Rivista Notizie UPS_N.6 2009

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Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abb. postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04) - n°46 art. 1, comma 2 DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n°206/85 del 16/4/1985

unotizieups Bollettino degli “Amici UPS”, degli allievi e degli ex-allievi dell’UPS, dei simpatizzanti dell’Opera di Don Bosco. Università Pontificia Salesiana Piazza Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma. www.unisal.it

ANNO XXVI - N°6 - NOVEMBRE 2009

“Prima di tutto le Persone”

GRAZIE Mons. TOSO FT: Investire sulla Pastorale dell’intelligenza FLCC: Il latino, lingua viva e feconda Paideia e Università: prolusione del Card. Angelo Scola


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“Prima di tutto le persone”

Il Rettore dell’UPS, Prof. don Carlo Nanni

Prof. don Carlo Nanni - Rettore

ono ormai passati quattro mesi da quando ho cominciato a svolgere il mandato di Rettore. La mia vita mi appare in tanti aspetti mutata e nuova. Se non lo è più di tanto, ciò è dovuto al fatto che in questi mesi il Rettore emerito, prof. don Mario Toso, mi ha accompagnato con fraternità e sincera solidarietà. Permettetemi di ringraziarlo ancora, a titolo personale e a nome dell’intera comunità accademica per quanto ha fatto. La sua dedizione all’Università e le sue iniziative durante il suo sessennio di Rettorato sono sotto gli occhi di tutti. Sono sicuro di interpretare il sentimento comune rinnovando a lui le più vive e sincere felicitazioni per la sua nomina a Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e per la sua elezione a Vescovo. Vorrei subito richiamare alla memoria di tutti il prossimo evento che ci aspetta: la partecipazione all’incontro con il Papa Benedetto XVI, il 19 novembre prossimo, insieme agli altri studenti e docenti delle università pontificie romane. Per molti studenti forse sarà la prima occasione speciale di incontrare direttamente il Papa. Come Università, quest’incontro costituirà un modo di dare evidenza alla qualità “pontificia” dell’essere studenti e docenti all’UPS. Invito tutti a essere presenti più e meglio che potremo, … magari con il nostro stile “gioioso” salesiano. Abbiamo celebrato – mi pare con una bella e vivace partecipazione – la solenne inaugurazione dell’Anno Accademico, lo scorso martedì 27 ottobre. Il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, con la sua ben nota competenza e sensibilità per “il compito urgente dell’educazione”, ci ha delineato in maniera ampia e profonda la possibilità di una esperienza universitaria feconda che non solo permetta a tutti di istruirsi e di acquisire solide competenze professionali, ma anche costruire “per noi e per il mondo” una “paideia”, cioè una cultura formativa umanamente, civilmente e ecclesialmente degna, sostenuta e sostanziata dal Vangelo e dall’esperienza vitale del Cristo. È in questo orizzonte che credo ci dovremo muovere in questo e nei prossimi anni, attuando e sviluppando i “Progetti Istituzionali e Strategici dell’Università Pontifica Salesiana e delle sue Facoltà”, approvati e pubblicati lo scorso anno. Un grande impegno, che ci mobiliterà in questo anno accademi-

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Il Rettore e i suoi Vice: Vito Orlando, Mauro Mantovani e Gianfranco Coffele

co e nel prossimo, sarà quella di attuare una valutazione della qualità universitaria, assistita da una agenzia esterna, l’Avepro. È richiesta a tutte le Università Pontificie Romane dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica (= equiparabile al ministero dell’istruzione e della ricerca universitaria della Santa Sede), in vista della partecipazione al cosiddetto Processo di Bologna (iniziato nel 1999). L’obiettivo di tale valutazione è in primo luogo il miglioramento (l’ “improvement”) della proposta culturale-formativa e della qualità pedagogico-didattica universitaria (ponendo al centro l’impegno formativo degli studenti, chiamati a essere protagonisti e non semplici destinatari o oggetto della docenza accademica). Ma ci auguriamo che essa faciliti anche il reciproco riconoscimento degli studi (e dei titoli) conseguiti in tutte e ciascuna delle università aderenti al Processo di Bologna, di cui il 2010 è stato previsto come una tappa fondamentale. Per noi si tratta fondamentalmente di riprendere quanto è già stato fatto tra il 2001 e il 2004 e aggiornarlo. Il 30 novembre ci incontreremo con il corpo docente e i rappresentanti degli studenti per socializzare l’idea, il senso e gli impegni che ce ne derivano. Ma sopra ogni altra cosa cercheremo di vivere e crescere “ad altezza di buona vita comunitaria universitaria”. Il “prima di tutto le persone” non può essere solo una bella proclamazione. Per questo chiedo a tutti di aiutarmi a realizzarlo sia nelle forme che nei supporti necessari: a cominciare dal sostegno al diritto di studio di tutti e di ciascuno, e in primo luogo di coloro che si trovano in difficoltà materiali e di spirito. Cerchiamo di camminare insieme. Che, con il comune apporto e la partecipazione di tutti, questa nostra Università possa essere veramente “l’Università di don Bosco per i giovani”: ci sostenga l’intercessione e l’esempio del beato don Michele Rua, primo successore di Don Bosco, di cui nel 2010 ricorre il centenario della morte. Abbiamo voluto sottolineare questo evento salesiano nel nostro calendarietto citando una espressione del Beato che serva da guida-linea per quest’anno: “Nostra sollecitudine dev’essere di sostenere e a suo tempo sviluppare ognora più le opere da Don Bosco iniziate, seguire fedelmente i metodi da lui praticati ed insegnati” (Lett. Circ. ai Salesiani, 19 marzo 1888). Ci aiuti a vivere secondo lo spirito salesiano e il sistema preventivo di Don Bosco: nella quotidianità scolastica e nei momenti forti dell’anno accademico, che formativamente troverà un suo modo di esprimersi anche nel vivere il mistero del Natale. Noi cercheremo di celebrarlo già qui all’UPS: gioiosamente!


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Mons. Mario Toso, Rettore emerito

GRAZIE Mons. Toso a cura di Renato Butera

professor don Mario Toso, salesiano, Rettore dell’UPS sino al 30 giugno scorso, adesso è Monsignor Toso! Sua Santità Papa Benedetto XVI lo ha nominato Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace elevandolo allo stesso tempo alla dignità episcopale con il titolo della sede di Bisarcio (antica diocesi adesso incorporata in quella di Ozieri, Sardegna). Mons. Toso è il sesto Rettore dell’UPS a ricevere l’onore dell’episcopato da parte della Santa Sede. Prima di lui il cardinale Alfons Stickler, il cardinale Antonio Maria Javierre, il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, il cardinale Raffaele Farina, Archivista Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, e Mons. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Mons. Toso non è nuovo nell’ambito della Congregazione della Giustizia e della Pace. La sua esperienza di docente di filosofia sociale, e i suoi numerosi studi e saggi di Dottrina sociale della Chiesa e di filosofia sociale e politica, lo avevano segnalato come specialista preparato e competente così che il Dicastero vaticano lo aveva scelto tra i suoi consultori. Nella sua relazione introduttiva, il prof. Carlo Nanni, Rettore che si è avvicendato a Mons. Toso, ha voluto ricordare le tante iniziative che ha intrapreso e concluso durante il suo sessennio di Rettorato (2003-2009). Vogliamo adesso ricordarle con gratitudine riprendendo le parole che Mons. Toso ha rivolto ai membri del Senato Accademico nell’ultima seduta da lui presieduta. “Al termine del mio mandato e in presenza del nuovo Rettore, il prof. don Carlo Nanni, desidero ringraziare tutti voi – Decani, Vicerettori, Segretario generale - per la collaborazione che mi avete offerta durante il mio sessennio che si sta chiudendo il 30 giugno prossimo. Se tante cose si sono potute realizzare in questo periodo – penso alla verifica della qualità che, come avete sentito dalla relazione del prof. Mario Llanos sulla prima riunione di AVEPRO, si è realizzata secondo direttrici anticipatrici; alla preparazione dei progetti Istituzionali e strategici dell’UPS e delle Facoltà; agli incontri con gli studenti e i docenti per coinvolgerli nella valutazione e nella sua applicazione (profilo dello studente, profilo del docente); alla riforma delle Facoltà del Diritto canonico e delle Lettere Cristiane e Classiche; al lavoro di revisione della nozione di cattedra, di distinzione delle competenze dell’UPS e della Visitatoria (non più un solo economo, responsabilità sugli ambienti, ecc.); ai lavori di riforma degli Statuti e degli Ordinamenti in seguito alla divisione delle suddette competenze; alla stesura del Direttorio UPS, del Progetto della Pastorale Universitaria; all’avvio del CIR (Comitato per la Ricerca) con relativi incontri di formazione dei laureandi e dei neodocenti; al potenziamento degli affiliati in Italia; alla sperimentazione e attuazione di importanti master; ai lavori di ammo-

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dernamento della rete e alla costituzione del CESIT (prof. Fabio Pasqualetti, Sig. Giorgio Bonardi); ai lavori di ristrutturazione del palazzo (quattro piani) ove è ospitata la Facoltà di Scienze dell’educazione; lavori di ristrutturazione dei servizi igienici del palazzo delle aule; al rinnovo del contratto con la Libreria Leoniana; al contratto con l’IFREP fondata dal prof. Pio Scilligo; all’autofinanziamento mediante la costituzione della Fondazione e dell’Associazione; al contatto con benefattori, grazie anche all’opera del direttore dell’Ufficio per le relazioni pubbliche (prof. Gianfranco Coffele), che ci hanno consentito di avviare i lavori del secondo silo e di avere altri sussidi per i prossimi anni e per borse di studio; al posizionamento di terminali della rete accessibili agli studenti nei vari palazzi; al rinnovo della rivista dell’UPS e del sito (prof. Renato Butera); alla strumentazione e al centro o ambiente on-line; alle convenzioni con tre università Cinesi; ai mercoledì di Quaresima; alla nuova segnaletica, al continuo ammodernamento della Biblioteca con nuovi servizi (implementazione della netwalk e dell’interfaccia dei terminali, attivazione di un flusso informativo giornaliero dei dati forniti dalla Segreteria generale, sistema per individuazione di diversi utenti esterni, sostituzione dei moduli cartacei per acquisto libri, ecc.); all’avvio dei lavori per un database centralizzato e per la comunicazione con pannelli informativi; ai vari Atti accademici, Convegni e Simposi internazionali (lauree honoris causa ad Antonio Fazio, a Robert Molhant, a sua Santità Karekin II; centenario E. Mounier, Educazione sul piano di docenti universitari Europei, Dialogo interreligioso, 25 anniversario di promulgazione del nuovo Codice di Diritto Canonico, centenario nascita del card. Raúl Silva Henríquez in collaborazione con l’ambasciata cilena, 150° Fondazione della Congregazione Salesiana, Giornata per l’Africa, ecc.) e nazionali; alle numerose pubblicazioni della LAS (Sig. Cavagnero, don Nicolò Suffi)… Tante altre cose rimangono da portare a termine o da iniziare: reperimento e qualificazione del personale docente, e tecnico (per raccolta fondi, database; per progettazione campagne pubblicitarie); rinnovamento degli Statuti e degli Ordinamenti in linea col processo di Bologna; costituzione di una commissione permanente per la valutazione; riforma del CREDI; continuazione dei lavori di ristrutturazione degli ambienti (Aula Magna, Aula Paolo VI, pavimenti, ecc.), di sostituzione dei banchi e tante altre cose. Coi ringraziamenti porgo, pertanto, anche gli auguri di un proficuo e buon lavoro. Ripeto che ho ricevuto molto aiuto da tanti confratelli che mi hanno voluto bene, sopportando pazientemente i limiti del mio carattere non troppo espansivo, piuttosto portato all’essenziale. Che questa Università, con l’aiuto del Signore, ispirata da Don Bosco, possa crescere sempre più come Università, Pontificia, Salesiana.”


Profilo di Mons. Mario Toso esperto in dottrina sociale della Chiesa a cura di Carmen Barbieri

acerdote salesiano, nato a Mogliano Veneto (TV) nel 1950, si è laureato in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1978) con un tesi sul pensiero tomista di Étienne Gilson, noto storico e filosofo francese. Era rettore Giuseppe Lazzati - già dirigente dell’Azione Cattolica e parlamentare -, e vi insegnavano i rinomati Gustavo Bontadini, Sofia Vanni Rovighi, Adriano Bausola, Efrem Bettoni, Giovanni Reale. Ha successivamente acquisito i titoli ecclesiastici di Licenza in filosofia (Università Pontificia Salesiana) e in teologia (Università Pontificia Lateranense). È stato Rettore dell’Università Pontificia Salesiana di Roma per un sessennio (2003-2009). Prima era stato Decano della Facoltà di Filosofia (1994-2000) nella medesima Università, ma anche Direttore dell’Istituto di Scienze sociali e politiche, ufficio a cui è stato rinominato appena terminato il suo ufficio di Rettore, nello scorso 30 giugno 2009. Si è impegnato nell’ammodernamento dell’Università Pontificia Salesiana, contribuendo efficacemente all’ultimazione della modernissima Biblioteca Don Bosco, alla riforma delle Facoltà di Lettere cristiane e classiche e di Diritto canonico, all’installazione del sistema dei corsi on-line, alla costituzione della Fondazione per l’Università Pontificia Salesiana e dell’Associazione Pro Universitate Don Bosco di cui è stato Presidente, alla fondazione del Comitato per la Ricerca, alla verifica della qualità e al varo del relativo Progetto istituzionale e strategico. È stato anche presidente di URBE (Unione romana delle Biblioteche Ecclesiastiche). Assieme a Vittorio Possenti, Attilio Danese, Roberto Gatti ed altri, ha contribuito in Italia, specie nell’ambito delle Università Pontificie, ad approfondire e a attualizzare in modo originale il personalismo politico di Jacques Maritain e di Emmanuel Mounier. In ciò si è avvalso dell’inconfondibile e lucido apporto teoretico di Étienne Gilson, medievalista, studiato sia sul piano del metodo filosofico realista, sia nella sua produzione in campo sociale. Si è messo anche alla scuola del popolarismo democratico di don Luigi Sturzo, dell’umanesimo cristiano del cardinale Pietro Pavan, grande ispiratore e anticipatore dell’insegnamento sociale pontificio della seconda metà del secolo scorso. In particolare, il prof. Mario Toso - professore ordinario di filosofia teoretica, sociale e politica, da circa quindici anni anche docente incaricato di Magistero sociale presso la Pontificia Università Lateranense - è tra i pochi pensatori cattolici che si è dedicato a riflettere sulla figura dello Stato del benessere, sulla sua complessa riforma in senso societario, ponendosi in un più generale contesto filosofico, storico, etico, culturale. Superando visioni semplicemente sociologiche, storicistiche e procedurali, in dialogo con le teorie neo-contrattualiste, neo-comunitarie e dialogiche, ha riproposto per lo Stato sociale e democratico contemporaneo, animato dalla multiculturalità, la praticabilità di un nuovo e necessario consenso sociale, basato sulla comune ricerca del vero bene umano, vissuta dalle varie famiglie spirituali con una propria specificità. Con le sue riflessioni sullo Stato laico ed aconfessionale (cf Per una laicità aperta. Laicità dello Stato e legge naturale, Lussografica, Caltanissetta 2002, confluito in Democrazia e libertà, LAS, Roma 2003), come è stato scritto, ha anticipato il discorso di Giovanni Paolo II al Parlamento italiano e la Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita

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politica, emanata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (cf «L’Osservatore romano» [mercoledì 12 Mons. Mario Toso febbraio 2003], p. 9). e S. Em. il Cardinale Tarcisio Bertone, Come studioso e spesegretario di Stato Vaticano cialista della CEI Conferenza Episcopale Italiana) ha seguito l’iter dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, e della connessa Commissione episcopale, nella fase in cui sono stati elaborati i documenti Evangelizzare il sociale (1992), Democrazia economica, sviluppo e bene comune (1994), nonché alcuni sussidi sul rapporto Etica e finanza; ed anche nel periodo in cui sorse, crebbe e si ripensò la coraggiosa esperienza delle Scuole di formazione all’impegno sociale e politico. È stato membro dell’«Osservatorio nazionale», dei gruppi “Società civileterzo settore”, “Economia solidale”, “Etica e finanza”. In quanto consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha partecipato attivamente a momenti di riflessione sulla non violenza, sui problemi della distribuzione della terra; così, assieme ad altri esperti, ha dato il suo decisivo e qualificante apporto alla stesura di varie bozze relative al progetto di una sintesi aggiornata della Dottrina sociale della Chiesa, confluito nel Compendio di dottrina sociale della Chiesa (Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Città del Vaticano 2004). È stato anche coinvolto nel lavoro preparatorio dell’ultima enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate. Proprio nel campo di questa disciplina ha profuso il meglio delle sue energie. È, infatti, conosciuto per le numerose pubblicazioni, alcune delle quali tradotte in spagnolo e in polacco. Nell’ultima parte del secolo ventesimo – ha osservato il prof. Gino Concetti Toso si è inserito nell’ambito dello studio dell’insegnamento sociale della Chiesa «con serietà, visione globale e spiccata capacità riflessiva, privilegiando la dimensione umanistica» (cf «L’Osservatore romano» [mercoledì 5 febbraio 2003], p. 9). In quanto vicedirettore, sin dagli esordi (1991), dell’unica rivista italiana del settore, «La Società», avente un’edizione polacca, condivide con altri il merito di avere tenuto vivo l’interesse per ciò che Giovanni Paolo II ha definito «elemento essenziale dell’evangelizzazione» e della cultura. Tra le sue pubblicazioni principali: Fede, ragione e civiltà, LAS 1986; Per una cultura del lavoro. Il movimento dei lavoratori e la prospettiva sociale dei pontefici, Bologna, EDB 1989; Realtà e utopia della politica, Roma, Dehoniane 1989; Famiglia, Lavoro e Società nell’insegnamento sociale della Chiesa, Ieri Oggi Domani 16, Roma, LAS 1994; Welfare Society. L’apporto dei pontefici da Leone XIII a Giovanni Paolo II, Roma, LAS 1995; Dottrina sociale oggi, Torino, SEI 1996; Verso quale società? L’apporto della dottrina sociale per una nuova progettualità, LAS, Roma 2000; Per una laicità aperta. Laicità dello Stato e legge naturale, Lussografica, Caltanissetta 2002; Democrazia e libertà, LAS, Roma 2006; Alla ricerca del bene comune, LAS, Roma 2008; La speranza dei popoli. Commento all’enciclica «Caritas in veritate» di Benedetto XVI, LAS, Roma 2009.


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Varietà dei numeri: segno indiscusso di internazionalità di Renato Butera

1479. Non è una importante data storica dell’epoca in cui il mondo passava dal Medioevo all’età Moderna. Non è dunque la data da studiare e ricordare ma è il numero degli studenti UPS per quest’anno accademico 2009/10. Rappresentano 4 continenti e 60 distinte nazioni. Colorano l’UPS con la loro diversità e l’arricchiscono con l’apporto del loro bagaglio di tradizioni e culture. In modo particolare, durante l’anno in due momenti speciali si evidenzia la ricchezza della consistente presenza internazionale dell’Università Salesiana, momenti nei quali gli studenti offrono canti, sapori e tradizioni delle loro terre: la preparazione al Natale (con i canti Natalizi e la preparazione di prelibatezze nazionali) e la Festa dei Popoli, in preparazione alla Festa di Maria Ausiliatrice e alla conclusione dell’anno accademico. In questa occasione che si celebra nel mese di maggio, ai canti si aggiungono le danze e la presentazione della specificità delle culture da cui provengono gli studenti. Anche i professori dell’UPS, memori e orgogliosi delle loro radici, non disdegnano di arricchire il gruppo partecipando alle performance tradizionali. Ecco i numeri: 801sono maschi e 678 Femmine. 707 sono laici e 772 sacerdoti, religiosi e religiose di varie congregazioni, ordini e istituti. La Congregazione dei salesiani di Don Bosco è la più numerosa per ovvi motivi di identità: “l’Università di Don Bosco per i giovani”. Considerando il numero per provenienza continentale, dei quattro continenti di provenienza, l’Europa conta il maggior numero di presenze, ma il motivo di questa supremazia numerica è di tipo geografico: dei 939 studenti europei 699 sono italiani. Altre nazioni europee sono Polonia, Slovacchia, Romania, Ucraina, Croazia e Spagna, tra le più rappresentate. Il secondo continente con più studenti è l’Africa con i suoi 225 studenti. La nazione che ha il numero più alto di iscritti è ancora la Repubblica Democratica del Congo. L’Asia ha un numero complessivo di 161 studenti. La rappresentanza cinese diventa sempre più evidente anche se l’India è la nazione con più iscritti. Quest’anno poi continua e si rafforza la cooperazione dell’UPS con alcune università della Cina attraverso collaborazioni e scambi di docenze. Infine con i suoi 154 studenti l’America chiude la lista dei continenti presenti all’UPS. Di questi, 95 sono sudamericani e 59 dell’America Centrale e del Nord. Messico e Brasile le più numericamente consistenti. Dei 1479 studenti 699 sono italiani e 780 non italiani. La lista dei 60 paesi di provenienza ha in testa, come si è detto, l’Italia. Fanno seguito: India, Repubblica Democratica del Congo, Polonia, Messico, Brasile, Slovacchia, Romania, Ucraina, Nigeria e Cina.

