.lifesitenews.com/news/cardinal-burke-responds-to-dubia-critics-not-a-sign-ofillness-to-care-abou). Il 1° novembre 2017, il portale internet di orientamento moderatamente progressista Crux ha pubblicato una lettera inviata al Papa dal cappuccino Fra Thomas Wienandy, professore emerito a Oxford e all‘università Gregoriana, membro della Pontificia Accademia di Teologia e già direttore del Comitato di Dottrina della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti. In essa, il teologo dice al pontefice: ―In Amoris Laetitia, le vostre indicazioni sembrano a volte volutamente ambigue, invitando tanto a una interpretazione tradizionale dell‘insegnamento cattolico sul matrimonio e sul divorzio, quanto pure una interpretazione che sembra portare con sé un cambiamento in questo insegnamento. (...) Lo Spirito Santo è stato dato alla Chiesa, e soprattutto a Voi, per dissipare l‘errore, non per fomentarlo. (...) Voi sembrate censurare e persino ridicolizzare coloro che interpretano il Capitolo 8 di Amoris Laetitia secondo la Tradizione della Chiesa, apostrofandoli di essere farisei e lanciatori di pietre che rappresentano un rigorismo senza misericordia. Questo tipo di calunnia è aliena alla natura del Ministero Petrino‖ (https://cruxnow.com/wp-content/uploads/2017/10/Francis-Letter-Final.pdf).

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disorientamento e una grande confusione di molti fedeli al riguardo di materie estremamente importanti per la vita della Chiesa‖ 75. ―Vi è il fatto – che solo un cieco può negare – che nella Chiesa esiste una grande confusione, incertezza, insicurezza‖, ha affermato più tardi al giornale Il Foglio il cardinale Caffarra76. Mentre in un‘intervista al settimanale The Remnant, il cardinale Burke dichiarava: ―Esiste un grande pericolo di una persistente confusione nella Chiesa, che conduce le anime all‘errore nei confronti di questioni che hanno a che fare con la salvezza eterna‖ 77. E in una Messa in Virginia ha ribadito: ―Una confusione molto dannosa continua a diffondersi nella Chiesa. (...) Molta gente, a causa di questa confusione, rimane molto inquieta, il che è perfettamente comprensibile‖78. Da parte sua, il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il cardinale Robert Sarah, ha avvertito: ―Senza una fede comune, la Chiesa si vede minacciata dalla confusione e potrebbe cadere progressivamente nella dispersione e nello scisma‖79. Diagnosi simile è stata formulata da mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana: ―Non esiste soltanto un rischio di scisma, ma una sorta di scisma già esiste nella Chiesa. (...) Nei nostri giorni noi assistiamo a una ambiguità la cui ampiezza è paragonabile soltanto alla confusione generale della crisi ariana del IV secolo‖80.

75

http://www.ncregister.com/blog/edward-pentin/full-text-and-explanatory-notes-ofcardinals-questions-on-amoris-laetitia 76 http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/01/14/news/carlo-caffarra-papa-sinodo-famigliacoscienza-newman-chiesa-114939/ 77 http://biblefalseprophet.com/2017/01/10/remnant-interview-of-cardinal-burke-amorislaetitia-has-a-number-of-statements-that-are-at-best-confusing/ 78

https://cruxnow.com/vatican/2017/03/27/burke-says-pope-must-answer-amoris-questions/

79

https://www.ayudaalaiglesianecesitada.org/noticias/la-iglesia-la-familia-dios/

80

Intervista alla TV-Libertés (programma ―Terres de mission‖ n°10, do 4.12.2016) in https://gloria.tv/video/3TPZg1Enfkw9D7qULW8ejhcdY.

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“Non è da escludere che io passi alla storia come colui che ha diviso la Chiesa Cattolica” Questa divisione su temi cruciali è stata commentata persino da osservatori e analisti della vita cattolica esterni alle fila del clero. In una intervista al Catholic News Agency, il noto filosofo tedesco Robert Spaemann ha dichiarato che ―il caos è stato elevato a categoria di principio‖, in modo da ―dividere la Chiesa‖ e ―condurre a uno scisma‖81. Ross Douthat , editorialista del New York Times, ha parlato di ―guerra civile a bassa intensità‖82 e di ―scisma sommerso‖83, e il suo collega Guido Horst, l‘ha definito ―uno scisma de facto‖ nel titolo di un editoriale del Die Tagespost84. Più incisivo è stato il già presidente del Senato italiano, il filosofo Marcello Pera, quando ha dichiarato al giornale Il Mattino, di Napoli, che ―è in atto uno scisma nascosto nel mondo cattolico e che esso è perseguito da Bergoglio con ostinazione e determinazione‖85. Misurando le sue parole, il noto presentatore delle rete televisiva EWTN, Raymond Arroyo, ha detto in un talkshow che la situazione nella Chiesa ―dà la sensazione di uno scisma; non è uno scisma, ma dà la sensazione di uno scisma‖ 86. Persino un giornalista favorevole all‘indirizzo dell‘attuale pontificato, Charles Collins,

81

http://www.catholicnewsagency.com/news/full-text-interview-with-robert-spaemann-onamoris-laetitia-10088/. 82

https://www.nytimes.com/2016/04/10/opinion/sunday/the-new-catholic-truce.html.

83

https://douthat.blogs.nytimes.com/2016/12/01/the-end-of-catholic-marriage/.

84

https://www.die-tagespost.de/politik/Leitartikel-Faktisches-Schisma;art315,175459.

85

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2017/7/10/Marcello-Pera-vs-Papa-FrancescoBergoglio-fa-politica-e-in-atto-uno-scisma-nella-Chiesa-/773071/. 86

https://www.lifesitenews.com/news/it-gives-the-feeling-of-a-schism-ewtn-panel-analyzescurrent-disaster-in-th.

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amministratore delegato del portale Crux, ha confessato che ―è difficile non riconoscere la confusione nella Chiesa‖87. Talmente aleggia nell‘aria che la Chiesa è avvolta nella confusione e cammina verso una scisma che il corrispondente in Italia del noto settimanale tedesco Der Spiegel non ha avuto timore di essere ritenuto un inventore di fake news al raccontare che, in un circolo ristretto, lo stesso Papa Francesco avrebbe fatto la seguente autocritica: ―Non è da escludere che io passi alla storia come colui che ha diviso la Chiesa Cattolica‖88.

87

https://cruxnow.com/vatican/2017/03/27/burke-says-pope-must-answer-amoris-questions/.

88

http://www.spiegel.de/panorama/gesellschaft/vatikan-kritik-an-papst-franziskus-nimmtvor-weihnachten-zu-a-1127247.html.

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Capitolo 8

Il denominatore comune del cambiamento di paradigma: adattarsi alla Modernità rivoluzionaria e anticristiana Sembrerebbe che il filo rosso che lega tutto il cambiamento di paradigma nel pontificato di Francesco si possa trovare nel desiderio di abbracciare la ―Modernità‖, persino di allineare la Chiesa alla Rivoluzione laicista e anticristiana, condannata con sfumature diverse dalla grande maggioranza dei Papi degli ultimi due secoli. Così, la predicazione su Dio sembra oggi sempre più sostituita dalla predicazione dei valori semplicemente umani. Se ciascuno dei mutamenti descritti nei capitoli precedenti è grave in sé, più grave ancora sono gli stessi considerati nel loro insieme, che sembrano avere come denominatore comune l‘adattamento allo ―spirito del mondo‖. Nel caso specifico della civiltà occidentale, ciò significa assumere le conseguenze del processo rivoluzionario che dal Rinascimento sta distruggendo la sua impronta cristiana in nome della Modernità.

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L’unità morale profonda della Modernità e lo spirito della Rivoluzione anticristiana Negli ambienti progressisti si usa dire che il cattolico deve essere un uomo del suo tempo e, in quanto tale, deve accettare le trasformazioni e gli sviluppi per cui la società di oggi si differenzia dalle anteriori. Essi dimenticano però di dire che tali trasformazioni, per essere accettabili da un fedele, devono conformarsi allo spirito e alla dottrina del Vangelo, e solo così apporteranno un autentico perfezionamento sociale. Bisogna pertanto fare un discernimento del bene e del male che si trova nel mondo attuale. Succede che ―la fisionomia di un‘epoca non può essere divisa in aspetti buoni e aspetti cattivi reciprocamente autonomi. Tutte le epoche hanno una mentalità propria risultante al contempo di aspetti buoni e cattivi. Se i primi fossero preponderanti e gli ultimi riguardassero soltanto aspetti secondari, l‘epoca, senza essere ottima, può chiamarsi buona. Se, al contrario, primeggiano gli aspetti cattivi e il bene consiste solo in certi dettagli, l‘epoca deve chiamarsi cattiva. Nel problema dei rapporti fra il cattolico e il suo tempo, non basta che egli prenda posizione davanti ad aspetti frammentari del mondo nel quale vive. Egli deve considerare la fisionomia del tempo nella sua unità morale profonda, e davanti ad essa prendere posizione‖1. Questa unità morale profonda della cultura moderna è riconosciuta da Jean Baudrillard, Jacinto Lageira e Alain Brunn, nei seguenti termini: ―La Modernità non è né un concetto sociologico, né un concetto politico, né propriamente un concetto storico. È un modo caratteristico della civilizzazione, che si oppone al modo della tradizione, cioè a tutte le altre culture anteriori o tradizionali. (...) In maniera inestricabile mito

1

Mons. Antônio de Castro Mayer, Carta Pastoral sobre os problemas do apostolado moderno, in Por um Cristianismo autêntico, p. 93.

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e realtà, la Modernità si rivela in tutti i campi: Stato moderno, tecnica moderna, musica e pittura moderne, costumi e idee moderni– come una sorta di categoria generale ed imperativo culturale. (...) Diversa nelle sue forme, nei suoi contenuti, nei tempi e negli spazi, essa non è stabile e irreversibile se non come sistema di valori, come mito – e, in questa accezione, sarebbe necessario scriverla con la maiuscola: la Modernità. In ciò, essa somiglia alla Tradizione. (...) Essa agisce come idea-forza e come ideologia dominante, sottolineando le contraddizioni della storia negli effetti della civiltà‖2. Da quale Tradizione la Modernità, in quanto ideologia dominante e come cammino storico degli ultimi secoli, ha tentato di ―emanciparsi‖? Ovviamente, dalla cultura cattolica e dalla civiltà cattolica che imperavano nel Medioevo.

Le tappe del processo di scristianizzazione dell’Occidente Le tappe di questa emancipazione sul piano intellettuale e religioso sono state succintamente descritte da Papa Pio XII nel parlare di un sottile e misterioso ―nemico‖ che ―in questi ultimi secoli‖ ha tentato di realizzare la disgregazione intellettuale, morale e sociale nella Cristianità: ―Esso ha voluto la natura senza la grazia [il Rinascimento]; la ragione senza la fede [il Protestantesimo e l‘Illuminismo]; la libertà senza la autorità [la Rivoluzione Francese]; talvolta l‘autorità senza la libertà [il Comunismo]. È un 'nemico' divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti: Cristo sì, Chiesa no [di nuovo, il Protestantesimo]. Poi: Dio sì, Cristo no [l‘Illuminismo della Rivoluzione Francese]. Finalmente il grido empio: Dio è morto; anzi: Dio non è mai stato [il Comunismo]. Ed ecco il tentativo di edificare la

2

Enciclopedie Universalis, v. Modernité.

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struttura del mondo sopra fondamenti che Noi non esitiamo ad additare come principali responsabili della minaccia che incombe sulla umanità: un'economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio‖3. Questo ―nemico‖, Plinio Corrêa de Oliveira lo ha denominato ―Rivoluzione‖, con R maiuscola: ―La sua causa profonda è una esplosione di orgoglio e di sensualità che ha ispirato, non diciamo un sistema, ma tutta una catena di sistemi ideologici. Dall‘ampia accettazione data a questi nel mondo intero, sono derivate le tre grandi rivoluzioni della storia dell‘Occidente: la Pseudo-Riforma, la Rivoluzione francese e il comunismo. L‘orgoglio conduce all‘odio verso ogni superiorità, e porta quindi all‘affermazione che la disuguaglianza è in sé stessa, su tutti i piani, anche e principalmente su quello metafisico e religioso, un male: è l‘aspetto ugualitario della Rivoluzione. La sensualità, di per sé, tende ad abbattere tutte le barriere. Non accetta freni e porta alla rivolta contro ogni autorità e ogni legge, sia divina che umana, ecclesiastica o civile: è l‘aspetto liberale della Rivoluzione. Entrambi gli aspetti, che hanno in ultima analisi un carattere metafisico, in molti casi sembrano contraddittori, ma si conciliano nell‘utopia marxista di un paradiso anarchico‖4. 3

Pio XII, Discorso Nel contemplare agli Uomini di Azione Cattolica d'Italia, del 1210-1952, in Discorsi e Radiomessaggi, vol. XIV, p. 359. 4 Cfr. Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Introduzione. Così riassume Plinio Corrêa de Oliveira, nel suo saggio, le tappe storiche di questo processo multisecolare: ―La Pseudo-Riforma fu una prima rivoluzione. Seminò lo spirito del dubbio, il liberalismo religioso e l'ugualitarismo ecclesiastico, sebbene in misura diversa, nelle varie sette a cui diede origine. Le fece seguito la Rivoluzione francese, che fu il trionfo dell'ugualitarismo in due campi. Nel campo religioso, sotto la forma di ateismo, seducentemente etichettato da laicismo. E nella sfera politica, con la falsa tesi che ogni disuguaglianza è una ingiustizia, ogni autorità un pericolo, e la libertà il bene supremo. Il comunismo è la trasposizione di queste tesi nel campo sociale ed economico. Queste tre rivoluzioni sono episodi di una sola Rivoluzione, all'interno della quale il socialismo, il liturgismo, la politica della mano tesa, ecc., sono tappe di transizione o manifestazioni larvate‖ (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Introduzione, Cristianità, 1977, Piacenza).

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Non si creda che la Rivoluzione si limiti a sovvertire l‘ordine politico: ―un processo di tanta profondità, di tale portata e di così lunga durata non può svilupparsi senza abbracciare tutti i domini dell‘attività dell‘uomo, come per esempio la cultura, l‘arte, le leggi, i costumi e le istituzioni‖5.

Dallo scontro al dialogo con la Modernità rivoluzionaria Dagli inizi del Cristianesimo, il clero e i fedeli hanno sempre sofferto la tentazione di conformarsi allo spirito del mondo (Rm 12, 2). Ciò non è cambiato quando, a partire dal Rinascimento, lo spirito rivoluzionario della Modernità ha cominciato a dominare la vita culturale, intellettuale e politica dell‘Occidente. In modo particolare, a partire dal secolo XIX, la Chiesa ha iniziato a soffrire una pressione per adattarsi al mondo nuovo che emergeva. ―Non si tratta di scegliere fra i principi del 1789 e i dogmi della religione cattolica‖, esclamava uno dei capi della corrente cattolica-liberale, il duca Albert de Broglie, bensì ―di purificare i principi con i dogmi e farli camminare di pari passo; non si tratta di affrontarsi in duello, ma di concludere la pace‖6. Avvertendo il pericolo di infiltrazione dei principi rivoluzionari nella società e negli ambienti cattolici, i papi Pio IX7 e Pio X8 lanciarono chia5

Id., ibid. 6 Questions de religion et d'histoire, vol. 2, p. 199 (https://books.google.fr/books?id=9JUTIdKex-QC&pg=PA199). 7 Nel Syllabus (o Indice dei principali errori della nostra epoca), Pio IX condanna la seguente proposizione: ―Il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e venire a composizione col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà‖ (proposizione 80). La proposizione condannata è tratta dall‘Allocuzione Jamdudum, proferita da Pio IX nel concistoro segreto del 18 marzo del 1861, che dice: ―Da gran tempo vediamo, Venerabili Fratelli, da quale miserando conflitto sia agitata la società civile, massimamente in questi infelici nostri tempi, per la guerra accesa tra la verità e l‘errore, la virtù ed il vizio, la luce e le tenebre. Infatti, taluni dall‘una parte sostengono alcune massime

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re condanne contro il tentativo di conciliare la Chiesa con gli errori moderni e richiamarono i cattolici ad affrontare coraggiosamente le offensive laiciste, liberali e ugualitarie dei promotori della Rivoluzione. Altri pontefici sono stati meno energici o persino concilianti, ma, a partire da Papa Giovanni XXIII e dall‘apertura del Concilio Vaticano II, questa posizione di lotta alla modernità e ai suoi errori, è stata ufficialmente della moderna, come la chiamano, civiltà; ed altri dall‘altra propugnano i diritti della giustizia e della nostra sacrosanta Religione. I primi chiedono che il Romano Pontefice si riconcilii e si rappacifichi con il Progresso, con il Liberalismo, come dicono, e con l‘odierno incivilimento. I secondi giustamente domandano che siano mantenuti inviolati ed integri gl‘immobili ed incrollabili principii dell‘eterna giustizia; e sia serbata illesa la virtù salutifera della nostra divina Religione (...) a coloro i quali Ci invitano a porgere amica la mano alla civiltà odierna, se i fatti siano tali da potere indurre il Vicario di Cristo in terra, da Cristo stesso supernaturalmente stabilito per difendere la purezza della sua celeste dottrina (...) possano indurlo, senza gravissimo fallo della coscienza e senza massimo scandalo per tutti i buoni, ad associarsi con l‘anzidetta odierna civiltà, per la cui opera succedono mali così grandi e non mai deplorati abbastanza, si promulgano tante orribili opinioni e tanti errori e falsi principii completamente opposti alla Religione cattolica e alla sua dottrina. (...) Ma volendosi definire con il nome di civiltà un sistema fabbricato apposta per indebolire e forse anche per distruggere la Chiesa di Cristo, certamente non potranno mai questa Santa Sede e il Romano Pontefice adattarsi a questa civiltà‖ (http://w2.vatican.va/content/piusix/it/documents/allocuzione-iamdudum-cernimus-18-marzo-1861.html). 8 Nel trattare la causa segreta delle manchevolezze disciplinari dei seguaci del movimento di educazione popolare di ispirazione modernista Le Sillon, san Pio X spiega ai vescovi francesi: ―Voi siete il passato; essi sono i pionieri della civiltà futura. Voi rappresentate la gerarchia, le disuguaglianze sociali, l‘autorità e l‘ubbidienza: istituzioni invecchiate, di fronte alle quali le loro anime, conquistate da un altro ideale, non si possono più piegare. Su questo stato d‘animo abbiamo la testimonianza di fatti dolorosi, capaci di strappare le lacrime; e non possiamo, nonostante la nostra longanimità, sottrarci a un giusto sentimento d‘indignazione. Davvero! S‘ispira alla vostra gioventù cattolica la sfiducia verso la Chiesa, che ne è madre; si insegna ad essa che, dopo diciannove secoli, non è ancora riuscita a costruire nel mondo la civiltà sulle sue vere basi; che non ha capito le nozioni sociali dell‘autorità, della libertà, dell‘uguaglianza, della fraternità e della dignità umana; che i grandi vescovi e i grandi monarchi, che hanno creato e tanto gloriosamente governato la Francia, non hanno saputo dare al loro popolo né la vera giustizia, né la vera felicità, perché non possedevano l‘ideale del Sillon!" (http://www.museosanpiox.it/sanpiox/lettera-notre-chargeapostolique.html).

