WE ARE VISIONARIES
NUMBER. 2
#01
50
5€ ITALIA UNIQUE MEDIA SRL – TRIMESTRALE 30/03/2021 MARZO/APRILE/MAGGIO
+
PROTAGONISTS
ARTE, MODA E DESIGN SCOPRIAMO LA NUOVA GENERAZIONE DI CREATIVI
SCOUTING
MIA FAIR IL GRANDE RITORNO A MILANO
DIGITAL ART
IL NUOVO PROGETTO DI EVA & FRANCO MATTES
BEST OF FASHION LA MODA È UN MONDO DA INDOSSARE
Rosa
Chemical
“NON SIAMO SEMPRE QUELLO CHE RACCONTIAMO”
KULT / COLOPHON
MARCH — APRIL — MAY
VANGUARD TALENTS CREATIVITY DESIGN FASHION MUSIC ART EXHIBITION VISIONARY
NUMBER. 1
Editorial Director Enrico Cammarota Editor-at-Large Luisa Micaletti Design Anna Casotti Music Ciro Cacciola Art Alessandro Riva Fashion coordinator Alessandro Iacolucci Stylist Rebecca Del Vita International Collaborators Anna Casotti – New York Fausto Colombo – Zurigo Alessandra Fanari – Parigi Graphic Design Stefania Di Bello Kult Magazine is published quarterly by Unique Media Srl Marzia Ciccola (Editor-in-chief) Registration at Court of Milan n. 412 of 11/06/1998 ©Unique Media Srl. All right are reserved Reproduction in whole or in part without written permission is strictly reserved
WE ARE VISIONARIES
NUMBER. 2
#01
50
5€ ITALIA UNIQUE MEDIA SRL – TRIMESTRALE 30/03/2021 MARZO/APRILE/MAGGIO
+
PROTAGONISTS
ARTE, MODA E DESIGN SCOPRIAMO LA NUOVA GENERAZIONE DI CREATIVI
SCOUTING
MIA FAIR IL GRANDE RITORNO A MILANO
DIGITAL ART
IL NUOVO PROGETTO DI EVA & FRANCO MATTES
BEST OF FASHION LA MODA È UN MONDO DA INDOSSARE
Rosa
Chemical
“NON SIAMO SEMPRE QUELLO CHE RACCONTIAMO”
IN COVER
Worldwide Distribution: Australia, Belgium, Brazil, South Korea, United Arab Emirates, Finland, Great Britain, Hong Kong, Israel, Lithuania, Malta, Holland, Singapore, Hungary Unique Media Srl Viale Sabotino 19/2 – 20137 Milano ph. +39 0249542850 adv@uniquemedia.it (advertising) segreteria@uniquemedia.it Printed by Arti Grafiche Boccia Spa Distribution SO.DI.P. “Angelo Patuzzi Spa” Via Bettola, 18 – 20092 Cinisello Balsamo
Rosa Chemical Ph. Riccardo Cagnotto (art direction Rosa Chemical)
2
KULT / SOMMARIO
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
contents 6
L’intervista al giovane rapper Rosa Chemical
60
I finalisti del nuovo progetto Lexus Design Award 2021
14
Talent Scouting MIA Fair 2021
64
Fashion. Le collaborazioni e le collezioni più cool della stagione SS21
18
KULT Protagonists. La nuova generazione tra arte, musica e moda
80
Tagliatore e Woolrich due nuovi ambiziosi progetti da scoprire
54
Digital Art. L’intervista a Eva & Franco Mattes
82
Selection: gli accessori che conquistano
Dior Men
Ferragamo
Philipp Plein
Missoni
Kenzo
Marni
L’universo creativo firmato Kim Jones e Peter Doing
Il mondo intergalattico visto da Paul Andrew
L’inteso viaggio animato tra le capitali più cool
La creatività tra heritage e modernità
L’omaggio al designer è una festa digitale
Il romanticismo è una ricerca cromatica
4
5
KULT / COVER STORY
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Il giovane protagonista
Rosa
Chemical della musica trap italiana
Text by Alessandro Iacolucci Ph. Riccardo Cagnotto (art direction Rosa Chemical)
6
7
KULT / COVER STORY
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Carismatico, istrionico, sfacciato e controverso. Nemmeno un anno fa Rosa Chemical ha iniziato a fare musica per caso, raggiungendo un risultato importante. Il suo primo album “Forever” per Island Records (Universal Music Italia) / Thaurus, è stato subito disco d’oro. Il singolo di punta “Polka”, anche se con testi e video discutibili (ma dice che il suo linguaggio è ironico e va interpretato), ha raggiunto oltre 14 milioni di stream sulle piattaforme digitali. La sua è una voce che può essere paragonata a quella di un ribelle perché ha voglia di esistere. Originario di Torino con influenze russe e un passato da street artist, pittore e illustratore Rosa Chemical, classe 1998, è il giovane cantautore della musica contemporanea che, tra rap, trap e anche tanto hip hop, racconta senza nessun freno la sua realtà. Fluido è forse la parola che più gli si addice, il suo modo di porsi è quello di un Marylin Manson 4.0. Rosa, all’origine Manuel Franco Rocati, mischia maschile e femminile in una performance totale, distaccandosi dal “machismo” a cui siamo abituati in ogni ambito. Lo abbiamo raggiunto ora che sta lanciando il suo ultimo lavoro con 5 inediti e una serie di collaborazioni insieme ad artisti come Guè Pequeno o Ernia, che aggiungono valore al suo percorso. Un Repack dove i brani sono accompagnati da un’immagine che interpreta simbolicamente un messaggio o uno stato emotivo legato ad ognuno di essi, attraverso citazioni che spaziano dall’arte contemporanea a riferimenti iconici della cultura popolare.
8
9
KULT / COVER STORY
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
10
“Non sempre e non per forza siamo quello che narriamo, per me toccare certi argomenti significa anche creare un dibattito e cercare di educare il pubblico al dialogo su quelli che fino a poco tempo erano argomenti taboo...” Parlaci del tuo nome d’arte, da dove proviene? Nasce accostando il nome di mia madre, Rosa, a Chemical, in onore del gruppo My Chemical Romance. Proprio come fece Marilyn Manson combinando il nome di Marilyn Monroe con il cognome di Charles Manson. Il pubblico ti conosce per la musica ma quali sono le tue origini come artista? Le mie origini sono da ricercare nel mio passato, derivano fortemente dalla cultura hip hop. Ho cominciato con i graffiti, diventando poi un grafico e avvicinandomi solo dopo alla musica. L’arte, in diverse forme, ce l’ho dentro sin dalla nascita. Ho sempre frequentato ambienti molto creativi e ho cominciato da piccolissimo a disegnare, cosa che ancora oggi continuo a fare. Raccontaci di “britney”, il titolo è sicuramente curioso... Il titolo è in onore ovviamente di Britney Spears, una delle più grandi popstar degli anni duemila, che poi nel 2007 ha avuto un crollo emotivo pazzesco, di cui tutto il mondo ha parlato. Questo a rimarcare che purtroppo non è tutto oro quello che luccica, dall’esterno tutti vediamo la popstar, la sua vita incredibile, piena di agi e copertine patinate, arrivando spesso ad invidiare il tenore di vita che ci mostra ma in pochi riescono a vedere o anche solo immaginare cosa ci sia realmente dietro. Sta uscendo il tuo nuovo lavoro con 5 inediti. Quale pezzo ami di più? Ce ne sono diversi. “Polka” è sicuramente il brano che più mi rappresenta e che più sono riuscito a rendere mio. Quello che invece rispecchia maggiormente il mio stato d’animo è “Fantasmi”. Il brano in cui credo di aver fatto il lavoro migliore, in termini di fruibilità, è senza dubbio alcuno “No love”. Nel repack edition ci sono le collaborazioni con Guè Pequeno, Ernia, Mambolosco e Radical. Com’è stato lavorare con questi artisti? Con alcuni di loro, come Radical c’era già un’amicizia e un legame duraturo. Con Mambolosco ci siamo conosciuti tempo fa ed è stato subito feeling, mentre Guè ed Ernia sono arrivati in corsa in questo strano anno di pandemia. È stato più difficile lavorare con altri artisti durante il lockdown viste le restrizioni e l’impossibilità di “assembrarci”, ma per me è stato un onore più che un piacere lavorare con artisti di questo calibro: mi professo da sempre dogofiero e fan di Guè da tempi immemori e stimo moltissimo Ernia, soprattutto per il bel percorso che sta facendo. Tre buone ragioni per ascoltare le tue canzoni? Se volete sentire qualcosa di diverso in Italia dovreste per forza ascoltare la mia musica, così potrete finalmente ascoltare qualcuno che parla senza peli sulla lingua. La mia unicità sta nel modo in cui veicolo i messaggi. Come dico le cose io, non le dice nessuno. Sempre più spesso si cerca di compiacere l’ascoltatore, non è questo il mio fine. A me piace parlare alla gente. Se non parlassi onestamente non potrei farlo, non mi serve scendere a compromessi, voglio che arrivi l’emozione. Come nascono i tuoi testi. Hai una specie di “rituale”? I miei testi nascono come quelli di tutti, pensando e riflettendo sotto la doccia. Si, farò infuriare gli ambientalisti, ma se mi servono idee o ispirazioni io entro in doccia. Mi faccio almeno due docce al giorno, è per questo che sono così fruttifero.
11
KULT / COVER STORY
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Hai delle icone di riferimento? Justin Bieber e Marylin Manson. Il tuo stile estetico è singolare e originale, come l’hai maturato? Estremizzando quello che sono sempre stato: una persona sensibile a cui piace vestirsi in maniera eccentrica, anche femminile perché no. Non è stato facile all’inizio, come si può immaginare, ma avevo le spalle larghe per fregarmene abbastanza del giudizio degli altri, poi dal momento in cui ho ricevuto l’approvazione pubblica è stato sicuramente molto più facile portarlo all’estremo. Qualcuno dice che sei il nuovo Achille Lauro, ti ci rivedi? Non è così, io mi vedo Rosa Chemical. Che idea ti sei fatto del panorama artistico e musicale italiano attuale? La scena italiana è satura. Ci sono cose già sentite, strasentite e risentite. Quello che sto cercando di fare è portare qualcosa di inedito. Gente prima di me ha già parlato e lo ha fatto bene, ma ad oggi serve qualcuno che abbia qualcosa di diverso da dire. Chi stimi in Italia e chi all’estero? In italia: Cesare Cremonini (mio mentore da sempre) e Calcutta. Estero: Jaden, Lil Uzi e Travis Scott. Le tue origini russe incidono in qualche modo nel tuo lavoro? Le mie incredibili origini russe, mi fanno pensare diversamente ed avere una visione probabilmente più “aesthetica” (o forse no.) Cosa sogni per il tuo futuro? Di espandermi a macchia d’olio sul territorio italiano. Ora la normalità è un certo genere di rapper, ma io cerco di affermare un nuovo status. Mi auguro di avere altri dieci anni di musica al top della mia carriera per poi dedicarmi all’imprenditoria e morire pittore. Una collaborazione che vorresti realizzare? Sicuramente con Cesare Cremonini. In alcuni video e testi delle tue canzoni emerge un lato molto dibattuto della scena, soprattutto negli ultimi tempi. Come ti rapporti alle critiche sull’uso di certi termini e lo stereotipo estremizzato della figura del rapper? Non c’è mai odio nelle mie parole, perché l’odio l’ho vissuto sulla mia pelle. Basta guardare il mio stile per capire che per anni mi sono state rivolte parole d’insulto. Ho dovuto imparare da solo a farmi forza e a vivere la mia sessualità in maniera libera, scevra da condizionamenti. Per il resto, demonizzo le droghe e le forme di violenza. La mia vita, da sempre, ruota introno a mia madre, ho troppo amore e troppo rispetto per lei che mi ha insegnato non solo ad amare le donne, ma a relazionarmi con loro come avrei fatto con lei. Non sempre e non per forza siamo quello che narriamo, per me toccare certi argomenti con questo tipo di musica significa anche creare un dibattito e cercare di educare il pubblico al dialogo su quelli che fino a poco tempo erano argomenti taboo. Ci parli più nel dettaglio del tuo progetto? Sembra che in alcuni brani ci sia un aspetto più delicato rispetto a singoli come Polka dove il rischio è quello di risultare più “aggressive”. In altri testi come Boheme sembri più intimo e romantico. Quale è il tuo messaggio? Non si tratta di evoluzione, che è insita in ognuno di noi, ma sono due facce della stessa medaglia. Mi ritengo un artista poliedrico, non posso e non voglio soffermarmi su una faccia sola. Ho la necessità di essere me stesso e di mostrare tutte le parti di me senza la paura di non piacere.
