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ACQUA Se le guerre di questo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del secolo prossimo avranno come oggetto del contendere l’acqua. Le guerre dell’acqua non sono una prospettiva lontana nel futuro. Il conflitto è già in corso, anche se non è sempre visibile. Molti conflitti politici di questo tipo sono infatti celati o repressi: chi controlla il potere preferisce mascherare le guerre dell’acqua travestendole da conflitti etnici e religiosi. (Vandana Shiva, Le guerre dell’acqua, 2004)

L’esito del referendum del 12 e 13 giugno 2011 sancisce la volontà dei cittadini di mantenere l’acqua un bene pubblico, lontana pertanto dalle logiche di profitto dei privati. Nel febbraio 2012 inizia la campagna di “obbedienza civile” che consiste nel pagare le bollette dell’acqua applicando la riduzione pari alla componente di costo della remunerazione del capitale investito. La remunerazione del capitale investito altro non è che il profitto sulla gestione del servizio idrico, questo significa pagare la bolletta senza tale quota, come abrogato nel secondo quesito referendario. Nel 2012 solo alcune amministrazioni tornano ad una gestione pubblica del servizio idrico. L’acqua è un bene comune e un diritto umano, un bene essenziale che appartiene a tutti. Un referendum è stato indetto e vinto: - fermare la privatizzazione dell’acqua (primo quesito); - eliminare i profitti dal bene comune acqua (secondo quesito). Scopo del referendum è stato quello di ottenere la restituzione del bene acqua alla gestione collettiva, garantirne l’accesso a tutti e tutelarla come bene comune, conservarla per le future generazioni. I cittadini devono tornare ad essere i veri amministratori dei servizi pubblici insieme ai sindaci e ai consigli comunali. Si scrive acqua, si legge democrazia. PROGRAMMA •

Applicare i risultati del referendum: gestione pubblica dell’acqua ed eliminazione del profitto dal suo esercizio.

Ripubblicizzare la gestione del servizio idrico abbandonando il modello delle società per azioni.

Promuovere l’uso dell’acqua potabile comunale.

Ristrutturazione della rete idrica per ridurne le perdite con gare di appalto che consentano di trasformare i risparmi sui costi di gestione in quote di ammortamento degli investimenti.

Promozione ed incentivazione dell’introduzione del doppio circuito: acqua potabile per uso alimentare, acqua non potabile per altri usi (uso dell’acqua piovana, recuperata in vasche di accumulo, per gli sciacquoni).

Programma politico 2014 – 2019 Umbertide

Bozza (rev.1_05.03.14)


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