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abbandonata in favore di un atteggiamento di dialogo benevolo nei confronti del mondo moderno. Il Papa Paolo VI ha espresso molto chiaramente il senso di questo cambio di atteggiamento nel discorso di chiusura dell‘evento conciliare: ―La Chiesa del Concilio, sì, si è assai occupata, oltre che di sé stessa e del rapporto che a Dio la unisce, dell‘uomo, dell‘uomo quale oggi in realtà si presenta (...) L‘umanesimo laico profano alla fine è apparso nella terribile statura ed ha, in un certo senso, sfidato il Concilio. La religione del Dio che si è fatto Uomo s‘è incontrata con la religione (perché tale è) dell‘uomo che si fa Dio. Che cosa è avvenuto? Uno scontro, una lotta, un anatema? Poteva essere; ma non è avvenuto. L‘antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio. Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei bisogni umani (e tanto maggiori sono, quanto più grande si fa il figlio della terra) ha assorbito l‘attenzione del nostro Sinodo. Dategli merito di questo almeno, voi umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, noi più di tutti, siamo i cultori dell‘uomo. (...) Una corrente di affetto e di ammirazione si è riversata dal Concilio sul mondo umano moderno. Riprovati gli errori, sì; perché ciò esige la carità, non meno che la verità; ma per le persone solo richiamo, rispetto ed amore. Invece di deprimenti diagnosi, incoraggianti rimedi; invece di funesti presagi, messaggi di fiducia sono partiti dal Concilio verso il mondo contemporaneo: i suoi valori sono stati non solo rispettati, ma onorati, i suoi sforzi sostenuti, le sue aspirazioni purificate e benedette‖9. Nonostante queste intenzioni assai candide, gli uomini del tempo del Concilio, soprattutto i giovani dell‘epoca, anziché purificare i valori umanisti della Modernità con la fede cattolica, li hanno portati alle loro 9

http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/speeches/1965/documents/hf_pvi_spe_19651207_epilogo-concilio.html.

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ultime conseguenze, facendo un balzo verso la Post-modernità, ossia, verso l‘attuale stadio della Rivoluzione, in cui ―l‘apice della libertà individuale e del collettivismo accettato‖ è rappresentato dal sogno ―strutturalista‖ di una dissoluzione di tutte le grandi organizzazioni sociali in favore di piccole comunità urbane o rurali autogestite e i cui componenti, sulla scia della generazione hippie, abbiano rinunciato ai ―vecchi modelli di riflessione, volizione e sensibilità individuali, gradatamente sostituiti da forme di sensibilità, di pensiero e di deliberazione sempre più collettivi‖10. La cornice iniziale di questo cambiamento profondo si può collocare nella ribellione studentesca del maggio 1968, la cui dimensione culturale più durevole è finita per essere l‘evaporazione dell‘autorità nella famiglia, nella scuola, nell‘impresa, etc. e il rilassamento dei costumi come frutto della rivoluzione sessuale. Nell‘opinione di coloro che hanno vissuto la Rivoluzione della Sorbonne e degli analisti che la studiarono a posteriori, il Concilio Vaticano II ha anticipato e persino favorito l‘esplosione della ribellione giovanile, per via del suo rifiuto di impiegare un linguaggio di affermazioni dogmatiche, di condanna degli errori, e per non aver voluto ribadire i divieti morali11. 10

Plinio Corrêa de Oliveira, op. cit. Parte III, cap. 3 ―La Quarta Rivoluzione che nasce‖. 11 ―Le rivendicazioni del movimento di maggio del 1968 – ha scritto il mariologo ed esperto conciliare padre René Laurentin – coincidevano in larga parte con i grandi ideali del Concilio, in particolare con la costituzione conciliare sulla Chiesa e sul mondo‖. A suo avviso, ―già il Vaticano II in qualche misura fu la contestazione di un gruppo di vescovi impegnati contro la Curia che tentava di realizzare un concilio istituzionalmente prefabbricato‖ (in R. de Mattei, Concilio Vaticano II: Una storia mai scritta, p. 543). ―Già prima del 1968 – ha scritto a sua volta, il sociologo delle religioni Jean-Louis Schlegel ‒ la contestazione si generalizza e si estende alla propria Chiesa, alle sue strutture e ai suoi comportamenti, nonché ai detentori del potere religioso. (...) Un clima post-conciliare di ‗insurrezione‘ o di ‗sovversione‘ cristiana, che aveva la tendenza a rigettare nelle tenebre esterne tutto quanto si era adorato anteriormente, con il senti-

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Tuttavia, dopo l‘enciclica Humanae vitae di Papa Paolo VI, che proibiva l‘uso dei metodi artificiali del controllo della natalità, Roma è passata a prendere le distanze dalla rivoluzione sessuale e a riaffermare i principi morali, in modo particolare nel pontificato di Giovanni Paolo II, con le encicliche Evangelium vitae e Veritatis splendor e con i documenti sull‘omosessualità pubblicati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, all‘epoca diretta dall‘allora cardinale Joseph Ratzinger. Con l‘elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio, però, questa linea rossa sembra essere stata superata. Gli insegnamenti e i gesti di Papa

mento che la Chiesa ‗ci aveva ingannato‘, si unisce all‘effervescenza culturale, sociale e politica più ampia che si sviluppa fin dall‘inizio degli anni 1960. (...) Quando il cardinale Marty, appena intronizzato a Parigi, dichiara che ‗Dio non è conservatore‘, fa una strizzata d‘occhio che offusca i cattolici che lo sono e che fustigano la rivoluzione insopportabile. Il filosofo Maurice Clavel fa un passo ulteriore: egli vede negli avvenimenti [di maggio del 1968] l‘irruzione dello Spirito‖ (Jean-Louis Schlegel, ―Changer l‘Eglise em changeant la politique‖ in À la gauche du Christ: Les chrétiens de gauche em France de 1945 à nos jours, Ed. Seuil, 2012, p. 279, 280 e 282). Nel suo libro I principi della teologia cattolica, l‘allora Prof. Joseph Ratzinger scrisse: ―L‘adesione a un marxismo anarchico e utopico (...) è stata appoggiata in prima linea da tanti cappellani universitari e associazioni della gioventù. Il fatto dominante si trova negli avvenimenti di maggio ‗68, in Francia. Nelle barricate c‘erano gesuiti e domenicani. L‘intercomunione realizzata durante una Messa ecumenica in appoggio delle barricate è stata considerata una sorta di cornice storica nella storia della salvezza, una specie di rivelazione che inaugurava una nuova era del cristianesimo‖ (Téqui, Paris, 1985, p. 433). Alla vigilia della chiusura di questo lavoro, lo storico Agostino Giovagnoli ha concesso un‘intervista al Servizio di Informazione Religiosa (SIR), in cui, alla domanda se si può stabilire un rapporto fra il maggio del ‗68 e il Concilio Vaticano II, egli afferma che ―[La Rivoluzione del] ‗68 è stato soprattutto una contestazione anti-istituzionale ed è su questo terreno che è ravvisabile il nesso che lega i due fenomeni‖. E ha aggiunto: ―La Chiesa cattolica ha anticipato una trasformazione che poi si è presentata in modo convulso nel 1968, nel senso di un ridimensionamento del peso delle istituzioni all‘interno della società‖ (https://agensir.it/italia/2018/04/26/il-sessantotto-agostinogiovagnoli-storico-profondo-legame-con-il-concilio-che-ne-ha-anticipato-alcuni-tratti).

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Francesco indicano, di fatto, un‘apertura alla Post-modernità anche sul terreno della morale sessuale, com‘è stato descritto nel capitolo 6. L‘origine remota di questo cambiamento di paradigma sembrerebbe trovarsi nello stesso sguardo benevolo verso l‘evoluzione della società contemporanea che aveva Giovanni XXIII davanti ai cambiamenti sociali del suo tempo. Nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium, l‘attuale pontefice spiega: ―A cinquant‘anni dal Concilio Vaticano II, anche se proviamo dolore per le miserie della nostra epoca e siamo lontani da ingenui ottimismi, il maggiore realismo non deve significare minore fiducia nello Spirito né minore generosità. In questo senso, possiamo tornare ad ascoltare le parole del beato Giovanni XXIII in quella memorabile giornata dell‘11 ottobre 1962: ‗Non senza offesa per le Nostre orecchie, ci vengono riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai. (...) A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo. Nello stato presente degli eventi umani, nel quale l‘umanità sembra entrare in un nuovo ordine di cose, sono piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina Provvidenza, che si realizzano in tempi successivi attraverso l‘opera degli uomini, e spesso al di là delle loro aspettative, e con sapienza dispongono tutto, anche le avverse vicende umane, per il bene della Chiesa‘‖12. L‘origine prossima del superamento della linea rossa collocata da Giovanni Paolo II in materia di aborto e indissolubilità del matrimonio, sembra essere stata l‘agenda seguita dal deceduto cardinale Carlo Maria Martini, gesuita come Francesco e del quale egli si considera discepo12

N° 84 http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papafrancesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html.

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lo13. Il testamento spirituale dell‘arcivescovo di Milano, affidato al suo confratello gesuita Georg Sporschill e alla giornalista Federica Radica, e pubblicato nelle Conversazioni notturne a Gerusalemme, contiene il seguente commento: ―La Chiesa deve riconoscere i propri errori e deve percorrere un cammino radicale di cambiamento, cominciando dal Papa e dai vescovi. Gli scandali della pedofilia ci spingono a intraprendere un cammino di conversione. Le domande sulla sessualità e su tutti i temi che coinvolgono il corpo ne sono un esempio. Questi sono importanti per ognuno e a volte forse sono anche troppo importanti. Dobbiamo chiederci se la gente ascolta ancora i consigli della Chiesa in materia sessuale (...) Né il clero né il Diritto ecclesiale possono sostituirsi all'interiorità dell'uomo. Tutte le regole esterne, le leggi, i dogmi ci sono dati per chiarire la voce interna e per il discernimento degli spiriti. Per chi sono i sacramenti? (...) Portiamo i sacramenti agli uomini che necessitano una nuova forza? Io penso a tutti i divorziati e alle coppie risposate, alle famiglie allargate. (...) La domanda se i divorziati possano fare la Comunione dovrebbe essere capovolta. Come può la Chiesa arrivare in aiuto con la forza dei sacramenti a chi ha situazioni familiari complesse? (...) La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni. Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio?‖14.

13

Nella prefazione al primo volume dell‘opera omnia del controverso cardinale, La cattedra dei non credenti, l‘attuale pontefice afferma: ―L‘eredità che ci ha lasciato il cardinale Martini è un dono prezioso. (...) Quanti di noi in Argentina, alla ‗fine del mondo‘ abbiamo fatto gli Esercizi spirituali a partire dai suoi testi! (...) Egli è stato per molti di noi che hanno ascoltato le sue parole o hanno letto i suoi testi un maestro‖ (http://www.corriere.it/cronache/15_ottobre_19/papa-francesco-la-chiesa-missionaria-nonsi-chiuda-se-stessa-2973aab8-7620-11e5-9086-b57baad6b3f4.shtml). 14

http://www.corriere.it/cronache/12_settembre_02/le-parole-ultima-intervista_cdb2993ef50b-11e1-9f30-3ee01883d8dd.shtml.

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Una “Chiesa in uscita” che supera l’atteggiamento difensivo di fronte al mondo attuale Per attuare questo programma, ovvero mettere la Chiesa al passo con il mondo moderno, Papa Francesco utilizza una parola chiave dall‘effetto talismanico: la necessità di ―costruire ponti‖ per dialogare, invece di ―costruire muri‖ per difendersi15. Perciò, si deve camminare verso una ―Chiesa in uscita‖ che va fino ―alle periferie esistenziali‖, nella quale la comunità evangelizzatrice ―accompagna l‘umanità in tutti i suoi processi, per quanto duri e prolungati possano essere‖ e in cui i vescovi devono ―a volte porsi davanti per indicare la strada‖, mentre in alcune circostanze devono ―camminare dietro al popolo‖, soprattutto ―perché il gregge stesso possiede un suo olfatto per individuare nuove strade‖ 16. Perciò, è necessario entrare in dialogo ―con gli Stati, con la società – che comprende il dialogo con le culture e le scienze – e quello con altri credenti‖17, per ―progettare, in una cultura che privilegi il dialogo come forma d‘incontro, la ricerca di consenso e di accordi‖18. Tanto più che 15

―I cristiani di oggi siano come Paolo che, parlando ai greci nell‘Areopago, costruì ponti per annunziare il Vangelo senza condannare nessuno‖, ha detto il Papa in un‘omelia a Santa Marta. Per questo – ha osservato – l‘Apostolo fu un vero ―pontefice, costruttore di ponti‖ e non ―costruttore di muri‖. E ha aggiunto: ―adesso è un buon tempo nella vita della Chiesa: questi ultimi 50 anni, 60 anni sono un bel tempo, perché io ricordo quando bambino si sentiva nelle famiglie cattoliche, nella mia: ‗No, a casa loro non possiamo andare, perché non sono sposati per la Chiesa, eh!‘ Era come una esclusione. No, non potevi andare! O perché sono socialisti o atei, non possiamo andare. Adesso – grazie a Dio – no, non si dice quello, no? Non si dice quello no? Non si dice! C‘era come una difesa della fede, ma con i muri‖ (https://www.avvenire.it/papa/pagine/costruire-ponti-non-muri). 16 Evangelii gaudium, n° 31. 17 Ibid. n° 238. 18 Ibid. n° 239.