Infine, l’ultima lettura dei dati interessante è secondo la distribuzione per facoltà e dipartimenti. La Facoltà di Scienze dell’Educazione, che propone l’offerta formativa più variegata dell’Università Salesiana con i suoi diversi curricoli accademici (Pedagogia e Comunicazione mediale, Pedagogia per la formazione delle vocazioni, Pedagogia sociale, Pedagogia per la scuola e la formazione professionale, Psicologia dell’educazione), conta il maggior numero di iscritti: 747. A questi bisogna aggiungere gli 80 iscritti alla Scuola Superiore di Specializzazione in Psicologia Clinica. Seguono la Facoltà di Teologia con 391 iscritti, la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale con 111 studenti, la Facoltà di Filosofia con 93 presenze, la Facoltà di Lettere cristiane e classiche con 37 studenti e infine la Facoltà di Diritto Canonico con i suoi 20 iscritti. Dati interessanti che depongono a favore dell’internazionalità dell’UPS emergono dalla lettura dei numeri che riguardano i docenti dell’UPS. Il totale dei docenti UPS 2009/10 (stabili e invitati) è di 220. Gli stabili sono 81, nella specificazione di ordinari, straordinari e aggiunti. Gli invitati invece sono 139. provengono da 22 nazioni. Il numero degli italiani è come prevedibile quello più alto, in tutto 170. Seguono poi India e Spagna con 10 docenti. Quindi la Polonia con 6 docenti, l’Argentina con 4, Messico, Rwanda e Slovenia con 2. Rappresentate da un docente completano la lista delle nazioni dei professori dell’UPS: Austria, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Egitto, Francia, Germania, Gran Bretagna, ExJugoslavia,Repubblica Ceca, Slovacchia, Stati Uniti e Uruguay. Nonostante il calo demografico e soprattutto la presenza di leggi che condizionano l’iscrizione di studenti provenienti da paesi per cui è stato coniato l’aggettivo di “extracomunitario”, la scelta dell’UPS continua a essere premiata per la qualità della proposta formativa, culturale e professionale, mantenendo così la sua caratteristica di una delle Università Pontificie più internazionali di Roma. Nelle due foto: vita in segreteria


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Dottorati dell’Anno Accademico 2008 - 2009 DIRITTO CANONICO 1. Pini Livio - Relatore prof. Graulich J. Markus L’insegnamento della religione in Italia dalla legge Casati ad oggi. 2. Cantelmi Marco - Relatore prof. Graulich J. Markus L’elezione del romano pontefice nelle norme del XX secolo 3. Eusebio Enrico Jr. Cada – Relatore prof. Pudumai Doss M.J. Jesu The evolution of church legislation on the object and means of catechesis. A historico-juridical study on Cann. 773 and 779 with special reference to philippine catechesis TEOLOGIA 1. Morrone Francesco - Relatore prof. Bissoli Cesare Giovani e Bibbia in Italia oggi: dati, modelli, studi, proposte 2. Punnathanathu Vincent George – Relatore prof. Gallo Luís Antonio Towards a renewed pastoral plan for youth ministry. A study on youth ministry in the Multi-Religious context of Kerala with a special reference to the Malankara Catholic Youth Movement 3. Vettath Thomas Jose - Relatore prof. Giraudo Aldo The mode of government of blessed Michael Rua, Rector Major of the Salesian Society (1888-1910) 4. Krawczyk Wojciech Jan - Relatore prof. Tonelli Riccardo Il progetto educativo pastorale salesiano nel contesto della condizione giovanile in Polonia negli anni novanta 5. Serio Antonio - Relatore prof. Semeraro Cosimo La pastorale catechistica nel cammino postconciliare della Chiesa di Bari. Dai Convegni Ecclesiali al Primo Sinodo Diocesano (1979-2000) 6. Pastore Corrado - Relatore prof. Bissoli Cesare Il cammino biblico della Chiesa Latinoamericana da Medellin (1968) a Santo Domingo (1992). Idee - Persone - Servizi. Una presentazione organica e ragionata 7. Mshighwa Apolnary Moris - Relatore prof. Anthony Francis Vincent Communicating faith through narration: an African pastoral perspective 8. Castillo Gaona Santos Daniel - Relatore prof. Sodi Manlio La Liturgia y la piedad popular en Ecuador. Un desafío para la formación bíblico-litúrgica de los fieles 9. Pauria Joseph - Relatore prof. Wirth Morand Louis Mathias in Assam (1922 - 1934) and his contribution to Salesian Missionary Spirituality 10. De La Cruz Loera Sergio - Relatore prof. Escudero Antonio Cristología del encuentro en Olegario González de Cardedal. Contenido y perspectivas 11. Roncagliolo Pacheco Cristian Carlo - Relatore prof. Gallo Luís Antonio El discipulado en Aparecida. Estudio de un tema central en el Documento de la V Conferencia General del Episcopado Latinoamericano

2. Maresca Laura– Relatore prof. Polacek Klement Analisi storica e critica dei diversi metodi di Rorschach. 20.11.2008 3. Lobo Stany Gilbert – Relatore prof. Llanos Mario Oscar La madurez humana y la formación en la vida religiosa y sacerdotal en el Paraguay. Análisis critico y propuesta pedagógica. 10.12.2008 4. Muller Heike Nicola – Relatore prof. Pellerey Michele Processi di autodirezione e percezione di senso esistenziale. 16.12.2008 5. Giorgini Claudia - Relatore prof. Morante Giuseppe Integrare i disabili nel mondo del lavoro. Problemi culturali. Fonti giuridiche. Ostacoli sociali. 18.12.2008 6. Bellantoni Domenico – Relatore prof. Fizzotti Eugenio L’analisi esistenziale di Viktor E. Frankl. Prospettive e sviluppi verso un intervento clinico integrato. 19.12.2008 7. Sánchez Sánchez Edgar Gregorio - Relatore prof. Pellerey Michele Jáuregui Hoy. Aporte del pensamiento educativo de Jesús Manuel Jáuregui Moreno (1848-1905) ante las actuales exigencias educativas de la sociedad venezolana 8. Ricci Alessandro - Relatore prof. Formella Zbigniew Il bullismo: una particolare forma di disagio socio-relazionale nella scuola. Ricerca sperimentale nelle scuole elementari e medie di Roma FILOSOFIA 1. Kovalyshin Severyn - Relatore prof. Mantovani Mauro Il miracolo delle guarigioni straordinarie. Un approccio filosofico nel confronto tra naturalismo e realismo 2. Milandou Diabakana Aristide - Relatore prof. Abbà Giuseppe Charles Taylor et la modernité 3. Kimbeni Nseka Armand - Relatore prof. Marin Maurizio Ethique et politique dans la philosophie de Eric Weil. Réflexions pour la promotion de l’homme dans la société moderne 4. Arango Ramos Alejandro Jesús - Relatore prof. Abbà Giuseppe La intervención del Estado en ámbitos de moralidad publica: el caso de las uniones de hecho a la luz de la New Natural Law Theory 5. Kachkivskiy Pavlo - Relatore prof. Freni Cristiana Filosofia della poesia. La nozione del linguaggio poetico in M. Heidegger 6. Britto Richard - Relatore prof. Carlotti Paolo The concept of the common good in the social thought of John Paul II. An Appraisal in comparision with Michael Novak and Amartya Sen LETTERE CRISTIANE E CLASSICHE 1. Sajovic Miran - Relatore prof. Amata Biagio Catechesis et oratoria in commentario S. Augustini ad primam epistulam Ioannis 2. Fracassa Lorella - Relatore prof. Amata Biagio Spiritale iter Eutropii ad Cerasiam et epistulae asceticae Hieronymi

12. Vezzoli Emanuele - Relatore prof. Escudero Antonio Maria, Madre di Dio, nel dialogo interconfessionale cattolico-anglicano. Il documento di Seattle (2004) e la sua importanza ecumenica

3. Krauze Julia - Relatore prof. Bracchi Remo De Insania: Pervestigatio in re linguistica ac ethnographica

13. Katambe Narcis Nicholaus Rweyongeza- Relatore prof. Cimosa Mario “And thou shalt teach them diligently unto thy children” (Dt 6,7): love for God neighbour as the motive and object of youths’ education

4. Solomieniuk Michal Przemyslaw - Relatore prof. Amata Biagio Animi motus in sermonibus “De excessu fratris” sancti Ambrosii Mediolanensis

14. Viviani Maurizio - Relatore prof. Tonelli Riccardo Il “primo annuncio” in Italia. Istanze, problemi e prospettive

COMUNICAZIONE SOCIALE 1. Al Lafe Michel Georges - Relatore prof. Gagliardi Carlo E-vangélisation. Internet territoire de la Parole?

15. Bocci Valerio - Relatore prof. Morante Giuseppe La “comunicazione” della fede ai ragazzi della società postmoderna e multimediale. Il modello dell’ipertesto su carta per una catechesi comuinic-attiva SCIENZE DELL’EDUCAZIONE 1. Nicolas Aline–Relatore prof. Malizia Guglielmo La formation professionnelle en Haïti. Tendances et problèmes, propositions pour une formation de qualité. 17.11.2008

2. Perianayagam Jesudoss - Relatore prof. Pasqualetti Fabio The impact of Tamil cinema in the lives of street children of Ambu Illam an empirical research and its relevance 3. Vignigbe Athanase - Relatore prof. Lever Franco La palabre nell’Africa subshariana: un’analisi del pensiero comunicativo del genio africano nel contesto tradizionale Adja-Fon del Sud Benin


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Investire sulla “pastorale dell’intelligenza” risponde don Mauro Mantovani

a cura di Carmen Barbieri

Don Mauro, rispetto a due anni fa, quando abbiamo realizzato la precedente intervista, cosa “bolle” di nuovo “in pentola” nella Facoltà di Filosofia? Per la nostra Facoltà, questi ultimi anni hanno visto l’avvio di numerose attività, ma rappresentano anche un tempo di attesa – che riteniamo comunque operosa, visto che si ha così la possibilità di una maggiore riflessione e pianificazione – nella prospettiva di poter offrire presto una proposta accademica di I, II e III ciclo configurata in conformità alle indicazioni e alla normativa sugli studi filosofici che è data ormai per molto imminente da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Sappiamo già che, in continuità con l’Enciclica Fides et ratio e con diversi degli interventi più recenti di Benedetto XVI, si richiama l’importanza di una solida formazione filosofica attenta al dialogo con la cultura e efficace nella elaborazione di una adeguata e coerente visione d’insieme dei saperi e del loro reciproco rapporto, a partire dalla relazione tra quello teologico, quello “umanistico” e quello specificamente “scientifico”. L’ultima enciclica del Papa, Caritas in veritate, sollecita anche noi ad offrire il nostro contributo nel “pensare in profondità” un “nuovo umanesimo”, e a fornire gli elementi fondamentali per costruirlo anche nella sua dimensione sociale. Quanti studenti ha attualmente la Facoltà di Filosofia? Nell’ultimo anno accademico 2008/2009 abbiamo avuto la gioia di registrare il numero massimo di iscritti nell’intera storia della Facoltà, raggiungendo la quota complessiva di 94. Quest’anno sono 93, uno in meno, dunque. Si tratta non solo di studenti salesiani, ma anche di sacerdoti diocesani e religiosi e religiose di altre congregazioni, e di un discreto e crescente numero di studenti laici. Perché uno studente dovrebbe studiare filosofia? Credo che la bellezza e la significatività degli studi filosofici venga via via sperimentata da chi passo dopo passo – superando certi stereotipi riduttivi – se ne avventura. Lo testimonia il numero crescente di studenti “ospiti” di questi ultimi anni, persone interessate a integrare la loro formazione personale, che “provano gusto” nell’affrontare le tematiche legate agli interrogativi più profondi dell’esistenza umana. Ciò ci ha indotto ad avviare da quest’anno la Scuola Superiore di Formazione Filosofica, cui ci si potrà iscrivere ancora nei mesi di febbraio e di ottobre dell’anno 2010. Nella formazione di un sacerdote oggi, tra l’altro, emerge con sempre maggiore evidenza l’importanza di una solida formazione filosofica (e a volte si verifica ahimé che non sempre è stata sufficientemente curata!). Inoltre la comune obiezione

secondo cui “con la filosofia, poi, che cosa si fa?” sembra potersi molto ridimensionare dato il nuovo interesse del mondo del lavoro verso professionalità in cui la formazione umanistica favorisce la capacità di “leggere in profondità” persone e situazioni, di suscitare interesse verso la soluzione di problemi comuni, di esercitare in modo corretto la difficile “arte” del dialogo e del confronto.

Il Visitatore dell’UPS don Joaquim D’Souza, Docente invitato della Facoltà

Torniamo alla vita della Facoltà. Quali sono i Centri di Studio affiliati e aggregati? Le nostre attuali affiliazioni sono sette: il Centro Salesiano di Studio “Paolo VI” di Nave (Italia); la PhilosophischeTheologische HochSchule der Salesianer Don Boscos (Germania); l’Instituto Universitario Salesiano “Padre Ojeda” di Los Teques e l’ITER-Filosofía - Instituto de Teología para Religiosos (Venezuela); il Centro de Estudios “P. Juvenal Dho” (Cile); l’Institut de Philosophie “Saint-Joseph-Mukasa” (Camerun); il Centre Saint-Augustin (Senegal). I Centri aggregati sono il Salesian Institute of Philosophy “Divyadaan” (India), che in questi ultimi anni registra una significativa crescita e importanza specie nell’ambito della riflessione sull’educazione in un contesto multiculturale e multireligioso, e il Département de Philosophie “Institute Catholique” dell’Università Cattolica dell’Africa Centrale (Camerun), che si è consolidato ulteriormente e aspira a divenire quanto prima una Facoltà autonoma di Filosofia. In questo momento stiamo seguendo con particolare attenzione i passi dell’Institut de Philosophie Saint François de Sales di Haiti ed il Centro di studi filosofici di Ibadan, in Nigeria, in vista di poter presto completare l’iter della loro affiliazione alla Facoltà. In questi ultimi anni anche questi due centri, così come altre affi-

Alcuni dei nuovi studenti di II e III ciclo


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liazioni e aggregazioni, hanno inviato alcuni dei loro futuri professori a prepararsi e a conseguire i loro titoli presso la Facoltà, e questo ci assicura dei contatti stabili e fruttuosi, anche in vista di ulteriori collaborazioni. A proposito di collaborazioni, a che punto sono quelle che intrattenete con altre istituzioni accademiche o culturali, in Italia e all’estero? Con le tre università statali di Roma i rapporti sono buoni. Alcuni dei nostri studenti hanno proseguito gli studi del biennio e del triennio filosofico a Roma-Tre, concludendo brillantemente la Laurea magistrale in filosofia. Diversi docenti si conoscono tra loro e talvolta si partecipa ad attività comuni. Il prof. Thuruthiyil e il prof. Mondini, della Sapienza, collaborano per gli studi sulla storia delle religioni orientali e la loro competenza è altamente riconosciuta. Ciò ci ha permesso anche di avviare delle recenti collaborazioni con l’Angelicum e con l’Istituto Jacques Maritain. Essendo alcuni dei nostri docenti ex-allievi anche di Tor Vergata si sono mantenute e sviluppate, anche con la seconda Università di Roma, relazioni e collaborazioni. Vi è stato qualche problema, invece, nell’iter già avviato con l’Università del Salento in vista di una convenzione per la promozione della collaborazione interuniversitaria e il reciproco riconoscimento degli studi, che non è giunto a conclusione. In ogni caso abbiamo potuto notare che sia a Lecce che in altre università gli studi pregressi dei nostri studenti vengono sempre più valorizzati in vista del proseguimento degli studi negli atenei italiani. Ci sono anche motivi per pensare che in un futuro prossimo si possa raggiungere il riconoscimento completo. E con le Università Pontificie? In questi ultimi quattro anni la volontà di collaborazione ha avuto una concreta attuazione con la partecipazione, da parte della nostra Facoltà e in collaborazione con l’Istituto di Didattica, alle attività del Progetto STOQ (Science, Theology and the Ontological Quest), promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura per il dialogo tra scienza e fede. Questo ci ha permesso di portare all’UPS docenti di chiara fama a livello internazionale per alcune lezioni, di sostenere ricerche e di consolidare iniziative culturali quali “Fede, Cultura e Scienza”, giunta ormai alla seconda edizione. È in via di pubblicazione un nuovo volume curato con il prof. Cristián Desbouts sul tema della Didattica delle discipline. Il testo contiene i contributi proposti in occasione dei “Dialoghi di filosofia” e delle “Scuole di pace”, iniziative diventate “tradizionali” per noi, unitamente al Premio per i lavori filosofici inviati dagli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori. Vi è anche un particolare rapporto di collaborazione con il Sophia Institute di Loppiano (Firenze) grazie al prof. Rondinara, che proviene da quell’Istituto. In giugno 2009, infine, la convenzione quinquennale firmata con l’Associazione “Nuova

Lezione all’UPS della prof.ssa Marta Cristiani (Università di Tor Vergata)

Costruttività” per la promozione degli studi sul pensiero e sull’opera del teologo e filosofo salesiano don Tommaso Demaria. Avete anche relazioni con centri all’estero? Stiamo intensificando contatti e forme di collaborazione con alcune università della Colombia, come l’Universidad Santo Tomás di Bogotà. Assai significativo è lo scambio culturale con la School of Philosophy della Fudan University di Shanghai (Cina), con cui rinnoveremo la collaborazione per altri tre anni. Per ogni anno accademico si è instaurata anche la reciproca accoglienza di docenti per corsi brevi tenuti presso l’Università partner. Un panorama assai ricco, ma … cos’è – di fronte a tutto ciò – che le sta più a cuore? Penso che ciò che risulta più importante e “strategico” sia la qualità della nostra offerta formativa, ossia la serietà, profondità e l’impegno delle ricerche e dell’offerta didattica che, vissuta dai docenti, diventa dono per gli studenti e li coinvolge nel prendere a cuore i loro studi filosofici, senza ridurre il loro impegno al minimo indispensabile, solo per superare gli esami ed esimersi dalla “fatica del pensare”. In questo senso, credo che sia importante, oggi, reinvestire sulla “pastorale dell’intelligenza”. E devo dire che i colleghi docenti, sia salesiani che laici, mostrano tutti di avere a cuore proprio questa “solida formazione”. Con dodici ricercatori provenienti da diverse università d’Italia e d’Europa, abbiamo recentemente avviato un nuovo Progetto di ricerca – sempre nell’ambito dello STOQ Project – dedicato al tema del logos, che prevede un Expert Seminar nella primavera del 2010, una Tavola rotonda nel 2011 e una pubblicazione finale entro il 2012. Il titolo del Progetto è L.E.R.S. (Logos, Episteme, Ratio, Scientia): sono, queste quattro, parole che a qualcuno possono sembrare lontane e anacronistiche. Tuttavia se la vita intera con le sue scelte e le sue azioni e relazioni, e le prospettive del proprio pensiero, non sono informate da una ratio, e per di più recta, ci si chiede proprio come esse possano avere un adeguato orientamento, e quando esso manca è un grosso guaio! La filosofia è senz’altro un valido aiuto per evitarlo.

Accoglienza delle nuove matricole


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Il Decano Mantovani e i proff. Perillo, Freni e Kureethadam

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Insegnare filosofia: cosa significa per me? Rispondono due docenti laici della Facoltà Cristiana Freni, professoressa stabilizzata FdF, docente nelle aree delle discipline relative alla filosofia del linguaggio e alla letteratura ono già diversi anni che quasi quotidianamente varco i corridoi della Facoltà di Filosofia dell’UPS. Anni molto lontani ormai, che mi hanno visto entrare in questo percorso sapienziale come studentessa prima e come docente poi. Quando mi affacciai per la prima volta in cerca di qualche delucidazione sull’itinerario da compiere, per me che ero già collaboratrice alla Facoltà di lettere della Sapienza di Roma, ciò che mi colpì subito, come primo impatto, fu non solo la competenza e lo spessore del curriculum proposto, ma anche l’accoglienza umana, empatica da parte dei docenti. Questa impressione che marcò profondamente il mio approccio all’UPS, mi fu confermata negli anni di formazione successivi, durante i quali ho trovato, pur nella diversità dei metodi proposti, nei vari profili dei docenti, un unico denominatore comune che confermava il dato interiore dell’inizio. Così, anche il mio itinerario di docenza si è consolidato nel tempo attraverso l’acquisizione di una serie di competenze sempre più ampie, un lavoro di ricerca attivo, ma soprattutto con il tentativo, nelle aule del quotidiano, di un lascito che sia certo informativo e serio nel suo spessore, ma che sia altresì rispettoso di quella premura formativa così cara a Don Bosco. Credo che il lavoro di un docente della Università Pontificia Salesiana, non possa prescindere da nessuna di queste due aggettivazioni. La consapevolezza di un’appartenenza profonda alla Chiesa, nello specifico del carisma di Don Bosco, divengono una cifra con la quale misurarsi, sulla quale esercitarsi e interrogarsi ogni giorno. Una responsabilità in cui cerco di impegnarmi di continuo pur nella mia inadeguatezza, ma con la certezza che un docente ha un compito mirabile nella vita di qualsiasi essere umano, che è quello di attivare dinamiche di vita, di cultura e di speranza. Ho avuto dei grandi maestri in questo, nella mia Facoltà, e mi

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sento molto felice di farne parte attiva, consapevole che il compito di divenire sempre meglio docenti è impastato profondamente con quello di diventare al meglio esseri umani giorno per giorno. Così mi affiorano le parole icastiche di Cicerone: “Hic manebimus optime”. Questo Hic, oltre che un luogo spaziale, è ormai da anni divenuto per me, un vero e proprio luogo del cuore.

Graziano Perillo, professore invitato FdF, docente di Storia della filosofia medievale a qualche anno ho l’incarico dell’insegnamento di Storia della Filosofia Medievale all’UPS e fin dall’inizio della collaborazione ho cercato di far mio lo spirito che anima questa Università. Non volevo, infatti, che la mia attività si confinasse solo nel dover “tenere delle lezioni”, ma volevo capire che cosa rendeva particolare l’insegnamento in un’istituzione come l’UPS. Col tempo mi è sembrato di intravedere nella condivisione di un modo di essere più attento alle persone che alle “intelligenze”, una specifica tensione educativa. La vita di ricerca e di insegnamento all’UPS mi sembrava, come mi sembra ancora, inserita in una più ampia visione, dove lo studio, la curiosità intellettuale, l’approfondimento non sono dinamiche fini a se stesse, ma si orientano verso una crescita globale, umana prima ancora che intellettuale. Questo atteggiamento l’ho riscontrato nei docenti, ma anche negli studenti, che col trascorrere il loro tempo nel contesto dell’UPS, maturano una particolare attenzione verso problematiche non solo speculative, squisitamente filosofiche, ma anche umane, sociali, educative. Questa percezione di impegno, ogni volta che la sperimento, mi rigenera e mi rinvia al mio lavoro quotidiano nel Liceo dove insegno Storia e Filosofia con una diversa consapevolezza, quella di stabilire anzitutto delle dinamiche relazioni con gli studenti prima che preoccuparmi se sanno o meno la filosofia. Questo non toglie nulla alla serietà del lavoro e alle richieste che impongono uno studio serio e meticoloso. Quest’impegno lo chiedo agli studenti dell’UPS e a quelli della scuola, ma cerco di viverlo in prima persona. Esso per me si traduce nella ricerca e nell’approfondimento dei temi di insegnamento, ma anche nel trasmettere quello che l’UPS stessa mi dà: l’entusiasmo per l’indagine filosofica e per la continua crescita umana.

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Firma del documento della convenzione negli “Studi Demariani”. Al centro il Dott. Nicola Mele


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I nuovi rappresentanti degli studenti: Marco Deflorio e Giancarlo D’Ercole

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Dopotutto, la filosofia non aiuta a cuocere il pane Il “Sabato filosofico”: la nuova Scuola Superiore di Formazione Filosofica di Joshtrom Kureethadam i racconta che Socrate, il grande maestro dell’antichità sia riuscito a portare la filosofia in mezzo alla gente comune nelle piazze e nelle stradine della città di Atene. Il mercato affollato dei contadini, le dispute tra i vari sofisti che cercavano l’adesione dei nuovi discepoli, le cerchie dei senatori che discutevano gli affari della nuova polis, lo scambio delle nuove conoscenze tra i navigatori che arrivavano nel porto della città, sono tutte diventate delle occasioni per il saggio pedagogo, il padre del pensiero greco, per proporre delle originali riflessioni filosofiche sulle vicende umane. La filosofia, infatti, nacque in stretto legame con la vita quotidiana. Il filosofo era colui che era capace di porre domande sul senso di quello che accadeva nella vita d’ogni giorno. Questi interrogativi abbracciano l’intero arco dell’esistenza terrena dell’essere umano, dalla nascita alla morte, con le tante “estasi” e le mille contraddizioni che segnano la vita umana. La nuova proposta della Facoltà di Filosofia dell’UPS di iniziare in ottobre 2009 una Scuola Superiore di Formazione Filosofica con relativo Diploma di Formazione Superiore in Filosofia, ha lo scopo di avvicinare la filosofia ancora una volta alla gente comune e la gente comune alla filosofia. È vero che la Facoltà offre già, e soprattutto, un ricco programma di curricula di studio per il conseguimento dei gradi accademici di baccalaureato biennale in filosofia, laurea in filosofia, laurea specialistica in filosofia e scienze antropologiche, e perfino il dottorato in filosofia. Questa offerta didattica, insieme a un distinto gruppo di illustri docenti, affiancato da una delle biblioteche più moderne e dotate d’Italia, hanno contribuito a trasformare la Facoltà di Filosofia dell’UPS in uno stimato centro di formazione filosofica a Roma. Sono centinaia gli studenti - religiosi, sacerdoti e laici - che hanno studiato in questa facoltà durante questi decenni. Allo stesso tempo, ci sono state delle richieste, soprattutto negli ultimi anni, da parte di un nutrito e crescente numero di persone “ordinarie” che sono venute a contatto con la Facoltà, sulla possibilità di “dotarsi” della sapienza e della formazione filosofica. Alcuni di loro si sono iscritti come studenti ospiti a vari corsi. Ma non era sempre facile per loro conciliare le esigenze della propria vita e del proprio lavoro con il rigido orario istituzionale della facoltà. “Come possiamo anche noi studiare filosofia senza dover venire qui all’università tutti i giorni della settimana?” Questa era la domanda che alcuni di loro facevano. Il Decano della Facoltà, prof. Mauro Mantovani, insieme al Collegio dei Docenti, ha cercato di rispondere a questo interrogativo con una proposta originale e audace. È …il sabato filosofico! La proposta concreta è di offrire un ricco e allo stesso tempo conciso programma di studi filosofici nell’arco di due anni, distribuiti in 10 sabati per quattro semestri. L’obiettivo del programma è quello di guidare gli studenti a un primo accostamento e/o, a un approfondimento delle tematiche fondamentali della filosofia, in vista di una propria formazione personale e delle esigenze di qualificazione culturale e professionale. L’offerta è aperta a tutti. Possono iscriversi tutti coloro che sono provvisti del Diploma di scuola secondaria superiore o di titolo universitario non in filosofia. Il programma accademico proposto per il biennio 2009/2011 offre una ricca e variegata gamma di discipline, per un totale di 12 corsi di 5 ECTS ciascuno, distribuiti secondo il numero di tre per ogni semestre. I corsi offerti sono soprattutto di carattere propedeutico, e trattano di antropologia, filosofia della conoscenza,

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metafisica, teologia filosofica, filosofia morale e politica, filosofia della scienza, filosofia del linguaggio e dell’arte, e sul rapporto tra filosofia, teologia e scienza. I corsi di storia della filosofia si occupano della filosofia antica, medievale, moderna e contemporanea. Per ogni materia sono previste 20 ore di lezioni frontali (2 ore ogni volta) distribuiti nei 10 sabati indicati del semestre. Le lezioni si tengono nella mattinata e nel primo pomeriggio. Oltre alla frequenza regolare, verrà chiesto allo studente un carico complessivo di lavoro per il raggiungimento dei 5 ECTS previsti per ogni corso, che si svolge attraverso il tutoraggio personale da parte del docente e una richiesta di letture e/o lavori scritti adeguata allo specifico livello di conoscenza delle tematiche nel quale ogni candidato si trova. L’insegnamento delle discipline è affidato ai regolari docenti della facoltà, insieme ad alcuni esperti invitati dall’esterno. Una volta superati con profitto tutti gli esami relativi ai 12 corsi previsti, lo studente può conseguire il Diploma di formazione superiore in filosofia (DFSF). In ogni caso tutti gli ECTS maturati dallo studente vengono ugualmente certificati, e risultano spendibili come Crediti Formativi Unitari per riconoscimenti da parte di Istituzioni Universitarie e/o valorizzazione all’interno di programmi specifici di qualificazione e di aggiornamento. Si pensa che quest’ultima prospettiva sarà particolarmente attrattiva per coloro che vorranno qualificare le proprie competenze con l’ausilio delle scienze umanistiche in vista di maggiore abilità e preparazione professionale nel proprio ambito di lavoro. Va anche aggiunto che tutti gli ECTS del Diploma, o in ogni caso quelli regolarmente conseguiti, saranno ritenuti validi per la prosecuzione degli studi presso la Facoltà in vista della Laurea in filosofia. Qualcuno potrebbe chiedersi: a cosa serve la filosofia oggi? Dopotutto, la filosofia non aiuta a cuocere il pane. Come si dice in inglese, “philosophy bakes no bread!”. Questo è certamente vero. Ma è anche vero che lo stesso atto di cuocere il pane presuppone una decisione ponderata, sebbene sia spesso inconscia, di …continuare a vivere, fondata a sua volta sulla concezione che la propria vita ha un senso e vale la pena continuare a viverla. Ci troviamo di nuovo in filosofia!

