Chiesa della luce - L'inquietudine della luce metafisica nei spazi interni

Chiesa della luce (Ibaraki Kasugaoka Kyōkai) Ibaraki, Osaka - Tadao Andō

L’inquietudine della luce metafisica nei spazi interni

POLITECNICO MILANO 1863

Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Corso di Laurea in Progettazione dell’Architettura

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Yo u Q i W a n g Matricola: 947428

indice abstract

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la luce nella storia

I

Luce nella cultura giapponese

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Gioco di luce di Louis Kahn

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La luce nella Metafisica

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la chiesa della luce

II

Conclusioni e riflessioni

III

Sitografia Riflessioni conclusive

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abstract

Luce deriva dal latino "lux lucis", il corrispondente termine in greco è reso con l'aggettivo λευκός, «brillante, bianco». È questo significato che la filosofia ha visto nella luce, intesa come ciò che permette di vedere, di distinguere le forme, la profondità della realtà. Tuttavia della luce siamo coscienti solo quando questa è assente poiché senza di essa non siamo più in grado di vedere. Ed è proprio la luce che rivela e svela; ciò che non è illuminato non ci è dato di conoscere La luce quindi assunta come fonte fisica e metafisica di illuminazione, nel senso spirituale di rivelazione o di scoperta di una verità nascosta nell'ombra, da sempre è stata associata ad un significato simbolico religioso e filosofico.

Nell’architettura presa in considera, la chiesa della luce, si andrà ad analizzare come il gioco di luce ed ombra realizzato da Tadao Ando possa cambiare completamente l’atsmofera di un’ambiente interno. Si vedrà anche come questi due elementi, la luce e l’ombra, saranno al centro dell’attenzione di altri grandi architetti, artisti ma anche di culture etniche durante tutto il corso della storia.

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la luce nella storia

Luce nella cultura giapponese Bianco. Il colore della luce, secondo la tradizione giapponese è anche il colore delle divinità, che simboleggia l’assenza di impurità, e il colore della sacralità. In generale, il colore bianco va a indicare qualcosa di buono e positivo, di purezza, oltre ad avere il significato di distinto, limpido, chiaro.

白 [shiro] = bianco, ma anche innocente

白旗 [shirohata] = bandiera bianca, arrendersi 白面 [sumen] = sobrietà

白状 [hakujou] = confessione

白々しい [shirajirashii] = trasparente, sfacciato 潔白 [keppaku] = innocenza

白星 [shiroboshi] = vittoria

Nero. Si tratta del colore associato all’oscurità (da 暗い kurai, scuro) e si contrappone in tal senso al bianco, il colore della luce. Spesso va indicare qualcosa di misterioso, sinistro e poco limpido, oltre ad essere associato alla morte e al male.

黒 [kuro] = colpevole

腹黒い [haraguroi] = malvagio, subdolo 暗黒 [ankoku] = oscuro, ombra 黒星 [kuroboshi] = sconfitta

黒白 [kokubyaku] = giusto e sbagliato – il bene e il male 3

Gioco di luce di Louis Kahn Le forme archetipiche di Kahn risalgono all'architettura greca: "L'architettura greca mi ha insegnato che la colonna è dove la luce non è, e lo spazio tra è dove si trova la luce. È una questione di non-luce, luce, non-luce, luce. Una colonna e una colonna portano luce tra di loro. Creare una colonna che cresca fuori dal muro e che faccia il suo ritmo di luce senza luce, luce, senza luce: questa è la meraviglia dell'artista ".

Tuttavia, la luce era anche un elemento centrale nella filosofia di Kahn perché lo considerava un "donatore di tutte le presenze": "Tutto materiale nella natura, le montagne e le correnti e l'aria e noi, siamo fatti di Luce che è stata Speso, e questa massa accartocciata chiamata materiale getta un'ombra, e l'ombra appartiene alla Luce.

"Per lui, la luce è il creatore di materiale, e lo scopo del materiale è gettare un'ombra.

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La luce nella Metafisica “Luce e ombra” L’immobilità del tempo, lo spiazzamento onirico, l’attesa sono i temi della pittura metafisica di Giorgio de Chirico.

Prospettive vertiginose ed illogiche disegnano ampi spazi senza vita, in cui, inquietanti, si proiettano le ombre di immensi colonnati, di statue, torri e di isolate apparizioni umane. «Son più gli enigmi nell’ombra di un uomo che cammina in pieno sole che in tutte le religioni del passato, del presente o del futuro» dirà l’artista.