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―uno sguardo di fede sulla realtà non può dimenticare di riconoscere ciò che semina lo Spirito Santo‖, non soltanto ―dove una gran parte della popolazione ha ricevuto il Battesimo‖19, ma anche dove sono praticati ―nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l‘ambiente‖, ―dove si formano i nuovi racconti e paradigmi‖20. E ciò, superando ―il sospetto, la sfiducia permanente, la paura di essere invasi, gli atteggiamenti difensivi che il mondo attuale ci impone‖21. Paradossalmente, un atteggiamento di resistenza alla disgregazione spirituale e morale dei nostri giorni sarebbe espressione di ―mondanità‖, sotto la forma di un ―neopelagianesimo autoreferenziale e prometeico di coloro che in definitiva fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché osservano determinate norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico proprio del passato‖, il quale sfocia in una ―una presunta sicurezza dottrinale o disciplinare‖ e in un ―elitarismo narcisista e autoritario, dove invece di evangelizzare si analizzano e si classificano gli altri‖22. Così ―molte volte abbiamo agito con atteggiamento difensivo e sprechiamo le energie pastorali moltiplicando gli attacchi al mondo decadente‖23, il che trasforma i cattolici, agli occhi del mondo, ―in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura‖24. Neanche quelle evoluzioni sociali che hanno come conseguenza inevitabile la graduale scomparsa del matrimonio indissolubile e della famiglia sembra debbano portare i cattolici a un atteggiamento di resistenza: ―Né la società in cui viviamo né quella verso la quale camminiamo 19

Ibid. n° 68. Ibid. n° 74. 21 Ibid. n° 88. 22 Ibid. n° 94. 23 Amoris laetitia n° 38. 24 Evangelii gaudium, n° 85 20

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permettono la sopravvivenza indiscriminata di forme e modelli del passato‖, afferma Francesco in Amoris laetitia25. Alla Chiesa non resterebbe dunque altro che adattarsi all‘―orientamento principale dei cambiamenti antropologico-culturali‖, i quali ―influenza[no] oggi tutti gli aspetti della vita‖26. Da cui, per esempio, la necessità, nelle pastorali pre-matrimoniali e matrimoniali, di non limitarsi alla ―mera difesa di una dottrina fredda e senza vita‖27 o ―soltanto convinzioni dottrinali‖28, ma di ricorrere a ―psicopedagogisti, medici di famiglia, medici di comunità, assistenti sociali, avvocati per i minori e le famiglie‖, per ricevere ―gli apporti della psicologia, della sociologia, della sessuologia e anche del counseling‖29.

Una visione immanentista ed hegeliana della Storia Come già accaduto alla fine del XIX secolo durante la crisi modernista, questi adattamenti ai ―cambiamenti antropologico-culturali‖ vengono giustificati in nome della spinta divina presente nello sviluppo dell‘umanità. In un‘intervista con padre Antonio Spadaro, già menzionata, Papa Francesco è sembrato avere una visione immanentista e ―teilhardiana‖ della direzione dell‘universo, attribuendo all‘azione divina l‘impulso delle dinamiche nuove dell‘agire umano: ―Dio si manifesta in una rivelazione storica, nel tempo. (...) Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove. (...) Dio lo si incontra cammi-

25

Amoris laetitia. n° 32. 26 Ibid. 27 Ibid. n° 59. 28 Ibid. n° 211. 29 Ibid. nº 204.

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nando, nel cammino‖30. Perciò è necessario, come aggiunge in Amoris laetitia, ―prestare attenzione alla realtà concreta, perché ‗le richieste e gli appelli dello Spirito risuonano anche negli stessi avvenimenti della storia‘‖ 31. In questa visione, tutto porta a concludere che si tratta di una concezione immanentista che includerebbe, del resto, una dimensione di dialettica, derivante dalla nozione hegeliana di una verità non assoluta. SeSecondo Papa Francesco, per avanzare verso il mondo nuovo, bisogna contare anche con le ―tensioni bipolari proprie di ogni realtà sociale‖32, per ―raggiungere una pluriforme unità che genera nuova vita‖ 33, ricordando sempre che ―il soggetto storico di questo processo, è la gente [il popolo] e la sua cultura‖34. Ma avendo ugualmente presente che nella tensione tra ―la congiuntura del momento‖ e la luce ―dell‘utopia‖35, il tempo è superiore agli spazi, perché ―li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce‖. Si tratta, pertanto, ―di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società‖36. Stando così le cose, un‘epoca non deve essere giudicata secondo un modello assoluto – le esigenze della verità rivelata da Dio –, bensì secondo il criterio umanista e dal sapore relativista stabilito da Romano Guardini: ―L‘unico modello per valutare con successo un‘epoca è domandare fino a che punto si sviluppa in essa e raggiunge un‘autentica 30

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2013/september/documents/papafrancesco_20130921_intervista-spadaro.html. 31

Amoris Laetitia nº 31. 32 Evangelii gaudium, n° 221 https://w2.vatican.va/content/francesco/pt/apost_exhortations/documents/papafrancesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html. 33

Ibid. n° 228. 34 Ibid. n° 239. 35 Ibid. n° 222. 36 Ibid. n° 223.

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ragion d‘essere la pienezza dell‟esistenza umana, in accordo con il carattere peculiare e le possibilità della medesima epoca‖37 [i corsivi sono dell‘originale].

Un abbraccio con ogni tappa della Rivoluzione Nella logica del criterio guardiniano appena citato, non sorprende che Papa Francesco veda con simpatia ogni tappa della Rivoluzione, nel contesto della sua epoca. La sua benevolenza verso la pseudo-Riforma protestante si palesa nelle dichiarazioni e nei gesti di riabilitazione di Lutero menzionate nel capitolo anteriore. La sua posizione nei confronti della seconda tappa, la Rivoluzione Francese, è ambivalente. Da un lato Francesco approva la secolarizzazione dello Stato38 e i diritti umani39 da essa consacrati, ma dall‘altro giudica che il regime politico democratico, borghese e liberale, che essa promuove si è rivolto contro le classi popolari ed è stato superato dall‘ideale di una ―democrazia partecipativa‖ di stampo popolare e che il suo nazionalismo è oggi un ostacolo al ―sogno di un nuovo umanesi-

37

Ibid. n° 224. 38 ―Uno Stato deve essere laico‖, ha detto nella menzionata intervista al giornale La Croix, in quanto ―gli Stati confessionali finiscono sempre male, perché vanno contro la Storia. Io credo che una laicità accompagnata da una solida legge che garantisce la libertà religiosa offre una cornice per andare avanti. Siamo tutti uguali, come figli di Dio e nella nostra dignità di persona‖ (http://www.la-croix.com/Religion/Pape/Le-papeFrancois-a-La-Croix-Un-Etat-doit-etre-laique-2016-05-16-1200760526). 39 ―Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell‘uomo, della democrazia e della libertà?‖ ha domandato nel discorso di conferimento del premio Carlo Magno (https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/may/documents/papafrancesco_20160506_premio-carlo-magno.html).

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mo europeo‖40 e alla nuova umanità multietnica e multiculturale, globalizzata. Allo stesso modo, il mito del progresso dei filosofi dell‘illuminismo, promosso nei salotti rivoluzionari del 1789, è stato superato dal ritorno alla natura in chiave ―verde‖41. In contrasto, la sua attrazione per le utopie della terza tappa del processo rivoluzionario (il Comunismo) e persino della Quarta Rivoluzione eco-tribalista sembra palesarsi sempre di più nel suo sforzo per riunire tutti i movimenti popolari e indigenisti, attraverso Incontri patrocinati dal Vaticano e nella collaborazione con le istanze internazionali per la promozione di una governance mondiale ecologica

Il ralliement definitivo della Chiesa con la Rivoluzione Non a caso, il fondatore de La Repubblica così ha titolato il suo articolo sulla Laudato Si: ―Francesco, Papa profeta che incontra la Modernità‖ 42. Stando a quanto riportato dal giornalista, in un successivo incontro il Papa gli avrebbe confessato: ―Non avrò molto tempo per portare a termine il lavoro cui debbo attendere, che è la realizzazione degli

40

Ibid. 41 Nella Laudato Si, egli afferma: ―Alcuni sostengono ad ogni costo il mito del progresso e affermano che i problemi ecologici si risolveranno semplicemente con nuove applicazioni tecniche, senza considerazioni etiche né cambiamenti di fondo‖ (n° 60). E ancora: ―Se all‘inizio [l‘educazione ambientale] era molto centrata sull‘informazione scientifica e sulla presa di coscienza e prevenzione dei rischi ambientali, ora tende a includere una critica dei ‗miti‘ della modernità basati sulla ragione strumentale (individualismo, progresso indefinito, concorrenza, consumismo, mercato senza regole)‖ (n° 210). 42

http://www.repubblica.it/cultura/2015/07/01/news/francesco_papa_profeta_che_incontra_l a_modernita_-118048516/.

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obiettivi prescritti dal Vaticano II e in particolare quello dell'incontro della Chiesa con la modernità‖43. Un incontro con cui secondo Nicola Di Bianco, professore di Teologia all‘Istituto Teologico Salernitano, vuole andare oltre, superando persino tutte le rivendicazioni della Modernità. Alludendo ai tre ―insulti‖ che, a dire di Freud, questa presumibilmente rivolse al narcisismo umano (quello cosmologico-copernicano, ossia che la terra non è al centro dell‘universo; quello biologico-darwinista, ovvero che l‘uomo non è il coronamento della creazione; e quello psicologico-freudiano, cioè dell‘impotenza della ragione davanti al subconscio e alla libido; ai quali Niklas Luhmann ne aggiunto un quarto: il sociologico, ovvero l‘incapacità di modellare la società), il professor Di Bianco afferma che l‘attuale pontefice, con il suo orientamento magisteriale, vuole saldare il conto con la storia degli ultimi secoli: ―La Chiesa di Francesco è una Chiesa ‗in divenire‘, dinamica, promotrice di processi. Che cosa è questo se non il recupero dell‟istanza evoluzionistica? Inoltre, sul piano etico recupera gli elementi soggettivi della colpa e del peccato (piena avvertenza e deliberato consenso), dichiarando che la gravità della colpa non può essere separata dall‘imputabilità del soggetto. (...) Che cosa è questo se non il recupero dell‟istanza psicologica del soggetto? Infine, Francesco riporta al centro del suo magistero la dottrina sociale della Chiesa e le istanze degli oppressi, degli ultimi, dei poveri… Denuncia con fermezza i modelli di sviluppo economico che determinano ‗esclusione‘ e ‗inequità‘ e che generano la cultura dello ‗scarto‘. (…) Che cos‘è questo se non il recupero dell‟istanza sociale? (...) Francesco con

43

http://www.repubblica.it/politica/2015/10/25/news/conservatori_e_temporalisti_lo_frenano _ma_francesco_non_si_fermera_-125834299/.

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i suoi gesti, il suo stile, il suo magistero… sta riformando la Chiesa, andando oltre gli „insulti‟ della „modernità‟ ‖44. Insomma, sulla base dell‘abbondante documentazione dei capitoli precedenti e sui commenti degli intellettuali cattolici e agnostici simpatici a Papa Francesco, è possibile concludere che il suo pontificato pretende di realizzare il ralliement45 definitivo della Chiesa con la Rivoluzione e con il suo umanismo secolarizzato, proprio nel momento in cui essa si trova in una impasse per il fatto di non poter più nascondere, in quelli che sono i suoi ultimi passi, la malvagità e la bruttezza della sua meta finale. Se questo ralliement venisse compiuto, le sue conseguenze per le anime sarebbero catastrofiche. Basti pensare a quanto dichiarato da Eugenio Scalfari: ―La spinta che [Francesco] sta dando all‘‗Ecclesia‘ avrà profondamente cambiato il concetto di religione e di divinità e questo resterà un cambiamento culturale difficilmente modifica-bile‖46. Ma le conseguenze non saranno meno catastrofiche per ciò che ancora resta di cristiano nella società occidentale.

44

―Oltre gli ‗insulti‘ della modernità‖

http://www.lastampa.it/2016/05/14/vaticaninsider/ita/commenti/oltre-gli-insulti-dellamodernit-k3IrJh5mm8CBxVKgbAFDRM/pagina.html. 45

Con l‘enciclica Au milieu des sollicitudes, pubblicata nel febbraio del 1892, Papa Leone XIII convocò i cattolici francesi, la maggioranza dei quali era ancora di orientamento monarchico, a unirsi alla Repubblica (se rallier, in francese) al fine di difendere, dall‘interno, gli interessi della Chiesa. Cfr. Roberto de Mattei, Il ralliement di Leone XIII. Il fallimento di un progetto pastorale, Le Lettere, Firenze 2014. 46

http://www.repubblica.it/cultura/2015/07/01/news/francesco_papa_profeta_che_incontra_l a_modernita_-118048516/.

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Capitolo 9

Il rovescio della medaglia: la simpatia dei poteri mondani e delle correnti anticristiane È innegabile la vicinanza e la simpatia reciproche tra Francesco e il mondo progressista e laicista; un mondo che, fino alla sua ascesa al pontificato, aveva generalmente osteggiato la Chiesa in nome dei valori della Modernità. Se le opzioni magisteriali, pastorali, e politiche di Papa Francesco sommariamente descritte nei capitoli precedenti hanno provocato una immensa perplessità e confusione negli ambienti cattolici, negli ambienti laicisti e fra i grandi di questo mondo, al contrario, le sue dichiarazioni, prescrizioni e gesti simbolici – che nel loro insieme materializzano un tentativo di ralliement della Chiesa con la Modernità – sono state ricevute con simpatia e persino vero fascino, come gli stessi media riconoscono1. La prima espressa manifestazione di questo apprezzamento è stata la sua elezione come ―personalità dell‘anno‖, già nel 2013, da parte dell‘edizione italiana della rivista femminile Vanity Fair2, della rivista 1

―L‘accoglienza euforica della stampa secolare fa diventare Francesco sospetto agli occhi dei [cattolici] tradizionalisti, che temono che egli compri la popolarità al prezzo di una fede diluita. Il Papa ha gestito abilmente il fascino dei mezzi di comunicazione, in maniera da attirare l‘attenzione per tutto quello che fa‖, ha scritto la rivista Time dell‘11-12-2013. 2 ―I suoi primi cento giorni lo hanno già messo in testa alla classifica dei leader mondiali che fanno la storia. Ma la rivoluzione continua‖, sottolineava il settimanale (https://www.vanityfair.it/news/italia/13/07/09/cover-vanity-papa-francesco).

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Time3, del giornale Le Monde4 e niente meno che da 11 giornali latinoamericani. Lo stesso mensile omosessualista The Advocate, che ha giustificato la scelta dicendo che ―il deciso cambio di retorica di Papa Francesco se confrontato ai suoi due predecessori – i quali sono stati in diverse occasioni castigati con i Premi Annuali di Phobia del The Advocate ‒ fa diventare ancora più spinto quello che egli ha fatto nel 2013‖5. Nell‘universo politico, il concerto di lodi ha acquisito maggior volume dopo la pubblicazione dell‘enciclica Laudato Si, che ha ricevuto l‘appoggio entusiasta, fra le altre, delle seguenti personalità: Ban KiMoon, ex-segretario generale dell‘ ONU6, l‘allora presidente Barack Obama7, l‘allora presidente francese François Hollande8, l‘ex vice-

3

La direttrice di Time ha dichiarato che ―in meno di un anno, Francesco ha ottenuto qualcosa di notevole: non ha cambiato le parole, ma ha cambiato la melodia‖, per cui ―in molto poco tempo, una vasta platea ecumenica globale si è manifestata desiderosa di seguirlo‖ ( http://poy.time.com/2013/12/11/a-escolha-o-papa-francisco/). 4 Il supplemento settimanale del vespertino ha sottolineato che in questo momento ―non è assurdo parlare di ‗papa-mania‘‖, ed elogia il messaggio di modernità che impersona il pontefice argentino (https://pt.zenit.org/articles/franca-le-monde-elege-o-papafrancisco-como-personalidade-do-ano-de-2013/). 5 La rivista LGBT ha aggiunto che ―così come il Presidente Obama ha trasformato la politica con la sua evoluzione nei diritti LGBT, un cambiamento del Papa potrà avere un effetto durevole nella religione‖ (https://www.advocate.com/yearreview/2013/12/16/advocates-person-year-pope-francis). 6 ―Ringrazio profondamente Papa Francesco per aver preso una posizione così ferma nei confronti della necessità di un‘azione urgente e globale. La sua voce morale fa parte di un coro crescente di persone di tutte le credenze e tutti i settori della società che chiedono un‘azione nella questione del clima‖, ha pubblicato sul suo conto LinkedIn (https://www.linkedin.com/pulse/papal-encyclical-call-climate-action-ban-ki-moon). 7 ―Saluto l‘enciclica di Sua Santità e ammiro profondamente la decisione del Papa di perorare – in maniera chiara, potente e avendo a disposizione la sua autorità morale – un‘azione in favore del cambiamento climatico globale‖ ha detto Obama (http://www.catholicherald.co.uk/news/2015/06/19/obama-calls-for-world-leaders-to-heedpope-franciss-message/). 8 François Hollande ―si augura‖ che ―la voce particolare‖ del pontefice sia ―ascoltata in tutti i continenti, oltre che da quanti hanno fede‖

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presidente americano Al Gore9, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea10, Karmenu Vella e Miguel Arias Cañete, rispettivamente Commissari europei per l‘Ambiente e per l‘Azione Climatica, che si sono recati in Vaticano per ringraziare personalmente il Papa per l‘enciclica11, Achim Steiner, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l‘Ambiente12, Segolène Royal, già ministro francese dell‘Ecologia13, il sociologo post-moderno Edgar Morin14, il Partito Eu-