12
13
KULT / SCOUTING
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
MIA FAIR 2021 Revolution Dal prossimo 7 ottobre l’arte sarà di nuovo protagonista a Milano. Torna l’edizione 2021 di MIA Milan Image Art Fair, diretta da Fabio e Lorenza Castelli nella nuova sede di SUPERSTUDIO MAXI
© RANKIN, Blue Leopard – Pink, Saved By The Bell series, 2018 / Courtesy of 29 ARTS IN PROGRESS gallery
14
15
KULT / ART
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Leonardo Magrelli, South Union Ave and West Pico Blvd, Pico Union, Los Angeles County, California, 2020, Screengrab, manipolazione digitale, dittico, 40 x 55 cm (ognuna), Edizioni sono di 5 + 2 AP e la courtesy è della galleria Magazzino arte moderna di Roma.
Dopo l’annullamento della scorsa edizione a causa della pandemia globale, MIA Fair è di nuovo protagonista a Milano all’interno di una nuova sede. La fiera internazionale dedicata alla fotografia occuperà i 7.400 m² di Superstudio Maxi in Via Moncucco 35, spazio che offre l’occasione per ampliare i campi disciplinari di MIA Fair dove verrà messo in evidenza il ruolo trasversale dei linguaggi d’arte, con una sezione specifica dedicata al rapporto tra fotografia, design e oggetti d’arte. Tra le altre novità, un tour tra gli stand che espongono stampe vintage rare, per rispondere alle richieste dei collezionisti, la cui passione per le opere storiche è diventata sempre più importante. Ma non solo, per questa nuova edizione spicca il contributo del fotografo britannico, artista eccentrico e continuamente all’avanguardia Rankin che firma l’immagine coordinata di MIA Fair, attraverso alcune immagini tratte dal suo progetto Saved by the Bell. Progetto realizzato da Rankin per Hunger Magazine in collaborazione con il make-up artist Andrew Gallimore, dove vengono combinati forti richiami alla cultura degli anni ’80 e ’90 attraverso l’uso di colori pop e pattern grafici, con un gusto avanguardistico, messo
in risalto dalla presenza di elementi tridimensionali applicati sui volti dei soggetti. Un chiaro rimando al passato, sottolineato anche dal titolo del progetto (Saved by the bell è infatti una famosa sitcom statunitense degli ultimi anni ’80), capace di trasmettere una chiara volontà di rilettura attraverso la rielaborazione di elementi chiave (colori e patterns) di quegli anni. Rankin si impegna dunque ad offrie una narrazione visiva unica capace di catturare l’estetica e le caratteristiche di un’epoca. Mentre aspettiamo la nuova edizione, MIA annuncia i vincitori della seconda edizione del Premio NewPost Photography 2021, dedicato alle nuove tendenze della fotografia contemporanea che ha l’intento di promuovere i nuovi linguaggi di una fotografia capace di confrontarsi con il mondo contemporaneo in modo innovativo. Finalità del premio è quello di rendere la mostra “New-Post Photography?” una significativa vetrina. Una piattaforma per far conoscere e dare visibilità agli artisti vincitori attraverso un importante evento espositivo. Per questa occasione Franco Carlisi, direttore della rivista Gente di Fotografia, ha selezionato i portfolii di Federica
16
Silvio Wolf, Shivah, (2014), stampa UV ink-jet stratificata su supporto specchiante, velluto nero foto-assorbente, 54 x 38 x 8 cm, Edizione: #1/3, Courtesy: L’artista e Galleria Photo&Co, Torino
Luca Marianaccio, Effetto farfalla, (2020), Stampa fine art, 80 x 100 cm, Edizione: 7 + 1 PA, Courtesy: Luca Marianaccio (nota: “Questo lavoro fotografico fa parte di COVISIONI: , progetto collettivo che vede coinvolti 40 fotografi delle 20 regioni italiane per la durata di 12 mesi”)
Belli e di Michele Palazzi da pubblicare sul numero della rivista che uscirà in concomitanza con la decima edizione di MIA Fair nel mese di ottobre 2021. Mentre Vincenzo Maccarone e Claudio Composti (direttori di mc2 gallery, con sedi a Milano e a Luštica Bay nel Montenegro) nella giornata inaugurale di MIA Fair annunceranno il nome dell’autore, tra quelli presenti nella mostra New Post Photography, a cui dedicheranno una mostra entro il 2022. Tra i membri della giuria Gigliola Foschi (curatrice e membro del Comitato Scientifico MIA Fair), Paolo Agliardi (architetto, collezionista, fondatore di CAP Contemporary Art Projects), Claudio Composti (curatore e direttore artistico di mc2 gallery), Carlo Sala (curatore, docente, direttore artistico
del Festival Photo Open Up e membro del comitato curatoriale della Fondazione Francesco Fabbri Onlus), Gabi Scardi (critica e curatrice d’arte contemporanea, direttrice artistica del progetto Nctm e l’arte) e Giorgio Zanchetti (storico dell’Arte, docente, curatore, membro del Consiglio di Amministrazione del Museo di Fotografia Contemporanea MUFOCO).
Lista vincitori 2021
17
Alessandra Baldoni / Nicola Bertasi / Alberto Ceresa / Matteo Cirenei / Tina Cosmai / Leonardo Magrelli / Luca Marianaccio / Amaranta Medri / Francesco Merlini / Novella Oliana / Camila Orozco / Michele Palazzi / Stefano Parrini / Edoardo Romagnoli / Gian Marco Sanna / Kai Uwe Schulte-Bunert / Marco Tagliafico / Stefano Tubaro / Silvio Wolf
KULT / TALENTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Cantanti, artisti, performer, designer, stilisti. KULT ha riunito la community di protagonisti di questo pazzo 2021
protagonistS CONTENTS Simon Fujiwara, Emma Talbot, Karim El Maktafi, Neil Beloufa, Amanda Toy, Lena Shmeléva, Vittorio Marchetti, Alice Merton, Daiki Tsuneta, Dardust, Diodato, Francesca Michielin, H.E.R, La Rappresentante di Lista, Cosima, Mahmood, Maneskin, Michele Bravi, Random, Aiello, Takagi & Ketra, Bebe Rexha, Emis Killa, Hell Raton, Jenny De Nucci, Benjamin Mascolo, Gilberto Calzolari, Larissa Iapichino, Leonardo Valentini, Dingyun Zhang, Alecsander Rothschild, Saskia Lenaerts, Alex Wolfe, Luisa Federico e Giordana Bellucci
18
SIMON FUJIWARA Nato a Londra nel 1982, vive e lavora a Berlino Simon Fujiwara è l’artista che nei suoi lavori plasma un’indagine personale sull’essere umano, rivelando il paradosso della duplice ricerca dell’invenzione e dell’autenticità nella cultura che consumiamo quotidianamente. Nelle sue mostre recenti - che includono una ricostruzione in scala reale della Anne Frank House (“Hope House”, 2017), una campagna di rebranding della sua insegnante di arte del liceo (“Joanne”, 2016– 2018) e l’esperienza di un parco tematico che ci immerge nel mondo di YouTube (“Empathy I”, 2018) - si rintracciano visioni distorte del mondo reale attraverso l’immaginario fantastico, e talvolta angosciante, dell’artista stesso. Oggi Fujiwara è protagonista del nuovo allestimento ideato per Fondazione Prada (Milano): “Who the Bær”. Qui l’artista mette al centro della scena un originale personaggio dei cartoni animati che abita un universo fantastico. Who the Bær – o semplicemente “Who” – è un* ors* senza un chiaro carattere. Sembra non aver ancora sviluppato una forte personalità o istinti propri. Non ha una storia, un genere definito o persino una sessualità, sa solo di essere un’immagine e tenta di definirsi in un mondo di altre immagini. Può trasformarsi o adattarsi assumendo gli attributi e le identità di chi vi è raffigurato: esseri umani, animali o anche oggetti. In questo senso l’universo fantastico di Who the Bær è un mondo di libertà.
19
Simon Fujiwara Sculptures for “Who the Bær”, 2020 Courtesy the artist; Dvir Gallery, Tel Aviv/ Brussels; GioMARCONI, Milan; Taro Nasu, Tokyo; Esther Schipper, BerlinPhotos © Jörg von Bruchhausen
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
20
e m m a Classe 1969, originaria di Stourbridge (Regno Unito)
21
Emma Talbot è la protagonista del progetto “Circa”, una nuova serie di quattro film animati, realizzati in collaborazione con Whitechapel Gallery, Collezione Maramotti e Max Mara Art Prize for Women. Seguendo una donna sulla soglia tra il vecchio mondo e un nuovo mondo da costruire, le ‘Four Visions for a Hopeful Future’ di Emma Talbot raccontano la storia di una donna alla ricerca di risposte che orientino il proprio viaggio e lo sviluppo della società verso una rinascita spirituale e politica. Filmati proiettati sull’iconico schermo di Piccadilly Lights in Piccadilly Circus a Londra. La Talbot, vincitrice dell’ottava edizione del Max Mara Art Prize for Women, ha iniziato solo di recente a dedicarsi completamente alla propria attività artistica, dopo una carriera come educatrice e docente in alcuni dei più prestigiosi istituti d’arte di Londra. La sua produzione, spesso di tratto autobiografico, abbraccia il disegno, la pittura, l’animazione e la scultura.
Emma Talbot Thierry Bal - Max Mara Prize
t a l b o t Con le opere affronta alcuni dei maggiori problemi strutturali del mondo, dalla diseguaglianza di genere alle catastrofi ambientali. L’opera immaginata dalla Talbot appare come “un portale tra un mondo e quello successivo” che ci troviamo ad attraversare con il mutare delle stagioni. L’artista immagina così un mondo in divenire, libero dalle catene dell’oscurità del passato e dai limiti delle società precedenti.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
KARIM EL MAKTAFI Giovane fotografo di Desenzano del Garda, nato nel 1992 Di origini italo-marocchine, utilizza le tematiche di identità, appartenenza e memoria come temi principali del suo lavoro. Karim El Maktafi è protagonista di “Fantasia”, il nuovo progetto espositivo della Other Size Gallery di Milano che, per scongiurare il rischio di vedere chiuso il proprio spazio a causa della pandemia, presenta una mostra allestita in parte tra le sue mura e in parte per le strade della città. L’opera di Karim El Maktafi si svolge in due momenti: fino al 3 maggio, presenta circa quindici scatti esposti tra le sale della galleria e le vie limitrofe, in un itinerario diffuso che sfrutta gli spazi della cartellonistica pubblicitaria; fino al 24 maggio, prosegue nella sola galleria dove vi si possono ammirare le opere più significative. Gli scatti del giovane fotografo rimandano ad alcuni momenti della manifestazione tradizionale magrebina. L’artista è infatti impegnato in un progetto sul patrimonio culturale marocchino dal 2015, qui ne ritrae uno sport tradizionale che affonda le sue origini nell’VIII secolo e che sancisce l’unione tra l’uomo e il suo cavallo. In esso, la ritualità tribale, la cultura rurale e la tradizione religiosa s’incontrano: è una pratica equestre e festosa che celebra i moussem (la cerimonia della semina e della raccolta) e le divinità.
