Rivista Notizie UPS_N.9 2010

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Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abb. postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04) - n°46 art. 1, comma 2 DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n°206/85 del 16/4/1985

unotizieups Bollettino degli “Amici UPS”, degli allievi e degli ex-allievi dell’UPS, dei simpatizzanti dell’Opera di Don Bosco.

Università Pontificia Salesiana Piazza Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma. www.unisal.it

ANNO XXVII - N°9 - DICEMBRE 2010

INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO 2010-2011

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L’educazione universitaria e il suo orizzonte umano Prof. don Carlo Nanni - Rettore Magnifico

1. Il processo di Bologna ha posto al centro l’apprendimento e il lavoro delle studentesse e degli studenti, ma meno la loro vita e la loro personalità, le loro esigenze e le loro aspirazioni vitali e di senso (oltre ovviamente quelle di successo professionale).

Le Università Pontificie possono costituire una sfida sul terreno della formazione integrale universitaria, sfruttando la loro “cattolicità”, nel senso specifico di attenzione all’universalità e all’umanità a cui dilatare le differenze di vita e di cultura di studenti e docenti. E dal punto di vista dell’apprendimento, esse possono diventare stimolo a coniugare specializzazione e differenziazione disciplinare con trasversalità e integralità del conoscere.

2. Peraltro ciò comporta di avere una buona e larga idea di uomo, come anche spesse volte ricorda Papa Benedetto XVI (confronta, per esempio, il n. 61 della enciclica Caritas in Veritate). È in questa linea che vorrei proporre due approfondimenti.

Anzitutto in riferimento alla dimensione spirituale della persona. A suo riguardo, credo che è importante che essa non sia pensata quasi solo come sinonimo di religiosità o di fede. Formativamente è importante estendere e tener trasversalmente presente la dimensione spirituale nelle sue molteplici espressioni: intellettuali, estetiche, etiche, religiose e di fede, come è nel tedesco der Geist o nella cultura francese, dove si parla di esprit de geometrie, di esprit de finesse, di esprit scientifique, ecc.. Tradizionalmente tale dimensione veniva considerata come la forma dell’ essere e dell’esistenza. Oggi potremmo dire che essa è ciò che può dare unità e articolazione alla vita personale. Coltivare la dimensione spirituale della vita, aiuterà a saper “fare sinfonia tra i molti sé personali” e in tal modo vivere “la convivialità delle differenze” interne ed esterne, in una forma robusta, aperta, responsabile, solidale.

3. Ma vorrei dire di più: è importante fare riferimento alla dimensione di mistero e di mistico che c’è nell’esistenza personale. È di esperienza comune che nella vita c’è dell’indicibile, cioè del non tutto o solo parzialmente esprimibile con i codici e gli alfabeti culturali della comunicazione a nostra disposizione.

L’Occidente moderno è piuttosto sbilanciato sull’empirico, sul sociologistico, sul pubblico. Distende i pensieri nel tempo e nello spazio sociale, limitandosi a ciò che è di pubblico interesse (mettendo da parte o privatizzando ciò che riguarda l’interiorità e la spiritualità personale). L’eterno è come non ci fosse: si bada e si pensa solo all’attuale, al futuro, all’ulteriore, all’oltre. Se qualcosa fa questione è problema (vale a dire qualcosa che si può porre di fronte e che è da affrontare, e soprattutto risolvere). Il mistero, cioè l’irriducibile vitalità della nostra esistenza, di cui non si tocca mai il fondo, la vasta dinamica dello spirito umano, che si protende verso un di più di essere oltre il tempo stesso e il

mondo fisico, non viene quasi mai portata a galla. Per questo siamo tendenzialmente materialisti, presentisti e molto trascinabili dalla mentalità consumistica del tutto insieme e subito e del piglia, consuma e butta via. Il faccia-a-faccia (reale o virtuale), fa dimenticare il profondo e l’alto. L’orizzontale fa perdere di vista il verticale. Oltre che verso il sé e verso l’altro, noi siano protesi e abbiamo da protenderci verso il profondo e verso l’alto, come diceva quel giovane santo universitario che fu Pier Giorgio Frassati.

La dimensione etica stessa va connessa con questo più ampio mondo vitale personale: altrimenti essa viene ridotta a un dovere per il dovere o a evitare conseguenze sociali dannose.

4. Conforto quanto ho detto con due citazioni di John Henry Newman, beatificato dal Santo Padre Benedetto XVI il 19 settembre di quest’anno 2010. La prima mette in guardia dal riduttivismo implicito nella eccessiva specializzazione accademica: «Non ci può essere alcun dubbio che ogni arte viene migliorata dal limitare chi la professa a quella singola materia. Ma, benché l’arte avanzi in virtù di questo concentrarsi della mente al suo servizio, l’individuo che è a essa limitato regredisce» (Discorso VII, in Scritti sull’Università, Milano, Bompiani, 2008, p. 343).

La seconda citazione, invece, prospetta in positivo quale secondo lui è il fine dell’educazione universitaria. Essa «dà all’uomo una chiara visione consapevole delle proprie opinioni e dei propri giudizi, una verità nello svilupparli, un’eloquenza nell’esprimerli, e una forza nel farli valere. Essa gli insegna a vedere le cose come sono, ad andare diritto alla sostanza, a sbrogliare una matassa di pensieri, a scoprire ciò che è sofistico e a scartare ciò che è irrilevante. Essa lo prepara a occupare ogni posizione con dignità, e a dominare qualunque tema con facilità. Gli mostra come adattarsi agli altri, come entrare nel loro stato mentale, […] a sentirsi a suo agio in qualsiasi società». Infatti attraverso essa si arriva a quella «tranquillità di una mente che vive in se stessa mentre vive nel mondo, e che ha in se stessa le risorse della propria felicità; senza [essa] anche la buona sorte non è che volgare, [mentre con essa persino] il fallimento e il disappunto hanno il loro fascino» (Ib. p. 360 - 361).

In tal senso, dal punto di vista sociale l’educazione universitaria è vista da Newman come «il grande strumento ordinario di un fine grande ma ordinario; essa aspira a elevare il tono intellettuale della società, a coltivare l’opinione pubblica, […] a dare ampliamento e sobrietà alle idee del tempo, a facilitare l’esercizio del potere politico e ad affinare le relazioni della vita privata» (Ib. p. 359).

5. Questi pensieri mi sono venuti pensando al Natale ormai prossimo, al mistero della nuova umanità che ci proviene come dono dal mistero dell’Incarnazione del Signore. Egli ci fa “figli nel Figlio”: di quel Padre, la cui “gloria” è “l’uomo vivente” (Ireneo, Ad. her,, 4,20,5-7).

Auguri cordialissimi per le festività natalizie e in primo luogo per la gioia di sentire che nella fatica quotidiana universitaria cresciamo in umanità e grazia, davanti a Dio e davanti agli uomini.

Costa ma vale. Vale, perciò costa.

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I titoli di quest’anno accademico

di Jaroslaw Rochoviak

Dai dati della Segreteria Generale dell’UPS, alla data di pubblicazione della nostra rivista, risultano iscritte per l’Anno Accademico 2010/2011, un totale di 380 nuove matricole iscrittesi per la prima volta in una delle facoltà dell’Università Salesiana. Provengono da: Europa 230, Africa 60, Asia 48 e America 42. Il consistente numero di europei, come si può facilmente dedurre, è dovuto alla forte presenza di nuove matricole di nazionalità italiana. Le nuove matricole si sono così distribuite per facoltà: 159 sono i nuovi studenti della Facoltà di Scienze della Educazione, 122 i nuovi iscritti in Teologia, 37 hanno scelto la facoltà di Filosofia, 33 le nuove matricole della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, 7 i nuovi arrivati alla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche, e infine 4 quelli della Facoltà di Diritto Canonico.

Nell’anno accademico 2009-2010 sono stati rilasciati i seguenti Titoli accademici per gli studenti della sede di Roma e Torino: 217 Baccalaureati, di cui 129 in Scienze dell’Educazione, 40 in Teologia, 23 in Filosofia, 20 in Scienze della Comunicazione sociale, e 5 in Lettere Cristiane e Classiche. 167 Licenze, di 104 dalla FSE, 38 dalla facoltà di Teologia, 12 dalla FSC, 9 dalla facoltà di Filosofia, 3 dalla facoltà di Diritto Canonico e 1 da Lettere Cristiane e Classiche. Infine i Dottorati rilasciati nello scorso anno accademico sono stati in tutto 31 così distribuiti secondo le sei facoltà: FSE 13; FT 10; FF 6; FSC e DC 1.

Hanno ottenuto il Diploma di Dottorato, per aver pubblicato almeno parte della Tesi gli studenti: Claire Mengue «Education morale et formation du caractère. Role de l’école dans la croissance morale de jeunes au Cameroun»; Julia Krauze «De Insania: Pervestigatio in re linguistica ac ethnographica»; Narcis Nicholaus Rweyongeza Katambe «”And thou shalt teach them diligently unto thy children” (Dt 6,7): The Commands to Love God and Neighbour and to Teach about it as the Motive and Object of Youths’ Instruction»; Felix Avelino Fernandes «Levina’s asymmetrical relation. It’s relevance for justice relations»; Teresa ALOKA MBIKAYAKE FASULA «L’éducation aux droits de l’homme en Rrépublique Démocratique du Congo selon le modèle de l’UNESCO. Problèmes et prospectives à l’école primaire»; Michał Przemysław Sołomieniuk «Animi motus in sermonibus “De excessu fratris” sancti Ambrosii Mediolanensis»; Thérèse Mukabacondo «Promotion de la femme et education des femmes rwandaises rurales»; Francisco Javier Ruiz Gonzalez «La teología Trinitaria de Jürgen Moltmann y la teología de las Religiones»; Valerio Bocci «La “comunicazione” della fede ai ragazzi della società postmoderna e multimediale. Il modello dell’ipertesto su carta per una catechesi comuinic-attiva»; Gino Alberto Bava «Le “Regule Cancellariae apostolicae” di Papa Adriano VI»; Giuseppe Carlo Cassaro «La grazia negli scritti di Girolamo Seripando. Teologia e metodo teologico tra la Riforma e il rinnovamento della Scolastica»; Camelia Augusta Himcinschi «Il miglioramento della relazione educatore - bambino romeno istituzionalizzato. Un approccio pedagogico che si serve della teoria dell’attaccamento»; Pathiaraj Rayappan «Intention in action according to G.E.M. Anscombe»; Ignatius Ndawula «Children and the liturgy of the word. Towards a relevant pastoral approach in Lugazi Diocese-Uganda»; Pierre Ernest Bazile «Nature et responsabilité. Une enquête sur la pensée de Hans Jonas»; Giampaolo Usai «Dimensione educativa dell’insegnamento della religione nella scuola.

Significato e compito dell’istruzione religiosa»; Maurizio Viviani «Il “primo annuncio” in Italia. Istanze, problemi e prospettive»; Sojan Xavier «Catechesis in a transforming Naga culture. Towards an inculturizing catechesis based on the historical analysis»; Prosper Bonaventure Ky «Le burnout des prétres du Burkina Faso: Une analyse psycho-sociale»; Emmanuel Manuel Roy Kadankavil «’Maria Harris’ Model of Youth Ministry: Integrating the Psychological and Spiritual Dimensions. An Analytico-Critical study»; Joseph Thazhathuveettil «Dietrich von Hildebrand’s philosophy of value and valueresponse: Basis for an understanding and promotion of human dignity»; Roberto Ondobo «Citoyenneté et interculturalité. Une recherche critique dans la pensée de Jürgen Habermas»; Francis Joseph «Ramanuja’s Understanding of Man in the Visishtadvaita Philosophy. A Valid Proposal for the Destabilization of Caste System»; Santi Scibilia «Clive Staples Lewis. La comunicazione della fede cristiana e il mito nella sua vita e nelle sue opere»; Mi-Young An «Il fenomeno del bullismo nella società odierna: Comparazione tra Corea del Sud e Italia»; Mary Claude Perpetua Nneka Oguh «Religious education in the contemporary nigerian catholic schools: Problems and proposals».

Ottengono la medaglia dell’UPS, per aver terminato il proprio curricolo di studi, nei tempi stabiliti, con il punteggio massimo (Summa cum laude, 30/30), gli studenti: DOTTORATO: Teologia: Giuseppe Carlo Cassaro e Giampaolo Usai - Scienze dell’Educazione: Martinien Bosokpale Dumana, Alessandra Regina Chiesa, Camelia Augusta Himcinschi, Bonaventure Ky Prosper, Eustice Vincent Mhina, Mary Claude Perpetua Nneka Oguh, Fidele Dushimimana.

Filosofia: Felix Avelino Fernandes, Francis Joseph, Pathiaraj Rayappan - Scienze della Comunicazione sociale: Santi Scibilia.

LICENZA: Teologia: Juan Manuel Aguila Chavero, Arokiasamy Augustine, Maria Dravecka, Luis Alfonso Hernandez Murillo, Dany Kerio, Mauricio Tadeu Miranda, Paolo Misciagna, Gerardo Villar Macineiras, Slawomir Stanislaw Bartodyiej, Gianpaolo Roma, Louis Mangani Makiadi, Petru Bilha Marius.

Scienze dell’Educazione: Stefano Callipo, Gregor Celestina, Francesca Cipriani, Eros Dal Cin, Alicia De Velasco Garza, Anna Gallucci, Christian Giordano, Dubin Alfonso Granados Canon, Benjamin Kilambe Kaulu, Joana Martin Gutierrez, Luis Eduardo Sanchez Moreno, Rodney Fabian Silveira Correa, Raffaella Spiezio, Ignacio Torres Sanchez, Camilla Stellato, Elisa Berti - Filosofia: Giuseppe Falabella - Comunicazione Sociale: Dayana Ricciardi.

BACCALAUREATO: Teologia: Giovanni Campanella, Fabio Cerasa, Marco Panero, Vladimir Peregrim, Kodjo Alafia Yacinthe Vieira-Atoukou - Scienze dell’Educazione: Gianluca Foschi, Andrew Galea, Emiliana Iacomini, Hoang Vy Chinh Nguyen, Jean-Nicolas Printemps, Gennaro Paganoò - Filosofia: Giancarlo D’ercole, Gabriele Graziano.

DOCENTI EMERITI: Durante la solenne inaugurazione dell’anno accademico 2010/2011 sono stati insigniti del titolo di Docente Emerito onorati con la medaglia d’argento dell’Università: Sua Ecc.za Rev.ma prof. Mario Toso in segno di riconoscimento per la lunga e preziosa attività svolta quale Decano e Docente della Facoltà di Filosofia, nonché Rettore dell’UPS; e Rev. prof. don Mario Cimosa, dopo aver compiuto il 70° anno di età e in segno di riconoscimento della lunga e preziosa attività svolta quale Docente della Facoltà di Teologia.

Momenti della consegna della medaglia dell’UPS. Nella terza foto: don Chávez e don Cimosa”.

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Da Istituto per i Salesiani a Facoltà per la Chiesa universale INTERVISTA AL DECANO PROF. GIORGIO ZEVINI

Genesi e consolidamento - La Facoltà di Teologia è nata a Torino nel 1937, quando l’Istituto Internazionale Don Bosco, trasferitosi da Foglizzo Canavese nel 1923, era stato elevato al grado di Facoltà.

Si tratta dunque della prima Facoltà della Congregazione salesiana, che poi, nel 1965, venticinque anni dopo l’istituzione del Pontificio Ateneo Salesiano, si trasferisce a Roma dove, insieme alle altre cinque Facoltà nate nel frattempo, costituisce il centro universitario che conosciamo.

Obiettivo e proposta formativa - L’obiettivo principale della Facoltà è quello di rendere un servizio qualificato di docenza ai futuri candidati alla vita sacerdotale e religiosa. Questa istituzione era sorta prevalentemente per il servizio di formazione dei salesiani, ma successivamente si è sempre più aperta agli altri Ordini e Congregazioni e ai laici, prestando così un servizio al mondo ecclesiale.

Organizzazione interna - Come ogni altra Facoltà Teologica, anche la nostra Facoltà ha tre livelli, tre cicli: il primo di tipo accademico della durata di tre anni, serve prevalentemente per i futuri sacerdoti e si conclude con il baccalaureato (laurea). Il secondo ciclo di specializzazione che porta alla licenza qualificata (laurea specialistica). E il terzo livello per gli studenti che vogliono completare la loro formazione con il dottorato di ricerca.

All’interno del secondo livello abbiamo tre specializzazioni: l’Istituto di Teologia Dogmatica, l’Istituto di Teologia Spirituale, e l’Istituto di Teologia Pastorale, all’interno dei quali si innestano altre specializzazioni come il biennio di “Pastorale biblica e liturgica” e il biennio per “formazione dei formatori e animatori vocazionali”. Dal 1986 è stato approvato il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica, tra Facoltà di Scienze dell’Educazione e Istituto di Teologia Pastorale della nostra Facoltà.

Altri Centri o Istituti collegati a vario titolo - Attualmente, la nostra Facoltà si è estesa in varie parti del mondo. Abbiamo circa una ventina di centri tra Aggregati, Affiliati e Sponsorizzati che si trovano in quasi tutti i continenti. In America esistono centri in Messico, Venezuela, Brasile e Argentina; in Asia i due grandi centri di Shillong e Bangalore (India), uno nelle Filippine e uno in Vietnam a Ho Chi Minh; in Africa un centro nel Congo; e in Europa i centri di Madrid e Barcellona in Spagna, di Benediktebeuern in Germania e quelli di Messina e Torino in Italia.

Quest’ultimo e l’Istituto Ratisbonne di Gerusalemme sono strettamente collegati con la nostra Facoltà perché Sezioni. Per capire meglio, affiliati sono gli Istituti o i centri che possono dare il primo titolo, cioè di baccalaureato; gli Aggregati possono arrivare a rilasciare il titolo di licenza; gli sponsorizzati, infine, possono anche arrivare al rilascio del titolo che li lega maggiormente alla Facoltà.

a cura di Renato Butera

Il servizio alla Congregazione salesiana e alla Chiesa - Un primo obiettivo è quello di preparare gli studenti che stanno maturando la loro vocazione salesiana dando loro oltre alla formazione teologica e pastorale quella specificamente salesiana, per essere poi loro stessi formatori di formatori e animatori pastorali. Per cogliere questo obiettivo abbiamo all’interno dell’Istituto di Spiritualità una sezione che cura un biennio di “Studi salesiani”. Da questo Istituto sono nati molti vescovi e molte persone che rendono un importante servizio di governo all’interno della Congregazione, così pure tanti ispettori e tantissimi direttori che si sono formati con noi. A livello ecclesiale, da molti anni ormai la Facoltà si è aperta ed estesa a tutta la Chiesa per cui all’interno dei nostri corsi abbiamo un vasto raggio di esperienze, di studenti che provengono da varie Congregazioni religiose maschili e femminili, sacerdoti provenienti da varie Diocesi del mondo, e questo veramente rende sempre più ricca la nostra Facoltà con uno scambio interculturale, spirituale e pastorale veramente straordinario. C’è da aggiungere anche un altro particolare che dice tanto della nostra Facoltà. Tra gli undici decani che si sono susseguiti nella Facoltà si contano un servo di Dio, don Giuseppe Quadrio, e tre cardinali di Santa Romana Chiesa: il cardinale Antonio M. Javierre Ortas, scomparso qualche anno fa, il cardinale Raffaele Farina, attuale Bibliotecario Vaticano, e il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha ricevuto la dignità cardinalizia nell’ultimo Concistoro del 20 novembre scorso.

Non dimentichiamo l’attuale Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone che fu professore di morale e di diritto nella nostra Facoltà.

Una proposta teologica per i laici - Se all’inizio la Facoltà di Teologia era prevalentemente indirizzata a coloro che dovevano diventare sacerdoti, sempre più gradualmente, soprattutto quando è stata trasferita nella sede di Roma, si è aperta al mondo laicale. Conosciamo l’importanza che il Concilio Ecumenico Vaticano II ha dato alla promozione del laicato, per cui negli anni passati abbiamo aperto un Istituto Superiore di Scienze Religiose per i laici che desiderano approfondire la loro conoscenza teologica a vario livello, e utilizzare il loro impegno di studio alla possibilità di sbocco professionale con l’insegnamento della Religione o con un servizio alle Diocesi. Proprio qualche tempo fa è stata pubblicata una Istruzione sugli Istituti Superiori di Scienze Religiose. Questa ha fatto si che si avviasse all’interno della nostra Facoltà una riflessione per riprendere un impegno di adattamento dei nuovi criteri di insegnamento alla realtà della nostra istituzione. L’obiettivo sarebbe quello di avvicinare sempre più i laici al mondo della cultura religiosa. Molti dei laici che vengono da noi sono spinti dal desiderio di approfondire le ragioni della propria fede, e cercano di realizzare questo desiderio con un impegno serio di studio e una volontà veramente encomiabile.

Il servizio agli studenti laici delle altre Facoltà - Nella normalità delle nostre attività accademiche quotidiane, rendiamo già un servizio non soltanto al mondo laicale esterno, quello cioè della Chiesa di Roma, ma anche agli studenti che frequentano le altre Facoltà, ai quali viene richiesto di integrare con alcuni corsi teologici il loro studio specifico nei curricoli che hanno scelto. E questo per cogliere quell’obiettivo di base che dà specificità allo studio presso una qualsiasi Facoltà dell’UPS: formare integralmente il giovane perché come dice Don Bosco sia “un onesto cittadino e un buon cristiano”. Detto in parole più consone alla formazione accademica: che lo studente diventi quel professioIl prof. Zevini nella Giornata delle nuove matricole

Nelle 2 foto: Studenti UPS

nista che apporta nella società in cui vive i valori della sua fede approfonditi durante gli studi universitari. Il nostro contributo è dare allora l’accentuazione teologica perché la formazione dei laici possa essere sempre più ricca sotto l’aspetto religioso ed educativo.

“Carlo Borromeo e Francesco di Sales, modelli di vescovo per la riforma della Chiesa”. Il prof. Tadeusz Lewicki ha concluso la serie degli interventi proponendo una riflessione dal titolo: “Francesco di Sales: perché patrono dei giornalisti?”. Le conclusioni sono state affidate al prof. Aldo Giraudo.

Il Simposio è stato introdotto e coordinato dal prof. Manlio Sodi.

ATTIVITÀ ISTITUTO DI TEOLOGIA DOGMATICA XV corso di formazione permanente per missionari Nel presente semestre è in corso di svolgimento il 15º corso di formazione permanente per missionarie e missionari. Il corso è organizzato dall’Istituto di Teologia Dogmatica dell’UPS, nella persona del prof. Antonio Escudero, con la collaborazione di don Placide Carava del Dicastero per le Missioni dei salesiani, e di alcune suore dell’Ambito della missione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nell’edizione di quest’anno si contano 41 partecipanti con ampia esperienza di lavoro in molte aree geografiche e culturali del mondo, espressione di una presenza ricca di forme, di premura pastorale e di servizio solidale.

I temi, distribuiti in tre blocchi di interventi sulla realtà storica, sul messaggio cristiano e sull’azione missionaria, sono offerti da 22 professori, nella maggior parte dell’Università Salesiana con il validissimo apporto di altri esperti in psicologia, antropologia culturale, economia, missionologia e famiglia.

Iniziato il 20 settembre scorso, il corso avrà termine il prosIl prof. Escudero con il gruppo dei missionari simo 9 dicembre con il viaggio di studio e pellegrinaggio in Terra Santa guidato dal prof. don Luis Gallo.

R i t u a le S a c r a m e n t o r u m ” Simposio sul “R di San Francesco di Sales “Il Rituale Sacramentorum di San Francesco di Sales. Tra teologia pastorale e spiritualità” è il titolo del Simposio promosso dall’Istituto di Teologia Dogmatica. Il Simposio, si è svolto lo scorso 11 novembre e ha coinvolto vari docenti di altri istituti e facoltà offrendo un approfondimento del significato e delle conseguenze dell’opera del santo vescovo, e considerando anche gli aspetti storici, teologici, pastorali ed ecclesiali di questo libro liturgico. Occasione del Simposio è stata la pubblicazione del Rituale Sacramentorum Francisci de Sales Episcopi Gebennensis iussu editum anno 1612, a cura di Manlio Sodi e Morand Wirth, edito dalla LEV, Città del Vaticano, per la collana Monumenta Studia Instrumenta.

Il prof. Antonio Escudero, direttore dell’Istituto di Teologia Dogmatica, ha aperto i lavori con la presentazione dell’incontro.

Il prof. Morand Wirth ha avviato la serie di interventi con una riflessione su “San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, esule ad Annecy”. La seconda relazione è stata a cura del prof. Aimable Musoni che ha parlato su “Il vescovo e la Chiesa nel contesto calvinista di Ginevra tra XVI e XVII secolo”.

“L’uso della parola di Dio nel Rituale Sacramentorum”, è il titolo della riflessione che ha proposto il prof. Mario Cimosa. Mentre il prof.

Damasio Medeiros ha proposto un intervento su “La pastorale liturgica a partire dal Rituale”. Il prof. Joseph Boenzi si è incentrato sulle figure di

ISTITUTO DI TEOLOGIA PASTORALE E CATECHETICA u r g e n z a d i e va n g e l iz z a r e CIR: Brainstorming sull’u Circa una ottantina tra docenti, dottorandi e studenti hanno partecipato nella prima sessione di brainstorming organizzato dal Comitato Interfacoltà per la Ricerca dell’UPS lo scorso 8 novembre 2010. L’invito rivolto a quanti avrebbero preso parte all’iniziativa era quello di rispondere a una delle seguenti domande: “Perché oggi tra gli agenti pastorali, educatori, genitori e credenti in genere si sente meno l’urgenza di evangelizzare i giovani?”; “Quali sono i fattori che li rendono meno oppure più zelanti nel proporre il messaggio evangelico ai giovani?”. Il saluto e la risposta personale del Rettore, prof. Carlo Nanni ha dato inizio al brainstorming (che letteralmente significa tempesta ceProf. Riccardo rebrale). Gli interventi di vari doTonelli centi invitati in rappresentanza di tutte le facoltà, e cioè di Joe Boenzi (FT), Renato Mion (FSE), Carla De Nitto (FSE), Scaria Thuruthiyil (FdF), José Ramón Uría (FDC), Tadeusz Lewicki (FSC), J. Krpi (dottorando - FLCC), hanno dato la possibilità di un ampio raggio riflessione aperta, visto anche i vari ambiti di ricerca attraverso cui hanno guardato, con profonda vivacità, le domande espresse: teologico, psicologico, sociologico, giuridico, filosofico, patristico, spirituale.

La chiusura è stata affidata a Alessandro Mazzoni, dottorando della Facoltà di Teologia, che ha presentato una sintesi delle circa settanta risposte pervenute per scritto dai docenti e studenti dell’Università e anche da altre persone interessate dal Portogallo e dagli Stati Uniti. Questi contributi sono stati previamente analizzati, secondo gruppi linguistici, dai dottorandi in italiano, inglese, spagnolo, portoghese e francese.

Il brainstorming, secondo Wikipedia, è “una tecnica di creatività di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema. Sinteticamente consiste, dato un problema, nel proporre ciascuno liberamente soluzioni di ogni tipo, anche strampalate o con poco senso apparente, senza che nessuna di esse venga minimamente censurata. La critica ed eventuale selezione interverrà solo in un secondo tempo, quando la seduta di brainstorming è finita”. Con questo primo incontro si è innescato in maniera augurale questo meccanismo che ha come preciso intento quello di spalancare la strada a una riflessione che sostenga il cammino della ricerca sugli evangelizzatori dei giovani. Presto la sintesi dei contributi verrà pubblicata sul sito del CIR. Corso di Formazione per Operatore Intermedio di PG L’Istituto di Teologia Pastorale, nella persona del prof. José Luis Moral, con il patrocinio della Conferenza Episcopale Italiana, coordina il “Corso di Operatori di Pastorale Giovanile”, che ha l’obiettivo di formare l’Operatore Intermedio di Pastorale Giovanile: una persona che matura una competenza collocata a livello intermedio rispetto a quella dell’operatore diretto (catechisti e animatori di base) e dell’operatore specializzato (esperti con titoli di Licenza o Dottorato). Il corso, che si sviluppa nell’arco dell’anno accademico 2010-2011 attraverso otto

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incontri di fine settimana e un corso estivo di due settimane, viene promosso quest’anno dalla Diocesi di Arezzo-CortonaSansepolcro, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Beato Gregorio X di Arezzo. Il 6 di novembre si è dato inizio con l’iscrizione di 52 studenti. Le lezioni, come ormai si sta procedendo negli ultimi tre anni, non si tengono più a Roma ma in loco: in questo caso, ad Arezzo e presso il citato istituto di Scienze Religiose. Le altre due edizioni precedenti si erano tenute in Sicilia (Piazza Armerina) e in Campania (Benevento).

“La catechesi in Brasile”: incontro con Luiz Alves de Lima L’Istituto di Pastorale della Facoltà di Teologia dell’UPS, in continuità con la tradizione di organizzare ogni anno un incontro di studio su un tema di interesse catechetico, ha realizzato lo scorso 6 novembre 2010, una giornata di studio, a cui ha preso parte Luiz Alves de Lima, noto catecheta brasiliano, sul tema: “La catechesi in Brasile alla luce di Aparecida e del Diretório Nacional de Catequese”.

La giornata ha proposto una riflessione su una realtà locale, quella brasiliana, di cui è riconosciuta la vivacità pastorale.

Il relatore, con la sua considerevole esperienza, si è soffermato inoltre su quanto si muove in ambito catechetico-pastorale a livello latinoamericano.

Luiz Alves de Lima, catecheta brasiliano, ha difeso il dottorato nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS nel 1995. Professore di catechetica presso l’ITEPAL (Instituto di Teología y Pastoral de América Latina) a Bogotá, l’Istituto Pio XI di São Paulo, in altri centri in Brasile. È stato membro fondatore di Scala (Società di catecheti latinoamericani) e suo direttore dal 1998 al 2003; assessore del Celam e della Conferenza Episcopale brasiliana per la catechesi; e direttore di Revista de Catequese.

Ha pubblicato molti articoli in diverse Riviste latinoamericane.

La giornata è stata aperta dal saluto del Rettore, prof. Carlo Nanni. Quindi sono state proposte le tre seguenti relazioni: “Sfide e proposte della Chiesa latinoamericana a partire da Aparecida”; “Origine, preparazione, approvazione, temi fondamentali del Diretório Nacional de Catequese della Conferenza Episcopale Brasiliana”; “Aspetti rilevanti della catechesi in Brasile a partire dal Direttorio Nazionale”. Ad ogni relazione ha fatto seguito un interessante dibattito in sala dove si sono approfondite e confrontate varie esperienza pastorali con quella personale del relatore. Il prof. Cesare Bissoli ha concluso la giornata con una breve sintesi dei temi affrontati dalle relazioni e sottolineati dal confronto in sala.

