Rivista Notizie UPS_N.13 2012

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Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abb. postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04) - n°46 art. 1, comma 2 DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n°206/85 del 16/4/1985

Bollettino degli “Amici UPS”, degli allievi e degli ex-allievi dell’UPS, dei simpatizzanti dell’Opera di Don Bosco. Università Pontificia Salesiana Piazza Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma. www.unisal.it

ANNO XXIX - N°13 - MAGGIO 2012

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notizieups•editoriale

STILI DI VITA A FRONTE DELLA CRISI

Il Rettore con il Dr. F. Bernabè.

1. Come ricorderete, il tema di studio della giornata universitaria di quest’anno, è stato quello del prospettarsi nuovi o rinnovati stili di vita a fronte della crisi che si è abbattuta come uno “tsunami” a tutti i livelli della vita associata. Taluni non sono stati e non sono capaci di sopportarla. Il dottore Franco Bernabé ci ha brillantemente indicato da par suo alcuni modi di affrontare le situazioni. Egli è partito dalla convinzione che il capitalismo, pur con tutti i suoi limiti, si è dimostrato un motore straordinario di crescita e di benessere per fasce sempre più ampie della popolazione mondiale. E ne ha indicato tre punti-forza: la valorizzazione della libera iniziativa individuale per la creazione di una ricchezza legittima; l’affermazione della prevalenza del merito sull’appartenenza a una classe sociale privilegiata nei meccanismi di mobilità sociale; il principio dell’uguaglianza di tutti di fronte alla legge indipendentemente dalla nascita e dal censo. Ha poi parlato dell’importanza di regole che devono essere poche, chiare e semplici in un sistema sanzionatorio che le faccia rispettare. A esse deve fare da controparte il principio del merito.

prof. Carlo Nanni, Rettore

“Ci si forma culturalmente e professionalmente insieme”

2. Ma io credo che dobbiamo sviluppare e dilatare tali proposte di stili di vita. Infatti, a mio parere – oltre a saper gestire al meglio i processi, in modo che risultino efficienti ed efficaci, e avere il giusto successo nell’impresa in cui si spende la propria energia e competenza – si deve lavorare sulle cause che di fatto hanno provocato la crisi. In tal senso saranno da valutare criticamente anche i modelli di intervento e i modi in cui sono state trattate e si intende trattare strutture processuali e risorse. E soprattutto sono da considerarne bene gli scopi a cui si è inteso e si intende mirare. Non si può non aver chiari e socialmente condivise le mete a cui si vuole arrivare: quale sviluppo si vuole provocare, quali fini si cerca di raggiungere, quali costi umani sono da

mettere in conto? Non basta “ottimizzare” managerialmente le dinamiche processuali, ma occorre mettere in questione i contenuti di quanto si intende perseguire. Si deve aver di mira non solo una “bontà” nell’ordine dell’efficacia, della produttività, della positiva funzionalità delle procedure e degli effetti raggiungibili o raggiunti. Sarà da vedere chiaramente anche e prima di tutto non solo la qualità produttiva, ma la buona e dignitosa qualità della vita che ne sortisce come esito: quale “benessere” si vuole? È appena da notare che rientra in quest’ordine della promozione della qualità umana anche il grado di condivisione introdotto, il grado della compartecipazione alla gestione del mutamento e dell’ innovazione che è permesso, il livello di “democrazia” con cui viene effettuata la valutazione e la verifica dei progetti e degli itinerari avuti in conto. 3. La vita, infatti, quella individuale e quella comunitaria ci è data, ma è anche voluta, costruita da noi! Altrettanto vale per qualsiasi impresa comune. In questo senso, a mio parere, diventa importante pensare, volere e avviare gli in-


terventi migliorativi e di ripresa curando e perseguendo obiettivi validi e effettivi: ma insieme, permettendone la partecipazione già al livello della progettazione, favorendone il prender parte all’elaborazione di ipotesi, strumenti, strategie di innovazione, distribuendone correttamente risorse e responsabilità (ivi compreso il diritto alla critica costruttiva!). A sua volta vorrei ancora ricordare che la nostra libertà e la nostra responsabilità, pur radicandosi in quel valore che noi siamo, vanno oltre i nostri pensieri e le nostre prospettive, personali o di gruppo. Esse sono misurate dal bene comune, dai fini dell’istituzione in cui viviamo, dai principi costituzionali che socialmente ci reggono, dai diritti umani inalienabili alla crescita sana, a una vita civile e solidale, a uno sviluppo storicamente sostenibile e umanamente degno per tutti e per ciascuno, per gli individui, per le comunità, per i popoli, per l’umanità presente e futura: da promuovere, prevenire, proteggere e tutelare. Le leggi, i decreti attuativi, le indicazioni metodologiche, le strutture di supporto, le tecniche, le condizioni economiche ne sono lo zoccolo (talvolta veramente duro!), la piattaforma di base o il quadro referenziale di agibilità. Tuttavia, non ci sostituiscono. 4. In questa linea si comprende come siano necessario formarsi stili di vita veramente “integrati”, cioè sostanziati di saperi, di competenze tecniche e operative, ma soprattutto di saper essere e saper vivere, operare insieme: per dirla con le indicazioni del rapporto Delors. E ciò, non solo a livello metodologico e gestionale, ma anche a riguardo dell’ordine dei fini e della loro finalizzazione umanistica integrale. La vita, infatti, non è solo “problema” da affrontare. È, prima di tutto “mistero” in cui si è immersi, da sentire, da capire e da cogliere e da realizzare perché sia vita degna di essere vissuta. La cura per l’uomo e per l’umano e la responsabilità educativa, richiedono non solo competenze relative al saper risolvere problemi; richiedono “competenze di vita”. Infatti si tratta di essere persone forti e coraggiose, libere e chiaramente identificate, tali cioè da poter dire e dirsi le proprie coordinate, sapendo riconoscere il proprio “posto nel mondo”, il luogo dove si è e dove e come potersi (e volersi) incontrare con gli altri, e essendo capaci di assumere il nuovo

e le diversità con cui ci si viene a incontrare nel corso di una esistenza sempre più complessa e “liquida”(per dirla con Z. Bauman). Si tratta certamente di avere come diceva M. Montaigne (e come ripete oggi E. Morin) una testa “ben fatta”. Ma occorre anche una testa con qualche idea dentro: idee ben solide, motivate, fondate, sistematicamente inquadrate. Solo così l’ordine della mente permetterà di mettere ordine nelle cose (nei fatti, negli eventi, nelle relazioni...) e agire ordinatamente e efficacemente: con flessibilità, ma anche con sistematicità e con quella forza che è sorretta e sostenuta da una valida attrezzatura metodologica, strategica e tattica! 5. Questa robustezza personale non dovrà essere il buon frutto di uno studio universitario serio, di un profondo lavoro formativo su sé stessi, mentre ci si forma culturalmente e professionalmente insieme, nella “universitas magistrorum et scholarium”? Non dovrà essere questo l’indicatore supremo della validità del percorso curricolare rispetto agli stessi cosiddetti “Indicatori di Dublino”, proposti come criteri di qualità al compimento dei cicli universitari?.


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Il Rettore con il Presidente Giorgio Napolitano

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notizieups•Brevi a cura di Renato Butera

Rappresentanza UPS al Quirinale Nel pomeriggio del 13 gennaio scorso, i membri del CRUPR formato dai 9 rettori degli Atenei, 2 rappresentanti degli studenti e un rappresentante della Pastorale Universitaria, sono stati ricevuti dal Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano, in concomitanza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il gruppo delIl gruppo UPS l’UPS era costituito dal Rettore prof. Carlo Nanni, da don Stefano Tognacci, e gli studenti Antonella Abate e Yuri Alimandi (della FSE). Si è manifestata al Presidente della Repubblica la sincera partecipazione delle istituzioni universitarie pontificie alla realizzazione degli obiettivi voluti in proposito dal Presidente. Egli ha intrattenuto il gruppo per oltre un’ora manifestando i suoi sentimenti di cordialità e di riconoscenza per quanto la Chiesa e il Papa fanno per la promozione di un’etica civile e la proposizione di valori umani e religiosi, specie in questo momento di crisi che chiede rigore non solo economico-politico, ma anche morale, culturale e spirituale. Tutti i presenti hanno sentito veramente vicino il Sig. Presidente nella familiarità della conversazione e negli orizzonti valoriali che ha manifestato con tanta profondità e semplicità. Il gruppo, oltre essersi presentato, ha risposto in assoluta spontaneità alle sue domande relative al quadro istituzionale delle Università pontificie romane, al tipo di studenti, alle iniziative formative, alla folta presenza di studenti stranieri. Da parte di tutti si è voluto esprimere il senso della solidarietà (e il sostegno cordiale) al grande impegno civile, culturale e formativo, oltre che politico, che il Presidente dimostra nei suoi interventi, nei suoi discorsi e in tutte le occasioni di presenza pubblica. Il suo rigore morale e la sua stimolazione a una vita buona secondo i valori della Costituzione e la Dichiarazione dei Diritti Umani (in profonda consonanza con il costante appello spirituale del Papa, come egli ci ha tenuto a sottolineare), ha coinvolto tutti “empaticamente” e intellettualmente. Il gruppo ha assicurato al Sig. Presidente che nella azione formativa e culturale delle istituzioni universitarie pontificie, la sua figura e le sue prospettive saranno sempre incisivamente tenute in conto. Come è stato dichiarato, è questa la cultura italiana che si intende evidenziare e trasmettere ai tanti studenti italiani e non italiani presenti nelle istituzioni universitarie pontificie romane. Il Presidente della CRUPR, don Luis Romera, nel suo saluto e presentazione iniziale, aveva in particolare ricordato che una grande percentuale degli oltre 20.000 studenti e degli oltre 1.000 docenti di tali istituzioni sono non-italiani. E ci ha tenuto a sottolineare che, da questo punto di vista, nel corso degli anni di formazione, sono migliaia, anno dopo anno, coloro che concludono i loro studi e ritornano ai loro paesi avendo appreso in qualche modo la lingua italiana (e durante la loro permanenza la cultura e gli stili di vita italiani). Scherzando si è detto che - per ciò che concerne la diffusione della lingua e della cultura italiana - siamo nella sostanza una “Società Dante Alighieri” pontificia! Si è segnalato al Presidente le diverse iniziative fatte a proposito dei 150 anni dell’Unità d’Italia: in particolare la mostra presso l’Università Lateranense. Il Rettore dell’UPS, presen-

tando i volumi pubblicati dalla Famiglia Salesiana e gli Atti del convegno dell’AIMC-UCIIM su 150 anni di scuola italiana, si è in particolare intrattenuto, anche in privato, con il Presidente sui problemi della formazione professionale e di politica giovanile, riscontrando in lui vera preoccupazione e incoraggiamento per il futuro dei giovani e della loro educazione a una vita umanamente degna e spiritualmente profonda, ma anche democraticamente partecipativa.

Il prof. Prellezo nominato direttore dell’ISS Il 12 gennaio 2012, il Rettor Maggiore dei salesiani e Gran Cancelliere dell’UPS, don Pascual Chávez, ha nominato Direttore dell’Istituto Storico Salesiano (ISS) il prof. don José Manuel Prellezo, docente emerito della FSE e membro dell’ISS dal 1984, per il quadriennio 2012-2015, succedendo a don Francesco Motto che ha diretto l’ISS dal 1992. Alla nomina di don Prellezo si aggiunge quella di altri salesiani che faranno parte dell’Istituto in vista della preparazione e celebrazione del Bicentenario della nascita di Don Bosco. Le nomine si caratterizzano così per il nuovo impulso che il Rettor Maggiore ha voluto dare all’ISS che in questi giorni celebra il suo trentennale di fondazione. L’ISS ha sede a Roma presso la Casa generalizia dei Salesiani di Don Bosco di via della Pisana. È stato fondato dal Rettor Maggiore don Egidio Viganò il 23 dicembre 1981 e il suo Statuto è entrato in vigore il 31 gennaio 1982. Primo Direttore fu don Pietro Braido (docente emerito dell’UPS). Don José Manuel Prellezo è nato a Espinama (Cantabria, nord della Spagna) nel 1932. Nel 1948-49 svolge il noviziato a Mohernando (Guadalajara, Spagna). Svolge la sua formazione filosofica (1949/51) e teologica (1955/59) a Madrid. Dal 1961 al 1965 svolge a Roma gli studi pedagogici presso l’Istituto Superiore di Pedagogia ottenendo la licenza in pedagogia e filosofia. Infine nel 1968 svolge il dottorato di ricerca alla Facoltà di Scienza dell’Educazione nell’ambito storico. Dal 1968 è al PAS di Roma come assistente per Storia dell’arte e Scienze dell’educazione e l’anno successivo è nominato docente aggiunto per la stessa disciplina. Dal 1969 al 1982 coordina la Rivista Orientamenti Pedagogici. Nel 1976, dopo aver completato gli studi di specializzazione in Storia dell’educazione a Colonia e Madrid, è nominato docente ordinario in Storia dell’educazione e della pedagogia all’UPS. Come docente ha svolto collaborazioni con l’Universidad Pontificia di Salamanca (Spagna) e con la LUMSA di Roma. Tra il 1993 e il 1998 svolse l’incarico di direttore del Centro Studi Don Bosco dell’UPS. Insieme ai professori Guglielmo Malizia e Carlo Nanni ha curato le due edizioni del Dizionario di Scienze dell’Educazione edito dalla LAS, e ha coordinato l’edizione spagnola dello stesso dizionario per l’Editorial CCS di Madrid. Infine, con la collaborazione di José Luís Moral, ha curato le note storico biografiche dell’edizione spagnola delle “Memorie dell’Ora-


torio” da lui tradotte per la CCS. L’ISS amplia la sua rosa di collaboratori di cui facevano già parte i professori Francesco Casella e Aldo Giraudo, docenti dell’UPS, e don Jesús Graciliano Gonzalez, don Francesco Motto e don Stanislaw Zimniak (che continua a svolgere la funzione di segretario), residenti alla Casa Generalizia, con l’aggiunta di don Norbert Wolff, nominato Vice-Direttore, del prof. don Bruno Bordignon (UPS), di don Miguel Canino e di don Giorgio Rossi. L’ISS così risulta essere formato da dieci componenti di cui tre stabili (i residenti alla “Pisana”) e sette associati che risiedono in varie comunità salesiane. Nella lettera di nomina del direttore dell’ISS e degli altri membri, il Rettor Maggiore ricorda gli impegni da portare avanti in vista del Congresso Storico Internazionale del Bicentenario che si svolgerà nel 2015. Inoltre l’ISS è chiamato a continuare la pubblicazione semestrale della rivista “Ricerche Storiche Salesiane”, a rendere concreta la decisione del Capitolo Generale 26 circa le fonti salesiane, e a proseguire con l’adempimento dei fini istituzionali previsti dallo Statuto.

In memoria di don Pietro Scalabrino... La comunità accademica dell’UPS partecipa al lutto dell’Ispettoria del Piemonte per la morte di don Pietro Scalabrino, salesiano sacerdote, già direttore delle comunità “Gesù Maestro” e “S. Francesco di Sales” dell’UPS, avvenuta a TorinoValsalice nella mattinata del 10 gennaio 2012, e si unisce alla preghiera di quanti lo hanno conosciuto, stimato e amato. Don Scalabrino era nato a Masserano (Vercelli) il 17 giugno 1928. Nel 1948 emette i primi voti e il 1° luglio del 1956 è ordinato sacerdote a Bollengo (TO). Da diversi anni era ospite della Casa di riposo “Andrea Beltrami” di Torino. Dal 1974 al 1980 era stato economo Ispettoriale a Novara, quindi dal 1980 al 1986 Ispettore sempre a Novara. Dal 1986 al 1989 a Torino aveva ricoperto l’incarico di Segretario di “Don Bosco ‘88”, per la celebrazione del centenario della morte di Don Bosco. Giunto al PAS nel 1989, per molti anni ricoprì diversi incarichi di grande responsabilità. Oltre ad occuparsi della contabilità, era stato dal 1991 al 1993 Direttore della Comunità “Gesù Maestro” e dal 1995 al 1998 della Comunità “S. Francesco di Sales”. Nella gestione amministrativa dell’UPS fu Rappresentante Legale dell’Ente PAS e fu anche Presidente della Fondazione Gerini. Ha svolto un servizio prezioso e delicato con molta dedizione verso tutta la Congregazione.

...del sig. Gazdík... Presieduti dal cardinale Jozef Tomko, si sono svolti il 30 gennaio 2012 i funerali del signor Ján Gazdík, salesiano coadiutore della comunità San Francesco di Sales, dal 1996 all’UPS dove era addetto a vari servizi. Il signor Gazdík si è spento lo scorso venerdì 27 gennaio 2012 nell’infermeria, assistito dalla cura delle Suore dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 5 febbraio. La messa di esequie ha visto la partecipazione di numerosi sacerdoti e di fedeli, molti dei quali hanno conosciuto il signor Gazdík. Fra gli altri erano presenti S. Ecc il Dr. Jozef

Dravecký, Ambasciatore della Slovacchia presso la Santa Sede, don Vladimir Stahovec, Rettore del Collegio dei Santi Cirillo e Metodio, e don Francesco Cereda, consigliere generale per la formazione dei Salesiani di Don Bosco. Introducendo la messa di esequie, il cardinale Tomko ha ricordato i suoi legami di amicizia con il signor Gazdík che conosceva da molti anni prima ancora di trasferirsi a Roma. Don Cesare Bissoli, direttore della comunità a cui apparteneva il signor Gazdík, ha ripercorso le tappe fondamentali della vita del coadiutore scomparso ricordandone la personalità forgiata dalle difficoltà della sua vita cadenzata da episodi dolorosi che lo hanno fortemente maturato. Alla fine delle esequie sono stati letti alcuni messaggi di cordoglio e di suffragio fatti pervenire per il ricordo del signor Gazdík, tra i quali quello del Rettor Maggiore, don Pascual Chávez, del Cardinale Raffaele Farina, di mons. Cyril Vasil (segretario della Congregazione per le Chiese orientali), di mons. Bernard Bober (arcivescovo di Košice), di mons. Mario Toso, di mons. Luc Van Looy, di mons. Edmundo Valenzuela, di mons. Enrico dal Covolo, e di suor Piera Cavaglià.. Nato a Zbudské Dlhe, nell’allora Cecoslovacchia (e adesso Repubblica di Slovacchia) nel febbraio del 1927, Ján Gazdík entrò già maturo al noviziato di Bagnolo (Italia) dove emise la sua professione nel 1967, a quarant’anni. Aveva conosciuto i salesiani nel collegio slovacco di Roma. Nel 1973 a Roma emise i voti perpetui come salesiano coadiutore. Da allora ha lavorato nelle comunità del Colle Don Bosco, del Collegio Slovacco di Roma, di Lanuvio, di Beitgemal (Israele), di Bratislava, e infine al PAS.

...di don Armando Cuva... Sabato 24 marzo 2012, nell’infermeria dell’Università, dove era ricoverato, si è spento il prof. Sac. Armando Cuva, salesiano, docente emerito dell’UPS. Nato a Catania il 12 maggio del 1920, don Cuva svolse il Noviziato a Catania nel 1935-36. Emise la professione perpetua a Catania nel 1942. L’ordinazione sacerdotale avvenne a Bagnolo (Piemonte) nel 1946. Fu ininterrottamente all’UPS (già PAS) prima come studente e quindi come docente, dal 1942. Dopo gli studi di Teologia a Torino, seguì i corsi di Diritto Canonico che concluse a Roma dove conseguì la laurea presso la Pontificia Università Lateranense nel 1949. Fu quindi docente sia della Facoltà di Diritto Canonico che della Facoltà di Teologia. La Teologia Liturgica divenne la materia che coltivò più profondamente e ampiamente. Ne fanno fede le numerose pubblicazioni con cui contribuì allo sviluppo dello studio e dell’apostolato liturgico. Il suo zelo apostolico si esplicò pure nel servizio della predicazione e soprattutto nel ministero della riconciliazione, che accompagnarono la sua attività di ricerca e di docenza. Oltre a questi compiti, fuori dell’Università, ricoprì diversi incarichi d’insegnamento in altre Istituzioni accademiche e partecipò a vari organismi ecclesiali: in qualità di consultore del Pontificium Consilium ad Exsequendam constitutionem de Sacra Liturgia, di membro e pro-segretario del Consiglio promozionale del Centro di Azione Liturgica, e inoltre partecipò


anche alla Consulta dell’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI. Fu poi membro fattivo e organizzatore delle annuali Settimane Liturgiche Nazionali. Come impegni comunitari non va dimenticato il non facile compito di Direttore della Comunità “Gesù Maestro” nel triennio 1981-1984 e quello della cura e assistenza dei confratelli infermi che esplicò con grande spirito di dedizione e di sacrificio. Esprimiamo sincera gratitudine al Signore per averci donato don Armando e lo preghiamo di dargli la ricompensa e il riconoscimento che ha meritato.

...e di don Antonio Baruffa Nel pomeriggio del 20 marzo scorso è deceduto improvvisamente il prof. don Antonio Baruffa, docente invitato della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’UPS. Don Baruffa risiedeva nella comunità salesiana San Callisto, dove risiedono i salesiani che guidano i turisti nel complesso catacombale della Via Appia Antica, sua casa per tantissimi anni. Il prof. don Antonio Baruffa, era nato a Crespano del Grappa (Treviso), l’11 dicembre del 1938. Emise i primi voti religiosi come salesiano di Don Bosco nel 1958. Il 29 marzo del 1969 ricevette l’ordinazione sacerdotale. Dopo aver conseguito la laurea in Archeologia cristiana nel 1977, ha poi iniziato la sua docenza all’UPS nel 1985, insegnando Archeologia classica e cristiana e Storia greca e romana e tenendo varie conferenze a gruppi universitari presso le catacombe di san Callisto. È stato anche membro della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e segretario della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche. È stato autore di numerose pubblicazioni etra cui ricordiamo: Le Catacombe di San Callisto. Storia - Archeologia - Fede, nel 2004 (che ha avuto varie edizioni e traduzioni nella principali lingue moderne e si è rivelato utilissimo per visitare le suddette catacombe) e Giovanni Battista de Rossi. L’archeologo esploratore delle Catacombe, nel l994 (presenta la vita e l’attività di questo grande scopritore delle Roma sotterranea cristiana) e inoltre numerosi articoli in rivista specializzate.

È-book: l’iniziativa dell’Associazione Italiana Editori Si chiama è-book il nuovo concorso per gli studenti universitari italiani promosso dall’Associazione Italiana Editori (AIE). All’iniziativa partecipa anche l’UPS e in particolare la sua Editrice LAS. Dopo l’ottima accoglienza nel 2011 di “Università senza libri è come…”, l’AIE torna a promuovere un’iniziativa ad hoc per gli studenti delle Università in occasione del Maggio dei libri e della Festa dei Libro del 23 maggio. E lo fa coinvolgendo tutto il mondo universitario, grazie al patrocinio della Conferenza dei Rettori (CRUI), del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), dell’Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) e con il supporto dell’Associazione italiana dei Comunicatori d’Università (AICUN). Lo scorso anno il cuore dell’iniziativa era il libro e la lettura nel processo di crescita culturale dei giovani; quest’anno l’attenzione si sposta sulle forme nuove che il libro assume. Nasce così è-

book, che certamente rimanda al gioco con l’e-book ma vuole costituire un richiamo al peso e al ruolo del libro digitale nei nuovi processi di apprendimento. è-book ha messo in palio 10 buoni per acquisto di libri (di carta o digitali), dal valore di mille euro ciascuno, tra i partecipanti a un concorso di idee proposto sul web. I buoni sono personali e spendibili in qualsiasi libreria italiana, incluse quelle online. Il gioco era riservato agli studenti universitari dei vari livelli (trienni, bienni, master ecc.). Iniziato il 15 marzo si è concluso il 23 aprile in occasione della Giornata mondiale del libro. I partecipanti hanno proposto i loro slogan in lingua italiana, inglese, francese, spagnola o tedesca. I dieci buoni libro sono stati assegnati agli autori dei migliori slogan, selezionati da una giuria di editori. Uno dei vincitori era uno studente straniero iscritto a una università italiana. I vincitori sono stati premiati in una cerimonia pubblica il 23 maggio a Villa Giulia a Roma durante la quale sono stati anche presentati e commentati i risultati del sondaggio.