Karim El Maktafi, Fantasia, 2017
22
NeIl Beloufa Neïl Beloufa La morale de l’histoire, 2019/2021 Installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021 Courtesy l’artista, kamel mennour, Parigi/Londra, ZERO..., Milano e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto: Agostino Osio
23
Artista franco algerino, alla prima grande personale in Italia ospitata da Pirelli HangarBicocca dal titolo “Digital Mourning”, è considerato tra le voci più brillanti dell’ultimo decennio, capace di offrire rappresentazioni vivide del mondo attraverso film, video, installazioni e sculture. Beloufa restituisce in maniera efficace una realtà talvolta scomoda a cui assistere, stimolando la riflessione su temi di attualità come le relazioni di potere, il controllo tecnologico, l’insidia del data collection così come il possibile collasso nella gestione di una pandemia. La ricerca dell’artista si focalizza dunque sulla società contemporanea e sul modo in cui viene rappresentata, mediata dall’interazione digitale. Il lavoro di Neïl Beloufa è infatti fortemente influenzato dalla dimensione del web, dei videogames, dei reality in Tv e della propaganda politica. In tutto questo processo l’artista si definisce un editor, un montatore che assembla informazioni attingendo a ciò che già esiste per poi scomporlo e ri-presentarlo senza alcun giudizio di natura morale in modo tale che il pubblico si ritrovi all’interno di installazioni immersive che restituiscono una visione frammentata della realtà.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Artwork by Amanda Toy
AMANDA TOY
Donne-bambole, fiori, animali e creature fantastiche prendono vita in un’esplosione di gioia, e riflessioni profonde Nata a Genova nel 1976, Amanda si avvicina alle arti figurative a 16 anni, quando avverte l’urgenza di dipingere una campitura di fucsia e giallo. Quei due quadrati alla Rothko accendono in lei una passione per il colore piatto che l’accompagnerà per tutto il suo percorso artistico. Tatuatrice, scultrice, pittrice, i suoi disegni assumono una direzione lifestyle.
Da oltre 20 anni Amanda Toy crea un immaginario giocosamente pop che invita a guardare il mondo con gli occhi del bambino sopito in ognuno di noi. Reinterpretando l’espressività del colore di Mark Rothko, l’insistenza tematica di Yayoi Kusama e il gusto naïf di Frida Kahlo. Amanda imprime sulla pelle linee pulite e cromatismi vivaci per rappresentare storie attraverso le sue emozioni. Non c’è arcobaleno senza pioggia: è questo il fondamento della sua estetica, risvegliando quella leggerezza fanciullesca che ci aiuta a credere nelle nostre capacità.
24
LENA SHMELÉVA Originaria di una piccola città nella parte settentrionale della Russia Lena Shmeléva pur partendo da un posto dove arte non ce n’era, tranne forse l’Aurora Boreale, ha inseguito il suo sogno e la ricerca di bellezza e autenticità trasformando la sua passione per la visual art in professione. Pur essendo una new entry in questo mondo ha già iniziato a lavorare con musicisti di talento e riviste di moda. Lena lavora in digitale ma crea anche in tecnica mista. Ama la combinazione di carta e digital, con l’aggiunta di elementi artistici, oggetti e trame. “Devo ammettere che nel mondo dell’arte del collage sono autodidatta ho iniziato a farlo per amore dell’intrattenimento e del processo stesso, che mi ha dato e mi dà molto piacere. Avendo studiato Photoshop da sola, ho provato passo dopo passo cose diverse ed estetiche diverse, ma è stato sempre vicino alla moda, perché è uno dei miei interessi principali”. Ci ha confidato. Tra le sue fonti d’ispirazione ci sono la musica, la fotografia e la street art ma anche l’arte astratta e i libri. Per Lena a volte il silenzio è la parte più importante nella creazione delle sue opere, per esempio usa completamente tagliarsi fuori dalla società per diversi giorni o settimane.
Tra digitale e tecnica classica. La giovane protagonista della Mixed Media Art
25
Artwork “la femme” by Lena Shmeléva
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.” Andy Warhol ... 26
27
M A R C H E T T I
Portrait Vittorio Marchetti
V I T T O R I O
Il creativo selezionato da illy caffè per realizzare la nuova confezione della celebre miscela in esclusiva per Esselunga Vittorio Marchetti, Art & Creative Director marchigiano, basato a Milano, è stato scelto da illy caffè per un lancio speciale. L’artista, selezionato al progetto “Dress for Coffee”, l’iniziativa che aspira a creare opportunità concrete per i nuovi talenti dell’arte, ha customizzato la famosa confezione con delle macchie di caffè digitalizzando una fantasia d’acquarelli su seta, in cui i colori caldi della terra si alternano a quelli delicati della natura e a quelli sfuggenti dell’universo. Un barattolo di caffè illy, in vendita esclusiva da Esselunga. “Penso che il mio lavoro, possa essere paragonato a un’opera sinfonica” - dichiara Vittorio Marchetti - “Un pensiero che segue un crescendo creativo. E quando più creativi collaborano insieme, si forma un’orchestra che produce qualcosa di magico, raffinato”.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
ALICE MERTON Il grande ritorno con Vertigo Classe 1993, cittadina del mondo, sin da piccola si è spostata con la famiglia tra America, Canada ed Europa. Una giovane donna arrivata al successo grazie alla musica, un’arte che le scorre nelle vene fin dalla nascita. Famosa per i singoli No Roots, Mint, Lash Out, Learn to live o Easy, Alice Merton conta oltre 500 milioni di stream. 448 mila follower su YouTube. Oltre ad aver raggiunto una grande popolarità grazie alla partecipazione nel ruolo di coach al programma The Voice of Germany. Oggi la star del rock alternativo torna sulla scena con Vertigo, un disco in cui l’artista esce totalmente allo scoperto con un manifesto della sua indole: essere fragili come punto di forza. “Tutto quello che sento è una vertigine” canta Alice Merton. Gli artisti devono mettersi a nudo per mestiere, quando cantano, quando si esibiscono sul palco; devono ostentare la solidità dell’amianto andando oltre un’essenza di cristallo. Ed ecco la vertigine raccontata nel nuovo singolo. Questa confessione del dietro le quinte mentale di un’artista ha il suo incipit nella vita quotidiana. Vertigo si presenta come lo spunto iniziale che fa da trampolino a una introspezione più ampia. Una riflessione sul mestiere di artista, ovvero il compromesso tra le insicurezze del musicista e la necessità di trasformarle nella corazza da indossare ad ogni performance.
Alice Merton Credits: © 2021, Paul Grauwinkel / Paper Plane Records Internationa
28
Daiki Tsuneta Ph Courtesy of Mykita
DAIKI TSUNETA Il musicista giapponese protagonista della nuova limited edition di Mykita
29
Mykita collabora con Daiki Tsuneta, artista e leader dei King Gnu, una delle più famose band giapponesi. Già protagonista del collettivo creativo Millennium Parade, è anche un produttore molto richiesto per marchi di streetwear. Il suo estro trae influenza dalle culture di tutto il mondo e con questo approccio collabora al nuovo lancio della capsule collection Mykita x Daiki Tsuneta in edizione limitata.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
DARDUST Il producer più richiesto del panorama musicale italiano Autore, compositore e produttore multiplatino, pianista tra i più ascoltati, Dardust, all’anagrafe Dario Faini - con oltre 35 milioni di riproduzioni all’attivo – prende parte al nuovo progetto Levi’s® Music Project e insieme alla fotografa e songwriter Silvia Tofani, accompagna due ragazzi nella produzione di un singolo che commenta così: “Dopo l’esperienza con Mahmood per il primo Levi’s ® Music Project, sono felicissimo di tornare quest’anno in prima persona nella veste di producer. Voglio contaminare, miscelare e sperimentare per la creazione di una nuova canzone e riuscire a trasmettere ai ragazzi questi valori per la loro creatività”. Dardust si è affacciato sulla scena musicale nazionale come primo progetto italiano di musica strumentale in grado di unire il mondo pianistico minimalista all’attuale immaginario elettronico di matrice Nord europea. Il suo nome è un ironico omaggio a Ziggy Stardust, il più celebre personaggio alieno incarnato da David Bowie, che ha ispirato l’immaginario “spaziale” di tutto il progetto e dall’altra un tributo al duo Dust Brothers, divenuto celebre con il nome Chemical Brothers. L’unione tra il nome del fondatore Dario Faini e “Dust” racchiude così nell’universo Dardust l’importanza di uno specifico mondo elettronico.
“Voglio trasmettere ai ragazzi i valori per la loro creatività”
Dardust Ph Courtesy of Levi’s Music Project
30
Emis Killa ed Hell Raton per Kappa Keep Performing
emis killa hell raton Due giovani artisti della scena rap incarnano i valori di Kappa che lancia il nuovo progetto dedicato alla Gen.Z
31
I rapper Hell Raton ed Emis Killa, insieme a una rappresentanza della Fiorentina Femminile, sono i protagonisti della nuova campagna Kappa Keep Performing, lanciata in occasione della collezione estiva 2021 del marchio. Gli artisti e le atlete raccontano come gli ostacoli siano parte del successo. Il marchio degli Omini celebra il legame tra lo sport e la street culture, dove ciascuno è libero di esprimere il proprio talento prima credendo in sé stesso e poi mettendosi in gioco. Nella vision del marchio lo sport diventa un’attitudine prima ancora che una performance fisica, un’inclinazione a vedere il mondo con perseveranza, costanza e coraggio. Per questa speciale occasione il brand ha scelto i rapper Emis Killa ed Hell Raton, entrambi in grado di rappresentare l’autenticità di chi ha saputo farsi strada nel mondo della musica e del gaming, rendendo i momenti di sconforto i punti di svolta di due storie di successo.
“La vita è un altro campionato: dove non serve essere i più veloci per arrivare primi, serve essere i più perseveranti per arrivare più lontano.” Con queste parole Emis Killa scrive un manifesto dall’inclinazione rap dedicato a chi non conosce la resa, ripercorrendo il difficile percorso di chi sogna di fare musica, attraverso gli occhi di uno dei tanti ragazzini che fanno parte della Generazione Z.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
FRANCESCA MICHIELIN Pure beauty Nata nel 1995 e originaria di Bassano del Grappa. Francesca vince, a soli sedici anni, la quarta edizione di X-Factor nella categoria Under Donne, allora capitanata da Simona Ventura. Ha inoltre rappresentato l’Italia all’Eurovision Song Contest nel 2016, subito dopo essersi classificata seconda all’edizione del Festival di Sanremo dello stesso anno. È stata scelta come unica artista italiana per la colonna sonora del film The Amazing Spider Man 2 - Il potere di Electro e voluta dalla stilista Stella McCartney come unica artista italiana per partecipare al festival musicale online per sensibilizzare il pubblico contro la violenza sulle donne. Giovane protagonista di quella young generation che ci piace ascoltare è stata anche protagonista di Sanremo 2021 dove ha presentato il suo nuovo brano “Chiamami per nome” realizzato insieme all’amico Fedez. Singolo incluso nel nuovo progetto musicale intitolato FEAT (Fuori dagli spazi), un grande lavoro di ricerca musicale, eterogeneo, ricco di collaborazioni con i nuovi protagonisti della scena pop italiana, amati dalla Gen. Z e dal pubblico social. Tra le ultime attività Francesca ha lanciato il podcast “Maschiacci”, uno strumento per capire su cosa lottano oggi le donne.
Francesca Michielin fotografo Letizia Ragno mua Daniela Zeqo hair Angelo Uliana stylist Susanna Ausoni Ph Courtesy of Rêve Magazine
32
H.E.R Tra musica e attivismo Nominata ai Golden Globe 2021 nella categoria Miglior Canzone per il film di Shaka King “Judas and the Black Messiah” H.E.R è la cantautrice ventitreenne originaria di Vallejo, California, già vincitrice di due Grammy Award, inserita tra gli artisti contemporanei R&B di maggior successo. Tra le sue influenze musicali principali ci sono Prince, Stevie Wonder, James Brown, Lauryn Hill e Michael Jackson. H.E.R., all’anagrafe Grabriella Wilson, ha iniziato il suo percorso nella musica da giovanissima, oggi ha scritto e registrato la canzone “Fight for You” per il film di Shaka King che si concentra su Fred Hampton, colui che è stato presidente del Black Panther Party alla fine degli anni ‘60. I testi toccanti di H.E.R. sono ispirati dalla lotta di Hampton per la giustizia sociale e razziale.
Già vincitrice di due Grammy Award, H.E.R. presenta “Fight for You” realizzata per il film di Shaka King ispirato al Presidente del Black Panther Party
33
H.E.R The 78th Golden Globe Awards. Look Valentino from the Roman Palazzo - Fall 2021 collection Ph courtesy Valentino/photo credit Shane Adams @savecinema
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
LA RAPPRESENTANTE DI LISTA La Queer Pop Band italiana Noto anche con la sigla LRDL, La Rappresentante di lista è la Queer Pop Band italiana che ha portato sul palco di Sanremo 2021 il gender fluid. Un duo formato nel 2011 da Veronica Lucchesi (voce) e Dario Mangiaracina (chiatrra) e un nome che proviene dalla scelta di Veronica quando, per poter votare fuori sede al referendum abrogativo del 2011 in tema di energia nucleare, si iscrisse come rappresentante di lista di uno dei vari partiti politici. L’esordio del duo risale al 6 marzo 2014 con il primo album “(per la) Via di casa”. Oggi, dopo il brano “Amore”, lanciano “Alieno”, entrambi sono parte del nuovo album My Mamma, in cui la protagonista vuole godersi la propria sessualità e il piacere. Come hanno dichiarato a Rolling Stone «La diversità fa paura perché costringe a mettersi in discussione, la nostra musica la esalta».
