Non è colpa della pioggia

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titolo originale: Shouting at the rain All rights reserved including the right of reproduction in whole or in part in any form. This edition published by arrangement with Nancy Paulsen Books, an imprint of Penguin Young Readers Group, a division of Penguin Random House LLC. per l’edizione italiana: © 2020 uovonero Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, memorizzata su supporto infor matico o trasmessa in qualsiasi for ma e da qualsiasi mezzo senza un esplicito e preventivo consenso da parte dell’editore. uovonero via marazzi 12 26013 crema libri@uovonero.com www.uovonero.com collana abbecedanze /17 1ª edizione: *** 2020 Finito di stampare nel mese di *** 2020 da Rubbettino Print a Soveria Mannelli (CZ) ISBN 978-88-96918-82-1


Lynda Mullaly Hunt

NON È COLPA DELLA PIOGGIA Traduzione di Sante Bandirali



A Nancy Paulsen, che ha spalle forti Greg, Kim, Kyle e Dave Molto tempo fa ho sognato di avere la mia famiglia; voi mi rendete piĂš felice di quanto avessi mai sognato



CAPITOLO 1

Finora Ci sono due tipi di persone. Quelle a cui piacciono le sorprese e quelle a cui non piacciono. A me non piacciono. Eppure ecco qui Aimee Polloch, mia amica da quando eravamo in prima, che entra della porta col baccano di un corvo d’estate. « Delsie, ho una sorpresa fantastica ». Oh-oh. « Allora, » comincia, « hai presente che io e Michael dovevamo andare a fare il provino per lo spettacolo estivo al Cape Playhouse ? » « E dunque ? » le chiedo. « Michael ha avuto una parte importante, ma io… io ho avuto il ruolo della protagonista ! La protagonista ! Ma ci pensi ? » Aimee è tremendamente seria. « Aspetta. Autografi. Credi che davvero qualcuno li vorrà ? » « Credo che dovremo procurare un tappeto rosso che arriva fino alla porta di casa tua ». « Non è uno scherzo ». Si piega leggermente in avanti. « Sai quanta gente famosa ha cominciato recitando in questo teatro ? »

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Non è colpa della pioggia « Mi pare che tu me ne abbia parlato » dico sorridendo. Aimee fa un grande salto, poi si mette davanti a me. « Ho davvero bisogno del tuo aiuto, però ! » « Del mio aiuto ? Perché dovresti avere bisogno del mio aiuto ? Sai che preferirei andare in deltaplano nel mezzo di una grandinata piuttosto che recitare ». Scuote la testa. « Non mi serve che tu reciti, Delsie. Mi serve solo che mi aiuti con la parte. La commedia è Annie » dice, con gli occhi spalancati. « Quella Annie ? Annie quanto-è-dura-la-vita ? Quella del film che abbiamo visto ? » Lei alza gli occhi al cielo. « Era una commedia molto prima che facessero il film ». « Non importa, Aims ». Sai che il teatro non fa per me ». « Be’, è solo che vorrei proprio essere… » Agita la mano nell’aria come un prestigiatore. « Voglio essere au-ten-ti-ca ». « E quindi ? Non capisco come ti potrei aiutare. Non sarebbe meglio Michael ? » « No. Lui non mi può aiutare. Non come potresti farlo tu. Michael ha… una famiglia ». Mi sento come una che ha inciampato ma non ha ancora toccato terra. « Dimmi una cosa » dice. « Com’è… com’è per davvero… essere un’orfana ? » Mi sembra di sentire il terreno muoversi. Aimee si piega verso di me. E parla. Parla, parla. Dice qualcosa sul fatto che sono fortunata, mentre invece me ne

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Finora sto semplicemente lí incastrata tra il desiderio di scomparire e quello di aiutarla. Vado in cerca di una risposta alla sua domanda, ma non ne ho. Ho pensato a mia madre, ovviamente. Mi sono chiesta dov’è andata e dove è stata. Ma credo che Aimee abbia ragione : sono stata abbandonata… quindi sono un’orfana. Ma faccio la figura della stupida se dico che non l’ho mai veramente pensata cosí ? Finora.