Prima lezione della Scuola Superiore di Formazione Filosofica


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Giornata dei nuovi studenti

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notizieups•Università a cura dell’Ufficio Stampa UPS

Il Rappresentante della Rissho Kosei-kai in Europa in visita all’UPS Lo scorso martedì 6 ottobre 2009 il Rettore dell’UPS, prof. Carlo Nanni, ha ricevuto la visita del Dr. Naoky Y. Taketani, rappresentante della Rissho Kosei-kai in Europa, accompagnato dallo studente giapponese Hiromasa Tanaka, quarto studente inviato all’UPS dalla suddetta Associazione Buddista. Il primo studente venne nel 1981, il secondo nel 1986, il terzo nel 1993. L’attuale Presidente dell’Associazione Rissho Kosei-kai, Nichiko Niwano, grande benefattore dell’UPS, avendo finanziato i lavori della Biblioteca, ha ricevuto il Dottorato Honoris Causa dell’UPS in Filosofia il 20 marzo 1986. Suo padre, Nikkyo Niwano, (già deceduto) è stato il fondatore dell’Associazione.

Primo giorno per le nuove matricole Primo giorno in Università all’insegna dello spirito di accoglienza e amicizia genuinamente salesiane quello vissuto dagli oltre 300 giovani che hanno scelto di svolgere i loro studi presso una delle sei facoltà dell’UPS. Come da tradizione, il lunedì che precede l’inizio delle lezioni si caratterizza come giornata di accoglienza delle “nuove matricole”. Gli studenti vengono introdotti alle attività accademiche ricevendo le informazioni utili a rendere più facile e agevole la loro vita all’UPS. Le neo-matricole sono state accolte da un gruppo di “vecchi” studenti nella hall dell’Aula Paolo VI. Nella grande Aula, Gabriella e Alessandro hanno animato il benvenuto, cadenzato dagli applausi che seguivano i momenti di presentazione. Tutti hanno scritto su un foglio motivi e aspettative della loro scelta; alcuni poi sono stati letti pubblicamente. Sul palco è salito il Rettore, prof. don Carlo Nanni, ricevuto dall’applauso dei presenti. Don. Nanni ha dichiarato la sua “simpatia e complicità” con i nuovi studenti perché anche lui “nuovo”. Nel suo saluto ha citato i sette “consigli” di Giovanni Valotti, prorettore della Università Bocconi di Milano: “un libretto di istruzioni” per “sopravvivere al fatidico primo anno”di ogni matricola. Il prof. Nanni ha poi presentato i cinque descrittori di Dublino, saper conoscere e comprendere la materia; applicare conoscenze e comprensioni; avere autonomia di giudizio; saper comunicare; essere capaci di apprendere autonomamente. Il Rettore ha concluso affermando che in un mondo complesso come l’attuale, dove si “dilaziona l’ingresso delle nuove generazioni nel mondo adulto e professionale, il periodo universitario viene ad assumere un significato sempre più grande: l’Università non è più solo il luogo della preparazione specialistica e della formazione culturale di grado superiore finalizzata all’acquisizione di competenze ad alto livello per ruoli sociali o una professionali particolari, ma è anche il tempo delle grandi scelte di vita”. E ha augurato che

“l’esperienza all’UPS sia proficua e qualitativamente significativa per l’uno e l’altro aspetto”. Sono state quindi presentate alcune figure accademiche: i ViceRettori, il Senato Accademico, e il Consiglio di Università (di questo fanno parte i decani delle sei facoltà: Giorgio Zevini, FT; Francesco Casella, FSE; Mauro Mantovani, FF; David Albornoz, DC; Mario Maritano, FLCC, Franco Lever, FSC) e il Coordinatore del DPGC Cyril De Souza. E infine gli Officiali: il Segretario Generale Jaroslaw Rochowiak, il prefetto della biblioteca Giuseppe Tabarelli e l’economo Tullio Orler. Momento centrale è stata la presentazione del Profilo dello Studente UPS, una specie di carta di identità ideale, e allo stesso tempo un punto di riferimento e strumento di confronto personale, di formazione e verifica. Vi sono presentati elementi quali la consapevolezza delle esigenze degli studi universitari; la responsabilità nell’impegno universitario; l’interesse e coinvolgimento nella crescita intellettuale; le competenze da conseguire e approfondire; l’apertura alla visione cristiana della vita e al confronto tra fede e cultura; la valorizzazione delle differenze; il protagonismo nella propria crescita; la costruzione dello spirito di famiglia; la formazione integrale; la sensibilizzazione alla solidarietà; l’acquisizione della capacità di lavorare in équipe; la coscienza del ruolo sociale della propria professionalità; ecc.. Di seguito sono presentati i docenti che compongono l’Equipe di animazione e coordinamento (Mario Oscar Llanos, coordinatore, Emiro Cepeda, Luis Roson e Giuliano Vettorato) e i Gruppi di animazione universitaria (Segreteria, Gruppi Nazionali e/o Continentali, Musica e Canto, Preghiera, Comunicazione, Sostegno per la lingua italiana, Animazione Sportiva, e il neonato Gruppo di Volontariato). E infine la presentazione di alcuni importanti ambienti e servizi: la Biblioteca, la mensa dell’Università, la Segreteria degli studenti, il servizio informatico del CESIT, il Centro stampa, e le bacheche universitarie. Dopo i saluti e i ringraziamenti, i nuovi studenti sono stati coinvolti per la foto di gruppo e invitati al buffet preparato per loro presso il Club Don Bosco. Quindi, si sono ritrovati nelle loro rispettive facoltà per incontrare i Decani e alcuni dei docenti dei loro curricoli di studio.

L’Ambasciatore colombiano parla agli studenti su “narcotraffico e danni ambientali” Per la prima volta nella sua storia, il tradizionale appuntamento di maggio “Incontro dei Popoli” - organizzato dall’Equipe di Pastorale Universitaria dell’UPS - ha scelto di dare spazio a una nazione ospite di cui conoscere cultura e tradizioni. A inaugurare l’edizione 2009 la Colombia. Su iniziativa dell’Ambasciatore presso la Santa Sede, Dott. Juan Gómez Martínez, e grazie alla disponibilità del Rettore, prof. Mario Toso, la Colombia ha organizzato una serie di eventi presso l’Università Salesiana. Tra questi, mercoledì 13 maggio, la conferenza che lo stesso Ambasciatore ha tenuto agli studenti. Titolo: “L’ambiente, vittima innocente del narcotraffico”. Il tema ha dato modo di accostare un così grave problema da una prospettiva inusitata con la lettura del fenomeno del narcotraffico e degli effetti negativi che produce sugli uomini, sulle società e soprattutto sull’equilibrio ecologico ambientale. “Quando si parla di droga ci si concentra sull’avvelenamento delle società, dei giovani in particolare, e sui danni alle economie dei Paesi. Mai ci si sofferma sui danni che il narcotraffico arreca all’ambiente”, ha esordito l’Ambasciatore, e ha presentato le ricchezze del medio ambiente colombiano, ricco di foreste vergini, acque, flora e fauna dalle innumerevoli varietà, secondo nel pianeta per biodiversità, entrando subito nel cuore Giornata dei nuovi studenti


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L’Ambasciatore di Colombia, al centro, e i suoi collaboratori

del problema: “Per coltivare le materie prime delle droghe illecite - ha affermato - si sta procedendo senza nessuna remora alla distruzione della selva tropicale”. Per la semina di coca per la cocaina e papavero per l’eroina, si distruggono ettari di selva vergine. La procedura utilizzata è contundente per l’ambiente. Si disboscano spazi immensi di foresta, si brucia quanto è rimasto in vita, quindi si procede all’avvelenamento con sostanze chimiche delle radici rimaste e poi si procede con la semina delle piante di droga. Questo procedimento incide sulle falde acquifere che vengono contaminate dagli scarti chimici riversando su fiumi e torrenti le sostanze tossiche accumulate e avvelenando le coltivazioni lecite. Come si selezionano le zone dove coltivare le piante di coca e di papavero? Generalmente si scelgono zone di difficile accesso, siti della selva tropicale lontani da centri urbani e dalle vie di comunicazione dove le forze di polizia arrivano difficilmente e dove è più facile organizzare sanguinose imboscate: “Neanche gli elicotteri possono arrivare perché attesi dai guerriglieri armati”, specifica l’Ambasciatore. “Si arriva persino a minare i campi coltivati segnalando con una loro mappa la posizione delle mine”. Impressionanti le foto mostrate dal Dott. Gómez Martínez che raffigurano la scacchiera delle zone di distruzione della selva. Ma è impressionante anche il fatto che narco-produttori e trafficanti coinvolgano i bambini soprattutto nella produzione di base. “Cambiano le abitudini di intere comunità indigene della zona; famiglie intere compromesse nell’economia del narcotraffico ma pagate con gli spiccioli di incalcolabili guadagni e condannate a vivere nella miseria”. Le coltivazioni illegali di piante per la produzione di droga sono integrate da quelle legali come il mais, il caffè, la canna da zucchero, ecc. Questo fa parte di un piano strategico che ha come obiettivo quello di camuffare, nel caso di sopralluoghi delle autorità di polizia, gli incendi dei campi di coca e papavero e non incorrere nell’accusa di coltivazione di piante illecite. Gli additivi chimici, senza nessun tipo di protezione, vengono utilizzati per la produzione finale delle droghe. Milioni di litri di veleni che contaminano i fiumi e attraverso la pioggia raggiungono gli angoli del territorio, coltivato e selvaggio. “Nel 2008 sono stati sequestrati oltre 9mila milioni di litri di additivi chimici”. A subire fortemente questo avvelenamento, oltre ad aver patito la distruzione con il disboscamento o l’incendio, è la natura. “Per coltivare 1 ettaro di coca si distruggono circa 3 ettari di terreno. Un grammo di cocaina rovina 5/6 metri quadri di selva. Per procedere al rimboscamento occorrono dai 15 ai 30 anni di tempo, e per raggiungere una certa consistenza boschifera la natura ha bisogno di circa 150 anni”. Questo problema non riguarda solo la Colombia. “Il problema, al suo sorgere, era stato sottovalutato”, afferma l’Ambasciatore. “Inizialmente i narcotrafficanti regolavano i conti tra di loro uccidendosi per i propri interessi. Il problema è diventato una emergenza quando hanno cominciato a uccidere le persone che li contrastavano, quando ci si è resi conto dei danni che il narcotraffi-

co apportava alle vite e alla società colombiana”. Adesso il problema è una emergenza per Messico, Bolivia, Ecuador, Perù, ma anche per i paesi occidentali e di tutto il mondo. I dati del fenomeno sono impressionanti, in costante crescita. “Per fermarlo – sostiene l’Ambasciatore – bisognerebbe bloccare almeno uno dei meccanismi che vanno dalla semina allo smercio. Ci vuole volontà. La lotta al narcotraffico non riguarda solo la Colombia che già si prodiga per contrastarlo. La lotta contro la droga è una lotta di tutti”, e lottare contro la droga significa anche impegnarsi per la salvaguardia dell’ambiente. “Dire no alla droga significa impegnarsi per non distruggere il medio ambiente, significa non distruggere i boschi e con essi l’ossigeno del mondo. Significa non distruggere le terre produttive, la flora, la fauna. Significa non avvelenare i fiumi e con questo non sterminare la flora acquatica e i pesci. Significa rispettare la ricchezza della natura, patrimonio dell’umanità”, conclude con parole forti il Dott. Gómez Martínez. “Riuscire a essere noi stessi, a non lasciarci affascinare da questo mostro che uccide la natura. Il futuro sta nelle nostre mani e non nelle mani di chi sta avvelenando la gioventù con la droga prodotto dell’ambizione”.

L’urna di Don Bosco visita la comunità accademica dell’UPS

La comunità accademica accoglie le reliquie di Don Bosco Il 12 maggio scorso, l’urna contenente le reliquie di San Giovanni Bosco è arrivata all’UPS. L’evento rappresenta una delle tappe del viaggio che sta portando i resti mortali del Santo Fondatore dei Salesiani in visita per le opere e le comunità salesiane di tutto il mondo. Per questo riveste un’importanza particolare: è la prima volta nella storia della congregazione salesiana che l’urna del Santo visita le case salesiane per ridestare il sentimento e l’entusiasmo per la missione salesiana. L’urna ha iniziato questo pellegrinaggio in occasione del 150 anniversario della fondazione della Pia Società di san Francesco di Sales e lo concluderà nel 2015 in coincidenza con il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Don Bosco è così “arrivato” nella sua università e ha “incontrato” i giovani che vi studiano. L’occasione ha permesso di vivere una celebrazione della Parola davvero particolare, animata dal gruppo della Pastorale Universitaria e testimoniata dalla partecipazione di tanti studenti e docenti. “Il momento è fondamentale – ha commentato don Joaquim D’Souza, superiore della Visitatoria salesiana dell’UPS – perché questa università è stata creata in nome di Don Bosco per i giovani, e oggi lui è qui in mezzo a loro, per guidarli nei momenti più importanti della loro vita e per testimoniare amorevolezza, vicinanza e disponibilità”. Una posizione rimarcata anche dal Magnifico Rettore don


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Celebrazione eucaristica presieduta da don J. D’Souza

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Mario Toso durante il saluto iniziale: “Don Bosco è qui per rivivificare la nostra appartenenza a Lui, Padre e maestro, per donarci il suo Amore a Gesù Cristo, ai giovani di tutti i Paesi e per rilanciare la nostra sfida pedagogica di fronte all’emergenza educativa delle istituzioni e della società”.

“Don Bosco finalmente tra i giovani della sua Università”. Intervista a don D’Souza di Stefano Mura In occasione della presenza presso l’UPS dell’urna contenente le reliquie di San Giovanni Bosco, abbiamo incontrato il superiore della Visitatoria salesiana dell’Università don Joaquim D’Souza.

L’evento ha rappresentato un momento particolare per l’intera comunità accademica. Cosa ha provato nell’incontrarla cosi da vicino? Sono contento di aver trovato un ambiente vivace, giovanile e dinamico, pronto ad accogliere Don Bosco come lui avrebbe voluto, con il carisma e la gioia nel cuore. Le relazioni che cerchiamo di stabilire nella comunità UPS, in particolare con i giovani studenti, sono infatti al centro della nostra proposta formativa. È stata una celebrazione della parola creata e sviluppata attorno a Don Bosco altrettanto giovanile e festosa. Ho visto ragazzi e docenti attratti sinceramente da questo clima. L’ UPS è veramente l’Università di Don Bosco per i giovani.

Quali sono le prossime tappe dell’urna? L’urna era a Roma da poco meno di un mese, arrivata martedì 12 maggio da noi proveniente dalla comunità salesiana di RomaTestaccio (parrocchia Santa Maria Liberatrice). Ha iniziato un pellegrinaggio che andrà avanti fino al 2015, toccando tutti i continenti attraverso le 130 ispettorie salesiane, le università e i centri di studi superiori. Si tratta di un evento storico per la Congregazione Salesiana perché è la prima volta che le reliquie di Don Bosco percorrono un tragitto cosi lungo.

Il pellegrinaggio di Don Bosco si interseca con la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Come si innesta il carisma di Don Bosco all’interno della moderna sfida educativa? Don Bosco diceva sempre che il bene va diffuso e per fare ciò bisogna fare pubblicità. Nella natura stessa del bene c’è l’esigenza di essere diffuso per il bene degli altri. In quest’anno cosi particolare per l’intera Congregazione e la Famiglia Salesiana vogliamo far conoscere a tutto il mondo il messaggio di Don Bosco: “Farsi Santi è possibile compiendo con gioia e serenità il proprio dovere quotidiano”.

Cosa vuol dire questo in concreto? I giovani si evolvono naturalmente cosi come i mezzi a loro disposizione. Penso ai nuovi cellulari, a Youtube, e ai social network come Facebook e Twitter. Noi vogliamo e dobbiamo stare dentro questi nuovi mezzi e oggi , in molte ispettorie, sono sorte iniziative per utilizzarli come mezzi di comunicazione tra gli stessi confratelli e tra i giovani che frequentano i nostri ambienti o magari non ci conoscono ma possono raggiungerci comunque attraverso di essi. Un esempio di questo impegno è rappresentato oggi dal sito web donboscoland, realizzato in Italia dal Movimento Giovanile Salesiano del Triveneto. L’urna contenente le reliquie del Santo fondatore della Famiglia salesiana, dopo la messa all’UPS, ha ripreso il suo pellegrinaggio mondiale con la sosta presso la Casa Generalizia delle Figlie di

Maria Ausiliatrice, sita nei pressi dell’Università Pontificia Salesiana.

Giornata dell’Università Salesiana dedicata a vita e cultura del continente Africano. “Africa oggi: vita, pensiero, educazione”, è il titolo della Giornata dell’Università che ha avuto luogo lo scorso 7 maggio 2009. L’obiettivo principale che l’UPS si è proposta promuovendo l’incontro era quello di entrare nel complesso Animazione africana mondo del continente africano per conoscerne meglio peculiarità e ricchezze. L’intenso programma ha visto la presenza di specialisti di vari ambiti. La giornata è stata introdotta dalla Messa presieduta dal Rettore dell’UPS, prof. Mario Toso. Dopo la Messa, l’Onorevole Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha introdotto i lavori con un suo intervento nel quale ha fatto risaltare l’interesse dell’Italia sulla promozione dello sviluppo economico dell’Africa. Hanno fatto seguito le riflessioni dei proff. Martin Nkafu e Luís Rosón sull’antropologia; dell’On. Souad Sbai e del prof. Renato Mion, sulla situazione socio-politica; dei proff. Méthode Gahungu, Aimable Musoni e Manlio Sodi, sulla Teologia e il cammino della Chiesa in Africa; di Padre Bernardo Suate e del prof. Franco Lever, sulla comunicazione; del Dott. George Nkeze e del prof. Cristian Desbouts, sulla Pedagogia africana. Agli interventi sono seguiti momenti di dibattito in sala con le domande dei partecipanti. Tra prima e seconda parte della giornata un gruppo folkloristico del Burundi ha presentato uno spettacolo di musica e danza del loro Paese. Erano anche presenti varie delegazioni di Ambasciate di Paesi dell’Africa presso la Santa Sede e lo Stato Italiano. Presente anche l’intera comunità accademica con i docenti e gli studenti i quali sono stati invitati a elaborare, in accordo con un docente delle loro rispettive facoltà, un testo concernente uno degli aspetti trattati durante lo svolgimento dell’incontro.

Colori dell’Africa

Il sottosegretario On. Gianni Letta


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Il latino Studenti della FLCC con il decano e il prof. Sajovic

lingua viva e feconda intervista a don Mario Maritano, decano della FLCC di Stefano Mura

La Facoltà di lettere cristiane e classiche dell’Università Pontificia Salesiana si prepara anche nel 2009/10 ad affrontare in maniera entusiasta il nuovo anno accademico. Per capire meglio novità, aspettative e proposte della Facoltà, abbiamo incontrato il prof. Mario Maritano, attuale Decano della Facoltà.

Prof. Maritano, come giudica l’andamento degli iscritti dell’anno accademico appena iniziato? Posso affermare che le iscrizioni di nuovi studenti seguono l’andamento del 2008/09 e abbiamo anche avuto un piccolo aumento degli iscritti al primo anno. Quest’anno gli allievi sono circa una quarantina. Non siamo mai stati una Facoltà dai grandi numeri, ma è la particolarità della nostra proposta formativa e di alcuni iscritti a rendere unica la nostra realtà di studio. Abbiamo infatti tra le nostre fila due ragazzi di nazionalità cinese che hanno deciso di studiare qui in Facoltà per uno scopo ben preciso. Le Università dalle quali provengono, e con cui abbiamo istituito una speciale collaborazione, hanno attivato infatti uno studio incentrato sui documenti prodotti dai missionari nel 1700, le cosiddette relationes in latino, che documentano come gli stranieri comprendevano, vedevano e descrivevano la cultura cinese attraverso la lente della cultura occidentale. La motivazione e l’importanza di questo studio in Cina è legata anche al quattrocentesimo anniversario della morte di Matteo Ricci, missionario gesuita tra i più famosi in Cina. Questi ragazzi sono venuti in Italia proprio per studiare e comprendere meglio la lingua latina e hanno scelto la FLCC dell’UPS per la sua peculiarità nello studio della stessa in rapporto alla tradizione cristiana classica. Lo scambio e l’interesse per la cultura latina è stato anche dimostrato dalla Corea, che ha mandato qui da noi uno studente per il medesimo scopo. In futuro speriamo di creare lo stesso interscambio con alcune università in Giappone.

È una iniziativa interessante che forse non sarebbe possibile proporre in altre facoltà. Questo dipende dalle caratteristiche del vostro catalogo bibliografico? Certo i nostri testi rispecchiano la vocazione primaria della facoltà. Abbiamo libri che trattano il mondo latino e greco classico, ma la particolarità è sicuramente legata al mondo cristiano classico e che in realtà più che sui libri di testo, che è possibile reperire anche in altre biblioteche, si esplica nelle riviste presenti nel nostro catalogo. Esistono infatti numerose riviste che portano avanti la tradizione della lingua latina in Italia e nel Mondo e che qui da noi è possibile trovare e consultare. La rivista Latinitas è un esempio tipico, non solo come pubblicazione presente in Italia da molto tempo, ma per il fatto che presenta al suo interno solo contenuti scritti in latino. Nel mondo anglosassone, tedesco e svedese questa è una

pratica molto diffusa, ed è interessante notare come all’estero si organizzino nelle facoltà di lingue classiche vari corsi estivi mensili monografici interamente fatti in latino. I professori e i ragazzi che si iscrivono a tali corsi si riuniscono, decidono quale sarà l’argomento, per esempio la Politica da Aristotele al mondo moderno, e sviluppano il corso interamente in latino. Si parla la lingua da quando si entra a quando si esce dall’aula, un po’ come succede nei corsi di inglese e francese. Da noi in Italia questo esempio viene applicato al Vivarium Novum. Abbiamo avuto modo nel maggio scorso di visitare questa scuola, di conoscerne le modalità di lavoro e sulla scia di questa esperienza abbiamo attivato anche alla FLCC un corso che si chiama “Latinitas viva”. Sarà presente nel secondo semestre grazie alla collaborazione del prof. Luigi Miraglia, che arriva proprio dal Vivarium Novum.

Quale è lo scopo preciso che risiede nella scelta di adottare questa metodologia anche all’UPS? Lo abbiamo fatto perché siamo convinti che non ci si debba fermare allo studio della sola grammatica. Nella FLCC desideriamo infatti che i nostri allievi arrivino a parlare le lingue classiche e non solo a conoscere le regole della costruzione linguistica. I nostri allievi sono invitati a produrre tesi, di baccalaureato o di licenza, in cui almeno l’introduzione e le conclusioni generali, se non addirittura l’intero lavoro, siano scritti ed esposti oralmente in lingua latina. Certo questo porta via un po’ di tempo, ma dopo cinque anni di studio è anche giusto che il laureando possa mettere in pratica lo studio fatto. La preparazione che noi diamo ai nostri studenti attraverso questa metodologia ha però uno scopo ben preciso, che risiede nella ragion d’essere dello studio e della conoscenza approfondita della lingua latina. Mi riferisco in particolare alla Umanitas che sta alla base di questa lingua. Il latino porta con sé una mentalità dove al centro della riflessione risiede l’uomo in tutte le sue possibilità e potenzialità. In aggiunta ad essi è possibile ritrovare nello studio del latino alla FLCC anche i valori cristiani, in una visione dove lo sviluppo dell’uomo non dipende dalla tecnica, che è al servizio dell’uomo ma non lo plasma interiormente come essere pensante e capace di moralità. Dice il famoso detto di Terenzio, ”Io sono uomo e tutto ciò che è umano non mi è estraneo”, e serve a spiegare che chi si avvicina alle lingue classiche ha la possibilità di conoscere un modo di comunicare e pensare dove il rispetto dell’umanità è fondamentale. Questi aspetti sono chiaramente riscontrabili nello studio della letteratura latina, degli scritti storici e della poesia dei grandi autori classici.