Dalla scrittura al Computer. Mostra informatica. Dallo scorso 12 marzo, presso la Biblioteca Don Bosco si è svolta la mostra informatica “Dalla scrittura al computer”, patrocinata da AICA, UNINFO, CDTI e ASPHI. La mostra si articolava su circa 150 mq. Espositivi ed è stata un luogo di incontro rivolto ad appassionati di informatica, studenti, ricercatori, docenti. Il percorso raccoglieva 100 reperti di archeologia informatica, facendo rivivere agli adulti i loro primi passi professionali e consentendo ai giovani di conoscere le origini della moderna tecnologia. La Mostra si è chiusa 12 maggio.

Due nuovi consultori salesiani per la Congregazione delle Cause dei Santi Lo scorso 14 aprile, Papa Benedetto XVI ha nominato anche don Antonio Escudero Cabello, sdb, e suor Grazia Loparco, fma tra i nuovi Consultori della Congregazione delle Cause dei Santi. Don Antonio Escudero Cabello, spagnolo di Madrid, salesiano dal 1977, sacerdote dal giugno 1986. È specializzato in mariologia presso la Pontificia Facoltà “Marianum” - con tesi dottorale dal titolo “La questione teologica della mediazione di Maria nelle fasi antecedente e preparatoria del Concilio Ecumenico Vaticano II. Elementi per una valutazione del contributo conciliare”. È docente di Teologia presso l’UPS, direttore dell’Istituto di Teologia Dogmatica della Facoltà di Teologia, e direttore del corso di formazione permanente per missionari e missionarie. Il prof. Escudero è stato professore ospite presso la cattedra del prof. Peter Neuner alla “Ludwig-MaximilianUniversität” di Monaco nell’anno accademico 1998-1999, membro del Consiglio della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (dal 2001) e rappresentante dell’Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana (dal 2010). Sr. Grazia

Prof. Antonio Escudero


Prof. Sr. Grazia Loparco

Loparco, Figlia di Maria Ausiliatrice dal 1983, dopo la laurea in Materie Letterarie ha conseguito il dottorato in Storia Ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2001. Oggi è docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” dal 1996. È Presidente dell’Associazione Cultori di Storia Salesiana per il periodo 2009-2015; vicepresidente dell’associazione Coordinamento Storici Religiosi dal 2002. Sr Loparco è impegnata, soprattutto, nella ricerca storica riguardante l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, in dialogo con altre studiose di storia delle donne e con la Famiglia Salesiana. Per alcune tematiche, come l’ospitalità riservata agli ebrei durante la seconda guerra mondiale, si è occupata anche di altre Congregazioni religiose. È autrice di diversi contributi e curatrice di vari volumi, in collaborazione con altri studiosi. La Congregazione delle Cause dei Santi è attualmente costituita da 34 membri tra cardinali, arcivescovi e vescovi ed è assistita da due collegi di consultori: uno di storici e uno di teologi.

“Insieme per la Ricerca” Circa un centinaio di persone si sono ritrovate presso l’UPS venerdì 27 aprile 2012 per partecipare al Secondo Convegno per dottorandi, docenti e ricercatori. Titolo dell’incontro “Insieme per la ricerca”, organizzato dal CIR (Comitato Interfacoltà per la Ricerca). Il convegno è stato introdotto dal prof. Emiro Cepeda e dai saluti del Vice-Rettore prof. Vito Orlando, che ha sottolineato il collegamento tra il dottorato e il sistema di qualità formativo dell’Università. Successivamente il prof. Luis Rosón (decano della Facoltà di Filosofia), ha introdotto l’intervento del prof. Sergio Rondinara (FdF) dal titolo “Inter/Transdisciplinarità e la sfida dell’unità del sapere”. Nel suo contributo, il prof. Rondinara ha evidenziato la necessità “di integrazione, di raccordo, di confronto reciproco, di intersezione” attraverso le vie dell’interdisciplinarità e transdisciplinarità, due momenti successivi di un medesimo percorso. La prima va “intesa come un approccio orizzontale tra discipline che permette una comprensione più adeguata di un dato oggetto”. La seconda è “lo stadio più elevato di integrazione tra discipline e dà luogo a un orizzonte unitario partecipato; mette in opera un’assiomatica comune a un sistema di discipline”. Rondinara si è soffermato sul carattere antropologico della inter/transdisciplinarità, cioè il valore del dialogo che rende possibile “un cammino d’unità, un itinerario irto quanto affascinante che ha come momento peculiare la continua valorizzazione della diversità e dell’integrità degli elementi che lo compongono”. Alla relazione è seguito il dibattito con domande e considerazioni varie. Ha fatto seguito la prima tavola rotonda moderata dal prof.

Ospiti UPS

Zbigniew Formella (FSE). Tre dottorandi hanno condiviso la loro esperienza di ricerca, proponendo tre diversi itinerari metodologici. La prima è stata proposta da Alouis Mangani, il cui progetto di tesi in teologia si intitola: “Eucarestia e vissuto quotidiano del popolo di Dio”. La seconda proposta è stata quella di Clifford Anthony Lobo, il cui progetto di tesi in scienze della comunicazione si concentra su “Poster Session” e “SurveyMonkey”, un software per indagini online. Infine la terza proposta è stata quella di Alphonse Owudu, con una tesi in scienze dell’educazione intitolata “Religiosità attaccamento locus of control” degli adolescenti africani. Dopo gli interventi i presenti hanno avuto modo di intervenire con le loro domande e richieste di chiarimento. Dopo la pausa pranzo, i partecipanti, suddivisi in cinque laboratori di ricerca (Teologica, Teorica/Filosofica; Storica, Empirica 1 e 2) hanno ascoltato la presentazione del processo di ricerca di alcuni dottorandi e neo dottori e con l’aiuto di un docente/coordinatore hanno formulato domande, offerto approfondimenti, chiesto lumi su difficoltà metodologiche incontrate nel proprio lavoro. La seconda tavola rotonda, moderata dal prof. Emiro Cepeda, ha visto il prof. Michele Pellerey (ex-Rettore UPS), la prof.ssa Alessandra La Marca (Università di Palermo) e la prof.ssa Irena Sever (Università Josip J. Strossmayer di Osijek) raccontare la loro esperienza di docenti dei dottorandi a partire dalle domande: quale dovrebbe essere il profilo del relatore e del dottorando? Come si dovrebbe impostare il rapporto tra relatore e dottorando? La conclusione del convegno è stata affidata al Vice-Rettore prof. Mauro Mantovani che sintetizzava il buon esito dei lavori prefisso dalla giornata e terminava con una citazione di Benedetto XVI dal Discorso de El Escorial (Madrid) in occasione della GMG di Madrid: “È doveroso tenere a mente, in primo luogo, che il cammino verso la verità piena impegna anche l’intero essere umano: è un cammino dell’intelligenza e dell’amore, della ragione e della fede. Non possiamo avanzare nella conoscenza di qualcosa se non ci muove l’amore, e neppure possiamo amare qualcosa nella quale non vediamo razionalità, dato che ‘Non c’è l’intelligenza e poi l’amore: ci sono l’amore ricco di intelligenza e l’intelligenza piena di amore’ (CV 30). Se verità e bene sono uniti, così lo sono anche conoscenza e amore. Da questa unità deriva la coerenza di vita e di pensiero, l’esemplarità che si esige da ogni buon educatore”.

Mons. Crociata alla Festa di Don Bosco Festa solenne per Don Bosco all’Università Salesiana con la presidenza eucaristica di mons. Mariano Crociata, Segretario della Conferenza Episcopale Italiana che ieri ha voluto celebrare il santo fondatore dei salesiani in questo decennio in cui la Chiesa italiana ha scelto l’educazione come tema degli orientamenti pastorali: “Educare alla vita buona del Vangelo”. Alla concelebrazione erano presenti i salesiani delle comunità della Visitatoria dell’UPS con il suo superiore religioso, don I proff. Alessandra La Marca, Irena Sever e Michele Pellerey


Mons. Mariano Crociata

Joaquim D’Souza che a nome di tutta la comunità accademica e religiosa ha ringraziato mons. Crociata per avere accettato l’invito a presiedere l’eucaristia. Accanto al vescovo anche il Rettore dell’UPS, prof. don Carlo Nanni. Molta partecipazione da parte di studenti, di salesiani cooperatori e di altri rappresentanti della Famiglia Salesiana che fanno riferimento all’UPS. Mons. Crociata ha spiegato che la sua presidenza della celebrazione eucaristica in onore di Don Bosco è stato un gesto di devozione e di gratitudine al santo a cui la Chiesa italiana fa riferimento nel testo degli Orientamenti che ha promulgato il 4 ottobre del 2010. L’Università di Don Bosco per i giovani ha perciò un ruolo importante per animare e sostenere l’impegno di riflessione e attuazione del confronto sulla educazione perché questa è certamente uno dei tratti che più di ogni altro la specificano e gli danno carattere. “La Chiesa intera oggi ringrazia e loda il Signore per il dono di un tale modello e maestro – ha esordito il Segretario della CEI -, e noi siamo lieti di essere parte di una simile corale esultanza, in questa comunità accademica che alla educazione dedica le migliori risorse delle famiglie che sono scaturite dal genio appassionato di Don Bosco”. Commentando i brani biblici proposti dalla liturgia per la festa di Don Bosco, mons. Crociata ha evidenziato come esse aiutano a comprendere il “mistero dell’educazione” che ha “impregnato” e plasmato la vita del Santo piemontese, il quale ha accolto l’alterità di Dio nella sua esistenza e si è lasciato educare e guidare nella realizzazione della missione che Dio gli aveva affidato. “L’alterità di Dio – ha detto il Segretario della CEI - fonda e insegna l’irriducibile alterità dell’altro, di colui che mi incontra o che mi viene affidato”. Don Bosco dunque ha imparato da Dio a farsi prossimo e riferimento, e come buon educatore e pastore, “non ha mai perso di vista questa presenza divina”, anzi, “la serve, la segue e asseconda, la adora, la invoca e l’attende”, lasciando guidare “dentro lo spazio dell’iniziativa divina”. E il buon educatore-pastore consegna ad altri ciò che egli stesso ha sperimentato e ricevuto da Dio, perché “l’educatore insegna imparando” - ha proseguito mons. Crociata - si lascia educare dai propri allievi, non perché li mette in cattedra o li tratta da maestri, ma perché non si stanca di scoprire, rispecchiandosi in chi si sta formando, i limiti e le carenze della propria mai finita maturazione e – perché no? – educazione”. Mons. Crociata ha quindi rimarcato la qualità dell’accoglienza dell’educatore,

anzi l’ha posta su un piano ontologico “Essere per accogliere”. Ed è accogliente solo chi si sa in sintonia con la persona da accogliere: “Può accogliere un bambino (la persona semplice) chi gli assomiglia. C’è un mistero nel bambino, al punto che Gesù si identifica con lui”, ha sottolineato il vescovo, poiché “il bambino è profondamente segnato dalla identità filiale, si sa e si sente soprattutto figlio, bisognoso e desideroso del Padre”. La differenza tra educatore adulto e bambino sta nel fatto che, ha aggiunto mons. Crociata, “l’educatore adulto, a differenza del bambino, sa di essere figlio, di essere come un bambino di fronte a Dio” e desidera “crescere verso di lui, tendere alla pienezza della relazione filiale nella comunione perfetta con il Padre”. Il Segretario della CEI ha infine sottolineato l’atteggiamento della “cura dell’altro” proporzionalmente relazionato alla “cura di sé” perché questo prendersi cura abbia le qualità umana e cristiana: così la relazione educativa si arricchirà di valore. E aiuterà il buon educatore a non vivere “ripiegato su di sé”, ma a protendersi “al bene di chi sta crescendo”, verificandone continuamente e riproducendo in sé “quegli atteggiamenti, quei pensieri, quei comportamenti che vorrebbe vedere realizzati nell’educando”. Mons. Crociata ha quindi definito l’educazione come “dimensione costitutiva dell’esistenza”, “via privilegiata per imparare l’umiltà e la bellezza della vita come dono e chiamata di Dio”, scuola che “insegna l’atteggiamento forse più profondamente umano”, e cioè “vivere per amore del bene dell’altro, come due genitori di fronte all’esperienza della nascita di un figlio”. E ha concluso affermando che “gli adulti che non sanno educare non sono essi stessi veri adulti né persone vere”. Don Bosco ci ricorda e ci insegna che “l’educazione ci riporta semplicemente alla verità elementare della centralità della persona, dell’attenzione e della cura per la sua autentica e integrale riuscita”.

Il prof. Cosimo Semeraro tra gli insigniti del Premio Bonifacio VIII Si è chiusa con solennità, la nona edizione del premio nazionale ed internazionale Bonifacio VIII, cerimonia, che si è svolta nella splendida cornice della Sala della Ragione del Comune di Anagni. L’accoglienza degli ospiti, delle autorità e degli insigniti è avvenuta in piazza Innocenzo III, da parte del Presidente dell’Accademia Bonifaciana cavaliere Sante De Angelis, e del Presidente del Comitato Scientifico monsignor Franco Croci, i quali hanno avuto la possibilità di poter visitare la Basilica Cattedrale con la Cripta e il Palazzo Papale. Anche

I concelebranti


“Evangelizzatori dei giovani oggi“

l’edizione di quest’anno è stata contraddistinta dall’alto livello ecclesiale, culturale e sociale, che ormai dal 2003, evidenzia l’evento dell’anno dell’Accademia Bonifaciana. Ospiti e insigniti d’eccezione che si sono alternati a ritirare la nota e apprezzata scultura del maestro Egidio Ambrosetti che raffigura il profilo del papa anagnino, ideatore del primo anno santo della storia della cristianità. A presiedere la cerimonia è stato il Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo emerito di Palermo, con una lectio magistralis, sulla nuova evangelizzazione. Tra gli altri ospiti, l’Arcivescovo Prelato e Delegato Pontificio di Pompei monsignor Carlo Liberati, e il Nunzio Apostolico in Bosnia, Erzegovina e Montenegro monsignor Alessandro D’Errico. Per la Santa Sede, ancora un insignito di primo livello: il salesiano don Cosimo Semeraro, Segretario del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e docente emerito dell’UPS. Per la diplomazia il dottor Miguel Diaz, Ambasciatore degli Stati Uniti d’America presso la Santa Sede, e il dottor Giuseppe Morabito, Ambasciatore d’Italia in Libano, (lo ha ritirato in via eccezionale il Console italiano Ahmed Seklaoui, che ha consegnato al Presidente De Angelis, la cittadinanza onoraria della Regione di Tiro). Per la politica, sono stati presenti il senatore Lamberto Dini, già Presidente del Consiglio dei Ministri e attuale Presidente della Commissione Affari Esteri ed Emigrazione del Senato, e il già Presidente Vicario di Palazzo Madama avvocato Romano Misserville. Per la cultura il Professore Angelo Caloia, ordinario di economia politica presso l’Università Cattolica di Milano e già Presidente dello IOR. E ancora Suor Carolina Iavazzo, Direttrice del Centro “Padre Puglisi” di Bovalino (RC), luogo di incontro per giovani e adolescenti disagiati. La Cerimonia del Bonifacio 2011 è stata coordinata dal professor Gaetano D’Onofrio. La serata è stata allietata dall’esibizione del Coro polifonico “Città di Anagni” diretto dal maestro Luigi Brandi e dall’Orchestra “Musica Figuralis” della Repubblica Ceca, diretta dal maestro Cesare Marinacci che ha tenuto il concerto finale in omaggio al Vescovo monsignor Franco Croci che ricorda quest’anno il 50° di ordinazione sacerdotale. Nelle due foto il prof. Cosimo Semeraro

Prof. Antonio Dellagiulia

Il CIR, Comitato Interfacoltà per la Ricerca dell’UPS, ha organizzato nel pomeriggio di lunedì 26 marzo, presso la sala “J. Vecchi”, un incontro aperto a docenti, dottorandi e studenti per la pianificazione della ricerca col titolo “Evangelizzatori dei giovani oggi” (EVGO) – seconda fase: Dimensione sociologia e psicologia. Il seminario è stato introdotto e moderato dal prof. Francis-Vincent Anthony (Direttore del CIR), il quale invitava i partecipanti a rispondere al questionario riguardante la dimensione psicologica e sociologica della ricerca EVGO. La prima proposta è stata sviluppata dal prof. Antonio Dellagiulia, col titolo “Dimensione Psicologica”. Il prof. ha presentato il rapporto tra la percezione che il soggetto ha dell’urgenza di evangelizzare e alcuni ambiti della psicologia. In modo particolare, è stata scelta la teoria dell’attaccamento (psicologia dello sviluppo), la quale indaga il rapporto del soggetto con i propri genitori, come possibile chiave di lettura nel rapporto tra il soggetto e Dio: quanto lo sperimentare Dio come figura sicura e di attaccamento mi spinge a evangelizzare altri, perché anche loro possano fare la stessa esperienza. Nella seconda proposta, “Dimensione Sociologica”, il prof. Giuliano Vettorato, ha evidenziato i diversi passi della ricerca sociologica: la definizione degli obiettivi, la sedimentazione delle informazioni, la scelta del campo, l’elaborazione delle ipotesi, la costruzione di uno strumento di indagine, l’applicazione sperimentale, i risultati delle ipotesi, la formulazione definitiva degli strumenti, la raccolta dei dati sul campo, i risultati e l’interpretazione. Sulla base di questi passi è stata fatta una verifica sullo stato attuale della ricerca “Evangelizzatori dei giovani oggi”. Infine, è stato analizzato insieme ai partecipanti il questionario riguardante la dimensione sociologica. L’incontro è terminato con l’intervento del prof. Emiro Cepeda, il quale ha presentato i migliori apporti alla sezione del CIR nel sito dell’UPS.

Secondo triennio di don Nanni come Rettore La Congregazione per l’Educazione Cattolica, con Decreto del 30 aprile 2012, ha confermato per il triennio 2012 - 2015 Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana il prof. don Carlo Nanni, dottore in Filosofia, licenziato in Teologia e professore ordinario di Filosofia dell’Educazione. Il secondo mandato di tre anni avrà decorrenza a partire dal 1 luglio 2012 e avrà termine il 30 giugno 2015. Accogliendo la notizia della rinnovata responsabilità, la comunità accademica augura al suo Rettore un proficuo prossimo triennio. Il Rettore don Carlo Nanni


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notizieups•Scienze dell’Educazione

intervista al prof. paolo gambini, nuovo decano fse

Una Facoltà “fedele alle proprie radici e attenta alle nuove problematiche educative” a cura di Renato Butera

Chi è il prof. Paolo Gambini? Sono arrivato circa nove anni fa all’UPS per insegnare psicologia. Prima, come salesiano, ho avuto la fortuna di lavorare con i giovani nella scuola, all’oratorio, sulla strada o coordinando la pastorale giovanile e vocazionale della Toscana e Liguria. Qui continuo la mia esperienza non solo con l’insegnamento ma anche con la ricerca e la consulenza alle famiglie con figli adolescenti.

Che eredità raccoglie? Un’eredità molto buona. Quando si parla con gli ex-allievi o si girano le università o altri ambienti si ha il piacere di vedere quanto la nostra facoltà sia stimata. Il passato della FSE è veramente “glorioso”. A noi oggi spetta portare avanti questa tradizione. Non possiamo addormentarci sugli allori. Le sfide non mancano ma neppure le risorse. In facoltà oggi si respira un buon clima anche grazie al mio predecessore, il prof. Francesco Casella, che l’ha governata con equilibrio e saggezza. A lui va la gratitudine unanime di docenti e studenti.

La FSE è la facoltà più complessa dell’UPS. Come far interagire le parti che la compongono? Regalerò a tutti un po’ di miele. A parte gli scherzi, ciò che mi rassicura è che nella nostra facoltà siamo abituati a dirci le cose apertamente. Per questo, non mancano riunioni animate. Ma alla fine tutti ci adeguiamo a quanto deciso insieme. Il mio sforzo sarà comunque quello di far sì che ciascuno si senta importante e protagonista in ciò che facciamo.

Lo specifico della Facoltà coincide con lo specifico dell’Università Salesiana nel panorama delle università pontificie romane. Come e cosa fare per rendere ancor di più evidente questa peculiarità? È vero, questa è certamente una tra le sfide più importanti: approfondire la nostra identità salesiana, fare ciò che facciamo rifacendoci a ciò che abbiamo ereditato dall’intuito educativo di Don Bosco. Questo è quello che la Congregazione e la Chiesa si aspetta da noi.


Studentesse FSE

Qual è il rapporto con il dicastero della pastorale giovanile della congregazione Salesiana? Esiste un rapporto di lunga data anche se, oggi, penso, abbia bisogno di essere rinsaldato con l’impegno di ciascuna delle parti.

Esistono, e se si, i rapporti con le diocesi e con la Chiesa in generale? E se no, cosa fare per promuoverli? Sono molti i contatti e gli scambi con le diocesi, gli istituti religiosi, i movimenti e le associazioni presenti nel mondo ecclesiale. A volte sono legati ai singoli docenti, altre volte sono progettati in modo istituzionale. Ciò che ci rende più orgogliosi è il fatto che non sono pochi gli studenti provenienti a vario titolo dalle varie appartenenze del mondo cattolico.

Qual è il profilo dello studente? Tanti sono i colori della FSE. Abbiamo una bella presenza di giovani, specialmente italiani, che vengono da noi a 1920 anni dopo la maturità; sono romani ma anche di diverse regioni d’Italia. Rispetto alle altre facoltà credo che ci contraddistinguiamo anche per la presenza di tante brave religiose. Suore provenienti questa volta da tutte le parti del mondo. Non manca poi la presenza di giovani adulti laici, preti o religiosi provenienti da varie nazioni. Queste diversità (di età, di culture, di stili di vita e di motivazioni) sono molto apprezzate dagli stessi studenti perché gli permettono di fare un’esperienza di mondialità.

Come recepiscono gli studenti la vostra offerta formativa? I nostri studenti ci chiedono: di essere il più possibile avvicinati al mondo del lavoro, a quello che saranno chiamati a fare una volta finita la formazione; di essere abilitati ad acquisire una capacità riflessiva piuttosto che disporre di risposte preconfezionate; di essere for-

mati a saper collaborare con tutti, di non rimanere chiusi in spazi antropologici o professionali troppo angusti.

Da qualche tempo la Facoltà ha promulgato la sua Ratio. Quali sono i primi effetti che si evidenziano? Il risultato è buono. Il cammino è stato lungo. Ora la descrizione dei vari curricoli e corsi è presente nel sito della facoltà. Questo ci è servito a ripensare e organizzare il nostro impegno formativo e a presentarlo in maniera più chiara e trasparente agli studenti.

Quali progetti per il futuro? Come sogna il nuovo decano la Facoltà di cui è responsabile? I sogni non mancano. Ma ciò che è più importante è che impari a condividerli e ad ascoltare quelli degli altri per decidere insieme cosa realizzare. Uno dei desideri più grandi è quello che, in un tempo di grandi cambiamenti, la nostra Facoltà, fedele alle proprie radici e attenta alle nuove problematiche educative, sia in grado di rinnovarsi per offrire il suo specifico contributo all’attuale riflessione culturale ed educativa. Per questo, in conclusione, auguro un buon cammino a tutti, studenti e docenti insieme. I proff. F. Casella e C. De Nitto


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notizieups•Scienze della Comunicazione

intervista al prof. mauro mantovani, nuovo decano fsc

Una Facoltà VIVA E APERTA a cura di Renato Butera

Chi è il prof. Mauro Mantovani? Sono un salesiano, sacerdote dal settembre 1994. Fino a 19 anni ho vissuto con i miei a Moncalieri (Torino), dove sono nato nel 1966. A conclusione del Liceo mi sono iscritto all’Università di Torino nella Facoltà di Scienze biologiche, ma nel frattempo ho incontrato i Salesiani tramite gli studenti di Teologia che da Torino-Crocetta venivano nella mia parrocchia diocesana. Così è maturata la mia vocazione salesiana che mi vede a Roma dal 1993 e all’UPS, nella Facoltà di Filosofia, dal 1998. Ho conseguito il Dottorato in Filosofia in Spagna e in Teologia all’Angelicum; insegno Filosofia teoretica; sono stato decano della mia Facoltà negli ultimi sei anni.

