Urban 120

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Il colore protagonista assoluto di una pulizia stilistica che ne amplifica la forza. Un estetismo puro che dĂ il via ad un nuovo inizio. + speciale: chi ha paura del design?


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Bimestrale, Anno XIV / Numero 120 • Direttore Responsabile roberto rossi gandolfi direzione@urbanmagazine.it

7/ L’editoriale 76

Art Direction DIDIER FALZONE didier@bureaubureau.it Responsabile di Redazione MARCO CRESCI redazione@urbanmagazine.it Segreteria di Redazione segreteria@urbanmagazine.it Collaboratori Diana Barbetta , Anselmo Bianconi, Ivan Bontcev, Giovanna Caprioglio, Giorgio Codazzi, Martina Kirkham, Marco Magalini, Jean Marc Mangiameli, Arianna Pinton, Valentina Roda, Louis Thomas, Alex Vaccani, Matteo Weber Urban è edito da Biblioteca della Moda Srl Corso Colombo, 9 · 20144 Milano T 02 833 1121 Distribuzione PSC Promos Comunicazione Via Tertulliano, 70 · 20137 Milano T 02 89540195 Abbonamenti info@urbanmagazine.it Stampa Arti Grafiche Vela, Via N. Copernico 8 · 20082 Binasco, MI T 02 90092766 www.grafichevela.it Pubblicità Milano Fashion Media Corso Colombo, 9 - 20144 Milano T 02.5815.3201 Responsabile Di Testata Augusta Ascolese aascolese@milanofashionmedia.it T 335 6945908 Web www.urbanmagazine.it Facebook: Urban Magazine In copertina

Riccardo indossa giacca Emporio Armani e T-shirt Lucio Vanotti. Fotografia Giorgio Codazzi, stile Ivan Bontchev Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione dei contenuti, totale e parziale in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata. Registrazione presso il Tribunale di Milano con il numero 286 del 11/05/2001

Design for the masses. Siamo tutti designer (o fotografi, pittori, scrittori…). Assunto. Lo siamo nella misura in cui ognuno è protagonista del proprio ‘intorno estetico’. Questo significa che ogni essere umano, in modo più o meno pronunciato, contribuisce a creare il proprio “intorno progettuale”. La conseguenza di questo pensiero, il risultato diretto è che dunque esiste un “design banale”, legato alla stupidità diffusa, e al suo pieno diritto di esistenza (stupidità positivamente intesa, alla Musil). La stupidità è la cifra dei nostri tempi; essa impregna, a volte manovrata da alcuni centri economici e mediatici, gli aspetti principali della nostra vita, spingendoci talvolta ad azioni e scelte del tutto controproducenti per l’uomo. Banalità e stupidità sono il rovescio della stessa medaglia. Per cui, parlare di banale significa attribuire un significato a qualsiasi tipo di gusto. Affermare che esiste democraticamente un’estetica generalizzata, sia essa declinata mediante tutti i linguaggi tipici dell’arte, dalla pittura al design appunto. La banalità è dunque il mezzo attraverso cui la classe media si appropria dell’arte. Il design di massa è un fenomeno di quantità per definizione, che declina estetica spicciola e avvolge come in un sudario il balenìo ispirato che sta dietro ogni capolavoro. Banale è molto spesso il design che si adatta alla vita di tutti i giorni. Oggi la sua presenza è forte, estesa e vincente. E introduce la figura del designer moderno, molto spesso più comunicatore che artista, che veste i panni del ‘borghese piccolo piccolo’ (parafrasando il titolo del film di Monicelli del 1977). Siamo distanti anni luce dalla logica dell’estetica provocatoria delle avanguardie e dalla pulsione del creare attraverso l’utilizzo di nuovi linguaggi. Ovvero l’unica estetica cui, per lungo tempo, siamo stati abituati. Quella che, per dirla con le parole di Erasmo da Rotterdam, è figlia diretta della follia come componente positiva delle energie umane, tale da ispirare forza e creatività. Dunque, pur preservando la valenza del risultato artistico che in molti casi è trasversale e universale, ritengo che il processo creativo non sia affatto democratico.

«Di tanto in tanto siamo tutti stupidi. Di tanto in tanto siamo addirittura costretti ad agire alla cieca, almeno in parte, altrimenti il mondo si fermerebbe.» (Robert Musil, 1937) Roberto Rossi Gandolfi In alto Open Structure (OS) è un sistema costruttivo in cui ognuno progetta per tutti. Si tratta di un esperimento in corso che vuole scoprire cosa succede se gli oggetti di design progettati da persone, utilizzando una griglia modulare comune, possano interagire tra loro. Un puzzle universale collaborativo che permetterà a persone che operano in diversi settori di costruire, progettare e scambiare una vasta gamma di progetti modulari in modo flessibile e libero. openstructures.net



9/ Indice dei contenuti 74

Numero #120

56 41

41

37

48 11 La mia Città del Messico 12 Stile In Breve 13 Stile Profili: CAMO / ACNE 14 Stile Sul tavolo 16 Grooming Metamorfosi Botanica 18 La valigia James Toseland SPAZI URBANI

20 In breve 21 L’arte di correre 22 Il mondo visto dall’alto CINEMA

26 In breve 27 Verlee Baetens. Inchiostro e amore Autarchia, austerità, autoproduzione al Triennale Design Museum p. 41 —

Inizia il Salone del Mobile fino al 14 aprile 2014 p. 33 —

PORTFOLIO

28 Nuovo frasario illustrato DOSSIER DESIGN

LIBRI

48 In breve 59 Valerio Millefoglie. Mondo Piccolo

33 Contaminazioni suburbane 34 In breve 35 Profili: Alessandra Baldereschi / Cristina Celestino 37 François Halard. Lo sguardo discreto 41 Formafantasma. Design inarrestabile 44 Salone 2014. Da non perdere

MUSICA

ARTE

67 Spazi e luoghi da visitare e vivere in Italia e all’estero

47 Conversazioni d’arte con Millo

Esce al cinema The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson p. 26 —

50 In breve 51 Tutto l’amore dei Metronomy 52 Dischi MODA

56 Monocromo IN GIRO

Unica data italiana per i Metronomy ai Magazzini Generali, Milano p. 26 —

Al via la terza edizione del Torino Jazz Festival. Fino al 1 Maggio —

04/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 05/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 — Ultimo giorno per la mostra di Shawn Huckins a Boulder, (CO). p. 28

— Ultimo giorno per vedere “Scopophilia” di Nan Goldin alla Gagosian Gallery di NY


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A cura di Martina Kirkham Testo di Vanessa Garwood

11/ La mia CITTà DEL MESSICO 76

SGUARDO D’ARTISTA

Vanessa Garwood, artista che vive e lavora a Londra, ci racconta il suo punto di vista su Città Del Messico, la sua meta preferita, Curiosando tra negozi particolari, case storiche e night club inaspettati. la capitale del Messico non è mai apparsa così attraente.

[ 1 ] Palacio de Bellas Artes Per una vista inusuale sulla città e sul Palacio de Bellas Artes, consiglio di salire in cima al Sears Department Store Juarez 8, da lì si può dare uno sguardo su tutta la città senza folla attorno.

[4]

navista. Alcune opere incredibili di Van Dick, Frans Hals, Parmigianino, Zurbarán e molti altri. Si parte dal gotico per arrivare al realismo di fine Ottocento. [ 5 ] Museo Nacional de Antropología Ci vorrebbe una settimana intera per poterlo visitare bene, è in assoluto il più grande ed impressionante museo di antropologia che abbia mai visto. Le 23 sale espositive coprono 79,700 mq, il palazzo è stato disegnato da Pedro Ramírez Vázquez, uno degli autori più rappresentativi dell’architettura messicana, amante dell’uso estremo del cemento. Il piano terra, pieno di manichini, è interamente dedicato ai costumi e alle usanze pre-ispaniche. La famosa Piedra del Sol è conservata qui: la si vede spesso stampata, e non credevo che vederla dal vivo sarebbe stato tanto emozionante.

[2] [ 2 ] M.N.Roy nightcluB Questo è un locale eccezionale e molto divertente. Il nome lo ha preso dal precedente abitante, il fondatore del partito comunista messicano: Manabendra Nath Roy. è stato convertito in nightclub dai due architetti francesi Emmanuel Picault e Ludwig Godefroy. La facciata è stata lasciata inalterata, mentre all’interno una piraminde rivestita di legno ospita due piani dedicati a sala da ballo. Si trova nascosta dietro ad una gelateria di Roma, una zona di Città del Messico. Il quartiere un tempo ospitava l’alta borghesia di Porfirio Diaz, dittatore messicano dal 1867 al 1911. Venne poi abbandonato dopo il terremoto del 1985. Oggi è diventata una delle zone più vive e trendy della città. è sicuramente il locale più di tendenza: quando ci sono stata ho avuto la sensazione di essere dentro a un piccolo tempio azteco, fatto di legno e pittura dorata. [ 3 ] CASA DI FRIDA KAHLO Ho passato

una giornata intera nella bellissima e tranquilla area di Coyoacan, camminando per le strade, osservando le case colorate e il mercato fino alla casa di Frida Kahlo, dove è nata, cresciuta e morta. Tornò a viverci dopo la morte dei suoi genitori nel 1940 insieme a Diego Rivera. Fu lui a regalare la casa al popolo messicano dopo la morte di Frida nel 1954. Oggi è un bellissimo museo. Raccoglie oggetti

[1]

[3]

[ 6 ] Celeste è un concept store studiato nei dettagli. Si trova ad est di Polanco. Racchiude oggetti di design, accessori e firme della moda locale più di tendenza, frutto di ricerca e collaborazioni con Celeste Magazine, il prodotto editoriale di culto creato dallo stesso gruppo di designers. Lo spazio ha una bellissima sala da tè e un ristorante con terrazza.

della vita quotidiana di Frida e Diego Rivera, quadri e pezzi di arte indigena collezionati negli anni. Qui furono ospiti i personaggi della vita intellettuale dell’epoca come Sergei Eisenstein, Nelson Rockefeller, George Gershwin. [ 4 ] Museo Nacional de San Carlos

Qui si trova una collezione di pittura europea, accolta in un bellissimo palazzo neoclassico, il Palacio del Conde de Bue-

Vanessa Garwood è un’artista, vive e lavora a Londra. Nata in Israele, ha studiato pittura a Firenze. Spesso viaggia per lunghi periodi in Europa, Sud Africa e Sud America. Nel 2006 ha vinto il Visitors Choice Award al BP Award della National Portrait Gallery. www.vanessagarwood.com Sopra: l’opera “Griselda” di Vanessa Garwood, ispirata ad una storia di Charles Perrault.

[6]


A cura di Marco Magalini

12/ Stile 76

Århus (Danimarca) > RVLT, Bold graphic attitude è una rivoluzione silenziosa quella di RVLT, brand entrato ormai a pieno titolo nella cerchia delle realtà moda scandinave quotate a livello mondiale. Quello redatto dal marchio è un vero e proprio manifesto di intenti, che si discosta dal desiderio comune di porsi come brand timeless adatto a tutti, a tutti i costi. Ognuno di noi sa cosa è bello per noi stessi, e di conseguenza cosa non lo è. “Noi ti incoraggiamo a rivoltarti e a tirar fuori il tuo stile interiore, senza omologarti. Come anche la conoscenza, il personal style non passerà mai di moda”. RVLT rispetta il suo stile con inserti colorati su t-shirt e felpe, affiancati a capi casual facili da indossare. La nuova collezione gioca con blocchi di colore sobri, come un parka multitasca in tinta cammello, volumi rilassati nei pantaloni o nei piccoli giubbini scamosciati color sabbia. In molti look si gioca anche con le stampe: caleidoscopiche quelle applicate a felpe (fintamente) sportive o un nuovo camouflage reinterpretato in chiave macrodimensionale.

Puglia > Ansex, new generation beat Portabilità, fit oversize, unisex. Questi i tratti distintivi di Ansex, azienda nata dalle menti creative di Donato Panucci e Luigi De Nicolo. I due designer hanno una mission ben precisa: supportare la nascita di una nuova generazione di imprenditori creativi nel distretto dello street-fashion pugliese. Donato, 22 anni, e Luigi, 38, uniscono le diverse esperienze maturate nell’ambito della moda commerciale e, in un periodo di grandi cambiamenti socioeconomici, decidono di investire in ciò che di unico hanno: la creatività. Nel loro progetto di business inseriscono anche il concetto dell’unico, inteso come unisex, extra-gender. Per la collezione primaverile, Ansex presenta “Prismatic”. Spazi, geometrie concentriche, ologrammi, linee indefinite che partono e arrivano da e a un unico punto. Facce, volti che intersecano aspetti molteplici e diversi tra loro. Riecheggi di fantasie e colori etnici assorbono la geometria fredda ed essenziale del prisma, rendendo la prossima estate prismaticamente contemporanea.

Anversa Michel Henau, design puro

Prendete due ottici, Michel Henau e Marc Delagrange, l’ambiente creativo del Belgio, e gli anni ottanta. Nella collezione di eyewear Michel Henau spiccano la purezza contemporanea, la raffinatezza e la qualità riservata agli oggetti senza tempo. Gli occhiali sono realizzati con materiali di alta qualità esclusivamente selezionati, come l’acetato che ne rinforza la forma pura e ben strutturata, e vengono eseguiti a mano usando metodi tradizionali e fatti in tiratura limitata. Un oggetto per coloro che vanno oltre il logo • Amsterdam G-star e il Type C per i campioni (di scacchi)

G-Star lancia il nuovo modello di denim Type C, che ha un tapered fit e viene creato con l’innovativa lavorazione 3D. Testimonial d’eccezione sono il campione del mondo di scacchi, Magnus Carlsen, e la modella Lily Cole, scelta per la sua bellezza non convenzionale abbinata alla passione per le arti e la sostenibilità. Paragonabile a Carlsen, anche la carriera di Cole è iniziata in giovane età, aveva solo 16 anni quando apparse sulla copertina di British Vogue •

Eindhoven > Solid gray, hi-tech in spalla Solid gray è uno zaino concepito da Lijmbach, Leeuw e Vormgeving, un’agenzia di product design fondata da Herman Lijmbach e Jasper de Leeuw. Tutti e tre si sono laureati alla famosa Design Academy di Eindhoven nel 2007 e hanno iniziato a collaborare subito dopo, dando il via ad una attività creativa a cavallo tra moda, design e grafica. L’officina del trio si trova all’interno di una ex fabbrica del marchio di elettrodomestici Phillips a Eindhoven, dall’aspetto squisitamente decadente. Nessun sogno, queste fabbriche sono ormai un vivace raduno di grafici, artisti e designer: un vero e proprio melting pot di imprese del settore progettuale, eldorado dei creativi di tutta Europa. Solid gray è un vero e proprio guscio da tartaruga, sagomato in maniera netta, che aperto rispecchia l’animo progettuale ordinato di chi lo indossa. Degli scomparti orizzontali permettono di riporre in maniera perfettamente sicura e composta i propri effetti personali, dal tablet al quaderno degli schizzi.

Milano Flage, avanguardia naturalmente creativa Un textile studio pronto ad applicare le sue creazioni visive su tutte le superfici, dall’abbigliamento ad una bici. L’ispirazione viene da paesaggi naturali, come un orto botanico nel quale convivono piante tropicali e farfalle multicolore, o cibi super-saturi come freschi cocomeri estivi. Una visita approfondita di elementi eterogenei che compongono l’universo artistico. Il loro è un mondo in cui tutto è ispirato dal mistero degli elementi naturali e creato per esporre la loro bellezza • Kobe (Giappone) Heritage sportivo Quando nel 1949 Mr. Onitsuka iniziò la sua avventura imprenditoriale, la domanda che si pose fu: “quale poteva essere la strada giusta per ritrovare positività ed ottimismo, dopo la seconda guerra mondiale, per un futuro migliore per le nuove generazioni?”. Lo sport. Così nasceva ASICS. Dopo più di sessant’anni viene rinnovato quello spirito libero, con una collezione premium di sneaker declinate in tre temi: Modern Camouflage, 50/50 e Summer Bright. Tutte con sistema ammortizzante in GEL e tecnologia Fluid Axis •


A cura di Marco Magalini

13/ Stile 76

Stefano Ughetti Lanciato nel 2007, il brand Camo è una questione di stile tutta italiana, anzi biellese.

Biella. La città del Piemonte settentrionale è la patria del tessuto d’altissimo livello, tanto da ospitare da sempre tessutai celebri come Loro Piana, Cerruti e Zegna. Tornando a Camo, il marchio nasce con un guardaroba puramente maschile, per poi ampliarsi con una parte ‘in rosa’ nel 2011. Il nome Camo deriva da camouflage. “L’idea - come spiega Ughetti - non è quella di mascherare le persone con ciò che indossano, ma vestirle facendole sentire in armonia con i capi, un tutt’uno. Comunicare con il proprio abbigliamento, esprimersi attraverso di esso: è questo il camouflage inteso come filosofia di vita, completamente slegato da ogni riferimento al pattern militare”. Filosofia a parte, c’è una nota di costume recente, che ha portato il designer ad essere una vera e propria star dall’altra parte del mondo. Lo stilista ha vestito la nazionale della Mongolia in

Jonny Johansson

Le stampe di Classic Liberty vengono mescolate al cuoio di Acne Studios nella nuova collaborazione curata dal designer Jonny Johansson

occasione dei Giochi Olimpici di Sochi: “Oggi sono estremamente concentrato sul mercato asiatico: Giappone, Corea, Cina. In futuro sarei altrettanto interessato a nuovi mercati come il Brasile e l’Africa. E naturalmente Stoccolma. “Sono lettec’è la Mongolia. Il mio contatto è ralmente ossessionato con la Goyo, un’azienda mondalla ricerca negli archivi gola che produce cashmere di e dalla trasposizione in dialtissimo livello. Nel 2010 mi gitale dei motivi iconici del era stato chiesto di disegnare passato. Ho una lunga stouna piccola capsule collecria personale con le stampe tion per loro, da allora siamo Liberty, dopo averle usate diventati amici. Nel luglio come fonte di ispirazione nei 2013 ci siamo nuovamenmiei primi anni di lavoro come te incontrati a Milano con designer. Quando abbiamo inii vertici di Goyo che mi ziato ad esplorare la vastissihanno proposto di reama eredità di Liberty per questo lizzare le divise per la progetto, ci siamo resi conto che nazionale mongola dovevamo venire in contatto con agli Olympic Games un forte contrasto al fine di dare un di Sochi 2014” • senso compiuto alla cosa, quindi io e i membri del team di lavoro abbiamo scelto una stampa ciascuno e l’abbiamo integrata con alcuni dei nostri capi

classici in pelle”. è con queste parole che Jonny Johansson, il direttore creativo di Acne Studios, racconta la genesi della capsule ideata con Liberty. è una collezione dall’impatto estetico forte, capace di stimolare il palato fashion anche degli addetti ai lavori. In questo connubio creativo sono stati ripescati dei motivi classici dell’archivio Liberty, uno degli ultimi grandi empori per il design innovativo ed eclettico, attivo nel cuore di Londra dal 1875. Un mondo da sempre eccentrico, indulgente e assolutamente affascinante, come quello di Acne Studios. Nel viaggio creativo di Jonny Johansson per Liberty non potevano di certo mancare motivi tessili cult come il paisley in stile block print risalente al 1890, oppure il tessuto Eva, di ispirazione giapponese •


Foto Matteo Weber Stile Valentina Roda

14/ Stile 76

sul tavolo Geometrie inflessibili, colori in

contrasto, materiali robusti: come su un tavolo da lavoro maniacalmente ordinato la moda rincorre un rigore d’altri tempi, alla ricerca del Truman Capote nascosto in noi.