Lei crede che sia utile inserire qualche corso della FLCC nei piani di studio delle altre facoltà dell’UPS? Il confronto con le altre facoltà è sempre interessante e stimolante ma devo ammettere che la struttura dei nostri piani di studio e la


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Il grazie agli emeriti

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stessa particolarità delle materie non ha finora permesso questo interscambio. Sarebbe interessante proporre qualche corso di Lingue classiche, perché la conoscenza degli idiomi è fondamentale per leggere i testi in lingua originale, ma penso anche ai corsi di Storia romana, di Archeologia o di Elementi di civiltà latina. Sono materie che aiutano a comprendere in toto il mondo classico. C’è tutto un mondo che va al di là della sola conoscenza della lingua che merita di essere conosciuto, per avere una visione globale dello sviluppo della nostra società civile moderna.

Quali possono essere gli sbocchi lavorativi per chi sceglie la facoltà di Lettere cristiane e classiche all’UPS? In primis quella di diventare insegnante di latino e greco, dopo avere fatto un apposito esame integrativo di abilitazione, negli istituti alle dirette dipendenze dell’Autorità ecclesiastica. Tra l’altro io credo che il livello medio dell’insegnamento nelle scuole superiori di queste materie andrebbe un po’ riveduto. La motivazione dipende dalla preparazione dei professori e da come viene presentata ai ragazzi la materia. È necessario far comprendere come le lingue europee derivino in gran parte dal latino e mostrare la continuità storica, letteraria e linguistica che si può ritrovare nella tradizione latina. Forse ci si è soffermati troppo sulla grammatica, e per questo ritengo importanti corsi come quello di glottologia e Latinitas viva. Una lingua non può definirsi morta perché nessuno oggi la parla, ma solo quando essa non ha avuto e non ha tutt’ora, nessuno influsso sulla società. La lingua latina in realtà è viva, e questo dipende da numerosi fattori: apprendere il latino significa apprendere le lingue da esso derivate, in particolare da quelle neolatine; apprendere il latino è da sempre considerato uno studio benefico nei confronti delle facoltà intellettive, perché premette di sviluppare un modo di pensare logico, preciso ed esatto; lo studio del latino infine, porta lo studente ad approcciarsi in maniera più fluida e ragionata nei confronti dell’antichità classica e dei valori della società e della politica tipici della civiltà europea occidentale.

Quali sono i prossimi impegni e appuntamenti che la FLCC ha in serbo per quest’anno accademico? Quest’anno stiamo preparando due avvenimenti importanti. Un convegno di Facoltà aperto a tutti che si terrà il 22 febbraio 2009 sulla “Didattica delle lingue classiche”, per vedere e capire come si può fare scuola delle lingue antiche in un modo nuovo e attuale. Ospiti del convegno saranno i professori Luigi Miraglia e Renato Uglione. Abbiamo poi in programma un altro convegno il 19 e 20 marzo prossimi che, essendo questo l’anno sacerdotale, metterà a confronto il mondo classico e il mondo cristiano riguardo al tema del sacerdozio. In particolare sarà trattato il rapporto tra sacerdozio pagano e cristiano.

ello scorso anno accademico hanno raggiunto l’emeritato due stimati professori della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche. Il 12 dicembre 2008 il prof. Antonio Baruffa, docente di Storia e Archeologia Cristiana , e il 9 agosto 2009 il prof. Biagio Amata, docente di Letteratura Cristiana antica latina. Il prof. Antonio Baruffa, dopo aver conseguito la laurea in Archeologia cristiana nel 1977, ha poi iniziato la sua docenza all’UPS nel 1985, insegnando Archeologia classica e cristiana e Storia greca e romana e tenendo varie conferenze a gruppi universitari presso le catacombe di san Callisto. È stato anche membro della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e segretario della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche. È stato autore di numerose pubblicazioni e tra cui ricordiamo “Le Catacombe di San Callisto. Storia - Archeologia - Fede”, uscito in libreria nel 2004 (che ha avuto varie edizioni e traduzioni nella principali lingue moderne e si è rivelato utilissimo per visitare le suddette catacombe). Altra pubblicazione apprezzata è sulla persona e il lavoro di “Giovanni Battista de Rossi. L’archeologo esploratore delle Catacombe”, pubblicato nel l994 (presenta la vita e l’attività di questo grande scopritore della Roma sotterranea cristiana). È inoltre autore di numerosi articoli apparsi su riviste specializzate. Il prof. Biagio Amata, ottenuta la laurea in lettere e filosofia nel 1969, ha svolto incarichi di docente e preside in Sicilia, soprattutto a Catania-San Francesco di Sales, sede del prestigioso liceo che porta il nome del suddetto santo. Poi dal 1982 è stato destinato all’insegnamento nella Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’Università Pontificia Salesiana di Roma dove per oltre 25 anni ha tenuto vari corsi e seminari riguardanti l’area patristica. Inoltre ha ricoperto anche l’incarico di Preside-Decano della Facoltà dal 1984 al 1990 e successivamente dal 2000 al 2005. Ha pubblicato vari libri (sopratutto sull’opera e sul pensiero di Arnobio) e ha curato l’edizione di convegni riguardanti la Cultura e Lingue Classiche (nel 1986, nel 1988 e nel 1993). Ha collaborato validamente, infine, a dizionari e riviste di alto livello scientifico. Ad entrambi i professori il più cordiale e sincero ringraziamento da parte di tutta la Facoltà di Lettere Cristane e Classiche e dell’intera comunità accademica per la grande attività svolta come docenti e come studiosi con varie e stimate pubblicazioni. Il grato ricordo degli allievi e l’apprezzamento per le loro opere sono il migliore riconoscimento del lavoro svolto a beneficio della Facoltà e della cultura. Durante la celebrazione di apertura del’anno accademico 20092010, Mons. Mario Toso, Rettore emerito dell’UPS, è stato invitato dal Rettore prof. Carlo Nanni, a consegnare il riconoscimento a conclusione del loro apprezzato apporto all’Università Salasiana.

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Nomine Il prof. Miran Sajovic, dopo aver difeso brillantemente la sua tesi di dottorato nel 2008, è stato nominato nel 2009 docente aggiunto alla cattedra di Letteratura Cristiana antica latina. Al nuovo docente i migliori auguri di buon lavoro. Il 2 marzo 2009 il Preside-Decano della Facoltà, Mario Maritano è stato nominato dalla segreteria di Stato della Santa Sede membro del Consiglio dell’Opus Fundatum “Latinitas”.

Studenti della FLCC. Nelle foto accanto i proff. Baruffa e Amata


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lingue morte La parola agli studenti Mi chiamo Marcin e sono un sacerdote polacco della diocesi di Przemy che si trova nella parte sud-est della Polonia. Ho 29 anni e da 4 anni sono sacerdote. Ho scelto di studiare le lingue classiche obbedendo a una richiesta del mio vescovo, per le necessità della mia diocesi. Passo dopo passo questa obbedienza si è trasformata in una vera e propria passione. Sono contento perché attraverso lo studio di testi degli antichi autori, sia greci che latini, posso scoprire le origini della nostra civiltà europea, soprattutto le origini del cristianesimo e il grande pensiero dei Padri della Chiesa. Il latino è e sarà sempre vivo. Rinunciare alla conoscenza di questa lingua significa recidere le nostre radici. Lo studio del latino e del greco inoltre non dà solo la soddisfazione di poter leggere testi antichi, ma aumenta le nostre capacità mentali e apporta un grande aiuto nello studio delle lingue moderne. Dato che la nostra Facoltà è una delle più piccole dell’Università Salesiana, abbiamo la possibilità di stare molto uniti tra di noi studenti e abbiamo anche ottimi rapporti con i nostri professori. Lo studio richiede costanza e impegno quotidiano. Sono contento di aver avuto la possibilità di poter studiare qui all’UPS e già vedo che questo tipo di studi mi aiuta tantissimo anche negli impegni quotidiani della parrocchia, soprattutto nella riflessione biblica, nelle omelie, nelle confessioni e nella catechesi.

Mi chiamo suor Atanasiya Smetanyak. Vengo dall’Ucraina e sono della Congregazione delle suore della Sacra Famiglia. Appartengo alla Chiesa Greco–Cattolica dell’Ucraina di rito bizantino. Durante i miei studi all’Università Cattolica dell’Ucraina mi sono accorta di avere grosse lacune nella conoscenza dei testi dei Padri della Chiesa della nostra lingua. Per questo motivo mi sono impegnata a studiare più a fondo le lingue classiche, specialmente il greco che è più vicino alla cultura e alla Chiesa da cui provengo e a cui appartengo. Imparare greco e latino mi dà la grande opportunità di leggere i testi originali, di capire meglio i pensieri degli autori e di farne traduzioni nella mia lingua il più possibile fedeli. Lontano dalla mia comunità, trovo all’UPS, specialmente nella nostra Facoltà, una comunità, dove insieme, professori e studenti, impariamo non soltanto a parlare o a scrivere in latino e greco, ma ancor più importante, a vivere da cristiani così come hanno vissuto e scritto coloro che ci hanno preceduti e ci hanno lasciato la loro preziosa eredità. Mi chiamo Aurelio Lima Correia. Sono monacosacerdote dell’ Ordine di San Benedetto, brasiliano di San Paolo. Ho scelto lo studio delle lingue classiche all’UPS prima di tutto perché conosco la pedagogia salesiana riguardo agli studenti che qui si formano (ho studiato teologia presso l’Istituto Teologico PIO XII di San Paolo/Brasile), poi perché la Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’UPS riserva un posto speciale allo studio della continuità fra tradizione classica e cristiana. Come allievo di questa facoltà non ho soltanto il piacere ma anche l’incarico ecclesiale di essere trasmettitore della lingua latina, veicolo della tradizione teologica e letteraria della Chiesa antica e medievale di cui il mio Ordine è certamente uno dei più gloriosi e rappresentativi nell’impegno della conservazione e diffusione della cultura classica, ma è anche una delle radici da cui ha preso sviluppo gran parte della cultura del mio continente, l’America Latina. Mi chiamo Didier. Sono della Repubblica Democratica del Congo. Ho iniziato il baccalaureato dallo scorso febbraio. Ho

Nella pagina foto di studenti della FLCC

scelto lo studio delle lingue classiche per ragioni linguistico-culturali. Infatti, le lingue classiche mi aiutano ad approfondire il francese che deriva dal latino (per esempio tutte le etimologie) e a conoscere le radici del pensiero moderno che deriva dalla cultura greca e latina. Ciò mi consente di conoscere due culture antiche molto ricche e che hanno avuto un influsso considerevole sulle culture neolatine e da queste al mondo intero dove si sono diffuse le lingue moderne. Occorre conoscere le lingue classiche, sapendo che il latino è stato fino al diciassettesimo secolo la lingua scientifica ed è ancora oggi la lingua ufficiale della Chiesa Cattolica. Rispetto al clima che si respira nella Facoltà di Lettere Classiche e Cristiane dell’UPS, i rapporti in generale sono buoni sia tra gli studenti, sia tra docenti e studenti. La mia più grande difficoltà è quella di studiare in una lingua che ancora possiedo poco, ma con il tempo sarà più semplice.

Mi chiamo Shefry Y. F. Topit, vengo dall’Indonesia e precisamente dall’isola Sulawesi (Celebes). Sono un sacerdote diocesano, della Diocesi di Manado. Sono uno degli studenti del secondo anno del primo ciclo. Il mio vescovo, nel 2007, mi ha mandato un sms per il mio terzo anniversario di sacerdozio per felicitarsi con me. Io gli ho inviato il mio ringraziandolo per essersene ricordato, e l’ho scritto in latino: ‘’Gratias. Tibi quoque”. Dopo qualche giorno il mio vescovo mi manda a chiamare e mi dice: “Ho trovato l’uomo giusto per essere il professore di Patristica e Latino al Seminario Minore, perche l’insegnante attuale è già troppo anziano. Ho bisogno di un giovane per sostituirlo. Preparati, dunque, perché fra poco partirai per Roma dove studierai letteratura Classica e Latinitas”. E per i miei studi ha scelto questa facoltà dell’UPS. Sono arrivato a Roma cominciando lo studio delle lingue classiche nel 2008. All’inizio ho avuto molte difficoltà perché non conoscevo l’italiano. Ma adesso va molto meglio. Si dice che il latino è già morto, ma per me continua a essere una lingua viva. Nella letteratura latina trovo la bellezza della lingua, il senso delle parole, le relazioni con le lingue moderne, ecc. Anche in greco ritrovo molte radici etimologiche. Ho scoperto che latino e greco oltre che a essere importanti sono anche interessanti. In questa facoltà ho sperimentato un ambiente pieno di fraternità, amicizia, accoglienza e buona volontà con bravi docenti e colleghi gentili.


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del Seminario son diventati un libro a cura del prof. Manlio Sodi, edito dalla LAS con il titolo: “Sui sentieri di Paolo. La sfida dell’educazione tra fede e cultura”. Vedi pag. 35.

TEOLOGIA Con San Paolo, la sfida dell’educazione tra fede e cultura Anche l’Università Pontificia Salesiana ha preso parte alle celebrazioni dell’Anno Paolino con un seminario di studio dai titolo: “Sui sentieri di Paolo. La sfida dell’educazione tra fede e cultura”. Il taglio, come si evince già dal titolo, faceva riferimento allo specifico dell’Università Salesiana, e cioè quello educativo. Specifico che si ricava anche dalla lista degli interventi che hanno visto il coinvolgimento di tutte le sei facoltà dell’UPS. Il seminario - che si è svolto in due pomeriggi - ha avuto inizio giovedì 23 aprile. I lavori sono stati aperti dal Rettore dell’Università, prof. Mario Toso. Ha fatto seguito l’intervento introduttivo e illustrativo del coordinatore del convegno, prof. Manlio Sodi. Quindi gli interventi di due docenti della Facoltà di Filosofia: il prof. Maurizio Marin (“Paolo, un rabbino ‘romano’ nella cultura ellenistica. Quale lezione per l’oggi?”), e il prof. Sabino Palumbieri (“Paolo, maestro di dialogo tra fratelli, fedi e culture diverse”). Il dibattito in sala ha fatto da ponte alla seconda serie di riflessioni proposte da due docenti della Facoltà di Diritto Canonico: il prof. Markus Graulich che ha presentato una riflessione dal titolo: “Rispettosi della legge, sotto la guida dello Spirito”, e il prof. Jesu Pudumai Doss che ha parlato de “I diritti della persona nei dispositivi delle istituzioni del tempo”. È stato il turno quindi di due docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, i proff. Franco Lever e Carlo Tagliabue che hanno affrontato il tema de “La figura di Paolo nella cinematografia”. La seconda giornata di seminario, ha avuto inizio con gli interventi di due docenti della Facoltà di lettere Cristiane e Classiche: il prof. Mario Maritano ha presentato una riflessione dal titolo “La trasmissione del pensiero Paolino nei Padri dell’Oriente: tra commenti e attualità”; mentre il prof. Biagio Amata ha parlato de “La trasmissione del pensiero Paolino in alcuni Padri delle Chiese di Occidente”. Hanno fatto seguito le proposte dei due docenti della Facoltà di Teologia: il Prof. Rafael Vicent su “Paolo, un ermeneuta dell’Antica Alleanza per un’Alleanza nuova in Cristo”, e il prof. Paolo Carlotti con “La coscienza morale cristiana in Paolo”. Dopo il dibattito, due docenti della Facoltà di Scienze dell’Educazione, i proff. Jerome Vallabaraj e Mario Oscar Llanos, hanno concluso la serie di interventi con “Educare alla fede di fronte alle sfide e alle attese di molteplici culture”, il primo e “Dalle forme Paoline di ‘Vocazioni’ all’educazione della chiamata in Cristo”, il secondo. Ha concluso il seminario l’intervento di S. Ecc. Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, con una riflessione dal titolo: “Educare oggi, tra fede e cultura”, offrendo alcune prospettive per l’oggi”. Gli atti

Don Pietro Stella insieme al Card. Raffaele Farina

L’Università di Pavia ricorda il Prof. don Pietro Stella, insigne salesiano e storico Il CESUP (Centro per la Storia dell’Università di Pavia), in collaborazione con l’UPS, ha organizzato lo scorso 22 maggio 2009, una “Giornata di Studio in ricordo di Pietro Stella” dal titolo “Il Giansenismo e la Facoltà Teologica Pavese”. L’incontro ha avuto luogo nell’Aula “Foscolo” del Palazzo Centrale dell’Università degli Studi di Pavia. Il programma ha visto gli interventi di studiosi e specialisti provenienti da varie università. A rappresentare l’Università Salesiana il prof. Aldo Giraudo, con un intervento dal titolo: “Il fondo librario di Pietro Stella”. Gli interventi sono stati introdotti dal saluto del Presidente del CESUP, prof. Dario Mantovani (Università di Pavia). Quindi, in successione, hanno preso la parola il prof. Giulio Guderzo (Università di Pavia) che ha trattato il tema “Giansenismo e giansenismi”; la prof.ssa Maria Lupi, dell’Università di Roma Tre, alla quale è stato affidato il compito di tracciare l’insigne figura del prof. Stella con una relazione dal titolo: “Ricordando Pietro Stella”; il prof. Mario Tosti (Università di Perugia) ha parlato di “Giansenismo e riforma della Chiesa negli anni della Rivoluzione”; la prof.ssa. Isabelle Brian (Università di Parigi 1, Panthéon-Sorbonne) ha trattato il tema: “Echi giansenistici nella predicazione parigina del Settecento”; la prof.ssa Simona Negruzzo (Università Cattolica) ha proposto una riflessione su “Tesi teologiche della facoltà asburgica”; la prof.ssa Paola Vismara (Università di Milano) ha approfondito la relazione tra “Pietro Tamburini e il dispotismo pontificio”; il prof. Annibale Zambarbieri (Università di Pavia) ha illustrato “Le gôut de l’histoire: erudizione, critica, ecclesiologia in Giuseppe Zola”; il prof. Xenio Toscani (Università Cattolica) ha parlato de “La Facoltà teologica pavese tra soppressioni e ricostruzioni”; infine, il Vescovo Emerito di Treviso, Mons. Paolo Magnani è intervenuto su “Il vescovo Tosi a Pavia (1823-1845): una Chiesa agostiniana”. Il prof. Pietro Stella, salesiano di Don Bosco, è scomparso il 1 giugno 2007 a Roma. È stato docente ordinario di Teologia morale nella Facoltà di Teologia dell’UPS. Con il suo insigne impegno culturale, ha contrassegnato circa cinquanta anni di ricerche rendendo onore alla Comunità accademica dell’UPS, con la quale ha sempre coltivato un legame profondo. Il prof. Stella è stato, tra l’altro, ordinario di Storia Moderna presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Perugia dal 1977 e, nel 1981, fu chiamato a coprire la cattedra di Storia della Chiesa nella Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Roma. Incaricato per anni del Centro Studi Don Bosco dell’UPS, don Stella si è affermato come un grande studioso non solo dell’opera e dell’attività educativa e pastorale di Don Bosco nella storia della Religiosità cattolica, ma anche del Giansenismo in Italia.


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XIV edizione del corso di formazione permanente per missionari e missionarie All’Università Pontificia Salesiana è in corso di svolgimento del 14º corso di formazione permanente per missionarie e missionari. Questa nuova edizione conta 39 partecipanti con ampia esperienza di lavoro. Provengono da India, Italia, Brasile, Ecuador, Haiti, Argentina, Spagna, Portogallo e dall’Africa. Sono uomini e donne che hanno già alle loro spalle esperienze di lavoro missionario in 4 distinti continenti: Africa (Malawi, Mozambico, Congo, Madagascar e Egitto), America (Argentina, Brasile, Perù e Paraguay), Asia (Pakistan, Filippine e India), e Europa (Romania). Sono tutti religiosi: 17 Salesiani di Don Bosco, 9 Figlie di Maria Ausiliatrice, 3 suore e fratelli della congregazione di Don Calabria, 3 Piccole Ancelle del Sacro Cuore, 1 Serva di Maria, 2 Suore Terziarie Francescane, 2 Comboniani e 1 sacerdote diocesano. Obiettivo primario del corso è la formazione permanente per una maggiore lettura della realtà odierna attraverso l’approfondimento del messaggio evangelico e la progettazione dell’azione pastorale missionaria. Per raggiungere questi obiettivi sono stati coinvolti 24 professori la maggior parte dei quali proviene dall’UPS. Al lavoro di formazione e di docenza collaborano altri insegnanti esterni e persone che apportano la loro esperienza di missionari. La proposta formativa culturale contempla le seguenti discipline: scienze umane e teologiche: antropologia (culturale, religiosa, economica), elementi di psicologia, elementi di teologia (cristologia, esegesi biblica, ecclesiologia, liturgia e spiritualità); per la prassi missionaria: evangelizzazione e catechesi, interculturazione, accompagnamento spirituale, prassi cristiana, predicazione, famiglia e educazione. Il corso nasce dalla collaborazione del Dicastero per le Missioni della Congregazione dei Salesiani di Don Bosco e dalla Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. È organizzato e coordinato da don Dionisio Pacheco, in rappresentanza del suddetto dicastero, e da don Antonio Escudero, docente di Teologia all’UPS. È stato avviato lo scorso 14 settembre e termina il prossimo 3 dicembre. A conclusione, dal 4 al 10 dicembre, viene offerta la possibilità di partecipare a un viaggio di studio-pellegrinaggio in Terra Santa con la guida di don Luis Gallo, docente UPS e segretario della Visitatoria salesiana dell’Università.

Corso per operatori di PG organizzato da UPS e Diocesi di Benevento L’Istituto di Teologia Pastorale (Facoltà di Teologia) dell’Università Pontificia Salesiana ha organizzato un nuovo “Corso di Operatori di Pastorale Giovanile” che per questa edizione viene promosso dalla Pastorale Giovanile di Benevento, in collaborazione con il Servizio Regionale di

Pastorale Giovanile della Campania. Così come era avvenuto in Sicilia, anche quest’anno le lezioni si svolgono a Benevento, in concreto presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Redemptor Hominis di Viale Atlantici. Direttore del corso è il prof. José Luis Moral (UPS). Responsabile per la sede di Benevento è don Renato Trapani. Coordinatore di Segretaria è la dott.ssa Tiziana Coviello. Il corso intende formare l’Operatore Intermedio di Pastorale Giovanile, una persona cioè che matura una competenza collocata a livello intermedio rispetto a quella dell’operatore diretto (catechisti e animatori di base) e dell’operatore specializzato (esperti con titoli di licenza o dottorato). Il corso si sviluppa nell’arco dell’anno accademico 2009-2010 attraverso otto incontri di fine settimana e un corso estivo di due settimane. Si struttura attorno alle discipline che riguardano direttamente la pastorale giovanile e la catechetica ed è orientato alla dimensione operativa (analisi, prassi e verifica pastorale) decisamente professionalizzante (elaborazione e gestione di progetti). Diverse sono le attività di studio programmate. Queste possono essere assemblate attorno alle seguenti tre aree: area di teologia pastorale e pastorale giovanile e catechetica; area pedagogica e metodologica; corsi monografici, seminari e prassi pastorale. La qualità educativa necessaria è assicurata attraverso stage formativi realizzati sotto la supervisione dell’UPS di Roma e dell’Istituto Teologico San Tommaso di Messina. Momento forte del progetto è costituito dal tirocinio, realizzato in loco e verificato successivamente in un confronto allargato tra studenti e docenti. Ai partecipanti è richiesta la presenza alle lezioni. L’assenza che supera il 20% del totale delle lezioni esclude dalla possibilità di poter accedere alla prova finale. Alla fine del percorso formativo, l’UPS conferirà il Diploma di Operatore di PG.