ISTITUTO DI TEOLOGIA SPIRITUALE Presentazione degli Atti del 5° Convegno Internazionale di Storia dell’Opera salesiana su don Rua L’Istituto di Teologia Spirituale, insieme all’Istituto Storico Salesiano e all’Associazione Cultori di Storia Salesiana (ACSSA) hanno organizzato un pomeriggio di studio lo scorso 20 ottobre 2010 per presentare il volume “Don Michele Rua, primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”, a cura di Grazia Loparco e Stanisław Zimniak, della Collana «ACSSA – Studi, 4» edito dalla Editrice LAS, 2010. Si tratta del volume che raccoglie gli Atti del 5° Convegno Internazionale di Storia dell’Opera salesiana svoltosi a Torino dal 28 ottobre al 1 novembre del 2009, in occasione dell’anno centenario della morte di Don Rua, primo successore di Don Bosco nella guida della congregazione salesiana.

L’incontro è stato presieduto da S.Em. il cardinale José Saraiva Martins, Pre-

fetto Emerito della Congregazione delle Cause dei Santi. Dopo la proiezione di un breve filmato su don Rua, sono intervenuti suor Enrica Rosanna, Sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, il prof.

Aldo Giraudo, docente dell’UPS, e il prof. Augusto D’Angelo, dell’Università «La Sapienza» di Roma.

Esperienze di accompagnamento spirituale dei giovani L’Istituto di Teologia Spirituale e il Dicastero per la Pastorale giovanile della Congregazione salesiana hanno organizzato tre incontri sul tema dell’Accompagnamento spirituale dei giovani che li terrà ancora impegnati durante i prossimi due anni. Il primo di questi incontri si è svolto lo scorso 7 maggio 2010 con un convegno all’UPS con la partecipazione di alcuni esperti nell’ambito dell’accompagnamento che hanno presentato le loro esperienze. Tra di loro Juan Crespo (responsabile del settore Formazione della Pastorale Giovanile spagnola); Joe Mannath (direttore del «Centro di rinnovamento» di Bangalore); Jack Finnegan (docente della National University of Irlanda), e Jesús Manuel García, direttore delI relatori: J. Crespo, l’Istituto di Teologia Spirituale.

J. Manuel García, R. Costantini, Presente anche don Fabio AtF. Attard, J.Finnegan e J. Mannath tard, Consigliere per la Pastorale Giovanile Salesiana.

L’attualità e importanza del tema ha spinto gli enti promotori, attraverso la serie di questi tre incontri, a prendere in considerazione e a valorizzare le esperienze in atto, per individuare alcuni elementi che permettano di dare forma a un progetto efficace di accompagnamento dei giovani. La cultura odierna infatti richiede ai salesiani l’impegno e l’arte di saper comunicare e testimoniare ai giovani, in modo credibile ed efficace, le loro ragioni di vita.

Se nel primo incontro sono state individuate e indicate alcune di queste esperienze, nel prossimo si cercherà di metterle a confronto con la Teologia e le Scienze umane, senza trascurare la componente specifica del carisma salesiano. Nel terzo incontro, infine, si vorrebbe arrivare a delineare un modello di accompagnamento che riesca a trasmettere alle nuove generazioni, non soltanto l’attenzione su tutto ciò che è umano, ma anche l’amore per la vita interiore e la capacità di “lavorare su se stessi”.

Il Convegno si pone sulla scia dell’esigenza di una “conversione pastorale” che metta al centro la dimensione relazionale. L’augurio è quello che i giovani possano ritrovare nei salesiani dei compagni di viaggio e guide sicure, in una situazione culturale complessa e disorientante.

SEZIONE DI TORINO Nell’ambito del progetto di ricerca sul tema “Evangelizzazione e educazione” dei docenti della Sezione, un momento importante sarà costituito dalla Giornata Interfacoltà, organizzata insieme alla Facoltà Teologia dell’Italia Settentrionale di Torino, che si terrà il 23 marzo 2010. Il tema della giornata di studio è “Tradizione e Speranza. La Chiesa e l’educazione”. Interverranno il nuovo Vescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, che presenterà gli Orientamenti pastorali della CEI per il decennio 2010-2020 sul tema “Educare alla vita buona del Vangelo” e il prof. Pierangelo Sequeri che terrà una relazione su “La traditio fidei e il riscatto dell’educazione”; nel pomeriggio sono previsti dei work-shop di approfondimento delle relazioni e di confronto con esperienze educative significative nell’ambito dei linguaggi artistici, della solidarietà, dell’impegno politico e del lavoro nell’ambito del disagio giovanile.

Presidente e relatori del convegno con i curatori dell’opera

Studenti della Sezione di Torino

uPromuovere u

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notizieups•Diritto Canonico

una speciale attenzione alla famiglia Prof.ssa Michaela Pitterová, FMA

l Diritto della famiglia è uno dei quattro profili specialistici in cui si articola il curricolo di licenza in diritto canonico. La Facoltà ha deciso di introdurre gli ambiti di specializzazione in occasione della revisione dei piani di studio, resa necessaria in seguito alla riorganizzazione degli studi canonistici prescritta dalla Santa Sede nel 2002. Le specializzazioni sono state scelte in modo che rispecchiassero la peculiarità di un’Università Salesiana, e l’ambito della famiglia è uno di questi. Se la famiglia, la prima agenzia di socializzazione e di educazione, è al centro dell’attenzione del Magistero e dell’azione pastorale della Chiesa, a maggior ragione lo è per il carisma salesiano che è tipicamente educativo pastorale. L’esigenza di interessarsi maggiormente della famiglia è stata affermata anche dal Rettor Maggiore dei salesiani che ha dedicato a questo tema la Strenna 2006; in essa invita tutta la Famiglia salesiana ad “Assicurare una speciale attenzione alla famiglia che è culla della vita e dell’amore e luogo primario di umanizzazione”.

Nella formazione dei canonisti l’attenzione posta sulla famiglia aiuta ad estendere il campo d’interesse dai temi legati strettamente al diritto matrimoniale a tutte le questioni in cui è implicata la famiglia come istituzione, ed anche ai singoli membri.

La specializzazione si articola in quattro insegnamenti, dei quali due prendono in considerazione i diritti e i doveri della famiglia da due punti di vista diversi.

Il corso su La famiglia come soggetto attivo e passivo di diritti pone l’accento sull’aspetto più specificamente giuridico. In primo luogo traccia le linee di diritto canonico della famiglia, superando quindi i confini del diritto matrimoniale, in analogia con il diritto di famiglia degli ordinamenti statali. Un ampio spazio è poi dedicato ai diritti umani della famiglia, sia alla loro codificazione nei vari trattati internazionali, sia alla loro ulteriore rielaborazione e presentazione da parte della Chiesa cattolica nella Carta dei diritti della famiglia e nei documenti successivi.

Gli studenti sono pure introdotti nella tematica della codificazione internazionale dei diritti umani e della posizione della Chiesa a questo riguardo.

Il corso su La Chiesa ed i doveri-diritti della famiglia è centrato piuttosto sul Magistero pontificio relativo alla famiglia. Presenta l’iter storico delle encicliche dedicate al tema, come pure di altri interventi pontifici pertinenti e approfondisce alcuni dei temi più significativi che da questo iter emergono: i diritti e doveri reciproci dei coniugi, il ruolo della donna all’interno della famiglia, i diritti e i doveri verso i figli (il diritto alla vita e all’educazione non sono approfonditi in questo luogo, perché oggetto di un insegnamento specifico all’interno della specializzazione).

Questo secondo corso si pone come completamento del primo sia perché aiuta a comprendere le posizioni della Chiesa riguardo al contenuto dei diritti umani della

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famiglia, sia perché li arricchisce di ulteriori ambiti importanti per la visione cristiana della famiglia anche se non strettamente attinenti al campo giuridico.

I due corsi aiutano così i canonisti a superare la visione strettamente giuridica della famiglia per aprirsi alla dimensione teologico-ecclesiologica, auspicata dal Concilio.

Data la impostazione dei corsi che non esige una previa preparazione giuridico-canonistica, destinatari sono non solo gli studenti della facoltà di diritto canonico, ma anche tutti coloro che desiderano approfondire la tematica della famiglia dalla prospettiva dei diritti e dei doveri.

È proprio necessario lo studio del Diritto romano?

Prof. Pierluigi Paoletti

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ono già diversi anni che ho intrapreso un percorso sapienziale nell’ambito della Facoltà di Diritto Canonico dell’UPS, dapprima come studente, poi come docente. Il mio itinerario di formazione, connotato dalla docenza di grandi maestri, mi ha permesso di acquisire una seria conoscenza delle discipline canonistiche mediante un metodo di ricerca scientifica attento allo studio delle fonti del diritto.

Ho avuto quindi modo di maturare la consapevolezza che lo studio del diritto romano, del cui insegnamento successivamente sono stato Il prof. Paoletti con alcuni allievi

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notizieups•Diritto Canonico Studenti e docenti in visita al Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.

Con loro mons. Francesco Coccopalmerio

incaricato, è imprescindibile da una sufficiente comprensione in modo scientifico delle norme del diritto canonico.

La ragione principale che giustifica l’importanza dello studio del diritto romano nelle Facoltà giuridiche, sia canonistiche sia civilistiche, è data dalla sopravvivenza del diritto romano anche dopo la caduta dell’Impero nella Chiesa e nei singoli Stati europei fino alla Codificazione (di cui peraltro fu fonte materiale).

Prendendo in esame l’ordinamento della Chiesa va ricordato che essendo essa apparsa nel seno della società civile romana è naturale che da questa prendesse ed ereditasse delle norme per il proprio vivere sociale umano-divino, in quanto umana: è infatti famoso quel detto desunto dalla Lex Ribuaria (sec. VII-VIII): “Ecclesia vivit jure romano”.

Del resto l’innegabile derivazione del diritto della Chiesa da quello romano ben si comprende avendo presente che quest’ultimo, specialmente nella sua ultima forma, cioè quella giustinianea, diventò imitabile dalla Chiesa proprio per l’influsso esercitato su di esso da parte del Cristianesimo attraverso soprattutto l’opera dei Santi Padri. La dottrina cristiana, infatti, diffusa specialmente dagli scritti dei Padri della Chiesa improntò di sé il sistema giuridico romano indirizzandolo verso i nuovi ideali di umanità, di pietà e di amore del prossimo.

Non v’è inoltre alcun dubbio che anche quando il diritto canonico, specie con le Decretales di Gregorio IX, cominciò ad assumere una configurazione autonoma, continuò comunque ad attingere da quello romano i concetti, parecchi principi e istituti giuridici, la terminologia e la tecnica di interpretazione. Per quanto poi più direttamente riguarda il Codice di diritto canonico vigente è indubbio che esso contenga non pochi elementi di diritto romano, soprattutto nel primo libro trattando, ad esempio, degli istituti delle persone sia fisiche che giuridiche, nel quarto libro per quanto concerne il matrimonio (impedimenti ed effetti), nel quinto libro circa la disciplina dei beni temporali e, infine, nel settimo per quanto attiene ai Processi.

Alla luce di quanto sopra evidenziato ritengo che lo studio del diritto romano sia non solo indispensabile nella Facoltà di diritto canonico per una conoscenza di esso che possa dirsi scientifica, ma anche sommamente utile per gli studenti della Facoltà di lettere cristiane e classiche ai quali l’insegnamento in esame è rivolto come disciplina opzionale.

Oltre, infatti, all’evidenziato significativo apporto dei Padri della Chiesa sia sulla formazione del diritto romano sia, successivamente, sulla ricezione dello stesso nell’ordinamento giuridico ecclesiastico, va ricordato che, in generale, nelle opere dell’antichità classica e cristiana che trattano altre scienze (quali la storia, la filosofia, la retorica) vi è talvolta riportato, solo occasionalmente e non ex professo, qualcosa di diritto romano la cui quindi conoscenza è utile per leggere ad esempio gli scritti di Livio, Tacito, Cicerone, Tertulliano, San Girolamo, Sant’Agostino.

Il Decano con i rappresentanti degli studenti don J. Rivas Zavaleta e C. Corteggiani

La collana

“Questioni di Diritto canonico” Prof. Stefano Ridella

a Facoltà di Diritto Canonico della nostra Università ha avviato da qualche tempo una collana di pubblicazioni denominata Questioni di Diritto Canonico che è giunta recentemente al suo sesto volume. Si tratta di una collana che non segue un tema specifico e che dunque non accoglie soltanto un determinato genere di lavori: al contrario, dal momento che essa è stata pensata anche come uno strumento per dare maggiore visibilità all’attività di ricerca della FDC, si comprende bene perché al suo interno trovino spazio opere che, pur muovendosi sempre nell’ambito delle tematiche proprie del diritto della Chiesa, toccano comunque argomenti mol-

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Prof. Jesu Pudumai Doss

Il prof. S. Ridella fra i due allievi

to diversi tra loro. Un esame dei volumi sinora pubblicati è sufficiente per rendersi conto di questa peculiarità.

Il volume che apre la collana è stato curato dal prof. Graulich e raccoglie gli atti del convegno di studio organizzato l’11 gennaio 2008 dalla FDC in occasione del venticinquesimo anniversario della promulgazione del Codice di Diritto Canonico. Nel libro si possono trovare le relazioni di alcuni altissimi esponenti delle istituzioni ecclesiastiche che hanno preso parte al convegno, come ad esempio quella del Segretario di Stato, Card. Tarcisio Bertone, già decano della Facoltà e rettore dell’UPS. Il secondo volume, ad opera dell’attuale decano prof. Albornoz, è una ricerca che prende in esame i diritti nativi della Chiesa. Si tratta di un tema che, soprattutto nella difficile epoca attuale, riveste un’importanza davvero rilevante dal momento che aiuta a prendere coscienza di quali sono i diritti che per natura spettano

Docenti e studenti di DC insieme al Decano

alla Chiesa in quanto ordinamento giuridico autonomo e indipendente da qualunque altra potestà.

A tale opera è seguita la pubblicazione, a cura del prof. Pudumai Doss, di una raccolta di articoli concernenti il rapporto tra la legislazione ecclesiastica e la Parola di Dio, in linea con il tema scelto dalla XII assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi, tenutasi nell’ottobre 2008: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa.

Negli ultimi mesi del 2010 sono apparsi ben tre volumi. Uno, ad opera dello scrivente, riguarda l’alienazione dei beni ecclesiastici e propone, oltre all’analisi delle norme codiciali che regolano la validità dell’alienazione, anche un esame dei principali strumenti giuridici tramite i quali tale attività può essere svolta.

La professoressa Hernández Rodríguez ha invece pubblicato un’interessante ricerca concernente i membri associati agli Istituti secolari. Si tratta di un lavoro particolarmente originale dal momento che non si limita allo studio del dato normativo, vale a dire il can. 725 CIC, ma lo completa con i dati ricavati dalle risposte che 160 Istituti secolari hanno dato ad un questionario preparato dall’autrice e ad essi inviato. L’ultimo volume, scritto dalla dottoressa Mazzia, ex-studentessa della FDC, consiste in uno studio sugli atti amministrativi generali, una peculiare tipologia normativa prevista dal Codice di Diritto Canonico vigente. Lo studio dell’autrice ha il peculiare pregio di fornire un inventario, debitamente commentato, degli atti amministrativi generali apparsi successivamente all’entrata in vigore del Codice.

Come si vede, i volumi ad oggi apparsi presentano una varietà di argomenti trattati che può essere certamente interpretata come una testimonianza concreta della vivace attività di ricerca svolta dai membri della FDC e di coloro che ad essa sono vicini: una vitalità che si traduce in un felice auspicio per la futura vita dell’istituzione.

u Un anno in u

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Il Decano con il dott. M. Vargas Sáenz

notizieups•Filosofia

continuità...dinamica di Mauro Mantovani

1. La proposta accademica e il consolidamento delle attività già avviate Attualmente i docenti della Facoltà di Filosofia, compresi gli emeriti, sono 23. 14 sono salesiani (tra i quali un vescovo e un diacono), 2 consacrati di altre congregazioni e 7 docenti laici. In occasione del nuovo Anno Accademico 2010/2011 hanno avviato per la prima volta la loro docenza presso la Facoltà la prof.ssa Claudia Caneva (Propedeutica alla filosofia del linguaggio e dell’arte), il prof. Jose Kuruvachira (Storia delle religioni), la prof.ssa Gianna Pallante (Seminario di filosofia della cultura), il prof. Marco Panero (Metodologia della ricerca filosofica) e il prof. Aldo Vendemiati (Propedeutica alla filosofia morale e politica). Per quanto riguarda il numero degli studenti iscritti per il I semestre, anche quest’anno il loro numero sfiora il centinaio. Come rappresentanti degli studenti rispettivamente al Consiglio di Facoltà e al Senato accademico sono stati eletti Antonio Lopez e Francesco Bazzero.

Nel Collegio dei Docenti tenutosi l’8 ottobre 2010 si sono presi in esame anzitutto i risultati di alcune attività svoltesi durante gli ultimi mesi dell’Anno Accademico precedente e durante l’estate, tra i quali la firma – il 14 giugno 2010 – dell’Accordo di collaborazione con durata quadriennale da parte della Facoltà e dell’Università EAFIT (Escuela de Administración, Finanzas y Tecnología) di Medellín, in Colombia, rappresentata dal prof. Mario Vargas Saénz, direttore del Campus di Llanogrande. L’accordo, volto a promuovere la collaborazione interuniversitaria a livello internazionale e a favorire la partecipazione a progetti comuni di ricerca, ha come campo specifico privilegiato l’area degli studi filosofici e delle scienze umane e sociali, con i loro relativi collegamenti alle discipline scientifiche, politiche ed economiche, e delle culture e lingue dei rispettivi paesi.

All’interno delle collaborazioni internazionali, la Facoltà il 21 giugno 2010 ha inoltre rinnovato per altri quattro anni l’Agreement con la School of Philosophy della Fudan University di Shanghai (Repubblica Popolare Cinese), mentre nell’ultima settimana di luglio 2010 il decano, prof. Mauro Mantovani, accompagnato dal Segretario Generale dell’UPS, don Jarek Rochowiak, ha visitato a Tokyo la Sede Centrale del Movimento buddista giapponese Rissho Kosei-kai, in vista di proseguire i fruttuosi rapporti di cooperazione con l’UPS attivi ormai da oltre un trentennio.

Sabato 9 ottobre scorso sono iniziate regolarmente le lezioni del II anno della Scuola Superiore di Formazione Filosofica, con la presenza di 17 iscritti.

Il Decano e il Segretario Generale, d. Jarek Rochowiak, con gli studenti della Rissho Kosei-kai

Il 26 ottobre e il 30 novembre 2010, con le lezioni del prof.

Fiorenzo Facchini (Università di Bologna; Creazione ed evoluzione) e del prof. Alberto Piola (Facoltà Teologica di Torino, Quale dialogo tra evoluzione e creazione?) si è aperto, presso la Rettoria di Sant’Ivo alla Sapienza, il II anno del II ciclo triennale di formazione culturale “Fede, Cultura e Scienza” organizzato congiuntamente – nell’ambito del Progetto STOQ UPS e del Progetto Culturale promosso dalla Chiesa Italiana – dalla Facoltà e dal Vicariato di Roma (Ufficio Diocesano di Pastorale Universitaria) con il sostegno del Pontificio Consiglio della Cultura.

Nei giorni 22 novembre, e 6 e 13 dicembre 2010 si sono tenuti anche i tre interventi inseriti nel Ciclo di lezioni su Dottrina sociale della Chiesa, educazione e diritti umani organizzato dalla Facoltà in collaborazione con il V.I.S. (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), all’interno del corso FA1020 Storia del pensiero sociale della Chiesa tenuto da mons. Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Si è parlato di Tutela della persona. Promozione e protezione dei diritti umani; Diritto all’educazione ed educazione ai e per i diritti umani; Comunicazione sociale e nuove tecnologie per la comunicazione. Con il Volontariato Internazionale per lo Sviluppo la Facoltà sta intanto studiando nuove forme di collaborazione e di partenariato.

2. Logos e Mythos: temi fondamentali per i “Dialoghi di Filosofia” Anche per l’anno accademico 2010/2011 la Facoltà ha istituto i Premi “Dialoghi di filosofia” per studenti e studentesse del terzo, quarto e quinto anno delle scuole superiori italiane. Le premiazioni si svolgeranno giovedì 14 aprile 2011 in corrispondenza con la Tavola rotonda organizzata dalla Facoltà e aperta a

Accoglienza delle nuove matricole organizzato con alcuni studenti già iscritti negli anni precedenti

Lezione della prof.ssa Carola Carazzone

tutti gli interessati sul tema Il Logos.

Per l’occasione saranno presentati i risultati (che poi confluiranno definitivamente in una pubblicazione prevista entro la primavera 2012) di un Progetto di ricerca che ha coinvolto in questi ultimi anni alcuni docenti e ricercatori della Facoltà e di altre istituzioni universitarie italiane e europee come i professori, Igor Agostini (Università del Salento); Alessandro Balbo (Liceo Don Bosco di Verona); Flavia Carderi (Università dell’Aquila); Claudia Cristoforetti, Enrico dal Covolo (Pontificia Università Lateranense); Bernardo De Angelis (Seminario Regionale di Bologna); Renato De Filippis (Università di Salerno); Mara Dell’Unto, Saverio Di Liso (Facoltà Teologica Pugliese); Stefano Fontana (Osservatorio “Van Thuan” sulla Dottrina sociale della Chiesa); Marc Leclerc (Pontificia Università Gregoriana); Giulia Lombardi (Pontificia Università San Tommaso d’Aquino), Mercedes López Sánchez (Università di Zaragoza, Spagna); Michele Marchetto (ISSRE di Venezia); Emanuela Prinzivalli (Università La Sapienza); Sergio Rondinara, Maurizio Marin, Mauro Mantovani, Graziano Perillo, Antonio Castellano, Giuseppe Abbà (UPS). Durante la Tavola rotonda del 14 aprile 2011 gli interventi principali saranno tenuti dal prof. Michel Fattal (Università degli Studi di Grenoble 2, Francia, Il logos nel pensiero antico e medievale) e dal prof.

Piero Coda (Istituto Universitario Sophia di Loppiano, Firenze, Il logos oggi e l’eredità di Gesù Cristo).

L’Istituto di Scienze della Religione della Facoltà ha già annunciato, inoltre, una Tavola rotonda sull’interessante tema del rapporto tra filosofia e mito per l’anno accademico 2011/2012.

3. “Pensare” l’economia: un compito inderogabile Towards a new economic order e Oltre la crisi: prospettive per un nuovo modello di sviluppo sono il titolo rispettivamente del Convegno che si è svolto nei giorni 9-11 settembre 2010 presso il Salesian Institute of Philosophy di Divyadaan (Nashik, India), aggregato alla Facoltà, e del Convegno che si è svolto a Roma dal 3 al 5 dicembre 2010 a proposito del rapporto tra teologia, filosofia ed economia, con una particolare attenzione al contri“Towards a new economic order”, del Salesian Institute of Philosophy di Divyadaan (Nashik, India)

buto del pensiero realistico dinamico del teologo e filosofo salesiano Tommaso Demaria. Il Convegno romano si è realizzato in collaborazione con il F.A.C. (Fraterno Aiuto Cristiano), l’Associazione “Nuova Costruttività” e il V.I.S. (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), e con il supporto organizzativo di SRI Group. Queste due iniziative si collocano all’interno del rinnovato interesse che la Facoltà, cui appartiene uno specifico Istituto di Scienze Sociali e Politiche, e alcuni suoi Centri affiliati e aggregati, stanno riservando ormai da tempo alle tematiche del rapporto tra metafisica, antropologia, etica, economia e sviluppo, secondo le prospettive di solidarietà, giustizia e sostenibilità offerte dal Magistero ecclesiale e in particolare dall’Enciclica Caritas in veritate.

Al Convegno in India hanno partecipato il prof. Philip McShane (St. Vincent’s College di Halifax, Canada), il prof. D.R. Bachhav (KTHM College di Nashik), il prof. Agnelo Menezes (St. Xavier’s College di Mumbai), Dakshayani Madangopal (Shelter Don Bosco R&D di Mumbai), insieme con gli imprenditori Hugh Mascarenhas, Roland Lobo e Anil Kataria, esperti in business e management.

Il Convegno svoltosi a Roma, che ha visto la partecipazione di qualificati rappresentanti del mondo ecclesiale, istituzionale, accademico e imprenditoriale, si è aperto il mattino di venerdì 3 dicembre 2010 con un’interessante Tavola rotonda dal titolo La situazione economica e finanziaria oggi: sfide e prospettive, con la partecipazione di Carlo Nanni (Rettore Magnifico UPS), Renata Polverini (Presidente Regione Lazio), Massimo Caputi (Fimit Sgr), Monica Lucarelli (Giovani Imprenditori di Roma), Daniele Pace (Università Carlo Cattaneo di Castellanza), Giulio Gallazzi (SRI Group), Danilo Broggi (Consip Spa), Piero Damosso (RAI TG1), Enrico Luciani (Eustema Spa) e Stefano Zamagni (Università di Bologna). Il Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, e don Pascual Chávez Villanueva, Rettor Maggiore dei Salesiani e Gran Cancelliere dell’UPS, hanno onorato questa iniziativa con un intervento video e con un messaggio ai partecipanti.

Più di trenta sono stati i relatori avvicendatisi durante le cinque sezioni del Convegno, tra i quali mons. Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ed il dott. Antonio Fazio, già Governatore della Banca d’Italia e Dottore honoris causa in Teologia morale sociale presso l’UPS. La vigilia del Convegno è stata difesa una tesi dottorale in filosofia dal titolo L’ideoprassi cristiana per una società alternativa nel pensiero di Tommaso Demaria (O. Riggi), mentre il 4 dicembre 2011 è stata presentata – grazie al prezioso lavoro rispettivamente del prof.

Ivo Coelho, sdb, e della prof.ssa Mercedes López Sánchez, entrambi partecipanti al Convegno) – la traduzione in lingua inglese e spagnola di due volumi di Tommaso Demaria, messi così a disposizione degli studiosi in un contesto ancor più internazionale.

4. Master di I livello in mediazione culturale e filosofica La Facoltà di Filosofia, in cooperazione con l’A.S.U.S. (Accademia di Scienze Umane e Sociali) organizza il suo “primo Master”. Si tratta del Master Universitario di I livello in

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notizieups•Filosofia

“Mediazione Culturale e Religiosa” previsto per i mesi marzo 2011 - marzo 2012, che ha ricevuto il patrocinio dell’Università di Roma-Tre, di Religions for Peace, della Comunità di Sant’Egidio e di altre istituzioni accademiche e culturali.

All’interno dell’attuale globalizzazione economica e socioculturale, le società multiculturali necessitano sempre più di nuove figure professionali. Il Master si propone di offrire una piattaforma di conoscenze filosofiche e culturali di base e competenze di pedagogia interculturale per una adeguata mediazione culturale e religiosa, e si rivolge ai giovani laureati che intendono operare come mediatori culturali (nell’ambito dei diritti umani, della scuola, e in generale come operatori nella cooperazione, nelle ambasciate o I rappresentanti degli studenti nel più ampio settore delle coA. Lopez e F. Bazzero municazioni).

Il corso, che è di durata annuale e propone un’offerta formativa di 60 ECTS, si compone di cinque moduli comuni e un modulo di specializzazione scelto dallo studente. Le lezioni si svolgeranno a Roma nella sede dell’A.S.U.S. e si terranno il venerdì pomeriggio e il sabato per l’intera giornata, una volta al mese a partire da marzo 2011. Le iscrizioni sono aperte fino al 31 gennaio 2011. Ulteriori informazioni si possono ricevere rivolgendosi alla Facoltà o scrivendo a questo indirizzo e-mail: master@asusweb.it.

Visita al Sophia Institute di Loppiano nella Giornata della Facoltà

6. L’impegno di “coltivare la memoria viva” di mons. Carlo Chenis Domenica 7 novembre 2010 una rappresentanza dell’UPS, guidata dal Rettore Magnifico, prof. Carlo Nanni, e dal Superiore religioso, don Joaquim D’Souza, si è recata presso il Santuario della Madonna delle Grazie di Allumiere (Diocesi di Civitavecchia – Tarquinia), ove – organizzata dalla Facoltà – si è celebrata la Messa in suffragio del compianto mons. Carlo Chenis, proprio nel luogo ove egli è sepolto. Mons. Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, ha presieduto la Celebrazione eucaristica.

La Facoltà, con l’impegno “di coltivare la memoria viva” del caro don Carlo, ha promosso grazie alla collaborazione della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia il progetto di pubblicazione presso l’editrice LAS di un volume degli scritti pastorali di mons.

Chenis e di testimonianze su di lui, che sarà pronto in occasione del primo anniversario della sua scomparsa.

5. Giornata della Facoltà di Filosofia 2010 / 2011: 18 novembre, visita al Sophia Institute di Loppiano Il giorno giovedì 18 novembre 2010 un folto gruppo tra docenti, studenti e amici della Facoltà ha partecipato alla Giornata della Facoltà di Filosofia, che quest’anno prevedeva una visita al Sophia Institute di Loppiano, Istituto Universitario inserito nella cittadella del Movimento dei Focolari che si trova in Valdarno, provincia di Firenze. Accolti dal Preside dell’Istituto, il prof. mons. Piero Coda, dal prof. Sergio Rondinara e da una rappresentanza di docenti e studenti, i partecipanti hanno vissuto un’esperienza di vera fraternità e di stimolo reciproco nella considerazione del valore culturale e formativo dello studio, attraverso scambi di esperienze, la visita al Santuario e al Polo commerciale “Lionello Bonfanti”. Al centro della giornata la Concelebrazione eucaristica. In occasione di questo incontro, oltre al consolidarsi dell’amicizia e della collaborazione, si è formalizzata la prospettiva di studiare insieme quanto prima una forma di cooperazione che permetta di sviluppare attività comuni di post-dottorato a livello nazionale e internazionale, a beneficio dei neo-dottori e dei docenti.

Altro momento della Visita al Sophia Institute di Loppiano nella Giornata della Facoltà

Visita al Santuario della Madonna delle Grazie di Allumiere e alla tomba di mons. Carlo Chenis

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notizieups•Scienze dell’Educazione

La Facoltà dello “specifico” salesiano di Francesco Casella

a quando l’Ateneo Salesiano è nato e si è evoluto in quella che oggi è l’UPS - l’Università di Don Bosco per i giovani , è sempre esistita l’intenzione di impostare la specificità della missione salesiana - soprattutto nell’opera formativa e pedagogica diretta ai suoi destinatari privilegiati – dando forma e anima a progetti accademici rivolti a coloro - salesiani e membri della famiglia salesiana per primi - che avrebbero impegnato la loro vita o caratterizzato la loro professione con l’opera educativa dei giovani.

Perciò l’allora Rettor Maggiore, don Pietro Ricaldone, nel 1937 quando stava sorgendo il Pontificio Ateneo Salesiano, volle che all’interno della Facoltà di Filosofia ci fossero, tra l’altro, un Istituto e Seminario di Pedagogia con una speciale Scuola Catechetica, e un Istituto di Psicologia con l’obiettivo di formare insegnanti ed educatori competenti in pedagogia e didattica.