“Sono più forte del piacere, sono l’amore Sono più forte dell’amore, sono il dolore Sono più forte dеl piacere, sono l’amore Sono più fortе dell’amore” Alieno
La Rappresentante di Lista Ph credit Valentino/SGPItalia
34
C O S I M A
Cosima Ph credit David Sessions Courtesy of Valentino
La nuova musa di Maison Valentino
35
Cosima, artista nata e cresciuta a Londra, famosa per la sua tonalità straordinaria e a un’estensione vocale pressoché illimitata è appena stata scelta da Valentino come protagonista dello show digitale dedicato ad Act Collection, al Piccolo Teatro di Milano. Un’artista che, nella vita e in tutta la sua arte, non si sforza di uniformarsi: Cosima ha ridefinito il modo di navigare nell’industria musicale, provando a riguadagnarsi la propria indipendenza sin dagli esordi. Comprendendo l’importanza della proprietà creativa, Cosima si propose di conoscere meglio l’industria, aggiungendo così all’elenco delle sue capacità la regia di video e la produzione di musica. Nel 2018 l’artista lancia la sua etichetta di registrazione che chiama come il suo primo mixtape, “South of Heaven”, che per lei significa trovare la felicità nel presente. Il suo obiettivo è di ispirare gli altri a essere liberi nella loro verità e a “essere proprietari delle proprie narrazioni”. The Fun Is Here è l’ultima pubblicazione di Cosima con la sua etichetta.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
MAHMOOD Nei panni di un fumetto Inuyasha è la nuova canzone di Mahmood che rappresenta il nuovo immaginario creativo dell’artista. La canzone scritta da Mahmood e Dardust (che ne è anche produttore), è una ballad ispirata a un manga giapponese in cui il protagonista è un mezzo demone che riesce ad arginare il suo lato oscuro per tutelare i compagni di viaggio, rinunciando volontariamente a diventare un demone completo. Il brano diventa la metafora per descrivere la complessità delle relazioni, fra desiderio di espressione e necessità di non riversare sugli altri la propria parte peggiore rinchiudendola “dentro una crisalide”.
Ha dominato le Top 10 nel 2020 con “Rapide” e “Dorado”, collezionando un totale di 14 dischi di platino, 5 dischi d’oro, oltre 400 milioni di streaming. Eccolo ora con Inuyasha
Mahmood, Inuyasha single cover Courtesy of Wordsforyou
36
Maneskin Ph credits Francis Delacroix
MANESKIN Pronti a conquistare l’Eurovision Song Contest
37
Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan hanno iniziato a esibirsi live da giovanissimi nelle strade di Roma e con la loro carica fuori dal comune hanno conquistato il pubblico, arrivando a collezionare oltre 16 dischi di platino e 6 dischi d’oro. Dopo la vittoria sul palco di Sanremo con il brano “Zitti e Buoni”, i Måneskin rappresenteranno l’Italia all’edizione 2021 dell’Eurovision Song Contest a Rotterdam e, dopo due anni dal debutto
con “Il ballo della vita”, presentano il loro nuovo album intitolato “Teatro d’ira – Vol.I” che rappresenta il primo volume di un nuovo progetto più ampio che racconterà gli sviluppi creativi della band insieme alle prossime importanti esperienze. L’album è stato registrato tutto in presa diretta al Mulino Recording Studio di Acquapendente (VT), legato alle atmosfere dei bootleg anni ’70, con l’idea e la voglia di ricreare la dimensione live vissuta dal gruppo nel loro primo lungo tour di 70 date fra Italia e Europa.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
MICHELE BRAVI Dopo un lungo percorso interiore Michele Bravi torna sulla scena musicale con un nuovo progetto Si intitola “La Geografia del Buio” ed è il concept album del giovane artista italiano nato a Città di Catello (Perugia) il 19 dicembre 1994. Michele Bravi, vincitore della settima edizione di X-Factor nella categoria Under Uomini (16-24) all’epoca capitanata da Morgan, ha raggiunto il quarto posto in classifica al Festival di Sanremo 2017 col brano “Il diario degli errori”. Oggi l’artista torna sulla scena musicale con un progetto profondo e totalmente diverso da tutta la sua produzione precedente. “La Geografia del Buio” è caricato di grande drammaticità. La realtà dell’artista si palesa sotto forma di rappresentazione teatrale, dove la separazione tra spettatori e attori è un limite invalicabile. “Orientarsi nel buio significa stabilire le coordinate di un luogo oscuro, conoscerne gli spazi, abitarlo, arredarlo. Avere le parole per dire il caos non salva da niente ma almeno disegna il labirinto”.
MicheleBravi Ph credit Clara Parmigiani
38
R A N D O M
Random, Ph credit Cosimo Buccolieri stylist Monica Frisoli
Giovane protagonista del panorama musicale pop urban
39
Prima di cantare è stato un muratore. Emanuele Caso, in arte Random, classe 2001, è uno dei giovani cantautori della nuova generazione pop urban. La sua musica è caratterizzata da testi profondi e dal racconto di temi e problemi di vita quotidiana, propri della sua generazione. L’ultimo brano realizzato dall’artista è “Torno a Te”, contenuto nell’album “Nuvole”, che, nelle parole dell’artista racconta: «Torno a Te è una canzone che invita le persone a tornare a vivere la propria vita con la spensieratezza tipica di chi scopre il primo amore. Siamo in un periodo difficile, in cui c’è l’urgenza di uscire da una fase in cui ci è stato tolto il rapporto umano, l’abbraccio con una persona cara, darsi il cinque con un amico. Quando tutto questo finirà vorrei che tutti tornassimo a godere al 100% di ogni istante della nostra vita, apprezzando ogni piccolo gesto con entusiasmo e gratitudine.»
Aiello, Ph credit Gabriele Gregis
AIELLO Feel the sound Cosentino di nascita, romano di adozione, Aiello fa della “contaminazione di generi” la sua cifra stilistica. Dopo essere stato uno dei protagonisti dell’estate 2020 con “Vienimi (a ballare)”, canzone certificata disco d’oro e aver calcato per la prima volta il palco del Teatro Ariston per la sua partecipazione a Sanremo 2021, aver ricevuto una candidatura ai David di Donatello, milioni di stream e visualizzazioni su YouTube per il suo album d’esordio “EX VOTO”, contenente i singoli “Arsenico”, certificato disco di platino, e “La mia ultima storia”, anche questo disco d’oro, lancia il nuovo progetto discografico intitolato “Meridionale”.
40
Ph: credits/copyright DEICHMANN
BEBE REXHA Con un nuovo album in arrivo, diventa protagonista di una potente campagna
41
“La vita è una questione di scelte, sta a te decidere chi vuoi essere”. Nominata due volte ai Grammy®, ha raggiunto quasi 4 miliardi di visualizzazioni su YouTube e oltre 12 miliardi di global stream a livello mondiale. Ha scritto canzoni per le star più autorevoli del panorama contemporaneo. Il suo “Meant to Be” è rimasto al primo posto della classifica Billboard Hot Country Songs per ben 50 settimane consecutive, il record più lungo di sempre per un’artista femminile. “The Monster”, il successo mondiale scritto per Eminem e Rihanna è stato certificato 6 volte disco di platino da RIAA. Mentre
“Me, Myself & I” realizzata in duetto col rapper G-Eazy ha raggiunto la prima posizione nelle classifiche pop e rap di Billboard e 5 dischi di platino. Ora Bebe Rexha ha pubblicato il suo nuovo singolo “Baby, I’m Jealous” feat. Doja Cat, prima traccia del suo prossimo album Spring 2021 e, con il motto #WhateverSuitsYou l’artista diventa il volto della nuova campagna Power Collection di Puma e Deichmann, composta da cinque prodotti esclusivi: due modelli di sneaker e tre tipi di borse. “Con i vari stili posso mostrare le mie diverse sfaccettature ed esprimere ciò che ho dentro e quanto sono forte” dichiara Bebe durante le riprese della campagna a Los Angeles dal fotografo Brian Ziff.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
TAKAGI & KETRA Per il sesto anno consecutivo una loro produzione viene decretata “Singolo più venduto dell’anno” Takagi & Ketra, con 131 dischi di platino, un disco di diamante tra singoli e produzioni e più di 1 miliardo di streaming, tornano a sorprendere con “Venere e Marte”. Il gruppo sperimenta nuove atmosfere e coinvolge due voci uniche del panorama italiano, quelle del cantautore Marco Mengoni e di Frah Quintale rivelazione della scena Street Pop italiana, in un’inedita collaborazione. Il singolo apre ad un mondo più intimo ed emotivo rispetto all’immaginario estivo di Takagi & Ketra, che raccontano una storia d’amore indelebile, di quelle che ingannano gli anni e superano promesse e incertezze, dove grazie a uno sguardo verso il cielo Venere si unisce a Marte.
Protagonisti due innamorati che ballano sullo sfondo di una New York anni ‘80
Takagi & Ketra Ph credit Fabrizio Cestari
42
GILBERTO CALZOLARI Ethics meet Aesthetics
43
Gilberto Calzolari è il giovane protagonista del Made in Italy e della demicouture che, dopo 15 anni all’interno di prestigiosi uffici stile dei marchi dell’alta moda, ha deciso di realizzare il suo omonimo brand amato dalle più giovani e dalle star. Oggi il designer ha realizzato una capsule collection futuristica, complice la collaborazione con Volvo e il lancio della sua nuova auto C40 Recharge, la prima del marchio nata per essere solo full electric. Calzolari ha realizzato
una varietà di abiti realizzati con materiali e tessuti ecologici, tecnologicamente avanzati, come l’abito tunica e la pencil skirt realizzati con l’upcycling di airbag destinati al macero. Il top ricamato in poliestere Seaqual interamente riciclato da plastiche recuperate dal mare. E ancora, l’abito asimmetrico in stampa geometrica realizzato in poliestere Newlife™ 100% made in Italy. La gonna avorio a pannelli plissé in cupro Bemberg™ certificato GRS e la giacca in canvas di cotone EcoKosmos con biodegradazione accelerata.
KULT / PROTAGONISTS
L A R I S S A
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
I A p i c h i n o Ph Courtesy of REDValentino
La promessa del salto in lungo nel nuovo progetto Inspired by REDValentino Nata nel 2002, figlia d’arte di Gianni Iapichino, ex detentore del record e campione italiano di salto con l’asta e decathlon e di Fiona May, due volte campionessa del mondo e due volte medaglia d’argento olimpica di salto in lungo, Larissa Iapichino è l’atleta e grande promessa del salto in lungo, scelta per il nuovo capitolo del racconto Inspired by REDValentino. Larissa dimostra l’impegno quotidiano di un’adolescente, futura dottoressa in Legge, divisa tra lo studio e la carriera agonistica rappresenta l’impegno necessario per abbattere confini, superare record, cercando di creare una nuova rotta.
44
LEONARDO VALENTINI 26 anni, romano, artista della pelle e del prêt-à-porter luxury Alto, statuario, biondo platino. Bracciali di Cartier, Versace e orecchini di Alan Crocetti, le sue icone sono tutte lì, nella sua struttura.“Ho il difetto di far andare la mia testa più avanti della mia esistenza”... Si presenta così Leonardo Valentini, il designer romano che, nonostante la giovane età (1995), ha collaborato con diversi marchi di moda a livello nazionale e internazionale tra cui Fiorucci e Joseph Auren, insieme a svariati personaggi del mondo dello spettacolo, mentre racconta la sua nuova avventura nel fashion che coincide con la creazione del proprio brand omonimo. Un logo composto da due Cupido che si baciano e un’idea di moda che si inserisce nel prêt-à-porter d’impronta luxury che fa della sperimentazione del pellame, dell’uso di sete leggerissime e l’innovazione del ricamo i suoi principali strumenti del mestiere. Per il designer educazione e disciplina sono temi importanti, perché grazie a questi può avere quella libertà di trasgredirli in modo intelligente. Laureato in moda alla Sapienza e con un Master ottenuto presso il Polimoda di Firenze, Leonardo si forgia degli statements che sfociano in un progetto che prevede una sola collezione l’anno, fluido, senza una distinzione netta tra maschile e femminile, e con una minuziosa attenzione al dettaglio. Oltre a una capsule di pochi pezzi che vede parte del ricavato devoluto alla ricerca sull’HIV. “Nel mio piccolo sarò di sostegno a situazioni importanti” afferma Leonardo.