In senso orario: Occhiali Barton Perreira Quaderno Nava Design Papillon Gallo Calze Stance Anelli Manuel Bozzi Camicia Mauro Grifoni Orologio Nava Design Scarpe Premiata Assistente stile Francesca Carini Disegno di Laura Anna Gusso


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16/ Grooming 76

Testo Alex Vaccani Foto Matteo Weber

METAMORFOSI BOTANICA Piante e fiori continuano ad insegnarci come proteggere la pelle e ad essere grande fonte d’ispirazione per la nuova cosmesi e per la profumeria.

Profonda cura è dedicata alla scelta delle materie prime, per esaltarne i benefici che hanno sullo splendore della pelle ed il benessere che provocano sul nostro spirito, con fragranze che sono un respiro profondo di primavera. Sono prediletti procedimenti ancestrali come “l’infusione lenta” per preservare le qualità dei fiori, semi e piante per un’auto-rigenerazione naturale, per una pelle perfetta, per un profumo perfetto, come quello della natura e di un fiore.

Eau Infusée di Diptyque È un’acqua per il viso ricca di vitamine, minerali e agenti idratanti, composta da un idrolatte di rosa di Damasco e da una composizione di nove fiori e piante tradizionali, deterge, idrata e tonifica. Art du Soin è il primo trattamento per il viso di Diptyque composto da cinque prodotti che si basa sulla metamorfosi ottenuta combinandoli tra di loro o semplicemente con l’acqua, passando da olio a latte, da polvere a schiuma. Powerful Wrinkle Reducing Cream di Kiehl’s Realizzata per ridurre la comparsa di rughe migliorando

sensibilmente l’elasticità della pelle e per rendere il colorito più sano, dall’aspetto più giovane. La formula, che comprende tra le altre la molecola Abyssine, l’olio del nocciolo e di albicocca, protegge l’idratazione della barriera cutanea e dona alla pelle l’idratazione necessaria per migliorare il suo aspetto. Fleur du Matin di Miller Harris Questa fragranza, lanciata nel 2001 e poi interrotta, è risbocciata questa primavera con tutto il suo fresco, fiorito e verde splendore. L’ispirazione è l’odore della rugiada erbacea e del bouquet floreale che si percepisce mentre si passeggia all’alba

e sull’isola di Port Cros. La piramide olfattiva è elegantemente composta con note vegetali pungenti, come pompelmo, foglie di limone, galbano, neroli ed aghi di pino. Rosabotanica di Balenciaga Questo è il secondo fiore sbocciato nel giardino delle fragranze di Balenciaga, dove i fiori sembrano essere sorti in un terreno insolito e futuristico. La rosa è protagonista e diventa piccante grazie all’incontro con pepe ed agrumi, ma è temprata dalla foglia lattiginosa di fico. I creatori Jean-Christophe Herault e Oliver Polge hanno creato una fragranza per una donna emotivamente seducente e spontanea. Sisleyouth di Sisley Sisley ha creato il primo trattamento anti-età da utilizzare a partire dai 25 anni, difensore del capitale giovinezza grazie all’estratto di pisello, ricco di peptidi. Sono presenti estratto di soia, che aiuta a migliorare la tonicità della pelle, estratto di kiwi, ginseng, semi di grano saraceno e ginkgo biloba, antiossidanti naturali. La pelle è rivitalizzata, tonica. L’emulsione è fresca fondente, con effetto vellutato e mat. Dreamskin di Dior Dior che è nell’entobotanica da più di vent’anni è partito dai principi floreali custoditi nei suoi giardini in Madagascar quali l’Opilia e la Longoza per realizzare un trattamento di bellezza straordinario con la rivoluzionaria formula universale che si adatta a tutti i tipi di pelle ed è in grado di agire simultaneamente su rughe, pori, macchie, rossori e colorito per ricreare una pelle naturale e senza maquillage. Roses De Chloé di Chloé Anche nel giardino di Chloé la regina indiscussa è la rosa. Un juice di un color rosa tenue evoca istantaneamente un’incredibile freschezza al bergamotto che gradualmente si unisce a un cuore di essenza di rosa damascena, rinnovata da un accordo di magnolia. La scia si fa più calda, con note di muschio bianco e ambra. Fedele alla silhouette dell’iconica Eau de Parfum, il lussuoso flacone in vetro è sigillato e da un nastro rosato.



Testo e foto Alex Vaccani Ritratto di Dan Curwin

18/ La Valigia 76

JAMES TOSELAND

Due volte campione del mondo di superbike, l’Inglese James Toseland si è ritirato nel 2011 per uno sfortunato infortunio al polso. Oggi ha deciso di dedicare se stesso ad un’altra sua grande passione, quella per la musica rock, pubblicando il suo primo album “Renegade”. Abbiamo sbirciato nella sua valigia per cercare l’essenza del vero rocker.

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Testo Jean Marc Mangiameli

20/ Spazi Urbani 76

Budapest > Ruin Bar proprie istituzioni permanenti, per lo sviluppo soste- come lo Szimpla Kert. Ubicato nibile A Budapest spuntano al 14 di Kazinczy Utca, offre un come funghi. Parliamo dei run bar, ricavati dalle macerie dei palazzi caduti in rovina, locali concepiti come un mix tra centro sociale, pub, sala da concerti e galleria d’arte. Alcuni sono aperti solo d’estate, per via della natura sventrata delle mura che li ospitano, altri sono diventati delle vere e

BERLINO Evoluzione del bookcrossing Passeggiare per strada e portarsi a casa un bel libro gratis. Succede per le strade di Prenzlauer Berg, il quartiere gentrificato di Berlino, dove da qualche tempo sorge la singolare Book Forest. Ideata dall’associazione BauFachFrau, è una libreria pubblica diffusa, sempre accessibile, ubicata nei tronchi di alberi morti. Sì, avete letto bene: ciascun tronco può ospitare fino a 100 volumi, ordinati in teche protette, scavate all’interno della corteccia. L’unica condizione? Praticare il bookcrossing! • LONDRA Nuova sede del WWF è interamente ecosostenibile il nuovo quartier generale del WWF, noto come il Living Planet Centre, un centro di ricerca, congressi e didattica per l’ambiente situato a Woking, appena fuori Londra. L’energia è garantita da pannelli solari e il sistema idrico prevede raccolta e riciclo dell’acqua piovana. I materiali di realizzazione sono riciclati e il legno proviene da foreste certificate; inoltre, gli oltre 300 dipendenti sono invitati a raggiungere il posto di lavoro coi mezzi pubblici o pedalando! •

New York > arrivano le torri di funghi e mais Oltreoceano la bioedilizia fa passi da gigante. Incentivata dalla tendenze sempre più “green”, merito anche delle politiche di Obama, è spesso al centro di idee lungimiranti. Uno dei progetti più chiacchierati di recente è Hy-Fi, a cura dello studio The Living di New York, vincitore, tra l’altro, del premio YAP (Young Architects Program, indetto dal MoMA PS1). Il piano di lavoro prevede la costruzione di due torri che fungeranno da oasi di sosta, a ridosso del cortile del museo d’arte contemporanea; le strutture saranno interamente realizzate in mattoni riciclabili di cui una parte (quelli posti alla base) sarà costituita da composti di mais e miceti. A collaborare con The Living l’azienda Ecovative, che produrrà i mattoni riflettenti che completeranno la parte superiore della struttura, in modo da ottimizzare al massimo la luce naturale. La ventilazione delle due torri, invece, sarà garantita dalla naturale porosità dei materiali. Hy-Fi si candida così a diventare la prima architettura su larga scala a non emettere Co2, nonché ad essere 100% compostabile.

LOS ANGELES Urban air

Trasformare un billboard pubblicitario in un giardino sospeso? A Los Angeles si può. È un’idea dell’artista Stephen Glassman che ha raccolto oltre 100,000 dollari grazie a una campagna di raccolta fondi su Kickstarter. Ora toccherà a lui e al suo team realizzare questa mini oasi di bambù sospesa per aria. Il messaggio è chiaro: sensibilizzare sui temi del cambiamento climatico per un futuro più sostenibile, con aria pulita e più verde per tutti. Bella sfida in una delle città più trafficate e inquinante del mondo •

BARI Spuntano giardini sui tetti A Bari si è deciso di sperimentare un nuovo modo per migliorare il microclima dei quartieri. Come? Attraverso il recupero delle corti e la realizzazione di giardini pensili urbani. Il verde in questione, finanziato dal Comune, servirà per migliorare l’assorbimento delle acque meteoriche, il filtraggio delle polveri, diminuire i costi della regolazione termica degli edifici e, non ultimo, per stimolare l’interazione sociale tra gli inquilini. Già 2000 metri quadri sono stati “prenotati” per la realizzazione dei “tetti verdi” •

© Benfo/Flickr (1);

Vienna > sempre più ecosostenibile Da un po’ di anni la capitale austriaca vanta il titolo di città con la più alta qualità di vita d’Europa. I parametri che l’hanno portata a guadagnarsi il primato? La percentuale di verde urbano, l’utilizzo crescente delle rinnovabili e l’incentivazione alla mobilità sostenibile. La tendenza ha anche contagiato i privati come il titolare del Stadthalle Boutiquehotel: un albergo che non consuma energie fossili, completamente a impatto zero, dove tutto il fabbisogno energetico è fornito dai pannelli solari che rivestono l’edificio e da tre turbine eoliche poste sul tetto. L’acqua potabile è mineralizzata tramite pietre naturali, mentre quella piovana ottimizzata per i sanitari e per innaffiare i rigogliosi giardini. Tutte le stanze sono dotate di lampade Led a basso spreco ed è anche possibile ricaricare autovetture elettriche grazie ai due alimentatori forniti dalla struttura. Lo Stadthalle Boutiquehotel è situato nel 15° distretto della città, al 20 di Hackengasse, una via silenziosa, a due passi dalle principali attrazioni del centro storico.

ampio cortile coperto e due piani di arredamento eccentrico, comprensivo di opere d’arte, tutto rigorosamente riciclato. Lo Szimpla offre un ricco programma culturale di performance live, letture di poesie, proiezioni, ma anche numerosi corner bar dove potrete gustare la vostra Palinka (liquore tradizionale ungherese) seduti a tavoli ricavati dalla carrozzeria d’auto d’epoca. Una volta al mese ha luogo il mercato delle bici e ogni domenica troverete stand che vendono prodotti bio a km zero. Un hot spot versatile, che strizza l’occhio allo sviluppo sociale e urbano, in un’atmosfera degna del “Nirvana” di Salvatores.


21/ L’arte di correre 76

Los Angeles > Mappe d’autore Nathan Yau è uno

ATLANTA NEW YORK

MIAMI

LONDRA

DALLAS

SAN FRANCISCO

Boston Tre giorni di running

Si chiama “The Runner’s World Heartbeak Hill Half Marathon & Festival” e si svolgerà a Boston dal 6 all’8 giugno 2014. Tre giorni all’insegna del running tra seminari, concerti, corse per adulti e bambini e un pranzo con gli editori di Runner’s World, organizzatori dell’evento, prima di partecipare alla mezza maratona che concluderà l’evento. Si parte alle 7:30 da Linden Lane a Newton, Massachussetts con destinazione finale il College di Boston. Un vero e proprio festival dedicato agli appassionati del running, ma anche a chi vuole passare un weekend insolito all’aria aperta •

statistico americano, insegna alla UCLA ed ha pubblicato diversi libri con tema la statistica. Tramite i suoi studi e utilizzando l’applicazione di workout, RunKeeper ha raccolto i percorsi più battuti dai runner di 22 città d’America, Canada ed Europa. Sovrapponendo tutti i percorsi dei runner, suddivisi città per città, ha ottenuto delle mappe che rivelano le strade più trafficate e le meno battute in un gioco grafico dal risultato involontariamente artistico. Queste mappe possono aiutare i runner a pianificare i loro allenamenti futuri seguendo percorsi meno affollati e alternativi, spingendoli ad affrontare scelte diverse oppure scoprendone di nuove, proprio seguendo il percorso di altri runner. A New York il percorso più solcato è quello della celebre maratona che si svolge ogni anno in città, seguito dai viottoli di Central Park e dalla High-Line. Yau ha creato delle opere d’arte virtuali dal valore anche sociale, che potrebbero tranquillamente trovare spazio in una galleria d’arte contemporanea. Yau ha dichiarato di essersi ispirato al lavoro dell’ingegnere danese Nikita Barsukov, che ha tracciato i dati di corsa e ciclismo utilizzando l’app Endomondo, anche se con un risultato meno artistico e più prettamente statistico. Se volete farne parte anche voi non vi resta che scaricarvi l’app e Yau inserirà il vostro percorso nelle sue statistiche future.

SIDNEY

CHICAGO

PHILADELPHIA

Alpi Quattrathlon: strada, trail, bici e mtb Si svolgerà dal 24 al 27 luglio il Gore-

Tex Experience Tour che metterà alla prova sulle Alpi 30 sfidanti mischiando strada, trail, bici e mtb. “Quattro giorni, quattro paesi, quattro discipline” è lo slogan scelto per invitare gli amanti degli sport outdoor, e in particolare della montagna, a partecipare al primo Alpine Quattrathlon. Si parte a Warth in Austria con una corsa trail di 25 km e si termina il quarto giorno in Alto Adige con 30 km di corsa, nel mezzo prove su due ruote e mountain bike (nella foto, il campione olimpico Jan Froden, our expert dell’ Alpine Quattrathlon) • Pisa La scarpa del futuro

Transcend è la scarpa appena nata in casa Brooks, inattesa e rivoluzionaria, apre una nuova era nelle scarpe da running. La nuova tendenza del “natural motion” viene abbinata alla massima protezione, in quanto la scarpa è in grado di stabilizzare l’appoggio grazie ad una specie di salvagente, il “roll-bar”, posizionato lungo tutto il perimetro della scarpa proseguendo sino alla talloniera. Sicurezza, ammortizzamento e stabilità in una scarpa sola tecnologica ed efficiente •

Londra Correre nel fango

Richard Askwith è Associate Editor del quotidiano britannico Independent; il suo primo libro, “Feet in the Clouds” ha vinto il premio come Best New Writer ai British Sports Book Awards. è stato finalista ai William Hill and Boardman-Tasker prizes ed è stato nominato da Runner World’s come uno dei tre migliori libri sul running di tutti i tempi. “Running Free” è il suo nuovo libro in cui Askwith esplora il running rurale tra campi fangosi, colline rocciose e fauna selvatica •

per Brooks


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Una casa sull’albero è il sogno di ogni bambino, un luogo segreto, un quartier generale in cui lasciar sfogare la propria fantasia ispirato da luci, colori, suoni e anche sapori

o una fuga romantica. Per questo in quest’era tecnologica le case sugli alberi stanno diventando un vero oggetto del desiderio nell’immaginario comune, anche per ristabilire un contatto con se stessi, non solo per togliersi lo sfizio di aver dormito sotto le stelle tra i rami di una quercia secolare. Le case sugli alberi si stanno diffon-

Il mondo visto dall’alto della natura. Ma una volta diventati adulti si ha ancora questo desiderio di evasione dalla quotidianità, sia per l’istinto avventuriero che per ristabilire un contatto con la natura

dendo in tutto il mondo assumendo diverse valenze, dal rifugio progettato da un celebre architetto che l’accoglie come una sfida, al resort di lusso che vi permette di svegliarvi in un panorama mozzafiato o architetture moderne che si lasciano ispirare da questo concetto di libertà assoluta. Nel mondo è scoppiata la Tree House mania.


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Il desiderio di osservare la terra da un’altra prospettiva, la voglia di evadere dalla città, il bisogno di riconnettersi con la natura: le case sugli alberi sono la via di fuga perfetta dal quotidiano.

