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LO SVILUPPO DEL CAPITALE UMANO DEGLI STUDENTI E LA RICERCA IN DATA SCIENCE

“Lo potrebbe fare anche un bambino!”

Approcciare all’arte contemporanea con gli occhi di Mark Rothko

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In questo numero tutto dedicato agli studenti si cercherà di indagare un argomento di grande rilevanza per gli ‘amanti del settore’: l’approccio e le modalità di studio dell’Arte. Analizzeremo questi temi attraverso lo sguardo di uno dei più noti e quotati artisti dell’ultimo secolo: Mark Rothko, noto anche con lo pseudonimo di Mark Rocka (Daugavpils, 25 settembre 1903 – New York, 25 febbraio 1970), pittore statunitense, espressionista astratto. Per intenderci, autore delle grandi tele piene di campi di colore o ‘pannelli cromatici’.

Quante volte vi siete trovati dinanzi ad un’opera d’arte contemporanea come Concetto spaziale, Attese (idropittura su tela, cm 41x3 4, 1964-65) di Lucio Fontana (18991968), ed avete esclamato “Beh questo lo saprei fare anch’io!!” o meglio “Potrebbe farlo anche un bambino!”

Il punto è proprio questo, Rothko ci insegna che tutti possono fare arte, anche senza una formazione accademica e tecnica specifica. L’ arte è una componente essenziale dell’esperienza umana. Rothko è noto, oltre che come pittore, per aver insegnato per vent’anni al Brooklyn Jewish Center; conoscendo approfonditamente la pedagogia e l’educazione artistica, insegnava a bambini dai tre ai quattordici anni. Nel saggio New Training for Future Artists and Art Lovers (che avrebbe voluto trasformare in libro) illustra in 49 pagine di appunti The Scribble Book dove emergono approfonditamente le sue teorie di pedagogia sperimentale che hanno dato vita ai famosi Cinque consigli sull’insegnamento dell’arte. L’ arte deve essere in primis una fonte di libertà, libertà espressiva, di interpretazione e fruizione; da questo concetto centrale si sviluppano i suoi Cinque consigli, che possono essere anche interpretati con una forte connotazione civica. Nella lezione #1 Rothko si è proposto di mostrare l’arte come forma universale di espressione del nostro ‘io’ e dunque degna della totale libertà di interpretazione, pienamente svincolata dagli accademismi. L’arte è una qualità innata in ognuno di noi che ci permette di creare delle vere e proprie ‘esperienze visuali’. Da qui ci si può direttamente connettere alla lezione #2 incentrata sul non ‘intossicare’ la crescita espressiva con mere nozioni accademiche, che vanno semmai utilizzate con il solo scopo di potenziare il linguaggio espressivo. Quello che bisogna infondere agli studenti è proprio il senso di fiducia in se stessi, dunque #3 organizzare mostre ed esposizioni pubbliche. Un ex allievo di Rothko, Gerald Philips, racconta “Non sono mai stato bravo in arte, ma lui ti ha fatto sentire che stavi davvero producendo qualcosa di importante, qualcosa di buono”. Qui si trova la responsabilità dell’insegnante: dare credito all’espressività, con flessibilità e apertura nei confronti degli stili che prenderanno forma. La lezione #4 risulta essere la più interessante in termini di didattica dell’arte: da dove partire con l’insegnamento della storia dell’Arte ai giovani? Per Rothko la risposta sta nel Modernismo: bisognerebbe sensibilizzare e far approcciare gli studenti dapprima all’arte del XX secolo. La purezza e la semplicità della rappresentazione estetica, ad esempio, di Pablo Picasso o Henri Matisse, possono aiutare la fruizione artistica del bambino e dunque “servire da interprete per stabilire la relazione tra il bambino e il flusso d’arte”. L’educazione artistica dovrebbe essere guidata dal sentimento di creare “pensatori creativi, non artisti professionisti”, questa la #5 ed ultima lezione. Questo principio ha l’obiettivo di forgiare studenti empatici e collaborativi e questo può generare una collettività migliore. Il docente deve guidare l’allievo in un itinerario di crescita, di scoperta in primis interiore, che inevitabilmente si ripercuoterà nella società in cui coesiste. La libera creatività potrà essere considerata la fase embrionale di un buon cittadino.