45
Ph Courtesy Leonardo Valentini
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
JENNY DE NUCCI Età: 21 anni Segni particolari: attrice e influencer Vincitrice del Premio Explosive Talent Award al Giffoni Film Festival, con 1.3 milioni di followers su Instagram e oltre 2 milioni su TikTok, Jenny De Nucci canta, balla, recita e ha una passione sconfinata per la fotografia. Nata nel 2000 a Garbagnate Milanese, esordisce nel mondo della Tv partecipando al reality Il Collegio, diretto da F. Calvi. Poi dal 2018 ottiene ruoli in serie di grande successo della Rai come Che dio ci aiuti e Don Matteo. Ma non solo… nello stesso periodo presenta il suo primo libro: “Girls. Siamo tutte regine”. Nel progetto firmato LuisaViaRoma e adidas Originals, dedicato alle Forum 84, Jenny sceglie di indossare le iconiche sneaker per una sua giornata tipo, tra set e attività di routine, abbinandole in modi diversi per ottenere vari tipi di look. Mostrando tutta la versatilità di questa scarpa iconica.
Jenny De Nucci indossa le Forum 84 nel progetto speciale, “A day with…” realizzato in collaborazione tra LuisaViaRoma e adidas Originals
46
B E N J AM MA I S N C O L O Età: 28 anni Segni particolari: cantautore
47
Benjamin Mascolo indossa le Forum 84 nel progetto speciale, “A day with…” realizzato in collaborazione tra LuisaViaRoma e adidas Originals
Nato a Modena sotto il segno zodiacale dei Gemelli dal papà Alfonso italiano, e dalla mamma Jocelyn australiana. Da subito ha girato il mondo, in Australia si è diplomato al Rosny College di Hobart. Famosissimo come Benji è arrivato al successo con le canzoni dell’ex duo di cui faceva parte Benji e Fede. Ora protagonista della scena musicale con il nuovo pseudonimo di B3N. Su Instagram conta circa 2 milioni di Follower con cui condivide i momenti della vita, tra cui l’annuncio del matrimonio con l’attrice Bella Thorne. Nel progetto di LuisaViaRoma e adidas Originals, Benjamin indossa le Forum 84 per le sessioni in sala prove, nello studio di registrazione, nel tempo libero e nei momenti dedicati alla scrittura delle canzoni.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Real Opportunities by Birkenstock & Central Saint Martins London
Nella foto a fianco, Fabior Piras, Dingyun Zhang, Alex Wolfe, Alecsander Rothschild, Saskia Lenaerts
48
49
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 2
Birkenstock lancia la MA Fashion Collection con gli studenti del Master in Moda dell’iconica Central Saint Martins di Londra. Il progetto coinvolge i quattro studenti diplomati vincitori e la riedizione di un iconico modello di archivio.
COSY STYLE by CSM graduate Dingyun Zhang (1995) La versione a cuscino del sandalo Arizona progettato da Zhang trae ispirazione dai piumini oversize. La scelta monocromatica e il contrasto tra le cinghie bianche e la suola nera (o viceversa) rafforza l’approccio di un design duraturo.
BUKAREST STYLE by CSM student Alecsander Rothschild (1992) Ispirato all’opera di Brancusi e al suo uso contrastante di materiali e texture, Rothschild lavora con tre tipi di pelle per esprimere la propria versione di Birkenstock: accanto alla pelle nubuk oliata nera o bianca debossed il designer accosta la pelle argento lucido.
50
Gli studenti sono stati invitati ad offrire la propria interpretazione di modelli emblematici attraverso una visione contemporanea, plasmando il futuro del celebre brand tedesco. La collezione esperimento è disponibile in store selezionati e sul sito 1774.com
TERRA STYLE by CSM graduate Saskia Lenaerts (1993)
51
Pensando al modello Milano di Birkenstock, i profili a rilievo di Terra (il sandalo della designer) replicano le linee del piede. Il suede, la nappa e la pelle nubuk offrono il massimo comfort. Tramite i colori la designer ricrea di un’impronta impressa sulla sabbia.
MOTO SANDAL by CSM graduate Alex Wolfe (1991) Wolfe propone il sandalo Rotterdam Moto, caratterizzato da grafiche urbane e da una tomaia dal design impattante. Il giovane designer sceglie il materiale eudermico Birko-Flor di Birkenstock, per creare uno scudo flessibile, con interni in nappa e suede.
KULT / PROTAGONISTS
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Dreaming Fashion Luisa Federico e Giordana Bellucci. Due talenti al II anno di Fashion Design presso lo Iuad di Napoli che hanno unito le forze in un progetto comune
“Ci piace pensare di appartenere a un concetto di ‘’contemporaneità femminile’’, dove le ragazze sono ribelli, sognano più in grande, puntano più in alto, e lottano con più energia, liberandosi da ogni pregiudizio”. Raccontano Luisa Federico e Giordana Bellucci due giovani studentesse dello Iuad di Napoli che insieme hanno lavorato a svariati progetti alla cui base c’è sempre la voglia di comunicare un qualcosa di forte, come hanno fatto per esempio in “Feel It Slowly” il progetto incentrato sull’essenzialità, realizzato con scatti in bianco e nero che catturano l’anima di chi guarda. Oltre a un guardaroba “smart”, no gender e multifunzionale unito a una creatività che parte dal riuso dei materiali. Oppure nel progetto che secondo le due giovani vuole regalare coscienza sulla cultura del consumo intitolato “Huston We Have a Solution”. Qui mettono al centro della scena due giovani stanchi di rifugiarsi costantemente nella loro utopia, i quali scelgono di scannerizzare una generazione attraverso i loro occhi. In questo progetto la moda appare come un concetto unificatore, rendendo le diversità dei pregi. “Insieme immaginiamo di cambiare il mondo della moda, sdoganandolo dall’idea di banalità con il quale viene visto. Odiamo i cliché, e vorremmo eliminare anche quelli”.
52
GIORDANA BELLUCCI “Mi piace pensare che la moda è comunicazione, che tramite essa possiamo raccontare i nostri pensieri e le nostre esperienze più intime, ed è forse proprio per questo che sono innamorata di questo mondo” dice di sé. “Sono cresciuta vedendo sfilate di moda a letto con mia madre, da piccola passavo le ore a guardare programmi televisivi che parlassero di moda, e quando ero sola a casa mi piaceva intrufolarmi nella cabina armadio di mamma provando tutti i suoi vestiti, una volta mi sono anche addormentata lì dentro, quel giorno non mi hanno trovata per circa due ore”. Mi definisco una giovane fashion designer ‘perduta’, poiché la mia mente fa continuamente voli pindarici che spesso neanche io riesco a seguire. In futuro spero che le mie collezioni possano essere un mezzo per diffondere arte, distribuire sorrisi e unire le comunità, odio l’odio.
LUISA FEDERICO
53
Generazione Y, napoletana doc, con una mente poliedrica. Luisa non è Luisa senza la moda, un rapporto viscerale, che va altro il capo. Un mezzo per comunicare con gli altri. Sempre alla continua ricerca di stimoli, di tendenze che possano influenzare la sua creatività. Si definisce una grande osservatrice, con un forte senso della critica. “Uno dei miei tanti obbiettivi” ci racconta è “diventare una brava stylist. Comunicare attraverso un abbinamento. Non amo soffermarmi
troppo sulle cose, una volta studiato o assimilato un determinato argomento, passo avanti, cercando nuovi trend, nuovi stimoli, insomma, il mio sogno più grande è quello di affermarmi anche come Cool Hunter. La mia ispirazione prende vita da tutto quello che mi circonda, film, musica, arte, persone sconosciute, dalla mia magic partner Jo, una delle poche persone di cui mi fido ciecamente, mi piace definirla come un posto sicuro in cui si può provare emozioni che ti travolgono come un uragano”.
KULT / INTERVIEW
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Cats Are the
Future Foto di gatti divertenti con didascalie inquietanti condivise sui social media. Immagini digitali che circolano invisibili attraverso l’infrastruttura di Internet. Lavoratori anonimi assunti online per rimuovere contenuti web moralmente dubbi. Da sempre affascinati dal lato più misterioso e oscuro della rete, Eva & Franco Mattes ne indagano gli effetti sull’etica e la politica del nostro quotidiano. La loro prima mostra monografica in un museo ci aiuta a riflettere su come le immagini definiscano sempre più il nostro comportamento privato e sociale
Text by Fausto Colombo Photos Courtesy Fotomuseum Winterthur
KULT / TALENTS
MARCH — APRIL — MAY
Cosa vi ha spinto a creare arte su Internet e per Internet? Eva Mattes: L’isolamento. Quando abbiamo iniziato a fare arte vivevamo in una piccola città italiana e ci sentivamo completamente isolati dal mondo. Appena ci è stato possibile abbiamo iniziato a viaggiare e così abbiamo scoperto la Net Art, e attraverso Internet siamo entrati in contatto con altri artisti. Franco Mattes: Internet ci ha permesso di bypassare tutti gli intermediari. Abbiamo potuto fare arte e distribuirla, raggiungendo anche un vasto pubblico, senza avere contatti nel mondo dell’arte, senza conoscere galleristi, curatori o giornalisti. Come si è evoluta la vostra visione della Net Art parallelamente allo sviluppo che Internet ha avuto nel corso degli ultimi 20 anni? EM: Abbiamo sperimentato in prima persona la prima fase di Internet, quella “utopica”, dove tutto era ancora da creare e sembrava che tutto fosse possibile. Era entusiasmante pubblicare i nostri lavori in rete e vedere la reazione della gente. Col passare del tempo la rete è cambiata moltissimo, è diventata più centralizzata, più commerciale e più controllata. La nostra visione utopica di Internet si è lentamente trasformata in una sorta di distopia, così anche i nostri lavori si sono adattati per riflettere questi cambiamenti. FM: Se nei primi anni eravamo ossessionati dalla visibilità, dall’over sharing, dal raggiungere un’audience sempre più vasta, oggi al contrario cerchiamo quasi clinicamente soluzioni di invisibilità, come sottrarsi all’attenzione. Trovo sia molto liberatorio poter ignorare gli strumenti che quantificano la nostra attenzione, i nostri comportamenti e le nostre emozioni. Quali sono i rischi e i benefici dell’evoluzione delle nostre connessioni sociali online? FM: È un ottimo documentario e chiunque l’abbia visto e conosca la storia di Internet non può che condividere la tesi centrale, ovvero che Internet si sia evoluta sempre più verso un modello commerciale basato sulla pubblicità e le conseguenze di questo modello. Facebook o Google non guadagnano soldi direttamente dai propri utenti, ma dalla vendita delle informazioni che raccolgono su di noi. Se hai comprato A e poi compri B, prevedo che acquisterai C: questo è il dato che andrò a vendere al migliore offerente. E, dopo
NUMBER. 1
la previsione, il passaggio successivo è influenzare direttamente questi comportamenti: prevedendo che comprerai C, allora perché non acquisti direttamente C? Più problematica e insidiosa è la fase in cui si sostituisce il bene materiale con qualcosa di più intangibile, come le opinioni. Se in passato hai letto un particolare articolo, se ti sei espresso a favore o contro un argomento, allora penso che tu possa essere interessato a votare per la Brexit o per Trump. Essere in grado di influenzare il voto e la visione del mondo è una questione molto delicata, che non lascerei nelle mani di un gruppo ristretto di aziende Californiane. Perché avete iniziato a creare opere con un un diretto riferimento alla cosiddetta “darknet”? EM: L’internet che usiamo quotidianamente ruota attorno a pochi grandi epicentri come Facebook, Google e Amazon, sono loro il vero “Lato Oscuro”, dove vengono raccolti i nostri dati per essere profilati ed eventualmente influenzati. Poi esiste una parte della rete, chiamata darknet, che è anonima. Viene spesso dipinta come un luogo dove, per via dell’anonimato, si possono comprare armi, droga e pornografia, ma è proprio l’anonimato a renderla interessante. Dopotutto perché il voto è anonimo? Perché non può essere influenzato, perché ti permette di essere libero di scegliere. Il concetto di censura è sempre più rilevante considerato quanto materiale illegale, offensivo e pericoloso circoli in Internet. Un argomento esplorato dal vostro lavoro The Bots e trattato anche dal documentario The Cleaners. Come dovrebbe essere gestita la censura in rete, mantenendo un equilibrio tra libertà di parola e accesso alle informazioni? FM: Sarah T. Roberts, una delle consulenti per la realizzazione di The Cleaners, ha collaborato anche al nostro lavoro Dark Content, che ha poi ispirato la video installazione The Bots, una ricerca sulle vite dei content moderators, i lavoratori che rimuovono contenuti da Internet per conto dei colossi della Rete. Fanno l’opposto di ciò che facciamo noi tutti: noi aggiungiamo informazioni, fotografiamo, pubblichiamo, carichiamo, archiviamo, condividiamo, tagghiamo, mettiamo i “mi piace”, ecc. Mentre loro rimuovono. Ma la questione è molto complessa: chi decide cosa va rimosso e perché? A deciderlo sono un gruppo di aziende, per lo più americane, più specificatamente californiane, che stabiliscono le linee guida.
