La condizione dell'infanzia nel mondo. Edizione speciale

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IMPATTO

I diritti dell’infanzia in Sudafrica Vent’anni fa, il Sudafrica stava appena cominciando ad allentare la presa dell’apartheid e molti bambini pativano varie forme di violazione dei loro diritti, tra cui aggressioni, torture, detenzioni senza processo e accesso limitato all’assistenza sanitaria e all’istruzione. La segregazione in istituti è stata smantellata grazie a dei negoziati tenutisi tra il 1990 e il 1993, mentre nel 1996 è entrata in vigore una nuova costituzione. Il 22 aprile del 2009, il paese ha portato a termine la sua quarta consultazione elettorale democratica consecutiva. I diritti dell’infanzia al centro della costituzione post-apartheid Dopo aver ratificato la Convenzione, il 16 luglio del 1995, gli artefici del nuovo Sudafrica ne hanno incorporato i precetti nella costituzione del loro paese. La Sezione 28 della Carta dei Diritti del Sudafrica garantisce il diritto dei bambini a un’identità, ai servizi di base, all’istruzione e alla protezione nell’ambito del sistema legale. Tra le altre leggi fondamentali per la protezione dei diritti dell’infanzia, introdotte nell’era postapartheid, figurano la Legge sui film e le pubblicazioni, la Legge sulle condizioni di base dell’impiego, la Legge sulla violenza domestica, la Legge sulla giustizia minorile e la Legge sui reati sessuali. L’aggiunta di più vasta portata al quadro giuridico dei diritti dell’infanzia è rappresentata dalla Legge sull’infanzia e dai suoi emendamenti, che rafforzano le disposizioni contenute nella Carta dei Diritti ed espone in dettaglio le responsabilità dei genitori e dei tutori. Tra le disposizioni più importanti figurano il diritto di beneficiare di sovvenzioni statali per i bambini capofamiglia con più di 16 anni, nonché un maggiore accesso all’assistenza sanitaria per i giovani, comprendente il diritto di acconsentire al test e al trattamento dell’HIV. Le sfide per la realizzazione dei diritti dell’infanzia Questo solido quadro giuridico è indi-

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spensabile, ma non sufficiente, per garantire che i bambini vengano protetti e abbiano la possibilità di partecipare alla vita sociale come cittadini dotati di diritti. Ribaltare decenni di problemi sociali favoriti dall’apartheid è senz’altro impegnativo, soprattutto di fronte alla diffusa povertà, alla recente flessione economica a livello globale e alla pandemia di AIDS a livello nazionale e regionale. Più di un quarto della popolazione vive con meno di 1,25 dollari USA al giorno e la distribuzione del reddito nel paese è tra le più diseguali del mondo. Nel 2007, circa il 18% degli adulti di età compresa tra i 15 e i 49 anni era sieropositivo. Tra i giovani, il 4% dei maschi e il 13% delle femmine tra i 15 e i 24 anni convivevano con l’HIV. Secondo le stime, 1,4 milioni di bambini sotto i 18 anni, pari all’8% di tutti i bambini sudafricani, hanno perduto uno o entrambi i genitori a causa dell’AIDS. Il governo del Sudafrica si trova a dover affrontare la sfida consistente nell’accelerare i progressi per la sopravvivenza, lo sviluppo, la protezione e la partecipazione dei 18 milioni di bambini del paese. Secondo gli standard internazionali, alcuni servizi essenziali presentano livelli relativamente elevati di copertura. Ad esempio, la copertura della vaccinazione di routine, misurata da tre dosi di vaccino contro la difterite, la pertosse e il tossoide del tetano, sta al 97%, mentre il 93% della popolazione – e il 100% nelle zone urbane – ha accesso all’acqua potabile. In altri ambiti sono necessari progressi più rapidi. Le ultime stime internazionali indicano che il 14% dei bambini in età di scuola primaria non sono iscritti al livello di istruzione adeguato; il 30% degli adolescenti maschi e il 25% delle ragazze del gruppo di età corrispondente all’istruzione secondaria non sono iscritti a scuola. Gli impianti igie-

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nici sono molto carenti, con più di un terzo degli abitanti delle città e più di metà di quelli delle campagne che vivono ancora senza avere accesso a impianti igienici adeguati. Un’altra elevata priorità consiste nel combattere la pandemia dell’AIDS e nell’alleviare i suoi effetti sui bambini. Si stanno compiendo dei sostanziali progressi, dalla prevenzione al trattamento. Tuttavia, c’è bisogno urgentemente di un maggiore impegno a tutti i livelli, considerata l’entità del problema, con 5,7 milioni di persone che, nel 2007, convivevano con l’HIV. La violenza contro i bambini resta a livelli elevati, nonostante le disposizioni incorporate nella Legge sull’Infanzia. E circa il 22% dei bambini sudafricani non è registrato alla nascita. La registrazione delle nascite facilita l’accesso dei bambini a servizi di base come le sovvenzioni per gli aiuti all’infanzia. In Sudafrica, i bambini hanno partecipato energicamente alla difesa dei loro diritti. Nel 1992, ad esempio, l’organizzazione Molo Songololo ha ospitato un vertice sui diritti dell’infanzia a cui hanno partecipato centinaia di bambini. La loro visione collettiva è stata incorporata nella Carta dell’Infanzia del Sudafrica. I bambini e i giovani hanno partecipato anche alla stesura della Legge sull’Infanzia del 2005, che comprende la partecipazione dei bambini tra i suoi principi fondanti. I diritti dei bambini e delle donne, inoltre, vengono riconosciuti a livello nazionale in un quadro olistico che offre una base solida per la loro realizzazione. Colmare il divario tra i diritti e l’adempimento degli obblighi necessari per realizzarli costituisce il passo successivo.

Vedi Note, pagine 90-92


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