COMUNICAZIONE SOCIALE Dire Dio nel cinema: seminario di studio sul cinema religioso alla FSC (UPS – Roma, 21 ottobre 2009) - Per il secondo anno consecutivo Religion Today Filmfestival (RTF) e Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale (FSE) dell’UPS confermano il successo della formula di collaborazione che coinvolge studenti di comunicazione sociale ad avvicinarsi al cinema di ispirazione religiosa. La formula scelta per questa 12.a edizione del RT, seconda con la partecipazione della FSC, si è concretizzata in una giornata, pensata come un seminario di studio, nella quale autori,, registi, studiosi, professionisti, docenti e stuUn momento del Festival denti, si incontrano per riflettere sul cinema che affronta la tematica religiosa. “Dire Dio nel cinema” è il tito-


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lo del seminario che si è svolto il 20 ottobre 2009. La giornata di studio è stata divisa in quattro sezioni principali, ognuna delle quali è stata dedicata al cinema contemporaneo che trae ispirazione da quattro grandi religioni: il Cristianesimo, l’Ebraismo, il Buddismo e l’Islam. Ad introdurla i saluti di benvenuto del prof. Franco Lever, decano della FSC e coordinatore della manifestazione, del prof. Carlo Nanni, rettore magnifico dell’UPS e del dott. Davide Zordan, presidente del RTF. Il Rettore ha sottolineato come il cinema in generale, e in particolare quello di religioso, può aiutare “ad andare oltre se stessi favorendo il dialogo dell’anima con se stessi e la sinfonia di molti altri sé”. Così facendo il cinema si qualifica come “via di educazione di primordine e come strumento privilegiato verso quel movimento di alterità che è Dio”. Davide Zordan, da parte sua, ha evidenziato come il titolo scelto per il seminario “Dire Dio nel cinema” contenga due idee e affermazioni fondamentali: la prima, “che Dio vuole rendersi visibile all’uomo” e la seconda “che uomini e donne sono capaci di esprimere il loro desiderio di incontrarlo in modo creativo e concreto”. La prima sezione del seminario è stata dedicata al cinema di ispirazione cristiana. Sono intervenuti il prof. Franco Lever, decano della FSC, il prof. Lloyd Baugh dell’Università Pontificia Gregoriana e il prof. Kjartan Leer-Salvesen, sacerdote e critico cinematografico norvegese. I tre interventi hanno messo in risalto l’elemento fondamentale che le tre religioni monoteiste hanno in comune; esse condividono infatti l’idea di un Dio unico, trascendente eppure vicino, che l’uomo desidera incontrare. Come l’arte cristiana nel corso dei secoli ha raffigurato questo desiderio di relazione tra l’uomo e Dio, oggi anche il cinema può e riesce a farlo, quando evita di cadere in forme “idolatriche” (la pretesa di “rappresentare” Dio, rischio sempre presente per l’artista cristiano) o nella banalizzazione. Rappresentando onestamente l’esperienza umana dell’uomo e del creato il cinema è in grado di aiutare lo spettatore ad intravedere nella sua vita la Presenza di Dio. Per la sezione sul cinema di ispirazione ebraica è stato proiettato il cortometraggio A Jerusalem Tale (Una favola di Gerusalemme) di Thila Wesinnberg Kaiser. Di seguito l’intervento di Ziv Naveh, direttrice del Gesher Film Fund di Gerusalemme, e di Gilad Goldschmidt, il regista vincitore di uno dei premi della scorsa edizione del RTF. I due professionisti hanno evidenziato il potere del cinema di produrre cambiamenti sociali e di promuovere il dialogo tra i diversi gruppi e le differenti religioni quando è pensato onestamente e con spirito costruttivo. Oggi la cinematografia israeliana, hanno aggiunto, non vuole parlare di Dio in forma diretta (la tradizione ebraica non contempla la rappresentazione di Dio), così come non si occupa della religione in sé, ma della ‘religiosità’ vissuta dalla gente comune. All’apertura della sessione pomeridiana il seminario ha focalizzato la sua attenzione sul cinema di ispirazione buddista con la visione di alcune sequenze del lungometraggio Kindness, a letter from Tibet (Gentilezza, una lettera dal Tibet) sulla filosofia di vita e sui problemi politici che vive la Un momento del Festival

Targa premio degli studenti FSC

comunità tibetana. La stessa regista, Clementine Ederveen, ha presentato e commentato le parti più significative del suo film, ritornando più volte sulla parola “kindness”. Compassione e gentilezza sono, infatti, le ‘chiavi’ che l’uomo ha a sua disposizione ed il cinema può ‘toccare’ le persone in profondità. Toccato nel suo intimo, l’uomo può creare le condizioni da cui nasce il dialogo e quindi un’opportunità di ascolto e di pace. Per quanto riguarda il tema esplicitamente religioso ha aggiunto: “Non abbiamo bisogno di templi. La nostra mente e il nostro cuore sono il nostro tempio”. L’ultima sezione del seminario è stata dedicata al cinema islamico. Sono intervenuti il prof. Lassaad Jamoussi della Sfax University (Tunisia) e il regista Rasoul Sadr Ameli, di cui è stato proiettato il film in concorso Every Night, Loneliness (Ogni Notte, Solitudine). La relazione tra immagine e Islam è molto conflittuale, ha evidenziato il prof. Jamoussi, ed il conflitto ha portato all’iconoclastia. Dio non viene rappresentato, ma raccontato nella vita e nelle opere dei profeti e attraverso l’agire dell’uomo ispirato dal Corano. Per questo le tematiche, che la cinematografia islamica oggi affronta di preferenza, sono: l’immigrazione, il destino, la modernità, la riforma, la mediazione tra tradizione e vita odierna, l’opposizione tra filosofia e dogma, il terrorismo, la donna. Il seminario si è concluso con l’assegnazione del premio “FSC - GIOVANI E COMUNICAZIONE 2009”. Gli studenti della FSC, sotto la guida del prof. Enrico Cassanelli, hanno dato vita ad una giuria composta da venti giovani “giurati” in rappresentanza delle molte nazionalità presenti in Facoltà e durante le prime tre settimane di ottobre hanno visionato i film in concorso. Il premio è stato assegnato con questa motivazione: “Tutti i film visti hanno proposto una esperienza originale di incontro con Dio. Alcune volte questa esperienza è vissuta nella semplicità; in altri casi è accompagnata da un dubbio che non lascia mai; sempre i protagonisti si confrontano con Dio in tutta sincerità . Per questo la Giuria desidera esprimere il grazie più sentito a tutti i registi dei film in concorso. Il film scelto è il racconto della risposta di Dio che soccorre la

Il momento della premiazione


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Prof. Francesco Casella

SCIENZE DELL’EDUCAZIONE Laboratorio di riprese

Nuovo Decano alla FSE protagonista secondo una modalità molto differente da quella che lei si aspetta. In questo modo ci ha dato la possibilità di avvertire che tante volte cerchiamo l’Essere amato su strade dove Lui non passa; non riusciamo a riconoscerlo quando ci parla tramite i segni più semplici della vita. È stato per noi un invito a riconoscere Dio nei piccoli gesti della esistenza quotidiana, nelle lacrime di un bambino o di un amico; nel sorriso delle persone che incontriamo ogni giorno. La nostra Giuria ha dunque deciso di attribuire il premio “FSC - GIOVANI E COMUNICAZIONE 2009” al film Every Night, Loneliness del regista iraniano Rasoul Sadr Ameli.” Nel ricevere il premio il regista iraniano, visibilmente commosso, ha affermato che questo riconoscimento gli è particolarmente caro proprio perché attribuito da una giuria di giovani che studiano in una Facoltà di comunicazione di una Università Pontificia, a Roma.

Cross-Media e solidarietà: una esperienza in atto Lo scorso giovedì 29 ottobre la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’UPS ha ospitato il Seminario intitolato “Comunicazione Cross-Mediale & Eventi solidali: adesso è possibile!” organizzato e condotto dal Prof. Antonio Giannasca. L’incontro si inquadrava nel ciclo delle lezioni del corso di Teoria e Tecniche della Comunicazione in Internet (CA0817) ed era rivolto soprattutto agli studenti del corso ma anche a quanti - liberi da altri impegni didattici - vi avessero voluto prendere parte. Il Seminario ha presentato il tema della cross-medialità con le sue implicazioni comunicative, sociali, promozionali. La cross-medialità è stata storicamente utilizzata in progetti riguardanti il cinema, la televisione, l’Home Video. Perché allora non utilizzarla anche per progetti solidali riguardanti Onlus, ONG, realtà religiose missionarie, per le quali la sinergia delle diverse fonti mediali diventa una modalità privilegiata per l’attività di fund-rising? Questo l’interrogativo che ha indicato implicitamente l’obiettivo che il seminario voleva raggiungere. A questo proposito infatti sono state presentate le campagne solidali della Fondazione Don Bosco nel Mondo e in particolare la campagna “Libera un Bambino Soldato” associata all’evento “La Corsa dei Santi” che si è tenuto a Roma lo scorso 1 novembre: Radio, Tv, Web, Social Networks, stampa editoriale e online, mobile, telefonia, iniziative di marketing passaparola, costituiscono i media “da incrociare” per propagare in maniera sinergica il messaggio solidale.

Con decreto del Gran Cancelliere e Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, è stato nominato decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS, per il triennio 2009-2012, il prof. Francesco Casella, entrato in carica dal primo luglio 2009. Il prof. Francesco Casella è nato ad Anzi (PZ) il 18 novembre 1947. Ha fatto la prima professione religiosa nella congregazione salesiana nel 1965, quella perpetua nel 1971. È stato ordinato sacerdote nel 1976. Ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale nella sezione di Castellammare di Stabia (NA); la Laurea in Lettere presso l’Università Federico II di Napoli; l’Abilitazione all’insegnamento del Ministero Pubblica Istruzione - Ufficio Scolastico della Campania di Napoli; l’Iscrizione all’Albo Professionale degli Insegnanti delle Scuole e Istituti statali e non statali di Istruzione di I e II grado presso il Provveditorato agli Studi di Caserta. Dopo aver ricoperto vari incarichi nella sua ispettoria (Direttore del Liceo classico dell’Istituto salesiano di Caserta; Preside del Liceo classico e scientifico dell’Istituto salesiano di Taranto; Direttore e Preside del liceo classico di Soverato, Catanzaro), dal 1995 al 2001 è stato a Roma, Casa generalizia SDB, come membro dell’Istituto Storico Salesiano (del quale è ancora membro associato). Dopo due anni come docente invitato all’UPS, è stato trasferito stabilmente alla Visitatoria dell’UPS come docente di Storia dell’educazione e della pedagogia, prima come aggiunto, quindi come straordinario e, infine, come ordinario dal 31 gennaio 2009. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Il Mezzogiorno e le istituzioni educative salesiane. Richieste e fondazioni (18791922). Fonti per lo studio, Roma, LAS, 2000; I Salesiani e la “Pia Casa Arcivescovile” per i sordomuti di Napoli (1909-1975), Roma, LAS 2002; Per conoscere l’Occidente. Un percorso storico culturale dall’antichità greco-romana ad oggi, Roma, LAS 2002; L’esperienza educativa preventiva di Don Bosco. Studi sull’educazione salesiana fra tradizione e modernità, Roma, LAS, 2007; Storia contemporanea. Antologia di documenti, Roma, LAS, 2008.

Giornata di Studio di catechesi con Gilles Routhier Un tema sicuramente stimolante: «Linee e tendenze del mondo catechetico-pastorale»; un relatore di fama internazionale: il canadese Gilles Routhier; il prestigio di cui gode nel nostro Paese l’Istituto di Catechetica, hanno rappresentato un mix irresistibile di attrazione per oltre una quarantina di catecheti e pastoralisti, tra i più affermati e con responsabilità ecclesiali ai più alti livelli, che sabato 31 ottobre sono giunti all’UPS provenienti da tutta Italia.


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La Giornata studio di catechesi è una proposta ormai tradizionale che annualmente concentra l’attenzione degli esperti sulle principali riflessioni ed esperienze catechetico-pastorali che si sviluppano localmente nelle varie parti del mondo. Dopo Inghilterra, Sudafrica, Francia, Germania, America Latina - per ricordare solo alcune delle ultime realtà studiate - quest’anno si è deciso di esaminare il Canada francofono, uno degli ambienti catechetici oggi più promettenti e problematici. I partecipanti avevano già ricevuto in precedenza gran parte del materiale di lavoro, così la giornata ha potuto svilupparsi su tre relazioni sufficientemente concentrate nel tempo mentre ampio spazio è stato offerto al dialogo in sala. Davvero numerosi sono stati gli spunti di riflessione offerti dal relatore o maturati nel confronto tra gli esperti. Tra l’altro, si è tornati più volte sulla sfida culturale come principale provocazione per la catechesi, sulla necessità di pensare il tempo attuale nella scia del tempo lungo, sull’importanza di costruire modelli adatti ad analizzare la qualità dei processi evangelizzatori nell’evolvere continuo delle situazioni. Quanto al Canada, ci si è soffermati sui “nodi” che la pastorale e la catechesi devono dipanare al presente: la sfida della completa assunzione della catechesi dei ragazzi da parte delle comunità parrocchiali; la sfida del primo annuncio; la sfida del pluralismo. Infine, è stata presentata e analizzata criticamente la proposta della cosiddetta “pastorale d’engendrement” (pastorale generativa), un modo di proporre la fede alle nuove generazioni interessante e innovativo. Gilles Routhier, tra i proff. Al termine della giornata De Souza e Wirth era davvero palpabile la soddisfazione dei partecipanti. In tutti la convinzione di aver preso parte a un momento significativo di presa di coscienza di quel compito fondamentale che aspetta la Chiesa che - con felice espressione - il relatore ha così sintetizzato, facendo riferimento alla situazione di trapasso culturale in cui Agostino scriveva il suo De Civitate Dei, con la città di Roma caduta e i Vandali alle sue porte: «Accettare di “passare ai barbari” rappresenta - mi sembra - ciò a cui è chiamata oggi la Chiesa».

Simposio italo-cinese sulla formazione tecnica e professionale La Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS, in collaborazione con il College of Education della Zhejiang University di Hangzhou (Repubblica Popolare Cinese) e il Seeco Educational Research Centre della medesima Università, ha organizzato nei giorni 22, 23 e 24 maggio un simposio sul tema: Technical and Professional Education in China and in Italy between professional competence, human maturation and society development. L’iniziativa è iscritta nel quadro degli scambi culturali che dal 2006 l’Università Salesiana, la Facoltà di Filosofia, la Facoltà di

I partecipanti al Simposio

Lettere Classiche, e in particolare la Facoltà di Scienze dell’Educazione, hanno avviato con le Università cinesi di Pechino (Foreign Studies University), Shanghai (Fudan University) e Hangzhou (Zhejiang University). Il simposio ha rappresentato un approfondito confronto tra le esperienze e le ricerche dei due paesi attorno al tema della formazione tecnica e professionale dei giovani, in un momento in cui in Cina grandi masse di giovani si spostano dalla cultura agricola delle campagne verso quella industriale delle città e in Italia la riforma scolastica in atto pone in seria questione non solo le sorti dell’Istituto tecnico e dell’Istituto professionale, ma soprattutto il contributo formativo-umano dei Centri della formazione professionale regionalizzati. Da parte italiana si è voluto offrire ai colleghi cinesi l’apporto originale che si ha in materia grazie all’esperienza secolare dei Salesiani e alla specializzazione curricolare e di ricerca coltivata dalla nostra Facoltà di Scienze dell’Educazione fin dalle sue origini. Come allude il sottotitolo del simposio, si è data particolare evidenza alla vasta problematica che nella istruzione e formazione professionale si viene ad avere tra richieste di competenze da parte del mercato del lavoro, legittime aspirazioni di una formazione umana personale umanamente degna, e collaborazione a uno sviluppo sostenibile per tutti ed ognuno: specie per i (e da parte dei) più svantaggiati, vale a dire per coloro che vengono da famiglie povere, da ambienti rurali, da flussi migratori, sia per (e da parte di) coloro che sono “diversamente abili”. Entrambe le parti hanno accolto con serietà e calore questa sfida insieme educativa, sociale e civile. Gli atti del simposio saranno pubblicati prossimamente.

Attività, numeri e novità dell’Istituto di Psicologia L’Istituto di Psicologia si riaffaccia al nuovo anno accademico 2009-2010 con importanti novità curricolari e un calendario denso di iniziative. Già da maggio è attivo il nuovo sito dell’Istituto www.psicologia.unisal.it che avrà la funzione di interfaccia fra gli studenti e l’Istituto e da riferimento per chiunque voglia saperne di più sulle attività svolte e sulle ultime novità. Quest’anno l’Istituto ha avuto modo di contare circa cento iscritti nel primo anno del ciclo di Baccalaureato. Fra i nuovi studenti di psicologia, laici e religiosi, vi è una presenza trasversale di provenienze, in perfetto stile UPS: giovani provenienti da tutta Italia e un piccolo gruppo internazionale di studenti


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Il prof. De Souza a Ausburg

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Il prof. Formella e il gruppo di studenti UPS a Kielce

che hanno accolto una prospettiva di formazione correlata ai valori salesiani. Novità di rilievo è il curricolo accademico che ha cambiato assetto tanto nel ciclo triennale di Baccalaureato, all’interno del quale sono stati attivati nuovi corsi, seminari e laboratori su tematiche specifiche, quanto nel ciclo biennale di Licenza specialistica. Per gli studenti iscritti alla Licenza, infatti, è stata introdotta una duplice proposta formativa: Psicologia dell’educazione e dello sviluppo che nel primo anno di Licenza conta circa venticinque iscritti e Psicologia Clinica e di comunità, che sempre nel primo anno di

Licenza, ne conta circa sessanta. Novità anche fra i docenti. L’Istituto ha tra i suoi nuovi docenti il prof. Antonio Dellagiulia, salesiano, e i professori Alberto Oliverio, Mario Becciu, Alessandro Ricci e Alessandra Pezza. Tra le pubblicazioni dei professori dell’Istituto nominiamo: Formella Z. (2009), L’educatore maturo nella comunicazione relazionale, Aracne, Roma; Gambini P. (2009), Essere Adolescenti a Grosseto. Un’indagine a carattere Psicosociale, C&P Adver Effigi; De Luca M. L. (Ed.)(2009), Psicoterapia e ricerca. Dalla teoria alla clinica, LAS, Roma; Becciu M.Colasanti A.R. (2009), In viaggio per crescere. Un manuale di auto-munito aiuto per gli adolescenti: per potenziare le proprie risorse e stare bene con sé e con gli altri, Franco Angeli, Milano. Numerose le iniziative, sia pratiche che intellettuali, svolte dall’Istituto di cui menzioniamo: la riorganizzazione degli uffici dei professori, l’aula per gli incontri dell’Istituto ed un’aula adibita per le ricerche; la presenza di un anno del confratello professore Edison Fernandes, per un’esperienza di docenza; l’organizzazione insieme alla Compagnia di San Giorgio, da parte del professor Formella, della “Scuola genitori”, per genitori scout di Roma e provincia. Fra le attività interuniversitarie da ricordare che il 7, 8, 9 giugno 2009 il prof. Nanni e il prof. Formella, insieme ad alcuni studenti dell’Istituto, hanno partecipato al convegno Internazionale dal titolo “L’influsso sul mondo giovanile degli insegnamenti di Giovanni Paolo II. Risvolti Psico-educativi”. Il Convegno è stato organizzato dall’Università Jan Kochanowski of Humanities and Science in Kielce (Polonia) e altre Istituzioni locali e internazionali, tra cui l’Istituto di Psicologia e la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS, con l’obiettivo di creare una serie di appuntamenti che affrontino la tematica del mondo giovanile a livello Internazionale. In tale occasione sia i professori che gli studenti hanno avuto modo di presentare relazioni ed interventi inerenti al tema.

DIPARTIMENTO DI PASTORALE GIOVANILE E CATECHETICA XVI Incontro Italo-Tedesco di Pedagogia religiosa ad Augsburg Nella Exerzitienhaus St. Paulus della Diocesi di Augsburg si è realizzato dal 13 al 17 settembre il XVI Incontro Italo-Tedesco di Pedagogia religiosa. Ogni due anni, in uno dei due paesi, specialisti di scienze catechetiche e di pedagogia religiosa si riuniscono per trattare un tema di interesse comune. Una iniziativa unica nel suo genere, iniziata più di trenta anni fa e che continua a essere significativa. Il tema dell’incontro è stato: Prospettive in materia di valutazione dell’Insegnamento della Religione. Il precedente incontro è stato realizzato a Firenze nel 2007 sul tema: L’arte nella catechesi e nella pedagogia religiosa; l’anteriore a Berlino nel 2005 sul tema della memoria. All’incontro hanno partecipato da parte italiana 17 persone tra catecheti e pedagogisti, docenti dell’Istituto di Catechetica dell’UPS, o formatisi presso l’Università Salesiana; da parte tedesca 11 pedagogisti. Per l’Italia era presente l’équipe dell’Istituto di Catechetica al completo, responsabile di questa iniziativa da parte italiana, gli altri provenivano dall’Auxilium, da Messina, Chioggia, Novara, Bergamo; mentre i partecipanti tedeschi, quasi tutti laici, sono professori di Pedagogia religiosa nelle diverse università della Germania. Le relazioni italiane sono state presentate da Flavio Pajer: L’evoluzione dell’IR nell’Europa di oggi: le tendenze e le prospettive; Sergio Ciccatelli: Panorama sugli sviluppi recenti dell’IRC in Italia; Zelindo Trenti: Il significato dell’IRC nei processi di apprendimento. Da parte tedesca sono intervenuti: Ulrich Riegel: Gli standard di formazione degli operatori dell’Educazione religiosa. L’IR ideale nella prospettiva degli insegnanti di religione dell’Italia e della Germania; Maria Widl: “Non mi dice proprio nulla!”. I giovani e il loro (parziale) rifiuto della formazione religiosa; Annegret Reese-Schnitker: Il rendimento nell’insegnamento della religione: possibilità e rischi per una valutazione. Le relazioni saranno pubblicate sia in Germania che in Italia. I partecipanti all’incontro hanno anche avuto l’opportunità di visitare la città di Augsburg, in modo speciale la Fuggerei, il complesso di case popolari più antico del mondo, fondata da Jakob Fugger nel 1521, come complesso residenziale per i cittadini indigenti di Augusta, e di avere un incontro con Rudwig Rendle, responsabile nella diocesi per l’Educazione religiosa nella scuola. Gli incontri sono stati come sempre arricchenti, con dibattiti vivaci che hanno permesso di fare il punto sul tema scelto, analizzato dai due diversi contesti culturali e religiosi.

Viaggio di studio in Terra Santa “Alle sorgenti della fede” di Mario Cimosa Anche quest’anno l’Università Salesiana ha organizzato, dal 24 agosto al 7 settembre, con successo e piena soddisfazione di tutti i partecipanti, attraverso il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica (DPGC) un viaggio di studio in Terra Santa (Israele-Palestina-Sinai): “Alle sorgenti della fede”. La


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vita cristiana infatti si nutre di un contatto reale, permanente e competente con quella testimonianza originale e insostituibile della Parola di Dio che è la Bibbia quale codice autorevole del senso cristiano dei luoghi, dei tempi e degli avvenimenti che costituiscono la cosiddetta Terra Santa. Tre gli obiettivi del viaggio. un aggiornamento biblico, storico, esegetico, archeologico; un approfondimento e un’ulteriore qualifica della propria formazione teologica, pastorale e catechetica, a contatto con i luoghi della storia della salvezza; un arricchimento della propria vita personale di fede, sono stati, al dire dei partecipanti, ottimamente raggiunti. Erano 46 persone partecipanti guidate da tre professori, don Luis Gallo, don Mario Cimosa, don Corrado Pastore, la maggior parte studenti dell’UPS con un buon gruppo del DPGC e del curricolo di Pastorale “Bibbia e Liturgia”. Altri invece provenivano da alcune Università Pontificie Romane (Gregoriana, Augustinianum, Anselmianum, Lateranum) e tutti da molti paesi del mondo (tra cui: Argentina, Colombia, Lituania, Ucraina, Indonesia, India, Italia…). Inoltre qualche amico laico, tra cui i genitori di un neo-sacerdote. La presenza di questi ultimi è stata molto positiva per la loro testimonianza cristiana e perciò molto motivati nel partecipare a questo Viaggio. Tra le impressioni dei partecipanti, si possono riportare brevemente le seguenti: “L’esperienza è stata positiva. Ottime le guide, molto apprezzabile l’organizzazione, i tempi, la capacità del gruppo di gestire tutti i momenti, anche quelli non previsti o prevedibili. Molto positivo l’affiatamento dei partecipanti e le motivazioni che hanno guidato i presenti. Nonostante tanta diversità di provenienze, carismi e in taluni casi anche di età, è stata facile la conoscenza e l’accoglienza, il rispetto e la condivisione. Così, ridotte al minimo le scelte autonome dei gruppi di appartenenza linguistica, tutti si sono sforzati di osservarsi e valorizzarsi come persone chiamate a vivere un’esperienza comune. Significativo che questa ricchezza abbia prodotto e non spento i contributi personali, espressi nelle omelie, nelle preghiere e nelle varie riflessioni svolte; persino le domande che hanno accompagnato gli incontri e le conferenze sono risultate come delle espressioni di sensibilità mai contrapposte. La formula che mette insieme visite ai luoghi e lettura della Bibbia, celebrazioni e conferenze, momenti comuni e spazi individuali è risultata vincente, non soffocando il legittimo desiderio di riflessione personale. Ottimi anche i sussidi a disposizione”. Le conferenze di alcuni professori dell’UPS o dei Paesi visitati su temi biblici: cristiani, ebraici e mussulmani hanno costituito

Nelle due foto il gruppo dei partecipanti al viaggio-studio in Terra Santa

un’ottima integrazione all’esperienza di studio e di spiritualità “alle sorgenti della nostra fede”. Con questo viaggio il DPGC rinnova una tradizione collaudata da oltre 20 anni.

