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FOODPORN

Saper comunicare e farlo bene è un fenomeno che negli ultimi anni ha coinvolto la ristorazione e la relativa attività imprenditoriale. Scommetto che, almeno una volta, anche tu hai utilizzato o visualizzato contenuti con l’hashtag #foodporn e subito dopo hai sentito quella sensazione d’acquolina in bocca come se potessi sentire il sapore, l’odore e la qualità del piatto che vorresti proprio questa sera per cena. Sembrava inopportuno anni fa associare delle pietanze al termine porn. Oggi, invece, è essenziale rendere il proprio concept d’impresa quanto più simile a qualcosa di pornogra co senza paura, perché non si tratta di contenuti vietati ai minori .

In riferimento al signi cato etimologico ci aiuta l’Oxford dictionary che identi ca il concetto di porn a ciò che è magnetico: cose, persone, tutto ciò che non permette di togliere lo sguardo da esso. Come avrai ben compreso lo scopo è perlopiù di natura commerciale, il ne ultimo è realizzare una strategia di marketing che in primo luogo crei interazioni tra i contenuti proposti, e poi muova clienti che spinti dalla curiosità si recheranno proprio in quel locale. Andrebbe rimosso l’accostamento del concetto di junk food con quello di food porn (o meglio, quest’ultimo non andrebbe associato al solo hamburger che quasi sembra più una versione di men vs food)? L’alimentazione sana può essere appetibile curando il dettaglio, la particolarità del prodotto o la sua mise en place. In quanto all’utilizzo dell’hashtag però, è bene non abusarne: sono tanti i ristoranti che lo fanno, perciò prima assicurati che la tua foto possa essere l’ago nel pagliaio. Ogni contenuto necessita di un vero e proprio lavoro, dall’ideazione del piatto a come renderlo pornogra co passando per l’attività di editing e post produzione. In poche parole bisogna ricercare la perfezione per splendere perché, si sa, il cibo s’inizia a mangiarlo con gli occhi. La condivisione di esperienze ed emozioni non nisce qui. È importante, infatti, coinvolgere il cliente che postando contenuti in rete non starà facendo altro che manifestare il suo consenso e pubblicizzare proprio quella carbonara magari per la croccantezza del guanciale o per la carbocrema perfetta. Si tratta di estetizzazione del prodotto, ovvero giocare a creare il piatto esclusivo ed invitante. Questa delizzazione del cliente permette all’impresa di non stampare più quei volantini inquinanti ai quali nessuno prestava attenzione; Il bello è che tutto ciò avviene spontaneamente in quanto è il consumatore nale che vuole condividere con i suoi followers la sua esperienza sensoriale creando per l’impresa un notevole vantaggio in termini di competitività e di risparmio nei costi per la pubblicità. In tempi brevi l’avvento dei social network e l’utilizzo del web hanno rivoluzionato il modo di fare impresa e questo sta accadendo anche al settore della ristorazione basti pensare a pagine che mensilmente hanno milioni di interazioni, fra cui Tasty che solo su facebook conta 100 milioni di utenti.

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Il 2020 è stato l’anno della svolta per questo fenomeno che infatti in soli 12 mesi ha proposto l’hashtag foodporn su 217 milioni di post che a loro volta avranno generato almeno il triplo in termini di interazioni. Insomma consultare la homepage di instagram ricercando #foodporn prima dei pasti può risultare un attentato alla propria dieta ma si sa solo chi rischia è felice, poi poco importa della linea. L’estate è alle nostre spalle e c’è ancora un anno davanti a noi per non arrivare pronti alla prova costume. Quando scorrete le immagini non sottraetevi a quel desiderio perché è evidente che: “Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si ha mangiato bene”.

Alessio Vecchi