“Le immagini dei gatti sono da sempre quelle più condivise in Internet. Non ci interessano tanto i gatti ma il fatto che circolino in modo completamente sproporzionato rispetto a qualunque altro oggetto, animali inclusi”. — Eva & Franco Mattes
Dear Imaginary Audience, Fino al 24.05.2021 Fotomuseum Winterthur Grüzenstrasse 44 + 45 8400 Winterthur (Zurigo) www.fotomuseum.ch SEND ME AN IMAGE – From Postcards to Social Media Dal 27.03 al 22.09.2021 C/O Berlin Foundation Amerika Haus Hardenbergstraße 22-24 10623 Berlin www.co-berlin.org
Nella foto in alto, Eva & Franco Mattes
KULT / TALENTS
MARCH — APRIL — MAY
I moderatori di contenuti hanno il compito di applicare queste regole, e quindi di decidere se una immagine va tolta perché considerata pericolosa o controversa; un lavoro che non può essere eseguito automaticamente da un programma o da un algoritmo. Questo alone di invisibilità non ci permette di percepire l’effettiva influenza che queste aziende hanno sui contenuti di Internet. Se dei media tradizionali conosciamo la precisa affiliazione politica, ad esempio sappiamo bene che Repubblica o la CNN hanno una determinata visione del mondo, differente da quella del Giornale o di FOX News, ignoriamo completamente il pensiero politico delle piattaforme online, come YouTube. Eppure questi servizi hanno indubbiamente una grandissima influenza sulla nostra visione del mondo. L’onnipresente riconoscimento sociale attraverso click è alla base della video installazione Hannah Uncut. Come l’avete concepita? FM: Abbiamo pubblicato una open call in Internet chiedendo se ci fosse stato qualcuno disposto a vendere il proprio telefono cellulare per 1000 dollari, incluse tutte le immagini contenute, specificando che le avremmo utilizzate per un’opera artistica e che sarebbero diventate pubbliche. 34 persone hanno risposto dando la propria disponibilità e fra loro abbiamo scelto una ragazza inglese di nome Hannah. Col materiale del suo telefonino abbiamo realizzato un video composto da 1500 immagini in sequenza, senza alcun tipo di filtro, modifica o giudizio. L’unico nostro intervento è stato quello di assegnare un tempo di proiezione diverso ad ogni singola slide, emulando il ritmo col quale siamo abituati a sfogliare le immagini sul nostro smartphone: andiamo più veloci quando ci annoiamo, rallentiamo o ci fermiamo quando vediamo qualcosa che ci attira. Il video mostra sei mesi della vita di Hannah, raccontata dalle immagini scattate da lei. Fotografie più o meno interessanti, più o meno banali, più o meno ripetitive, da quelle delle vacanze a quella dell’amante, dallo screenshot di una mappa a quello dell’insegna di un concerto, insomma come tutte le nostre foto. Molte di queste immagini non sono state scattate per essere condivise, ma per essere utilizzate come dei promemoria o per essere inviate una ristretta cerchia di amici. Il lavoro è stato commissionato dal Fotomuseum Winterthur per questa mostra e diventerà parte della collezione permanente. Avete restituito il telefono? FM: No, ma abbiamo firmato un contratto di non esclusività, per cui Hannah può continuare a usare le proprie foto, ci sembrava sbagliato sottrarre i suoi ricordi. Dear Imaginary Audience, è allestita al Fotomuseum Winterthur, la più prestigiosa istituzione culturale svizzera dedicata alla fotografia. Qual è il vostro rapporto con questo media? EM: Ciò che più ci interessa della fotografia è la circolazione delle immagini, del perché siano diventate così importanti e
NUMBER. 1
onnipresenti. A queste tematiche è dedicato Personal Photographs, una passerella metallica porta cavi installata per tutto lo spazio espositivo che contiene nostre fotografie personali che, invisibili agli occhi dei visitatori, continuano incessantemente a circolare da un estremo all’altro del museo. Quello che vediamo è di fatto l’infrastruttura, ormai diventata così eterea da chiamarsi Cloud, la nuvola, dove vengono conservati tutti i nostri dati. Non la vediamo fisicamente ma è costantemente presente tra di noi. Con questa installazione abbiamo cercato di riportarla nello spazio fisico. FM: Le immagini che vengono stampate rappresentano ormai una percentuale infinitesimale. La stragrande maggioranza delle fotografie è in formato digitale, costituite da informazioni che circolano attraverso data center, che vengono duplicate, moltiplicate, analizzate e archiviate in immensi edifici senza finestre in mezzo al deserto dello Utah. Più che sul contenuto delle immagini e ciò che rappresentano, ci interessa ragionare su come nascono, come si diffondono e dove vanno a finire. Ad affascinarci sono le cosiddette meta informazioni. Con le sculture Ceiling Cat e Half Cat avete scelto un gatto per simboleggiare l’Internet che vede, controlla e manipola tutto. Perché non un altro animale, come un cane ad esempio? FM: Le immagini dei gatti sono da sempre quelle più condivise in Internet. Non ci interessano tanto i gatti ma il fatto che circolino in modo completamente sproporzionato rispetto a qualunque altro oggetto, animali inclusi. Ne conoscete la motivazione? FM: Ci sono tante teorie ma nessuna veramente convincente. È una specie di nuovo folclore. Un po’ come certi temi che vengono trasmessi da generazione a generazione, nelle favole per bambini piuttosto che nei racconti. Non penso ci sia una spiegazione razionale, sarà il nostro subconscio? Il vostro lavoro sottolinea l’idea che la nostra cultura sia basata sul plagio piuttosto che su nuove creazioni. Potete farci degli esempi? FM: In Internet questo è evidente. Abbiamo appena parlato dei memi, un’immagine che un fotografo, solitamente anonimo, ha postato, e che per qualche oscuro motivo viene ripresa da qualcun altro che magari gli aggiunge una scritta, che qualcun altro condivide, che qualcun altro ancora lo fotografa di nuovo e via dicendo. Si tende però a sottovalutare il fatto che il plagio non nasca col digitale o con Internet. Un classico esempio è rappresentato da due sculture: il David di Michelangelo, universalmente considerato uno dei picchi della cultura occidentale, che risale al 1500 e il Doriforo di Policleto della metà’ del V secolo a.C. Nonostante quasi due millenni di storia le separino, queste due sculture sono quasi identiche.
Se in duemila anni un genio artistico non ha voluto creare qualcosa di originale, chi siamo noi per farlo? Se il “plagio” diventa “arte”, quali sono le componenti etiche, morali o finanziarie che devono essere prese in considerazione? EM: Ricollegandoci al discorso precedente direi che se l’originalità è una forzatura, allora il plagio è la condizione naturale dell’essere umano. Quando nasciamo iniziamo a copiare il modo in cui parlano i nostri genitori, copiando i movimenti delle altre persone ci evolviamo e cresciamo. Copiare è quindi un modo per sviluppare le conoscenze e per apprendere. FM: Non esiste il genio isolato dal mondo e ispirato dalla musa. È un mito romantico che ha molte motivazioni per esistere, in particolare economiche. È molto più facile e conveniente apprezzare un singolo dipinto firmato da un individuo che è considerato geniale e unico, piuttosto che raccontare e commercializzare una storia che è frutto di infinite influenze più o meno autentiche e quindi difficilmente controllabili. Mentre la pandemia costringe il mondo dell’arte a migrare online, quanta parte della nostra cultura in futuro sarà basata solo su Internet? EM: Forse siamo le persone sbagliate a cui chiedere perché già 20 anni fa mettevamo tutto ciò che avevamo in rete. Nel 2000 realizzeremo un lavoro chiamato Life Sharing, un anagramma di “file sharing”, in cui per tre anni abbiamo condiviso con tutta la rete il contenuto del nostro computer privato. Visitando il nostro sito le persone potevano vedere in tempo reale a cosa stavamo lavorando, leggere le nostre e-mail, guardare le immagini, consultare il nostro estratto conto bancario... Cosa sperate che il pubblico si porti a casa dopo aver visitato questa mostra? EM: Quando organizziamo una mostra ci piace che una parte dei lavori esposti siano disponibili anche in rete. In occasione di questa
mostra al Fotomuseum, i video di The Bots ad esempio saranno in rete ancora prima dell’inaugurazione. Altri lavori avranno degli spin-off visibili sono online, per cui chi non potrà raggiungere Zurigo vedrà qualcosa in più rispetto a chi potrà venire qui. Per cui non c’è bisogno di “portarsi a casa” nulla perché parte dell’esposizione sarà già disponibile ancor prima che apra. Potete anticiparci i vostri futuri progetti attualmente allo studio? FM: Stiamo lavorando a un’installazione che verrà realizzata alla fine di marzo sulla facciata esterna del C/O di Berlino, per la mostra SEND ME AN IMAGE - From Postcards to Social Media. Per la prima volta, si potrà vedere l’infrastruttura di cavi ethernet in cui scorrono le nostre fotografie a ciclo continuo anche dalla strada. EM: Da tempo volevamo far uscire dallo spazio museale quest’opera, portandola all’esterno vogliamo sottolineare come le immagini personali vivano comunque in un luogo a metà strada tra pubblico e privato. Quando il vostro lavoro sarà scoperto fra qualche secolo da un archeologo digitale, come vorreste essere descritti? FM: Come un qualcosa di indefinito di cui degli autori non è rimasta traccia. Praticamente vorremmo essere dimenticati. Se tutto va come deve solo il nostro lavoro sopravviverà. Come una leggenda o una storia di cui non si conosce l’autore ma che continua a sopravvivere, perché altre persone la riscrivono, la riadattano, la trasformano. Negli Anni ‘70 Andy Warhol profetizzava che nel futuro tutti avremmo avuto 15 minuti di celebrità. Quel futuro è qui, è adesso, dove però tutti performano ma nessuno veramente guarda... FM: Siamo tutti in qualche modo delle celebrità dilettanti. La mia speranza, diametralmente opposta a quella di Warhol, è quella di avere tutti in futuro 15 minuti di invisibilità.
KULT
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER.1
KULT
MARCH — APRIL — MAY
NMBER. 2
64
FASHION A cura di Alessandro Iacolucci
65
CONTENTS
Fred Perry, Puma, KidSuper Studio, Lacoste x Ricky Regal, Moose Knuckless, Automobili Lamborghini, Fila x Intimissimi Uomo, GORE-TEX e Carhartt WIP, C.P. Company, YEZAEL by Angelo Cruciani, Onitsuka Tiger, Anti-do-to, Dior, Salvatore Ferragamo, Marni, Philipp Plein, Bally, Missoni, Kenzo, Fiorucci
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Fred Perry La nuova capsule Made in Japan Fred Perry presenta la capsule collection che si ispira alle luci e alle insegne luminose simbolo di Tokyo. Realizzata secondo i più alti standard della manifattura giapponese, la collezione racconta la storia di una serie di Polo Shirt in piquet di cotone dal fit oversize. I capi, realizzati in Giappone secondo la certificazione J-quality, sono stati costruiti rispettando le tecniche tradizionali giapponesi e con le tecnologie più innovative.