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CAPITOLO 2

La migliore, per adesso « Nonna ! » chiamo, scendendo di corsa le scale. « Sei pronta ? » Lei ha indosso la divisa da lavoro ed è curva sul suo puzzle. Incastra un pezzo. « So che hai le fregole perché Brandy è tornata a Seaside Cottages » dice, alzandosi. « Io non ho nessuna fregola, invece. Un’altra stagione a fare le pulizie in tutti quei cottage per turisti ». Mi dà un buffetto sulla guancia. « Adesso corri a prendere i nostri pranzi dal frigo. E non dimenticare le nostre limonate preferite ». Vado e torno dalla cucina in tre secondi. « Okay. Andiamo ! » Ci infiliamo in macchina. Come sempre, mia nonna fa una croce col dito sul cruscotto, guarda il cielo attraverso il parabrezza e dice una preghiera perché il motore parta. Quando succede, dà un buffetto al cruscotto. « Sei un vero tesoro a metterti in moto per la tua vecchia Bridget ». Mette la marcia. « Pensi che sia strana se parlo con la macchina ? » « Solo se ti aspetti una risposta » le dico. Tossisce e intanto ride. « Sei un fenomeno, lo sai ? » È uno dei complimenti migliori di mia nonna.

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La migliore, per adesso Al primo cartello di stop si gira a guardarmi. « Sembri una zecca sul punto di scoppiare » dice. « Sei euforica perché rivedrai Brandy, lo so ». « Sono molto euforica. Ma una zecca sul punto di scoppiare… che schifo ! No… Bleah ». « Non capirò mai come faccia una ragazza che ama i tornadi e gli uragani ad avere cosí paura di una piccola zecca ». « I fenomeni atmosferici non ti succhiano il sangue » dico, aspettandomi una sua risposta, ma lei si limita a scuotere la testa. Mette la freccia per svoltare. « Quindi hai parlato con Brandy ? Lei e la sua famiglia resteranno qui per l’estate come al solito ? » « Sí. Lei e sua madre, comunque ». « O mio dio, ricordo il giorno in cui vi incontraste per la prima volta » dice la nonna, lasciandosi andare contro il sedile della macchina. « Sua madre fu cosí gentile da prendersi cura di te un giorno in cui avrei dovuto per forza portarti con me. E tu e Brandy eravate talmente piccole da stare sedute una accanto all’altra in una di quelle sedie da giardino fatte di assi di legno, le Adirondack. Da allora siete sempre state come burro e marmellata ». Rido. « Nonna. Chi vorrebbe essere come burro e marmellata ? Non va mai a finire bene. Per loro, voglio dire ». La nonna scuote di nuovo la testa mentre si infila in un parcheggio. Mi giro. « Posso andare ? » « Sí, ma per l’amor del cielo, guarda bene da entrambe le parti ».

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Non è colpa della pioggia Appena il mio piede tocca il marciapiede rosso che porta all’interno di Seaside Cottages, sento la voce di Brandy. « Dels ! » urla mentre si alza di scatto da un tavolo da picnic. Il posto puzza già di creme solari e fumo di carbonella, anche se sono appena le nove. L’estate è ufficialmente arrivata. Attraverso il prato di corsa, ci abbracciamo e saltelliamo tutt’attorno. « O mioddio ! Come stai ? » chiede. « Sono strafelice di vederti ». Poi fa un passo indietro. « Wow, Dels. Sei cresciuta quest’anno ». « Davvero ? » E poi mi accorgo che Brandy sembra molto piú vecchia di me, col viso truccato, una borsetta e il tipo di abiti che si comprano nelle piccole boutique piuttosto che nei grandi magazzini. Mi sento un po’ ridicola con la mia maglietta stinta della Boston Marathon, anche se è la cosa migliore che ho trovato l’anno scorso ai banchetti dell’usato. Ma Brandy sorride e io sono felice di vederla. « Ho già tirato fuori i nostri secchielli per la raccolta » dice, e quella sensazione nello stomaco si scioglie. È la solita vecchia Brandy. Fin da quando eravamo all’asilo, ogni estate raccogliamo sassi e conchiglie, li incolliamo insieme e li dipingiamo per farne delle sculture. « Ma prima, » dico tirandola per la manica, « andiamo a controllare la casa ». Sotto un grosso gruppo di cespugli fioriti, c’è una piccola casa di pietra che abbiamo costruito l’estate prima di andare in seconda, nella speranza che ci andassero ad abitare le fate. È stato cinque estati fa. Adesso è sempre la prima cosa che andiamo a controllare.