Che eredità raccoglie? In queste prime settimane alla FSC mi sto rendendo ulteriormente conto della ricchezza non solo di potenzialità ma di “attualità”, cioè di lavoro intenso, qualificazione, iniziative, cura nel seguire le attività ordinarie e straordinarie, a partire dall’accompagnamento degli studenti, che ha caratterizzato la Facoltà in questi anni, frutto del generoso impegno del Decano precedente, il prof. Franco Lever, e del lavoro dei colleghi e collaboratori. Mi piacerebbe dare continuità a questi frutti facendo anch’io la mia parte in un promettente cammino che vede la Facoltà avvicinarsi, nel 2014, ai suoi 25 anni di vita.

Come si integra un docente di Filosofia teoretica in una facoltà pragmatica e tecnica? Francamente non credo che si possa considerare la FSC solo come una Facoltà pragmatica e tecnica. Certo, se si pensa alla’attenzione con la quale si segue la formazione degli studenti anche sotto vari aspetti tecnici, attraverso appositi corsi, seminari, tirocini, stages, ecc., possiamo sicuramente vantare una cura specifica a questo elemento che del resto ci viene riconosciuto nel panorama delle Facoltà universitarie di Scienze della comunicazione; tuttavia ciò è sempre accompagnato da una proposta formativa di tipo teorico che esprime una visione della comunicazione, dell’educazione, dell’arte, della persona e della società, un’antropologia ed un’etica, un’attenzione alla vita della Chiesa e alle necessità del mondo giovanile. In tutto ciò credo che filosofia e scienze della comunicazione si trovino molto più vicine di come superficialmente potrebbe sembrare. E mi sembra che oggi, proprio in un momento in cui il progresso tecnologico appare in grado di modificare la condizione operativa e mentale dell’uomo stesso, ci sia particolarmente bisogno di questa reciproca intera-

zione, visto che siamo chiamati ad affrontare con intelligenza e lungimiranza nuove questioni e nuove sfide.

Quali sfide poste alla FSC? E come rispondere? Le figure professionali che la FSC vuole preparare sono quelle di ricercatori e docenti, responsabili di istituzioni specifiche quali editrici, emittenti radiotelevisive e centri culturali, autori e professionisti operanti nei vari media, dal teatro a internet e alle nuove tecnologie. A tale scopo l’impegno di docenti sempre più qualificati, a partire da


Il prof. M. Mantovani alla festa di accoglienza delle nuove matricole

quelli “stabili” della Facoltà, la valorizzazione della collaborazione dei docenti invitati e dei dipendenti facendo sì che ciascuno possa offrire il meglio delle proprie competenze in uno stile di lavoro e di relazione condiviso e partecipativo, mi sembrano due priorità da continuare a perseguire. Insieme con l’impegno per un’ancora maggiore conoscenza esterna della nostra Facoltà, sia della sua intera offerta accademica e sia di altre significative realizzazioni quali per esempio l’Agenzia young4young e il Dizionario di scienze e tecniche La comunicazione curato dai proff. Lever, Rivoltella e Zanacchi, che adesso è disponibile anche on-line.

Il rapporto con il dicastero della comunicazione? Proprio il giorno in cui ho cominciato il mio servizio si teneva in Facoltà una riunione con alcuni collaboratori del Dicastero salesiano della Comunicazione e con l’Ambito della Comunicazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice per preparare un Incontro sulla comunicazione cui hanno partecipato, il 12 maggio, i giovani salesiani e suore in formazione dell’Italia. Ho così potuto subito rendermi conto di quanto il rapporto sia vivo, e di quanto sia importante poterlo incrementare ulteriormente.

E i rapporti con le diocesi e con la Chiesa in generale? Sì, esistono, a partire dalla presenza tra gli studenti di sacerdoti diocesani e di membri di varie congregazioni maschili e femminili che hanno scelto la FSC come luogo per la qualificazione di coloro che assumeranno via via maggiori responsabilità nel campo della comunicazione. La FSC annovera nel suo corpo almeno due docenti Consultori del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, e i contatti e la collaborazione con questo Dicastero vaticano, e con l’Ufficio della CEI per le Comunicazioni sociali sono particolarmente vivi. In modo particolare il nuovo curriculum di Comunicazione Pastorale è stato recentemente attivato proprio per arricchire l’offerta accademica in questa prospettiva.

Come coniuga il rapporto tra l’essere salesiano e la comunicazione sociale? Come una …“vocazione …nella vocazione”. Uno dei modi possibili per rendere vivo don Bosco oggi, a servizio della Chiesa e del mondo giovanile, avvalendosi delle enormi possibilità che i media mettono a disposizione.

Come valutano gli studenti la proposta formativa che ricevono in Facoltà? Mi sembra che gli studenti siano generalmente molto coinvolti nella proposta formativa e vivano attivamente e da protagonisti la loro presenza in Facoltà. Sanno del resto che il controllo attento della loro presenza a lezione e della cura nella progettazione ed esecuzione dei loro elaborati sono un servizio che garantisce la qualità del loro apprendimento e della loro formazione: un investimento sul loro futuro.

Attività e iniziative in programma per il futuro? Proprio in questi giorni si sta realizzando a Roma la “Settimana delle Scienze della Comunicazione”, cui la FSC ha partecipato con un’interessante iniziativa, e scorrendo il programma guardavo l’elenco delle varie istituzioni accademiche, statali e pontificie, che a Roma si occupano di Comunicazione. Senz’altro la nostra FSC ha via via raggiunto in questi anni una sua significatività e visibilità in questo panorama, grazie alle attività e ai progetti che ha realizzato. Mi ha impressionato, per esempio, la realizzazione delle varie campagne dal titolo “Comunica responsabilmente”. Credo importante partire anzitutto da quello che già c’è per consolidarlo e far sì che si operi valorizzandone tutte le possibilità; i nuovi progetti che senz’altro presto matureranno saranno il frutto, su questa stessa scia, del confronto con i colleghi e i collaboratori.

Come sogna e cosa il nuovo decano per la Facoltà di cui è responsabile? Mi è piaciuto molto leggere nei depliants e nelle locandine della FSC lo slogan “La Comunicazione educa. L’Educazione comunica”, frase che è ricca di stimoli e richiami anche dal punto di vista filosofico e teologico. Sogno di vederla realizzata in tutto ciò che appartiene alla vita della nostra Facoltà, nei rapporti tra i docenti e i collaboratori, tra i docenti e gli studenti, tra studenti di diverse vocazioni e provenienze, nella solidità e qualificazione della proposta formativa, nel valore e nella partecipazione alle attività extraaccademiche, negli stili di vita che ci caratterizzano. Insomma, una FSC viva e aperta, al servizio dell’UPS, della Congregazione salesiana, della Chiesa e della società, a partire dai giovani che formiamo e a cui siamo mandati. Attività FSC


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notizieups•Filosofia

intervista al prof. luis Rosón galache, decano fdF

Una Facoltà con 75 anni di tradizione a cura di Renato Butera

Chi è il prof. Luis Rosón Galache? Un salesiano prete spagnolo, nato a Guarrate-Zamora, vicino a Salamanca, il 1 dicembre 1958. Mentre studia, conosce e si innamora dello spirito salesiano, e, in fasi successive, l’ubbidienza lo porta allo studio –appassionante– della filosofia, la teologia, la spiritualità. Licenza di Filosofia all’UPS, Dottorato all’Università Pontificia di Salamanca. Vita felice come formatore, impegnato nella pastorale giovanile… ed ecco di nuovo a Roma, da quasi sei anni insegnando antropologia filosofica, collaborando nella formazione e nella pastorale universitaria. Sono debitore di tanti buoni salesiani, tanto professori come formatori ed educatori. Sono continuatore di un bel cammino nello studio dell’antropologia filosofica segnato dal mio maestro don Sabino Palumbieri, e anche nel Movimento Testimoni del Risorto, fondato da lui. Sem-

pre tento di mettere la persona al centro e in essa lo spirito del Risorto.

Che eredità raccoglie? “Quando un fratello ti ha preceduto arrivi a una tavola imbandita”, dice un proverbio. Così mi sento io. La Facoltà di Filosofia dell’UPS mi ha formato e maturato, quella di Salamanca mi ha completato. Qui ho trovato tanti buoni professori, alcuni ormai con il Padre, altri emeriti e qualche compagno. Il mio predecessore, don Mauro Mantovani, con cui ho lavorato, ha dinamizzato, lanciato in avanti e allargati gli orizzonti con grande passione e creatività… un bel lavoro da continuare, in particolare dopo la recente e operata riforma degli studi ecclesiastici di filosofia… Una tavola imbandita, e un bell’ambiente di collaborazione tra i “commensali”. Niente male.

75 anni di fondazione: cosa ha significato l’evento per la facoltà? Non è cosa di poco celebrare il 75 anniversario. C’è una memoria da celebrare e una profezia da sviluppare. C’è una ricca storia di servizio alla Chiesa, alla Congregazione e ai giovani con un vero spirito di servizio formativo. “Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono forma insostituibili di carità” (CV, 4) ci dice Benedetto XVI, e hanno fatto realtà tanti benemeriti predecessori lasciandoci una scia da seguire in fedeltà creativa all’uomo, al giovane di oggi.

Qual è il profilo dello studente FdF dell’UPS? Il profilo è molto variegato nei tre cicli della Facoltà. Domina, come in tutta l’UPS l’internazionalità e varietà di nazioni e culture, di età e formazione tecnica e culturale. Un bel gruppo è costituito dai giovani religiosi che attraverso la filosofia comprendono l’uomo e la cultura odierna e si preparano al sacerdozio; laici di diverse età e condizione che vedono la possibilità di acquistare una visione unitaria e organica del sapere sull’uomo e sul mondo; sacerdoti e laici formati che si preparano per l’insegnamento in diverse parti del mondo, convinti che “la verità ci rende buoni, e la bontà è vera” (Benedetto XVI). Tutto con la caratteristica di Don Bosco e dei suoi figli.


Il prof. Rosón con alcuni studenti FdF

Come si seguono gli studenti che avviano la prima formazione al sacerdozio e alla vita religiosa? Che rapporti con i centri di provenienza? I professori della Facoltà siamo consapevoli del nostro apporto alla formazione dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa e quanto una filosofia sistematica possa contribuire a mettere le fondamenta adeguate per dialogare con Dio, il mondo e l’uomo di oggi. Ma è un servizio che coopera a una formazione che le comunità formatrici hanno in primis e nella misura che ci trova concordi nella verità e nella carità aiuta a crescere in Cristo.

E gli studenti “laici”? Qual è l’integrazione nello spirito formativo generale della facoltà? Veramente motivati e si sentono a loro agio. Sono giovani che sanno che “la verità da senso e valore alla carità”. Molti di loro, giovani e meno giovani, sono convinti che lo sviluppo della scienza e della tecnica, se non è legato allo sviluppo dei valori, molto facilmente si rivolge contro l’uomo. La formazione e gli studi scientifici e tecnici dai quali provengono richiedono di essere integrati con un sapere sapienziale. E lo cercano con sincerità.

Quali sono le relazioni con le altre facoltà? L’UPS è una grande casa con molte stanze, ma anche molta interazione e comunicazione. È bello poter scambiare le nostre risorse con altre facoltà e usufruire del bel lavoro delle altre in materie, professori, ricerche e condivisione di progetti e programmi. Un camino da augurarsi in costante crescita.

E con le altre facoltà delle Università Romane? Si potrebbe dire altrettanto. Sono tanti colleghi delle diverse università con cui abbiamo relazione, collaboriamo con il Progetto LERS, Nuova Costruttività, l’ASUS, Universidad Santo Tomàs de Bogotà… e tanti accordi con altri centri universitari dell’Italia e del mondo, persino l’Università di Fudan in Cina. Senza dimenticare i nostri centri aggregati e affiliati in diverse parti del mondo.

Quali rapporti con altri centri di formazione universitaria nel mondo? Se vogliamo cambiare, migliorare, dobbiamo allargare i nostri orizzonti. La riforma degli studi ci spinge a continuare una grande sollecitudine per la filosofia, con una grande fiducia nella capacità che la ragione ha di servire la verità, l’apporto allo studio della teologia con i fondamenti filosofici… Qui ci troviamo insieme a tanti, possiamo imparare da loro, possiamo interagire.

Quali progetti per il futuro? Come sogna il nuovo decano la facoltà di cui è responsabile? La celebrazione del 75° della Facoltà e dell’attuazione del Decreto di Riforma degli Studi Ecclesiastici di Filosofia ha visto radunati più di 45 presidi e incaricati di studi salesiani delle diverse parti del mondo ci ha fatto consapevoli di tre grandi sfide dove possiamo interagire e mettere in comune la gran diversità culturale e la comunione universale nella grande Famiglia Salesiana: la centralità della persona umana, la ricerca della verità e il dialogo fede – ragione al servizio dell’educazione e pastorale giovanile salesiana con un vero accento formativo.

Un momento di Dialoghi di Filosofia 2012


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notizieups•Le Facoltà a cura di Renato Butera

Teologia Nuova Evangelizzazione e giovani “La Nuova Evangelizzazione (NE) e i giovani”, è il titolo del seminario di studi organizzato dall’Istituto di Teologia Dogmatica che ha avuto luogo lo scorso 20 gennaio 2012 nella sala don Giuseppe Quadrio, e che ha visto il coinvolgimento di docenti e dottorandi, coordinati dal prof. Antonio Escudero. Nell’introdurre il seminario, il prof. Escudero ha sottolineato come la teologia sistematica si senta investita dall’impegno dell’evangelizzazione non pretendendo tanto di stabilire un quadro teorico dal quale trarre le conseguenze, ma di offrire un contributo di lettura teologica sulla NE. Tre proposte hanno scandito il tema del seminario. Il dibattito, dopo ogni intervento, ha qualificato e orientato in nuove prospettive teologiche la tematica della NE e i giovani. Il testo dei Lineamenta del Sinodo dei Vescovi su Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana è stato il punto di riferimento per una riflessione teologico-sistematica e pastorale. La prima proposta è stata sviluppata dal prof. Jose Chunkapura, dal titolo La centralità dell’apertura religiosa nella NE. Il concetto di NE, la sempre minore apertura al Trascendente (sfida chiave per la NE), la necessità di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, la fatica a trasmettere ai giovani i valori base dell’esistenza e di un retto comportamento, sono state le priorità messe in risalto nella prima proposta. Il secondo intervento, del prof. Antonio Castellano, decano della facoltà di Teologia, ha avuto come tema La teologia trinitaria contemporanea e la NE. Questa seconda proposta ha evidenziato lo stretto rapporto tra la riflessione teologica contemporanea sulla Trinità e la NE. Due i punti focali del tema sono stati: il significato della nuova evangelizzazione attraverso il momento ermeneutico e le modalità di attuazione (ermeneutica del nostro tempo); il contributo della teologia trinitaria alla NE con una attenzione al rinnovamento della teologia trinitaria contemporanea, che torna sull’evento pasquale di Cristo per “scandagliare meglio la ricchezza del mistero di Dio nella sua dimensione teorica ma anche pratica”. La riflessione teologica sollecita lo sguardo sulla Chiesa, luogo dove fare esperienza della Trinità. Il terzo intervento del prof. José Luis Plascencia ha trattato La validità fondamentale della gioia (Peter L. Berger), sfida alla NE da parte dei giovani d’oggi. Come sottolineano i Lineamenta al n. 8, “tra gli ostacoli alla NE c’è proprio la mancanza di gioia e di speranza”. Il futuro dell’evangelizzazione e della formazione cristiana dei giovani può avere in prospettiva la ricerca e la costruzione di una sintesi nella quale possano

integrarsi la dimensiona oggettiva e soggettiva. Coniugare la parola beatitudo, nel suo significato umano e cristiano, con l’amore, può farci diventare santi-perfetti e felici. Una delle sfide della NE è offrire e mostrare una fede che sia fonte di gioia e dia senso alla vita. Al termine dei lavori il prof. Escudero ha sollecitato, dal punto di vista teologico, la riflessione sulla NE, proprio perché la teologia sistematica è coestensiva con la prassi ecclesiale. (d. Donato Manca)

Il Rituale sacramentorum di S. Francesco di Sales A 400 anni esatti dalla sua prima pubblicazione, il 1° febbraio è stato presentato ad Annecy (Savoia) il Rituale predisposto dal Doctor divini amoris. Su invito dell’Académie Florimontane - fondata dallo stesso San Francesco di Sales -, dell’Académie Salésienne, degli Amis du Vieil Annecy e della Diocesi di Annecy, i professori Manlio Sodi (decano della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche) e Morand Wirth (docente emerito della Facoltà di Teologia) hanno tenuto una conferenza sul significato, i contenuti e l’attualità dell’edizione anastatica dell’opera che è servita per molto tempo a guidare la celebrazione dei sacramenti e a orientare l’azione pastorale. L’opera, obbligatoria nella diocesi ma diffusa in molti luoghi della Francia durante il sec. XVII, è stata edita recentemente come 58° volume della collana “Monumenta Studia Instrumenta Liturgica” edita dalla Libreria Editrice Vaticana. Il testo dell’intervento dei due Relatori sarà pubblicato nel 2013 in lingua francese nella Revue Savoisienne, fondata nel 1860.

Madre Mazzarello e Don Bosco per i giovani In occasione della festa di Santa Maria Domenica Mazzarello (canonizzata nel 1951) e in occasione del 140º dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, l’Istituto di Teologia spirituale, in collaborazione con Sr. Anita Deleidi, docente del corso su Maria Domenica Mazzarello, il 10 maggio ha organizzato un simposio sul rapporto tra la Santa e San Giovanni Bosco in funzione dell’educazione delle giovani. Alle ore 15,30 il prof. Jesús Manuel García, direttore dell’Istituto di Teologia spirituale, ha presentato l’evento, ringraziando le tre relatrici e introducendo il Simposio con il racconto di un episodio storico. Nel maggio 1871 Don Bosco convocò il Capitolo dell’Oratorio «per cosa di grande importanza […], fare anche per le giovanette quel po’ di bene, che per la grazia di Dio noi andiamo facendo pei giovani». Chiese a ciascuno dei suoi collaboratori di fare discernimento, in clima di più intense preghiere «comuni e private», soppesando il pro e il contro. Dopo al-

I proff. Sr. Caterina Cangià, Sr. Anita Deleidi, Sr. Grazia Loparco e Jesús Manuel García I proff. Jose Chunkapura, José Luis Plascencia, Antonio Escudero e Rafael Vicent


I proff. Stefano Caprio e José Luis Plascencia

cuni giorni, di ritorno da Mornese, ebbe il parere positivo dei Consiglieri e decise: «Ebbene ora possiamo tenere come certo essere volontà di Dio che ci occupiamo anche delle fanciulle». Il 5 agosto 1872 Maria Domenica Mazzarello faceva, con altre undici ragazze, la prima professione religiosa. Nello stesso anno venne eletta superiora, ruolo nel quale rivelò insospettati talenti di madre e animatrice. Quando Madre Mazzarello si spense all’età di 44 anni (14 maggio 1881) nella Casa di Nizza Monferrato (Asti), l’Istituto, che aveva solo 9 anni di storia, era già diffuso in quattro nazioni (Italia, Francia, Uruguay, Argentina), con 26 case e 200 consorelle. Oggi, a 140 anni della Fondazione, l’Istituto è diffuso in tutti i continenti e conta circa 13.500 membri. Dopo la presentazione, la prof. Anita Deleidi, docente del biennio di spiritualità dell’Istituto FMA presso la Facoltà «Auxilium», ha illustrato la relazione di reciprocità trai due santi per l’educazione delle giovani. Un rapporto di gratuità e fiducia, basato sulla conoscenza reciproca e su una fattiva collaborazione ai fini della missione educativa. Sr. Deleidi ha messo in evidenza anche alcuni tratti della personalità di Madre Mazzarello, donna creativa, dinamica, realista e soprattutto obbediente, che hanno contribuito allo sviluppo del carisma. È seguita una relazione di carattere storiografico della prof. Sr. Grazia Loparco, docente nella Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, che si è soffermata sull’influsso del modello religioso donboschiano sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. Sr. Grazia ha mostrato come lo spirito e il metodo di Don Bosco abbiano connotato profondamente l’identità dell’Istituto. Insieme a illustrato come l’accoglienza, il discernimento e l’applicazione al femminile del modello donboschiano da parte di Madre Mazzarello sia stato altrettanto determinante per l’identità della Congregazione. Nell’ultima parte del simposio la prof. Sr. Caterina Cangià, docente di Didattica delle Lingue moderne e di Tecniche espressive alla LUMSA e all’UPS, ha presentato l’esperienza professionale e spirituale da lei vissuta nella preparazione, sviluppo e produzione del film «Maìn. La casa della felicità», recentemente presentato in anteprima a Roma. La fiction, che si rivolge a tutti, ha finalità informativa e di formazione, ed è costruita in funzione di una intensa evocazione emotiva della figura storica della Mazzarello. Fondata sulle testimonianze del processo di Canonizzazione, mostra una santità per l’oggi, feriale e semplice, ma completa ed affascinante, perché radicata nel dono operoso di sé a Dio e ai fratelli. L’evento, culminato con la visione del trailer del film, si è concluso con vari interventi delle persone presenti.

Per una Pastorale Giovanile Interculturale: Le risorse dell’Europa orientale Nell’ambito del progetto di ricerca interdisciplinare sulla Pastorale Giovanile interculturale, portato avanti dall’Istituto di Teologia Pastorale, lo scorso 20 febbraio, nella Sala Juan Vecchi dell’UPS, si è svolto il seminario dal titolo “Pastorale giovanile interculturale: le risorse dell’Europa orientale”. Nella sua introduzione, il prof. Anthony sottolineava come il seminario fosse in continuità con altri riguardanti le risorse dell’America Latina e dell’Africa. Due professori hanno esaminato le risorse dell’Europa orientale per l’interculturalità da diverse e correlate prospettive:

il primo, il prof. Stefano Caprio (PIO) specialista in Teologia orientale, Teologia Russa e tradizione Russa, secondo la prospettiva antropologica e culturale; il secondo, il prof. José Luis Plascencia (UPS) dalla prospettiva ecclesiale e teologica. Il prof. Caprio ha osservato come l’Europa orientale viva al suo interno molte culture. Non solo, ma esiste anche una distinzione importante tra le Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica. Inoltre, i paesi slavi orientali e la Russia sono un vero è proprio crocevia di tradizioni occidentali e orientali. Il professore ha presentato alcuni aspetti antropologici e culturali a partire dall’evangelizzazione dell’Europa orientale iniziata con Cirillo e Metodio nell’attuale Repubblica Ceca fino ai giorni nostri. Nel cristianesimo russo possiamo rilevare un aspetto della cultura cristiana, l’ascetica e la mistica. Il prof. Plascencia si è soffermato sulla teologia orientale sottolineando come essa sia influenzata da aspetti geografici, linguistici e religiosi. Ha poi evidenziato come nella teologia orientale vada considerata la teologia esperienziale, la dimensione apofatica, l’importanza della vita sacramentale e liturgica, la teologia dell’icona, il grande senso di unità e di tradizione, di armonia, ecc. Infine, il professore ha ricordato il riconoscimento che Giovanni Paolo II ha fatto della cultura orientale attraverso la Lettera Apostolica “Orientale Lumen”. Dal dibattito tra i presenti, sono emerse alcune riflessioni interessanti su problemi come il fondamentalismo cristiano, il rifiuto della multiculturalità da parte della Russia (difesa dell’ortodossia), la secolarizzazione, il tradizionalismo, ecc. Nel suo intervento conclusivo il prof. Anthony ha affermato che si deve costruire l’interculturalità nella diversità e nell’unità.

