La Sfida? Un distretto della salute

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iscritti più del 45 per cento viene da fuori provincia, mentre sono diminuiti gli iscritti della città. Un fenomeno che non deve necessariamente destare preoccupazione, bensì significa che gli studenti bergamaschi vogliono fare anche un'esperienza di vita al di fuori dei confini orobici». Alla luce di questo quadro, quali sono i progetti che l’Università di Bergamo ha in cantiere? «Parallelamente alle missioni tradizionali dell’Università, cioè didattica e ricerca, abbiamo intrapreso una nuova sfida immobiliare, quella di dotare l'ateneo di nuovi e più efficienti spazi perché, innanzitutto, il fenomeno degli studenti da fuori provincia/ regione, ci fa comprendere che l'idea della riqualificazione della ex caserma Montelungo è quella giusta. Siamo sempre più attrattivi, i nostri spazi per l’attività formativa sono invidiabili, ma mancano spazi

Inter vista

di aggregazione sociale. I nostri studenti vanno in Città Alta, nella sede di Caniana, nel complesso di Sant'Agostino-Baroni, a Dalmine. Frequentano le lezioni e poi se ne tornano a casa. L'idea che abbiamo invece è di mantenere il più possibile gli studenti in città in una sorta di “campus diffuso”. Avremmo potuto investire nell'hinterland, spendendo la metà dei soldi e con un tempo di realizzazione ridotto. Invece abbiamo scelto di investire in un luogo che è per noi baricentrico fra Città Alta e la città bassa». Che funzione avrà la Montelungo per l’università? «La Montelungo non va intesa come un dormitorio o come spazio di servizio, ma come vero e proprio polo di aggregazione sociale. Ecco anche perché l'idea del Cus al centro del complesso. Il futuro dell'università a Bergamo è questo: uno studente deve iscriversi nel nostro Ateneo perché

«La sfida? Un distretto della salute»

L’Università di Bergamo, sempre più attrattiva e strutturata, si appresta a festeggiare il mezzo secolo di vita. Il rettore Morzenti Pellegrini: «Stimoliamo il territorio a scommettere in aree di sviluppo nuove»

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'Università di Bergamo si prepara a festeggiare il mezzo secolo di vita a cantieri aperti e con nuove sfide all’orizzonte. Nuove aule, nuovi servizi, un polo di aggregazione nel cuore della città, ma anche un rinnovato impulso alla didattica e alla ricerca con nuovi corsi di laurea magistrale in filosofia, turismo e ingegneria della salute. Prospettive che possono tradursi in linee di sviluppo del territorio stesso. A illustrare il futuro dell'ateneo bergamasco è il rettore Remo Morzenti Pellegrini a quasi due anni dall’inizio del suo mandato. «L'idea è di festeggiare il 50esimo, che ricorre

l'11 dicembre 2018 (data ufficiale del decreto istituzione dell'Ateneo di Bergamo 11 dicembre 1968 ndr), con una “marcia di avvicinamento” da gennaio a dicembre scandita da una serie di eventi aperti alla città: convegni, una giornata sulla ricerca, un "graduation day" aperto a tutti nel cuore di città alta». Un’università di provincia, dalle grandi prospettive... «Questa università ha una possibilità in più ora e i dati rilevati dai nostri uffici lo confermano: nel 2011 meno del 30 per cento degli immatricolati veniva da fuori provincia, oggi dei nostri quasi 18mila

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di Emanuela Lanfranco

AGO-SET 2017

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rimane in città tutta la settimana, tutto il semestre, cosa finora impossibile se non per un numero ristrettissimo di studenti». L’acquisizione dell’ex caserma di via San Giovanni non è però l’unica novità in vista... «C'è un progetto di riqualificazione del chiostro piccolo e delle facciate del chiostro grande del complesso di S. Agostino e sono convinto che nel giro di un anno questo storico complesso torni ancor più ad essere un luogo splendido a disposizione di tutti. Entro la fine del 2017 partirà poi il recupero di tutte sei le cappelle interne della ex chiesa di Sant'Agostino grazie al contributo della fondazione Banca Popolare di Bergamo e del Comune». E non è tutto... «I docenti del corso di laurea di Scienze della Comunicazione si trasferiranno a settembre all’ex collegio Baroni, in San


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