Rivista Notizie UPS_N.12 2011

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Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abb. postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04) - n°46 art. 1, comma 2 DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n°206/85 del 16/4/1985

Bollettino degli “Amici UPS”, degli allievi e degli ex-allievi dell’UPS, dei simpatizzanti dell’Opera di Don Bosco. Università Pontificia Salesiana Piazza Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma. www.unisal.it

ANNO XXVIII - N°12 - DICEMBRE 2011

LA DIGNITÀ, COMPONENTE ESSENZIALE DELL’IDENTITÀ UMANA E DEL RAPPORTO CON GLI ALTRI


u L’UNIVERSITÀ UN’OCCASIONE PER FORMARSI u

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notizieups•editoriale

AD UNA VITA BUONA di don Carlo Nanni, Rettore UPS

1. Più volte in passato ho manifestato la mia opinione che ci fosse un distacco insanabile tra imprenditoria, produzione, politica e vita della popolazione (= la “gente”), a tutto svantaggio di quest’ultima. La politica mi appariva del tutto asservita agli interessi della grande finanza (che a suo modo monopolizzava il mercato mondializzato e dettava i tempi e i modi dell’esistenza di ciascuno e di tutti). La profonda crisi in cui sé avviluppata questa forma di neo-capitalismo, ha portato nazioni e gruppi internazionali sull’orlo del fallimento. Il peggio si è che le soluzioni che si stanno cercando appaiono inadeguate e quasi solo preoccupate di rimettere in sesto il sistema finanziario e bancario, più che di riavviare lo sviluppo produttivo e le possibilità occupazionali. In tal modo il rigore rischia di essere poco equo e soprattutto di impedire la crescita: con tutte le conseguenze che ciò comporta, vale a dire la perdita di qualità della vita, la mancanza di opportunità di educazione

e di lavoro, l’angoscia per il futuro, specie per le nuove generazioni. Peraltro sta certamente crescendo una domanda di eticità e una sensibilità nuova verso l’onestà e la solidarietà. Lo stesso movimento di indignazione che, a macchia di olio, sta dilagando in molte parti del pianeta, mostra, a suo modo, una voglia di rinnovato protagonismo da parte della gente comune e dei giovani in particolare e l’urgenza di un nuovo ordine mondiale per uno sviluppo equo e sostenibile per tutti. Non c’è solo da ripensare il ruolo del sistema bancario o del mercato mondializzato, ma occorre rimettere al centro dell’azione sociale la persona e il bene comune. Non si può più sopportare un’idea di uomo ridotto a solo “consumatore” o nel migliore dei casi a “risorsa umana” da ottimizzare a scopi di maggiorazione produttiva (concezione che porta nel sistema istruttivo all’enfasi sull’acquisizione di competenze più che di saperi culturali consistenti e arricchenti la vita personale e comunitaria). Altrettanto è da dire per il concetto di democrazia, piegato e strumentalizzato a supporto civile e socio-politico del neo-capitalismo liberistico o di stato. C’è da ricomprendere l’insieme della vita sociale, abbagliata dalla prospettiva di un benessere consumistico, sfrenato e autocentrato. È il senso profondo dell’esistenza che ha da essere ridiscusso e rimotivato.

2.

In questo contesto, che vuole essere attento agli aspetti antropologici ed etici della crisi, mi sembra interessante approfondire il concetto di “vita buona”. Alcuni distinguono tra “vita giusta” e “vita buona”. Con la prima formula, “vita giusta”, si intende una vita conforme agli ideali e alle regole della legge morale, e ispirata al senso del dovere nei confronti di queste regole, ideali, orizzonti valoriali condivisi. In tal senso è “giustamente” apprezzata, specie quando “paga di persona”, dandosi “cura” delle persone e ricercando disinteressatamente il bene comune sociale. Nella formula della “vita buona” c’è, però, qualcosa di più. Nella sua ascendenza classica, essa indica l’ideale di perfezione umana: l’unità di valore morale e bellezza (la cosiddetta “Kalokagathia”, adattamento di un’espressione greca kalòs kagathòs, crasi di kalòs kai agathòs). Ma nell’approfondimento che ne fa Aristotele, soprattutto nell’Etica Nicomachea, la “vita buona” è l’orizzonte di senso dell’operare umano, che rende la vita sceglibile e dà felicità“(“eudaimonia”). Il Rettore insieme al regista televisivo Goo Soo-hwan


3. A partire da questa visione di “vita activa”, per dirla con H. Arendt, la “vita buona”, si pone come prospettiva, che muove il desiderio ad operare e agire bene, in quanto si ha fiducia che sia possibile vivere una vita compiuta e, in questo senso, felice; che non è “stoltezza” sperare in una “vita in pienezza”, in una “vita umanamente degna”, una “vita pienamente umana”, grazie ad un agire “giusto”, secondo ciò che è percepito come bene di tutti e di ognuno. A sua volta dal punto di vista soggettivo, la “vita buona” sta a dire il diritto di ognuno ad una sviluppo integrale della propria persona (cfr. Cost. italiana art. 3), dando esaudimento ai “bisogni radicali”, che caratterizzano l’esistenza personale, individuale, di gruppo, collettiva: il bisogno di identità personale e socio-culturale (radicato nell’istinto di conservazione); il bisogno di relazione (che diventa bisogno di essere riconosciuto e riconoscere, amare e essere amato); il bisogno di inserimento e di collocazione nella società, nella vicenda storica, in una comunità di lavoro e di vita; il bisogno di senso, vale a dire di sentirsi inserito in (e poter fare riferimento a) un quadro globale di valori, che permetta di vedere che la vita vale la pena di essere vissuta, che c’è almeno una qualche corrispondenza tra quanto si crede o si vuole e il volume di impegno e di azione che si mette in atto, individualmente e collettivamente; e infine il bisogno di trascendenza e d’infinito (il bisogno del “totalmente Altro”), rispetto all’esistente personale e socio-culturale storica.

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Peraltro la prospettiva di una “vita buona” fa chiaro riferimento ad una precisa visione antropologica. Infatti essa suppone un’ essere e un percepirsi all’interno di un tempo-spazio geograficamente determinato, di un ambiente-mondo (fisico e culturale) storicamente caratterizzato, di contesto civile, giuridicamente e politicamente ben organizzato. Per dirla con Heidegger, la “vita buona” fa cogliere se stessi come un “Da

sein” (un essere qui), un “in der Welt sein” (un essere nel mondo), e prima di tutto come un “mit-sein” (un essere con altri, in una società, in una cultura). Ma si fa anche riferimento ad un essere ed operare etico: P. Ricoeur collega la prospettiva di una vita buona con il dialogo, con l’essere con e per gli altri, nella condivisione di impegno partecipato, corresponsabile, solidale, in “istituzioni giuste”. Senza di ciò una “vita buona” rischia di apparire una vana prospettiva; e l’impegno generalizzato per il bene una ingiusta richiesta.

5.

Il testo degli “Orientamenti pastorali” dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, “Educare alla vita buona del Vangelo”, pubblicato il 4 ottobre 2010, festa di san Francesco, patrono d’Italia, afferma: «La proposta educativa della comunità cristiana [ha come] obiettivo fondamentale […] promuovere lo sviluppo della persona nella sua totalità», contribuendo in pari tempo alla crescita del corpo sociale e al perseguimento del bene comune «con cristiana responsabilità» (n. 15). E prima ancora dichiara che «un’autentica educazione deve essere in grado di parlare al bisogno di significato e di felicità delle persone» (n.8). La specificazione che si ha nel titolo: educare alla vita buona “del Vangelo”, mette in luce la “fede cristiana” che in Cristo si trovi una pienezza di umanità in grado di illuminare tutto il percorso educativo, ponendosi come orizzonte, modello e fonte di “energia” del processo di crescita (cfr. Ef. 4,13). Anzi, il riferimento a Cristo permette di “trasfigurare” la stessa “vita buona” assumendola in quella di “vita eterna”, “premio dei giusti” impegnati storicamente nella costruzione di “cieli nuovi e terra nuova in cui abita giustizia e verità” (Is. 65,17; 2Pt 3,13; Ap. 21,1). E solleva l’eudaimonia aristotelica nell’ “Evangelo” di una beatitudine (Mt 5, 111) e di una “gioia piena” (Gv. 15,11) e di una “perfetta letizia” (san Francesco), che vince le vulnerabilità e persino gli “scacchi” della vita.


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notizieups•Giovani e Università

è una realtà nella Congregazione salesiana che si presenta con una connotazione tutta speciale e si caratterizza per la sua internazionalità vissuta in quella prospettiva che la tradizione salesiana da sempre ha chiamato “spirito di famiglia”. Chi c’è dentro se ne accorge. E non bisogna appartenere alla Famiglia Salesiana. Gli studenti, a loro dire, lo avvertono e lo condividono con quanti hanno fatto la loro stessa scelta, cioè quella di formarsi come persone e come professionisti del futuro presso una delle sei facoltà dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Ma andiamo per gradi. L’UPS è stata promossa dalla Società Salesiana di S. Giovanni Bosco, canonicamente eretta dalla Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi (ora Congregazione per l’Educazione Cattolica) il 3 maggio 1940 con il titolo Pontificio Ateneo Salesiano, dal 24 maggio 1973 Papa Paolo VI l’ha elevata al rango di Pontificia Studiorum Universitas Salesiana con il Motu Proprio Magisterium vitae. Si compone di 6 facoltà. La Facoltà di Teologia è la prima a essere istituita. Le sue radici affondano nella prime esperienze di studentato teologico di Foglizzo prima (1913-14)

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e Torino-Crocetta dopo (1923), sorti per il bisogno di conferire i gradi accademici del Baccalaureato e della Licenza in Sacra Teologia. Torino è ancora oggi sezione della Facoltà di Teologia. Nel 1936 nacquero le Facoltà di Filosofia e di Diritto Canonico che, nel 1940, permisero alla Facoltà teologica di passare al grado di Pontificio Ateneo. In quello stesso anno si istituì, presso la Facoltà di Filosofia, un Seminario di Pedagogia che poi divenne Istituto Superiore di Pedagogia, da cui si sviluppò quella che poi è diventata la Facoltà di Scienze dell’Educazione, attualmente la facoltà con più studenti, più Istituti e Curricoli dell’intera Università. Nel 1965 l’Ateneo da Torino si trasferisce nella sua attuale sede di Roma, in un complesso architettonico comodo e fruibile, reso sempre più moderno e funzionale da interventi strutturali resisi indispensabili negli anni. Nel 1967, durante il primo anno accademico romano, con il Motu Proprio di Paolo VI Studia latinitatis, si costituisce la quinta facoltà dell’UPS, denominata Pontificium Institutum Altioris Latinitatis. L’istituzione dell’ultima facoltà nata, consente all’Ateneo di passare al rango di Università Pontificia, il 24 maggio 1973. La frequenza viene aperta a quanti hanno conseguito nel paese di origine un titolo adeguato per l’accesso agli studi universitari. Dalla collaborazione coordinata delle Facoltà di Teologia e di Scienze dell’Educazione, negli anni Ottanta nasce il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica. Nel 1988, anno centenario della morte di San Giovanni Bosco, viene costituito l’Istituto di Scienze della Comunicazione Sociale (ISCOS), approvato canonicamente il 9 marzo 1993 e divenuto nel 1998 Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, ultima facoltà dell’UPS. Questi circa 100 anni di storia ci consentono di affermare la vitalità di un organismo che ha consegnato alla Società, alla Chiesa, alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana personalità affermate, pastori e animatori, professionisti

L’Università di Don Bosco per i giovani di Renato Butera


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ed esperti, insomma quei “buoni cristiani e onesti cittadini” sognati da Don Bosco, capaci di contribuire alla costruzione della “civiltà dell’amore”. Del resto, i salesiani da sempre hanno ampiamente e profondamente stimato la presenza dell’organismo universitario all’interno della Congregazione, sottolineando la relazione di privilegio che lega la struttura accademica alla missione salesiana, soprattutto nelle sue componenti di apostolato giovanile e di catechesi, e nell’attenzione verso i ceti più bisognosi. Anche la Chiesa, nelle persone di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ha evidenziato con varietà di espressioni proprie della personalità di ciascuno, la missio e il ruolo specifico che l’UPS svolge all’interno della Chiesa e della Società: dedicare particolare attenzione allo studio e alla soluzione delle questioni inerenti l’educazione e l’azione pastorale specialmente tra i giovani e i ceti popolari, secondo lo spirito di Don Bosco. Tante vocazioni, sacerdotali, religiose e laicali, realizzatesi per contribuire al meglio alla partecipazione della cittadinanza attiva, in tutti gli angoli della terra: un ventaglio di espressioni culturali riunite dall’unico credo che rende ancor più universale la missione di formazione dell’Università. Questa è la caratteristica la rende speciale. U n iv e r s i t à d i D o n B o s c o L’UPS è dunque a pieno titolo l’U pe r i g i o va n i, non solo perché rivolge la sua proposta formativa ai circa 2000 studenti che la frequentano (senza contare le migliaia iscritti nei centri con cui è in relazione a titolo di affiliazione, aggregazione o sponsorizzazione), ma nella macro-prospettiva di formare animatori, forma-

tori, specialisti, a servizio della moltitudine di giovani per i quali si sono preparati. La vita accademica ha come criterio base quello predicato dall’articolo 40 delle Costituzioni dei salesiani: anche l’Università Pontificia Salesiana è cioè “casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi e vivere in allegria”. L’UPS è casa accogliente, dove vivere in spirito di amicizia e di solidarietà la fatica dello studio, sicuri di trovare qualcuno su cui contare. Esiste infatti all’interno dell’Università, l’Equipe di Pastorale Universitaria, una realtà di volontariato che viene in aiuto soprattutto di coloro che incontrano le difficoltà tipiche di chi arriva per la prima volta in un paese di cui si conosce appena la lingua, o in una struttura accademica che ha delle esigenze ben diverse da quelle sperimentate durante gli studi superiori. L’accoglienza si vive intensamente, per esempio, nel giorno in cui le “vecchie” matricole accolgono le “nuove” introducendole negli ambienti dell’università. L’UPS è poi parrocchia che evangelizza attraverso l’offerta di momenti preposti alla cura e allo sviluppo della spiritualità personale e comunitaria, come la celebrazione eucaristica e le confessioni, i ritiri mensili, la proposta di approfondimento della propria fede o della vocazione come salesiano cooperatore, il confronto con esperienze forti durante i “mercoledì di Quaresima”. L’UPS è anche cortile dove coltivare l’amicizia in spirito di allegria attraverso momenti di festa come Incontro dei Popoli, o le agapi fraterne in occasione delle feste di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice, o la preparazione al Natale, le gite o le escursioni a Roma e dintorni, le giornate dei curricoli, ecc. E soprattutto, l’UPS è scuola che avvia alla vita, la sua vocazione peculiare, attraverso la varietà della sua proposta formativa, con un impegno che si ispira all’umanesimo integrale e che pone la persona al centro del proprio sforzo intellettuale e di ricerca. L’obiettivo è di equipaggiare gli studenti di una cultura valida e attenta al progresso scientifico e culturale, con le istanze della vita sia di senso e sia di successo, di vitalità e di produttività, secondo le aspirazioni tipiche del nostro modo di vivere contemporaneo. L’UPS, dunque, vuole essere, ed è, l’Università di Don Bosco non solo per i giovani, ma dei giovani, dove la persona è prima di tutto e al di sopra di tutto. Non si tratta soltanto di uno slogan, ma di una intenzione, di una volontà e probabilmente anche di una realtà che sostiene e fa da clima alla formazione universitaria.


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notizieups•Segreteria Generale

Tutti ii dati 5 Continenti statistici on l’ avvio dell’anno accademico, diamo uno sguardo alle statistiche della Segreteria Generale. I dati si riferiscono all’anno precedente, ma indicano il trend che si realizza per ogni anno accademico. Quelli che offriamo in queste pagine sono aggiornati al 30 aprile 2011. Il totale degli iscritti all’UPS è di 1605, 53% maschi (856), 47% femmine (749). Provengono da 94 nazioni. Gli italiani sono 826, mentre gli esteri sono 779. Questi a sua volta si distribuiscono, in ordine decrescente per nazione di provenienza, nel seguente modo: 87 India; 56 Repubblica Democratica del Congo; 47 Polonia; 36 Brasile e Messico; 24 Nigeria e Ucraina; 23 Colombia; 22 Romania; 21 Croazia e Slovacchia; 20 Tanzania; 19 Angola; 18 Cina e Vietnam; 15 Camerun; 13 Haiti; 12 Etiopia; 10 Benin, Burundi, Indonesia, Portogallo e Spagna; 9 Burkina Faso; 8 Filippine, Kenya e Ruanda; 7 Argentina e Perù; 6 Albania, Bosnia-Erzegovina, Egitto, Madagascar, Mozambico e Slovenia; 5 Bolivia, Cile, Costa d’Avorio e Venezuela; 4 Congo, Germania, Paraguay, Repubblica Ceca e Ungheria; 3 Eritrea, Ghana, Giappone, Iraq, Libano, Malta, Siria, Stati Uniti, Timor Est e Togo; 2 Australia, Bielorussia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Francia, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Myanmar, Russia, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Svizzera, Uganda, Uruguay, Zambia e Zimbabwe; 1 da Austria, Bangladesh, Belgio, Botswana, Capo Verde, Repubblica Centrafricana, Corea del Sud, Gabon, Giordania, Grecia, Guinea, Honduras, Lesotho, Liberia, Malyasia, Moldova, Nicaragua, Sierra Leone e Thailandia.

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Le iscrizioni in segreteria generale

Il continente più rappresentato è l’Europa con 1041 con 24 paesi rappresentati. Segue l’Africa con 247 di 33 differenti nazioni. Quindi l’Asia con 168 provenienti da 17 paesi. L’America conta 149 iscritti provenienti da 18 nazioni. Infine l’Oceania ha un rappresentante di nazionalità Australiana. Ci sono 215 Sacerdoti diocesani (13%) provenienti da 194 Diocesi. I Religiosi/e sono in tutto 577 (36%) di cui 250 Salesiani e 6 FMA, e 321 provenienti da altre Famiglie religiose, 420 Religiosi e 157 Religiose. I Laici sono 813 (51%), 221 Studenti e 592 Studentesse. Per facoltà, sono così distribuiti: Teologia 406 (DPGC 77, Corso di qualificazione PG 46); Scienze dell’Educazione 891 (Postlaurea Psicologia clinica 79; DPGC 83); Filosofia 126; Diritto Canonico 20; Lettere cristiane e classiche 39; Scienze della Comunicazione sociale 123. All’UPS sono collegati: 2 sezioni della Facoltà di Teologia (Torino e Gerusalemme); 7 Istituti aggregati (Messina, Shillong, Bangalore, Caracas, Nashik, Yaoundé e Venezia) e 18 Istituti affiliati alle Facoltà: di Teologia 8, di Filosofia 7 e di Scienze dell’Educazione 3. Inoltre, centri sponsorizzati per il conseguimento dei diplomi di specializzazione o di qualificazione sono: collegati alla Facoltà di Teologia 2 Istituti (ISCR di Barcelona – Spagna, SSSBS di Messina), e alla Facoltà di Scienze dell’Educazione 1 Istituto (Istituto di Formazione e Ricerca per Educatori e Psicoterapeuti – IFREP ’93). In totale gli Istituti collegati con l’UPS sono 28 così suddivisi: 7 Aggregati; 18 Affiliati; 3 Sponsorizzati. R. B.


Dissertazioni dottorali 2010-2011 FSC Beylier Marie-Caroline Esmeralda Il discorso politico in democrazia: per un’etica della comunicazione politica mediatizzata Relatore: Abbà Giuseppe

Merola Giuseppe Divorzio e stampa italiana durante gli anni settanta. Content analysis di “Avvenire”, “Il Popolo”, “L’Unità” e “Il corriere della sera”. Relatore: Costa Giuseppe

Sever Irena La rappresentazione metaforica di Gesù Cristo nel cinema. Le figure cristiche femminili. Relatore: Lewicki Tadeusz

FDC Cirillo Cinzia L’attività diplomatica di Benedetto XIV: il trattato di accomodamento del 1741 tra la Santa Sede e la Real corte di Napoli. Relatore: Graulich J. Markus

Esposito Emanuela Dall’istruzione religiosa alla perfezione cristiana in Benedetto XIV, con particolare riferimento ai bambini. Relatore: Graulich J. Markus

Geelen Joseph Willem Gertrudis Ius proprium ordinis canonicalis. Synthèse historico-juridique du régime interne de la Conféderation Canoniale et des neuf Congrégations Canoniales Confédérés (1959-2009). Relatore: Graulich J. Markus

Letizia Giuseppe I matrimoni misti nella dottrina e nel magistero di Benedetto XIV. Relatore: Graulich J. Markus

FdT Nguyen Thi Ngoc Naitre d’en haut (Jn 3,1-21). La dimension théologique de la “Renaissance dans l’Esprit” selon l’Exhortation apostolique post-synodale “Ecclesia in Asia”. Relatore: Zevini Giorgio

Itikwire Victor Tumaini The song of the suffering servant. From Exegetical - Theological study to Pastoral and Liturgical Significance of Isaiah 52:13 53:12. Relatore: Cimosa Mario

Sosa Blanca Isabel Figlio se vuoi, diventerai saggio (Sir 6,32). Una proposta pedagogico-pastorale di Ben Sira. Relatore: Cimosa Mario

Baric’ Denis L’insegnante di religione cattolica in un contesto dei cambiamenti socio-religiosi. Ricerca empirica sulla formazione degli insegnanti di religione cattolica nell’Arcidiocesi di Zagabria in Croazia. Relatore: Anthony Francis Vincent

De Sa Santos Janison

FSE Gacoki Gregory Gachogu Anger and self-efficacy in the light of social-cognitive theory: A comparison between Boarding and Day School Adolescents in Murang’a district of Kenya. Relatore: Formella Zbigniew

Moreno Pinto Antonio de Jesus Educaçao profissional tecnológica em uma estratégia de desenvolvimento local. Relatore: Malizia Guglielmo

Ngirabakunzi Jean Nepomucene

A formaçao para a maturidade na fe: O contributo do Movimento Catequetico Brasileiro de 1997 a 2007. Relatore: Escudero Antonio

Vincenti Pallotti formateur. Profil methodologique pour une formation sacerdotale adaptée des Pallottins. Relatore: Gahungu Methode

Habte Abrha Ruta

FdF Fronczak Helio

Catechists’ union of Jesus Crucified and of Mary Immaculate. Towards a renewal of identity and formation program from the perspective of apostolate. Anthony Relatore: Francis Vincent

Ignatius Clement Adult faith formation from the Koinonia and Diakonia perspectives. With reference to the basic christian communities in the Archidiocese of Madras-Mylapore. Relatore: De Souza Cyril

L’amore come “forma di essere”. Una proposta personalista sull’esistenza come amore a partire dal pensiero di Emmanuel Mounier. Relatore: Mantovani Mauro Riggi Oliviero L’ideoprassi cristiana, per una società alternativa, nel pensiero di Tommaso Demaria. Implicanze filosofiche. Relatore: Mantovani Mauro

Kopiczko Tomasz La teologia della catechesi secondo Franciszek Blachnicki. Un confronto critico con gli orientamenti del Vaticano II. Relatore: Gallo Luís Antonio

Msangi Lazarus Salim The Community Role in Christian Formation in Tanzania Today Based on Pastoral and Cultural Perspectives. A Critical Study on African Traditional Community and Christian Community. Relatore: De Souza Cyril

FLCC Cesareo Alessandro De Nokteri Balbuli gestis Karoli: introductio, translatio et explanatio. Relatore: Conti Marco

Glusiuk Anna Aleksandra Vita Christinae monalis prope monasterium S. Albani: editio cum adiectis commentariis criticis et ad auctoris vitae descriptionem pertinentibus Relatore: Conti Marco

Kuzniar Mariusz Gerard Fare catechesi oggi nella Repubblica Ceca. Uno sguardo storico-pastorale, con particolare attenzione alla catechesi degli adulti nell’Arcidiocesi di Praga. Relatore: Bissoli Cesare

Romero Galdeano Xavier Obra y pensamiento catequético del Dr. Joan Tusquets i Terrats. Relatore: Biancardi Giuseppe

Il Rettor Maggiore premia alcuni degli studenti meritevoli


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notizieups•Brevi

a cura di R.B.