Giulia Sacchetti

L’IMPRENDITORE E GLI ALTRI

Un brindisi per coronare un grande successo

Dall’Economia alla sanità, dalla politica all’istruzione, la realtà spiegata da chi ogni giorno la vive

La seconda stagione della trasmissione L’imprenditore e gli altri, curata e condotta dal presidente Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, con la partecipazione del Rettore Fabio Fortuna e del direttore di testata Gianluca Fabi, è giunta al termine. Sin da subito, anche in questa seconda stagione, il consueto appuntamento del lunedì sera in prima serata su Cusano Italia TV è stato accolto con molto affetto da parte dei telespettatori. Molti gli argomenti trattati, dai temi sanitari legati alla pandemia da Coronavirus alla politica passando per l’economia, l’istruzione e lo sport. Moltissimi gli ospiti invitati con i quali si è sempre discusso in maniera pacata e costruttiva, potendo così vantare di essere riusciti nell’ardua impresa di costruire un programma in grado di divulgare informazione con rigore e precisione ma mantenendo sempre quell’aria familiare che ha contribuito a stringere un forte legame con il suo pubblico. Nel corso della trasmissione non sono mancati riferimenti ai grandi successi che l’Unicusano ha maturato nel corso dell’anno in campo sportivo, con il passaggio in serie B della Ternana, squadra di cui Stefano Bandecchi è presidente, alle attività di ricerca condotte dall’Università, alle misure di prevenzione da contagio messe in campo dall’ateneo per contrastare la diffusione dell’epidemia all’interno del campus. E ovviamente non sono mancati riferimenti a uno degli eventi più importanti che l’ufficio Career Service dell’ateneo ha realizzato, il Virtual Career Day 2020 con il quale si è mostrata tutta la lungimiranza e l’eccellenza che può vantare l’Unicusano.

La realtà vista dagli occhi dell’imprenditore

Per un imprenditore vestire gli abiti di un conduttore da prima serata è una bella sfida, ma il presidente Stefano Bandecchi ha saputo mostrare tutte le sue ottime doti intellettuali, comunicative e umane. Con domande sempre molto precise e dirette, da vero ‘uomo della strada‘, ha saputo esaminare la realtà dal punto di vista di chi ogni giorno affronta quella stessa realtà tra mille dubbi e problemi.

Il Rettore

La presenza del Rettore, sin dalla prima stagione, ha contribuito enormemente al successo della trasmissione. Preciso nelle riflessioni, con eleganza e gentilezza, ha onorevolmente rappresentato l’intero ateneo. Nell’affrontare le tematiche di natura economica, si è sempre distinto per la chiarezza e la precisione con la quale ha fornito al pubblico precise delucidazioni.

Il Direttore

Una delle tante novità di questa edizione è stata sicuramente la presenza in studio del direttore di testata Gianluca Fabi, con la sua professionalità e competenza giornalistica ha permesso di esaminare ogni argomento trattato dal punto di vista giornalistico, onorando tutti gli uomini e le donne che contribuiscono al successo di Cusano Italia TV e Radio Cusano Campus.

Nel corso delle puntate si è visto uno studio completamente rinnovato, ciò a dimostrazione di quanto l’eccellenza e la continua ricerca della perfezione siano tratti imprescindibili dell’ateneo. La voglia di costruire qualcosa di nuovo, fuori dagli schemi ma allo stesso tempo legato a canoni precisi, ha permesso di realizzare una delle trasmissioni più importanti del palinsesto di Cusano Italia Tv. Come ogni successo da celebrare, questa seconda stagione si è chiusa con un brindisi in diretta con tutti i telespettatori, per festeggiare 39 prime serate curate e condotte sempre con dedizione e passione, ma anche con la consapevolezza che la prossima stagione sarà ricca di aspettative.

Gianni Truini

E TU COME TI VESTI?

Quando si parla di vita universitaria si tende a racchiudere il pensiero tra libri e impegni vari, ma non è solo questo, poiché l’università oltre che dalla cultura è costituita dai ragazzi, ragazzi di una generazione alla quale piace stare al passo con la moda. In questo periodo storico che ci ha privato della socialità, la voglia di prendersi cura di se stessi, di concedersi quella coccola in più è maggiore di prima, ma avere l’outfit adeguato ad ogni occasione non è sempre facile, nella fattispecie quando parliamo di look universitari. Il segreto è riuscire a trovare il giusto compromesso. A tal proposito per questo nuovo anno accademico ci sono tre must da seguire, prendendo spunto anche dalle tendenze su Instagram, per restare sempre al passo con i social che abbracciano a 360 gradi l’indice di gradimento della nostra generazione e non solo.