(http://fr.radiovaticana.va/news/2015/06/19/laudato_si,_une_%C2%ABmagnifique_feuille_d e_route%C2%BB,_selon_nicolas_hulot/1152652). 9 In una conferenza alla Haas School of Business dell‘Università di Berkeley, agli inizi del 2015, Al Gore ha dichiarato riguardo all‘enciclica che non era stata ancora pubblicata: ―Penso che Papa Francesco è una figura ispiratrice, realmente un fenomeno. Sono rimasto stupefatto dalla chiarezza della forza morale che egli impersona. (...) Io ho detto pubblicamente l‘anno scorso – eppure sono stato educato nella tradizione battista del Sud – che sarei potuto divenire cattolico a causa di questo Papa, tanto egli mi ispira‖ (https://churchpop.com/2016/07/28/former-vp-al-gore-i-might-become-catholic-becauseof-pope-francis/). 10 Abbiamo una grande speranza che Laudato Si‟ sia un campanello d‘allarme che incoraggi la gente ad affrontare il problema del nostro futuro comune‖, ha dichiarato Juncker (https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ambiente-gli-euroimpegni-e-impulso-difrancesco). 11 Ibid. Nello stesso articolo, il commissario Vella dichiara che ―spesso si è poi fatto riferimento all‘enciclica papale nelle discussioni finali sugli obiettivi per lo sviluppo sostenibile‖, approvati dalle Nazioni Unite la settimana successiva alla pubblicazione della stessa. 12 Achim Steiner ritiene che l‘enciclica ―suona un campanello di allarme che non si ripercuote soltanto presso i cattolici, ma anche nei restanti abitanti del pianeta‖ (http://www.la-croix.com/Urbi-et-Orbi/Actualite/Rome/Dans-le-monde-entier-des-reactionsa-l-encyclique-Laudato-si-du-pape-Francois-2015-06-18-1325223). 13 La Sig.ra Royal dichiara a La Croix: ―Dico sì alla sua condanna [dell‘enciclica] della speculazione e alla corsa ai guadagni a breve termine, perché hanno contribuito molto all‘esplosione delle nostre emissioni di gas serra e all‘esplosione delle disuguaglianze‖ (http://www.la-croix.com/Religion/Segolene-Royal-Defendre-la-nature-cest-aussi-defendrela-dignite-des-personnes-2015-06-18-1325240). 14 ―L‟enciclica Laudato Si forse sia il 1° atto di un appello per una nuova civiltà‖, ha dichiarato Morin al giornale La Croix (http://www.la-

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ropa-Ecologia-I-Verdi della Francia, che ha dichiarato ―Habemus Papam ecologicum!‖15, l‘allora deputato verde François de Rugy, ora presidente macronista dell‘Assemblea Nazionale francese16, l‘attivista e scrittrice Naomi Klein, autrice di No Logo, libro no global di riferimento tradotto in 28 lingue, fra tante altre personalità17. Il gesto di portare famiglie musulmane sull‘aereo papale al ritorno dall‘isola di Lesbo è valso al pontefice un nuovo coro di elogi, fra i quali meritano di essere menzionati quelli di Jean-Claude Juncker, presidente ella Commissione Europea18, Martin Schultz, già presidente del croix.com/Religion/Actualite/Edgar-Morin-L-encyclique-Laudato-Si-est-peut-etre-l-acte-1d-un-appel-pour-une-nouvelle-civilisation-2015-06-21-1326175). 15

In un comunicato ufficiale, il partito afferma: ―Habemus Papa ecologicum! Rifiuto del consumismo, apologia della sobrietà, denuncia dei poteri legati al denaro, legittima messa in questione dello sviluppo e, in particolare, degli OGM, riconoscimento del debito ecologico fra i paesi del Nord e i paesi del Sud: a pochi mesi della conferenza sul clima a Parigi, si tratta di un coinvolgimento apprezzabile che dovrà condurre a un accordo ambizioso, obbligatorio e internazionale sul clima‖ (http://www.lacroix.com/Actualite/France/Les-ecologistes-en-accord-sur-presque-tout-avec-le-papeFrancois-2015-06-19-1325729). 16

―Sono colpito di vedere fino a che punto l‘enciclica è convergente con quello che noi diciamo da molti anni‖, ha dichiarato l‘attuale presidente dell‘Assemblea Nazionale francese (ibid.). 17 Naomi Klein ha dichiarato a La Croix: ―Si tessono alleanze improbabili e sorprendenti, per esempio, tra me e il Vaticano. (…) Sindacati, comunità autoctone, gruppi confessionali e verdi lavorano in maniera più stretta che mai‖. E ha aggiunto nei confronti dell‘enciclica: essa si rivolge anche a me, in quanto femminista, ebrea, originaria di un ambiente secolarizzato‖ http://www.la-croix.com/Urbi-etOrbi/Actualite/Rome/Naomi-Klein-prend-fait-et-cause-pour-l-encyclique-du-pape-2015-0702-1330439). 18

Nel 2016, la città di Aquisgrana ha concesso a Papa Francesco il suo famoso premio Carlo Magno, che mira a onorare le personalità che si siano impegnate a favore dell‘unità europea. Per solennizzare tale conferimento, si sono recati in Vaticano i presidenti della Commissione, del Consiglio e del Parlamento europei. Per l‘occasione Jean-Claude Juncker ha affermato nel suo discorso: ―Santo Padre, quando Lei porta rifugiati in Vaticano, Lei riempie i nostri cuori con un coraggio nuovo e fresco. Lei impersona l‘idea che la solidarietà e la compassione non sono solo belle parole ma valori che ci obbligano continuamente a prendere posizione e ad agire. Per questo lei ha

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Parlamento europeo19, e Jean-Luc Mélenchon, leader del partito francese di estrema-sinistra La France insoumise20. Le dichiarazioni del Papa sulle radici multiculturali dell‘Europa hanno suscitato gli omaggi del segretario generale del Partito Comunista Francese, Pierre Laurent, nel discorso di chiusura del suo 37° congresso21. Le critiche di Papa Francesco al capitalismo e il suo appoggio ai movimenti sociali e all‘agenda di sinistra gli hanno guadagnato l‘applauso dei suoi corifei, fra i quali spiccano Hillary Clinton22 e Bernie Sanders23,

molto più fiducia in noi eredi dell‘illuminismo, di quanto noi ne abbiamo in noi stessi – e a ragione‖ (http://europa.eu/rapid/press-release_SPEECH-16-1681_en.htm). 19 ―Il Parlamento europeo riceverà l‘uomo che in questo momento della storia è probabilmente un punto di riferimento non soltanto per i cattolici ma per molta gente; egli è qualcuno che dà un indirizzo in un‘epoca nella quale molti si sentono disorientati‖ (http://www.thetablet.co.uk/news/1344/0/european-parliament-head-commends-popefrancis). 20 Quando il Papa ha visitato il Parlamento Europeo, il mancato candidato presidenziale è salito sulla tribuna per protestare a nome della laicità, tuttavia ha scritto al Nunzio Apostolico di Parigi per lodare la Laudato Si. Nel prendere conoscenza del gesto papale dopo la visita a Lesbo, egli ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un articolo intitolato ―Viva il Papa!‖, in cui ha scritto: ―Saluto il gesto del Papa ardentemente. Al di là di tutte le ragioni dell‘agire e della militanza, c‘è n‘è una più forte di tutte. Il gesto del Papa la fa brillare agli occhi del cupo presente: noi formiamo una sola umanità!‖ (http://melenchon.fr/2016/04/17/vive-le-pape/). A margine del congresso del suo alleato, il Partito Comunista Francese, e informato della visita di Bernie Sanders in Vaticano, ha dichiarato al Figaro: ―Anche a me piacerebbe essere ospitato nella residenza Santa Marta e incontrare il Papa; ho delle cose da dirgli‖ (http://www.lefigaro.fr/politique/lescan/2016/06/08/25001-20160608ARTFIG00219-jean-luc-melenchon-souhaite-rencontrerle-pape.php). 21

Ibid. 22 Durante la campagna presidenziale, nel suo discorso durante la famosa Cena Al Smith, la Clinton ha dichiarato: ―Certamente non è necessario essere cattolico per essere ispirato dall‘umiltà e dal cuore del Santo Padre, Papa Francesco. Oppure per abbracciare il suo messaggio, (...) i suoi appelli per ridurre la disuguaglianza, le sue allerta sul cambiamento climatico, la sua chiamata a costruire ponti e non muri‖ (http://time.com/4539979/read-transcript-hillary-clinton-speech-al-smith-dinner/).

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la senatrice francese Marie-Noëlle Lienemann, una delle animatrici dell‘ala sinistra del PS 24, il capo del partito spagnolo Podemos, Pablo Iglesias25 e l‘ex premier italiano e già alto dirigente comunista Massimo D‘Alema, il quale ha dichiarato: ―In questo momento il principale leader della sinistra è il Papa, anche perché la sinistra fatica‖ 26.

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Dopo la sua visita e il suo rapido incontro in Vaticano con il Papa, in piena campagna presidenziale, al fine di partecipare a un simposio organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Sanders ha detto: ―Io volevo fargli sapere quanto lo apprezzo, e il ruolo straordinario che lui svolge nel mondo intero per far prendere coscienza sui livelli immensi di disuguaglianza degli introiti e della ricchezza‖ (http://edition.cnn.com/2016/04/16/politics/bernie-sanders-pope-francis-vaticanvisit/index.html). 24 La senatrice Lienemann ha diretto un vibrante omaggio a Papa Francesco, affermando che egli ―promuove valori umanisti contro la mercantilizzazione [della società]‖ e dà la ―priorità alla generosità e all‘umano‖. ―Sovente io ironizzo‖, ella afferma, ―quando dico che egli sarà l‘ultimo anticapitalista. (…) È molto importate che il capo della Chiesa Cattolica promuova i valori umanisti contro la mercantilizzazione, e che ricordi che siamo solidali, che siamo fratelli‖ (http://tempsreel.nouvelobs.com/politique/20131102.AFP0782/marie-noelle-lienemann-psrend-hommage-au-pape-francois.html). 25 Pablo Iglesias ha scritto un articolo per il giornale gratuito 20 minutos con il titolo: ―Se la messa fosse celebrata da papa Francesco‖, in cui rilevava che l‘indirizzo adottato dal pontefice ―contrasta la politica ultraconservatrice dei suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i cui dogmi sopravvivono arroccati in buona parte delle élite dell‘episcopato spagnolo che resiste alla modernizzazione di Francesco‖. Più avanti, egli sottolinea il fatto ―che il capo della Chiesa cattolica denunzi nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium le ideologie ‗che difendono l‘autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria‘ come cause della disuguaglianza, e segnali che esse diminuiscono ‗il diritto di controllo degli Stati incaricati di vigilare sul bene comune, instaurando una nuova tirannide invisibile‘ del papa e della Chiesa alleati imprescindibili di quanti difendiamo la giustizia sociale‖. E concludeva: ―La cosa veramente importante è che i cattolici e tutti gli altri possiamo vedere e ascoltare con più frequenza Francesco. E [se la Messa] la celebra Francesco, forse anche il segretario generale di Podemos la debba ascoltare e prendere qualche nota‖ (http://www.20minutos.es/opiniones/pablo-iglesias-hecor-illueca-tribuna-misa-oficiariapapa-francisco-2996635/#xtor=AD-15&xts=467263). 26

http://tv.liberoquotidiano.it/video/politica/13302149/papa-francesco-massimo-d-alemapontefice-miglior-leader-sinistra.html.

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Non ci sarebbe spazio per trascrivere tutte le manifestazioni di sostegno dei leader della sinistra marxista latinoamericana, ma a titolo di esempio, si veda il commento di Nicolás Maduro a proposito di Evangelii Gaudium: ―Sono documenti che per noi, nella rivoluzione bolivariana (...) entrano in sintonia naturale con tutta l‘eredità e il patrimonio tanto spirituale quanto etico del nostro comandante Hugo Chávez‖27. A sua volta, quando è stata pubblicata la Laudato Si, il dittatore di Caracas ha dichiarato solennemente, sulla rete nazionale della radio e della TV di Stato: ―Dal Venezuela, salutiamo questa enciclica papale e facciamo nostri i suoi concetti per la costruzione di un nuovo ecologismo umano, che in Venezuela chiamiamo eco-socialismo‖28. Una menzione speciale merita, tuttavia, il finanziamento che la Open Society Foundation, del milionario George Soros, ha dato a organizzazioni non governative americane per agire all‘interno degli ambienti cattolici degli Stati Uniti al fine di creare una ―massa critica‖ di Vescovi e laici in appoggio alle priorità di Papa Francesco. L‘associazione WikiLeaks ha pubblicato una email inviata dalla PICO, una delle organizzazioni finanziate da Soros, a John Podesta, uno dei responsabili della campagna presidenziale di Hillary Clinton, in cui si forniva un rapporto sulla riunione in Vaticano: ―Papa Francesco, come leader di statura globale, sfiderà [nel suo viaggio negli Stati Uniti] la ‗idolatria del mercato‘ negli USA e suonerà uno squillo di tromba per opporsi alle politiche che promuovono l‘esclusione e la indifferenza nei confronti dei più emarginati‖, diceva il messaggio29. Mesi dopo, in una lettera di saluto all‘Incontro Regionale dei Movimenti Popolari in California,

27

http://www.elmundo.es/america/2014/01/22/52dfb8a0e2704e994a8b4570.html.

28

http://avn.info.ve/contenido/venezuela-asume-carta-enc%C3%ADclica-del-papafrancisco-para-construcci%C3%B3n-del-ecosocialismo. 29

https://spectator.org/the-unholy-alliance-between-george-soros-and-pope-francis/.

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Francesco ha elogiato pubblicamente la PICO, che è stata uno degli sponsor dell‘incontro30. Inquietante è anche il sostegno dato alle iniziative papali da fondazioni miliardarie che promuovono una agenda apertamente anticristiana, così come la simpatia che dimostrano verso questo pontificato leader e istituzioni pubblicamente legate alla Massoneria. Questo fatto sorprendente è stato denunciato dal noto vaticanista Marco Tosatti sul suo blog Stilum Curiae, sotto il titolo ―L‘amore straordinario della Massoneria per il Pontefice. Uno studio documenta una storica ‗prima volta‘‖31. Vi si elencano 62 casi documentati di dichiarazioni di noti massoni in giornali di grande tiratura e di articoli pubblicati in riviste massoniche accessibili al pubblico che contengono elogi a Papa Francesco, al suo magistero e alla sua condotta32.

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―Voglio qui anche rilevare il lavoro della Rete Nazionale PICO e delle organizzazioni promotrici di questo incontro. Ho saputo che PICO significa ‗persone che migliorano le loro comunità attraverso l‘organizzazione‘. Che buona sintesi della missione dei movimenti popolari: lavorare nella vicinanza, assieme al prossimo, organizzati fra di voi, per portare avanti le nostre comunità‖ (http://movimientospopulares.org/es/carta-del-papa-francisco-a-los-movimientos-popularesmodesto-california-16-19-feb-2017/). 31

http://www.marcotosatti.com/2017/04/09/lamore-straordinario-della-massoneria-per-ilpontefice-uno-studio-documenta-una-storica-prima-volta/. 32

Un esempio esplicito di questa simpatia è il commento pubblicato dal fratello John Murray Louderback, Primo Vigilante della Loggia San Giovanni n°9 di Seattle (USA), nel numero di ottobre 2015 della rivista della stessa: ―Ho trovato il discorso del Papa alla plenaria del Congresso [a Washington] di natura molto massonica. Egli ha parlato a partire da una verità universale e dalla comprensione dell‘amore di Dio per la terra e per l‘umanità. Il suo messaggio non è stato partitico né settario. Papa Francesco comprende che se noi distruggiamo la madre terra distruggiamo noi stessi. Egli ha parlato direttamente ai leader del mondo sulla interconnessione di tutte le forme di vita. Ci ha incoraggiato a promuovere il bene comune di tutto il genere umano. Tutto ciò mi sembra simile a un messaggio massonico‖ (Ibid. n° 49). Sul ruolo della Massoneria nel processo rivoluzionario, si può vedere l‘enciclica Humanum Genus, di Papa Leone XIII (http://w2.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_lxiii_enc_18840420_humanum-genus.html ) e il saggio Rivoluzione e Contro-Rivoluzione

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―Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei‖, dice il proverbio basato sulla multisecolare esperienza dei popoli. Ovviamente, in assenza di altri indizi, questo non può essere ritenuto un criterio assoluto, sotto pena di incorrere in un giudizio temerario. Ma non v‘è dubbio che serve come controprova, che rafforza indizi positivi esistenti. Il plauso dei corifei della ―Modernità‖ alle dichiarazioni e iniziative di Papa Francesco mostrano, agli occhi del pubblico, che l‘attuale occupante il soglio pontificio sta promuovendo, di fatto, una rivoluzione senza precedenti nella Chiesa Cattolica e nei suoi rapporti con il mondo moderno. È per questo che, in qualità di laici cattolici la cui vocazione specifica è la consecratio mundi33, ossia l‘ordinamento delle realtà temporali secondo Dio34, dobbiamo domandarci se è obbligatorio per un cattolico accompagnare questo indirizzo o se, al contrario, è lecito resistere agli orientamenti e decisioni che lo portano avanti.