Dottorato “Honoris Causa” a don Chávez Nelle due foto momenti della consegna del Dottorato a don Chávez

Il Rettore a Gerusalemme - Ratisbonne

Il 18 novembre, l’Università Cattolica “Giovanni Paolo II” di Lublino (Polonia) ha conferito il Dottorato Honoris Causa a don Pascual Chávez, Rettor Maggiore dei Salesiani. Il conferimento ha avuto luogo nell’ambito della Conferenza Internazionale di Studi “Formare buoni cristiani e onesti cittadini”. La cerimonia è stata aperta dalla lettura del Rettore prof. Stanisław Wilk, della delibera del Senato accademico che il 29 settembre scorso motivava così la scelta di assegnare a don Chávez il prestigioso titolo: “Conferendo la laurea honoris causa l’Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino desidera esprimere stima e riconoscimento per l’attività di don Pascual Chávez Villanueva, SDB, che ha dedicato tutta la sua vita ai poveri e agli emarginati, ispirando iniziative e partecipando alle attività educative per la gioventù del mondo. Nelle sue opere dimostra che per seguire la verità nella vita e per testimoniare la presenza di Gesù Cristo ai giovani occorre prima conoscerlo, vivere accanto a lui e diventare suo amico. Giustifica l’attualità del sistema preventivo di San Giovanni Bosco basato sulla fede, sull’intelletto e sull’amore in contesti di interculturalità complessi, nonché sottolinea l’influsso del Santo sullo sviluppo integrale dell’uomo, dando maggior rilievo alla vita religiosa e sociale”. La professoressa Alina Rynio, direttrice dell’Istituto di Pedagogia, ha sottolineato che questo conferimento dimostra “l’attualità e il valore” del sistema preventivo “indipendentemente dal tempo e dal sistema politico-sociale ed economico”, ed è occasione per ripensare ed elaborare “una sintesi scientifica del patrimonio passato e contemporaneo dei salesiani nell’ambito dell’educazione”. Ha aggiunto che aiuterà certamente “la rilettura di alcune questioni relative alle attività educative con i bambini e giovani”. La Laudatio è stata tenuta da don Marian Nowak, titolare della Cattedra di Pedagogia Generale ed ex allievo dell’UPS. A conclusione don Chávez ha presentato la sua lectio magistralis sul tema: “Il servizio salesiano nel campo dell’educazione”. Il Rettore prof. Carlo Nanni, e il segretario generale, don Jaroslaw Rochowiak, facevano parte del notevole gruppo di autorità ecclesiastiche, civili ed accademiche presenti.

In occasione del Dies Academicus 2011-2012, giovedì 17 Novembre 2011 si è svolta l’inaugurazione ufficiale della Sezione di Gerusalemme della Facoltà Teologica dell’UPS. Il 2 febbraio infatti, la Congregazione per l’Educazione Cattolica elevava allo status di Sede ierosolimitana lo Studium Theologicum Salesianum (STS) da pochi anni trasferitosi da Cremisan al centro di Ratisbonne. All’evento erano presenti mons. Savio Hon Tai-Fai, sdb, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il Nunzio Apostolico mons. Antonio Franco, mons. Giacinto Marcuzzo, Vescovo Ausiliare di Israele, il Vescovo Srei della Chiesa Greco Cattolica, padre Pierbattista Pizzaballa, Custode della Terra Santa, e l’Ispettore dei salesiano don Maurizio Spreafico. Dall’UPS erano presenti il Rettore, prof. Carlo Nanni, il prof. Giorgio Zevini, e il segretario generale don Jaroslaw Rochowiak. Nel suo intervento il Rettore ha approfondito il significato della scritta che campeggia nello stemma del neonato Jerusalem Campus: “Studium Theologicum Salesianum, Jerusalem”, sottolineando che il campus non è solo un centro di formazione ma un vero e proprio “studium” universitario dove si realizza dinamicamente la ricerca di docenti e studenti, e dove si vive concretamente il dialogo tra fede e ragione. Studiare teologia a Ratisbonne, ha aggiunto il Rettore, comporta un onore e un impegno speciale, poiché si vive a contatto diretto con la fonte della teologia che è Gesù morto e risorto a Gerusalemme, che ha predicato la

Il tavolo di presidenza del Dies Academicus

Il Rettore e il Segretario Generale con gli studenti del Ratisbonne


Don Jaroslaw Rochowiak, don Carlo Nanni, mons. Savio Hon, don Zevini

sua parola per le strade di quella terra. Un dialogo reso difficile dalla contingenza della situazione e dalle contraddizioni umane per la presenza di molteplici religioni. La prolusione dal titolo “Teologia, Sapienza ed Evangelizzazione” è stata tenuta da mons. Savio Hon che si è soffermato sull’importanza della missione di evangelizzazione degli amici di Gesù, “sapienza di Dio”, in una esperienza concreta, quella del Cardinale Celsio Costantini, Delegato Pontificio in Cina dal 1922 al 1935, e poi Segretario di Propaganda Fide. Il cardinale Costantini ha saputo incarnare il cristianesimo rimuovendone ogni elemento che avrebbe potuto farlo considerare come religione degli europei dalle popolazioni orientali. L’atto accademico ha avuto la sua conclusione con il concerto dell’organista Tatyana Yourovski nella Chiesa del Ratisbonne Salesian Monastery. Il Dies Academicus era stato preceduto, il 15 novembre, da una tavola rotonda alla quale hanno preso parte mons. Savio Hon, padre Joseph Cong Doan, direttore del Pontificio Istituto Biblico, padre Noel Muscat, responsabile dello Studium Theologicum Jerosolomitanum dei francescani, e i docenti dell’Ecole Biblique Emile Puech e Riccardo Lufrani, accompagnati dal Rettore Marcel Sigrist. Quest’anno formativo ha avuto inizio il 17 Settembre, e vede impegnati 33 studenti salesiani, 10 religiosi di altre congregazioni o istituti, 3 diocesani e 3 laici. Direttore della comunità salesiana è don Ivo Coelho mentre il Preside della Facoltà è don Michael Biju .

Incontro CIR: deontologia della ricerca Il CIR, Comitato Interfacoltà per la Ricerca dell’Università Pontificia Salesiana, ha organizzato lunedì 21 novembre un incontro di aggiornamento per docenti e dottorandi dal titolo “Deontologia professionale della ricerca dottorale”. L’incontro è stato moderato dal prof. Devadoss Sagayaraj. Nel suo saluto iniziale, il Rettore ha sottolineato la cura di ogni professionista, docente o dottorando, nel ricercare la verità. Relatore principale è stato il prof. Michele Pellerey, già Ordinario di Didattica e Rettore emerito dell’UPS, che ha affrontato la tematica del plagio nella ricerca, sottolineando

come tutti gli studi, comprese le tesi dottorali, devono essere contrassegnati dall’onestà e da una comunicazione sincera, fedele e trasparente. Sulla base dei “Descrittori di Dublino”, ha richiamato l’attenzione sulla probità richiesta allo studioso nel reperimento e nell’uso della documentazione; nella presentazione delle diverse prospettive e contributi; nell’evitare le possibili distorsioni; nel dichiarare il metodo di lavoro seguito; nel rispettare alcuni caratteri etici. Il prof. Pellerey ha anche proposto alcuni consigli per migliorare la qualità della ricerca: individuare la questione attraverso una conoscenza della letteratura di base; utilizzare il metodo più adatto al raggiungimento dell’obiettivo; essere aiutati sistematicamente dal proprio relatore; evitare la superficialità e la tendenza a utilizzare acriticamente gli strumenti esistenti; attenzione al titolo e al sottotitolo; sviluppare in modo chiaro, intelligente, logico e scientifico gli argomenti. Alla relazione del prof. Pellerey ha fatto seguito un dibattito nel quale sono stati posti e chiariti alcuni dubbi, e analizzati problemi pratici che ci si trova ad affrontare in un dottorato di ricerca. L’incontro è terminato con l’intervento del prof. Emiro Cepeda, il quale ha presentato le migliorie apportate alla sezione del CIR nel sito dell’UPS.

Rebaudengo: Via all’Anno Accademico La SSF Rebaudengo, sede torinese affiliata alla Facoltà di Scienze dell’Educazione, ha inaugurato solennemente l’anno accademico 2011- 2012. A Valdocco, casa madre dei Salesiani di Don Bosco, sono intervenute molte autorità civili, religiose, politiche e accademiche, nonostante il sovrapporsi nelle stesse ore, sempre a Torino, di altri eventi di portata nazionale e internazionale. La presenza e le parole pronunciate dagli intervenuti confermano la bontà della strada intrapresa e incoraggiano l’istituzione salesiana a continuare il proprio impegno culturale, accademico e formativo. Tra le autorità civili ed ecclesiastiche per l’UPS era presente il vicerettore, prof. Gianfranco Coffele. La prolusione è stata affidata ad Alessandro Meluzzi, direttore scientifico del Master universitario in “Pet therapy e qualità della vita” gestito dalla SSF, il quale ha svolto il tema: “Cultura e società alla luce della speranza cristiana”. Il nuovo direttore generale, Alessio Rocchi, ha illustrato gli obiettivi e i piani di sviluppo futuri della SSF, il preside Ezio Risatti ha ricordato la missione della sede universitaria, mentre i responsabili dei diversi settori di attività, Alessandra Schiatti per il corso di laurea e Andrea Pintonello per i Master universitari e i corsi di perfezionamento, hanno presentato la crescita dei loro settori e le prospettive per il nuovo anno accademico.

Il prof. Gianfranco Coffele e il tavolo di presidenza

Il prof. Michele Pellerey


Il sindaco di Roma, on. Gianni Alemanno, fra il dr. di Cicco e la prof. Pacucci

Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte, e il prof. Coffele

Successivamente, il Preside ha consegnato ai neo laureati il “Made in Reba”, un gioiello in argento a ricordo del loro cammino universitario e a testimonianza del titolo conseguito. Il compositore e concertista Giorgio Mirto ha intervallato i diversi momenti, dando spazio all’emozione della musica.

Fare gli Italiani con l’educazione Nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, con il patrocinio dell’UPS, lo scorso 26 ottobre si è tenuto il Convegno di Studio: “Fare gli Italiani con l’educazione. Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, da 150 anni accanto ai giovani”, promosso dall’Istituto Storico Salesiano (ISS) e dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”. L’evento, che ha avuto luogo presso il Campidoglio di Roma, ove il 2 aprile 1934 era stata tenuta la prima commemorazione civile di Don Bosco santo, si è aperto opportunamente con la lettura di due messaggi di auguri e ringraziamenti inviati dal Presidente della Repubblica Italiana, On. Giorgio Napolitano, e del Segretario di Stato Vaticano, S. Em. il cardinale Tarcisio Bertone. Successivamente il moderatore dell’incontro, il dr. Carlo di Cicco, vicedirettore dell’Osservatore Romano, nel presentare i temi affrontati nei due testi guida dell’incontro Francesco Motto (ed.), Salesiani di Don Bosco in Italia. 150 anni di educazione; e Grazia Loparco - Maria Teresa Spiga (edd.), Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2010). Donne nell’educazione, editi entrambi dalla LAS, ha portato all’attenzione del folto pubblico in sala il tema educativo coniugato con una cittadinanza ripensata in un mondo in rapido cambiamento sia per i giovani che per gli educatori. Dopo aver rilevato alcuni tratti sociali della modernità, ha poi dato la parola ai relatori che hanno affrontato l’argomento del Convegno da tre diverse prospettive disciplinari.

Il primo, lo storico Andrea Riccardi (Università degli Studi Roma-Tre), ha proposto una lettura suggestiva di taglio storico-culturale, riconoscendo la validità e novità delle due ricerche per il contributo storiografico dato nel “fare gli italiani”, oltre la tradizionale lettura limitata agli itinerari politici. Don Bosco - ha affermato - si è inserito in modo furbo nella costruzione del Paese con un progetto intimamente italiano e cristiano, che aveva come fonte ispiratrice la Chiesa, al centro la persona, come orizzonte la patria. Egli ha inteso formare cittadini di uno Stato laico, cercando lo spazio del possibile. Nel popolo italiano è cresciuto con gli anni il “popolo salesiano” attorno alle due congregazioni e ai Cooperatori salesiani. Essi hanno avuto il coraggio di essere popolari, di andare al popolo partendo dai giovani, scrivendo un capitolo di cultura italiana che registra una conciliazione capillare ancora da approfondire. La “suora”, in particolare, ha portato nella società e nella Chiesa un contributo di maDon Francesco Motto ternità, iniziativa, adattamento alle situazioni che ha arricchito un tessuto altrimenti maschile e magari militaresco. Il dr. Giuseppe De Rita, sociologo (Presidente Censis) ha invece sottolineato la spinta “dal basso” data da SDB e FMA alla crescita del tessuto civico italiano: ha ravvisato, in particolare nella formazione professionale e nei legami con il territorio, degli esempi di vicinanza dei religiosi salesiani ai giovani, perché hanno rappresentato degli impegni diffusi e numericamente significativi vissuti spesso in contrasto al sentire comune della società. Sul tema dell’attualità dell’educazione salesiana si è concentrato l’intervento della dottoressa Marianna Pacucci. La studiosa pugliese ha trattato dell’importanza del contatto intergenerazionale e dell’accompagnamento familiare connaturati agli oratori salesiani che nel tempo hanno aiutato i giovani a trovare il proprio ruolo nella società. La realtà odierna, che tende spesso a marginalizzare i giovani, diventa perciò una nuova sfida per le due Congregazioni salesiane. Di seguito il moderatore ha interpellato nuovamente i relatori con precise domande che hanno suscitato la riflessione dell’assemblea. A questo punto è intervenuto il Sindaco di Roma, on. Gianni Alemanno, con un suo saluto-messaggio, cui è seguita la proiezione di un video che ha ripercorso le attività di Salesiani e FMA nei 150 anni d’Unità d’Italia. Sono poi seguiti due brevi interventi dei Don Pierfausto Frisoli, il dr. di Cicco e Madre Yvonne Reungoat

Il dr. Giuseppe De Rita, il dr. Carlo di Cicco, il prof. Andrea Riccardi (Ministro della Cooperazione) e la prof. Marianna Pacucci


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Il Rettore e il vice Rettore Coffele ricevono il padre Lee Tae-young e il regista Goo Soo-hwan

notizieups•Brevi

superiori religiosi. Madre Yvonne Reungoat, Superiora generale dell’Istituto delle FMA, ha ripreso alcuni elementi dell’apporto educativo delle FMA innervato in modo capillare nel territorio italiano e ha rilanciato la passione educativa nel contesto attuale, come fedeltà alla propria missione e a ogni Paese in cui le religiose sono inserite. A sua volta don Pierfausto Frisoli, Consigliere regionale per l’Italia e il Medio-Oriente dei Salesiani di Don Bosco, ha dedicato il suo intervento alle statistiche relative alla presenza dei Salesiani operanti attualmente in Italia. Il Convegno si è concluso con i ringraziamenti, i saluti e le considerazioni finali dei promotori della iniziativa, la professoressa sr. Pina del Core, Preside dell’Auxilium, e il prof. don Francesco Motto, direttore dell’ISS e docente dell’UPS.

Il coreano don John Lee Tai-seok, illustre ed eroico ex-allievo dell’UPS

Su iniziativa di S. Ecc. Thomas Hong-Soon Han, illustre accademico, Ambasciatore di Corea presso la Santa Sede e grande amico dell’UPS, lo scorso giovedì 15 dicembre, in una gremita Sala San Pio X in Vaticano, alla presenza del Segretario di Stato S. Em. il card. Tarcisio Bertone, al quale facevano corona altri Em.mi Cardinali ed Ecc.mi Vescovi; di don Pascual Chávez, Rettor Maggiore dei Salesiani e Gran Cancelliere dell’UPS, e di buona parte del consiglio generale, accompagnati dagli Ispettori di recente nomina; del Rettore dell’UPS, prof. Carlo Nanni, accompagnato del vice rettore Gianfranco Coffele; di vari membri del Corpo Diplomatico e altre alte personalità religiose e civili, è stato proiettato il film “Non piangere, Sudan”. Il film è stato doppiato recentemente in italiano per interessamento della Procura Missionaria Salesiana di Torino. In Corea il film ha avuto un incredibile successo. Su richiesta popolare, la Korean Broadcasting Services (KBS, corrispondente al primo canale della RAI) l’ha trasmesso più volte in prima serata. Il film è stato programmato nelle sale cinematografiche della nazione. Il presidente della Repubblica di Corea ha istituito recentemente l’onorificenza a più alto livello nazionale per le persone che si sono particolarmente distinte nel sociale, intitolandola “Premio Lee Tai-seok”, in onore del salesiano John Lee Tae-seok. La storia è nota, e la riassumiamo in poche parole: John Lee Tae-seok, nono di dieci figli, grazie ai sacrifici della mamma rimasta vedova quando John aveva dieci anni, di-

venta medico. Poi, “per intervento di Maria Ausiliatrice”, riesce a farsi salesiano. Tappa per la sua formazione teologica è l’UPS. Subito dopo parte per il Sudan, dove si consacra anima e corpo al servizio della popolazione più povera del Sud-Sudan e in modo speciale dei lebbrosi. Fra gli ispiratori della sua vocazione c’era sempre stato il beato Damiano De Veuster, l’eroico apostolo dei lebbrosi dell’isola di Molokai (Isole Sandwich, ora, Hawaii). Durante il suo ministero don John Lee ha costruito un ospedale e una scuola. Raggiunge gente “irraggiungibile” con una jeep che gli fa da “clinica mobile”. Dotato di grande sensibilità ed elevate capacità per la musica, fondò una banda con i suoi ragazzi, imitando anche in questo Don Bosco! Nel 2008, durante una breve vacanza in Corea, si fa una visita di routine e si scopre che è stato colpito da un cancro. Lo scorso anno la morte che ha lasciato tutti sgomenti, specialmente i ragazzi e la gente di Tonj, sede della sua missione. Nelle parole di ringraziamento un commosso cardinale Bertone, ha affermato che i giovani necessitano modelli come questo. L’Osservatore Romano del 15 dicembre, ha dedicato un ampio servizio firmato da Gaetano Vallini e dedicato a John Lee con il titolo: “Un sogno da portare avanti”. Il Bollettino Salesiano di dicembre gli ha dedicato due pagine definendolo il “Don Bosco di Tonj”. Come il Fondatore dei salesiani, don John Lee ha rinunciato a una “carriera” professionale o accademico-ecclesiastica facilmente prevedibile, per dare un futuro a chi era assolutamente privo di ogni speranza. Questa scelta radicale per gli “ultimi” nel senso più estremo dell’espressione, è ciò che lo ha reso “grande” agli occhi degli uomini e, ne siamo certi, di Dio. Alcuni lo chiamano don Jolly, per l’incredibile sua versatilità in ogni campo del sapere e del fare; altri hanno preferito definirlo lo “Schweitzer Coreano”. I salesiani sanno bene quanti loro eroici confratelli hanno fatto una scelta simile a questa, specie in lebbrosari come quello di Agua de Dios o Contratatación, dove si è santificato – fra altri - l’eroico don Luigi Variara, ora “beato” (anche lui ha fondato una “banda” per i figli dei lebbrosi) e più recentemente don Gaetano Nicosia (ex-allievo del Corso di Formazione Permanente per Missionari dell’UPS), in Cina. Anche Salesiani 2012, edito dalla Casa Generalizia in varie lingue, gli ha dedicato la copertina e un ottimo servizio interno. Lo scorso sabato 17 dicembre, il regista Goo Soo-hwan, accompagnato dal fratello maggiore di John Lee, il rev.do Lee Tae-young, religioso francescano conventuale, e da due operatori della KBS, sono venuti a preparare un servizio per la televisione coreana, sull’Università frequentata dal loro grande connazionale. Sono stati accolti dal Rettore prof. Nanni, quindi hanno fatto varie riprese e raccolto un’intervista al vice rettore prof. Coffele che li aveva accompagnati nelle due ore di visita alle varie strutture dell’Università. Particolarmente commovente, specie per il fratello, è stato prendere in mano i vari attestati conservati nella Segreteria Generale che documentano il suo impegno formativo, coronato da un ottimo successo accademico.


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Il prof. Giuseppe Abbà in una conferenza all’Angelicum

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come e perché

i n t e r v i s t a a l D e c a n o d e l l a Fa c o l t à d i F i l o s o f i a a cura di Renato Butera

Le matricole 2011 - 2012

In questi ultimi mesi, la Facoltà di Filosofia è particolarmente impegnata nell’attuazione della nuova normativa sugli studi filosofici nelle Facoltà ecclesiastiche di Filosofia e di Teologia, emanata dalla Congregazione dell’Educazione Cattolica con il Decreto di riforma del 28 gennaio scorso e la successiva Nota circa l’attuazione del Decreto del 15 luglio 2011. Quali sono in sintesi le novità più importanti? Innanzitutto l’indicazione che il titolo di primo ciclo (baccalaureato ecclesiastico in Filosofia) potrà essere conseguito solo al termine di un triennio di studio secondo un programma che prevede materie obbligatorie fondamentali, materie obbligatorie complementari e materie complementari opzionali. E poi il tema della qualificazione del corpo docente delle Facoltà. Il Decreto e la Nota riformano alcuni degli articoli della Costituzione Apostolica Sapientia Christiana e delle rispettive Ordinationes, richiedendo alle Facoltà ecclesiastiche di Filosofia (Centri aggregati e affiliati compresi) di adeguarsi entro l’inizio dell’anno accademico 2012-2013. Un compito che abbiamo già cominciato a svolgere in questi ultimi mesi è l’esame delle documentazioni inviate dai Centri che intendono rinnovare le aggregazioni e le affiliazioni e di altri – come il Don Bosco Institute of Philosophy di Ibadan (Nigeria) – che intendono affiliarsi ora alla Facoltà. Come si sta “attrezzando” per la riforma la FdF? La Facoltà si è messa subito al lavoro per attuare al suo interno, e in tutti i Centri aggregati e affiliati, la riforma richiesta. Prima attraverso un’apposita Commissione, e poi con il lavoro del Collegio dei Docenti e del Consiglio di Facoltà, siamo giunti a elaborare una proposta di modifica agli Statuti e Ordinamenti della Facoltà, e alla strutturazione dei nuovi curricula accademici di I e di II ciclo, già approvati all’inizio di novembre dal Senato accademico. Si attende ora l’esame e – ci auguriamo – l’approvazione di questa documentazione da parte

della Congregazione dell’Educazione Cattolica. Rispetto alla situazione precedente si è operato un ulteriore arricchimento della proposta accademica, assicurandoci anzitutto di assolvere alle nuove indicazioni ricevute. Entro la primavera del 2012 contiamo di avere a disposizione la proposta di strutturazione del nuovo biennio che si prevede possa concludersi con un Diploma universitario in filosofia. In questo lavoro è in atto una stretta collaborazione con il Settore per la Formazione dei Salesiani. È vero che raddoppiate la proposta accademica del II ciclo? Sì. Attualmente abbiamo solo la Licenza in filosofia con specializzazione in filosofia e scienze antropologiche. Se verrà approvata la nostra proposta di riforma, dal prossimo anno offriremo due specializzazioni: una in scienze storico-antropologiche e una in scienze umane e sociali. Le due licenze attribuiscono particolare importanza alla dimensione antropologica; la prima permette di approfondire e integrare la propria competenza attraverso le materie di carattere storico; la seconda invece le competenze nell’ambito delle discipline legate alle scienze umane e sociali. Intendiamo offrire così lo specifico apporto della nostra identità carismatica e contribuire a promuovere una “cultura della qualità” che passa anche attraverso la collaborazione interdisciplinare e transdisciplinare con altre Facoltà dell’UPS. Ciascun percorso del nostro nuovo Baccalaureato e delle due nuove Licenze è caratterizzato da un profilo e da un’individuazione di specifiche competenze definite tenendo conto sia dei cosiddetti “Descrittori di Dublino”, sia delle direttive del “Processo di Bologna”. In modo particolare in Italia, una volta completate le eventuali integrazioni, gli studenti che conseguono la specializzazione in scienze storicoantropologiche indirizzano la loro preparazione per sbocchi professionali nella scuola superiore in vista dell’insegnamento di Filosofia e storia, mentre chi consegue la specializ-

