Nota esplicativa
La Responsabilità di Proteggere Chi è responsabile per la protezione delle persone da gravi violazioni dei diritti umani? L’emersione del concetto Discutere il diritto di "intervento umanitario” (1990) Dopo le tragedie in Ruanda e nei Balcani nel 1990, la comunità internazionale ha iniziato a discutere seriamente di come reagire in modo efficace quando i diritti umani dei cittadini sono gravemente e sistematicamente violati. La questione al centro della materia è se gli Stati abbiano sovranità incondizionata sui loro affari, o se la comunità internazionale abbia il diritto di intervenire in un paese per scopi umanitari. Nel suo Rapporto del Millennio del 2000, l'allora Segretario Generale Kofi Annan, ricordando i fallimenti del Consiglio di Sicurezza di agire in maniera decisiva in Ruanda e Kosovo, ha presentato una sfida per gli Stati membri: "Se l'intervento umanitario è, infatti, un inaccettabile assalto alla sovranità, allora come dovremmo dare risposte al Ruanda, a Srebrenica, e alle violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani che offendono ogni precetto della nostra comune umanità? " Dall’ intervento umanitario alla responsabilità di proteggere (2001). L’espressione "responsabilità di proteggere" è stata presentata per la prima volta nel rapporto della Commissione sull'intervento e sulla sovranità dello Stato(ICISS), istituita dal governo canadese nel dicembre 2001. La Commissione è stata formata in risposta alla domanda di Kofi Annan su quando la comunità internazionale deve intervenire per scopi umanitari. Nel suo rapporto "La responsabilità di proteggere", la commissione ha rilevato che la sovranità dà non solo allo Stato il diritto di "controllare" i propri affari, ma gli conferisce una maggiore "responsabilità" per la protezione delle persone all'interno dei suoi confini. Essa ha proposto che, quando uno Stato non è in grado di proteggere il suo popolo, per mancanza di capacità o di volontà, allora la responsabilità sarà assunta dalla più ampia comunità internazionale. Rapporto del Comitato per le Minacce ad Alto Rischio, Sfide e Cambiamento ( 2004) Nel 2004, il Comitato per le Minacce ad Alto Rischio, sfide e cambiamento, istituito dal Segretario Generale Kofi Annan, ha approvato la norma emergente di una responsabilità di proteggere - spesso chiamata "R2P" - affermando che esiste una responsabilità collettiva internazionale esercitabile da parte del Consiglio di Sicurezza che autorizza l'intervento militare come ultima risorsa, in caso di genocidio e altri massacri di massa, pulizia etnica e di gravi violazioni dei diritti umani che i governi sovrani si sono dimostrati impotenti o riluttanti ad impedire. Il comitato ha proposto criteri fondamentali che legittimano l'autorizzazione dell'uso della forza da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU, compresa la gravità della minaccia, il fatto che deve essere l'ultima risorsa, e la proporzionalità della risposta.