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La migliore, per adesso Mi metto in ginocchio e sposto i rami. La casa non c’è. « Dov’è finita ? chiede Brandy, chinandosi vicino a me. « Non so. Credi che qualcuno l’abbia presa ? » Ride. « Be’, non era una casa mobile, quindi sí. A meno che finalmente non siano davvero arrivate le fate ». Si alza e fa un passo indietro. Io striscio sotto i cespugli intorno, per cercarla. « Lascia perdere » dice. « Andiamocene giú alla spiaggia ». « Non ti importa ? » domando. « Voglio dire, mi piacerebbe che ci fosse, Dels, ma probabilmente qualche bambino l’ha trovata. Quindi chissene ». Mi strattona per la manica. « Dai, andiamo giú alla spiaggia. Ho un’abbronzatura di cui occuparmi ». Un’abbronzatura ? E da quando le importa qualcosa dell’abbronzatura ? La seguo, ma la vocina che il mio vicino Henry mi dice sempre di non ignorare – quella che si sente nei momenti di pericolo o quando si sta per fare qualche idiozia – mi dice che un fronte di aria fredda è comparso all’orizzonte. L’aria è in movimento. Sono turbata per la scomparsa della casa, ma sono soprattutto preoccupata perché a Brandy ne importa cosí poco. Prendiamo i secchielli e quando lei si mette a correre lo faccio anch’io. La famiglia Fiester ha due vecchi secchielli, uno rosso e uno blu, che la signora Fiester e suo fratello usavano sulla spiaggia di Cape Cod un milione di anni fa. Sono fatti di metallo scrostato, coi bordi arrugginiti. Usiamo un secchiello per le conchiglie e uno per i sassi, in modo che le conchiglie non si rompano.

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Non è colpa della pioggia « Okay » dice Brandy. « Sassi o conchiglie ? » « Scegli tu ». Sorrido, sono semplicemente felice di essere di nuovo sulla Spiaggia dei Gabbiani insieme a Brandy. Mi manca per tutto il resto dell’anno. Ogni tanto ci sentiamo, ma non è la stessa cosa. Non vediamo l’ora che sua madre e mia nonna ci diano il permesso di avere dei telefoni tutti per noi. Anche se la cosa che mi eccita di piú è il pensiero dell’app che segnala i fulmini in tempo reale in tutto il mondo. Passiamo la mattina in giro sui moli, a raccogliere cose, e facciamo un paio di battaglie di spruzzi coi piedi. Alla fine torniamo ai tavoli da picnic, rovesciamo tutto il contenuto dei secchi e discutiamo delle sculture che faremo. Brandy dispone i sassi in ordine di grandezza. « Senti, non pensi che sia infantile continuare a fare queste cose ? » « No, se ci piace ». « Certo… credo di sí. E comunque non ci vede nessuno ». La guardo. « E se anche ci vedessero, che ce ne frega ? » « Sí, credo che tu abbia ragione » dice lei. Ma conosco Brandy. La sua bocca può essere d’accordo, ma la sua mente sta pensando qualcosa di totalmente diverso.

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