Il prof. Mauro Mantovani con S. Em. il Card. Tarcisio Bertone


Giuseppe Russo e Piero Ingegnere, rappresentanti degli studenti FdF

zazione in scienze umane e sociali indirizza la propria preparazione per sbocchi professionali nella scuola superiore in vista dell’insegnamento di Filosofia, psicologia e scienze dell’educazione. E per quanto riguarda il ciclo del Dottorato? Negli ultimi anni è cresciuto il numero di studenti che intraprendono il percorso del Dottorato, ormai di tre anni, nella nostra Facoltà, impegnata nel lavoro di adeguamento alle nuove direttive che stanno svolgendo tutte le facoltà dell’UPS. I due Istituti che abbiamo, di Scienze della religione e di Scienze sociali e politiche, rappresentano l’alveo naturale all’interno del quale inserire la presenza dei dottorandi e caratterizzare in forma significativa le loro ricerche. L’evento di quest’anno per la FdF è la celebrazione del suo 75° di fondazione… Nel prossimo mese di marzo faremo memoria di questo evento con una Giornata di studio a cui abbiamo dato il titolo: La persona: “ambito privilegiato per l’incontro con l’essere”. Prevediamo la partecipazione di eminenti studiosi di livello internazionale nel campo di diverse discipline filosofiche come relatori. È per noi tutti un grande onore e una notevole responsabilità far parte a pieno titolo di questa “storia”, caratterizzata dall’impegno nella ricerca e nella docenza di varie generazioni di docenti, da coloro che potremmo chiamare i “soci fondatori” (tra cui il prof. Prospero Stella, recentemente scomparso) a chi con grande responsabilità e intelligenza ha messo a servizio della missione formativa e culturale il meglio delle proprie energie, docenti salesiani e laici. La qualificazione del corpo docente e la sua formazione continua è una delle attenzioni principali su cui ci stiamo impegnando. Cosa caratterizza la vostra proposta come FdF rispetto anche alle altre facoltà romane? Innanzitutto la dimensione carismatica salesiana: un elemento che caratterizza trasversalmente non solo la proposta accademica, ma anche lo stile didattico e di relazione, i rapporti tra colleghi e tra docenti e studenti, con un’attenzione privilegiata ai più bisognosi. La componente pedagogica è per questo particolarmente viva, così come l’attenzione al rapporto tra filosofia e scienze umane, al ruolo che compete alla filosofia nel dialogo tra scienza e fede, tra le culture e le religioni. Il rapporto di collaborazione con le altre Facoltà di Filosofia presenti a Roma, Pontificie e Statali, è vivo. I nostri studenti, ormai numerosi, che hanno proseguito i loro studi filosofici presso le Università di Roma-Tre o di Tor Vergata, così come in altre università italiane e di altri paesi non solo europei, hanno visto riconoscere pienamente il loro percorso di studio, e I primi diplomati della Scuola Superiore di Formazione Filosofica

L’ordinazione di don Marco Panero

ne è stata spesso esplicitamente apprezzata la preparazione. Non manca inoltre una certa presenza nel “territorio”con la proposta di varie iniziative sia nella città di Roma e in Italia e tra queste i Premi dei Dialoghi di filosofia per le scuole superiori salesiane d’Italia e quelle statali del Lazio; sia di altri paesi come per esempio gli agreements ufficiali con la School of Philosophy della Fudan University di Shanghai (Repubblica Popolare Cinese), con il Movimento buddista giapponese RisshoKosei kai, con la Università EAFIT di Medellín (Colombia), con SRI Group e con l’Associazione Culturale “Nuova Costruttività”. Dal 2006 partecipiamo inoltre alle attività del Progetto STOQ che unisce sette università pontificie romane nella promozione della ricerca su scienza, teologia e ontologia. Una vivacità non indifferente dunque. E quali altre iniziative sono state attivate in questo anno accademico? Ripetiamo l’esperienza della Scuola Superiore di Formazione Filosofica, aperta nell’autunno del 2009 come proposta per gli appassionati di filosofia o come approfondimento del proprio bagaglio di conoscenze. I corsi si svolgono di sabato. In questi tre anni sono state quasi una trentina le persone che hanno seguito – interamente, o limitandosi ad alcune discipline – le lezioni “del sabato”. E poi il Master di primo livello in mediazione culturale e religiosa, organizzato in collaborazione con l’Accademia di Scienze Umane e Sociali (ASUS) e con il Patrocinio di Religions for Peace, che ha preso il via nel mese di marzo 2011 con oltre 20 iscritti. Propone un percorso formativo finalizzato alla formazione di professionisti in grado di cogliere le opportunità e le sfide del nostro contesto, pluralistico e multiculturale; mediare e gestire situazioni conflittuali e potenziali opportunità di crescita, di dialogo e di arricchimento. Per concludere, come inserire la Filosofia nel dialogo con le altre discipline, specie quelle scientifiche a cui l’uomo di oggi sembra dare più credito? Il Decreto di riforma al n. 7 propone un vero e proprio “programma” quando afferma che la filosofia che si coltiva all’interno dell’Universitas è chiamata a raccogliere la sfida di esercitare, sviluppare e difendere una razionalità dagli “orizzonti più ampi”, mostrando così che è possibile il reciproco relazionarsi delle discipline nel pieno rispetto della loro autonomia, ma anche nella consapevolezza dell’intrinseca unità che le tiene insieme’. Un compito per il quale la nostra Facoltà, a distanza di 75 anni dalla sua nascita, è sempre umilmente ma anche gioiosamente pronta a spendere le sue migliori risorse di intelligenza e di cuore. Alcuni docenti FdF


Una rappresentanza dei docenti insieme alla delegazione cinese

u Una RATIO per il raggiungimento u

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ECCELLENZA dell’ intervista al Decano della Facoltà Scienze dell’Educazione a cura di Renato Butera

Prof. Casella, a quasi tre anni di decanato, che bilancio si può fare sinteticamente del tempo della sua presidenza? Penso che la facoltà abbia mantenuto un buon ritmo di lavoro portando a compimento gli obiettivi e il lavoro prefissati. Abbiamo accresciuto il numero degli istituti, adesso sono sette con l’Istituto di Pedagogia Vocazionale. Sono stati rinnovati alcuni servizi come il Centro Psicopedagogico, l’Osservatorio della gioventù, il Centro di Pedagogia e Comunicazione Sociale. Ognuno di questi centri ha un suo percorso, una ratio da portare avanti. C’è chi si è sviluppato molto ed è in piena attività come il Centro Psicopedagogico. Qualche difficoltà si sta incontrando per la messa in opera dell’Osservatorio della gioventù poiché si tratta di riorganizzare la banca dati con tutto ciò che questo comporta, a cominciare dal personale adeguato, ma si sta lavorando. Un po’ più statico per ora è il Centro di Pedagogia e Comunicazione Sociale che però ha dei progetti da realizzare sulla base di quello che ha approvato la facoltà. La Scuola Superiore di Specializzazione in Psicologia Clinica, di cui è direttrice la prof. Carla De Nitto, sta studiando la possibilità di adeguarsi o meno alla richiesta di aumentare di un anno la proposta formativa delle Scuole di Specializzazione. La SSSPC inoltre ha organizzato l’offerta di interventi educativi a sostegno della genitorialità con terapie agili e brevi svolti da docenti e studenti dell’ultimo anno insieme con l’obiettivo di aiutare le famiglie in difficoltà e offrire una esperienza professionalizzante agli studenti. Infine, dal punto di vista didattico, per la FSE è stata molto importante l’approvazione della Ratio Studiorum.

carico di portarla avanti, di controllarne testi, di verificarne la coerenza prima della stampa del volume ad uso interno e della pubblicazione sul sito della Facoltà. Ha dato anche il proprio contributo il prof. Michele Pellerey che aveva suggerito in origine di entrare in questa nuova ottica. È stata presentata a mons. Zani, sottosegretario della Congregazione per l’Educazione cattolica, e consegnata anche ai centri relazionati con la FSE.

Qual è la funzione della Ratio? Quello di rendere trasparente i percorsi universitari così come viene richiesto dall’Europa attraverso il Processo di Bologna. Adesso con un semplice click si possono avere le informazioni essenziali su quanto è proposto dalla FSE, anche se la programmazione didattica specifica viene fatta di anno in anno dal collegio di Facoltà. Il volume contiene alcune notizie sulla storia e lo sviluppo della Facoltà, sulle cattedre approvate e alcuni dati statistici generali. I destinatari sono innanzitutto gli studenti e coloro che vogliono informazioni chiare e precise sulla FSE dell’UPS. Ma anche la Congregazione per l’Educazione Cattolica che la sta chiedendo a tutte le facoltà ecclesiastiche. Lo scopo finale è chiaramente quello di descrivere tutto il percorso universitario del primo (baccalaureato) e secondo ciclo (licenza), e specialmente del terzo ciclo (dottorato) per il quale è richiesto il livello di eccellenza. E questa è la meta a cui mirare.

Di cosa si tratta? La Ratio descrive il profilo di ogni curricolo, con le competenze che gli studenti dovrebbero acquisire in uscita. Vi viene descritto ogni singolo corso della facoltà, che sono circa 200. La descrizione è stata fatta con perizia tenendo conto dei descrittori di Dublino per poter entrare pienamente in un contesto europeo. La Ratio è il frutto del lavoro di tutta la facoltà organizzato nei gruppi gestori. L’intera Facoltà l’ha approvata dopo il confronto sulle varie edizioni per arrivare alla definitiva con il contributo di tutti. Dal punto di vista esecutivo, i proff. Marco Bay e Dariusz Grzadziel si èsono presi il Il decano prof. Francesco Casella

Come si integra con il Piano di azione? Il Piano di azione viene fatto ogni anno e ha la funzione essenziale di descrivere gli Istituti in cui è articolata la Facoltà con le loro finalità. Ricordiamo che la Facoltà per la sua complessità, che la differisce dalle altre facoltà dell’UPS, è articolata in Istituti e Gruppi gestori. Abbiamo necessariamente bisogno degli istituti che organizzano e presiedono alla ricerca. Perciò il Piano d’azione mira all’articolazione degli istituti; alla programmazione della ricerca; a stabilire contatti con associazioni professionali il cui ambito di ricerca corrisponde a quello degli istituti in particolare e a quello della Facoltà in generale; a eventuali pubblicazioni in comune oltre che a quelle dei singoli specialisti. La funzione preminente insomma è quella di supporto alle cattedre, e di fatto di offrire ad ogni docente, soprattutto ai nuovi, un supporto per entrare sempre più nel-


Il Rettor Maggiore e don Mario Llanos con studenti FSC

l’ottica dell’area, cioè l’istituto, che lo riguarda, un orizzonte diciamo così entro cui muoversi. I destinatari principali del Piano di azione sono quindi i docenti.

E qual è la funzione dei Gruppi gestori a cui ha prima accennato? La loro funzione principale è quella di seguire da vicino ogni curricolo attivato nell’area di competenza, e può comprende anche una componente di un’altra area per assicurare una certa “interdisciplinarità”, soprattutto riguardo ai progetti di tesi di baccalaureato e di licenza. Di ogni gruppo è responsabile un coordinatore che ha la funzione del Tutor. Il coordinatore di ogni Gruppo gestore deve assicurare agli studenti un sostegno, un aiuto adeguato, per esempio nella preparazione del piano di studio, e per la soluzione dei problemi che possono insorgere durante la carriera accademica.

E per il terzo livello di dottorato? Attualmente la Facoltà procede secondo la regolamentazione prescritta dagli statuti e dagli ordinamenti dell’UPS. Con i cambiamenti intercorsi in Europa e per entrare nel sistema universitario con un dottorato di eccellenza, anche l’Università Salesiana si è dovuta attivare a tal proposito. Come tutta l’UPS, la Facoltà è nel processo di ristrutturazione del terzo ciclo e ha contribuito col suo apporto alla commissione istituita dal CUN per la riforma del ciclo di dottorato. La presiede il prof. Michele Pellerey e vi fa parte un rappresentante per ogni facoltà (per la FSE il prof. Renato Mion). La FSE ha presentato osservazioni e suggerimenti emersi in ogni singolo Istituto e riveduti dal collegio di Facoltà per una visione unitaria. La proposta è confluita nella bozza che il presidente della commissione ha presentato al CUN di novembre 2011. Spetta adesso all’intera Università, secondo le procedure accademiche, provvedere all’approvazione e al cambio degli statuti e ordinamenti per la vision della ricerca dottorale. Sarebbe questa l’ultima parte importante del cammino di riforma.

Che proposte di specializzazione particolari ha in atto la FSE? Attualmente è in corso di svolgimento un Master sull’autismo organizzato in sinergia con l’Ospedale Bambin Gesù e Roma solidale, associazione che si occupa di case idonee ai bambini autistici. Sta andando molto bene e speriamo che si possano offrire margini di occupazione di lavoro in questo tempo di crisi. Altro Master in esecuzione è quello per coordinatore dell’animazione catechetica diocesana organizzato dall’Istituto di Catechetica in accordo con l’Ufficio Catechistico Nazionale della CEI, Master di primo livello, della durata di due anni, per una formazione adeguata per chi lavora negli uffici diocesani.

Qual è lo stato della situazione con gli altri centri relazionati con la FSE? Non ne abbiamo molti, però hanno bisogno sia loro che noi di un effettivo chiarimento per migliorare le offerte educative che vi si portano avanti. Ottima per quanto riguarda il numero di allievi e di docenti e per la sperimentazione svolta, è la situazione dell’Istituto di Venezia-Mestre (IUSVE) di cui abbiamo rinnovato per altri cinque anni l’aggregazione alla FSE. Lo IUSVE ha come preside un professore laico, molto stimato, il professore Saladin. È un’esperienza significativa anche per il futuro. La SSF di Torino-Re-

baudengo ha rinnovato l’affiliazione ma è di primo livello. È in progetto il passaggio all’aggregazione per ottenere la quale bisogna raggiungere lo status di facoltà in accordo con l’ente che lo promuove, e cioè l’Ispettoria salesiana del Piemonte. Altri due istituti affiliati sono la Scuola Superiore di Scienze dell’educazione “Don Bosco”-SED di Firenze e l’Istituto Superiore di Scienze Psicopedagogiche e Sociali “Progetto Uomo” (IPU) di Vitorchiano (Viterbo). La loro affiliazione scade nel 2013 e stiamo lavorando per promuovere sempre al meglio anche questi due istituti. Infine l’IFREP, la scuola di specializzazione legata al professore Pio Scilligo, che ha un rapporto di sponsorizzazione con la nostra Facoltà. Ciò vuol dire che possono attivare dei Master consoni alla specializzazione che propongono. Anche per questo istituto è in atto il rinnovo della sponsorizzazione.

Avete rinnovato il rapporto di collaborazione con la Zhejiang University di Hangzhou... Lo abbiamo fatto lo scorso 5 luglio rinnovando la convenzione per altri 4 anni. Questo significa una collaborazione che prevede l’accoglienza di studenti di quella Università cinese in alcune specializzazioni nella nostra Facoltà ed eventualmente di nostri nella loro; e lo scambio di professori, esperienza tra l’altro già sperimentata negli anni passati con un visiting professor dall’una e dall’altra facoltà. A seguito di questo rinnovo si è svolto ultimamente il terzo Simposio internazionale che ha avuto luogo in Cina presso la sede di Hangzhou al quale abbiamo partecipato con un buon numero di nostri docenti. E infine la produzione di testi della collana Italia-Cina Educazione, edita dalla LAS e curata dal prof. Malizia.

Quali prospettive per il futuro? Prima tra tutte l’impegno di porre in atto segnali che ci inseriscano a pieno titolo in quella che ormai viene definita la cultura della qualità secondo le richieste della Congregazione per l’Educazione Cattolica, le esigenze del Processo di Bologna e i Descrittori di Dublino, per tutti i tre cicli, dal baccalaureato al dottorato. E a questo ci potrà aiutare senz’altro la Ratio con i suoi criteri e le linee studiate e proposte collegialmente dai docenti della FSE, per migliorare sempre più e verificare ogni qual volta se ne presenti la necessità, la qualità dell’offerta formativa. È un testo condiviso, pubblicato e approvato dalla Facoltà e perciò idoneo a raggiungere l’obiettivo. La Ratio ci può aiutare anche nella revisione e ridistribuzione equilibrata dei corsi e dei crediti da attribuire ai singoli corsi, puntando su specializzazioni possibilmente più consone all’avanzamento delle scienze di cui si occupa la nostra Facoltà. È una sfida non indifferente, ma ci trova pronti e disponibili.


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notizieups•Le Facoltà

Lettere

Il prof. Remo Bracchi

Dialetti e Società Evento linguistico di portata internazionale quello che si è realizzato il 22 ottobre 2011 a Como, presso il Centro di cultura “Aldo Paramatti”. Sotto il titolo “Lingue ritrovate. Dire, fare, pensare, con e sui dialetti” si è celebrato il primo convegno sui dialetti e il loro fondamentale contributo come testimonianza dell’evoluzione socio-culturale di una comunità nel tempo. Ne è stato animatore e promotore il prof. Remo Bracchi, ordinario di Glottologia e storia della lingua greca e latina del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis (Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’UPS). È intervenuto con una lezione dal titolo: Risvolti etnografici nel vocabolario. Si è trattato di un contributo prezioso nell’area della glottologia e dello studio dei dialetti, attraverso il confronto con l’esperienza di quattro vocabolari: quello del dialetto di Lecco, Barni, Premana e LivignoTrepalle. La partecipazione di numerosi studiosi ha arricchito la discussione al seguito delle otto relazioni. La felice riuscita dell’evento ha già suggerito di mettere in cantiere un secondo convegno; e questo per continuare a elaborare metodologie utili che permettano di ritrovare i valori dei dialetti e assicurare strumenti preziosi per lo sviluppo delle forme culturali locali.

a cura di R. B.

l’auspicatio dell’Accademia Vivarium Novum con cui la FLCC collabora intensamente. Anche il Preside della FLCC, professor Manlio Sodi, ha preso la parola per illustrare l’importanza della conoscenza del latino per compulsare le fonti liturgiche. Il professor Roberto Il decano prof. Manlio Sodi Spataro ha rivolto ai presenti un saluto con un discorso tenuto in elegante latino ove ha ribadito l’impegno della Facoltà, secondo le indicazioni della Veterum Sapientia, per promuovere lo studio dell’antica paideia espressa nelle lingue classiche. Riferendosi all’importanza dello studio dell’humanitas christiana ha detto: “Quis dubitet quin nostræ ætatis civitas gravissimo in discrimine sit? Si quis forte solummodo de œconomica vel nummaria re agere arbitraretur, penitus atque vehementer erraret. Nostrae ætatis turbationes difficultatesque ex ethica atque culturali mutationibus oriuntur. Non mediocre remedium præsenti discrimini inveniri potest in Latinitatis atque Græcitatis humanitate quae, ut Benedictus Pontifex Maximus, insistens magisterio Ioannis Pauli Decessoris eius II, dicere solet, Christiano nuntio copulata, purificata, evecta per sæcula Europensium gentium mores atque animi sensus confecit quaeque per orbem terrarum propagata est”. (“Chi potrebbe mai mettere in dubbio che la nostra società attraversi una crisi molto grave? Pensare che si tratti solamente di una questione economica o finanziaria, sarebbe un completo errore di valutazione. Instabilità e difficoltà dei nostri giorni sorgono da trasformazioni etiche e culturali. Un rimedio di non secondaria importanza alla crisi attuale può essere ricercato nel recupero della cultura classica che, come abitualmente sostiene il Pontefice Benedetto XVI, sulla scia del magistero del suo predecessore Giovanni Paolo II, unita, purificata, elevata dal suo incontro con il Cristianesimo, attraverso i secoli, ha plasmato il modo di vivere e i sentimenti dei popoli dell’Europa ed è stata diffusa in tutto il mondo”).

Messale festivo in latino-italiano Latino e greco patrimonio dell’umanità Sono migliaia, oramai, le sottoscrizioni alla petizione promossa dall’Accademia Vivarium Novum ed indirizzata all’UNESCO perché la lingua latina e greca siano considerati patrimonio universale dell’umanità. Tra le varie istituzioni internazionali che hanno dato il proprio sostegno alla petizione figura anche la Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche. Nel testo della petizione, tra l’altro, si legge: “Per questo chiediamo all’UNESCO di farsi garante di una continua sensibilizzazione dei governi europei per invitarli a impegnarsi, soprattutto nelle loro politiche scolastiche, per la salvaguardia concreta delle lingue latine e greca, come massima espressione della sostanza culturale d’Europa, portate in diverse parti del mondo”. Il 28 novembre, alla presenza di latinisti e grecisti di fama internazionale, provenienti da università europee e americane, è stato lanciato ufficialmente l’appello in occasione del-

La FLCC ha collaborato alla edizione del Messale festivo in latino e italiano. Il volumetto contiene tutti i testi ufficiali delle preghiere e delle letture della messa delle domeniche e delle solennità e feste del Signore in lingua latina e italiana. I testi latini e italiani sono collocati in pagine affiancate. Il testo è diviso secondo i tempi liturgici: Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua, Tempo Ordinario, Solennità e feste del Signore, che, quando cadono di domenica, tengono il posto della liturgia domenicale. Nella parte centrale riporta il rito della Messa con tutte le preghiere eucaristiche. I testi italiani sono ricavati dalla seconda edizione del “Messale Ro-


mano” e dalla recente edizione del “Lezionario domenicale e festivo” promulgato dalla CEI. I testi eucologici latini sono presi dalla terza edizione tipica del “Missale Romanum”, mentre i testi delle letture sono ricavati dall’edizione tipica della “Nova Vulgata”, promulgata da Giovanni Paolo II. Questo messale può essere usato quando la messa viene celebrata in lingua latina, ma può essere utile anche quando la messa è celebrata in italiano, sia per prepararsi alla celebrazione sia perché il confronto con i testi originali latini può a aiutare a comprendere meglio il pieno significato dottrinale della preghiera.

Teologia I proff. Agostino Favale, Vicente Bosch e Jesús Manuel García

rale e teologia spirituale. Ancora una volta un breve dibattito degli specialisti presenti ha integrato le due interessanti relazioni. I lavori sono ripresi con l’intervento del prof. Rossano Sala (FdT) sull’esperienza della fede nella prassi ecclesiale e cioè sul rapporto della teologia spirituale con la teologia pastorale. Ha concluso la serie di interventi il prof. Agostino Favale (docente emerito dell’Istituto di Teologia Spirituale dell’UPS) che ha parlato di una esperienza concreta, e cioè quella di Chiara Badano (19711990). Quindi il dibattito tra i presenti ha chiuso il Simposio i cui atti, è stato annunciato, verranno stampati. Con la pubblicazione degli Atti del Simposio, l’Istituto di Teologia spirituale vuole rendere al prof. Agostino Favale, primo direttore dell’Istituto, nel suo 91º compleanno, come gesto significativo di riconoscenza per il generoso servizio, e l’esperta e sapiente guida da lui svolta. Al centro della foto mons. Savio Hon

Rapporto tra teologia e spiritualità

Simposio Missio Inter Gentes

“Teologia e spiritualità: quale rapporto?”, è il titolo del Simposio organizzato dall’Istituto di Teologia Spirituale della facoltà di Teologia dell’UPS che si è svolto nell’Aula Viganò della Biblioteca Don Bosco il 9 e 10 dicembre 2011. Obiettivo dell’incontro, in cui si sono confrontati docenti impegnati soprattutto nello studio della teologia, e più precisamente della teologia spirituale, è stato quello di giungere a una descrizione condivisa circa la natura della teologia spirituale e la sua metodologia per stabilire un dialogo fecondo con la teologia dogmatica, con la teologia morale e con la teologia pastorale. Il Simposio è stato avviato dal Rettore, prof. Carlo Nanni. Il tema al centro del pomeriggio di venerdì 9 dicembre è stato Quale teologia spirituale?. Ha iniziato il prof. Jesús Manuel García (FdT) che è intervenuto sulla questione epistemologica della teologia spirituale. Il prof. Rossano Zas Friz de Col (Università Gregoriana di Roma) si è soffermato sul tema del rapporto tra Teologia spirituale e vita cristiana. Dopo i primi due interventi, i presenti hanno interagito con un breve momento di dibattito. La seconda parte del pomeriggio di venerdì è stata riaperta dal prof. Francesco Asti (Facoltà teologica dell’Italia meridionale) che ha presentato il rapporto tra Teologia spirituale e vita mistica. Quindi il prof. Luigi Borriello (Facoltà teologica Teresianum; Promotore della fede presso la CCS) ha offerto la sua riflessione sul binomio Teologia spirituale e santità. Il tema generale della giornata di sabato 10 dicembre è stato Teologia spirituale e interdisciplinarità. La prima delle relazioni è stata quella del prof. Antonio Escudero (FdT) che ha parlato del dialogo tra la teologia spirituale e la teologia sistematica. Di seguito il prof. Paolo Carlotti (FdT) ha incentrato il suo intervento sul dialogo tra teologia mo-

L’Istituto di Teologia Pastorale dell’UPS, in collaborazione con la International Association of Catholic Missiologists IACM, ha organizzato, lo scorso 8 novembre 2011, un Simposio di studio sul tema Missio inter gentes: Mission to and from all Peoples and Nations. Primo nel suo genere, l’evento fa parte di una serie di seminari sull’evangelizzazione previsti quest’anno dalla Facoltà di Teologia. Al Simposio hanno partecipato i rappresentanti della IACM, provenienti dai cinque continenti, professori e studenti delle varie Università Pontificie di Roma. Il Vicerettore prof. Gianfranco Coffele e il prof. Francis Vincent Anthony hanno introdotto l’evento e dato il benvenuto ai presenti. Durante l’incontro, coordinato dal presidente della IAMC Andrew Gimenez Recepcion, sono intervenuti John Mansford Prior rappresentante dell’Asia, Therese D’Orsa, per l’Oceania, Godefroid Manunga e Nzenzili Lucie Mbomba per l’Africa, Wojciech Kluj per l’Europa e Kevin Hanlon per l’America. Ha concluso mons. Savio Hon Tai Fai, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Presentando l’obiettivo del Simposio, Andrew Gimenez Recepcion ha parlato della necessità di chiarire la prospettiva missiologica della Chiesa nel mondo d’oggi. Per anni la Chiesa ha compreso e ha svolto la sua missione ad gentes, ponendo l’accento sul perché, sul che cosa e sul chi della missione. Oggi invece è chiesta un’attenzione alla metodologia della missione e all’approccio con i popoli (le le modalità della missione). I diversi relatori hanno presentato in successione la missio inter gentes nei loro rispettivi continenti. Nel suo intervento conclusivo, mons. Savio Hon Tai Fai ha in un primo momento descritto la vita, il lavoro e gli scritti del Cardinale Costantini, che fu missionario in Cina nel secolo scorso divenendo poi Segretario


Mons. Savio Hon

della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; e in un secondo momento, presentato cinque passi da compiere nell’impegno della missio inter gentes per una evangelizzazione efficace caratterizzata dal dialogo interculturale e interreligioso: formazione del clero locale; promozione dell’arte religiosa inculturandola; fondazione di buone opere; amicizia con tutti; fiducia in Dio. Agli interventi ha fatto seguito un breve periodo di interazione con il pubblico, nel quale varie persone hanno rivolto le loro domande ai componenti del panel. Il Simposio è stato una vera esperienza di missione attraverso i cinque continenti. Inoltre, è stato possibile conoscere le migliori prassi missionarie acquisendo al tempo stesso una profonda comprensione della missio inter gentes oggi: un processo insieme ai destinatari della missione, un viaggio continuo, umile e affettuoso, con le persone, le comunità, le diverse culture e religioni.