(Prima Parte, Capitolo VI, ―6. Gli agenti della Rivoluzione: la Massoneria e le altre forze segrete‖). 33 Pio XII, Discorso ai partecipanti al 2° Congresso Mondiale dell‘Apostolato dei Laici, http://w2.vatican.va/content/pius-xii/fr/speeches/1957/documents/hf_pxii_spe_19571005_apostolato-laici.html. 34 Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen Gentium, n° 31 http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vatii_const_19641121_lumen-gentium_it.html.

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Capitolo 10

La liceità della resistenza Davanti a questa situazione generale, è lecito non soltanto rimanere perplessi, ma persino resistere, secondo il modello insegnato da San Paolo (Gal 2, 11). Non si tratta di mettere in discussione l‘autorità pontifica, per la quale deve aumentare il nostro amore e la nostra venerazione. È proprio per l‘amore al Papato infatti che si deve resistere a gesti, dichiarazioni e strategie politico-pastorali, in contrasto con il depositum fidei e con la Tradizione della Chiesa. Se è vero che nessuna eresia può essere insegnata infallibilmente dai papi, è anche vero che un papa che non usa il carisma dell‘infallibilità, o che tratta una questione non coperta da quest‘ultimo, può errare. E, in questo caso, per amore alla verità e alla Chiesa, i fedeli possono e debbono resistere. Ogni fedele che ama la Chiesa è portato ad avere grande rispetto e affezione per il Papato, la Sacra Gerarchia e il magistero ecclesiastico. Questo legame spirituale, lo conduce a ritenere inimmaginabile o almeno ad ammettere difficilmente che la Chiesa possa qualche volta errare, persino in questioni disciplinari. Questo atteggiamento psicologico si è visto rafforzato dal rinnovato prestigio che il Papato ha raggiunto con la proclamazione dei dogmi del primato di giurisdizione del Successore di Pietro e della infallibilità pontificia, nella Costituzione Pastor Aeternus del Concilio Vaticano I, promulgata da Pio IX. Tuttavia, lungo il XX secolo e in modo più accentuato nella crisi manifestatasi soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II ‒ i cui episodi più noti sono consistiti nella rivolta di prelati e teologi progressisti contro documenti pontifici di tenore tradizionale, come le encicliche Humanae vitae e Veritatis Splendor ‒ ha iniziato a insinuarsi nell‘atteggiamento di alcuni dei migliori cattolici conservatori una - 204 -


posizione errata. Tali cattolici criticano il progressismo, non tanto perché si allontana dall‘insegnamento tradizionale, ma perché si oppone al magistero del Papa regnante. In tal modo, nel loro subconscio, la regola dell‘ortodossia smette di essere primariamente la concordanza con l‘insegnamento delle Sacre Scritture e della Tradizione, ma diviene la concordanza con il magistero più recente, come se questo fosse la massima regola della fede. Inevitabilmente, questo sviamento, che qualcuno ha chiamato ―magisterialismo‖1, è sfociato in una forma di positivismo magisteriale molto simile al positivismo giuridico. Così come quest‘ultimo sostiene che la legge è legge, non perché sia giusta, ma per il semplice fatto d‘essere stata promulgata dall‘autorità competente, il positivismo magisteriale afferma che, essendo il magistero corrente la regola suprema, deve essere vero tutto quanto afferma il Papa di turno e i vescovi che lo seguono2. In tal modo, le novità magisteriali implicite nel ―cambio di paradigma‖ promosso da Papa Francesco hanno creato una situazione paradossale: i conservatori contagiati dal ―magisterialismo‖ sono rimasti paralizzati davanti alla prospettiva di dover discordare con il Papa regnante, mentre, al contrario, gli antichi ribelli si sono trasformati in corifei del magistero papale. Di fatto, prelati, teologi e intellettuali favorevoli al ralliement della Chiesa con la Modernità, ossia con la Rivoluzione anticristiana, ritengono che i fedeli cattolici sono obbligati in coscienza ad accompagnare il corso impresso alla Chiesa da Papa Francesco e che non è lecito di1

Don Chad Ripperger, ―Operative point of view‖, Christian Order, marzo 2001 (http://www.christianorder.com/features/features_2001/features_mar01.html). 2 Questo positivismo magisteriale è stato in parte favorito dall‘usanza dei Papi successivi al Concilio Vaticano II di poggiare di preferenza i loro insegnamenti, oltre che sulle Sacre Scritture, sui testi dell‘ultimo Concilio e sui documenti magisteriali postconciliari. Papa Francesco ha portato questa pratica di auto-referenzialità all‘estremo, citando in preferenza il proprio magistero.

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scordare con i suoi insegnamenti o resistere ai suoi orientamenti e alle sue decisioni in tal senso. Sintomatico di ciò, nel caso della controversia sulla comunione ai divorziati risposati, è che figure rappresentative della corrente progressista e prossima a Papa Francesco abbiano asserito che il suo chiaro cambio di orientamento sarebbe il risultato di un‘azione diretta dello Spirito Santo e dunque rifiutarlo equivarrebbe a opporsi ai disegni di Dio.

Davvero è preferibile “ingannarsi con il Papa che avere ragione contro di lui”? Il caso più espressivo è quello di mons. Pio Vito Pinto, decano della Rota Romana, il quale, in un‘intervista a Religión Confidencial, ha dichiarato che le persone che esprimono dubbi nei confronti di Amoris laetitia, mettono in questione ―due sinodi di vescovi sul matrimonio e la famiglia. Non un sinodo, ma due! Uno ordinario e l‘altro straordinario. Non si può dubitare dell‟azione dello Spirito Santo‖3. Pertanto, per questa corrente progressista, l‘opposizione a tali riforme non può che provenire dall‘egocentrismo4, dalla difesa egoista di antichi privilegi5 o semplicemente dalla paura della routine per timore del cambiamento6.

3

http://www.religionconfidencial.com/vaticano/Decano-Rota-Romana-Papacardenalato_0_2828717124.html. 4

Il cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di Washington, ha scritto sul suo blog personale quanto segue: ―Una delle cose che ho imparato in tutti questi anni, a partire da quei primi ingenui giorni del 1961 [i suoi anni di seminario], è che, prestando bene attenzione, si trova un filo conduttore che attraversa tutti questi dissidenti. Essi sono in disaccordo con il Papa, perché egli non è d‟accordo con loro e non segue le loro posizioni. Forse il dissenso sarà qualcosa che avremo sempre, deplorevole in quanto tale, ma avremo anche sempre Pietro e il suo successore come una roccia e una pietra di scandalo della nostra fede e della nostra unità‖ (http://cardinalsblog.adw.org/2015/02/pope-touchstone-faith-unity/).

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Ciò porta i paladini della corrente progressista a esigere un‘adesione totale al nuovo magistero senza fare le dovute distinzioni tra i diversi gradi di solennità degli insegnamenti pontifici e dell‘assenso dovuto agli stessi. Per esempio, in un‘intervista alla rivista gesuita degli Stati Uniti, il cardinale Donald Wuerl, parlando degli oppositori alla linea seguita dall‘attuale pontefice, ha affermato: ―la Chiesa ‗con e sotto Pietro‘ va avanti. C‘è sempre gente scontenta con quel che succede nella Chiesa, ma la pietra di scandalo del cattolicesimo autentico è l‘adesione all‟insegnamento del Papa. La roccia è Pietro, la pietra dello scandalo è Pietro e, come dice il Santo Padre, è la garanzia dell‘unità. (...) Essi [i Papi] sono la pietra di scandalo dell‘autenticità della fede‖7.

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Il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, coordinatore del Consiglio che assiste il Papa nella riforma della Curia, riferendosi nominalmente al Cardinale Burke, ha scritto nella prefazione di un recente libro-intervista: ―Quel cardinale che sostiene questo è un uomo deluso, in quanto voleva il potere e lo ha perso. Credeva di essere la massima autorità degli Stati Uniti‖ (http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2017/5/19/SCONTRO-SU-PAPAFRANCESCO-Card-Maradiaga-Burke-pover-uomo-in-conclave-lobby-anti-Bergoglio/765004/). 6

Il cardinale Donald Wuerl, sollecitato dalla rivista dei gesuiti degli Stati Uniti su quale sarebbe il motivo dell‘opposizione a Papa Francesco, ha risposto: ―Penso che esso emerge a vari livelli. Emerge quando il Santo Padre pensa a una struttura che includa tutte le istituzioni che fanno parte della Santa Sede, come la Segreteria di Stato, dicasteri, congregazioni, e domanda se ciò non dovrebbe essere analizzato per vedere se sta realmente funzionando come dovrebbe. Non appena si tocca uno di questi, si interferisce con interessi personali, dunque ci sarà sempre qualche opposizione, a causa dell‘istinto naturale di dire ‗si è sempre fatto così, perché bisogna cambiare?‘ (...) Ci sono anche alcuni che, penso, si sentono molto sconfortati; tutto era garantito e sicuro e ora è messo in questione. Si chiede loro di esaminare come stano svolgendo le cose di routine e Francesco chiede loro di verificare se quella sia realmente la migliore maniera di fare‖ (https://www.americamagazine.org/faith/2017/03/06/cardinal-wuerl-popefrancis-has-reconnected-church-vatican-ii). 7

https://www.americamagazine.org/content/dispatches/cardinal-wuerl-calls-out-popesopponents.

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Criticando esplicitamente uno dei cardinali firmatari dei dubia sull‘interpretazione di Amoris laetitia, il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras) e coordinatore del Consiglio dei 9 per la riforma della Curia, in un libro lanciato nel 2017 in Italia, è arrivato ad identificare la persona del Papa con il magistero della Chiesa: ―Egli [il cardinale Burke] non è il magistero: il Santo Padre è il magistero, ed è questi che insegna a tutta la Chiesa. Quell‘altro esprime soltanto le proprie idee, che non meritano altro commento. Sono le parole di un poveretto‖ (sic!). E alla fine ha aggiunto, senza le dovute distinzioni: ―I cardinali ‗papabili‘ che volevano gli altri [cioè, i conservatori] sono rimasti lì, mentre invece quello che voleva il Signore è quello che è stato eletto8; dunque, il dissenso è logico e comprensibile, non tutti possiamo pensare allo stesso modo; però è Pietro che guida la Chiesa e, dunque, se abbiamo fede dobbiamo 8

Nel 1997, rispondendo a una domanda della Tv bavarese se fosse lo Spirito Santo ad eleggere il Papa, l‘allora cardinale Ratzinger ha affermato: ―Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo che sceglie il Papa… Io direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della situazione, ma da buon educatore, per così dire, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza abbandonarci del tutto. Dunque il ruolo dello Spirito Santo dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che Egli detti il candidato per cui si deve votare. Probabilmente l‘unica sicurezza che Egli offre è che la cosa non possa essere interamente disastrosa‖ (http://ideas.time.com/2013/03/11/doesthe-holy-spirit-choose-the-pope/). Nel caso specifico dell‘elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio, dalle rivelazioni di Jürgen Mettepenningen e Karim Schelkens nella loro biografia del cardinale Godfried Daneels, è risultata chiara l‘esistenza di una autonominata ―mafia di San Gallo‖ e che nel conclave del 2013 vi fu una forte interferenza di fattori molto umani e difficilmente associabili allo Spirito Santo. A questo proposito, in un‘intervista Karim Schelkens ha detto: ―L‘elezione di Bergoglio è stata preparata a San Gallo, non ci sono dubbi. E le principali linee del programma che il Papa sta portando avanti sono quelle che Daneels e compagnia hanno iniziato a discutere più di dieci anni fa‖ (http://www.knack.be/nieuws/mensen/godfried-danneels-was-aljaren-in-de-weer-als-king-maker-van-paus-franciscus/article-longread-607599.html). Posteriormente, i giornalisti hanno chiarito che avevano detto soltanto che ―l‘elezione di Bergoglio corrispondeva agli obiettivi di San Gallo‖ (http://www.ncregister.com/blog/edward-pentin/st.-gallen-group-not-a-lobby-group-sayauthors).

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rispettare le scelte e gli stili del Papa venuto dalla ‗fine del mondo‘. (...) Se dicono di trovare qualche eresia tra virgolette nelle parole di Francesco, si sbagliano di grosso perché pensano soltanto come uomini e non come il Signore vuole. (…)‖. Il cardinale Maradiaga conclude la prefazione del suo libro dicendo che bisogna avere una lealtà incondizionata a colui che occupa la cattedra di Pietro: ―Prima si chiamava Benedetto XVI, prima ancora si chiamava Giovanni Paolo II e via dicendo. Quello che mi chiede Gesù è di essere leale a Pietro. Chi non fa questo cerca solo popolarità‖9. L‘ex presidente della piccola Conferenza Episcopale della Grecia, il cappuccino mons. Fragkiskos Papamanolis, vescovo emerito di Syros, Santorini e Creta, è arrivato ad affermare che i cardinali che hanno presentato i dubia, oltre al peccato di scandalo, hanno commesso ―il peccato di eresia (e di apostasia? Così, infatti, cominciano gli scismi nella Chiesa)‖. E ha aggiunto: ―Dal vostro documento appare chiaro che, in pratica, non credete alla suprema autorità magisteriale del papa, rafforzata da due Sinodi dei vescovi provenienti da tutto il mondo. Si vede che lo Spirito Santo ispira solo voi e non il vicario di Cristo e neppure i vescovi riuniti in Sinodo‖10. Persino in una materia tanto contingente com‘è quella dell‘immigrazione, apparentemente non sarebbe lecito dissentire da Papa Francesco. Il giornalista Laurent Dandrieu nel suo menzionato libro racconta il significativo caso del sacerdote Christian Venard, cappellano militare, che, dopo le sorprendenti dichiarazioni papali in cui ha parago-

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Oscar A. Rodríguez Maradiaga e Antonio Carriero, Solo il Vangelo è rivoluzionario: La Chiesa di oggi e quella di domani nelle riforme di Francesco, http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2017/5/19/SCONTRO-SU-PAPAFRANCESCO-Card-Maradiaga-Burke-pover-uomo-in-conclave-lobby-anti-Bergoglio/765004/. 10

http://www.settimananews.it/vescovi/lettera-aperta-ai-4-cardinali/.

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nato la violenza islamista con la supposta violenza cattolica, ha scritto un primo articolo intitolato ―Papa Francesco e la ‗violenza cattolica‘: stupore, riflessione e riverenza‖11. Ma la settimana successiva si è visto costretto a scrivere un secondo articolo intitolato ―Preferisco ingannarmi con il Papa che avere ragione contro di lui‖, il cui sottotitolo recitava ―Della necessità di seguire il Santo Padre in qualsiasi circostanza‖ 12, eccettuando soltanto il peccato come si legge nel corpo dell‘articolo. Altro esempio di promozione di un‘accettazione incondizionata è stata fornito dal teologo Ashley Beck, professore di dottrina sociale della Chiesa all‘Università di St Mary‘s, nel sud-est di Londra, riguardo la Laudato Sì: ―Mentre la Chiesa permette punti di vista divergenti in alcune materie (Laudato Si, 61), non siamo liberi di dissentire dagli insegnamenti di questa enciclica, allo stesso modo non siamo liberi di dissentire dall‘insegnamento cattolico sulle altre questioni morali‖13.

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https://fr.aleteia.org/2016/08/02/le-pape-francois-et-la-violence-catholique-stupefactionreflexion-et-reverence/. 12

https://fr.aleteia.org/2016/08/12/je-prefere-me-tromper-en-suivant-le-pape-que-davoirraison-contre-lui/ Portando questa posizione all‘estremo, il sociologo Massimo Introvi-

gne, in un dossier su ―La realtà del fondamentalismo cattolico‖, ha condannato la pubblicazione di un‘analisi critica di Amoris laetitia da parte dell‘Istituto Plinio Corrêa de Oliveira. In tale studio, l‘Istituto riconosce che l‘esortazione è parte del magistero ordinario ma rifiuta l‘assenso a quelle affermazioni dissonanti con la dottrina cattolica, il che, secondo il sociologo, collocherebbe l‘entità nel campo del fondamentalismo‖. E quale sarebbe l‘errore principale di questo supposto fondamentalismo? È che ―Gesù non ha scritto libri, non ha lasciato nulla di scritto, a differenza degli altri fondatori di religioni. (...) Muhammad ha lasciato il Libro da seguire, Gesù ha lasciato la Chiesa: «Chi ascolta voi ascolta me» (Lc 10, 13). Ha lasciato delle persone. Che si potevano e si possono incontrare. Perciò sono cattolico se seguo la persona del papa, non un testo ipotetico più o meno fossilizzato‖, identificato con la Tradizione (La realtà del fondamentalismo cattolico, in http://www.lanuovaeuropa.org/articoli/dossier/larealt%C3%A0-del-fondamentalismo-cattolico). 13 http://www.catholicherald.co.uk/commentandblogs/2015/06/19/no-catholic-is-free-todissent-from-the-teaching-of-laudato-si/.