66
Puma e KidSuper Il nuovo co-brand ispirato al calcio Si tratta della seconda collaborazione tra Puma e il collettivo di artisti di Brooklyn: KidSuper. Insieme realizzano una collezione dal design mix-andmatch, con stampe sperimentali. Ispirata dalla passione per il calcio, la capsule racconta la sua squadra del cuore e i campioni della Copa Libertadores: il club brasiliano del Palmeiras con protagonisti gli atleti William, Gabriel Veron, Weverton e Renan. Il pezzo unico della collezione è il “bathrobe” caratterizzato da una stampa rossa, gialla e bianca all-over, dal ricamo co-brand sul retro e dal piping sul bordo del colletto, polsini e bordi. Inoltre è dotato di una cintura, tasche anteriori e tasca interna.
67
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
“Quando sono in scena mi chiamo Bruno Mars. Quando realizzo capi d’abbigliamento mi faccio chiamare Ricky Regal” …
68
Lacoste X Ricky Regal Libertà, spontaneità e creatività. L’artista Bruno Mars lancia il suo lifestyle brand Il cantante Bruno Mars stringe una partnership con Lacoste per diventare Ricky Regal, il suo alter ego stilista. I due lanciano una collezione ispirata dalla voglia di godersi la vita. I capi uniscono la personalità enigmatica e lo stile unico di Bruno al mix iconico di sport e lusso che caratterizza Lacoste. “Ho avuto la grande fortuna di ricevere proposte di partecipazione a collaborazioni in passato, ma erano sempre accompagnate da linee guida. Lacoste è stato il solo e unico brand che ha detto ‘Bruno puoi fare qualsiasi cosa tu voglia’. Il rispetto di questa libertà creativa proveniente da una maison di moda storica è stato un onore”, ha detto Bruno Mars. La collezione dal gusto sportswear luxury si delinea intorno a camicie fluide e tute dagli accenti pop e comprende shorts, polo, t-shirt, pantaloni, ciabatte da piscina e calze, oltre a un paio di occhiali da sole aviator.
69
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Moose Knuckles Il nuovo progetto del marchio raccontato dagli scatti di Hugo Comte Si chiama Arise ed è la nuova collezione caratterizzata da capi sportswear e transitional outerwear. Gli scatti che accompagnano la nuova collezione del marchio sono stati studiati dal fotografo Hugo Comte e pongono l’accento sull’individualità di ogni soggetto, senza minare la dinamica del gruppo. “Volevo esprimere la natura simbiotica dell’individualità. L’idea che ognuno può essere unico senza che le differenze ci dividano” spiega Hugo Comte. La novità assoluta di questa collezione è rappresentata dal debutto della linea rainwear “Pack Your Moose”, che adotta un approccio innovativo per risolvere il problema delle intemperie impreviste durante la primavera. Rende protagonisti gusci sfoderati in nylon riciclato, cuciture termosaldate e hardware, anch’esso riciclato. Inoltre, ogni capo presenta un design e un sistema di chiusura “impacchettabile” per portarlo sempre con sé e non farsi più cogliere impreparati dal maltempo.
70
ANTI-DO-TO Per costruire un futuro migliore, vanno cambiate anche le regole del business
71
Questa è la mission che si è posta ANTI-DO-TO il marchio di moda fondato nel 2020 e impostato sul sostegno a progetti sociali e partnership. “Non ci dichiariamo un marchio sostenibile (chi può definirsi tale?), ma siamo responsabili: assumiamo un ruolo attivo nel cercare soluzioni per operare nel rispetto dell’ambiente e delle persone, sfidando continuamente il modo in cui facciamo le cose, anche grazie all’ascolto e lo scambio con la nostra community”. Afferma ANTI-DO-TO. Il 50% dei profitti netti derivanti dalla vendita saranno investiti nel sostegno diretto ai progetti improntati sui quattro focus del marchio: benessere mentale e fisico, inclusione, community e pianeta.
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Automobili Lamborghini Energia e design come le super sportive La tecnologia e lo stile dinamico che contraddistinguono il brand sono protagonisti nelle tre linee della collezione: Informal Luxury, Casual e Pilota Ufficiale. Colori accattivanti grafiche stampate con tecniche all’avanguardia come lo scudo delle T-shirt e delle felpe che viene spessorato o, tramite la tecnica del patch jacquard in alta definizione, che consente di ricreare dettagli fotografici. Anche i tessuti sono moderni e tecnologici, lo testimonia la field jacket realizzata con un innovativo poliestere ricavato dalla fermentazione del Mais in grado di garantire ottime performance in termini di resistenza, brillantezza, elasticità e comfort e, allo stesso tempo, contribuisce alla diminuzione del consumo di energia e a una riduzione delle emissioni di CO2.
72
Urban attitude
Fila x Intimissimi Uomo
73
Una collezione dal gusto athleisure che comprende underwear, felpe, pantaloni, t-shirt e costumi da bagno, caratterizzata da grafiche impattanti con il logo Fila e un color block rosso, bianco, nero e camouflage. La vestibilità e i materiali riflettono la massima trasversalità dei capi, che diventano adatti ad ogni occasione. Le felpe in cotone o in acetato, nelle versioni zip e cappuccio, hanno un peso che si adatta a tutte le stagioni. Le t-shirt sono realizzate in 100% cotone in cui spicca il logo Fila. Immancabile nella collaborazione l’underwear, slip e boxer in cotone elasticizzato dal design essenziale, contemporaneo e dal gusto urban .
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Gli scatti realizzati dal fotografo parigino Alex Pires raccontano la nuova speciale collaborazione streetwear …
74
Gore-Tex e Carhartt Wip Tra workwear style e tecnologia Le fotografie realizzate dall’artista Alex Pires esaltano i capi della nuova collaborazione nata tra GORE-TEX e Carhartt WIP che insieme danno vita a due giacche e un five panel cap utilizzando la tecnologia. La prima giacca è ispirata all’iconica Active Jacket di Carhartt WIP, alla quale è stato sostituito il classico tessuto in canvas con il GORE-TEX INFINIUM™ che garantisce traspirabilità, resistenza all’acqua e al vento. Il secondo capospalla offre le stesse qualità tecniche ma si basa sul classico parka da montagna a quattro tasche. Spiccano dettagli riflettenti 3M e l’utilizzo di cuciture nastrate e zip impermeabili a due vie.
75
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
C.P. Company Lo speciale 50esimo anniversario Per celebrare il suo anniversario, C.P. Company lancia la sua “Anniversary Series” e dedica il primo capitolo al rapporto unico tra Massimo Osti (fondatore del marchio) e il cantautore visionario Lucio Dalla scomparso nel 2012. Il brand realizza così una collezione composta da cinque t-shirt a manica corta ed una a manica lunga, con grafiche originali d’archivio, immagini e nuovi artwork che rendono omaggio al genio musicale dell’artista. La storia di Lucio Dalla e C.P. Company è un sodalizio di amicizia: Lucio e Massimo Osti facevano parte dell’ambiente culturale bolognese degli anni settanta. A quel tempo, Bologna era il centro della cultura italiana, in grande fermento, con artisti, designers, filosofi, cantanti e poeti che discutevano dei cambiamenti che il mondo moderno stava affrontando. Un’amicizia basata sul rispetto reciproco e sul riconoscere la creatività dell’altro e che spesso li ha portati a collaborare a diversi progetti: Osti disegnava le copertine degli album di Lucio e Dalla indossava sul palco gli abiti su misura di C.P. Company.
76
Angelo Cruciani Grunge style
77
Da Kurt Cobain a Greta Thunberg lo stilista e fondatore di YEZAEL si ispira a coloro che sanno guidare le rivoluzioni giovanili e presenta una collezione che guarda al coraggio di chi non ha paura dell’imperfezione. Con la nuova collezione Glorious Grunge lo stilista esalta l’uomo nelle sue imperfezioni. Dà voce a una nuova generazione di ribelli con la voglia di cambiare il mondo, che rifiutano le regole del passato per scrivere le proprie. Cruciani lega così la sua vision a materiali e texture solo all’apparenza incompatibili e la tecnologia industriale alla sapienza artigianale. «L’eleganza non può essere solamente perfezione. È questo quello che mi ha lasciato il grunge: la poesia della verità, il valore di quel che non nasce secondo gli stereotipi, che spaventa molti perché semplicemente diverso».
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
Willow Smith protagonista dei nuovi scatti del marchio giapponese …
78
Onitsuka Tiger La giovane star e attivista di Los Angeles è sempre più amata e richiesta Modella, attrice, musicista, figlia d’arte. Willow Smith, amatissima dal pubblico social (conta su Instagram oltre 7 milioni di follower) e super richiesta dall’universo del fashion system, tanto da divenatre musa delle maison del lusso e dello sportswear. Torna a siglare un nuovo progetto col marchio sportivo giapponese Onitsuka Tiger che l’ha scelta per la seconda volta come sua brand ambassador. Nata nel 2000 a Los Angeles sotto il segno dello Scorpione, Willow Smith è un personaggio creativo e versatile che si impegna non solo nel panorama artistico ma anche in quello sociale. “Mentre il mondo sta cambiando a una velocità senza precedenti, Willow continua a mostrare nuovi valori alla società senza perdere la sua brillante individualità”, ha detto il team di comunicazione di Onitsuka Tiger. “Per questa campagna SS21, Andrea Pompilio ha sfruttato la bellezza naturale che trabocca da Willow. Volevamo rappresentare questa collezione in modo molto intenso incorporando anche posizioni di yoga, in cui lei è brava. Questa campagna ci fa sperare che ci non ci siano limiti alla diversità della moda e che ognuno possa veramente viverla a proprio modo, sia in viaggio che a casa, indipendentemente dal luogo, età o sesso”.
79
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1 2
ALLA SCOPERTA DI DUE NUOVI AMBIZIOSI PROGETTI A Milano il primo showroom direzionale del marchio guidato da Pino Lerario
TAGLIATORE
gli asset strategici e commerciali con i partner del brand nel mondo. “La nostra è una storia di famiglia, con il tempo siamo cresciuti e ci siamo evoluti. Siamo un’azienda con vocazione sartoriale, che negli anni si è contraddistinta per l’autenticità e la minuziosa cura del dettaglio, caratteristiche riconosciute ad oggi in tutto il mondo. Milano è uno dei fulcri della moda, un crocevia globale di novità e di progetti riconosciuti a livello mondiale. Questo per noi è un ulteriore passo che si inserisce nel progetto di investimenti strategici dove lo showroom è il punto nevralgico per aprire le porte a nuovi scenari.” Dichiara Pino Lerario, direttore creativo del brand. Rinominato House of Tagliatore è il nuovo progetto ideato dal marchio di moda maschile fondato nel 1984. Uno spazio che vive attraverso mondi affini a Pino Lerario – il Direttore Creativo – che comprende design, food, sport, cinema e musica. Il nuovo showroom sorge all’interno del monumentale edificio di Palazzo Meroni, al numero 1 di Corso Italia e affacciato su Piazza Missori, nel cuore di Milano. La sua inaugurazione si inserisce in una strategia che vede il consolidamento dell’internalizzazione del brand, con lo scopo di accelerare la presenza nei principali mercati della moda, ridisegnando il nuovo assetto commerciale, che consentirà di gestire direttamente da Milano gli ordini, mantenendo
80
81
WOOLRICH
Nasce Woolrich Outdoor Foundation, per proteggere e salvaguardare gli spazi esterni Woolrich è il più antico marchio americano di abbigliamento outdoor, da 200 anni la natura è la sua costante fonte di ispirazione, oggi il brand ricambia il favore, impegnandosi attivamente nella protezione e salvaguardia dell’ambiente, istituendo la Woolrich Outdoor Foundation in collaborazione con 1% for the Planet. In questo modo Woolrich devolverà l’un per cento dei ricavi derivanti dai canali Direct-To-Consumer (negozi monomarca ed e-commerce) a sostegno di progetti ambientali riconducibili ai tre pilastri della fondazione: Riqualificazione degli spazi urbani, Protezione delle foreste e Salvaguardia delle coste. Le donazioni verranno distribuite per il 50% in contributi monetari e per il restante 50% in prodotti, ore di volontariato, servizi o attività pubblicitarie e di comunicazione. Il marchio ha stimato che, durante i primi tre anni, l’investimento totale della Woolrich Outdoor Foundation in progetti ambientali corrisponderà a non meno di 3 milioni di dollari.