Treehotel – Svezia Avete mai sognato di dormire in un nido adagiato sulle fronde di un albero? Ad Harad, nella Lapponia svedese, c’è un singolare hotel le cui camere sono sospese sugli alberi, ciascuna disegnata da un progettista svedese, un work in progress in costante evoluzione. L’idea del Treehotel è nata dai proprietari di un piccolo albergo, il Brittas Pensionant, che volevano un posto unico in cui far sognare visitatori provenienti da tutto il mondo. Ogni camera del Treehotel è progettata seguendo canoni ecosostenibili ed utilizzando solo energia solare, sospesa ad un’altezza che varia tra i 4


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ed i 6 metri, con una vista esclusiva sul fiume Lule. Ogni camera del Treehotel è particolare ed è connotata da un tocco fortemente artistico. The Bird’s Nest è un cubo di rami, concepito all’esterno come un vero e proprio nido d’uccello che si mimetizza nella foresta; i suoi 17 mq comprendono soggiorno, camera da letto e bagno. The Mirrorcube è un cubo esternamente ricoperto di specchi, un caleidoscopio riflettente che comprende un camera doppia, bagno, zona relax e una terrazza sul tetto. The UFO è una vera e propria navicella spaziale che sembra uscire da un b-movie, una visione surreale nel cuore della foresta; si sviluppa su di una superficie di 30 mq. www.treehotel.se Free Spirit Spheres, Vancouver Island (CA) Il Free Spirit Sphere è un hotel che va oltre il concetto di casa sull’albero in quanto le sue camere sono delle vere e proprie sfere sospese tra gli alberi della foresta dell’isola di Vancouver, in Canada. Le camere sono state inventate da Tom Chudleig, proprietario di questo albergo particolare, che le realizza anche su commissione. Le sfere a disposizione sono tre e ciascuna ha un nome proprio: Eve, Eryn e Melody; dotate di ogni confort sono costruite con materiali da barca e sono sospese tra gli alberi tramite strutture e tiranti ad alta quota raggiungibili tramite un sistema di scale in legno. Inutile dire che il panorama è incredibile e che non essendo appoggiate ad una base ma sospese oscillano a seconda del vento in balìa degli alberi a cui sono legate, offrendo un’esperienza che permette una simbiosi unica con la foresta che le circonda. L’albergo è aperto tutto l’anno, così dagli oblò della vostra camera potrete osservare il panorama e i suoi cambiamenti di stagione, e spiare gli animali della foresta dall’alto

« La casa sull’albero è un rifugio dalla confusione, uno spazio privato e intimo in cui sentirsi al sicuro, lontano dalla tecnologia con la chioma rivolta verso il cielo in compagnia delle fronde » La Piantana è la quercia su cui sorge questa casa, nonchè l’albero più vecchio d’Italia, con VIII secoli di storia alle spalle, 23 metri di altezza e 40 metri di chioma. La suite di questa azienda biologica è costruita totalmente in legno di cedro rosso americano; sospesa a 8 metri da terra, è riscaldata e dotata di ogni comfort. La colazione vi verrà servita sul terrazzo tramite una carrucola per non disturbare la vostra intimità. La suite Il Nido è in grado di farvi dimenticare per una notte la realtà, sospesi tra cielo e terra, protetti dai grandi rami di un albero secolare. www.lapiantata.it

Sopra e nella pagina accanto, l’Arbre Blanc a Montpellier. Un progetto di Sou Fujimoto Architects (Tokyo), Nicolas Laisne Associes e Manal Rachdi Oxo Architects (Parigi). © dei progettisti, con la consulenza di Franck Boutte Consultants. Rendering a cura di Rsi-Studio. In alto a destra, “Eryn”, una delle case sull’albero sferiche del complesso “Free Spirit Spheres” sull’isola di Vancouver, Canada. Ph. Tom Chudleigh. Sotto, la casa sull’albero più grande d’Europa, progettata dal francese Alain Laurens per l’agriturismo La Piantana ad Arlena di Castro. In apertura di servizio, una delle cabine del Treehotel di Harads, nella Lapponia svedese.

mentre fate colazione, preparandovi ad un’avventura tra i boschi canadesi. www.freespiritspheres.com La Piantana, Arlena Di Castro (VI) Immerso tra la quiete e i colori dei campi di lavanda delle colline toscane sorge l’agriturismo La Piantana, che vanta la casa sull’albero più grande d’Europa, progettata dall’architetto francese Alain Laurens, celebre per le sue costruzioni sospese, avendone costruite oltre 350 nel mondo.

L’arbre Blanc, Montpellier (FR) Questo folle e ambizioso progetto non è una casa sull’albero ma s’ispira all’arte dell’architettura sospesa. Il gruppo di architetti che l’ha progettato fa capo al giapponese Sou Fujimoto, vincitore del concorso “La Folie Architecturale de Richter”. Il progetto sorgerà a Montpellier, nel sud della Francia, ed ospiterà 120 unità residenziali, uffici, un ristorante panoramico ed una galleria d’arte al diciassettesimo ed ultimo piano. I balconi, che si sviluppano lungo i suoi 56 metri d’altezza con una superficie complessiva di 100.000 mq si estendono come rami al sole scolpiti nel vento, veri e propri giardini pensili che occuperanno più della metà dello spazio assegnato agli appartamenti. Il progetto vede convivere la tradizione vicino all’innovazione e si aprono in una struttura a ventaglio per poter godere al meglio dei raggi del sole. La torre utilizzerà strategie passive per ridurre il consumo di energia e le emissioni nocive per l’ambiente.


A cura di Silvia Rossi

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Lo è forse quello di appassionarsi sempre a quegli esseri umani pregni di carisma, ubriachi d’amore, maestri santoni o solitudini inquiete in fuga dalla realtà famigliare. Più che un vizio, quindi, è una virtù quella di Paul Thomas Anderson. La sua capacità di raccontare storie al limite attraverso l’analisi più profonda dei sentimenti che animano i suoi personaggi, reali o di finzione che siano, gli ha permesso di diventare un enfant prodige dell’altra Hollywood. È in fase di post produzione il suo prossimo film Inherent Vice, tratto dal romanzo di Thomas Pynchon, tradotto in italiano come Vizio di Forma. La colonna sonora è di Jonny Greenwood dei Radiohead e la pellicola avrà come protagonista l’iconico, empatico e ipnotico Joaquin Phoenix, già protagonista di The Master al fianco del compianto Philip Seymour Hoffman. Phoenix sarà Larry “Doc” Sportello, un eccentrico detective dipendente dalla marijuana, la cui vita sregola-

ta viene sconvolta dall’arrivo della sua ex ragazza. Accanto a Phoenix ritroviamo, finalmente, Reese Witherspoon.

Görlitz > Vado al Grand Budapest Dice di non volere mai ripetersi, eppure sostiene di farlo sempre. E meno male. Wes Anderson è uno di quei registi catalogabili con uno stile narrativo e registico ben definito: stralunato, poetico, fanciullesco, elegante e ironico. Le sue storie sono tutte costruite con una cura maniacale dei dettagli, la messa in scena è sempre simmetrica e le cromie mai lasciate al caso. Ogni volta che Wes Anderson, nato in Texas nel 1969, fa un film c’è un intero mondo da costruire e da conoscere, e pensare che poi, in fondo, racconta di sentimenti universali. Dalla nascita dell’amore più puro dei due protagonisti di Moonrise Kingdom, alle atmosfere dolceamare e nostalgiche della famiglia de I Tenenbaum, al viaggio di formazione dei tre fratelli ne Il treno per Darjeeling, partendo dal racconto – quasi autobiografico – dell’irrequieto e ipercreativo protagonista di Rushmore. I suoi film hanno tutti un sapore retrò e creano mode e dipendenze. Vedi l’amore per Bill Murray, suo attore feticcio. The Grand Budapest Hotel, nelle sale dal 10 aprile.

Los Angeles Pornstar what? E se vi raccontassero che la mitica “Gola

Profonda” Linda Lovelace in realtà non aveva la minima intenzione di diventare la più famosa pornostar degli anni ‘70 e che la sua è una storia di abuso e tradimento? Dietro la ragazza della porta accanto scappata da una famiglia severa, innamorata del suo carismatico protettore Chuck Traynor e portavoce della libertà sessuale c’era una donna soggiogata e costretta a “donarsi” senza se né ma. Al cinema, in Lovelace, Amanda Seyfried e Peter Sarsgaard diretti da Rob Epstein e Jeffrey Friedman • Copenaghen Giovane scandalosa

Come ogni film di Lars Von Trier, anche Nymphomaniac provoca un mix di sentimenti controversi: orrore, tenerezza, rabbia, ammirazione, disgusto, divertimento. C’è un nuovo volto, niente di così unico, ma perfetto per le ambizioni di Trier che vi farà innamorare. È quello di Stacy Martin, l’attrice debuttante franco-inglese protagonista del nuovo progetto del regista danese. Interpreta la giovane Joe, una ninfomane che fa sesso selvaggio per saziare la sua nevrosi, ma sul set – dichiara – niente sesso. Eppure tutti stanno gridando allo scandalo •

Ontario > James Dean reloaded Con quel viso particolare e quell’espressione perfetta per ruoli tormentati e dark, Dane Dehaan continua dritto lungo la strada giusta. Fino ad ora non ha sbagliato nulla, eppure ancora c’è qualcuno che non ha presente chi sia il giovane attore. Classe 1987, laureato presso la University of North Carolina School of the Arts, Dehaan dopo una gavetta teatrale si fa conoscere al grande pubblico nella serie tv In Treatment. È il figlio spigoloso e glaciale per DNA di Ryan Gosling in Come un tuono, il dramma di Derek Cianfrance. Affianca un Harry Potter stravolto in Kill Your Darlings – Giovani Ribelli, dove interpreta l’amore segreto, ma anche no, di Allen Ginsberg (Daniel Radcliffe) Lucien Carr, nonché l’ inquieto omicida di David Kammerer, suo professore e ossessivo pretendente. In aprile lo vedrete in The Amazing Spider-Man 2 e in Devil’s Knot. In questo momento è in Canada sul set di Life, biopic su James Dean diretto dal fotografo rock Anton Corbijin, con Robert Pattinson. Dane, neanche a dirlo, è James Dean.

Sydney Next star È stato il disinibito Dean Moriarty

nell’On the Road di Walter Salles, fumato spirito ribelle alla ricerca della libertà e autista silenzioso di un vecchio musicista jazz eroinomane (John Goodman) nell’ultimo film dei Fratelli Coen A proposito di Davis. Ma in realtà Garrett Hedlud è noto al grande pubblico per essere stato tra i protagonisti di Tron Legacy. Recente è l’annuncio della sua partecipazione al sequel dell’action movie. Ma prima lo riconoscerete nel drammatico Lullaby insieme a Amy Adams e diretto da Angelina Jolie in Unbroken • Roma Il film che vorremmo vedere “La Collina può strapparti all’eroina e restituirti la vita”. L’adattamento cinematografico del romanzo La Collina (Fandango) di Andrea Delogu e Andrea Cedrola ci piacerebbe immaginarlo diretto da Stefano Sollima, regista preciso e senza paura di ACAB e Gomorra – La Serie. Perché saprebbe tirar fuori al meglio i sentimenti che si vivono in quel pezzo di terra incolta dove esiste un mondo di salvezza e speranza: la comunità di San Patrignano. Andrea Delogu è nata e cresciuta fino all’età di 10 anni proprio lì •

Paul Thomas Anderson © contrasto; Dane Dehaan, frame da “Kill Your Darlings” © Sony Pictures Classics; Nymphomaniac, ph. Christian Geisnaes

Los Angeles > Vizio Innato


Intervista di Silvia Rossi

27/ Cinema 76

Inchiostro e amore

la sofferenza. E che ognuno affronta il dolore in modo diverso. Sei mai stata arrabbiata con Elise per come ha affrontato la perdita della figlia? No, mai. La comprendo molto bene, penso che sarei stata molto più arrabbiata con il personaggio di Johan.

The Broken Circle Breakdown, che in Italia uscirà con il titolo Alabama Monroe – Una storia d’amore, è uno di quei film che ti entrano prepotenti in pancia. Ce lo racconta Verlee Baetens, la protagonista Milano. Felix Van Groeningen dirige l’adattamento cinematografico della pièce teatrale scritta e interpretata anche nel film da Johan Heldenberg. Una storia narrata a più livelli e che racconta l’amore travolgente tra Elise - di professione tatuatrice - e Didier, musicista di bluegrass, due persone estremamente differenti e per questo attratte l’una dall’altra senza riserve, e una perdita. La perdita della loro bambina che inevitabilmente rompe quel cerchio idilliaco. Abbiamo chiacchierato con Verlee Baetens, attraente - e tatuatissima - protagonista femminile. Credo che in quanto madre questo ruolo sia stato complicato da interpretare per te. Essere madre mi ha sicuramente facilitato nell’approccio al personaggio di Elise. Sei più consapevole di tutto e poi il sentimento di una madre per la figlia va oltre ogni forma possibile d’amore, è l’unico che rimarrà esclusivo per sempre.

A proposito di questo, Alabama Monroe affronta anche un argomento che da sempre divide il genere umano: razionalità verso istinto. Per Didier è molto difficile comprendere la parte mistica di Elise e viceversa. Tu cosa pensi di questo eterno conflitto? E Johan come ti ha raccontato questo aspetto del film? Diciamo che esattamente come io nella vita sono molto Elise, anche Johan è molto Didier. Quindi il conflitto esisteva davvero. Johan è un uomo molto razionale. Io non credo in Dio, ma sono molto spirituale. Conto nella potenza della fede e comprendo che per le persone la religione sia fondamentale, perché c’è bisogno di affidarsi a qualcuno. Esattamente come Didier, Johan crede nella libertà del pensiero e i suoi dogmi sono lontani da quelli religiosi. Per questi motivi per noi è stato semplice capire come approcciarci alla questione.

« Io non credo in Dio, ma sono molto spirituale. Conto nella potenza della fede e comprendo che per le persone la religione sia fondamentale, perché c’è bisogno di affidarsi a qualcuno »

E come sei riuscita a passare attraverso queste sensazioni? In realtà ho avuto una buonissima direzione, Felix è un regista che pretende molto dai suoi attori e riesce a farti comprendere perfettamente l’idea che ha nella sua mente. Abbiamo provato molto, cercato immagini, suoni, canzoni e stimoli continui che fossero indispensabili per capire le sensazioni e così Elise è entrata a far parte di me, del mio corpo. Guardando Alabama Monroe abbiamo capito che non basta pitturare una stanza per coprire

La musica è la terza protagonista del film. Tu e Johan avete interpretato tutti i pezzi che si sentono. La musica fa parte della tua vita? Ho studiato Arte Drammatica al Royal Conservatory di Bruxelles e

ho fatto un unico musical, Pippi Calzelunghe, ma a parte alcuni progetti personali, come attrice non avevo più avuto modo di affrontare il canto. Quando ero piccola ero una folle ammiratrice di Michael Jackson. Suono il piano e quindi amo anche la musica classica. Poi grazie al film ho scoperto il Bluegrass. Ora siamo in giro con il tour, non so se sai che dopo il film la band non si è più divisa!



29/ Portfolio 76

Nuovo frasario illustrato L’artista americano Shawn Huckins riporta in vita i protagonisti della grande pittura a cavallo tra ‘700 e ‘800 re-immortalandoli olio su tela e catapultandoli sulla home-page dei nostri social network preferiti. L’effetto? LMFAO!


A cura di Anselmo Bianconi

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Denver, Colorado. “Selfie” è stata la parola del 2013 secondo l’Oxford Dictionary, battendo all’ultimo secondo l’altrettanto onnipresente “twerk”. La notizia non ci lascia indifferenti. Ma allora, come avrebbero reagito a questa rivoluzione i analfabetismo che è diventata una norma sociale. Non manPadri fondatori degli Stati Uniti che riuscirono addirit- cano poi le teorie secondo cui la tecnologia ci ha isolato anzitura a firmare la Dichiarazione d’Indipendenza senza ché avvicinarci, facendo rimpiangere i secoli in cui la vita era più l’ombra di un segnale wi-fi? semplice, più civile e - paradossalÈ quel che si chiede l’artista mente - più “connessa”. Shawn Huckins con le serie Ma se il progresso nelle comunica“The American __ tier” e “Amezioni influenza la trasmissione delle rican Revolution Revolution” idee e dei valori, la forma svilisce la che esplorano la grande pittura sostanza? E soprattutto, si chiede del 18° e 19° secolo applicandol’artista, George Washington avrebbe vi il lessico del 21° secolo: tweseguito i tweet di Miley Cyrus? et, sms, status e tutte le forme Shawn Huckins, classe 1984, nasce che caratterizzano la comunia Laconia, New Hampshire e attualcazione digitale quotidiana. Le mente risiede e lavora a Denver, Coopere vengono replicate con lorado. Nel 2009 riceve una copia minuzia di dettagli come in un autografata di “Leave Any Informafalso d’autore, salvo poi l’applition At The Signal” da Ed Ruscha in persona e, arrivati a questo cazione di grandi lettere bianche dipinte a mano. preciso punto del suo cv, tutto torna. www.shawnhuckins.com L’atto fisico di digitare velocemente su dispositivi di piccole dimensioni ha innegabilmente influenzato l’ortografia, la grammatica e la punteggiatura, favorendo un nuova forma di


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Pg. 30 Euphemia White Van Rensselaer: Don’t You Realize That I Only Text You When I’m Drunk, 2013

Girlfriend Looks Like A Farm Animal, 2013

Pg. 31 Major James S. Rollins: HAHAHA AHAHAHA HAHAHA, 2013

Pg. 32/33 Portrait of A Lady, Saturday Night, (What Do You Think? Wine And Sex And The City At 5:30? Who’s Down?), 2012

Pg. 32 Young Girl With Dog and Bird: Sorry To Tell You, But Your

Pg. 33 Vanderlyn’s Secret Obsession, (Talk Dirty To Me), 2011

Pg. 33 Elizabeth Oliver: If I Don’t Get Invited To Some Shitty Rooftop Party Where I Drink Too Much And Fall Into Someone’s Mouth, I’ll Be Pissed Off!, 2012 Pg. 32 (riquadro) The Jolly Flatboatmen: Twerking Like A Boss, 2013 Olio su tela.


RACING

LOUNGE

DISCOVER THE NEW WILLIAMS MARTINI RACING FORMULA 1™ CAR FUORISALONE 2014 8-9-10-11-12 APRILE H 18-22

DRINK | MUSIC | VIDEO | DESIGN | FOOD BRERA - Via della Moscova, 28 Mediateca Santa Teresa


Zuzunaga. Ph.Teddy Iborra. Courtesy of Ventura Lambrate 路 venturaprojects.com

33/ CHI HA PAURA DEL DESIGN? 76


A cura di Marco Magalini

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Copenaghen > Tessuti d’autore reinterpretati Kvadrat è un brand fondato in Danimarca nel 1968 le cui radici sono nella tradizione del design scandinavo famoso nel mondo. Kvadrat lavora costantemente per ampliare i confini estetici, tecnologici e artistici dell’uso dei tessuti attraverso una lunga serie di collaborazioni con alcuni dei migliori designer, architetti e artisti del mondo, tra cui Ronan e Erwan Bouroullec, Akira Minagawa, Tord Boontje, Thomas Demand e Olafur Eliasson. Durante la design week il brand lancia una nuova interpretazione del tradizionale tessuto Divina. Si tratta di uno dei tessuti più pregiati della linea Kvadrat per la sua capacità di presentare i colori in tutta la loro bellezza. Ecco che per celebrare il Divina, Kvadrat ha invitato 22 Designer Internazionali a reinterpretare il tessuto nel contesto del design contemporaneo creando un pezzo unico. La mostra sarà presentata a Milano durante il Salone Internazionale del Mobile.

Stoccolma > Carl Kleiner, foto d’artista Flos presenta Architectural Lighting, la mostra fotografica del giovane talento svedese Carl Kleiner. è l’occasione per celebrare, insieme a un pubblico di grandi professionisti, architetti, lighting designer, nonché appassionati di grafica e fotografia, il nuovo catalogo della collezione dei prodotti illuminotecnici dell’azienda, realizzato grazie alla collaborazione con l’art director Omar Sosa. Composizioni astratte, allineamenti geometrici, mix di cromie pop. Queste le basi stilistiche delle immagini in mostra, concepite dal giovane artista di fotografia e moving image che ha voluto giocare con le forme e i dettagli delle ultime novità presentate da Flos nel settore architetturale. Tre settimane di lavoro a Stoccolma per un percorso ritmico straordinariamente carico di energia, la cui consultazione risulta gradevole, dinamica e molto più visiva rispetto al tradizionale ‘catalogo tecnico’.