La Nuova Evangelizzazione e i giovani: prospettive teologico-pastorali Organizzato dall’Istituto di Teologia Pastorale della Facoltà di Teologia, lo scorso 16 marzo 2012, presso la sala “Quadrio”, si è tenuto il seminario di studio dal titolo “La Nuova Evangelizzazione e i giovani: prospettive teologicopastorali” che ha visto coinvolti docenti e dottorandi. Il seminario è stato introdotto dal decano della Facoltà, prof. A. Castellano, e moderato dal prof. S. Fernando. Tre proposte hanno scandito il tema del seminario a cui ha fatto seguito il dibattito tra i partecipanti. La prima proposta è stata sviluppata dal prof. R. Tonelli, dal titolo “Giovani in ricerca”. Cosa significa parlare di giovani? Con quali giovani ci misuriamo? A chi diamo credito? Per rispondere a queste domande è preferibile mettersi in ascolto del nostro tempo, ponendo attenzione al suo influsso culturale sui giovani. La realtà attuale ci consegna una situazione di “emergenza educativa”; cioè sembra essersi rotto il dia-

Da destra: i proff. Rafael Vicent, Rossano Sala, Damasio Medeiros e Francis-Vincent Anthony


logo e la relazione tra generazioni: la giovinezza è attraversata da una diffusa situazione di “orfanità”. Per comprendere meglio quale sia la portata di questa “emergenza educativa” sono stati sottolineati tre aspetti: il nichilismo, che si aggirerebbe tra i giovani, l’ospite inquietante di cui parla U. Galimberti; la rottura della scansione temporale; la dimensione dell’esperienza religiosa della vita. Allora, i giovani sono in ricerca, che cosa cercano e qual è il loro grado di consapevolezza sulla loro ricerca? Tutti i giovani sono in una ricerca di senso e di speranza. Anche se possiamo constatare che si tratta di una ricerca affannosa e disturbata. Tutto ciò interpella gli adulti e gli educatori. Il secondo intervento, del prof. D. Medeiros, ha avuto come tema “La Nuova Evangelizzazione nella prospettiva della pastorale liturgica”. Questa seconda proposta ha analizzato il mistero della Chiesa così come viene presentato nei Lineamenta, La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Tre sono stati i punti centrali della relazione: la pastorale liturgica nell’ottica dei Lineamenta; la liturgia, luogo educativo e rivelativo della fede; alcuni suggerimenti e proposte concrete. Il terzo intervento del prof. F. A. Anthony: “Teologia interculturale: prospettive nuove per una Nuova Evangelizzazione”. Anche se i Lineamenta non utilizzano mai il termine “interculturale”, è possibile ritrovarlo indirettamente ai numeri 4 e 10, quando si parla di ascolto, di condivisione, di dialogo, di apertura tra Chiese locali, al fine di portare le proprie esperienze di fede. Il prof. Medeiros dopo aver collocato il concetto “interculturale” nell’ambito teologico, ha affrontato tre temi: l’intercultura interecclesiale secondo le dimensioni diacronica e sincronica; la modalità ermeneutica, critica e partecipativa del dialogo interculturale; gli atteggiamenti generali e specifici (umiltà, empatia e ospitalità) per avere un dialogo interculturale. La conclusione è stata riservata al prof. R. Sala, il quale ha rilanciato la riflessione su “Nuova Evangelizzazione e giovani” con ulteriori spunti e considerazioni.

la guerra!”. Contemporaneamente, la Madonna sostiene con l’altra mano il Bambino Gesù che guarda al mondo in modo accogliente e che stringe in una mano un ramoscello di ulivo, simbolo della pace. È Lui, infatti, il Principe della Pace. Colui che dona la vera Pace. Ai Suoi piedi una colomba è pronta a prendere il ramoscello per portarlo a tutti i figli di Dio.

Danza come espressione di preghiera Nel pomeriggio del 4 maggio, l’Istituto di Teologia Dogmatica dell’UPS, in collaborazione con il Chavara Institute for Indian and Interreligious Studies di Roma, ha organizzato all’Università Salesiana un inIl gruppo contro sulla Danza Sacra in diverse religioni musulmano e movimenti spirituali come modo concreto di rispondere all’invito dei Lineamenta del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione per riflettere sul senso del cosiddetto ‘Cortile dei Gentili’. All’evento hanno partecipato rappresentanze dell’Induismo, dell’Islam, delle religioni animiste africane del Cristianesimo e di altri movimenti spirituali. Ogni gruppo ha presentato brevemente il senso della danza nella loro religione offrendo poi degli esempi specifici della loro tradizione di preghiera espressa nella danza. La combinazione tra riflessione ed esperienza pratica ha dato un tono speciale all’incontro al quale erano presenti 170 persone. Signifi- Il prof. Chunkapura e cativo lo spirito di gioia e armonia che si è Jose una rappresentante creato e reso evidente durante l’evento. indù L’incontro è stato avviato dal prof. Jose Chunkapura che ne è stato l’ideatore e promotore. Ha fatto seguito l’intervento del prof. Antonio Escudero, direttore dell’Istituto di Dogmatica, che ha presentato l’intenso programma. All’incontro era presente anche il Rettore, prof. Carlo Nanni che ha evidenziato la significatività dell’iniziativa.

Visita al Centro Aletti Sabato 21 aprile 2012 un gruppo di studenti, che seguono i corsi promossi dall’Istituto di Spiritualità, accompagnati dal prof. Pier Luigi Guiducci, hanno visitato il “Centro Aletti”. Questa struttura, inaugurata da Giovanni Paolo II, vicina alla basilica romana di Santa Maria Maggiore, è attualmente uno dei centri più importanti in Italia e all’estero ove si preparano mosaici a tema religioso. Tra le caratteristiche dell’organismo, coordinato da un nucleo di Padri Gesuiti, c’è quello di accogliere nelle opere la spiritualità cristiana dell’oriente e dell’occidente. Successivamente gli studenti sono stati condotti a Santa Maria Maggiore ove hanno potuto vedere la statua dedicata a Maria Regina Pacis. Inaugurata nel 1918, alla fine della I guerra mondiale, raffigura un atteggiamento severo di Maria che con una mano tesa pare esclamare: “basta con

Incontro con il Card. Kasper Il 28 marzo, l’Università Salesiana ha avuto la gioia di ricevere la visita del Card. Walter Kasper. Era stato invitato per parlare su “La Chiesa Cattolica oggi, ieri e domani”, che è anche il titolo del libro che il Cardinale aveva da poco pubblicato. Prima della conferenza, ha fatto una presentazione il prof. Donato Valentini, amico personale di Sua Eminenza. Il professor Valentini ha tratteggiato con vivacità e dovizia di particolari la figura teologica ed ecclesiale del Cardinale, mettendo bene in luce il grande contributo che egli ha dato alla teologia e al dialogo ecumenico e con l’ebraismo, essendo stato per lunghi anni presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Non è mancato un richiamo alle qualità umane del Porporato che lo rendono una persona che incontra volentieri la gente e con cui si può dialogare. Nella sua relazione, il Card. Kasper ha voluto iniziare mettendo in luce le esperienze personali con la Chiesa così da poterne parlare in certo modo dal di dentro con lealtà e rispetto. Egli vede l’emergere di tre sfide: le difficoltà inerenti alle comunità in ordine alla condotta dei cristiani, la crisi culturale di cui soprattutto l’Europa è investita, Il gruppo dell’Istituto di Spiritualità, accompagnati dal prof. Pier Luigi Guiducci


I proff. G. Vettorato, P. Gambini, A. Salvi e L. Ferraroli

la crisi di fede in Dio per cui la Chiesa stessa si rende fragile e non accetta per quello che è veramente. Di qui il compito di riscoprire la Chiesa alla luce del Vaticano II, rinnovare la forma di commmunio della Chiesa, tramite un dialogo dai molti canali ad intra e ad extra. È da attendersi allora una gioia nuova per la Chiesa. “Se ho potuto contribuire un poco a tale gioia, ne sarò molto felice”, così concludeva umilmente e fiduciosamente il Cardinale. L’ampio dibattito che ha fatto seguito ha attestato l’interesse dei partecipanti e la serena condiscenda del relatore. In una valutazione di insieme, si può dire che l’evento ben preparato è stato di grande rilievo e dona prestigio alla Facoltà di Teologia e all’intera UPS. Il Card. Kasper si è espresso con la serietà dello studioso, ma anche con la semplicità del pastore e la cordialità dell’amico, con chiarezza e comprensibilità dei contenuti. È chiaro che non solo voleva far capire cosa è la Chiesa, ma farla apprezzare e gustare come madre Chiesa.

ganizzato un incontro sul tema: “Adolescenza e delinquenza”. L’incontro ha avuto luogo nel pomeriggio di lunedì 19 Marzo 2012. Durante l’incontro sono stati presentati i seguenti libri: Lorenzo Ferraroli, Adolescenti: trasgressivi forse, cattivi no, edito dalle Paoline, presentazione a cura del prof. Paolo Gambini; don Domenico Ricca, Presidente della Federazione SCS/CNOS ha presentato i volumi di Giuliano Vettorato e Francesco Gentili (Edd.), Educare in un mondo che cambia. Quaderno operativo dell’iniziativa “Educatori locali in società globali”; di Ennio Ripamonti (a cura di), La trasgressione in adolescenza tra crescita e disagio; e Francesca Romana Busnelli et al., Cittadinanza Educante - Le parole di mondi diversi. Tutti i tre libri sono editi dall’editrice SCS/CNOS. Alla presentazione ha fatto seguito il dibattito con gli autori guidato dal prof. Giuliano Vettorato. Tema del dibattito, a partire dalle esperienze degli autori e del loro ultimo testo, è stato: “Gli adolescenti sono buoni o cattivi? Come comportarsi con loro?”.

Agio e disagio del servizio pastorale del clero

Educazione Il prof. Formella ai Martedì d’autore Per i martedì d’autore organizzati dal Dipartimento di comunicazione e ricerca dell’Università La Sapienza di Roma, nella serata di martedì 13 marzo 2012, è stato presentato il volume “Il suicidio in adolescenza: quando una vita deraglia” a cura di Zbignew Formella, Direttore dell’Istituto di Psicologia dell’UPS, e Antonio De Filippo, psicanalista e presidente de La Maieutica – Ricerca e formazione. L’incontro ha avuto luogo presso il Centro Congressi d’Ateneo di Via Salaria 113. Il volume si fonda su una forte convinzione, e cioè quella di dover affrontare il tema del suicidio per uscire dal silenzio che provoca la paura di parlarne, e creare spazi di ascolto e confronto dove le parole mute di un adolescente che sta meditando sulla possibilità di togliersi la vita possano trovare accoglienza e aiuto. Il volume analizza il fenomeno del suicidio dal punto di vista antropologico, sociologico, psicologico, filosofico e psicoanalitico. L’incontro ha preso in considerazione altri temi riguardanti le giovani generazioni e i loro comportamenti a rischio, il loro disagio e il loro rapporto con le esperienze limite dove sono sempre più frequenti giochi pericolosi come quelli del balconing, car surfing, binge drinking, flambè, chocking game, ecc. Oltre ai curatori del volume, sono intervenuti lo psichiatra Luigi Cappelli, il dott. Manolo Farci, e la professoressa Valeria Giordano. La professoressa Paola Panarese ha moderato gli interventi. Sono state proiettate anche alcune sequenze del documentario Balconing, salto nel vuoto di Michele M. Bertini e Lorenzo Dionisi.

“Adolescenza e delinquenza” L’Istituto di Sociologia della FSE, in collaborazione con la Federazione SCS/CNOS – Salesiani per il Sociale ha or-

L’Istituto di Psicologia ha organizzato, lunedì 12 marzo, un Seminario di studio sul tema “Preti sul lettino. Agio e disagio del servizio pastorale del clero”. Il Seminario ha avuto come obiettivo quello di individuare alcune piste di riflessione sui processi educativi efficaci come fattori di prevenzione di fenomeni disfunzionali per fare delle difficoltà i luoghi di rinnovamento qualificato. In altre parole come aiutare a riconoscere e gestire i problemi psico-affettivi nella vita dei sacerdoti. “Certamente nella vita dei sacerdoti i problemi ci sono” – ha affermato Padre Giuseppe Crea, sacerdote comboniano terapeuta, che ha preso parte al Seminario. “Si chiamano: solitudine, ansia da prestazione, fare continuamente i conti con i problemi delle persone, difficoltà nei rapporti con gli altri preti. E a volte manca la capacità o la lucidità di chiedere aiuto. Serve un dibattito ampio, sereno, serio, sulle condizioni di vita e di lavoro dei preti (e delle suore)”. L’incontro è stato avviato dal saluto del Rettore prof. Carlo Nanni a cui hanno fatto seguito le relazioni del prof. Alberto Oliverio, dell’Università La Sapienza di Roma, su “Motivi di crisi e apporto della psicologia”; e del prof. Leslie Francis, dell’Università di Warwick (Regno Unito), su “Metodi di formazione e caratteristiche di personalità”. Il prof. Tadeusz Lewicki, docente della FSC, ha guidato la Tavola rotonda a cui hanno preso parte il prof. Hans Zollner SJ, Vice Rettore Pontificia Università Gregoriana; il prof. Giuseppe Crea MCCJ, dell’Università Urbaniana, “Claretianum”; il Dott. Fabrizio Mastrofini, Giornalista, Caporedattore di Radio Vaticana; la Dott.ssa Lucetta Scaraffia, dell’Università La Sapienza di Roma; il prof. Zbigniew Formella, Direttore dell’Istituto. Un momento del Seminario


Open Day all’Istituto di Psicologia “Il meglio deve ancora venire…” è il titolo che l’Istituto di Psicologia della FSE ha scelto per l’Open Day di quest’anno che ha avuto luogo nel pomeriggio del 26 aprile 2012. Dopo un saluto augurale del Decano della FSE, prof. Francesco Casella, l’Open Day è stato avviato dal saluto del direttore dell’Istituto, prof. Zbigniew Formella, dei responsabili e di alcuni studenti. Un piccolo lavoro in aula ha consentito la conoscenza dei singoli partecipanti e delle loro aspettative. Vi è stata, quindi, la visita al Campus universitario e alle sue strutture più significative tra cui la Biblioteca Don Bosco. Infine alcuni docenti dell’Istituto sono intervenuti sul perché studiare Psicologia e scegliere l’Istituto della FSE presentando così la proposta formativa. L’Open Day 2012 si è concluso con una piccola sorpresa (“un regalo di saluto”).

Documento condiviso e tradizione pedagogica salesiana Il 5 maggio si è svolto il tradizionale Seminario di studio organizzato annualmente dall’Istituto di Catechetica della FSE. Quest’anno il titolo dell’incontro è stato: Documento condiviso e tradizione pedagogica salesiana. «Documento condiviso» è, per ora, il modo di chiamare un testo che sarà pubblicato nel 2013 e che ha l’obiettivo di aggiornare il famoso documento base della catechesi italiana degli anni ’70: Il rinnovamento della catechesi. Da mesi sta lavorando al progetto la Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi (CEDAC), che ha promosso a novembre scorso un importante seminario di studio, al quale hanno partecipato anche numerosi docenti dell’UPS. I vescovi si sono messi in atteggiamento di ascolto e così anche l’Istituto di Catechetica ha voluto dare il suo contributo. Nei mesi scorsi i migliori catecheti italiani sono stati invitati a partecipare al seminario o almeno a mandare un contributo di riflessione sulle tematiche, imperniate su tre poli: a) fare catechesi nel contesto della nuova evangelizzazione; b) spunti per riorientare la catechesi quanto a contenuti, linguaggi, strumenti e percorsi; c) i catechisti: pluralità di figure, rinnovamento e formazione. Ne è venuto fuori un corposo dossier di oltre 100 pagine, che è stato inviato a tutti i partecipanti in modo che si potessero documentare in vista del seminario. Così la trentina di esperti che hanno partecipato al Seminario – tra cui il Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, don Guido Benzi, e collaboratori, in rappresentanza di mons. Marcello Semeraro, Presidente della CEDAC – hanno potuto contare su un formidabile strumento di lavoro e difatti, alla fine della giornata, dopo un lavoro intenso, franco e stimolante, la soddisfazione di tutti era palpabile. Nel Seminario sono emersi alcuni aspetti che toccano la necessità di chiarire il vocabolario su catechesi, nuova evangelizzazione ed altro; si è richiamata la necessità di un annuncio della verità della fede, attingendo dalla Bibbia ma insieme vedendone lo sviluppo nella tradizione della Alcuni dei partecipanti

Chiesa, interpretando il contenuto in termini esistenziali, con una pedagogia del rispetto e promozione della persona concreta, con ciò puntando su una comunicazione che deve essere significativa, liberatrice e adulta; si è accennato al delicato problema della formazione dei catechisti e anche della responsabilità del clero; la catechesi va valutata sui destinatari, che non sono solo i bambini, e alla loro concreta situazione di fede. Agli adulti e alle famiglie occorre badare prioritariamente; si è detto che la catechesi ha da essere curata all’interno della comunità, ma deve tener conto di quanto avviene nell’ambiente di vita dove le persone vivono (il Convegno di Verona insegna); in tale quadro, il dialogo fede e cultura va bene approfondito; all’insegnamento della religione si darà attenzione per quanto offre nell’ordine metodologico al discorso religioso; né si dimenticherà la cosiddetta comunicazione digitale tanto espansa. Il lavoro non termina qui. Nei prossimi giorni si prevede la consegna alla CEDAC dei risultati conseguiti e soprattutto la continuazione della riflessione, mantenendo una feconda interazione tra il cammino catechistico italiano e le risorse del carisma salesiano, imperniato sulla componente educativa, riguardo al mondo giovanile in particolare popolare e tra i poveri, in un clima di testimonianza e di personalizzazione del rapporto educatore ed educando.

DPGC

Il prof. de Souza e Catechesi in India L’Associazione dei catecheti indiani ha tenuto la sua assemblea generale annuale presso il Centro Nazionale (NBCLC) di Bangalore dall’8 al 10 febbraio 2012. Ai 176 partecipanti è stato proposto il tema “Nuovi paradigmi per la catechesi dei giovani”. La conferenza principale è stata proposta dal prof. Cyril de Souza, dell’Istituto di Catechetica dell’UPS con il titolo “La catechesi giovanile, il compimento della Pastorale Giovanile”. Gli altri temi importanti che sono stati proposti erano sulle tematiche delle “Piccole comunità giovanili per una nuova evangelizzazione”, da Padre Hervè Morissette; sulla “Liturgia creativa per i giovani” da Padre Michael G., e sulla “Rilevanza del Youcat nella catechesi dei giovani” da Padre Gilbert Choondal, Presidente dell’Associazione. Altri temi di interesse erano sulla formazione alla fede dei giovani nel Movimento Carismatico e nel movimento “Jesus Youth” presentati rispettivamente dalla signora Annie Berly e dal signor Edward Edezhath. Il vescovo Devotta ha moderato il laboratorio che aveva lo scopo di presentare alcune linee guida per la catechesi dei giovani in India. Ci sono state anche una serie di sessioni con l’obiettivo di indicare come rendere più efficace la catechesi dei giovani di oggi in


India. Tra queste una sessione catechistica per provocare la riflessione sulla fede, e un’altra su come utilizzare la drammatizzazione nella liturgia e nella preghiera. Sono state presentate infine alcune indicazioni in merito all’indagine nazionale sulla gioventù cattolica promossa dalla Conferenza Episcopale Indiana. La riunione si è conclusa con la promulgazione di una dichiarazione pubblica votata dai membri presenti in cui si chiede un nuovo paradigma di catechesi per i giovani che si esprima nello spirito della nuova evangelizzazione, che sottolinei lo sviluppo della dimensione missionaria dei giovani, che utilizzi una pedagogia partecipativa e che insista sul coinvolgimento dell’intera comunità cristiana.

Il gruppo di studenti sulla tomba di Mons. Bello

Sui passi di don Tonino Bello Il Dipartimento di PGC ha organizzato per il week-end del 1° Maggio un viaggio-studio nei luoghi del Salento. Mossi sui passi e sulle parole di don Tonino Bello, Vescovo della Chiesa e Servo di Dio, ha percorso in lungo e in largo il territorio pugliese salentino, arrivando fino alle coste di Santa Maria di Leuca dove il Mar Ionio si tuffa in quello Adriatico. Un viaggio dalle tonalità rilassanti per tutti i partecipanti che nel clima fraterno e umano, instauratosi anche fuori delle mura accademiche, sono riusciti a vivere questi tre giorni intensamente. Non solo Lodi e Vespri recitati sull’autobus, ma canti di gioia e chiacchierate fra le più vivaci negli spostamenti da una città a un’altra. Un viaggio studio che non sarà ricordato solamente per i sorrisi e le lacrime sprigionate dai partecipanti al saluto delle famiglie ospitanti ma anche per la massima disponibilità degli organizzatori che con maestria e competenza territoriale hanno predisposto (in maniera impeccabile) il fitto programma di escursione. Oltre agli studenti del Dipartimento, erano presenti allievi dei corsi di laurea di Psicologia, Pedagogia, Lettere classiche, Teologia e anche di Comunicazione Sociale, che relazionandosi hanno avuto modo di conoscere la figura di don Tonino Bello, le sue attività pastorali, la sua attenzione ai poveri e agli emarginati e la grande volontà di ricerca della pace per una educazione non violenta basata sulla creatività e libertà dell’uomo. Toccante il momento della visita al cimitero dove è sepolto il vescovo pugliese; uno fra quelli più silenziosi. Arrivati nella Capitale in serata: stanchi del viaggio ma allo stesso tempo arricchiti!