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Cosa pensare di queste considerazioni? Sono esse dottrinalmente accettabili e fattualmente oggettive e giuste? Davvero è meglio, come asserisce il cappellano militare francese, ―ingannarsi con il Papa, che avere ragione contro di lui‖? Lo Spirito Santo ci chiede di rinunciare alla nostra ragione? O piuttosto Egli nutre il nostro sensus fidei in modo che rimaniamo fedeli alle verità perenni e immutabili della fede cattolica, anche se ciò comportasse resistere alle autorità ecclesiastiche?

Lo Spirito Santo non è stato promesso per predicare una nuova dottrina Non serve essere specialisti in ecclesiologia per comprendere che l‘autorità e l‘infallibilità papali hanno dei limiti e che il dovere di ubbidienza non è assoluto. Questa posizione equilibrata può essere sintetizzata nelle seguenti verità che fanno parte del patrimonio intellettuale e spirituale di ogni cattolico ben formato: -Per fede sappiamo che per volontà espressa dallo stesso Gesù Cristo, il Papa, in qualità di successore di Pietro cui sono state date le chiavi del Regno, è capo della Chiesa visibile, il che spiega non soltanto tutto il nostro amore per lui (il Papa è ―il dolce Cristo in terra‖, come diceva santa Caterina di Siena), ma anche l‘ubbidienza ai suoi insegnamenti e decisioni, in quanto Dottore e Pastore universale del gregge di Cristo. Ciononostante, come ha ricordato opportunamente e concisamente mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, in un‘intervista al portale cattolico Rorate Coeli, ―la Chiesa non è proprietà privata del Papa. Il Papa non può dire: ‗Io sono la Chiesa‘, come ha fatto il re di Francia Luigi XIV, che diceva: ‗L‟État, c‟est moi !‘ [Lo

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Stato sono io!] Il Papa è soltanto il Vicario, non il successore di Cristo‖14. Di fatto il Papa – il cui ministero supremo è quello di ―confermare i suoi fratelli‖ (Lc 22, 32) – è il primo a dover custodire, interpretare e annunziare al mondo la Parola di Cristo, senza aggiungere né togliere niente (Dt 4, 2). Come dice l‘apostolo san Paolo, ―se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema!‖ (Gal 1, 8). Perciò, il Concilio Vaticano I, nel preambolo della Costituzione Pastor Aeternus che definisce l‘infallibilità pontificia, dichiara solennemente che ―lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede‖15. Non c‘è dubbio che il soffio dello Spirito Santo ―rinnova la faccia della terra‖ (Sal 103, 30) e conduce la Chiesa alla pienezza della verità (Gv 16, 13), avvalendosi del suo magistero vivo – in specie del magistero pontificio – per mediare e attualizzare l‘insegnamento divino immutabile. Ma Egli lo fa non nel senso di insegnare verità nuove, ma di approfondire meglio le stesse parole rivelate che non passano (Mt 24, 35). Il Magistero, pertanto, non contiene e non propone nessuna novità, ma ribadisce e approfondisce in una maniera nuova la stessa verità contenuta nelle Scritture e nella Tradizione: non nova sed nove. Dunque, nell‘esercizio del Magistero non deve esserci la minore ombra di contraddizione fra verità antiche e nuove, perché le verità contenute

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http://adelantelafe.com/exclusiva-rorate-caeli-entrevista-al-obispo-athanasius-schneiderfsspx-la-mujer-y-el-lavado-de-pies-consagracion-de-rusia-obispos-antipastorales-y-muchomas/ 15 https://w2.vatican.va/content/pius-ix/it/documents/constitutio-dogmatica-pastor-aeternus18-iulii-1870.html

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nel deposito della fede sono immutabili e lo sviluppo della sua comprensione deve essere ―nel medesimo senso, secondo una stessa interpretazione‖ (Commonitorium di san Vincenzo di Lerino, 23)16. Non sussisterebbe la verità cattolica, non ci sarebbe vera Tradizione, se ci fosse contraddizione fra un insegnamento e una disciplina nuovi e un insegnamento o disciplina immemoriali17.

Ci sono occasioni in cui è legittimo sospendere prudenzialmente l’assenso L‘infallibilità dell‘insegnamento – ossia la non contraddizione con il deposito della fede – è stata garantita alla Chiesa unicamente in due situazioni ben precise: a. nelle dichiarazioni solenni (ex cathedra) del Papa o di un Concilio riunito e approvato dal Papa; e b. nell‘insegnamento

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―Forse che nella Chiesa di Cristo nessun progresso sarà possibile per la religione? Certo che ci sarà, e grandissimo! Chi sarebbe tanto avverso agli uomini e ostile a Dio da impedirlo? A condizione però che si tratti di vero progresso nella fede, non di alterazione. Progresso significa che una cosa si accresce rimanendo sé stessa; nell'alterazione, invece, una cosa si modifica trasformandosi in un'altra. Cresca dunque, e progredisca in ogni modo possibile, l'intelligenza, la scienza, la sapienza dei singoli e della collettività, di ogni individuo come di tutta la Chiesa, secondo il progredire dell'età e dei secoli: purché questo avvenga esattamente secondo la loro peculiare natura, cioè nello stesso dogma, nel medesimo senso, secondo una stessa interpretazione‖ (http://www.certosini.info/lezion/Santi/28%20ottobre%20santi%20simone%20e%20giuda.ht m). 17 È assurdo, dunque, quanto asserito dall‘attuale Preposito Generale della Compagni di Gesù, padre Sosa Abascal, ovvero che è necessario ―contestualizzare‖ le parole di Gesù riguardo l‘indissolubilità del matrimonio, con il pretesto che ―a quel tempo nessuno aveva un registratore per inciderne le parole‖ (http://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-personalita/672-gesuiti-padre-sosaparole-di-gesu-da-contestualizzare.html), perché tali parole di Nostro Signore sono state accettate, sin dai primordi della Chiesa, ―nel medesimo senso, secondo una stessa interpretazione‖.

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ordinario universale dei vescovi in unione con il Papa18, ovvero, in quello che è stato insegnato ―dovunque, sempre e da tutti‖19. Quindi, gli insegnamenti del magistero quotidiano o autentico che non godono di nessuna antichità e presentano novità, non sono rivestiti dal carisma dell‘infallibilità e per ciò stesso non sono regola prossima della fede (la quale non ammette nessun dubbio), e a essi si deve dare, non un assenso di fede, ma soltanto un assenso religioso di intelligenza e di volontà20. 18

Costituzione Dei Filius del Concilio Vaticano I: ―Quindi si devono credere con fede divina e cattolica tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio, scritta o trasmessa per tradizione, e che vengono proposte dalla Chiesa, o con solenne definizione, o con il magistero ordinario e universale, come divinamente ispirate, e pertanto da credersi.‖ (http://www.vatican.va/archive/hist_councils/i-vatican-council/documents/vati_const_18700424_dei-filius_it.html). 19 Commonitorium di s. Vincenzo di Lerino: ―È sommamente necessario di fronte alle molteplici tortuosità dell'errore, che l'interpretazione dei profeti e degli apostoli sia regolata sulla linea e sulla norma del senso ecclesiastico e cattolico. Nella Chiesa cattolica bisogna aver gran cura di ritenere ciò che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti. Questo infatti è veramente e propriamente cattolico, secondo l'idea di universalità espressa dal significato e dalla forza della parola stessa. Gli insegnamenti della Chiesa avranno dunque per regola l'universalità, l'antichità, il consenso generale. Seguiamo l'universalità, quando confessiamo come vera ed unica fede quella che la Chiesa intera professa per tutto il mondo. Seguiamo l'antichità, quando non ci scostiamo per nulla dai sentimenti che notoriamente proclamarono i nostri predecessori e i nostri santi padri. Seguiamo il consenso generale, infine, quando abbracciamo le definizioni e le dottrine di tutti o quasi i vescovi e i dottori‖ (ibid). 20 Al magistero quotidiano o autentico del Romano Pontefice, dice l‘autorevole teologo gesuita Domenico Palmieri (1829-1909), ―si deve, secondariamente, anche un certo assenso religioso, quando non c‘è niente che suggerisca (suadeat) prudentemente a una sospensione dell‘assenso. Spiego i termini. Non diciamo che si deve un assenso di fede cattolica, poiché una dottrina da professare (tenenda) non è proposta qui dalla Chiesa. Non diciamo che è dovuto l‘assenso formale di fede divina, poiché questo assenso si deve alla proposizione infallibile che consta essere tale, e nella nostra ipotesi, tale proposizione non esiste. Non diciamo che si tratta di assentimento metafisicamente certo, poiché non esistendo la certezza dell‘infallibilità, non appare, perciò stesso, come impossibile l‘errore e, dunque, si vede che l‘opposto può essere vero. Se esiste tale conoscenza, non può esserci spazio per la certezza metafisica. Diciamo, allora, che l‟assenso è moralmente certo e se, in seguito, appaiono motivi, siano veri che falsi, ma originati da un errore incolpevole, che portino a concludere in altra maniera

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Ora, quando appare chiaramente una contraddizione tra una novità magisteriale e l‘insegnamento tradizionale – o quando un insegnamento o una precisazione sono chiaramente contrari alla ragione (come nella questione dell‘immigrazione o dell‘agenda ecologica radicale) – non è obbligatorio “errare con il Papa”21, essendo perfettamente legittimo sospendere prudenzialmente l‟assenso22 e persino fargli una “correzione fraterna”23. Vale per il magistero pontificio o per i gesti e atteggiamenti del Papa ciò che mons. Brunero Gherardini, a lungo decano della facoltà di Teologia dell‘Università Lateranense, ha affermato, con la sua profondità abituale, nei confronti del magistero della Chiesa in (quanto alla materia insegnata), diciamo che l‟assenso non è dovuto, visto che, in quelle circostanze, la volontà non agisce imprudentemente al sospendere l‟assenso (https://scutumfidei.org/2013/02/20/assentimento-ao-magisterio-parte-final-doutrinacomum-dos-teologos-e-bibliografia/). 21 Nell‘articolo ―Può esserci errore in un documento del Magistero pontificio o conciliare?‖ (Catolicismo, luglio 1969), Arnaldo V. Xavier da Silveira, basandosi sui migliori teologi, dimostra la tesi che ―in un documento papale può esserci errore per il fatto che non adempie le quattro condizioni dell‘infallibilità‖, e aggiunge che ―il semplice fatto che i documenti del Magistero siano divisi in infallibili e non infallibili, lascia aperta, in tesi, la possibilità dell‘errore in qualche caso dei non infallibili‖. 22 Cfr. testo di Domenico Palmieri, nota sopra n° 20. 23 In un‘intervista al National Catholic Register, già citata, il cardinale Raymond Burke ha dichiarato: ―Esiste, nella Tradizione della Chiesa, la pratica della correzione al Romano Pontefice. È qualcosa certamente di non comune. Ma, se non c‘è risposta a queste questioni [i dubia] allora io direi che sarebbe il caso di fare un atto formale di correzione per un grave errore (...). Obbligatorio in questi casi, e storicamente è accaduto, che cardinali e vescovi chiariscono che il Papa sta insegnando un errore e gli chiedano di correggerlo‖ (http://www.ncregister.com/daily-news/cardinal-burke-onamoris-laetitia-dubia-tremendous-division-warrants-action). Il prof. Roberto de Mattei ricorda in un articolo che, oltre gli oneri e i privilegi, i cardinali hanno obblighi precisi, e ―tra questi doveri c‘è quello di correggere fraternamente il Papa quando commette errori nel governo della Chiesa, come accadde nel 1813, quando Pio VII firmò l‘infausto Trattato di Fontainebleau con Napoleone, o nel 1934 quando il cardinale decano Gennaro Granito di Belmonte, ammonì Pio XI, a nome del Sacro Collegio, per l‘uso sconsiderato che faceva delle finanze della Santa Sede‖ (I doveri irrinunciabili dei cardinali di Santa Romana Chiesa, https://www.corrispondenzaromana.it/i-doveriirrinunciabili-dei-cardinali-di-santa-romana-chiesa/).

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generale: ―Il Magistero non è una superchiesa che imponga giudizi e comportamenti alla Chiesa stessa; né una casta privilegiata al di sopra del popolo di Dio, una sorta di potere forte al quale è doveroso obbedir e basta. (...) Troppo spesso, però, si fa dello strumento un valore a sé e si fa appello ad esso per troncare sul nascere ogni discussione, come se esso fosse al di sopra della Chiesa e come se davanti a sé non avesse la mole enorme della Tradizione da accogliere, interpretare e ritrasmettere nella sua integrità e fedeltà‖24.

La resistenza pubblica agli insegnamenti errati è legittima Ancor più, nei casi gravi è legittimo resistere pubblicamente ai pastori, persino al Pastore Supremo, quando la resistenza privata o il semplice silenzio ossequioso non siano sufficienti perché i fedeli rimangano forti nella fede (1 Pt 5, 9), perché la fede della Chiesa sia salvaguardata o ancora perché possa essere difeso quel poco che rimane di cristiano nei paesi dei quali i fedeli sono cittadini. Sono innumerevoli i trattatisti della miglior caratura che riconoscono esplicitamente la legittimità della resistenza pubblica alle decisioni o insegnamenti sbagliati dei pastori, compreso il Sovrano Pontefice. Essi sono stati ampiamente citati dallo studio di Arnaldo Xavier da Silveira 24

http://disputationes-theologicae.blogspot.fr/2011/12/mons-gherardini-sullimportanza-ei.html. Il pericolo di questa ―strumentalizzazione‖ del magistero, allo scopo di far ac-

cettare le novità, è stata prevista con anticipo da un altro esponente della ―scuola romana‖, mons. Pietro Parente, poi cardinale, in un articolo del 10 febbraio 1942, pubblicato dall‘Osservatore Romano, in cui denunciava ―la strana identificazione della Tradizione (fonte di rivelazione) con il Magistero vivo della Chiesa (custode ed interprete della Divina Parola)‖. Di fatto, se la Tradizione e il Magistero sono la stessa cosa, la Tradizione smette di essere un deposito immutabile della fede e inizia a cambiare in conformità all‘insegnamento del Papa regnante. (https://www.radiospada.org/2013/10/allorigine-di-un-equivoco-scrittura-tradizione-chiesamagistero/).

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intitolato ―Resistenza pubblica a decisioni dell‘autorità ecclesiastica‖ e pubblicato dalla rivista Catolicismo nell‘agosto 196925. Il primo di questi grandi autori citati è lo stesso san Tommaso d‘Aquino26, seguito da san Roberto Bellarmino27, Suárez28, Vitória29, Cornelio A Lapide30, WernsVidal31 e Peinador32. 25

http://permanencia.org.br/drupal/node/994#footnoteref34_1b0sm88.