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la chiesa della luce

“L’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico, dei volumi assemblati nella luce”. E’ questa la filosofia dell’architetto poeta della luce e del cemento, Tadao Ando.

La chiesa segue la filosofia di Ando di legare natura e architettura attraverso la luce in modo tale che possa definire e creare nuove percezioni spaziali con la struttura in cemento.

E’ un'architettura della dualità – la duplice natura dell'esistenza – solido/vuoto, chiaro/scuro, rigido/sereno. Le differenze coesistenti lasciano la chiesa priva di qualsiasi ornamento, creando uno spazio puro e disadorno. L'intersezione di luce e solido aumenta la consapevolezza delle persone della spiritualità.

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L'edificio ha una struttura molto semplice. È un parallelepipedo tagliato da una parete a 15°. L'impiego di materiali semplicistici rafforza la dualità dello spazio; la struttura in cemento elimina ogni distinzione di motivi estetici e tradizionali cristiani. Ad est sono stati usati 4 pannelli staccati tra di loro per formare una croce dalla quale passa la luce naturale.

La chiesa è composta da un involucro in calcestruzzo; il cemento si aggiunge all'oscurità della chiesa creando un luogo di culto più umile e meditativo. A testimonianza dell'architettura minimalista, il vuoto delle croci nella parete esposta a est è l'unico simbolo religioso di spicco presente nella chiesa.

Le giunture e le giunzioni del calcestruzzo sono realizzate con precisione tanto che le giunture del cassero in calcestruzzo si allineano perfettamente con l'estrusione delle croci sul lato est della chiesa.

“In tutti i miei lavori, la luce è un importante fattore di controllo. Creo spazi chiusi principalmente per mezzo di spesse pareti di cemento. Il motivo principale è creare un luogo per l'individuo, una zona per se stessi all'interno della società. Quando i fattori esterni dell'ambiente di una città richiedono che il muro sia senza aperture, l'interno deve essere particolarmente pieno e soddisfacente”.

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Il modo in cui il calcestruzzo viene colato e formato conferisce al calcestruzzo una qualità luminosa quando esposto alla luce naturale. La decisione di Ando di posizionare la croce sulla facciata est consente alla luce di riversarsi nello spazio per tutta la mattina presto e durante il giorno, che ha un effetto smaterializzante sulle pareti interne in cemento trasformando il volume scuro in una scatola illuminata. L'approccio di Ando alla luce e al cemento nella Chiesa della Luce, così come in altri suoi progetti, ha un effetto surreale che percettivamente cambia la materia in immateriale, l'oscurità in luce, la luce in spazio.

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conclusioni e riflessioni

Sitografia

http://www.progetti.iisleviponti.it/Luci_e_ombre/html/chirico.html https://www.domusweb.it/en/from-the-archive/2012/09/08/louis-kahn-in-dacca.html https://ita.architecturaldesignschool.com/light-matters-louis-kahn-73613 http://www.tradurreilgiappone.com/2014/12/04/colori-del-giappone/ https://www.esquire.com/it/cultura/arte-design/a25355079/tadao-ando/ https://www.archdaily.com/101260/ad-classics-church-of-the-light-tadao-ando/5037f3b828ba0d599b000648-ad-classics-church-of-the-light-tada o-ando-drawings

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Riflessioni conclusive

L’uso degli elementi come la luce e l’ombra è molto importante come abbiamo visto, essi possono creare o sconvolgere un’intero ambiente facendo percepire sensazione diversi alle persone.

Se c’è tanta luce e poca ombra allora per esempio si avrà un’atmosfera quasi aulica e divisa, mentre se si avrà poca luce e tanta ombra allora si avrà un luogo che trasmette timore e inquietudine (come le chiese gotiche).

Ormai ai giorno d’oggi tanti architetti si affidano all’artificialità e alla tecnologia, ovviamente non lo si deve ripudiare ma dall’altro canto non lo si deve neppure abusare. La società si sta sempre più spingendo in architetture monotone e vuote, vengono illuminate dalle luci fredde a led nascondendo i raggi solari naturali, vengono riscaldati o raffreddati da impianti che alienano gli interni degli edifici dall’esterno, dal suo contesto.

Le architetture stanno sempre più diventando delle scatole le quali attraverso la tecnologia possano soddisfare tutti i comfort degli utenti, alienandoli letteralmente dalla spazialità architettonica.

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