L’opera fu iniziata da don Carlos Leôncio da Silva, direttore dell’Istituto dal 1940 al 1952. Gli furono collaboratori e proseguirono la sua opera, tra gli altri, don Pietro Braido, don Luigi Calonghi e don Vincenzo Sinistrero. Nel 1956 nacque l’Istituto Superiore di Pedagogia, autorizzato a conferire gradi accademici in scienze pedagogiche e diplomi in pedagogia, didattica, catechetica e psicologia. La sede accademica fu a Torino fino al 1958; da quell’anno l’Istituto Salesiano “Sacro Cuore” di Roma, e dal 1965 l’attuale sede dell’UPS. Con l’elevazione dell’Ateneo al grado di Università Pontificia nel 1973 da parte di Paolo VI, l’ISP divenne Facoltà di Scienze dell’Educazione, accentuando la sua caratterizzazione formativa secondo il sistema educativo di Don Bosco e i principi della pedagogia cattolica. Questa specificità verrà sottolineata da Giovanni Paolo II il 3 aprile 1979, giorno della sua visita all’Università Salesiana, e richiamata da Benedetto XVI nel corso del Capitolo Generale 26° della Congregazione Salesiana.

Rispondendo alla sua vocazione in coerenza con lo spirito e la tradizione iniziata da Don Bosco, in continuità con la sua esperienza accademica e la scelta di formazione integrale dell’uomo, ancora oggi la FSE approfondisce in modo particolare i problemi attinenti l’educazione dei giovani e le esigenze educative delle popolazioni meno favorite. Per fare questo, è impegnata a realizzare tre obiettivi precisi: “promuovere la ricerca pedagogica nell’ambito delle scienze attinenti l’educazione; curare la formazione di ricercatori, insegnanti e operatori ai vari livelli dell’azione e della ricerca educativa; e contribuire al potenziamento

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Vecchi e nuovi studenti della FSE

dell’opera educativa nella società e nella Chiesa”. La FSE persegue dunque una linea pedagogica ispirata alla visione cristiana del mondo e della vita. In questa prospettiva si impegna in un dialogo costante tra scienze umane e scienze della fede.

Per l’anno accademico 2010-2011, la FSE ha l’intenzione di sviluppare il seguente “Piano d’Azione”. Innanzitutto, portare a compimento la Ratio dei corsi seguendo la modalità dei “Descrittori di Dublino”, e cioè: saper conoscere e comprendere la materia, applicare conoscenze e comprensioni, avere autonomia di giudizio, saper comunicare, essere capaci di apprendere autonomamente. E questo per offrire una sicura qualità nell’offerta formativa e una maggior trasparenza a quanti aderiscono alla nostra proposta accademica. Accompagnarli nell’acquisizione della giusta competenza è per noi un obiettivo di primaria importanza.

Competenza che è – come ricordava il Rettore un editoriale di NotizieUPS, citando la sessione del Parlamento europeo del 23 aprile 2008 - “capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale con senso di responsabilità e autonomia”.

Altri punti imprescindibili per il Piano d’Azione di questo Anno Accademico in corso sono: la revisione e riprogettazione del Terzo Ciclo, il Dottorato, ponendosi in linea con quanto richiesto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e dal “Processo di Bologna”; e l’attuazione dei piani dei tre Centri di Facoltà: Osservatorio della gioventù, Centro di Pedagogia della comunicazione sociale e Centro di Consulenza psicopedagogica, di cui sono stati nominati i rispettivi Direttori: prof. Cristian Desbouts, prof. Natale Zanni e prof. Vito Orlando.

Ci si sta muovendo per rinnovare la Convenzione tra FSE-UPS e College of Education della Zhejiang University di Hangzhou (Repubblica Popolare Cinese), e con l’Associazione culturale cinese SEECO Educational. Da qualche anno ormai si porta avanti un’esperienza di collaborazione con grande soddisfazione di tutti che ha prodotto, tra l’altro, la collana Italia-Cina Educazione edita dalla LAS; il Simposio italo-cinese sulla formazione tecnica e professionale (maggio 2009), promosso dalla SEECO con la partecipazione di rappresentanti del College of Education di Hangzhou, dell’UPS e del Seeco Research Centre della medesima Università; e il gemellaggio fra l’UPS e l’Università cinese con lo scambio di professori per un corso intensivo di lezioni nell’università gemellata.

I sette Istituti della FSE (Teoria e Storia dell’educazione; Metodologia pedagogica; Metodologia Didattica e della Comunicazione sociale; Catechetica; Psicologia; Sociologia; Pedagogia Vocazionale), oltre a partecipare alle varie organizzazioni professionali nazionali e internazionali e offrire consulenza alle varie Associazioni ecclesiali e della Congregazione salesiana, hanno progettato tutta una serie di “Ricerche” e Seminari di studio inerenti alla propria specificità di cui si darà notizia attraverso i siti dell’UPS e della FSE. Nell’ambito della vita degli Istituti sono da segnalare: il Master Universitario di II Livello per professionisti dell’Orientamento (2011-2012) gestito da FSE e COSPES; il Master Universitario in Pedagogia religiosa (2011-2012) gestito da FSE-Istituto di Ca-

In questa e nella foto in alto: il prof. F. Casella

techetica in collaborazione con il Servizio Nazionale per l’insegnamento della Religione cattolica della CEI; la Collaborazione tra Istituto di Psicologia e Giunti OS e Giunti Scuola per l’organizzazione di Seminari e Convegni; il prosieguo della ricercaazione (2010-2012) dell’Istituto di Sociologia su “L’inserimento nel lavoro dei qualificati della Formazione professionale”; e l’ulteriore sviluppo dell’indagine: “Il contributo dei Salesiani e delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice nell’educare studenti/allievi delle loro scuole/cfp in Italia a ‘essere onesti cittadini’ – Indagine conoscitiva e prospettive di futuro”. L’Istituto di Sociologia ha anche collaborato con il Centro Studi per la Scuola Cattolica della CEI alla stesura del XII rapporto sulla scuola cattolica in Italia dal titolo “A dieci anni dalla legge sulla parità”, presentato nel mese di novembre 2010 al pubblico in un affollato incontro a cui hanno partecipato il Segretario Generale della CEI, Mons. Mariano Crociata, e il Ministro della Pubblica Istruzione, On. Mariastella Gelmini.

La Scuola Superiore di Specializzazione in Psicologia Clinica (SSSPC-UPS), oltre a portare avanti i suoi compiti istituzionali relativi alla formazione postlauream di psicologi alla psicologia clinica e alla psicoterapia secondo un modello umanistico-personalistico con approccio integrato, svolge anche attività di servizio al territorio. La Scuola, infatti, attraverso il proprio Centro Clinico, offre a numerosi giovani adulti l’opportunità di fruire di assistenza psicologica individuale sostanzialmente gratuita (mediante la pratica clinica svolta dagli studenti del terzo e quarto anno sotto supervisione dei docenti); offre inoltre un servizio psicologico finalizzato a potenziare le abilità relazionali, educative e genitoriali in gruppi di 10/15 persone condotti da professionisti esperti. Entrambe le attività del Centro Clinico contribuiscono alla raccolta di dati che vengono elaborati a fini scientifici dal Laboratorio di Ricerca sugli Stati dell’Io (LA.R.S.I.), fondato dal prof. Pio Scilligo, in cui lavorano docenti della SSSPC e dell’IFREP (Istituto di Formazione e Ricerca per Educatori e Psicoterapeuti). I risultati della ricerca saranno presentati al Congresso Mondiale di Analisi Transazionale che si terrà a Bilbao il 7-9 luglio 2011, organizzato dall’European Association for Transactional Analysis. L’EATA riconosce la validità dell’esame di diploma della Scuola ai fini dell’assegnazione del titolo di Certified Transactional Analyst in Psychotherapy (CTA-P), valido a livello internazionale per la pratica della psicoterapia secondo il modello dell’Analisi Transazionale.

La Rivista “Orientamenti Pedagogici”, infine, continuerà a essere editata dall’Editrice Erickson, e uscirà dal 2011 con una nuova veste grafica e editoriale in quattro numeri annuali, e l’introduzione di nuove sezioni, come Ricerche e Esperienze, e Vetrina giovani. La rivista, fondata nel 1954, ha ormai molti anni alle sue spalle, ma continua a essere apprezzata in Italia e all’estero per i suoi contributi specifici nel campo delle scienze pedagogiche e i suoi interventi a favore dell’educazione.

La FSE, oltre a porgere ai lettori di “NotizieUPS” un cordiale augurio di Buon Natale e Buon Anno, spera anche che gli stessi continuino a manifestare il loro sostegno alla Facoltà e ai giovani, laici, sacerdoti religiosi e religiose, che la frequentano.

Centro di Consulenza Psicopedagogica: una partenza incoraggiante! di Vito Orlando

un Centro della FSE che vuole essere un servizio al territorio valorizzando le competenze presenti nella Facoltà. Primo obiettivo, pertanto, è quello di stabilire collegamenti, collaborazioni con tutti gli Istituti e Centri della FSE e con le altre Facoltà dell’UPS, per realizzare un servizio preventivo e promozionale efficace in questo nostro tempo di complessità. Il Centro, nella sua peculiarità, è frutto di un lavoro attento di riflessione condivisa di un gruppo di docenti della FSE. In questa collaborazione sono state tracciate le linee guida che ne precisano l’identità, le aree di intervento e le strategie di azione.

Nelle linee guida si sottolinea che il Centro è un “laboratorio di ricerca e intervento” che deve operare in “un’ottica preventiva e promozionale, coniugando l’intervento pedagogico con quello clinico e psicosociale”; deve privilegiare il “lavoro di equipe” per coinvolgere e valorizzare figure professionali diverse. Tutto questo cercando di lavorare in sinergia con Enti, Istituzioni e Associazioni del territorio con analoghe finalità, perché il Centro è un ponte tra l’Istituzione Universitaria e il territorio.

Anche se si è ancora in una fase di allestimento, per la richiesta incessante delle famiglie è già partito il servizio per l’Orientamento: abbiamo la richiesta di scuole e soprattutto di famiglie e abbiamo organizzato vari gruppi per l’applicazione dei Test e la restituzione dei risultati. Per ora è attivo soprattutto per i ragazzi della terza media, ma abbiamo già richieste per ragazzi delle scuole superiori. Si è inoltre avviato il servizio di sostengo alle famiglie con figli che hanno qualche difficoltà, e si sta progettando un servizio di sostegno al metodo di studio e all’apprendimento.

Un folto gruppo di docenti si è reso disponibile per il servizio di consulenza e si sta studiando la strategia operativa per il suo avvio. La terza area di servizio è quella formativa. Due docenti della FSE stanno pensando al suo avvio e coordinamento; anche in quest’area le disponibilità sono numerose.

L’avvio delle attività nelle diverse aree di servizio avrà un carattere progressivo, per ponderare e verificare la strategia operativa e organizzativa. Le due attività prioritarie programmate per il 2010-2011 sono: “informazione precisa e dettagliata all’interno dell’UPS per far conoscere l’iniziativa (a tutte le facoltà) e incentivare l’interesse e l’adesione alle attività delle singole aree.

Una modalità di attuazione di questa informazione potrebbe essere anche un Seminario, sulle aree di interesse e le modalità operative del Centro, aperto a tutti i docenti”. Nello stesso tempo, riteniamo necessaria “una informazione dettagliata all’esterno appena i singoli settori avranno definito il programma operativo.

Per l’informazione all’esterno sono ipotizzabili iniziative diverse: un seminario di avvio esteso agli operatori del territorio, ai laureati e agli specializzati della FSE per suscitare esplicite richieste di collaborazione; una informazione a tappeto nel territorio del IV municipio (scuole, parrocchie, servizi sociali, strutture di accoglienza, ecc.); l’avvio di un’indagine nel territorio sulla domanda di servizi e le risposte che vengono offerte; ecc.”.

Il problema del Centro Universitario di Consulenza non si esaurisce nella prestazione di servizi. Gli impegni e le attenzioni necessarie perché possa acquistare una sua chiara fisionomia ed essere in grado di svolgere al meglio il suo compito sono molti: c’è da impostare il problema della privacy e dell’Archivio dati perché possa essere anche centro di studio e di ricerca; c’è la necessità di una adeguata dotazione strumentale: Test di varia na-

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Il prof. Marco Bay e studentesse FSE

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tura e per obiettivi diversi (con costi rilevanti); elaborazione dei testi informatizzata, strumentazione informatica, ecc. Senza ovviamente contare tutta l’organizzazione e valorizzazione delle risorse umane disponibili alla collaborazione.

Il nostro impegno, tuttavia, è quello di riuscire a far acquistare al Centro una fisionomia e uno stile operativo che possa farlo riconoscere come espressione significativa della FSE dell’Università Pontificia Salesiana.

I progetti di ricerca dell’Istituto di Sociologia di Guglielmo Malizia

i è conclusa la prima fase di un progetto di ricerca di ampio respiro che il CNOS-FAP intende realizzare con la collaborazione dell’Istituto di Sociologia dell’Università Salesiana sul tema dell’inserimento nel lavoro dei qualificati dei corsi sperimentali triennali di formazione professionale iniziale (IeFP).

Indagini precedenti avevano evidenziato due problematiche che sembrano rendere opportuni ulteriori approfondimenti: la percentuale dei qualificati dell’anno formativo 2005-06 che all’uscita dal percorso aveva scelto di lavorare e che alla distanza di un anno aveva conseguito un lavoro, era certamente consistente, ma non così elevata come si sarebbe potuto aspettare, tenendo conto del carattere immediatamente professionalizzante della IeFP; in ogni caso risultava difficile valutare con esattezza il significato della percentuale di occupati perché mancano dati regionali e nazionali complessivi sulla IeFP e su gruppi di giovani in situazioni comparabili sia a livello quantitativo che qualitativo. Per queste ragioni si è pensato di avviare una indagine che cercasse di identificare con più precisione la situazione dei qualificati della IeFP al momento dell’inserimento nel mondo del lavoro in una prospettiva comparativa. La prima fase della ricerca appena conclusa ha analizzato i dati sui qualificati dei settori meccanici auto ed elettro-elettronici nell’anno 2009, mettendo in risalto i traguardi raggiunti e le problematiche ancora esistenti.

Alla fine del 2010 è giunta a conclusione anche la prima fase di un’altra ricerca dell’Istituto di Sociologia su “Il contributo dei Salesiani (sdb) e delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice (fma) nell’educare studenti/allievi delle loro scuole/cfp in Italia a ‘essere onesti cittadini’ – Indagine conoscitiva e prospettive di futuro”. L’indagine è riuscita a: ricostruire e documentare il contributo che gli SDB e le FMA danno, all’educazione/formazione come “onesti cittadini”, di studenti/allievi delle loro Scuole e Centri professionali operanti in Italia; verificare come vivono questi giovani la propria cittadinanza, quanto si sentono appartenenti all’Italia e all’Europa, di quali progetti sono portatori e quali aspettative hanno in prospettiva di futuro; tracciare lineeguida per il futuro, per contribuire alla formazione di studenti e allievi alla cittadinanza democratica e ai diritti umani in una società multietnica e globalizzata. L’elaborazione di programmi rinnovati e la relativa sperimentazione dovrebbero aver luogo nel 2011. L’Istituto di Sociologia ha anche collaborato con il CSSC (Centro Studi per la Scuola Cattolica della CEI) alla stesura del XII rapporto sulla scuola cattolica in Italia dal titolo “ A dieci anni dalla legge sulla parità”. Attraverso una ricostruzione storico-giuridica di quanto è stato fatto finora, il volume ha presentato una fotografia aggiornata della situazione delle scuole paritarie in Italia e ha proposto alcune riflessioni per rilanciare

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il dibattito e l’attenzione sull’argomento da un punto di vista pedagogico e culturale, sullo sfondo della “emergenza educativa” evidenziatasi in questi Il prof. G. Vettorato ultimi anni e anche considerando il contributo che la scuola cattolica, insieme a ogni altra scuola paritaria, può offrire alla soluzione di tale emergenza. Il rapporto è stato presentato al pubblico in un affollato incontro a cui hanno partecipato il Segretario Generale della CEI, S.E. Mons. Mariano Crociata, e il Ministro dell’Istruzione, On. Mariastella Gelmini.

FSE-COSPES Master per professionisti dell’Orientamento di Renato Butera

a FSE, in partenariato con l’Associazione Nazionale COSPES, ha organizzato il Master Universitario di II livello per professionisti dell’Orientamento. Il Master vuole offrire un percorso di formazione specialistica a operatori ed esperti nel settore dell’orientamento, perché siano in grado, pur nello specifico del loro intervento, di rispondere alle attuali sfide formative presenti in questo ambito. L’obiettivo è fornire competenze metodologiche e operative fondate su validi principi teorici atti a promuovere in primo luogo una sensibilità educativa e pedagogica centrata sulla persona e una serie di abilità. Ogni interessato potrà conseguire le seguenti capacità: comprendere i processi psicologici e sociali che intervengono nelle scelte esistenziali e professionali del soggetto e i fattori che le guidano nell’ottica di una formazione integrale della persona; analizzare i contesti sociali, particolarmente quelli che si riferiscono al mondo del lavoro e le dinamiche che caratterizzano l’andamento occupazionale; acquisire le conoscenze relative ai riferimenti legislativi che regolano il sistema educativo e il contesto lavorativo; abilitarsi alla progettazione di interventi nel campo dell’orientamento in contesti educativi, formativi e produttivi; apprendere metodologie e strumenti concettuali e operativi per realizzare interventi di orientamento nei diversi contesti organizzativi pubblici e privati; saper organizzare e gestire servizi di orientamento in relazione alle diverse tipologie di utenza; promuovere interventi di orientamento efficaci per favorire l’inclusione sociale delle fasce svantaggiate giovani ed adulti; saper utilizzare alcuni dei principali strumenti di software specifici per l’orientamento.

Il Master è rivolto a psicologi, pedagogisti, docenti e formatori in possesso di titolo di Laurea/Licenza (civile o ecclesiale) di durata quinquennale (vecchio ordinamento) e di Laurea Magistrale, che intendano acquisire nuove competenze professionali nell’ambito dell’Orientamento e migliorare la propria capacità di gestire interventi di orientamento rivolti a target differenziati di utenza. I laureati potranno conseguire il Diploma di Master Universitario di II livello. Durata: 15 mesi, con frequenza obbligatoria alle lezioni. Previsti pratiche e strumenti di learning by doing, un tirocinio e una prova finale (elaborato scritto). Le attività si svolgeranno all’UPS (Roma). Info: www.unisal.it.

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Un prezioso valore da custodire e diffondere INTERVISTA AL DECANO PROF. MARIO MARITANO

“Lo studio del latino, così come quello del greco, non si esaurisce con la possibilità di leggere i testi antichi nella lingua originale, cioè del patrimonio letterario, ma comporta anche la conoscenza della mentalità, del pensiero, delle istituzioni, della scienza, della filosofia, della religione… Solo così si può capire a fondo l’uomo antico e la lingua che ha caratterizzato più di due millenni di storia dell’Occidente”. È una delle convinzioni che il decano della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’UPS, il prof. don Mario Maritano, non tralascia di comunicare quando lo si invita a parlare del valore di una facoltà come la sua in un contesto come l’attuale dove la globalizzazione fa parlare le lingue economiche e trova nell’inglese soprattutto la moderna, anzi la postmoderna Koiné.

Approfittando di un numero speciale come questo, in cui appaiono tutte le facoltà dell’UPS presentandosi per la prima volta tutte insieme, abbiamo preferito la formula dell’intervista per conoscere e far conoscere di più la FLCC e il prezioso valore di cui è custode.

Origine e lo sviluppo della facoltà sino all’ordinamento attuale La facoltà di Lettere Cristiane e Classiche ha un nome “antico” ricevuto dal Papa Giovanni XXII che lo chiamò Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, con la costituzione apostolica Veterum Sapientia, il 22 febbraio del 1962. Per questo in tale data tradizionalmente celebriamo il “compleanno della nostra facoltà che nella ormai prossima ricorrenza del 2011 compirà 49 anni.

Una volta fondato il Pontificium Institutum fu affidato ai salesiani di Don Bosco da Papa Paolo VI con il Motu Proprio “Studia Latinitatis” sempre in data 22 febbraio 1964. Per questo la nostra facoltà mantiene un rapporto speciale con la Congregazione per l’Educazione Cattolica, benché sia stata equiparata nell’ordinamento generale dell’Università Salesiana alla pari delle altre facoltà.

Nell’Anno Accademico 2006/2007 la Facoltà ha avviato e concluso un percorso di revisione e rinnovamento per uniformarsi al cosiddetto protocollo di Bologna. Si è iniziata così una nuova programmazione in tre cicli. Il nuovo ordinamento è stato approvato dal Senato Accademico e dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica recependo così le indicazioni date dalla stessa Facoltà.

Da quali aree geografiche provengono gli studenti della FLCC In questi ultimi anni abbiamo sempre avuto un trend di frequenza che si attestava intorno ai 4 iscritti. Il trend quest’anno è leggermente aumentato, arrivando a 6. Gli studenti sono una quarantina circa e provengono da diversi paesi. In gran parte sono europei: Croazia, Italia, Inghilterra, Lituania, Polonia, Slovenia, Spagna e Ucraina. Seguono gli iscritti dell’America: Brasile, Cile, Ecuador, Messico e Perù. Quindi gli Asiatici: Corea del Sud, Indonesia e Cina. E infine gli studenti africani: Congo, Rwanda e Tanzania. Generalmente gli iscritti hanno scelto questi studi perché inviati dal loro vescovo per esigenze di cono-

a cura di Renato Butera

scenza soprattutto del latino per gli uffici curiali diocesani che hanno bisogno di una conoscenza più approfondita della lingua per interpretare meglio i documenti e la legislazione della Chiesa cattolica. Altri insegneranno in istituti e università del loro paese di provenienza. Ma sono anche singolari le motivazioni per esempio dei cinesi o dei coreani i quali sono interessati a comprendere i documenti e le relazioni, scritti in latino, dei missionari che nel XVII e XVIII secolo inviavano in Europa dall’Estremo Oriente e descrivevano anche le tradizioni e la cultura delle popolazioni che stavano “evangelizzando”. È quindi un modo di conoscere la loro civiltà attraverso la testimonianza e la comprensione degli europei di quell’epoca. Apprendere il latino è dunque per loro avvicinarsi ai loro antenati e percepire qualivalori e tradizioni hanno tramandato anche attraverso gli stranieri.

In questo senso lo studio del latino e del greco diventa un efficace mezzo che avvicina i popoli.

Come è strutturato l’Iter di studio?

L’Iter formativo si estende attraverso tre cicli. Il baccalaureato, di tre anni, in cui si dà una preparazione di base per introdursi nella civiltà classica e cristiana e in quella medievale, sotto il profilo filologico, storico, linguistico, letterario e dottrinale, avviando una metodologia di studio personale o di gruppo, rigorosamente scientifica. Il secondo ciclo (licenza o laurea specialistica), di due anni, porta all’acquisizione di specifiche competenze di natura filologica, storica, linguistica e letteraria. Vi si svolge anche un adeguato tirocinio che abilita all’acquisizione di competenze di natura operativa e didattica. Il terzo ciclo, infine, è il dottorato di ricerca che dura fino alla difesa della dissertazione dottorale (quindi circa tre anni), che abilita alla conduzione autonoma dello studio e della ricerca sviluppando le competenze richieste per l’elaborazione di una tesi che contribuisca effettivamente al progresso della scienza.

Perché studiare le lingue classiche?

Credo che il valore delle lingue classiche consista soprattutto nel riscoprire le radici della nostra civiltà proprio perché rifacendosi a quello che è stato il nostro passato riusciamo a comprendere meglio il nostro presente. Per svariati secoli, il latino è stata la lingua usata dalle persone dotte, dagli studiosi e dagli scienziati.

Soprattutto è stata (e continua ad essere) la lingua ufficiale della Chiesa cattolica e così ha garantito, anche linguisticamente, la continuità in Europa con le radici del cristianesimo. Al latino inoltre si deve l’etimologia di molte lingue neolatine o di elementi che sono poi entrati in altre lingue. La stessa lingua inglese, per la quale si fa solo menzione alla sua derivazione e connotazione anglosassone, è seconda solo all’italiano nell’essere ‘la più latina’ delle lingue europee. Analizzando obiettivamente il suo dizionario, ci si accorge che solo il 10% delle sue parole ha relazione diretta con il vocabolario di matrice germanica, il resto è frutto di una progressiva assunzione di vocaboli latini classici, medievali e moderni.

E infine, l’apprendimento del latino è stato sempre considerato fondamentale per lo studio dei classici, per la formazione intel-

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lettuale, estetica, artistica, morale da cui lo studente ricavava beneficio per lo sviluppo delle facoltà intellettuali e della capacità logica, per la memoria, l’analisi e la sintesi. La lingua, quindi, non è soltanto uno strumento di comunicazione fra persone, né tanto meno un insieme di parole, ma espressione di un patrimonio di conoscenze, di cultura di modi di pensare, di frasi che costituiscono l’identità culturale di un popolo. L’impegno della FLCC è appunto quello di dare una più viva coscienza delle nostre radici culturali.

Detto questo, non ha più senso allora parlare di abolizione dello studio del latino e del greco perché lingue non più parlate.

Assolutamente no. Una radicale abolizione del latino (e del greco) ci porterebbe a perdere la memoria del nostro passato.

Nello specifico della tradizione italiana (ma si potrebbe applicare allo spagnolo, al francese, al portoghese, e come abbiamo visto allo stesso inglese), tutta la tradizione della nostra lingua è stata fortemente impregnata di classicità e i nostri migliori e più grandi autori italiani si sono formati non solo studiando i classici, ma ne hanno assorbito lo spirito e ereditato lo stile. Per citarne uno tra tanti, Pier Paolo Pasolini ha lasciato scritto che “dobbiamo conoscere e amare il nostro passato, contro la ferocia spe-

culativa di chi non ama nulla, non rispetta nulla, non conosce nulla. Il povero latino delle medie è un primo minimo mezzo di conoscenza della nostra storia. Per questo, a mio avviso, è un errore volerne abolire l’insegnamento”. E il filologo e scrittore Maurizio Bettini, riflettendo sulla scuola italiana del nostro tempo, ha dichiarato che: “Se non si leggerà più l’Eneide, o altri classici di questa portata, noi perderemo progressivamente contatto non solo con il mondo romano, ma anche con ciò che è venuto dopo, ossia con tutte quelle creazioni del pensiero che si sono nutrite di libri come questi”.

Concordando con i due grandi personaggi appena citati, il latino dunque (e per principio riflessivo, il greco) non può essere eliminato totalmente dall’ordine delle discipline scolastiche, almeno per alcuni cicli di studio specifici. Inoltre, il latino non può essere considerata lingua ‘morta’ solo perché non è più parlato correntemente: è morta solo quella lingua che, oltre a non essere più parlata da nessuno, non lascia traccia alcuna nella cultura di un popolo. E questo non è applicabile né al latino, né al greco.

Latino e greco bene insegnate possono offrire oggi un prezioso aiuto per diffondere e recuperare valori umani e civili radicati nel patrimonio culturale europeo, offrendo, come ho già detto, uno strumento linguistico per cogliere la natura universale delle cose.

FLCC: in prospettiva e...retrospettiva a cura del prof. Miran Sajovic e Renato Butera

Giornata della Facoltà sulla “cc ont in u it à d e l l a t i n o ” L’anno accademico 2010-2011 vede impegnata la facoltà in due grandi iniziative la prima delle quali, come da tradizione coincide con la Giornata della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche il 22 febbraio 2011. Per questa giornata si sta organizzando un incontro di Il prof. Luigi Miraglia studio e di riflessione sulla “continuità del latino”. L’incontro sarà tenuto dal prof. Luigi Miraglia nella sede dell’Accademia Vivarium Novum (Via Barbagallo 20 a ROMA).

I partecipanti potranno poi visitare questa sede, ove si parla correntemente il latino e le lezioni sono tenute in latino. La mattinata si concluderà con la partecipazione alla Santa Messa e il rinfresco. È un’occasione per una maggiore consapevolezza della radici della nostra civiltà occidentale e per condividere esperienze di cultura umanistica.

Lezione del prof. Miran Sajovic

Luigi Miraglia (Napoli, 28 ottobre 1965) è un latinista e filologo classico italiano. Ha frequentato il corso di lettere classiche presso l’Università Federico II, dove si è laureato con una tesi scritta in lingua latina; ha poi conseguito il dottorato di ricerca in filologia classica presso l’Università degli Studi di Salerno. Dal 1986 è diventato direttore della rivista Il trifoglio, e dal 1989 consulente didattico per l’European language institute di Recanati.

Dal 1996 è direttore dell’Accademia Vivarium Novum, che ha avuto sede dapprima a Montella (Avellino) e poi, dal 2009, a Roma. Ha più volte organizzato e diretto convegni internazionali sulla didattica delle lingue classiche, sull’umanesimo e il suo significato nell’attuale contesto culturale. Dallo scorso anno accademico è docente di elementi di conversazione e composizione latina e Latinitas viva presso la nostra facoltà. “ L a f i g u r a d e l m a e s t r o n e l l a c l a s s i c i t à p a g a n a e c r i s t i a n a: D i s cere e t doce re”, è il titolo scelto per il convegno che la facoltà vuole promuovere e che avrà svolgimento dall’8 al 9 aprile 2011.

Vi saranno approfonditi vari argomenti che riguardano la figura, il ruolo, e l’importanza del maestro nel mondo antico greco-latino e nel cristianesimo dei primi secoli. Il “maestro” si presentava prima di tutto come un educatore, una persona che con l’esempio e l’insegnamento incoraggiava il cammino dell’allievo verso l’humanitas e la peritia dicendi. Il maestro doveva instaurare con gli allievi un rapporto educativo fondato sulla reciproca stima e affetto, riconoscendone la dignità e stimolando gli allievi con le lodi e l’emulazione, senza ricorrere ai castighi umilianti e deprimenti. Il buon maestro sarà esemplare nella sua vita e fermo nei principi, comprensivo verso gli allievi, avrà una solida cultura e sarà entusiasta e ottimista nella sua missione. Anche l’allievo da parte sua viene invitato a essere corresponsabile e a partecipare alla propria educazione, ad approfondire anche per conto proprio gli argomenti studiati; impara anche a apprezzare l’intelligenza e la laboriosità dei condiscepoli, impara a vivere in comunità e a rispettare le differenze, che procurano un arric-

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chimento al singolo. La scuola non si riduce ad un’arida cultura o a uno sfoggio di erudizione, ma è soprattutto l’ambiente ove si impara a diventare “uomini” completi e pronti per la vita. La figura del maestro, dell’allievo e dell’ambiente così concepiti dalla classicità e che si trovano al centro di un incontro di studio promosso da una Facoltà dell’Università Salesiana, colloca lo stesso convegno in un’aura squisitamente salesiana perché la focalizzazione che si è scelto di dare al tema, seppur di tradizione antica, si avvicina a quella puramente boschiana e salesiana che considera l’educatore, il destinatario e l’ambiente in cui educare con tutte queste e altre caratteristiche. Tra le altre iniziative in corso di definizione, vogliamo segnalare la proposta di una collana della FLCC all’interno della editrice LAS con cui far conoscere l’impegno di ricerca dei docenti, di studio dei collaboratori più eminenti, e dei contributi alla ricerca più originali proposti da ricercatori presso la nostra o altre Facoltà.