Tanner, decano Facoltà Storia e Beni Culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana. Successivamente, dopo l’introduzione dei lavori di don Alessandro Saraco, Officiale Archivista della Penitenzieria Apostolica, sono intervenuti mons. Sergio Pagano, Prefetto Archivio Segreto Vaticano, il prof. Ludwig Schmugge, docente emerito dell’Università di Zurigo, la prof.ssa Kirsi Salonen, dell’Università di Tampere, Finlandia, il prof. Arnold Esch, direttore emerito dell’Istituto Storico Germanico di Roma. Dopo la pausa pranzo, i lavori sono proseguiti nel pomeriggio con gli interveti della prof.ssa Marina Raffaeli dell’Università La Sapienza di Roma, di mons. Giordano Caberletti, Prelato Uditore del Tribunale della Rota Romana, del dott. Antonio Pagano, Officiale della Penitenzieria Apostolica, del prof. Filippo Lovison, e del prof. Roberto Regoli della Pontificia Università Gregoriana. La conclusione è stata riservata a mons. Gianfranco Girotti, Reggente della Penitenzieria Apostolica, il quale ha sottolineato come la Giornata di studio abbia mostrato un’immagine più chiara della Penitenzieria Apostolica e abbia fatto emergere l’importanza storica di questo dicastero soprattutto nei campi storico, giuridico ed ecclesiastico. Particolarmente rilevante la presenza attenta di giovani studenti universitari. Ciò sta ad indicare quanto sia importante anche per le nuove generazioni una ricerca storica seria, rispettosa e scrupolosa: conoscere il passato per capire meglio il presente proiettandosi verso il futuro.

Giornata di Curricolo dei dottorandi Dottorandi FdT

Diritto Sfide pastorali e giuridiche per la Nuova evangelizzazione

Il 18 novembre, i dottorandi della Facoltà di Teologia dell’UPS, accompagnati dal prof. Francis-Vincent Anthony, coordinatore del curricolo di III Ciclo, e dal prof. Damasio Madeiros, hanno partecipato alla Giornata di Studio promossa dalla Penitenzieria Apostolica in occasione dell’apertura del suo Archivio Storico. Si tratta di documentazione in grado di dare un rilevante apporto dal punto di vista storico, religioso, sociale ed economico. Il materiale, messo a disposizione dei ricercatori, corrisponde ad antichi registri e documenti sulla storia del dicastero, sulla sua struttura interna e sulle sua attività. Sono tutti documenti di “Foro esterno”, cioè di quell’ambito riguardante la generale utilità, i pubblici rapporti dei fedeli tra loro e con l’autorità, ciò che può essere di pubblico dominio. La giornata di studio organizzata dal più antico Dicastero Vaticano, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana, l’Università La Sapienza di Roma e l’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa, è stata presieduta e moderata dal card. Raffaele Farina, salesiano, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. La giornata si è aperta con i saluti iniziali del card. Fortunato Baldelli, Penitenziere Maggiore, e del prof. Normann Prof. Ubaldo Montisci, prof. Jerome Vallabaraj, prof. Carmelo Torcivia e il card. Raymond Burke

Le sfide pastorali e giuridiche della “Nuova evangelizzazione” sono state al centro del pomeriggio di studio organizzato congiuntamente dalla Facoltà di Diritto Canonico e dal Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica dell’UPS. Il pomeriggio di studio, che si è svolto mercoledì 30 novembre presso l’Aula Juan Vecchi dell’UPS, è stata l’occasione per presentare il libro Iustitiam et iudicium facere in onore del prof. Sabino Ardito, docente emerito della Facoltà di Diritto Canonico dell’UPS, per la quale è intervenuto il Segretario di Stato Vaticano, S. Em. il card. Tarcisio Bertone, SDB. L’incontro con il titolo “Vino nuovo in otri vecchi?” ha voluto puntualizzare in quel vistoso interrogativo che, a prima vista può apparire retorico, la possibilità di portare avanti un’azione pastorale che deve sempre rinnovarsi stimolata dalle esigenze del momento storico in una realtà come la Chiesa con il suo grande deposito di tradizione. La risposta chiaramente è stata positiva e i relatori invitati a offrire degli elementi chiarificatori sono brillanti.


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notizieups•Le Facoltà Il Cardinale Bertone alla presentazione del libro “Iustitiam et iudicium facere” I proff. Markus Graulich e Ubaldo Montisci

Il meeting è stato avviato dal Rettore dell’UPS, prof. Carlo Nanni che ha salutato i moltissimi presenti in Aula. La prima delle relazioni previste dal programma è stata quella di S. Em. il card. Raymond Burke, Presidente della Segnatura Apostolica, che ha presentato le “Dimensioni giuridiche della nuova evangelizzazione”. Di seguito, il prof. don Carmelo Torcivia, docente di Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica di Palermo e invitato nella sezione della LUMSA di Palermo, ha svolto una “Lettura teologico pastorale dei Lineamenta per il Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione”. Quindi, il prof. Ubaldo Montisci, coordinatore del DPGC, ha moderato la tavola rotonda alla quale sono intervenuti il prof. Markus Graulich (“Evangelizzare la cultura giuridica”) e il prof. Jesu Pudumai Doss (“Nuova evangelizzazione. Considerazioni canoniche”) le cui riflessioni partivano dalla prospettiva del diritto canonico; il prof. Antonino Romano (“Il modello di nuova evangelizzazione nel contesto dinamico delle nuove culture”) e il prof. Jerome Vallabaraj (“Lettura catechetica dei Lineamenta”) le cui riflessioni erano chiaramente impostate su una prospettiva catechetica e pastorale. Il moderatore ha quindi avviato il dibattito aperto a tutti i partecipanti dove è stato sottolineato soprattutto il dialogo arricchente che potrebbe esserci tra i cultori di pastorale e di diritto canonico sui grandi temi di attualità come Nuova evangelizzazione. Al dibattito in sala ha fatto seguito il momento centrale dell’incontro, e cioè la presentazione del libro Iustitiam et iudicium facere curato dai professori Jesu Pudumai Doss e Markus Graulich. Intervenendo, il Cardinale Bertone ha messo in luce l’apporto del prof. Ardito allo studio del Diritto Canonico e soprattutto il suo impegno attivo nell’amministrazione della giustizia con il suo lavoro di Vicario Giudiziale presso il Tribunale di Prima Istanza per le Cause di Nullità di Matrimonio del Vicariato di Roma. Anche il Rettore, prof. Nanni e il Decano della Facoltà di Diritto Canonico, prof. Jesu Pudumai Doss, hanno apprezzato e ringraziato il prof. Ardito per il servizio che ha profuso all’Università e alla Facoltà. Molto nutrita è stata la presenza degli ospiti alla celebrazione in onore di don Ardito tra cui quelle di S. Em. il card. Raffaele Farina, Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, di S. Ecc. mons. Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e di mons. Enrico dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense.

Il card. Bertone e i proff. Sabino Ardito e Jesu Pudumai Doss

Il Segretario di Stato, S.Em. il cardinale Tarcisio Bertone ha voluto onorare con la sua presenza l’Università Salesiana con l’occasione dell’omaggio che la FDC ha voluto rendere al prof. Sabino Ardito, docente emerito della Facoltà, per il suo 70° genetliaco, lo scorso 30 novembre 2011. Il cardinale ha contribuito così alla presentazione del libro Iustitiam et Iudicium Facere. Scritti in onore del Prof. Don Sabino Ardito, SDB a cura di Jesu Pudumai Doss e Markus Graulich, edito dalla LAS. La presentazione del volume avveniva a conclusione del seminario “Vino nuovo in otri vecchi?” sulle sfide pastorali e giuridiche della “Nuova evangelizzazione” organizzato dalla FDC e dal Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica. Nel suo intervento, il cardinale Bertone, ha salutato i presenti e ringraziato i due curatori del volume, i proff. Jesu Pudumai Doss e Markus Graulich. Quindi ha espresso la sua stima e la rinnovata amicizia a don Ardito “al quale mi legano, tra l’altro, non pochi momenti di comune impegno al servizio del diritto canonico, specialmente nella fase preparatoria del nuovo Codice (1983), come pure una proficua collaborazione nella nostra Università salesiana”. Il Cardinale si è poi soffermato sulla pubblicazione che rende omaggio a don Ardito sottolineandone il “significativo contributo per approfondire la comprensione di una disciplina importante nella missione della Chiesa” del diritto canonico, in particolare nel peculiare aspetto del diritto matrimoniale e familiare di cui si occupa don Ardito “con grande solerzia, vivo senso della giustizia, sostenuto

I cardinali Raymond Burke e Raffaele Farina. Al loro fianco mons. Mario Toso


Al centro il card. Oswald Gracias. Accanto a lui mons. Juan I. Arrieta e il prof. Pudumai Doss

dalla passione per la verità”, ha evidenziato. Riferendosi alle parole che il Papa Benedetto XVI ha espresso in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario il 22 gennaio 2011, il cardinale Segretario di Stato ha ricordato “l’alta e imprescindibile missione” di “favorire la conoscenza del diritto e di amministrare la giustizia della Chiesa” per alcuni dei suoi membri, così come lo è per don Ardito. A questo proposito ha rievocato l’episodio delle Querce di Mamre in cui il Signore incontra Abramo per esortarlo ad “agire con giustizia e diritto”, applicando questa “vocazione” a don Ardito il quale nell’impegno circa il diritto matrimoniale, “si è sforzato costantemente di inquadrare ogni suo studio giuridico sul matrimonio e sulla rilevanza dell’amore coniugale nella luce dei principi che tale istituto riceve dalla sua natura sacramentale, traendo da questo imprescindibile criterio tutte le giuste e dovute conseguenze”. “Don Sabino Ardito”, ha aggiunto il Cardinale Bertone, “ha saputo tener presenti sia le istanze pastorali sia quelle dottrinali” in una capacità di sintesi che serve e corrobora la norma “affinché la sua efficacia sia piena, salutare e veramente utile alla comunità ecclesiale”, poiché “poco vale la dottrina se non viene messa a servizio della vita delle comunità ecclesiali” e “inefficaci rimangono quelle leggi che non incidono sulla quotidianità dei rapporti umani”. La mediazione del pastore diventa così importante, dà cuore alla norma: “La Chiesa sa che la sua azione legislativa, giudiziaria e coattiva, per essere pienamente efficace, deve produrre convincimenti nel singolo e nella comunità non solo a livello di comportamento esteriore, ma anzitutto di coscienza”, ha affermato il cardinale Bertone. Ed ha concluso rinnovando il suo grazie al “caro confratello” don Sabino Ardito per il suo lavoro di giudice vicariale nella Diocesi del Papa e nella Curia Romana. “La sua fervida e alacre attività di giurista e di giudice competente e scrupoloso è stata di aiuto per tante persone e comunità, favorendo la tutela dei diritti di ciascuno per lo sviluppo integrale degli individui e per la costruzione del regno di Dio nella città degli uomini”.

Il prof. Pudumai Doss al convegno della Canon Law Society of India L’Associazione canonistica indiana (Canon Law Society of India) ha celebrato il 25° della sua fondazione in occasione della Conferenza Annuale celebrata a Mumbai (India) tra il 19 e il 26 ottobre 2011, presieduta da S. Em. Card. Oswald Gracias, Arcivescovo di Mumbai e Presidente onorario dell’Associazione. La Conferenza ha voluto rivedere i passi compiuti finora dall’Associazione e proporre altre tappe per il futuro (“Looking Back on our Milestones. Looking Forward to More Stepping Stones”). Il programma è stato organizzato attorno a vari temi per ogni giorno dell’incontro: Ecco i temi: Legislazione e missione della Chiesa, Legislazione e rapporti tra diverse persone nella Chiesa, Legislazione del Tribunale, Strutture Ecclesiali, Legislazione e collegialità, Partecipazione dei laici, Legislazione e amministrazione dei beni. Nella giornata dedicata alla “Legislazione e collegialità”, il 24 ottobre 2011, il prof. Jesu Pudumai Doss, Decano della FDC, ha presentato una relazione dal titolo “Effective Conflict Resolution. New Avenues, Tools and Methods”. Dopo aver mostrato i vari conflitti già presenti nella Chiesa apo-

stolica dei primi secoli e nella situazione attuale della Chiesa, ha esposto le soluzioni canoniche per risolvere questi conflitti, soprattutto soffermando su tre possibili ambiti: il processo contenzioso ordinario e orale; il processo penale; e il ricorso contro i decreti amministrativi. Ci sono anche diversi metodi alternativi di risoluzione delle controversie già previsti nel Codice, oltre a quelli suggeriti da varie Conferenze episcopali, quali il Due Process (Stati Uniti), o il Kirchliche Arbeitsgerichtsordnung (Germania), e ancora l’ufficio o consiglio per ricercare e suggerire eque soluzioni (indicato dal Codice di diritto canonico per ogni conferenza episcopale). La relazione si è conclusa con alcune indicazioni pratiche nell’ambito del servizio pastorale-giudiziale della Diocesi sia per prevenire sia per risolvere i conflitti nella Chiesa. Tra gli altri partecipanti, mons. Juan Ignacio Arrieta, Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, mons. Antony Anandarayar, arcivescovo di Cuddalore Pondicherry, mons. Remigiose Inchananiyil, Vescovo di Thamarassery, e mons. Varghese Chakkalakkal, Vescovo di Kannur e Segretario Generale della Conferenza episcopale dell’India (Conference of Catholic Bishops of India).

Filosofia Consegnato al Cardinale Bertone il volume su Tommaso Demaria

Mercoledì 30 novembre 2011, in occasione della sua presenza all’UPS per il Convegno organizzato dalla FDC e dal DPGC sulle sfide pastorali e giuridiche della “Nuova Evangelizzazione”, la FdF ha avuto la gioia di accogliere S. Em. il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, per un breve incontro. Cogliendo l’occasione della prossima celebrazione del 75° anniversario di fondazione, il cardinale ha incoraggiato la Facoltà a proseguire con impegno e con responsabilità il proprio prezioso e insosti-


tuibile servizio accademico e culturale. Al Cardinale è stata consegnata dal Decano insieme con il dott. Nicola Mele (“Nuova Costruttività”) e il dott. Giulio Gallazzi (SRI Group), presenti all’incontro, una copia del nuovo volume a cura di M. Mantovani, O. Riggi e A. Pessa dal titolo Oltre la crisi. Prospettive per un nuovo modello di sviluppo. ll contributo del pensiero realistico di Tommaso Demaria (LAS, Roma 2011), che raccoglie gli Atti dell’omonimo Convegno di dicembre 2010 al quale Sua Eminenza partecipò con un intervento video (intervista del dott. Piero Damosso, Caporedattore al TG1) il cui prezioso testo (Le principali intuizioni di Demaria e le fondamentali indicazioni della Caritas in veritate) è stato inserito (pp. 39-42) nella pubblicazione stessa.

thiyil. Sono intervenuti anche: il dott. Guido Baggio (Università degli Studi di Roma-Tre, I miti tra modernità e postmodernità); il prof. Martin Nkafu Nkemnkia (Pontificia Università Lateranense, I miti fondativi africani), il prof. Michele Marchetto (IUSVE di Venezia, La caverna di Platone. Forma, preistoria, rovesciamento); il prof. Maurizio Paolillo (Università degli Studi del Salento, Il mito nella tradizione cosmogonica taoista).

Lezioni sul realismo dinamico di T. Demaria

Tavola rotonda sul “Ritorno alla mitologia: risorsa e tentazione” Il prof. Guido Baggio

L’Istituto di Scienze della Religione della FdF, nella persona del direttore prof. Maurizio Marin e dei suoi collaboratori, ha organizzato martedì 8 novembre 2011 un’interessante e significativa Tavola rotonda sul rapporto tra mito e filosofia dal titolo Ritorno alla mitologia: risorsa e tentazione. Il termine “ritorno” stava a indicare la valorizzazione dei miti in vari ambiti di studio. Con “risorsa” ci si è riferiti al grande patrimonio di intuizioni filosofiche contenute nei miti; il termine “tentazione” esplicitava invece il sempre presente pericolo di irrazionalismo, esoterismo, dispersione nel fantastico o persino nel puerile, che può sorgere dall’uso acritico dei miti. Attraverso qualificati interventi, e poi nel dibattito, si sono trattati nella prima sessione i miti indù, buddisti, precolombiani, africani, taoisti e platonici; la seconda sessione ha visto interventi sulla ricerca e la rinuncia alla verità nel postmoderno, la Cabala, il “mito del buon selvaggio”, i fondamentalismi, la New Age, il neopaganesimo, il rapporto tra narratività e teoreticità. Per quanto riguarda l’UPS hanno tenuto una loro relazione i proff. Carlo Nanni, Stefano Curci, Cristiana Freni, Jose Kuruvachira, Mauro Mantovani, Maurizio Marin, Graziano Perillo, Luis Rosón Galache e Scaria ThuruIl prof. Maurizio Marin e il Rettore Carlo Nanni

Dal 14 al 18 novembre si è tenuto all’UPS il ciclo di lezioni sul realismo dinamico organizzato dalla FdF con la collaborazione dell’Associazione “Nuova Costruttività” dal titolo Il contributo del pensiero realistico dinamico di Tommaso Demaria. Vi hanno partecipato alcuni rappresentanti del mondo dell’economia e dell’impresa, oltre agli studenti del II ciclo. Si è potuta così nuovamente considerare da vari punti di vista la significatività e l’attualità della prospettiva teoretica del teologo e filosofo salesiano Tommaso Demaria, scomparso 15 anni fa. Le lezioni, apertesi con una Introduzione alla persona e all’opera di Tommaso Demaria (O. Riggi), hanno esaminato il suo apporto per la pedagogia (G. Tacconi), la metafisica (R. Roggero, M. Mantovani), l’economia e la gestione dell’impresa (R. Roggero, L. Cipriani, N. Mele, L. Campanella), l’ecclesiologia (P. Roggero) e la filosofia della cultura (D. Bagnardi).

Giornata della Facoltà di Filosofia Mercoledì 16 novembre 2011 la FdF ha vissuto un momento particolarmente significativo in occasione della tradizionale Giornata della Facoltà, durante la quale docenti, studenti, exallievi e amici della Facoltà, hanno preso parte alla visita culturale delle città di Anagni e Alatri. Particolare attenzione è stata dedicata, grazie alla competente guida della prof.ssa Giulia Lombardi, della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino “Angelicum”, alla ricchezza filosofica e teologica del ciclo pittorico della Cripta del Duomo di Anagni. La visita pomeridiana alla città di


Il dott. Paolo Beltrame

Alatri è stata invece guidata dalla dott.ssa Maria Tecla Pecci, del Centro Culturale “Paolo VI”. La giornata si è conclusa con la Concelebrazione eucaristica nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Alatri, presieduta dal Decano.

“Scholarship Marilena Amerise” e “Premi Dialoghi di Filosofia” 2012

dell’Università di Los Angeles (USA). Nel corso della lezione, il dott. Beltrame ha illustrato le più recenti scoperte scientifiche e le principali sfide nella ricerca sull’“infinitamente grande” e sull’“infinitamente piccolo”, passando poi a evidenziare gli elementi più significativi e i rischi più ricorrenti che caratterizzano il dialogo interdisciplinare e le questioni concernenti il rapporto tra scienza, filosofia e teologia.

La Facoltà di Filosofia ha assegnato la Scholarship “Marilena Amerise 2012” alla studentessa Raffaella Esposito che sta concludendo gli studi di I ciclo presso la Facoltà e nel contempo si sta perfezionando nella “Philosophy for Children. Costruire comunità di ricerca in classe e in altri contesti educativi”, area di particolare interesse e di possibili approfondimenti futuri. Il premio è messo a disposizione grazie alla collaborazione del Centro Culturale Paolo VI di Sant’Ivo alla Sapienza di Roma e in ricordo della giovane studiosa coriglianese prematuramente scomparsa nel 2009. All’interno della stessa Scholarship sono stati assegnati tre buoni studio anche alle studentesse della Facoltà Elena Mascaro, Ilaria Scalzini e María de los Dolores Huerta López. La cerimonia ufficiale di consegna avrà luogo martedì 28 febbraio 2012 in occasione dell’Incontro di “Fede, Cultura e Scienza” dal titolo La “questione costantiniana”: il contributo di Marilena Amerise, con l’intervento del prof. Giovanni Maria Vian (La Sapienza Università di Roma e Direttore de L’Osservatore Romano). Anche i Premi “Dialoghi di Filosofia” per studenti e studentesse del terzo, quarto e quinto anno delle scuole superiori italiane sono stati regolarmente istituiti dalla Facoltà per questo nuovo anno accademico. L’argomento scelto è “La persona”, ed il termine ultimo previsto per l’invio degli elaborati è il 31 gennaio 2012. I vincitori riceveranno i Premi durante la Giornata di studio che si terrà all’UPS venerdì 23 marzo 2012 in occasione delle celebrazioni del 75.mo anniversario della Facoltà di Filosofia dell’UPS.

La “Questione di Dio” tra fisica, filosofia e teologia Con la lezione dal titolo “La ‘questione di Dio’ tra fisica, filosofia e teologia” si è chiusa lunedì 28 novembre all’UPS la serie di iniziative organizzate dalla Facoltà di Filosofia all’interno della Settimana Culturale della Filosofia 2011 dal titolo “La questione di Dio oggi”. L’ultimo intervento è stato tenuto dal dott. Paolo Beltrame, membro del Dark Matter Group del Dipartimento di Fisica e Astronomia

Educazione Terzo Simposio Cina-Italia sul profilo dell’educatore Nel quadro della convenzione tra l’UPS e la Zhejiang University di Hangzhou (R.P. della Cina) si è tenuto ad Hangzhou un incontro sul tema “The profile of the Educator: A Challenge for the Faculties of Education” nei giorni 30-31 ottobre 2011. Rispetto ai simposi precedenti la riunione si è distinta per la partecipazione di altre università oltre alle due citate: per l’Europa si tratta di RomaTre per l’Italia, di quella di Lisbona per il Portogallo e di quella di Leeds per il Regno Unito; inoltre erano presenti università dell’Asia. La delegazione dell’UPS era composta dai professori Giancarlo Cursi, Dariusz Grzadziel, Guglielmo Malizia e Renato Mion per la FSE dell’UPS; Sandra Chistolini per la Facoltà di Scienze della Formazione di RomaTre; Maria Helena Pratas per l’Instituto Superior de Educaçao e Ciências di Lisboa. Il simposio prevedeva tre sessioni: la prima sulle innovazioni della conoscenza e le nuove immagini dell’educatore; la seconda sulla coltivazione delle professioni educative in un contesto di globalizzazione; la terza sugli approcci all’innovazione. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) hanno provocato uno scenario di radicale transizione verso nuove forme di vita e di organizzazione che ha

La delegazione europea al Simposio


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fatto parlare di “società della conoscenza”. Si sono accresciute enormemente le opportunità di accedere all’informazione, ma si richiedono competenze nuove che, se mancano, possono provocare emarginazione. Il Simposio non solo si è soffermato sulle sfide e soprattutto sulla “emergenza delle emergenze”, l’educazione cioè, ma ha cercato di abbozzare alcune linee di soluzione. Le principali sono: miglioramento della selezione allargando la base del reclutamento; elevazione dei livelli della formazione iniziale, stabilendo dei legami più stretti tra le università e gli istituti di formazione; generalizzazione della formazione in servizio; miglioramento dello status giuridico, sociale ed economico. Nella preparazione degli educatori si dovrà realizzare un corretto equilibrio tra le competenze disciplinari e le educative e bisognerà trasmettere una visione della pedagogia che stimoli la problematizzazione e l’elaborazione di ipotesi e che sviluppi le qualità di natura etica, intellettuale e affettiva. In aggiunta, si richiede di formare gli educatori a lavorare in gruppo, a dialogare con le altre componenti e la comunità, a padroneggiare le TIC. Una preparazione di qualità esige pure che i futuri educatori siano introdotti alle metodologie della ricerca.