Kyoto > Stellar Works da Designjunction La poesia delle estetiche giapponesi, la ricchezza degli ornamenti cinesi, la passione del design italiano e poi la raffinatezza del lusso francese e il less-is-more del disegno scandinavo. È la visione di Stellar Works, che si dedica alla progettazione di arredamenti con un approccio cross-culturale, caratterizzato dall’apertura mentale più assoluta. Pensate per funzionare sia in ambienti domestici che commerciali, le collezioni giocano su un contrasto armonioso ed equilibrato osaka Sliding Nature by Panasonic Lo

studio Torafu Architects ha ideato Sliding Nature, un progetto che s’ispira alla tradizione giapponese e che vuole definire, attraverso l’uso delle tipiche porte scorrevoli di carta o tessuto, spazi diversificati. Con lo stesso concetto Panasonic affronta Sliding Nature, una casa che vuole stabilire un dialogo dinamico con la natura, indagando la possibilità di dare origine a spazi flessibili e diversi stili di vita, attraverso porte scorrevoli, così come l’opportunità di creare differenti atmosfere con una diversa modulazione della luce • milano Discipline, giocattolo eco

La nuova collezione 2014 del marchio resta fedele all’utilizzo di soli materiali naturali, ampliandone la gamma: oltre al sughero, al bambù, al rame, Discipline introduce anche il legno di eucalipto, la porcellana e la pietra. Di grande impatto, o meglio di impatto zero, è Pomme, disegnato da Lars Beller Fjetland per il brand, che per questo prodotto utilizza solo gli scarti di produzione dell’azienda per creare un ferma carte da scrivania su cui è possibile fissare con una puntina note e memo •

di comfort, eleganza e allo stesso tempo intimità. Anche nella collezione di nuovi prodotti che lancerà a EDIT, l’evento organizzato da Designjunction durante la Milan Design Week, lo story-telling è ciò che al meglio rappresenta la realtà Stellar Works. Ponendosi come un ponte tra passato e presente, percorrendo il quale è possibile sbirciare al futuro, i prodotti, come i designer che li hanno ideati, condividono l’investigazione sugli incroci tra culture, la riscoperta delle qualità materiche dei materiali naturali e le lavorazioni artigianali.

lecco Casamania, canarini lumière L’idea di Jake Phipps del-

la gabbia ripercorre la tradizione del passato del canarino nelle case: dalle civiltà egizie ai tempi dei romani, alle corti inglesi in cui era segno di buona educazione. Si tratta di Tweetie, un sistema di lampade progettato da Jake Phipps per Casamania, in collaborazione con BOSA. La struttura è in tondino di metallo verniciato nero o placcato oro. Il corpo illuminante a led è nella base della gabbia, coperto da una doppia schermatura in policarbonato, che da un lato illumina l’ambiente, dall’altro l’interno della gabbia • sunderland Designjunction meets Michael Young Michael Young ha pro-

gettato una nuova collezione di lampade per il brand di Hong Kong EOQ. Grande attesa per l’evento Designjunction durante la Design Week, quando sarà presentato assieme alla sua nuova sedia Yi. EOQ è radicata in uno spirito di ricerca e di avventura industriale, offrendo dei classici rivisitati alla perfezione, nei quali funzione e qualità delle finiture sono ben bilanciate. Impegnata ad offrire la massima qualità assieme all’impiego di metodi sostenibili, le prime tre collezioni di Michael Young lavorano con estrusi di alluminio •


A cura di Marco Magalini

35/ Design 76

Alessandra Baldereschi

Gioca con l’arte e la magia, nel disegnare scrive storie e ci emoziona con le sue linee dolci e romantiche. Milano. Alessandra Baldereschi inizia il suo percorso, dopo essersi laureata alla Domus Academy, in una residenza-studio in Giappone. Al rientro in Italia inizia a lavorare per importanti aziende del settore, spaziando da progetti di bigiotteria e moda a quelli d’illuminazione e arredo. Una forte contaminazione orientale, un tocco romantico e un pizzico di magia contraddistinguono i suoi nuovi progetti che presenterà in occasione della MDW. La collezione di sedie e tavoli Van Gogh per Fermob è un richiamo alla poetica dell’artista olandese e alla sua “camera da letto” dove si trova la sua sintesi più romantica e surreale. “E proprio come l’arte sa trasformare un oggetto nella sua visione onirica – racconta la designer - con la mia interpretazione ho cercato di restituire non solo la forma

Cristina Celestino Vorace collezionista d’oggetti di design e attenta osservatrice del mondo, crea oggetti che attingono alla tradizione stravolgendoli.

funzionale di una sedia e di un tavolo, ma il loro ricordo, l’immagine che ne conservo”. Un ritorno al passato per le nuove sedute Donut disegnate per MOGG. L’intreccio con la paglia, è Pordenone. Architetun’arte antica da sempre utilizzata to e designer, fonda per ricoprire le sedute, con Donut la base del suo lavoro viene interpretato in chiave consull’osservazione e la ritemporanea. Contenitori cacerca. Dal Friuli approda pienti dalle forme arrotondate a Milano nel 2009, dove e morbide, il taglio è lineare sviluppa una sua produzioe basico: sono i nuovi mobili ne di arredi e lampade sotto dai toni pastello disegnail nome di “Attico”. Ricerca e ti per Valsecchi 1918. Un trasversalità tra moda, arte e dettaglio? Le maniglie, un design per ottenere progetti nastro sottile che si andalle geometrie definite e rigoronoda, avvolge il contenisamente unite da un gioco sottile tore creando un piccolo di forme d’uso tradizionali che, atfiocco, come una sortraverso variazioni di scala e piccole presa impossibile • invenzioni, mutano il senso dell’oggetto e lo caricano di significati diversi. Libertà, trasparenza e funzione sono le key words del nuovo progetto della designer per Seletti. “Les Volieres”

porta in scena negli interni domestici una struttura tipicamente da esterni. In questo complemento d’arredo, leggero e a tratti ironico, possono trovare posto libri, piante-fiori, piccoli oggetti. Ambrosiana invece è il nome del progetto a tre che vede protagoniste, assieme a Cristina Celestino, anche Serena Confalonieri ed Elena Salmistraro. Sono nati così vasi e brocche dal nome Miuccia, ispirati ai volumi e alle silhouette di figurini femminili, e Obei Obei, una collezione di specchi da parete con forme tratte dai dettagli e particolari di edifici iconici milanesi. Velasca è un set composto da 4 bicchieri, una coppa e una ciotola in vetro borosilicato soffiato a bocca. Il tutto è inserito in un contenitore trasparente con coperchio, scrigno prezioso di questa calibrata composizione di opacità e trasparenza •


MILAN DESIGN WEEK

8-13 APRIL 2014 At SUPERStUDIO tHE WORLD IS HERE, tHE FUtURE IS NOW: SETTINGS, MATERIALS, TENDENCIES, VISIONS FOR THE HOUSE THAT WILL BE - A NEW SECtION! SUPERDESIGN: SENSATIONAL UNIQUE PORPOSEFUL ECO-FRIENDLY REINVENTED FURNITURES AND OBJECTS FROM EVERYWHERE SELECTED BY GIULIO CAPPELLINI ARt-INtERACtION: VIDEOMAPPING, LIGHT INSTALLATIONS, DESIGNERS’ SCULPTURES, 3D PRINTER PERFORMANCES EXHIBItORS: ALCANTARA • ANYTHINGBY • ARTIGIANA MARMI • AVANTGARDE • BEAU&BIEN • BEBACK DESIGNSTUDIO/LAB • BROTHER • BY HENZEL • CABBDESIGN • CENTIMETER STUDIO • COTTO • CRJOS DESIGN MILANO • DAL PIAN DESIGN • DENISE M. HACHINGER DESIGN • DIGITAL HABITS • EBAY • ENGBLAD & CO • ERMINI • FATBOY • FGF INDUSTRY • FID • FORMAXIOM • FRANCE DESIGN • FRANCESCO RAIMONDI ART DESIGN • GOOGY • GREEN VILLAGE • HOLE DESIGNSTUDIO • IRIS CERAMICA • IVANKA • KABILJO INC. • KUROKAWA DESIGN PRODUCTS • LACRIME D’ARTE • LG HAUSYS • LIGHT NYC • MAISON 203 • MARCHINGENIO • MELOGRANOBLU • METROCUADRO DESIGN • MICHAËL BIHAIN • MINDBIKE / 180 DEGREE • NAUTILUS • NIKARI OY • OFFICINA METALLICA • ONE OFF MOSAICO • PARSON • PEOPLE OF THE SUN • PORCELANOSA • PRODUCT DESIGN MADRID • PROGETTO CARMINIO • PROSTORIA • QUI EST PAUL • REX KRALJ • RI_USO • SUPERORTOPIÙ • TAGINA CERAMICHE D’ARTE • THAILAND’S SLOW HAND DESIGN • THE CUBE • T.MAGPIE • T-SCULPT • VEZZINI & CHEN DESIGN • VITAMIN DESIGN • VITRO • THANKS TO ASUS Superstudio Più, via Tortona 27, 20144 Milan - Superstudio 13, via Forcella 13 and via Bugatti 9, 20144 Milan Ph +39 02 422501 - info@superstudiogroup.com - online registration: www.superstudioevents.com www.superstudiogroup.com


Testo Marco Cresci Fotografia François Halard Courtesy Rizzoli New York

37/ Design 76

Lo sguardo discreto

François Halard crea attraverso i suoi scatti un’aria d’indifferenza apparente, che rivela lo stile di un’epoca, in un’atmosfera elegantemente scomposta.

Torino, Italia. Museo Casa Mollino. “Carlo Mollino Chair”, 2004


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Sopra: Parigi, Francia. L’appartamento di Yves Saint Laurent & Pierre Bergé, 1984 Nella pagina accanto: Aix-en-Provence, lo studio di Paul Cezanne, 2003 Il volume:“François Halard” di François Halard, Testi di Isabelle Dupuy Chavanat, prefazione di Pierre Berge, introduzione di Mayer Rus 400 pp., $75.00 Rizzoli New York, 2013 rizzoliusa.com


39/ Design 76

Il fotografo francese François Halard è stato collaboratore fisso di testate quali Vogue, Vanity Fair, GQ e House & Garden per oltre trent’anni. Il lavoro per queste pubblicazioni lo ha reso il fotografo d’interior design e d’architettura più prolifi- 20 anni quando ebbe l’opportunità di fotografare il legco di tutti i tempi. François Halard è un attento osser- gendario appartamento parigino di Yves Saint Laurent ed vatore capace di cogliere dettagli sfuggenti all’occhio oggi è considerato un punto di riferimento essenziale per comune e distratto, il suo punto di vista esclusivo e i l’educazione visiva e risorsa indispensabile per la fotogratagli delle sue fotografie han- fia d’interni. Le sue immagini catturano le case e in realtà no reso il suo lavoro unico e la vita, dei loro abitanti cogliendone il lato intimo e privariconoscibile. Con il suo occhio to grazie ad una sensibilità unica, che cattura e stimola puntato su arredi o architettu- l’immaginazione. Rizzoli New York lo celebra pubblicando re è in grado di trasportare gli un volume monografico che testimonia il suo incredibile spettatori al di fuori del luogo lavoro e svela per la prima volta scatti personali del fotoin cui si trovano ad osservare grafo e delle sue case a New York, Parigi e Arles. il suo punto di vista, facendoli sentire a loro agio come fossero a casa propria. Il suo lavoro è cominciato a soli


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FORMAFANTASMA

Idee in costante evoluzione e un gusto particolare e innovativo stanno portando i giovani designer italiani Andrea Trimarchi e Simone Ferresin, fondatori dello Studio Formafantasma con sede ad Eindhoven (NL), a riscuotere consensi in tutto il globo.

De Natura Fossilium, 2014


Intervista Marco Cresci Ritratto Federico Floriani

Eindhoven (NL) Siete giovani ma avete percorso molta strada: quanto e in che modo vi sentite cambiati dai vostri esordi? A livello professionale ovviamente ora siamo molto più maturi e abbiamo un controllo maggiore su quello che facciamo. A livello personale non siamo cambiati per niente. Quello che è cambiato è la quantità di tempo libero che abbiamo. Ora praticamente niente!

42/ Design 76

Charcoal, 2012

Qual è il metodo che caratterizza il vostro processo creativo? Dipende sempre da progetto a progetto: se è un lavoro indipendente o dove la commissione non è specifica a volte capita che riprendiamo dei temi o delle idee che provengono da un progetto precedente. Si tratta di una specie di processo a catena cominci un progetto, poi trovi altre cose per strada, sia il pensiero che il fare crescono mo di lavorare è scarsamente comprensibile. Molto spesso capita che raccogliamo delle immagini insieme. Tra l’altro noi siamo e ci confrontiamo visivamente, cercando di trovare un territorio comune, poi le appendiamo al muro in due, per cui è abbastanza e le selezioniamo in modo da creare una specie di mappa visiva. è un po’ come creare una trappola complesso. Semplificando, per un animale: costruisci una serie di strutture per condurre l’ idea a destinazione. Arrivati a metà possiamo dire che c’è uno strada scriviamo: ci aiuta a definire l’idea. Non si tratta di un testo personale, ma è come se cersviluppo molto intuitivo di cassimo di guardare l’idea da fuori e scrivessimo un testo più o meno descrittivo del progetto. Poi un’idea generale alla quale torniamo a fare... e quindi materiali, campioni, modelli e via dicendo. Palleggiamo tra l’idea, quello siamo interessati che nasce che abbiamo scritto, e il fare, affinando man mano le due cose. sempre comunque dalla discussione e dal confronto. Il Tra i vostri progetti ce n’è uno a cui vi sentite particolarmente legati? nostro modo di progettare in Probabilmente Botanica, dove abbiamo ricercato le plastiche pre-industriali. realtà è molto verbale ed è anche molto intimo: ci capiaCosa vi stimola di più per la creazione di un nuovo progetto? Un film, un libro, un viaggio? mo bene a vicenda e, visto Molte idee ci vengono in vacanza, ma l’ispirazione può venida fuori, il modo che abbiare da qualsiasi cosa. In realtà molti pensano che la creativitá abbia bisogno di stimoli. Considerando l’ammontare di informazioni potenzialmente infinite a cui siamo esposti, una certa dose di solitudine e isolamento funziona molto bene. La creatività è una questione di “digestione” degli stimoli, non della loro “assunzione”. Io credo che la musica sia un complemento necessario per sviluppare la propria creatività, siete d’accordo? Se sì, che musica ascoltate? Sì, certo. La musica ed il sonoro in generale tendono a stimolare la creazione di immagini nel cervello... Nonostante questo siamo piuttosto tremendi. In studio ascoltiamo musica dal

Moulding Tradition, 2009 e Botanica, 2011


computer e non sopportiamo di sentirla arrivare frontalmente dallo schermo... Quindi chiediamo ai ragazzi che lavorano con noi di mettere della musica. Ascoltiamo una radio di Brookyn che si chiama Chances With Wolves. Più o meno recentemente abbiamo scaricato M.I.A. e Major Lazers. Come siete approdati ad Eindhoven e quanto di questa città c’è nel vostro lavoro? Ci siamo trasferiti nel 2007 per il master alla Design Academy di Eindhoven. Eindhoven è una città di provincia piuttosto noiosa ma molto funzionale e con spazi in affitto ad un prezzo decente. L’aeroporto è a dieci minuti dal centro. Vivere lì ci permette di concentrarci totalmente nel nostro lavoro. « Considerando l’ammontare

di informazioni a cui siamo

C’è un’azienda o un designer con esposti, una certa dose di cui vorreste collaborare? solitudine e isolamento funziona designer sei, in che modo vuoi laUn designer no. Un’azienda dispovorare, ecc. In ogni caso in questo molto bene. La creatività è sta a pagare e a lavorare insieme: momento se uno vuole può fare una questione di “digestione” ci piacerebbe sederci attorno ad questo lavoro ovunque. degli stimoli, non della loro un tavolo con una serie di persone “assunzione” » per lo sviluppo di un’idea e non per Partecipate al Miart e durante il un altro oggetto, che è fantastico e salone del mobile sarete coinvolti le aziende ne hanno ancora assolutamente bisogno, ma siamo in diverse esposizioni. Mi parlate di questi progetti? convinti che i designer possano fare molto di più per un’azienIn anteprima al Miart, con la nostra galleria Londinese Libby Selda che disegnare un’altra forma. Crediamo che ci sia bisogno di lers, presenteremo “De Natura Fossilium” , un’investigazione sultrovare sistemi diversi, business model diversi, materiali diversi, la lava dell’Etna. Un progetto molto complesso che ha richiesto sistemi produttivi diversi. molti mesi di sviluppo tra Murano, Sicilia e Vienna. Il progetto verrà mostrato a Palazzo Clerici. Secondo voi in questo momento qual è il posto migliore in cui Da Bagatti Valsecchi (il museo curato durante il Salone da Rosfare design? sana Orlandi) presenteremo “Still”, una collezione di cristallo, L’Olanda, altrimenti perché saremmo li!? È una risposta semrame e carbone per la ditta Viennese Lobmeyr. plice ad una domanda complessa... Dipende anche che tipo di Da Rossana Orlandi verrà mostrata la nostra collaborazione con l’azienda Francese “Moustache”, una sedia, stool e vaso in pelle di pesce proveniente da scarti dell’industria alimentare. Nodus Rug esibirà un nuovo tappeto che abbiamo sviluppato lo scorso autunno in occasione della nostra mostra al Mak di Vienna “The Craftica-Fendi, 2012 stranger Within”. Infine una selezione dei nostri progetti passati sarà in mostra alla Triennale nella mostra “Autarchia, Autoproduzione, Austerità”.


44/ Da non perdere. Salone 2014 76

Oltre i confini della creatività In occasione della Milan Design Week 2014 apre i battenti lo Spazio Hayon, voluto per aggiornare in tempo reale i visitatori sulle creazioni dell’acclamato designer spagnolo Jaime Hayon. Esposte per l’inaugurazione e per lasciarsi ammirare dallo sguardo dei visitatori, numerosi pezzi del designer, tra cui le progettazioni esclusive per Light Company Parachilna, le laboriose creazioni in midollino intrecciato Exporium, le forme inaspettate delle ceramiche Ceramics by Bosa, e ancora le nuove edizioni tutte colorate dei celebri orologi da polso Orolog. Mensione speciale per lo sgabello con base girevole Tradition’s Catch, un design antico rivisitato in chiave attuale, colorato e reso lussuoso grazie all’utilizzo di smalti specchiati. L’innovativo spazio offre uno sguardo ravvicinato alla creatività ed alla tecnica di queste collezioni che mettono in risalto le doti uniche di questo designer, che negli anni ha dimostrato di sapersi distinguere con il suo stile inconfondibile e il desiderio costante di innovarsi e sperimentare.