Corsi estivi di italiano, latino e greco antico della FLCC Durante l’estate la FLCC ha organizzato i corsi estivi di italiano, latino e greco antico per studenti stranieri in vista del loro inserimento in una delle Facoltà o dei corsi delle Università Pontificie di Roma, ma anche per quanti vogliono approfondire e migliorare la loro conoscenza delle lingue classiche. Molti dei partecipanti si sono iscritti nei corsi offerti dalle 6 facoltà dell’UPS. Le lezioni hanno avuto inizio il 23 agosto e si sono concluse il 24 settembre 2010 per un totale di cinque settimane complete. Vi hanno preso parte 79 studenti, di cui poco più di 20 salesiani. Gli studenti sono stati suddivisi in 4 gruppi secondo la lingua scelta. Gli iscritti al corso di latino, sono stati distribuiti in due gruppi secondo il livello di conoscenza della lingua. Nel primo livello lo studente è stato guidato all’apprendimento graduale della struttura linguistica attraverso degli esercizi; gli studenti del secondo livello, invece, che già posseggono elementi di base della morfologia latina, sono stati accompagnati nell’approfondimento della sintassi latina. Al corso di italiano hanno partecipato 48 studenti; il corso di latino 1 era composto da 17 studenti, mentre quello di secondo livello da 9; gli iscritti al corso di greco infine erano 5.

Tutti gli studenti hanno affrontato il test di ingresso per conoscere il grado di conoscenza e di competenza della lingua scelta.

Gli studenti del corso di italiano hanno svolto 125 ore complesIn basso: gruppo degli studenti dei corsi estivi di lingue.

Foto accanto: i docenti esterni

sive di lezione condotte da professori con formazione specifica per l’insegnamento dell’italiano a studenti di lingua straniera.

Per il due livelli del corso di latino sono state svolte 75 ore di lezione. Anche gli iscritti al corso di greco hanno svolto 75 ore di lezione conseguendo l’obiettivo dell’apprendimento graduale della struttura linguistica del greco antico. I corsi di lingue classiche sono stati condotti da docenti appartenenti alla FLCC. I 48 studenti del corso di italiano provenivano dalle seguenti nazioni: Messico 6, Haiti 5, India 4, Colombia 3, Filippine 3, Rwanda 3, Benin 2, Brasile 2, Nigeria 2, Slovacchia 2, Angola, Burundi, Congo, Germania, Giappone, Honduras, Liberia, Kenya, Perù, Romania, Slovenia, Tanzania, Ucraina, Ungheria, Venezuela, Vietnam. La nazione di provenienza dei 26 studenti dei due livelli del corso di latino era: India 6, Corea 4, Cina 3, Italia 3, Brasile 2, Filippine 2, Messico, Polonia, Uganda, USA, Vietnam, Zambia. I 5 studenti del corso di greco provenivano da: India, Italia, Libano, Messico e Tanzania.

Rispetto alla distribuzione per continente dei 79 partecipanti si possono evidenziare le seguenti caratteristiche. Il continente che raccoglie più nazioni è l’Africa con 11 nazioni; seguono l’America e l’Europa con 8 nazioni; e infine l’Asia con 7. L’Asia però è il continente con più iscritti: 27 studenti, seguita dall’America (24 studenti) e dall’Africa (16 studenti); chiude l’Europa con 12 studenti.

Rispetto alle nazionalità, gli studenti si distribuiscono nel seguente modo dalla nazione con più a quelle con meno rappresentanti: India 11; Messico 8; Filippine 5 e Haiti 5; Brasile 4, Corea 4 e Italia 4; Cina 3, Colombia 3 e Rwanda 3; Benin 2, Nigeria 2, Slovacchia 2, Tanzania 2 e Vietnam 2; e con un solo rappresentante: Angola, Burundi, Congo, Germania, Giappone, Honduras, Libano, Liberia, Kenya, Perù, Polonia, Romania, Slovenia, Stati Uniti, Ucraina, Uganda, Ungheria, Venezuela, Zambia.

Certi di aver fatto un buon servizio a quanti intraprendono lo studio in una delle università pontificie romane e a coloro che hanno voluto approfondire la loro conoscenza e passione delle lingue classiche, l’appuntamento è per la prossima estate con l’ennesimo corso di lingue.

uUn triennio per la formazione u

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dei presbiteri

di Franco Lever, decano FSC

lla base di tutto il lavoro della FSC c’è un’idea forte di comunicazione, intesa come dimensione che qualifica la vita della persona e della comunità: non solo elaborazione e trasLezione nello missione di informastudio radio zioni, ma costruzione della FSC e protezione di rapporti interpersonali, elaborazione culturale, costruzione della comunità e – di conseguenza – intervento sull’ambiente in cui viviamo. È la qualità della comunicazione che sta al cuore della nostra attenzione. Guardando al moltiplicarsi degli ex-allievi, si può dire che questo tipo di impostazione ha prodotto buoni risultati. Una conferma di grande valore è contenuta nel rapporto della Commissione per la Valutazione esterna che ha monitorato il nostro lavoro durante il secondo semestre dello scorso anno accademico. Afferma infatti che: “i risultati ottenuti nella qualificazione, in particolare di coloro che hanno conseguito il dottorato, e i loro esiti professionali, [sono] un segno eloquente dell’efficacia e serietà formativa della Facoltà”. Dello stesso avviso è il Catholic Media Council (CAMECO), il centro di consulenza dell’Episcopato Tedesco a cui è affidato lo studio dei progetti che riguardano i media e la comunicazione (dalle borse di studio al finanziamento di centri di produzione): “Gli studenti della FSC risultano essere ben preparati per gli impegni e le responsabilità a loro concretamente affidati.”

Da queste due autorevoli “commissioni” non ci è giunto solo l’incoraggiamento a proseguire nell’impegno didattico e formativo attuale; esse ci indicano un settore di servizio a cui la Facoltà dovrebbe offrire una più efficace attenzione: la formazione dei sacerdoti nell’ambito della comunicazione. Esse sanno che tra gli studenti della FSC non mancano i sacerdoti; osservano però che sarebbero molti di più se ci fosse Una allieva un curricolo specifico, in tirocinio misurato sulla loro video missione e capace di integrarsi con il percorso di studi già compiuti. I sacerdoti, infatti, quando arrivano alla FSC, hanno già fatto quattro, cinque, anche sei anni di studi superiori: gli ulteriori quattro anni necessari per conseguire la laurea costituiscono un grave ostacolo per lo studente, per i Vescovi e le comunità che lo inviano, e anche – cosa non di poco conto – per le organizzazioni che offrono le borse di studio.

La Facoltà ha già avviato lo studio del problema e una commissione ad hoc è al lavoro. Ci si sta confrontando anzitutto con l’esperienza della Facoltà di Scienze dell’Educazione, che attraverso il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica dà già ora ai presbiteri la possibilità di conseguire la laurea in tre anni (uno per il baccalaureato, gli altri due per la laurea). Il

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nuovo progetto vorrebbe anche sondare le forme più efficaci di utilizzazione dell’insegnamento a distanza, l’adozione della lingua inglese come lingua didattica a tutti gli effetti, la proposta di un semestre estivo, lo stage presso strutture ecclesiali specifiche ed esemplari. Ma lo studio più impegnativo riguarda la “ratio” del ciclo di studi e la definizione del profilo (o dei profili) del “sacerdote comunicatore” che si vuole formare.

Il lavoro e l’impegno che ci aspettano non sono di poco conto.

Sappiamo però che al riguardo non c’è soltanto la domanda di Vescovi e Fondazioni, ma anche una vera sollecitazione da parte del Gran Cancelliere, don Pascual Chávez. Quando nel luglio scorso ci ha consegnato la relazione della Commissione di Valutazione esterna ha qualificato nuovamente questo progetto come di massima priorità per la Facoltà.

Seminario per il RTF di Simonetta Blasi e Pamela Pala

Nella metafora del viaggio di fede che diventa viaggio della speranza, anche quest’anno la FSC è stata parte del Religion Today FilmFestival (RTF) giunto alla sua XIII edizione con l’organizzazione del Seminario interreligioso svoltosi nella sede della Facoltà il 19 ottobre 2010. Oltre a un numeroso gruppo di docenti e allievi della FSC e dell’UPS erano presenti 40 ospiti - cristiani, ebrei, musulmani - provenienti da undici nazioni diverse: Australia, Bangladesh, Bielorussia, Capo Verde, India, Iran, Israele, Italia, Olanda, Portogallo, Ucraina. Ai saluti del Rettore Carlo Nanni, del decano Franco Lever e del presidente del RTF Davide Zordan, sono seguiti i contributi di Peter Gonsalves, Hedva Goldschmidt e Irena Sever.

Il prof. Gonsalves, docente della FSC, ha presentato la figura di Gandhi evidenziando il carisma dello statista, la sua ricchezza intellettuale e la sua integrità morale. Quello di Gandhi è un pellegrinaggio di verità che parte da un viaggio interiore, in cui ciascuno è coinvolto: “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”, amava affermare. La Satya-Graha (la forza della verità), che Gandhi traduce nella disobbedienza civile, porterà pacificamente l’India all’indipendenza dopo 350 anni di colonialismo. Hedva Goldsmith, managing director della società di produzione israeliana Go2Films, col suo contributo – Viaggi della fede, viaggi della speranza nel cinema israeliano – ha sottolineato che “un viaggio è sempre ricerca di qualcosa e tu non sai mai quando inizia”. Con una serie di contributi, la producer ha documentato come il viaggio della fede in Israele veda una contrapposizione tra il rituale e il reale, tra il rapporto quasi ‘privato’ tra l’uomo e il suo Dio e la vita di tutti i giorni, in cui a volte ci si dimentica di tradurre in azione-testimonianza

Due dei relatori del RTF: Peter Gonzalves e Irena Sever. In alto il manifesto dell’edizione 2010

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notizieups•Scienze della Comunicazione

l’amore e il rispetto riservato all’Altissimo. Irena Sever, dottoranda FSC, ha parlato della serie televisiva Lost come metafora di un viaggio interiore che porta alla scoperta di un diverso sé, alla conquista di una dimensione più autentica dell’essere, alla pacificazione intrapersonale e interpersonale.

Nel pomeriggio, Dror Shwartz, produttore e supervisore della Cineteca di Gerusalemme, ha ripreso il tema Viaggi della fede, viaggi della speranza nel cinema israeliano presentando un’interessante iniziativa: il progetto I am You are. Ogni anno il progetto propone a un gruppo di adolescenti israeliani e palestinesi uno stage di produzione cinematografica full immersion. Non solo scuola intensiva ma soprattutto esperienza per superare incomprensioni e ostilità; i giovani ebrei e arabi che hanno seguito il programma, sono diventati testimoni di cosa sia possibile raggiungere quando si condividono rispetto e obiettivi concreti. Zohreh Zamani, premio nel RTF del 2008 per il cortometraggio Come on, everybody is asleep, ha evidenziato come il cinema d’ispirazione islamica legga sempre le problematiche attuali alla luce della fede e della speranza. Si tratta di un messaggio che, attraverso la narrazione filmica, riesce a raggiungere anche le nuove generazioni. Secondo la Zamani, ogni essere umano dentro di sé ha un tempio, per questo non c’è bisogno di fare lunghi viaggi: “Quando una goccia arriva al mare, quella goccia diventa mare. Così se riesci a guardare con attenzione dentro te stesso, anche in te avviene il miracolo”. Paolo Pellegrini, presidente dell’Associazione Progetto Infinity e direttore editoriale di Nova-T, ha presentato il viaggio dell’Alba Film Festival, festival che non si limita solo alle tematiche religiose, ma dà visibilità al cinema di ricerca spirituale e all’innovazione a livello di linguaggio. A documentazione di questo interesse, ha presentato alcune puntate (di due minuti ciascuna) della serie Mystery after Mystery, cartone animato dedicato alla Sindone, coprodotto da Nova-T e trasmesso da Rai1.

Il seminario interreligioso di questa edizione del RTF si è concluso con l’assegnazione del Premio FSC – Giovani e comunicazione 2010 al film selezionato dalla giuria degli studenti.

Quest’anno ha vinto il cortometraggio spagnolo Jesusito de mi vida (2009) del regista Jesús Pérez-Miranda. Raccontando una piccola vicenda quotidiana (Jesús, un bambino di sei anni, si sveglia nel cuore della notte perché deve fare pipì, ma ha paura del buio…”) il regista invita il pubblico a superare una concezione religiosa che chiede a Dio di risolvere i problemi che ci siamo costruiti noi.

Katia Malatesta, Direttrice del Festival ritira il premio degli studenti FSC a nome del regista Jesùs Pérez-Miranda (lo consegna la studentessa Anezka Hesova)

Studenti che preparano un video sull’evento

Una delle pagine web del Dizionario

Dizionario DELLA comunicazione SU Internet IL

di Paolo Sparaci e Franco Lever

a alcuni mesi la Facoltà ha avviato - per iniziativa e sotto la guida del decano Franco Lever - il progetto di pubblicazione online di un portale dedicato alla comunicazione. Da tempo si stavano studiando le nuove possibilità che Internet può offrire alla comunicazione e alla didattica; si è così deciso di verificare le potenzialità individuate, applicandole all’opera “La Comunicazione. Dizionario di Scienze e tecniche” di F. Lever P.C. Rivoltella - A. Zanacchi, edita nel 2002 da Elledici, RaiEri, LAS. Esaurita la prima tiratura a stampa di 4000 copie, il Dizionario ora va in Internet.

L’edizione online è in continuità con il progetto iniziale perché anche allora era presente una forte attenzione per le nuove tecnologie. Portato a termine e consegnato agli editori il manoscritto (autunno 2001), durante i lavori di impaginazione e di correzione delle bozze, i docenti Paolo Sparaci e Franco Lever si impegnarono a realizzare un medium che prometteva una maggior duttilità nella consultazione, pur garantendo la stessa efficacia comunicativa del volume. Si profusero tutte le energie disponibili per produrre una CD-Rom. Collaborò anche un gruppo di studenti della Facoltà che verificò la funzionalità di ciascuno degli oltre 11.000 link interni all’opera. Così il 17 maggio 2002, nello stand della RAI al Salone internazionale del libro di Torino, venne presentata sia l’opera a stampa, sia l’edizione digitale del Dizionario. Vari specialisti del settore espressero vivi complimenti per la qualità dell’edizione elettronica.

Per i curatori della card digitale del Dizionario era evidente, però, che una migliore e più vasta fruizione dell’opera si poteva ottenere solo con la sua pubblicazione in Internet. Negli anni successivi un gruppo di lavoro diretto da Paolo Sparaci ha messo a punto una piattaforma per la pubblicazione online di un’opera enciclopedica: a loro è stata affidata dapprima l’archiviazione digitale e la catalogazione dei contenuti del Dizionario e quindi la costruzione e la gestione del prototipo.

Nello spirito delle nuove strategie di comunicazione derivanti delle potenzialità del cosiddetto web 2.0, il progetto Dizionario della Comunicazione punta a valorizzare il relativo portale attraverso dei contributi multimediali, la condivisione dei contenuti, la partecipazione alla stesura delle voci, la pubblicazione multicanale. Tutto questo sulla base dello studio di un modello di comunicazione “enciclopedica” online, innovativa ed efficace, i cui risultati trovano applicazione e verifica in questa opera concreta, ma potranno essere a disposizione per la pubblicazione di altri dizionari, enciclopedie o opere simili. In fedeltà alla concezione di comunicazioneche la Facoltà ha e propone, il Dizionario viene proposto in Internet in forma gratuita, sollecitando e accogliendo la collaborazione di colleghi docenti e dei lettori. Ogni

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contenuto è pubblicato sotto la licenza Creative Commons. Il progetto è multicanale: oltre al portale veicola i propri contenuti e il feedback dei lettori attraverso altri canali web, puntando soprattutto a una presenza attiva nei più accreditati social network: YouTube per gli audiovisivi, Flickr per le immagini, FaceBook e Twitter per attivare comunità di interesse, ecc. Ogni nuova forma di comunicazione digitale sarà presa in esame per verificarne l’utilità per il progetto FSC. Rimane la consapevolezza che un Dizionario totalmente aperto alla collaborazione di quanti desiderano proporre dei contributi non è in grado di offrire una solida garanzia scientifica. Per questo il progetto, accanto alla possibilità di intervento offerta al lettore, condiziona la pubblicazione dei contributi alla valutazione della redazione e di un comitato di esperti. A ogni lettore, dopo la registrazione gratuita, è data la possibilità di aggiungere a ogni lemma propri contributi, note a margine, suggerimenti. In questo modo il lettore può, senza alcun limite, costruire un proprio Dizionario sulla base dei contenuti comuni: per ogni risorsa aggiunta può decidere se mantenerla privata (e quindi non visibile agli altri lettori) oppure destinarla anche all’attenzione della redazione che si riserva il compito di vagliarla e di avviare un sistema di validazione che potrà portare fino all’intervento degli autori e del comitato scientifico. Nel caso se ne riconosca la validità, l’originalità e l’efficacia, il contributo otterrà la pubblicazione, diventando così fruibile da parte di tutti, con la citazione dell’autore-lettore, sempre sotto licenza Creative Commons. Lo sviluppo del progetto conta molto sul coinvolgimento di centri studio e singoli lettori per la traduzione o l’adattamento dei contenuti, il suggerimento di nuove voci, la segnalazione di errori o parti incomplete o da aggiornare.

In questo periodo, mentre gli autori sono impegnati nell’aggiornamento e nell’ampliamento delle voci, una redazione è al lavoro per migliorare la grafica e la funzionalità del portale, per aggiungere immagini, video, riferimenti bibliografici, link, documenti di approfondimento.

La versione beta del Dizionario è visitabile all’indirizzo www.lacomunicazione.it/beta: il prototipo offre tutti i contenuti dell’edizione cartacea del Dizionario e la maggior parte delle funzioni del progetto. Già da ora ogni suggerimento è bene accolto all’indirizzo e-mail dizionario@lacomunicazione.it.

PER LA GIORNATA DEI CURRICOLI IN TRASFERTA A...SAXA RUBRA Accompagnati dal prof. Tadek Lewichi, un gruppo di studenti ha visitato il centro di produzione TV di Saxa Rubra. Prima tappa della visita la sala-riunioni della redazione di Rai Sport dove hanno visto un filmato che presentava i quattro centri di produzione televisiva di Roma: Saxa Rubra, Via Teulada, Centro Nomentano “Dear” e Centro Servizi. Seconda tappa: una regia televisiva del settore RaiDue dove le guide hanno spiegato la preparazione e il montaggio audio-video dei prodotti per la messa in onda. Di seguito, lo studio dove si trasmette il Tg2, uno studio ad alta tecnologia digitale chiamato jolly perché utilizzato dai tre telegiornali RAI per permetterne la digitalizzazione. Esiste una sala dove viene visionato e registrato in tempo reale ciò che viene trasmesso da altre emittenti; parte di questo materiale viene utilizzato per eventuali montaggi. Gli studenti, infine, hanno visitato gli studi di UnoMattina e Verdetto Finale, e un laboratorio dove un tecnico montava le sequenze televisive con riferimento al palinsesto. La visita si è conclusa nel vero cuore del centro: la sede di tutte le matrici che consentono la continua ricezione e trasmissione dei segnali da e all’interno di Saxa Rubra.

...RADIO VATICANA Gli interessati alla visita erano numerosi (oltre 30). Per questo sono stati organizzati due turni di visita. Gli studenti sono stati accolti dal vicedirettore dei proImmagini della Giornata di Facoltà. Nella foto a destra, il direttore della LEV, don G. Costa, il prof. E. Cepeda. Poco più in alto, il direttore di Avvenire, M. Tarquinio e il caporedattore G. Marchetti”

grammi, dott. Pietro Cocco, che ha fatto una presentazione di Radio Vaticana aprendo poi un dialogo con loro. Dopo hanno visitato gli studi di Radio OneOFive FM (105 FM), canale italiano di Radio Vaticana, guidati dal vice-caporedattore, dott. Luca Collodi. Hanno poi assistito alla preparazione e all’inizio di una trasmissione in diretta che aveva come ospite il giornalista di Rai 3 Riccardo Iacona. Quindi hanno incontrato il redattore di Radio 105 e - i due gruppi insieme - il direttore dei programmi di lingua inglese, dott. Sean Patrick Lovett, che ha risposto alle varie domande che gli sono state poste. La visita è proseguita con gli studenti del secondo gruppo che hanno ripercorso lo stesso itinerario.

...TV2000 Tra l’emittente TV2000 e la Facoltà c’è un rapporto particolare perché ormai sono molti gli studenti che vi hanno realizzato il loro internship.

In questo momento ci lavorano due laureate FSC: Carmen Barbieri in qualità di producer e programmista a contratto, e Maria Sanna che sta facendo uno stage di tre mesi. Il gruppo è stato accolto dalla dott.ssa Elena Coppola, responsabile della Segreteria e “interfaccia” per i contatti con TV2000, insieme a Maria Sanna. La Coppola ha tracciato la storia dell’emittente e descritto struttura e organizzazione di TV2000 e di radio InBlu. Di seguito ha assistito alla diretta della trasmissione “Mentre…” condotta da Maurizio Di Schino, una sorta di “piazza mediatica” dove, grazie a skype si raccontano le esperienze di persone impegnate nei quattro angoli della terra. Quindi ha visitato uno studio in fase di allestimento. Infine ha incontrato il direttore di TV2000, dr.

Stefano De Martis.

...REDAZIONE DI AVVENIRE E LEV Un ultimo gruppo, studenti specializzanti in giornalismo ed editoria, coordinato dal prof. Emiro Cepeda, ha visitato la redazione romana di Avvenire e la Libreria Editrice Vaticana. Il direttore di Avvenire, dott. Marco Tarquinio, ha richiamato le linee portanti del giornale e ha ricordato che una delle ‘anime’ del quotidiano è l’informazione libera che si può ravvisare sfogliandone le pagine, specie quelle dedicate alle notizie dall’estero. I due capi-redattori, Giancarlo Marchetti e Antonio Mira hanno illustrato la creazione della pagina del giorno, le modalità che legano la sede di Roma a quella centrale di Milano, i requisiti richiesti a collaboratori, corrispondenti e inviati.

La seconda parte della giornata si è svolta nella sede della Libreria Editrice Vaticana dove il gruppo ha incontrato il direttore don Giuseppe Costa. Il direttore ha parlato dell’attento lavoro che la LEV svolge in merito ai protocolli per il diritto d’autore per la vendita dei testi prodotti. La storia della LEV è intimamente legata a quella della Tipografia Vaticana. Nuove normative però hanno portato alla distinzione dei campi di azione dei due enti che rimangono collegati dal punto di vista tecnico-logistico ma non in quello amministrativo e direttivo. La visita si è conclusa con il pranzo alla mensa entro le mura del Vaticano e il colloquio con il direttore dell’Osservatore Romano che ha proposto di ritornare a trovarlo. con il contributo di Mimmo Alvati, Giulia Angelucci e Luigi Magnano

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notizieups•Biblioteca sono cogliere con soddisfazione i frutti maturi, ma nessuno pensa che c’è una struttura di radici nascoste sotto terra, altrettanto sviluppata come la chioma dell’albero, senza della quale la parte visibile e usufruibile non ci sarebbe”. Pensavo proprio al lavoro paziente, umile, nascosto e sconosciuto dei bibliotecari. di Giuseppe Tabarelli La nuova Biblioteca Don Bosco che da quasi due anni sono tornato a dirigere, è una realtà attraente, esemplare, che suscita interesse sia per i tanti visitatori che per il numero sempre più crescente di utenti. È uno splendido edificio ammirato per la forma architettonica, per la sua struttura e anche per la sua organizzazione logistica interna. Ma se, come prefetto bibliotecario, posso permettermi qualche rilievo, che mi impegna poi a realizzare dei progetti per ovviarli, direi che la biblioteca non è ancora arrivata alla sua piena maturità, al suo pieno sviluppo. Ora va curata l’anima, lo spirito, lo sviluppo per adeguarci al futuro, ma direi anche solo al presente.

Se nell’ultimo decennio è stato fatto un ingente sforzo economico per la costruzione e l’arredamento, nello stesso tempo purtroppo è stata contenuta o accantonata la spesa per la gestione della medesima: dilazionata la catalogazione, interrotto il processo di trasformazione del catalogo cartaceo nel catalogo elettronico, ridotto il personale: tutto ciò ha creato un relativo scompenso tra l’aspetto “corporeo”, fisico, architettonico con le potenzialità della biblioteca e l’effettiva offerta di servizi agli utenti.

Dopo 20 anni dall’inizio della informatizzazione, stiamo affrettandoci ora per superare ancora il primo stadio, cioè quello di avere nel computer tutte le schede catalografiche dei libri che la biblioteca possiede. Il processo di informatizzazione, iniziato nel 1989 infatti non è ancora concluso: mancano ancora circa 80000 volumi che tradotti in tempo significano almeno tre anni di lavoro. Inoltre non tengo conto che la biblioteca cresce quantitativamente anche per le acquisizioni e per le donazioni che richiedono un lavoro di continuo impegno.

La Biblioteca che sogno

Una considerazione Per l’inaugurazione ufficiale della nuova Biblioteca don Bosco, il 31 gennaio 2006, avevo ricevuto un invito ufficiale probabilmente perché avevo lavorato ben 11 anni in biblioteca avviando tra l’altro il processo di informatizzazione proprio in vista della nuova biblioteca. Nell’eventualità che mi fosse concessa la possibilità di dire due parole, avevo preparato un piccolo discorsetto.

“Anche la biblioteca ha un’anima e un corpo. Secondo me il corpo è tutto ciò che è visibile e appariscente che possiamo ammirare: come la struttura muraria, la organizzazione dei locali, le attrezzature, gli strumenti informatici, il patrimonio librario stesso, tutte cose. Ma la biblioteca ha anche un’anima e questa non è sempre visibile o non cade facilmente sotto gli occhi: la cosa più importante in una biblioteca non sono nemmeno i libri, ma il servizio che viene fatto alle persone e le persone stesse (bibliotecari e utenti) che animano tutta la struttura e che lavorano perché la struttura sia viva. Durante i funerali di don Zver (+ 1993), ricordo di aver fatto un paragone: da un bell’albero si pos-

Un nuovo concetto di biblioteca Ma la biblioteca al giorno d’oggi non può più essere considerata un deposito di libri accuratamente catalogati, ben classificati e archiviati, e resi facilmente disponibili in tempi rapidi dalla tecnologia del silo o dallo scaffale aperto. Non può più essere solo un catalogo informatizzato nel quale si possono ricercare e reperire le informazioni con tante chiavi di ricerca che prima venivano date in modo limitato dallo schedario cartaceo a dizionario (nella nostra biblioteca addirittura eliminato). L’era di Internet si è prepotentemente imposta e il web sta modificando il nostro modo di vivere, sta trasformando le nostre letture, sta riformando la nostra struttura culturale, aiutando gli studiosi nelle loro ricerche, agevolando gli alunni nei loro studi… Tante opere oramai sono a disposizione di tutti, basta entrare in un determinato sito, basta incontrare un link interessante, basta un click per scovare quel materiale che necessitiamo.

La Library of Congress, Google-books e decine di altre istituzioni, stanno digitalizzando migliaia di documenti e di libri. I libri digitalizzati gratuiti o a pagamento in Internet sono ormai milioni (basta fare una semplice ricerca con la parola e-books). Google, il più importante motore di ricerca del Web, aveva iniziato una digitalizzazione di massa dei libri contenuti in prestigiose biblioteche americane ed europee già nel 2004, presentando il progetto durante la Fiera del libro di Francoforte e nel 2010 ha raggiunto da solo i dieci milioni di volumi Nella biblioteca oggi non si va solo a piedi, ma anche tramite Internet: comodamente seduti a casa, si può trovare ciò che si ricerca, senza sforzo, senza dover percorrere chilometri per entrare in una biblioteca. Le informazioni viaggiano con una rapidità impressionante e ci permettono di raggiungere risorse in ogni parte del globo. Le biblioteche devono assolutamente cercare di mettersi al passo con i tempi per permettere ai fruitori di ampliare le loro ricerche.

Nuove prospettive per la biblioteca Don Bosco La biblioteca dell’UPS si è parzialmente messa sulla strada della digitalizzazione con il servizio Document delivery e la digitalizzazione di alcuni testi che però non sono stati mai messi a disposizione degli utenti. I miei sogni si stanno trasformando in progetti concreti e in programmi da realizzare nel prossimo futuro, sempre che vengano sostenuti e approvati. Le potenzialità sono davvero incalcolabili: incomincerei col mettere a disposizione i documenti “scannerizzati” negli ultimi anni; fare dei link dalle schede catalografiche a e-books gratuiti reperibili in Internet, digitalizzare nella biblioteca le opere più consultate, quelle del patrimonio tipico e solo nostro (letteratura salesiana), acquistare libri in formato digitale dai tanti fornitori che ce li propongono, visualizzare le copertine dei libri, il caratteristico frontespizio dei libri antichi, i libri antichi più interessanti, l’indice (TOC) di tanti libri il cui contenuto non viene bene espresso dalle scarne stringhe dei soggetti. Potremmo rivolgerci ad alcune editrici per chiedere i libri fuori commercio in formato elettronico. Queste sono solamente alcune esemplificazioni di ciò che la biblioteca potrebbe fare se avesse strumenti adeguati e le persone giuste.

Un piccolo passo avanti nei servizi lo faremo speDon G. Tabarelli, Prefetto della Biblioteca. Accanto, inaugurazione del secondo silo robotizzato. In alto, don Tabarelli ne spiega il funzionamento

rimentalmente nei prossimi giorni installando uno scanner al posto di una fotocopiatrice. Gli utenti potranno recuperare su “chiavetta” o spedire per e-mail i testi in formato pdf invece che nel formato cartaceo, una forma ecologicamente più pulita (senza consumo di carta o di toner) e probabilmente anche più utile.

Se pensiamo ai periodici, (e la nostra biblioteca ne ha un numero considerevole: circa 6000 di cui 1600 correnti) siamo consapevoli che essi rappresentano una ricchezza immensa che non viene sfruttata se non in minima parte. Molte riviste sono monotematiche e per segnalare i temi trattati i singoli fascicoli dovrebbero avere una catalogazione propria come monografie. Di tutte le altre riviste potrebbero venir digitalizzati gli indici del contenuto per poter ricercare le tematiche che interessano. Ovviamente un tale lavoro richiede un impegno notevole di personale e di tempo. Di alcuni periodici possiamo godere della versione full text, indicata nel catalogo.