Per promuovere i metodi di studio e di approfondimento All’inizio del primo semestre del 2011, si è svolto per la prima volta un corso finalizzato a Promuovere uno studio indipendente e autoregolato per la comprensione del testo scritto. Al corso, proposto dal Centro PsicoPedagogico della FSE, hanno partecipato alcuni dei nuovi studenti iscrittisi quest’anno all’UPS. L’iniziativa è nata dal desiderio di dare risposta alle numerose richieste di studenti universitari nell’organizzare il proprio studio e prepararsi agli esami. Al corso hanno preso parte 20 studenti, sia italiani che stranieri. Gli incontri sono stati condotti dal prof. Mario Comoglio in collaborazione con le dottoresse Francesca Napoletano e Roberta Pontri. Si è svolto in quattro pomeriggi, nei quali sono stati trattati i seguenti contenuti: linguaggio e comprensione del testo: i processi mentali coinvolti; leggere velocemente usando lo skimming; individuare l’idea principale di un testo; costruire mappe semantiche per elaborare le informazioni. Al fine di promuovere la riflessione individuale e la collaborazione, in ogni incontro i partecipanti hanno avuto la possibilità di apprendere secondo diverse modalità, individualmente, in coppia, in piccolo gruppo e in assemblea. I partecipanti hanno apprezzato l’atmosfera cordiale che ha permesso loro di conoscersi meglio e aiutarsi reciprocamente nell’apprendimento collaborativo. Significativo è stato il continuo confronto che nel dialogo ha permesso a ciascuno di trovare e offrire sostegno e incoraggiamento. Nei questionari di gradimento e nelle discussioni di gruppo, i partecipanti hanno dichiarato di aver particolarmente gradito la possibilità di sperimentare le tecniche e strategie proposte, oltre che la loro immediata spendibilità nello studio personale. I contenuti sono stati quindi apprezzati per la loro rilevanza e attinenza rispetto allo stu-

dio universitario che stanno affrontando. Al termine del corso, i partecipanti hanno manifestato il desiderio di voler ulteriormente approfondire la conoscenza e la sperimentazione delle tecniche e strategie di apprendimento. Pertanto è sembrato utile offrire loro la possibilità di ricevere un accompagnamento successivo al corso, oltre che proporre un incontro di follow-up come occasione di confronto e approfondimento. Questa prima edizione del corso ha avuto una buona riuscita. Il gradimento e la partecipazione manifestata dagli studenti sono stati inaspettatamente alti. Pertanto ci si augura di proporre altre edizioni di questo corso, al fine di poter dare una risposta concreta al bisogno degli studenti che desiderano migliorare il proprio metodo di studio e apprendimento. Questo potrebbe essere un’ulteriore possibilità offerta dall’Università per promuovere la crescita personale e professionale degli studenti.

Come comunicare la creatività Convegno a cura del GSLG Nel suo 35° anno di ininterrotta attività di promozione alla lettura e alla letteratura giovanile, il Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile (GSLG), proseguendo il suo percorso di qualificate esperienze di incontri, laboratori, convegni, mostre e pubblicazioni, ha organizzato un convegno sul tema: “Comunicare la creativita’: espressioni e idee a confronto”, che si è svolto all’UPS mercoledì 23 novembre 2011. I lavori sono stati introdotti dal decano della FSE, don Francesco Casella. Sono intervenuti il prof. Michele Pellerey, professore emerito di “Didattica Generale” presso l’UPS con una riflessione dal titolo Creatività e responsabilità educativa); il prof. Italo Spada, docente di Scienza della comunicazione Audiovisiva presso l’Università Seraphicum di Roma, che si è soffermato sul tema Cinema è/e creatività; la professoressa Cristiana Freni, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’UPS che ha si è incentrata sul tema della Creatività nell’universo letterario di Italo Calvino; il dr. Andrea Angiolino, ideatore ed esperto di giochi il cui intervento ha avuto come titolo Detto per gioco: parlare di giochi e comunicare attraverso i giochi; il dr. Domenico Volpi, giornalista e scrittore per ragazzi, il cui intervento, nel quale ha


raccontato la sua esperienza personale, ha avuto come titolo: Capriole di lettere e parole: storie miste di punti di vista. Gli interventi sono stati introdotti dalla dott.ssa Claudia Camicia, Presidente GSLG. Gli atti del convegno saranno pubblicati sulla rivista trimestrale “Pagine Giovani”.

Giornata del curricolo di Pedagogia per la scuola e la formazione professionale della FSE Il gruppo di studenti e professori del curricolo di Pedagogia per la scuola e la formazione professionale della Facoltà di Scienze dell’Educazione ha dedicato la giornata del curricolo a rafforzare la conoscenza reciproca e a consolidare le relazioni, gli scambi culturali e internazionali e la riflessione pedagogica critica. A differenza della visita svoltasi lo scorso anno a una istituzione scolastica e formativa sul territorio come feedback concreto e diretto di quanto studiano nelle aule dell’UPS aspiranti docenti e dirigenti scolastici, quest’anno si è “giocato in casa”. La giornata – svoltasi all’UPS – ha privilegiato inizialmente la partecipazione e la condivisione nel ringraziamento eucaristico per offrire con coesione spirituale, un’attenzione ad alcune famiglie di studenti e professori provate dalla perdita negli ultimi tempi di persone care. Nella Sala Juan Vecchi, poi, si è proseguito il programma constatando su una mappa proiettata e inserita in Google Maps all’indirizzo http://fse.unisal.it/pfp i luoghi di provenienza degli studenti del curricolo che vanno dalla Polonia del Nord al Madagascar, da Haiti alla Cina, con una maggioranza appartenente a una quindicina di stati del continente africano. Dopo brevi presentazioni il tempo è stato investito in un cineforum che ha avuto come film scelto per la riflessione critica Die Welle (L’onda - 2008) di Dennis Gansel. Il tema dell’estremismo e dell’autocrazia che genera codici di disciplina collettivi, sensi di sicurezza, di disciplina, di autostima, in ambito scolastico, idee che passano dai concetti agli atteggiamenti, dal livello teorico ai comportamenti attraverso un insegnante, l’obbedienza cieca, la simulazione, la leadership, l’individualismo, sono solo alcuni degli spunti che si sono resi oggetto di discussione e di interpretazione in chiave pedagogica e didattica. Non si è trat-

tato solo di premesse al nazionalsocialismo, ma di ciò che può generare un inquietante esperimento, il potere di leadership di un insegnante. La riflessione a piccoli gruppi ha dato modo agli studenti presenti di negoziare significati, esprimere opinioni, raccontare esperienze tratte dalle situazioni peculiari vissute nei propri paesi di origine. A conclusione, il pranzo insieme ha ribadito l’efficacia dello stile di dialogo e di famiglia che favorisce talvolta informalmente gli scambi culturali universitari tra studenti e professori lontano dall’aula e fuori dalla biblioteca. Un esperienza molto positiva, senz’altro da ripetere.

Presentazione di due volumi editi dalla LAS

La collana “Italia-Cina Educazione” della LAS, nata a seguito della collaborazione tra la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS e il Centro Seeco di Hangzhou (Cina), in collegamento con il College of Education della Zhejiang University, ha conseguito un ulteriore traguardo con la pubblicazione di altri due volumi relativi al sistema educativo del nostro Paese. La presentazione è avvenuta nel corso di una tavola rotonda di fronte a un pubblico qualificato lunedì 28 novembre 2011. Ha moderato l’incontro il Rettore dell’UPS, prof. Carlo Nanni, che ha focalizzato il suo intervento sulla figura del prof. Cesare Scurati, uno degli autori dei volumi oggetto della presentazione, ex-allievo dei salesiani, estimatore e amico dell’UPS, che è recentemente scomparso. Egli, dopo aver lavorato nella scuola statale come insegnante e dirigente, si è dedicato alla ricerca e all’insegnamento negli Atenei di Genova, Parma e, successivamente, nell’Università Cattolica di Milano, dove è stato professore ordinario di Pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Psicologia. I suoi temi di studio predominanti sono legati all’innovazione dei processi formativi, con un occhio critico costante alle teorie pedagogiche generali, rilette secondo la prospettiva personalistica. A Studenti del Curricolo di Pedagogia per la scuola e la FP livello metodologico, ha contribuito a perfezionare e diffondere le procedure di ricerca-azione. Nel contesto del sistema educativo italiano, illustrato in maniera precisa, aggiornata e critica dal prof. Sergio Cicatelli, direttore del Centro Studi per la Scuola Cattolica della Cei, il prof. Paolo Calidoni, ordinario di didattica dell’Università di Sassari e curatore del volume (gli altri due autori sono Enrico Mauro Salati e Cesare Scurati) “Le scuole di base di tutti e per tutti”, ha messo in risalto l’originale impostazione del libro che fa perno su tre punti di vista: istituzionale, pedagogico e didattico. A sua volta, il prof. Michele Pellerey, emerito di didattica all’UPS e


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autore del volume “Il sistema universitario italiano nel contesto europeo”, ha descritto l’evoluzione delle università del nostro Paese, allargando il discorso ai percorsi di formazione professionale superiore e agganciandolo allo “Spazio europeo dell’istruzione superiore e della ricerca”. Il dibattito ha confermato la validità delle due pubblicazioni, evidenziando tra l’altro un certo deficit di attenzione all’equità e di partecipazione dal basso nella stagione delle riforme.

Convegno COSPES sulle motivazioni Il 25 novembre 2011 ha avuto luogo il convegno dal titolo “Motivare/Rimotivare i giovani. L’orientamento tra scuola, famiglia e territorio” a cura dell’Associazione Nazionale COSPES con la collaborazione della Pontificia Facoltà Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma e dell’UPS. Il convegno è stato aperto dal saluto di Sandro Ferraroli, Presidente COSPES, del Rettore prof. Carlo Nanni, della professoressa Pina Del Core, Preside dell’Auxilium, e di Speranzina Ferraro, Dirigente MIUR. Introdotti dal dr. Angelo Perfetti, giornalista de “Il Tempo”, hanno fatto seguito gli interventi del prof. Gian Vittorio Caprara, Università La Sapienza, su “Motivazione e autoefficacia nell’apprendimento”; del prof. Michele Pellerey, UPS, su “Motivazione e ri-motivazione nell’insegnamento”, e della prof. Pina Del Core, Auxilium, su “Progettualità e ricerca di senso nell’orientamento”. I lavori nel pomeriggio sono stati avviati da una Tavola rotonda dal titolo: “Motivare/rimotivare. Strategie e ambiti d’intervento: giovani, Scuola/FP, famiglia e territorio”, moderata dalla Presidente Nazionale CIOFS-FP, Lauretta Valente. Sono intervenuti Simone Zagheni (Cospes Arese, Milano), Antonella Brusa (Cospes Sardegna), Diego Boerchi (Università Cattolica di Milano), e Daniela Pavoncello (Isfol). Nel corso del convegno è stato presentato il volume Orientamento e sviluppo e valutazione delle competenze. Modelli e strategie di applicazione nei diversi contesti formativi a cura del Cospes, edito dalla LAS.

17° Incontro italo-tedesco sull’educazione Dal 18 al 22 settembre 2011 si è svolto a Roma il 17° Incontro Italo-Tedesco sul tema “Problematiche etiche nell’insegnamento della religione”. Merita ricordare subito che questi incontri biennali, alternativamente in Germania e in Italia, durano da quasi 40 anni, a partire dal 1973. Questo dice di per sé l’apprezzamento di entrambe le parti, grazie allo scambio che avviene di esperienze, di dati e di riflessioni sul tema scelto nell’ambito sempre della pedagogia religiosa nella scuola, così bene strutturata in Germania come in Italia, pur con tante differenze di impostazione e interpretazione. L’incontro è organizzato in Italia dall’Istituto di Catechetica dell’Università Salesiana di Roma con la partecipazione di altri studiosi e per la Germania da professori di pedagogia religiosa dell’Università di quella nazione. In tutto una quarantina di partecipanti, suddivisi in due metà per ognuno dei due paesi. Non ultimo, va menzionato che questo tipo di convegni tra due realtà così diverse nell’area pedagogico-religiosa è unico in Europa. La lucida consapevolezza dei problemi non poteva eliminare la necessità di affrontare con gli alunni la questione morale, prima ancora la possibilità di farlo entro una corretta visione pedagogico-religiosa. Qui sono intervenute le diverse relazioni delle due parti. Da parte italiana si è iniziato con una carrellata di “informazioni aggiornate sulla dimensione morale, nei testi recenti di istruzione religiosa con metodologie in atto”. Il prof. Zelindo Trenti dell’Istituto di Catechetica ha presentato un modello teorico e pratico centrato su una “ermeneutica esistenziale” circa l’insegnamento della religione nella secondaria superiore. Il prof. Paolo Carlotti, docente di morale nella Facoltà di Teologia, ha svolto una riflessione-quadro sull’educazione alla virtù, intesa come via fondamentale per un’etica insieme sicura, sostenibile e congrua alla condizione giovanile oggi, preferibile a una tradizionale etica della norma oggi difficilmente ricevibile. Al Rettore prof. Carlo Nanni è stata chiesta ancora una riflessione-quadro circa l’educazione ai valori. Essa ha il pregio di fare unità fra istanza religiosa (cristiana) e attese giovanili in ambito etico, con una larga gamma di approcci. Da parte tedesca

Alcuni relatori dell’incontro


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è stato proposto un modello etico di grande impatto e molto diffuso nelle scuole tedesche (non solo di religione) dal titolo Compassion, dove la dimensione religiosa viene come incarnata nell’atteggiamento fondamentale di ‘compassione’, di misericordia verso gli altri (L. Kuld). Il prof. U. Kropac con la relazione “Etica nell’insegnamento religioso? Il contributo della religione cristiana per la educazione e formazione etica”, ha messo in luce il processo ordinato per uno sviluppo pedagogico-didattico adeguato alla condizione giovanile attuale e secondo la ricerca scientifica pertinente. Ai proff. K. Lindner e A. Kaupp è toccato portare dei contributi al tema esplorando - il primo - “gli interessi di ricerca a riguardo dell’insegnamento dell’etica”, la seconda, offrendo una “panoramica della letteratura attuale sull’apprendimento etico in ambito non scolastico”. I lavori di gruppo hanno perfezionato il dibattito in aula. A volere fare una sintesi dei lavori, si è convenuto nel riconoscere: l’educazione etica a scuola di religione è sentita dalla maggioranza della popolazione come argomento urgente stante la sua esistenza fragile, talora deformata o notevolmente assente tra le giovani generazioni; insieme si è notato che tanta parte dei giovani aspira ad avere orientamenti morali sicuri sui grandi problemi della vita (lo attestano anche indagini recenti in entrambi i Paesi); si è anche rimarcata la complessità per un’adeguata trattazione, a riguardo dello stesso senso da dare all’etica nella cultura attuale, e ciò a motivo del pluralismo culturale e religioso che fa da contesto all’apprendimento scolastico, a motivo del non chiaro rapporto tra etica e religione, fra umanesimo naturale e umanesimo evangelico, a motivo anche della sfiducia circa l’offerta etica della Chiesa. È dunque non facile il compito, ma è indispensabile e atteso. Merita richiamare che assai amicale è stato il clima tra i convegnisti, rallegrato da una visita turistica a Villa Adriana a Tivoli. Sicché l’arrivederci nel 2013 in Germania non è campato in aria. di Cesare Bissoli

I Processi educativi ai traguardi di competenza nell’IRC La giornata di studio, che l’Istituto di Catechetica organizza ogni anno in questo periodo (quest’anno si è celebrata lo scorso 3 dicembre), tende a fare il punto su un problema particolarmente avvertito e dibattuto nell’ambito dell’educazione religiosa, e magari specificamente nella stessa disciplina scolastica IRC. Viene proposta una giornata di studio su invito: quanti vi partecipano di solito mandano un proprio contributo sul tema proposto. Il dialogo muove da un breve imput: (20-30 minuti) che scan-

disca i momenti successivi della conversazione. Quest’anno è stato scelto il tema della competenza, vivacemente dibattuto in ambito scolastico, nell’intento di raccogliere indicazioni preziose che il dibattito culturale offre. Interessa soprattutto verificare l’aspetto specifico dell’educazione religiosa scolastica. Nella mattinata la conversazione è stata quindi subito orientata su prospettive complementari. Una prima riflessione si è mossa a partire dalla sollecitazione dell’Episcopato italiano che ha promosso la dimensione educativa per il decennio in atto. Mons. Vincenzo Annicchiarico, Direttore del Servizio Nazionale IRC, ha quindi proposto: Le scelte pedagogico-didattiche privilegiate dal Servizio Nazionale IRC. Un’altra pista ha inteso richiamare la tradizione educativa della Facoltà di Scienze dell’Educazione (UPS). Il prof. Zelindo Trenti ha introdotto il tema: Le scelte pedagogico-didattiche promosse dall’Istituto di Catechetica. Nel pomeriggio è sembrato importante verificare la situazione concreta nel dibattito attuale circa le competenze: il prof. Sergio Cicatelli ho offerto una precisa e puntuale panoramica dell’uso stesso del termine competenza in Documenti significativi del dibattito: Il concetto di competenza nella ricerca didattica attuale. A conclusione il Prof. Cesare Bissoli ha offerto un quadro di sintesi specificamente circa La competenza nell’elaborazione delle Indicazioni Nazionali sull’IRC. Assai significativi anche i contributi che sono pervenuti alla Segreteria: sono stati raccolti e distribuiti ai Partecipanti; hanno dato sostanza e spessore alla conversazione, sempre vivace e interessante, che ha caratterizzato l’intero incontro. Può essere riconosciuto come un momento importate e qualificante della ricerca che l’Istituto di Catechetica va promuovendo.


La Giornata d’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2011 - 2012 è stato un vero momento di festa nel quale la comunità accademica ha ricevuto “il sale” di tre interventi corposi. Il coro degli studenti del Gerini, ha contrappuntato lo scandire dei tempi e lo spazio dell’Agape ha completato l’impegno degli studenti che, con la loro solita e provata disponibilità, hanno dato calore all’ambiente promuovendo la conoscenza di molti dei nuovi partecipanti all’evento inaugurativo

l’evento photo gallery


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“start” dell’anno accademico 2011 - 2012 di Renato Butera

l Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, Gran Cancelliere dell’UPS, ha presieduto l’inaugurazione dell’anno accademico 2011/12, celebratasi il 12 ottobre 2011. La cadenza dei momenti dell’evento ha seguito i passi della tradizione: Il momento di avvio con la concelebrazione eucaristica, e l’atto accademico con la relazione introduttiva del Rettore, la Prolusione di un ospite illustre, la proclamazione d’apertura, l’omaggio ai professori che in quest’anno in corso hanno raggiunto l’emeritato, e infine la premiazione degli studenti meritevoli. La giornata di inaugurazione ha avuto inizio dunque con la celebrazione eucaristica di invocazione dello Spirito Santo nella parrocchia Santa Maria della Speranza, adiacente all’Università, presieduta da don Chávez. La chiesa, gremita in ogni suo spazio, ha ospitato la comunità accademica, studenti, docenti e personale addetto, oltre a un gruppo di benefattori dell’opera salesiana e agli ospiti illustri, tra cui alcuni ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Durante la mattinata sono arrivati altri illustri ospiti, ambasciatori di paesi accreditati presso la Santa Sede o loro rappresentanti, tra cui: l’ambasciatore di Corea Hong-Soon Han Thomas; la Principessa Khétévane Bagration de Moukhrani, Ambasciatrice della Georgia, insieme al suo consorte il Principe Don Raimondo Orsini D’Aragaona; l’Ambasciatore della Croazia Vucak Filip; l’Ambasciatore delle Filippine Mercedes Arriastia Tuason accompagnata dalla sua assistente Josephine Bantung; l’Ambasciatore dell’Iran Ali Akbar Naseri; l’Ambasciatore del Montenegro Antun Sbutega; l’Ambasciatore della Slo-

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vacchia Jozef Dravecky; l’Ambasciatore della Slovenia Maja M. Lovrencic Svetek; l’Ambasciatore della Turchia Kenan Güsrsoy; l’Ambasciatore della delegazione dell’Unione Europea Yves Gazzo; il Dr. Silvano Pedrollo; il Dr. Balboni Acqua, già Ambasciatore per l’Italia presso la Santa Sede; e infine i rappresentanti delle Ambasciate di Nicaragua Dr. Padilla; Messico, Crista Gonzalez, e Romania, Diana Turconi Bubenek. Sul presbiterio, insieme al Rettor Maggiore, don Francesco Cereda, consigliere generale per la formazione dei Salesiani di Don Bosco, il Rettore dell’UPS, prof. Carlo Nanni, i decani delle sei facoltà, il superiore della visitatoria UPS, don Joaquim D’Souza, e l’ispettore della Circoscrizione Centrale, don Alberto Lorenzelli. La liturgia eucaristica è stata curata da don Mario Maritano, don Luis Rosón e don Stefano Tognacci, e l’animazione musicale dal coro dell’Università diretto dai proff. Mimmo Alvati e Miran Sajovic. Conclusa la concelebrazione eucaristica, la comunità accademica e gli illustri ospiti presenti si sono portati nell’Aula Paolo VI dell’UPS per l’Atto Accademico al quale ha voluto presenziare il Rettor Maggiore. Ad attendere e accompagnare gli ambasciatori e gli ospiti che hanno voluto continuare ad essere presenti anche durante la solenne inaugurazione, c’era il prof. Gianfranco Coffele, vicerettore e


direttore dell’Ufficio per lo sviluppo dell’Università Salesiana, il quale ha accolto il prof. Giovanni Maria Flick, già Ministro della Giustizia ed ex Presidente della Corte Costituzionale. Al prof. Flick è stato affidato l’impegno del discorso di prolusione. In Aula Paolo VI, dove si è svolta la seconda parte dell’evento di Inaugurazione, si è registrato un pienone con la presenza di moltissimi studenti e docenti. L’Atto Accademico è stato avviato dal Rettore, prof. Carlo Nanni, con i saluti e il ringraziamento alle autorità ecclesiastiche e civili presenti, agli illustri ospiti e all’intera comunità accademica presente. Ha continuato con la consueta Relazione Introduttiva nella quale si danno informazioni sulla vitalità dell’Università nelle sue componenti, sottolineando gli avvenimenti più importanti svoltisi nell’anno precedente e indicando alcune linee di progetto per il futuro. Il Rettore si è soffermato solo sulla prima parte della Relazione lasciando la seconda alla lettura personale (ad ogni partecipante infatti è stato consegnato un libretto contenente tutti gli interventi della giornata). L’Atto accademico è stato punteggiato dagli interventi canori del coro degli studenti di teologia del Gerini guidati dal maestro Gioacchino Nguyen Thanh Thung. Alla Relazione introduttiva del Rettore ha fatto seguito la Prolusione del prof. Giovanni Flick che ha avuto come argomento centrale un tema diventato sempre più importante e urgente nella società del nostro tempo: la Dignità. Le parole dell’ex ministro della giustizia, di cui riportiamo la sintesi in un articolo di questo numero della rivista, sono state molto apprezzate e applaudite dai presenti. A seguire il Gran Cancelliere ha inaugurato ufficialmente il nuovo anno accademico. Come segno di riconoscenza per la lunga e preziosa attività svolta, lo stesso don Chávez ha consegnato la medaglia e il diploma dell’UPS ai professori che in quest’anno accademico sono stati insigniti del titolo di Docente Emerito dopo aver compiuto il settantesimo anno d’età: il professore Adriano Alessi, docente della Facoltà di Filosofia, e il prof. Fausto Perrenchio, docente della Facoltà di Teologia della Sezione di TorinoCrocetta. L’emeritato è stato anche conferito a S. Ecc.

mons. Enrico dal Covolo, già decano e docente della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche che, come è noto, è diventato Rettore della Pontificia Università Lateranense, assente per motivi pastorali, ha ritirato per lui il diploma il suo vicerettore mons. Patrick Valdrini. Quindi sono saliti sul palco per ritirare il riconoscimento dell’UPS dalle mani del Gran Cancelliere gli studenti che nello scorso anno accademico si sono segnalati per il loro impegno di studio raggiungendo il massimo dei voti. La mattinata si è conclusa con un’ultima esecuzione canora del coro degli studenti del Gerini e con il pranzo ufficiale per gli ospiti illustri che hanno preso parte all’evento introduttivo dell’anno accademico dell’Università