Viaggio di studio a Malta Il viaggio di studio del tirocinio di Metodologia Catechetica, svoltosi fra il 10 e il 13 Aprile, quest’anno è uscito dai confini italiani per andare a esplorare come si fa catechesi Studenti DPGC a Malta con loro il prof. Montisci

nella diocesi di Malta, isola al centro del Mediterraneo con una tradizione cristiana millenaria. Vi hanno partecipato i 16 studenti del tirocinio guidati dal prof. Ubaldo Montisci. Il programma era assai intenso tanto che è stato riservata solo l’ultima mattinata alla visita turistica. Il primo appuntamento si è svolto il martedì pomeriggio nella residenza dell’Arcivescovo mons. Paolo Cremona OP, con tre conferenze tenute da esperti maltesi della catechesi. La prima è stata effettuata da Don Carl Mario Sultana, responsabile diocesano della catechesi dei fanciulli. Don Sultana ha parlato del lavoro del Segretariato della Catechesi a Malta. Ha fatto seguito Don Renè Camilleri, delegato dell’Arcivescovo per la Catechesi, con una relazione sul Quinto Congresso Catechetico Nazionale Maltese, “Emergenza Fede – Apriamo la Mappa”. Padre Martin Cilia MSSP, ha infine presentato la nuova esperienza di comunità che cerca di approfondire il rapporto fra catechesi e liturgia come contributo che una comunità cristiana può dare alla riscoperta della propria fede. Durante i lavori gli studenti hanno ricevuto la visita di mons. Cremona. Il giorno seguente gli studenti hanno visitato l’Isola di Gozo. L’esperienza catechistica a Gozo è stata presentata da Don Giovanni Curmi, mentre Don Anton Teuma ha presentato l’esperienza della pastorale familiare. Al pomeriggio è stata presentata l’attività della Società laicale della Dottrina Cristiana M.U.S.E.U.M, fondata nel 1907 da San Giorgio Preca e dedita interamente alla catechesi dei fanciulli e dei ragazzi. L’incontro è stato curato dal superiore generale della società, Sig. Natalino Camilleri, e dal superiore regionale, Sig. Emmanuel Curmi. Dopo l’incontro, gli studenti hanno visitato la St. Michael School gestita dai membri del M.U.S.E.U.M., e la Millenium Chapel, situata nella zona di divertimento più frequentata dai giovani maltesi, Paceville. La cappella è stata fondata da P. Hillary Tagliaferro OSA ed è gestita da una comunità agostiniana. Oltre a essere un’oasi di preghiera con l’adorazione eucaristica continua, offre un servizio di accompagnamento psicologico e spirituale per i giovani che ne sentono la necessità. Nella mattinata di giovedì il gruppo ha preso parte a un momento di formazione dei catechisti in una parrocchia francescana, guidata dal parroco P. Christopher Galdes OFM Conv. Quindi hanno visitato la Chiesa che ricorda il naufragio di San Paolo dove hanno assistito alla conferenza del biblista Don Paul Schiberras sull’importanza del naufragio di San Paolo (cf. Atti, 28) per l’evangelizzazione dell’Isola. La mattinata di venerdì è stata dedicata alla cultura con la visita della Cattedrale di Malta, a La Valletta, e la visione di un documentario che narra la millenaria storia del popolo maltese. (Andrew Galea)


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L’inconfondibile stile del DPGC di Ubaldo Montisci, coordinatore del Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica

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on tutti i giorni sono uguali nel calendario. Alcuni sono più importanti di altri e rimangono segnati nelle nostre agende e nei nostri pensieri. Nella vita del Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica una data da ricordare è il 5 dicembre 2007 quando, durante un Senato accademico, il Gran Cancelliere ha chiesto il “ripensamento” della sua struttura formativa. Sorpresa e preoccupazione sui volti di tanti: sorpresa perché, tutto sommato, il DPGC sembrava funzionare bene; preoccupazione per la delicatezza del compito, in quanto il DPGC “caratterizza l’intera Università Pontificia Salesiana”, come ricordano gli Statuti UPS all’art. 118. Sono serviti oltre quattro anni di lavoro, tra Seminari di studio (tre), incontri di Istituti e riunioni di Facoltà (innumerevoli), Commissioni ad hoc e Commissioni super partes… ma da qualche giorno i dépliant del nuovo curricolo biennale sono tra le mani di tutti nell’Università e già viaggiano verso le più lontane destinazioni. Anche la rivista dell’Università, NotizieUPS, ci aiuterà in questa diffusione e comunicazione. Con questa nuova proposta, il DPGC spera di confermare, anzi di rafforzare la sua presenza tra le istituzioni educative universitarie. Ne ha tutte le carte in regola, forte di una tradizione ormai trentennale e sensibile ai cambi culturali e religiosi, per cui è capace di cambiare ed evolvere. Il DPGC possiede alcune caratteristiche che lo rendono originale e unico. Quella più evidente è il lavoro di ricerca interdisciplinare e transdisciplinare, garantito dalla collaborazione permanente tra le Facoltà di Teologia e Scienze dell’Educazione, attraverso gli Istituti di Teologia Pastorale e Catechetica: un pool di docenti che riflettono insieme in modo sistematico, arricchendo il confronto con competenze diversificate. La proposta formativa si caratterizza pure per la forte accentuazione educativa. Il tema dell’educazione – oggi di grande attualità e fortemente evidenziato dal magistero di Benedetto XVI - è presente da sempre nella riflessione e nell’insegnamento di docenti che operano in una università “salesiana”. La collocazione dell’Istituto di Catechetica nella Facoltà di Scienze dell’Educazione, indubbiamente, offre una prospettiva formativa originale. Un’altra caratteristica fondamentale è la mondialità e l’interculturalità. Nell’arcobaleno dei volti degli studenti del DPGC i colori sono tutti rappresentati e l’esercizio di accoglienza, ascolto, dialogo paziente, sforzo di conoscenza dell’altro-diverso da me,… non sono frutto di studi teorici ma esperienza quotidiana. La diversità di provenienza di docenti e studenti costituisce un mix formidabile e l’at-

tenzione alle culture e a favorire l’interculturalità è basilare nell’insegnamento e nelle relazioni interpersonali. La sistematica e massiccia presenza di ex-allievi del DPGC agli incontri di organismi ecclesiali nazionali e internazionali, testimonia in modo concreto un altro aspetto di cui nell’ambiente c’è consapevolezza: la responsabilità di qualificare quadri dirigenti ed esperti. Il percorso formativo punta all’eccellenza, a favorire l’acquisizione di un ampio ventaglio di competenze che abilitano a organizzare, gestire e promuovere le attività dei diversi settori della pastorale giovanile e della catechetica. Lontano da mire efficientistiche o da illusioni di carriera, la vita nel Dipartimento è vissuta all’insegna della corresponsabilità (partecipazione alle tante iniziative accademiche e agli organismi di animazione universitaria), della creatività (promozione e gestione di attività a favore degli altri studenti), dell’apprendere nel fare (tirocini e stage). In questo quadro generale tradizionale, la riforma del DPGC ha portato alcuni elementi di novità qualificanti. Intanto, la riduzione da tre a due anni di durata, ha obbligato a essenzializzare e gerarchizzare i contenuti su cui fondare la proposta. Si


è cercato di dare risposta ad alcune istanze particolarmente sentite oggi: per una generazione che pensa con gli occhi, ad esempio, non poteva mancare il riferimento al mondo della comunicazione e, operativamente, della multimedialità; così pure sono stati introdotti corsi che si riferiscono alle alleanze educative, ai “nuovi aeropaghi”, alla pastorale integrata, al primo annuncio, ecc... È meglio caratterizzato il profilo finale, che prevede ora due distinte figure professionali: il pastoralista/esperto di pastorale giovanile e il catecheta. Come sempre, si potrà accedere al percorso o nella Facoltà di Teologia o in quella di Scienze dell’Educazione. Sono stati individuati pure dei percorsi differenziati: la licenza in Pastorale Giovanile prevede tre sbocchi: educativo-sociale, vocazionale-spirituale, biblico-liturgico, in riferimento a tre settori in cui il pastoralista si trova più frequentemente ad operare; la licenza in catechetica, oltre al classico percorso per qualificare nell’ambito dell’evangelizzazione e catechesi, offre un itinerario per l’insegnamento religioso. Il DPGC allora si presenta oggi in veste aggiornata, facendo tesoro e confermando i migliori elementi che hanno caratterizzato la sua storia, ma introducendone di nuovi in vista di una proposta che punti all’eccellenza, forte di uno stile inconfondibile (quello salesiano) che vede insieme tutti, studenti e docenti, uniti nella comune ricerca della verità.

I proff. Cyril De Souza, Ubaldo Montisci, Mario Cimosa, Jerome Vallabaraj e Giorgio Zevini. Nelle altre foto della pagina studenti DPGC


Diritto Studenti FDC

Seminario di studio sul Diritto Penale “Diritti penale come uno strumento pastorale. Revisione del Libro VI”, è il titolo del Seminario di studio organizzato dalla Facoltà di Diritto Canonico che si è svolto lo scorso 11 gennaio 2012. Il seminario è stato sollecitato dal Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi che chiedeva il parere della Facoltà sulla proposta di revisione del Libro VI del Codice di Diritto Canonico su «Le sanzioni nella Chiesa». Il Prof. Jesu Pudumai Doss, decano della FDC, nelle sue parole introduttive ha salutato i partecipanti rimarcando il motivo dell’incontro: studiare insieme il libro VI per conoscere con l’aiuto di due esperti le novità si vorrebbero apportare con la riforma. Il titolo del Seminario a prima vista sembra sforzato, perché c’è una “diffusa errata nozione che il sistema penale ecclesiastico – ha detto il decano - sia contrario alla carità che deve esercitarsi solo con esortazioni e persuasioni”. Papa Benedetto XVI ha già dato una risposta a questo dilemma nell’enciclica Caritas in Veritate: “La carità eccede la giustizia, perché amare è donare, offrire del “mio” all’altro; ma non è mai senza la giustizia, la quale induce a dare all’altro ciò che è “suo”, ciò che gli spetta in ragione del suo essere e del suo operare” (n. 6). Il prof. Pudumai Doss ha poi concluso il suo intervento chiedendo “se davvero la revisione del Libro VI sia riuscita a presentare il Diritto penale come uno strumento pastorale”. Il primo dei due esperti a prendere la parola è stato il prof. Sabino Ardito, Presidente del Tribunale di Prima Istanza del Vicariato di Roma, con una presentazione della “Parte generale del Libro VI: Confronto e suggerimenti”. Il prof. Ardito si è soffermato sulla prima parte del Libro VI e in particolare sulle 4 domande specifiche che il Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi aveva proposto come approfondimento: l’idoneità del sistema del ricorso al Metropolita proposto per confermare decreti amministrativi definitivi del Vescovo; l’eventuale rischio che la variazione nella numerazione dei canoni 1364-1389 possa seriamente indurre confusione nel Pastore che deve applicare la legge; l’opportunità di proporre nel testo dei canoni o nel successivo Direttorio alcune definizioni (di delitto, di pena, ecc.); e infine la natura penale o meno della dimissione da un Istituto religioso. Il prof. Ardito ha offerto delle linee di interpretazione a ognuno dei suddetti quesiti portando esempi dai suoi lunghi anni di insegnamento della materia, o riferendosi alla storia della riforma del Libro VI prima del 1983 (anno della promulgazione del Codice), o infine citando alcuni concetti fondamentali della Sanzione penale nella Chiesa. Il secondo esperto a parlare è stato il prof. Markus Graulich, Neo-Prelato Uditore del Tribunale della Rota Ro-

mana, con una relazione sulla “Parte speciale del Libro VI: Confronto e suggerimenti”. Il prof. Graulich si è soffermato sulla seconda parte del Libro con particolare attenzione ai singoli delitti, soprattutto quelli nuovamente inclusi nella revisione del Libro VI. Il prof. Graulich, che era uno dei membri della Commissione per la preparazione della revisione del Libro VI, ha presentato le ragioni che motivano la verifica e il suo iter con la frequenza e le modalità degli incontri per la revisione. Presentando la sinossi tra il presente Libro VI e la bozza che si propone, ha fatto notare la grande riforma nella nuova collocazione dei delitti sotto vari titoli (qualcuno anche nuovo). Inoltre ha presentato alcuni esempi concreti di delitti nuovamente inclusi, la mens per la sua inclusione, e la sua giusta interpretazione nell’ambito del diritto penale e della possibilità di applicazione delle pene attraverso i decreti amministrativi. Alle due relazioni ha fatto seguito un vivo dibattito tra i partecipanti e i relatori su vari temi generali e su alcuni canoni di interesse particolare. Il Decano ha quindi ringraziato tutti per la attiva partecipazione e ha rilevato i vari pregi della riforma, auspicando un maggiore impegno per rispettare il 3° principio di revisione del Codice approvato dal Sinodo dei Vescovi del 1967: “Per favorire al massimo la cura pastorale delle anime, nel nuovo diritto, oltre alla virtù della giustizia si abbiano presenti anche la carità, la temperanza, l’umanità, la moderazione, con le quali si realizzi l’equità, non solo nell’applicazione delle leggi da parte dei pastori delle anime, ma nella stessa legislazione, e di conseguenza si tralascino le norme più severe, anzi si ricorra piuttosto alle esortazioni e allo stile di persuasione, ove non c’è la necessità di osservare lo stretto diritto per il bene pubblico e per la disciplina generale della Chiesa”. Il seminario si è concluso con la festa in onore del prof. Graulich per la sua recente nomina a Prelato Uditore del Tribunale della Rota Romana, nomina che è senz’altro un segno di apprezzamento del suo servizio alla Chiesa universale.

Importante nomina della Rota Romana per il prof. Pudumai Doss Il Decano del Tribunale della Rota Romana, Antoni Stankiewicz, in data 18 Gennaio 2012, ha nominato ad quinquennium il prof. don Jesu Pudumai Doss, SDB, Difensore del Vincolo per la trattazione delle cause di dispensa del matrimonio rato et non consummato secondo le norme del Tribunale. Prof. Pudumai Doss, nato a Chennai, India, è un salesiano da 25 anni e sacerdote da 13 anni. Ha licenze in Diritto Canonico, Diritto Canonico Orientale, Letteratura (Inglese) ed Educazione, oltre a un Baccalaureato in Diritto Civile (India). Ha concluso il suo dottorato in Diritto Canonico (UPS, 2003), sotto la guida di (allora Arcivescovo) Card. Tarcisio Bertone, SDB. Dal 2002, è professore della Facoltà di Diritto Canonico. È stato nominato in aprile 2011 come Decano della Facoltà. È anche Giudice esterno del tribunale di Prima Istanza presso il Vicariato di Roma; e membro della commissione speciale per la trattazione delle cause di scioglimento del matrimonio in favorem fidei


Studenti e dei docenti FDC

presso la Congregazione per la Dottrina della Fede. È stato professore invitato in diverse Facoltà “salesiane” di teologia: Kristu Jyoti College (Bangalore, India), Sacred Heart Theological College (Shillong, India) e Don Bosco Theological Centre (Chennai, India). Ha pubblicato in varie riviste canoniche internazionali e ha curato vari libri sui temi canonistici e giovanili, oltre il suo libro: Freedom of Enquiry and Expression in the Catholic Church. A Canonico-Theological Study (Bangalore 2007). Ha co-curato ultimamente: Iustitiam et iudicium facere (LAS 2011); Education of the young in Today’s India (Chennai 2011) e Minori e famiglia. Quali diritti? (LAS 2012).

Visita ai tre Tribunali nella Curia Romana Lo scorso 23 febbraio, un gruppo di docenti e studenti della FDC (quindici in tutto) hanno visitato i tre Tribunali della Chiesa che fanno parte della Curia Romana: il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, la Penitenziaria Apostolica e il Tribunale della Rota Romana. Lo scorso anno la Facoltà aveva fatto visita al Pontificio Consiglio dei Testi Legislativi e alla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Le visite ai dicasteri della Curia Romana sono state organizzate dalla Facoltà che vuol offrire un’esperienza più pratica e utile ai suoi allievi per completare la conoscenza teorica delle varie procedure studiate nei corsi sulle competenze della Curia Romana e sulle prassi amministrative da seguire nei processi che interessano il matrimonio, l’ordine sacro e la vita consacrata. La “giornata dei curricoli”, posticipata dalla nostra facoltà, è stata una occasione preziosa per compiere tale esperienza. La prima tappa della visita si è svolta presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Il gruppo è stato accolto dal segretario, S. Ecc. mons. Franz Daneels, O. Praem. Dopo una breve presentazione della Facoltà da parte del decano, prof. Jesu Pudumai Doss, il mons. Daneels ha presentato alcuni dati della Segnatura Apostolica: la sua storia, composizione dell’attuale dicastero e competenze del supremo tribunale. È stata una presentazione comprensiva e puntuale con esempi di casi concreti. Oltre alle indicazioni della Pastor Bonus sulla competenza della retta amministrazione della giustizia nella Chiesa, la Segnatura Apostolica è ordinata da una Lex propria. La visita alla Segnatura Apostolica si è conclusa con le domande di professori e studenti al Segretario del dicastero e con il dono di volumi recentemente pubblicati dalla Facoltà. La seconda tappa della visita si è svolta alla Penitenziaria Apostolica. Il gruppo è stato accolto dal Penitenziere Apostolico, S. Em. il Card. Manuel Monteiro de Castro e dal Reggente S. Ecc. mons. Gianfranco Girotti, OFM Conv. Dopo il saluto del decano, che ha ringraziato le autorità del dicastero per l’accoglienza avuta col gruppo, il Penitenziere Apostolico ha rivolto il suo saluto ai presenti rilevando l’importanza della conoscenza dottrinale e

Il card. M. Monteiro de Castro, mons. G. Girotti e il prof. J. Pudumai Doss

procedurale del foro interno. Il Reggente poi ha presentato le varie competenze del dicastero, oltre alla procedura che il dicastero segue nell’amministrare la grazia di misericordia e di aiuto spirituale attraverso l’assoluzione dei peccati riservati alla Sede Apostolica e le indulgenze. Anche in questo caso, dopo alcune domande di chiarimento, la visita si è conclusa con il dono di testi ultimamente prodotti dalla FDC. L’ultima tappa della visita è stata al Tribunale della Rota Romana. A nome del Decano della Rota, S. Ecc. mons. Antoni Stankiewicz, ci hanno accolto mons. Markus Graulich, SDB, Prelato Uditore della Rota Romana e mons. Robert Golebiowski, Sostituto Difensore del Vincolo della Rota Romana. Quest’ultimo ha presentato le competenze della Rota Romana e la procedura nello svolgimento dei processi presso la Rota. Il gruppo è stato accompagnato nella visita ai luoghi più importanti della la sede: l’Archivio dei processi attualmente affidati alla Rota Romana, la Sala dell’udienza utilizzata per la deposizione delle parti e dei testi, la Sala per l’elaborazione digitale di tutti i documenti del processo, e infine la Biblioteca dove sono conservate le sentenze, sia quelle pubblicate che quelle non pubblicate. Anche in questo caso sono stati dati in dono i libri pubblicati dalla Facoltà. La giornata si è conclusa nella semplicità della condivisione fraterna del pasto.

Lettere I 50 anni della “Veterum Sapientia” “Nostrae aetatis cultus fundamenta si perscrutamur, facere non possumus quin ad illos sermones, ad illa monumenta redeamus, in quibus hodierna humanitas velit nolit suos fontes reperit” (“Se indaghiamo i fondamenti della cultura della nostra epoca non possiamo non ritornare a quelle lingue, a quei documenti, in cui, volente o nolente, l’umanità odierna trova le proprie fonti”). Sono parole tratte dalla lettera che il Santo Padre ha indirizzato al Rettor Magnifico, prof. Carlo Nanni, in occasione del convegno, tenutosi il 23 febbraio 2012, organizzato dalla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche per commemorare il 50° anniversario della promulgazione della Costituzione apostolica “Veterum Sapientia”. Con questo documento, il Papa Giovanni XXIII volle promuovere lo studio della lingua latina nella Chiesa. Gli illustri relatori, tra cui il professor Tullio De Mauro, già ministro della Pubblica istruzione in Italia, il prof. Il prof. C. Nanni, il card. Z. Grocholewski, il prof. T. De Mauro e il prof. M. Sodi Alberto Melloni e il prof. Remo Bracchi, hanno messo in evidenza che la lingua


Il coro Tyrtarion dell’Accademia Vivarium Novum

latina veicola un nobile patrimonio di pensiero alla base della civiltà contemporanea. E perché la conoscenza di questo immenso tesoro di beni spirituali sia trasmesso alle giovani generazioni che, contrariamente a quanto si pensa, non sono insensibili alla sua bellezza, è necessario adottare metodi di insegnamento e di apprendimento efficaci e piacevoli, come quelli esposti dal prof. Luigi Miraglia, direttore dell’Accademia Vivarium Novum, che ha letteralmente incantato i partecipanti al convegno mostrando con argomenti convincenti ed avvincenti che l’uso attivo del latino, la cosiddetta “via degli umanisti”, può ottenere grandi successi didattici e quindi culturali. C’è interesse per il latino: lo ha ricordato ai centocinquanta partecipanti al convegno, provenienti da ogni parte del mondo, il Preside prof. Manlio Sodi nella sua introduzione. Lo ha riconfermato il prof. Mark Clark, statunitense, parlando di alcune istituzioni accademiche del suo paese, e il prof. Michele Ferrero, docente di lingua latina all’università di Pechino. Per tradizione, l’imperativo morale e culturale di custodire il tesoro spirituale espresso in lingua latina è affidato, con speciale cogenza, alla Chiesa Cattolica e ai suoi sacerdoti, come sottolineato dal Card. Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica, da Mons. Celso Morga Iruzubieta, Segretario della Congregazione per il Clero, e da vivaci interventi – particolare è stato quello del prof. Mauro Pisini – espressi durante il convegno. In questo impegno di custodia e trasmissione degli imperituri valori della paideia classica e cristiana si segnala la nostra Facoltà, istituita dal Papa Paolo VI nel 1964 come Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, e affidata ai Salesiani in ragione del grande impegno educativo profuso sin dai tempi di Don Bosco nel campo della cultura classica ed umanistica. Essa opera sorretta dalla convinzione che il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale elaborato dalla civiltà greco-romana, che hai poi ispirato l’umanesimo cristiano, fornisce elementi per comporre nuove sintesi di pensiero e azione, in cui ragione e fede, diritti dell’uomo e solidarietà tra i popoli, verità e bellezza possano armoniosamente coniugarsi. In definitiva, secondo le parole del messaggio inviato al Preside dal Gran Cancelliere dell’Università Salesiana, don Pascual Chávez, solo “in amoroso ascolto della veterum sapientia, della sapienza degli antichi, è possibile costruire una civiltà migliore”. È la prospettiva che è stata rilanciata anche nelle conclusioni del Convegno tracciate dal prof. Roberto Spataro. Già nei mesi del prossimo autunno si attende la pubblicazione degli Atti del convegno, disponibili nella collana Veterum et coaevorum sapientia promossa dalla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche.

Viaggio di studio a Pompei e Oplonti Si è realizzato con successo il viaggio di studio organizzato dalla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche nei giorni 23

Studenti e docenti FLCC a Napoli

e 24 marzo. Circa 60 i partecipanti, tra studenti e professori, che si sono recati anzitutto a Pompei, per esaminare le testimonianze dell’antica città romana, sommersa dalla lava nel lontano 79 d.C., e successivamente a Oplonti per vedere i resti delle sontuose ville romane appartenute, forse, all’imperatrice Poppea. Con la visita al Museo Archeologico di Napoli è stato completato il viaggio. Esso ha offerto un’opportunità molto valida per conoscere l’arte, l’architettura, i modi di vivere e di pensare della civiltà romana del I secolo d.C. ed entrare così in contatto con i valori di quella veterum sapientia che costituisce oggetto di diligente studio e di attenta investigazione da parte della Facoltà di Lettere. Notevole la soddisfazione da parte degli studenti che hanno seguito con estremo interesse le spiegazioni fornite puntualmente e con grande competenza dalla prof. Penelope Filacchione, docente di Storia e di Arte antica. Non pochi sono stati i turisti che, imbattendosi nel gruppo degli studenti, con stupore e ammirazione ascoltavano il prof. Luigi Miraglia, docente di composizione latina, mentre impartiva spiegazioni in un ottimo latino, comprensibile e piacevole. Al viaggio hanno preso parte anche gli studenti dell’Accademia Vivarium Novum, con cui la Facoltà di Lettere collabora proficuamente. “Indimenticabile”, “bellissimo”, “da ripetere”: questi i commenti più frequenti che tornavano sulla bocca dei partecipanti al rientro a Roma, nell’atto di ringraziare il preside, prof. Manlio Sodi, per aver promosso quest’iniziativa, e il prof. Josip Krpić, che ne ha seguito gli aspetti logistici, valorizzando l’accoglienza del “Sereno Soggiorno Salesiano” di Vico Equense (Napoli).

VIII volume del Dizionario etimologico etnografico grosino Il 14 aprile è stato presentato a Grosio (Sondrio) il Dizionario etimologico etnografico grosino (DEEG) di Gabriele Antonioli (a cui è dovuta la sezione di raccolta del materiale linguistico e culturale) e Remo Bracchi (che ha curato la sezione di interpretazione etimologica ed etnografica). Esce come volume VIII della serie dell’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca (IDEVV), diretto da Remo Bracchi. Con gli autori, erano presenti anche il Prof. Max Pfister, fondatore e direttore del Lessico etimologico italiano (finora 12 volumi, lettera C non ancora a metà), che ha posto la prefazione all’opera, e il suo successore Prof. Wolfgang Schweickard, venuti per l’occasione dall’Università di Saarbrücken. Hanno preso parte, inoltre, numerosi altri docenti di Linguistica e di Dialettologia romanza delle principali Università della Svizzera, dell’Austria e dell’Italia.