“È importante per noi ripagare le persone e il pianeta che ci hanno ispirato e hanno contribuito a costruire il nostro brand, ed è per questo che abbiamo deciso di devolvere l’1% delle nostre vendite dirette per finanziare importanti progetti ambientali attraverso la partnership con 1% for the Planet. Lavorando insieme possiamo donare, fare volontariato e fornire attivamente servizi per assicurare e creare un futuro più luminoso e più sostenibile“. Ha commentato Stefano Saccone, CEO di Woolrich.
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER.1
Selections TOMMY HILFIGER SI CHIAMANO PARKER ED EMERY E SONO GLI OROLOGI FIRMATI TOMMY HILFIGER, RISPETTIVAMENTE PER UOMO E DONNA, CHE MIXANO L’ICONICO HERITAGE AMERICANO INSIEME ALLA TECNOLOGIA IN GRADO DI GARANTIRE PERFORMANCE DI LIVELLO INSIEME ALL’UTILIZZO DI MATERIALI QUALITATIVAMENTE ELEVATI E RESTISTENTI. SINTESI PERFETTA DELLO STILE A STELLE E STRISCE.
GIORGIO ARMANI DA VISTA E DA SOLE I NUOVI OCCHIALI ICON SONO L’ESSENZA ARTIGIANALE DEGLI ACCESSORI DEL MARCHIO. REALIZZATI DA RE GIORGIO, AMATISSIMI DALLO STESSO DESIGNER CHE LI HA PROGETTATI E INDOSSATI PER SE STESSO RENDENDOLI UN ELEMENTO ICONICO DEL SUO STILE NEL MONDO. IL DESIGN DELLA MONTATURA RICHIAMA SENZA NOSTALGIE L’ELEGANZA DEGLI ANNI TRENTA E QUARANTA.
HUGO BOSS BOSS PILOT EDITION CHRONO E BOSS MASTER, SONO I NUOVI OROLOGI, CLASSICI MA VERSATIVI, DI HUGO BOSS REALIZZATI IN COLLABORAZIONE CON MOVADO LEADER NELL’OROLOGERIA. LINEE E DESIGN CREANO UN UNIVERSO STILISTICO ACCATTIVANTE. CARATTERIZZATI DALL’ALTA QUALITÀ DEI MATERIALI E DALLA PRODUZIONE TOTALMENTE HAND MADE.
82
END. X SAUCONY “THE BRAIN” È IL NOME DELLA NUOVA INTERPRETAZIONE DEL MODELLO DI SNEAKER AZURA 2000 FIRMATA END. X SAUCONY. IL MODELLO SI ISPIRA ALL’ORGANO PIÙ COMPLESSO DEL CORPO UMANO: IL CERVELLO. MENTRE LO STILE RACCHIUDE UN’ESTETICA OLD SCHOOL. SPICCANO I COLORI FRUIT: ICING PINK E LUNAR ROCK. IL PACKAGING COMPRENDE ANCHE UNA GOMMOSA MINIATURA ANTISTRESS A FORMA DI CERVELLO.
POLITE WORLDWIDE CON SEDE A LOS ANGELES, POLITE WORLDWIDE REALIZZA ACCESSORI CON PROCESSI RISPETTOSI DELL’AMBIENTE. FONDATO DAI DESIGNER CHRISTIAN E TAVIA AZZINARO, IL MARCHIO UNISCE L’ESPERIENZA NEL CAMPO DELLA MODA E LA SPINTA SOSTENIBILE DI PRÊTÀ-PORTER E GIOIELLI. I LORO ACCESSORI SONO COMPOSTI DI PERLE D’ACQUA E ORO 14KT RICICLATO. OGNI ARTICOLO È REALIZZATO SU ORDINAZIONE, A MANO. LA PERLA È UNO DEI SIMBOLI PRINCIPALI DI POLITE, SI RITIENE CHE ESSA ATTRAGGA ABBONDANZA, FORTUNA E OFFRA PROTEZIONE, PER QUESTO POLITE VUOLE ARMONIZZARE CHI LI INDOSSA CON POSITIVITÀ, AMORE, EQUILIBRIO E PUREZZA.
83
KULT / FASHION
DIOR
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
FALL
Kim Jones sceglie di collaborare con l’artista Peter Doing Dior presenta la nuova collezione uomo dedicata alla stagione invernale 2021-2022. Per questa occasione Kim Jones (il direttore creativo della liena uomo del marchio) ha scelto di collaborare con l’artista Peter Doig, uno dei pittori più singolari degli ultimi tre decenni. Il risultato? Un guardaroba reinventato attraverso l’universo bewitching. I dipinti di Doing vengono trasportati sui capi attraverso ricami virtuosi, jacquard e stampe in tinte eclettiche. Spiccano i capispalla e gli accessori, compresa una serie di cappelli disegnati da Stephen Jones con illustrazioni prodotte a mano dall’artista britannico, che evocano l’appassionante dialogo tra arte e moda.
84
WINTER
Nella foto, i Look della sfliata di Dior men Fall Winter 2021-2022
85
2021—22
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
SALVATORE FERRAGAMO
Se la moda rappresenta il futuro, Ferragamo ne immagina uno intergalattico. Paul Andrew, il Direttore Creativo del marchio, trasforma la Rotonda della Besana a Milano in un mondo cinematografico ispirato a Star Wars, Gattaca e Matrix dove i capi
“Nella moda, il passato esercita una gravità attirandoci continuamente a sé. Per questa stagione ho voluto invertire il fenomeno. L’obiettivo è quello di creare una collezione “Future Positive” che veda il presente attraverso il prisma del futuro, sprigionando una miriade di prospettive inedite. I classici sci-fi del cinema pre-millennial, come Gattaca, Fino alla fine del mondo e Matrix, sono stati fonte d’ispirazione. Ho immaginato delle moderne uniformi come reminiscenze di un passato lontano, senza i consueti stereotipi legati alla classe, al colore, alla fede. Nuove uniformi di un futuro utopistico in cui la diversità e la positività si combinano per un mondo migliore. Come diceva Salvatore Ferragamo a proposito delle sue calzature, questa collezione è dedicata ‘a tutti coloro che devono camminare’, uniti nella determinazione di reimmaginare e ricostruire un nuovo futuro responsabile, positivo e gioioso.” Afferma Paul Andrew.
assomigliano alle nuove uniformi del quotidiano.
86
Salvatore Ferragamo Fall Winter 2021-2022
87
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
MARNI
In questa collezione il marchio e il suo direttore creativo Francesco Risso si trovano alle prese con la ricerca di romanticismo espressa nel colore e nella forma, entrambi intensamente tattili, allo stesso tempo foschi e luminosi.
88
Marni Fall Winter 2021-2022
Come spiega Risso stesso: “Il nero è il colore del romanticismo tempestoso, dopotutto. Un’illusione ottica, la somma di tutti i colori esistenti e questo è ciò che abbiamo rivelato progressivamente, attraverso dissolvenze, solarizzazioni, stampe e trattamenti che fanno emergere tinte vivaci come aloni in espansione, sotto forma di oggetti - chiavi, forbici - poggiati sui vestiti mentre i raggi del sole li colpivano, trasformandoli in ricordi. Anche rose e girasoli hanno lasciato un segno. Natura: tutto torna alla Madre Terra. Natura come purezza dei sensi, incorrotta”.
89
Philipp Plein i Fall Winter 2021
90
PHILIPP PLEIN New York, Los Angeles, Germania e Italia con l’ultimo show Philipp Plein ci porta in un viaggio animato, unico. Il marchio collabora col videoartist Antoni Tudisco, la mente che sta dietro alla realizzazione delle animazioni e alla creazione della special edition di tre modelli di t-shirt e felpe con cappuccio. Con la nuova collezione Philipp Plein presenta la nuova sneaker “Hurricane 0.2”, due nuove versioni della borsa in edizione limitata “Philipp Plein Black Ghost”, un nuovo modello dell’iconico “Phantom Kicks”, la runner innovativa stampa 3D “The Skeleton” e “The Thunder”, un futuristico stivaletto da donna.
91
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
BALLY
Punto di incontro fra ambiente urbano e natura Dall’arte moderna, all’architettura, all’ambiente: la nuova collezione di Bally esplora le tecniche che da generazioni definiscono il marchio. Il risultato è una selezione di capi in cui le icone del brand rinascono in nuove interpretazioni, come il motivo Bally Stripe aggiornato con un particolare effetto bombé in rilievo, o il logo 1851 applicato a scarpe e accessori. La nuova stampa monogram, ideata dallo studio grafico svizzero Offshore per celebrare l’anniversario, ripropone l’iconica B-Chain intrecciata a formare il simbolo dell’infinito e sembra ricordare un laccio, evocando le origini calzaturiere dell’azienda. La collezione onora il legame del brand con le montagne, dove per esempio l’inedito rosso Bally richiama il paesaggio della Montaña de Siete Colores peruviana e della Laguna Colorada boliviana. Inoltre, in qualità di firmatario del Fashion Pact, Bally si impegna a ridurre il suo impatto ambientale: la collezione autunno inverno adotta tutte le misure necessarie per concretizzare la politica di sostenibilità aziendale, dall’impiego di materiali 100% riciclati all’applicazione di tinture eco-friendly e naturali.
92
MISSONI
Tra heritage e modernità Missoni rivede gli scenari della tradizione secondo i dettami dell’innovazione facendo conquistare alla maglieria, caposaldo del marchio fondato da Rosita e Ottavio Missoni, nuovi scenari contemporanei: glamour, ma più urban e streetwear. Per l’occasione il marchio presenta un video musicale realizzato in collaborazione con il regista Lorenzo Gironi, in grado di raccontare le collezioni realizzate durante un intero anno, dalla primavera all’inverno, e catturando lo spirito più giovane, dinamico e urbano di Missoni.
93
Missoni Men’s Winter 2021
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
KENZO
94
La magia di una festa in digitale
95
Felipe Oliveira Baptista, il nuovo direttore creativo di Kenzo, celebra il geniale designer Takada Kenzo il suo lavoro e la sua fantastica visione, presentando una collezione emozionale che diventa una nuova narrativa, senza confini, pregiudizi e stereotipi. “Kenzo è stato simbolo di libertà, gioia, diversity, amore per la natura e per la creazione di armonia a partire dai contrasti. Volevo colori e stampe che rispecchiassero tutto questo.Volevo offrire a Kenzo tutte le cose che lui amava”, afferma Felipe. Un grande lavoro di ricerca e riscoperta il cui risultato assomiglia a una festa colorata. Lo show della nuova collezione trasmetto in digitale ha voluto sottolineare: “La magia e la bellezza del viaggio, un tributo alle persone e alle menti nomadi. Coraggiosi, ottimisti e indipendenti vagabondi del mondo - (dove i modelli) - Corrono, danzano e festeggiano nelle loro armature di tessuti preziosi.
KULT / FASHION
MARCH — APRIL — MAY
NUMBER. 1
FIORUCCI
Occhio alla Gen.Z “Return To The Factory”, Fiorucci rilegge la contemporaneità ispirandosi alle opere di Andy Warhol. La nuova collezione del marchio è energica e richiama molto il suo heritage a partire dalla scelta del modello: Fiorucci sceglie il giovanissimo protagonsita di origini britanniche con la passione per la recitazione William Franklyn-Miller, diventato famosissimo sui social come il ragazzo con gli occhi di ghiaccio. Il suo profilo IG, che oggi conta oltre 1 milione di folower, deve il successo al fortuito incontro con una ragazza cinese che, rimasta attratta dal suo sguardo, ha postato la foto del suo volto su Twitter, regalandogli in poco tempo la fama tra i teenager e l’ingresso in famose agenzie di modeling e Tv.
96
S E G U I
LA BELLEZZA SONO IO
R Ê V E
B E A U T Y
M A G A Z I N E
S U
I N S T A G R A M
FOTO BY ADRIANNA FAVERO
M A G A Z I N E
97
SEMPRE ACCESSIBILE AGGIORNATO E COMPLETO!
84