Don Francesco Cereda, il Rettore Carlo Nanni e il Rettor Maggiore Pascual Chávez

Il Rettore Nanni, il prof. Patrick Valdrini, il Rettor Maggiore, il prof. Adriano Alessi e il prof. Fausto Perrenchio


on Pascual Chávez già da tempo aveva espresso il desiderio di essere presente all’inaugurazione di quest’anno accademico che coincide fra l’altro con il primo anno di preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco che la congregazione salesiana si accinge a vivere con profondo senso di gratitudine e devozione. Con la sua presidenza, il Gran Cancelliere ha voluto anche condividere con la comunità accademica il grazie eucaristico per il dono di un nuovo anno accademico in cui realizzare il personale impegno di formazione, aggiornamento e ricerca per un servizio professionalmente all’altezza delle sfide che vengono poste dall’attualità e soprattutto dalle domande dei giovani, primi destinatari dell’UPS, nello stile salesiano della cordialità e dell’amicizia. L’omelia di don Chávez è stata intensa e ricca di rimandi al magistero del Papa e alla attualità. Egli ha esordito affermando che “questa celebrazione non è dunque (…) una mera formalità, un evento di calendario accademico”, ma “l’impostazione adeguata” dell’importante missione affidata ad ogni docente e a chi si sta formando nella vita universitaria. Innanzitutto, citando le parole che Benedetto XVI ha proferito a El Escorial davanti ai giovani professori universitari partecipanti alla GMG di Madrid, ha ricordato che l’università è “chiamata a essere sempre la casa dove si cerca la verità propria della persona umana”, aggiungendo un altro compito: “quello di saper leggere la storia e … di poter cogliere ciò che è buono, vero, gradito a Dio, soprattutto ora che stiamo vivendo una delle crisi

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il rettor maggiore

più gravi della storia. E mi riferisco non soltanto alla economica e finanziaria, ma anche a quella politica, sociale e, soprattutto, culturale”. Questa che è anzitutto, ha sottolineato il Rettor Maggiore, una crisi “di ordine antropologico”. Don Chávez ha sottolineato le dolorose conseguenze della crisi economica alla cui origine c’è la “perdita del senso profondo dell’esistenza, (“la perdita di qualità della vita, la mancanza di opportunità di educazione e di lavoro, e l’angoscia per il futuro”). Questa crisi ha però svegliato la coscienza di molti giovani da cui è sbocciato il movimento di indignazione che si sta diffondendo “a macchia d’olio” in molti paesi dell’occidente “richiamando maggiore protagonismo da parte dei giovani e l’urgenza di un nuovo ordine mondiale”. Con le parole del Pontefice, don Chávez ha invitato tutti a non avere paura del futuro incoraggiando tutti all’impegno per “la trasformazione di questa società, di questo modello culturale, che sembra essere arrivato al capolinea”. E ciò convinti che la missione della docenza non comunica solo contenuti, o trasmette solo saperi, o sviluppa infine soltanto abilità, ma forma “l’uomo nuovo, il professionista competente, il cittadino attivo, il credente impegnato”. Ha inoltre chiesto di essere “maestri autentici”, capaci di ascolto e di dialogo per percorrere insieme ai propri allievi il “cammino verso la verità”, che è – citando ancora Benedetto XVI - “un cammino dell’intelligenza e dell’amore, della ragione e della fede”. Un atteggiamento di “umiltà” permanente aiuta il docente a superare la vanità di “chi pensa di essere detentore della verità”. Per questo ha senso per l’universitario credente, docente o discente che sia, invocare lo Spirito Santo all’inizio dell’anno accademico, perché, sull’esempio dello stesso Papa Benedetto, possa offrire la testimonianza di cosa significhi essere “un uomo guidato dallo Spirito”, capace di “andare avanti con coraggio e convinzione, senza lasciarsi intimidire e mettere a tacere, senza scendere a patti o compromessi pur di godere della stima e dell’apprezzamento del mondo, consapevole della sua missione”. Un modello d’uomo in alternativa a quello che, in “una visione utilitarista”, “all’insegna del liberalismo e del benessere sociale”, lo vuole un semplice “produttore e consumatore”. Questo è il contesto in cui si è chiamati a dare il proprio apporto culturale come Università Pontificia Salesiana, “per superare questo assoluto del positivismo, al quale vuol ridursi la verità”. “Ma per fare questo - ha aggiunto - c’è bisogno di essere uomini spirituali”.

C’È BISOGNO DI ESSERE UOMINI SPIRITUALI di Renato Butera


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proprie di una realtà universitaria di Renato Butera

a relazione introduttiva del Rettore prof. Carlo Nanni ha come obiettivo quello di effettuare il “bilancio” di un anno, basandosi sugli eventi che hanno caratterizzato l’ordinarietà e la straordinarietà della vita di tutta la comunità universitaria intera, e di prospettare delle linee di futuro per l’anno accademico che si sta per iniziare. Non si tratta soltanto di una semplice elencazione di eventi di quanto si è realizzato o di ringraziamenti per quanto si è conseguito e a quanti lo hanno realizzato. La relazione non è dunque un resoconto di avvio attività ma una memoria che apre prospettive di futuro. Per questo è sempre accompagnata da una riflessione che ricorda identità e specificità, che rinnova l’impegno, che dà senso all’agire, ed è attesa da studenti e docenti perché ne traggano spunto per il loro impegno personale di studio e ricerca, di formazione e aggiornamento. Il Rettore ha esordito salutando e ringraziando gli illustri ospiti e l’intera comunità universitaria presente, e ha precisato che la relazione con cui tradizionalmente si avvia

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l’atto accademico di inaugurazione è stata da lui impostata in due parti. Soffermandosi solo sulla prima, ha lasciato la seconda parte alla lettura personale (ad ogni partecipante infatti è stato consegnato un libretto contenente tutti gli interventi della giornata). La parte di discorso proferito dal Rettore si è concentrato sulle riflessioni e prospettive di inizio d’anno, e cioè sulla “vita e missione universitaria attorno al trinomio: Università, Pontificia, Salesiana”, per “corrispondere ai mutamenti e alle innovazioni che sono sopravvenute in genere, e in sede educativo-formativa in particolare, con le modalità che sono proprie dell’istituzione universitaria”. L’impegno “universitario” da rinnovare anche quest’anno accademico è di conseguenza quello “di aprire a una visione religiosa e cristiana della vita” per “dare ragioni e prospettare strategie significative al dialogo tra cultura e fede”. Il Rettore ha di seguito sottolineato che la caratteristica “profondamente” internazionale dell’UPS, “per la sua stessa composizione” (1800 studenti e 270 docenti in rappresentanza di oltre 90 nazioni), prima ancora di concettualizzarla e studiarla nei vari curricoli o nei molti ambiti di ricerca, la porta a vivere un’esperienza diretta di dialogo interculturale e interreligioso. Così pure la qualità della salesianità si concretizza nelle sue facoltà e nel Dipartimento di PGC come “peculiare attenzione giovanile e educativa preventiva” che ha a cuore lo “sviluppo integrale delle persone e delle loro comunità di appartenenza”. Il prof. Nanni ha indicato tre linee di attenzione e di intenzionalità su cui continuare l’impegno della formazione universitaria. La prima delle linee indicata è quella di “fare Università in veritate hominis”, secondo quanto ha indicato Benedetto XVI nel suo discorso de El Escorial durante l’incontro coi giovani docenti universitari partecipanti alla GMG di Madrid; non si tratta, ha aggiunto, “di una verità solo formale o procedurale”, ma della “verità dell’uomo e per l’uomo”, che si preoccupa e si prende cura dell’uomo e non solo dello “sviluppo produttivo e del mercato mondializzato”. La seconda linea suggerita è di “Ricercare la “verità” della nuova evangelizzazione” in linea con la riflessione della Chiesa che si sta preparando a celebrare un Sinodo sul “tema/problema” della “Nuova Evangelizzazione”, per dare “una risposta urgente e adeguata” alle situazioni in cui anche molte Chiese di antica cristianità si trovano a far fronte con problemi connessi con i


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mutamenti e le innovazioni della “società complessa” dalla cultura post o iper moderna, dove prevale “la razionalità tecnologica e l’utilitarismo pragmatico prima ancora che etico”. L’impegno da prevedere ha la qualità della “nuova Pentecoste” caratterizzata dal “rinnovato ardore apostolico” di tutti i credenti. In tal senso, per chi opera in ambienti universitari significa dire la “pienezza della visione cristiana della persona e della realtà” nel circuito “ragionevole” della vita personale e collettiva, con attenzione specifica agli attuali scenari in cui viene realizzata la ricerca della verità con i quali è necessario confrontarsi. Le linee guida sono state già proposte dalla Chiesa italiana con il tema della nuova evangelizzazione che vede l’UPS protagonista in questo sforzo per “educare alla vita buona del Vangelo”. A questo proposito il Rettore dell’UPS ha indicato nel beato J. H. Newman un modello di riferimento per una evangelizzazione “rigorosa” della vita intellettuale. Terza linea da perseguire in quest’anno accademico è stata la “verità della preventività educativa e della formatività nella preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco”. Perciò sono previste, congiuntamente alla Visitatoria dell’opera PAS, alcune iniziative specifiche. “In tal senso – ha affermato - il Bicentenario vorrà essere non solo un evento da celebrare, ma piuttosto un memoriale della fede, per cui questa Università attinge dalle proprie radici segnate dal carisma di Don Bosco sia la propria ragion d’essere Università di Don Bosco per i giovani, sia l’impegno di contribuire a chiarire, fondare e motivare i tratti distintivi della visione educativa del santo piemontese, ponendo in sinergia le diverse competenze e scienze a servizio della formazione integrale della gioventù”. “Tutte e tre queste verità – ha detto – abbiamo da farle secondo lo specifico di una istituzione e realtà universitaria”, nel senso che ogni ricerca e pratica della verità va fatta “scientificamente”, cioè “ricercando intenzionalmente e ar-

rivando a un sapere giustificato e motivato da procedure conoscitive, nei suoi fondamenti e nelle sue prospettive e disciplinato nel suo linguaggio”. E ha concluso che una Università Pontificia come la Salesiana ha il compito di dare il suo contributo specifico al dialogo tra ragione e fede, tanto caro a Giovanni Paolo II e al suo successore Benedetto XVI. Un dialogo che “dovrà essere tale che la ragione si dilata alle sue capacità di comprensione e la fede si rende ragionevole cercando di essere una fede che l’intelligenza stima”. Per fare questo bisogna assumere due atteggiamenti raccomandati dallo stesso Pontefice nell’incontro de El Escorial: primo, coniugare intelligenza e amore, ragione e fede, poiché “il cammino verso la verità piena impegna anche l’intero essere umano”; da ciò deriva, ha aggiunto il Rettore, “la coerenza di vita e di pensiero, l’esemplarità che si esige da ogni educatore”. E secondo, parafrasando Papa Benedetto, l’atteggiamento dell’umiltà che ogni docente deve indossare per proteggersi dalla vanità, consapevole che la verità è più in alto di noi e che non saremo mai capaci di raggiungerla totalmente; perciò l’impegno formativo sano non attira a sé gli studenti ma li indirizza “verso quella verità che tutti cerchiamo”.

Il vicerettore prof. Vito Orlando, il Rettor Maggiore Pascual Chávez e il prof. Giovanni M. Flick


La Dignità Il prof. Giovanni M. Flick

componente essenziale dell’identità umana e del rapporto con gli altri di Renato Butera

l tema della dignità è stato al centro della prolusione del prof. Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale (di cui è stato membro per nove anni) ed ex Ministro di Grazia e Giustizia. Flick ha esordito paragonando la dignità a un ponte che unisce il passato (e i suoi orrori) al futuro (e le sue inquietudini), un passato da non dimenticare, ma da rinnegare esplicitamente, e un futuro in cui impegnarsi a non ripetere errori e orrori che hanno offeso, oltraggiato, e annichilito la dignità. Il riferimento ai campi di concentramento e di sterminio, o all’ultimo conflitto mondiale, o alle armi di distruzione di massa, è giocoforza. La memoria, oltre a essere garanzia di tutela della dignità, diventa “componente essenziale della nostra identità”. L’affermazione della dignità come un “mai più” si deve accompagnare con l’impegno effettivo della difesa dei diritti fondamentali. È un mai più che tutte le nazioni hanno accolto e accettato firmando la carta del diritti dell’uomo, spesso tradito con “nuove forme di annichilamento della dignità negli stessi termini del passato” (“Kossovo, Darfur, Ruanda e molti altri posti”). Perciò la dignità è “soprattutto un ponte rispetto alle inquietudini, alle angosce, alle paure del presente e del futuro; rispetto a una situazione che riserva molti rischi”, diversi da quelli del passato, ma “altrettanto potenzialmente lesivi per l’integrità e l’identità individuale”. È un’allerta che deve svegliare attenzione su alcune inquietudini, spesso angoscianti, per la dignità della persona. Tra quelle citate da Flick, gli “orizzonti aperti dal progresso scientifico” (la selezione eugenetica, il nuovo razzismo, la pulizia etnica, la “dignità nel nascere, nel vivere e nel morire”); quelli che fanno riferimento alla crisi globale (i mercati, la loro logica e la loro capacità di autoregolazione, gli sviluppi della crisi “legata agli eccessi e alle esasperazioni nella finanziarizzazione dell’economia”, la disoccupazione, la povertà, la fame); le nuove tecniche di gestione e trasmissione della conoscenza e dell’informazione (sfruttamento commerciale dell’informazione, annullamento di ogni minimo spazio di privacy o di identità, manipolazione dell’informazione che condizionare la stessa capacità del singolo di informarsi e di scegliere); e infine la “prospettiva di violenza e di terrorismo globale e locale” che ha caratterizzato sin dal suo inizio il terzo millennio (le esigenze di sicurezza per il contrasto del terrorismo e il controllo delle informazioni toccano lo stesso

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diritto alla privacy, alla libertà personale, alla difesa, alla presunzione di non colpevolezza, ecc.). Senza tenere alta la considerazione della dignità, il futuro rischia di ridurre la persona a mezzo o strumento di altri obiettivi: il mercato, la società, l’informazione, la trasparenza, la sicurezza. È la persona quindi il ponte fra il passato e il futuro, “con le sue caratteristiche peculiari di eguaglianza e di diversità al tempo stesso”, che continua a essere “il valore costante e immutabile” su cui si fondano anche i nuovi diritti (all’ambiente, alla privacy, al territorio, al gruppo, all’identità). L’ex Presidente della Corte Costituzionale ha quindi passato in rassegna la differenza di approccio del tema della dignità in alcune costituzioni europee. Già nel primo articolo la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea afferma il valore e la tutela della dignità della persona, mentre l’approccio italiano è meno astratto poiché si specifica in una serie di spunti concreti. Il prof. Flick ha poi spiegato che il significato letterale di dignità è un concetto pluricomprensivo (“se non ambiguo”) con cui può essere espresso un giudizio di valore in termini “concreti e specifici”, o in termini “astratti e universali”. Il primo giudizio esprime una “differenza tra chi ha più dignità e chi ne ha meno”, il secondo invece “esprime un profondo concetto di uguaglianza”, poiché la dignità “appartiene a tutti”, è “intrinseca nella natura umana”. Definire la dignità in positivo è difficile, ma allo stesso tempo si sa cosa voglia dire offenderla. La dignità, ha spiegato Flick, è “strettamente legata alla libertà, alla responsabilità, all’autonomia di decisione della persona; al suo essere e dover essere sempre e soltanto un fine, non un mezzo o uno strumento”. Ma è anche legata “alla concretezza nella realtà dei rapporti, delle disuguaglianze di fatto, delle differenze che incidono sull’autonomia delle persone”. Interpretando l’articolo 3 della Costituzione italiana, Flick ha rimarcato il triplice significato della dignità letto in una triplice prospettiva. Nella prospettiva individuale, ogni individuo “ha diritto al rispetto da parte degli altri, indipendentemente dalle differenze di cui è portatore” (sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali); nella prospettiva relazionale, le differenze “non possono diventare fattori di esclusione e di intolleranza”; nella prospettiva del gruppo, infine, in tempi


caratterizzati dalla multietnicità e dal multiculturalismo, il riconoscimento delle minoranze e dei loro diritti (conservazione delle caratteristiche linguistiche, culturali, religiose ecc.). Letta in questa triplice prospettiva, la dignità “diventa il nucleo essenziale dell’uguaglianza e della non discriminazione”. L’effettività della dignità, non basta proclamarla, ma garantirne la tutela. L’ex Ministro ha poi evidenziato lo stretto legame tra dignità e libertà (“non esiste l’una senza l’altra”). In questo legame si esprime la “capacità di autodeterminazione e di autocoscienza della persona” e la sua considerazione “sempre come fine” e “mai come mezzo o strumento ad altri fini”. Dignità e libertà hanno però bisogno di riferirsi alla responsabilità. E ciò per evitare che la dignità possa “essere evocata come strumento per dilatare una libertà del singolo, che può arrivare fino all’arbitrio e al relativismo; o, al contrario, come strumento per imporre al singolo una conformità a certi modelli sociali, limitandone la libertà”. E qual è il limite entro il quale si può imporre un rispetto della dignità a chi non voglia? Il prof. Flick trova la “chiave di soluzione” nella “dimensione sociale della personalità dell’uomo”, il quale non vive in un “vuoto pneumatico”, “arbitro assoluto di se stesso”, ma “nel contesto di una relazione con gli altri” e attraverso questa relazione “diventa persona”. Perciò, “il valore della dignità, come limite alla libertà del singolo (…) deve essere calibrato su una valutazione e su dei parametri di base comuni agli altri”. È qui che si basa il “primo e importante carattere dei diritti umani: la loro universalità”, che per essere raggiunta bisogna arrivare a “elaborare una piattaforma condivisa di valori comuni e di diritti fondamentali inderogabili che possa essere accettata da tutti”. Occorre evitare “l’eurocentrismo dei diritti fondamentali, rifiutato da altre culture e tradizioni”. Flick ha indicato l’importanza del collegamento tra dignità e solidarietà. Solo con la solidarietà l’uomo è in grado di superare le diversità di ciascuno. Diversità che generano la ricchezza del pluralismo solo quando sono incanalate nella prospettiva della solidarietà. Se così non fosse rischiano di produrre discriminazione e inferiorità. A questo proposito, l’ex Presidente della Corte Costituzionale ha affermato che “l’individuo si realizza come persona” solo quando adempie “ai doveri fondamentali di solidarietà” soprattutto come “espressione di attenzione verso le categorie e i soggetti deboli”. Nella prospettiva della Carta Europea dei diritti fondamentali, la solidarietà è essenziale per l’attuazione effettiva della dignità e della coesione sociale.

A conclusione del suo intervento Flick ha evidenziato il rapporto tra dignità e laicità, “entrambi legati alla dimensione della persona come fine e mai come mezzo, alla sua capacità di autodeterminazione, alla sua responsabilità, al suo rapporto con gli altri”. L’ex Ministro ha subito precisato che il principio di laicità è da intendersi non solo in rapporto alla dimensione religiosa, ma in riferimento al rispetto reciproco (consapevolezza dei propri valori e rispetto di quelli altrui) e al dialogo: come “convivenza laica dei credenti e dei non credenti”. Il dialogo si fonda così sull’eguaglianza e sulla libertà religiosa, e rifiuta laicismi, radicalismi, fanatismi e intolleranze. La laicità è un principio supremo e immodificabile che la Corte Costituzionale ha valutato come “uno dei profili più significativi della forma dello Stato”. La laicità è espressione della democrazia ed è garanzia di libertà per tutti. “È un principio che rappresenta il presupposto per condividere un’ampia gamma di valori comuni”, ha spiegato, e “la soglia entro cui devono essere garantiti la libertà, il rispetto reciproco, il pluralismo, la dignità”. In questo senso, ha aggiunto Flick, vi è sinergia tra la Caritas in Veritate di Benedetto XVI e la Costituzione perché insieme si integrano per “interpretare la carità e la verità in una prospettiva anche laica”, in una dimensione cioè che non è solo “verticale” (carità come “espressione dell’amore di Dio” e verità nella “dimensione trascendente tra fede e ragione”) ma anche orizzontale, in quella dimensione cioè dove la carità è “solidarietà”, e la verità è intesa come “consapevolezza e accettazione della realtà”. “Non esiste dignità senza uguaglianza, senza libertà, senza solidarietà, senza laicità”, ha concluso l’ex Presidente della Corte Costituzionale. “E queste relazioni sono reciproche”. In questi tempi in cui le incongruenze, le contraddizioni e gli effetti della globalizzazione tendono a imporre alternative drastiche, è ancor più necessario “fare leva sul valore della dignità” in modo da scongiurare “o l’egualitarismo della massificazione e dell’assimilazione forzata, o la diversificazione della discriminazione e dell’emarginazione”. L’unica risposta a una simile alternativa, secondo Flick, è quella “di riaffermare e non dimenticare la dignità umana, l’espressione più alta e riassuntiva dell’eguaglianza, della libertà, della solidarietà, della laicità e del rispetto reciproco (…), componente essenziale dell’identità umana e del rapporto con gli altri”.


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EVANGELIZZAZIONE Tra il 7-28 ottobre 2012 si svolgerà a Roma il XIII Sinodo dei Vescovi. Convocati dal Papa, vescovi rappresentanti di tutti i continenti ed esperti approfondiranno il tema della “Nuova “Evangelizzazione” (d’ora in poi NE); più esattamente “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. A questo scopo già da quest’anno è stato pubblicato un testo, conosciuto come i “Lineamenta” (d’ora in poi LN), che ha lo scopo di sensibilizzare e preparare l’assise sinodale. Ho chiesto a don Cesare Bissoli, docente emerito della nostra Università, biblista e catecheta, di aiutarci a capire meglio il senso di questo documento e la sua rilevanza per noi che operiamo istruendo e formando a livello universitario. Lo faremo sotto forma di intervista.