LOOK PER LE LEZIONI

Sicuramente non sbaglieremo mise indossando una t-shirt, tinta unita dai colori non troppo sgargianti, come il classico verde evidenziatore per restare in tema di didattica. La differenza qui la fa il taglio della maglia che andremo ad utilizzare, un consiglio che vale sia per le ragazze che per i ragazzi è utilizzare capi della propria taglia e non maglie oversize poiché potrebbero dare l’idea di disordine. Veniamo adesso al jeans, scuro o chiaro che sia, vita alta o vita bassa purché non sia strappato. Questa è una prerogativa.

LOOK PER GLI ESAMI

Less is more, non serve esagerare! Ricordiamoci del contesto nel quale ci troviamo quando apriamo il nostro armadio per vestirci. In questo caso l’occhio vuole la sua parte, immaginiamo di trovarci di fronte al docente per sostenere il nostro esame, è vero che l’abito non fa il monaco, ma sicuramente utilizzare un abbigliamento rassicurante ci metterà in una condizione di privilegio. Un must è la camicia, siamo appena tornati dalle vacanze e la nostra pelle è dorata quindi oserei con delle tonalità pastello che si sposano con l’abbronzatura. Per quanto riguarda la parte inferiore un pantalone nero potrebbe essere l’idea più adeguata, abbandonerei il jeans per questa occasione.

ACCESSORI

Da non sottovalutare questo aspetto, con l’accessorio andiamo a definire il nostro stile. Tenendo conto che probabilmente porteremo con noi il pc, o un quaderno per prendere appunti, la borsa non passa mai di moda ed è l’alternativa più adeguata per essere sempre ordinate. Dimentichiamoci quindi la famosa cartella che avevamo a scuola. Per la versione maschile, invece, vi consiglio uno zaino magari in pelle, rifinito con qualche dettaglio.

Nonostante gli outfit universitari siano più limitati di quelli classici che magari utilizzeremmo in altri contesti, è sempre bene lasciarsi ispirare da quel tocco di stile.

Monica Ciocca

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La musica, quel piacevole attimo di sollievo

“Strange infatuation seems to grace the evening tide I’ll take it by your side

Such imagination seems to help the feeling slide

I’ll take it by your side …. “

Questo brano dei Placebo accompagna la lettura del mio prossimo capitolo La radio, l’arte dell’ascolto.

Teorie e tecniche dei Media mainstream (tv, radio, editoria), le prime giornate infuocate di giugno, lo smart working che non concede tregua, la stanchezza di un anno atipico rispetto ai passati…

È necessario ricorrere ad un espediente, ci vuole qualcosa che sappia dare la giusta scossa… perché no…la musica.

È incredibile come riesca a sortire molteplici effetti. Aiuta a distrarci, ci accompagna in ogni momento della nostra vita, ci permette di isolarci dal contesto che ci circonda, da ciò che ci disturba e non ci piace e sorprendentemente facilita addirittura la concentrazione durante la preparazione di un esame.

Sarà capitato a tutti almeno una volta di provare sollievo dall’ascolto di un brano musicale, sentire quello stato di evasione scatenarsi dal suono delle note, cominciare a fantasticare, ad immaginare situazioni ideali, sognanti, felici.

La musica ha il potere di migliorare il nostro umore, ha un ruolo fondamentale nella vita di ognuno di noi, ci fa assaporare le gioie del momento presente e nello stesso tempo è capace anche di far svanire per un po’ quella sensazione dal sapore amaro che a volte provoca turbamento.

Il potere della musica, l’ascolto della radio, concettualmente così distante dalle sue origini che la ritraevano come l’antico suono di un tamburo battente capace di giustificare ed elevare figure politiche e vecchie dittature del passato.

Un sottofondo, piacevolmente udibile, mi aiuta ad entrare in quello che leggo, tutto sembra quasi più leggero e più afferrabile.

Ma sarà così per tutti? La risposta è: dipende!

Non ci sono regole, non ci sono consigli utili o indicazioni da seguire, entra in gioco la propria soggettività, il proprio stato d’animo e la scelta individuale di riuscire a cogliere quell’elemento, quel particolare che sappia regalarti un piacevole attimo di sollievo e donarti la carica per ripartire ogni volta.

Virginia Pantanella

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