Le bibliografie dei professori dell’UPS sono state raccolte dai vari annuari e si tratta di pubblicazioni sotto forma di libro, di articoli o contributi. Perché non corredare questo arido elenco con i relativi full text? Molti articoli sono stati raccolti in fascicoletti di “estratti”, o in miscellanee, non schedati, lasciati a giacere in scatole o armadi.

Altro settore che valorizzerebbe la biblioteca è la mediateca. Tra le istituzioni di URBE probabilmente la nostra biblioteca potrebbe avere una discreta mediateca se venisse applicato il principio della concentrazione nella nuova biblioteca di tutte le risorse disponibili nell’università. Qui verrebbero messe a disposizione di tutti, allo stesso modo che anni fa si trasferirono in biblioteca “centrale”, tutte le 15 biblioteche particolari. In biblioteca persone competenti possono classificare, catalogare professionalmente e mettere anche queste risorse a disposizione di tutti con regole da stabilirsi.

La funzione della biblioteca nel futuro Riprendendo il discorso iniziale: il corpo è stato creato, curato, ultimato, anche se qualche ritocco si renderebbe ancora necessario, ma grosso modo la fase costruttiva è terminata. La celebre frase “L’Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani” potrebbe essere applicata anche alla biblioteca. Lo stesso impegno costruttivo andrebbe ora dedicato all’intento di rendere la biblioteca all’altezza dei tempi e proiettata verso il futuro. Quando vent’anni fa abbiamo avviato l’automazione siamo stati dei pionieri: oggi non possiamo stare seduti a contemplare ciò che abbiamo fatto, chi si ferma resta indietro e perde il passo del progresso.

Occorre rinnovarsi, aggiornarsi ed essere innovativi. Ce lo chiedono i tempi e il loro instancabile incalzarsi.

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notizieups•Brevi

a cura di Renato Butera

Il Rettore con le autorità civili e accademiche

Il gruppo messicano

Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota

Inaugurazione dell’anno accademico della SSF Rebaudengo

Un freddo pomeriggio autunnale, il vento pungente delle montagne vicine, le foglie ingiallite nel cortile della bella struttura Liberty in cui ha sede la Scuola Superiore di Formazione SSF di Torino-Rebaudengo non hanno fermato il calore e l’accoglienza di tanti giovani, insegnanti e autorità, venuti a celebrare l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2010-2011. Ospite d’onore il Magnifico Rettore dell’UPS, prof. don Carlo Nanni.

Un intervento il suo che tocca corde emotive e lancia ponti verso il mondo. Apre deciso chiedendo luce in sala per vedere in faccia le persone, per parlarsi guardandosi negli occhi. Dal Processo di Bologna, tema della prolusione, passa subito a un colloquio diretto e va dritto al nocciolo della questione: “Un tempo parlando di educazione non c’era il termine globalizzazione. Oggi è nel nostro vocabolario e nel nostri obiettivi: quindi riconoscibilità dei titoli, mobilità, comparazione dei saperi accademici e cooperazione. Cooperazione economica, ma anche culturale e scientifica. Allargare il confronto di saperi e metodi non solo con gli altri paesi europei, ma anche col resto del mondo”.

Parole dal significato forte se si pensa che a Torino, così come in altre città d’Italia, gli studenti universitari scendono in piazza per avere diritto di studio fuori sede. Si sente che il prof.

Nanni ha una visione internazionale: “Bisogna pensare glocalmente non solo come strategia economica, ma anche come strategia del sapere, nello studio. Il confronto dal vertice alla base, e viceversa, deve essere affiancato dal confronto orizzontale con i propri simili: è inevitabile. Così come Alitalia dovrà vedersela con Air France e la Fiat con la Crysler. Quello che in ciò è fondamentale tenere d’occhio è la qualità della persona, il confronto su basi etiche, sulle virtù, sulla creatività sia per i laici che per i religiosi”.

Spunti condivisi da Roberto Cota, Presidente della Regione Piemonte, che non ha voluto mancare all’appuntamento. Ha ribadito la necessità di un’alta formazione di grande qualità per affrontare le sfide globali, e per aumentare la competitività e l’innovazione nelle imprese. E continuando, ha sottolineato il valore dell’insegnamento di Don Bosco la cui didattica, valorizzava il “capitale uomo” come tesoro straordinario.

A don Ezio Risatti, responsabile della SSF Rebaudengo, il compito di illustrare cinque anni di attività: “Siamo partiti con tanta buona volontà, piccoli numeri e la consapevolezza che in questa struttura chi ci aveva preceduti aveva creato un ricco patrimonio di conoscenze ed esperienze in ambito psicologico.

Abbiamo dato il via quindi al corso di laurea triennale in Psicologia della Comunicazione e oggi abbiamo già 110 laureati, quasi 400 iscritti tra corsi di laurea, master e altre attività di alta formazione. Abbiamo fatto un buon pezzetto di strada e siamo pronti ad andare avanti con altre iniziative grazie anche alla vicinanza del network UPS e della grande Famiglia Salesiana.”

A chiusura della giornata, salgono sul palco gli ultimi laureati insigniti ufficialmente del titolo in una cornice davvero speciale.

Viaggi nel mondo Festa della reciproca accoglienza l’UPS ha celebrato il 15 ottobre scorso la ormai tradizionale festa “Viaggi nel mondo”. La settimana che ha visto l’apertura ufficiale dell’anno accademico 2010/2011 non poteva concludersi meglio che con questa iniziativa di grande accoglienza internazionale, creando una felice combinazione di eventi importanti dal lato istituzionale, di famiglia e giovanile, in spirito genuinamente salesiano.

La mattinata si è aperta con il saluto e l’augurio iniziale del Rettore, prof. Carlo Nanni. Quindi i vari gruppi internazionali di studenti, animati dal prof. Mario Llanos e dall’Equipe di Pastorale Universitaria, hanno presentato spontaneamente un’immagine della cultura e delle tradizionei del loro paese con i vestiti tipici, i canti e i balli nazionali e le specialità della loro cucina, creando così un clima di festa all’insegna della ricchezza e delle differenze culturali, dell’apertura agli altri e della condivisione delle loro peculiarità. La festa ha visto la partecipazione di oltre 200 studenti in rappresentanza di 10 paesi, espressione della internazionalità che contraddistingue l’Università Salesiana dove sono iscritti giovani provenienti da oltre 90 diverse nazionalità.

Gli studenti si sono radunati nella hall dell’Università, particolarmente addobbata per l’occasione, favorendo la partecipazione, l’interesse e la curiosità di molti altri. Particolarmente curata l’organizzazione della festa che ha visto l’impegno dei membri del gruppo della Segreteria della Pastorale Universitaria. Presenti anche molti professori e personale non docente della comunità accademica dell’UPS. Commenti entusiasti di gente dell’UPS e degli altri ospiti provenienti da università statali e pontificie di Roma. Sono stati il segno della validità di questa iniziativa che deve essere tenuta in conto se non altro per l’obiettivo che sempre riesce a cogliere: la conoscenza e l’accoglienza tra studenti vecchi e nuovi, e la proposta per l’adesione ai gruppi di animazione che compongono l’Equipe di Pastorale Universitaria, strumento importante per una animazione efficacemente salesiana che senza dubbio è una specificità di questa che è l’Università di Don Bosco per i giovani.

Il gruppo africano

Il cardinale Angelo Amato, salesiano, titolare della Diaconia di Santa Maria in Aquiro “Il Signore mi dona la gioia di compiere, ancora una volta, questo solenne atto, mediante il quale il Collegio Cardinalizio si arricchisce di nuovi Membri, scelti dalle diverse parti del mondo”. Con queste parole Papa Benedetto XVI ha avviato l’omelia che ha pronunciato lo scorso 20 novembre 2010, in occasione del Concistoro che si è svolto nella Basilica di San Pietro, durante il quale ha consegnato a 24 nuovi prelati “il segno della dignità cardinalizia con l’imposizione della berretta e l’assegnazione del Titolo di una chiesa di Roma”. Fra essi il S. Em. il cardinale Angelo Amato, salesiano, già docente, preside e pro-rettore dell’UPS. I cardinali fanno parte “di quel coetus peculiaris che presta al Successore di Pietro - come ha precisato lo stesso Pontefice una collaborazione più immediata e assidua, sostenendolo nell’esercizio del suo ministero universale”. Il Papa ha salutato in particolare “l’Arcivescovo Angelo Amato” ringraziandolo “per le gentili espressioni che mi ha indirizzato”. Nella sua omelia, il Papa ha proposto ai cardinali l’icona di Gesù come colui “che non è venuto per farsi servire, ma per servire” invitandoli a uno stile di vita che “diventa la base dei nuovi rapporti all’interno della comunità cristiana” e “un modo nuovo di esercitare l’autorità”, senza calcoli né pretese, nell’“obbedienza a Dio” e “conformandosi alla sua volontà”. “Il criterio della grandezza e del primato secondo Dio non è il dominio, ma il servizio - ha dichiarato Benedetto XVI, e - la diaconia è la legge fondamentale del discepolo e della comunità cristiana”. Questo vale per tutti i cristiani, ma “vale soprattutto per coloro che hanno compiti di guida nel Popolo di Dio. Non è la logica del dominio, del potere secondo i criteri umani, ma la logica del chinarsi per lavare i piedi”.

Mons. Amato aveva rivolto al Pontefice alcune parole di omaggio a nome di tutti gli altri nuovi porporati, “provenienti dai vari continenti” e “accomunati nell’unica fede in Dio Trinità, nell’unica obbedienza al Successore di Pietro”. Ha espresso “commossa riconoscenza verso Dio” e gratitudine al Papa per essere stati scelti all’onore della “porpora cardinalizia”. Ha citato quindi il Beato Cardinal Newman che “in circostanza analoga” disse “di non avere nulla di quella sublime perfezione che si trova nella vita e nelle opere dei santi. Aveva, però, la retta intenzione, l’assenza di scopi personali, il senso dell’obbedienza, la disponibilità ad essere corretto, il timore di sbagliare e il desiderio di servire la santa Chiesa”.

Il cardinale Amato ha quindi dichiarato a nome di tutti la “speciale” e “stretta” collaborazione al Successore di Pietro, e a “a proseguire con rinnovato entusiasmo nello svolgimento delle specifiche missioni a noi affidate nella Curia Romana o nelle varie Sedi Episcopali, sempre testimoni dell’unità della Chiesa e della sua universalità”. E ha concluso riconfermando “i nostri sentimenti di affetto, di devozione, di fiducia e di fedeltà”, consapevoli che l’“inserimento nel Collegio Cardinalizio ci impegna a essere al suo fianco nello svolgimento del Ministero Apostolico a Lei affidato”.

Nel corso della celebrazione della Solennità di Cristo Re di domenica 21 novembre, il Santo Padre ha presieduto la concelebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro insieme ai 24 cardinali che hanno ricevuto l’Anello cardinalizio.

Angelo Amato, salesiano di Don Bosco, è nato a Molfetta (Bari), l’8 giugno 1938, primo di quattro figli di una famiglia di costruttori navali. Ha frequentato le scuole elementari presso le suore alcantarine e le suore salesiane dei Sacri Cuori.

Dopo le medie, passa all’Istituto Nautico di Bari, nella sezione dei capitani di lungo corso. Al terzo anno di studi, nell’ottobre 1953, conosciuti i salesiani della sua città natale, decide di entrare nell’aspirantato di Torre Annunziata. Trascorso il periodo di prova, compie il noviziato a Portici Bellavista e nel 1956 emette la prima professione religiosa. Va a San Gregorio di Catania dove consegue la maturità classica nel luglio 1959. Fino al 1962 è a Roma, presso l’allora Pontificio Ateneo Salesiano, dove consegue la licenza in filosofia ed emette la professione religiosa perpetua. Per due anni è tirocinante a Cisternino (Brindisi), dove insegna lettere nella scuola media. Dopo aver ottenuto la licenza in teologia all’UPS, è ordinato sacerdote il 22 dicembre 1967.

Si iscrive alla Pontificia Università Gregoriana. Nel 1974 consegue il dottorato in teologia ed è chiamato subito all’insegnamento. Nel 1977 è inviato in Grecia dall’allora Segretariato per l’Unità dei Cristiani. Trascorre quattro mesi come ospite della residenza ateniese dei gesuiti per la preparazione linguistica in vista dell’iscrizione all’università. Superato l’esame di greco moderno scritto e parlato si trasferisce a Salonicco come borsista del patriarcato di Constantinopoli. Risiede al Monì Vlatadon (Vlatadon Monastery), sede del convento dei monaci ortodossi e dell’Idrima ton Paterikon Meleton (Istituto di studi patristici), con una biblioteca specializzata in teologia ortodossa e una preziosa collezione di microfilm dei manoscritti del Monte Athos. Il direttore di allora era il noto patrologo greco Konstantinos Christou che è stato anche ministro della Pubblica Istruzione della Grecia.

Iscritto alla facoltà di teologia dell’Università di Salonicco, segue le lezioni di storia dei dogmi di Jannis Kaloghirou e quelle di dogmatica sistematica di Jannis Romanidis. Nel contempo conduce una ricerca sul sacramento della penitenza nella teologia greco ortodossa dal XVI al XX secolo, il cui testo Christou ha voluto che fosse pubblicato nella collana «Análekta Vlatádon» (1982).

Tornato a Roma, insegna Cristologia nella Facoltà di teologia della Pontificia Università Salesiana, della quale è anche decano dal 1981 al 1987 e dal 1994 al 1999. Negli anni 1997-2000 svolge il ruolo di vice rettore dell’UPS. Nel 1988 si trasferisce a Washington per studi sulla teologia delle religioni e per completare il manuale di Cristologia. Intanto diviene consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede, dei Pontifici Consigli per la promozione dell’Unità dei Cristiani e per il Dialogo Interreligioso, e consigliere della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Nel 1999 è nominato prelato segretario della ristrutturata Pontificia Accademia di Teologia e direttore della neonata rivista teologica «Path». Dal 1996 al 2000 fa parte della commissione teologico-storica del grande Giubileo dell’Anno duemila.

Il 19 dicembre 2002 è nominato segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede ed è ordinato arcivescovo titolare di Sila da Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana il 6 gennaio 2003. Il 9 luglio 2008, Benedetto XVI lo chiama a succedere al cardinale José Saraiva Martins come prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e, creato cardinale, gli consegna la Diaconia di Santa Maria in Aquiro.

Oltre ad articoli e saggi su riviste e dizionari teologici, ha pubblicato numerose opere: fra le più recenti, Il Vangelo del Padre (1999); Gesù, il Signore. saggio di cristologia, giunto alla settima edizione (2008); Gesù, Identità del Cristianesimo (2008); Il Celibato di Gesù (2010), I Santi nella Chiesa (2010); e Catholicism and Secularism in Contemporary Europe (2010).

Don Palombella direttore della Cappella Musicale Pontificia Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato don Massimo Palombella, salesiano docente dell’UPS, nuovo Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia, denominata ‘’Cappella Sistina’’.

Don Palombella, che succede a mons. Giuseppe Liberto alla guida della Sistina dal 1997 - è nato a Torino il 25 dicembre del 1967. Ordinato sacerdote nella Congregazione dei Salesiani di Don Bosco il 7 settembre 1996, ha compiuto gli studi di filosofia e teologia, conseguendo il Dottorato di Ricerca in Teologia Dogmatica, e gli studi musicali con i maestri Luigi Molfino, Valentín Miserachs Grau, Gabriele Arrigo e Alessandro Ruo Rui, diplomandosi in Musica Corale e Composizione. Fondatore e maestro direttore del Coro Interuniversitario di Roma, lavora nella pastorale universitaria della diocesi di Roma dal 1995. È docente alla Pontificia Università Salesiana di Roma, presso la Facoltà di Teologia, di Escatologia e di Musica e Liturgia; e al Conservatorio “Guido Cantelli” di Novara, nel biennio di specializzazione in Musica Sacra, di Composizione per la Liturgia, Polifonia Romana e Legislazione della Musica Sacra. Inoltre è stato docente di Linguaggi della Musica all’Università “La Sapienza” di Roma; al Conservatorio di Torino e al Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma ha insegnato Liturgia. Da sempre attento alle nozioni basilari di canto gregoriano e di polifonia in relazione alla tradizione di canto della “Scuola Romana”, dirige dal 1998 la rivista di musica per la liturgia Armonia di Voci dell’Editrice ElleDiCi, di Torino-Leumann, in cui ha curato raccolte musicali per il repertorio nazionale del canto liturgico. È membro, in qualità di esperto, della Consulta dell’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana. Dal 1995 è stato maestro di musica di tutti gli incontri del Papa con la Cultura Universitaria.

Recentemente ha curato la veglia di chiusura dell’Anno Sacerdotale in Piazza San Pietro, in collaborazione con le Orchestre della Provincia e del Conservatorio di Bari. Con il Coro Interuniversitario di Roma ha al proprio attivo numerosi concerti in Italia e nel mondo e un’ampia serie di registrazioni in Cd e Dvd. È infine responsabile per conto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) della costituzione dell’Orchestra e del Coro dei Conservatori di Musica italiani in ordine agli incontri del Santo Padre con la cultura universitaria europea.

Don Enrico dal Covolo vescovo di Eraclea Il 15 settembre 2010, Papa Benedetto XVI ha elevatodon Enrico dal Covolo alla dignità Episcopale assegnandogli la sede titolare di Eraclea.

Mons. dal Covolo,

docente della Università Pontificia Salesiana dove aveva anche ricoperto le cariche di decano della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche e di vicerettore, aveva ricevuto dal Santo Padre l’incarico di Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense lo scorso 30 giugno 2010. Mons. Dal Covolo è stato ordinato lo scorso 9 ottobre nella Basilica Vaticana di San Pietro da S. Em. il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano.

Agli auspici provenienti dalla Congregazione e dalla Famiglia Salesiana, per le quali mons. dal Covolo ha lavorato come Postulatore delle cause di beatificazione e canonizzazione, e dalla Chiesa, si aggiungono quelli del Rettore prof. Carlo Nanni, che a nome di tutta la comunità accademica dell’UPS ha offerto gli auspici di ogni bene per gli impegni pastorali del vescovo neo-eletto a favore della Università Pontificia Lateranense e il servizio della Chiesa.

Mons. Enrico dal Covolo è nato il 5 ottobre 1950 a Feltre (Italia). Ha professato i primi voti nella congregazione dei Salesiani di Don Bosco il 2 ottobre 1973. Nel 1974 si è laureato in Lettere Classiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. È stato ordinato sacerdote il 22 dicembre 1979 a Milano. Consegue il dottorato in Teologia e Scienze Patristiche presso l’Istituto Patristico “Augustinianum” di Roma. Insegna alla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’UPS di cui è stato Preside-Decano e in seguito vicerettore della medesima Università. Nel 2003 don Pascual Chávez, Rettor Maggiore dei Salesiani, lo nomina Postulatore generale per le cause dei Santi della Famiglia Salesiana. Dal 30 giugno 2010 è Rettore dell’UPL. Autore di numerose pubblicazioni dedicate ai Padri della Chiesa edite dalla LAS, ha pubblicato “In ascolto dell’altro”, il volume che raccoglie le meditazioni degli Esercizi Spirituali predicati al Papa e alla Curia Romana nel febbraio 2010.

Il Rettore insignito del Premio Nazionale “Don Franco Cavallo” 2010 Nella serata di sabato 4 settembre, a Gela (prov. di Caltanissetta), è stato conferito al Rettore dell’UPS, prof. don Carlo Nanni, il Premio Nazionale “Don Franco Cavallo” 2010, giunto alla sua terza edizione. Il premio, è stato promosso dall’Associazione Casa Francescana “S. Antonio di Padova”, una Onlus guidata dal prof. Giovanni Virgadaula, giornalista e regista di film a carattere religioso, con la sponsorizzazione del Kiwanis Club Gela e dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Gela.

Il premio intende ricordare la figura e l’opera di don Franco Cavallo venuto a mancare il 16 gennaio 2006 all’età di 56 anni, un sacerdote che, pur minato da una grave malattia, ha speso eroicamente tutta la sua esistenza sposando sino alle estreme conseguenze il Vangelo della sofferenza, ma anche il Vangelo della speranza. La gente non dimentica il sorriso e la forza di questo prete, a volte anche scomodo, ma sempre in trincea, sempre in prima linea a condurre le sue battaglie soprattutto a difesa della famiglia e dei giovani dei quartieri periferici della complessa realtà gelese, avendo come base la Parrocchia di San Sebastiano, da lui faticosamente costruita nella zona del

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quartiere Settefarine.

Nelle precedenti edizioni il premio era andato a don Fortunato Di Noto, fondatore dello Sportello Meter, a fratel Biagio Conte, fondatore della Missione Speranza e Carità, a Silvia Guidi, giornalista dell’Osservatore Romano.

La motivazione del premio a don Carlo Nanni recita: “Per la sua attività di ricerca in campo della filosofia e della pedagogia dell’educazione; per l’incessante opera di formazione svolta a favore di educatori e allievi, insegnanti, operatori sociali, religiosi e religiose; per lo straordinario impegno educativo che con stile salesiano porta avanti come consulente spirituale di gruppi e associazioni; per lo stile e l’approccio personale a lui congeniale che educa alla ricerca di senso come via per incontrarsi realmente con gli uomini e con Dio; per aver promosso nei giovani una forte coscienza critica e un pensiero libero come punta di partenza per la cura della loro vita psicologica, sociale e spirituale; per aver creduto e visto nei grandi cambiamenti globali l’occasione propizia per il rinnovamento morale e culturale delle professioni pedagogiche; per il suo sorriso che accoglie sempre e che non rinuncia mai a correggere con autorevolezza; per la sua vita che testimonia come il sì detto al Padre produce molti frutti di gioia nella responsabilità verso la propria vita e la vita dei giovani; perché fa della fede cristiana il cuore e il motore delle motivazioni di chi educa amando ed educando testimonia l’amore di Dio per ciascuno uomo”.

Alla manifestazione, seguita dalla messa prefestiva presieduta dallo stesso don Nanni, erano presenti alcune delle sorelle di don Franco Cavallo. Dopo gli interventi del prof. Gianni Virgadaula, dell’ assessore Maria Palumbo, del Vice presidente del Kiwanis (che ha consegnato una borsa di studio al seminarista Domenico Lucio Giglio, collaboratore di don Cavallo e alla cui opera si è ispirato per la sua tesi di laurea), ha letto la motivazione la dott. Nuccia Morselli, vice presidente dell’UCSI. La serata è stata presentata da Fabiola Polara.

Nel suo intervento finale, vivace e simpaticamente accolto dagli intervenuti, don Nanni, da buon salesiano, si è augurato che si possa attuare al più presto il progetto di costruire un oratorio per la parrocchia di San Sebastiano: un sogno che don Franco accarezzò a lungo, ma che non poté realizzare per la sua improvvisa scomparsa.

Visita alla Sede centrale della Rissho Kosei-kai Il 22 luglio 2010 a Tokyo si è svolta la prevista visita del Vicerettore, prof. Mauro Mantovani, e del Segretario generale don Jaroslaw Rochowiak, alla Sede centrale del Movimento buddista Rissho Kosei-kai.

Durante l’incontro è stato consegnato ufficialmente il Diploma di Licenza/Laurea specialistica in filosofia e scienze antropologiche a Hiromasa Tanaka, che ha recentemente terminato come quarto giovane giapponese della Rissho Kosei-kai inviato fino ad ora all’UPS - i suoi studi universitari di II ciclo, nel contesto del rapporto di amicizia e di collaborazione, specie per il dialogo interreligioso e interculturale che ormai dura da più di trent’anni tra le due istituzioni.

Accolti dal dott. Yosutaka Watanabe, Presidente del Consiglio direttivo della Rissho Kosei-kai, e dai suoi più stretti collaboratori, il prof. Mantovani e don Rochowiak hanno visitato a Tokyo i principali luoghi storici del Movimento e incontrato docenti e studenti del Seminario buddista Gakurin (tra i quali gli exallievi dell’UPS e il nuovo studente giapponese inviato all’Università Salesiana per il prossimo anno accademico 2010/2011, Yoshikazu Tsumuraya), tenendo rispettivamente due conferenze, dal titolo “Fede e ragione nella prospettiva cristiana cattolica” e “L’Università Pontificia Salesiana e l’educazione secondo il sistema preventivo di Don Bosco”.

Il soggiorno presso lo studentato salesiano di Chofu (Tokyo) è stato inoltre un’occasione per rinnovare i legami di stima e amicizia (relativi a docenti, exallievi, studenti, e ad attività culturali varie, tra le quali la gestione del fondo “Marega” della Biblioteca Don Bosco sulla storia del cristianesimo in Giappone) che uniscono l’UPS alla presenza salesiana di ieri e di oggi in questo paese. Il 23 luglio, dopo la visita al Museo a lui dedicato, il prof. Mantovani e don Rochowiak hanno celebrato l’Eucaristia nel luogo ove è attualmente sepolto il venerabile don Vincenzo Cimatti, splendida figura di missionario salesiano definito “il Don Bosco del Giappone”.

I 50 anni di sacerdozio del Card. Tarcisio Bertone Nel pomeriggio dello scorso 6 luglio, il segretario di Stato, S. Em. il cardinale Tarcisio Bertone, ha presieduto nella Basilica Vaticana l’eucaristia nel 50.mo anniversario della sua ordinazione presbiterale. Con lui hanno concelebrato trenta cardinali, circa quaranta tra arcivescovi e vescovi, e quasi trecento sacerdoti. Tra i salesiani, erano presenti il Rettore Maggiore, don Pascual Chávez Villanueva, chiamato a concelebrare all’altare a lato del cardinale, e molti membri del Consiglio Generale. Per l’UPS erano presenti il Rettore, il vice rettore prof.

Gianfranco Coffele, il segretario generale, don Jaroslaw Rochoviak, e altri docenti. I canti sono stati eseguiti dal Coro Interuniversitario di Roma, diretto da don Massimo Palombella.

Nell’omelia, il cardinale, dopo aver ricordato gli anni della sua gioventù vissuti a Torino-Valdocco e la ricca testimonianza ricevuta dai salesiani - specie i confessori di quella casa, riferendosi alla lettura tratta da Filippesi, in cui l’apostolo Paolo spiega la sua felicità

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nel servire la Chiesa, ha confidato ai presenti: “Anche io, come Paolo, ringrazio Dio, che ha benedetto il mio ministero ponendomi al servizio della Chiesa, in un modo certamente da me inatteso”. E ha aggiunto: “Quando, cinquant’anni fa, fui ordinato sacerdote, come ogni salesiano di Don Bosco ero pronto a intraprendere la missione in mezzo ai giovani. Ciò avvenne in verità, ma in un contesto di vasto respiro ecclesiale: l’Università Pontificia Salesiana, nella quale ho speso con passione le mie energie. Poi sono arrivate altre responsabilità che mi hanno indotto ad amare le Chiese particolari a cui sono stato mandato e, con esse, sempre di più la Chiesa universale”.

Del resto un richiamo alla esperienza universitaria del Cardinale era già presente nella lettera gratulatoria che il Papa Benedetto XVI ha voluto inviare con speciale benevolenza al Suo Segretario di Stato in occasione del cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale, letta al termine della cerimonia dall’Arcivescovo mons. Fernando Filoni, Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato. In un passaggio il Papa afferma: “Né ci sfugge quanto in seguito, ben perfezionato nelle materie giuridiche, ti dedicasti a educare e guidare con l’insegnamento e gli scritti i giovani, sia all’interno che all’esterno della tua Famiglia Salesiana”.

La lunga e impegnativa attività di docenza (e come esperto di collaborazione con gli organismi della Curia Vaticana) del prof. don Bertone, ha inizio nel 1967 e si conclude nel 1991, anno della sua elezione a Vescovo di Vercelli. Dal 1967, il prof. Bertone insegnò Teologia morale presso l’Ateneo Salesiano di Roma che nel 1973 diventò Università Pontificia Salesiana. Nel 1976, per la morte repentina dell’eminente giurista belga, don Gustave Leclerc, fu nominato decano della Facoltà di Diritto Canonico. In questa Facoltà insegnò, fino al 1991, Diritto pubblico ecclesiastico nelle due specifiche trattazioni: Diritto costituzionale della Chiesa e Rapporti tra la Chiesa e la comunità politica. Vi insegnò anche Diritto internazionale e Diritto dei minori e Legislazione e organizzazione Catechistica e di pastorale giovanile, in consonanza con la specializzazione pedagogica dell’Università Salesiana. Dal 1978 fu invitato come docente di Diritto pubblico ecclesiastico presso l’Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense.

Nel 1988 fece parte del gruppo di sacerdoti che accompagnò l’allora cardinale Joseph Ratzinger nelle trattative per la riconciliazione con monsignor Marcel Lefebvre. Collaborò anche all’ultima fase della revisione del Codice di Diritto canonico e svolse un‘intensa attività promozionale per la sua ricezione nelle Chiese particolari. Diresse il gruppo di lavoro che tradusse il Codice in italiano, con l’approvazione della Conferenza Episcopale Italiana, e visitò un centinaio di diocesi italiane e estere per la presentazione della “grande disciplina della Chiesa”.

Presso le Comunità dell’Università Salesiana, fu direttore dei teologi (1974-1976), decano della Facoltà di Diritto Canonico (1979-1985) e Vice rettore (1987-1989). Dal 1989 fu Rettor Magnifico dell’UPS per un triennio fino alla sua elezione e

consacrazione come Vescovo di Vercelli (1991).

A S. Em. il cardinale Bertone l’augurio e le felicitazioni di tutta la comunità accademica dell’UPS insieme alla preghiera per un lungo e prosperoso apostolato a servizio del Popolo santo di Dio che è la Chiesa e a favore dell’intera famiglia umana.

Don dal Covolo Rettore Magnifico della Università Lateranense Il 30 giugno 2010, il Santo Padre, Benedetto XVI, ha nominato Rettore della Pontificia Università Lateranense il prof. don Enrico dal Covolo, sdb, docente ordinario di Letteratura cristiana greca nella Facoltà di Lettere cristiane e classiche dell’UPS e postulatore delle cause dei santi della Congregazione Salesiana.

La Comunità accademica dell’UPS esprime le più vive felicitazioni e rallegramenti con i migliori auguri per il nuovo importante incarico di uno dei suoi membri già peraltro noto in quanto “Predicatore del Papa” negli esercizi spirituali quaresimali dello scorso anno (il testo delle prediche è stato pubblicato presso la Libreria Editrice Vaticana, con il titolo In ascolto dell’altro ).

La cerimonia di insediamento si è svolta il 30 giugno 2010 nell’Aula Magna dell’Università Lateranense a opera del card.

Agostino Vallini, Vicario del Papa per la diocesi di Roma e Gran Cancelliere della PUL, e in presenza di mons. Rino Fisichella, Rettore emerito eletto Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.

Nel suo saluto iniziale il neo-eletto Magnifico Rettore, dopo i ringraziamenti di rito, ha dichiarato di sentire la prestigiosa Università Lateranense – l’Università del Papa, come si è abituati a dire – già quale la sua nuova famiglia”. Rivolgendosi ai docenti ha formulato l’augurio che “che nella rigorosa ricerca della verità, noi tutti, generosamente dediti allo studio, alla ricerca, all’insegnamento, e comunque al servizio dell’Università, della Chiesa e della società, possiamo camminare insieme, in uno stile evangelico di rapporti personali continuamente illuminato dalla carità di Cristo!”.