Come si articola il testo? Il testo è strutturato in una introduzione più tre capitoli e una conclusione, per 25 paragrafi. L’Introduzione propone le motivazioni per una NE: l’urgenza, il dovere, l’esigenza di un processo di discernimento in rapporto all’oggi del mondo e della Chiesa. Il primo capitolo (Tempo di NE) ha il merito di mettere in evidenza il significato della NE, gli scenari in cui è chiamata a operare, come ne viene interpellato il cristiano e i nuovi modi di essere richiesti all’intera Chiesa. Il secondo capitolo (Proclamare il Vangelo di Gesù Cristo) richiama la sostanza dell’impegno: cosa trasmettere (la Parola di Dio, Gesù Cristo), chi trasmette (la Chiesa universale e le comunità locali), le modalità di trasmissione (la pedagogia della fede). Il terzo capitolo (Iniziare all’esperienza cristiana) punta alle vie operative. La categoria dell’iniziazione sta al centro. Sono indicate pratiche più confacenti: il primo annuncio, l’educazione mossa dalla fede, la realizzazione di una nuova antropologia. Al termine del capitolo si indica il profilo degli operatori, evangelizzatori ed educatori che realizzano il loro compito come testimoni. La Conclusione legge la NE come evento di Pentecoste, propone una visione sicura della Chiesa di oggi e di domani, illuminata e animata dallo Spirito, e mostra la gioia di evangelizzare. Cosa vuol dire “nuova evangelizzazione”? NE non significa un “nuovo Vangelo”, perché «Gesù Cristo è lo stesso ieri oggi e sempre» (Eb 13, 8). Vuol dire: offrire una risposta adeguata ai segni

a cura di Carlo Nanni

dei tempi, ai bisogni degli uomini e dei popoli di oggi, ai nuovi scenari che disegnano la cultura attraverso la quale raccontiamo le nostre identità e cerchiamo il senso delle nostre esistenze. Significa perciò promozione di una cultura più profondamente radicata nel Vangelo; vuol dire scoprire “l’uomo nuovo che è in noi grazie allo Spirito donatoci da Gesù Cristo e dal Padre” (n. 23). I LN non intendono essere un testo catechistico o educativo, ma aiutano a capire cosa vuol dire La trasmissione della fede, di cui avvertiamo la necessità e la difficoltà insieme. La NE è, infatti, la forma pertinente dell’annuncio del Vangelo per chi vive nell’attuale contesto culturale, in primo luogo nei paesi di tradizione cristiana, ma che, in un mondo profondamente secolarizzato, ne abbia perduto il senso. Ciò richiede che non si anatematizzi l’oggi o all’opposto lo si assuma in maniera superficiale, ma che si adotti un metodo di discernimento e di proposta evangelica. Dove sta la “novità”? È molto bello nel testo l’accenno alla storia dell’evangelizzazione “che ci consegna pagine straordinarie per coraggio, dedizione, audacia, intuizione e ragione” (n. 2), con il richiamo a “eccellenti esempi”: san Paolo, san Patrizio, san Bonifacio, san Francesco Saverio, i santi Cirillo e Metodio, san Turibio da Mongrejo, san Damiano de Veuster, la Beata Madre Teresa di Calcutta” (n. 22). Noi ci potremmo aggiungere Don Bosco, soprattutto per i giovani. Ma la novità entro cui dire oggi il Vangelo viene descritto dai LN con un’interessante aggiornata panoramica intitolata Gli scenari della nuova evangelizzazione (n. 6). Sono: lo scenario culturale segnato profondamente dalla secolarizzazione, il fenomeno migratorio con l’avvento di un inedito e massiccio pluralismo culturale e religioso, l’impatto dei mezzi di comunicazione sociale, l’incidenza del fronte economico, lo straordinario sviluppo scientifico e tecnologico, lo scenario politico con le rinnovate contrapposizioni di civiltà. Il documento esprime la netta consapevolezza che “ci troviamo a vivere un momento storico ricco di cambiamenti e di tensioni, di perdita di equilibri e di punti di riferimento[…], rendendo sempre più difficile la condivisione di valori su cui costruire il futuro delle nuove generazioni” (n. 3). La novità sta poi nel “coraggio di osare sentieri nuovi di fronte alle mutate condizioni dentro le quali la Chiesa è chiamata a vivere oggi l’annuncio del Vangelo”, con le qualità che per primo espresse Giovanni Paolo II negli anni ’80 parlandone ai Vescovi dell’America Latina: “Evangelizzazione nuova nel suo ardore, nei suoi metodi, nelle sue espressioni” (n. 5). Che senso ha la NE per gli uomini di oggi? Il termine NE indica l’esigenza di individuare nuove espressioni dell’evangelizzazione per essere Chiesa dentro i contesti sociali e culturali attuali in mutamento. C’è bisogno di un lento lavoro di costruzione di “un nuovo mo-


dello di essere Chiesa” (n. 9). In tal senso la NE è anzitutto “una missione da svolgere presso i credenti che si sono allontanati dalla fede o sono indifferenti”. Non manca l’invito a un serio esame di coscienza della Chiesa. Il problema dell’infecondità dell’evangelizzazione oggi, della catechesi nei tempi moderni, è un problema ecclesiologico che riguarda la “capacità o meno della Chiesa di configurarsi come reale comunità, come vera fraternità, come corpo di Cristo e non come istituzione di potere o azienda o gruppuscolo o setta avulsa dalla vita della gente” (n. 2). La NE deve “intercettare la questione Dio dentro i problemi dell’uomo”; è chiamata a confrontarsi con il “ritorno del bisogno religioso e la domanda di spiritualità che a partire dalle giovani generazioni emerge con vigore con nuovi movimenti, nuove esperienze religiose, nuove associazioni” (n. 8). “L’attenzione a persone che si ritengono agnostiche o atee” e la considerazione data al cosiddetto “cortile dei gentili” (n. 5), cioè il dialogo con i non credenti o comunque con chi è sensibile ai problemi umani profondi, la configurano come “un’attitudine, uno stile audace” nel dialogo, nel confronto, nella vicinanza amicale per i problemi umani di tutti. La NE dipende dalla capacità da parte dei cristiani, singolarmente e dalle comunità cristiane nel loro insieme, di saper leggere e decifrare i nuovi scenari che in questi ultimi decenni sono venuti creandosi dentro la storia degli uomini, “per abitarli e trasformarli in luoghi di testimonianza e di annuncio del Vangelo” (n. 6). E la componente educativa? È certamente un nucleo generatore che viene affermato dai LN nei termini di ‘pedagogia della fede’ (n. 14). Evangelizzare ed educare si sorreggono reciprocamente pur nella distinzione delle funzioni. Si possono distinguere analiticamente quattro aspetti: 1) La NE, chiamata a ben sceverare i bisogni e le risorse della persona, è chiamata a organizzare cammini di fede che siano adeguati e capaci di “rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi con dolcezza, rispetto, con una retta coscienza” (1Pt 3,15-16)” (n. 16). 2) Lo scopo ultimo è inteso come ricostruzione di una “ecologia della persona umana” (Benedetto XVI), cioè un ridare all’uomo l’identità integrale secondo la creazione e la redenzione. La fede cristiana contribuisce alla “comprensione del contenuto profondo delle esperienze fondamentali dell’uomo” e può aiutare e offrire spazi in cui formare delle persone libere e adulte (n. 21). 3) I LN collegano l’ efficace trasmissione della fede con il processo di iniziazione cristiana (n. 18) che diventa perciò non solo un metodo privilegiato, ma un orizzonte entro cui comprendere l’evangelizzazione nelle sue varie articolazioni: primo annuncio, catechesi, catecumenato, e prima ancora educazione religiosa e della fede. 4) I LN, richiamando il Sinodo sulla Parola di Dio (l’Esortazione Apostolica post-sinodale Verbum Domini del Papa è stata pubblicata il 30 settembre 2010), esplicitamente menzionano che “i Padri sinodali hanno riservato un’attenzione particolare all’annuncio della Parola alle nuove generazioni”. Viene riportata la sostanza della Proposizione 104 in cui si legge: “Nei giovani spesso troviamo una spontanea apertura all’ascolto della Parola di Dio e un sincero desiderio di conoscere Gesù. […]. Si tratta pertanto di “aiutare i giovani ad acquistare confidenza e familiarità con la Sacra Scrittura, perché sia come una bussola che indica la strada da seguire” e li renda capaci di “amare e comuni-

care a loro volta il Vangelo soprattutto ai loro coetanei, diventando essi stessi autentici e credibili annunciatori” (n.13). I grandi raduni mondiali della gioventù, i pellegrinaggi verso luoghi di devozione antichi e nuovi, la primavera dei movimenti e delle aggregazioni ecclesiali, sono il segno visibile di un senso religioso che non si è spento”(n. 8), anche se è certamente da “educare”, vale a dire fondare e motivare meglio, esplicitare e proporre nell’ambito della formazione e dell’educazione alla e della fede. E all’Università cosa si può fare, specie se si stratta di una università pontificia? Mi rifaccio a quanto ha detto il Gran Cancelliere dell’UPS, don Pascual Chávez. Egli ha puntualmente segnalato vari cammini possibili che l’UPS potrebbe percorrere a livello di ricerca, di indicazioni culturali e di proposte didattiche, facendo riferimento a punti nodali dei Lineamenta. Egli cita, ad esempio, l’approfondimento della domanda di spiritualità e le strade di una risposta adeguata a tale esigenza (n. 8); la ricerca di nuovi modi di essere Chiesa (n. 9); il rapporto tra Parola di Dio e nuove generazioni (n. 13); la “pedagogia della fede” (n. 14); gli stili della proclamazione, trasmissione, comunicazione della fede e del rendere ragione di essa (n.16), come anche del “dire Dio” oggi (n.19); l’approfondimento dei rapporti tra primo annuncio, evangelizzazione, educazione, catechesi, catecumenato; gli itinerari di iniziazione cristiana nel processo evangelizzatore (n.18). In particolare può essere molto intrigante l’approfondimento teorico-antropologico, ma anche psico-pedagogico di quella che viene detta “ecologia della persona umana” (n. 21), anche grazie alla formazione di evangelizzatori e educatori che siano testimoni, ma anche ermeneuti profondi e saggi: veri maestri per le nuove generazioni (n. 22). Una parola conclusiva... L’ultimo paragrafo dei LN (n. 25) si intitola significativamente: “La gioia di evangelizzare”. Come è noto, quello della gioia è uno dei motivi carissimi a Benedetto XVI. Anche la Verbum Domini termina con l’affermazione della gioia. La ragione profonda sta nel fatto che evangelizzare significa “comunicare il Logos della speranza”, è annunciare “quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine” (Benedetto XVI). Per questo, le ultime righe dei LN dicono l’auspicio che “possa il mondo del nostro tempo, che cerca ora nell’angoscia, ora nella speranza, ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo, la cui vita irradi fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo, e accettino di mettere in gioco la propria vita affinché il Regno sia annunziato e la Chiesa sia impiantata nel cuore del mondo” (n. 25).


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La Povertà consiste nel non donarsi i quale povertà parliamo quando parliamo di povertà? Con la sua introduzione Franco Lever, decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’UPS, ha voluto porre l’attenzione sulla pericolosità delle parole quando sono disponibili a una molteplicità di significati e, come in questo caso, si riferiscono a realtà profondamente diverse: povertà come privazione del necessario e povertà come ideale spirituale. Sebbene nella Bibbia la distinzione sia chiara, nella nostra vita di cristiani abbiamo operato una sovrapposizione che ha anestetizzato il nostro senso di ingiustizia sociale, come se il povero – che sarà premiato nella sua prospettiva ultraterrena – sia condannato a rimanere tale. Nel Vangelo la soluzione non viene dalla ricchezza, dall’abbondanza di risorse accentrate nelle mani di quelle poche élite che si impadroniscono delle risorse di tutti e che sono sistematicamente attaccate dai profeti. Chiunque si arricchisca di beni, senza crescere in umanità, è destinato a diventare a sua volta avido e perverso come coloro che crescono solo ed esclusivamente nella dimensione dell’avere, che poi è traducibile nella vera povertà, quella dello spirito. Nella visione dei tre film presi in esame (Born into Brothels - 2004, di Zana Briski e Ross Kauffman; Alla luce del sole - 2005, di Roberto Faenza; Freedom writers 2007, di Richard LaGravenese) Lever individua i tratti rilevanti che definiscono diverse tipologie di povertà riassumibili nella definizione “senza soluzione”, ma anche quelli che fanno intravedere la via di uscita da questa inappellabile condanna. In questo percorso di costruzione di alternative c’è sempre un testimone, di solito un educatore/mediatore - nei film presentati: Zana, una fotoreporter, don Puglisi, un prete; Evin, una giovane insegnante alla sua prima esperienza - che innesca una sorta di contagio vitale sostenendo le persone in un percorso di liberazione interiore, di riconquista della propria dignità che sarà poi il presupposto per spingersi oltre nella

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Il Seminario tenutosi il 24 ottobre alla FSC e promosso insieme al Religion Today Filmfestival, ha proposto una riflessione sulla povertà all’interno dell’esperienza religiosa e, più in generale, nell’ambito della vita umana. di Simonetta Blasi

conquista dei diritti e nella valorizzazione della propria esistenza. Il lieto fine non è mai garantito e il prezzo da pagare è alto anche per chi sceglie di farsi da tramite in questo difficile cammino dei disagiati. Come grandi sono le ricompense, per ogni sorriso e ogni libertà/dignità che si accende negli occhi di coloro che si sentivano senza speranza. Nel corso dei lavori un interessante contributo è venuto dalla professoressa Dorothea Frank che ha insistito sul potere generativo delle parole. La scelta della povertà - che sottende il sacrificio come anche la libertà dalle dipendenze materiali - contiene un seme di grande valore che è la semplicità. Non è raro che la semplicità si accompagni alla sapienza e caratterizzi un percorso spirituale come anche una produzione artistica, sia essa pittorica o letteraria. La Frank ha proposto una lettura della povertà - che


combina le diverse tradizioni religiose esistenti al mondo - come un arrendersi a quel nucleo centrale che è la nostra essenza, la nostra anima, il luogo ove dimora in realtà tutta la grande ricchezza dell’essere umano in contatto con il divino. È qui che la povertà diventa ricchezza, in quella coincidentia oppositorum che Cusano identificava come principio stesso di Dio. Per arrivare a questa dimensione è però necessario superare il dualismo così fortemente radicato nelle nostre mentalità e non temere quella “nuvola del non conosciuto” che ci può portare a nuove e più autentiche scoperte interiori. L’apertura della mente è legata al “vuoto”, alla capacità di sostenerlo, poiché è in quel vuoto apparente che troveremo la meraviglia, la piena ric-

chezza della Vita. Citando Kafka, che in un periodo critico della sua vita constatava “come la pienezza sia già presente dentro di noi e, se sappiamo chiamarla col giusto nome, lei verrà. È una specie di magia che non viene creata, ma evocata”. Una specie di danza con un partner invisibile eppure sempre presente. che somiglia ad un’opera d’arte unica e irripetibile come ciascuna creatura umana è. Un’ispirazione profonda attende dunque le persone che sono in grado di impoverire la mente abbandonandosi, rinunciando al controllo, per abbracciare il loro nucleo più autentico in cui possono finalmente ritrovarsi e donarsi.

povertà. problema od occasione? GLI INTERVENTI Povertà: problema ed occasione per l’educazione, FRANCO LEVER. Riflessione a partire da Born into Brothels (2004 - Calcutta), Alla luce del sole (2005 - Palermo), Freedom writers (2007 - Los Angeles). Poverty in Judaism, through “71 Square Meters” & other Israeli films, EINAT KAPACH, regista, sceneggiatrice, Director of International Relations & Special Projects - The Ma’aleh School of Television, Film & the Arts, Gerusalemme. A r t e p o v e r a? M e n t a l P o v e r t y a nd t h e c r e a t i o n o f v a l u e, DOROTHEA FRANCK, ricercatrice e saggista, collaboratrice Buddhist Broadcast Foundation, Amsterdam.

Poverty, migration and sex work in Switzerland (con la presentazione del cortometraggio L’Escale), SERGE GORIELY, regista, sceneggiatore e attore, docente del Centre d’etudes theatrales Université catholique de Louvain, direttore del festival internazionale Cinespi (Cinéastes et spiritualité) a Louvain-laNeuve. Gli sguardi del cinema sulla povertà, FRANCESCA ROSSO, giornalista e saggista. Il mondo visto dai giovani registi del concorso Faith Shorts della Tony Blair Faith Foundation, SARA DAYEKH, regista premiata nell’ambito di Faith Shorts 2010 e responsabile per il Libano del programma Face to Faith della Tony Blair Faith Foundation.

The Poverty of the Romanian New Wave - On and Behind the Screen, ZAMFIRA NASTASACHE docente e regista dell’Università Hyperion di Bucarest. L’archivio della Filmoteca Vaticana, tra memoria e missione (primi documentari dalle missioni, povertà e guerra…), CLAUDIA DI GIOVANNI, direttrice della Filmoteca Vaticana. Foto a destra: Katia Malatesta, direttrice del RTF In basso: Sara Dayech, regista. Nelle due foto a piè pagina, il tavolo dei relatori


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notizieups•Seminario FSC-RTF

27 ottobre Di a l og o i n terrel ig i o so Faith in London (UK 2010). “Fede a Londra” è un cortometraggio muto che celebra gli insegnamenti comuni delle diverse religioni riguardo alla compassione, onorando uno dei migliori esempi di convivenza interreligiosa nel mondo: il centro di Londra. Il film dimostra come le molte fedi che convivono nella città siano d’ispirazione per i suoi abitanti, ai quali infondono amore e carità. Escapeland, Terra promessa (Israele 2009). Il film segue la contrastata storia d’amore tra una giovane donna israeliana e un musulmano del Sudan, rifugiato ONU, al quale non è consentito l’ingresso in Israele. Con i loro figli, la donna continua a spostarsi tra una spiaggia remota nel Sinai e la casa di sua madre nel Kibbutz Ein Shemer, passando dalla speranza in un futuro comune, alla disperazione per gli ostacoli economici e politici. 3 novembre Testi m on i a nz e Gli “eredi” di Madre Teresa di Delphine Prunault (Francia 2010). Tredici anni dopo la morte della fondatrice delle “Missionarie della Carità”, il regista incontra gli “eredi” di Madre Teresa. La santa che nel 1952 costruì il suo centro Nirmal Hriday (Cuore Puro) nei bassifondi di Calcutta, dando la vita per i poveri della capitale del West Bengala, ancora oggi ispira le azioni di altri che hanno fondato le proprie Ong per aiutare gli abitanti della “Città della gioia”. 8 novembre Com i c i tà Parables, Parabole di Vitalij Ljubeckij (Bielorussia 2010). Il film è composto da tre episodi. La prima parabola offre lo spunto per una riflessione sul peccato dell’orgoglio. Nella seconda, l’angelo del Signore risponde alla domanda di un prete che si chiede: “Oh Signore! Perché non ci ascolti?”. Nella terza una donna aspetta l’arrivo di Cristo nella sua casa, ma a differenza di un bambino non riesce a riconoscerlo nelle vesti di tre sconosciuti che bussano in tempi diversi alla sua porta. 10 novembre P rov oc a zi on i Sokar di Dariush Gharib Zadeh (Iran 2010). Un uomo va al mare per pescare ma l’improvviso guasto della sua motocicletta lo metterà nei guai. Come la sua rete stesa nell’acqua ha catturato i pesci, ora l’alta marea di ritorno inghiotte il pescatore. Una tragica parabola del rapporto uomo/natura. Sos Muezzin di Mamdouh Ben Abdelghaffar (Tunisia 2009). La stazione radio “Discricf F.M.” organizza un casting per trovare un nuovo muezzin. I candidati mettono alla prova i loro talenti di fronte al giudizio degli ascoltatori che votano il migliore via SMS. The End, La fine di Predrag Bambic (Serbia 2010). Che cosa fa una famiglia normale la sera prima del giorno del giudizio? Non è solo l’occasione per tornare sulle proprie cicatrici emotive e ripensare le proprie azioni, ma anche per soppesare le relazioni familiari.

LA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA

25 ottobre S fi d a a l l a p ov ertà Vivere senza soldi, di Line Halvorsen (Italia-Norvegia 2010). 14 anni fa Heidemarie Schwermer ha regalato tutto ciò che aveva e con un’unica valigia ha iniziato una nuova radicale esistenza senza soldi. Una riflessione sui temi del materialismo e del consumismo tipici della nostra società.


LA FAVOLA POVERTÀ E SAGGEZZA Dall’intervento di Franco Lever riprendiamo la conclusione: è una “parabola” di Nguyen Huy Thiep, uno tra i più significativi scrittori vietnamiti contemporanei. era una volta un maestro che viveva in un piccolo villaggio immerso nel verde di alberi e piantagioni. La gente del posto conduceva una vita semplice quanto quella del maestro, anch’egli un uomo buono e saggio. Era uno scrittore e, per nutrirsi, sapeva come coltivare la terra. Ai bambini del villaggio trasmetteva tutta la sua sapienza. I compaesani, pieni di rispetto nei suoi confronti, lo consultavano in ogni occasione, accogliendo sempre i suoi consigli. Il maestro, però, continuava a condurre una vita davvero povera. Per coprirsi aveva soltanto una coperta e, tutte le volte che si metteva a scrivere, arrivavano i topi a rovinargliela con i loro morsi. Questo lo rattristava. Vedendo la situazione, una persona di passaggio ne ebbe compassione e gli donò un gatto per cacciare i topi. Poiché amavano il loro maestro, i paesani si affezionarono anche al gatto e portavano il latte per nutrirlo. Un giorno passò una ricca signora. Le raccontarono della bontà del maestro ed ella gli regalò una mucca per provvedere al latte del gatto. I vicini allora vollero costruire una stalla per la mucca, in modo da proteggerla

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dalle intemperie. «Ma com’è possibile che la mucca abbia un tetto, mentre il maestro non ha una casa?» cominciarono a chiedersi i paesani e, alla fine, decisero di costruire una piccola pagoda. A partire da quel giorno il maestro non ebbe più tempo né per meditare né per scrivere, perché doveva aver cura della mucca, che forniva il latte al gatto, che a sua volta cacciava via i topi. Quando la buona gente del villaggio si accorse che il maestro non meditava più e non scriveva più poesie come una volta, gli mandò una donna perché fosse lei ad accudire alla mucca. Ora il maestro aveva vestiti da indossare, un gatto per prendere i topi, una mucca per il latte e persino una donna per sbrigare le faccende di casa. Ma il maestro non era più in grado di riprendere il suo equilibrio. Ormai aveva tutto. Diventando ricco, aveva perso la sua semplicità. Sposò la donna. Non passò molto tempo e cominciò ad arrabbiarsi, ad imprecare, a sparlare degli altri. Si mise persino a bere, a picchiare la gente, a correre dietro alle ragazze dell’età di sua figlia. È andata a finire così la vita tranquilla e religiosa del maestro.

IL RELIGION TODAY è il primo festival internazionale itinerante dedicato al cinema delle religioni. È nato nel 1997 per: contribuire alla diffusione e distribuzione del cinema a tema religioso; promuovere una cultura del dialogo e della pace; creare un luogo di incontro e scambio per registi e operatori di diverse culture e religioni; favorire la diffusione di un’informazione corretta sulle grandi religioni. Accanto al concorso per film e cortometraggi a soggetto, documentari e reportage a tema religioso, Religion Today organizza annualmente il “Laboratorio di convivenza”, con decine di ospiti internazionali che condividono le giornate del Festival nello spirito della “convivialità delle differenze”. Vengono realizzati anche spettacoli, incontri e percorsi didattici; un rilievo del tutto particolare ha il Seminario organizzato a Roma con la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale. La collaborazione con la FSC è iniziata15 ottobre 2007 con un evento speciale, la prima presentazione «occidentale» del film Jesus. The Spirit of God, il primo film prodotto da un regista islamico sulla figura di Cristo, Tra gli ospiti lo stesso regista Nader Telebzadeh. Il tema dell’anno del 14° RELIGION TODAY FILM FESTIVAL è: Povertà. Problema o occasione? La povertà come tema e problema, che coinvolge direttamente le religioni e che può diventare occasione per approfondire il dialogo interreligioso. Da un lato la proposta vorrebbe far emergere la varietà di atteggiamenti verso le cose materiali

I proff. Nanni e Lever

elaborati nel solco delle diverse tradizioni religiose: dalla povertà come sventura e maledizione celeste alla povertà volontariamente scelta, in forma personale o comunitaria, come esigenza di verità e di assoluto, fino alla povertà come forma radicale di spossessamento di sé dei “santi folli”. In ciascuna di queste tradizioni c’è una saggezza che chiede di essere accolta, evitando al tempo stesso ogni forzatura e ogni elogio strumentale della povertà materiale. Dall’altro lato il Festival intende approfondire i temi dell’impegno etico contro l’ingiustizia e la sperequazione che negli ultimi decenni, a livello locale come su scala planetaria, hanno allargato il fossato tra crescita ed emarginazione, sullo sfondo delle incertezze e della sfiducia generate dalla crisi economica in una società che predica l’individualismo, la competizione, il guadagno e il successo ad ogni costo. In quanti modi si può descrivere la povertà? E come risponde il cinema a questa domanda? Contatti: Associazione Bianconero Religion Today Filmfestival Via Santa Croce, 63 | 38122 Trento (Italia) www.religionfilm.com


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Verso il Bicentenario della nascita di Don Bosco

Il 16 agosto 2011 don Pascual Chávez Villanueva, IX° successore di Don Bosco, dava l’avvio al triennio di preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco. Nella Lettera di indizione del triennio di preparazione al bicentenario il Rettor Maggiore scriveva il 31 gennaio scorso: «Ci stiamo avvicinando al Bicentenario della nascita di Don Bosco, che si celebrerà il 16 agosto 2015. È un grande avvenimento per noi, per tutta la Famiglia Salesiana e per l’intero Movimento salesiano che richiede un intenso e profondo cammino di preparazione, perché risulti fruttuoso per tutti noi, per la Chiesa, per i giovani, per la società».

Il triennio di preparazione 2011-2014 La preparazione del Bicentenario è scandita da un cammino in tre tappe. Ogni tappa intende evidenziare un aspetto del carisma di Don Bosco. La prima tappa, che ha avuto inizio il 16 agosto 2011, e che si prolungherà fino al 15 agosto 2012, è centrata sulla conoscenza della storia di Don Bosco, del suo contesto, della sua figura, della sua esperienza di vita, delle sue scelte. Si tratta di una conoscenza che nasce dall’amore e conduce all’amore: una conoscenza affettiva. Il secondo anno, che andrà dal 16 agosto 2012 al 15 agosto 2013, sarà dedicato all’approfondimento della pedagogia di Don Bosco. Si tratta di studiare e realizzare un aggiornamento del suo sistema preventivo, di sviluppare le sue grandi virtualità, di modernizzarne i concetti, gli orientamenti, di interpretare oggi le sue idee di fondo. Nella terza tappa, dal 16 agosto 2013 al 15 agosto 2014, cercheremo di conoscere e di vivere la spiritualità di Don Bosco. Ricorderemo che a fondamento della fecondità della sua azione, c’è la sua profonda esperienza spirituale, le ispirazioni che l’hanno guidato e sostenuto nelle sue innumerevoli attività. “Sono sempre andato avanti - diceva - come il Signore mi ispirava, e come le circostanze esigevano”.

di Morand Wirth

L’anno di celebrazione del Bicentenario 2014-2015 La celebrazione del Bicentenario della nascita di Don Bosco avrà inizio il 16 agosto 2014 e si concluderà il 16 agosto 2015, con due celebrazioni solenni in quelle due date al Colle Don Bosco. Il tema di quell’anno straordinario sarà: Missione di don Bosco con i giovani e per i giovani. Ci saranno inoltre due grandi eventi internazionali: un Congresso internazionale di Studi salesiani sullo “Sviluppo del carisma di Don Bosco” a Roma in novembre 2014, e il “Campo Bosco” del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) con il tema “Giovani per i giovani” a Torino nell’agosto 2015.