Tecnologia primordiale Cathal Loughna-

Quale obiettivo volevate raggiungere creando il sofà ONYX? Con il sofà ONYX vogliamo dimostrare che i materiali molto hi-tech e quelli grezzi naturali possono coesistere insieme. Quando disegnamo le nostre macchine ci spostiamo tra modelli virtuali e prototipi fisici. Con il sofà ONYX abbiamo sviluppato un sistema in cui le parti create a mano dall’uomo e quelle create al computer potessero convivere in un unico pezzo. Qual è il link di connessione tra il sofà ONYX e la Peugeot supercar ONYX? Entrambe sembrano esser state una sfida da realizzare, è stato così? Il punto d’unione con la supercar ONYX e tutti gli oggetti legati al progetto ONYX sono i materiali. Siamo alla costante ricerca di materiali che raccontino una storia. Il progetto del sofà è stato particolarmente impegnativo, il concetto era quello di lasciare che la natura guidasse il disegno: quando abbiamo estratto la roccia dalla montagna abbiamo cercato di cambiarla il meno possibile, le uniche modifiche sono state il taglio diritto e l’aggiunta di una sezione d’appoggio che risultasse comoda. Dopo che la pietra è stata tagliata a mano, la sfida principale è stata quella di abbinare le imperfezioni date dalle texture naturali e dalle crepe della roccia, con il mondo ultra preciso dei nostri materiali tecnologici. Abbiamo fatto delle scansioni della roccia con precisione millimetrica e poi abbiamo modellato la fibra di carbone che forma l’altra metà del divano al computer.

SPAZIO HAYON Via Massimiano 25, 20134 Milano. Schizzo © Hayon Studio

BAAS va in città Sarà esposto in via Zecca Vecchia 3, nel cuore di Milano, il nuovo lavoro del designer tedesco Maartin Baas “BAAS IS IN TOWN” coprodotto con 5VIE e realizzato in collaborazione con Ventura Lambrate. In esposizione diversi progetti di Maartin Baas tra cui la nuova collezione per Carpenter Workshop Gallery e le nuove collaborazioni con il product designer Bertjan Pot e l’eccentrico fashion designer Walter van Beirendonck. L’esibizione comprende anche una preview del suo progetto Koopgoot Collection, e i nuovi prodotti realizzati per Lasvit. Oggetti di design, collezioni e collaborazioni sono esposti in un set teatrale realizzato insieme al Theathre Group De Kwekerij. 5VIE è il nuovo distretto culturale sorto nel centro di Milano e inaugurato in occasione della Milan Design Week. Camminare in questa zona sarà come attraversare le epoche e vivere la storia di Milano, circondati da resti romani, musei, chiese e edifici storici del passato. www.5vie.it

Il divano ONYX e tutti i progetti realizzati da Peugeot Design Lab saranno esposti in via Tortona 32 dall’8 al 13 aprile.

BAAS IS IN TOWN Garage Sanremo, via Zecca Vecchia 3, 20123 Milano

Temporary Museum for New Design

Un museo temporaneo dedicato al design in concomitanza con la Milano Design Week: è quello che troverete una volta valcati i diversi spazi di Superstudio, spazio che rappresenta una solida realtà milanese in costante evoluzione di pari passo con le tendenze moda, design e food. Il progetto vuole anticipare esigenze, cambiamenti, evoluzioni del mercato e della società al passo con le tendenze e si sviluppa in più parti. L’area Museum segue il tema The World is here - The Future is Now •

Superstudio Più, via Tortona 27 / Superstudio 13, via Forcella 13/via Bugatti 9 8-12 Aprile 2014, solo professionisti / 13 Aprile 2014 ingresso anche ai non professionisti www.superstudiogroup.com (nella foto, Gisella Borioli, direttrice creativa di Superstudio Group) L’aperitivo diventa Luxury Il

fuorisalone ha tutte le forme del gusto e dall’8 al 13 aprile vedrà prendere forma la Milano Gourmet Experience, in cui il celebre aperitivo milanese viene rivisto in formula “indoor” e avrà come location hotel 5 stelle lusso, come già accadde nella prima edizione dell’evento “Good Food in Good Design”. L’iniziativa promossa dall’associazione Maestro Martino rappresentata dallo Chef Carlo Cracco è stata istituita per sostenere il territorio lombardo e le sue eccellenze attraverso la Cucina D’Autore •

Milano Gourmet Experience 8 -13 aprile, Milano • www.goodfoodingooddesign.it

Il vintage invade Milano

In concomitanza con i giorni della Milano Design Week nasce la Milano Vintage Week, una mostra mercato del vintage di qualità realizzata in collaborazione con A.N.G.E.L.O. storico marchio di Angelo Caroli, punto di riferimento del settore che si terrà nell’esclusivo showroom Riccardo Grassi. Un evento che si rivolge sia a un pubblico di collezionisti e addetti ai lavori, sia ad appassionati e simpatizzanti del vintage che in questa occasione potranno acquistare capi d’abbigliamento, bijoux, accessori ed oggettistica •

Milano Vintage Week, 9-13 aprile Spazio Riccardo Grassi via Giovanni Battista Piranesi 4 www.milanovintageweek.com Il serpente che si morde la coda Marsèlleria presenta OROBORO, una mo-

stra in cui Carlo Zanni mette in dialogo le sue opere con una selezione di oggetti di design di Raw-Edges, Ilaria Innocenti, Giorgia Zanellato e del producer Mirko Rizzi in un percorso che si sviluppa su tre piani. L’esposizione è pensata come un viaggio alla ricerca dei tre concetti guida: nascita, vita e morte dell’individuo; formazione e declinazione della propria identità nel rapporto con gli altri; tensione partecipazione politica • Marsèlleria, 08-25 aprile ,via Paullo 12/A, Milano

Il pappagallo è una videocamera Parson dalla serie “Animals”. L’opera del progtto OROBORO è The Sandman di Carlo Zanni, 2013, video su ViBo

ne responsabile di Peugeot Design Lab racconta come è nato il divano ONYX presentato in esclusiva durante la Milan Design Week 2014.



MOODBOARD • Urban per biffi boutique

suggestioni contemporanee Le tendenze moda P/E 2014 secondo Biffi boutique, punto di riferimento per l’high fashion milanese

di Fausto Puglisi nei loro color bloc, fino a giungere ai quadri astratti che diventano un’impalpabile blusa per Julien David. I designer si sono divertiti a fare gli artisti e quello che ne è risultato sono capi fantasiosi, pop, e un trionfo di colori dove arte e moda si coniugano perfettamente. Melbourne. Pattern elettronici Chet Faker è un giovane musicista di Melbourne, compone canzoni con un laptop con cui manipola, seziona, stratifica, taglia e assembla suoni come farebbe un artista materico sulla sua tela bianca. La sua elettronica è minimale ma ha un’anima soul, un cuore caldo e malinconico che unito alla sua voce profonda entra nelle viscere facendo scaturire emozioni inaspettate in chi lo ascolta. Il suo album di debutto Built On Glass già dal titolo rivela la complessa struttura dellle sue canzoni e l’animo fragile come uno strato di ghiaccio di chi le ha composte.

Biffi Boutique Corso Genova, 6, 20123 Milano www.biffiboutiques.com

Courtesy Galerie Bärbel Grässlin, Frankfurt

Milano. L’arte contemporanea in passerella secondo Biffi boutique La passione della famiglia Biffi per l’arte contemporanea e il design è sempre presente negli allestimenti delle boutique del gruppo, quanto nelle vetrine o nelle varie collaborazioni. Interventi di giovani artisti contaminano la purezza delle linee disegnate da Gae Aulenti per la boutique di Corso Genova portando un’arte che strizza l’occhio, nello storico negozio nato negli anni ‘70, alla sostenibilità fra capi di grandi stilisti ed emergenti, attraverso una serie di proposte ricercate. Arte e design sono oggi argomenti presenti in molte collezioni per questa P/E 2014; infatti si potranno sfoggiare per le strade abiti “dipinti” di Peter Pilotto, dove il riferimento maggiore sono stati i lavori dell’artista Ken Price, oppure gli abiti di Christopher Kane con inserti di colori primari e le linee che ricordano Mondrian, mentre una versione grafica della natura selvaggia con le palme adorna i vestiti

Milano. L’arte esposta a tavola Ha aperto lo scorso settembre a Milano ma non è un ristorante qualunque, Larte, questo il nome, è un luogo innovativo che vuole esprimere il meglio del nostro stile di vita attraverso l’incontro della ristorazione e dell’arte, dei grandi vini e del design. Ispirato dalla Fondazione Altagamma, che associa le imprese italiane di reputazione internazionale e di fascia alta del mercato, Larte è nato per l’iniziativa imprenditorale di un gruppo di soci e partner d’eccellenza in svariati settori. Il progetto architettonico è di Lorenzo Morganti/Grixoni e l’Art Direction e gli allestimenti di Marco Bravo/Nu Bureau. Larte, Via Manzoni 5, Milano. Francoforte. Gioco d’inganni. L’artista Tobias Rehberger, classe 1966, esporrà fino all’11 maggio nella sua città natale Francoforte. Rehberger ha riempito una serie di spazi all’interno del museo Schirn Kunsthalle Frankfurt in una personale scelta in un ventennio artistico per la mostra dal titolo “Home and Away and Outside”, che offre la possibilità di cogliere le sue molte-

plici pratiche artistiche che lo hanno reso conosciuto in tutto il mondo. Oltre 60 tra sculture, installazioni e pitture dislocate lungo la mostra e divise in tre sezioni: nella prima ha coperto le superfici con patter geometrici bianchi e neri creando un’illusione ottica, la seconda è interamente dedicata alle sculture. Infine per la terza sezione ha creato una scultura ad ombra su larga scala, che pende dal tetto dell’atrio creata tra l’altro, con tubi di neon ed insegne luminose. Rehberger traduce, altera ed espande situazioni ed oggetti famigliari creando domande negli spettori sulla comprensione ed interpretazione dell’arte.


Intervista Marco Magalini

47/ Arte 76

Conversazioni d’arte con Millo

Se non fosse uno street artist vorrebbe custodire ville antiche per passeggiare tra le loro statue. In effetti sempre di figure umane si tratta, come nelle sue opere dal realismo a tratti squisitamente malinconico.

Perché il tema della città? Le città di oggi sono fatte ad immagine e somiglianza dell’uomo contemporaneo. Non hanno storia, non hanno punti di riferimento, sono prive di bellezza e di amore, e l’uomo contemporaneo le subisce. Potrebbero viverci milioni di persone, ma paradossalmente sono il posto in cui ci si può sentire più soli in assoluto. Che cosa ti attira di questo soggetto? La cosa che mi fa riflettere di più delle città contemporanee è la loro capacità di colonizzare indifferentemente ogni centimetro quadrato della nostra terra trasformando e cancellando ogni cosa, spesso anche la memoria e le emozioni delle persone. Come trovi sempre nuove ispirazioni pur rimanendo fedelissimo al tuo tema? Non lo so. Ma so che tutte le idee mi vengono sempre disegnando. Una volta che poggio la penna sul foglio non so mai come andrà a finire. Comincio con un segno, poi un altro, finché non scatta una scintilla nel cervello e Bang! Fatto! Finché funziona questa cosa vado avanti. Il processo creativo è un mistero anche per me.

Mesagne (BR) - Parliamo con Camillo Giorgino, aka Millo, che significa Hello nella lingua del Rwanda. Uno street artist italiano che riesce a trasmettere tramite le sue opere una passione per le persone e i loro stati d’animo come la libertà, la solitudine, i sentimenti e la fanciullezza: una shakerata di emozioni da tradurre in arte. Da dove nasce la tua carriera come artista? Ho incominciato a dipingere per passione, da autodidatta. Semplicemente spinto da un bisogno di dire qualcosa che a parole non riuscivo ad esprimere. Erano i primi tempi, e ricordo che mi iscrissi ad un concorso nazionale di pittura. Quasi per gioco candidai la seconda tela che avessi mai dipinto e, quando vidi che su migliaia di artisti riuscii ad arrivare fra i primi dieci, mi resi conto che quello sarebbe potuto diventare un lavoro.

Come è nata l’esperienza con Benjamin Murphy? Come è stato lavorare con lui? Ho conosciuto Benjamin perché viveva in una galleria in cui ho esposto a Londra la scorsa estate, la Hoxton Gallery. Ma è stato quando siamo andati in Lussemburgo insieme per un festival di « Le città di oggi sono fatte street art che abbiamo lavorato ad immagine e somiglianza su qualcosa a 4 mani per la pridell’uomo contemporaneo: non ma volta. Quando ci siamo rivisti hanno storia, non hanno punti a Londra è stato naturale pensare di riferimento, sono prive di di lavorare insieme. bellezza e di amore »

Come definiresti la tua arte? Street art? Pop Art? Illustrazione? Non lo so. Penso che sia un frullato di questi 3 ingredienti con un pizzico di bagaglio personale e una shakerata di emozioni. Poco tempo fa Rooms Magazine ha scritto a proposito di quello che faccio che “It’s like depicting an inner world that shows itself slowly, line after line, like a poetry of shapes that breaks into your face with all it’s complexity but without any misleading options”.

Arte a parte, quali sono i tuoi interessi? Musica, cinema, cucina… che comunque sono arte. Soprattutto l’ultima. Se dovessi cambiare lavoro, cosa faresti? Non so, mi piacerebbe fare il custode in una di queste ville poi diventate musei nazionali. Deve essere bellissimo rientrare a casa e camminare in mezzo a statue di marmo, fontane barocche e quadri di secoli e secoli fa.


48/ Libri 76

A cura di Diana Barbetta

Bologna > L’eredità del ciclostilo Dodici apostoli del Do It Yourself, come la stessa Pavan li definisce, raccontano la loro esperienza all’interno della scena del fumetto indipendente e autoprodotto in bilico tra la pesante eredità lasciata dagli 80’s, la crisi del sistema editoriale e l’incursione del web. Una scena quella del fumetto contemporaneo che tesse le sue trame all’interno di circuiti alternativi tra festival e collettivi di autori e che dall’Europa arriva a far sentire la sua voce fin oltreoceano, sfruttando la trasmissione capillare e l’immediatezza della rete utilizzata come veicolo e non come fine. Lontana dal fascino imperfetto del vecchio ciclostilato, oggi l’autoproduzione pur continuando a nascere dal sottosuolo si dimostra capace di interfacciarsi con un mercato editoriale dalla connotazione sempre più mainstream, senza perdere autonomia e carica eversiva. Un movimento indipendente nato dall’urgenza di comunicare un qualcosa e in costante dialogo con il suo sempre più ampio pubblico di lettori. Il potere sovversivo della carta. A cura di Sara Pavan. Agenzia X, pp. 288, € 16.00 Nell’immagine, Davide Toffolo, a cui è affidata la prefazione del volume. Toffolo ha recentemente portato al teatro “Cinque Allegri Ragazzi Morti il Musical Lo-Fi” che prende spunto dall’omonimo romanzo a fumetti.

Milano > Un viaggio nell’onirico Inventore di alcune

New York City, 1957. Gli scrittori Allen Ginsberg, Gregory Corso, e Barney Rosset in Washington Square Park. Ph. Burt Glinn © Magnum Photos / Contrasto

MATTEO GUARNACCIA SCIAMANI

s h a k e u n d e r g r o u n d

SCIAMANI

e d i z i o n i

Lo sciamanismo è una pratica dalle radici antiche, sviluppatasi in molte e diverse culture, per contattare e controllare il soprannaturale attraverso rituali e tecniche del sacro. È un raffinato protocollo operativo di guarigione che, nel suo kit, include anche un avventuroso viaggio spirituale alla ricerca di se stessi. Gli sciamani sono stati, per millenni, il più affidabile e diretto collegamento con il mito, con le forme di saggezza innate, con gli archetipi. Una particolare categoria di artisti malandrini che – con disciplina, coraggio e follia – fa un uso emancipato dell’immaginazione, ponendola al servizio della propria evoluzione mentale e spirituale e, contemporaneamente, del benessere della propria comunità. Questo libro, labirintico e magico, è una spedizione nel tempo e nello spazio, tra mitiche tribù amazzoniche, allevatori di renne siberiani, dadaismo e rapimenti alieni, Babbi Natale, filosofie sovversive, sacri veleni, piante anarchiche e animali parlanti. Supportata da un’elegante galleria di storia del costume sciamanico, attraverso un centinaio di minuziose illustrazioni, offre un campionario di canti poetici tradizionali, genealogie vertiginose e connessioni inaspettate tra realtà multiple.