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"Quando ci fosse un pericolo per la fede, i sudditi sarebbero tenuti a rimproverare i loro prelati anche pubblicamente. Perciò S. Paolo, che pure era suddito di S. Pietro, per il pericolo di scandalo nella fede lo rimproverò pubblicamente. E S. Agostino [Glossa ord. su Gal 2, 14] commenta: ‗Pietro stesso diede l‗esempio ai superiori di non sdegnare di essere corretti dai sudditi, quando capitasse loro di allontanarsi dalla giusta via‘ ‖ (Summa II-II, q. 33, a. 4, s. 2). Studiando l‘episodio in cui san Paolo ha resistito in faccia a san Pietro così scrive san Tommaso: ―La riprensione fu giusta e utile, e il suo motivo non fu di poco conto: si trattava di un pericolo per la preservazione della verità evangelica (…). Il modo della riprensione fu conveniente, perché fu pubblico e manifesto. Perciò san Paolo scrive: ―Parlai a Cefa‖, cioè a Pietro, ―di fronte a tutti‖, perché la simulazione operata da san Pietro comportava un pericolo per tutti. In 1 Tim. 5, 20 leggiamo: ―coloro che hanno peccato, riprendili di fronte a tutti‖. Questo si deve intendere dei peccatori manifesti, e non di quelli occulti, perché con questi ultimi si deve procedere secondo l‘ordine proprio alla correzione fraterna‖ (ad Gal., vol. I, 2, 11-14, lect. III, nn. 83-84). ―Ai prelati (fu dato esempio) di umiltà, perché non rifiutino di accettare richiami da parte dei loro inferiori e soggetti; e ai soggetti (fu dato) esempio di zelo e libertà, perché non temano di correggere i loro prelati, soprattutto quando la colpa è stata pubblica ed è ridondata in pericolo per molti‖ (ad Gal, vol. I, 2, 11-14, lect. III, n.77). 27 ―Così come è lecito resistere al Pontefice che aggredisce il corpo, così pure è lecito resistere a quello che aggredisce le anime, o che perturba l‘ordine civile, o, soprattutto, a quello che tentasse di distruggere la Chiesa. Dico che è lecito resistergli non facendo quello che ordina e impedendo la esecuzione della sua volontà: non è però lecito giudicarlo, punirlo e deporlo, poiché questi atti sono propri a un superiore‖ (De Rom. Pont., lib. II, c. 29). 28 ―Se (il Papa) emana un ordine contrario ai buoni costumi, non gli si deve ubbidire; se tenta di fare qualcosa di manifestamente contrario alla giustizia e al bene comune, sarà lecito resistergli; se attaccherà con la forza, potrà essere respinto con la forza, con la moderazione propria della legittima difesa (cum moderamine inculpatae tutelae)‖ (De Fide, disp. X, sect. VI, n. 16). 29 ―Gaetano, nella stessa opera in cui difende la superiorità del Papa sul concilio, al cap. 27 dice: ‗Orbene, si deve resistere in faccia al Papa che pubblicamente di-

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strugge la Chiesa, per esempio concedendo benefici ecclesiastici solo per denaro o in cambio di servigi; e si deve negare, con tutta l‘ubbidienza e il rispetto, la presa di possesso di tali benefici da parte di coloro che li hanno comperati‘. ―E Silvestro [Prierias], alla parola Papa, par. 4, si chiede ‗Che cosa si deve fare quando il Papa, con i suoi cattivi costumi, distrugge la Chiesa?‘ E al par. 15: ‗Che fare se il Papa volesse, senza ragione, abrogare il diritto positivo?‘ A questo risponde: ‗Peccherebbe certamente; non gli si dovrebbe permettere di agire così, e non gli si dovrebbe ubbidire in quanto fosse cattivo; ma si dovrebbe resistergli con una riprensione cortese‘. ―Di conseguenza, se volesse dare tutto il tesoro della Chiesa o il patrimonio di san Pietro ai suoi parenti, se volesse distruggere la Chiesa, o fare altre cose di questo genere, non gli si dovrebbe permettere di agire in tale modo, ma si avrebbe l‟obbligo di opporgli resistenza. La ragione di questo sta nel fatto che egli non ha il potere per distruggere; quindi, constatando che lo fa, è lecito resistergli. ―Da tutto questo deriva che, se il Papa, con i suoi ordini e i suoi atti, distrugge la Chiesa, gli si può resistere e impedire l‟esecuzione dei suoi comandi (...) ―Seconda prova della tesi. Per diritto naturale è lecito respingere la violenza con la violenza. Ora, con tali ordini e dispense, il Papa esercita una violenza, perché agisce contro il diritto, come è stato provato sopra. Quindi è lecito resistergli. Come osserva Gaetano, non facciamo questa affermazione nel senso che qualcuno possa essere giudice del Papa o avere autorità su di lui, ma nel senso che è lecito difendersi. Chiunque, infatti, ha il diritto di resistere a un atto ingiusto, di cercare di impedirlo e di difendersi‖ (Obras de Francisco de Vitoria, pp. 486-487). 30 ―Che i superiori possano essere ripresi, con umiltà e carità, dagli inferiori, affinché la verità sia difesa, è quanto dichiarano, sulla base di questo passo (Gal. 2, 11), sant‘Agostino (Epist. 19), san Cipriano, san Gregorio, san Tommaso e altri sopra citati. Essi insegnano chiaramente che san Pietro, pur essendo superiore, fu ripreso da san Paolo (…). A ragione, dunque, san Gregorio dice (Homil. 18 in Ezech.): ‗Pietro tacque, affinché, essendo il primo nella gerarchia apostolica, fosse anche il primo nell‘umiltà‘. E sant‘Agostino affermò (Epist. 19 ad Hieronymum): ‗Insegnando che i superiori non devono rifiutare di lasciarsi richiamare dagli inferiori, san Pietro ha dato alla posterità un esempio più eccezionale e più santo di quello di san Paolo, insegnando che, nella difesa della verità, e con carità, ai minori è dato avere l‟audacia di resistere senza timore ai maggiori‘‖ (ad Gal., 2, 11). 31 ―I mezzi che si possono usare contro un cattivo Papa senza offendere la giustizia sono, secondo Suarez (Defensio fidei catholicae, lib. IV, cap. 6, nn. 17-18), l‘aiuto abbondantissimo della grazia di Dio, la speciale protezione dell‘Angelo custode, la preghiera della Chiesa universale, l‟ammonimento o correzione fraterna in segreto o anche in pubblico, e perfino la legittima difesa contro una aggressione sia fisica che morale‖ (Ius can., vol. II, p. 436).

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Analizzando i passaggi in cui certi autori sembrano legittimare soltanto l‘ossequioso silenzio, ma non la resistenza pubblica, il citato studio mostra che tali autori trattano di casi ordinari, ma non i casi straordinari in cui c‘è un ―pericolo prossimo per la fede‖ del popolo cristiano (San Tommaso), una manifesta ―aggressione alle anime‖ (San Roberto Bellarmino) o uno ―scandalo pubblico‖ (Cornelio A Lapide). ―Sostenere il contrario sarebbe misconoscere il ruolo fondamentale della fede nella vita cristiana‖, conclude A. Xavier da Silveira, e, nella sua opinione, questo è valido sia per gli insegnamenti dottrinali che per le decisioni disciplinari. Il diritto a seguire la via della fedeltà al Vangelo in materia di fede e di morale e, in materia contingente, la libertà di coscienza di seguire le proprie convinzioni (basate su analisi della propria ragione) sono tanto più inevitabili quando il ―cambiamento di paradigma‖ della Chiesa promosso da Papa Francesco, e descritto in questo studio, apre le porte alla penetrazione torrenziale della Rivoluzione anticristiana nella Chiesa. Tale cambiamento comporta una coazione della coscienza ben formata di milioni di cattolici, che si vedono spinti dalle più alte autorità della Chiesa Cattolica ad accettare  una nuova fede che non corrisponde, in certi punti essenziali, agli insegnamenti perenni di Nostro Signore Gesù Cristo;

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―‗Anche il suddito può essere obbligato alla correzione fraterna del suo superiore‘ (S. T. II-II, 33, 4). Infatti anche il superiore può essere spiritualmente bisognoso, e niente impedisce che da tale bisogno sia liberato dal suddito. Tuttavia ‗nella correzione nella quale i sudditi riprendono i loro prelati, bisogna agire in modo conveniente, cioè non con insolenza e asprezza, ma con mansuetudine e riverenza‘ (S. Theol., ibidem). Perciò, in generale il superiore deve sempre essere ammonito privatamente ‗Si tenga però presente che, essendovi pericolo prossimo per la fede, i prelati devono essere richiamati dai sudditi anche pubblicamente‘ (S. T., II-II, 33, 4, 2)‖ (Cursus Brevior Theol. Mor.", tomus II, vol. I, p. 287).

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 gli errori della filosofia gnostica e relativista della cosiddetta Modernità e della Rivoluzione anticristiana che ne costituisce il fulcro;  soluzioni politiche e socio-economiche o ipotesi scientifiche che non corrispondono alla conclusione cui si giunge dopo una riflessione matura e obiettiva. Questa coazione sulle anime è ancor più raddoppiata dal fatto che Papa Francesco sovente cerca di squalificare l‘atteggiamento di fedeltà ai dettami del Vangelo e della ragione con immagini ed epiteti offensivi che trovano ampia ripercussione nei grandi media e che favoriscono una vera ―caccia alle streghe‖ di coloro che dissentono dall‘orientamento dell‘attuale pontificato. ―Fondamentalisti‖, ―rigidi‖, ―ipocriti‖, ―duri di cuore‖, ―legalisti‖, ―restaurazionisti‖, ―casuisti‖, ―ragionieri dello Spirito‖, ―pelagiani‖, ―cupi‖, ―pietisti‖, ―dottori della legge‖, ―reazionari‖, etc., sono gli epiteti che Papa Francesco si compiace di usare per marchiare, senza nominarli esplicitamente, quanti criticano le sue opzioni pastorali e le idee che le fondamentano33. In realtà, in questo caso si applica ciò che ha commentato il vescovo Athanasius Schneider nei confronti delle discussioni nei due sinodi sulla famiglia: ―Nella grande crisi ariana del IV secolo, i difensori della divinità del Figlio di Dio anch‘essi sono stati apostrofati come ‗intransigenti‘ e ‗tradizionalisti‘. Sant‘Atanasio fu persino scomunicato da Papa Liberio e il Papa giustificò quest‘atto con l‘argomento che Atanasiano non era in comunione con i vescovi orientali, la maggioranza dei quali erano eretici o semi-eretici. In quella situazione, san Basilio il Grande 33

Un cattolico recentemente convertito che vive a Brighton (Regno Unito) e anima un blog sull‘attualità della Chiesa Cattolica ha deciso di stilare una compilazione di questi epiteti e l‘ha pubblicata con il titolo Il piccolo libro di insulti di Papa Francesco. Tale è stato il successo della compilazione, che egli l‘ha separata dal blog creando una pagina specifica che viene regolarmente aggiornata con nuove voci: http://popefrancisbookofinsults.blogspot.fr/.

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dichiarò quanto segue: ‗Soltanto un ‗peccato‘ è oggi castigato con severità: l‘osservanza attenta alle tradizioni dei Padri della Chiesa. Per questo motivo i buoni vengono spogliati delle loro cariche e cacciati nel deserto‘ (Ep. 243)‘. ―A dire il vero - prosegue mons. Schneider - i vescovi che appoggiano la santa Comunione per i ‗divorziati risposati‘ sono i nuovi Farisei e Scribi, giacché disprezzano il comandamento di Dio, contribuendo così a che gli adultèri continuino a provenire dal corpo e dal cuore dei semplici ‗divorziati risposati‘ (Mt 15, 19), e perché vogliono una soluzione esteriormente ‗pulita‘ ed essi stessi apparire ‗puliti‘ agli occhi dei potenti (i media, l‘opinione pubblica)‖ 34.

Il diritto di resistenza si trasforma in un dovere quando è in gioco il bene comune Nostro Signore nel Vangelo ci insegna a ―porgere l‘altra guancia‖ e a ―pregare per coloro che ci perseguitano‖ (Mt 5, 39-44). In ciò che corrisponde alle loro persone individuali, siamo sicuri che questi milioni di cattolici perplessi accettano con rassegnazione tale coazione sulle loro convinzioni razionali e sulla loro integrità morale. Ma essi possono, e a volte devono, parlare quando questi attacchi mettono a repentaglio non soltanto la loro stessa fede, ma quella di milioni di altri più deboli e persino la stessa esistenza delle loro nazioni. Posti davanti all‘alternativa di incrociare le braccia per non discordare con Papa Francesco o di resistere alle sue opzioni pastorali e socio-politiche, per una questione di coscienza essi possono vedersi costretti a ―resistergli in faccia‖, come san Paolo resistette a san Pietro (Gal 2, 11-14). Il modello di resistenza ferma, ma intrisa di venerazione e di rispetto per il Sommo Pontefice, sulla falsa riga della quale i cattolici posso 34

http://www.pch24.pl/against-pharisees,31907,i.html.

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condurre la propria reazione è la dichiarazione di resistenza alla Östpolitik di Papa Paolo VI redatta dal compianto prof. Plinio Corrêa de Oliveira nell‘anno 1974 e intitolata ―La politica di distensione vaticana verso i governi comunisti - Per la TFP: cessare la lotta? O resistere?‖, che nel suo capoverso cruciale affermava: ―Il vincolo di ubbidienza al Successore di Pietro, che mai romperemo, che amiamo dal più profondo della nostra anima, al quale tributiamo il meglio del nostro amore, questo vincolo noi lo baciamo nel momento in cui, macerati dal dolore, affermiamo la nostra posizione. E in ginocchio, fissando con venerazione la figura di S.S. Papa Paolo VI, noi gli manifestiamo tutta la nostra fedeltà. ―Con questo atto filiale diciamo al Pastore dei Pastori: la nostra anima è Vostra, la nostra vita è Vostra. Ordinateci ciò che desiderate. Solo non comandateci di incrociare le braccia di fronte al lupo rosso che attacca. A questo si oppone la nostra coscienza.‖35

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https://www.atfp.it/biblioteca/documenti-delle-tfp/698-la-politica-di-distensione-vaticanaverso-i-governi-comunisti.

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Conclusione Giunti alla fine di questo bilancio quinquennale del pontificato di Papa Francesco, riteniamo non sia temerario rispondere affermativamente alla domanda che ci siamo posti nel titolo: no, il cambiamento di paradigma non è uno sviluppo organico del magistero tradizionale della Chiesa cattolica; al contrario, assomiglia sempre più a un‘inversione di rotta. Pertanto, nella misura in cui tale cambiamento di paradigma non esprime nella sua purezza e integrità ciò che Nostro Signore Gesù Cristo ha insegnato, i fedeli possono e persino debbono opporre una lecita resistenza, anche pubblica, alle novità dottrinali che ne derivano e alle sue applicazioni pratiche. Questo atteggiamento di resistenza può e deve essere esercitato non soltanto in ciò che riguarda la riammissione degli adulteri alla mensa eucaristica, ma anche per quanto concerne la difesa della vita umana contro l‘aborto e l‘eutanasia, la difesa del matrimonio indissolubile e il riconoscimento legale delle unioni omosessuali; la difesa della proprietà privata e della libera iniziativa contro le politiche collettiviste e gli assalti dei cosiddetti ―movimenti sociali‖; il rifiuto della ideologia indigenista e del miserabilismo, proposti come soluzione a un presunto ―riscaldamento globale antropico‖ su cui però la comunità scientifica non è unanime; la difesa dell‘identità cristiana e della cultura nazionale sul tema dell‘immigrazione e, di conseguenza, il rifiuto dell‘islamizzazione dell‘Occidente e del relativismo filosofico e spirituale dell‘utopia ―multiculturale‖, così come il rifiuto della Ostpolitik vaticana con i regimi anticristiani che perseguitano i cattolici.

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È necessario, perciò, entrare in uno ―stato di resistenza‖ fintanto che il vero paradigma cattolico non torni ad essere la bussola che guida, ispira e vivifica tutta la vita della Chiesa. Tuttavia, resta una domanda: come relazionarsi con i pastori che fanno proprio e mettono in pratica il ―cambiamento di paradigma‖ di matrice bergogliana? Come rapportarsi con lo stesso Pastore dei pastori che lo promuove? La domanda è simile a quella posta da don Nicola Bux nel titolo, intenzionalmente provocatorio, del suo libro scritto nel 2010 sul nuovo rito del sacrificio eucaristico: Come andare a messa e non perdere la fede, a causa delle ambiguità del rito stesso e degli abusi liturgici che ne accompagnano la celebrazione. Alla fine di questo lavoro, probabilmente ci dovremmo domandare: come mantenere relazioni con i Pastori che promuovono il cambiamento di paradigma, a tutti i livelli, senza perdere la fede? Appare indispensabile evitare due ―soluzioni facili‖ e opposte. Da un lato, quella che dice: ―In fin dei conti, il Papa è il rappresentante di Cristo e i vescovi sono i successori degli Apostoli. Sono loro il ‗magistero vivo‘: chi sono io per giudicarli? Se il Papa e i vescovi che lo appoggiano si sbagliano, il problema è loro‖; dall‘altro, quella che afferma: ―Tutto questo è chiaramente eresia; dunque, chi lo patrocina non può essere Papa‖ cadendo così nel sedevacantismo, posizione che dispenserebbe dal dover resistere a un superiore, perché non si riconoscerebbe più la sua autorità. È necessario rifiutare questa falsa alternativa, riconoscendo Papa Francesco come il Vicario di Cristo sulla terra e i nostri vescovi diocesani come successori degli Apostoli, ma senza per questo smettere di ―resistere loro in faccia‖, come san Paolo resistette a san Pietro.

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Questa posizione equilibrata e coraggiosa prenderebbe quindi nella più alta considerazione le sagge parole di un grande canonista del XVII secolo, il padre Paul Laymann S.I., il quale scrive che ―mentre il Papa sia tollerato dalla Chiesa e riconosciuto pubblicamente come Pastore universale, egli continua a possedere realmente il potere del Papato, tale che tutti i suoi decreti non hanno meno forza di autorità di quanto avrebbero se egli fosse un vero credente, come Báñez e Suárez spiegano adeguatamente‖1. Questa via di mezzo, che evita i due scogli, è stata a suo tempo suggerita dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira ai dirigenti della TFP cilena come conclusione per il libro La Chiesa del silenzio in Cile, in cui veniva denunciata la collaborazione di una parte decisiva dell‘episcopato andino con la demolizione di quel paese promossa dal comunismo. La proposta ci sembra tanto più valida oggi, in cui un gran numero di membri della gerarchia e persino il Vaticano contribuiscono a demolire non solo la proprietà privata (come nel Cile di Salvador Allende), ma anche i valori assolutamente ―non negoziabili‖ e, soprattutto, la disciplina sacramentale della Chiesa Cattolica, così come, direttamente o indirettamente, la stessa fede cattolica e la sua morale. La via di mezzo menzionata cercava di rispondere alla seguente domanda: ―Posto il nostro atteggiamento di resistenza, e rivolgendo la nostra attenzione alla nostra vita spirituale di cattolici, siamo costretti, secondo la sana dottrina, ad andare insieme a questi Pastori e questi sacerdoti [demolitori] per ricevere dalle loro labbra gli insegnamenti della Chiesa e dalle loro mani i sacramenti?‖.