Un augurio A conclusione della sua Lettera di indizione del triennio di preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco il Rettor Maggiore esprime quest’augurio: «Lo Spirito di Cristo ci animi nel vivere il nostro cammino di preparazione al Bicentenario e Maria Ausiliatrice ci sostenga; dalla intensità e profondità di preparazione dipendono infatti i frutti spirituali, pastorali e vocazionali che ci attendiamo dall’anno Bicentenario. Don Bosco, sempre, sia nostro modello e nostra guida». A destra don Francesco Cereda


La consegna delle “Memorie dell’Oratorio COME IMPEGNO DI PREPARAZIONE AL BICENTENARIO di Renato Butera

n preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco, e in risposta all’invito del Rettor Maggiore don Pascual Chávez di prepararsi a questo evento, i salesiani dell’UPS si sono ritrovati nel pomeriggio del 14 novembre nell’Aula Paolo VI dell’Università per la presentazione e consegna delle “Memorie dell’Oratorio” nella nuova veste editoriale. All’evento erano presenti tutti i salesiani della Visitatoria, alcuni docenti e studenti, e i rappresentanti di alcuni gruppi della Famiglia Salesiana che fanno riferimento all’UPS, salesiani cooperatori, Figlie di Maria Ausiliatrice e Suore dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Voluto dal superiore della Visitatoria don Joaquim D’Souza e dal Rettore prof. Carlo Nanni, l’incontro è stato organizzato dall’Istituto di Teologia Pastorale della Facoltà di Teologia, e coordinato dal direttore dell’Istituto, prof. Jesús Manuel García. Aperto da un breve momento di preghiera, si è strutturato in tre momenti. Nel primo, il prof. Aldo Giraudo ha presentato il volume delle “Memorie dell’Oratorio” che Don Bosco scrisse tra il 1873 e il 1875 e affidato “ai suoi carissimi figli salesiani” nel 1879. Il volume nella sua veste tipografica è edito dalla LAS, ed è introdotto dal saggio storico del Giraudo che ne ha anche curato le note storiche. Nel suo intervento Giraudo ha affermato come il valore di questo volume non sta solo nella celebrazione del successo di una vita (cosa che Don Bosco non aveva assolutamente intenzione di fare raccontando gli eventi principali che lo riguardavano), ma nell’offrire un metodo, un sistema educativo, che doveva diventare la proposta pedagogica e pastorale di chi nel tempo avrebbe scelto di aderire al suo carisma. Per questo Giraudo ha fatto più volte riferimento alla felice intuizione di don Braido che qualifica le “Memorie dell’Oratorio” come le “Memorie del futuro”. All’intervento di Giraudo, ha fatto seguito la “reazione” di don Riccardo Tonelli e della professoressa Carla De

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Nelle foto la consegna delle “Memorie”.

Nitto. Don Tonelli si è chiesto come mai nello scrivere le sue “Memorie”, Don Bosco si fosse preso il suo tempo. E ha risposto che la calma con cui l’ha fatto era per scrivere “una memoria sapiente” non preoccupata di dettagliare il passato, di raccogliere una serie di fatti per una cronaca fine a se stessa, ma di offrire una “interpretazione appassionata” che coinvolgesse il lettore del futuro, sul “modello redazionale autorevole dei Vangeli”. Le “Memorie” quindi, sono un esempio di “comunicazione evocativa” in cui c’è il coinvolgimento diretto del lettore. Il “bada che ti riguarda” che Don Bosco rivolge al suo “lettore”, ha concluso Tonelli, è “assicurato dall’affetto e dalla relazione”. La professoressa De Nitto ha evidenziato come le tre decadi raccontate dall’Autore coincidano con tre momenti della strategia formativa della personalità e dell’opera di Giovanni Bosco, che contemplano la formazione della personale umanità, la sperimentazione del metodo di accompagnamento dei giovani più bisognosi di una presenza significativa nella loro vita, e infine l’offerta di un modello educativo efficacemente sperimentato e condiviso con chi ne riconosce la validità e il valore. In questa strategia si coglie il fatto di un’offerta di sé che diventa elemento imprescindibile per la riuscita di una “relazione educativa”. Per questo le “Memorie” diventano un esempio di accompagnamento e realizzazione da offrire a giovani e adulti, e a una comunità “docente” come quella dell’UPS. L’ultimo momento dell’incontro è stato introdotto dalla “Buonanotte” di don Francesco Cereda, consigliere generale per la formazione in visita straordinaria all’UPS. Don Cereda ha auspicato che la personale lettura meditata delle “Memorie” aiuti ogni salesiano e ogni membro della Famiglia Salesiana a vivere bene il tempo della preparazione al Bicentenario, tempo in cui si farà memoria non solo di Don Bosco ma anche di quanto da lui è scaturito provvidenzialmente. L’incontro si è concluso con la consegna del volume che i presenti hanno ricevuto dalle mani di don Cereda, di don D’Souza e di don Nanni come impegno di lettura meditata che prepara al grande evento del 2015.


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notizieups•Studenti

benvenu GIORNATA DELL’ACCOGLIENZA E DELL’ORIENTAMENTO

ltre 450 le nuove matricole presenti alla giornata di accoglienza degli studenti iscrittisi per l’Anno Accademico 2011-2012. Si sono riuniti nell’Aula Paolo VI dell’UPS per vivere il tradizionale momento di presentazione delle autorità accademiche, delle singole facoltà, dei principali servizi dell’Università e delle iniziative che saranno proposte durante l’anno. I nuovi studenti sono stati accolti dai docenti e da molti colleghi “anziani” che hanno reso più caldo e “umano” questo momento. Il benvenuto e la gioia dell’accoglienza sono stati espressi a nome di tutti dal Rettore, il quale ha invitato le nuove matricole a sentirsi parte della comunità universitaria, a costruirla con dedizione e con proposte utili, e a mantenere alto l’impegno personale di studio aiutando anche chi ha più bisogno, consapevoli che in questo compiranno un gesto

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generoso di squisito valore cristiano. Prima dell’intervento del Rettore ogni studente ha ricevuto un adesivo da attaccare sul petto, sul quale scrivere il proprio nome e cognome, la nazione di provenienza e la facoltà di appartenenza, e un foglio su cui esprimere le aspettative per gli anni di formazione che avviano oggi e il loro “sogno universitario”. Sono state di seguito presentate le autorità universitarie e i vari settori con i loro responsabili, i decani delle 6 facoltà, i direttori degli istituti, e il coordinatore del DPGC. Quindi don Mario Llanos, ha presentato l’Equipe di Pastorale Universitaria di cui è coordinatore, composta da don Emiro Cepeda (logistica, servizio per la ricerca di alloggio, permesso di soggiorno, rapporti con la Polizia e il Comune di Roma, Agape delle feste, ecc.), don Luis Rosón (segreteria dell’equipe, animazione li-


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notizieups•Studenti

nuti turgica e animazione sportiva), don Stefano Tognacci (animazione delle liturgie eucaristiche quotidiane, gruppo di preghiera e comunicazione universitaria), e don Michal Vojtas (volontariato). Ciascun responsabile ha descritto i settori di animazione di loro competenza invitando i nuovi studenti alla partecipazione attiva. Questo momento è stato previo alla presentazione dei vari gruppi di animazione universitaria tra cui il coro e dell’animazione musicale presentato da don Mimmo Alvati. Tra le attività sportive sono stati proposti i tornei di basket, volley e calcetto che si promuovono durante i 9 mesi dell’anno accademico, per ogni trimestre una distinta disciplina sportiva. I due presentatori della manifestazione, Mattia Zaccaro e Margherita Nowak, della FSE, hanno introdotto i vari servizi dell’Università, tra cui la Segreteria Generale, la Biblioteca Don Bosco, il Cesit, il Centro Stampa e la mensa, dando alcune informazioni sull’uso e le norme di comportamento. Tutte informazioni queste, e altre ancora, che le nuove matricole, così come le veterane, possono trovare nell’utile libretto “Essere studente all’UPS”,

preparato dall’Equipe di Pastorale Universitaria, sul quale tra l’altro si trova anche il profilo dello Studente UPS. Libretto che è un valido completamento del Calendario delle Lezioni, che è disponibile sul sito dell’Università: www.unisal.it. R. B. I salesiani dell’Equipe di Pastorale Universitaria


recensioni a cura di R. B.

Paolo CALIDONI (ed.), E. M. SALATI, C. SCURATI Le Scuole di base di tutti e per tutti Il sistema delle scuole frequentate da tutti i bambini dai 3 ai 14 anni in Italia è composto da tre livelli (scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di 1° grado) che nel tempo sono evoluti con storie diverse e che via via si stanno integrando in un percorso unitario nell’ambito di Istituti che li comprendono tutti. Il volume presenta ciascun livello da tre punti di vista complementari: istituzionale, illustrando le norme ufficiali che regolano il funzionamento, utilizzando soprattutto fonti ufficiali; pedagogico, con riferimento all’evoluzione delle idee guida che ispirano le impostazioni istituzionali e le pratiche, con richiami ai più significativi principi e autori e presentando anche qualche brano antologico; didattico, della vita e dell’attività effettiva sul campo, anche attraverso le testimonianze di chi vi opera. Il volume risponde all’intento di mettere a disposizione uno strumento informativo documentato e fruibile in contesti culturali diversi ed eterogenei. Nel testo si trovano schede illustrative, riflessioni argomentate e testimonianze professionali che permettono di fare un ‘viaggio/immersione’ nei discorsi e nelle azioni delle scuole di base italiane. Domenico BELLANTONI L’Analisi esistenziale di Viktor E. Frankl. 1. Origini, fondamenti e modello clinico; 2. Definizione e formazione per un approccio clinico integrato I due volumi intendono presentare il contributo della «Logoterapia e Analisi Esistenziale» alla comunità scientifica psicoterapeutica raccogliendo quanto scritto da Frankl e da coloro che si sono identificati nel suo modello di analisi. Il primo volume contiene: la presentazione di Frankl come uomo e come scienziato e le origini dell’A.E. (capitoli 1-3); la definizione del modello clinico della «A.E. e Logoterapia» (capitolo 4); una verifica dell’A.E. a partire dal conforto dei dati della ricerca sperimentale e con i modelli psicoterapeutici contemporanei (capitoli 5-6). Nel secondo volume l’Autore valorizza le acquisizioni proposte e testate dallo psichiatra viennese inserendole all’interno di un modello integrato che si fondi sull’ontologia dimensionale proposta da Frankl e si caratterizzi metodologicamente per un approccio clinico di tipo fenomenologico-esistenziale. Esso contiene: una collocazione dell’A.E. all’interno dell’attuale sviluppo del movimento d’integrazione, con particolare attenzione ad alcuni tra i più diffusi ed efficaci approcci integrati di psicoterapia (capitoli 7-8); la valorizzazione di quanto emerso nei precedenti capitoli e la proposta di linee operative verso la definizione di un modello clinico integrato a orientamento fenomenologico-esistenziale e del relativo percorso formativo in psicoterapia (capitoli 9-10). J. BINNEBESEL, Z. FORMELLA, A. JANOWICZ (edd.) Parlare di cose serie con i bambini a casa e a scuola In una cultura in cui la morte è un tabù, una guida per gli insegnanti e gli educatori che mostri come far familiarizzare gli allievi con questioni serie e inesorabili, quali la morte e il morire. Il testo fornisce agli educatori suggerimenti preziosi su come parlare e sostenere gli allievi che vivono un lutto e offre indicazioni su come e dove affrontare tali difficili tematiche. Contiene anche informazioni su come aiutare i moribondi, affinché le loro ultime ore non diventino una lotta disperata, ma siano un tempo di pace, silenzio e intimità. Tratta anche della medicina palliativa e degli ospizi che si impegnano a curare e supportare le persone morenti e a fornire condizioni ambientali favorevoli. Un fattore molto importante nell’attività degli ospizi è rappresentato dal lavoro dei volontari: persone opportunamente preparate che si prendono cura direttamente del paziente, collaborando con il medico, l’infermiera o lo psicologo. Gli insegnanti e gli educatori possono informare con delicatezza ed equilibrio i propri allievi su realtà difficili come quella della morte, sensibilizzandoli alle necessità dei sofferenti e invogliandoli a impegnarsi nel soccorrere i più bisognosi mediante il volontariato. I giovani dimostrano spesso grande entusiasmo, energia e sensibilità, e vale la pena cercare la loro collaborazione perché le azioni più semplici portano ai pazienti gioia e sollievo. Giovanni BOSCO Memorie dell’Oratorio di San Francesco di Sales dal 1815 al 1855. Saggio introduttivo e note storiche a cura di Aldo GIRAUDO Le Memorie dell’Oratorio sono, tra le opere di san Giovanni Bosco (1815-1888), una delle più personali, forse il libro più ricco di contenuti e di orientamenti preventivi che egli abbia scritto. Composte tra 1873 e 1875, in un momento di grande fervore operativo, riflettono sul cammino percorso per definirne il senso e focalizzare l’attenzione dei discepoli sull’identità di un’istituzione orientata alla salvezza dei giovani, pronta ad aprirsi in prospettiva mondiale. Risultano «una storia dell’oratorio più teologica e pedagogica che cronachistica, il documento più lungamente meditato e voluto da Don Bosco». Sono «un manuale di pedagogia e di spiritualità raccontata, in chiara prospettiva oratoriana» (P. Braido). Questa nuova edizione utilizza il testo nell’edizione critica dell’Istituto Storico Salesiano, ulteriormente confrontata con i manoscritti originali. Un saggio introduttivo illustra l’importanza del documento per la conoscenza del mondo interiore, delle sensibilità e delle visioni del Santo, presenta i processi mentali messi in atto nella ricostruzione autobiografica e le intenzioni che hanno orientato la scrittura. Sono offerte anche chiavi interpretative e piste di lettura per valorizzare le potenzialità di questo eccezionale documento. Il testo è corredato da note storiche, da un’appendice documentaria e una tavola cronologica.


notizieups editrice Jesu PUDUMAI DOSS, Markus GRAULICH (edd.) Iustitiam et iudicium facere. Scritti in onore del prof. don Sabino Ardito, sdb Il titolo di questo libro è stato preso da Genesi 18,19: «Infatti io l’ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso». Sono le parole del Signore, che incontra Abramo alle Querce di Mamre, rivelando così la sua vocazione. Il patriarca è stato chiamato ad insegnare al Popolo di Dio la via del Signore e ad aiutare il Popolo nel suo agire con giustizia e diritto. Questa immagine sembra riflettere anche quanto ha compiuto il prof. don Sabino Ardito, SDB, nella sua quasi trentennale attività come professore e decano per la Facoltà di Diritto Canonico dell’UPS, oltre a quanto ha fatto attraverso vari uffici per l’Università, per la Congregazione Salesiana e per la Chiesa locale e universale. Il suo emeritato è un’occasione per noi – suoi studenti, suoi amici, suoi colleghi – per esprimere con il cuore il nostro apprezzamento e ringraziamento per tutto quello che ha fatto.

Paolo MERLO Fondamenti & temi di bioetica. 2a edizione Il volume raccoglie alcuni contributi di bioetica maturati nel corso di lezioni e conferenze rivolte a studenti di teologia e di medicina, a professionisti del mondo della salute e a docenti a vario titolo interessati alla bioetica. Esso propone taluni nuclei tematici, utilizzabili per una prima introduzione all’etica della vita e alle sue problematiche: origini e identità della bioetica (cap. 1), questioni di tipo fondazionale (capp. 2-4), tematiche specifiche (capp. 5-13), tra cui quelle relative all’inizio e alla fine della vita umana. L’approccio alle problematiche dell’etica della vita è solitamente contrassegnato da una ricognizione sulle evidenze scientifiche disponibili, integrata da una riflessione condotta all’interno delle coordinate antropologiche ed etiche delineate nelle questioni fondative. La non facile impresa di coniugare le scienze della vita con l’etica ha trovato supporto nella geniale proposta metodologica di Bernard Lonergan che ha reso meno impervio il compito di interpretare e articolare tra loro i differenti apporti conoscitivi. Il testo privilegia l’approccio etico-filosofico, integrato da sviluppi etico-teologici e da ragguagli sugli insegnamenti del Magistero ecclesiale, ponendo attenzione anche al pensiero bioetico di matrice liberale e utilitarista, che ampiamente informa la cosiddetta bioetica laica, per un confronto critico.

Ernesto BORGHI Scrivere al cuore dell’essere umano. Le lettere del Nuovo Testamento tra esegesi antica ed ermeneutica contemporanea L’autore desidera condurre i lettori lungo un viaggio di analisi e di interpretazione, dalla lettera ai Romani alla terza lettera di Giovanni, contraddistinto da alcuni passaggi successivi. Dopo aver ripercorso brevemente le caratteristiche del genere letterario “lettera” nel Nuovo Testamento, si delinea la biografia di Paolo di Tarso, si offre una serie di approfondite informazioni sui suoi testi e si leggono con accuratezza vari passi delle sue lettere più noti e meno noti, che permettano di cogliere i tratti salienti della sua teologia e antropologia. In terzo luogo si forniscono informazioni e indicazioni di metodo e di contenuto utili alla lettura delle singole lettere apostoliche, facendone emergere i caratteri peculiari. Non è un testo pensato per addetti ai lavori, ma per un pubblico di appassionati più vasto. Ma è anche probabile che gli specialisti vi trovino elementi di interesse scientifico e opportunità di riflessione anche esistenziale. Questo libro può essere un utile punto di partenza per tante persone che vogliono confrontarsi seriamente con scritti antichi che parlano al cuore dell’essere umano da molti secoli. Essi sono in grado di offrire a chiunque stimoli importanti per accrescere l’umanità di vita propria e altrui.

Michele PELLEREY, Dariusz GRZADZIEL Educare. Per una pedagogia intesa come scienza pratico-progettuale. 2a edizione Gli Autori considerano la Pedagogia come una scienza pratico-progettuale, direttamente riferita all’azione educativa; non prescrittiva, nel senso di indicare in maniera determinante quali modalità di intervento si devono assumere per raggiungere i risultati desiderati, ma orientativa, per dare senso e sostegno operativo all’azione educativa. Una scienza relativamente autonoma, in quanto tende a valorizzare tutto ciò che le varie scienze dell’educazione possono offrire per comprendere più in profondità le differenti situazioni educative. La qualifica di scienza «pratico-progettuale» indica anche che i risultati che si ottengono non hanno valenza solo descrittiva, rappresentativa, esplicativa, ma anche di guida all’elaborazione di progetti di intervento, di sostegno alla operatività dell’educatore, e di verifica della loro qualità. Di qui la necessità di un’analisi attenta dell’azione umana da molteplici punti di vista, in particolare filosofico e psicologico. Il processo decisionale che ne deriva conduce alla progettazione di uno schema d’azione che comprende obiettivi, itinerari, contesti umani e relazionali più coerenti, chiaramente contestualizzati e finalizzati.


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Il prof. Coffele con la prof. Ersiliagrazia Spatafora e il dott. Maurizio Polselli, funzionari del Ministero degli Esteri

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Ogni bene da Dio

Cari Amici dell’UPS, Un cordiale saluto. Sono certo che se si facesse un’inchiesta fra il semplice popolo santo di Dio domandando quale sia – a loro avviso – la caratteristica per eccellenza di questo periodo di Avvento e Santo Natale che stiamo celebrando, la risposta quasi unanime sarebbe: la benevolenza e la generosità. I cristiani, che sono cresciuti formati bene nei contenuti della nostra grande fede, hanno un fiuto particolare e colgono sempre “il centro”. Indubbiamente, il Santo Natale ci dice della infinita generosità del Padre nell’inviarci il proprio Figlio ad assumere la nostra natura umana, onde noi potessimo diventare figli adottivi. Dobbiamo lasciar da parte una immagine ovattata e “romantica” del Mistero che celebriamo, costellata nel nostro tempo da alberi natalizi e presepi più o meno meccanici ed elettronici; da luminarie, dal panettone, dagli auguri scambiati, dai regali, che la società borghese e commerciale impone a quanti se li possono permettere, e che ci scambiamo vicendevolmente, quasi a significare per un giorno quello che vorremmo poter essere in tutti gli altri dell’anno, ecc.; c’è il rischio che soffochino il genuino senso del Natale. Il Natale è la festa della manifestazione dell’immenso amore di Dio per noi. San Paolo ci ricorda che per potercelo rivelare, il Figlio si è dovuto “svuotare” della sua divinità, praticamente riducendosi al “nulla” della nostra condizione umana (cfr. Fil 2, 5-9): “Si spogliò della sua gloria divina per assumere la nostra carne mortale” (cfr. Benedetto XVI). Recentemente leggevo una meditazione sul commento di Gesù al fatto che la povera vedova aveva gettato nel tesoro del tempio solo due monetine eppure aveva offerto più di tutti gli altri. «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo. Ella, invece, nella sua miseria ha gettato tutto quello che aveva per vivere» (Lc 21. 3-4). L’autore della meditazione era Charles de Foucauld, il noto militare e playboy francese, convertito a Cristo, poi missionario ed eremita nel deserto del Sahara, e ora venerato come “beato”. Charles de Foucauld ci invita a dare tutto perché Cristo ha dato tutto! “O mio Signore Gesù, come sarà presto povero colui che, amandoTi con tutto il suo cuore, non potrà più sopportare di essere più ricco del suo Amato. O mio Signore Gesù, come sarà presto povero colui che, pensando che tutto ciò che si fa ad uno di questi piccoli lo si fa a Te, che tutto ciò che ad essi non si fa, non lo si fa a Te, allevierà tutte le miserie alla sua portata” (…) [ Opere spirituali, Milano, 1960, pp. 520521 (« Ritiro a Nazaret»)(citato da Qumran)]. Cari Amici dell’UPS, sono certo che in queste settimane avrete ricevuto molte richieste di “soccorso”. Forse anche voi soffrirete, come capita al sottoscritto, quando si arriva a conoscere situazioni che veramente hanno bisogno di una riposta concreta e magari non ce la facciamo a intervenire. A volte egoisticamente dico che preferirei non conoscerle per non doverne soffrire. Ma anche questa può semplicemente essere una forma di “condivisione”, direi un pungolo a fare di più e a fare meglio, a imitazione di tanti cristiani che – sospinti dalla carità di Cristo – si sono rivelati geniali nel trovare risposte di sollievo alle urgenze dei fratelli. Grazie se nella Vostra carità Vi riesce di focalizzare anche i giovani accolti nel nostro campus universitario. Cordiali auguri natalizi da parte dell’Università Pontificia Salesiana, detto diversamente, l’Università di Don Bosco per i Giovani, che con la preghiera e l’affetto Vi dice grazie per ogni Vostra collaborazione e Vi augura che l’anno 2012 sia ricco di “ogni bene di Dio”, specie di serenità, pace e gioia grandi nei Vostri cuori e nelle care Vostre Famiglie. Obbl.mo Sac. Gianfranco Coffele Vice Rettore

P.S.: Una borsa di studio annuale ha un costo di circa 10.000 €. Si può partecipare anche con sussidi parziali: tasse accademiche: 1500 € un mese di alloggio: 300 € libri e dispense accademiche: 500 € tessera mensile: 25 € malattie: 200 € Le offerte possono essere effettuate tramite: CONTO CORRENTE POSTALE ccp 95427936 intestato a: Associazione Pro Universitate Don Bosco Onlus - P.zza dell’Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma CODICE FISCALE PER IL 5X1000: 97536950583 BONIFICO BANCARIO Dall’Italia C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 Dall’Estero C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 SWIFT POSOIT22 PER ULTERIORI INFORMAZIONI Rev.do Prof. Gianfranco Coffele Direttore Ufficio Sviluppo e Relazioni Pubbliche dell’UPS, P. zza dell’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma, Tel. 06 872 903 32; Fax 06 872 906 82; Mail: coffele@unisal.it

NOTIZIE UPS DICEMBRE 2011 Direttore Responsabile: Riccardo Tonelli Direttore di Edizione: Renato Butera Redazione: Carmen Barbieri, Fabrizio Emigli, Stefano Mura Foto: Marco Bay, Renato Butera, Fabrizio Emigli, Samuel Job, Krunoslav Novak, Giuliano Vettorato. Grazie a Bank Image di ANS. Hanno collaborato: Cesare Bissoli, Simonetta Blasi, Gianfranco Coffele, Franco Lever, Mauro Mantovani, Francesco Motto, Morand Wirth. Progetto grafico, impaginazione: Fabrizio Emigli Per ricevere la rivista: UPS - Piazza Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma - ufficiostampaups@unisal.it www.unisal.it Tel: 06.872901


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