MATTEO GUARNACCIA

Manhattan > Uno sguardo al passato Tuttora cuore pulsante della cultura statunitense, il Greenwich Village è sempre stato promotore di movimenti culturali e artistici portatori di rilevanti mutamenti sociali che hanno avuto eco in tutto il mondo. Centro di gravitazione dell’intera comunità bohémienne e della scena underground non solo americana, il Village è stato teatro di leggendari incontri tra artisti, intellettuali, musicisti e gente comune che nelle pagine di questo libro ne raccontano l’essenza attraverso ricordi, aneddoti e storie. Sessanta racconti di un quartiere oggi noto per esser stato decantato da una leggendaria generazione, ma allora una delle tante circoscrizioni di Manhattan gremita di gente non qualunque. Ogni singolo angolo del Village prende vita nel ricordo di storici jazz club sulla Bleecker Street, nella musica rock in St. Mark’s Place, nei folk singers di Washington Square Park. Un raccolta di pensieri che suona come una dichiarazione d’amore e che invoglia ad andare alla scoperta di questo leggendario luogo. Greenwich Village Stories. A Collection of Memories. Universe Publishing, pp.204, $ 29.95

Matteo Guarnaccia (Milano 1954), artista e storico del costume. Attivo nel campo del design (Munari, Mendini, Rota), della musica (Byrds, Timoria, Hush) e della moda. Curatore di mostre e critico (“Vogue”, “Rolling Stone”, “Abitare”, “Zoom”, “Gap Japan”, “Wired”, “D-La Repubblica”, “Alias”). Tra i suoi libri Skate (1989); Almanacco Psichedelico (1996); Provos (1997); Beat e Mondo Beat (1996); Vivienne Westwood (2004); Gioco, Magia, Anarchia (2005). Con ShaKe ha pubblicato Ribelli con stile (2009), Psichedelica (2010), Underground italiana (2011), Guernica Blues. Controstoria delle arti dal 1945 a oggi (2012). 978-88-97109334

s h a k e

euro 16,00

tra le più oniriche pagine lisergiche della cultura contemporanea, artista il cui tratto ha connotato diverse riviste psichedeliche internazionali, scrittore nonché storico del costume, Matteo Guarnaccia affronta un tema che per anni è stato oggetto della sua attenzione attraverso la stesura di un saggio sull’antichissima pratica dello sciamanesimo. “Sciamani. Istruzioni per l’uso culturale ” traccia un interessante excursus sia storico che antropologico attraverso l’analisi delle diverse culture tribali rafforzato da un corposo apparato di tavole illustrate dall’inconfondibile tratto dell’artista e con un interessante focus sul costume sciamanico. L’obiettivo è quello di far luce sul tema evitando il consueto mistiMatteo Guarnaccia cheggiare e tentando di capire cosa si cela dietro credenze e pratiche religioIstruzioni per l’uso se. Una lettura che invita a compiere un viaggio varcando dimensioni temporali e travalicando confini spaziali e che auspica di risvegliare la parte indomita ed infantile in ognuno di noi. Sciamani. Istruzioni per l’uso culturale. Di Matteo Guarnaccia. Shake Edizioni, pp.207, € 16

SCIAMANI

s h a k e

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Waterbury Un’icona vista in macro Forse non tutti potranno averlo ma quanto meno a nessuno è vietato sognarlo. Edito da Taschen, un libro titanico dedicato ad un’icona del nostro tempo: Annie Leibovitz. Il progetto che ha visto la genesi diverso tempo fa, celebra 40 anni di lavoro della fotografa partendo dagli storici reportage fotografici creati per la rivista Rolling Stone fino ad arrivare alla celebre ritrattistica fatta per Vanity Fair e Vogue. Immagini intime e iconiche la cui cifra stilistica rimane tuttora inimitabile •

Parigi L’etica consumer del romanzo Accolto con grande entusiasmo sia dalla critica che dai librai e confermato dall’approvazione dei lettori, il romanzo di Romain Puértolas è stato definito un vero e proprio caso editoriale in Francia, tanto da attrarre l’attenzione di diverse case editrici internazionali, tra cui Einaudi. “L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea” racconta le rocambolesche avventure di Ajatashatru Lavash Patel, fachiro indiano che nel megastore svedese vedrà l’inizio del suo strampalato viaggio •

Annie Leibovitz, Taschen, pp. 476, € 2.000

Romain Puértolas, L’incredibile viaggio del fachiro [...], Einaudi, pp. 170, € 17.50

Milano Il trionfo dell’irrazionale

C’è una particolare deriva del design che pare aver abbandonato forme razionali, semplici e funzionali, prediligendo di gran lunga quelle irrazionali, complesse e prive di una reale funzione. Cristina Morozzi, curatrice della pubblicazione “Terrific Design”, indaga le diverse esperienze di designer tornati a concepire un fare di stampo artigianale e teso verso la ricerca dell’eccentrico e dell’irregolare, tratti distintivi del kitsch d’autore, libero da qualsiasi categoria di giudizio e da connotazioni popolari • Terrific Design, a cura di Cristina Morozzi, 24 ORE Cultura, pp. 240, € 39,00

New York Ritratto di un editor Dal 1981 Susan S. Szenasy è editor-in-chief di Metropolis, mensile di architettura e design tra i più influenti al mondo e con una costante attenzione al tema della sostenibilità. Trent’anni alla guida della testata newyorkese ma anche insegnante, moderatrice e filmmaker. Il suo costante impegno su più fronti ha generato una rilevante quantità di scritti raccolti per la prima volta in un volume che annovera editoriali, recensioni, racconti e lezioni in aula da cui è possibile tracciare un interessante profilo •

Szenasy, Design Advocate. Scritti e discorsi by Metropolis Magazine Editor Susan S. Szenasy. Metropolis Books, pp. 353, $ 29.95


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Intervista Diana Barbetta Artwork Gregory Euclide Ritratto GoodFellas IMP

MONDO PICCOLO

UNA VISIONE AL MICROSCOPIO, QUELLA DI VALERIO MILLEFOGLIE, UN AUTORE CHE SA COME DAR VOCE ALL’INVISIBILE

Racconti che svelano l’ordinario, visto attraverso una lente d’ingrandimento. Un approccio narrativo che ruba gli arnesi al fisico spinto dalla necessità di definire la più piccola unità di misura, per giungere all’uomo e ad un mondo fatto solo per lui. Com’è nata l’idea di questo libro? Periodicamente un’idea diventa il centro del mio mondo, non esiste altro, il resto si riduce: le bollette, le multe, la casa da accudire come fosse un essere vivo. Dopo aver visitato la cattedrale più piccola del mondo in Croazia, ho scritto un racconto dal titolo Il matrimonio da separati. È così minuscola che gli sposi entrano uno alla volta. Chi rimane fuori non sa se l’altro pronuncia il fatidico “Sì”. Nel dubbio l’amore è eterno. Ho iniziato così a documentarmi su ristoranti per sole due persone, alberghi da un letto, carceri di tre detenuti e altri luoghi per pochi e sono partito. Una scrittura emotiva che si appropria di un rigido metodo scientifico. Come un equilibrista, in bilico tra emotività e calcolo, sembra che tu riesca a stare in equilibrio perfetto. Fa parte di quella “scomodità” di cui parli?* Nel libro precedente, L’attimo in cui siamo felici (Einaudi), ho avuto un approccio simile. Le cartelle cliniche delle felicità di sconosciuti curavano il protagonista durante un anno di rielaborazione di un lutto. Mi af-

fascina utilizzare metodologie analitiche e oggettive al servizio di qualcosa di soggettivo, sentimentale e astratto. Si crea una terza dimensione in cui sulle sedie non ci si siede, sui divani si scivola giù e nei letti non si dorme. *(La comodità non ha mai portato a niente, l’uomo sulla luna non ci è arrivato in pantofole). Racconti dal ritmo cinematografico. Aneddoti di viaggio si contaminano di ricordi personali o di flashback dal passato. Quanto di autobiografico c’è nel tuo libro? Tutto è autobiografia: mia, dei personaggi incontrati e della mia compagna. L’osservazione del piccolo, della realtà unica, del

non ordinario. Suona quasi come un monito. È da qui che secondo te bisogna ripartire? Fra i protagonisti del mondo piccolo c’è Willard Wigan. Un artista che crea micro-sculture all’interno delle crune degli aghi. È riuscito a farci passare anche nove cammelli. Da bambino, sentendosi emarginato a scuola, costruiva con i fiammiferi casette per le formiche. Le uniche che lo capivano. Mi ha detto, “Ho avuto sempre un grande rispetto per le cose piccole perché tutti abbiamo origine da qualcosa di molto piccolo”. Bisogna partire da ciò che ci manca, dall’invisibile. Roland Barthes affermava che «La vita è fatta di piccole solitudini». In fondo si nasce soli, ed occorre un solo sguardo per riconoscere una meraviglia, ma due per condividerla e regalarla all’umanità. Cosa ne pensi a riguardo? Un capitolo è dedicato all’inno della patria di un abitante solo: “Mille in uno, uno in mille, marciamo così, dandoci del noi anche se siamo solo io. Parliamo plurali per sentirci meno soli”. Mi piace sdoppiarmi, farmi compagnia. La vita è fatta di tanti noi. “Mondo Piccolo. Spedizione nei luoghi in cui appena entri sei già fuori” è edito da Editori Laterza, 2014.

Nell’immagine: Gregory Euclide, “Holding even what was absent in stillness and topography’s remainder”. Courtesy of the artist and David B. Smith Gallery © the artist. Dalla mostra “The Small Worlds” tenutasi al Toledo Museum of Art (2012) sul tema dei mondi in miniatura.


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A cura di Marco Cresci

Vienna > In fuga da Londra Si chiama Sohn (ma si legge Son), è un musicista di Londra ma è scappato dalla sua città troppo inflazionata musicalmente e piena di distrazioni per rifugiarsi a Vienna dove ha composto Tremors, un album atmosferico che vi trascinerà nel suo vortice d’incertezza, tristezza, nervosismo e necessità con strati multipli e texture elettroniche contrastanti. Cosa ti ha portato a trasferirti a Vienna da Londra? A Londra non riuscivo a connettermi. La scena musicale mi soffocava e non avevo nessun legame con lei, era come se non mi sentissi di appartenere alla comunità. Londra è così grande che sentirsi smarriti è facile. Sono finito a Vienna perché a Londra ho conosciuto delle persone austriache con cui mi sono trovato molto bene artisticamente e mi hanno

Londra > La band avvolta nel mistero Si chiamano Jun-

invitato a passare del tempo con loro. Vienna mi ha subito conquistato: tutto è più alla portata di mano, più reale, anche le relazioni tra le persone. Quando hai scoperto la musica elettronica? Un paio di anni fa quando ho cominciato a capire che da un laptop si potevano rica-

vare emozioni e sentimenti, prima di allora non aveva mai pensato che la musica elettronica potesse avere un lato umano. So che hai sofferto d’insonnia e che hai composto molte delle tue canzoni di notte, consideri Tremors un album notturno? Lavoravo in studio la notte e

finivo le mie sessioni al sorgere del sole, poi camminavo fino a casa con la prima luce del mattino, quindi non lo definirei come un album notturno ma più da alba, con la brezza fredda che ti accarezza il volto e i primi raggi del sole a scaldarlo.

Milano/Bologna > UNALTRA dose di coraggio Ci vogliono passione, buona volontà e tanto coraggio ad organizzare un festival di musica in Italia, una formula che nel nostro paese non ha mai attecchito, o meglio lo ha fatto, ma senza mai sfiorare minimamente il livello di quelli organizzati nel resto d’Europa. Se poi stiamo parlando di un festival che non sfrutta i nomi grandi della scena musicale per attirare l’attenzione su di sé ma un cast internazionale alternativo e di alto livello, allora ci vuole anche un pizzico di follia. UNALTRO Festival è nato lo scorso anno a Milano per merito di Comcerto ed è stato un successo, con un cast che comprendeva The Lumineers e Tame Impala. Quest’anno si replica ma il progetto si fa ancora più ambizioso: il prossimo 14 e 15 luglio il festival organizzato da Comcerto si svolgerà in contemporanea a Milano e Bologna, un fatto inedito in Italia. Come? il cast del 14 luglio a Milano suonerà a Bologna il 15 e viceversa. Sul palco MGMT e Panda Bear, The Dandy Warhols e The Horrors, ma il cartellone non è ancora definitivo.

Scandinavia Electro leggende Amici di vecchia data e già collaboratori nei rispettivi lavori i Röyksopp e Robyn hanno annunciato che lavoreranno di nuovo insieme a cominciare da un tour che li vedrà co-headliner, il “Do It Again tour 2014”. Non si sa molto a riguardo ma la notizia è davvero promettente, se pensiamo che vedrà riuniti due tra gli artisti elettronici più innovativi e interessanti dell’ultimo decennio. Si vocifera che in questo momento siano rinchiusi in studio insieme ma cosa partoriranno è ancora top-secret • Irlanda Hendrix 3000 Ha finalmente una data di pubblicazione il biopic su Jimi

Hendrix interpretato dal rapper André 3000, conosciuto anche come metà degli Outkast. Il film diretto dall’irlandese John Ridley, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura di “13 Anni Schiavo”, approderà nelle sale cinematografiche inglesi a partire dal prossimo agosto. All Is By My Side, questo il titolo, narra il passaggio di Hendrix dai suoi esordi come chitarrista spalla a New York al raggiungimento del suo successo leggendario a Londra •

gle e da mesi stanno facendo parlare di loro nella blogosfera che li ha subito accolti a braccia aperte. Vengono da Londra, ma nessuno sa che faccia hanno nè quanti essi siano, usano foto promozionali fittizie in cui compaiono gruppi punk, gangster del bronx o breakers di strada. L’attenzione vogliono porla tutta sulla loro musica e dopo i due singoli autoprodotti, Platoon e The Heat, il collettivo londinese ha firmato per la prestigiosa XL Recordings con cui ha appena pubblicato il singolo Busy Earnin’, un synth-soul ipnotico dal sapore R&B contaminato dai tipici suoni della dance made in UK. Nel video un gruppo di ballerini canta e balla in una sala prove, cimentandosi in una coinvolgente coreografia all’unisono, esempio che per catturare l’attenzione non servono molti soldi ma buone idee. I JUNGLE ruotano intorno alla figura di due produttori di cui si conoscono solo le iniziali J e T ma la band può arrivare a contare fino a sette elementi. A breve partirà il loro primo tour, e lì conosceremo, si spera, qualcosa in più sulla loro identità.

Los Angeles La violenza di Lana Dovrebbe vedere la luce già a maggio il nuovo album di Lana Del Rey intitolato Ultraviolence e prodotto da Dan Auerbach dei The Black Keys. “Sarà un disco più spoglio, ma comunque molto cinematico e dark. L’ho scritto a Santa Monica ed ha assorbito tutta l’influenza del posto, che per me è speciale e unico”. Ultraviolence dovrebbe essere l’ultimo album di Lana Del Rey che ha dichiarato di volersi ritirare dal palcoscenico per dedicarsi ad altro • Tokyo Happy clothes Il brand giapponese UNIQLO ha ingaggiato Pharrell Williams per creare una collezione limited edition, “i am OTHER”, che debutterà ad aprile. Il concetto della linea è quello che da sempre contraddistingue la musica del rapper americano, esprimere la propria creatività nel quotidiano attraverso qualsiasi forma d’espressione essa sia: arte, musica, vestiti, film, televisione, tecnologia, e multimedia per sentirsi meglio con se stessi e vivere felici •


Intervista Marco Cresci

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Tutto l’amore dei Metronomy Il primo colpo di fulmine per la musica, quella che si assorbe da bambini per mano degli adulti, ha gettato le basi di Love Letters, l’atteso nuovo album dei Metronomy.

Devon (UK). Josh Mount leader dei Metronomy, ha una forte visione artistica, solo che la continua a cambiare album dopo album. La band inglese ha cominciato facendo musica strumentale elettronica e pulsante per poi raggiungere il successo con il synth pop sofisticato di The English Riviera, candidato al Mercury Music Prize 2011. Oggi pubblica Love Letters, un viaggio introspettivo nella vita del cantante, un album dal cuore caldo e analogico, omaggio al pop degli anni ‘60 e alla psichedelia che i suoi genitori gli facevano ascoltare da bambino. Dopo l’inaspettato successo di “The English Riviera” come ti sei approcciato al nuovo album, avevi le idee chiare o lo hai creato passo per passo? Avevo idee molto specifiche, sapevo cosa volevo, ovvero registrare un album in uno studio analogico senza usare in alcun modo i computer. Con la tecnologia puoi improvvisare, ma se vuoi fare un album in questo modo devi avere tutto chiaro nella tua mente o rischi di andare incontro ad un disastro. Ogni vostro disco è come un viaggio inaspettato, quando stai per premere play non sai mai dove ti porterà. Sembra quasi che mettervi in gioco ed esplorare nuovi territori sia un’esigenza, è così? Le persone che fanno musica che stimo sono sempre state quelle in grado di sorprendermi, ed è quello che cerco di fare anche io con ogni disco. Sono consapevole del fatto che che non sia assolutamente la cosa più facile da fare, ma quando ci riesci la soddisfazione è inestimabile. Forse il mio discorso è un po’ estremo, ma se diventi prevedibile tanto vale smettere di fare quel che stai facendo.

Il vostro modo di fare musica pop senza prestare attenzione a quello che detta il mercato del pop mainstream è lodevole, è come se voi viveste nel vostro mondo. è difficile non lasciarsi contaminare o non scendere a compromessi? Bisogna sempre scendere a compromessi anche se piccoli quando si entra nell’industria discografica, ma la visione artistica è qualcosa d’innato e personale che appartiene solo all’artista e nessuno la può toccare: è questa visione che io voglio condividere

con i fan o con le persone a cui tengo. Credo che sia il riuscire a mantenere integra questa visione artistica a rendere un artista interessante. Bisogna saper correre dei rischi e non stare a pensare a quello che le persone vogliono da te, ma piuttosto a quello che tu vuoi condividere con loro. Michel Gondry ha diretto il video di Love Letters: com’è stato entrare nel suo mondo visionario? è stato fantastico! è una persona con i piedi per terra che ti travolge con la sua creatività, è così concentrato nel voler realizzare la sua idea che nel momento in cui comincia a lavorarci vi s’immerge totalmente e riesce a trasportarci dentro tutte le persone coinvolte. Nel video di Love Letters, ma anche durante le vostre recenti esibizioni live indossate una divisa dal taglio ‘60: è un omaggio alla Motown? Sì, è una referenza a quel mondo e a quegli anni in cui per fare musica bisognava sforzarsi veramente e vestirsi in un certo modo serviva a dare più credibilità a qualcosa che per quei tempi era nuovo e diverso. Cosa ti ha spinto anche musicalmente verso questa direzione ‘60 e psichedelica? Più che qualcosa che mi ha spinto è la musica con cui sono cresciuto e volevo condividerne il mio apprezzamento, i miei genitori mi hanno fatto ascoltare un sacco di buona musica e in un certo senso ho voluto ricambiare.


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A cura di Marco Cresci

THE ESSENTIAL

GIG LIST •

BAND TO WATCH Samaris Silkidrangar (One Little Indian)

The hipster album tUnE-yArDs Nikki Nak (4AD)

Dopo aver pubblicato l’omonima raccolta di e.p. arriva il primo album per i giovani islandesi Samaris che in Silkidrangar combinano l’elettronica al clarinetto tenuti insieme da una voce che incanta. I testi delle loro canzoni sono estrapolati da poemi islandesi per preservare la cultura locale. Il risultato è una dance sofisticata che sconfina nel pop e che inevitabilmente ricorda la scena islandese degli anni ‘90 resa celebre da artisti quali Bjork e Gus Gus.

Attesissimo il nuovo album di Merril Garbus aka tUnE-yArDs, che non delude le aspettative e con Nikki Nak ci regala un altro gioiello pop contemporaneo, con suoni affettati, voci manipolate e melodie arricchite da un nuovo mondo fatto di percussioni. Anche questa volta il tutto sembra non avere un senso compiuto, con la voce che invece di seguire la melodia la depista, ma una volta assimilatone il suono ci si accorge che Nikki Nak è un manifesto pop contemporaneo.