La precedente edizione (1995), anch’essa presentata a suo tempo da Max Pfister, era stata definita «un lavoro eccellente, una pagina di rilievo nella dialettologia e lessicografia italiana». Con le sue 1101 pagine, più altre 9 di Aggiunte in una seconda edizione, uscita l’anno seguente, al rapido esaurimento della prima, costituisce ormai non più della metà del testo attuale. Le numerose aggiunte rendono l’opera praticamente nuova. Le etimologie sono state aggiornate fino alla vigilia della consegna alla stampa. Per la Facoltà di Lettere, di cui il prof. Remo Bracchi è docente, era presente il prof. Mario Maritano che ha portato il saluto del Rettore, prof. Carlo Nanni, e del Preside, prof. Manlio Sodi. Nel suo breve intervento il prof. Maritano, già preside della Facoltà, ha espresso “le congratulazioni per questa iniziativa di alto livello culturale per conservare e tramandare il dialetto e l’etnografia di questo paese”. E ha aggiunto: “Sono le radici della storia di un popolo, sono le realtà che ci uniscono idealmente ai nostri avi, che ci hanno lasciato un bagaglio di parole, di proverbi, di frasi, da cui trarre saggezza ed esperienza”.

Corsi estivi di lingua italiana, latina e greca Da circa 30 anni la Facoltà organizza in estate corsi intensivi di lingua italiana, latina e greca. Anche per questa edizione 2012 è possibile valorizzare questa offerta formativa, come ben evidenziato in: www.latinitas.unisal.it. Il sito – rinnovato in occasione del 50° della “Veterum Sapientia” – offre un’informazione immediata su tutto ciò che avviene nel contesto della Facoltà o in relazione ad essa. I corsi estivi si svolgono dal 27 agosto al 28 settembre: un impegno notevole per studenti e docenti, in vista di competenze che permettano di continuare a elaborare cultura e rispondere alle sfide che essa presenta.

Comunicazione Nomina per don Costa, conferma per don Lever Il 10 febbraio 2012 Papa Benedetto XVI ha nominato don Giuseppe Costa, docente della FSC e Direttore della Libreria Editrice Vaticana (LEV), Consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Don Costa è nato a Messina nel 1946, salesiano dal 1962 e sacerdote dal 1974, è stato durante gli anni Ottanta direttore dell’edizione italiana del Bollettino Salesiano, mentre nel 1988 fu chiamato a coprire la responsabilità di responsabile dell’Ufficio Stampa della Congregazione Salesiana. Dopo aver conseguito un Master in giornalismo alla Marquette University di Milwaukee (Stati Uniti), a Torino gli fu affidato l’incarico di Direttore Editoriale e Marketing della SEI. Prima Prof. G. Costa della direzione della LEV, don Costa ha insegnato Teoria e Tecnica del Giornalismo ed Editoria presso la FSC, mentre nell’anno accademico 2011/2012 ha tenuto i corsi rispettivamente di Il prof. T. Presern (al centro) con gli studenti cubani

Editoria religiosa e di letteratura giovanile presso la FSC. Don Costa si aggiunge ad un altro consultore salesiano incorporato nell’UPS, e cioè il prof. Franco Lever, docente e già decano della FSC, che da anni svolge questa importante collaborazione con il Pontificio Consiglio.

Dalla natura ai colori: mostra di pittura Presso la FSC dal 6 al 17 febbraio sono state esposte le opere di Biju Madathikunnel CSsR, studente indiano della Facoltà. Per la natura delle opere esposte e dello stile peculiare dell’artista, la mostra di pittura ha avuto per titolo “Dalla natura ai colori”. La brossure che invitava alla visita citava una espressione di Wassily Kandinsky colta da “Concerning the spiritual in Art”: “Il colore è un potere che esercita un’influenza diretta sull’animo. Il colore è la tastiera, gli occhi sono il martelletto, l’animo le corde. L’artista è la mano che suona, toccando un tasto o l’altro, per suscitare risonanze nell’anima”. La mostra dunque è stata un esperimento, un viaggio: dalla natura, che è la dimora dei colori, ai colori stessi. Un’esperienza per aiutare a vedere come i colori comunicano.

La FSC a Cuba Dal 10 al 14 aprile si è svolto a L’Avana il corso Diplomado en Pastoral de la Comunicación para agentes cubanos, organizzata dal 2010 dalla Conferenza Episcopale Cubana e dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali (PCCS). Il corso si svolge in momenti residenziali e poi “a distanza” attraverso contatti tra docenti e allievi; porta al diploma in Pastorale della comunicazione rilasciato dall’ ITEPAL, Instituto Teológico Pastoral para América Latina – CELAM (Bogotá). Già vari mesi fa, in vista della quarta sessione di questo corso, mons. Claudio Maria Celli, Presidente del PCCS, aveva contattato la FSC per sollecitarne la collaborazione, che si è così concretizzata con la presenza a Cuba del prof. Tone Presern che ha tenuto 20 ore di lezione sui temi che concernono l’Introduzione alle scienze della comunicazione. L’esito del corso è stato molto positivo, anche perché si è svolto poco dopo la visita a Cuba di Benedetto XVI (26-28 marzo), durante la quale i partecipanti avevano sperimentato in prima persona l’importanza della comunicazione per la comunità cristiana: poterne approfondire poi, nel corso, potenzialità e rischi ha reso lo studio e le esercitazioni davvero significativi, arricchenti. Il gradimento non riguardava solo l’attività didattica per le informazioni e la abilità acquisite, ma anche il clima di fratellanza e di condivisione che si è


creato. Scrive don Tone: “… al di là di quello che abbiamo condiviso, al di là di quello che gli allievi possono aver raccolto, l’incontro con questi giovani, con questa Chiesa e questo popolo è stata una grande grazia: è gente che sa resistere; lo fa con una fede in Dio «fatta carne» nel vissuto di ogni giorno. E questa loro fede dà frutti per i loro fratelli e sorelle. Non hanno perso e non perdono la speranza, la gioia e i gesti di fratellanza”.

È in rete il Dizionario FSC Dal 21 aprile 2012 l’opera La comunicazione. Il dizionario di scienze e tecniche è on line all’indirizzo http://www.lacomunicazione.it/. La presentazione ufficiale è stata fatta dal I proff. P. Sparaci e F. Lever prof. Franco Lever e da Paolo Sparaci, docente FSC di nuove tecnologie applicate al giornalismo, durante il convegno Web 2.0: Educazione e comunicazione. Il convegno è stato organizzato dalla Facoltà di Scienze dell’Educazione in collaborazione con la Facoltà di Filosofia e con la FSC, che ha partecipato attivamente con l’intervento del prof. Fabio Pasqualetti dal titolo Comunicazione e Web 2.0!, la presentazione del Dizionario e la conduzione di due workshop, rispettivamente quello organizzato dall’agenzia young4young e quello tenuto dal dottorando FSC Anthony Lobo su Ricerca scientifica e web 2.0. Il sito del Dizionario si presenta con caratteristiche fortemente innovative: offre al lettore un grande numero di voci (si punta a 2000 lemmi), facilitandone la consultazione con oltre 10.000 link interni; fornisce un’amplissima bibliografia: almeno 4000 i testi citati, organizzati per argomenti; un motore di ricerca interna potente: in un istante individua tutti i contesti in cui ricorre un determinato termine; offre, organizzati secondo le voci, una serie di link a siti internet specializzati, proponendosi così come una mappa di quanto di interessante c’è in internet (siti ufficiali, documenti, enti di ricerca, immagini, video...); si propone come prodotto espandibile, personalizzabile. C’è una redazione centrale, e ci sono tanti potenziali autori quanti sono i lettori che vogliono personalizzare le voci. Una volta iscritto alla “comunità di lavoro”, il singolo lettore può introdurre delle note e dei commenti, che - registrate sul server centrale - faranno parte del “suo” dizionario; potrà anche proporre alla Redazione la revisione di voci o la stesura di voci nuove, la cui qualità è comunque verificata dalla Redazione. Non viene dunque presentata la versione digitale del “vecchio” dizionario: la vera novità è la proposta di una macchina digitale che offre una mappa ragionata delle scienze della comunicazione; di qui si espande e raccoglie sia quanto di utile c’è in rete sia quanto di interessante e nuovo i lettori sono in grado di mettere a disposizione per costruire un sapere condiviso. Vivissimo l’apprezzamento sia del pubblico presente sia di docenti, amici ed ex-allievi a cui è stata mandata la notizia e che si sono affrettarti a visitare il sito.

Settimana delle Scienze della Comunicazione In occasione della Settimana delle Scienze della Comunicazione (6-12 maggio 2012), dal titolo “InnovaProf. F. Pasqualetti zione tecnologica, comunicazione e l’uomo”, la FSC ha organizzato mercoledì 9 maggio una conferenza tenuta dal prof. Fabio Pasqualetti dal titolo Parola e parole. Silenzio e silenzi. C’è posto per Dio nel tempo digitale? L’evento del 9 maggio faceva parte del Programma culturale promosso dall’Ufficio di Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Quest’anno si annoveravano eventi organizzati, oltre che all’UPS, presso la Pontificia Università Lateranense, l’Università Europea di Roma, la Pontificia Università della Santa Croce, la LUMSA, l’Università di Roma Tor Vergata e l’Università degli Studi di Roma Tre.

Giovani Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice a confronto L’intervento di Sr. G. Terrugi e don F. González

Studen

Organizzato dal Dicastero e dall’Ambito per la Comunicazione Sociale dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” e dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’UPS, sabato 12 maggio si è svolto all’UPS un incontro di studio e riflessione sul tema della XLVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”. Vi hanno partecipato più di 120 giovani salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice accompagnati dai loro formatori e formatrici: novizi e novizie, postnovizi, juniores, studenti di teologia. Un evento significativo che apre interessanti prospettive per ulteriori collaborazioni. Aperto dai saluti iniziali di suor Giuseppina Teruggi, di don Filiberto González e di don Mauro Mantovani, l’Incontro si è svolto attraverso gli interventi accademici di don Franco Lever e di suor Maria Antonia Chinello, vari momenti di dialogo e di confronto, la celebrazione, il laboratori pomeridiani dedicati rispettivamente a Teatro (T. Lewicki), Dizione (G. Rocca), Musica (M. Alvati), Cinema (D. Lacedonio), Video (E. Cassanelli), Scrittura e social network (F. Pasqualetti), Organizzazione di eventi (E. Coscia). Il programma è stato predisposto con cura da don Donato Lacedonio e suor Anna Rita Cristaino.


nti FdF

I due Consiglieri per la Comunicazione, don González e suor Teruggi, hanno concluso la Giornata auspicando che questa iniziativa, che si intende ripetere annualmente con la collaborazione dell’Auxilium e della FSC, possa diventare modello per altre esperienze simili a livello ispettoriale e locale che vedano SDB e FMA impegnati nella formazione alla comunicazione dei giovani religiosi e religiose e nell’animazione delle comunità educative e pastorali.

Filosofia Rapporto tra etica, economia e finanza Durante il secondo semestre dell’anno accademico, si è svolta la seconda edizione del corso di “Economia, etica e finanza” promosso dalla Facoltà di Filosofia con la collaborazione di SRI Group e dell’Associazione “Nuova Costruttività”. Il corso è iniziato il 20 febbraio 2012 con un incontro dal titolo Riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’Autorità pubblica a competenza universale. Riflessioni a margine della Nota del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace cui hanno preso parte mons. Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il dott. Tommaso Di Ruzza, Autorità di Informazione Finanziaria della Santa Sede, e il dott. Giulio Gallazzi, Presidente e Amministratore Delegato di SRI Group. Dopo un breve saluto da parte del Decano, sono stati proposti dai relatori i seguenti interventi: Etica, politica e mercati (Toso); Un’autorità pubblica a competenza universale? (Di Ruzza); Il codice etico naturale dei mercati (Gallazzi). Il prof. Andrea Farina, Docente invitato di Filosofia politica, ha moderato il momento del Dibattito. Il corso è proseguito con le lezioni settimanali da parte del prof. Daniele Pace (La Caritas in Veritate e la storia del pensiero economico) e della prof.ssa Alessandra Smerilli (La prospettiva personalista e relazionale dell’Economia civile) e di mons. Mario Toso (La Caritas in Veritate e la dimensione etica dell’economia e della finanza). La lezione del prof. Pace, dal titolo Dal capitalismo all’economia del dono, è stata inserita nel programma della “Settimana dell’Economia” organizzata dal Vicariato di Roma in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, dedicata quest’anno al tema “Lavoro, finanza, impresa per un nuovo umanesimo”. In quella occasione il decano ha annunciato l’organizzazione di un nuovo evento culturale dal titolo Finanza responsabile e Dottrina sociale: leva strategica per uno sviluppo solidale, previsto all’UPS per il 4 marzo 2013 grazie alla collaborazione con l’Associazione “Nuova Costrittività” e con SRI Group. A questa Giornata di studio, cui è stato invitato anche l’On. Corrado Passera (Ministro dello Sviluppo Economico), hanno tra gli altri già confermato la loro partecipazione – oltre a vari docenti della Facoltà – mons. Mario Toso e i professori

Stefano Zamagni (Università di Bologna), Luigino Bruni (Istituto Universitario Sophia di Loppiano), Stefano Becchetti (Università di Roma Tor Vergata e Presidente del Comitato Etico di Banca Etica) e Paolo Carlotti (FdT UPS).

Lezioni da ospiti illustri Nell’ambito della Collaborazione Internazionale tra la Facoltà e la School of Philosophy della Fudan University di Shanghai (Repubblica Popolare Cinese), duProf. W. Xinsheng rante la prima settimana del mese di marzo 2012 il prof. Wang Xinsheng, docente di Christian Studies, ha tenuto due lezioni dal titolo rispettivamente Some Reflections on the Religions of Contemporary China e The Significance of “Anonymous Christian” of Karl Rahner in Chinese Context. Martedì 20 marzo la Facoltà ha accolto il prof. Abas Ali Shameli, docente dell’Università iraniana di Qom e della Al-Mustafa International University di Teheran, che ha tenuto per gli studenti del corso di Filosofia della religione una lezione sul tema della filosofia islamica dell’educazione, dal titolo Prophetic Lezione della Educational Planning: An Avenue prof. F. Brezzi from Self-development into Social Justice. A Quranic Approach. L’incontro è stato introdotto dal Decano della Facoltà e ha visto la presenza del prof. Jose Kuruvachira e del Vicerettore dell’UPS, prof. Gianfranco Coffele, che al termine della lezione hanno sottolineato l’importanza della collaborazione accademica nel dialogo interculturale e interreligioso. Venerdì 20 aprile la prof.ssa Francesca Brezzi (Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Roma Tre) ha tenuto una lezione dal titolo Critica e Convinzione: la filosofia della religione di Paul Ricoeur. La lezione, inserita nel modulo avanzato del corso di Filosofia teoretica II e inclusa nel Programma STOQ-UPS 2011/2012, ha ripercorso le varie tappe del complesso itinerario del “pensare Dio” presente nella vita e nell’opera del pensatore francese di cui si sono ormai aperte le celebrazioni per il centenario dalla nascita. Venerdì 18 maggio 2012 è stato invece il prof. Luca Tuninetti, della Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Urbaniana di Roma, a chiudere il Programma STOQ-UPS della Facoltà con una lezione dal titolo La domanda sull’esistenza di Dio. L’omelia di mons. M. Toso


Il Rettore C. Nanni e il prof. M. Mantovani. Fra di loro il prof. L. Romera Oñate, Presid. CRUPR. Alle spalle don F. Cereda e due direttori di Studenti filosofici salesiani

La FdF celebra il 75° di fondazione Venerdì 23 marzo 2012 la Facoltà di Filosofia ha celebrato il suo 75° di fondazione (1937-2012) con una Giornata di studio dal titolo La persona: ‘ambito privilegiato per l’incontro con l’essere’, con l’Assegnazione dei Premi “Dialoghi di Filosofia 2012” e con una solenne Concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Mario Toso. In occasione della Giornata di studio, introdotta dal Rettore Magnifico dell’UPS, prof. Carlo Nanni, e dal decano della Facoltà, sono intervenuti il prof. Attilio Danese (Prospettiva Persona), la prof.ssa Daniella Iannotta (Università Roma Tre), il prof. Gaspare Mura (ASUS), il dott. Andrea Giambetti (Università di Arezzo), la prof.ssa Giulia Paola Di Nicola (Prospettiva Persona), il prof. Michele Marchetto (IUSVE di Venezia), la prof.ssa Patrizia Manganaro (Pontificia Università Lateranense), la prof.ssa Cristiana Freni, il prof. Sabino Palumbieri, il prof. Joaquim D’Souza, la prof.ssa Lorella Congiunti (Pontificia Università Urbaniana), il prof. Rafael Pascual (Pontificio Ateneo Regina Apostolorum), il prof. Luis Rosón Galache, il prof. Luis Romera Oñate (Pontificia Università della Santa Croce). All’intera Giornata di celebrazioni hanno partecipato anche tutti i Presidi dei Centri salesiani di studi filosofici e gli Incaricati degli studi delle comunità salesiane di postnoviziato che erano riuniti a Roma, presso il Salesianum, per un importante incontro organizzato dal 21 al 25 marzo 2012 in collaborazione con la Facoltà dal Settore per la formazione della Congregazione Salesiana. Intensamente vissuta e partecipata è stata la Celebrazione Eucaristica delle ore 19, sapientemente animata per i canti, le preghiere e il servizio liturgico grazie alla collaborazione di diversi docenti e numerosi studenti. È stata quella l’occasione più propizia per fare grata memoria e ricordare nella preghiera, insieme con tutti gli exallievi defunti, i tanti docenti che hanno servito la Facoltà in questi 75 anni e già vivono in Dio per sempre: Luigi Bogliolo, Nazzareno Camilleri, Carlo Cantone, Carlo Chenis, Dario Composta, Custodio Augusto Ferreira Da Silva, Giuseppe Gemmellaro, Giulio Girardi, Gustavo Leclerc, Giorgio Kuruvachira, Vincenzo Miano, Giancarlo Milanesi, Mario Montani, Mario Moro, Antonio Papés, Vincenzo Sinistrero, Vincenzo Spano, John Bosco Masayuki Shirieda, Prospero Tommaso Stella, Bernardo Van Hagens. Una cena festiva presso la Sala mensa dell’UPS, con la presenza di illustri ospiti e vari exallievi e benefattori della Facoltà, ha concluso questa indimenticabile giornata. In occasione dei ringraziamenti conclusivi, così è stato detto: “Nella presentazione della Facoltà presente nell’Annuario UPS in questi ultimi anni così si legge: ‘essa guarda con fiducia al proseguo del suo cammino mentre va consolidando, nel nuovo contesto dell’organizzazione degli studi universitari, la propria vocazione al dialogo, al contatto con l’uomo, la cultura e le problematiche del proprio tempo. In un frangente in cui la Chiesa ripresenta, attraverso il suo magistero autorevole, l’importanza

degli studi filosofici e di fronte alle sfide della ‘nuova evangelizzazione’ e dell’attuale situazione culturale, la Facoltà di Filosofia si sente sempre più chiamata alla formazione di uomini e donne, religiosi e laici, che diventino lievito cristiano animatore nella comunità ecclesiale e nell’ambito della società civile []. Particolarmente vivo è oggi l’impegno nell’aggiornamento delle strutture, e dei metodi di lavoro interdisciplinare, nel consolidamento di una mentalità progettuale e collaborativa tra i docenti, nel dialogo vivo tra docenti e studenti, nello sviluppo delle relazioni nazionali e internazionali’. Su tutto ciò, confortati anche dalla vicinanza e dall’incoraggiamento che così generosamente sono stati espressi oggi nelle parole e nell’amicizia di tutti coloro che sono qui con noi, invochiamo la benedizione del Signore. Grazie”. Il programma della Celebrazione del 75° della Facoltà si è poi concluso nei giorni successivi con la proposta di una visita guidata alla Collezione d’Arte del Palazzo della Farnesina (Ministero degli Affari Esteri) organizzata grazie alla collaborazione del dott. Giuseppe Manica.

Un inno musicale per la FdF In occasione del 75° della Facoltà, grazie all’iniziativa degli studenti Salvatore Lamancusa e Alessandro Lemmo, autori rispettivamente del testo e della musica, è stato composto un inno musicale di cui la Facoltà di Filosofia è ora dotata, dal suggestivo titolo O Sapienza, riflesso dell’eterno. Così si esprime il ritornello: “O Sapienza, riflesso dell’eterno, / divina fonte di verità e d’amore / guida il pensiero, sorreggi il nostro agire, / facci abitare ogni giorno nella luce”. Questa nuova composizione giunge senz’altro al momento opportuno per almeno quattro motivi: - per la celebrazione di una ricorrenza così significativa; - per salutare l’avvio di ulteriori significative proposte accademiche e culturali da parte della Facoltà, quali la Summer School, il ciclo di lezioni su Arte, Cultura e Tecnica, l’inizio nel 2012/2013 di due nuovi “corsi del sabato” aperti a tutti e dedicati rispettivamente a Musica e filosofia e alla Philosophy for Community; - per esprimere la gioia dell’approvazione ormai ottenuta della nuova proposta accademica della Facoltà, conforme al Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia, e caratterizzata dal Diploma universitario in filosofia (biennio), dal Baccalaureato in filosofia (I ciclo), dalle due Licenze in Filosofia (II ciclo, equivalenti alle Lauree magistrali in Filosofia) rispettivamente con specializzazione in scienze storico-antropologiche e con specializzazione in scienze umane e sociali e dal Dottorato in Filosofia (III ciclo); - per accogliere il nuovo Decano della Facoltà, il prof. Luis Rosón Galache, che il 24 aprile 2012 ha iniziato il suo prezioso e importante servizio di animazione di governo. Studenti FdF


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notizieups•Centri aggregati

Foto nella pagina: Vita e attività del Sacred Heart Theological College di Shillong

sacred heart theological college di Shaji Joseph Puykunnel

Il

“Sacred Heart Theological College”di Shillong (India) affonda le sue radici nella casa di formazione per i chierici salesiani nella missione di Assam nell’anno 1928. Nel 1938 fu trasferito a Mawlai come Istituto di Teologia. La missione di Assam è stata affidata ai Salesiani dalla Santa Sede già nell’anno 1922. Fin dall’inizio, i missionari cercarono di formare il personale “in loco”. Nel 1981 l’Istituto è stato affiliato all’Università Pontificia Salesiana di Roma per il primo ciclo di teologia. Otto anni dopo (1989) il teologato è stato aggregato all’UPS per il secondo ciclo di studi teologici con la specializzazione in Missiologia. Dal 2006 offre un’altra specializzazione in Spiritualità. Considerando l’importanza della formazione dei laici come missionari, l’Istituto offre un programma di teologia con accento sulla Sacra Scrittura, sulla Catechetica, la Liturgia e la formazione della Leadership per approfondire la propria fede cristiana e comunicarla agli altri con efficacia. L’Istituto offre anche un programma di formazione teologica di due anni per i coadiutori salesiani, ai quali viene riservata una formazione particolare adeguata alle esigenze della loro specificità pastorale salesiana. Quest’anno l’Istituto ha celebrato i 75 anni della sua esistenza. In tutti questi anni un considerevole numero di studenti (se ne calcolano circa 1200) hanno frequentato e ricevuto il titolo in teologia per la preparazione al sacerdozio. In particolare, oltre 100 studenti hanno completato la licenza in teologia con la specializzazione in Missiologia

e Spiritualità. L’Istituto è arricchito da una Biblioteca il cui nome, “Otto Hopfenmueller Library”, richiama alla memoria il responsabile che guidò il primo gruppo di missionari Salvatoriani che dalla Germania arrivarono a Shillong nel 1890. Con oltre 300 riviste e 100.000 volumi, è una delle più grandi e fornite biblioteche dell’India nel settore della teologia. Vi si raccolgono molti volumi per lo studio della Bibbia e della cultura indigena. Il Sacred Heart Theological College ha uno specifico Istituto di Missiologia, il Vendrame Missiological Institute, così chiamato in memoria di don Constantino Vendrame, uno dei primi missionari salesiani che lavorò in Assam dal 1925 al 1957. L’Istituto è impegnato nella promozione degli studi missiologici e della formazione dei missionari attraverso la ricerca oltre che a simposi, conferenze, seminari e pubblicazioni. Il Vendrame Missiological Institute pubblica anche una sua rivista nell’ambito missiologico: “Mission Today” e ha promosso la pubblicazione di 95 volumi sul tema della missiologia. Del Sacred Heart Theological College fa parte anche un centro per lo studio delle culture indigene: il Don Bosco Center per le culture Indigene (DBCIC). Consiste in un Museo antropologico sulle culture del nord-est dell’India. Il Centro è impegnato nella promozione di iniziative varie. Tra queste spiccano i momenti di studio sul tema delle culture indigene locali, la ricerca e le pubblicazioni sulle diverse culture della zona. È un modo per promuovere il dialogo tra teologia e cultura.