Per una concreta e progressiva riorganizzazione e per il rafforzamento del DPGC Nel corso dell’anno accademico 2008-2009, i docenti del DPGC sono stati impegnati in uno studio affidatogli dal Gran Cancelliere, don Pascual Chávez Villanueva. Consisteva nell’organizzare un Seminario di Ripensamento del Progetto formativo del DPGC. Questo seminario è stato organizzato in quattro momenti successivi, centrati rispettivamente sull’identità del DPGC (7-8 novembre 2008), sull’analisi critica del suo statuto e operato (6-7 febbraio 2009), sul confronto con altri istituti aventi curricoli simili a quello del DPGC (14 febbraio 2009) e sulle prospettive di futuro (27-28 marzo 2009). Alla conclusione di questo lungo percorso è stato redatto un Documento Finale, che ha avuto l’approvazione di tutti i docenti delle due facoltà interessate al Dipartimento (FT e FSE) nell’ultima sessione del seminario. Il Documento finale traccia in sintesi le indicazioni più importanti per orientare le decisioni in vista di una migliore prospettiva per il futuro del DPGC. Le conclusioni finali possono essere riassunte nel seguente enunciato: “Cercare una concreta e progressiva riorganizzazione e rafforzamento dell’attuale identità del Dipartimento in linea di continuità con la sua storia; in qualche modo, ciò implica una maggiore autonomia strutturale attraverso opportune modifiche negli Statuti e negli Ordinamenti che riguardano il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica. Tale autonomia deve essere pensata però insieme a un più profondo rapporto tra le due facoltà e i due istituti che compongono il DPGC”. La partecipazione a questo seminario è stata intensa e seria da parte delle due facoltà e dei due istituti (Istituto di Teologia Pastorale e Istituto di Catechetica) e si è affermato con chiarezza che bisognerà rivedere sia la qualità educativa che teologica dell’impianto. Tale proposta va fatta, chiarendo la qualità educa-


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Il Seminario di Ripensamento DPGC

Gruppo di studenti di Teologia

tiva dentro una visione teologica e precisando una visione teologica attenta alla dimensione educativa. Nel corso del Seminario sono emerse numerose riflessioni globali e indicazioni concrete per una migliore riorganizzazione dei curricoli e delle discipline. Si auspica, inoltre, un nuovo protagonismo del “Gruppo Gestore” del DPGC, che possa promuovere sia un maggior coinvolgimento delle due facoltà sia la riflessione attraverso la quale arrivare a una integrazione più articolata tra scienze dell’educazione e teologia. I docenti del Dipartimento sono in attesa di una coraggiosa decisione da parte del Gran Cancelliere perché possa con creatività, che ha sempre caratterizzato le iniziative dell’Università e del DPGC, promuovere un più fattivo dialogo interdisciplinare, come anche una fattiva collaborazione intercurricolare e inter-facoltà, puntando alla partecipazione di tutta la Facoltà (FSE e FT insieme) e non solo di alcuni suoi settori.

tenuto fino ad oggi corsi di Diritto Canonico, prima in qualità di assistente (1971-1980), quindi di docente aggiunto (19811987) e infine come professore straordinario (1987-2009). Stimato dai colleghi e dagli studenti per la sua competenza, ha ricoperto l’incarico di decano della Facoltà nei periodi 19911997 e 2005-2008, e come Pro-Decano dal 2002 al 2005. Durante i quasi quarant’anni di docenza universitaria ha prodotto una serie di saggi e vari contributi di valore soprattutto nel campo matrimoniale che l’hanno qualificato come studioso ascoltato in tale ambito. Inoltre, la sua riconosciuta competenza ha fatto del prof. Ardito un esperto ricercato da numerose diocesi e da non pochi istituti religiosi, e un apprezzato consulente di vari dicasteri del governo centrale della Chiesa. È stato prima giudice esterno del tribunale regionale del Lazio per le cause matrimoniali e da qualche anno Vicario Giudiziale del Vicariato di Roma. Il Gran Cancelliere conclude la lettera con la quale conferisce l’emeritato al prof. Sabino Ardito affermando: “Per tutti questi titoli è doveroso che l’UPS e la Facoltà di Diritto Canonico Le manifestino il loro vivo e riconoscente apprezzamento”.

DIRITTO CANONICO Emeritato del prof. don Sabino Ardito Con il compimento del 70° anno di età, il 5 maggio 2009, il prof. Sabino Ardito è stato insignito dal titolo di docente emerito della Facoltà (St 23 § 4) dal Gran Cancelliere dell’Università, Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, don Pascual Chávez Villanueva. Nella lettera che in questa data ha indirizzato il Rettor Maggiore al prof. Ardito ha sottolineato “la costante e generosa dedizione con cui ha svolto il suo servizio accademico di docenza e di direzione della Facoltà di Diritto Canonico della nostra Università”. Il prof. Ardito ha ottenuto la licenza in Teologia nel 1967, la licenza in Diritto Canonico nella nostra Facoltà dell’UPS nel 1969 e il dottorato nel 1981. Chiamato a far parte del corpo docente della Facoltà di Diritto dell’UPS, dal 1971 in poi, ha

Prof. Sabino Ardito


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CRONACA DELL’INAUGURAZIONE di Renato Butera

on l’eucaristia presieduta da Mons. Guerino Di Tora, vescovo del Settore Nord della diocesi di Roma, si è aperta la giornata in cui l’Università Pontificia Salesiana celebrava la solenne inaugurazione dell’Anno Accademico 2009-2010. La comunità accademica si è ritrovata nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Speranza per il primo importante momento celebrativo. Accanto a Mons. Di Tora sul presbiterio c’erano il Rettore dell’UPS, prof. Carlo Nanni, i decani delle facoltà, il coordinatore del DPGC e il parroco don Roberto Colameo. Alla celebrazione, animata dai canti del Coro dell’UPS diretto da don Mimmo Alvati, oltre ai docenti e a molti studenti, erano presenti alcuni rappresentanti delle ambasciate presso la Santa Sede. La messa è stata introdotta dal saluto del Rettore che ha ringraziato i presenti e ha presentato Mons. Di Tora, già direttore della Caritas Diocesana di Roma ed ex-allievo di Pedagogia e Psicologia della Facolltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS. Il vescovo ha centrato la sua omelia sulla capacità di accoglienza dell’altro che ogni cristiano deve possedere, animato dalla Spirito di Dio, e ancor di più quando si tratta del diverso, “una alterità che rimanda al Totalmente Altro che è Dio”. Nell’accoglienza del diverso si realizza la giustizia e si dà vita alla carità. Dopo l’omelia di Mons. Di Tora, i docenti hanno rinnovato la loro dedizione all’insegnamento con la formula della professione di fede del docente, mentre gli studenti hanno proclamato la preghiera di impegno nello studio. L’atto accademico, che si è svolto nell’Aula Paolo VI dell’Università e che ha caratterizzato la seconda parte della giornata di inaugurazione, è stato presieduto da sua Eminenza il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia. L’atto è stato aperto dalla relazione introduttiva del Rettore, nella quale il Prof. Nanni ha voluto ringraziare in modo particolare il suo predecessore prof. Mario Toso, congratulandosi per la sua nomina a Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e la sua elezione a Vescovo titolare di Bisarcio. “La sua dedizione all’Università – ha detto don Nanni - e le sue tante iniziative durante il suo sessennio di rettorato sono sotto gli occhi e nel

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Mons. Guerino Di Tora presiede la Messa di inaugurazione Nel riquadro l’Assemblea

Momenti della giornata d’inaugurazione

cuore di tutti noi”. Il Rettore ha inoltre invitato tutta la comunità accademica a “camminare insieme” in quelle che sono le attività ordinarie e straordinarie previste per quest’anno accademico con una speciale speranza, quella “di poter avere una visita del Papa all’UPS. Sua Santità mi ha esplicitamente dichiarato che è nelle sue intenzioni, quando ho potuto incontrarlo personalmente il 6 settembre scorso a Bagnoregio”. Il prof. Nanni ha quindi introdotto, ringraziandolo per la sua adesione all’invito di presiedere l’atto di inaugurazione dell’anno accademico, S. Em. il Cardinale Scola. Il Patriarca di Venezia ha offerto il suo intervento di prolusione dal titolo “Paideia e Università”. Organizzato su tre punti: “Paideia e società postmoderna”, “Paideia: libertà e realtà”, e “Paideia e università”, concludendo con delle indicazioni per una Università “cristianamente orientata”. “Compito dell’università – ha affermato il Cardinale Scola – della vostra università, è quello di consentire agli studenti di giungere fino alla realizzazione della loro umanità. Ciò impone di perseguire la paideia attraverso la ricerca, l’insegnamento e lo studio rigoroso delle discipline qui coltivate… mediante il ricorso a uno sguardo critico che non sia sterile obiezione, ma autentica capacità di discernimento di ciò che è vero, uno, buono e bello”. Dopo il graditissimo intervento del Patriarca di Venezia, il Rettore ha invitato Mons. Toso a consegnare la medaglia dell’UPS ai professori che hanno raggiunto l’emeritato (i proff. Biagio Amata, Sabino Ardito, Carlo Buzzetti, Francesco Mosetto e Giorgio Zevini) e gli studenti che si sono distinti per l’eccellenza dei risultati dei loro studi. I vari momenti dell’Atto Accademico sono stati cadenzati dagli interventi musicali del Coro Interuniversitario diretto dal Maestro Massimo Palombella. Lo stesso Mons. Toso, insieme al Rettore prof. Nanni hanno concluso con la formula della solenne proclamazione di apertura dell’anno accademico 2009-2010.


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ALLA QUALITÀ

di Renato Butera

quattro mesi dall’inizio del mandato come Rettore dell’UPS, il prof. Carlo Nanni presiede la sua prima inaugurazione dell’Anno Accademico e, come da rito, spetta a lui introdurre l’Atto con la relazione introduttiva. L’avvenimento della nomina del suo predecessore, prof. Mario Toso, a Segretario della Congregazione della Giustizia e della Pace, l’elezione episcopale, l’averlo “accompagnato con fraternità e sincera solidarietà” nel passaggio di responsabilità, e soprattutto la dedizione all’Università e le tante iniziative promosse durante il suo rettorato, sono diventati il naturale prologo dell’intervento del prof. Nanni, articolato in 4 momenti. Nel primo - Le Persone - il Rettore ha ringraziato i docenti che hanno raggiunto l’emeritato (vedi cronaca a p. 25). Ha dedicato un grato ricordo a quanti hanno concluso il servizio universitario all’UPS e continuano altrove la loro missione salesiana: don Juan Picca, don Guido Gatti, don Edison Fernandes e don Jozef Kutar. Ha manifestato “una sentita vicinanza” a quanti hanno lavorato per l’Università con decenni di docenza e sono ospiti dell’infermeria dell’UPS: i professori. don Pietro Braido, don Armando Cuva, don Giuseppe Groppo, don Roberto Iacoangeli e don Ulderico Prerovsky. E infine, ha ricordato i defunti professori don Josef Heriban e don Pio Scilligo che hanno lasciato una “ricca eredità intellettuale e la bella testimonianza di insegnamento e maestria”. Simpatia e solidarietà, oltre che apprezzamento e riconoscenza, il Rettore ha espresso per i salesiani che stanno facendo il dottorato in vista del loro inserimento nella docenza universitaria, e per i nuovi studenti perché “si trovino bene […] in questa che tradizionalmente ormai ci piace indicare come l’Università di Don Bosco per i giovani”. Il prof. Nanni ha ricordato gli studenti che hanno terminato il loro corso di studi e da ex-allievi continuano “a realizzare nella vita e nella professione lo spirito di Don Bosco”. Infine ha citato i Centri di Studi aggregati, affiliati o sponsorizzati (29 in totale) per i quali ha manifestato apprezzamento e stima per il lavoro culturale che svolgono nei loro paesi e nel loro territorio. Nel secondo punto della sua relazione - Dai “Progetti Istituzionali e strategici” alla loro attuazione e prosecuzione - il

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Rettore ha elencato le iniziative attuate e messe in cantiere dal suo predecessore, prof. Toso (vedi pag. 3). Riportando l’augurio con cui il prof. Toso chiudeva il suo mandato di Rettore (“che questa Università, con l’aiuto del Signore, ispirata da Don Bosco, possa crescere sempre più come Università, Pontificia, Salesiana.”), il prof. Nanni ha invitato tutti, “amici, studenti, docenti, ufficiali e operatori”, a porsi in questa linea “chiaramente” tracciata dal suo predecessore, e cioè “attuare e sviluppare quanto è stato già prospettato e avviato con l’approvazione definitiva dei Progetti Istituzionali e Strategici dell’UPS e delle sue Facoltà”. Nel terzo punto della relazione - Alcune annotazioni particolari il Rettore ha evidenziato alcune piste di azione conseguenti. Innanzitutto la “particolare” novità del numero dei vice-Rettori (da due a tre): un vice-Rettore Vicario (il prof. Mauro Mantovani), e due vice-Rettori aggiunti (i professori Gianfranco Coffele e Vito Orlando). Il perché di tale scelta, ha spiegato don Nanni, si colloca nel quadro dei “Progetti Istituzionali e strategici” da realizzare. Il prof. Mantovani sarà responsabile del personale dell’UPS. “Attesto pubblicamente – ha dichiarato don Nanni - che la ricerca della buona qualità della vita di tutti e di ciascuno, del personale docente, del personale ausiliario e degli studenti, costituirà la preoccupazione prioritaria del mio compito”. Il prof. Coffele sarà responsabile della qualità dei mezzi e degli strumenti di supporto per aiutare soprattutto gli studenti svantaggiati. Ma anche della qualità delle pubbliche relazioni, e in particolare dell’incremento dei rapporti con le università di altre nazioni e continenti. Il prof. Orlando, infine, si occuperà della valutazione della qualità universitaria interna - con l’assistenza di una agenzia esterna, l’Avepro, predisposta dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica -, esigenza che negli anni scorsi ha già trovato realizzazione nei Progetti Istituzionali e Strategici prodotti e che risponde al processo di rinnovamento della cultura, degli studi e della formazione universitaria richiesto dal Dicastero vaticano. “L’obiettivo di tale valutazione è in primo luogo il miglioramento (l’improvement) della proposta culturale-formativa e della qualità pedagogico-didattica (e contestualmente l’auto aggiornamento della docenza e della guida educativa degli studenti per il loro successo apprenditivo-formativo) in un quadro di corresponsabilità e solidarietà istituzionaleuniversitaria”, ha detto il Rettore e ha aggiunto che “la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha assicurato che si è

Nelle foto: tre momenti dell’inaugurazione


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S. Em. il Cardinale Angelo Scola, accanto Mons. Guerino Di Tora. Dietro, l’Ambasciatore di Iran

attivata anche a livello di relazioni concordatarie tra governi nazionali e Santa Sede per il riconoscimento non solo delle discipline teologiche o di diritto canonico, ma anche per i curricoli di scienze umane o di altro tipo che le università pontificie offrono a studenti dei più diversi paesi”. Già sono all’opera commissioni paritetiche. “Il Progetto Istituzionale e strategico ci sta abituando a pensare e agire in prospettiva di essere: Università, Pontificia, Salesiana”, ha affermato il Rettore passando al quarto e ultimo punto della sua relazione - Camminare insieme in questo anno che inauguriamo oggi. “In questo orizzonte di senso acquista un significato tutto particolare l’invito fatto dal Papa Benedetto XVI di incontrare gli studenti e i docenti delle università pontificie in una speciale udienza il 19 novembre”, incontro che dà evidenza alla qualità “pontificia” dell’essere studenti e docenti all’UPS. All’udienza aderirà una consistente rappresentanza dell’Università Salesiana. Il Rettore ha confessato inoltre la sua “viva speranza” di avere una visita del Papa all’UPS: “Quando ho avuto modo di incontrarlo a Bagnoregio il 6 settembre scorso, lo stesso Santo Padre mi ha esplicitamente dichiarato che è nelle sue intenzioni”. Per dare senso alla qualità dell’essere “università”, il prof. Nanni ha annunciato che durante l’anno si provvederà a incrementare il quadro culturale universitario con iniziative specifiche (attraverso seminari e convegni a livello di facoltà, di istituti o di curricoli) stimolate da vari eventi, ricorrenze e riflessioni come l’indizione dell’anno sacerdotale-presbiterale; l’enciclica “Caritas in veritate” di Papa Benedetto XVI; la riflessione su quella che concordemente viene indicata come emergenza, o sfida educativa o compito urgente dell’educazione”; il tema dei “diritti delle donne”, a 15 anni dal Convegno di Pechino; le problematiche suscitate ai vari livelli dalla cultura digitale, dalle neuroscienze e dalle biotecnologie; “l’urgenza di una cittadinanza plurima e articolata, attiva e solidale ai vari livelli della esistenza planetaria attuale”. La dimensione “salesiana” sarà curata “a livello globale, oltre che personale o di facoltà” attraverso l’équipe di Pastorale Universitaria che “animerà le nostre menti e i nostri cuori, ma anche i nostri comportamenti e le nostre azioni a riguardo”. Mezzo efficace a tale proposito è il sussidio Essere studenti all’UPS che può essere considerato il “riepilogo ad altezza di studente” del Calendario delle Lezioni 2009-2010. Entrambi sono strumenti utilissimi che “ci aiutano anche e proprio a camminare insieme, in vista di una migliore e integrale formazione accademica e umana: come è nel desiderio di ciascuno e come è nel desiderio salesiano di chi svolge la sua mission accademica con il fine chiaro e preciso di realizzare in maniera valida, efficiente ed efficace – come diceva Don Bosco – quella ‘cosa divina, e, tra le cose divine, divinissima’ che è l’educazione (Memorie biografiche di Don Bosco, vol. XIII, p. 629).

Paideia e Università Prolusione del Card. Angelo Scola sintesi di Stefano Mura

sperienza e educazione in rapporto al mondo moderno e alla dimensione della fede. E ancora, il legame tra istruzione e formazione. In una parola, Paideia. Sono stati questi i punti forti che il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, ha voluto sviluppare all’interno della prolusione che ha accompagnato la solenne inaugurazione dell’Anno Accademico 2009/10 dell’UPS. Un intervento profondo ed estremamente attuale che, al cospetto di una Aula Paolo VI gremita da studenti e docenti, ha tracciato le linee guida di un progetto educativo universitario brillante e stimolante. “Insegnamento ed educazione hanno bisogno di coinvolgimento reciproco di vita, di esperienza in senso pieno – ha esordito il Cardinale Scola, introducendo il tema del rapporto tra Paideia e postmodernismo - e tuttavia questa esperienza non può essere insegnata in nessuna scuola e in nessun corso”. Il Cardinale ha chiarito la natura dell’intervento partendo dalle parole di Papa Benedetto XVI pronunciate nel giugno scorso durante il Convegno delle Diocesi di Roma: “Specialmente quando si tratta di educare alla fede, è centrale la figura del testimone e il ruolo della testimonianza (...). L’autentico educatore cristiano è dunque un testimone che trova il proprio modello in Gesù Cristo, il testimone del Padre che non diceva nulla da se stesso, ma parlava così come il Padre gli aveva insegnato. Questo rapporto con Cristo e con il Padre è per ciascuno di noi la condizione fondamentale per essere efficaci educatori alla fede”. Sulla scia di queste parole il Cardinale, ricordando che “tutti siamo figli di una appartenenza a Cristo che ci ricorda che saremo sempre educati da Dio”, ha sottolineato l’importanza di “una azione educativa propria non soltanto della scuola e dell’Università stessa ma, più in generale, di tutta la società e che riguarda tutto l’arco dell’umana esistenza”. Un progetto che secondo Scola deve rispondere a due quesiti fondamentali prodotti dall’odierna secolarizzazione: ha ancora senso parlare di esperienza e di paideia nella società cosiddetta post-moderna e post-secolare che si presenta come società plurale in senso tecnico? La grande diversità, spesso conflittuale, della mondovisione, propria dei soggetti che abitano una simile società, consente ancora di parlare di un’esperienza umana comune che attraversa tutte le società e le religioni?. Domande che, secondo il patriarca di Venezia, nel corso degli anni hanno rimesso al centro della riflessione filosofica, teologica e morale delle comunità universitarie il concetto di educazione secondo la prospettiva del credente. Un quadro ben delineato dal filosofo Taylor il quale dice che “tutti, credenti e non credenti, debbono ormai far riferimento ad un nuovo sfondo ‘riflessivo’ che ha cam-