Influenced by: Björk, Gus Gus Best songs: Nott, Lifsin Olgusjor Score: 7

Influenced by: Deerhoof, Dirty Projectors Best songs: Water Fountain, Look Around Score: 8

Joan As Policewoman 10/04 Milano, Teatro Franco Parenti, Elita Festival 11/04 Ravenna, Bronson 12/04 Firenze, Viper Theatre 13/04 Roma, Auditorium Parco della Musica Drenge 11/04 Milano, Rocket 12/04 Bologna, Covo Four Tet 12/04 Milano, Teatro Franco Parenti, Elita Festival METRONOMY 16/04 Milano, Magazzini Generali Agnes Obel 05/05 Roma, Auditorium Parco della Musica 06/05 Bologna, Locomotiv 07/05 MIlano, Alcatraz Jamaica 10/05 Segrate (MI), Circolo Magnolia PINS 14/05 Milano, Lo-fi 15/05 Firenze, Combo Social Club 16/05 Pordenone, PnBox

The Trip record Ratking So It Goes (XL Recordings) Un viaggio nella New York più oscura è quello che intraprenderete dopo aver schiacciato play sul disco dei Ratking. Questo trio hip-hop newyorkese vi trascinerà in un vorticoso labirinto sonoro tra samples della metropolitana e i famosi fumi della città, con rime avvelenate. Ad accompagnarli in questa avventura c’è anche l’enfant prodige King Krule che canta in So Sick Stories. So It Goes testimonianza che il mondo rap è ancora “under the spot” a NY e come muta forma di generazione in generazione. Influenced by: Bishop Nehru, Ka Best songs: So Sick Stories, Eat Score: 7

Ásgeir (nella foto) 28/05 Milano, Tunnel Fluing Lotus 29/05 Roma, Circolo degli Artisti 30/05 Spoleto (PG), Dancity Festival

The best villains Iggy Azalea The New Classic (EMI records)

the italian rebels Ex-Otago In Capo al Mondo (Foolica)

Rimandato più volte vede finalmente la luce il debutto della rapper australiana Iggy Azalea, divenuta celebre con l’inno di Work: “no money, no family, sixteen in the middle of Miami”. L’album esplora territori più hip-pop rispetto all dance del singolo Bounce con i suoi ritmi ‘90s. Un disco ben prodotto ma a cui manca il guizzo artistico, le tracce più convincenti sono dei features come Fancy scritta con Charli XCX o Change Your Life con T.I.

Gli Ex-Otago tornano orfani di un membro, il Pernazza che curava le parti rap, ma non perdono la loro sottile ironia ne il loro raffinato gusto pop. L’album si discosta dall’elettronica dei precedenti lavori in favore di un suono più folk e d’incursioni jazz, con un risultato intimo e maturo. Ad accompagnare l’uscita del disco il libro Burrasca che racconta i tre anni che sono intercorsi dal loro album precedente Mezze Stagioni fino alla realizzazione di In Capo al Mondo. Buona avventura.

Influenced by: Brooke Candy, Kreayshawn Best songs: Fancy, Change Your Life, Fuck Love Score: 6/12

Influenced by: Amari, The Zen Circus Best songs: Foglie al Vento, La Tramontana Score: 7

SUUNS 01/06 Segrate (MI), Circolo Magnolia 04/06 Marina di Ravenna (RA), Hana-Bi Tori Amos 02/06 Roma, Auditorium Parco della Muisca 03/06 Milano, Barclays Teatro Nazionale 04/06 Padova, Gran Teatro Geox

lose yourself to hip hop Neneh Cherry Blank Project (Smalltown Supersound) Erano sedici anni che Neneh Cherry non pubblicava un album d’inediti, certo non ci siamo dimenticati di lei, la pioniera del pop, che ancora oggi non ha paura di correre rischi. Blank Project è prodotto dal guru dell’elettronica Four Tet che ha consigliato alla Cherry di spogliare le sue canzoni il più possibile lasciando il minimo indispensabile, in un album che l’ha aiutata a ritrovare la luce dopo la scomparsa della madre. Un disco coraggioso, vibrante, attuale, ma non per tutti. Influenced by: Four Tet, Massive Attack Best songs: Out Of The Black feat. Robyn, Across the Water Score: 7



Urban per lancia

Lancia Fashion District

Prosegue il viaggio alla ricerca dei fashion district più cool d’Europa insieme a Lancia Ypsilon Elefantino, che con le sue linee eleganti ed i suoi dettagli colorati riconferma il suo impeccabile gusto glam che piace ai giovani e non solo. Margiela. Il sabato apre la Check Out Room, la stanza delle occasioni in cui troverete capi esclusivi a prezzi scontati. Il consiglio dell’insider: Toni Tramezzini è la mente che stava dietro al The Fox House, lo spazio creativo che riuscì a dare nuova identità ai giovani fashion designer della città. Oggi lo spazio ha chiuso, ma Toni ha cercato di riportare in vita la sua fucina d’idee con l’EIGENSINNING Schauraum, un negozio che privilegia i giovani designer e uno spazio espositivo per mostre fotografiche. Unica regola, tutto ciò che sta nel negozio dev’essere in bianco e nero.

song, vienna Come le collezioni degli stilisti si rinnovano e cambiano pelle ad ogni collezione, anche Lancia Ypsilon Elefantino ama rinnovarsi e per la stagione 2014 propone tre nuovi stili, tre nuove personalità sottolineati da accenti di colore Lime, Watermelon e Coconut.

Song Praterstrasse 11-13 1020 Vienna www.song.at

EIGENSINNING Schauraum, vienna vienna Vienna sta diventando una delle mete preferite dai giovani: la città sta attraversando un periodo creativo unico, che si tratti di moda, musica, o arte grazie alla rivalutazione del 7° distretto, che da quartiere decadente abbandonato a se stesso è diventato il centro del life-style cittadino. I giovani creativi lo hanno invaso facendolo proprio, aprendo spazi creativi, negozi, gallerie e locali. L’istituzione: Song è considerato la mecca della moda in città con il suo arredo minimalista che mescola metallo, cemento e scaffalature in legno che ospitano capi di designer dai nomi importanti quali Balenciaga, AF Vandevorst, Comme des Garçons o Maison Martin

Eigensinning Schauraum Sankt-Ulrichs-Platz 4/2 1070 Vienna www.eigensinning.at

ISTANBUL

VIENNA

Presentata in anteprima al Salone di Ginevra lo scorso marzo, la nuova Collezione Ypsilon Elefantino 2014 propone tre nuove colorazioni esterne: Khaki Grigio, Blu Zaffiro e Grigio Carrara, che vanno a valorizzare e a contrastare con i colori scelti per i suoi dettagli colorati: Lime, Watermelon e Coconut che impreziosiscono il logo Elefantino sul portellone, la “Y” sul montante laterale e sulle coppe ruota. In base al colore preferito poi calandra, calotte specchi e copriruota possono essere scelti con trattamento Matt Grey o Glossy Black. Novità anche negli interni ‘’Urban Chic’ con sedili caratterizzati da nuove grafiche, cuciture e logo ‘’Y’’ nel colore dello stile scelto e pannelli porta e fascia plancia con trattamento nero lucido od opaco a seconda di quello scelto per gli esterni. Scegliete il modello che più vi si addice e seguiteci alla scoperta dei quartieri più fashion d’Europa.

istanbul Con i suoi tessuti unici e preziosi Istanbul è stata a lungo fonte d’ispirazione per il mondo della moda: oggi la città sta diventando un nuovo centro culturale per quanto riguarda la moda ed il design. La sua giovane settimana della moda sta diventando sempre più oggetto d’osservazione e d’ispirazione per addetti ai lavori e talent scout che hanno capito che il corso della moda si sta decentrando dalle sue storiche capitali.

Atelier-55 Serdar-i Ekrem Sokak 55 34400 Istanbul www.atelier-55.com


Urban per lancia L’istituzione: Atelier-55 è un concept store in cui tutto quanto esposto è in vendita: abiti, gioielli, arredo, opere d’arte. Situato nel quartiere di Galata è un negozio attento alle novità, uno dei suoi punti forza è il contatto diretto con i giovani designer della London Fashion Week, ma offre anche marchi storici ma non per questo convenzionali come Vivienne Westwood e Philip Tracey. Il consiglio dell’insider: Building è un negozio che privilegia i giovani designer Turchi perché, come il suo nome suggerisce, alla base della sua filosofia c’è la voglia di costruire qualcosa di nuovo. Spesso all’interno dei suoi spazi vengono ospitati eventi di “guerrilla art” o inaugurati spazi pop-up che durano anche solo un giorno, ma che contribuiscono a mantenere alto e vivo lo spirito creativo che sta rendendo celebre questo giovane spazio. Amsterdam Città rinomata per innovazione e creatività, Amsterdam è definita da molti la nuova patria dei giovani talenti in erba in ambito di moda. Dalla scena dei club alle passerelle della sua fashion week la città è una grande fonte d’ipsirazione per i giovani creativi e una benedizione per gli appassionati di shopping, sia che siano in cerca del conforto delle grandi firme che giovani talenti olandesi. L’istituzione: SPRMRKT è un concept store di 450 mq aperto nel 2003 e subito diventato punto focale per gli appassionati del fashion. Il negozio offre una vasta selezione di designer per uomo e per donna che comprende nomi

BUILDING (Istanbul) quali Maison Martin Margiela, Rick Owens, Damir Doma e Wood Wood. La boutique che comprende anche una libreria ospita regolarmente eventi lifestyle, mostre d’arte, e spazi pop-up. Il consiglio dell’insider: Situato nella Nine Street area, la zona più fancy e fashion della città, Van Ravenstein è il paradiso dei nuovi fashion victim, con la sua vasta scelta di designer locali e del vicino Belgio, affiancata a nomi internazionali d’alto livello quali Balenciaga e Givenchy. La qualità e il taglio degli abiti sono le caratteristiche per cui questo negozio si distingue, si dice che qui anche il cliente più esigente troverà pane per i suoi denti.

sprmrkt (amsterdam)

Building Serdar-i Ekrem Caddesi 27/A 34400 Istanbul building.com.tr

AMSTERDAM

atelier-55 (istanbul)

SPRMRKT Rozengratch 191-193 1016 Amsterdam www.sprmrkt.nl

Van Ravenstein Keizersgracht 359 1016 EJ Amsterdam www.van-ravenstein.nl


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Fotografia Giorgio Codazzi Stile Ivan Bontchev

MONOCROMO

Camicia Ports 1961, pantaloni Pringle of Scotland, scarpe Maison Martin Margiela Nella pagina accanto

Camicia Paul Smith


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Giacca smanicata Maison Martin Margiela, pantaloni Emporio Armani Nella pagina accanto

Completo Costume National Homme, camicia Andrea Pompilio, cintura e scarpe Paul Smith


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Camicia Hugo 路 Hugo Boss su camicia Belstaff, pantaloni Hugo 路 Hugo Boss, cintura Emporio Armani Nella pagina accanto

Camicia G-Star Raw



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Make up Giovanni Iovine/W-m management Hair Gigi Tavelli /Freelancer Modello Riccardo Piane/ILOVE Ass. digitale Lorenzo Montanari Ass. stile Giulia Maeterangelis

Mantella Marni, camicia Patrizia Pepe, pantalone Lucio Vanotti Nella pagina accanto

Cappotto e pantaloni Neil Barrett, gilet Marni, scarpe Zalando



Urban per RENAULT

Renault Clio sfila in passerella con Costume National Renault presenta Clio Costume National, nuova serie limitata della city car best-seller della Marca, che rende esclusivo il suo design con personalizzazioni concepite insieme ad Ennio Capasa, designer e direttore creativo della celebre maison COstume National

Vera e propria innovative fashion car, Clio Costume National seduce abbinando il gusto moderno, ricercato e minimalista dei numerosi dettagli che ne impreziosiscono le linee, a contenuti tecnologici esclusivi come il parking camera posteriore, per la prima volta di serie su un’auto di questa categoria. Abbiamo intervistato Ennio Capasa che ci ha raccontato il suo punto di vista personale su come è stata concepita la Renault Clio Costume National: Come ha accolto la proposta di progettare la Clio Costume National per Renault, come una sfida o era un territorio a lei famigliare? Quando si lavora nella moda è bello e interessante poter sconfinare dal proprio territorio ogni tanto perché ti permette di scoprire luoghi misteriosi e inaspettati, per me questo tipo di collaborazioni sono sempre uno

stimolo. Con Renault c’è stato subito un buon feeling, sin dal primo incontro ho capito che erano molto aperti dal punto di vista della ricettività creativa e questo ha facilitato il rapporto. Qual è stata l’ispirazione che ha seguito per progettare la nuova Clio Costume National? Abbiamo lavorato su un concetto che accomuna i due brand, noi da anni abbiamo abbracciato la tecnologia, siamo stati i primi al mondo a creare una giacca sartoriale integrale senza cuciture. Per cui abbiamo lavorato sul concetto di tecnologia sviluppando una cromaticità che in qualche modo avesse sia i canoni di Costume National che la sensibilità tecnologica di Renault. Il bianco, il nero e il grigio

sono i colori base dei metalli che mi hanno dato lo spunto di partenza e che mi hanno portato a studiare dettagli inaspettati. In particolare ho messo a punto questa pelle di vitello tridimensionale e cangiante del tutto innovativa che va a personalizzare alcune parti della vettura. Il risultato finale è quello che volevo ottenere. Minimal, edgy-chic, come le collezioni di Costume National. Con la pelle di vitello tridimensionale cangiante avete realizzato anche una borsa limited edition, me ne parla? La borsa è una shopping bag tradizionale facile da usare che rispecchia le stesse caratteristiche della vettura e lo stesso dinamismo, abbiamo trasferito in modo semplice e visibile gli stessi valori della macchina in un oggetto. C’è un punto d’unione tra i dettagli che ha disegnato per la Clio Costume National e le sue col-


Urban per RENAULT

lezioni moda? La sintesi tra qualità e innovazione che da sempre contraddistingue il mio lavoro, il mondo stesso si muove verso questa direzione e la tecnologia ci permette di realizzare cose straordinarie prima impensabili. Quali sono i requisiti che deve avere un city car contemporanea? Io credo che l’elemento fondamentale sia avere un carattere distintivo che serve a sedurre un target capace di apprezzare un design esclusivo e la cura dei dettagli. Chi s’immagina a bordo della Renault Clio Costume National? Un pubblico giovane e minimalista, una persona creativa.


ss14 > errearepublic.com


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In giro #120

Rubriche a cura di Giovanna Caprioglio Illustrazione di Louis Thomas

Milano Macelleria Pellegrini · Segheria Di Carlo e Camilla · The Small · Bar Basso · Tunnel Club · Design Speaking Cafè · Wait And See Torino Caffè-Vini Emilio Ranzini · Poor Manger Bologna Al Covo Roma L’Officina Settembrini · Al Porto Fish & Chips · Andrea Doria Napoli Lanificio 25 Palermo Borderline Tokio Trump Room Barcelona Sala Apolo London Queen Of Hoxton Paris Broken Arm Cafè Miami Junior&Hatter Berlino Basement 8 Copenhagen Lid Koeb New York Kinfolk 90 Wythe Amsterdam Odeon


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MILANO MACELLERIA PELLEGRINI Via Spallanzani, 6 [+39] 02 29400251

• Quando: la sera (martedì e mercoledì) • Perché: l’intimità di una cena casalinga in una bottega • Chi ci trovi: “carnivori” • Highlights: la carne di cavallo, specialità della macelleria Non ci sono solo i secret bar… A Porta Venezia in via Spallanzani 6 c’è una macelleria che una volta chiuse le serrande si trasforma in ristorante. Al massimo dodici persone, spesso amici, all’interno del laboratorio di cucina, possono gustare un menù condiviso di volta in volta con gli ospiti stessi - ma dove ovviamente non può mancare la carne - preparato espresso da Giorgio Pellegrini. Costo della cena 50 euro e il vino lo portano i commensali. Buona ed economica, anche se un po’ affollata, la formula del pranzo il martedì e il giovedì. Aperto: Martedì e mercoledì sera – martedì-giovedì a pranzo

SEGHERIA DI CARLO E CAMILLA Via Meda, 24 [+39] 02 8373963

• Quando: non appena trovate posto! • Perché: per la cucina di Cracco a prezzi contenuti • Chi ci trovi: il popolo dei foodie • Highlights: la carne al josper Il ristorante “low cost” di Carlo Cracco ha aperto da poche settimane ed è già un cult: all’interno di una vecchia segheria che ha mantenuto il suo sapore industriale, un tavolone unico di circa 60 posti attraversa la sala. Fanno da contraltare lampadari in cristallo e stoviglie in ceramica decorate. La promessa è di rimanere sotto i 50 euro per il menù, diviso in tre parti: le portate principali, tra i 14 e i 22 euro , la carne al josper – una sorta di barbecue chiuso – tra i 22 e i 24 euro e i dolci, tutti a 9 euro. Chiudete in bellezza con un buon cocktail preparato da Filippo Sisti. Aperto: lun-sab 18-2

Milano, Wait & See

THE SMALL Via Paganini 2 [+39] 02 20240943 www.thesmall.it

• Quando: durante la settimana • Perché: per una cena tra amici • Chi ci trovi: la comunità della moda • Highlights: lo shopping di cibo e piccoli oggetti d’arredo The Small è veramente “small”, ma nei suoi 19 mq è in grado di creare un luogo unico, un ambiente magico e creativo, dove pezzi vintage e oggetti d’arte si accostano con una tale armonia da sembrare lì da sempre. Merito invece di Giancarlo Petriglia (fashion designer) che affianca Alessandro Lo Piccolo, che della cucina di qualità ne ha fatto una missione proponendo con creatività primi, secondi e dolci dai sapori particolari. Il dehor nella bella stagione aggiunge qualche posto in più, ma prenotate sempre con molto anticipo! Aperto: mar-dom 10-00

Milano, Macelleria Pellegrini

Milano, Tunnel Club

BAR BASSO Via Plinio, 39 [+39] 02 2940 0580 www. barbasso.com

• Quando: tra una preview e una festa • Perché: per incontrare il vero popolo del design • Chi ci trovi: designer nordici. veri o wannabe • Highlights: lo spritz gigante Un must assoluto durante il Salone del Mobile è andare a bere


69/ In giro. Italia 76

un cocktail da Maurizio. Se durante il resto dell’anno il Bar Basso è più un locale da “intenditori”, in queste serate si riempie di giovani di tutte le nazionalità che affollano persino l’intera rotonda di fronte a questo bar, che mantiene la sua impostazione old style ed è proprio per questo forse che è tanto amato. La sua posizione in zona Città Studi negli anni lo ha fatto scoprire ai designer nordici che si erano traferiti da quelle parti e da allora non l’hanno mai più abbandonato.

Milano, The Small

Le CANNIBALE @ TUNNEL CLUB Via Sammartini, 30 331 809 9952 www.tunnel-club.it

• Quando: tutti i sabato sera • Perché: per ballare buona musica • Chi ci trovi: cannibali della notte • Highlights: i dj set dei nomi più caldi del momento Le Cannibale è una serata storica del Tunnel Club, probabilmente il più importante club underground milanese, che da settembre si è spostata dal venerdì al sabato. Nato dalle menti di Albert Hofer e Marco Greco, Le Cannibale ha portato a Milano, a fianco del resident Uabos, dj di caratura internazionale come Autokratz, Peaches, Foals djs, Etienne De Crecy, Fischerspooner, Alexander Robotnick, Groove Armada djset e una lista infinita di altri, con l’idea di trovare sonorità sempre nuove e urbane, fuori dalle logiche mainstream e di stupire il suo pubblico attento anche con performance e liveshow.