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notizieups•L’Evento

telecom italia alla

Giornata universitaria L’

UPS ha celebrato mercoledì 14 marzo 2012, la sua Giornata Universitaria con un ospite d’eccezione, il Dr. Franco Bernabè, Presidente di Telecom Italia che ha offerto la sua riflessione dal titolo: “Stili di vita… per il futuro prossimo venturo”. Il Dr. Bernabè era accompagnato dalla sua Signora. La mattinata, alla quale ha preso parte un consistente numero di studenti e docenti (l’Aula Paolo VI dell’UPS era colma in ogni sua parte), è stata avviata dal saluto del Rettore, prof. Carlo Nanni, e la presentazione della Giornata da parte del prof. Emiro Cepeda. Hanno fatto seguito gli interventi del prof. Mario Llanos e del prof. Vito Orlando, con i quali i due docenti dell’UPS hanno fatto il punto sul processo di valutazione in atto e sul suo senso nella promozione della qualità dell’apprendimento e della proposta formativa. La prima parte della mattinata è stata avviata dal canto del Coro degli Studenti del Gerini. Dopo un breve intervallo, la Giornata è ripresa con un video preparato dal prof. Fabio Pasqualetti il cui argomento si centrava sul capitalismo americano e sul contributo di intellettuali, esperti e studiosi dell’ambito economico. Il video aveva come obiettivo quello di introdurre l’intervento del Dr. Bernabè e offrire spunti alle interessanti domande di approfondimento poste da alcuni dei presenti all’incontro nel dibattito che si è svolto dopo la riflessione del Presidente di Telecom Italia, introdotto dalla presentazione dell’illustre ospite da parte del prof. Manlio Sodi, decano della FLCC. È seguita circa un’ora di confronto e di risposte alle domande poste da studenti e docenti, dopo un momento di scambio di opinioni a carattere spontaneo. La mattinata si è conclusa con il grazie del Rettore al Dr. Bernabè e con l’assegnazione della medaglia d’argento dell’UPS per la sua cordiale e qualificata partecipazione a una Giornata che vuole essere per gli studenti un momento di speciale approfondimento della loro formazione universitaria e della loro responsabilità di futuri “intellettuali”. Il Rettore ha anche omaggiato la Signora Bernabè con un mazzo di fiori e con una corona del Rosario benedetta dal Santo Padre. Il canto del Coro Universitario dell’UPS diretto dal prof. Mimmo Alvati ha posto fine alla mattinata. A continuazione, nel pomeriggio, gli studenti hanno avuto la possibilità di assistere alla proiezione del film “Il discorso del re” e di partecipare alla apertura della mostra “Dal libro al computer”, allestita nella Sala esposizioni della Biblioteca Don Bosco.

di Renato Butera

Dr. F. Bernabè


Il Dr. F. Bernabè insieme al Rettore e al prof. M. Sodi. Nelle altre foto: momenti della Giornata universitaria

chi è Franco Bernabè? È nato a Vipiteno (BZ) il 18 settembre 1948. È sposato e ha due figli. È Presidente Esecutivo di Telecom Italia da aprile 2011, dopo essere stato Amministratore Delegato della Società nel triennio precedente. Laureatosi con lode in Scienze Politiche (indirizzo economico) presso l’Università di Torino nel 1973, si specializza, in seguito, lavorando per due anni come ricercatore di economia presso la Fondazione Einaudi. Inizia la sua carriera professionale nel 1976 come Senior Economist nel dipartimento di Economia e Statistica dell’OCSE a Parigi. Nel 1978 entra in FIAT come Chief Economist presso il dipartimento di Pianificazione. Nel 1983 passa all’Eni come assistente del Presidente e in seguito assume la posizione di Direttore centrale per la Pianificazione, Controllo e Sviluppo; infine, nel 1992, viene nominato Amministratore Delegato, incarico che ricoprirà fino al 1998. Nel corso dei suoi due mandati l’Eni viene ristrutturata e privatizzata, diventando una delle più grandi società petrolifere al mondo per capitalizzazione. Nel novembre 1998 viene nominato Amministratore Delegato di Telecom Italia, incarico che lascia nel maggio 1999, a seguito dell’acquisizione della Società da parte di Olivetti. Alla fine del 1999 fonda FB Group, società di investimenti attiva nei settori dell’advisory finanziario, dell’ICT e delle energie rinnovabili. Nel 2004, in seguito al conferimento in Rothschild Spa delle attività di advisory del Gruppo, assume la carica di Vice Presidente di Rothschild Europe, incarico che ha lasciato quando è stato nominato Amministratore Delegato di Telecom Italia. Franco Bernabè è attualmente Presidente del GSMA, l’organizzazione internazionale degli operatori di telefonia mobile, Consigliere di Amministrazione di PetroChina e membro della European Roundtable. È inoltre Co-presidente del Business Council Italia Brasile e Vice Presidente con delega per l’innovazione e la banda larga dell’Unione degli Industriali e delle imprese di Roma. È stato Consigliere di Amministrazione di TPG-TNT e di FIAT, membro dell’Advisory Board del Council on Foreign Relations e membro del Consiglio del Perez Center for Peace; ha inoltre ricoperto vari incarichi pubblici: nel 1999 è stato nominato Rappresentante speciale del governo italiano per la ricostruzione del Kossovo; dal 2001 al 2003 è stato Presidente della Biennale di Venezia e dal 2004 è Presidente del Mart di Trento e Rovereto.


u“LA CULTURA DELLE REGOLE” u

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notizieups•L’Evento

e meritocrazia per i tempi di crisi di Renato Butera

Nel

suo intenso intervento, il Dr. Bernabè ha preso la parola spiegando sinteticamente i “fattori essenziali che alimentano l’economia capitalistica e ne promuovono la crescita”. Il Presidente di Telecom ha avviato la sua riflessione con la convinzione che il capitalismo ha dimostrato di essere stato un “motore straordinario di crescita del benessere di fasce sempre più ampie della popolazione mondiale”. Ha indicato i tre elementi che stanno alla base del mutamento nel sistema dei valori di riferimento delle società occidentali: “la valorizzazione della libera iniziativa individuale per la creazione di ricchezza legittima; l’affermazione della prevalenza del merito sull’appartenenza a una classe sociale privilegiata nei meccanismi di mobilità sociale; il principio dell’uguaglianza di tutti di fronte alla legge indipendentemente dalla nascita e dal censo”. Ha poi parlato di regole che devono essere poche, chiare e semplici in un sistema sanzionatorio che le faccia rispettare. Ha quindi indicato il valore del merito, che nei paesi anglosassoni vige come principio economico primario mentre nel caso italiano lo si è pian piano abbandonato. Ha citato l’Enciclica Centesimus Annus di Giovanni Paolo II come “migliore sintesi dei meriti di un modello capitalistico anche sul piano etico”. Bernabè ha sottolineato che “la crescita, pur essendo un fenomeno eminentemente quantitativo, non può avere un obiettivo in termini di prodotto lordo e di consumi, al raggiungimento del quale il processo si può considerare esaurito”, e che i nuovi bisogni che si creano sono “l’essenza della straordinaria innovazione nei rapporti sociali creata dal modello capitalistico”. Ha chiamato anche in causa San Tommaso e la sua concezione di diritto alla proprietà privata, poiché, secondo Bernabè, “l’appropriazione individuale può facilitare il raggiungimento della destinazione dei beni materiali a tutti gli uomini, garantendo allo stesso tempo la pace sociale”. A proposito di globalizzazione, il Presidente di Telecom le riconosce il merito di avere “esteso il criterio del merito a una dimensione inter-paese” e di aver introdotto una specie di “meritocrazia tra le nazioni”. Questo fatto, secondo Bernabè, ha fatto emergere i problemi dell’Italia.

L’esibizione del Coro Universitario diretto dal prof. M. Alvati. Foto accanto: in alto la Signora Bernabè accompagnata dalla prof. C. De Nitto. In basso: il Dr. Bernabè e il Rettore

L’Italia infatti non ha dato importanza al merito riducendosi a politiche di protezione delle imprese e delle industrie interne dimenticando che la globalizzazione richiede le grandi opportunità invece della parcellizzazione, e che la piccola impresa rischia di essere fagocitata dalla concorrenza organizzata a grande scala. Ha parlato di “depauperamento” del sistema educativo, e di “crisi del sistema di formazione professionale” che ha “ha ridotto la qualità della forza lavoro disponibile, alzandone il costo unitario per effetto delle rigidità del mercato del lavoro”. E ha concluso affermando che il rilancio dell’Italia “non può partire da singoli provvedimenti che affrontino punti specifici di criticità”, ma individuando un “modello che riporti in primo piano il merito e le regole e che dia ai giovani una guida per il proprio futuro, senza rinunciare alla vocazione profonda di tipo solidaristico e ugualitario che caratterizza la società italiana” e che la faccia entrare di diritto tra i cosiddetti “paesi virtuosi”. L’integrazione all’Europa è di vitale importanza per non rimanere tagliati fuori e per partecipare delle condizioni necessarie al rilancio della crescita: “I sacrifici che ci vengono chiesti sono un’indispensabile, per quanto amara, medicina, necessaria per evitare che l’attuale situazione degeneri in qualcosa di più traumatico”. Per l’Italia dunque l’integrazione piena all’Europa significa un impegno da privilegiare, ha concluso Bernabè. Infatti: “rimane il fatto che da una maggiore integrazione europea l’Italia può trarre solo benefici. Una maggiore integrazione offre significative opportunità per il nostro paese, soprattutto per ristabilire quei valori di rispetto delle regole e di riconoscimento del merito indispensabili per alimentare la crescita. L’Europa all’Italia offre un modello e offre maggiori certezze che la ritrovata virtuosità si traduca in un progetto e un impegno di lungo periodo e in cui tutti noi ed in particolare le nuove generazioni possano credere e scommettere”.


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1. Lei è un ex-allievo salesiano. Cosa ricorda e cosa le rimane nel suo lavoro oggi?

Credo di aver frequentato tutti e tre gli istituti salesiani di Torino: il San Paolo, il Richelmy, il Liceo di Valsalice, e per me sono stati periodi estremamente formativi in un contesto molto gioioso però anche molto impegnativo dal punto di vista dello studio. Quindi è stata una scuola di grande rigore e di grande importanza dal punto di vista a Buter nato e della formazione scolastica. R i d Si studiava molto perché avevo dei professori molto severi.

AN M O D 7 MEZZA E NABÈ A BER

beneficeranno degli strumenti dell’agenda digitale di utilizzarli per creare nuovi posti di lavoro.

6. In che senso si può parlare di merito oggi, in una società che per molto tempo non ne ha tenuto conto e perciò è disabituata a considerarlo? Proprio perché non ne ha tenuto conto, o ne ha tenuto poco conto, bisogna parlarne. Credo che quando ci sono dei valori importanti da riaffermare non bisogna mai cessare di parlarne, bisogna sempre continuamente ribadire l’importanza di questi valori, perché se uno non ne parla e non ne ribadisce l’importanza alla fine poi ci si dimentica che esistono e non si riesce a superare anche il momento di difficoltà che l’assenza di valori comporta.

2. C’è qualche aneddoto relativo a quegli anni? Ce ne sarebbero tantissimi di aneddoti e forse farei torto a una persona piuttosto che a un’altra ricordando un episodio piuttosto che un altro. Però credo che il periodo trascorso a Valsalice, che era il periodo del liceo, è stato per me un periodo di grandissima formazione. Io sono stato amministratore delegato dell’ENI per tanti anni e ho avuto da sempre una grande passione per la Geologia che mi è nata a Valsalice dove c’era una esposizione geologica che era stata raccolta dal professore di scienze nel corso degli anni e che era un po’ un riferimento per tutti quanti noi.

3. Nel suo intervento richiamava la figura del medico che deve intervenire sul malato usandola come metafora per questi tempi. Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro prossimo? Credo che più di stile di vita sia un problema di comportamento. Le regole che sono state introdotte di recente dal governo sia per quanto riguarda le pensioni, sia per quanto riguarda il mercato del lavoro, imporranno dei comportamenti diversi. Imporranno per esempio alla gente di lavorare un pochino di più e quindi cambieranno anche gli stili di vita. Però io credo che oggi vada privilegiato il risanamento dell’economia italiana soprattutto per creare le occasioni di lavoro che sono necessarie per i giovani.

4. Riguardo alle regole, come possiamo intenderle in una società che in un certo senso le richiede ma trova i modi per dribblarle? Credo che le regole non valgono se non sono accompagnate dalle sanzioni e quindi una società che funziona è una società che ha le regole ma anche le sanzioni.

5. A proposito di agenda digitale, il progetto di portare Internet a tutti produrrà anche nuovi posti di lavoro? Ma, io penso che più che posti di lavoro l’agenda digitale porterà delle opportunità per arricchire le occasioni, per arricchire le personalità, per avere nuove esperienze. E quindi io credo che sia un passo necessario ma che di per sé non è un passo che crea automaticamente dei posti di lavoro. È un passo ripeto che crea delle opportunità. Sta a noi, sta a tutti quanti quelli che

La Signora Bernabè con il consorte e altri ospiti nello studio del Rettore

7. Quali colpe si potrebbero attribuire al capitalismo? Certamente l’assenza di regole. Gli spunti del film di Michael Moore che abbiamo visto prima del mio intervento parlano soprattutto della liberalizzazione finanziaria che è stato il grande momento di trasformazione dell’economia negli ultimi anni. Proprio gli eccessi finanziari avevano portato a una serie di regolamentazioni dei mercati finanziari negli anni Trenta che avevano garantito per quasi sessant’anni la stabilità dell’economia. La liberalizzazione e l’eliminazione di queste regole volute in parte dall’amministrazione Reagan ma anche dalle amministrazioni successive, sono quelle che hanno creato le condizioni di instabilità di cui oggi il mondo purtroppo soffre.

7 1/2. Siamo in una Università. Un consiglio per gli studenti. Studiare, studiare, studiare.


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notizieups•il Punto

africa perseguitata OGGI di Cesare Bissoli

giusto parlarne, in particolare come rispetto e partecipazione alla sofferenza di tanti amici africani qui all’Università Salesiana. Notiamo subito che dire Africa è dire un continente, tre volte l’Europa, in pieno sviluppo con notevoli differenze etniche, sociali, politiche e anche religiose. È stato osservato che non si può isolare uno di questi elementi dagli altri e un giudizio che voglia essere esaustivo risulta fatalmente parziale e generico. È quanto si deve dire anche della persecuzione religiosa in atto. Ma è vero che una tale persecuzione esiste? Scriveva l’Osservatore Romano il 30 aprile 2012: “Non conoscono sosta le persecuzioni contro i cristiani nel mondo e ancora una volta a essere teatro delle violenze è stata l’Africa, la terra cioè dove più forte è il segno della speranza e di apertura che i cristiani stessi, con la loro presenza, riescono a dare”. Sono bene sintetizzati i fatti e le cause e accennata una presa di posizione. I fatti stanno davanti a noi: in Africa si è scatenata una persecuzione a due livelli: una a volto scoperto, mediante soprattutto continui, crudeli attentati e massacri di persone e di cose; un altro livello è a forma strisciante, in quanto questi attentati mirano a fiaccare la resistenza dei cristiani e sospingerli ad andarsene dalla loro terra, ad abbandonare le proprie cose che sono così poche, in una parola a cedere i propri diritti fondamentali di patria, di religione e alla fine di sopravvivenza. Ciò avviene specificamente in paesi sub sahariani con notevole presenza islamica, quali Sudan, Somalia, Mali, Nigeria, Kenia. Quali sono le cause? Dire che sono ragioni religiose por-

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tate avanti da un islamismo fanatico, è dire una verità che va però contestualizzata su quel continente. Prendiamo la Nigeria, il paese più popoloso dell’ Africa. È all’opera un complesso di cause religiose, culturali ed economiche che contrappongono nord, islamico e povero, e sud a maggioranza cristiano più ricco, date le risorse petrolifere, e occidentalizzato. Ebbene, ciò ha determinato un conflitto dove il nord controllato oggi dal fanatismo della setta di Boko Aram si oppone non solo ai cristiani ma anche ai musulmani moderati che hanno fin qui convissuto con i cristiani. A questa violenza di tipo religioso per cui si mira a una islamizzazione forzata della popolazione, va associato un fattore religioso-culturale che aggrava tale violenza, e cioè - come ha notato A. Riccardi, buon conoscitore delle cose d’Africa - non si accetta lo stile di vita dei cristiani ispirato ai valori del pluralismo, della libertà religiosa, dei diritti umani, portati avanti da una certa mitezza di presenza (salvo le inevitabili ritorsioni). Infine - ma che vale come fattore primario di contesa - è la sperequazione economica legata al petrolio (e questo anche in Sudan) e altre risorse materiali (diamanti), non senza un’ipocrita manipolazione di grandi potenze non africane. Facendo il punto sulla situazione lo storico F. Cardini afferma che la diffusa sensazione in Occidente è che le comunità cristiane africane (e asiatiche ) siano in pericolo. È vero. Quel che non si dice, però, è che tale intollerabile situazione rappresenta la risposta inadeguata, ingiusta e spesso criminale a uno stato d’ingiustizia e di disagio. Il mondo musulmano si sente a sua volta aggredito e - com-


mettendo un madornale errore - ritiene che la modernità occidentale e il cristianesimo siano tutt’uno. Falso, sbagliato, insostenibile. La modernità occidentale - individualista, materialista, fatta di individui schiavi dei loro vizi e dei loro interessi - è all’antitesi del cristianesimo. Questo è l’errore di molti musulmani: i fondamentalisti islamici ne approfittano. L’errore degli occidentali è il non capire la natura non religiosa, bensì politica, delle violenze commesse contro le comunità cristiane, il non calcolarne il valore di sia pur colpevole ritorsione, il non vedere le violenze che l’Occidente moderno commette quotidianamente in Africa e in Asia con le sue guerre e la sua politica di sfruttamento e il non rendersi conto che gli assalti alle chiese sono la risposta, maldestra e criminale, a quelle violenze. Siamo dinanzi alla più terribile delle guerre: la guerra tra i poveri. Siamo dinanzi a un conflitto che non vede musulmani contro cristiani, bensì - in tutto il mondo - chi vuole un futuro di pace, di giustizia di dialogo e di equilibrio contro gli estremisti assassini pronti a tutto pur di fomentare la spirale della violenza, quella che alcuni sconsiderati definiscono “scontro di civiltà”. Qualcuno invoca la reciprocità. Ma la reciprocità è insensata sul piano giuridico, infame su quello morale. Insensata sul piano giuridico, in quanto la reciprocità si può attuare solo tra soggetti giuridici assolutamente equivalenti. Nessuna società cristiana seria può negare a un gruppo di musulmani giordani o maghrebini il diritto di aprire su territorio europeo una moschea col pretesto che il re dell’Arabia saudita non consente sul suo territorio l’apertura di chiese. Infame sul piano morale. Come europeo, io mi sento doverosamente legato a un criterio di tolleranza: sono tenuto a impegnarmi affinché i musulmani del mio paese abbiano diritto a un luogo in cui pregare. Se nel mondo musulmano c’è qualche mascalzone che nega ai cristiani il diritto di pregare sul suo territorio, io non posso permettere che egli espanda il suo malvagio potere sugli altri fino a obbligare me a cambiare convincimenti morali per rispondere al suo cattivo esempio. Io continuo a essere un uomo libero che difende la libertà: un valore prezioso, che non consento a nessuno di strapparmi e che non posso certo barattare con qualcosa di miserabile come una ritorsione. Non si potrebbe fin qui dire che si tratti di guerra di religione, ma di conflitto sociale, politico economico che si avvale di una disastrosa copertura religiosa e nazionalistica. Con ciò non viene affatto diminuita la gravità di que-

sta persecuzione, per cui la storia dei martiri africani dei primi secoli fino ai martiri ugandesi del secolo XIX continua con questi martiri del secolo XXI. Con lo strazio nel cuore di chi ci vive dentro: “Quanto è accaduto va contro ogni logica. Quei ragazzi erano il nostro futuro, la nostra speranza. Cercavano di costruire un Paese migliore e sono stati uccisi”. È lo sfogo di monsignor Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente della conferenza episcopale nigeriana, in occasione di un recente, ennesimo massacro. Quale risposta possibile? La vedo a due livelli. Il primo livello, che è naturalmente di casa in istituzioni come le università ecclesiastiche romane, quindi anche in quella salesiana, è di mantenere viva l’attenzione allo svolgersi dei fatti, rompere il pesante silenzio dell’Europa, saper leggere le cause con il loro risvolto sul piano della giustizia sociale e dei diritti dell’uomo, favorire negli amici africani tra noi una formazione che li abiliti a essere operatori di giustizia e di pace nelle loro terre. Da cristiano - e qui siamo al livello più profondo - non posso dimenticare quelle parole profetiche di Gesù così realistiche, dure, eppure cariche di incoraggiamento: “Beati voi quando vi insulteranno , vi perseguiteranno per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5, 11-12), “nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo” (v 16,33). In generale nei paesi arabi i cristiani sono oggetto, da parte della popolazione musulmana, di forme di discriminazione più o meno gravi, che negli ultimi decenni hanno portato molti di loro a emigrare o a convertirsi all’Islam. La popolazione cristiana è in calo più o meno pronunciato in tutti i paesi del Medio Oriente. La conversione di musulmani al cristianesimo è poi vista come un crimine (apostasia) e, anche nei paesi in cui la legge la consente, i convertiti sono spesso oggetto di minacce.


incontro dei popoli 2012 u

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BRASILE

I

niziata l’edizione 2012 della tradizionale festa Incontro dei popoli che quest’anno ha come nazione invitata il Brasile. Da giovedì 10 a venerdì 23 maggio, sul palco del cortile centrale dell’Università, si sono avvicendati i gruppi nazionali e continentali in rappresentanza degli studenti iscritti. Slovenia, Cina, Polonia, Italia, Brasile, Romania, Croazia, America Latina, India e a chiudere Africa, questa la successione delle esibizioni di danze, canti o performance varie di alcune degli oltre 90 paesi da cui provengono gli studenti della “Salesiana”. Le ricreazioni sono state caratterizzate da un momento di scambio culturale e di allegria con quel tocco di internazionalità che è una delle specificità dell’Università Salesiana. In particolare, il programma di mercoledì 16 è stato arricchito dalla presenza dell’ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede, S. Ecc. Dr. Almir Franco de Sá Barbuda, che ha ringraziato il Rettore per la possibilità di far conoscere meglio la nazione che ospiterà nei prossimi anni fra l’altro la GMG2014, i Giochi Olimpici e il Mondiale di Calcio. Il Brasile è il paese con più cattolici al mondo, ha detto l’Ambasciatore, e con il più alto numero di vescovi molti dei quali salesiani. Il Dr. Almir Franco de Sá, ricevuto dal Rettore prof. Nanni e dal vicerettore prof. Gianfranco Coffele, ha poi avuto un incontro con gli studenti ai quali ha presentato le caratteristiche e le ricchezze culturali della sua grande Nazione.