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damento nell’amore: “Quando l’ipotesi unitaria e vitale di interpretazione della realtà è l’evento di Gesù Cristo che si comunica nella traditio eucaristica della Chiesa, allora essa appare inscindibilmente connessa con la virtù cristiana della carità”. E ne approfitta per citare ancora San Giovanni Bosco e il suo personale caposaldo dell’educazione: “Se perciò sarete veri padri dei S. Em. il Cardinale Angelo Scola vostri allievi, bisogna che voi ne abbiate anche il cuore... Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne biato radicalmente il peso ed il posto della religione nella nostra insegna l’arte, e non ce ne mette in mano la chiave”. L’esperienza società”. E su questo dunque, che si è basata la denuncia del della figliolanza, secondo Scola, è perciò fondante per essere Cardinale Scola: “Questo stato di cose ha reso oggi problematieducatori credibili perché, “non è importante riconoscere di co il ricorso alla categoria di valore abitualmente associata alla ‘essere stati figli’ (limitandosi al dato biologico) bensì proprio di nozione di educazione”, perché “il pensiero post-moderno non ‘essere figli’ (perciò legati alla genealogia), qui ed ora, di quel solo contesta i valori propri della modernità (progresso lineare e Padre che è fonte di ogni paternità e che in Cristo «ci ha scelti indefinito, autonomia ed assolutezza della ragione, fede inconprima della creazione del mondo […], predestinandoci a essere dizionata nelle scienze, esistenza di un codice morale universale) suoi figli adottivi»”. ma finisce per negare ogni validità al concetto stesso di valore”. L’ultima parte dell’intervento, alla luce delle riflessioni svilupE prosegue: “Vediamo come il postmoderno, nel rigettare la pate, ha quindi posto l’accento su come l’università sia in grado plausibilità di un significato globale dell’esistenza, finisca per di rispondere a questo compito educativo così complesso. “A mettere in discussione non solo la nozione di valore ma la stessa partire dall’epoca moderna l’università in ambito euroatlantico idea di soggetto come entità autocosciente e personale, perciò pratica di fatto l’esclusione dei saperi connessi con tutte le quesnon sarebbe più possibile parlare di una vera e propria impresa tioni ultime – ha precisato Scola – soprattutto se lette nella educativa (paideia), ma ci si dovrebbe limitare a parlare di prospettiva della rivelazione cristiana, perché sono ritenute estranee a una rigorosa conoscenza scientifica, mi riferisco in istruzione”. Una soluzione finale che però non ha trovato il particolare alla teologia e alla filosofia”. Una scelta che ha posto favore del Cardinale, secondo cui non si può e non si deve precome fonte primaria della conoscenza la cosiddetta ‘tecnoscienscindere da un concetto di paideia che abbia un senso molto più za’ , da più parti considerata l’unica depositaria della verità circa ampio e che “anche oggi è in grado di fornire il terreno di base l’uomo e i fattori fondamentali della sua esistenza quali l’amore, per garantire quella “cura delle generazioni” che è il proprium di la nascita, la morte. “È evidente – prosegue il cardinale - come ogni esperienza educativa. Bisogna creare un nucleo di resistenentrino qui in gioco radicali cambiamenti che hanno una stretta za - ha proseguito Scola - che possa costruire una paideia reale e connessione con la questione educativa e come la stessa univeradatta al postmoderno”. Una posizione che trova la sua ragion sità cessi di essere luogo di ricerca e verifica di un’ipotesi veritad’essere nell’affermazione di Karol Wojtyla citata durante la protiva ultima, e perciò di reale paideia, per ridursi unicamente a lusione: “Eppure esiste qualcosa che può essere chiamato esperienluogo di trasmissione di competenze che, pur non rinunciando a za dell’uomo, in quanto basato sull’intera continuità dei dati dire ‘qualcosa’ di sempre provvisorio circa la verità possiede solo empirici. Oggetto dell’esperienza è non soltanto il momentaneo un’utilità strumentale”. Una situazione che negli anni, come ha fenomeno sensibile, ma anche l’uomo stesso, che emerge da tutte ricordato il Patriarca di Venezia, ha però mostrato alcuni parale esperienze ed è anche presente in ciascuna di esse”, e che per il dossi. Pur partendo infatti dalla constatazione che l’attuale Patriarca “sono parole che bruciano di colpo l’analisi critica panorama educativo universitario è basato sull’articolazione di moderna del concetto di esperienza fine a se stessa per andare specifici programmi curricolari, è importante superare il concetinvece nel concreto della vita di tutti i giorni, in una unità di to di ‘frammentarietà dell’oggetto del sapere’ che oggi caanima, corpo, lavoro, comunità, vita, che rende giustizia alla vera ratterizza i percorsi accademici degli studenti. “Nel mese di giugesperienza e alla vera paideia”. “Come diceva Don Bosco – ha no scorso – ha proseguito Scola – sono stato invitato ufficialaggiunto Scola – la cosa importante non è infatti parlare di valmente al Congresso mondiale delle Neuroscienze perché anche ori, ma farli vivere tutti i giorni”. la comunità scientifica aveva sentito il bisogno di accostare alla La seconda parte dell’intervento ha toccato il tema del rapporto loro riflessione anche il contributo della teologia”. E precisa: tra paideia, libertà e realtà, dimostrando anche in questo caso “Ogni disciplina, infatti, contiene al fondo una domanda di l’intenzione di Scola di proporre una riflessione moderna e senso e di significato e perciò prima o poi suscita le irrinunciabili attuale. Secondo il Porporato, infatti, l’impatto dell’uomo con la questioni che da sempre agitano il cuore dell’uomo: Chi sono io? realtà si sviluppa all’interno di una serie di relazioni con genitori, Da dove vengo? Quale destino mi aspetta? Chi alla fine mi assifratelli o nonni, attraverso le quali è la stessa struttura del reale a cura amandomi definitivamente (oltre la morte stessa)?”. Lo suggerire il metodo più adeguato per ogni avventura educativa. stesso Don Bosco diceva nel suo scritto sul Sistema Preventivo “ Se è il reale a offrirsi al soggetto - precisa Scola - compito delche: «Questo sistema si appoggia tutto sulla ragione, religione ed l’educatore sarà quello di introdurre l’educando a una esperienamorevolezza», e per Scola “questo sguardo viene esaltato dalla za integrale della realtà che lo guidi a decifrarne il significato. caratteristica ideale dell’università come communitas docentium Uno dei vizi della modernità è però che prima si formula un et studentium”. sapere e poi si dimostra la realtà. Mi chiedo a questo punto che “Compito dell’UPS - ha concluso il Cardinale - è quello di confine facciano l’esperienza, le tradizioni educative e la libertà del sentire agli studenti di giungere fino alla realizzazione della loro soggetto”. “Bisogna sfatare il luogo comune che la tradizione umanità. Ciò impone di perseguire la paideia attraverso la ricernon abbia più nulla da offrire – ha continuato il Cardinale – perca, l’insegnamento e lo studio rigoroso delle discipline qui coltiché essa offre all’educando un imprescindibile termine di vate. E questo mediante il ricorso a uno sguardo critico che non paragone da spendere nel suo confronto con il reale”. Solo a sia sterile obiezione, ma autentica capacità di discernimento di questo punto, ha quindi spiegato, si innesta la questione ciò che è vero, uno, buono e bello”. dell’educazione e dell’esperienza cristiana che trova il suo fon-


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Sensibilità e rispetto dell’altro, qualità degli italiani

Mons. Guerino Di Tora

Intervista a Mons. Di Tora di Stefano Mura

Mons. Di Tora Lei è stato, agli inizi degli anni 70’, uno studente dell’UPS. Quale è il suo ricordo dell’esperienza universitaria? Prima di approdare all’Università Pontificia Salesiana avevo effettuato i miei studi in vari Collegi e presso l’Università Lateranense, e quasi tutti i miei compagni erano di nazionalità italiana. Quando arrivai all’UPS respirai fin da subito un’aria diversa, impregnata da una dimensione internazionale molto più accentuata. Fu una scoperta molto positiva e stimolante. L’altro ricordo è sicuramente legato al calore umano e al rapporto profondo che ebbi la possibilità di creare con alcuni dei docenti, in particolare i professori Scilligo e Braglia. La sensazione era quella della familiarità e della grande umanità verso noi studenti.

Quali sono le sue considerazioni riguardo ai temi trattati nella Prolusione dal Cardinale Angelo Scola? È stata un’analisi non solo interessante ma soprattutto profonda. Quando si toccano argomenti di attualità e li si colloca all’interno di un contesto reale, si va a cogliere le realtà esistenziali delle persone. È stato non solo un discorso di teoria, ma un richiamo reale che ha toccato i gangli su cui oggi si sta giocando il futuro dell’umanità. Le discipline sociali, umane, teologiche e scientifiche si devono intersecare tra di loro per mettere al centro la realtà e la ricerca dei valori fondamentali come fatti esperienziali, e non unicamente come eventi meramente conoscitivi.

Lei è stato presidente della Caritas della Diocesi di Roma per tanti anni, vivendo quotidianamente la questione legata alla multi-culturalità e al rispetto delle diversità sociali. Come crede che si possa realizzare un progetto formativo che tenga conto delle differenze internazionali nel contesto studentesco dell’UPS? La realizzazione di un progetto formativo di questo tipo risiede nello specifico di questa Università, così ben delineata nella relazione introduttiva del Rettore Magnifico don Carlo Nanni. L’UPS è infatti una Università Pontificia e Salesiana. Il riferimento pontificio implica che l’UPS è legata profondamente al Papa e alla missione primaria della Chiesa, cioè quella di mettere al centro della riflessione teologica, sociale e culturale, l’uomo nella sua integrità e nel rapporto con Dio. L’altra caratteristica è la salesianità, che indica grande attenzione all’educazione e ai giovani. Questi due elementi forniscono all’UPS la capacità di dare ai propri studenti, in particolare a quelli che poi ritornano nei loro paesi di origine, elementi di conoscenza e valori morali ed etici indispensabili per ricoprire ruoli di élite all’interno della classe dirigente internazionale. Immagino che l’UPS, grazie alla sua ricchezza culturale, possa avere in sé gli elementi per affrontare al meglio la sfida dell’educazione a livello transnazionale.

L’UPS è una Università Pontificia che risiede comunque in territorio italiano. Lei crede che la nostra realtà sappia accogliere e affrontare meglio i nuovi flussi migratori? Il discorso della difficoltà con i nuovi flussi migratori dipende da fattori storici intrinseci alla realtà italiana. Il nostro paese non ha infatti una tradizione di immigrazione consolidata e longeva come è invece possibile ritrovare, grazie al colonialismo, in Inghilterra o in Francia. Dal canto nostro è però innegabile la capacità di accoglienza che l’Italia sta dimostrando nei confronti degli immigrati. Intendo in questo senso la sensibilità comune e il rispetto dell’altro radicato nella cultura nostrana. Certo anche qui a Roma, per il cittadino medio, non è facile capire il passaggio da uno stato di diritto ad uno di sicurezza, quindi è fondamentale attuare delle strategie che aiutino l’italiano a conoscere in maniera approfondita la questione migratoria. Si tratta di analizzare i cambiamenti che essa porta non solo a livello nazionale, ma europeo e addirittura mondiale. Siamo all’inizio di un processo che viene naturalmente affrontato e integrato a livello sociale, come accade per esempio qui all’UPS, ma non a livello politico. Molte delle paure e dei pregiudizi nei confronti dell’immigrato sono indotte da questo strano processo che vede la gente comune sperimentare la diversità culturale quotidianamente, cosa che invece non avviene per la nostra classe politica. Per questi motivi il ruolo delle agenzie di socializzazione, primarie e secondarie, riveste oggi una importanza fondamentale.

Dopo la sua elevazione a Vescovo ausiliare del settore nord di Roma riesce ancora a mantenere vivi i rapporti con la Caritas diocesana? È chiaro che i miei impegni come Vescovo hanno ridimensionato il rapporto con la Caritas. Prima la mia attenzione era rivolta essenzialmente verso il mondo del disagio e dell’assistenzialismo. Ora invece è mio compito prestare maggiore impegno alla realtà pastorale e parrocchiale della città. Nel contesto in cui opero l’elemento Caritas è comunque presente ed è per questo che ho deciso di sensibilizzare su questi temi tutta la comunità cristiana e i sacerdoti con cui mi confronto ogni giorno in parrocchia.

Secondo lei perché un giovane dovrebbe scegliere di studiare e di formarsi all’UPS? Perché offre ai giovani la possibilità di vivere in un ambiente multiculturale giovane e vivo, con una attenzione nei confronti dell’educazione che rappresenta, soprattutto in questo momento, un valore fondamentale.


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Valutazione e promozione della qualità di Mario Oscar Llanos

La nascita dell’AVEPRO Nel 2007 la Santa Sede, su iniziativa della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha creato l’AVEPRO, l’Agenzia per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università e Facoltà Ecclesiastiche. A partire dal Processo di Bologna, e in seguito ad accordi presi con altri paesi aderenti al Processo, il Vaticano ha costituito questa Agenzia allo scopo di rafforzare l’attenzione verso la qualità accademica con nuovi strumenti e procedure adatte alle esigenze attuali. Tale finalità è in linea con le European Standards and Guidelines, (Standard e Linee Guida Europee) sviluppate dalla Associazione Europea per la Valutazione della Qualità nell’Istruzione Superiore (ENQA), dall’Associazione delle Università Europee (EUA), dall’Associazione Europea di altre Istituzioni di Istruzione Superiore (EURASHE), e dall’Unione Europea degli Studenti (ESU, ex ESIB). Queste linee sono state accettate dai Ministri Europei dell’Istruzione nel 2005. L’AVEPRO è orientata a sviluppare una «cultura della qualità» che riguardi tutte le attività, l’insegnamento, la ricerca e i servizi delle Università e le Facoltà Ecclesiastiche (più di 180, inserite in oltre 100 diverse istituzioni) presenti in 18 paesi. L’AVEPRO ha intrapreso un ampio programma di formazione che include gli approcci comunemente accettati nella gestione moderna delle istituzioni di istruzione superiore. Il programma include l’organizzazione di workshop di formazione e note orientative, un modello di pianificazione strategica, l’invito a elaborare banche dati e altri strumenti per le istituzioni, con la possibilità di adattarle al contesto locale. Certamente, con la promozione della qualità, ben più del Sistema Europeo di Trasferimento dei Crediti (ECTS) e del Supplemento al Diploma (DS), è contenuto nella prospettiva di lavoro della nostra Università in sinergia con l’AVEPRO. Da gennaio a dicembre 2008, l’AVEPRO ha portato avanti un progetto pilota nell’ambito della valutazione interna con 8 facoltà ecclesiastiche di diversa tipologia istituzionale (2 in Germania, Italia, Polonia e Spagna). Un seminario sulla valutazione per le università romane Lo scorso 6 maggio l’AVEPRO ha convocato un Seminario di studio per le sette Università Pontificie Romane. Erano tutte rappresentate, guidate da Padre Franco Imoda, S. J., Presidente dell’Agenzia. Le tematiche di fondo del Seminario sono state presentate da due consulenti, i proff. John Davies e Don McQuillan, convocati dall’Agenzia dagli Stati Uniti in qualità di esperti. Discussa la natura e gli obiettivi propri dell’Agenzia e la situazione della valutazione nelle singole Università, sono stati individuati i modi in cui potrebbe svilupparsi in modo costruttivo la partnership tra AVEPRO e università nel contesto del Processo di Bologna. In particolare, gli specialisti hanno presentato i due fondamentali modelli di valutazione: uno totalmente esterno ed etero-diretto, e l’altro (scelto da AVEPRO) che preferisce una modalità orientata a supportare e a incoraggiare la responsabilità e la partecipazione dell’istituzione stessa – proponendo la creazione di un sistema interno di valutazione della qualità – piuttosto che una modalità esterna, più orientata alla valutazione quantitativa, spesso abbinato all’accreditamento e a pressioni di tipo economico. Un approccio “dal basso verso l’alto” rafforza e potenzia la capacità dell’istituzione. Nel suo libro A Guide to Self-Evaluation in Higher Education (Oryx Press, 1995), H.R. Kells sottolinea che “le università operano in modo più maturo in queste questioni se trattate come adulti responsabili... e se sono abbastanza sagge da cogliere la responsabilità per il controllo del sistema di valutazione e per l’autoregolamentazione”. Il processo “dall’alto verso il basso”, voluto da un’autorità esterna, crea abitualmente tensioni e atteggiamenti di difesa che si riflettono nel mancato rispetto dei processi di qualità. Questo si traduce in una certa riluttanza ad ammettere gli errori e a essere autocritici, e nella trasmissione di informazioni verso l’alto in un modo sostanzialmente asettico.

Alla ricerca della qualità per l’UPS Questa iniziativa voluta dal Papa, propone all’UPS la continuità nell’impegno già sperimentato della ricerca della qualità percorrendo il cammino più semplice, valido, flessibile, facile da attuare e orientato al miglioramento della performance universitaria. In un contesto di «cultura della qualità» che diventa parte della normale prassi istituzionale, all’UPS con l’ultimo Senato Accademico si è attivato, secondo le normative dell’AVEPRO, il «Nucleo di Valutazione» presieduto dal Rettore o dal Vicerettore prof. Orlando, e che agisce concretamente attraverso un Ufficio per la Promozione della Qualità (UPQ) costituito dai rappresentanti di tutte le Facoltà, coordinato da un Direttore per la Promozione della Qualità (DPQ), che hanno l’onere e il dovere di coinvolgere nel compito l’intera comunità universitaria. Le varie fasi del processo di valutazione da avviare sono le seguenti: preparazione di un rapporto di autovalutazione da parte del comitato di coordinamento; visita sul posto di un gruppo esterno di colleghi, rapporto del gruppo esterno; follow-up che comprende la preparazione di un piano per il miglioramento e l’attuazione delle raccomandazioni. È prevista la valutazione esterna quando i processi di valutazione interna siano già in atto da un certo tempo. Il processo suppone un gruppo di docenti motivati nello sforzo in favore della qualità, con leadership in questo campo e con rappresentatività rispetto alle facoltà, che possa avviare e sostenere il processo nelle singole unità con il sostegno incondizionato e ben visibile delle autorità perché l’interesse del personale non cali e il lavoro possa progredire. Le funzioni esecutive svolte dal DPQ e dall’UPQ comportano una forte influenza nella formulazione delle politiche di qualità che costituiscono la base della promozione alla quale tende tutto il processo. L’UPQ dovrà preparare un rapporto di autovalutazione che sarà la base per la attuazione della valutazione esterna della qualità, istanza che diventerà un compito ciclico, ogni cinque anni nella previsione istituzionale dell’AVEPRO. La valutazione esterna La valutazione esterna sarà attuata da un gruppo di esperti nominati dall’Agenzia che leggerà il RAV, visiterà l’istituzione e pubblicherà un rapporto che offrirà raccomandazioni per il miglioramento, e includerà, normalmente, una certificazione della validità e dell’esattezza del RAV, confermando eventualmente qualsiasi proposta per lo sviluppo delle istituzioni. Poi l’UPS dovrà elaborare un piano d’azione sulla base del rapporto degli esperti e l’AVEPRO monitorerà il progresso nella realizzazione del piano. Questa prassi è totalmente comprensibile nella logica dell’accreditamento delle Università e Facoltà ecclesiastiche, che continua a essere di competenza della Congregazione per l’Educazione Cattolica, che può giustamente intraprendere azioni correttive, se necessario, a causa di questioni emerse nel rapporto degli esperti. Infine, “la promozione della qualità non è solo una serie di verifiche esterne ma dovrebbe concentrarsi sul tentativo continuo di migliorare. La valutazione esterna della qualità non si esaurisce con la pubblicazione del rapporto, ma dovrebbe comprendere strutturate procedure di follow-up al fine di garantire che le raccomandazioni siano gestite adeguatamente e che i piani d’azione siano elaborati e realizzati. Ciò può comportare ulteriori riunioni con i rappresentanti istituzionali. L’obiettivo è quello di intervenire, in tempi brevi, sugli ambiti da migliorare e di incoraggiare l’ulteriore progresso” (European Standard Guidelines). La prospettiva della valutazione universitaria è esigente, ma allo stesso tempo è portatrice di stimoli per la fantasia educativa e per la speranza di una UPS di sempre migliore qualità.


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notizieups•centri aggregati

La Proposta formativa e specialistica della SISF

Studenti SISF

di Renzo Barduca

a SISF, Scuola Superiore Internazionale di Scienze della Formazione di Venezia Mestre, è aggregata alla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS. L’offerta formativa, che per oltre 10 anni aveva riguardato corsi di formazione post-lauream, con l’aggregazione si è orientata decisamente alle lauree di I e di II livello. Si è così progressivamente ampliato il progetto iniziale dell’ISRE (Istituto superiore Salesiano di Ricerca Educativa), di cui la SISF è la struttura accademica, che la lungimirante iniziativa del Rettor Maggiore di allora, e Gran Cancelliere, don Egidio Viganò e l’apporto dei tre soci fondatori, Ispettoria Salesiana San Marco, Università Pontificia Salesiana e Federazione CNOS-FAP Veneto, hanno voluto e realizzato nel nordest dell’Italia.

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“Corso di Specializzazione” si è trasformato in Master). E inoltre, Corso di Specializzazione per “Coordinatori psicopedagogici e consulenti educativi dei servizi per la prima infanzia” (anche questo si sta trasformando in Master di I° livello). Master universitario di I° livello in “Psicologia dello Sport” e Corso di Perfezionamento in “Mediazione familiare e sociale” (questi ultimi due corsi saranno attivati nei prossimi mesi, dopo l’approvazione della sede di Roma dell’UPS).

Corsi di Baccalaureato (Laurea) e Licenza (Laurea specialistica) Attualmente la SISF offre il Baccalaureato e la Licenza in Psicologia dell’Educazione, il Baccalaureato in Pedagogia – Educatore Sociale e il Baccalaureato in Scienze e tecniche della Comunicazione grafica e multimediale. Quest’ultimo indirizzo, attivato nel 2007, merita una segnalazione particolare in quanto completa una filiera formativa che partendo dal Centro di Formazione Professionale, attraversa l’Istituto Tecnico Grafico, e giunge alla Laurea in due importanti centri salesiani, “San Marco” di Mestre e “San Zeno” di Verona, riconosciuti come centri di eccellenza nel settore. Il curricolo triennale prevede in uscita due indirizzi, “grafico-pubblicitario” e ”comunicazione d’impresa e istituzionale”. E’ appena iniziato il III° anno e il numero degli iscritti sia nella sede principale che in quella didattica di Verona ha superato le aspettative. Il Consiglio di Corso è al lavoro per progettare la Licenza che sarà attivata dal prossimo anno accademico.

Master e Corsi Accanto ai Corsi di Laurea la SISF offre altri Corsi e Master. Master universitario interdisciplinare di I° livello in “Criminologia, Psicologia Investigativa e Psicopedagogia Forense”. Master Universitario interdisciplinare di I° livello in “Pedagogia della complessità e gestione dell’emergenza educativa”. Master Universitario di I° livello in “Counseling Educativo” (può essere definito il corso “storico” della SISF, proposto in moltissime edizioni sempre con notevole successo, e che da

Studenti SISF

Gli Studenti Il numero degli studenti della SISF è cresciuto progressivamente raggiungendo, nel corrente anno accademico, la cifra di oltre 600 iscritti nei Corsi di Laurea (considerando anche i fuori corso); a questi si aggiungono altri 200 iscritti ai Master e Corsi di Specializzazione. Già oltre 250 Studenti hanno completato il loro cammino formativo con il Baccalaureato e/o la Licenza. “Il fatto che sempre più ragazzi e ragazze scelgano la SISF”, testimonia il Preside, prof. Severino De Pieri, “è segno che la sfida di portare l’Università di Don Bosco in questa zona d’Italia, che i Salesiani hanno voluto e tenacemente perseguito, risponde ai bisogni dei giovani d’oggi”. La SISF, infatti, come ogni Istituzione universitaria salesiana, si fonda su una concezione integrale di educazione aperta alla visione cristiana della vita, si presenta con una offerta formativa di corsi e iniziative al servizio della persona, in risposta ai bisogni provenienti dalla realtà culturale, educativa e sociale del territorio in cui opera (Cf Progetto Culturale della SISF). La Scuola Superiore Internazionale di Scienze della Formazione di Venezia Mestre ha un sito-web che può essere consultato per qualsiasi genere di informazione: www.isre.it.

Studenti e docenti SISF

S. Em. il Cardinale Angelo Scola nel dies accademicus della SISF


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EDUCATION FAMILY QUANDO UN TIROCINIO DI AGGIORNAMENTO LASCIA IL SEGNO PER CHI LO RICEVE E CHI LO FA. L’esperienza “africana” di un gruppo di ricerca della FSE re studenti della Facoltà di Scienze dell’Educazione, insieme al professor Cristina Desbouts, si sono recati questa estate in Camerun, nella diocesi di Buéa, per un tirocinio di aggiornamento con oltre 200 insegnanti delle scuole cattoliche. Una esperienza intensa e indimenticabile. Abbiamo chiesto loro come l’hanno vissuta, che cosa ha lasciato impresso, cosa hanno dato di personale, che percezione hanno avuto dell’ambiente, quali prospettive vedono aprirsi. Le risposte che ci hanno dato evidenziano l’entusiasmo di chi è cosciente di aver vissuto una grande esperienza e ancor di più di chi è connsapevole e felice di aver ricevuto tanto.

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Don Jacek Zdzieborski, salesiano, dottorando in Pedagogia per la Scuola e la Formazione Professionale È stata un’esperienza forte che mi ha arricchito moltissimo. Del gruppo ero l’unico a non essere mai stato in Africa. Era la mia prima volta. Pur sapendo tante cose del continente e concretamente del posto in cui andavamo (almeno così mi sembrava, perché il viaggio era stato preceduto da una ricerca sul campo), ciò che ho trovato mi ha profondamente sorpreso. Questo viaggio mi ha aperto gli occhi, perché sono venuto a contatto con un mondo per me totalmente sconosciuto. Film, racconti e convegni, possono dare un’idea, e comunque sono consapevole di aver conosciuto soltanto un piccolo angolo di Africa perché è un continente sterminato e ricco di diverse culture. Ho trovato un ambiente povero ma accogliente e rispettoso. È stata una sfida trovarmi in un’altra cultura e soprattutto, durante il seminario, davanti a un pubblico numerosissimo (230 partecipanti in una città e quasi 500 nell’altra), attivo e attento. Si notava la volontà di imparare cose nuove. Parecchi degli insegnanti però non erano molto preparati. Creativi sì! Gli strumenti più semplici che utilizzavamo (penne e gessetti colorati, cartelloni, ecc.) praticamente non esistono più nella vita di ogni giorno, come ci hanno rivelato. Le cose che per noi sono le più semplici, come stampare dei fogli di lavoro, lì diventano un problema grande. Io ero il responsabile del settore delle nuove tecno-

a cura di Cristian Desbouts

logie per la didattica, e dovevo combattere con il grande problema della luce elettrica che spesso mancava. Eravamo esposti a grandi incognite e imprevisti, una sfida continua alla inventiva. Le scuole, che abbiamo visitato, si presentano abbastanza bene nel contesto delle città in cui si trovano, però ho visto ambienti scuri con poca luce, canali per l’acqua non protetti, impianti elettrici non protetti, cucine e refettori senza alcuna norma sanitaria. Occorrerebbe sensibilizzare i responsabili anche in questo campo, ma per loro no non si tratta di un grande problema. Parecchi ci hanno detto che i seminari sono piaciuti, che c’era bisogno di questo tipo di formazione e che notavano un sensibile miglioramento nell’insegnamento. Naturalmente sarebbe bene verificare questo miglioramento a conclusione del progetto. Non so se avrò possibilità di ritornare (anche se abbiamo ricevuto altri inviti). Si potrebbe appoggiare in qualche modo la nuova università che si sta tentando di creare nella diocesi che ci ha ospitato. In aiuto ci viene il contatto e la vicina collaborazione di don George dr. Nkeze, ex-allievo dell’UPS, e del responsabile per l’educazione nella diocesi di Buéa in Camerun.

