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Il mosaico DI UN SETTORE AL CENTRO DELL’EUROPA

Paola Margnini

Responsabile Ufficio Studi Confindustria Varese

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La convergenza di sistemi stradali, ferroviari e aerei che crea, anche grazie a Malpensa, un potenziale di sviluppo dell’intermodalità come in poche altre aree d’Italia. La presenza di grandi operatori internazionali come Ups, FedEx, Dhl, Hupac e Amazon. L’indotto che si allarga a numerosi medi e piccoli operatori per migliaia di posti di lavoro. La provincia di Varese è, a tutti gli effetti, terra di trasporti. Ma per continuare a crescere ha bisogno di una politica industriale che la collochi nel posto che merita nelle catene globali del valore

Al centro della viabilità d’Europa. Facciamoci caso, questa è la descrizione di qualsiasi area che voglia promuovere il proprio territorio. Che sia Milano, che sia Bergamo o più in là Brescia oppure che sia Novara sull’asse di una delle due direttrici di traffico Nord-Sud o Nord-Est Europa. Cos’ha Varese, o meglio l’area di Malpensa, di più e di diverso? Qual è la reason why che ha permesso al Varesotto di crescere così tanto e così velocemente? Tutto si tiene se andiamo a vedere, cartina alla mano, l’intreccio logistico che confluisce sull’area. Primo tra tutti, la provincia di Varese è posizionata geograficamente esattamente all’incrocio dei due corridoi Genova-

Rotterdam e Lisbona-Kiev, nonché all’interno delle reti trans-europee di trasporto (TEN-T). Quindi in un punto cardine del core network del continente, costituito da un insieme di infrastrutture lineari (ferrovie, stradali e fluviali) e puntuali (nodi urbani, porti, interporti e aeroporti). Questo è un dato di fatto. Cartina docet! Ma il vero plus è la convergenza dei sistemi che crea un potenziale di sviluppo dell’intermodalità che pochi riescono ad avere e il territorio varesino dovrebbe saper coltivare. Sempre guardando alla cartina, si notano le densità di convergenze di infrastrutturazione che privilegiano il Nord Europa (Olanda, Nord della Germania) rispetto alle aree del Sud Europa. Sono il retaggio della Lega Anseatica e della specializzazione nei traffici intercontinentali che una volta erano navali ed ora sono aerei e terrestri. Uno sbilanciamento che il nostro Paese, anche in ragione della posizione geografica verso il Mediterraneo, dovrebbe recuperare. Da qui la necessità di puntare allo sviluppo armonico della vocazione logistica di alcuni territori. Alla felice congiunzione geografica si deve aggiungere anche la densità di popolazione e di imprese che confluiscono in quest’area e che ne fanno uno dei poli di grande sviluppo manifatturiero nazionale, ma anche europeo, con elevate potenzialità turistico naturalistiche.

Questo spiega la crescita del settore logistico nell’ultimo decennio. Infatti, come ben fa notare l’analisi del think tank Strategique svolta per

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