Foto di Renato Butera, Ana Cvitan e Giuliano Vettorato


Sotto la coltre bianca Nei giorni subito dopo la Festa di Don Bosco, Roma è stata coperta da un manto di neve. Le prime due settimane di febbraio 2012 saranno ricordate per le eccezionali nevicate che hanno imbiancato tutta la città con una spessa coltre di neve. Ecco l’UPS come non l’avete mai vista, in un insolito aspetto “nordico”: un vestito straordinario e spettacolare che la rende magica e affascinante come solo sa fare la neve.

Foto di Renato Butera


u LA PASTORALE UNIVERSITARIA, u

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notizieups•Studenti

I SUOI GRUPPI E IL SUO SERVIZIO a cura di Mario Oscar Llanos

Il Rettor Maggiore e Gran Cancelliere dell’UPS, don P. Chávez, con gli studenti e il prof. M. Llanos

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arcobaleno di iniziative, esperienze e gruppi che vedono coinvolti a diverso titolo più di 350 studenti, sono promosse all’interno dell’UPS dalla Pastorale Universitaria. Queste proposte rendono l’Università un ambiente singolare in cui i giovani si sentono a casa e diventano artefici di uno stile di vita, di formazione, di crescita. La rassegna che presentiamo riassume e ripropone i contributi di Emiro Cepeda, Luis Rosón, Stefano Tognacci, Michal Vojtáš e Marco Nicoli.

1. Gruppo di animazione sportiva Gestisce gli spazi sportivi all’interno dell’Università e organizza vari tornei. Ogni anno, l’equipe organizza tre attività principali: all’inizio dell’anno il torneo di pallavolo nella palestra dell’Università; nei mesi di Febbraio e Marzo, il torneo di pallacanestro; nell’ultima parte dell’anno il torneo di calcio a 6, che si gioca nei campi sportivi dell’UPS. Le attività sono offerte a tutti gli studenti e non poche volte vedono la partecipazione di qualche professore! Nel corso degli anni, siamo stati molto contenti per il crescere continuo della partecipazione: quest’anno al torneo di pallavolo erano iscritte 4 squadre, in quello di basket 5 squadre e per il torneo di calcio 7 squadre, con oltre 100 partecipanti complessivamente. Da tre anni Marco Nicoli, Salesiano Cooperatore e studente di Psicologia, ha la responsabilità di coordinare il gruppo, sotto la supervisione di don Luis Rosón, membro dell’equipe di Pastorale Universitaria e responsabile del settore. Prezioso anche l’aiuto e la collaborazione degli studenti Gabriele Manca e Yuri Alimandi che hanno raggiunto diversi traguardi. Torneo di calcetto

L’Università, da sempre, ha avuto come obiettivo quello di favorire l’integrazione tra le diverse culture e “anime” presenti all’interno dell’Ateneo: anche per il gruppo di animazione sportiva, è diventato un obiettivo da perseguire. Siamo molto contenti di come questo scambio avvenga in maniera ottimale anche nelle attività sportive: venendo a vedere una partita di uno dei vari tornei organizzati, si possono vedere in campo studenti da ogni parte del mondo, consacrati, laici e professori che si divertono insieme. Nonostante una sana competizione, c’è sempre armonia e serenità tra i vari giocatori e questo è sicuramente uno dei più grandi risultati di cui il gruppo si sente veramente orgoglioso. Inoltre, lo sport è educazione: scopo principale di tutte le attività sportive è sempre educare!

2. Eucaristia quotidiana e Gruppo di preghiera Intense e valide le attività del gruppo di preghiera che afferisce all’equipe di Pastorale Universitaria. Le attività svolte sono proseguite in linea con quanto già sperimentato negli anni precedenti, ovvero, l’incontro settimanale del giovedì, nella Cappella Gesù Maestro, nel quale è offerta la possibilità di un momento di preghiera, di meditazione silenziosa e di condivisione, con semplicità e familiarità. I partecipanti, in media, sono sempre stati circa una decina. Da ottobre 2011 è stata aggiunta una gradita novità: su richiesta dei partecipanti, ogni terzo giovedì del mese, dalle 14.00 alle 15,30, si è proposta un’adorazione eucaristica, con ampia partecipazione di studenti della nostra università. Ogni mattino prosegue la Santa Messa per gli studenti universitari. Tali celebrazioni, sempre molto partecipate, vedono una bella rotazione, di studenti e studentesse all’animazione del canto e della parola.

3. Gruppo di volontariato Il gruppo del volontariato si incontra settimanalmente per stare insieme, formarsi e promuovere le attività di volontariato all’interno dell’UPS e nella città di Roma. Così concretizzano la mentalità di solidarietà e di partecipazione che fa parte integrale dell’educazione salesiana. Tra le aree preferite d’impegno si trovano: l’assistenza nella lingua ita-


liana per gli studenti stranieri, la vicinanza alle persone ricoverate in alcuni reparti dell’ospedale Umberto I, l’assistenza con un piatto di pasta e l’approccio personale ai senza tetto della stazione Tiburtina. Come progetti straordinari il gruppo propizia la donazione del sangue semestrale e raccolte di fondi per progetti educativi nel terzo mondo. Alcune attività sono organizzate insieme con l’opera salesiana Sacro Cuore in via Marsala, per cui anche gli animatori del gruppo sono due: per l’UPS c’è il salesiano Michal Vojtáš, membro dell’equipe di pastorale universitaria dell’UPS, mentre mediatore con le attività del Sacro Cuore è il salesiano Salvatore Policino dell’Ispettoria Circoscrizione Centrale. Le attività e l’amicizia rendono il volontariato un luogo di crescita e di scoperta delle potenzialità di ciascuno.

4. Servizi per l’alloggio a Roma e le pratiche ufficiali L’equipe di pastorale segue con attenzione e si prende cura anche di alcuni aspetti della vita concreta degli studenti. Tra questi, uno molto concreto consiste nell’affiancare coloro che cercano una casa dove abitare quando arrivano a Roma. Solitamente, gli studenti non hanno una grande esperienza in questo settore; e, allora, il servizio concretamente consiste nell’aiutare gli studenti a scegliere tra le offerte più convenienti e anche ad espletare tutte le pratiche burocratiiche inecessarie per prendere una camera o un appartamento in affitto. Accanto a questo servizio, un altro compito di questo settore consiste nell’offrire informazioni riguardanti le pratiche per ottenere il permesso di soggiorno e l’iscrizione al Servizio Sanitario. Infine, l’equipe di pastorale è punto di riferimento e di coordinamento con le ditte che gestiscono i distributore automatici di bevande calde e fredde e la mensa universitaria.

5. Il Gruppo di Segreteria e l’Ufficio Studenti Un nutrito e fedelissimo gruppo di studenti (Antonella Abate, Jury Alimandi, Marta Delatour, Federica e Fabrizia Falco, Margherita Novak, Chiara Caliandro, Gaia Centini, Alexandra Andreucci, Francesca Lolletti, Giusy Arcella, Giovanna Monsurrò, Chiara Aliffi, tra altri) promuove una serie di attività e organizza eventi e momenti di festa per i propri compagni dell’Università. Li anima lo spirito di servizio generoso che non guarda alla stanchezza o ai comodi personali quando si tratta di incontrarsi e di spendere il proprio tempo nei vari lavori di pubblicità, comunicazione, divulgazione, decorazione, logistica, ecc.

L’anno scorso ad agosto il gruppo è stato particolarmente provato dalla morte, dovuta ad un incidente stradale, di Alessandro Tramuto, uno dei suoi membri più noti per la dedizione e la disponibilità. Il momento di incontro, di amicizia, la condivisione della vita e delle novità che il percorso universitario comporta per ciascuno, diventa il constante collante di un’unità che cresce nella conoscenza, nella valorizzazione reciproca, nell’affetto fra tutti.

6. I Gruppi Nazionali e/o Continentali I tre principali momenti di animazione ed educazione interculturale dell’UPS sono affidati ai Gruppi Nazionali e/o Continentali. Le loro manifestazioni piene di colore, di vita e di creatività sono accolte con grande simpatia e attesa da parte di tutti gli studenti. La festa “Viaggio nel mondo” che si svolge all’inizio dell’anno, I “Canti Natalizi” prima di Natale e l’ “Incontro dei Popoli” che dura dieci giorni attivano la conoscenza e la condivisione di vestiti, balli, canti, abitudini, lingue ed espressioni proprie dei vari paesi presenti. In particolare Incontro di Popoli lascia profonde tracce nell’animo dei partecipanti e dei protagonisti, aiutando tutti a sensibilizzarsi alle varie culture e integrarsi sempre di più. Questo incontro si svolge prima della Festa di Maria Ausiliatrice, senz’altro la festa più importante dell’anno che ricorrendo alla conclusione delle lezioni, celebra i frutti della raccolta intellettuale, umana, cristiana, interculturale dell’anno.

7. L’animazione musicale Il coro ha continuato la sua consueta attività di prove ogni martedì, in preparazione di due grandi eventi dell’Università. Il primo è stato l’animazione di un incontro di preghiera attraverso le canzoni dal titolo “Il Tuo amore è grande”, organizzato mercoledì 23 marzo 2012 in occasione dei “Mercoledì di quaresima”. Il secondo è stato la Messa di Maria Ausiliatrice del 24 maggio 2012, che ha visto cantare e pregare insieme il Coro dell’UPS, il Coro del Gerini e il Coro degli amici brasiliani, ospiti quest’anno della “Festa dei popoli” in quanto il Brasile è la “Nazione invitata” per quest’anno. Così, le varie iniziative dei gruppi sostengono un clima di partecipazione, di gioia e di condivisione all’interno dell’UPS, rendendola un’Università particolarmente originale proprio per queste caratteristiche e singolari attenzioni, vissute in un clima di grande vicinanza e familiarità.

Il Coro Universitario. In alto due studenti musicisti


recensioni a cura di Renato Butera

Michele PELLEREY Il sistema universitario italiano nel contesto europeo Il sistema universitario italiano sta subendo notevoli trasformazioni sia dal punto di vista didattico, sia dal punto di vista delle sue strutture di governo. Tali trasformazioni sono state sollecitate dall’applicazione della norma costituzionale, dall’adesione dell’Italia al Processo di Bologna, e infine dalla stessa esperienza di università di massa e dalla analisi dei flussi sia dei docenti, sia degli studenti. Questa pubblicazione delinea per sommi capi le origini e gli sviluppi di tale sistema fino alla fine degli anni novanta del secolo passato; evidenzia le tappe e gli elementi fondamentali di un complesso quadro in movimento garantendo una comprensione non superficiale della situazione attuale del sistema universitario italiano. L’ultimo capitolo è dedicato ai rapporti esistenti tra percorsi terziari di natura accademica e percorsi terziari non di natura accademica o percorsi di formazione professionale superiore.

Michele FERRERO Sinologia spirituale. Lettere (immaginarie) dal medioevo ai tempi nostri di 50 missionari che amarono la Cina Furono molti i missionari che, nel loro zelo per la diffusione del Vangelo e nel loro amore per la Cina, ne diventarono studiosi, cioè sinologi. L’Autore ne ha scelti cinquanta, una rappresentanza che spazia tra i secoli, tra le congregazioni cattoliche e tra i protestanti. Gli Italiani hanno numericamente un posto di riguardo, che oggettivamente meritano. Molti sono gesuiti, perché il Papa Gregorio XIII aveva inizialmente affidato ai gesuiti l’evangelizzazione della Cina. La loro storia è raccontata per mezzo di lettere, inventate, ma verosimili, che permettono di sentirli parlare, di condividere brevemente le loro vite e i loro sentimenti, per guardare la Cina come la videro loro. Il periodo d’oro della sinologia missionaria è tra il 1600 e il 1800, ma, come il lettore scoprirà, ci furono sinologi missionari anche nel Medioevo e nel XX secolo. La loro visione della Cina è più spirituale che accademica e per questo inimitabilmente affascinante.

Andrea BOZZOLO - Roberto CARELLI (Edd) Evangelizzazione e educazione L’indagine è stata sollecitata dall’attuale congiuntura culturale e pastorale. Si sviluppa in cinque momenti. Il momento storico ricostruisce il modo con cui il Magistero ecclesiale e la Congregazione salesiana hanno affrontato il nodo Vangelo-educazione. Il diagnostico coglie la percezione attuale della questione educativa in rapporto al Vangelo, interpellando le prospettive sociologica, pedagogica e pastorale. L’euristico raccoglie le ricchezze bibliche, patristiche e carismatiche di cui la fede può disporre per rilanciare la missione evangelizzatrice. Il teorico si propone di puntualizzare il profilo essenziale e le implicazioni irrinunciabili dell’evangelizzazione e dell’educazione. Il pastorale propone linee di rilancio del profilo educativo dell’evangelizzazione. Il testo si chiude con una proposta nell’ottica di una pedagogia della grazia.

Mario Oscar LLANOS (Ed) La vita consacrata nel postconcilio. Tra novità e ridimensionamento La Vita Consacrata, che appartiene “alla vita e alla santità” della Chiesa, affronta oggi delle grandi sfide che diventano materia vincolante della riflessione dei responsabili ecclesiastici, dei superiori e di ogni singolo consacrato. A diverso titolo e responsabilità i consacrati sono testimoni e protagonisti di un processo non concluso di trasformazione che include novità e ridimensionamenti a largo raggio. Per approfondire le dinamiche di tale trasformazione, l’Istituto di Pedagogia Vocazionale della FSE ha organizzato un seminario di studio sul tema «La Vita Consacrata nel Postconcilio. Tra novità e ridimensionamento», da cui è nato questo volume che raccoglie gli interventi di vari esperti dell’ambito: M.O. Llanos, E. Rosanna, G.M. Roggia, M. Gahungu, F. Farina e E. Miraglia.


notizieups editrice Markus GRAULICH - Jesu PUDUMAI DOSS Minori e famiglia. Quali diritti? Una pur rapida scorsa dei temi trattati in questo libro, mostra che questa riflessione sui diritti dei minori e della famiglia non appare di circostanza, semplice celebrazione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. L’attenzione si focalizza su alcuni nodi relativi all’ampia mappa rappresentata dalla Carta dei diritti: non si limita a questioni meramente teoriche, ma si muove dal vissuto; dalla stretta connessione dei diritti dei minori con quelli della famiglia; dalla prassi di protezione a cui hanno titolo; dalla rete di istituzioni e di soggetti coinvolti. Proprio in questo consiste il grande pregio della pubblicazione. Può essere di valido supporto all’impegno quotidiano di difesa e di promozione di tutti questi diritti, sia sul piano pedagogico che su quello delle istituzioni.

Gillian BONNEY - Rafael VICENT (Edd) Sophia - Paideia. Sapienza e educazione (Sir 1-27) SOPHIA – PAIDEIA (Sapienza e Educazione) sono le due coordinate di questi studi in onore del prof. Don Mario Cimosa, per i suoi settant’anni. «L’arcobaleno dei venticinque saggi raccolti è già disposto secondo tre tonalità cromatiche dominanti. La prima è più “tecnica” e complessa ed esplora per sondaggi un orizzonte a lungo amato e perlustrato dal prof. Cimosa, quello della versione greca dei Settanta. È introdotta dalla premessa del prof. Adrian Schenker, professore emerito dell’Università svizzera di Friburgo. La seconda tavola è segnata dai colori omogenei del genere sapienziale, con prevalenza del Salterio. La terza tavola è contrassegnata dalla presenza di saggi di teologia biblica pastorale. In analogia con l’Incarnazione, la Bibbia si presenta come Lógos e sárx, ossia come Parola trascendente in parole umane. Una corretta esegesi deve, perciò, tener conto di questa duplicità compatta, perché la qualità trascendente del messaggio s’intreccia inestricabilmente con la sua dimensione storico-letteraria».

Fabio PASQUALETTI Giovani e musica. Una prospettiva educativa Il testo nasce dal frequente contatto con genitori, animatori, catechisti e insegnanti che comprendono l’importanza della musica per i giovani, ma sono spesso disorientati per la vastità, la complessità del fenomeno e la velocità di cambiamento di mode e tendenze. Ci si rende sempre più conto che la musica non è solo ascolto, bensì stile di vita; è riflesso del modo di sentire in quel dato momento; è codice per la cerchia degli amici; è rito da celebrare insieme ad altri “fedeli” della stessa “religione musicale”; è contesto sociale nel quale immergersi e trasformarsi; è laboratorio sperimentale della ricerca di identità; è spazio per esprimere la propria corporeità; è dimensione comunicativa per gli altri e per se stessi; è flusso liquido di suoni nel quale immergersi e isolarsi dal resto del mondo; è potente anestetico per stordirsi nei momenti di dolore personale; è un eccitante per celebrare l’euforia della propria giovinezza. È tutto questo e molto altro perché, come per tutti i linguaggi, la musica si racconta e ci racconta.

Marco BAY Elementi introduttivi di statistica descrittiva La pubblicazione è rivolta agli studenti iscritti a corsi integrativi per i curricoli di base delle facoltà di scienze dell’educazione e della formazione che hanno la necessità di conoscere i concetti introduttivi e di applicare le procedure elementari di elaborazione per apprendere la metodologia. Espone i principali elementi introduttivi di statistica descrittiva (criteri di rilevazione, classificazione, sintesi delle informazioni relative a un campione o a una popolazione oggetto di studio). Le informazioni si organizzano in distribuzioni e si sintetizzano descrittivamente attraverso gruppi di misure (tendenza centrale, variabilità, forma, relazioni statistiche). Finalità principale della statistica descrittiva è organizzare, riassumere e presentare i dati in modo ordinato. Il testo contiene anche una rassegna di fonti e l’elenco dei principali organismi internazionali, europei e nazionali, ufficiali e privati, preposti a fornire dati e informazioni autorevoli.


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Il prof. G. Coffele, il Rettore, l’Ambasciatore del Brasile Almir Franco de Sá Barbuda, un suo collaboratore, il prof. D. Medeiros e un sacerdote studente

notizieups•amici UPS

Cari Amici dell’UPS, eccoci nuovamente con l’appuntamento di maggio. Per l’emisfero nord, lo sappiamo bene, il mese dei fiori e il mese che la pietà popolare ha consacrato d’un modo speciale al fiore per eccellenza, la Vergine Maria. Per l’Università maggio è un mese particolarmente denso di impegni accademici e para-accademici, ma pure questi tanto importanti per la “vita”. Possiamo dire che è un mese di festa, senza P.S.: Una borsa di studio che questo comporti un crollo del impegno accademico. Mi piace riannuale ha un costo di circa 10.000 €. cordare che il calendario ci presenta una serie di feste “salesiane”, di Si può partecipare anche con sussidi parziali: famiglia, di portata veramente singolare: il 6, san Domenico Savio, l’allievo “prediletto” di don Bosco, in quanto uno dei frutti più rictasse accademiche: 1500 € chi della sua pedagogia cristiana; il 13, santa Maria Domenica Mazun mese di alloggio: 300 € libri e dispense accademiche: 500 € zarello, la cofondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, le suore che tessera mensile: 25 € don Bosco volle come “monumento vivente” alla Vergine Madre di malattie: 200 € Dio, la cui festa celebriamo solennemente il 24 maggio. Ufficialmente questa è la festa della conclusione dell’anno accademico. Le offerte possono essere effettuate tramite: Quest’anno la festa della Mazzarello è stata preceduta dalla “prima”, CONTO CORRENTE POSTALE ccp 95427936 nel Parco della Musica della città di Roma, del film “Maìn. La casa intestato a: Associazione Pro Universitate della felicità”, storia di questa giovane contadinella, dal Cielo misteDon Bosco Onlus - P.zza dell’Ateneo Salesiano, 1 riosamente destinata, preparata e messa sulla strada di Don Bosco, 00139 Roma in un periferico borgo del Monferrato, perché facesse per le ragazze CODICE FISCALE PER IL 5X1000: 97536950583 quanto lui cercava di fare per i giovani. È stato un “evento” di culBONIFICO BANCARIO tura e spiritualità di alto livello. Lo voglio segnalare non solo perché Dall’Italia è stato, appunto, un evento di famiglia celebrativo del 140° anniverC/c presso sario della fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma ma anche come omaggio alla presenza, al diversificato ruolo che fin IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 dalle origini della nostra UPS, hanno avuto tante seguaci di Santa Maria Domenica Mazzarello. (gestione generale dei servizi domestici, Dall’Estero studentesse, illustri professoresse, ecc.). L’UPS ha poi dedicato un C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma pomeriggio di studio al tema: “Maria Domenica Mazzarello e GioIBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 vanni Bosco: un incontro un carisma condiviso”. SWIFT POSOIT22 Per noi dell’UPS, maggio è un crescendo molto bello che ci “costringe” a vivere una vita spirituale ad alta tensione e questo si riPER ULTERIORI INFORMAZIONI flette anche sulla psiche, creando un’atmosfera di serenità, gioia, Rev.do Prof. Gianfranco Coffele ottimismo, corrispondente al clima che Don Bosco voleva regnasse Direttore Ufficio Sviluppo nelle sue “case”. Per stimolare pure voi a coltivare un fiducioso abe Relazioni Pubbliche dell’UPS, bandono nella potente protezione di Maria Ausiliatrice vorrei ricorP. zza dell’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma, dare un momento del tutto speciale nella vita di Don Bosco, riferito Tel. 06 872 903 32; Fax 06 872 906 82; Mail: coffele@unisal.it nelle Memorie Biografiche (vol. XIV, specie da p. 17). Siamo a gennaio del 1879. Don Bosco si era recato in visita di animazione e supNOTIZIE UPS OMAGGIO 2012 porto alla sua piccola fondazione a Marsiglia (Francia). Direttore Responsabile: Riccardo Tonelli L’accoglienza era stata piuttosto fredda, di indifferenza. Don Bosco Direttore di Edizione: Renato Butera disse a don Bologna, direttore della scuola, che aveva l’impressione Redazione: Carmen Barbieri, Fabrizio Emigli, Stefano Mura Foto: Renato Butera, Ana Cvitan, Calza Joriz, Giuliano Vettorato di star perdendo il suo prezioso tempo. Fu allora quando, rivolgenHanno collaborato: Antonella Abate, Cesare Bissoli, Gianfranco dosi all’Ausiliatrice le disse: “Suvvia, incominciamo!”. Dopo pochi Coffele, Mario Oscar Llanos, Mauro Mantovani, Ubaldo Montisci, minuti arriva una mamma, emigrata dalla provincia di Asti, accomShaji Joseph Puykunnel, Roberto Spataro Progetto grafico, impaginazione: Fabrizio Emigli pagnando il suo ragazzo, quasi tutto raggomitolato su se stesso, con Per ricevere la rivista: le grucce con le quali si spostava con grande fatica e sofferenza. Don UPS - Piazza Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma Bosco lo benedisse e all’ordine di alzarsi sulle sue gambe e cammiufficiostampaups@unisal.it - www.unisal.it - Tel: 06.872901 nare, il ragazzo obbedì e scappò via correndo, seguito dalla madre, quasi impazzita dall’incredulità davanti al “miracolo”. Non è il momento di scendere a particolari; semplicemente dirò che l’atteggiaDon Coffele con due mento dei marsigliesi cambiò radicalmente nei quindici giorni studenti brasiliani seguenti, e permise a Don Bosco di raccogliere i fondi di cui abbisognava per sfamare ed educare i suoi ragazzi. Cari Amici dell’UPS, ci auguriamo di poter sperimentare pure noi, sostenuti da una fede veramente viva, nella nostra quotidianità, la promessa del Santo: “Siate devoti di Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli”. Con animo devoto e grato, obbl.mo Sac. Gianfranco Coffele I proff. G. Coffele e M. Mantovani Vice Rettore insieme al prof. Abas Ali Shameli


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