Davide Basili, studente di Psicologia Ho fatto parte anche io del gruppo di ricerca che in Camerun che per due settimane ha realizzato un corso di formazione insieme agli insegnanti della Diocesi di Buéa. Credo che partecipare a questo progetto sia stata per me una grande fortuna. Ho potuto vivere in prima persona un’esperienza in un altro continente e immergermi in una cultura e in un luogo profondamente diversi da quelli in cui vivo. Appena scesi dall’aereo ci si rende conto di essere degli intrusi, la gente ti guarda con sorpresa ma con rispetto e si domanda: “chi sono queste quattro persone e cosa ci fanno qui?”. Dopo, quando ci siamo trovati su un pulmino che viaggiava su una strada sterrata nel buio dell’Africa, anche a noi stessi veniva spontaneo chiederselo. È impossibile descrivere l’esperienza in Camerun, specie se inizi dalle differenze con la cultura del paese da cui provengo. Più


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Nelle foto: momenti dell’esperienza in Camerun

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facile è sicuramente tentare di sintetizzare ricordi e impressioni che affiorano. Il Camerun è un paese dai colori stupendi e la natura ti sovrasta sempre con i suoi enormi alberi, i suoi infiniti prati e foreste e suoi straordinari frutti. Lasciata Douala, la città commerciale, quella dove siamo atterrati con l’aereo, ci si immerge nel vero Camerun: Douala è l’artefatto, quello che altre nazioni hanno voluto costruire per i loro interessi economici, e quindi negozi, concessionarie, grandi palazzi e magazzini. Il resto del paese è profondamente diverso. Abbiamo visitato vari villaggi che più o meno si assomigliano tutti. Difficilmente si trovano case in muratura. La maggior parte della gente coltiva la terra e ne vende i frutti. Molti lavorano come tassisti, macchina o moto, e altri insegnano o lavorano in qualche istituzione, in fabbrica o nelle grandi coltivazioni delle multinazionali. La religione sembra essere di fondamentale importanza per i camerunensi, infatti durante le messe partecipa molta gente e assiste con grande spirito di comunità. L’alcol, soprattutto la birra, sembra costituisca un grosso problema per la parte della popolazione che ne abusa. Un tratto distintivo degli abitanti è sicuramente la loro capacità di ridere sempre e comunque. Uno si aspetta di trovare facce tristi, persone inconsolabili, storie drammatiche. Invece la gente ride e sembra farlo molto meglio di noi. Alle volte viene da chiedersi: “Ma perché ridono? Cosa c’è di divertente in tutto questo?”; ma poi quella risata ti affascina, ti coinvolge e smetti anche di farti domande stupide. Il corso di formazione si è svolto prima a Kumba e poi a Tiko. Il mio personale apporto è stato quello di approfondire l’area psico-educativa fornendo agli insegnanti informazioni utili sullo sviluppo della terza infanzia e dell’adolescenza, cercando di far loro conoscere il mondo dei loro studenti per poter interagire al meglio in un processo educativo. Il grande pregio del nostro progetto è stato a mio parere quello di affrontare fin dall’inizio la questione dell’aiuto da dare agli insegnanti con un approccio il meno possibile influenzato da logiche europee o occidentali. Abbiamo cercato di ragionare da camerunensi, di metterci nei loro panni e trovare una soluzione che fosse adatta per loro. Questo chiaramente non senza difficoltà, ma alla fine tale approccio ha avuto il suo successo riconosciuto. La cosa più affascinante è stata quella di vedere lo spirito con cui gli insegnanti stavano in aula. Durante le pause, per esempio, riproponevano giochi, canzoni e filastrocche tipiche della scuola dell’infanzia, tutti insieme con reale entusiasmo. Quello che si avvertiva era proprio un senso di comunità. Sembrava che tutti dicessero “siamo qui, siamo tutti insieme per cambiare le cose e tutti insieme ci riusciremo”. Il momento in assoluto più emozionante è stato quello in cui gli insegnanti ci hanno ringraziato per quanto avevamo fatto per loro. Sinceramente avrei voluto essere io a ringraziarli per avermi dato la possibilità di lavorare con loro, per avermi insegnato quello che sanno fare e per essersi mostrati umili e collaborativi. Ciò che ha reso questa esperienza possibile è stato il nostro spirito di gruppo, la nostra capacità di adattamento e la voglia di aiutare l’altro. Quando siamo arrivati la prima volta abbiamo visto una scuola piena di problemi, soffocata dalle mancanze sia in termini di materiale che di formazione. Quando siamo andati via abbiamo lasciato una comunità di insegnanti che aveva voglia di cambiare le cose e che sapeva che il cambiamento doveva partire da loro.

Alessandro Buscatti, studente di Pedagogia sociale Mentre ero a casa, dopo aver concluso il mio secondo viaggio in Africa, mi sono chiesto più volte se davvero avrei avuto voglia di tornarci. Ritornando dal Camerun, terminava un’importante tappa di un percorso di ricerca, ma nella mia testa e nel mio cuore rimanevano vive una serie di sensazioni che ancora oggi sono vive e presenti. Parlare di Africa, di africani, senza aver visto realmente cosa l’Africa e gli africani sono è davvero fuorviante, perché esistono “molte Afriche”, realtà diverse e complesse, che abbracciano persone diverse; una ricchezza inimmaginabile assolutamente non quantificabile. Se dovessi riassumere in poche parole quello che questa espe-

rienza mi ha lasciato, parlando anche del lavoro che c’è stato dietro l’intervento che poi siamo andati a svolgere in loco, potrei tranquillamente utilizzare una sola parola come “Energia”. Energia utilizzata per poter portare avanti il progetto. Energia usata per poter essere pronti ad affrontare situazioni impensabili. Energia come l’hanno chiamata i destinatari del lavoro e i nostri collaboratori africani, un potere che è nato da un lavoro che più avanzava più diveniva carico e denso, tanto da costringerci spesso a cercare di incanalare e ridimensionare le nostre energie per non sovraccaricare noi e i loro. Personalmente ho lavorato per cercare di comprendere il loro modo di vivere l’insegnamento e ho cercato di cogliere i punti fondamentali della loro cultura, quali la creatività e la comunicazione. Ho potuto dare loro poco rispetto a quanto avrei effettivamente voluto dare, ma per quel poco mi hanno restituito davvero tanto, ed essendo la mia prima esperienza in una simile ricerca, sono davvero rimasto stupito e stordito per l’intensità. Il punto è che nessuno era studente ed eravamo tutti desiderosi di avere qualcosa dall’altro come se fossimo dei parenti che erano stati via per tanto tempo ed erano tornati da un luogo lontano con nuove conoscenze apprese e con la voglia di condividerle. Questo è tanto vero che quanti partecipavano alla vita educativa della diocesi, e noi compresi, da quel momento hanno formato quella che adesso viene da loro chiamata la Education Family. Sono rimasto soddisfatto nel notare come il loro interesse nerll’intervento pratico fosse attivo e partecipativo soprattutto parlando di creatività e comunicazione, avendoli fissati come punti forti della loro cultura e trovato il loro forte consenso. Durante il viaggio abbiamo avuto l’opportunità di visitare il luogo. Tutto è imponente, la natura non può essere controllata e spesso si riprende spazi che gli vengono tolti. È veramente una cosa fantastica.

Don Cristian Desbouts e i tre studenti del Camerun


notizieups editrice a cura di Renato Butera

STORIA - I professori delle varie Facoltà della Pontificia Università Salesiana fin dalla sua fondazione (il 3 maggio 1940 la Sacra Congregazione per i Seminari e le Università degli Studi eresse a Torino il Pontificio Ateneo Salesiano, con le Facoltà di Teologia, Diritto Canonico e Filosofia; negli anni successivi si aggiunse, presso la Facoltà di Filosofia, un Istituto e Seminario di Pedagogia, che con il decreto del 2 luglio 1956 divenne Istituto Superiore di Pedagogia, annesso alla Facoltà di Filosofia; il 22 febbraio 1962 Paolo VI affidò alla Società Salesiana l’Istituto Superiore di Latinità; Il 24 maggio 1973 l’Ateneo fu elevato al rango di Università Pontificia) avvertirono la necessità di pubblicare i loro studi e ricerche presso varie editrici. Dal 10 marzo 1962, a Roma, il “Pontificio Ateneo Salesiano” (PAS) iniziò a esercitare “la vendita di volumi e pubblicazioni a prevalente carattere scientifico e religioso” sotto l’insegna LAS (Libreria Ateneo Salesiano). Nel 1963 la LAS incominciò una collaborazione con il PAS-VERLAG AG. di Zürich (Svizzera) per le proprie iniziative editoriali. Il 23 novembre 1974, con l’autorizzazione della Camera di Commercio e Artigianato di Roma, la LAS pose termine alla collaborazione con il PAS-Verlag e iniziò a svolgere in proprio anche attività editoriale. I primi volumi editi con Copyright LAS sono del 1975. Il 15 febbraio 1998 la LAS affidò la vendita dei libri alla Libreria Leoniana e si riservò soltanto l’attività editoriale, con la sigla: Editrice LAS. L’organico dell’Editrice è costituito da: Direttore, don Nicolò Suffi, SdB; Direttore tecnico: sig. Matteo Cavagnero, SdB; Ufficio contabile: signora Simona Apollonio; Magazzino: signor Fabrizio Amoruso. La LAS possiede un sito internet: http://las.unisal.it. Oltre ai canali tradizionali di vendita, attraverso le librerie e per corrispondenza, nel 2008 è stata introdotta la vendita on-line. FINALITÀ - L’Editrice LAS svolge la sua attività editoriale primariamente in funzione dell’Università Pontificia Salesiana promuovendo le pubblicazioni scientifiche delle Facoltà in essa operanti. Cura anche le edizioni dell’Istituto Storico Salesiano di Roma e della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Roma. Inoltre, pubblica due riviste: Salesianum (trimestrale) e Ricerche storiche salesiane (semestrale). Le pubblicazioni della Editrice LAS sono orientate in due direzioni: una con dimensioni più strettamente scientifiche tipiche della Università; l’altra a dimensione più divulgativa per portare a conoscenza di un pubblico più vasto i risultati significativi dell’attività accademica. La duplice attenzione colloca l’editrice in posizione complementare con l’opera didattica universitaria ed è indispensabile alla missione salesiana da essa perseguita. La LAS pubblica perciò studi e ricerche, collaborando a dibattiti culturali, a seminari di studio, a convegni organizzati all’interno e all’esterno dell’Università Salesiana. Le sue pubblicazioni - circa 470 titoli nel catalogo - sono incluse in collane riferite ai seguenti ambiti: filosofia, teologia, Bibbia, patristica, catechetica, diritto canonico, spiritualità, psicologia, pedagogia, didattica, sociologia, storia, comunicazione sociale. Tra le collane più ricche e interessanti meritano di essere menzionate: “Biblioteca di Scienze Religiose”, che ospita manuali e monografie che si riferiscono all’area biblica, teologica, pastorale, morale, patristica, liturgica, filosofica e antropologica. “Enciclopedia delle Scienze dell’Educazione”, che affronta le varie problematiche educative di sempre e del nostro tempo con un taglio prettamente pedagogico, con diramazioni nei settori delle discipline pedagogiche, teoretiche, metodologiche, tecnologico-didattiche e operativo-strumentali. “Psicoterapia e Salute” che pubblica opere di autori italiani e stranieri attenti agli sviluppi di attualità innovativa nell’ambito della psicologia clinica e della psicoterapia. “Ieri oggi domani”, che mette a disposizione del lettore opere agili, ma scientificamente fondate, aggiornate e di altra divulgazione, su problemi di attualità. “Quaderni di spiritualità salesiana”, che: offre spunti per una riflessione ampia e ben fondata, su tematiche connesse al vissuto spirituale e alla missione salesiana. “Prisma” e “Orizzonti” (curate dalla Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium delle FMA), che raccolgono i contributi scientifici su diversi aspetti dell’educazione e su tematiche riguardanti la storia e la spiritualità dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con particolare attenzione all’ambito dell’educazione della donna. “Bibliografie”, “Fonti”, “Studi Storici” (curate dall’Istituto Storico Salesiano e dal Centro Studi Don Bosco), che divulgano in tutto il mondo salesiano i documenti del vasto patrimonio culturale ereditato dal fondatore della Famiglia Salesiana e sviluppato dai suoi continuatori.

DESRAMAUT Francis - Vie de don Michel Rua. Premier successeur de Don Bosco Nel 1888 don Michele Rua (1837-1910) succede a Don Bosco nella guida della Congregazione salesiana. L’eredità è pesante e impegnativa. Il governo delle istituzioni salesiane fondate da Don Bosco – la Società salesiana, l’Istituto delle FMA, i Cooperatori Salesiani – non è facile. Malgrado l’entusiasmo suscitato dalla figura del Fondatore, la situazione appariva fragile sotto molti aspetti. Si impose un’opera sistematica di consolidamento dei percorsi di formazione, di rafforzamento dell’identità propria, di organizzazione del governo e di coordinamento delle attività. Bisognava gestire i delicati rapporti con i governi e la società civile, in un’epoca di tensioni sociali e contrasti ideologici, e rispondere alle crescenti aspettative della missione educativa salesiana. Alla sua morte (1910), don Rua lascerà un organismo dalle dimensioni mondiali, solido e stabile, in piena espansione, una delle istituzioni religiose più significative della modernità. Francis Desramaut ci presenta vita e personalità di don Rua con la precisione dello storico e l’efficacia di una scrittura viva e gradevole. Lo stile divulgativo non sminuisce il valore dell’opera che differisce notevolmente da precedenti biografie edificanti. Conclusa la lettura, si ha la sensazione della grandezza umana e la profondità spirituale di questo umile discepolo di Don Bosco che ha voluto mettere sempre in primo piano la figura dell’amatissimo maestro. Il testo del Desramaut, pubblicato in lingua francese, ha già la sua versione italiana, edita sempre dalla LAS.


GEVAERT Joseph (a cura di Montisci Ubaldo) - Studiare Catechetica Il volume raccoglie le ricerche e gli studi nell’ambito della catechetica che hanno come compito primario la trasmissione della fede e la formazione di una nuova generazione di cristiani. Non prende in considerazione il materiale precedente il 1980, considerandolo appartenente alla storia della catechesi, ad eccezione dei grandi documenti catechetici del periodo postconciliare, validi per la Chiesa universale. Anche molto materiale riguardante la pedagogia religiosa scolastica non è più entrato in questa raccolta, perché la pedagogia religiosa scolastica occupa ormai un posto assai più secondario. Il criterio della scelta del materiale è stato quello di servire come strumento di lavoro per studenti di catechetica provenienti da ogni parte del mondo. Perciò è sembrato doveroso menzionare documenti e ricerche provenienti da diversi continenti, e accennare alle traduzioni in diverse lingue. Per ragioni pratiche il materiale selezionato riguarda soltanto le principali lingue dell’Europa occidentale. Inoltre i rimandi all’abbondante bibliografia tedesca (prevalente nella pedagogia religiosa scolastica) sono ridotti a un minimo indispensabile.

SODI Manlio (ed.) - Sui sentieri di Paolo. La sfida dell’educazione tra fede e cultura Il volume è stato preparato per un Simposio che si è mosso attorno alla sfida dell’educazione, percorsa in una costante dialettica tra fede e cultura, che si è svolto all’interno di un’Istituzione – l’Università Pontificia Salesiana di Roma – sorta soprattutto per evidenziare i compiti e le metodologie tipici di un’attività educativa. Era naturale che, in una circostanza come quella della celebrazione dell’Anno Paolino, le varie Facoltà dell’UPS fossero coinvolte sia per sentirsi interpellate dall’avvenimento, sia per cogliere un’opportunità ulteriore per continuare a declinare, la specifica prospettiva paolina, la linea del proprio servizio alla cultura e all’educazione. Ne è emerso un quadro sufficientemente emblematico e propositivo che può costituire la falsariga anche per ulteriori appuntamenti, soprattutto quando si vuol affrontare un percorso chiamando in causa la dialettica tra i diversi saperi. La conclusione di mons. G. Ravasi denota un orizzonte che permane come costante richiamo per chiunque si ponga sul sentiero del rapporto tra fede e cultura.

FAVALE Agostino - Segni di vitalità nella Chiesa. Movimenti e nuove Comunità L’accento posto sulla Chiesa come mistero di comunione ha portato a riconsiderare la dimensione istituzionale della Chiesa centrata sul ministero apostolico istituito da Cristo a opera dello Spirito Santo e sulla dimensione carismatica della stessa Chiesa. Ambedue le dimensioni sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa perché concorrono ad attualizzarne il mistero e la missione salvifica nel mondo. Una più approfondita riflessione sui carismi ha reso possibile una rielaborazione organica della teologia del laicato. Essa ha aperto la strada ad una ricca fioritura di nuove realtà aggregative laicali, indicate di solito con i termini “movimenti” e “nuove comunità”, che della dimensione carismatica della Chiesa sono una delle espressioni più vivaci. Benedetto XVI ha recentemente ribadito che questi movimenti sono stati suscitati dallo Spirito per ridonare “vitalità, fede e speranza a tutta la Chiesa” e per testimoniare la gioia, la ragionevolezza e la bellezza “di essere cristiani”; ma ha pure precisato: “Come non rendersi conto, al contempo, che una tale realtà attende ancora di essere adeguatamente compresa alla luce del disegno di Dio e della missione della Chiesa negli scenari del nostro tempo?”. Il volume di Agostino Favale è suddiviso in due parti ciascuna delle quali comprende 7 capitoli i . La prima parte prende in esame i movimenti laicali. Nella seconda si espongono tematiche quali la collocazione teologica, ecclesiologica e pastorale di questi nuovi soggetti ecclesiali; i rapporti con le Chiese locali; le forme di preghiera che coltivano; il loro contributo al dialogo ecumenico, ecc.

PAVANETTO Cleto - Elementa linguae et grammaticae latinae Anche a nostri giorni la cultura latina continua a essere forte nella sua intrinseca validità, corroborata dalle vive voci del passato che esprimono in maniera inconfondibile l’eccellenza dell’essere umano su tutte le altre creature ed esaltano l’inalienabile dignità dell’uomo. Consapevole di questa realtà, Cleto Pavanetto ci presenta la settima edizione della sua Grammatica Latina scritta integralmente in lingua latina. In questo modo ha voluto esprimere la sua riconoscenza a tutti coloro che, servendosi delle precedenti edizioni, l’hanno incoraggiato a completare e perfezionare un assiduo e continuato studio di ricerca sulla abbondante schiera di scrittori latini dell’età arcaica, classica, postclassica e fino ai tempi moderni. La sua lunga esperienza di “latinista vaticano” gli ha permesso di tracciare anche una descrizione particolareggiata e aggiornata dei Documenti Pontifici e di sottolineare qua e là incoerenze non indifferenti rispetto alla prassi collaudata. Il volume è corredato di molte note critiche le quali, specialmente in tema di declinazioni, si richiamano alle proprietà tematiche della lingua greca. La forma espressiva latina scorre fluida ed elegante raggiungendo talvolta una certa preziosità linguistica. Si completa di cinque appendici in cui sono presentate le principali leggi di metrica e prosodia latina.

ABBÀ Giuseppe - Costituzione epistemica della filosofia morale. Ricerche di filosofia morale – 2 Proseguendo le ricerche di filosofia morale, iniziate con il volume Quale impostazione per la filosofia morale? (Roma 1996), l’Autore intende ora investigare quale sia l’oggetto e quali i compiti e i procedimenti della filosofia morale. A tale scopo approfondisce il rapporto tra filosofia morale e esperienza morale prefilosofica. Discute dapprima varie difficoltà che si frappongono all’intento di costruire la filosofia morale a partire dall’esperienza morale. Poi apre una via nuova per reperire un’esperienza morale universale. Mette a confronto alcune esperienze morali particolari (pagana greco-romana, cristiana cattolica e moderna), cercando di stabilire quale sia l’esperienza morale naturale, universale, integra, che la Rivelazione cristiana suppone e opera nei suoi destinatari. L’Autore procede inoltre a un confronto dialettico con le posizioni di epistemologia morale dell’ultimo secolo, per rivendicare la conoscenza morale, il suo oggetto e la sua verità quali appaiono nell’esperienza morale integra. Spiega la costituzione epistemica della filosofia morale, le assegna come oggetto l’atto virtuoso da praticare. Inoltre dà ragione delle connessioni che la filosofia morale ha con la Rivelazione cristiana e con la teologia, con le altre discipline filosofiche e con le scienze umane. Nello spiegare la costituzione epistemica della filosofia morale l’Autore s’avvale del pensiero di san Tommaso d’Aquino, argomentando a favore della pertinenza di recepirlo e di svilupparlo nel confronto con le filosofie morali moderne.


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Il prof. Coffele con un gruppo di studenti

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Sostenere l'UPS attraverso l'Associazione Pro Universitate Don Bosco Onlus Cari Amici e Benefattori dell’UPS, Questo numero di NotizieUps Vi annuncia che abbiamo iniziato il nuovo anno accademico. È sempre gioia grande poter rivedere gli studenti dopo la pausa estiva e – soprattutto - ricevere le nuove matricole. È un’esperienza stimolante vedere tanti giovani che con entusiasmo iniziano l’avventura accademica. Le cifre degli iscritti le avrete lette nelle pagine precedenti. Lo scorso anno accademico le autorità dell’UPS, con il supporto di vari amici e benefattori hanno creato l’Associazione Pro Universitate Don Bosco – Onlus. La foto accanto Vi offre la copertina dello statuto della stessa Associazione. Con l’Associazione vorremmo incanalare tutti gli sforzi di promozione e di supporto per le borse di studio e la raccolta fondi per le attività accademiche e il rinnovamento delle strutture della nostra cara UPS, che oramai rivela parecchi punti deboli negli edifici del suo campus, inaugurato cinquant’anni or sono. Mi permetto di segnalarVi qui accanto il numero del conto corrente al quale potete inviare la generosità delle Vostre offerte, che Vi permettono di renderVi partecipi dell’azione educativa di proiezione mondiale realizzata da quanti operano all’UPS. Con questo numero di NotizieUPS, l’ultimo di quest’anno 2009, Vi giunge pure il calendario preparato per gli amici e benefattori. Vi auguriamo giorni sereni in occasione del Santo Natale e tante benedizioni celesti per ogni giorno del Vostro 2010. In questi prossimi giorni senz’altro Vi arriveranno varie richieste di collaborazione e di aiuto: noi Vi saremo oltre modo grati se Vi sarà possibile ricordarVi della nostra UPS e dei suoi destinatari, molti dei quali veramente bisognosi di tanto aiuto. Tutti i giorni tutti i salesiani del mondo – fedeli alla richiesta e all’insegnamento di don Bosco - pregano per i benefattori delle nostre opere a favore dei giovani: ci auguriamo che possiate sperimentare la potente protezione di Maria Ausiliatrice e di don Bosco nella Vostra vita famigliare, nelle Vostre iniziative economiche. A nome di quanti beneficiamo della Vostra preghiera e del Vostro supporto economico, un grazie vicinissimo e gli auguri più cordiali e affettuosi di bene, in abbondanza. Vostro obbl.mo Sac. Prof. Dr. Gianfranco Coffele - Vicerettore UPS

P.S.: Una borsa di studio annuale ha un costo di circa 10.000 €. Si può partecipare anche con sussidi parziali:

tasse accademiche: 1500 € un mese di alloggio: 300 € libri e dispense accademiche: 500 € tessera mensile: 25 € malattie: 200 € Le offerte possono essere effettuate tramite: CONTO CORRENTE POSTALE ccp 95427936 intestato a: Associazione Pro Universitate Don Bosco Onlus - P.zza dell’Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma; BONIFICO BANCARIO Dall’Italia C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 Dall’Estero C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 SWIFT POSOIT22 PER ULTERIORI INFORMAZIONI Prof. Rev. Gianfranco Coffele Direttore Ufficio Sviluppo e Relazioni Pubbliche dell’UPS, P. zza dell’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma, Tel. 06 872 903 32; Fax 06 872 906 82; Mail: coffele@unisal.it Direttore Responsabile: Riccardo Tonelli Direttore di Edizione: Renato Butera Redazione: Lucia Aversano, Carmen Barbieri, Davide Basile, Stefano Mura Foto: Davide Basile, Adam Berczac, Renato Butera, Jorge Moraga, Krunoslav Novak, Anthony U. Paradorn Hanno collaborato: Renzo Barduca, Mario Cimosa, Cristian Desbouts, Cristiana Freni, Joshtrom Kureethadam, Mario Oscar Llanos, Mauro Mantovani, Mario Maritano, Graziano Perillo. Foto copertina: Renato Butera Progetto grafico e impaginazione: Fabrizio Emigli Stampa: Litos, via Rubattino, 1 • Roma Mail: ufficiostampaups@unisal.it - sito web: www.unisal.it Telefono: 06.872901


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