L’Università Lateranense fu fondata nel 1774 da Papa Clemente XIV, che affidò le Facoltà di Teologia e di Filosofia del Collegio Romano al Clero di Roma. Nel 1853, sotto Papa Pio IX, vennero inaugurate le Facoltà di Diritto Canonico e di Diritto Civile, oltre al Pontificio Istituto Utriusque Iuris. Nel 1958 Papa Pio XII istituì il Pontificio Istituto Pastorale e nel 1981 Giovanni Paolo II ha eretto presso l’Università il Pontificio Istituto per gli Studi su Matrimonio e Famiglia. Presso l’Ateneo insegnano oltre 200 docenti provenienti da 20 paesi diversi. Oltre alla sede romana, l’Università ha altre 40 sedi nel resto del mondo, presenti in 22 paesi e frequentate da più di 5000 studenti. Il Papa Giovanni Paolo II, nel 1980, dichiarò agli studenti della PUL: “Voi dunque costituite, a titolo speciale, l’Università del Papa”.

Il Rettore e il prof. Guglielmo Malizia incontrano la delegazione di docenti coreani

Visita di 70 Professori di Università Sud-Coreane Il 28 giugno 2010, un gruppo di 70 professori e ricercatori di altrettante università sud-coreane, hanno visitato il campus dell’UPS. Erano guidati dal prof.

Park Young-Kyu, Segretario Generale della Korea Foundation for the Promotion of Private School.

Dopo l’accoglienza da parte del vicerettore prof. Gianfranco Coffele, si è tenuto un incontro di circa un’ora e mezza nella Sala del Senato, all’interno della Biblioteca Don Bosco.

Ai saluti e alle presentazioni reciproche d’occasione, con la regia del prof. Coffele e la traduzione in coreano della dott.ssa Giovanna, nostra ex-allieva, ha fatto seguito l’intervento del Rettor Magnifico, prof. Carlo Nanni, che ha illustrato la struttura e la missione dell’UPS, appoggiandosi su un power-point, i cui contenuti sono stati distribuiti in un fascicoletto in lingua inglese, a tutti i presenti. È quindi intervenuto il prof. Guglielmo Malizia, che ha illustrato il significato e le implicanze del cosiddetto “Processo di Bologna”. Grande è stato l’interesse con il quale gli illustri docenti ospiti hanno ascoltato ogni momento degli interventi. Per oltre mezz’ora sono state proposte domande di approfondimento sia sul sistema di vita dell’UPS sia a riguardo del Processo di Bologna. L’intervento di don Giovanni Bosco Park Hae Seung, studente sud-coreano dell’UPS, che sta finendo la licenza in teologia dogmatica, e che conosce bene il sistema universitario della sua Patria, ha dato ulteriori elementi di confronto a tutta lode dell’UPS. Del gruppo dei docenti in visita facevano parte numerosi Rettori Magnifici. Uno di essi ha avuto modo di dichiarare che un accordo simile a quello del “Processo di Bologna” sarebbe assai utile anche nel loro paese, dal momento che nella Corea del Sud ci sono 364 università che però mancano di regole condivise per il riconoscimento reciproco e per il controllo interno-esterno della loro qualità. Molti, inoltre, hanno manifestato il loro apprezzamento per lo stile dell’UPS che giudicano molto formativo e che auspicano di poter vedere praticato anche nella loro didattica universitaria.

L’incontro si è concluso con un momento di ricevimento conviviale in cui gli ospiti hanno potuto apprezzare la cordialità degli anfitrioni e la bontà del pregiato vino italiano loro offerto. Visitando poi la Biblioteca dell’UPS, guidati dal Prefetto don Giuseppe Tabarelli, grande è stata l’ammirazione dei professori al vedere la bellezza e la funzionalità della Biblioteca Don Bosco manifestando la loro simpatica “meraviglia orientale” soprattutto davanti all’alta tecnologia del sistema di ricerca dei libri con i “robot” dei due silo automatici in azione che individuano e consegnano elettronicamente i volumi richiesti dagli utenti. Ha fatto seguito la rapida visita ad altre zone significative del Campus, e dopo le ultime foto di com-

miato gli ospiti hanno ripreso il loro viaggio in Europa. È notevole il fatto che questo gruppo di docenti sud-coreani in questo loro “viaggio-di-studio” europeo che ha contemplato la visita ad altre università in Inghilterra, Francia e una in Svizzera (dove ancora non si sono recati), abbia inserito tra le tappe del loro itinerario anche l’UPS, scelta e proposta come “l’università che meritava” di essere visitata a Roma.

Lutto nella comunità salesiana di Torino-Crocetta per la scomparsa del prof. FerdinandoDell’Oro La notte tra il 6 e il 7 giugno è mancato il prof. Ferdinando Dell’Oro, salesiano, della comunità dell’Istituto Internazionale Don Bosco di Torino-Crocetta. Don Dell’Oro aveva compiuto 85 anni d’età, 65 di professione religiosa e 56 di sacerdozio.

Domenica, festa del Corpus Domini, aveva ancora concelebrato l’eucaristia e, pur nel declino della salute, nulla faceva presagire una fine così imminente.

Don Dell’Oro, storico della liturgia, è stato per ben 23 anni Direttore di Rivista Liturgica (1966-1989) e ha insegnato per vari anni nella Sezione di Torino dell’Università Salesiana.

Il Rettore dell’UPS, rispondendo alla comunicazione del Preside dell’Istituto di Torino, prof. Andrea Bozzolo, ha espresso la viva partecipazione di tutta la comunità accademica al nuovo lutto della comunità della Crocetta. “Gesù, sacerdote eterno, conceda a don Ferdinando Dall’Oro di partecipare alla Liturgia celeste, di cui è stato dedito promotore nella forma sacramentale e terrena per tanti anni della sua esistenza sia con il suo impegno di diffusione pastorale, sia con quello di docenza. Lo ricorderemo al Signore con vivo senso di confraternità e riconoscenza”.

Don Ferdinando Dall’Oro, docente straordinario (1993) della Facoltà di Teologia, era nato il 14 novembre 1924 a Valmadrera (Como). Conseguì il dottorato in Teologia il 18 marzo 1986 presso il Pontificio Ateneo Salesiano. Ha dedicato tutta la sua competenza e passione di salesiano e di studioso alla Liturgia. Tale interesse, coltivato già negli anni trascorsi nelle Case della sua Ispettoria Lombardo-Emiliana, e il graduale approfondimento della sua competenza indussero i Superiori a chiamarlo, nel 1965, all’incarico di Responsabile del Settore Liturgico del Centro Catechistico Salesiano di Leumann (Torino). Si era nel vivo della Riforma Liturgica promossa dal Concilio Vaticano II e don Ferdinando, insieme a un’équipe di liturgisti che lavoravano presso l’Editrice Elle Di Ci di Torino-Leumann, si impegnò in un’azione pioneristica di apostolato liturgico, promuovendo la pubblicazioni di studi e sussidi che ebbero larga accoglienza e contribuirono in modo esemplare alla recezione delle nuove forme rituali e dello spirito che le animava. Proprio per questo fu più volte invitato Il prof. Gianfranco Coffele e il prof. Guglielmo Malizia accompagnano la delegazione di docenti coreani

dai Vescovi di numerose diocesi italiane ad animare giornate di studio e di aggiornamento liturgico–pastorale per il clero.

Tra gli impegni più prestigiosi e fecondi di don Dell’Oro vi fu indubbiamente la direzione di “Rivista Liturgica”, dal 1966 al 1989. Insieme all’abate Salvatore Marsili, contribuì a raccogliere intorno alla Rivista i più qualificati liturgisti a livello nazionale e a promuovere uno sforzo comune di ricerca e di riflessione. Tale impegno è attestato anche dalla sua disponibilità ad assumere, nel 1972, l’incarico impegnativo di Segretario della nascente Associazione dei professori e dei cultori di Liturgia.

Parallelamente don Dell’Oro ha continuato a coltivare la sua ricerca di storico, con grande rigore e serietà, impegnandosi nell’edizione di fonti liturgiche antiche e medievali. La sua fama di studioso ha avuto una risonanza internazionale soprattutto con la pubblicazione dei Monumenta Liturgica Ecclesiae Tridentinae saeculo XIII antiquiora e del Liber sacramentorum paduensis. Non va poi dimenticata la sua competenza relativa al Rito Ambrosiano di cui era un cultore appassionato, oltre che membro della commissione che ne realizzò la revisione.

Dal 1986 prestò il servizio di Docente nella Sezione dell’UPS di Torino, mettendo a servizio degli studenti la sua competenza all’interno dei corsi di pastorale liturgica. In quegli anni coordinò anche il gruppo di lavoro incaricato di redigere i testi per il Proprio della Famiglia Salesiana.

Inaugurazione della seconda sezione del Silo Lo scorso 8 giugno 2010, nella Biblioteca Don Bosco dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, è stata inaugurata la seconda sezione del Silo, il sistema di archiviazione dei libri a ricerca elettronica omnidirezionale che sostituisce il tradizionale deposito dei libri. Già da tempo era in funzione la prima sezione. Con il completamento dell’archiviazione di questa seconda sezione, l’insieme dei due silo elettronici potrà contenere complessivamente circa seicentomila volumi a veloce utilizzazione dei frequentatori della Biblioteca Don Bosco, grazie al suo sistema automatizzato di classificazione.

Il silo costituisce indubbiamente una gran bella novità, si potrebbe dire “un fiore all’occhiello”, della nostra Biblioteca Universitaria, apprezzatissimo da chi lo ha visto in funzione e ne ha usufruito.

A rappresentanza della numerosa e grande Famiglia Ruiz-Mateos Rivero, i generosi benefattori spagnoli che ne hanno permesso la realizzazione, sono stati presenti il primogenito comm. Zoilo Ruiz-Mateos R., la gentile Consorte, e il comm.

Felipe Benitez Ruiz-Mateos, che con particolare dedizione ne ha seguito le procedure.

A nome del Gran Cancelliere e Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez, ha presieduto la cerimonia di inaugurazione il Consigliere regionale della Spagna salesiana, don José Miguel Nuñez Moreno, che – quando era superiore dell’ispettoria salesiana di Sevilla - ha contribuito a mettere in rapporto l’Università Salesiana con la famiglia RuizMateos. Sono stati invitati

ed erano presenti anche i dirigenti della Roclass, la società che ha costruito il Silo. Dopo l’inaugurazione, ha fatto seguito un momento di festa per tutti i presenti, docenti, studenti e personale della Biblioteca.

“Grazie per quanto avete fatto e farete” A conclusione dell’anno accademico 2009-2010, il Rettore ha indirizzato a colleghi e operatori dell’UPS una e-mail nella quale ha voluto “ringraziare tutti e tutte per quanto avete fatto per la nostra UPS”, soprattutto per gli studenti che hanno preso parte alle attività formative dell’anno accademico ormai concluso, “con tutto il suo peso e con le sue piccole gioie”. Il prof. Nanni, in particolare, ha rivolto il suo “grazie sentito” ai tre vice rettori, prof. Mauro Mantovani, prof. Gianfranco Coffele e prof. Vito Orlando, che gli sono stati vicini e lo hanno sostenuto specie nel periodo finale dell’anno. Pari ringraziamenti ha “doverosamente” esteso “ai membri del CUN e agli Ufficiali o ausiliari che hanno portato la fatica e il peso della gestione quotidiana”.

Il Rettore Nanni ha condiviso alcune informazioni e le date di alcune iniziative di interesse comune per il prossimo anno accademico. Ne riportiamo alcune. È in atto una serie di iniziative per la ricerca di fondi sia per borse di studio per studenti meritevoli, sia per la ristrutturazione dell’Aula Magna e di altri ambienti del campus universitario che, a 50 anni dalla sua costruzione, richiede un generale intervento straordinario di manutenzione in più parti. Sono state stabilite, o sono in corso di definizione, varie convenzioni con università italiane e estere: in particolare con tre università cinesi, con l’Università di Kielce (Polonia) le cui autorità verranno a Roma per la firma congiunta a metà settembre; con l’Università di Alba Julia (Romania); e infine una università di Taiwan.

Il prof. Nanni ha segnalato il Convegno “Le Facoltà ecclesiastiche e il Processo di Bologna: bilancio e prospettive”, promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, che si terrà presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nei giorni 21-23 ottobre 2010, tema che tocca da vicino il processo di valutazione e promozione interna della qualità che la comunità dell’UPS ha iniziato quest’anno e che dovrà portare avanti con decisione alla ripresa delle attività accademiche in settembre.

Tra le attività interne prossime, il Rettore ha indicato la proposta a cui sta lavorando il CIR (Comitato Interfacoltà per la Ricerca) per una indagine il cui titolo, “Urgenza di evangelizzare”, intenderebbe definire più da vicino l’idea di una ricerca sulla “religiosità giovanile”, affrontato più volte in passato dall’UPS per impulso dell’Istituto di Sociologia dell’educazione e dell’Istituto di Pastorale Giovanile. Durante il periodo estivo, mentre è già in svolgimento il Master sull’Insegnamento dell’IRC e di Pedagogia religiosa, e si sta concludendo il Corso di Pastorale Giovanile, sono in preparazione le nuove edizioni dei Master per Animatori pastorali e per l’Orientamento. Ha ricordato gli ormai tradizionali e tanto apprezzati corsi di lingua (italiano, latino e greco) organizzati dalla FLCC. Infine ha indicato alcuni eventi importanti tra cui: l’inizio della sessione autunnale degli esami e delle tesi; gli esami per la selezione degli studenti di Psicologia dell’educazione e per il

Due momenti dell’inaugurazione del silo.

A destra, il Rettore don Carlo Nanni

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notizieups•Brevi

Corso di laurea in Scienze della Comunicazione Sociale; la giornata di introduzione delle nuove matricole; la solenne inaugurazione dell’anno accademico presieduta dal Gran Cancelliere, don Pascual Chávez, e la lectio inaugurale del prof.

Stefano Zamagni; l’inizio delle lezioni dell’Anno Accademico 2010-2011.

Il Rettore ha concluso la sua e-mail augurando a tutti e a ciascuno un periodo di riposo e di ristoro, sia fisico che spirituale, in famiglia o presso amici. Un ricordo particolare lo ha avuto per chi, come docente o come dottorando, occuperà molto del periodo estivo in ricerche e studi della propria materia o comunque parteciperà a convegni o seminari nazionali o internazionali; e per chi, come studente, avrà da preparare esami per la sessione autunnale o sta lavorando attorno alla sua tesi di laurea: con la speranza che anche queste iniziative risultino del massimo vantaggio per ognuno.

Il ricordo di don Vincenzo Polizzi, docente emerito dell’UPS e “anima dell’infermeria” La comunità accademica e religiosa dell’UPS partecipa al lutto della comunità di Pedara, dei salesiani di Sicilia e dei familiari per la scomparsa del prof. don Vincenzo Polizzi, sdb, già ordinario di Biologia della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS, chiamato alla Casa del Padre il giorno 13 maggio 2010.

Don Vincenzo Polizzi, docente emerito dal 2000 della FSE, era nato il 19 gennaio 1930 a Randazzo (Catania). Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Catania nel 1958, più tardi, prese anche una seconda Laurea in Scienze Naturali presso l’Università di Messina (1970). Dopo aver svolto gli studi di filosofia e di teologia presso l’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina, fu ordinato sacerdote il 17 marzo 1967. Dall’anno accademico 1967-1968 fino all’anno accademico 2002-2003, fu incaricato della docenza presso la nostra Università, insegnando prima nella Facoltà di Filosofia, poi, per lunghi anni, in quella di Scienze dell’Educazione nel settore della Biologia dell’educazione, della Psicologia fisiologica e della Psicopatologia generale. Tra le sue numerose pubblicazioni scientifiche vale ricordare: Psiche e Soma, Elementi di Psicopatologia in funzione del rapporto educativo, e i due volumi de L’identità dell’Homo sapiens.

La sua personalità e la sua docenza sono state sempre unanimemente apprezzate per la “bella unità” di scienza, saggezza e fede che sapeva comunicare e salesianamente testimoniare.

Oltre all’attività didattica e di ricerca, a cui si dedicò con costante e totale dedizione, si aggiunse anche sempre la dedizione al ministero sacerdotale sia in collaborazione con le parrocchie della Capitale, sia nel rapporto con numerose persone – tra cui molti studenti – che si rivolgevano a lui per essere aiutate nei loro problemi umani e nella loro vita cristiana. Con esemplare gentilezza e tratto delicato sapeva farsi prossimo a quanti avevano bisogno di una sua parola che sempre dava con sincera e completa disponibilità. Sensibile e vicino anche a coloro che soffrivano non solo nello spirito ma anche nel corpo, si da rendere concreto il suo “Psiche e soma”. Sollecito con la sua dolcezza tra i degenti dell’infermeria, che puntualmente visitava con ritmo quotidiano, sapeva dare un consiglio medico a quanti gli chiedevano consulenza. Ritornato nella sua terra natia, la Sicilia, si rese subito disponibile ad accompagnare fisicamente e “cordialmente” i confratelli della casa di Pedara dove risiedono

gli ammalati dell’Ispettoria Sicula, sino al giorno in cui il Signore lo ha richiamato per dargli il premio riservato ai “servi buoni e fedeli”.

Senza timore di retorica né di esagerazione superficiale o gratuita, don Polizzi ha saputo voler bene a tutti e a ciascuno nel suo stile austero ed educato e squisitamente salesiano. Ci continui a voler bene di cuore dal cielo.

Giornata di Accoglienza dei nuovi immatricolati L’UPS, dopo aver concluso la sessione autunnale degli esami (2 ottobre) e i corsi di italiano, latino e greco (svoltisi sempre il 2 ottobre), ha ripreso la sua regolare attività accademica lunedì 4 ottobre con la tradizionale Giornata di Accoglienza dei nuovi studenti iscrittisi per l’anno accademico 2010-2011. Come ogni anno le nuove matricole sono state introdotte alla vita accademica attraverso la presentazione della mission che caratterizza l’Università Salesiana, delle persone e dei servizi che l’animano.

L’accoglienza delle “giovani” matricole è stata particolarmente vissuta da alcune “vecchie” matricole che hanno accolto i loro nuovi colleghi presso la hall dell’Aula Paolo VI. Subito dopo, nella stessa grande Aula, il Rettore, ha salutato gli studenti che cominciano porgendo loro un “augurio particolare”, perché “possano trovare, nonostante le inevitabili difficoltà degli inizi, il tempo e lo spazio migliore possibile per dar realizzazione piano piano al loro sogno universitario, come è nella mente e nel cuore quando si intraprende a camminare verso una mèta fortemente desiderata”.

Animata dall’Equipe di Pastorale Universitaria, ha fatto seguito la presentazione dell’Università nelle sue varie componenti. Quindi il rinfresco presso il Club Don Bosco - momento di convivialità durante il quale si è avuta occasione di conoscersi reciprocamente. Infine, gli studenti si sono riuniti per Facoltà, per Istituto o per Curricolo insieme ai loro rispettivi decani o direttori per prendere contatto con gli ambienti e soprattutto con le persone che inizieranno a essere loro familiari in questo primo anno di formazione universitaria.

Vecchie e nuove matricole UPS

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Inaugurazione dell’anno accademico 2010-2011

LA CRONACA Martedì 12 ottobre la comunità accademica si è riunita per celebrare solennemente l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2010-2011. La tradizionale giornata di festa si è articolata in tre momenti. Il momento d’avvio si è svolto nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Speranza. Man mano che arrivavano, studenti e docenti prendevano parte alla preparazione dell’eucaristia unendosi al Coro Universitario diretto dal prof. Mimmo Alvati, coadiuvato dal prof. Miran Sajovic, per la prova dei canti.

Il Gran Cancelliere don Pascual Chávez ha presieduto la concelebrazione eucaristica durante la quale ha chiesto la protezione dello Spirito Santo sulla comunità accademica. Insieme a don Chávez, altri concelebranti sul presbiterio tra cui il Rettor Magnifico, il visitatore don Joaquim D’Souza, i vicerettori e i decani. Erano presenti molti docenti e un cospicuo numero di allievi.

Presenti anche alcuni ambasciatori presso la Santa Sede, tra cui quello di Cina Taiwan, S. E. Wang Lerry Yu-Yuan, l’ambasciatore della Croazia, S. E. Emilio Marin, l’ambasciatore di Cuba, S. E. Eduardo Delgado, l’ambasciatore di Ecuador, S. E. Luis Latorre Tapia, l’ambasciatore di Israele, S. E. Lewy Mordechay, l’ambasciatore della Corea del Sud, S. E. Thomas Han, e l’ambasciatore della Slovacchia, S. E. Dravecky Jozef. E alcuni rappresentanti delle ambasciate di Francia, l’addetto culturale e direttore di San Luigi de’ Francesi, il dr. Bauquet Nicolas; l’assistente ecclesiastico dell’ambasciata di Germania mons. Kleindienst, per la Repubblica Dominicana il Lic. José Rafael Lantigua, per la Colombia la Sig.ra Victoria Eugenia Senior, e per il Cile il 1° Segretario Sig. Carlos Cornejo.

Dalla Casa Generalizia accompagnavano il Rettor Maggiore, don Francesco Cereda, consigliere generale per la formazione, don Fabio Attard, consigliere per la pastorale, e e il consigliere regionale don Marek Chrzan. Infine, come ogni anno, mons. Giuseppe Bertello, Nunzio Apostolico per l’Italia, ha fatto dono della sua gradita presenza. Così pure il segretario del Pontificio

Consiglio della Giustizia e della Pace, Mons. Mario Toso, e il Rettore dell’Università Pontificia Lateranense, mons. Enrico dal Covolo.

Introducendo l’eucaristia, il Rettore, ha invocato lo Spirito Santo perché, “oggi, più che mai, nella esperienza vissuta della complessità, dell’innovazione e dei mutamenti che ci coinvolgono, abbiamo bisogno della sua luce, del suo conforto e del suo coraggio”. Ringraziando il Gran Cancelliere, ha chiesto la sua preghiera perché in quest’anno la comunità accademica possa arricchirsi della “carità pastorale, educativa e evangelizzatrice, di Don Bosco”, e l’aiuto perché “a tutti sia dato il dono della verità da ricercare, apprendere, formarci, offrire agli altri nella gratuità del donare che è il di più di ogni pur doveroso e solidale impegno per la crescita e lo sviluppo personale e di tutti e ognuno”.

Nell’omelia il Rettor Maggiore ha invitato tutti a non perdere la speranza e a non cedere al pessimismo in questo tempo di crisi globale che attraversa il mondo, “una crisi senza precedenti”.

Speranza di cui è bisognosa anche la Chiesa, “sfidata da gravi situazioni esterne e difficili problemi interni”.

Dopo la celebrazione eucaristica, nell’Aula Paolo VI dell’UPS c’è stata la relazione introduttiva del Rettor Magnifico che ha parlato degli obiettivi raggiunti nell’anno 2009-2010, e di quanto ancora rimane da fare come Università. La sua relazione ha dato avvio all’Atto Accademico il cui momento centrale è stata la Prolusione del prof. Stefano Zamagni, ordinario di Economia politica all’Università di Bologna e Consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace su “Sviluppo solidale, identità europea, università”. Il prof. Zamagni ha impostato la sua interessantissima prolusione (di cui daremo sintesi, n.d.r.) su tre punti: Idea di persona e questione della laicità, Principio democratico e Welfare State, Fraternità e beni di gratuità. Ha chiuso il suo intervento con l’auspicio “improcrastinabile che l’Università – come ci ha insegnato il Cardinale Newman – torni a essere luogo di educazione e non solo (o non tanto) di formazione e di

addestramento professionale, sia pure di alto profilo. Di Università ridotte a Politecnici non sapremmo cosa farcene”, ha concluso. Molto gradito, soprattutto da parte del pubblico giovane, è stato l’intermezzo musicale a cura del duo Javier Girotto e Gianni Iorio (italo-argentino il primo e pugliese il secondo), due musicisti di Jazz che hanno deliziato il pubblico con un ricco repertorio musicale proprio.

A questo intermezzo è seguita la premiazione dei docenti che hanno raggiunto l’emeritato da parte del Gran Cancelliere che ha consegnato loro la medaglia. Si tratta del prof. Mario Cimosa e di mons.

Mario Toso, già Rettor Magnifico, che ha raggiunto l’emeritato prima del tempo per gli incarichi affidatigli dalla Santa Sede nel Pontificio Dicastero di cui è Segretario. Di seguito sono stati premiati gli allievi più meritevoli che hanno concluso il ciclo di studi, in dottorato, licenza e baccalaureato, con il massimo dei voti ed entro l’anno accademico.

L’Atto Accademico si è concluso alle 13.15, ora in cui è iniziato il terzo momento della giornata, e cioè il pranzo con gli illustri invita.

Renato Butera

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notizieups•L’Evento

Fra tradizione e innovazione RELAZIONE INTRODUTTIVA DEL RETTOR MAGNIFICO PROF. CARLO NANNI

no dei momenti più attesi della giornata in cui si dà inizio alle attività del nuovo Anno Accademico è certamente quello della relazione introduttiva del Rettore nella quale si rende conto dell’anno passato e si tracciano in generale le linee programmatiche e il piano operativo dell’anno universitario che si apre.

Il prof. Carlo Nanni – all’inizio del suo secondo anno di mandato come Rettore dell’UPS – dopo aver dato il benvenuto alle autorità ecclesiali, accademiche e civili, e ai tanti docenti e studenti presenti, ha ricordato l’ordinazione episcopale di mons. Enrico dal Covolo, che fa seguito alla sua nomina di Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. “Questo prestigioso doppio compito, ecclesiale e accademico – ha specificato don Nanni – viene a onore anche dell’UPS”, dove mons. dal Covolo è stato docente, decano della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche e Vicerettore.

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1. La collaborazione tra le Università Pontificie Romane in vista della qualità degli studi In rapporto a questo evento, il Rettore ha auspicato una felice collaborazione tra le due Università, Lateranense e Salesiana, e, in genere, tra le Università Pontificie Romane. Esse, infatti, sono oggi chiamate a fornire un peculiare contributo di riflessione e di prospettiva “sui problemi della vita e dell’esistenza”, a favore “della promozione umana” e lo “sviluppo integrale sostenibile di tutti i popoli”: in un fecondo “dialogo tra fede e ragione a livello scientifico”. Le Università Pontificie Romane, ha affermato il prof. Nanni, possono e devono offrire “quella universalità e quella humanitas che è tipica della cattolicità e della romanità”.

Ciò sarà a vantaggio anzitutto della popolazione studentesca largamente internazionale che le caratterizza (all’UPS sono presenti studenti di oltre 90 nazionalità). Si tratta di “fare della multiculturalità vissuta una interculturalità intellettualmente ragionata”

che si apre e interagisce con “una cultura universalistica sostenuta dai diritti umani e dal Vangelo”.

In particolare, dallo scorso anno accademico, epicentro di collaborazione tra le Università Pontificie è diventata l’iniziativa, voluta dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica (CEC), del processo di valutazione e di promozione della qualità, sostenuto dall’Agenzia Avepro, processo che l’Università Salesiana ha già da tempo avviato e che ha avuto un momento importante nella folta partecipazione al Convegno su “Le Facoltà ecclesiastiche e il Processo di Bologna: problemi e prospettive”, voluto dalla CEC e tenutosi nell’ottobre scorso all’Università Gregoriana.

2. L’attenzione “epocale” all’educazione Questo processo di rinnovamento e di ricerca della qualità, ha continuato il prof. Nanni, nasce dall’esigenza epocale di “una incisiva riforma per la promozione di una formazione di qualità che corrisponda ai mutamenti e alle innovazioni che fanno parlare di società complessa, di società della conoscenza, di globalizzazione: con tutte le loro ambivalenze a tutti i livelli della vicenda storica contemporanea e in prospettiva futura per le nuove generazioni”.

A ciò può contribuire certamente quel “volano culturale-formativo” che è l’Università, impegnandosi nella ricerca di un “vero e proprio umanesimo planetario” capace di integrare e rendere concepibili “le molteplici interdipendenze che si manifestano nell’esistenza umana attuale (tra locale e globale, reale e virtuale, identità e differenza, empiricità e interiorità, novità e perennità, ecc.)”. Il Rettore si è detto convinto che si possa pensare a “una idea di essere umano integrale, capace di concentrare nella singolarità del microcosmo personale i molteplici aspetti del ma-

crocosmo umano”, ma attento in pari tempo a trascendere il personale e aprirsi a “quel di più di essere” che è il Trascendente.

Ciò è possibile “dilatando la razionalità” e con “un amore ricco di intelligenza e di una intelligenza piena di amore”, ha aggiunto il Rettore, citando il pensiero dell’enciclica Caritas in Veritate di Papa Benedetto XVI. Questa attenzione alla educatività e alla formatività personale e comunitaria – ha proseguito– ha da “dare spessore e carattere a qualsiasi tipo di impegno di rinnovamento e di realizzazione dei Progetti strategici dell’UPS”.

Essa dà senso all’impegno di ripensamento del Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica, che diventa sempre più rilevante e strategico per “Educare alla vita buona del Vangelo”, titolo della Nota Pastorale che impegnerà la Chiesa italiana per il prossimo decennio. Varie diocesi italiane – ha ricordato il Rettore – hanno richiesto un contributo specifico per la formazione degli educatori-animatori della pastorale e della catechesi diocesana. Al tema, l’UPS dedicherà “speciale attenzione” nel corso dell’anno e nella Giornata Universitaria. Per suo conto il Comitato Interfacoltà per la Ricerca (CIR) sta elaborando un ampio progetto di ricerca sul tema de “La evangelizzazione dei giovani”.

3. Il rinnovamento delle relazioni e degli stili di vita della comunità universitaria Altro tema che sta a cuore a don Nanni è quello “delle relazioni e degli stili da comunità educativa”, da rinnovare e rafforzare sia a livello di docenza che di collegialità di Facoltà e di Università nella sua globalità. C’è, infatti, “da fare i conti non solo con i cambi del contesto e con le novità culturali generazionali degli studenti (…) ma anche con quelli tra generazioni di professori”, con l’intersecarsi di problematiche dovute alla “differenza di età”, a “differenti concezioni dell’istituzione” e della vita universitaria. La sfida che si pone – ha sottolineato il Rettore – è quella di “coniugare differenze e comunanze, tradizione e innovazione, in ordine a un fine superiore da raggiungere e di una vocazione a cui rispondere”. A tale proposito, il Rettore ha richiamato la collaborazione con la Visitatoria religiosa per “l’attuazione sinergica di quanto è scaturito dal Capitolo di essa”. Ha invitato a rileggere le Deliberazioni del Capitolo Generale 26, la Lettera del Rettor Maggiore su La pastorale giovanile salesiana e in particolare l’intervento del Gran Cancelliere nella seduta del Senato del 9 dicembre 2009. Ha poi indicato l’impegno laborioso di “accompagnamento” dei salesiani dottorandi, “in vista di un loro eventuale inserimento nel corpo docente dell’UPS”, “l’attenzione al primo inserimento dei giovani docenti”, la disponibilità formativa verso i docenti stabilizzati e invitati, l’aggiornamento di chi da anni offre il suo servizio di docenza, il ruolo dei professori emeriti nella loro peculiare condizione.