MILANO · Temporary caffè durante il salone

Milano, Segheria di Carlo e Camilla

DESIGN SPEAKING CAFE’ BY MOKADOR via Maroncelli, 2 www.designspeaking.com

• Quando: tra una preview e un’altra • Perché: per una pausa caffè interessante in Brera • Chi ci trovi: “design lovers” • Highlights: l’iniziativa Talent’s Manifesto per designers under 30 Tutti i giorni del Fuori Salone potrete bere un buon espresso 100% italiano tra arredi, lampade, complementi e accessori per la casa e la cucina e socializzare scambiandovi opinioni sulle nuove tendenze del design. Tutto questo presso il DESIGNSPEAKING temporary store di Via Maroncelli dove, in un ambiente informale, dialogano tra loro molte aziende di design e “design lovers” nel primo selfie bar in collaborazione con Mokador che presenta le nuove macchinette DADO 2.0, frutto della creatività del designer Gianni Bortolotti. Aperto dall’8 al 13 aprile.

GNAM BOX @ WAIT AND SEE Via Santa Marta, 14 [+39] 02 72080195 www.waitandsee.it, www.gnambox.com

• Quando: a colazione o per lo spuntino di mezzanotte • Perché: per scoprire una nuova zona del Fuori Salone • Chi ci trovi: persone affamate di curiosità • Highlights: negli stessi giorni sarà ospitata anche la mostra di Uros Mihic ‘Folding Colors’ Altro temporary “social” caffè della Design Week sarà quello ospitato all’interno della boutique Wait and See e gestito da Gnam Box, il duo Stefano Paleari e Riccardo Casiraghi, creativi e designer per formazione, che spopolano nella rete ospitando nella loro cucina personaggi più o meno famosi. Stesso concetto sarà riproposto qui, dove sarà possibile prendersi una pausa tra un evento e l’altro e chiacchierare con gli Gnam Box e i loro ospiti nei vari momenti programmati: Designer Breakfast, Afternoon Chat&Eat e Midnight “Spuntino”. Aperto dall’8 al 13 aprile dalle 10 alle 20.

Milano, Bar Basso


70/ In giro. In Italia 76

Torino Caffè-Vini Emilio Ranzini via Porta Palatina 9/G. Valerio 011 7650477

Quando: all’aperitivo Perchè: un bicchiere in compagnia Chi ci trovi: tutte le età in armonia Highlights: il feeling del locale

Torino, Poor Manger

Un grande classico, ma che è sempre bene ricordare. Caffèvini Emilio Ranzini è rimasto intatto dagli anni ’70, superando le mode e per questo oggi tanto apprezzato. Un piccolo locale, dove al banco già dal mattino oltre al buon caffè si offre già qualche “bianco” a clienti affezionati. Il vino la fa da padrone e verso l’ora di pranzo o per l’aperitivo serale Emilio e i suoi figli offrono anche piatti semplici e di tradizione: pescoi, salumi, formaggi, acciughe al verde, vitello tonnato e un cestino di uova sode ancora da sbucciare sul bancone, oppure buonissimi panini. Un dehor nel cortile, pochi tavoli di legno, dove godersi questo inizio di primavera. Aperto: lun-sab 8-19.30 (fino alle 22 per feste private)

POOR MANGER Via Maria Vittoria 32\d [+39] 333 7442290 (Valerio) www.poormanger.it

Quando: a pranzo Perchè: per mangiare semplice, soprattutto se amate le patate Chi ci trovi: anche il nuovo “masterchef” Federico Highlights: In Primavera patate con farcitura di ricotta, crema di spinaci e pomodori secchi Due amici, Marco e Valerio, e un’idea originale: reinventare un prodotto presente sulle tavole di tutto il mondo, come la patata abbinandolo a prodotti tipicamente italiani. Un mangiare semplice e internazionale ma con un forte legame con la terra d’origine, richiamato già dal nome Poor” dall’inglese ”povero”. Le patate cotte al forno vengono tagliate in lunghezza e farcite con prodotti di stagione: formaggi, verdure e salumi. Potete anche seguirli in sagre, fiere, eventi che rispecchiano il loro modo di intendere la cucina, dove li troverete nella ape-car/ristorante. Aperto: lun-sab 12-15 / 19.15-22.30

Bologna, Al Covo

Bologna AL COVO Viale Zagabria 1 [+39] 051 505801

Quando: venerdì e sabato Perchè: per ascoltare buona musica Chi ci trovi: music lovers Highlights: la storica serata indie rock “times for heroes” Si definisce la “Indie Rock Mecca”, d’altronde dal 1980 è uno dei locali culto della scena musicale bolognese. Aperto solo il fine settimana ospita sempre concerti dei gruppi più importanti della scena rock e indie, organizzando anche importanti venues in altre location (Rufus Wainwright l’8 aprile al Teatro Duse). La serata storica è Times for Heroes con musica indie-rock, ma anche Cool Britannia, con sonorità brit- pop è da sempre molto amata. Aperto: ven-sab 22-4

Napoli, Lanificio 25. Ph N. Del Giudice.

Roma L’OFFICINA SETTEMBRINI via Giuseppe Avezzana, 19/21 [+39] 06 32111583

Quando: all’ora dell’aperitivo

Roma, Al Porto Fish & Chips


71/ In giro. In Italia 76

gli Scaricatori sono i primi, come pasta e fagioli ai frutti di mare e amatriciana con le cozze, i Rimorchiatori i secondi come gli spiedoni di pesce; e poi tanti cartocci di pesce fritto e wrap di spicy tuna. Aperto: lun-dom pranzo e cena

REBEL REBEL @ Andrea Doria Via del Baiardo, 26 Tor di Quinto Warehouse Session (nuova location invernale) Via Sambuca Pistoiese [+39] 327 188 46 02 rebel-rebel.com

Quando: venerdì e sabato Perchè: per ballare buona musica elettronica Chi ci trovi: hard clubbers Highlights: gran bella energia Nato nel Giugno del 2010 all’interno del Centro Sportivo Andrea Doria, il Rebel Rebel ha rappresentato una rivoluzione nel mondo del clubbing romano, al punto da dover trovare, per il suo grande successo, anche una location invernale- il warehouse, che questa stagione ha trovato spazio all’interno degli ex studi cinematografici sulla Salaria, alle spalle del centro Sky, proprio come nelle grandi capitali europee. Questo locale “ribelle” che ha ospitato artisti del calibro di Kerri Chandler,Djulz,Ryan Elliot,Sascha Dive,tINI,Martin Buttrich, Nina Kravitz, è ormai una certezza tra i clubbers della capitale. Aperto venerdì e sabato dalle 23 alle 6

Napoli LANIFICIO 25 Piazza Enrico De Nicola, 46 [+39] 081 6582915 www.lanificio25.it

Quando: il fine settimana Perchè: le scelte artistiche interessanti Chi ci trovi: i giovani della città Highlights: la corte esterna Torino, Caffè-Vini Emilio Ranzini

Perchè: per gustare prodotti speciali e portarveli a casa, se vi va Chi ci trovi: gourmand Highlights: la formula bottega+assaggi sempre più apprezzata Una gastronomia con degustazione: è l’Officina Settembrini, il nuovo locale che si aggiunge al ristorante, al caffè, alla libreria, alla porchetta. Nel quartiere Prati, ormai quartiere “gourmet” della Capitale, l’Officina è diretta da Sabina Guidotti, che ha unito passione per il cibo e design, selezionando prodotti enogastronomici di grande qualità, sia freschi che confezionati, che si abbinano ad accessori per la cucina e oggetti di ispirazione nordica, ceramiche e teiere. Il tutto in un ambiente luminoso, con al centro un bancone dove assaggiare, formaggi, salumi e moltissimi altri prodotti di questa gastro-bottega assolutamente da visitare.

AL PORTO FISH AND CHIPS Via Crescenzio 56 [+39] 06 45.50.57.97 www.ristoranteporto.com

Quando: aperitivo+cena Perchè: per mangiare pesce “facile” Chi ci trovi: giovani e curiosi Highlights: l’aperitivo di pesce in cartoccio Aperto da poche settimane, Al Porto è già diventato alla moda, perchè offre pesce, per lo più fritto, in un ambiente da “taverna del porto” con un costo molto contenuto. Si trova infatti in una sorta di cantina e i piatti richiamano proprio il gergo portuale:

Un bell’esempio di recupero di archeologia industriale, il Lanificio 25 si trova in uno spazio ricco di storia, che prima di essere un lanificio nel 1800 era il chiostro della chiesa di Santa Caterina a Formello, e si veste di volta in volta di un diverso abito a seconda delle moltissime iniziative che ospita: concerti, rassegne teatrali, workshop, mostre d’arte. Meravigliosa la corte esterna, circondata da costruzioni “sgarrupate” di un fascino incredibile. Martedì- giovedi dalle 10 alle 16 – venerdì e sabato dalle 18 a mezzanotte.

Palermo BORDERLINE Piazza Fonderia/Piazzetta Tarzanà www.facebook.com/pages/Border-Line

Quando: il fine settimana Perchè: per visitare un luogo fuori dai soliti circuiti Chi ci trovi: ogni serata ha il suo pubblico Highlights: la poliedricità Riapre ad aprile il Border Line, spazio poliedrico creativo dove oltre alla buona musica, spesso trovano spazio mostre d’arte ed esibizioni. Un luogo che, come il suo nome, vuole essere in bilico tra le varie espressioni artistiche. Ospitate mostre, serate dallo swing all’elettornica...attendiamo la nuova programmazione. Aperto: mer-sab 20.3-4.30 Errata Corrige. Ci siamo sbagliati… i propretari di Hous Garten (non house!) sono romani de Roma ed il musicista californiano è lo chef del locale.


72/ In giro. Nel mondo 76

TOKYO

Copenhagen, Lid Koeb

TRUMP ROOM 4F Hoshi Building 1-12-14 Jinnan Shibuya-ku +81 3 3770 2325

• Quando: nel fine settimana, in seconda serata • Perché: per il suo meltin pot culturale • Chi ci trovi: fashion victim giapponesi e internazionali • Highlights: l’arredamento è un club così snob che non ha nemmeno un sito web. Trump Room è sicuramente tra i club più frequentati da un pubblico eclettico e alla moda. Al quarto piano di un edificio fatiscente a Shibuya, una volta entrati ci si trova in un mondo a parte, fatto di un tripudio di lampadari in cristallo, glitterballs, specchi gotici, divani in velluto e cervi alle pareti, in un mix and match di stili davvero unico. La musica dipende molto dalle serate, ma la parola d’ordine degli avventori è sempre l’eccentricità.

BARCELONA SALA APOLO Carrer Nou de la Rambla, 113 +34 934 41 40 01 www.sala-apolo.com

Amsterdam, Odeon

• Quando: il lunedì o martedì sera • Perché: si va a colpo sicuro • Chi ci trovi: di tutto un po’ • Highlights: il martedì è la serata giusta per godersi il locale Sala Apolo è ormai un’isitituzione per la musica dal vivo a Barcellona; ogni sera si riempie di giovani della scena alternativa, proponendo un buon calendario di musica indierock, punk ed elettronica. La settimana inizia con il botto il lunedì, con la serata punk-rock-indie Nasty Mondays, dalla cui costola è nato il martedì Crappy Tuesday , con un sound più indie elettro-pop. Il resto della settimana è altrettanto energico con serate di elettronica, ma anche di flamenco “fusionado” e persino jazz.

LONDON QUEEN OF HOXTON 1-5 Curtain Road, London EC2A 3JX +44 020.74220958 www.queenofhoxton.com

• Quando: in estate per la terrazza • Perché: offre molti tipi di divertimento • Chi ci trovi: di tutto un po’ • Highlights: il cinema all’aperto in estate

Barcelona, Sala Apolo

Bar, club e galleria d’arte, il Queen of Hoxton si trova nel cuore East End e offre un’intensa programmazione musicale, unita ad una galleria di installazioni artistiche e murales. Il piano terra ha grandi finestre, graffiti ai muri, edera che scende dal soffitto e tavoli con panche e una sala giochi con pezzi vintage nel retro. L’alter-ego della Regina si trova invece nel club al piano interrato, dove hanno suonato tra i dj più importanti della scena londinese e internazionale. Oggi the Queen of Hoxton si rinnova con un sound system “Funktion One” e la terrazza panoramica, con bar, barbecue e alcune serate un fantastico cinema all’aperto.

PARIS BROKEN ARM CAFè

London, Queen of Hoxton


73/ In giro. Nel mondo 76

12 Rue Perrée, III arrondissement +33 (0)1 44 61 53 60 www.the-broken-arm.com

• Quando: per la prima colazione • Perché: è un posto rilassato con bella gente • Chi ci trovi: Bobos • Highlights: le torte home made The Broken Arm nasce dalla volontà di tre amici di creare un luogo che racchiude in sé molte cose: capi di moda e accessori di marchi emergenti, libri, riviste e oggetti d’arredamento, nonché spezie nella parte dedicata al caffè, che ha sia un accesso indipendente che uno direttamente dalla boutique. Un luogo luminoso, rilassato, nella zona più nuova del Marais, dove fare colazione con centrifughe e pasticceria di giornata, un lunch leggero a base di zuppe, insalate e buoni sandwich o una merenda con vino rosso e formaggi. Aperto: mar-sab 9- 19.

Miami, Jumior & Hatter

MIAMI

• Quando: la sera • Perché: per bere tra i migliori cocktail di Copenaghen • Chi ci trovi: gente di tutte le età • Highlights: il posto di fronte al camino Degli stessi proprietari del famoso cocktail bar Ruby, Lidkoeb si trova in un cortile interno dietro Vesterbro Street e vi accoglie su ben tre piani in un ambiente rilassato, molto luminoso e arredato con attenzione: al piano terra un lunghissimo bancone bar in legno e tavoli con panche, al piano superiore un bar più contenuto e un balcone privato per fumare; all’ultimo piano un accogliente “salotto” camino e sedie in pelle dove rilassarsi bevendo un buon whiskey. Al piano terra ordinate invece i moltissimi cocktail “della casa” preparati dai simpatici barman.

New York

JUNIOR&HATTER 2750 NW 3rd. Ave. Miami, FL 33127 +1 305.571.8361 juniorandhatter.com

Kinfolk 90 Wythe 90 Wythe Ave, Brooklyn, NY 11211 +1 347-799-2946 www.kinkfolklife.com

• Quando: da lunedì pomeriggio a sabato sera • Perché: perchè oltre a farvi un bel taglio potete bervi una birra fresca • Chi ci trovi: chi vuole il trend del momento in testa • Highlights: puoi creare una playlist per il tuo taglio

• Quando: dipende da cosa vuoi fare • Perché: fare shopping, vedere una mostra o ballare • Chi ci trovi: giovani creativi del quartiere • Highlights: era certamente il ristorante Aska, ora attendiamo novità

I due hairstylist di origine italiana Andrea Battista e Mario Silvestri hanno unito le forze per aprire un salone che rispecchiasse il loro stile e anche un po’ le loro origini. Così a Miami è nato Junior&Hatter nel quartiere emergente di Wynwood Arts, all’interno di un building “optical” a righe bianche e nere. L’interior design però è invece molto vintage e home-made style, con divani dove rilassarsi attendendo il proprio turno (e perchè no, bersi una birra), pallet che dividono gli spazi e poltrone da barbiere anni Sessanta, nonché una vespa rossa fiammante. Per concludere l’esperienza Junior & Hutter propone accessori e prodotti che rispecchiano la filosofia olistica del brand.

Conosciuto prima come Kinfolk Studios, Kinfolk 90 Wythe è la porta accanto del 94 Wythe, negozio da uomo super hip; ormai affiancare il bar al negozio è quasi necessario per comunicare al meglio la propria identità, ma da Kinkfolk potrete trovare davvero molte situazioni: un luminoso bar all’entrata e una parte più raccolta nella zona ristorante nel retro (fino a pochi giorni fa si trovava il ristorante Aska guidato dall’acclamato chef nordico Fredrik Berselius) connessi da una zona bar caratterizzata da un bancone in legno grezzo, che ospita Dj “avanti” anche per la scena newyorkese e mostre d’arte. Anche senza Aska non rinunciate a passare per Kinkfolk, che rimane certamente uno dei posti più vivaci della già vivacissima Williamsbourg.

BERLINO BASEMENT 8 Spreewaldplatz 8 +49 308414883 www.facebook.com/basement8

• Quando andarci: verso sera • Perché: per rifarsi il look e poi bersi una birra • Chi ci trovi : giovani musicisti e creativi della scena underground berlinese • Highlights del locale: fatevi tagliare da Yaz Il basement di una vecchia piscina pubblica, muri di cemento grezzi, piastrelle industriali e divani in pelle usati, il tipico stile berlinese dunque, che ospita un gruppo di hairstylist internazionali. Ma una volta che vi siete fatti il taglio più originale di sempre, fatevi accompagnare nello spazio bar-galleria creativa per brindare al vostro nuovo look in un ambiente molto underground. Berlino, Basement 8

Copenaghen www.lidkoeb.dk

COPENAGHEN LID KOEB Vesterbrogade 72b

Amsterdam Odeon Singel 460 +31 20 521 85 55 +31 20 521 85 59 (Ricardo’s in Odeon) www.odeonamsterdam.nl

• Quando: da lunedì pomeriggio a sabato sera • Quando: il venerdì sera • Perché: vale la pena provare “il nuovo corso” • Chi ci trovi: ancora difficile dirlo • Highlights: il ristorante Ricardo’s sotto il club Ha riaperto il 21 febbraio uno dei club più famosi di Amsterdam, l’Odeon, un’intera palazzina sul Singel che risale al 1600, quando era una fabbrica di birra; poi è diventato sala concerti e ancora uno dei club più frequentati. Oggi ospita anche Ricardo’s, il ristorante dell’eclettico e molto apprezzato chef Ricardo van Ede, che propone una cucina semplice e “di campagna”. Perché quindi non cenare al suo ristorante e poi (per ora solo il venerdì, con la serata Nacht Dieren) salire nel club, la cui programmazione musicale è seguita dal conosciuto Kasper Tarenskeen? Da provare.


74/ Tazebao #120

Ph. Michele Miele. Tutte le immagini e i marchi che appaiono nel Tazebao, qualora non esplicitamente appartenenti a Urban Magazine, sono di proprietĂ esclusiva dei rispettivi proprietari.

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