Theol. Mor., libro 2, tract 1, ch. 7, p. 153. Nello stesso senso scrive il domenicano Charles Billuart, vissuto nel XVIII secolo: ―Cristo, in virtù di una dispensa speciale, per il bene comune e la tranquillità della Chiesa, continua a dare giurisdizione persino a un Papa eretico, fintanto che egli non sia dichiarato manifestamente eretico dalla Chiesa‖ (Secunda Secundae, 4, Dissertazione sui vizi opposti alla fede, A.1). 1

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A partire dal presupposto secondo il quale ―affinché ci sia piena convivenza ecclesiastica è necessario che esista nei rapporti spirituali da pecora a pastore e da figlio a padre un livello minimo di fiducia e di concordia reciproche‖ e ―data la portata e l‘importanza che questi Pastori e sacerdoti danno all‘azione demolitrice‖, la calibrata risposta suggeriva che ―nell‟ordine concreto non ci sono condizioni per l‟esercizio abituale di questa convivenza” senza che essa ―non porti con sé rischio prossimo per la fede e grave scandalo per i buoni‖. Perciò, ―cessare la convivenza ecclesiastica‖ con tali pastori ―è un diritto di coscienza dei cattolici che la giudichino dannosa per la propria fede e vita di pietà, e scandalosa per il popolo fedele‖ 2. Se un qualsiasi lettore si sentisse disturbato da questa proposta – ritenendo che la sospensione della convivenza abituale con i Pastori demolitori equivalga a uno scisma, nonostante si riconosca pienamente la loro autorità e giurisdizione –, facciamo notare che questo diritto dei fedeli ingiustamente sottoposti a coazione è analogo al diritto della sposa e dei figli di un padre prevaricatore, che li aggredisce psicologicamente: senza abbandonare il focolare, essi possono legittimamente decidere di occupare le stanze più lontane della casa, al fine di proteggersi dalla sua cattiva influenza. Tale allontanamento della convivenza quotidiana e 2

Com‘è naturale, la proposta di interrompere la convivenza abituale con i Pastori demolitori non doveva essere messa in pratica in maniera universale, visto che ―è nella natura di questo processo [di demolizione] che le sue peculiarità non si sviluppino in modo assolutamente simultaneo. Al contrario, esso si trova più avanti qui e più in ritardo là‖. Trasposto il problema ai giorni di oggi, si direbbe che in materia di riammissione dei divorziati risposati civilmente all‘Eucaristia, ad esempio, la situazione non è uguale in Germania e nella vicina Polonia o in Africa. ―Bisogna considerare anche‖, continuava il documento, ―il caso di alcuni ecclesiastici il cui compromesso con il processo di demolizione esiste, ma a un grado circoscritto e molto tenue‖. Per la combinazione di queste due circostanze, il documento concludeva che ―è comprensibile che [alcuni] fedeli frequentino le chiese dei Pastori e sacerdoti che denunciamo e che altri si rifiutino di farlo e si allontanino da ogni relazione spirituale e religiosa abituale con tali ecclesiastici, anche in ciò che riguarda la vita sacramentale‖.

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abituale non rappresenta un misconoscimento dei vincoli coniugali e filiali indissolubili, né una mancanza contro il dovere di fedeltà dovuta al coniuge o al padre. Anzi, questo allontanamento può portare il padre manchevole a fare un esame di coscienza e a convertirsi facendo sì che riprenda la convivenza familiare normale. L‘analogia non è forzata, posto che, sulla base dell‘epistola di san Paolo agli Efesini ‒ ―il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo‖ (5, 23) ‒ i Padri della Chiesa e più tardi i canonisti medievali si sono serviti ampiamente della metafora del matrimonio mistico, simbolizzato dall‘anello episcopale, per descrivere in modo analogico le relazioni mantenute dal vescovo con la propria diocesi3. Se, da un lato, la metafora insiste nel dovere di fedeltà e di sottomissione della comunità diocesana in qualità di sposa, essa valorizza, dall‘altro, la posizione della donna, perché ricorda i suoi diritti e per il fatto di sottolineare i doveri dello sposo, ossia del vescovo. La metafora è valida, a fortiori, per rappresentare i rapporti fra il Papa e la tota Ecclesia. Omnis comparatio claudicat, almeno in parte. Il legame che unisce una coppia in matrimonio è indissolubile dopo la consumazione fisica dello stesso, mentre il matrimonio mistico fra il vescovo e la sua diocesi può essere sciolto dalla rinuncia o dal trasferimento del titolare ad un‘altra diocesi4 (per la rinunzia al Papato, nel caso della Chiesa univer3

La metafora è stata utilizzata da s. Cipriano, s. Efrem, s. Ambrogio e s. Gregorio Magno. Essa è divenuta frequente fra i canonisti medievali a partire da Uguccione da Pisa, intorno al 1190. V. Laurent Fontbaustier, La déposition du Pape hérétique: Une origine du constitutionnalisme ?, Mare & Martin, Paris, 2016, pp. 53-65. 4 Il cardinale Bernardin Gantin, Prefetto della Congregazione dei Vescovi fra il 1984 e il 1998, si espresse contro il ―carrierismo‖ favorito dall‘attuale pratica di trasferire i vescovi da una diocesi secondaria a un‘altra più importante. In un‘intervista al mensile 30 Giorni, dichiarò: ―Sia chiaro. Quello tra vescovo e diocesi viene raffigurato anche come un matrimonio; e un matrimonio, secondo lo spirito evangelico, è indissolubile. Il nuovo vescovo non deve fare altri progetti personali. Ci possono essere motivi gravi,

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sale). Ciò non impedisce che, mutatis mutandis¸ l‘analogia sia valida per la ricerca di una soluzione di autodifesa della ―sposa‖ ‒ ossia, di una comunità diocesana o del corpo universale dei fedeli ‒ di fronte ad un esercizio abusivo di potere da parte del ―sposo‖. Fatta eccezione di quanto detto, le situazioni sono analoghe ed è doveroso sottolineare che i diritti del coniuge che si vede forzato a separarsi vanno molto lontano. Il coniuge vittima di abuso ha, di fatto, il diritto di cessare completamente la convivenza, cambiando domicilio o espellendo dal domicilio familiare il coniuge manchevole. Il Codice di Diritto Canonico del 1983, ribadendo la legislazione immemoriale della Chiesa, stabilisce che i ―coniugi hanno il dovere e il diritto di osservare la convivenza coniugale, eccetto che ne siano scusati da causa legittima‖ (c. 1151). Oltre all‘adulterio non consentito né perdonato (c. 1152), si ha una causa legittima di separazione con permanenza del vincolo anche “se uno dei coniugi compromette gravemente il bene sia spirituale sia corporale dell'altro o della prole, oppure rende altrimenti troppo dura la vita comune‖5. Tale separazione può essere richiesta dall‘Ordinario ―per decisione propria, se vi è pericolo nell'attesa‖, con l‘unica restrizione che ―cessata la causa della separazione, si deve ricostituire la convivenza coniugale‖ (c. 1153). Nella legislazione civile di molti paesi di tradizione cristiana esiste ancora, sulle orme del diritto canonico, l‘istituzione della ―separazione

gravissimi, per cui l‘autorità decida che il vescovo vada, per così dire, da una famiglia a un‘altra. Nel fare questo l‘autorità tiene presente numerosi fattori, e tra questi non vi è certo l‘eventuale desiderio di un vescovo di cambiare sede‖ (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350531.html). 5 Il Codice pio-benedettino del 1917 sviluppava un poco di più le cause legittime della rottura della vita in comune: ―Se uno si ascrive a sette acattoliche, educa acattolicamente la prole, vive criminosamente, mette in pericolo l‘anima o il corpo del coniuge, lo sevizia, vi può essere causa di allontanamento per autorità dell‘Ordinario e può farsi subito anche di propria autorità, se è certa la causa e vi è qualche pericolo‖ (c. 1131).

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dei corpi‖ senza lo scioglimento del vincolo, il che comporta solo una distensione del legame coniugale, poiché l‘unico dovere ad essere dispensato è l‘obbligo della coabitazione. Tutti i restanti doveri originati dal matrimonio rimangono validi e specialmente il dovere di fedeltà all‘obbligo di aiuto nella necessità. Questa separazione totale senza lo scioglimento del vincolo, ammessa dal Diritto canonico e dalle legislazioni civili, rappresenta una soluzione più drastica di quella suggerita sopra, che consiste invece in una semplice sospensione dell‘esercizio abituale della convivenza – equivalente all‘abitare in stanze separate ma all‘interno della stessa casa – nei confronti di Pastori il cui gregge si sente psicologicamente aggredito dal tentativo di imposizione di un inaccettabile cambiamento di paradigma nell‘insegnamento, nella disciplina e nella vita della Chiesa. È questa moderazione nella resistenza che caratterizza la nostra proposta come una ―via di mezzo‖, che mantiene integri i legami di fedeltà tra i fedeli e i legittimi Pastori, ma che allo stesso tempo prende le misure prudenziali necessarie per preservare l‘integrità della fede e pratica la carità verso i più fragili, ad esempio i figli o i nipoti, evitando così che la convivenza abituale con prelati autodemolitori divenga per loro motivo di scandalo. Le analisi svolte sopra, così come la proposta di resistenza e di cessazione della convivenza abituale con i Pastori autodemolitori, sono quelle di un semplice laico, studioso delle grandi questioni dottrinali sollevate dallo scontro fra la Chiesa e la Rivoluzione anticristiana ai giorni nostri e guidato soltanto dal sensus fidei e dalla ragione illuminata dalla fede, ma senza alcuna specializzazione nella teologia, nella morale e o nel diritto canonico. Rimangono pertanto umilmente sottomesse alla considerazione dei Pastori fedeli che vogliono resistere al cambiamento di paradigma nella Chiesa, ma anche alle critiche degli studiosi – teologi, canonisti, filosofi - 229 -


e storici – e dei leader dei movimenti cattolici che non desiderano abbandonare la lotta in favore dei principi eterni del Vangelo nella nostra società. Se dovesse accadere – Deus avertat! – che l‘attuale divisione virtuale nel seno della Chiesa, favorita dal cambiamento di paradigma promosso dalle più alte autorità ecclesiastiche, si trasformi in una scissione formale, come qualcuno teme6, crediamo che i cattolici fedeli al loro battesimo debbano afferrarsi all‘insegnamento perenne del Magistero tradizionale e a quei pastori che lo trasmettono senza alterazioni, in attesa che lo Spirito Santo faccia tornare sulla buona strada quanti se ne sono allontanati, senza tuttavia tormentarsi per lo statuto canonico di questi ultimi, materia teologico-canonica delicata che sfugge totalmente alla competenza dei fedeli comuni e che è motivo di controversia persino fra gli specialisti. Nella confusione attuale, che rischia di aggravarsi in un futuro non troppo lontano, una cosa è certa: che i cattolici fedeli al loro battesimo giammai prenderanno l‘iniziativa di rompere il sacro legame di amore, venerazione ed obbedienza che li unisce al successore di Pietro e ai successori degli Apostoli, anche se questi ultimi potessero eventualmente opprimere le loro coscienze e autodemolire la Chiesa. Se, abusando del loro potere e cercando di forzarli ad accettare i loro traviamenti, tali prelati venissero a condannarli a causa della loro posizione di fedeltà al Vangelo e di resistenza all‘autorità, saranno questi pastori e non i cattolici fedeli i responsabili della rottura e delle sue conseguenze davanti a Dio, alla Chiesa e alla Storia, così come accadde a San Atanasio, vittima di un abuso di potere, tuttavia stella nel firmamento della Chiesa. Persino in tale circostanza estrema, e senza attenuare la loro legittima posizione di resistenza, questi fedeli devono continuare a pregare per i 6

Vedere la fine del capitolo 7 sopra.

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Pastori e per la loro conversione, come una buona madre di famiglia e i suoi figli continuano a fare per il marito e padre prevaricatore, dalla cui convivenza abituale si sono allontanati, nella speranza che, cessando la causa di separazione, possa essere restaurata quanto prima la vita coniugale e familiare comune. * * * Chiudiamo questo bilancio quinquennale del pontificato di Papa Francesco ribadendo ancora una volta la nostra fede incrollabile e la nostra fedeltà immutabile al primato di giurisdizione universale del Romano Pontefice e alla sua infallibilità ex cathedra, così come sono state definite dal Concilio Vaticano I, così come la verità di fede, contenuta nelle Sacre Scritture e proclamata dal Magistero universale ordinario, della indefettibilità della Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica e romana. Ovvero quella proprietà soprannaturale che garantisce la perennità e l‘immutabilità dei suoi elementi essenziali – la Fede, i Sacramenti e la Sacra Gerarchia –, fondata sulla promessa di Nostro Signore contenuta nel versetto con cui si chiude il Vangelo di San Matteo: ―Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo‖ (Mt 28, 20). Fiducia nell‘indefettibilità della Chiesa che è stata ancora più rafforzata dalle parole rivolte da suor Lucia, una delle veggenti di Fatima, all‘allora don Carlo Caffarra, primo presidente dell‘Istituto Giovanni Paolo II per Studi sulla Famiglia e il Matrimonio, che le aveva scritto annunciandole di aver consacrato i lavori del menzionato istituto al Cuore Immacolato di Maria: ―Padre, verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia. E coloro che lavoreranno per il bene della famiglia sperimen-

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teranno la persecuzione e la tribolazione. Ma non bisogna aver paura, perché la Madonna gli ha già schiacciato la testa‖7. ―Il futuro appartiene a Dio‖, ha scritto Plinio Corrêa de Oliveira, aggiungendo, pieno di un santo ottimismo: ―Davanti a noi si affacciano molte ragioni di tristezza e di apprensione, perfino nel guardare alcuni fratelli nella fede. Nel calore della lotta è possibile e perfino probabile che vi siano terribili defezioni. Ma è assolutamente certo che lo Spirito Santo continua a suscitare nella Chiesa mirabili e indomabili energie spirituali di fede, purezza, obbedienza e dedizione che al momento opportuno copriranno ancora una volta di gloria il nome cristiano. Il secolo XX[I] sarà non soltanto il secolo della grande lotta, ma soprattutto il secolo dell'immenso trionfo‖8. Dunque, è con la certezza di una futura soluzione dell‘attuale crisi di autodemolizione della Chiesa, mediante l‘intervento di Maria Santissima, che concludiamo queste righe ispirate unicamente dall‘amore al Papato e dal desiderio di vederlo rifulgere con rinnovato splendore. Ut adveniat regnum Jesu, adveniat regnum Mariae!

7

https://it.aleteia.org/2017/05/22/intervista-cardinale-caffarra-suor-lucia-battaglia-finalesatana-famiglia/. 8

http://www.pliniocorreadeoliveira.info/IT_195102_ilsecolodellamorte.htm#.WwLjf0iFPIU.

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Ultimamente nell’ambito cattolico si sta facendo largo il concetto di “cambio di paradigma”. Chi ne sostiene l’urgente bisogno pensa a una svolta radicale nel modo di concepire la Chiesa nella sua struttura, nella sua dottrina, nella sua prassi pastorale e nel suo modo di rapportarsi alla società contemporanea. Tutto ciò costituisce una sfida alla coscienza di innumerevoli cattolici che intravedono nel “cambio di paradigma” una discontinuità con un magistero e una disciplina per secoli rimasti immutabili. Sorgono allora alcune domande. È legittimo per i fedeli resistere in determinate circostanze all’autorità ecclesiastica, persino a quella del Sommo Pontefice? È possibile che oggi ci troviamo di fronte ad una situazione analoga a quella che mosse l’Apostolo Paolo a resistere al primo Papa (Gal 2,11)? In queste pagine, congiuntamente ad una visione panoramica dei cinque anni di pontificato di Papa Francesco analizzati dal prisma del “cambio di paradigma”, il lettore troverà una risposta a tali interrogativi. José Antonio Ureta è nato a Santiago del Cile nel 1951. Da decenni residente in Europa, è ricercatore, conferenziere e scrittore. Si occupa delle tematiche relative alla vita della Chiesa e alle vicende dell‘Occidente, sulla scia del pensiero ―controrivoluzionario‖ del suo maestro e padre spirituale Plinio Corrêa de Oliveira.


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