Il prof. Carlo Nanni, don Pascual Chávez e il prof. Mario Cimosa

4. La proiezione dell’UPS all’esterno Facendo riferimento al Piano di azione triennale (2009-2012), il Rettore ha, quindi, evidenziato l’impegno preso di approfondire il rapporto tra UPS e i 31 Centri collegati, e più in generale con le IUS (Istituzioni Universitarie Salesiane), sparse nel mondo, avendo come criterio di fondo il “rispetto dell’autonomia e delle peculiarità di tutte e di ognuna”, ma anche la convinzione di un medesimo modo di procedere che le configura tutte come “scuola salesiana a livello culturale universitario”. Il Rettore si è augurato di poter arrivare presto “a un incontro in cui mettere in comune questi nostri ideali e cercare insieme i modi migliori di realizzarli a livello di formazione universitaria”.

Sul piano delle relazioni esterne, ha evidenziato le molte visite di ambasciatori e di gruppi di docenti e studenti di altre nazioni, grazie all’impegno portato avanti dal Vicerettore per lo sviluppo e le relazioni esterne; e ancora le collaborazioni con tre Università cinesi, e la Convenzione per ricerche e progetti psicopedagogici con l’Università polacca di Kielce.

5. Un adeguato supporto materiale alla buona qualità degli studi Pensiero e preoccupazione costante dell’anno trascorso, ma anche dei prossimi anni, è l’adeguamento dell’habitat del campus universitario a cinquanta anni dalla sua costruzione, che necessita di veri e propri “interventi straordinari nell’ordinario”. In questa linea – ha ricordato il Rettore – è da porre il miglioramento del piano dell’Amministrazione e del Rettorato. Qualcosa di più indicativo è costituito dalla ristrutturazione della sala riunione dei docenti della Facoltà di Teologia e dalla costruzione di una sala multiuso, che sono ormai al loro completamento. Con vivo senso di ringraziamento per i benefattori che lo hanno permesso, il Rettore ha ricordato anche l’inaugurazione del secondo silo della Biblioteca Don Bosco, e in prospettiva la ristrutturazione dell’Aula Magna per cui si è messa in moto la ricerca di fondi.

A questa attenzione all’habitat, il Rettore ha posto accanto l’impulso dato alla ricerca di fondi per studenti più bisognosi e meritevoli. Per essi la “Associazione Pro Universitate Don Bosco” sta cercando fondi per l’offerta di vere e proprie borse di studio, oltre il contributo di esonero parziale o totale delle tasse accademiche, che già fa parte della tradizione di sostegno allo studio da parte dell’UPS. Alla base – ha concluso il Rettore – c’è la convinzione profondamente salesiana di realizzare “la carità nella verità” per lo sviluppo delle persone e dei popoli, offrendo a molti giovani di ogni parte del mondo, la possibilità di una formazione universitaria di alta qualità. sintesi di Renato Butera

u Una casa comune europea u

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notizieups•L’Evento

fondata su “persona, democrazia e fraternità LA PROLUSIONE DEL PROF. ZAMAGNI: “LA CHIAVE PER RITROVARE LE NOSTRE RADICI CULTURALI È IN UN NUOVO UMANESIMO” di Stefano Mura viluppo solidale, identità europea, università. Sono stati questi i tre temi intorno ai quali è stata sviluppata la Prolusione per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2010/2011 del prof. Stefano Zamagni, ordinario di economia politica all’Università di Bologna e consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Un vero e proprio “saggio” che ha dato la possibilità, a tutti i presenti in sala, di riflettere sulle sfide che il Nuovo Millennio pone all’Università.

Istituzione questa che deve rispondere a un grande, duplice e affascinante interrogativo: quali sono i tratti distintivi delle cosiddette “virtù europee”, la loro identità, e quale contributo può dare al loro rafforzamento il lavoro svolto dall’Università?

Un quesito complesso che secondo Zamagni necessita di alcune precisazioni legate all’ambiguità con il quale viene declinato il termine “identità culturale”. «Si può parlare infatti di identità come corrispondenza a un’unica realtà o entità (“X e Y condividono la stessa identità religiosa”) - ha precisato il professore – ma anche di identità come insieme di caratteristiche che rendono un soggetto o un ente qualcosa di unico e irripetibile. (“Questa è la mia carta di identità”)». E ha proseguito: «La seconda ambiguità concerne invece la distinzione tra identità come condizione data, decisa da altri o quale speciale destino storico, e identità come frutto di scelta personale.

Nel primo caso, l’identità si scopre, nel secondo caso si costruisce».

Una introduzione questa che ha quindi fondato il pensiero e la proposta che il consultore pontificio avrebbe sviluppato nel suo intervento. «È necessario un nuovo Umanesimo per ritrovare le radici dell’identità culturale europea se si vuole con serietà affrontare la grande sfida degli inizi del Terzo Millennio, cioè convenire in una casa comune europea».

Per fare questo, secondo il docente, bisogna partire dalle fondamenta stesse dell’Europa, quindi dalla concezione benedettina dell’ora et labora che elevò allo stato di imperativo la crescita umana e spirituale del soggetto attraverso l’unione della preghiera e del lavoro, cosicché il bacino di multiculturalità che era il vecchio continente ritrovò le basi per una crescita comune. «Nessun altra parte del mondo contiene in così piccolo spazio una tale varietà di costumi, di tradizioni culturali, di organizzazioni politiche», ha aggiunto Zamagni, «un’arte del vivere con l’altro, mutuata dal pensiero del filosofo Gadamer, che ruota intorno a tre parole chiave: persona, democrazia, fraternità».

Grazie alla nozione di persona, ha spiegato il docente, la cultura europea è riuscita a realizzare l’incontro tra individuo e società, categorie queste di per sé conflittuali. Nell’ottica del personalismo è quindi possibile realizzare pienamente se stessi con la propria individualità, ma solo nella relazione con l’altro. «Senza riconoscimento non può esserci costruzione dell’identità. Ciò significa che il tu di chi mi sta di fronte è es-

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senziale per il mio io. Non posso dunque dire io se prima non ammetto il tu. Come ha scritto Nietzsche: “il tu è più antico dell’io”. Se l’essere umano fosse solo, nessuno direbbe io», ha precisato Zamagni.

Ecco dunque una prima specificità dell’identità europea: l’individualità si realizza appieno solo nella relazione con l’altro e questo permette anche di capire la differenza tra socievolezza e socialità. La socievolezza si fonda sul principio appena descritto ed è una disposizione assai più forte della mera socialità: «Alla socialità basta l’individualismo - ha aggiunto il professore - difatti le formiche vivono e agiscono ognuna per proprio conto pur vivendo in società, ma per la socievolezza ci vuole il personalismo».

Un tema complicato che nel corso degli anni ha aperto le porte a una riflessione europea più profonda sul concetto e sulla distinzione tra soggetto e persona e su quali siano gli “aggettivi” che ne costituiscono l’essenza. Distinzioni ben rappresentate da alcune correnti di pensiero moderne (le posizioni di bioeticisti come P. Singer e T. Engelhardt sul tema dei bambini “non persone” perché senza coscienza a causa di malformazioni genetiche) secondo cui potrebbero esserci individui umani non riconoscibili come persone e individui non umani – un animale, per esempio – cui potrebbe essere riconosciuto lo status di persona. «Oggi la novità è che la nozione di persona è ritornata cruciale a distanza di poco più di un decennio riaprendo una questione concettuale che pareva ormai chiusa. Cosa ne è della distinzione tra umano e non umano?

Cosa distingue la vita umana dalla vita non umana? Anche l’animale (o la pianta) possiede la vita. Ma la vita dell’animale “vale” forse quanto la vita della persona umana? Se, come insegnano le neuroscienze, il nostro comportamento consegue a una certa configurazione del corpo striato della corteccia cerebrale, cosa ne è della libertà di scelta e della conseguente nozione di responsabilità?».

L’obiettivo della riflessione a livello europeo è dunque quello di scongiurare il rischio della depersonalizzazione del corpo, in seguito alla svalutazione di una identità culturale valida e validante, e allo stesso tempo di rimettere al centro del dibattito la questione della laicità. Una laicità che oggi, secondo Zamagni, investe le sfere politico-sociali ma anche quelle culturali e religiose di ogni individuo, e che ha a che fare direttamente con il cattolicesimo.

Zamagni sostiene infatti che l’idea di laicità è diventata, in tempi recenti, un ambito di confronto nevralgico nel quale la coppia di termini “laici” e “cattolici” troppo spesso viene presa a significare la contrapposizione tra gli individui liberi e razionali – i primi – e gli individui dominati da pregiudizi e ottenebrati dai dogmi – i secondi. «Questo si lega all’idea secondo cui la religione e, più in generale, i sistemi di credenze, devono essere confinati alla sfera del privato; non devono cioè contaminare la sfera del pubblico, la quale va governata dai soli processi di razionalizzazione. La laicità che discende da una posizione del genere dice allora che lo Stato deve adoperarsi, con gli strumenti a sua disposizione, affinché tale contagio non abbia a materializzarsi. Di qui la nozione di laicità come indifferenza dello Stato nei confronti delle varie opzioni religiose una volta accolta l’idea in base alla quale ci si può impegnare in politica senza incontrare Dio: gli spazi pubblici

Nelle due foto, il prof. Stefano Zamagni

sono stati svuotati di Dio».

Una situazione presente solo in Europa perché, come ha spiegato durante l’intervento l’economista, negli USA la propria fede religiosa è parte integrante dell’ethos pubblico, è ciò che da sempre qualifica un esponente politico e, in generale, fonda la Costituzione Americana stessa. Ma anche questo è legato alla differenza con cui sono nate e si sono poi attuate le rivoluzioni americane e francesi. «Dalla prima è disceso il principio di neutralità: lo Stato non può preferire (e quindi privilegiare) una religione alle altre, e tutte sono, non solo consentite, ma favorite nella loro espressività e operatività. Dalla seconda è disceso, invece, il principio di separazione tra Stato e religioni il quale esclude che le religioni possano contribuire alla costruzione dell’etica pubblica. Ecco perché, ad esempio, lo Stato laico europeo deve creare le sue scuole laiche; i suoi ospedali laici, e più in generale deve produrre da sé tutti quei beni meritori che l’etica laica giudica essenziale che i cittadini abbiano a disposizione, a prescindere dalle proprie opzioni in materia religiosa».

Quale è quindi la novità dell’attuale fase storica? Che secondo Zamagni questa “vecchia laicità” sta sempre più allontanandosi dall’uomo dimenticando pian piano le esigenze collettive e individuali della società in cui esso opera. E aggiunge: «Se almeno in passato, in Europa, lo Stato laico moderno ha potuto praticare il separatismo di cui sopra si è detto, perché tutti gli attori – credenti e non – avevano comunque un comune riferimento valoriale nella tradizione giudaico-cristiana, ora quel comune riferimento alla matrice culturale è andato, via via, disgregandosi, col risultato che lo Stato laico moderno si è venuto a trovare come impotente di fronte a tutto un insieme di sfide nuove».

Oggi avviene quindi questo: quel che è tecnicamente possibile, lo Stato deve consentirlo e ciò che l’individuo preferisce, la legge non deve vietarglielo. Se lo Stato è laico anche la sua legislazione deve essere laica (secondo Zamagni “assiologicamente indifferente”) e avere una direttiva principale: “vietato vietare”.

Sul secondo concetto chiave, la democrazia, il relatore ha affermato che in Europa essa ha realizzato una sorta di divieto della disuguaglianza, escludendo diritti diseguali, e soprattutto situazioni di fatto indecentemente diseguali in tutte e tre le fondamentali dimensioni della libertà di pensiero, della partecipazione politica e della sicurezza sociale. Una dimensione ben rappresentata nel concetto del welfare state e che, pur mettendo al centro del dibattito la “questione sociale” dell’individuo, apre le porte a un ragionamento anche sul rapporto tra democrazia e sviluppo reale di un Paese e dei suoi abitanti. «Il tema si lega profondamente con le riflessioni proposte prima perché la storia economica ci insegna che la democrazia è un bene “fragile”, un bene cioè che va difeso continuamente dagli attacchi esterni e dai suoi detrattori interni. Il fatto che nel breve periodo governi dittatoriali abbiano potuto assicurare risultati economici superiori a quelli di governi democratici può indurre larghi segmenti di popolazione ad accettare il trade-off tra democrazia e sviluppo economico.

Una prospettiva che per Stefano Zamagni va a intersecarsi con il terzo termine chiave che ha consentito di tenere insieme

identità nazionale e universalità: la fraternità. L’idea del professore è che il principio di fraternità, in quanto principio di organizzazione sociale che consente agli uguali di essere diversi, rende possibile che ciascuno possa realizzare il proprio piano di vita pur ammettendo la propria unità di fondo con tutti gli altri. «Il merito della cultura europea è stato quello di aver saputo declinare, in termini sia istituzionali sia economici, il principio di fraternità e gratuità facendoli diventare un asse portante dell’ordine sociale europeo, in particolare grazie alla scuola di pensiero francescana. Essa ha permesso infatti di distinguere tra “solidarietà” come principio di organizzazione sociale che consente ai diseguali di diventare eguali, e “fraternità” come quel principio di organizzazione sociale che consente agli eguali di esser diversi».

Ma cosa comporta, a livello pratico, l’accoglimento del principio di fraternità entro l’agire economico? Una risposta, propone Zamagni, ci viene dalla considerazione della natura profonda della crisi economico-finanziaria in atto. Una crisi di tipo “entropico”, che nasce dall’interno, che implode e fa crollare il sistema portando con sé una conseguenza in più: l’assoluta immobilità e la non rinascita. Un crollo che secondo il principio di fraternità va affrontato risolvendo le questioni “di senso” che esso ha prodotto e non solo mettendo in atto interventi tecnici o legislativi dello Stato. Un esempio su tutti, spiega Zamagni, deriva dal convincimento in base al quale il titolo di accesso al “club dell’economia” è l’essere cercatori di profitto. In pratica non si è “imprenditori” se non si cerca di perseguire esclusivamente la massimizzazione del profitto. In caso contrario, ci si deve rassegnare a far parte dell’ambito del sociale, dove appunto operano le imprese sociali, la cooperative sociali, le fondazioni di vario tipo. «Questa idea ha finito con l’identificare l’economia con il luogo della produzione della ricchezza (un luogo il cui principio regolativo è l’efficienza) e a pensare il sociale come il luogo della redistribuzione dove la solidarietà e/o la compassione, (pubblica o privata che sia) sono i canoni fondamentali». E prosegue: « È un fatto che in qualsiasi società coesistono molti linguaggi diversi, e il linguaggio del mercato è solamente uno di questi.

Le società contemporanee sono i contesti multi-culturali nei quali la conoscenza di tipo individuale deve viaggiare attraverso confini linguistici e la realtà odierna ci obbliga a prendere atto che per governare una società “multi-linguistica” è necessaria un’altra istituzione, diversa dal mercato, che faccia emergere quella lingua di contatto capace di far dialogare i membri appartenenti a diverse comunità linguistiche. Ebbene, questa istituzione è la democrazia».

Sarà dunque l’Europa, si è chiesto in conclusione Zamagni, capace di raccogliere la sfida del nuovo Umanesimo ispirandosi ai tre concetti di persona umana, democrazia e fraternità?

Per l’economista la risposta è positiva, «perché il tratto caratteristico dell’Europa è sempre stato la capacità di trasformare le sue strutture giuridiche, politiche ed economiche per renderle adeguate a interpretare l’emergenza del nuovo grazie a una precisa opzione teologica, quella di chi vede l’umano e il temporale come via e non già come ostacolo per la salvezza».

La via che l’Università dovrebbe seguire è quindi quella in cui la scienza economica – oggi componente sempre più rilevante della nostra cultura – torni a essere al servizio dell’uomo, come lo fu ai suoi albori disciplinari. Anche perché, ha precisato il professore, «la ricerca scientifica implica responsabilità e rischi che, specialmente nelle scienze sociali, rientrano nell’ordine dell’etica e della politica».

Nel concludere la sua prolusione, il professor Zamagni si è infine congedato lasciando un messaggio di impegno e speranza per tutti i presenti: «l’Università deve ritornare a essere luogo di educazione e non solo (o non tanto) di formazione e di addestramento professionale. Dobbiamo trovare il tempo per agire perché, come ammoniva Sant’Agostino, avere tempo significa avere la possibilità concreta di mutare i tempi».

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notizieups•L’Evento

“Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera OMELIA DI DON PASCUAL CHÁVEZ, RETTOR MAGGIORE DEI SALESIANI E GRAN CANCELLIERE DELL’UPS

ari membri della Comunità Universitaria, radunati attorno alla mensa della Parola e del Pane, iniziamo ufficialmente l’Anno Accademico 2010-2011. Vogliamo farlo come persone e come Università, celebrando questa Eucaristia in cui chiediamo a Dio di camminare sotto la guida sovrana dello Spirito Santo, che è Luce per conoscere la Verità ed Energia per aderire ad Essa e vivere secondo il Suo volere. Invochiamo da Dio il dono per eccellenza, “lo Spirito di verità che procede dal Padre”: Egli rende testimonianza a Gesù e ci rende testimoni del Cristo.

Sia Lui a guidarci durante questo nuovo Anno Accademico; noi abbiamo bisogno che venga, come nella Pentecoste, a convertirci, a trasformarci da uomini chiusi e impauriti in discepoli coraggiosi ed eloquenti, a rinnovarci profondamente riempiendo di fuoco il nostro cuore e dandoci passione apostolica. Abbiamo bisogno del Consolatore promesso, affinché ci faccia ricordare le parole di Gesù, ci conduca alla verità tutta intera e ci renda testimoni del Signore risorto. Abbiamo bisogno di imparare a camminare secondo i desideri dello Spirito e non quelli della carne.

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uesto è quanto ci fa meditare la Parola di Dio che abbiamo ascoltato; questo è anche quanto occorre al mondo che già da anni attraversa una crisi senza precedenti e sembra cedere al pessimismo per mancanza di speranza e di prospettive di futuro. Questo è pure quanto necessita la Chiesa, sfidata da gravi situazioni esterne e difficili problemi interni.

Il Papa Benedetto XVI ci ha offerto la testimonianza di che cosa significhi essere un uomo guidato dallo Spirito, per la sua capacità di andare avanti con coraggio e convinzione,

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senza lasciarsi intimidire e mettere a tacere, senza scendere a patti o compromessi pur di godere della stima e dell’apprezzamento del mondo, consapevole della sua missione di confermare i fratelli nella fede. Il suo ultimo viaggio in Gran Bretagna è servito a far cambiare l’immagine con cui i media avevano cercato di presentarlo. Nell’incontro semplice, umile e sereno con i giovani, la gente e le autorità tanti pregiudizi sono stati superati. Rispondendo alla domanda di un giornalista su che cosa dovrebbe fare la Chiesa per diventare attraente, rispose che il fascino della vita cristiana è la sua testimonianza al Signore Gesù: “Se la Chiesa cercasse di essere attraente, farebbe un grande sbaglio. Essa non deve cercare la sua immagine, ma soltanto essere fedele al suo Signore. Questo è quanto la farà attraente”.

Nel suo discorso alla Westminster Hall del 17 settembre, davanti alla élite sociale e politica della Gran Bretagna, il Santo Padre ci ha dato un esempio di uomo, di credente, di pastore amante della verità, aperto al dialogo, impegnato per il bene dell’umanità. Nel luogo dove Tommaso Moro fu processato e condannato, il Papa ha parlato del ruolo della religione nella vita pubblica che non può essere considerata solamente oggetto di discussione da parte dei politici, ma che deve essere ritenuta principalmente una risorsa valida e un prezioso contributo allo sviluppo della società. Ci vuole molto coraggio e senso di responsabilità, e anche una grande levatura intellettuale, per parlare in un luogo come la Westminster Hall e davanti a un auditorio di tale qualità sul rapporto tra religione e società secolare, tra fede e ragione, la Chiesa e Stato. Egli è stato ascoltato e applaudito, perché ciò che diceva è stato apprezzato ed è stato riconosciuto il servizio della religione e della fede per l’umanizzazione della società. La ragione priva della fede diventa una ideologia distruttiva, come di fatto stiamo costatando in molti fenomeni; ma la fede senza la ragione scivola in un settarismo e fondamentalismo distorto. È ovvio che un atteggiamento e una posizione così chiari provochino un’opposizione forte in tutti coloro che a vario titolo lo ritengono un conservatore e, persino, un “nemico dell’umanità”.

La visita di Benedetto XVI, grazie alla sua franchezza evangelica, ha

evidenziato due grandi ragioni di speranza: la prima è che anche in quelle società che sembrano secolarizzate, la dimensione religiosa non è scomparsa; la seconda è che il servizio del Papa è ancora un pulpito unico, il valore più grande della Chiesa nel dibattito pubblico, modello di un leader religioso che sa affrontare con efficacia la visione secolare. e la figura di Benedetto XVI si presenta a noi come un modello, la Parola di Dio, appena proclamata, ci offre gli elementi per diventare anche noi uomini e donne arricchiti dello Spirito. Il racconto degli Atti degli Apostoli narra che erano trascorsi cinquanta giorni dalla Pasqua e i Dodici con il gruppo dei discepoli insieme a Maria, si trovavano nel cenacolo per pregare, ascoltare le Scritture e vivere in fraternità. Questa tradizione apostolica non si è mai più interrotta, e ancora oggi continua a essere la forma di attendere lo Spirito, a Gerusalemme e in tante altre città del mondo. Quel giorno di Pentecoste fu decisivo per i discepoli. Narrano gli Atti che nel pomeriggio, «venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che se abbatte gagliardo» sulla casa dove si trovavano i discepoli; fu una sorta di terremoto che si udì in tutta Gerusalemme, tanto da richiamare molta gente. Non si trattava di un normale terremoto. C’era stata una grande scossa, ma nulla era crollato. Da fuori non si vedeva ciò che stavano avvenendo dentro. All’interno del cenacolo i discepoli sperimentavano un vero e proprio terremoto interiore che li coinvolse visibilmente.

Delle «lingue come di fuoco si dividevano e si posavano sul capo di ciascuno di loro; ed essi furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue». Fu per tutti loro un’esperienza che cambiò profondamente la loro vita: l’effusione dello Spirito aveva riempito di fuoco il loro cuore.

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uella comunità aveva bisogno della Pentecoste, di un evento che sconvolgesse profondamente il cuore di ciascuno. In effetti, una forte energia avvolse i discepoli e una specie di fuoco li divorava dal di dentro; la paura crollò cedendo il passo al coraggio, l’indifferenza lasciò il campo alla compassione, la chiusura fu sciolta dal calore,

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l’egoismo soppiantato dall’amore: la Chiesa iniziava il suo cammino nella storia. Quel terremoto interiore non poteva non aver riflessi anche fuori del cenacolo. La porta, tenuta sbarrata per cinquanta giorni “per paura”, si spalanca e i discepoli, non più intimoriti e ripiegati su sé stessi, iniziano a parlare alla folla sopraggiunta. Un lungo e dettagliato elenco di popoli a significare la presenza del mondo intero davanti a quella porta. E mentre i discepoli di Gesù parlano, tutti costoro li intendono nella propria lingua: «Li sentiamo annunciare ciascuno nelle nostre lingue le grandi cose che Dio ha fatto», dicono stupiti. È il secondo miracolo della Pentecoste dopo quello della trasformazione dei discepoli.

Da quel giorno lo Spirito del Signore ha iniziato a superare limiti che sembravano invalicabili. Termina soprattutto il dominio incontrastato di Babele sulla vita degli uomini. Il racconto della Torre di Babele ci mostra gli uomini protesi a costruire un’unica città la cui torre doveva toccare il cielo; è l’opera delle loro mani, vanto di tutti i costruttori. Ma mentre l’orgoglio li univa, subito li travolse: non si compressero più l’uno con l’altro e si dispersero su tutta la terra (Gn 11, 1-9). La dispersione, provocata dalla costruzione della Torre di Babele, è un racconto antico. In esso si descrive la vita ordinaria dei popoli, spesso divisi e in lotta tra loro, tesi a sottolineare quel che divide piuttosto che ciò che unisce, rivolti ai propri interessi, senza badare al bene comune. La Pentecoste pone termine a questa Babele di uomini in lotta solo per se stessi. Lo Spirito Santo effuso nel cuore dei discepoli dà inizio a un tempo nuovo, il tempo della comunione e della fraternità. È un tempo che non nasce dagli uomini, sebbene li coinvolga; è il tempo che viene dall’alto, da Dio. Il miracolo della comunione inizia proprio a Pentecoste, dentro il cenacolo e davanti alla sua porta. È qui - tra il cenacolo e la piazza del mondo - che inizia la Chiesa: i discepoli, pieni di Spirito Santo, vincono la loro paura e iniziano a predicare.

Lo Spirito da quel giorno continua a guidare i discepoli per le vie del mondo. La solitudine e la guerra, la confusione e l’incomprensione, l’ingiustizia e la lotta fratricida, non sono più ineluttabili, perché lo Spirito è venuto a “rinnovare la faccia della terra” (Sal 103,30).

Ancora oggi tutto ciò è possibile se ascoltiamo l’esortazione che ci rivolge l’Apostolo Paolo nella Lettera ai Galati a camminare «secondo lo Spirito per non essere portati a soddisfare i desideri della carne…». E aggiunge: «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé». Di questi frutti ha bisogno il mondo intero. Questo è il nostro compito personale e istituzionale come Università; questo è anche l’augurio che rivolgo quest’oggi a tutti voi.

Nelle due pagine, il Rettor Maggiore e alcuni momenti della celebrazione eucaristica

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notizieups•il Punto Prof. Paolo Carlotti

La sorte post-moderna della verità morale Prof. Paolo Carlotti

ggi, trovare in ambito etico qualcosa che non sia attuale, che non sia complesso e plurale, e, al tempo stesso, che non sia questione radicale, è molto difficile, se non impossibile. L’appello all’etica è certo crescente, ma non sempre promettente, perché nelle figure di etica invocate, l’etica stenta a riconoscersi. La società, anche quella politica, è liquida e rende compatibile l’incompatibile; si pensa poi come eticamente neutrale e non aiuta nella decifrazione del progetto morale, né intende farlo. L’unico supporto che viene dal mondo sociale e politico è niente di più che una inevitabile regolamentazione pubblica delle molteplici preferenze personali, vere solo per l’individuo, che ha e vive la sua verità, senza attese e pretese universali, né tanto meno oggettive: non importa più di tanto sapere se la verità è vera, basta che funzioni e serva, al momento. La verità è ciò che l’individuo ha scelto ed è vera perché lui l’ha scelta, non per altro. Come già molto acutamente e opportunamente Giovanni Paolo II osservava e ammoniva nella Veritatis splendor, l’autenticità morale - certo necessaria - viene fatta coincidere con la verità morale.

Ci si può domandare se questo soggetto non sia l’erede universale di un pensiero, molto diffuso che, pur indagando giustamente i presupposti soggettivi del conoscere, abbia finito per risolvere la conoscenza dell’oggetto nella coscienza del soggetto conoscente, in base al quale l’identità della realtà è stabilita, come dire in modo unilaterale e autoreferenziale. Un teologo non può non interrogarsi sulla compatibilità teologica di questo e di altri pensieri e sistemi, cioè se essi non stravolgano il dato rivelato da egli cui procede.

Ci si può domandare se la liquidità sociale, visto certe risultanze pesanti, non sia eccessiva e tra un modello sociale eticamente silente e uno espressivista, che propugna e impone una visione morale nel sociale, non ci sia un nuovo equilibrio da acquisire, oggi in direzione di una maggior e soprattutto migliore presenza etica in pubblico.

C’è poi l’annosa questione della plausibilità di un progetto etico, che prescinde dal riferimento religioso, appunto etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse.

Ma può questa questione, così decisiva per l’uomo, rimanere sempre aperta e senza risposta? Ma più radicalmente, può la convenzione e il consenso tra attori umani o la necessità puramente logica rendere ragione di un obbligo che si impone alla loro volontà?

Senza Dio resta insopprimibile il senso di colpa, che consegue alla violazione della legge morale e, come ricordava Benedetto XVI, abolito il senso del peccato, aumentano i sensi di colpa.

I peccati senza Dio rimangono senza remissione: ‘Chi può per-

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donare i peccati se non Dio soltanto’?

Ci si può interrogare, come fa la Caritas in veritate, se non siamo di fronte a una carenza di pensiero, e rispondendo di sì, come appunto fa l’enciclica, domandarsi anche sulla profondità del nostro studio e impegno universitario, per garantire la semplice possibilità della pastorale e dell’educazione.

Per fortuna, tutto questo non riguarda ogni cultura delle otto che - per S. Huntington - sembrano esserci al mondo, ma solo l’attuale condizione post-moderna di quella occidentale. In altre culture, a partire per esempio da quella cinese, lo stretto rapporto tra la questione di Dio e la questione del bene e del male non è dato discusso né aggirato, ma serenamente riconosciuto e praticato.

In questo frangente, è facile prevedere la sorte, per alcuni meritata, della morale cristiana, che pagherebbe così la sua ostinazione in schemi, rivendicati come validi, ma di fatto intellettualistici e anacronistici, come confermerebbe l’odierno gap tra la sua ufficiale proclamazione e la cruda realtà incontrata. Al proposito, ci si riferisce al campo della bioetica e della morale sessuale come quelli emblematici e certo, a partire dal forte permissivismo sessuale e dalle ripetute violazioni del rispetto della vita umana, gli esempi - anche curiosi - non mancano. Ma il divario è certo più consistente nell’etica sociale, per la presenza di comportamenti problematici, neanche più avvertiti come tali, ma giudicati giusti secondo parametri spuri rispetto a quelli propriamente cattolici. L’esempio tipico è a riguardo della concezione della proprietà privata, che se rivendica che di ciò che si ha si può fare quello che si vuole, è liberale e non certo cattolica, che invece vincola ogni uso dei beni alla promozione della fraternità e di alcuni ne assegna la proprietà esclusiva, solo perché quest’ultimo obiettivo possa essere meglio perseguito. È la destinazione sociale dei beni, non il possesso, il costante criterio discriminante, anche dell’incremento proprietario e quindi del profitto.

Certo è che tra l’ideale e il reale morale, soprattutto se cristiano, sempre si è avuto uno scarto, che con difficoltà intellettuale potrebbe essere eletto immediatamente a prova dell’inconsistenza dell’ideale, a meno che non si adotti, in modo soggiacente e implicito, il criterio della concordanza cul-

turale come misura della validità della morale e della fede cristiana. All’adozione di questo criterio, per alcuni, sarebbe affidata la loro sopravvivenza, almeno in Occidente. Si tratterebbe di modulare l’ideale sul reale.

Per la presenza di molti martiri, non è però facile dimenticare che la fede e la morale cristiana, fin dal suo sorgere, sono invece state criterio di misura delle scelte e degli stili di vita, individuali e sociali, riscontrati nei diversi contesti culturali, con un’efficace azione di discernimento selettivo e lenitivo, attenta a evitare compromessi o connivenze. Secondo altri - me incluso - quindi e con maggior plausibilità, occorre recuperare la capacità critica della morale della fede nei confronti dei domini intellettuali e culturali, vigenti e stabilizzati. Si tratterebbe di ripensare anche il dialogo dei credenti col mondo, per verificare se, al di là di ogni possibile buona intenzione - ammessa a priori - di fatto non si sia trasformato in una tendenziale acquiescenza sui suoi parametri. Si tratterebbe allora di modulare il reale sull’ideale. È facile constatare, anche nella nostra quotidiana esperienza, come il semplice tentativo di un qualsiasi approccio etico susciti nelle persone un contegno attendista che progressivamente diventa sempre più rigido e reattivo, quando si delineano riferimenti non solo o non più descrittivi ma chiaramente prescrittivi.

L’etica non incontra molto gradimento e tende a perderlo del tutto, quando abbandona il suo piano esortativo, ottimale e facoltativo per introdurre a quello normativo, minimale e obbligatorio. Parlare di etica non è dunque facile e di norme quasi impossibile. Queste sono ritenute un’indebita ingerenza in ambito privato e di fatto

suscitano una idiosincrasia diffusa, la cui persistenza viene a sua volta e senz’altro letta come conferma della giustezza del rifiuto.

Il complesso delle norme è un insieme sistematico, coerente e sperimentato, che offre un patrimonio di discernimento morale che ha l’età dell’umanità e che è stato trasmesso con cura di generazione in generazione. Essa è un raffinato sistema di raccolta di esperienze, che continuamente verifica la tenuta e la portata nel duro confronto con la nuda realtà, in soggetti individuali, in posizioni sociali, in contesti culturali e in periodi storici tra loro molto disparati.

Si dice che in qualche città italiana il rosso sia un consiglio e non una norma. Si ha l’impressione che qualcosa di simile sia avvenuto per le norme della morale, pur con il lodevole intento di evitarne la figura legalistica e farisaica. Ma le conseguenze di questo gioco al ribasso sono ormai sotto gli occhi di tutti e richiedono qualche correzione di rotta.

Tra le urgenze e i segni del tempo presente, su cui sovente richiama l’attenzione anche Benedetto XVI, vi è il servizio alla verità, alla verità morale, il cui minimale confine è segnato appunto dalle norme morali fondamentali. Esse non possono essere più snobbate con sufficienza e facilità, ma prese sul serio con lealtà, come inaggirabile passaggio terapeutico, educativo e pastorale. La verità morale, con le sue norme e non senza, è la prima alleata, non la prima nemica dell’uomo e del cristiano.

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notizieups•Centri Aggregati, Affiliati e Sponsorizzati

Nelle foto, Studenti del Centre Saint Augustin

Il Centre Saint Augustin a servizio della Chiesa e della società di Africa Padre Joseph Ndong

l Senegal è un paese democratico laico, che conta circa 12 milioni di abitanti, con una grande percentuale di musulmani: almeno il 90% della popolazione contro il 5% di cristiani. Tuttavia, la Chiesa Cattolica è molto dinamica e apprezzata dalla gente per la sua testimonianza e il suo impegno per i più poveri, sia nella promozione dello sviluppo, sia nell’assistenza sanitaria ed educativa offerta alla gente più bisognosa.

Il dinamismo della nostra Chiesa si vede anche nella giovinezza del clero e nella vitalità della vita religiosa, sia maschile che femminile.

La necessità di migliorare la qualità della formazione e anche di avere una formazione sul posto, ha spinto alcune congregazioni a fondare un consortium per la creazione di un centro di studi filosofici affidato alla protezione di San Agostino. Così nel 1987, è nato a Dakar il Centre Saint Augustin, con soltanto un ristretto numero di studenti.

Nel giugno del 1995, il Centro viene affiliato alla Facoltà di Filosofia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Là affiliazione offre agli studenti la possibilità di fare il baccalaureato in filosofia. Nello stesso anno i Superiori Maggiori fondano l’Istituto di Spiritualità e di Teologia (IST) che si aggrega al Centre Saint Augustin. Questo Istituto offre alle religiose che si preparano ai voti perpetui la possibilità di potersi formare almeno per un anno concentrandosi esclusivamente su argomenti prettamente teologici e di spiritualità.

Se il Centre Saint Augustin nasce come consortium per lo studio della filosofia su iniziativa di 3 congregazioni, nel 2000 esso diviene Associazione Saint Augustin a cui partecipano 6 congregazioni e rimanendo aperto all’insieme della chiesa locale.

Da necessità nasce necessità, e da realizzazione fatta nascono ancora altri frutti. Così il Centro ha dovuto rispondere a ulteriori esigenze formative avviando nel 2006 un ciclo di Teologia per soddisfare le richieste di alcune congregazioni, ma soprat-

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tutto per poter avere a Dakar un insegnamento di Teologia ben strutturato. Oggi il Centro ha raggiunto un ottimo stato di sviluppo in cui si concentra una varietà di proposte di alta qualità per la chiesa senegalese nelle sue componenti clericale, religiosa e laicale. Tanti lavori hanno permesso di avere delle strutture più consone alle esigenze dell’insegnamento accademico.

Se all’inizio c’erano soltanto alcuni studenti, ora il centro conta 63 studenti di filosofia, 14 di teologia e 10 religiose nell’Istituto di Teologia e di Spiritualità. Questi studenti provengono da diversi paesi dell’Africa sub-sahariana: Senegal, Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Guinea Bassao, Benin, Togo, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Guinea Equatoriale e Ghana.

Questo ventaglio di provenienze e di congregazioni (12in tutto) è una vera ricchezza culturale nella vita della nostra famiglia accademica, e pone anche il nostro Centro come una realtà universitaria al servizio della Chiesa africana.

Oltre alle attività accademiche, vi si svolgono anche diverse attività culturali, sportive e spirituali a servizio della popolazione locale. Gli studenti sono impegnati nell’animazione della vita quotidiana dell’Istituto. Quest’anno festeggeremo San Agostino (che per il fatto di ricorrere in estate vede la comunità distribuita nei propri paesi di provenienza con gli impegni di apostolato estivo) nella ricorrenza della festa di San Tommaso, il 28 gennaio, mentre il giorno dopo, 29 gennaio, organizzeremo una giornata culturale aperta alla chiesa locale.

Il Centre edita anche una piccola rivista semestrale dove studenti e professori condividono gli articoli sulla varietà di temi filosofici, teologici, di spiritualità, ma anche della vita di ogni giorno. Nell’arco dell’intero anno accademico, gli studenti organizzano diverse attività sportive e spirituali che aiutano a creare una migliore comunione tra di loro. Al Saint Augustin si respira un bel clima di fraternità e una buona voglia di fare sempre meglio.

Il Centre Saint Augustin ha ormai preso coscienza della sfida fi-

losofica e teologica che la Chiesa deve affrontare in un contesto fortemente islamico e islamizzante. Nello spirito del Sinodo sulla Chiesa africana svoltosi lo scorso anno, nel suo ripensarsi come luogo di formazione per religiosi e religiose, e per i futuri sacerdoti, vorremo dare sempre più al Centro un vero impulso nella ricerca filosofica e teologica, rendendolo così partecipe della vita della Chiesa universale, della particolare che è in Africa, e anche della nazione senegalese, soprattutto nel dialogo interreligioso.

Siamo pure coscienti dalla grande richiesta di formazione da parte dei laici che vorrebbero beneficiare anch’essi di una migliore formazione. Stiamo studiando la possibilità di creare dei corsi di studio più adeguati alla loro situazione e al loro grado di formazione. È una sfida alla quale vogliamo rispondere con la

nostra formazione perché ci trovi pronti a cogliere questa loro esigenza.

Tutti i professori hanno fatto almeno la specializzazione. 7 di loro hanno conseguito il dottorato di ricerca, mentre altri lo stanno completando. Tra i nostri obbiettivi c’è anche quello di arrivare a una migliore collaborazione con l’Università Pontificia Salesiana di Roma, di cui in qualità di centro affiliato ci sentiamo parte. E questo in particolare per quanto riguarda la formazione del personale docente, offrendo la possibilità di compiere e completare il dottorato di ricerca al maggior numero dei nostri professori.

La nostra preoccupazione maggiore è dunque quella di migliorare ogni anno la qualità dell’insegnamento e, di conseguenza, dell’apprendimento. A questo proposito, ogni anno investiamo una somma di circa 4600 euro per l’acquisto di nuovi libri. È una somma che può sembrare ridicola, ma è enorme rispetto alle nostre possibilità. Tuttavia questa ci sembra essere ancora per quest’anno 2011, una delle priorità maggiori. Non ci scoraggiamo e ci affidiamo alla provvidenza e alla bontà degli uomini.

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notizieups•Studenti

Le proposte dei Gruppi di Animazione

Universitaria di Mario Llanos

na scelta fondamentale dell’animazione pastorale dell’UPS è rappresentata dai vari Gruppi di Animazione, che offrono opportunità d’interazione, conoscenza, relazioni positive, profonde e impegnate nella costruzione dell’ambiente formativo.

All’UPS, numerose persone si impegnano nella creazione di un’esperienza di comunità giovanile a misura d’uomo e donna, e con le caratteristiche della comunità ecclesiale che consenta di interiorizzare valori nel vissuto quotidiano. Ogni studente può inserirsi nei gruppi organizzati dalla Pastorale Universitaria per l’animazione, o promuovere la creazione di altri in linea con gli obiettivi del Progetto educativo pastorale universitario in dialogo con la stessa Equipe. Ecco le caratteristiche e le attività e i gruppi.

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VOLONTARIATO Il gruppo propone un cammino di formazione e di impegno pratico con attività di sostegno agli studenti dell’Università più bisognosi (aiuto per il miglioramento della lingua italiana) e nella città di Roma con le attività sociali del Centro giovanile di Via Marsala (volontariato al Policlinico Umberto I, alla stazione Tiburtina con il progetto un piatto caldo per i senza fissa dimora, il punto di accoglienza e ascolto al Sacro Cuore per i rifugiati, scambio interculturale e di integrazione tra i giovani rifugiati, ecc.). E infine con la preparazione di un’esperienza estiva di missione all’estero in collaborazione con i rappresentanti del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo).

CANTO E MUSICA

PREGHIERA Si incontra ogni giovedì alle ore 14, nella Cappella Gesù Maestro. È un’importante occasione per ritrovarsi assieme a pregare, riflettere, condividere la Parola di Dio e fare, come dicono gli studenti stessi, “anche un po’ di silenzio dentro di noi, non sempre facile sommersi come siamo dai tanti impegni di studio o di altro genere.” Il clima familiare e di amicizia che si crea e il desiderio di ritrovarsi favorisce la condivisione, e garantisce uno spazio personale per incontrare Dio e gli altri, senza barriere, senza essere giudicati, e perché non toglie spazio ad altre tante belle e significative proposte.

Il 22 novembre 2010, festa di Santa Cecilia, il Gruppo di Canto e di Musica, ha compiuto i suoi primi tre anni di vita. Vi prendono parte circa 50 ragazzi, animati da don Miran Sahovic e don Mimmo Alvati e da altri salesiani cantori o strumentisti. È un’esperienza efficace che sa creare un clima armonioso, gioioso e “sinfonico” in cui la partecipazione al concerto non è solo di tipo musicale. Il gruppo ha sostenuto brillanti performance nei momenti di grande importanza per la vita universitaria, come le inaugurazioni dell’Anno Accademico, le feste principali di Don Bosco e di, Maria Ausiliatrice, ecc. Consapevoli che una “casa salesiana senza musica è come un corpo senz’anima”, questo gruppo presta un servizio prezioso alla vita dell’Università tutta.

SEGRETARIATO È composto da una quindicina di studenti, sotto la guida del Coordinatore dell’EPU. Cura l’animazione della vita universitaria.

Un gruppo coeso di persone disponibili ad attendere, accogliere le domande degli altri studenti, prestare numerosi servizi come le prenotazioni, i chiarimenti sulle iniziative, le date, le scadenze, ecc. Le attività si svolgono principalmente nell’Ufficio Studenti. È un servizio che esige costanza, puntualità e capacità di contatto interpersonale. Bacheche, locandine, momenti di riunioni organizzative, lavori fuori orario scolastico, attenzione permanente al calendario delle lezioni e delle attività previste dal Calendario dell’EPU, sono il compito permanente di questo gruppo, letteralmente “imprescindibile” dalle iniziative della pastorale universitaria.

ANIMAZIONE SPORTIVA Lo sport caratterizza tutti gli oratori e le case salesiane dove ci sono giovani. Non poteva essere diverso per l’Università di Don Bosco per i giovani che è in Roma. Oltre a favorire l’esercizio fisico per tonificare il corpo e la mente, combattere la noia e la monotonia, vincere lo stress e distrarre dalle attività quotidiane, lo sport aiuta a costruire relazioni positive e facilita la conoscenza reciproca. Il lavoro del Gruppo di Animazione Sportiva, è quello di promuovere lungo l’anno tre discipline sportive, Calcio, Pallavolo, Pallacanestro, organizzandone i tornei. Il Gruppo, in particolare, cura gli aspetti organizzativi (pubblicità, iscrizioni, calendario, disponibilità dei campi, arbitraggio, elaborazione delle classifiche, preparazione del materiale necessario, ecc.

GRUPPI NAZIONALI E/O CONTINENTALI L’UPS si caratterizza per la varietà di nazionalità e di culture che la compongono. Per questo era importante pensare a un gruppo che se ne potesse prendere particolarmente cura. Arrivare a Roma dopo aver lasciato il proprio paese può creare senso di sradicamento e di incertezza. Perciò è molto utile offrire un appoggio per la comprensione di gruppi di conterranei che possono aver vissuto questo tipo di esperienza e che parlano la stessa «lingua». Ma non solo, perché riconoscere la presenza di altre culture da conoscere e avvicinare crea un clima di pluralismo culturale che aiuta la fratellanza: un’opportunità da non perdere.

Perciò, l’EPU propone la costituzione di gruppi nazionali o continentali che consentono di riconoscere e salvaguardare le originalità presenti nell’Università evitando ghetti o competizioni e favorendo invece la conoscenza degli e l’apertura agli altri gruppi. Questi gruppi preparano tre eventi di scambio interculturale: “Viaggio nel mondo” all’inizio dell’anno, i “Canti Natalizi” a dicembre e la “Festa dei popoli” a maggio.

RITIRO Profonde opportunità di conoscenza di sé, di confronto serio con il Vangelo di Gesù, di arricchimento nella condivisione della fede con altri giovani, i ritiri sono organizzati e condotti da giovani, sacerdoti, consacrati e laici studenti. Nell’ultimo, che ha affrontato il tema del cammino della vita e ciò che ci portiamo dietro per percorrerlo, ci sono stati molti momenti forti e belli, intensi, di lacrime per la maggiore consapevolezza acquisita, di grande gioia per il riconoscimento della presenza di Dio nel proprio cammino.

PELLEGRINAGGIO È il gruppo che prepara momenti di fede come può essere un pellegrinaggio. Insieme a molti altri studenti, nella pioggia e al freddo, l’UPS è stato rappresentato da un centinaio di coraggiosi e simpatici studenti che “hanno riempito le giare d’acqua” per la gloria di Gesù e per fare “ciò che Egli dice” nella loro vita. Meta proposta per quest’anno Pompei, dove si è svolto l’incontro degli studenti universitari di Roma. Un’esperienza in cui si condivide la gioia della propria scelta di fede e della testimonianza generosa insieme a tanti altri compagni che condividono lo stesso o un altro cammino di formazione accademica in tutte le università romane.

recensioni a cura di Renato Butera

Augè MATIAS L’Iniziazione cristiana. Battesimo e Confermazione.

Questo volume è dedicato ai sacramenti dell’iniziazione cristiana e in particolare ai due sacramenti fondativi e costitutivi dell’essere cristiano: Battesimo e Confermazione. Di fatto, nel Nuovo Testamento e nel periodo patristico, i due primi sacramenti sono stati trattati sempre insieme.

Perciò questa trattazione tiene conto della stretta unità che intercorre tra loro sul piano storico, liturgico e teologico, e anche della loro relazione con l’Eucaristia. La prima parte è dedicata alla storia comune dei due sacramenti e i loro successivi sviluppi. La seconda parte si occupa separatamente del battesimo e della confermazione. L’ultimo capitolo tratta dell’Eucaristia come punto di arrivo del processo di iniziazione cristiana. L’Autore è ordinario presso il Claretianum, e insegna al Pontificio Istituto Liturgico, alla Pontificia Università Lateranense e all’UPS. Domenico BELLANTONI La percezione di Dio nella preadolescenza. Cinquant’anni di indagini sperimentali.

L’immagine che l’uomo rivela di avere di Dio ha rappresentato per lungo tempo oggetto d’interesse particolare per lo studio della psicologia, in quanto studio della condotta umana e dell’atteggiamento religioso. Partendo dall’analisi critica delle indagini condotte in Italia sull’immagine di Dio nel preadolescente, il libro vuole rendere ragione della complessità e della funzionalità di uno studio dello sviluppo dell’immagine di Dio in età evolutiva, considerandone la relazione con altri costrutti significativi quali la maturità psicologica, l’autostima, la qualità delle relazioni parentali e significative, a partire dai contributi di autori diversi e di approcci complementari. Tale contributo è una positiva base di lavoro per sostenere ulteriori studi e ricerche nell’ambito della relazione con la divinità e più diffusamente rilanciare la riflessione psicologica sulla religione.

Laura MARESCA Storia del Rorschach. I contributi scientifici che hanno dato forma ai diversi metodi.

L’opera intende proporre una ricerca storica dei fondamenti del Rorschach, ripercorrendo i molteplici contributi scientifici a partire dalla sua invenzione nei primi anni del ’900 fino agli status attuali, con l’obiettivo di: comprendere gli assunti che hanno generato le diverse forme del metodo psicanalitico-proiettivo europeo e del metodo strutturato nordamericano di Exner; comparare i due metodi sul piano epistemologico, metodologico, metateorico, statistico, per metterne in luce punti di forza e punti di debolezza; cogliere il retaggio comune del vasto sapere psicologico maturato da entrambi, nel corso di un secolo di riflessioni; intravedere spunti nuovi e una possibile linea di sviluppo nella cornice del paradigma antropologico-filosofico più attuale del pensiero europeo.

Giuseppe BIANCARDI Per Dio e per le anime. Studi sulla pastorale e la catechesi dell’Ottocento.

Questo libro intende offrire un semplice sondaggio sull’attività pastorale e catechistica svolta nella Chiesa italiana dell’Ottocento attraverso lo studio di tre personalità e di una istituzione attivamente impegnate nel ministero pastorale. L’analisi si apre con lo studio della proposta catechistica di p. Luigi Taparelli d’Azeglio SJ (1793-1862). Segue con il ben più noto beato Antonio Rosmini (1797-1855) e la sua innovativa proposta omiletica e catechetica che avvalora il quadro teorico con l’esemplarità dell’azione. Continua con quella di san Leonardo Murialdo (1828-1900) e la sua intensa pratica catechistica con il mondo giovanile. E si conclude con la Congregazione Salesiana di cui individua il modo con cui i superiori di questa famiglia religiosa concepissero l’apostolato laicale e come facessero pervenire i loro convincimenti ai laici legati alla Congregazione come Cooperatori attraverso il Bollettino Salesiano e i loro Congressi internazionali.

Grazia LOPARCO - Stanislav ZIMNIAK (edd.)

Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910) Il volume contiene le ricerche realizzate per il 5° Convegno internazionale di storia dell’Opera salesiana, dedicato a don Michele Rua, uno dei più importanti protagonisti dello sviluppo degli istituti religiosi fondati da Don Bosco: Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice. Il materiale documentario, quasi tutto inedito, concerne in massima parte l’attività di don Rua come primo successore del fondatore. Si è privilegiata la qualità della sua animazione e la valenza delle relazioni di carattere personale e istituzionale, rivolte all’attività apostolica ed educativa degli Istituti salesiani presenti in tutti i continenti. Ne risulta un superiore dotato di capacità di seguire le vicende locali, indicare con coraggio soluzioni o suggerimenti, pieno di rispetto e, nello stesso tempo, determinato, dopo aver esaminato con cura le situazioni. Si intravede un padre preoccupato della fedeltà al carisma donato in Don Bosco alla Chiesa e alla società per favorire la maturazione dei giovani come “buoni cristiani e onesti cittadini”.

notizieups editrice Claudia GIORGINI Integrare i disabili nel mondo del lavoro. Problemi culturali. Fonti giuridiche. Ostacoli sociali.

Il testo affronta con coraggio e competenza una tematica che oggi ha una sua emergenza sociale.

Parte dall’esposizione dei principi della costituzione italiana che riconoscono l’uguaglianza dei diritti sociali ed economici inquadrati nel concetto di identità della persona con disabilità. Analizza la normativa giuridica che regola gli interventi in favore dell’integrazione sociale e lavorativa dei disabili, la formazione professionale, la complementarità del ruolo dei soggetti pubblici e privati, l’analisi culturale del contesto sociale con i limiti e le difficoltà dell’integrazione. Dal punto di vista storico analizza la via italiana alla attenzione all’handicap con la descrizione del pensiero dei principali autori alla cui luce esamina con puntigliosità la normativa e le giustificazioni che portano alla scelta di passare dall’esclusione all’integrazione scolastica e sociale, e dall’integrazione scolastica all’inclusione sociale. Dal punto di vista didattico presenta un itinerario che aiuta comprendere gli elementi costitutivi del percorso di inserimento lavorativo.

Marco BAY Giovanni Bosco a Chieri 1831 - 1841. Scuola pubblica e Seminario.

Giovanni Bosco visse a Chieri una duplice esperienza: il periodo della scuola pubblica e quello degli studi seminaristici. Il primo è contrassegnato da un’attività disarticolata e febbrile. Il secondo dalla regolarità e dall’ascesi. Due tappe opposte e necessarie alla sua formazione in cui rimane costante l’ardore apostolico e la dimensione orante. È arrivato a Chieri a sedici anni come povero contadino con la volontà di fare qualcosa di importante e di nuovo. È ripartito da Chieri da prete ventiseienne con una spiritualità ben fondata, una cultura notevole e arricchito da esperienze di vita umanamente profonde. Il volume illustra e documenta il periodo della frequenza di Giovanni Bosco alle scuole pubbliche (1831-1835) e quella al seminario (1835-1841). Gli episodi della sua vita sono tratti dal primo volume delle Memorie Biografiche scritti da don G.B. Lemoyne e dallo stesso Don Bosco nelle Memorie dell’Oratorio. La documentazione è tratta dal libro di Secondo Caselle, Giovanni Bosco studente. Chieri 1831-41: dieci anni che valgono una vita.

Armido RIZZI Pensare dentro la Bibbia.

Qual è il rapporto tra l’esegesi scientifica e quella ecclesiale? E quale quello tra teologia esegetica e sistematica? I saggi raccolti in questo volume appartengono alla teologia sistematica, ma non corrispondono a nessun trattato tradizionale. In certo senso sono trasversali ai trattati. L’Autore preferisce parlare di teologia ermeneutica, nella sua tappa sistematica, nel duplice senso di abbozzo di una teoria dell’interpretazione e di esercizio dell’interpretazione sulle Scritture ebraiche e cristiane. Ha l’ambizione di gettare un ponte tra il lavoro dell’esegeta e quello del teologo sistematico, di “pensare dentro la Bibbia” per cogliere la rivelazione di Dio dentro il linguaggio simbolico, narrativo, precettivo, profetico, sapienziale, orante, con la consapevolezza che il lavoro del biblista è tanto indispensabile quanto insufficiente, se a quella rivelazione si intende dare un linguaggio diverso, che lo faccia passare dall’originaria temperie religiosa a quella concettuale.

Zbigniew FORMELLA - Alessandro RICCI (edd.)

Il disagio adolescenziale. Tra aggressività, bullismo e cyberbullismo.

«Il fenomeno del bullismo è stato oggetto di grande attenzione da parte degli addetti ai lavori, di politici, amministratori locali e gente comune. Si guarda a esso con preoccupazione, perplessità, sgomento, quasi ci si trovasse di fronte a una generazione degenerata. Il presente volume ne offre le conoscenze per un corretto inquadramento e preziose indicazioni sul piano operativo.

L’attenzione educativa che lo caratterizza fa di esso uno strumento di grande utilità per gli esperti del settore e per coloro lavorano con i ragazzi nei contesti naturali» (Anna Rita Colasanti).

«Sebbene sia vero che la preoccupazione per questo fenomeno si presenti un po’ ovunque, la confusione nell’uso dei termini e il significato corretto di “disagio”, “bullismo”, “cyberbullismo” fa sì che un argomento così importante rischi la banalizzazione o peggio una spiegazione errata. Il coro degli autori di questo volume riesce a presentare le definizioni terminologiche corrette in modo chiaro, preciso e scientificamente valido.» (Cristián Desbouts).

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notizieups•amici UPS

...COME LA FA MACCHINA A VAPORE

Cari Amici dell’Università Pontificia Salesiana, l’incalzante ritmo della vita ci riporta nuovamente all’appuntamento con gli eventi liturgici dell’Avvento e del Santo Natale, e civili della fine del vecchio e dell’inizio del nuovo anno solare. A nome di tutta la comunità accademica dell’UPS, vi auguro giorni sereni e gioiosi con i Vostri Cari e tante benedizioni per tutti per il 2011.

L’anno accademico 2010-2011 è entrato nel pieno delle sue attività, con il puntuale defluire dei suoi impegni ordinari e straordinari. È bello che sia così, ed è anche una “grazia” che l’Università riceva e accolga con gioia squisitamente salesiana i giovani che da ogni continente, vengono a bussare alla sua porta scegliendo la peculiarità della sua proposta formativa.

Mentre Vi ringraziamo per la simpatia con la quale ci accompagnate, osiamo domandarVi, se Vi fosse possibile e facile - nonostante pure Voi siate in difficoltà per le conseguenze della prolungata crisi economica che attanaglia l’intera società umana -, a collaborare con noi anche con l’elargizione di un contributo speciale, seppur piccolo, che ci permetta di affrontare la crescente richiesta di assistenza economica da parte di centinaia di nostri studenti, e anche per le somme consistenti che i lavori di necessaria manutenzione, ordinaria e straordinaria, delle strutture ci stanno urgentemente chiedendo.

Il 1° novembre ultimo scorso, la Commissione di distribuzione degli aiuti agli studenti ha elargito borse di studio complete e parziali per una considerevole somma di denaro, frutto della generosità di alcuni di voi, sebbene, ahimè!, numericamente pochi. In questo periodo natalizio, nel quale, come si è soliti dire, ci sentiamo più buoni, e sentiamo anche la sollecitudine a farci prossimo con un piccolo o grande gesto di solidarietà, magari Vi sia possibile uno sforzo di maggiore sensibilità per condividere con noi un servizio ai giovani. Servizio che viviamo come generosa risposta ai bisogni dei giovani in formazione universitaria con la “ricchezza” dello spirito e dello stile salesiano.

Condividiamo insieme la vostra e la nostra “ricchezza”.

Nelle Memorie Biografiche (vol.VIII, p. 67), si legge che Don Bosco nel 1865 ebbe un incontro con l’allora Ministro dell’Interno, Giovanni Lanza.

- Ma Lei, Don Bosco, mi dica un poco, come fa a sobbarcarsi tante spese? Dove prende il denaro per mantenere tanti giovani?

- Signor Ministro, rispose don Bosco, io faccio come la fa macchina a vapore. Vado avanti facendo puf, puf, puf (cioè “debiti”).

- Ma questi bisogna soddisfarli.

- Veda, Signor Ministro, entro la macchina ci vuole del fuoco.

- Ma di che fuoco parla?

- Del fuoco della fede in Dio-, rispose Don Bosco.

Il Ministro non dimenticò mai quella risposta. Spesso la ripeteva ai colleghi: “Ho domandato a Don Bosco come facesse ad andare avanti, senza mezzi, con tanti giovani da mantenere, ed egli mi rispose che andava avanti come con il vapore, facendo puf, puf, puf, ossia debiti. Io soggiunsi che anche noi andiamo avanti così, ed egli fu contento che l’avessi paragonato al Regno d’Italia.

Cari Amici, auguriamoci che il Signore ci doni un maggior “fuoco della fede in Dio” che riesca anche a produrre “vapore”. Affronteremo così con decisione e serenità le difficoltà della vita e, da buoni cirenei, aiuteremo gli altri a portare le loro.

Cordiali auguri fatti di quotidiano ricordo nella preghiera, da parte di tutti noi.

Vostro obbl.mo Sac. G. Coffele Vicerettore

Il prof. Coffele con i 70 professori di diverse università coreane in visita all'UPS

P.S.: Una borsa di studio annuale ha un costo di circa 10.000 €.

Si può partecipare anche con sussidi parziali: tasse accademiche: 1500 € un mese di alloggio: 300 € libri e dispense accademiche: 500 € tessera mensile: 25 € malattie: 200 € Le offerte possono essere effettuate tramite: CONTO CORRENTE POSTALE ccp 95427936 intestato a: Associazione Pro Universitate Don Bosco Onlus - P.zza dell’Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma; BONIFICO BANCARIO Dall’Italia C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 Dall’Estero C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 SWIFT POSOIT22 PER ULTERIORI INFORMAZIONI Rev.do Prof. Gianfranco Coffele Direttore Ufficio Sviluppo e Relazioni Pubbliche dell’UPS, P. zza dell’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma, Tel. 06 872 903 32; Fax 06 872 906 82; Mail: coffele@unisal.it Direttore Responsabile: Riccardo Tonelli Direttore di Edizione: Renato Butera Redazione: Carmen Barbieri, Fabrizio Emigli, Stefano Mura Foto: Fabrizio Emigli, Antonino Garufi, Franco Lever, Jorge Moraga, Giuseppe Natale, Krunoslav Novak, Perseo Palucci, Giuliano Vettorato Hanno collaborato: David Albornoz, Mimmo Alvati, Giulia Angelucci, Simonetta Blasi, Paolo Carlotti, Francesco Casella, Gianfranco Coffele, Antonio Escudero, Jesús Manuel García, Franco Lever, Mario Llanos, Mauro Mantovani, Mario Maritano, Joseph Ndong, Vito Orlando, Pamela Pala, Pierluigi Paoletti, Corrado Pastore, Michaela Pitterová, Stefano Ridella, Jaroslaw Rochoviak, Miran Sajovic, Paolo Sparaci, Giuseppe Tabarelli, Giorgio Zevini.

Progetto grafico, impaginazione e foto di copertina: Fabrizio Emigli Mail: ufficiostampaups@unisal.it - sito web: www.unisal.it Tel: 06.872901

Delegazione di 18 professori dell’Università di Qom (Iran)